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Sommario del 27/07/2009
Ultimi giorni di riposo per Benedetto XVI a Les Combes. Confermata dal Papa la propria presenza a Torino per l'Ostensione della Sindone nel 2010
◊ Benedetto XVI sta vivendo gli ultimi giorni di riposo in alta montagna nella località valdostana di Les Combes, che lascerà mercoledì prossimo per far rientro a Roma e quindi stabilirsi nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Ieri, la piccola frazione di Introd è stata protagonista di un festoso momento di vicinanza al Papa, che ha presieduto l’Angelus tra migliaia di persone desiderose di ascoltare le sue parole e di manifestargli ancora una volta affetto per l’infortunio patito una decina di giorni fa. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ritorna a quegli istanti al microfono di Alessandro De Carolis:
R. - E’ stato un giorno di grande festa, perché il tempo era splendido e la gente è venuta su molto numerosa: almeno 5 mila persone che hanno assistito anche alla Messa celebrata dal vescovo di Aosta. E poi, l’incontro con il Papa è stato un incontro molto festoso: si è visto il Papa in ottima forma e l’incidente si può considerare completamente superato. Quell'immagine del Papa con il suo braccio immobilizzato, che però impartiva con molta gioia la benedizione, attira molta simpatia e molta vicinanza, per chi segue il Santo Padre con affetto in questi giorni. Poi il Papa si è anche intrattenuto con diversi gruppi, dopo l’Angelus, e anche con diversi malati. E' stato un momento di incontro molto importante.
D. - Ieri, il Papa ha potuto - come spesso accade in queste circostanze - avere degli ospiti a pranzo, in particolare il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, e il vescovo di Aosta, mons. Anfossi…
R. - Sì, è normale che in queste occasioni il Papa inviti alcuni ospiti, secondo le possibilità che offre lo spazio nella sua residenza. C'era il vescovo della diocesi, mons. Anfossi, ed era presente anche il cardinale Poletto, il quale in questo periodo è molto occupato, molto orientato verso l’Ostensione della Sindone in programma nella primavera dell’anno prossimo, che rappresenta il grande evento ecclesiale che polarizza l’attenzione dell'arcidiocesi di Torino. Il cardinale Poletto ha naturalmente informato il Papa sulla preparazione e lo ha invitato ancora una volta ad essere presente. Il Papa, come aveva già detto anche in passato, quando si era parlato dell’Ostensione, ha confermato la sua intenzione di recarsi a Torino per l’occasione, anche se la data, naturalmente, è ancora da precisare.
D. - Per Benedetto XVI si avvicina ormai il giorno del congedo da Les Combes. E' stato già definito il programma del rientro?
R. - Sì. Mentre le giornate di oggi e di domani si prevedono molto normali, molto tranquille, mercoledì sarà una giornata di impegni, perché alla mattina vi saranno i saluti con le Forze dell’ordine, con i Vigili del fuoco, la Protezione civile, cioè con tutto il personale che ha svolto il proprio servizio per la permanenza del Papa a Les Combes e ne ha garantito la sicurezza e la tranquillità. Nel pomeriggio, invece, vi sarà il saluto delle autorità e verso le cinque si prevede la partenza in elicottero per l’aeroporto di Torino Caselle, poi in aereo il trasferimento fino a Roma Ciampino e quindi immediatamente il passaggio a Castel Gandolfo, prima di cena, dove il Papa poi trascorrerà le prossime settimane.
Il commento all'Angelus del Papa sul ruolo educativo dei nonni "testimoni dei valori fondamentali della vita"
◊ Hanno avuto ampia eco le parole che all’Angelus di ieri Benedetto XVI ha dedicato ai nonni, definiti "testimoni dei valori fondamentali della vita", nel giorno dedicato ai loro Patroni, Sant’Anna e San Gioacchino, genitori di Maria. Il Papa ha ribadito l’importanza del “compito educativo” che, all’interno di una famiglia, i nonni rivestono nei confronti dei nipoti, specie in contesti nei quali - ha detto - i genitori “non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza”. Alessandro De Carolis ha raccolto la testimonianza di Marika Molinaro, giovane mamma nonché catechista missionaria del Movimento dell’Amore familiare:
R. - Ho un’esperienza bellissima dei miei nonni, così come l'hanno i miei figli. Ho avuto tutti e quattro i nonni che mi hanno aiutato a comprendere in modo particolare quali siano i valori fondamentali della vita: nei vari aspetti pratici, nella vita quotidiana, nell’esempio, nella testimonianza. Questo è stato molto bello per me viverlo e anche poterlo donare ai miei figli. Io ho due bambini, Stefano e Francesco, che vivono questa esperienza con i nonni in modo molto bello.
D. - I nonni sono importanti dal punto di vista educativo per i nipoti. Ma vorrei chiederle, lei che è una catechista e ha un’esperienza in questo: oggi, i nipoti sono abituati a entrare in relazione con i nonni?
R. - Non spesso. Io vedo con l’esperienza, come catechista missionaria per la famiglia, che ci sono ancora delle difficoltà proprio perché non c’è spesso questa capacità profonda di mettersi in discussione, di entrare in dialogo. Questa è permessa solo se i nonni si calibrano sull’esperienza che vive il bambino, l’adolescente, il giovane, nella vita quotidiana, anche dove c’è una difficoltà. Difficoltà che non va coperta con uno spiritualismo esaltato, ma con la capacità di mettersi in sintonia reciproca. Solo a quel punto il nipote sentirà questa accoglienza e sentirà che tutto è in sintonia.
D. - Che idea ha maturato dell’importanza educativa dei nonni in famiglie dove i rapporti tra i coniugi sono difficili o sono stati spezzati da separazioni, da divorzi, da degrado sociale?
R. - Io sono sposata con Maurizio e siamo entrambi catechisti missionari per la famiglia del Movimento dell’Amore familiare. Noi abbiamo vissuto l'esperienza di accompagnare coppie in procinto di separarsi oppure che già separate hanno vissuto a loro volta un'esperienza molto negativa, nella quale i rispettivi genitori sono stati di ostacolo invece che di aiuto. Questo, logicamente, ha creato una frattura anche con i nipoti. Ritengo che questo possa essere un motivo fondamentale per cui dei nonni possano chiudersi invece che aiutare. E questo perché, forse, non c’è quella capacità di mettersi in discussione. In realtà, non esistono dei genitori o dei nonni perfetti. L'educazione della quale ci parla anche il Papa è fondamentale nella misura in cui ognuno di noi è capace di ascoltare ciò che Gesù vuole dire alla propria vita, ogni giorno.
Nomina
◊ Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Atlanta, negli Usa, mons. Luis R. Zarama, finora vicario generale della medesima arcidiocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Bararo. Mons. Luis R. Zarama è nato il 28 novembre 1958 a Pasto, in Colombia. E’ entrato nel Seminario di Pasto e, dal 1982 al 1987, ha frequentato l’Universidad Mariana dove ha studiato filosofia e teologia. Dal 1978 al 1991, ha seguito gli studi alla Universidad Javeriana a Bogotá, ottenendo la Licenza in Diritto Canonico. Ordinato sacerdote per l'arcidiocesi di Atlanta il 27 novembre 1993, ha svolto gli incarichi di vicario parrocchiale della "Sacred Heart Parish" ad Atlanta (1993-1996), amministratore della "Saint Helena Mission" a Clayton (1996-2006) e parroco della "Saint Mark Parish" a Clarkesville. Nel Tribunale metropolitano di Atlanta è stato, dal 1993 al 1997, avvocato del Tribunale d'Appello; dal 1997 difensore del Vincolo; e dal 2008 vicario giudiziale. Dal 2000 è vice-direttore delle Vocazioni e dal 2006 è vicario generale dell'arcidiocesi. Il 4 luglio 2004 è diventato cittadino americano. Il 10 febbraio 2007 è stato nominato cappellano di Sua Santità.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ I nonni depositari e testimoni dei valori fondamentali della vita: il Papa all’Angelus ricorda anche la missione di salvezza affidata ai sacerdoti.
Quell’inverno demografico che gela l’economia: in prima pagina, Gaetano Vallini a proposito di un documentario al Fiuggi Family Festival.
In rilievo, nell’informazione internazionale, il primo vertice finanziario, a Washington, tra Stati Uniti e Cina dell’era Obama.
Tra i sussurri e le grida la verità della storia: in cultura, Roberto Pertici sul volume, curato dal direttore, “In difesa di Pio XII. Le ragioni della storia”, con un corsivo di Raffaele Alessandrini dal titolo “E nel 1939 l’ebreo Emanuel Celler scrisse al Congresso”.
Ettore Gotti Tedeschi recensisce il libro “I fondi sovrani” di Alberto Quadrio Curzio e Valeria Miceli.
Lo sviluppo se è solo materiale non salva l’uomo: il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, al convegno “Oltre l’ideologia della crisi. Lo sviluppo, l’etica e il mercato nell’enciclica Caritas in veritate”.
Quante sorprese dal Codice Atlantico: due mostre a Milano.
Angeli e demoni: Inos Biffi sui tormenti del grande seduttore.
Nuove tensioni sociali in Argentina: appello al dialogo da governo e vescovi
◊ Cresce la tensione sociale in Argentina: di fronte alle difficoltà economiche e politiche e all’inasprirsi delle proteste e delle agitazioni sindacali, il presidente Cristina Fernández de Kirchner ha lanciato un appello “al più ampio dialogo fra tutti i settori della nazione”. Il servizio di Luis Badilla.
