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Sommario del 25/07/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai Vespri nella Cattedrale di Aosta : il perdono è il vero potere di Dio. Senza di Lui manca la bussola
  • Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes
  • Nomine
  • Festa di San Giacomo il Maggiore. Il Papa: una conversione dal trionfalismo al martirio
  • Grande successo di pubblico per l'apertura notturna dei Musei Vaticani
  • L’editoriale di padre Lombardi: “Chi è l'uomo da servire?”
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Nuova influenza: preoccupazione per la diffusione nei Paesi poveri
  • Migliaia di pellegrini a Santiago de Compostela. L'omelia di mons. Barrio
  • Al via il Fiuggi Family Festival
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Nord Corea: esecuzione pubblica di una donna cristiana. Distribuiva Bibbie
  • La solidarietà del Celam alla chiesa e al popolo dell’Honduras
  • I vescovi liberiani: bene il rapporto della Commissione Verità e Riconciliazione
  • Spagna: aumenta la violenza sessuale fra i minori. Appello del Forum della Famiglia
  • La diffusione della “Caritas in veritate” in Africa
  • Il presidente della Conferenza episcopale tedesca visiterà la Nigeria
  • Nel Sud Kivu 35.000 congolesi scappano dagli scontri fra esercito e ribelli rwandesi
  • A Taiwan gli "angeli custodi" delle ragazze madri sono le suore del Buon Pastore
  • In India una delle diocesi più giovani è nata grazie ai bambini
  • A Udine tre popoli si incontrano in un pellegrinaggio sulle orme di Maria
  • Appuntamenti estivi in Italia: Camaldoli, l'Agorà dei giovani e il MeetinGiovani di Villaregia
  • 24 Ore nel Mondo

  • Le Guardie della rivoluzione iraniane: colpiremo Israele se Tel Aviv attaccherà lo Stato islamico
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai Vespri nella Cattedrale di Aosta : il perdono è il vero potere di Dio. Senza di Lui manca la bussola

    ◊   Se Dio manca, manca la bussola, non si sa dove andare. Così il Papa ieri pomeriggio durante la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta. Il Potere di Dio - ha aggiunto - non è nell’economia, o nella forza militare, ma nel perdono. Nell’Anno Sacerdotale, rivolto alle circa 400 persone riunite per la celebrazione, Benedetto XVI ha esortato a “portare Dio nella realtà contemporanea. La vita di ogni sacerdote – ha detto - parli di Dio”. Calorosissima l’accoglienza riservata al Santo Padre giunto a bordo di un'automobile scoperta e salutato con affetto e commozione dal vescovo di Aosta mons. Giuseppe Anfossi. Al termine della celebrazione il saluto sul sagrato della Basilica; poi, prima del rientro nello chalet di Les Combes, la visita agli ospiti della Casa di riposo di Introd. Il servizio è di Paolo Ondarza:

    Il mistero di Dio al centro dell’omelia del Papa per i Vespri celebrati nella Cattedrale di Aosta. Dio è la priorità, ha spiegato Benedetto XVI: se manca, se da Lui si prescinde, manca la bussola, non si sa dove andare. Se la relazione con Dio non è viva, tutte le altre relazioni non possono trovare la loro giusta forma. Il Santo Padre ha quindi indicato come prioritario un compito per ogni fedele e soprattutto per ogni sacerdote:
     
    “Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso, che la nostra vita parli di Dio”.

     
    Ma come conoscere Dio? Molti credono nella sua esistenza – ha constatato il Papa – ma spesso Dio sembra assente, non interessato alla nostra quotidianità, sembra che si nasconda e non riveli il suo volto. Ecco l’importanza dell’evangelizzazione, attraverso la quale il Dio lontano si avvicina, il velo che lo tiene nascosto scompare e rivela la sua onnipotenza. Talvolta l’uomo teme che Dio possa minacciare la sua libertà – ha proseguito Benedetto XVI - Ma Dio, che è Bene, Verità e Amore, è invece il custode della nostra libertà:

     
    “Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un Amore che non ci abbandona mai”.

     
    Confonde il mondo la potenza di Dio perché basata sul perdono, non sull’economia o sul potere militare. Dio che ha conosciuto la sofferenza, soffre con noi, non ci lascia soli e questo – ha aggiunto il Papa – è l’apice del suo potere: contrappone all’oceano del male, dell’ingiustizia, dell’odio e della violenza un fiume infinito e travolgente di bene, la Croce, rispondendo così al grido dei sofferenti e degli oppressi:

     
    “Perdonare non é ignorare ma trasformare: cioè Dio deve entrare in questo mondo e opporre all’oceano dell’ingiustizia un oceano più grande del bene e dell’amore”.
     
    Dio – ha infine detto il Papa citando il Salmista – sazia la fame di ogni vivente:

     
    “Quanta fame esiste nella terra, fame di pane in tante parti del mondo, fame di giustizia, fame di amore. Preghiamo Dio: apri la tua mano e sazia realmente la fame di ogni vivente”.
     
    Al termine della celebrazione il Papa, rivolto alla folla che lo attendeva sul sagrato della Cattedrale, ha ringraziato per l’accoglienza; poi guardando il suo polso ingessato, ha aggiunto sorridendo:

     
    “Auguro a tutti voi buone vacanze ... senza incidenti per voi! Grazie e auguri a tutti voi!”

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    Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes

    ◊   Mentre la frazione valdostana di Les Combes si prepara ad accogliere le persone - previste in qualche migliaio - che domani parteciperanno alla recita dell’Angelus presieduta dal Papa, questa mattina Benedetto XVI è stato sottoposto alla prevista radiografia al polso infortunato, che ha mostrato “un decorso buono” della frattura. L’esame si è svolto nelle vicinanze dello chalet che ospita il soggiorno estivo del Pontefice, come spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

    R. - La mattina si è svolta normalmente. Poi, intorno alle 11.40, c’è stato il previsto controllo medico, ad un settimana circa dalla frattura e dall’intervento. Il controllo ha avuto luogo nella Colonia salesiana, in un locale appositamente attrezzato - la Colonia è vicinissima alla residenza del Santo Padre - e i risultati sono molto buoni. Il decorso clinico ha mostrato di essere buono e corrispondente a quanto previsto. Nell’occasione, si è tolto il tutore in vetroresina che immobilizza e protegge il polso del Papa, per permettere il controllo, e poi ne è stato applicato uno nuovo. Alla fine del controllo, il Papa ha salutato cordialmente, e sorridendo, tutti i medici, tutti i membri dell’équipe: un clima molto sereno, quindi, molto familiare. All’esame hanno partecipato i due medici vaticani che seguono il Papa qui - il suo medico personale, il dott. Polisca, e il dott. Berti - e poi naturalmente il dott. Manuel Mancini, il primario ortopedico di Aosta che ha operato il Santo Padre. Era anche presente, come già annunciato, il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, che collabora dal punto di vista specialistico con i Servizi sanitari vaticani e che sarà colui che seguirà dal punto di vista ortopedico il Santo Padre, al suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. Così si sono poste le premesse per una continuità adeguata dell’assistenza medica al Pontefice.

     
    D. - Dopo il bagno di folla di ieri ad Aosta, molte persone sono attese anche per domani proprio a Les Combes per la recita dell’Angelus. Qual è la situazione della vigilia?

     
    R. - Qui è tutto molto tranquillo, ma nella mattina sono state preparate le attrezzature per le trasmissioni audio e video. Molti sono inoltre i gruppi che si sono annunciati. Si tratta, come di consueto, di gruppi di diverse località della Valle d’Aosta e poi di numerosi gruppi di giovani cattolici o di organizzazioni cattoliche - di oratori, di parrocchie, di associazioni - che stanno facendo le loro vacanze nelle tante località della Valle che sono molto idonee per questo. Provengono da regioni anche lontane - dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana - e si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone, forse circa 5 mila. Alle 10.30, il vescovo di Aosta, mons. Anfossi, celebrerà una Messa per i fedeli che saranno in attesa e con lui concelebreranno il vescovo di Ivrea, mons. Miglio, il vescovo di Mondovì, mons. Pacomio, il vescovo di Asti, mons. Ravinale, il vescovo di Ventimiglia, mons. Careggio. E per l’Angelus è atteso anche il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Dunque, ci sarà certamente una bella presenza intorno al Santo Padre.

     
    D. - In queste ore è stata sollevata la questione del possibile rischio che appuntamenti collettivi, come ad esempio le udienze generali, possono rappresentare per la salute dei partecipanti, in relazione alla diffusione del virus della Nuova influenza. Cosa si può dire, in merito?

