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Sommario del 08/07/2009
Il Papa all'udienza generale dedicata alla nuova Enciclica: occorrono uomini retti nella politica e nell’economia. La preghiera per i leader del G8
◊ Preghiamo per i leader del G8 riuniti a L’Aquila: questo l’invito di Benedetto XVI rivolto ai fedeli riuniti stamane nell’aula Paolo VI in Vaticano per l’udienza generale, che è stata dedicata dal Papa alla nuova Enciclica Caritas in veritate, presentata ufficialmente ieri. Il servizio di Roberta Gisotti.
La carità nella verità è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona”, attorno a cui “ruota l’intera dottrina sociale della Chiesa”, ha premesso Benedetto XVI:
"Solo con la carità, illuminata dalla ragione e dalla fede, è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di valenza umana e umanizzante".
Due i criteri fondamentali dell’Enciclica “la giustizia” parte integrante di un amore “coi fatti e nella verità” ed “il bene comune”, “legato al vivere sociale delle persone”. Sono temi di “vitale interesse - ha sottolineato il Papa - per l’umanità del nostro secolo”, quando la cronaca degli ultimi mesi dimostra ampiamente come “lo scandalo di diseguaglianze clamorose” permanga “nonostante gli impegni presi nel passato.” Da una parte - ha osservato il Santo Padre - sono i “segni di gravi squilibri sociali ed economici”, dall’altra sono le “riforme non più procrastinabili per colmare il divario nello sviluppo dei popoli. E se la globalizzazione può “costituire una reale opportunità” occorre “un profondo rinnovamento morale e culturale”:
"Un futuro migliore per tutti è possibile, se lo si fonderà sulla riscoperta dei fondamentali valori etici".
L’Enciclica non offre “soluzioni tecniche”, ha chiarito il Papa, ma ricorda “grandi principi” indispensabili: l’attenzione alla vita dell’uomo, “centro di ogni vero progresso”; “il rispetto alla liberta religiosa”, “sempre collegato con lo sviluppo dell’uomo”; il rigetto di una visione dell’essere umano “assoluto artefice del proprio destino”, poiché “un’illimitata fiducia nelle potenzialità tecnologiche si rivelerebbe alla fine illusoria”.
"Occorrono uomini retti tanto nella politica quanto nell’economia, che siano sinceramente attenti al bene comune".
Tra le emergenze mondiali Benedetto XVI ha posto anzitutto il "dramma della fame e dell’insicurezza alimentare, che investe una parte considerevole dell'umanità."
"Un dramma di tali dimensioni interpella la nostra coscienza: è necessario affrontarlo con decisione, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri".
Si è detto convinto il Papa che vada “rivalutato il ruolo e il potere politico degli Stati”, limitati nella loro sovranità nel “nuovo contesto economico-commerciale e finanziario” globale. Ha invocato poi “la responsabile partecipazione dei cittadini alla politica nazionale e internazionale, grazie pure a un rinnovato impegno delle associazioni dei lavoratori” ed ha rivendicato per i media “un ruolo di “primo piano” al fine di potenziare il dialogo “tra culture e tradizioni diverse”. Tutti sono chiamati a raggiungere questi obiettivi, “economisti, politici, produttori e consumatori”, laddove “i diritti presuppongono corrispondenti doveri” per non trasformarsi “in arbitrio.”
Del resto “l’economia - ha ribadito Benedetto XVI - ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento; e cosi anche nell’economia di mercato “la regola non può essere solo il profitto”. Di fronte a problematiche tanto vaste e profonde del mondo di oggi, Benedetto XVI ha ipotizzato “un’Autorità politica mondiale regolata dal diritto”, che si attenga a principi di sussidiarietà e solidarietà”, “nel rispetto della grandi tradizioni morali e religiose dell’umanità.”
Infine l’invito di Benedetto XVI a pregare per i capi di Stato e di governo del G8 riuniti a L’Aquila.
"Da questo importante summit mondiale possano scaturire decisioni ed orientamenti utili al vero progresso di tutti i Popoli, specialmente di quelli più poveri".
Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha ricevuto, in una saletta attigua l’Aula Paolo VI, le consorti dei leader politici del G8, accompagnate dalle ministre italiane, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Presenti all’incontro le mogli del presidente messicano Calderon, del presidente sudafricano Zuma, del premier britannico Brown, del premier indiano Singh, del primo ministro svedese Reinfeldt, del presidente della Commissione europea Barroso, oltre ad una responsabile nigeriana dell'agenzia Ifad. Dopo l’incontro, le first ladies si sono recate ai Giardini Vaticani, passando per la Grotta di Lourdes e sono poi entrate nella Basilica di San Pietro.
I commenti alla "Caritas in veritate" dei cardinali Renato Raffaele Martino e Paul Joseph Cordes
◊ Come prevedibile, vasta eco nel mondo hanno suscitato le affermazioni di Benedetto XVI contenute nell’Encilica Caritas in veritate. Luca Collodi ha chiesto un commento a uno dei relatori che ieri hanno presentato il documento ai giornalisti, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
R. - E’ questa l’intenzione del Papa: quella di rivolgersi a tutte le persone, a tutti gli uomini di buona volontà e anche a tutte le religioni ed ai loro rappresentanti, perche la religione deve essere ormai parte della vita pubblica e deve trovare un posto nella sfera pubblica, perché ha la sua parola da dire. E ciò è importante nel momento in cui il relativismo ed il laicismo vogliono escludere ogni espressione religiosa dalla vita pubblica.
D. - L’Enciclica invita l'uomo a ripensare se stesso nel rapporto costante tra fede e ragione...
R. - Assolutamente. E questo è proprio importante. La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede. E questo vale anche per la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. Ma, allo stesso momento, la religione ha bisogno di essere purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto umano e per rimanere a contatto con le realtà terrene.
D. - Il mercato non è però il "male"...
R. - La Dottrina sociale della Chiesa da sempre riconosce la legittimità del profitto, del mercato, altrimenti non ci sarebbe incentivo a mettere sul mercato nessuna cosa. Però, non deve essere lasciato in balia di se stesso per il maggiore profitto, ma deve essere controllato innanzitutto dallo Stato. Ma ci sono molte altre maniere di esercitare un controllo, ad esmpeio attraverso le associazioni dei consumatori, importanti in quest'ottica. Inoltre, il mercato deve anche interessare chi produce, quindi i lavoratori: anche loro hanno la loro parte di interesse e, quindi, il profitto non deve andare sempre unicamente all’imprenditore, all’impresa, ma deve tener conto di tutti quelli che partecipano alla produzione di un bene.
D. - Per questo l’Enciclica chiede anche una riflessione sul modo di fare sindacato?
R. - Sì. Ha ripetuto e ripete l’incoraggiamento che la Chiesa, con la Dottrina sociale, ha sempre dato ai sindacati. Naturalmente, in questa era di globalizzazione i sindacati devono fare uno sforzo di modernizzazione, perché con la globalizzazione il mercato del lavoro si estende a tutto il mondo. Devono fare lo sforzo di mettersi alla pari della globalizzazione. E’ importante, ma troveranno sempre l’appoggio della Chiesa e della Dottrina sociale per questo.