La situazione del Paese non è confortante: l’economia è di nuovo in una situazione critica: in crescita la fuga di capitali, mancano gli investimenti, aumenta in modo costante la disoccupazione, mentre cresce la tensione e la conflittualità sociale. L’appello del capo di Stato segue la sconfitta elettorale del 28 giugno scorso: la signora Fernández de Kirchner si è vista costretta a cambiare il suo ministro dell’Economia e altri alti funzionari.
D’altro canto la Chiesa cattolica argentina sta affermando da anni la necessità di un dialogo: con una nota della Commissione nazionale ‘Giustizia e Pace’ della Conferenza episcopale, “riconosce l’importanza specifica di uno spazio per il dialogo tra i legittimi rappresentanti dei settori imprenditoriali, sindacali, agricoli e della società civile” ed esorta tutti ad accogliere quest’invito per “dare un contributo con proposte concrete che permettano di arricchire l’opera” dei poteri pubblici. La nota riflette su “alcune convinzioni che potrebbero ottimizzare” questo dialogo, osservando innanzitutto che questo percorso deve essere riconosciuto come mezzo per “costruire insieme una patria di fratelli” a “difesa anche della democrazia rappresentativa e partecipativa”, come unico cammino di collaborazione vera tra “la società civile, le strutture politiche e il potere legislativo”. Tale dialogo, secondo la Chiesa argentina, deve avere come orizzonte il “rispetto della dignità della persona umana e la ricerca del bene comune, fondamenti ultimi delle azioni del governo a livello nazionale, provinciale e municipale”.
La nota ribadisce quanto affermato in passato, in particolare dopo l’ultima plenaria e poi in un incontro dell’episcopato con il presidente Fernández de Kirchner, e cioè la priorità di “operare a favore dell’inclusione sociale” e di “rinforzare le convergenze” per allontanare così le tentazioni che tendono a privilegiare “le differenze e gli interessi settoriali e corporativi”. Per i vescovi argentini, il “dialogo onesto, trasparante, rispettoso e basato sulla fiducia reciproca (…) riconosce le diversità di opinioni e di opzioni” e contribuisce a “tener conto della visione dell’altro”. Se così impostata, la “nuova tappa” del dialogo di cui parla il presidente della Repubblica deve anche servire al rifiuto di “qualsiasi tipo di violenza morale, intellettuale e fisica” specialmente nell’ambito “dei conflitti sociali”.
Infine, la nota della Commissione episcopale propone alcune importanti aree “dove dovrebbe essere possibile identificare consensi in favore di politiche pubbliche”: educazione, salute, giustizia e sicurezza cittadina, riforme sociali e politiche, ammodernamento dello Stato, ambiente, settore agricolo, libertà e responsabilità dei cittadini, ecc. Si tratta - conclude il documento - di far sì che gli argentini, attraverso il “dialogo costruttivo” e “la partecipazione attiva”, possano diventare “oltre che abitanti anche e soprattutto cittadini”, l’unica via per arrivare ad una “Patria senza esclusioni ed esclusi”.
Nuovi attacchi in Afghanistan in vista delle presidenziali
◊ In Afghanistan cresce la tensione: a poco meno di un mese dalle presidenziali, si susseguono attacchi ed attentati. 22 i morti nelle ultime ore: tra le vittime 16 talebani, due soldati afghani e un militare della forza internazionale Isaf. Sotto attacco anche i soldati italiani nella Regione Ovest, mentre nel distretto di Bala Murghab, a Badghis, grazie alla mediazione degli anziani e dei capi della provincia è stato stabilito l'accordo per un cessate il fuoco fino al 20 agosto, data delle elezioni. Massimiliano Menichetti ha intervistato Andrea Margelletti presidente del Centro Studi Internazionali:
R. – La decisione degli insorti di addivenire ad un accordo con il governo centrale è segno che la strategia del combattimento tout court non è assolutamente pagante. Naturalmente, è altrettanto importante il fatto che il governo abbia deciso di parlare con la parte avversa, proprio perché sono attori determinanti nel processo di stabilità dell’Afghanistan.
D. – I talebani stanno intensificando le violenze in vista delle elezioni del 20 agosto per impedirle: perché sono così importanti?
R. – L’importanza è quella che lentamente, in un Paese dove governavano con lucida follia i talebani, è ripreso un processo di dialogo – mettendo al centro gli anziani delle tribù, le varie componenti etniche. Ecco, questo è un fatto assolutamente importante.
D. – Ma qual è la situazione dal punto di vista della sicurezza?
R. – Le azioni del contingente internazionale della coalizione, insieme alle forze afghane, sono riuscite a indebolire sensibilmente il dispositivo talebano. Ma non solo talebani: parliamo oramai di insorti, quindi signori della guerra, trafficanti di armi e droga e quant'altro.
D. – Lei è da pochi giorni tornato dall’Afghanistan. Come ha trovato questo Paese?
R. – Ho trovato un Paese dove per sette anni si è parlato tantissimo, si è sparato troppo e si è ricostruito poco. Questo perché ricostruire vuol dire spendere tanti, tanti soldi e nessuno ha voglia di farlo: però, è l’unica alternativa. E’ necessaria in Afghanistan una visione comune, vuol dire che dev’esserci una assoluta concertazione sui rapporti tra le varie nazioni, regole di ingaggio comuni … C’è ancora molto, molto da fare!
D. – Nelle ultime settimane sono stati presi di mira anche i soldati italiani e si discute sulla necessità di rimanere o meno nel Paese …
R. – Ogni concetto di strategia di uscita nelle attuali condizioni equivale sostanzialmente a riconsegnare il Paese a chi con follia l’ha governato con il terrore negli anni passati. Penso che la presenza italiana in Afghanistan sia assolutamente determinante, perché hanno bisogno di tutto. L’ultima cosa di cui hanno necessità è vedere un alleato capace e fedele che si allontana.
D. – Quanto è importante che gli stessi afghani siano gli attori principali del controllo del Paese?
R. – Non è importante, è determinante. E’ il loro Paese. Fondamentale è che come stanno facendo gli italiani, li si coinvolga nell’azione di stabilità di casa loro.
Elezioni presidenziali in Guinea Bissau
◊ Si è svolto in un clima di tranquillità ieri in Guinea Bissau il ballottaggio per le elezioni presidenziali tra Malam Bacai Sanha e Kumba Yala, entrambi ex presidenti della Repubblica. Il primo turno elettorale si era svolto nel giugno di quest’anno e Sanha aveva ottenuto la maggioranza relativa. I timori sono invece per le possibili violenze che potrebbero esplodere dopo la diffusione dei risultati elettorali. Ex colonia portoghese, la Guinea Bissau è uno dei Paesi più poveri dell'Africa. Sull’attuale clima nel Paese Stefano Leszczynski ha intervistato padre Davide Sciocco, direttore della Radio cattolica Sol-Mansi:
R. – C’è stata molta calma sia nel periodo della campagna elettorale, dove la popolazione ha dato grande prova di spirito democratico e di rispetto per le idee degli altri - non ci sono stati episodi di violenza - sia nella giornata elettorale di ieri. Il problema grande è sempre dopo il voto, il timore dell’accettazione o meno dei risultati. Proprio per questo la legge elettorale della Guinea Bissau vieta di divulgare i risultati provvisori, quelli che si vengono a sapere dai vari seggi. Quindi, in questo momento non è possibile dare nessuna previsione, sono proibiti anche i sondaggi, proprio per non creare delle aspettative che poi possono essere smentite dai risultati ufficiali.
D. – E’ interessante, padre Davide, che i militari abbiano rivolto un appello ai due candidati, nel caso sorgessero delle discussioni sul risultato del voto, di rivolgersi alle autorità giudiziarie e di non fomentare disordini…
R. – Questo è un appello molto forte che ha fatto il capo di Stato maggiore, richiamando proprio al rispetto delle leggi democratiche. E’ stato un po’ strano che lo facesse il capo dell’esercito e non il ministro degli Interni o il primo ministro però, certo, mostra ancora una volta che almeno ufficialmente i militari vogliono appoggiare la democrazia: che è quello che tutta la gente si aspetta.
D. – Cosa si può dire dei due candidati che sono andati al ballottaggio?
R. – Sono candidati che sono già stati presidenti della Repubblica. Malam Bacai Sanha è stato presidente ad interim dopo la guerra civile del ’98 e ‘99 e quindi quando è stato presidente la sua figura è stata abbastanza di secondo piano. Kumba Yala, invece, era stato eletto democraticamente dopo il periodo ad interim di Malam Bacai. La sua figura è stata molto controversa, la popolazione lo aveva caricato di grandissimi aspettative di cambiamento, aspettative che non ha realizzato ma ora si presenta come una persona cambiata che probabilmente ha capito gli errori del passato e, quindi, propone di essere l’uomo della stabilità e della pace. Il messaggio di entrambi è che puntano molto sulla stabilità, sulla pace e sull’unione nazionale che è quello che la gente desidera.
D. – Una situazione complicata quella della Guinea Bissau anche perché è uno dei Paesi più poveri del continente africano: tra l’altro è anche un Paese dove forti sono gli interessi del narcotraffico…
R. – La situazione è veramente difficile perché il narcotraffico, la corruzione e i collegamenti internazionali, rendono davvero difficile il cambiamento della situazione. Quindi, anche il futuro presidente della Repubblica si troverà in una posizione non facile.
Giovani della diocesi di Roma in pellegrinaggio in Terra Santa
◊ Sono partiti oggi per un pellegrinaggio di una settimana in Terra Santa 164 giovani della diocesi di Roma, guidati dal vicegerente mons. Luigi Moretti. Le prime tre notti i ragazzi pernotteranno sul Monte delle Beatitudini. Altre tappe previste sono Cafarnao, il lago di Tiberiade, Betlemme e Gerusalemme: qui sosteranno in preghiera sui luoghi dell’agonia, della morte e della risurrezione di Gesù e domenica 2 agosto, con la comunità locale, parteciperanno alla celebrazione della Santa Messa. Il pellegrinaggio si concluderà, il 3 agosto, ad Emmaus. Marina Tomarro ha intervistato don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile e accompagnatore spirituale dei ragazzi in questo loro cammino.