     
    R. - Io ho letto l’intervista rilasciata dal prof. Rocchi all’Osservatore Romano e mi sembra assolutamente priva di ogni motivo di particolare preoccupazione. Il prof. Rocchi ha spiegato che, naturalmente, anche il Vaticano tiene conto di eventuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie italiane, qualora ci siano delle epidemie in corso, per evitare - se il caso - assembramenti che facilitino la diffusione del virus. Ma non ha affatto detto che questa sia una situazione incombente o vicina o prevedibile. Quindi, ha fatto presente un criterio di prudenza, di saggezza, che è generale. Ricordo, per esempio, pochi mesi fa in Messico, nella prima fase dell’epidemia che suscitava delle preoccupazioni, l’arcivescovo di Città del Messico ha invitato i fedeli a non recarsi la domenica a Messa nelle chiese per evitare, appunto, occasioni che potessero essere di rischio o di preoccupazione. La situazione poi si è normalizzata e tutto ha ripreso a funzionare normalmente. Quindi, si tratta di una normale, naturale prudenza che coinvolge anche le comunità cristiane, quando ciò è necessario. Ma non mi pare affatto che questo sia qualcosa di imminente, non ha certo detto questo il professor Rocchi.

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    Nomine

    ◊   In primo piano una serie di nomine per il Viêt Nam. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Phan Thiêt presentata da mons. Paul Nguyên Thanh Hoan, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Joseph Vu Duy Thông, finora vescovo titolare di Tortiboli e ausiliare della diocesi di Thành-Phò Hô Chí Minh.

    Sempre in Viêt Nam, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Thái Bình presentata da mons. François X. Nguyên Van Sang, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Pierre Nguyên Van Dê, salesiano, finora vescovo titolare di Ammaedara e ausiliare di Bùi Chu.

    Quindi, il Santo Padre ha nominato vescovo di Phát Diêm il rev. Joseph Nguyen Nang, rettore del Seminario Maggiore di Xuân Lôc.

    E ancora in Viêt Nam, il Papa ha nominato ausiliare della diocesi di Xuân Lôc il rev.do Thomas Vu Dình Hiêu, cancelliere della medesima diocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Bahanna.

    Il Papa ha quindi nominato vescovo ordinario militare per la Gran Bretagna mons. Charles Phillip Richard Moth, finora vicario generale dell’arcidiocesi di Southwark.

    In Indonesia, il Santo Padre ha nominato arcivescovo coadiutore dell’arcidiocesi di Jakarta mons. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, finora arcivescovo di Semarang.

    Il Santo Padre ha nominato alcuni nuovi membri della Commissione Teologica Internazionale ed ha rinnovato il mandato di altri del passato quinquennio.

    Infine, il Papa ha nominato il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del millennio dell’arcidiocesi di Alba Julia (Romania), che avranno luogo il 29 settembre 2009.


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    Festa di San Giacomo il Maggiore. Il Papa: una conversione dal trionfalismo al martirio

    ◊   Oggi la Chiesa celebra la festa di San Giacomo il Maggiore: figlio di Zebedeo e fratello di San Giovanni Evangelista, è il primo degli Apostoli a morire martire. Il Papa ne ha parlato nell’udienza generale del 21 giugno 2006. Riascoltiamo la sua catechesi in questo servizio di Sergio Centofanti.

    Il Papa traccia il cammino di conversione di San Giacomo: dalle ambizioni del potere al martirio. L’Apostolo nasce a Betsaida, in Galilea, sulle rive del Lago di Tiberiade. E’ un pescatore. Quando Gesù lo chiama è al lavoro ma non ha tentennamenti: col fratello Giovanni lascia subito la barca e il padre per seguire il Maestro che gli annuncia il Regno. Ha un temperamento forte. Vuole far scendere dal cielo un fuoco per consumare un villaggio samaritano che non accoglie il Signore. E da Gesù vuole, per sé e il fratello, il posto più grande nel Regno. Non ha ancora capito che le vie di quel Regno sono la mitezza, l’umiltà, la misericordia. Sul Monte Tabor continua ad assaporare sogni di gloria terrena: durante la Trasfigurazione, guarda lo splendore divino del Signore; ma nell’orto del Getsemani “vede con i propri occhi come il Figlio di Dio si umilia facendosi obbediente fino alla morte”:

     
    “Certamente la seconda esperienza costituì per lui l’occasione di una maturazione nella fede, per correggere l’interpretazione unilaterale, trionfalista della prima: egli dovette intravedere che il Messia, atteso dal popolo giudaico come un trionfatore, in realtà  non era soltanto circonfuso di onore e di gloria, ma anche di patimenti e di debolezza. La gloria di Cristo si realizza proprio nella Croce, nella partecipazione alle nostre sofferenze”.
     
    Ma Giacomo ancora fugge la Croce. E’ scandalizzato dalla morte di Cristo e lo abbandona nel momento più difficile. Non è con Maria sul Calvario. La maturazione della fede – ricorda il Papa - è infatti portata a compimento dallo Spirito Santo nella Pentecoste: allora Giacomo annuncia senza paura il Vangelo della morte e risurrezione di Gesù. Il re Erode Agrippa lo fa decapitare: è il primo tra gli Apostoli a subire il martirio:

    “Da San Giacomo, dunque, possiamo imparare molte cose: la prontezza ad accogliere la chiamata del Signore anche quando ci chiede di lasciare la ‘barca’ delle nostre sicurezze umane, l’entusiasmo nel seguirlo sulle strade che Egli ci indica al di là di ogni nostra illusoria presunzione, la disponibilità a testimoniarlo con coraggio, se necessario, fino al sacrificio supremo della vita”.
     
    Il cammino di San Giacomo vale per tutti i credenti:

     
    “Possiamo dire che il cammino non solo esteriore ma soprattutto interiore, dal monte della Trasfigurazione al monte dell’agonia, simbolizza tutto il pellegrinaggio della vita cristiana, fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, come dice il Concilio Vaticano II.  Seguendo Gesù come San Giacomo, sappiamo, anche nelle difficoltà, che andiamo sulla strada giusta”.

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    Grande successo di pubblico per l'apertura notturna dei Musei Vaticani

    ◊   Ha riscosso un grande successo, ieri sera, l’apertura straordinaria dei Musei Vaticani. Oltre ai turisti, anche molti cittadini romani hanno ammirato in notturna alcune tra le più straordinarie opere d’arte di tutto il mondo. Hanno presenziato all’iniziativa, tra gli altri, il segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, mons. Carlo Maria Viganò, ed il vicesindaco di Roma, Mario Cutrufo. C’era per noi Amedeo Lomonaco:

    (musica)

    La luce soffusa di una calda sera d’estate ha accompagnato ieri sera l’apertura in notturna al pubblico dei Musei Vaticani. Il tramonto e lo sfondo di scorci incomparabili sui monumenti di Roma, la Basilica di San Pietro e i Giardini Vaticani hanno scandito il percorso di una visita unica e straordinaria. Ascoltiamo le voci di alcuni visitatori:

    “E' una visione diversa del Museo. La bellezza è un balsamo dell’anima, per cui è bene approfittarne”.

    “Alla fine, se ci vivi, diventa un’abitudine ed anche la bellezza di Roma non la noti più. Bisogna invece valorizzarla, questa bellezza, attraverso eventi come questo”.
     
    “Spero che si prosegua su questa strada per avere, anche in Italia, i musei aperti di sera”.

    Alla novità dell’apertura notturna si è aggiunta poi la rinomata ricchezza di un patrimonio di inestimabile valore, come ricorda Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

    R. - Tutto qui parla di Roma. Quest’iniziativa mira a restituire ai cittadini di Roma la loro storia, la loro identità. La gente entra con la luce del crepuscolo, come adesso, che pian piano si spegne. Poi di notte, quando sarà buio, ci sarà solo la luce elettrica. E’ una cornice speciale per capire i capolavori dell’arte antica. Secondo me deve essere soprattutto il popolo romano a riappropriarsi del suo museo.

     
    D. – Come ha risposto la città di Roma a quest’iniziativa?

     
    R. - Ha risposto bene. Questa presenza vuol dire che l’iniziativa funziona. La ripeteremo in settembre ed ottobre – l’ottobre romano è notoriamente bellissimo – e poi la metteremo a regime il prossimo anno.

     
    Sono stati molti i romani che hanno visitato i Musei Vaticani nella tranquillità del silenzio notturno:
     
    “Per me, da romano, è un’emozione doppia. Essendo appunto romano, di Roma e nato a Roma, quando ci sono queste aperture straordinarie conviene andarci”.

    “E’ stata veramente un’emozione nuova!”.

     
    “Abbiamo la possibilità di venire in orari anche più comodi per gustare con calma la Cappella Sistina e tutte le bellezze del museo. Diventiamo così anche un po’ turisti, altrimenti per chi lavora è difficile”.