D. - Si chiedono anche riforme e meno burocrazie anche agli organismi internazionali, soprattutto per vincere le povertà…
R. - C’e una critica molto severa, perche talvolta l’aiuto allo sviluppo è un aiuto agli sviluppatori. Cioè, di un qualsiasi programma, non solo dell’Onu ma anche di tante altre Organizzazioni, gli addetti alla sua realizzazione percepiscono lauti stipendi e spesso i riceventi nei Paesi in via di sviluppo sono quasi una scusa per mantenere in piedi un programma che aiuta, piuttosto, le tasche dei promotori. Ma quello che tengo soprattutto a dire e che l’Enciclica ha parole di apprezzamento per le Nazioni Unite e per le sue agenzie, sottolineando - e questa è la richiesta di anni, dal tempo in cui io rappresentavo la Santa Sede all’Onu - la necessità di una riforma.
D. - Anche il rispetto della vita è alla base dello sviluppo umano?
R. - Certo. L’Enciclica richiama i due documenti, l’Evangelium Vitae e l’Humanae Vitae. In più di un passaggio, si fa riferimento al rispetto della vita perché è la condizione necessaria per poter godere di tutti gli altri diritti, così pure come l’altro riferimento è quello alla libertà di religione. Ora questo è importante, e c’è pure una condanna chiara all’aborto, all’eutanasia, alle modificazioni embrionali. L’Enciclica ci dà un quadro generale su tutte queste cose, delle direttive, dei consigli su tutto quanto è dibattuto oggi in questo mondo globalizzato.
Sulla terza enciclica di Benedetto XVI, la prima di carattere sociale, si è soffermato anche l’altro relatore in conferenza stampa, il cardinale Paul Joseph Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Al microfono di Hélène Destombes, della nostra redazione francese, il porporato ha evocato la particolarità della Caritas in veritate rispetto alle precedenti Encicliche sociali, in particolare la Rerum Novarum di Leone XIII e la Populorum Progressio di Paolo VI:
R. - Pour moi, le neuf dans cette encyclique est dans le fait que elle s’occupe …
A mio avviso, la novità di questa Enciclica sta nel fatto che essa si concentra maggiormente sugli attori che devono operare il bene, piuttosto che sulle cose che debbono essere cambiate. All’inizio, c’è soprattutto la miseria nella società e contro questa miseria la dottrina sociale della Chiesa ha reagito ed ha suggerito dei cambiamenti o piuttosto una giustizia maggiore. Oggi vediamo che è necessario cambiare le cose, ma è necessario cambiarle attraverso le persone che hanno la responsabilità e il potere per operare questi cambiamenti. Questo, a mio avviso, è l’elemento nuovo nella dottrina sociale. E’ vero anche che è intervenuta la crisi economica: negli ultimi 40 anni, dopo la pubblicazione della Populorum Progressio, il mondo è cambiato molto in diversi ambiti. La tutela della vita, l’ecologia, l’universalità del mercato, la globalizzazione sono ambiti nuovi sui quali l’enciclica si pronuncia. Secondo me, l’elemento essenziale è la visione degli “attori”, delle persone che devono cambiare, che possono cambiare, e quindi l’appello rivolto a questi “attori”.
D. – Possiamo dire che non si tratta di una critica alle strutture economiche attuali, ma che in realtà il Papa si rivolge all’uomo, perché è il cuore dell’uomo che egli vuole raggiungere?
R. – Bien sur! Je pense que la critique est assez dure et assez claire. …
Certamente. La critica è molto dura e anche molto chiara. Il Santo Padre suggerisce che le persone - come ad esempio in questo momento i partecipanti al G8 - debbano impegnarsi per cambiare le strutture, perché noi tutti dipendiamo anche dalle strutture. Fu Giovanni Paolo II ad introdurre il concetto di “peccato della struttura” e all’inizio la sorpresa fu grande. E’ necessario avere non soltanto buona volontà, ma anche premere sui responsabili affinché essi riflettano e cambino le strutture.
Nomine
◊ In Francia, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Nantes, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Georges Soubrier. Al suo pposto, il Papa ha nominato mons. Jean-Paul James, finora vescovo di Beauvais. Mons. James ha conseguito la Licenza in Scienze Economiche presso l’Institut National de Sciences Economiques di Parigi. E’ entrato, quindi, nel Seminario Maggiore Saint-Yves a Rennes, dove nel ha ottenuto il Baccalaureato. Ha perfezionato gli studi di Teologia a Roma, nel Seminario Francese, licenziandosi in Diritto Canonico e laureandosi in Teologia Morale, presso la Pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote, è stato fra l'altro vicario parrocchiale, docente, responsabile del Servizio vocazionale diocesano. E' stato anche assistente della Antenne de l’Arche a Bruz. E' stato eletto vescovo di Beauvais nel 2003. Nella Conferenza episcopale francese è membro della Commissione Dottrinale.
In Brasile, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Apucarana (Brasile), presentata per raggiunti limiti di età da mons. Luiz Vicente Bernetti. al suo posto, Benedetto XVI ha nominato il sacerdote Celso Antônio Marchiori, finora parroco della parrocchia Santissimo Sacramento nell’arcidiocesi di Curitiba. Il neo presule ha 51 anni e ha compiuto gli studi filosofici presso la Pontificia Università Cattolica del Paraná e quelli teologici presso lo Studium Theologicum Claretianum di Curitiba. dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto tra gli altri gli incarichi di rettore del Seminario Minore “São José”, membro del Consiglio presbiterale, presidente della Arsem (Assembléia dos Reitores e Formadores dos Seminários de Curitiba), coordinatore della Formazione permanente del clero giovane, assistente ecclesiastico del “Movimento das Capelinhas”, consigliere spirituale delle “Equipes de Nossa Senhora”, responsabile per i Movimenti Ecclesiali presso la Commissione diocesana per la Pastorale. Dal 2007 è rettore del Seminario “Santíssimo Sacramento” per i seminaristi dell’ultimo anno di formazione, responsabile per l’accompagnamento dei Sacerdoti di recente ordinazione.
Pubblicato il Motu proprio "Ecclesiae unitatem" con il quale il Papa ristruttura la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", incaricata dei rapporti con i lefebvriani
◊ Con un Motu Proprio Ecclesiae unitatem, datato 2 luglio 2009 e reso noto oggi, Benedetto XVI ha provveduto alla ristrutturazione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che Giovanni Paolo II istituì nel 1988 all’indomani della scomunica inflitta all’arcivescovo Marcel Lefebvre e ai quattro vescovi della Fraternità San Pio X ordinati dal presule francese senza mandato pontificio. Nella nuova configurazione, la Commissione Ecclesia Dei è strettamente collegata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, il cui prefetto - il cardinale William Joseph Levada - è stato contestualmente nominato dal Papa presidente della medesima Commissione. I particolari del documento nel servizio di Alessandro De Carolis:
Una decisione assunta “per mostrare paterna sollecitudine verso la ‘Fraternità San Pio X’ al fine di ritrovare la piena comunione con la Chiesa”. Sta in questa dichiarazione finale di Benedetto XVI l’essenza del Motu proprio Ecclesiae unitatem con il quale il Papa ha ridisegnato la struttura e l’organigramma della Commissione Ecclesia Dei, dando seguito peraltro a un’intenzione già annunciata nel precedente Motu proprio del 2007, il Summorum Pontificum. Nel documento, in tre punti, Benedetto XVI stabilisce il nuovo volto della Commissione, 21 anni dopo la sua istituzione voluta da Papa Wojtyla: primo, il presidente della Commissione è il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Secondo, la nuova struttura viene dotata di un suo segretario e di suoi officiali. Terzo, presidente e segretario sottoporranno “allo studio e al discernimento” del dicastero per la Dottrina della fede “i principali casi e le questioni di carattere dottrinale”. Questo poiché - afferma Benedetto XVI - di “natura essenzialmente dottrinale” sono i “problemi” che persistono con la Fraternità San Pio X e finché tali questioni “non saranno chiarite”, impediranno ai ministri della Fraternità di possedere “uno statuto canonico nella Chiesa” e “di esercitare in modo legittimo alcun ministero”.