R. - Vedremo forse meno cose del pellegrinaggio classico, ma ci concentreremo di più su alcuni luoghi dove faremo delle meditazioni; quindi è pensato come una sorta di “esercizi spirituali itineranti” sui luoghi di Gesù. Tutto questo sarà bello perché vissuto da giovani: il pellegrinaggio è pensato per i giovani, anche il camminare e lo stare tutti insieme sarà un momento di gioia.
D. –Perché avete scelto proprio Emmaus come tappa conclusiva?
R. – Perché ad Emmaus, in qualche maniera, saremo chiamati a dire: "non ci ardeva forse il cuore?" Sarà il momento per fare il punto della situazione di tutto il pellegrinaggio, per ricordarci di non dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto e che soprattutto il Signore ci chiama poi a ritornare a casa per la missione.
D. – Quali sono le emozioni dei ragazzi per questo pellegrinaggio?
R. – Le emozioni sono quelle tipiche di chi parte per la prima volta per un viaggio così importante. La maggior parte dei giovani che vengono si trovano al loro primo viaggio in Terra Santa e quindi sono emozionatissimi, desiderosi d’incontrare il Signore e di ascoltare, in qualche maniera, la sua voce un po’ più da vicino, sono desiderosi di camminare sui luoghi dove Gesù ha camminato. E’ come una sorta di sosta, nella loro vita, per fare il punto della loro situazione. E’ bello perché sono giovani che partecipano con il desiderio di progettare la vita e questa tappa del viaggio in Terra Santa è per loro una tappa importante.
D. – Cosa vuol dire, per questi giovani, andare in Terra Santa e incontrare Gesù?
R. – Vuol dire capire come bisogna comportarsi da giovani cristiani. Significa capire cosa vuol dire la sequela, cosa vuol dire stare dietro a Gesù fino in fondo. Credo che un momento particolarmente interessante ed importante, da questo punto di vista, sarà la meditazione che faremo a Tabka, sul lago di Tiberiade, nel luogo del primato, dove Gesù ha chiesto a Pietro di seguirlo fino in fondo e dove diremo a questi giovani di dire il loro “ti amo” al Signore. Che sia una sequela definitiva e coraggiosa dietro al Signore.
D. – Cosa racconteranno, quando torneranno a coloro che non hanno potuto prendere parte a questo viaggio?
R. – Porteranno sicuramente a casa una parola che il Signore gli avrà detto in modo particolare, in quei giorni, una parola chiara che avrà illuminato in qualche modo la loro vita e soprattutto i loro progetti per il futuro. Si porteranno dietro il desiderio di annunciare il Signore, il desiderio della missione.
Il 27 settembre inizia l'Anno Vincenziano
◊ Fervono i preparativi nella Congregazione di San Vincenzo de’ Paoli in vista dell’Anno Vincenziano che partirà il prossimo 27 settembre per celebrare i 350 anni dalla morte di San Vincenzo de’ Paoli e della sua principale collaboratrice Santa Luisa de Marillac. Quest’anno speciale verrà ricordato con iniziative e manifestazioni in tutto il mondo e in particolare con progetti molto concreti in favore dei più poveri. Del carisma della famiglia vincenziana ci parla don Luigi Mezzadri, assistente nazionale del Volontariato dei Gruppi Vincenziani. L’intervista è di Anna Villani:
R. - Essenzialmente il carisma è uno: è la carità di Cristo che ci occupa, che ci spinge. La Chiesa deve essere Chiesa della carità. La Chiesa è carità, la Chiesa è opera della carità e questo è l’essenziale del messaggio che noi vorremmo sottolineare. San Vincenzo si è convertito ai poveri: evangelizza i poveri e ne è evangelizzato, e coinvolge la Chiesa del suo tempo. Scatena un movimento di spiritualità sacerdotale e laicale in cui i poveri sono al centro. Io ritengo che questi siano gli elementi essenziali.
D. - Qual è la particolarità della carità vincenziana?
R. – E’ una carità rispettosa, una carità che si china sull’altro ma nello stesso tempo anche viene aiutata dall’altro. E’ una carità di lotta alla povertà, non è una carità acquiescente. Si lotta contro tutte le povertà con la pochezza dei mezzi che noi abbiamo. Per questo carità e umiltà vanno d’accordo.
D. - In quali progetti la famiglia vincenziana è impegnata in questo periodo?
R. – In questo momento tutta la famiglia vincenziana è impegnata in un grande progetto sull’acqua. Ci sono molti Paesi in via di sviluppo, Paesi in difficoltà, per i quali l’acqua è una priorità e, come famiglia vincenziana, stiamo operando in questo campo. Abbiamo scelto ed evidenziato alcuni progetti per portare l’acqua per venire incontro a questo bisogno primario. In fondo, queste sono opere di misericordia.
D. – Ci racconta qualche episodio particolare legato alla vita di San Vincenzo de’ Paoli?
R . – Quando durante la Fronda, vale a dire la guerra civile che era scoppiata in Francia contro la monarchia, a un certo momento le dame di carità che si occupavano dell’opera dei trovatelli si sono trovate senza risorse. San Vincenzo le ha convocate e viste le loro difficoltà, invece che alzare bandiera bianca le ha esortate a reagire. "Questa è una priorità - disse - non aiutare è uccidere". Poi aggiunse: "avete tanti gioielli, tante cose che voi tenete da parte, qui c’è la vita dei bambini e diventerete giudici della vita e della morte di questi bambini". Ecco, improvvisamente, le risorse si sono trovate: perché i soldi si trovano sempre se c’è la buona volontà.
Al Giffoni Film Festival gli affetti speciali prevalgono sugli effetti speciali
◊ Ha ottenuto un gran successo la trentanovesima edizione del Giffoni Film Festival, l’evento nato in Campania dall’idea di promuovere il cinema per ragazzi. La rassegna cinematografica che si distingue da tutti gli altri appuntamenti per la sensibilità nella scelta dei film e per la giuria composta da soli giovani ha acquistato negli anni una rilevanza internazionale. Un bilancio complessivo dell’edizione 2009 è stato fatto da Manlio Castagna, vicedirettore artistico del festival, al microfono di Mariella Pugliesi:
R. – Il bilancio vero è un bilancio emotivo, nel senso di ciò che ha prodotto questo festival su chi l’ha vissuto in qualche modo: sia attraverso gli ospiti, che si sono qui raccontati e hanno fatto un’esperienza vera con i ragazzi in giuria, sia attraverso i film che hanno avuto la capacità di generare tantissime riflessioni, tantissime argomentazioni su problematiche più o meno legate al tema del tabù.
D. – L’edizione del Giffoni Experience ha infatti ruotato intorno al tema del tabù. Può spiegarci come è stato sviluppato l’argomento?
R. – Si è sviluppato principalmente a partire dai film che hanno affrontato con molta forza in più di un’occasione il tema della morte, declinata su varie sfumature. Dal suicidio, che è stato più volte al centro di pellicole, fino ad arrivare all’elaborazione del lutto della perdita di un genitore o della morte di un amico, di un fratello. In particolar modo, il tema del suicidio era al centro del film vincitore della categoria + 16, cioè quella dei più grandi, nel film “My Suicide”.
D. – Oggi quali sono i prodotti per ragazzi proposti dall’industria cinematografica? C’è la necessità di una responsabilità etica?
R. – Sicuramente sì, perché la fetta maggiore del pubblico cinematografico è senza dubbio quello giovanile. Quindi, in qualche modo il cinema ha l’obbligo di interrogarsi sul suo pubblico e quindi di interrogarsi sui temi e sul linguaggio proposti, e quindi sia le immagini, sia le parole. L’etica comunque deve essere al centro della riflessione di tutti i mass media e in particolare del cinema. C’è però un cinema per ragazzi invece che è capace di dare degli input, dare delle riflessioni forti e questo è il cinema che a noi piace, a Giffoni. Più che gli “effetti speciali”, a noi piacciono gli “affetti speciali”.
Il grazie de vescovi del Celam al Papa per l'Anno Sacerdotale
◊ “Consideriamo una grazia il centrare il nostro sguardo sul sacerdozio ministeriale ed intensificare la nostra attenzione verso i nostri sacerdoti, indispensabili collaboratori nella nostra responsabilità pastorale”. Queste le parole dei vescovi del Celam (Consiglio episcopale latino-americano), contenute in una lettera inviata al Santo Padre, al termine della terza riunione generale di coordinamento del quadriennio 2007-2011, che si è tenuta nei giorni scorsi a Bogotà. Allo stesso tempo, riferisce l’agenzia Fides, i presuli manifestano la loro profonda gratitudine “per la recente enciclica 'Caritas in veritate', che sarà una luce di orientamento per rispondere alla grande sfida di come vivere nel nostro continente i valori del Vangelo e come poter sviluppare una società più giusta e fraterna, in modo da raggiungere la meta indicata da Lei ad Aparecida, ossia essere non soltanto il continente della Speranza ma anche il continente dell’Amore”. Il testo si conclude rinnovando la comunione dei vescovi con il Santo Padre e con una preghiera sentita, affinché il Signore “lo guidi, lo fortifichi e lo mantenga in salute, perché continui a condurre la Chiesa con il rinnovamento e la saggezza propri dello Spirito di Gesù Cristo”. I presuli hanno inviato un messaggio anche al cardinale Re, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, per informarlo sul fatto che durante l’Assemblea hanno “riflettuto ed approfondito il tema dell’Anno Sacerdotale e le sfide a cui espone Aparecida, attraverso la grande missione continentale. Durante la riunione con i Dipartimenti e i Centri ci siamo preoccupati di programmare la seconda parte del quadriennio, che durerà fino a maggio del 2011”. Anche in questo caso, i vescovi hanno manifestato la loro comunione “con il Sacro Padre, con la Chiesa Universale, con Sua Eminenza”, mostrando “il nostro desiderio di vivere intensamente questo anno di grazia, legato al rinnovamento sacerdotale: “fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”. Durante l’incontro sono stati presentati alcuni progetti, che saranno attivati nel 2010; richiameranno lo spirito di Aparecida e approfondiranno il tema dell’Anno Sacerdotale e il bicentenario che celebrano nove paesi dell’America Latina. Durante la riunione, è stato pubblicato l’opuscolo, preparato dalla commissione ad hoc della missione in America Latina, intitolato “Itinerario della missione continentale” che nasce come complemento al primo opuscolo: “Missione continentale, per una Chiesa missionaria”. (A.D.G.)