     
    “E’ stata esaltante, un’iniziativa splendida”.

    Tra i visitatori, anche il vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo, è rimasto affascinato dalla suggestione vespertina dei Musei Vaticani:

    “E’ una visita al tramonto, quindi è proprio il momento migliore per guardare questi contrasti. Anche il Campidoglio, da settembre, in coppia con i Musei Vaticani, aprirà i Musei Capitolini, il Colosseo, i Fori romani e l’Ara Pacis”.

    Il percorso della visita, illuminato anche dalla luce tremula delle fiaccole, si è snodato attraverso stanze e spazi unici. Il Cortile ottagono ha incantato i visitatori con le sue opere d’arte, il cielo stellato e anche la magia della musica. Una magia, quella dei musei, su cui si posa anche lo sguardo della fede, come sottolinea mons. Giorgio Corbellini, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica:

    R. - Sì, anche perché si tratta di opere d’arte che, anche se non sono sempre direttamente orientate dalla fede cristiana, essendo comunque ispirate al bello, sono ispirate a Dio.

     
    D. – E’ un’esperienza affascinante e suggestiva accompagnata, tra l’altro, dalla musica …

     
    R. - Sì, sempre in un contesto che vuole creare un clima psicologico e spirituale che favorisca il godimento delle opere d’arte.

    La visita è stata per molti anche l’occasione di soffermarsi sui dettagli degli affreschi della Cappella Sistina. Le voci di altri visitatori:
     
    R. - Sicuramente è un’emozione sempre nuova. Ci sono già stata altre volte, ma ogni volta colgo dei particolari e delle cose nuove, per esempio una tridimensionalità del Giudizio Universale, che non avevo magari visto in precedenza.

     
    D. – Con questa luce si arricchisce il mistero?

     
    R. – Secondo me sì. Sarebbe bello immaginare queste sale anche con un po’ di silenzio, per riflettere. Penso che sarebbe piacevole.

     
    D. – S’immagina sempre il museo come uno spazio culturale, però è anche uno spazio di preghiera in fondo…

     
    R. – E soprattutto qui, nella Cappella Sistina, dove vedo che si richiama spesso al silenzio che dovrebbe essere anche un momento d’introspezione e di riflessione. Non solamente, quindi, per vedere e visitare ma anche per godere della Cappella che rimane sempre un luogo sacro.

     
    “Per me è stata veramente un’enorme emozione ... è come sentirsi quasi immedesimati nella scena che si sta osservando”.

     
    “Nella Cappella Sistina, una delle opere più belle di tutto il panorama artistico, si ha la sensazione di avere un contatto diretto con Dio”.
     
    (musica)

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    L’editoriale di padre Lombardi: “Chi è l'uomo da servire?”

    ◊   Sono passati 15 giorni dalla presentazione della terza Enciclica di Benedetto XVI e la “Caritas in veritate” continua ad essere al centro in tutto il mondo di commenti, dibattiti e convegni. Ascoltiamo in proposito l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    L'Enciclica "Caritas in veritate" ha avuto e continua ad avere una larga eco nel mondo, con numerosi commenti in molte lingue diverse. La profondità dell'approccio antropologico e teologico, la molteplicità e l'attualità dei temi trattati danno effettivamente occasione a un'ampia gamma di approfondimenti, generalmente assai positivi. I commentatori colgono che - nonostante la crisi che attraversiamo - l'enciclica offre un messaggio di speranza: l'umanità ha la missione e i mezzi per trasformare il mondo e far progredire la giustizia e l'amore nelle relazioni umane, anche nel campo sociale ed economico.

     
    Ma se lo sviluppo dev'essere al servizio dell'uomo e di tutti gli uomini non si può sfuggire alla domanda più profonda: chi è quest'uomo da servire? Qui - ed e' una delle originalità dell'enciclica - l'orizzonte si allarga a temi che non erano toccati in precedenti encicliche sociali: la difesa della vita, la visione della sessualità e della famiglia. Su questi temi il Papa va ancora una volta coraggiosamente controcorrente rispetto a tendenze culturali oggi molto diffuse se non dominanti. Ma anche queste parti dell'enciclica sono essenziali: vanno lette e prese sul serio come parti di un discorso unitario. La Chiesa offre con lealtà a tutti la sua visione dell'uomo, perché è convinta che sia il modo migliore per servire il bene dell'uomo.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’onnipotenza di un Dio che non ci abbandona mai: la celebrazione dei Vespri presieduta dal Papa nella Cattedrale di Aosta.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, la situazione in Iran: Ahmadinejad destituisce il vicepresidente.

    Quando Abraham Abulafia voleva convertire il Papa: la relazione di Moshe Idel alla presentazione del nuovo catalogo dei codici ebraici della Biblioteca Vaticana, ai primordi della cabala cristiana.

    L’apertura straordinaria notturna dei Musei Vaticani: un articolo di Marta Lago e un corsivo di Tania Mann dal titolo “Ho incontrato Michelangelo”.

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    Oggi in Primo Piano



    Nuova influenza: preoccupazione per la diffusione nei Paesi poveri

    ◊   La Nuova influenza ha toccato 163 Paesi su 190 membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli Stati Uniti sono i più colpiti dall’epidemia, con 300 morti, seguiti da Argentina e Messico. Il virus, afferma il portavoce dell’Oms, ha colpito tutto il pianeta, presentandosi a bassa aggressività, con effetti clinici contenuti, ma con un altissimo tasso di diffusione. E se nelle zone più sviluppate ci si prepara a contrastare adeguatamente la Nuova influenza, a preoccupare è la situazione dei Paesi più poveri. Ne parla, al microfono di Andrea Rustichelli, il virologo dell’università di Milano, Fabrizio Pregliasco:

    R. – La malattia di per sé, per ogni singolo malato, non è grave, non è pesante, non causa decessi in gran numero: molto meno, addirittura, dell’influenza stagionale. Il problema è però la diffusione, il numero di casi e la difficoltà di controllo, soprattutto in Paesi in via di sviluppo, nei quali in pratica già l’apparato sanitario è limitato e questo non fa altro che rovinare e ridurre la possibilità, anche, di assistenza, proprio per il coinvolgimento che temiamo essere elevato anche del personale sanitario. In più, in queste nazioni non c’è nemmeno un sistema di sorveglianza come quello nei Paesi sviluppati, dove c’è stato un monitoraggio che ha reso più facile il controllo della malattia e che comunque permetterà di monitorarla. Quindi, una situazione che vede in prospettiva un altro problema: quello dell’equità nel disporre di vaccini in termini di distribuzione e di numero di casi. E in questo senso, in effetti, l’Oms da tempo sta approcciando una serie di contatti per poter avere comunque una distribuzione per quanto possibile etica del vaccino che sarà disponibile presto.

     
    D. – Ecco: però ribadiamolo: i sintomi non sono in sé e per sé preoccupanti più di altre influenze comuni …

     
    R. – Questo virus causa un’influenza uguale, anzi, lievemente inferiore in termini di intensità dei sintomi di quella stagionale a cui siamo abituati. Interessante è il fatto che il virus, da quando è stato isolato, non è mutato: questo – se così sarà – farà sì che la malattia diventerà solo un problema – purtroppo, imponente – in termini di costi indiretti, di costi sociali. Ma per il singolo cittadino, solo alcuni giorni di febbre, di letto e di dolori.

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    Migliaia di pellegrini a Santiago de Compostela. L'omelia di mons. Barrio

    ◊   Questa mattina, per la Festa di San Giacomo, migliaia di pellegrini hanno affollato le strade della città spagnola di Santiago de Compostela, in Galizia, dove la tradizione vuole sia sepolto il corpo dell’Apostolo. Nella Cattedrale si è svolta una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Julián Barrio Barrio, arcivescovo della città. Il servizio di padre Ignacio Arregui.
     