Nel testo del Motu proprio, diffuso in latino e in italiano, Benedetto XVI ricorda anzitutto la finalità con la quale nel 1988 venne istituita la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”: ovvero, quella di “facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre”, pur conservando le loro “tradizioni spirituali e liturgiche”, secondo il Protocollo firmato nel maggio dell’88 dall’allora cardinale Ratzinger e dallo stesso Mons. Lefebvre”. A questo proposito, il Papa rammenta anche la facoltà di usare il Missale Romanum del 1962 concessa due anni fa con il Motu proprio Summorum Pontificum, da intendersi - ribadisce - in quella duplice linea di servire la “comunione universale della Chiesa” e al contempo di compiere “ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla”. Anche la recente remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, lo scorso 10 marzo, è stato - prosegue il Papa - un provvedimento adottato per “liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave”, nello “stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale”.
In un comunicato diffuso in occasione dell’Ecclesiae unitatem, il cardinale William Levada, nella sua nuova veste di presidente della Commissione Ecclesia Dei, in aggiunta a quella di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha espresso gratitudine a Benedetto XVI “per la fiducia mostrata con questa decisione”, assicurandolo sull’impegno “per il dialogo dottrinale con la Fraternità Sacerdotale di San Pio X”. Anche il Papa, da parte sua - informa il comunicato - “ha vivamente ringraziato” con una sua Lettera autografa il precedente responsabile della Commissione, il cardinale Darío Castrillón Hoyos, per la sua “grande dedizione al lavoro della Commissione Ecclesia Dei”. E un saluto di ringraziamento del Pontefice per il tramite del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è stato rivolto a Mons. Camille Perl "per tanti anni di servizio alla medesima Commissione". Lo stesso cardinale Levada si è unito ai riconoscimenti, estendendoli a tutto il precedente staff della Commissione, “il cui lavoro – si legge nella nota ufficiale - sarà ora ripreso dai Membri della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché da esperti scelti secondo le necessità per studiare questioni particolari”. Infine, il comunicato chiude con il benvenuto del cardinale Levada a mons. Guido Pozzo, nuovo segretario della Commissione, finora, aiutante di studio dell’Ufficio Dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Criteri morali per le scelte economiche: all’udienza generale il Papa parla della “Caritas in veritate”.
Non c’è vero sviluppo senza etica: in prima pagina, il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, sulla nuova enciclica.
In rilievo, nell’informazione internazionale, il vertice del G8.
L’uomo malato e la brutalità dei sani: in cultura, Ferdinando Cancelli su Romano Guardini e le “tribolazioni umane”.
Un articolo di Luca Pellegrini dal titolo “Le valigie si legano ancora con lo spago”: l’immigrazione raccontata in tv da un documentario di Luca De Mata.
Maurizio Fontana intervista Pelé: il calcio di ieri e di oggi, i valori morali, la solidarietà.
Al via il G8 a L'Aquila: leader al lavoro per discutere di riforma dell'economia mondiale e di commercio internazionale
◊ Ha preso ufficialmente il via il summit del G8 nella sede italiana di Coppito, alle porte del capoluogo abruzzese de L'Aquila. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha accolto i leader dei Paesi membri riuniti per una colazione di lavoro incentrata sulle questioni economiche. In mattinata, la visita della cancelliera tedesca, Angela Merkel, ad Onna, una delle località maggiormente colpite dal recente sisma. Nel pomeriggio, i capi di Stato e di Governo del G8 discuteranno di lotta alla povertà ed ambiente. Il servizio del nostro inviato a L’Aquila, Stefano Leszczynski:
E’ un Berlusconi visibilmente teso quello che nella tarda mattinata ha accompagnato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, per un sopralluogo nelle aree colpite dal terremoto. Accadrà lo stesso nel pomeriggio con i presidenti statunitense, Barack Obama, e quello russo, Dmitri Mevedev, che visiteranno il centro de L’Aquila, devastata dal sisma. Nella Caserma della Guardia di Finanza di Coppito, sede del vertice, i leader sono in queste ore al lavoro per discutere le misure necessarie ad una riforma dell’economia mondiale e del commercio internazionale. Sul tavolo delle trattative, il documento redatto dalla presidenza italiana che in 12 regole dovrebbe istituire degli standard globali per un’economia più etica. Una particolare attenzione in questo senso è dedicata alla riforma delle istituzioni finanziarie e all’eliminazione dei "paradisi fiscali" entro il 2010. La bozza del documento, che prevede anche la messa al bando di qualsiasi forma di protezionismo, ha già incassato il sì della maggior parte dei leader del G8, oltre a quello dell’Ocse, che ha contribuito alla sua stesura, e del Fondo monetario internazionale.
Molto atteso dalle organizzazioni non governative, che seguono da vicino il vertice, è l’incontro pomeridiano sulle cause ed i rimedi contro la dilagante povertà nel mondo. L’emergenza più grave è ancora quella della sicurezza alimentare con un miliardo e mezzo di persone che soffrono la fame. In materia di stanziamento di nuovi fondi per lo sviluppo e la lotta alla povertà, è molto attesa al vertice un’iniziativa congiunta della presidenza italiana e dell’amministrazione americana che dovrebbe garantire un finanziamento "una tantum" di circa 16 miliardi di euro. Una cifra dunque importante, ma che viene tuttavia ritenuta di gran lunga insufficiente dalle organizzazioni non governative presenti al summit, che stimano il fabbisogno finanziario per la lotta alla povertà in 23 miliardi di dollari all’anno da qui al 2012. Sempre nel pomeriggio, i lavori si sposteranno sulle grandi questioni dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, per terminare in serata con una sessione dedicata ai temi più delicati della politica internazionale. Insomma, un approccio complessivo alle questioni globali, non senza un'attenzione particolare alle parole di Benedetto XVI.
Tra i temi che la presidenza italiana ha inserito in agenda, oltre alle misure per contrastare la crisi economica globale, ve ne sono diversi legati alla cooperazione, allo sviluppo, con un’attenzione particolare all’Africa. Ma qual è l’obiettivo delle ong presenti al Summit? Stefano Leszscynski lo ha chiesto a Farida Bena, responsabile dell’Ufficio campagne di Oxfam International:
R. - Quello semplicemente di mantenere le promesse che i leader del G8 ci stanno facendo da anni, in particolare dal 2005, quando hanno promesso di destinare 50 miliardi di dollari in più per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, la metà dei quali all’Africa entro il 2010. Il 2010 sta per arrivare e, purtroppo, queste promesse stanno per essere ancora una volta disattese. Manca all’appello la cifra 23 miliardi di dollari, quindi più o meno 16 miliardi di euro. E’ una somma che i leader del G8 dovranno racimolare nel giro di un anno. Noi chiediamo, anzitutto, che la promessa venga mantenuta perché, in un anno di crisi, l’impatto che la recessione globale sta avendo sui Paesi in via di sviluppo è semplicemente catastrofico. Inoltre, i leader del G8 devono spiegare come intendono mantenere questa promessa. Secondo le nostre fonti, la promessa verrà ribadita ancora una volta quest’anno e vorremmo tanto che non restasse soltanto su carta.
D. - Spaventa poi un po’ l’intenzione, da parte di tutti i grandi Paesi industrializzati, di voler investire nei Paesi poveri. Questo presenta dei rischi? Spesso si è parlato di sfruttamento eccessivo per colpa della globalizzazione...