Accorato appello degli istituti missionari ai vescovi italiani: vocazioni missionarie in costante calo
◊ “Aiutateci a riconoscerci come patrimonio ecclesiale proprio delle vostre diocesi”, considerando i missionari “una risorsa anche per la Chiesa italiana” e promuovendo “la vocazione missionaria con la stessa convinzione con cui si promuovono le vocazioni sacerdotali e quelle religiose”. Queste, alcune delle richieste contenute nella lettera che gli istituti missionari aderenti alla Cimi (Conferenza degli istituti missionari in Italia) hanno inviato a tutti i vescovi italiani per fare il punto sulla situazione attuale. Il documento è stato firmato da padre Alberto Pelucchi, presidente Cimi, e da suor Carmela Coter, vice-presidente. Alla Cimi aderiscono tra gli altri, Pime, Comboniani, Consolata, Saveriani, Francescane missionarie di Marie, Padri Bianchi. Nella lettera, riferisce il Sir, i missionari italiani manifestano alcune difficoltà: “il numero dei nostri missionari e missionarie di origine italiana è in continuo calo; le vocazioni sono rare, le nostre comunità sono sempre più composte da persone anziane rientrate per ragioni di età e salute. La nostra stessa identità missionaria, all'interno del mondo ecclesiale italiano, conosce delle connotazioni un po' confuse”. Tra le richieste, quella di valorizzare i missionari rientrati in Italia, ad esempio facendo in modo che le comunità diventino dei “centri di spiritualità missionaria dove ogni cristiano possa riconoscere e assimilare l'amore di Dio per il mondo, in particolare i piccoli, gli ultimi, gli immigrati”. I missionari chiedono di “qualificare ulteriormente” i Centri missionari diocesani, e si propongono per dare un “contributo di esperienza” a “stranieri di altre religioni e in situazioni particolarmente degradate di povertà ed emarginazione”. (A.D.G.)
I vescovi filippini: il ministero sacerdotale è incompatibile con gli incarichi politici
◊ Tra i candidati alle prossime elezioni presidenziali nelle Filippine, nel 2010, figura anche un sacerdote cattolico. Don Eddie Panlilio, 55 anni, incardinato nell’arcidiocesi di San Fernando, ha annunciato la sua candidatura nei giorni scorsi, in occasione del lancio di un nuovo movimento politico. Il sacerdote era già salito agli onori delle cronache nel 2007 per essersi candidato ed avere vinto le elezioni locali come governatore della Provincia di Pampanga, candidatura per la quale era stato sospeso “a divinis” dall’arcivescovo Paciano Aniceto. La Conferenza episcopale filippina (CBCP), che il 12 luglio scorso ha pubblicato un documento pastorale per invitare i fedeli laici a scendere in campo, ribadisce da parte sua le posizioni della Chiesa circa l’incompatibilità tra ministero sacerdotale e incarichi politici. “Don Panlilio deve ottenere la dispensa papale perché le norme del Diritto canonico vietano ai sacerdoti di concorrere per incarichi pubblici”, ha ricordato mons. Oscar Cruz, arcivescovo di Lyngayen-Dagupan. “Sono pronto a tutte le conseguenze del caso”, ha dichiarato, da parte, sua il sacerdote-governatore, che ha tuttavia lasciato intendere di volere riprendere il ministero in caso di sconfitta. Una posizione fermamente criticata da mons. Francisco Claver, ex presidente della Commissione Giustizia e Pace della CBCP: “Non è onesto presentarsi come sacerdote – ha dichiarato il presule sulle pagine del sito della Conferenza episcopale -. È proprio questo tipo di disonestà dei nostri politici che la Chiesa sta cercando di cambiare”. Padre Panlilio è il secondo sacerdote a rivestire una carica pubblica nelle Filippine, dopo padre Margarito Gonzaga, eletto sindaco di Alburquerque nel 1971. (L.Z.)
Viaggio in Ucraina del Patriarca di Mosca Kirill
◊ Esattamente un anno dopo il suo predecessore, Alessio II, è arrivato oggi in Ucraina il nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, per una visita pastorale che terminerà il 5 agosto. Come previsto dal protocollo, Kirill incontrerà i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse, anche se al momento, scrive l’Osservatore Romano, non è previsto un incontro con il Patriarca di Kiev, Filarete, che ha espresso critiche sul viaggio. “È giunta l'ora di capire che l’Ucraina non è la Russia - ha detto - e di riconoscere il nostro diritto a costruire un futuro indipendente”. Dal 1992, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la Chiesa in Ucraina si è scissa in tre diverse componenti: il patriarcato di Kiev, assieme alla piccola Chiesa ortodossa autocefala ucraina, si è separato dalla Chiesa ortodossa nazionale, guidata dal metropolita Volomydir, che è autonoma ma canonicamente soggetta a Mosca. Kirill ha spiegato che la visita - esattamente come quella che lo ha portato a Istanbul dal 4 al 6 luglio, ospite del Patriarca di Costantinopoli - ha carattere “pastorale” e “non bisogna vedervi una componente politica”. Secondo quanto confermato anche dal capo del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, l’archimandrita Kirill Govorun, durante il suo soggiorno Kirill potrebbe incontrare i rappresentanti delle comunità dissidenti. Proprio come gli ha suggerito anche lo stesso Filarete, che ha invitato il Patriarca di Mosca a proporre “delle soluzioni che tendano a superare le contraddizioni esistenti”. Durante il viaggio, Kirill parteciperà alla commemorazione del principe Vladimiro al Pecerska Lavra (conosciuto come monastero delle grotte di Kiev), a quella dell'icona della Madre di Dio di Svyatogorsk, a quella dedicata al profeta Elia nella cattedrale di San Vladimiro a Sebastopoli e infine a quella dell’icona della Madre di Dio di Pocajiv. (V.F.)
Msf denuncia le condizioni dei migranti a Malta e gli ordigni inesplosi in Sudan
◊ L’emergenza per le condizioni dei migranti che approdano dopo i viaggi della speranza non riguarda soltanto Lampedusa, ma anche Malta, l’altro ingresso in Europa per chi arriva via mare. Secondo il nuovo rapporto “Not Criminals” di Medici senza frontiere, che opera a Malta dall’agosto 2008, sulle strutture dell’isola, “le patologie presentate dai pazienti”, oltre che legate alla durezza del viaggio, sono “anche connesse alle proibitive condizioni di vita e di detenzione” in questi luoghi. Per questo l’organizzazione chiede “un miglioramento immediato delle condizioni di vita nei centri di detenzione per migranti e nei campi di accoglienza”, caratterizzati da “una rilevante presenza di categorie vulnerabili come donne e minori”. A Malta Medici senza frontiere offre visite mediche, consulenze psicologiche individuali e sessioni di gruppo di educazione alla salute ai migranti e ai richiedenti asilo ospitati nei centri. L’organizzazione ha lanciato anche un altro allarme, questa volta riguardo al Sudan. A quattro anni dagli accordi di pace che hanno messo fine alla guerra tra il nord e il sud del paese, in numerose zone si trovano ancora molti ordigni inesplosi. Sono munizioni, bombe, mine, granate, missili che sono stati lanciati e, inesplosi, “si trovano nascosti sotto terra, mettendo in grave pericolo la popolazione, specialmente i bambini”. Per questo Msf chiede di aumentare gli sminamenti e soprattutto di sensibilizzare la popolazione. “Nessuno sa dove questi ordigni possano apparire – racconta Dave Croft, coordinatore di progetto nell’ospedale di Msf nella città di Nasir, citato dalla Sir – e ci aspettiamo di vederne di più nella stagione delle piogge. Ieri ho visto una cartuccia di un fucile riemergere in superficie, era lì in terra a disposizione di tutti”. Alcuni giorni fa un ordigno ha ferito un bambino di 7 anni che, vedendolo luccicare per terra ha cercato di raccoglierlo. All’ospedale di Msf il bambino ha perduto le mani e la vista. (V.F.)