    Nella sua omelia mons. Barrio ha fatto riferimento all’attuale crisi spirituale e morale che sta vivendo la nostra società e che sarebbe in gran parte la causa profonda della crisi socio-economica internazionale. Secondo l’arcivescovo, si è arrivati a questa situazione per un’antropologia che non prende in considerazione il vero valore della persona umana così come è. Di conseguenza, e ricordando l’enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI, mons. Barrio afferma che non vanno dimenticati o indeboliti i grandi principi tradizionali dell’antropologia e dell’etica. Durante la cerimonia si è tenuta anche la tradizionale “ofrenda al Apostol”, un atto di affidamento pronunciato sempre da un’alta personalità dell’amministrazione pubblica. La preghiera al Santo comprende normalmente un’invocazione per la soluzione di alcuni dei problemi che preoccupano la società in generale ed il popolo della Galizia in particolare. Quest’anno, il Re di Spagna ha designato per questo rito il presidente regionale della Galizia Alberto Nuñez Feijoo, il quale nella sua invocazione si è riferito principalmente all’attuale crisi economica. Sono numerosi i pellegrini che quest’anno sono arrivati a Compostela in occasione della festività del Santo. Secondo gli ultimi dati statistici si è registrato un forte incremento di visitatori rispetto allo scorso anno in questo periodo. E sono circa 10 mila le popolari “compostelas” o certificati distribuiti quest’anno a coloro che hanno dimostrato di aver fatto il “Cammino” di Santiago secondo le norme stabilite. Mons. Barrio ha pubblicato, nel maggio scorso, un’ampia lettera pastorale sull’Anno Giubilare che inizierà il prossimo 31 dicembre. In quest’occasione l’arcivescovo di Santiago ha scelto come titolo “Pellegrini verso la luce”. La parte dottrinale di questa lettera prende come testo ispiratore l’episodio dei discepoli di Emmaus e il loro incontro con il Signore.

    E proprio ieri, hanno concluso il Cammino di Santiago, dopo circa 150 km a piedi, un gruppo di giovani della parrocchia romana di San Timoteo. Con loro era don Manrico Accoto, che al microfono di Sergio Centofanti, spiega cosa hanno ricevuto dal Signore in questo pellegrinaggio:
     
    R. – Tre cose semplici sono state quelle che il Signore ci ha dato, sentendo anche le risonanze dei ragazzi. La prima è che nelle difficoltà fisiche – c’era chi aveva il ginocchio che faceva male o le vesciche ai piedi e poi c’era la pioggia, il freddo o il peso della camminata troppo lunga - si è percepito forte che Dio fa cose grandi. Molti ragazzi, infatti, citavano quella frase di San Paolo “nella debolezza è la mia forza”. Alcuni di loro mi hanno confidato: “non ce la facevo più, ma poi ho pregato e ho ricominciato a camminare”. Questa è stata un’esperienza semplice ma vera e ricca; quindi, nella debolezza sta la forza. La seconda è che la vita passa per le piccole cose: i ragazzi vedevano con gioia un letto, che prima sembrava scontato, un panino, un po’ d’acqua, la gentilezza di una persona. La vita passa per le piccole cose e noi spesso viviamo come Caterpillar, presi dalla nostra frenesia, mentre il cammino ti riconsegna l’attenzione alle piccole cose e Gesù è attento a queste, per cui loro hanno riscoperto i segni con cui Gesù parla nelle piccole cose. La terza cosa che il cammino ci ha dato è proprio il camminare accanto alle persone, sia a quelle che conosci sia a quelle che non conosci e credo che questa sia stata una bella scoperta. Ti ritrovi innanzitutto accanto a delle persone che credono: ci sono state tante persone che ci hanno dato delle testimonianze di fede, tra cui appunto quella di camminare uno accanto all’altro e lì, in mezzo a loro, ti rendi conto che c’è Dio che cammina accanto a te.

     
    D. – Come vede i giovani di oggi e cosa si può fare di più per i giovani?

     
    R. – Quello che mi sembra sempre commovente nello stare accanto ai ragazzi è che se educati allo stile che l’amore ha, scatta in loro un salto di qualità meraviglioso. I ragazzi continuano ad avere un desiderio di Dio, di Cristo, e sono sensibili; vanno soltanto iniziati all’esperienza dell’amore vero. Loro hanno capacità infinite di superare i propri limiti e gli schemi che la società impone, però, come dicono le Scritture, non conoscono l’amore e per questo non ci credono. Basta appunto iniziarli a questo tipo d’esperienza, che poi è un cammino, un percorso, ed avere la pazienza che loro riescano a dire dei sì definitivi nella loro vita e stargli accanto ogni qualvolta hanno dei dubbi, perché l’amore è convincente. Mi sembra che anche questo pellegrinaggio l’abbia dimostrato: tutti i ragazzi partono con il peso del bagaglio di Roma e tornano veramente leggeri con il giogo soave di Cristo, e questo giogo è l’amore. Credo che non ci siano segreti, basta fidarsi davvero di loro, fino in fondo, perché se Cristo si fida, in loro c’è qualcosa di meraviglioso. Però ci si deve fidare profondamente di Cristo, perché lo stile di Cristo è veramente la cosa più bella che una persona possa donare all’altra.

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    Al via il Fiuggi Family Festival

    ◊   Si apre nel pomeriggio di oggi a Fiuggi – per chiudersi il primo agosto – la seconda edizione del Fiuggi Family Festival, una manifestazione cinematografica organizzata con il patrocinio del Forum delle Associazioni Familiari, nata per aiutare il cinema a confrontarsi con i genitori e i figli, con la società nel suo insieme, per ampliare i propri confini e il proprio pubblico. Il servizio di Luca Pellegrini.

    Parlare alle famiglie attraverso il cinema, renderle protagoniste nell’universo poliedrico della creazione artistica e culturale dando un duplice contributo: la crescita di valori condivisi e la crescita di un cinema di qualità. Sfide impossibili? A Fiuggi, nell’inaugurare oggi la seconda edizione del Festival, le premesse sono più che positive. Giornate dense di appuntamenti dove il divertimento si sposa con l’impegno e la riflessione: dalle anteprime, assai attese, di Era Glaciale 3 e di decine di altri film per famiglia, alla retrospettiva dei più bei cartoni animati della storia. Poi tanti documentari sui bambini e gli adolescenti di tutto il mondo e convegni per i genitori che accompagnano i più piccoli a scoprire le meraviglie e le sorprese del grande schermo. Ne è entusiasta Andrea Piersanti, direttore artistico del Festival, al quale abbiamo chiesto per quale motivo ha sentito l’esigenza di creare questa originale manifestazione:

     
    R. – L’idea di restituire al pubblico, soprattutto al pubblico famigliare che è il più importante per il successo di un film, il posto centrale sul tappeto rosso mi è sembrato il motivo migliore per organizzare un altro festival cinematografico in un panorama che pure è molto affollato.

     
    D. - Con quali criteri sono state scelte le pellicole?

     
    R. – Con il buon senso del padre di famiglia. Nelle famiglie italiane, soprattutto nelle nuove famiglie italiane, entra una enorme quantità di informazioni su tutte le piattaforme; cinema, televisione, internet, telefonia mobile. Questi contenuti non vengono più filtrati da nessun criterio di giudizio, da nessuna analisi di tipo valoriale. Fare un Family Festival significa provare a mettere un po’ d’ordine in questa grande confusione e overload di informazioni che arrivano nelle teste e nelle famiglie degli italiani. Quindi, il Festival propone sicuramente del grande intrattenimento per i bambini, per i più piccoli, ma entra anche in profondità su temi di scottante attualità. Abbiamo quest’anno una rassegna molto intensa con dei documentari che provengono da tutto il mondo, soprattutto dalle zone più disagiate del mondo, per raccontare come vivono le famiglie l’infanzia, l’adolescenza, nelle altre zone del mondo.

     
    D. - Dalle vostre proposte come ne esce arricchito il pubblico così eterogeneo delle famiglie?

     
    R. – Il Festival è organizzato in modo tale che accanto alle proiezioni cinematografiche ci siano anche degli incontri di analisi del linguaggio e di analisi dei contenuti. Quindi, hanno la possibilità di vedere prodotti che normalmente la televisione o la distribuzione cinematografica italiana non programma e poi hanno la possibilità durante tutta la settimana di parlare direttamente con gli esperti, con i registi, con i produttori, in uno scambio di informazioni che è il sale della crescita e che permette finalmente di stabilire un dialogo, reale, schietto e soprattutto costruttivo tra chi produce i contenuti dell’intrattenimento famigliare e chi di questi contenuti usufruisce nella propria dieta mediatica quotidiana.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 17.ma Domenica del Tempo ordinario la Liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui una gran folla, circa cinquemila uomini, segue il Maestro in Galilea. Ma resta senza cibo. Gesù allora compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La folla, saziata, esclama:

    «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!».

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    (musica)

     
    Ognuno, mettendosi in viaggio, si procura prima quel che serve al suo sostentamento. Così avrebbero dovuto fare quei cinquemila uomini nel disporsi a seguire Gesù nella regione di Galilea. Ma non fu così. Il seguire quell’uomo, l’ascoltarlo mentre insegnava, il guardarlo mentre guariva, li aveva rapiti al punto che non si erano accorti di essere rimasti sguarniti di cibo. In un certo senso Gesù era corresponsabile della situazione nella quale ora si trovavano e si fa carico Egli stesso della loro esigenza naturale di mangiare. Egli stesso procura loro il cibo.