R. - Abbiamo sentito parlare effettivamente molto di investimenti, di finanza innovativa, di altri "attori chiave" dei Paesi in via di sviluppo, oltre ai governi del G8 e agli Stati. Sicuramente, questo nuovo scenario è interessante e potrebbe anche essere letto in chiave positiva. Quello che però noi chiediamo, come Oxfam e Ucodep (Unità e cooperazione per lo sviluppo dei popoli), è di non dimenticare il ruolo centrale che hanno i governi del nord e del sud del mondo nel coordinare una serie di politiche commerciali e sociali. Tali politiche si devono coordinare in modo che il risultato dell’investimento globale nei Paesi in via di sviluppo sia coerente soprattutto con le priorità che le popolazioni più vulnerabili decidono per se stesse. Parlare di investimenti senza onorare degli impegni che sono stati presi in precedenza e che vedono come protagonisti gli Stati e i governi, rischia poi veramente di aprire la strada allo sfruttamento e a possibili perversioni di questo meccanismo. Perciò ben vengano altre soluzioni se si aggiungono a quelle già previste e già promesse dai leader del G8.
Ma quali sono oggi le sfide più urgenti per i Paesi sviluppati? Risponde, sempre al microfono di Stefano Leszscynski, la portavoce italiana della Campagna contro la povertà, Laura Ciacci:
R. - E’ evidente che la ripresa economica può essere strettamente connessa ad un impegno globale sulla sicurezza. Rispetto ai cambiamenti climatici, vuol dire anche aprire la strada ad un’economia verde. “Green economy” significa orientare degli investimenti in modo diverso e dare un impatto alla ripresa economica. Si deve anche garantire lo sviluppo dei Paesi del sud del mondo e dare risposte alle problematiche relative alla sicurezza alimentare. Gli investimenti che si richiedono in questo ambito sono finalizzati a favorire e a dare ad organismi come la Fao ulteriori fondi per lo sviluppo dell’agricoltura locale. Uno sviluppo che possa salvare dalla fame milioni e milioni di persone. L’impegno economico richiesto - cioè quello di raggiungere, entro il 2015, lo 0,7% del Pil dei Paesi ricchi in aiuti allo sviluppo - permetterebbe di aggiungere ulteriori fondi per garantire tutto questo. Costerebbe molto di meno, adesso, rispettare questi impegni, piuttosto che affrontare le cause legate ai cambiamenti climatici, al peggioramento della povertà e alla sicurezza. E’ poi evidente che, rispetto alle emissioni, i 100 Paesi più poveri del mondo - che sono i più vulnerabili ai cambiamenti climatici - sono responsabili solo del 3% delle emissioni globali di gas serra. Questi dati possono, da soli, bastare a far capire come l’impegno economico richiesto sia poca cosa rispetto al risultato.
D. - Un commento sull’importanza di questo coinvolgimento dei Paesi più poveri e se questo potrà essere un pungolo per i grandi…
R. - E’ evidente, ormai, che il mondo non può essere governato solo da pochi. Questo, però, significa anche doversi assumere un’altra responsabilità: riconoscere il vero luogo democratico da cui governare il mondo. Questo luogo, per noi, sono le Nazioni Unite, che hanno bisogno di essere riformate per divenire realmente efficaci. Tutti insieme dovremo impegnarci in questo compito. Bisogna che tutto il mondo sia insieme e faccia partecipare anche i cittadini attraverso la loro responsabilità collettiva nel governo del mondo.
E a margine del G8, il presidente statunitense, Barack Obama, prima di raggiungere l’Aquila ha incontrato al Quirinale il capo dello stato Giorgio Napolitano. Obama ha lodato “la forte leadership del governo italiano in occasione del G8”. Il presidente americano ha inoltre voluto attestare la stima e "l'integrità morale" del presidente italiano. Da parte sua, Napolitano ha sottolineato la collaborazione e la convergenza di vedute tra l’Italia e gli Stati Uniti. Il servizio di Linda Giannattasio:
È durato poco meno di un’ora fa l’incontro a Roma tra il presidente statunitense, Barak Obama, e il capo dello stato, Giorgio Napolitano. Quarantacinque minuti di colloquio al termine dei quali Napolitano ha voluto sottolineare come i provvedimenti presi dall’amministrazione Obama abbiano trovato pieno consenso in Italia, sia nell'opinione pubblica sia tra le forze politiche. Una convergenza di vedute messa in rilievo anche dal capo della Casa Bianca, che ha parlato di proposte e posizioni comuni nella preparazione del G8, in particolare rispetto alla questione della crisi economica, in merito alla quale Obama ha dichiarato: bisogna "aumentare gli standard per le istituzioni finanziarie per assicurare che crisi come quelle che ci sono state non si ripetano".
Tra i temi affrontati anche il nucleare. I due leader concordano sulla necessità di parlare con Paesi come Iran e Nord Corea, per convincerli a non "intraprendere una corsa alla proliferazione nucleare". Comune tra i due presidenti è stato poi l'auspicio che l'Unione Europea rafforzi il proprio ruolo sulla scena internazionale. “l'Europa ha molto da dire - ha affermato Napolitano - ma potrà farlo a condizione che rimanga unita". Un pensiero quindi anche al sisma de L’Aquila e alla ricostruzione, alla quale parteciperanno con alcuni progetti anche gli Usa: un’aiuto alle popolazioni colpite dal sisma che Obama ha definito un "omaggio al profondo legame tra Italia e Stati Uniti".
Diverse manifestazioni di protesta hanno preceduto e accompagnato l’apertura del vertice a L’Aquila. A Roma, in particolare, cinque persone sono state fermate dalla polizia mentre stavano esponendo uno striscione contro il G8. Quattro giovani olandesi sono stati inoltre fermati dalla polizia stradale, che ha trovato sulla loro auto caschi e maschere antigas.
Brasile: i vescovi rinviano al 2010 un incontro pastorale per il rischio virus H1N1
◊ La Conferenza dei vescovi del Brasile annuncia in una nota di aver rinviato all’anno prossimo, a causa dei rischi per la diffusione dell’influenza A da virus H1N1, un grande incontro sulla comunicazione in America Latina che doveva svolgersi questo mese a Porto Alegre, nello Stato di Rio Grande do Sul. Il “Mutirão de Comunicação América Latina e Caribe” si doveva infatti svolgere dal 12 al 17 luglio a Porto Alegre, con tremila ià iscritti e una stima prevista di 50 mila partecipanti. Ma l’aumento dei casi dell’influenza A da virus H1N1, soprattutto in Argentina, confinante con gli Stati brasiliani del sud, ha sconvolto i programmi. “Mutirão”, riferisce l’agenzia Sir, è un termine brasiliano che deriva dalla lingua indigena “tupi” e indica uno sforzo collettivo gratuito per partecipare alla costruzione di un bene comune. “Una nota ufficiale della Segreteria della salute dello Stato del 6 luglio scorso - ha affermato l’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale brasiliana - ci ha messo in guardia sui rischi della diffusione del virus nei mega-eventi con migliaia di partecipanti”. L’incontro - che comprende, tra l’altro, anche la consegna del “Premio della comunicazione”, promosso dai vescovi brasiliani - sarà quindi rinviato al periodo dal 3 al 7 febbraio 2010, sempre a Porto Alegre. “La tutela della vita e della salute - precisa la nota - devono prevalere sopra qualsiasi evento”. (A.D.G.)