Messico: concluso il Congresso nazionale giovanile missionario
◊ Si è concluso ieri il 10° Congresso nazionale giovanile missionario (CONAJUM) con una Santa Messa, presieduta dal vescovo di Tepic, mons. Ricardo Watty Urquidi, e concelebrata dai vescovi mons. Alfonso Robles Cota, emerito di Tepic; mons. Francisco Moreno Barrón, vescovo di Tlaxcala; mons. Oscar Roberto Domínguez, vescovo di Tlapa; mons. Gilberto Valbuena Sánchez, vescovo emerito di Collima e mons. Fabio Martínez, vescovo di Castello di Lázaro Violacee. Durante la celebrazione, che ha sancito l’inizio della missione continentale nella Diocesi di Tepic, mons. Ricardo Watty ha pronunciato la sua preghiera affinché tutti i sacerdoti, i religiosi e gli operatori laici, si mettano in stato permanente di missione al servizio delle parrocchie e delle comunità della Chiesa diocesana di Tepic. I vescovi, riferisce l’agenzia Fides, hanno risposto con una preghiera di benedizione dei sacerdoti e dei laici che hanno ricevuto il mandato per andare in missione "ad gentes". Questi appartenevano alle seguenti comunità: missionari di Guadalupe, Religiose Claretiane, Religiose Figlie del Buon Pastore, missionari Saveriani e della diocesi di San Giovanni dei Laghi. Le località di missione sono invece Giappone, Cuba, Corea, Kenya, Perù, Guatemala, Mozambico, India, Sierra Leone, Spagna, Chad e Colombia. I missionari inviati hanno ricevuto dalle mani dei prelati la Croce Missionaria affinché, portandola con loro, si sforzino di trasformarsi in Cristo. Nella sua omelia, mons. Ricardo Watty Urquidi ha affermato che “in Messico dobbiamo anche predicare, smettere di essere semplici battezzati” e ha rivolto un appello a tutti i giovani affinché aiutino i loro Pastori “ad optare per i giovani, per aiutarli ad essere discepoli di Gesù, affinché lo ascoltino e se ne innamorino”. Quindi ha chiesto una nuova Pentecoste, affinché “lo Spirito Santo trasformi il nostro cuore e la nostra mente, per uscire incontro alle persone, alle famiglie, alle comunità e al paese, per comunicare loro e condividere con loro il dono dell’incontro con Gesù Cristo”. Nella cornice di questo Congresso, sabato scorso ha avuto luogo una “Marcia Missionaria”, alla quale hanno preso parte più di diecimila giovani per manifestare la loro gioia per aver incontrato Cristo e per l’esperienza di discepolato e di missione portata avanti durante il Congresso. I successivi appuntamenti missionari importanti in Messico avranno luogo in settembre, con il Congresso del Malato; in ottobre, con il CONIAM, dove è attesa la partecipazione di 10-12 mila bambini a Chihuahua. Infine, nell’ottobre del 2010 si realizzerà il Congresso Nazionale Missionario nel porto di Lázaro Violacee, a Michoacán. (A.D.G.)
Australia. "Consacrati e inviati": nuovo progetto per la Pastorale giovanile
◊ Un nuovo progetto globale di Pastorale giovanile è stato presentato e diffuso dalla Chiesa australiana. Le nuove linee guida per le strategie nel settore sono state raccolte nel testo dal titolo “Consacrati e inviati. Una visione australiana per la Pastorale Giovanile”, che è stato reso noto durante il raduno annuale dei movimenti e delle aggregazioni laicali australiane, che è stato deciso si terrà ogni anno nel giorno dell’anniversario dell’arrivo di Papa Benedetto XVI a Sydney. Mons. Brian Heenan, vescovo di Rockhampton e membro della Commissione per il laicato che ha redatto il progetto, ha spiegato che il testo sarà “una guida essenziale per quanti operano nel settore della Pastorale giovanile e per un suo ripensamento globale nel futuro”. Il testo - riferisce l'agenzia Fides - sarà distribuito in tutte le parrocchie australiane e nelle scuole secondarie, a insegnanti, catechisti, religiosi, volontari laici che lavorano con i giovani. Il grande evento della GMG di Sydney ha offerto nuovi elementi e stimoli per la stesura del testo che parla di “gioventù come dono da condividere e non come problema da risolvere”. Ricordando che i giovani sono una parte importante della comunità cattolica australiana, il testo sottolinea che “rimanere vicino ai giovani significa rimanere vicino alla vita. Chi ha un costante contatto con loro, con le loro conversazioni, e i loro problemi, chi li accompagna ed è testimone diretto del loro desiderio di amore, si accorge che la vita passa di lì. L'educazione costituisce oggi una questione emergente: tutti siamo chiamati a ricostruire una rinnovata passione educativa”. Il nuovo progetto di Pastorale giovanile è un insieme di strategie educative messe in atto dalla Chiesa australiana per promuovere l’incontro tra i giovani e Gesù Cristo. Si cerca di valorizzare le esperienze di parrocchie, associazioni, movimenti, gruppi per creare linee pastorali unitarie ed efficaci. Un aspetto importante è la riflessione sulla dimensione relazionale e sociale delle nuove generazioni e il loro rapporto con le nuove tecnologie, che diventano uno dei luoghi e delle modalità privilegiate di evangelizzazione. (R.P.)
Hong Kong: mons. Tong benedice l’area cattolica della Fiera internazionale del libro
◊ Mons. John Tong, vescovo di Hong Kong, ha presieduto l’inaugurazione della “zona cattolica” dell’appuntamento annuale della Fiera internazionale del libro di Hong Kong (“Hong Kong Book Fair”) il 22 luglio, giorno di apertura della Fiera. Inoltre ha anche benedetto e conferito il mandato ai sacerdoti, alle religiose e ai volontari cattolici in servizio, sottolineando l’importanza delle pubblicazioni cattoliche nell’evangelizzazione. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), nell’ambito del “Workshop Religioso” della Fiera, vengono accolte la comunità cattolica, protestante, buddista, daoista, creando così una atmosfera favorevole al dialogo interreligioso. I sacerdoti e religiosi cattolici fanno a turno per accogliere i visitatori della Fiera offrendo un “breve colloquio amichevole”, anche per promuovere l’Anno della Vocazione Sacerdotale. Secondo un operatore cattolico, “l’incoraggiamento e la partecipazione dei Pastori aiuta la promozione dell’evangelizzazione culturale, per questo stiamo ideando qualche convegno o incontro interreligioso per l’anno prossimo”. L’Hong Kong Book Fair, organizzato da “Hong Kong Trade Development Council”, che si concluderà domani, è un appuntamento culturale annuale che ha visto una sempre più vasta partecipazione. Quest’anno celebra i suoi 20 anni di vita con il tema “An Open Book: Celebrating 20 Years of the Kong Kong Book fair 20”. Secondo le statistiche riportate dal sito ufficiale della Fiera, nel 2008 la Fiera ha potuto accogliere ben 829.967 visitatori con 485 case editrici del mondo, in una superficie di 33.167 mq. Dalle 149 case editrici del 1990 si è arrivati fino alle 485 del 2008 e dai circa 200 mila visitatori del 1990 si sono superati gli 800 mila dell’anno scorso. La Chiesa cattolica locale si è resa sempre più conto dell’importanza di questo appuntamento annuale ai fini dell’evangelizzazione e della missione. (R.P.)
La Giornata del nonno nelle diocesi dell'Argentina
◊ Anche in Argentina - così come ha fatto all'Angelus in Val d'Aosta Benedetto XVI - ieri è stata festeggiata la Giornata del nonno, in occasione della festa dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria e nonni di Gesù. È stata la Conferenza episcopale argentina a suggerire di onorare tale giorno dedicandolo ai nonni, una presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società, in quanto testimoni di valori, di unità, di fedeltà, custodi di quell'amore che "genera la fede e la gioia di vivere". I vescovi, si legge sull’Osservatore Romano, avevano invitato, nei giorni scorsi, le famiglie cristiane e quelle lontane dalla Chiesa, le parrocchie, le associazioni, i movimenti e i gruppi di ispirazione cattolica, nonché le scuole e le istituzioni, a celebrare "con creatività" la Giornata dei nonni. La ricorrenza è stata fissata nel corso della 18.ma assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si è tenuta nel mese di aprile dello scorso anno. Questo il tema: "I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia". La riunione - ricordano i presuli dell'Argentina nell'illustrare i contenuti e le prospettive della Giornata dei nonni - era finalizzata a valorizzare il ruolo di coesione, di supporto degli anziani all'interno della famiglia, la loro capacità di mediazione tra i coniugi, il loro fruttuoso dialogo con i nipoti come supporto relazionale tra genitori e figli. L'anziano infatti, "scrigno di esperienza e di saggezza", è capace di leggere, più di ogni altro, i segni del tempo, di smussare le difficoltà, di colmare lacune educative, di "infondere speranza". I vescovi argentini, ribadendo la necessità di un nuovo impulso nella pastorale degli anziani, ripropongono alcuni dei punti salienti del discorso che Benedetto XVI rivolse ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. "Vi ringrazio - sono le parole del Papa - per aver accolto la mia proposta di Valencia, dove dissi: "Mai, per nessuna ragione, i nonni siano esclusi dall'ambito familiare. Essi sono un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni, soprattutto quando danno testimonianza di fede". La Chiesa ha sempre avuto nei riguardi dei nonni un'attenzione particolare, riconoscendo loro una grande ricchezza sotto il profilo umano e sociale, come pure sotto quello religioso e spirituale. "I miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II - ricordava Benedetto XVI - sono intervenuti più volte, sottolineando la considerazione che la comunità ecclesiale ha per gli anziani, per la loro dedizione e la loro spiritualità. In particolare, Giovanni Paolo II, durante il Giubileo dell'Anno 2000, convocò nel settembre in piazza San Pietro il mondo della "terza età" e in quella circostanza disse: "Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l'età, conservo il gusto della vita. Ne ringrazio il Signore. È bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio". Sono parole contenute nel messaggio che circa un anno prima, nell'ottobre del 1999, egli aveva indirizzato agli anziani e che conserva intatta la sua attualità umana, sociale e culturale. "Con crescente insistenza - sono ancora espressioni di Benedetto XVI - si giunge persino a proporre l'eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili. Occorre però sempre reagire con forza a ciò che disumanizza la società”. (A.D.G.)