     
    Nella sequela di Gesù salta il pessimo dualismo tra le necessità “pratiche”, “materiali” della vita e quelle “spirituali”. Tutto è ricondotto all’unità “in Lui”.

     
    E’ una lezione, perché impariamo a seguirlo in maniera indivisa. E’ una lezione per coloro che in nome delle loro immancabili faccende “pratiche” tralasciano il cibo spirituale. E’ una lezione anche per coloro che in nome di una fraintesa esistenza spirituale si disinteressano programmaticamente dei pani e dei pesci.

     
    Gesù ricompone la nostra umanità divisa. “Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1Cor 10, 31).

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Nord Corea: esecuzione pubblica di una donna cristiana. Distribuiva Bibbie

    ◊   Nella città di Ryongchon, nel nordovest della Corea del Nord, è stata eseguita in pubblico la condanna a morte di una donna cristiana. Ri Hyon-ok aveva 33 anni ed era stata accusata di “distribuire copie della Bibbia” e di eseguire “attività di spionaggio” per conto degli Stati Uniti e della Corea del Sud, storici nemici del regime di Pyongyang. Il marito, i tre figli e i genitori della donna sono stati rinchiusi in un campo per prigionieri politici a Hoeryong, nel nordest del Paese. L’esecuzione è avvenuta il 16 giugno, ma è stata denunciata soltanto pochi giorni fa in un rapporto di un gruppo di attivisti della Commissione investigativa sui crimini contro l’umanità, ripreso da Asia News. All’interno del documento c’è la foto del documento di identità di Ri Hyon-ok. Secondo fonti non ufficiali, nel Paese ci sono più di 30mila cristiani. Il regime almeno teoricamente ammette la pratica di culto: ma a fronte di una crescita dei fedeli “sotterranei”, costretti a pregare in clandestinità, Pyongyang ha dichiarato guerra alle religioni con una campagna fatta anche di arresti ed esecuzioni pubbliche. In Corea del Nord si può essere condannati a morte anche per aver distribuito film stranieri. (V.F.)

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    La solidarietà del Celam alla chiesa e al popolo dell’Honduras

    ◊   Al termine della riunione annuale per il coordinamento dei piani pastorali, lo scorso 22 luglio, le autorità del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) hanno inviato una lettera di solidarietà all’arcivescovo di Tegucigalpa, cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga che, tra l’altro, in passato è stato presidente dell’organismo. I presuli ribadiscono i loro sentimenti di affetto e vicinanza, in particolare nel momento in cui il Paese attraversa una situazione difficile, sia ai vescovi sia al popolo dell'Honduras. La breve lettera che firmano il presidente mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, Brasile, e altri quattro vescovi membri della presidenza, assicura al cardinale Rodriguez Maradiaga e agli altri 10 vescovi dell’Honduras , così come a tutta la nazione centroamericana, le preghiere delle altre Chiese latinoamericane “affinché il Signore della vita doni loro saggezza e il coraggio necessario”. Al tempo stesso i presuli chiedono il “consolidamento della pace e della riconciliazione desiderati da tutti” utilizzando sempre” i mezzi costituzionali e il dialogo sincero”. Nel corso dell’incontro episcopale sono stati approfonditi diversi aspetti legati al Piano pastorale globale 2007 – 2011, approvato nel mese di luglio 2007 all’Avana, e in particolare l’andamento della Missione continentale ormai in corso in tutta la regione. Temi di grande rilevanza e attualità affrontati dai vescovi sono stati quelli dell’Anno Sacerdotale e della figura del presbitero non solo nella cornice della Missione continentale ma anche alla luce del magistero. I vescovi responsabili dei diversi dipartimenti, delle Sezioni e Segretariati, hanno realizzato una prima valutazione dell’impatto dell’enciclica “Caritas in veritate” scambiando proposte e progetti per i prossimi eventi destinati allo studio e all'approfondimento del documento. Infine, al termine della riunione è stato annunciato che il dipartimento “Missione e spiritualità” guiderà dal 7 all’11 settembre un Incontro continentale sulla religiosità popolare e i santuari. I lavori si svolgeranno a Quito, capitale dell’Ecuador, e tra gli altri ne prenderanno parte i rettori dei più importanti santuari latinoamericani. Lo scopo dell’Incontro, è stato precisato, concerne soprattutto il lavoro pastorale nell’ambito della pietà popolare, intesa come componente essenziale della cultura latinoamericana. (A cura di Luis Badilla)

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    I vescovi liberiani: bene il rapporto della Commissione Verità e Riconciliazione

    ◊   I vescovi della Liberia hanno accolto con viva soddisfazione il rapporto finale della Commissione per la Verità e la Riconciliazione” (TRC) incaricata di far luce sui crimini di guerra commessi durante la guerra civile che ha sconvolto il Paese dal 1989 al 2003. Il documento è stato pubblicato il 30 giugno scorso, dopo più di un anno di audizioni, suscitando qualche reazione polemica da parte di alcuni leader politici. Positivo, invece, il giudizio dei vescovi che in una nota si congratulano con la Commissione per “avere svolto con successo” il compito affidatole, invitando tutti i liberiani a leggere e ad analizzare attentamente il rapporto “nell’interesse della stabilità del Paese” e ad astenersi da dichiarazioni avventate che possano riaccendere nuove tensioni. In questo senso, essi si dicono preoccupati dalle dure esternazioni manifestate in queste settimane di alcuni dei protagonisti del sanguinoso conflitto. I presuli ringraziano anche il governo e tutte le istituzioni che hanno sostenuto il lavoro della TRC, compresa la Commissione Giustizia e Pace della stessa Conferenza episcopale. Un ringraziamento particolare viene inoltre rivolto alle vittime e agli autori delle violenze che hanno accettato di collaborare con la Commissione: “La Chiesa cattolica – si legge nella nota – considera la loro comparizione come un impegno che ha consentito di realizzare il lavoro e il mandato della TRC, contribuendo così al processo di guarigione del Paese”. I vescovi incoraggiano quindi “tutti i liberiani a intraprendere un dialogo nazionale che permetta di compiere passi avanti per assicurare che la pace e la stabilità, e quella tranquillità conquistata con tanta fatica, non siano compromesse e messe in pericolo”. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione della Liberia (Truth and Reconciliation Commission of Liberia) è stata istituita nel 2005 dall’Assemblea Legislativa Nazionale di transizione, il parlamento provvisorio che ha preparato la revisione della Costituzione e le prime elezioni libere e democratiche del dopo-guerra, vinte da Ellen Johnson Sirleaf, prima donna presidente di un Paese africano. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Spagna: aumenta la violenza sessuale fra i minori. Appello del Forum della Famiglia

    ◊   Meno di dieci giorni fa una bambina è stata violentata in una piscina pubblica a Baena, vicino a Granada. I cinque aggressori erano tutti minorenni. Tre giorni dopo, a Isla Nueva, Huelva, i giovanissimi stupratori di una bambina erano in sette. A Córdoba i responsabili di un altro caso di violenza di gruppo di minorenni ai danni di coetanee, interrogati dalla polizia, non avevano ben chiaro come mai si stesse censurando la loro condotta. L’allarme è talmente diffuso nel Paese che in molti hanno chiesto una revisione della Legge del minore per punire questo tipo di reato. Intanto la Spagna attende la riforma della legge sull’aborto dopo l’estate secondo la quale - se dovesse passare la bozza presentata dal governo Zapatero e sostenuta dal ministro per le Pari opportunità, Bibiana Aido - le ragazzine potranno abortire a partire dai sedici anni senza il consenso dei genitori. Forse è ora di rivedere l’educazione affettivo-sessuale proposta ai giovani spagnoli da scuola e televisioni, dice il Forum spagnolo della Famiglia (Fef). Nel sistema scolastico spagnolo vige lo stesso principio sulla “salute sessuale e riproduttiva“ che sta alla base della nuova legge sull’interruzione di gravidanza al vaglio delle Camere, l’introduzione forzata nella vita dei ragazzi della visione meccanicistica dell’affettività. Che, esattamente come in Inghilterra, oltre a non aver limitato le gravidanze fra i banchi di scuola né il numero degli aborti ha finito per diventare la radice di condotte patologiche davanti alle quali tutti si scandalizzano. “La presentazione permanente della sessualità come di una sfera autonoma ed estranea alla responsabilità come se fosse un fine in sé, la canalizzazione collettiva delle relazioni sessuali, la trivializzazione delle conseguenze delle stesse attraverso la facilitazione dell'aborto, dei preservativi e della pillola del giorno dopo, insieme a tutto un modello di condotta che attraverso i media si pone ossessivamente a disposizione dei nostri giovani promuovendo l'irresponsabilità sessuale, hanno molto a che vedere con ciò che è accaduto“, ha spiegato il presidente dell’Fef, Benigno Blanco. Perché i ragazzi sono bombardati da pornografia e violenza. Bisogna rivedere l’approccio delle scuole alla materia e aprire un dibattito che vada al di là delle sanzioni imponibili, suggerisce il Forum. "L'ossessione di una parte importante dei poteri pubblici per la banalizzazione della sessualità e per il fatto di slegarla totalmente dall'impegno personale e stabile nella coppia e dalla funzione riproduttiva – ha detto Blanco - sta provocando enormi danni alla vita di molte persone, nella salute pubblica e, nelle sue manifestazioni estreme, perfino nel rispetto della libertà altrui come in questi casi di violenza”. (V.F.)