Spagna: formazione di volontari per catechesi e aiuti umanitari in Perù
◊ Un progetto di formazione catechistica e di aiuti umanitari in alcuni dei villaggi più poveri della Cordigliera delle Ande è l’iniziativa alla quale parteciperanno i giovani provenienti dalla città di Valencia, in Spagna. Studenti, professionisti e due sacerdoti dall'Associazione “Almudí” di Valencia, sono partiti ieri dalla parrocchia di San Josemaría Escrivá di Valencia per il Perù. I volontari, ricorda il Sir, collaboreranno per tutto il mese di luglio con i seminaristi peruviani nell'evangelizzazione che sarà fatta direttamente nelle case vacanze invernali sulle Ande. Visiteranno i villaggi a più di cinquemila metri di altezza, luoghi in cui il sacerdote può andare di norma una sola volta l’anno. I giovani terranno catechesi d’iniziazione ai Sacramenti, lezioni ad altri giovani e adulti, visiteranno i due ospedali e il carcere di Cañete. Sono previste lezioni nei collegi e in altri centri educativi sui valori, la vita cristiana, la prevenzione dell'alcolismo, la tossicodipendenza e la violenza contro le donne. Un concorso dal titolo “Cos'è per te un sacerdote” sarà organizzato proprio in occasione dell'Anno sacerdotale, indetto dal Papa. (M.P.)
Mogadiscio: continuano i conflitti, chiusi anche i centri di assistenza sanitaria di Msf
◊ Decine di civili hanno perso la vita e centinaia di persone sono in fuga da Mogadiscio a causa dei continui bombardamenti, delle esplosioni e dei combattimenti fra i diversi gruppi armati. La capitale della Somalia - denuncia Medici senza frontiere (Msf) in un comunicato stampa - è sprofondata nel caos e l’Associazione è stata costretta a chiudere i suoi centri di salute nella zona. Gli operatori di Msf, così come il resto della popolazione, sono fuggiti verso Afgooye e Jowhar per proteggere le proprie vite e quelle dei familiari. La scorsa settimana, l’Associazione ha chiuso un ospedale pediatrico e tre cliniche nel nord di Mogadiscio. Alfonso Verdu, responsabile dei progetti in Somalia, ha dichiarato che uomini armati hanno preso il controllo di alcune delle strutture mediche impedendo l’assistenza sanitaria e umanitaria alla popolazione. Mezzo milione di persone si è rifugiato lungo la strada per Afgooye, a ovest di Mogadiscio ma acqua e cibo scarseggiano. Il sovraffollamento dei campi aumenta il rischio di epidemie, come il colera e il morbillo. Msf lancia un appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto, affinché rispettino le strutture sanitarie dell’organizzazione e il lavoro dei suoi operatori umanitari somali, che sono riusciti a garantire assistenza medica e umanitaria nelle peggiori condizioni. “Nonostante tutto quello che è accaduto, intendiamo continuare a lavorare nel Paese; i bisogni sono enormi e le principali vittime di questo conflitto sono civili, soprattutto donne e bambini”, dichiara Benoit Leduc, capo missione di Msf in Somalia. Lo staff di Medici senza frontiere realizzava una media di 2.500 visite la settimana e aveva in cura circa 400 bambini malnutriti, al momento della sospensione delle attività. Negli ultimi tre mesi, Msf ha registrato numerosi incidenti di sicurezza. Ad aprile, due operatori dell’organizzazione umanitaria sono stati sequestrati per una settimana a Huddur, nella regione di Bakool. Il 18 giugno scorso, un operatore è stato vittima di un’esplosione che ha ucciso altre trenta persone. Sempre a giugno, è stato attaccato un automezzo di Msf a nord di Galcayo e nell’incidente ha perso la vita la madre di un paziente. (M.P.)
Anno Sacerdotale: iniziative delle Chiese italiane per un rinnovamento spirituale
◊ Le Chiese locali di Asti, Isernia, Tursi - Lagonegro e Iglesias, hanno accolto come occasione di rinnovamento spirituale l’invito di Papa Benedetto XVI di rimettere al centro il sacerdote. In un viaggio in alcune Diocesi italiane, l’Avvenire ha descritto i diversi modi di realizzazione della proposta del Papa in occasione dell’apertura dell’Anno Sacerdotale. In uno scenario naturalistico delle Alpi nel Santuario mariano di Oropa, la diocesi di Asti ha organizzato il 4 luglio scorso un raduno di 1600 fedeli e di oltre 40 sacerdoti. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di ridisegnare l’attuale suddivisione delle 120 parrocchie a fronte dei cinquanta sacerdoti disponibili. Il vescovo della Diocesi astigiana, monsignor Francesco Ravinale, ha sottolineato, durante la sua visita al Santuario, l’esigenza di una nuova stagione pastorale e di un maggiore coinvolgimento dei laici. Anche la cattedrale gremita di Isernia-Venafro, in Molise, ha celebrato l’inizio dell’Anno sacerdotale. Durante la Messa, il vescovo Salvatore Visco ha citato l’esempio di don Lorenzo Milani come profeta del nostro tempo e, nella sua omelia, ha cercato di scuotere le coscienze della comunità cristiana di fronte ai modelli di vita senza ideali veri. Ha parlato di pericolosità di alcuni programmi televisivi, che propinano la prospettiva di una felicità raggiungibile senza sforzi e di “città addormentate”, che si risvegliano solo in occasione delle feste patronali. Occasione di lucrare l’indulgenza e riscoprire le figure dei Santi presbiteri della Diocesi sono invece le novità che monsignor Francesco Nolé, vescovo di Tursi-Lagonegro, in Basilicata, ha presentato in una lettera ai sacerdoti e ai fedeli. Si pregherà per la santificazione e la purezza dei sacerdoti in diversi appuntamenti: il 10 novembre per Sant’Andrea Avellino, il 25 febbraio per il Beato Domenico Lentini, il 27 giugno il 14 e il 29 agosto per le ordinazioni presbiterali. Nei giorni scorsi, in Sardegna, nella Chiesa parrocchiale dedicata al Sacro Cuore di Gesù, il clero della città di Iglesias, con il vescovo Giovanni Paolo Zedda, ha vissuto una giornata di preghiera e riflessione sul ministero sacerdotale come “momento prezioso per contemplare le meraviglie che Dio ha compiuto e continua a compiere”. Ricordando le parole di Papa Benedetto XVI, monsignor Zedda ha ricordato infine come “la prima responsabilità dei sacerdoti è entrare nella Verità del Sacramento dell’Ordine, essere prete in Cristo ogni momento della giornata, più che fare il sacerdote”. (M.P.)
Kenya: i media cattolici difendano gli insegnamenti della Chiesa dagli attacchi
◊ “I media cattolici al servizio della verità, della pace, della giustizia e della riconciliazione”. Su questo tema si è svolto nei giorni scorsi il Festival dei Media cattolici, che ha visto riuniti a Nairobi esperti di comunicazione, produttori e giornalisti delle principali testate cattoliche del Kenya. L’evento, ospitato dal 2 al 5 luglio nella Basilica minore della Sacra Famiglia della capitale, è stato organizzato dai sei maggiori gruppi editoriali cattolici keniani, vale a dire: Radio Waumini, Ukweli Video productions, Seed Magazine, Paulines Publications, New People Media Centre ed il quotidiano National Mirror. Il Festival è stato un’occasione di condivisione e confronto sul contributo e il ruolo dei media cattolici nell’evangelizzazione e nella diffusione degli insegnamenti della Chiesa. Nella giornata di apertura, il sacerdote Moses Kago ha esortato i sei gruppi editoriali a offrire un’informazione che sia al servizio della gente e che aiuti la “crescita spirituale” delle persone. Intervenendo nella giornata conclusiva, il direttore di “Radio Waumini”, padre Martin Wanoyike, ha sottolineato, da parte sua, il forte bisogno di media che sappiano difendere con professionalità la fede e gli insegnamenti la Chiesa quando essa è oggetto di attacchi. Oltre a dibattiti, l’evento ha dato spazio a produzioni editoriali e seminari. Durante la quattro-giorni, il “Seed Magazine”, mensile dei Missionari della Consolata, ha presentato il suo primo numero sul web. (L.Z.)