Messico: Campagna nazionale per la famiglia
◊ La Commissione della Comunicazione della Conferenza dell’episcopato Messicano (CEM) ha lanciato la campagna nazionale “Famiglia, so quello che sei”, che integra le proposte di comunicazione provenienti dai differenti settori diocesani. La campagna è iniziata inizio ieri, nella festa dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria. Si tratta di un'iniziativa - riferisce l'agenzia Fides - alla quale partecipano tutti i responsabili degli uffici diocesani di comunicazione sociale e vari organismi di comunicazione nel Paese. Questa campagna è nata come un progetto dell’Incontro nazionale dei Comunicatori cattolici, realizzato a Tuxtla Gutiérrez, Chiapas. Padre Carlos Cardona, dell’arcidiocesi di Tlalnepantla, ha assicurato che questo è un primo passo nell’intenzione di creare “sinergie” per potenziare gli sforzi di comunicazione dei cattolici nel Paese. I coordinatori dell'iniziativa hanno deciso di avviare una campagna sui valori familiari per dare seguito al VI Incontro Mondiale delle Famiglie realizzato a Città del Messico all’inizio dell’anno. Per l’occasione è stato creato un sito web per la diffusione di materiali e sussidi comunicativi, affinché le diocesi ed i differenti organismi cattolici possano riprodurre la campagna nelle loro realtà particolari. I coordinatori di questo progetto non scartano l’ipotesi che nel futuro si instauri un Dipartimento per la Campagna nel seno della Comunicazione episcopale e che le future Campagne possano affrontare temi come la violenza, l’insicurezza ed il rispetto della vita umana. (R.P.)
Concluso l'incontro delle Comunità di base brasiliane sull'emergenza Amazzonia
◊ “Dal grembo della terra il grido dell’Amazzonia”: questo il tema dell’incontro su ecologia e missioni delle Comunità ecclesiali di base (Ceb) brasiliane, chiusosi sabato a Porto Velho, la capitale dello stato di Rondônia. Alla solenne concelebrazione eucaristica hanno partecipato oltre settemila persone in rappresentanza di oltre centomila comunità, presuli e sacerdoti di tutta l’America Latina e la presidenza della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani. “Specialmente in Amazzonia – hanno scritto i partecipanti nel messaggio conclusivo per la dodicesima edizione dell’incontro, ripreso dall’Osservatore Romano – ove troppo spesso viene minacciata la dignità umana delle sue popolazioni e di fronte all’attuale modello di sviluppo economico, di mentalità consumista e distruttore dell’ambiente, è necessario un impegno corale. Tutti gli ambiti della società. Delle istituzioni e la comunità ecclesiale sono chiamate a rispondere con maggiore dinamismo al grido di una terra, l’Amazzonia, che attende carità e giustizia”. I partecipanti hanno riflettuto su temi di coscienza politica e sociale, in particolare della lotta per migliorare le condizioni di vita per le comunità indigene e la cura per la biodiversità del pianeta. Le Comunità di base, ribadendo il loro impegno per la costruzione di una società più giusta, hanno ringraziato i vescovi per la loro attenzione pastorale. E hanno riaffermato l’identità e il contributo specifico, per dirla con le parole di Giovanni Paolo II, di “questi nuovi virgulti della Chiesa”, che animano le parrocchie dall’interno, in piccole comunità animate dai laici. Le Comunità, è stato sottolineato durante l’incontro, sono sorte come punto di partenza per discussioni su come vivere la fede in comunione con tanta gente, in modo speciale con quella in maggiore difficoltà”. (V.F.)
Brasile: cento anni di presenza dei Frati Cappuccini umbri
◊ Ieri ricorreva il primo centenario della presenza dei Frati Minori Cappuccini, provenienti dall’Umbria a Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana. Per la circostanza, i religiosi hanno scelto un festeggiamento sobrio, di impronta francescana, con celebrazioni liturgiche, nelle varie residenze. Ad accompagnare la cerimonia, i canti della corale Marietta Alboni di Città di Castello (PG), che ha tenuto un concerto anche nel Teatro Amazonas di Manaus. I primi quattro frati, provenienti da Assisi, giunsero nell’Amazzonia brasiliana il 26 luglio 1909, proprio nel momento in cui, il Paese stava vivendo una situazione economica difficile: lo Stato si stava spopolando a causa della crisi del commercio della gomma, determinata dal furto, da parte degli europei dei semi dell’albero. La loro missione, che riguardava l’assistenza ai seringueiros (raccoglitori di caucciù) e agli indios Ticuna, la tribù più numerosa di tutto il Brasile si svolgeva nella parte più occidentale dell’Amazzonia, nell’Alto Solimões. Il territorio aveva una superficie di 140 mila kmq e poco più di 20 mila abitanti. Non è stato facile, per i religiosi, l’impatto con il clima: un frate morì di febbre gialla un anno dopo l’arrivo, all’età di 27 anni. Due, non molto tempo dopo, furono inghiottiti dalle acque limacciose del fiume e gli altri dovevano ricoverarsi periodicamente nell’ospedale di Manaus, per curare le varie malattie tropicali. Nell’arco di un secolo si sono succeduti nella missione, che oggi conta 142 mila abitanti, sparsi su una superficie di 133 mila kmq, 99 religiosi, i quali hanno unito all’evangelizzazione e alla promozione sociale, la formazione delle vocazioni locali. Nello specifico, le attività di promozione sociale hanno riguardato l’apertura di scuole, di collegi, di un ospedale e di diversi centri polivalenti. Le vocazioni locali costituiscono oggi la Vice Provincia dell’Alto Solimões, composta da 40 religiosi, distribuiti in 8 case: due a Manaus, una a Humaità e le altre lungo il fiume che gli indigeni chiamano Rio Mar. Il lavoro svolto dai religiosi tra difficoltà e disagi che il tempo ha eliminato solo in parte, rivivrà in un volume prossimo alla pubblicazione e in un documentario, preparato dalla Nova T di Torino, legata all’Ordine cappuccino. (A.D.G.)
Dieci vittime per le piogge torrenziali in Giappone
◊ Sono ora dieci le vittime delle piogge torrenziali che hanno colpito il sud del Giappone nei giorni scorsi. Fra loro un bambino di cinque anni, il cui corpo è stato trovato stamattina nella città di Chiguko dopo essere stato trascinato dalla corrente di un fiume in piena, e una coppia ritrovata all’interno di un’auto sepolta dal fango. Oltre 50.000 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni nell’isola di Kyushu per le alluvioni e le frane e sono state accolte nelle prefetture di Fukuoka, Saga e Nagasaki. Secondo l’osservatorio meteorologico della prefettura di Fukuoka i valori relativi alla pioggia caduta fra venerdì e sabato mattina hanno toccato un record. Nelle zone colpite è in arrivo una delegazione governativa, guidata dal ministro responsabile per la Protezione civile, Motoo Hayashi. (V.F.)
Nella Giornata per la vita i vescovi inglesi ricordano perché vale la pena vivere
◊ Ieri la Chiesa cattolica inglese e gallese ha scelto di celebrare la Giornata per la Vita ricordando perché vale la pena di vivere anche quando si è perduta la speranza al punto da volersi togliere la vita. Ma anche spiegando la dottrina cattolica sul suicidio e sforzandosi di ridurre i pregiudizi normalmente associati alle malattie mentali, alla depressione e al suicidio. Il motto è preso dal libro di Isaia, “Sei prezioso ai miei occhi”. I fedeli lo leggeranno su Internet e sugli opuscoli distribuiti dalle parrocchie. “Dio non condanna chi non è pienamente consapevole di ciò che sta facendo; la sua grazia è infinita”, ha detto il vescovo ausiliare di Westminster, monsignor Bernard Longley, coordinatore della Giornata. In un messaggio ripreso dall’agenzia Zenit, monsignor Longley ha affermato che “il suicidio è un peccato grave”, "ma una persona deve essere mentalmente sana per essere pienamente consapevole del fatto che sta commettendo un peccato. Quando una persona si suicida, in genere è così offuscata dalla confusione e dalla disperazione da aver perso il pieno controllo delle proprie facoltà mentali”. Il vescovo ha ribadito che “la Chiesa prega per quanti si sono tolti la vita” e valorizza “il sostegno che i servizi professionali possono offrire e l'aiuto pieno di speranza per ridurre lo stigma troppo spesso associato alle malattie mentali e alla depressione”. Anche se, come ha ammesso Longley, “il suicidio è qualcosa che non viene trattato molto spesso nelle omelie o nella predicazione”, la Chiesa è attenta a questa tematica sensibile. E a marzo i vescovi cattolici britannici hanno consegnato alle pagine del quotidiano Times una nota in cui si opponevano alla depenalizzazione del suicidio assistito, “una legalizzazione coperta dell’eutanasia”, allora in discussione in Parlamento e poi bocciata. (V.F.)