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    La diffusione della “Caritas in veritate” in Africa

    ◊   La “Caritas in veritate” in Africa è arrivata in sordina, e, tranne qualche illustre eccezione, i più importanti mass-media hanno cominciato a dare un po’ di spazio al documento diversi giorni dopo la sua pubblicazione. Ad ogni modo a tutt’oggi non si registra un ampio dibattito sulle principali testate. Almeno questa è l’impressione che si registra osservando la stampa digitale africana. Eppure, come ha detto mons. Emmanuel Badejo, vescovo di Oyo, Nigeria, in questo continente “le questioni sociali sono al centro dell'agire della Chiesa e della società civile”. In sostanza non esiste un solo problema tra quelli focalizzati nell’enciclica che non sia attualissimo e urgente in tutto il continente. Tuttavia sarebbe un grave errore fermarsi alle apparenze poiché la “distrazione” descritta prima non corrisponde alla realtà profonda di questi popoli. È vero che sul web si trova poco sulla “Caritas in veritate” anche se non mancano i commenti e le prese di posizioni dei vescovi, per esempio del Sudafrica, della Nigeria, della Tanzania o della Costa d’Avorio. In realtà in Africa non si comunica com’è ormai abitudine nelle cosiddette società occidentali, in particolare quelle maggiormente informatizzate. L’Africa è la regione del mondo con la minore quantità di computer e le più modeste connessioni telefoniche: in tanti luoghi non ci sono le linee telefoniche, ma neanche l’elettricità. Un buon computer collegato alla rete può costare anche due anni di stipendio, e certamente nelle società povere, non sono una priorità del bilancio familiare. In Africa la comunicazione privilegia il racconto orale e il “passa parola” e perciò l’enciclica, dal giorno della sua pubblicazione, si è incanalata su questi binari. Gli esperti africani da noi consultati ci confermano: gli africani stanno facendo i conti con l’enciclica di Benedetto XVI, che tra l’altro sentono come se fosse un “racconto proprio”, come lo fanno sempre. Il vescovo raduna i suoi sacerdoti, molti a volte ci mettono diversi giorni per arrivare all’appuntamento, e con loro studia, analizza e approfondisce il documento. Poi, ciascuno, incoraggiati anche dal fatto di aver ricevuto strumenti adatti alla lettura e alla spiegazione, più necessari che mai poiché si tratta di un testo non facile, torna tra i suoi fedeli, nelle proprie comunità, e comincia il lento ma solido lavoro di diffusione. E così tocca al parroco questa volta il compito di “ridare” ai diaconi e ai catechisti i contenuti che si è scelto di affrontare privilegiando sempre la dimensione del “vissuto locale”, porta d’ingresso per qualsiasi processo di comunicazione che sia capace di andare oltre l’informazione e diventare condivisione. Per quanto riguarda l’Africa, dunque, sarebbe fuorviante farsi un’idea del suo rapporto con la “Caritas in veritate” usando le categorie della comunicazione occidentale. In Africa l’enciclica non è un fatto mediatico e difficilmente potrà diventarlo. Come è accaduto con tante altre encicliche, di questo Papa e dei suoi predecessori, la conoscenza e la diffusione della “Caritas in veritate” sarà lenta, graduale, personale, ma solida perché i suoi contenuti sono dei semi che aspettano il tempo propizio per spuntare dal fondo della terra. Alla fine, come si vedrà fra poche settimane con la seconda Assemblea Speciale del Sinodo per l'Africa (che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2009) il cuore delle riflessioni di decine di vescovi sarà proprio l’enciclica alla luce della quale i presuli affronteranno il tema scelto dal Papa:“La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace ‘Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo’ (Mt 5, 13.14)”. (L. B.)

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    Il presidente della Conferenza episcopale tedesca visiterà la Nigeria

    ◊   Il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), mons. Robert Zollitsch, sarà in Nigeria dal 26 agosto al 5 settembre per "rafforzare l'impegno nell'ambito della Chiesa universale e per sostenere la Chiesa locale”. Nel comunicato diffuso dai vescovi tedeschi e ripreso dall’agenzia Sir sono stati annunciati i colloqui con rappresentanti della Chiesa nigeriana, politici e rappresentanti di altri religioni, in cui verranno discusse le sfide che la Chiesa deve affrontare a causa del crescente fondamentalismo religioso, per superare l’ingiustizia sociale e valutare l'impegno della Chiesa per la pace. Mons. Zollitsch visiterà la regione sudorientale della Nigeria, tradizionalmente di matrice cristiana, nella quale si sta diffondendo un un fondamentalismo crescente da parte delle Chiese pentecostali. Nelle diocesi settentrionali del Paese, invece, ci sono spesso scontri fra la minoranza cristiana e la maggioranza islamica. I vescovi tedeschi vogliono cogliere l’occasione per approfondire le buone relazioni con la Chiesa locale nigeriana e sostenere l’impegno ecclesiastico per la costruzione di una società senza violenza. L’ultimo presidente della Conferenza episcopale tedesca a visitare l’Africa, nel 1995, fu il cardinal Karl Lehmann. (V.F.)

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    Nel Sud Kivu 35.000 congolesi scappano dagli scontri fra esercito e ribelli rwandesi

    ◊   Almeno 35.000 persone sono fuggite dalla piana del fiume Ruzizi, al confine fra la Repubblica democratica del Congo, il Rwanda e il Burundi, secondo le cifre fornite dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Scappano dai combattimenti nella provincia congolese del Sud Kivu, nell’est del Paese, dopo l’ultima campagna militare, Kimia-II, lanciata il 12 luglio nel territorio di Uvira dal governo nel tentativo di disarmare i ribelli delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda e i loro alleati locali. Da gennaio di quest’anno sono 536.000 i civili fuggiti dagli scontri e dalle rappresaglie, ma il numero totale degli sfollati nella Repubblica democratica del Congo orientale è di un milione e 800mila. In tanti sono scappati dalle due città principali della regione, Lemera e Mulenge, ma almeno 19.000 potrebbero essersi nascoste nelle foreste e nei villaggi vicino a Lemera. Cercano protezione bussando alle porte della case, usando chiese e scuole come rifugi. Gli sfollati hanno raccontato di aver visto uccisioni e subito torture, violenze sessuali, arresti arbitrari, rapimenti, estorsioni e tassazioni forzate per mano delle milizie ribelli Hutu. (V.F.)

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    A Taiwan gli "angeli custodi" delle ragazze madri sono le suore del Buon Pastore

    ◊   A Taiwan il 4 per cento dei neonati, pari a 8.195, è figlio di ragazze madri. Fra loro, quelle che hanno meno di 20 anni sono 3.802, il 2 per cento del totale. Secondo i dati del ministero dell’Interno locale, solo da gennaio a settembre 2008 sono stati accertati 895 casi di violenza subita da ragazze minorenni, il 9 per cento dei quasi 10mila casi di violenza contro le donne. A preoccuparsi di tutte queste ragazze in difficoltà ci sono le suore della Congregazione del Buon Pastore, quella che suor Mary Euphrasia Pelletier fondò nel 1835 ad Angers in Francia. Al loro arrivo a Tai Pei la congregazione si occupava del fenomeno della prostituzione con la “Good Shepherd Social Welfare Services”, la stessa che ora aiuta le ragazze madri e i loro figli. Per queste religiose, racconta l'agenzia Fides, il compito della Chiesa cattolica è quello di essere l’“angelo custode” di tutte le donne disperate. La Fondazione ha aperto quattro centri specializzati (la Casa dei Neonati di Tai Nan, il Centro Servizi Rugiada, la Casa dei Bambini Buon Pastore, il Giardino di Ning Xin) che accolgono ragazze violentate, abbandonate, maltrattate. Chi rimane incinta e non sa a chi chiedere aiuto ha a disposizione due linee verdi telefoniche, che offrono anche consulenze mediche o psichiatriche. Durante l’anno scorso sono state 33 le ragazze madri (tra le quali 16 minorenni) che grazie alla Congregazione del Buon Pastore hanno trovato una casa per sé e per i propri figli. Le religiose organizzano incontri di sostegno individuali o di gruppo, accompagnano le ragazze ai controlli ginecologici, le sostengono prima e dopo il parto. E per sensibilizzare la società sulla violenza contro le donne e mobilitarla per sostenere le ragazze madri le religiose hanno deciso di creare anche un sito Internet. (V.F.)