La Caritas svizzera in prima linea per la ricostruzione di alcuni alloggi a L’Aquila
◊ Circa 2,5 milioni di franchi sono stati stanziati dalla Caritas svizzera per la ricostruzione di un centro comunitario e di una scuola de L'Aquila, colpita dal terremoto il 6 aprile scorso. Il primo edificio sarà costruito a Poggio di Roio e si svilupperà su due piani: il primo, suddiviso in alloggi, sarà destinato alle persone anziane e sole, che hanno difficoltà ad adattarsi negli alloggi temporanei dei terremotati. Successivamente, il centro verrà destinato agli emarginati dalla società, oppure agli studenti. In un secondo momento, la Caritas svizzera costruirà un edificio scolastico, del quale non si conosce ancora l'esatta ubicazione. La struttura comprenderà una scuola materna, un asilo e una scuola primaria. La situazione nell'area aquilana è preoccupante, afferma in una nota Erich Ruppen, responsabile di Caritas svizzera per la ricostruzione in Italia. Le necessità negli alloggi provvisori dei terremotati, ha aggiunto, sono enormi e, in vista dell’inverno, rimane poco tempo per trovare un riparo definitivo ai senzatetto che vivono ancora nelle tendopoli. Intanto, il governo italiano ha stabilito che, durante il mese di novembre, verranno messe a disposizione dei terremotati circa 13 mila abitazioni prefabbricate. (I.P.)
Abruzzo: vacanza a Sant’Antonino di Susa per una sessantina di terremotati
◊ Una vacanza in Valle di Susa per i terremotati della zona di Roio a L’Aquila. E’ il progetto “Un ponte per Roio”, promosso dalla società civile ed ecclesiale di Sant’Antonino di Susa, realizzato con la collaborazione dell’amministrazione cittadina. Da sabato 11 luglio al primo agosto, riferisce l’agenzia Sir, saranno previsti tre turni di vacanze settimanali, ciascuno di 20 persone, per chi vive nelle tendopoli che ospitano gli abitanti di Colle Roio, Santa Rufina, Poggio di Roio e Roio Piano. L’iniziativa, informa la parrocchia di Sant’Antonino, vuole “consentire ad una parte degli sfollati di riprendersi un po’ dell’intimità perduta e allontanare per qualche giorno i pensieri legati alla tragedia vissuta”. Per otto giorni, i gruppi saranno ospitati dalla comunità della Valle di Susa per trascorrere un periodo di vacanza”. Per gli aquilani saranno organizzate visite ai siti di interesse storico e culturale della Valle di Susa, a Torino e in Francia. (A.D.G.)
I vescovi lombardi invitano i fedeli a riflettere sul fenomeno delle migrazioni
◊ Rinnovare lo sforzo educativo sui temi dell’accoglienza e della dignità di ogni persona. Questo l’invito lanciato dai presuli lombardi ai fedeli delle comunità cristiane della Lombardia, al termine della sessione estiva della Conferenza episcopale lombarda (Cel). Provocati dalle parole pronunciate da Benedetto XVI nella nuova Enciclica Caritas in veritate, i vescovi sentono il dovere di riflettere sul tema delle migrazioni, che richiama i principi irrinunciabili dell’autentica razionalità e ancor più dell’insegnamento evangelico. In una società moderna come la nostra - si legge in un comunicato - che si fonda sul rispetto delle leggi, sul senso di responsabilità da parte di tutti, i cristiani sono chiamati ad operare con gli uomini di buona volontà affinché sia praticata la giustizia e rispettata la dignità delle persone, di tutte le persone. I cristiani, pertanto, devono farsi promotori di atteggiamenti e di una legislazione che riconoscano i diritti delle persone oneste (anche quando immigrate) e promuovano e sostengano la responsabilità sociale di questi “nuovi cittadini” provenienti da altri Paesi. Favoriscano inoltre la solidarietà verso tutti i soggetti più deboli e realizzino procedure praticabili, sensate ed efficienti per la regolarizzazione degli stranieri presenti da tempo nella nostra regione, ma formalmente irregolari solo perché la burocrazia rallenta e complica l’applicazione di regole già in vigore. "Favorire l’integrazione degli immigrati presenti nella nostra regione, alla ricerca di condizioni di vita oneste e dignitose - conclude il comunicato - è la via più promettente per realizzare una convivenza serena, che vinca la paura e giovi al bene comune". (A.D.G.)
L'11 luglio, a Roma, iniziative per la Giornata della memoria del genocidio di Srebrenica
◊ Nel giorno della memoria delle vittime del genocidio di Srebrenica, proclamato di recente dal Parlamento europeo per l’11 luglio, si terrà un incontro alla Casa della Memoria e della Storia di Roma in ricordo del crimine di guerra avvenuto nei Balcani nel 1995. Il genocidio di Srebrenica è stato definito da una risoluzione del Parlamento europeo come il maggior crimine di guerra perpetrato in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. In poco più di una settimana, furono uccisi più di ottomila persone ma secondo i familiari delle vittime i morti furono circa 12 mila. Il massacro della popolazione musulmana bosniaca di Srebrenica, compiuto dalle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić, ha avuto la definizione di genocidio dal Tribunale penale internazionale (Tpi) dell’Aja per l’ex Jugoslavia, il 19 aprile 2004. L’evento commemorativo è stato organizzato da Infinito edizioni in collaborazione con il Comune di Roma, l’Associazione Comunità della Bosnia Erzegovina, il Center for Ethics and Global Politics della Luiss Guido Carli e l’Associazione Planetnoprofit. Interverranno tra gli altri: il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, l’ambasciatrice di Bosnia Erzegovina presso la Santa Sede, Jasna Krivosic Prpic. (M.P.)
Spagna: eletto il nuovo superiore generale dei Padri Scolopi, padre Pedro Aguado
◊ Nel corso del 46.mo Capitolo generale dell'Ordine dei Padri Scolopi, il 4 luglio scorso, a Peralta de la Sal, in Spagna, è stato eletto generale padre Pedro Aguado, finora superiore della Provincia Emmaus, che comprende i religiosi e le comunità del Paese Basco in Spagna, Navarra, Andalusia, Bolivia, Venezuela, Brasile e Cile. L’incontro, iniziato mercoledì scorso, si concluderà il prossimo 25 luglio. Attualmente, sono 1.600 gli Scolopi, sacerdoti e fratelli, che svolgono la loro missione in 32 Stati dell'Europa, dell'Asia, dell'Africa e delle Americhe. I centri in cui operano sono 200. La loro opera di religiosi, sacerdoti, educatori è rivolta soprattutto a favore dei giovani attraverso l'insegnamento nella scuola, la catechesi, l'animazione dei gruppi e dei centri giovanili, le missioni, i centri educativi e di assistenza, le parrocchie. Il fondatore dell’ordine, San Giuseppe Calasanzio, è stato dichiarato santo nel 1767, ed il Papa Pio XII lo definì nel 1948 "celestiale patrono di tutte le scuole popolari cristiane". (A.D.G.)