Canada: in mostra a Toronto per la prima volta 17 rotoli del Mar Morto
◊ “I Rotoli del Mar Morto: le parole che hanno cambiato il mondo” è il titolo della mostra, aperta al pubblico fino al 3 gennaio del 2010, inaugurata nei giorni scorsi in Canada. Riunisce 17 autentiche pergamene di Qumran, contenenti alcuni dei più famosi testi nella storia e i più antichi scritti noti della Bibbia ebraica. Di questi, riferisce il Sir, quattro vengono mostrati al pubblico per la prima volta. Il battesimo è avvenuto al Royal Ontario Museum di Toronto, in cui Dalton McGuinty, premier della provincia dell'Ontario, ha presentato l’evento. I 17 manoscritti includono frammenti dei libri della Genesi, del Deuteronomio e dei Salmi, e alcune tra le più antiche versioni dei Dieci Comandamenti. Scoperti 60 anni fa da un giovane pastore beduino, i Rotoli del Mar Morto sono considerati la più antica testimonianza dei patriarchi e profeti biblici conosciuti dall'ebraismo, dal cristianesimo e dall'islam. Per 2000 anni, i Rotoli del Mar Morto sono rimasti sepolti nelle grotte di Qumran. Dopo decenni di scavi, sono stati riportati alla luce 900 manoscritti in ebraico, aramaico e greco. Seppur sbiadite, con il passare del tempo, queste pergamene conservano intatto oggi il loro valore storico. Studiosi della Bibbia e relatori internazionali da tutto il mondo visiteranno la mostra per una serie di conferenze sull'importanza di questi manoscritti per il dialogo interreligioso. Oltre ai 17 frammenti di pergamena, l'esposizione permette di ammirare 200 artefatti rinvenuti insieme ai manoscritti del Mar Morto. A marzo scorso, l'Autorità palestinese ha protestato per l'invio dei rotoli in Canada, sostenendo che erano stati trasportati via, senza autorizzazione, dal loro territorio dopo il 1967. (A.D.G.)
Iniziato il pellegrinaggio europeo “Sulle orme di Sant’Ignazio”
◊ 160 giovani di età compresa tra i 17 e i 35 anni, marceranno per 13 giorni, fino al 7 agosto, “sulle orme di sant’Ignazio”, riflettendo sul tema della decisione e della scelta. L’iniziativa europea, giunta alla sua settima edizione e promossa dalla Rete gioventù ignaziana (Rji), è partita dalla città natale del fondatore dei gesuiti, Loyola, in Spagna; tra le tappe del pellegrinaggio, Javier, luogo di nascita di san Francesco Saverio, oltre a diverse località dei Paesi baschi e della Navarra. La prima settimana, riferisce il Sir, sarà dedicata alla marcia, che sarà intervallata da momenti di rilettura della propria vita in relazione con il Vangelo, secondo la pedagogia ignaziana. Nel corso della seconda settimana, i giovani avranno la possibilità di proseguire il cammino, dedicandosi agli esercizi spirituali di Sant’Ignazio, oppure partecipando al forum su temi quali la vita affettiva e le scelte di responsabilità. Previsto anche un percorso di soli 8 giorni per giovani professionisti con vacanze più brevi. Suddivisi in piccoli gruppi e distinti in quattro diverse fasce d’età, per approfondire meglio la riflessione, i pellegrini verranno accompagnati da un sacerdote gesuita, una religiosa ignaziana e un laico della Comunità di vita cristiana, responsabile dell’accompagnamento dei giovani. (A.D.G.)
Settimana del Meic sulla Caritas in veritate
◊ "Etica, lavoro, economia" è il titolo della Settimana teologica del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) che si apre questa sera a Vico Equense, in provincia di Napoli e si concluderà venerdì. Cinque giornate di studio, approfondimento e dibattito che riuniranno oltre un centinaio di intellettuali cattolici, docenti universitari e professionisti provenienti da tutta Italia. Ad aprire i lavori, riferisce il Sir, sarà un liturgia, seguita dall'introduzione del presidente nazionale Carlo Cirotto e dell'assistente ecclesiastico, don Cataldo Zuccaro. Punto di riferimento centrale sarà l'enciclica di Benedetto XVI "Caritas in veritate", poiché "nel testo del Papa – spiega Cirotto – viene riproposto autorevolmente il riferimento personalistico che è stato sempre alla base della nostra riflessione". Per questo il Meic ha scelto di legare tra loro i temi dell'economia, del lavoro e dell'etica. La settimana, che si tiene presso una struttura dei Salesiani, vedrà numerose relazioni e tavole rotonde. Domani mattina verrà affrontato il tema “Economia e lavoro: il contesto generale”; si confronteranno Michele Faioli (Tor Vergata), Ignazio Musu (Venezia) e Alberto Niccoli (Ancona). Nel pomeriggio il tema “Ricchezza e povertà...” sarà declinato in due interventi: “...nei Padri della Chiesa” condotto da Armando Genovese (Urbaniana) e “...nella Dottrina sociale” da Giulio Parnofiello (Facoltà teologica dell'Italia meridionale). Mercoledì ci sarà una tavola rotonda su “Economia e lavoro: lettura etica”, con Domenico Santangelo (Università Pontificia Urbaniana), Mario Signore (Università del Salento) e Michele Tomasi (Studio teologico di Bressanone). Giovedì mattina Luigi Lorenzetti, direttore della “Rivista di Teologia Morale”, parlerà di “Responsabilità e futuro. Questo sviluppo è sostenibile?”, e successivamente si confronterà con Luigi Fusco Girard (Napoli). Moderati dal vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro, interverranno Luigino Bruni (Milano-Bicocca), Vito D’Ambrosio, procuratore aggiunto in Cassazione, e Giovanni Scanagatta, segretario dell'Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid). (A.D.G.)
Il cardinale Sodano in vacanza in Abruzzo
◊ “Anche quest’anno ho voluto trascorrere qualche giorno qui, sull’Altopiano delle Rocche. Vedo con gioia la serenità nei vostri sguardi, anche di coloro che hanno dovuto soffrire per il terremoto e sono sicuro che, insieme, a L’Aquila risorgerà anche Rocca di Mezzo e l’intero Abruzzo”. Così il cardinal Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha salutato ieri i fedeli del piccolo paese abruzzese, dove ha presieduto la celebrazione per la festa del patrono, S.Leucio. La Santa Messa, riferisce l'agenzia Sir, è stata celebrata all’aperto, nella piazza del paese, a causa dell’inagibilità della chiesa. Al termine della celebrazione, la statua del santo e il gonfalone sono stati portati in processione per le vie del centro. Una festa sentita, ma meno frequentata rispetto agli anni scorsi. Nonostante il terremoto, come ogni anno il cardinale, cittadino onorario del comune abruzzese, ha voluto trascorrere qualche giorno di riposo nella sua casa sull’Altopiano, resa agibile dopo i danni colpiti dal sisma. Le conseguenze del terremoto si fanno sentire, con una notevole diminuzione della presenza di vacanzieri, in una località, come l’Altopiano delle Rocche, considerata da sempre un famoso centro turistico dell’aquilano. Una situazione che, nonostante la maggioranza delle strutture recettive non abbia subito danni, ha pesanti ricadute sull’economia dell’intera zona e sulla vita di numerose famiglie. (A.D.G.)
Oltre 2.000 persone al Fiuggi Film Festival: premiati Di Chio e De Mata
◊ E’ stato dedicato a Gianni Astrei, fondatore del Fiuggi Family Festival scomparso a maggio, il triangolare di calcio fra la nazionale dei sindaci, quella di Confindustria e la rappresentativa delle famiglie numerose ieri sera a Fiuggi. Per la seconda giornata del Festival dedicato al cinema per la famiglia, inaugurato sabato, i visitatori erano oltre 2.000. La kermesse si è aperta con la consegna di due premi. Uno, nelle intenzioni di Astrei prima della sua scomparsa, è andato a Federico di Chio, responsabile del digitale terrestre di Mediaset, per il “desiderio di premiare la bontà degli sforzi compiuti da Di Chio per orientare la linea editoriale della programmazione del digitale terrestre di Mediaset in un ottica di rispetto per i valori familiari e di difesa del pubblico dei bambini”. L’altro premiato è Luca de Mata direttore di Fides e regista di documentari girati nelle zone più povere del mondo, motivato dalla “sua dedizione e il suo impegno professionale a favore della pace e del dialogo fra i popoli e le religioni di tutto il mondo”. Una puntata del suo documentario sul dramma dell'emigrazione clandestina, “La valigia con lo spago”, andato in onda su Raiuno, sarà mostrata durante il Festival. Il premio “Family and Italian Style”, in collaborazione con la Fondazione Perseus e l’Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sarà assegnato da una giuria ai tre vincitori fra le otto sceneggiature selezionate. “Siamo molto soddisfatti della qualità delle sceneggiature finaliste – ha detto Armando Fumagalli, docente della Cattolica e presidente della giuria - sono di generi diversi (tre commedie, tre drammi, un action adventure, un film a cartoni animati) e tutte pienamente in linea con i valori promossi dal concorso. Gli autori non sono solo italiani, ma c’è già una significativa presenza di stranieri. In secondo luogo l’età media degli autori finalisti è molto bassa: pochissimi superano i quarant’anni e ci sono vari autori con meno di trent’anni”. (V.F.)
Università Urbaniana: aperte le iscrizioni al Master in comunicazione sociale
◊ “Fornire conoscenze teoriche e pratiche per la realizzazione e la gestione di un periodico, un network, un ufficio stampa, una radio o tv locale, in contesti interculturali, di scarse risorse e digital divide”. Questo l’obiettivo della seconda edizione al Master in comunicazione sociale, di cui sono aperte le iscrizioni, promosso dalla Pontificia Università Urbaniana, che si propone di formare professionisti nel mondo della comunicazione sociale. È rivolto in particolare, riferisce l’agenzia Sir, a giovani religiosi o laici che intendono operare in ambiti caratterizzati dall’impegno missionario, dalla multiculturalità e dal dialogo interreligioso. Il Master ha una durata di tredici mesi, da ottobre 2009 a novembre 2010, e attribuisce 90 crediti formativi europei. Si articola in 384 ore di lezioni frontali e seminari e 168 ore di laboratorio. Nella prima parte del corso le lezioni saranno comuni, in seguito ogni studente potrà scegliere il suo indirizzo di specializzazione tra questi: stampa e comunicazione istituzionale, ufficio stampa, corrispondente di agenzia o periodico; comunicazione audiovisiva e multimediale, operatore e autore radio, tv, web. Per il 2010, durante i mesi estivi e autunnali, è previsto uno stage di almeno 100 ore, presso i media partners del Master. (A.D.G.)