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    In India una delle diocesi più giovani è nata grazie ai bambini

    ◊   In India c’è una Chiesa, quella di Adilabad, nata grazie ai bambini. Sono stati loro a chiedere ai missionari presenti nei villaggi di battezzarli. Dopo aver costruito le strutture per accoglierli e dar loro un istruzione, i religiosi – arrivati in quell’aerea nel 1962 – hanno insegnato loro il catechismo. Una volta tornati a casa sono stati gli stessi bambini a convertire i propri genitori, come ha raccontato il primo vescovo della diocesi, mons. Joseph Kunnath, carmelitano di Maria Immacolata. Così nacque la Chiesa di Adilabad,creata come diocesi da Giovanni Paolo II nel 1999. Le celebrazioni seguono uno dei tre riti cattolici presenti in India, il siro-malabrese. I fedeli della diocesi, scrive Zenit, oggi sono 15.000, pari allo 0,5 per cento della popolazione. I 36 sacerdoti sono tutti indiani e 6 dei 19 presbiteri diocesani sono originari della stessa diocesi. (V.F.)

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    A Udine tre popoli si incontrano in un pellegrinaggio sulle orme di Maria

    ◊   In una zona di confine si incontrano italiani, sloveni e austriaci. E da ventisette anni questi tre popoli si riuniscono per un pellegrinaggio che esprima “la varietà delle culture”, la vitalità della fede, fondata sulle comuni radici, capace di superare ogni confine e ogni barriera“, come ha spiegato al Sir l’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo. L’iniziativa coinvolge le diocesi italiane di Udine e Gorizia, di quelle slovene di Lubiana, Maribor e Capodistria, e di quelle austriache di Klagenfurt e Graz. Per questa edizione, in programma per sabato 29 agosto, tocca a quella di Udine ospitare i pellegrini, diretti alla basilica di piazza Primo Maggio, “sotto lo sguardo amorevole della Madonna delle Grazie, nel santuario custodito fedelmente dai Servi di Maria da ben 530 anni”, come ricorda mons. Brollo. Il tema scelto per questa edizione è: “Maria, causa della nostra gioia”. L’arcivescovo ha spiegato che l’esempio per i pellegrini è la Vergine Maria, “che ha lasciato Nazareth, con passo agile, per andare verso la cugina Elisabetta. La strada era lunga, numerose le asperità e le paure da superare, ma al termine del cammino avvenne l'incontro, ci fu l’abbraccio delle madri e sgorgò il canto di esultanza, il Magnificat”. Alla Messa al santuario della Beata Vergine delle Grazie, presieduta da mons. Brollo e concelebrata dal vescovo di Gurk-Klagenfurt, mons. Alois Schwarz, e dall'arcivescovo di Lubiana, mons. Alojzij Uran, parteciperà anche il vescovo di Capodistria, mons. Metod Pirih, la cui diocesi comprende tutta la valle dell’Isonzo slovena. (V.F.)

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    Appuntamenti estivi in Italia: Camaldoli, l'Agorà dei giovani e il MeetinGiovani di Villaregia

    ◊   I vescovi di tutta Italia hanno ricordato ai fedeli che anche le ferie estive sono un mezzo per avvicinarsi a Dio. E l’associazionismo ha risposto organizzando iniziative tutte dedicate alla spiritualità. Al monastero di Camaldoli l’appuntamento è dal 23 al 29 agosto per la Settimana teologica organizzata in collaborazione con l’Associazione teologica italiana (Ati), che avrà come tema “Il Concilio Vaticano II. La Chiesa di fronte all’uomo moderno”. “Come credenti ci sentiamo sollecitati, nel cono di luce del Concilio, a ripensare l’immagine della Chiesa alla luce della storia della salvezza e a partire dal rapporto con il mondo odierno, segnato dalle sfide della modernità e dalla dilatazione su scala planetaria dei problemi dell’umanità”, hanno spiegato gli organizzatori. Nell’analisi della “Lumen gentium” e della “Gaudium et spes” saranno messi a fuoco rispettivamente l’identità e le responsabilità dei laici nel servizio ecclesiale e nella testimonianza storico-civile e la scoperta dell’altro, per un dialogo nell’ascolto. Fra le proposte della Settimana le riletture di protagonisti dell’assise (Paolo VI, Yves Congar, Helder Camara) e di Vittorio Bachelet. Una testimonianza d’eccezione sarà portata da mons. Luigi Bettazzi, uno degli ultimi padri conciliari viventi. Tra i relatori della settimana, anche i teologi Piero Coda e Marco Vergottini e i monaci camaldolesi Peter Hughes e Ubaldo Cortoni. Per la prima settimana di settembre, presso il centro Giovanni Paolo II di Loreto, è in programma l’Agorà dei giovani del Mediterraneo, organizzata dalla Conferenza episcopale italiana in collaborazione con il Servizio nazionale di pastorale giovanile (Snpg) e il Movimento giovanile missionario. Il tema di questa ottava edizione sarà “Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio, perché Dio darà loro il suo regno”. Ai partecipanti è chiesto di rappresentare la Chiesa locale che lo invia e, soprattutto, lo attende al termine dell’Agorà - ha spiegato l'Snpg - per valorizzare insieme i frutti dell’esperienza vissuta. In particolare la comunità diocesana è chiamata ad allargare gli orizzonti dell’azione pastorale attraverso gesti concreti di conoscenza, testimonianza, solidarietà e scambio tra nazioni. L’incontro è pensato soprattutto per i giovani che hanno trascorso un periodio di studio all’estero, che si preparano a prtire per i progetti Erasmus e Leonardo o che hanno vissuto l’esperienza della missione. Anche in provincia di Rovigo, nella sede della Comunità Missionaria di Villaregia a Porto Viro, è in programma un evento tutto dedicato ai ragazzi. Per la terza edizione del MeetinGiovani di Villaregia, che si svolgerà dal 6 al 9 agosto 2009, la comunità sarà trasformata in una sorta di villaggio multietnico, meta di vacanze alternative. Lo slogan quest’anno è “Scatena la vita”. All’appuntamento sono attesi più di 1.500 giovani fra i 18 e i 30 anni. Obiettivo dei promotori è testiminiare "che la diversità di provenienza e la multietnicità sono una risorsa fondamentale per il futuro del mondo e non un ostacolo o una minaccia che può trasformarsi in xenofobia strisciante, come sempre più spesso, anche in Italia, si prova a far credere". Sul tema interverrà anche il segretario della Commissione episcopale delle Migrazioni della Cei, Domenico Sigalini. (V.F.)

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    24 Ore nel Mondo



    Le Guardie della rivoluzione iraniane: colpiremo Israele se Tel Aviv attaccherà lo Stato islamico

    ◊   Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno detto oggi che l'Iran colpirà i siti nucleari di Israele, se Tel Aviv attaccherà lo stato islamico. Lo riferisce un'emittente di Stato. "Se il regime sionista (Israele) attaccherà l'Iran - ha detto Mohammad Ali Jafari, comandante in capo delle Guardie, all'emittente iraniana di lingua araba al-Alam - sicuramente colpiremo i suoi siti nucleari con le nostre batterie missilistiche".

    Iran: dimissioni del primo vicepresidente iraniano
    Si è dimesso il primo vicepresidente iraniano, Esfandiar Rahim Mashaie, dopo le polemiche sollevate dai conservatori per le sue posizioni favorevoli al dialogo con Israele. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa Fars. La tv pubblica iraniana aveva annunciato ieri che la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, aveva ordinato al presidente Ahmadinejad di allontanare Mashaie.

    Iran: aereo precipitato
    Sarebbe stato un guasto alle ruote del carrello la causa dell’incidente aereo che ieri a Mashad, nell’Iran nordorientale, ha provocato la morte di 16 persone, tredici delle quali membri dell’equipaggio. Lo riferisce la televisione di Stato. I media iraniani segnalano altri 30 feriti. L’aereo passeggeri, un Ilyushin Il-62, proveniente da Teheran, è uscito ieri dalla pista dell’aeroporto di Mashad e si è schiantato contro un muro. Sull’aereo, secondo il portavoce dell’aviazione iraniana, si trovavano 153 persone.