Anno Paolino: Aimc, pellegrinaggio sulle orme dell'Apostolo in Turchia
◊ Un pellegrinaggio in Turchia “sui passi di San Paolo”. È l’iniziativa, in corso fino a sabato, promossa dall'Aimc (Associazione italiana maestri cattolici), al termine dell'Anno Paolino, conclusosi il 29 giugno scorso. L'intento è offrire una triplice opportunità, come ha spiegato in una lettera ai soci l'assistente nazionale, don Giulio Cirignano: innanzitutto, il pellegrinaggio rappresenta “una concreta opportunità in cui fare sintesi in vista di una più consapevole fede personale, in virtù dell’incontro con la persona e il magistero di San Paolo, riscoperti proprio in quei luoghi in cui presero vita e risuonarono, con potente suggestione, la prima volta”. In secondo luogo, ha continuato il sacerdote, “alla vigilia del prossimo Congresso dell’Aimc, fissato dal 2 al 5 gennaio 2010, il viaggio in Turchia sulle orme di San Paolo acquisterà un preciso valore simbolico per tutta l’associazione. Il valore, cioè, di una nobile tensione spirituale, di una sempre più alta esperienza di comunione e agape, di responsabilità ecclesiale, di testimonianza civile, quali connotazioni permanenti, continuamente da rinnovare, del nostro coinvolgimento associativo”. Infine, ha concluso don Cirignano, “l’iniziativa suggerisce e invita a coniugare e collegare intimamente fede e vita professionale, fede e vita associativa”. (A.D.G.)
Al via domani a Roma una mostra fotografica sulla tubercolosi
◊ “Tubercolosi, omissione di soccorso”, è il titolo di una mostra realizzata da Medici senza frontiere (Msf), in collaborazione con l’Istituto europeo di Design di Milano, che sarà inaugurata domani alle ore 17 presso il Cortile di Sant’Ivo alla Sapienza in Corso Rinascimento, 40, a Roma. La rassegna rimarrà esposta al pubblico fino al 31 luglio. Alle 8.30 verrà inoltre presentato, nel corso di un’audizione congiunta della Commissione per i Diritti Umani e della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il Rapporto “Tubercolosi, omissione di soccorso - l'impegno per gli investimenti italiani nella ricerca e lo sviluppo di nuove terapie contro una malattia globale". Il Rapporto era stato presentato il 16 giugno, nel corso di un dibattito organizzato dalla Commissione per i Diritti Umani del Senato e da Msf, presso la Sala capitolare del Senato della Repubblica. (A.D.G.)
Amnesty International in tour con gli U2 a Milano in difesa dei diritti umani
◊ “Ascoltare la voce di chi vive in povertà e riconoscere e proteggere i loro diritti umani”. Questo, l’appello lanciato da Amnesty International, all’interno della campagna mondiale “Io pretendo libertà”, indirizzato ai governi, alle grandi aziende e a tutti coloro che hanno potere. La campagna globale 'Io pretendo dignità'' intende denunciare e combattere le violazioni dei diritti umani, che rendono le persone povere e le intrappolano nella povertà. La rock band degli U2, testimonial di Amnesty International, ha deciso di sostenere l’iniziativa, nel corso del 360mo tour, iniziato la scorsa settimana a Barcellona. Ieri e oggi, lo stadio di San Siro di Milano ha ospitato le tappe italiane. Oltre tre milioni gli attivisti dell’organizzazione per i diritti umani, che hanno seguito l’evento. (A.D.G.)
I responsabili di gravi violenze nel Xinjiang saranno condannati a morte: lo annuncia il capo del Partito comunista cinese di Urumqi
◊ I responsabili di gravi violenze nella regione dello Xinjiang saranno condannati a morte. Lo ha annunciato il capo del Partito Comunista di Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang dove domenica sono esplosi scontri a sfondo etnico. Fonti giornalistiche riferiscono di episodi di linciaggio di “uighuri”, di origine musulmana, da parte di cinesi di etnia “han” anche nelle ultime ore. La Cina ha parlato di 156 morti, aggiungendo che la cifra definitiva potrebbe essere più alta. In un articolo pubblicato oggi sul Wall Street Journal, la Kadeer, un'imprenditrice di 62 anni che vive in esilio dal 2005, afferma che si parla anche di cento uighuri uccisi a Kashgar. A causa dell’aggravarsi delle tensioni, il presidente cinese, Hu Jintao, ha lasciato l’Italia, dove era giunto nei giorni scorsi per partecipare al G8, ed è rientrato in Cina. Giancarlo La Vella ha intervistato Stefano Vecchia, esperto di Estremo Oriente.
R. – Di fatto, sono contrasti che hanno anche delle fondamenta di carattere economico e sociale: da un lato, una minoranza che rischia di essere soverchiata e, dall’altro, una maggioranza che viene spinta ad entrare nelle terre delle minoranze, per cercare nuove possibilità di vita e di guadagno.
D. – Le autorità cinesi che cosa possono e che cosa vogliono fare per arginare questa violenza?
R. – Le autorità cinesi stanno intervenendo in modo deciso. La preoccupazione maggiore è quella di tenere separate le due etnie. Indubbiamente nella situazione, Pechino ha una forte responsabilità: da un lato, quella di mantenere o ripristinare l’ordine e, dall’altra, quella anche di tener conto delle istanze, delle ragioni degli uighuri, che vengono sovente discriminati anche in casa propria e che all’esterno della provincia sono considerati come manovalanza di basso costo.
D. – Spesso il governo di Pechino viene accusato di non voler tutelare lo sviluppo delle culture locali. È lo stesso per quanto riguarda gli uighuri?
R. – La responsabilità di Pechino verso le minoranze è una responsabilità che ha una base nella Costituzione, che garantisce alle minoranze una loro certa autonomia e i loro tratti culturali. Di fatto, però, questi tratti culturali, questa autonomia e spesso anche il benessere di queste popolazioni minoritarie vanno a perdersi nell’assimilazione incentivata e a volte forzata all’interno della grande maggioranza han.
Iran
Un deputato riformista iraniano, Mohammad Reza Tabesh, ha detto che sono state 2.500 le persone arrestate dopo le contestate elezioni presidenziali del 12 giugno, di cui 500 sono ancora in carcere. Nei giorni scorsi il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, aveva detto che le persone arrestate erano 1.032, di cui i due terzi erano state rilasciate. Da parte sua l'ambasciatore francese in Iran, Bernard Poletti, fa sapere di aver parlato stamani al telefono con Clotilde Reiss, una lettrice universitaria francese di 23 anni in carcere a Teheran dal primo luglio, ma solo per pochi secondi. I diplomatici dell'ambasciata francese dovrebbero poter incontrare la giovane oggi o, più probabilmente, domani. Intanto la Segretaria di Stato americana, Hillary Clinton, si è detta favorevole a “sanzioni più pesanti” nei confronti dell'Iran per “cercare di cambiare il comportamento del regime” di Teheran. La Clinton ha espresso la “preoccupazione” di Washington per quello che ha definito il “mancato rispetto della democrazia”, da parte di Teheran, per la sua “ricerca di armi nucleari” e il suo “sostegno continuo al terrorismo”.
Pakistan
Almeno una persona è morta e tre sono rimaste ferite a causa di un’esplosione a Peshawar, nel nord-ovest del Pakistan. Nella notte almeno sei razzi sparati da un drone, presumibilmente statunitense, hanno colpito una località della regione tribale pachistana del Sud Waziristan, al confine con l'Afghanistan, considerata una roccaforte dei talebani del leader Beitullah Mehsud, provocando la morte di almeno otto-dieci persone.