Iran: tensioni all’interno della maggioranza. Ahmadenejad licenziare quattro ministri
◊ In Iran, si complica la crisi politica scoppiata dopo la contestata rielezione del conservatore Ahmadinejad. Oltre alle continue proteste dell’opposizione, che ha chiesto alle autorità di poter commemorare le vittime delle manifestazioni dei giorni scorsi, anche all’interno della maggioranza la situazione è tesa. Dopo il suo vice, Ahmadinejad ha dovuto licenziare altri quattro ministri per volere della guida spirituale, Alì Khamenei. Che significato dare a questa situazione? Gabriella Ceraso lo ha chiesto al giornalista iraniano Bijan Zarmandili:
D. - Più che un cambiamento dei programmi e delle alleanze all’interno, io direi che a questo punto le dimissioni di questi ultimi ministri seguono in realtà quelle del vice di Ahmadinejad. Costui è stato costretto a rinunciare al proprio vice e questo per ordine diretto di Ali Khamenei, la guida della rivoluzione. Ciò significa che si è spostato, in un certo senso, il conflitto tra l’opposizione e il regime di Ahmadinejad. Si è spostato all’interno dello stesso regime, nel senso che gli ultraconservatori - quelli che hanno finora sostenuto la candidatura e la presidenza di Ahmadineajd - pensano a questo punto che lui sia il personaggio più debole e, quindi, in qualche modo vogliono ostacolare la sua ulteriore ascesa.
D. - Come risponderà il regime alla richiesta di commemorare le vittime delle proteste?
R. - Probabilmente, cercheranno di non accentuare il conflitto in atto e tuttavia non possono neppure lasciare che ci siano di nuovo milioni di persone che criticano il regime. Questo, in realtà, è un dilemma del governo e del regime e di questo dilemma sta giustamente approfittando anche l’opposizione, nel senso che alla scadenza precisa chiede di scendere in piazza per mostrare la propria forza.
Medio Oriente
Di Iran ha parlato anche il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, in visita in Israele, affermando che l’amministrazione Obama attende entro settembre una reazione da parte di Teheran sul discusso programma nucleare. Stamani, Gates ha avuto un primo incontro con il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, quindi è stato impegnato con il premier, Benyamin Netanyahu. Nello Stato ebraico si trova da oggi anche l’inviato americano, George Mitchell, proveniente dalla Siria, il quale si recherà poi nei Territori palestinesi. Sui motivi dell’iniziativa statunitense in Medio Oriente, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Giorgio Bernardelli, esperto dell’area:
R. - C’è la volontà di arrivare a qualche risultato che porti a riavviare concretamente il processo di pace, ormai "congelato" da parecchi mesi. Gli Stati Uniti sono partiti dal punto fondamentale degli insediamenti: il loro congelamento degli - che il presidente Obama ha chiesto - è un segno molto forte nei confronti del mondo arabo, un segno di una politica che cambia. Da questo punto di vista, però, Obama deve fare i conti con un’opposizione molto forte da parte dell’establishment israeliano: lo stesso governo Netanyahu è un governo che ha al suo interno i voti di coloro che abitano negli insediamenti, e quindi si barcamena in questa posizione.
D. - Ad Israele, dunque, si chiede un blocco degli insediamenti. Ai palestinesi, invece, cosa si chiede?
R. - La partita palestinese resta quella sulle elezioni, che continuano ad essere rinviate. Manca ancora l'accordo tra Fatah e Hamas perché si arrivi a tenere questa consultazione elettorale che, in teoria, sarebbe in programma nel prossimo mese di gennaio. L’amministrazione Obama chiede sostanzialmente un consolidamento delle strutture statuali.
D. - Tra le prime dichiarazioni di Gates, c'è anche quella nei confronti dell’Iran, al quale si chiede la rinuncia definitiva al programma nucleare. C’è la sensazione che si voglia far rientrare nella questione mediorientale davvero tutto…
R. - In effetti, questa è la grande richiesta di Israele. Israele chiede agli Stati Uniti una posizione più ferma nei confronti dell’Iran: è un po’ la contropartita della politica interna. Una posizione che garantisca maggiormente Israele di fronte alla minaccia iraniana.
Honduras
Spiragli di pace per l’Honduras dopo la lunga crisi politica causata dalla destituzione del presidente, Manuel Zelaya. Ieri, i vertici delle Forze armate hanno fatto sapere di essere d’accordo con la proposta di mediazione del capo dello Stato costaricano, Osca Arias. Bisognerà sentire ora anche il parere del presidente de facto, Roberto Micheletti. I militari auspicano pure che qualsiasi ulteriore passo venga compiuto sia nel rispetto della Costituzione e delle leggi.
Cecenia
Dal prossimo primo agosto, gli indipendentisti ceceni cesseranno gli attacchi contro la polizia della Repubblica ex sovietica. La decisione è stata presa durante una riunione del parlamento e del governo in esilio, svoltasi di recente a Berlino. Ieri, a Grozny quattro agenti di polizia e un passante sono rimasti uccisi nell'esplosione provocata da un kamikaze. Negli ultimi mesi, in Cecenia e nelle altre due Repubbliche caucasiche del Nord di Inguscezia e Daghestan si è registrato un forte aumento di attentati terroristici contro le forze della polizia.
In aumento i contagi da influenza A/H1N1
Sono 814 i nuovi casi d’influenza A-H1N1 registrati nel mondo nelle ultime 24 ore. I dati, forniti oggi dal Centro europeo per il controllo delle malattie, si basano sui casi notificati dalle autorità sanitarie nazionali e internazionali. Tra i nuovi casi, anche un uomo italiano residente in Argentina morto ieri a causa di una polmonite, la più grande delle complicanze provocate dall’influenza. La pandemia ha creato panico anche a bordo della Ruby Princess, una delle navi da crociera più grandi del mondo che stava per ormeggiare al porto di Venezia: sette persone hanno manifestato i sintomi dell’influenza e sono risultate positive ai test. Nell'aggiornamento sulla diffusione del virus, il numero totale dei casi è di 160.038 mentre il totale delle morti è salito a 991.
Nigeria
Resta altissima la tensione in Nigeria. All’indomani degli scontri nello stato del Bauchi, costati la vita ad oltre 50 persone, i ribelli islamici sono tornati ad attaccare alcune stazioni di polizia nel nord del Paese. I membri del gruppo integralista "Boko Haram" chiedono l’applicazione rigorosa della sharia in tutta la Nigeria. Il servizio di Marco Guerra:
C’è il sospetto della mano di al Qaeda e della rete internazionale del terrore dietro agli attacchi dei fondamentalisti islamici che stanno infiammando gli Stati nordorientali della Nigeria. Ieri, a Bauchi, nell’assalto a un posto di polizia sono morti una cinquantina di adepti della setta integralista che si ispira apertamente ai talebani. E stamani si è ripetuto il copione negli Stati di Potiskum e Borno, con decine di miliziani che hanno attaccato due stazioni di polizia. Al momento, si contano quattro poliziotti rimasti feriti e un pompiere accorso per sedare un'incendio morto. Le azioni delle ultime 24 ore sarebbero una ritorsione per l'arresto di alcuni leader della setta. Ma la ragione più profonda risiede nella volontà di estendere la legge islamica in tutti gli stati Nigeria. Bauchi e Borno sono infatti tra i 12 stati del Paese dove dal 2000 è stata introdotta la sharia. In molti sostengono però che la guerriglia filo-islamica è alimentata dallo stato di miseria che attanaglia le aree del nord a maggioranza musulmana.
Corea del Nord
La Corea del Nord è pronta a un nuovo tipo di dialogo sul discusso programma nucleare, ma questa volta con colloqui bilaterali con gli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri di Pyongyang ha fatto sapere, infatti, di non volere più entrare nei dialoghi multilaterali a 6 che coinvolgono Corea del Sud, Giappone, Cina, Russia e Usa. La decisione della Corea del Nord arriva dopo le minacce e le provocazioni dei giorni scorsi, in risposta alle dichiarazioni di ieri del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, secondo cui la sede appropriata del dialogo sul nucleare con Pyongyang resta quella dei colloqui a sei.
Bulgaria
Il leader del partito bulgaro di centrodestra "Gerb" e sindaco di Sofia, Boïko Borissov, uscito vittorioso dalle legislative del 5 luglio scorso, ha ricevuto stamattina l’investitura ufficiale da primo ministro dal Parlamento bulgaro. Borissov, che nel voto di inizio mese ha sconfitto i socialisti, ha promesso di lottare contro la corruzione e la criminalità organizzata.
Francia: Sarkozy a riposo dopo il malore
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, è uscito stamani dall'ospedale militare parigino di Val-de-Grace, dove ha passato la notte a seguito di un ''malore lipotimico da sforzo'' occorsogli durante un momento di allenamento fisico. Secondo quanto riferisce una nota dell’Eliseo, il capo di Stato dovrà riposarsi ''alcuni giorni'', ma ''nessun trattamento medico'' gli è stato prescritto. Il malore di ieri - si legge nel comunicato - è stato ''provocato dal grande caldo, in un contesto di fatica legata a un carico di forte lavoro”. Gli esami svolti, fra i quali una radiografia alle coronarie, hanno permesso di stabilire che il malore “non ha alcuna causa cardiologica, né alcuna conseguenza cardiologica”. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Mariella Pugliesi)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 208
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