    Iraq
    Aperte stamani le urne nella ricca regione petrolifera autonoma del Kurdistan iracheno, per le elezioni del nuovo presidente regionale e dei 111 deputati dell’Assemblea regionale. Gli analisti prevedono la riconferma di Massud Barzani. I seggi si sono aperti alle ore 8 ora locale e si chiuderanno alle 18. Sono più di 2,5 milioni gli aventi diritto al voto. Ancora preoccupazione, da parte della popolazione, sulla corruzione e sulle divergenze con Baghdad su questioni territoriali e petrolifere.

    Afghanistan
    Scontro a fuoco, la notte scorsa, tra i militari della forza Nato Isaf e i talebani, che hanno attirato i primi in un’imboscata nella valle di Musay, nei pressi di Kabul. All’attacco è seguito un lancio di razzi da parte degli insorti contro la locale stazione di polizia. Sul posto sono intervenuti i paracadutisti italiani della Folgore, assieme alle forze di sicurezza afgane della coalizione, in una operazione congiunta mirata contrastare la presenza di insorti nella regione della capitale.

    Birmania
    Battute finali nella prigione di massima sicurezza di Insein, a Rangoon, per il processo alla leader dell'opposizione birmana e Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi. Rimangono poche speranze che il regime accoglierà gli appelli internazionali a liberare San Suu Kyi, in carcere dal 14 maggio scorso, accusata di aver violato gli arresti domiciliari. Se fosse condannata, rischierebbe una pena massima di cinque anni di prigione che le impedirebbe di partecipare alle elezioni che l'autorità birmana intende celebrare nel 2010.

    Somalia
    Cinque pirati somali sono stati catturati dalla marina turca nel Golfo di Aden, nell’ambito della missione antipirateria della Nato. Lo ha riferito lo Stato maggiore turco. I predoni, a bordo di una piccola imbarcazione, stavano per attaccare una nave quando è partito il blitz. Dall’11 aprile scorso, è ancora nelle mani dei pirati somali il rimorchiatore italiano "Buccaneer", con a bordo 16 persone, tra cui 10 italiani.

    Usa
    Per la prima volta, a sei mesi dalla sua elezione, Barak Obama perde l’appoggio della maggioranza degli americani, scendendo sotto il 50% dei consensi, ma all’estero continua a piacere. Intanto, il presidente ha annunciato un nuovo programma di investimenti sull’istruzione. Sgominata una rete criminale nel New Jersey e arrestati politici e rabbini: le accuse sono corruzione, riciclaggio e traffico di organi.

    Honduras
    Ha fatto ritorno in Nicaragua il presidente deposto dell'Honduras, Manuel Zelaya, che ieri ha attraversato la frontiera. Potrebbe però tornare oggi a Las Manos, riferisce un suo assistente. “Un atto irresponsabile”, secondo il presidente de facto, Micheletti. Preoccupazione è stata espressa dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che definisce il gesto “imprudente” e auspica il raggiungimento di un’intesa. Il servizio di Francesca Ambrogetti:

    E’ durata solo due ore la permanenza in Honduras del presidente deposto Manuel Zelaya. Mancava nel suo Paese da 26 giorni, da quando era stato obbligato con la forza dai militari a recarsi in Costarica. Il suo ritorno nell’avamposto della frontiera con il Nicaragua è stato un gesto simbolico. Dopo aver tentato un dialogo con i militari che presidiavano la zona, ha deciso di tornare indietro. “Sono venuto in missione di pace senza armi - ha detto - non voglio provocare e obbligarli a spararmi perché la situazione peggiorerebbe”. Ha espresso, poi, la volontà di raggiungere un accordo. “Loro non possono governare con la comunità internazionale e il popolo contro, ma nelle attuali circostanze nemmeno io potrei farlo”, ha ammesso. Nei pressi, esercito e polizia hanno represso una manifestazione di sostenitori di Zerlaya, che lo stavano aspettando, e alcuni dimostranti sono rimasti feriti. A San Pedro Sula, la seconda città del Paese, migliaia di persone sono invece scese in piazza per appoggiare il nuovo governo.

     
    Ue
    La Commissione europea ha chiesto nuovamente all'Italia chiarimenti riguardo al "pacchetto sicurezza", varato definitivamente in parlamento il 2 luglio scorso. Lo riferisce il portavoce del commissario europeo per la Giustizia e la sicurezza, Jacques Barrot. I temi su cui l'esecutivo europeo chiede precisazioni, per evitare che i cittadini comunitari siano discriminati, sono tre: l'iscrizione di bimbi stranieri all'anagrafe, la registrazione dei senza dimora e l'aumento dei costi dei permessi di soggiorno.

    Italia, "sì" della Camera al ddl anticrisi, martedì il voto finale
    Con 294 voti a favore e 186 contrari, il governo italiano ha ottenuto la fiducia sul decreto anticrisi. A favore hanno votato il Pdl e la Lega; contrarie, invece, le opposizioni. Dura la risposta di Franceschini, leader del Pd, secondo il quale il governo non solo compie "un abuso ma attua uno svuotamento del sistema parlamentare". Di Pietro, leader dell'Idv, si è appellato al capo dello Stato per il ripristino delle regole. Martedì prossimo, il voto finale sul provvedimento, che passerà all’esame del Senato. Ce ne parla Giampiero Guadagni:

    Misure idonee al rilancio economico, sostiene il centrodestra. Il governo sottovaluta la crisi evitando una vera manovra, affermano invece le opposizioni che, di fronte all’ennesima fiducia chiesta dal governo Berlusconi, denunciano l’esproprio delle prerogative del parlamento. Ma quali sono i contenuti del decreto anticrisi? Intanto, ci sono misure riguardanti le pensioni: dal 2015, sarà di fatto elevata di alcuni mesi l’età per uscire dal lavoro; per le donne del pubblico impiego la soglia di pensionamento salirà gradualmente fino ai 65 anni. Arriva poi la sanatoria per colf e badanti, che potranno regolarizzare la loro presenza in Italia pagando un forfait di 500 euro. Confermato anche il discusso scudo fiscale: sarà cioè possibile rimpatriare fino al prossimo aprile - pagando un’imposta sostitutiva del 5 per cento - i capitali esportati illegalmente fuori dall’Unione Europea. Previste, infine, agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese che investono o ricapitalizzano. In tema di banche, stabilito un tetto per la commissione di massimo scoperto e la moratoria per i crediti bancari verso le piccole e medie imprese.

     
    Europa: allarme incendi
    Due presunti piromani sono stati fermati dalla Gendarmeria in Corsica, dopo gli incendi che hanno colpito da giovedì scorso l’isola francese: oltre cinquemila gli ettari bruciati. In Italia, la situazione più preoccupante è Sardegna. Gli investigatori avrebbero scoperto che uno degli incendi più devastanti di giovedì, quelli di Berchieddu, in Gallura, è stato appiccato con un innesco diretto sulla stradina di ingresso ad un agriturismo. Vasti roghi comunque si segnalano anche in Calabria, in Puglia e nelle Marche.

    Russia
    Continuano gli scontri in Cecenia e Inguscezia, due turbolente Repubbliche del Caucaso. Almeno otto guerriglieri islamici sono rimasti uccisi in scontri, avvenuti oggi, con le forze di sicurezza. Sei ribelli sono stati uccisi nel villaggio ceceno di Goity, e altri due nella località di Karabulak, nella vicina Inguscezia, nel corso di uno scontro a fuoco con un reparto di forze speciali antiterrorismo, che tentavano di catturarli. A Khasaviurt, in Daghestan, nel sud del Paese, uomini armati hanno aperto il fuoco contro una pattuglia di poliziotti, che non hanno riportato conseguenze gravi.

    Croazia
    Sei persone sono morte e 12 sono rimaste ferite nel deragliamento di un treno croato, in viaggio da Zagabria a Spalato. Secondo la tv di Stato, tra le vittime si contano tre turisti stranieri, un francese e due spagnoli di origine serba. Il convoglio è uscito dai binari a circa 20 metri dalla sua destinazione, presso il villaggio di Rudine. A bordo vi erano 90 passeggeri. E' stata avviata l’identificazione delle vittime.

    Regno Unito
    Ancora una sconfitta per i laburisti del premier britannico, Gordon Brown. La candidata dei conservatori, Chloe Smith, ha vinto le elezioni suppletive a Norwich Nord. Smith ha sconfitto l’avversario laburista, Chris Ostrowski, ottenendo oltre il doppio dei suoi voti. A 27 anni, sarà la più giovane parlamentare a Westminster. E' il primo voto dopo lo scandalo dei rimborsi dei parlamentari, costato le dimissioni, fra gli altri, al deputato laburista Ian Gibson, che deteneva il seggio di Norwich dal 1997. (Panoramica internazionale a cura di Alessandra De Gaetano)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 206

     
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