Fissata la data per il secondo referendum in Irlanda sul Trattato di Lisbona
L'Irlanda terrà il suo secondo referendum sul trattato di Lisbona il prossimo 2 ottobre. Lo annuncia il primo ministro Brian Cowen, ricordando di aver ottenuto, il mese scorso, garanzie riguardo a possibili “interferenze” di Bruxelles nel campo del lavoro e nel sociale.
In Nigeria il Mend rivendica attentati contro Agip e Shell
I ribelli nigeriani del Mend hanno rivendicato un attacco contro un oleodotto dell'Agip e uno della Shell nella regione petrolifera del delta del Niger, nel sud della Nigeria. La rivendicazione è stata fatta via email dal portavoce dei ribelli. L'oleodotto dell'Agip, che alimenta il termina Brass, fa sapere il Mend, è stato sabotato all'altezza del ruscello Nembe; quello della Shell all'altezza del villaggio di Asawo. Per adesso la notizia non è stata ufficialmente confermata né da Agip né da Shell. Secondo quanto scrive la Reuters, Shell, Agip e l'americana Chevron sono state costrette a ridurre la loro produzione petrolifera nel delta del Niger di 273.000 barili al giorno nelle ultime sei settimane a causa dei ripetuti attacchi del Mend.
Repubblica Democratica del Congo
Sono almeno 400 mila le persone che, dal marzo scorso, hanno abbandonato la zona orientale della Repubblica democratica del Congo (Rdc), in fuga da combattimenti e violenze. Lo ha reso noto oggi il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr). Secondo il capo della delegazione del Cicr in Rdc - Max Hadorn - nella sola provincia di Kivu Nord, 300 mila civili hanno abbandonato le loro case. Mentre nel Kivu Sud in 100 mila hanno lasciato i loro villaggi per sfuggire ai saccheggi e alle violenze dei combattenti.
Indonesia
Sono cominciate in Indonesia le operazioni di voto per le elezioni presidenziali: tre i candidati in lizza, tra i quali il presidente uscente Susilo Bambang Yudhoyono è dato largamente favorito per un secondo mandato. Circa 176 milioni di elettori sono chiamati alle urne, in quella che è la terza più grande democrazia al mondo, in queste seconde elezioni presidenziali a suffragio universale diretto dall'avvento della democrazia nel 1998. I primi seggi hanno aperto alle 8.00 locali (l'una in Italia) in Papuasia occidentale, all'estremo est dell'immenso arcipelago di circa 17 mila isole. Le prime stime si conosceranno nella serata, mentre i risultati ufficiali dovrebbero essere annunciati entro alcune settimane. Dopo una campagna svoltasi senza violenze, Yudhoyono ha fatto appello ieri a “un voto che sia realmente onesto, libero e segreto”. I principali sondaggi danno il presidente uscente, un ex-generale di 59 anni, rieletto già al primo turno. I suoi avversari sperano invece di portarlo a un secondo turno, previsto per l'8 settembre: uno è l'attuale vice presidente, Jusuf Kalla; l'altro è Megawati Sukarnoputri, che ha presieduto l'Indonesia per tre anni prima di essere severamente sconfitto da Yudhoyono nel 2004.
Honduras
Il presidente de facto dell'Honduras, Roberto Micheletti, parteciperà al primo colloquio, in programma domani a San Josè, organizzato dal presidente del Costa Rica, Oscar Arias, nuovo mediatore nella crisi istituzionale del Paese centroamericano. Il rientro in patria del presidente deposto Manuel Zelaya “non è negoziabile”, ha precisato Micheletti, che ha ricordato: “qualche ora fa abbiamo parlato telefonicamente con Arias, per spiegargli che siamo pronti al dialogo. A condizione però, ha precisato, che non si parli del ritorno in Honduras di Zelaya, a meno che non voglia consegnarsi alla giustizia”. L'Interpol ha respinto il mandato di cattura internazionale richiesto dal governo golpista honduregno contro il presidente deposto Manuel Zelaya. Lo ha precisato la stessa Interpol in una nota subito rimbalzata negli ambienti pro-Zelaya a Tegucigalpa. Il comunicato precisa che la richiesta del governo de facto honduregno “non presenta alcun elemento di diritto” e viola il terzo articolo dello statuto dell'Interpol, il quale “proibisce all'organismo qualsiasi intervento in questioni di carattere politico, religioso, militare e razziale”. La scorsa domenica a Tegucigalpa “le autorità dell'Honduras, conclude la nota, hanno impedito che l'aereo in cui viaggiava il presidente Zelaya atterrasse all'aeroporto”, dove il governo de facto avrebbe potuto “far scattare un ordine d'arresto nazionale”.
Cecenia
Contrariamente alle voci diffusesi nei giorni sulla probabile morte di Doku Umarov, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha reso noto oggi che il leader della guerriglia nel Caucaso del nord è ancora vivo. Lo riferiscono le agenzie russe. Umarov è rimasto ferito in uno degli scontri che anche oggi hanno registrato altre vittime in Inguscezia e Daghestan, con un bilancio complessivo di due poliziotti, un militare e tre ribelli. Lo riferiscono le agenzie. Kadyrov ha riferito che nella caccia a Umarov sono state uccise tutte e cinque le sue guardie del corpo. “La prossima volta colpiremo giusto”, ha aggiunto.
Un accordo su Cipro è fattibile entro l’anno: l’ONU ottimista sulla questione Cipro
Le Nazioni Unite ritengono che una soluzione della “questione di Cipro”, ovvero la riunificazione dell'isola divisa dal 1974, sia “fattibile entro la fine dell'anno” e si aspettano che ad ottobre si raggiunga “un equo compromesso” nell'ambito dei negoziati in corso. È quanto ha detto, parlando alla Tv greco-cipriota CyBC, il portavoce dell'Onu sull'isola Josè Diaz. Secondo Diaz il presidente greco-cipriota Demetris Christofias ed il leader turco-cipriota Mehmet Ali Talat probabilmente avvieranno una seconda fase di colloqui per il riesame delle questioni discusse nei 35 incontri che hanno avuto dallo scorso settembre. I capi delle due comunità, come ha riferito la Famagusta Gazette, hanno già fissato 10 nuovi incontri prima di ottobre. Christofias e Talat - ha detto Diaz - cercheranno di ottenere una maggiore convergenza di opinioni sulle questioni più importanti e di restringere la lista degli argomenti da discutere nelle contrattazioni finali. Il portavoce dell'Onu ha affermato che un arbitrato condotto da terzi o il voler fissare una tabella di marcia per arrivare ad una soluzione sarebbe “una ricetta per il fallimento” ed ha ribadito che i due leader sono gli unici “proprietari” di questo processo di pace.
Prime multe della Commissione Europea in tema di energia
La Commissione Europea ha inflitto multe per un totale di 1.106 milioni di euro a E.On e alla sua filiale tedesca E.On Rihrgas da una parte e alla francese Gdf Suez dall'altra per aver concluso un accordo di ripartizione del mercato in violazione alle normative comunitarie. E.On e Suez dovranno così pagare un'ammenda di 553 milioni ciascuna. Si tratta delle prime multe inflitte dalla Commissione europea nel settore dell'energia, fa notare lo stesso esecutivo Ue in un comunicato. “Con questa decisione - ha sottolineato la commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes - la Commissione invia un segnale forte ai fornitori storici nel settore dell'energia e ricorda loro che non tollererà alcun tipo di comportamento anticoncorrenziale. La ripartizione dei mercati costituisce una delle forme più gravi d'infrazione alle regole antitrust”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 189
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