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Sommario del 23/06/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Una delegazione del Patriarca Bartolomeo I sarà a Roma dal Papa per la Festa patronale dei Santi Pietro e Paolo
  • Nell’Anno sacerdotale i pensieri di Benedetto XVI rivolti ai “fratelli sacerdoti”: intervista al direttore della Lev, don Giuseppe Costa
  • Il 4 luglio, il Papa inaugura i restauri della Cappella Paolina. Il 30 giugno la conferenza stampa di presentazione
  • Il cardinale Sandri all'incontro della Roaco: i cristiani restino in Terra Santa come testimoni del passaggio del Signore in mezzo a noi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Ignorato l'appello dell'Onu contro la fame nel mondo: la riflessione di Luca De Fraia, segretario dell'Ong "Action Aid - Italia"
  • Al seminario promosso dal Centro "Oasis" di Venezia, ribadita la necessità del dialogo tra cristiani e musulmani. Con noi, il cardinale Scola
  • Le Caritas diocesane a convegno a Torino ribadiscono l’impegno in favore delle famiglie colpite dalla crisi e dei terremotati abruzzesi
  • Chiesa e Società

  • Il Sud del mondo ancora nella morsa della crisi economica. Allarme fame nelle periferie africane
  • Honduras: preoccupazione dei vescovi per la situazione del Paese
  • Guatemala: sette evangeliche promettono beni materiali in cambio di conversioni
  • Sri Lanka: riparte il pellegrinaggio alla Madonna di Madhu, santuario a lungo ostaggio della guerra
  • Pax Christi Francia esorta Parigi a convocare una conferenza internazionale per la pace in Iraq
  • Siccità e tensioni politiche scuotono il Madagascar alla vigilia della festa nazionale
  • Nigeria: bocciata nello Stato federale di Imo una legge abortista
  • Namibia: nuovo appello delle Chiese cristiane in vista delle prossime elezioni
  • L’epidemia di Dengue ha già contagiato 10mila persone nello Sri Lanka
  • Sud Corea: primo caso di "eutanasia passiva". La reazione della Chiesa
  • Cambogia: primo incontro tra novizie, postulanti e seminaristi del Paese
  • In Tagikistan la Chiesa benedetta da tre nuove vocazioni religiose
  • Mons. Sgreccia rilancia il valore ontologico della dignità umana
  • Allarme dell’Ocse sul sistema previdenziale italiano: spesa per le pensioni da record
  • Al Circo Massimo di Roma la III edizione dell’Adunanza Eucaristica Nazionale
  • Polonia: il settimanale cattolico Niedziela apre un sito per l’Anno Sacerdotale
  • America Latina: costituzione di una rete di radio della Compagnia di Gesù
  • Olanda: arcivescovo di Utrecht lancia campagna vocazionale sul social network Twitter
  • Anno Paolino: in chiusura un "pellegrinaggio virtuale"
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Iran si conferma la linea dura e Francia e Svezia richiamano l’ambasciatore
  • Il Papa e la Santa Sede



    Una delegazione del Patriarca Bartolomeo I sarà a Roma dal Papa per la Festa patronale dei Santi Pietro e Paolo

    ◊   Per la Festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I invierà, come ormai avviene tradizionalmente, una sua delegazione a Roma, in cambio di quella inviata dal Papa al Fanar il 30 novembre per la Festa di Sant’Andrea, fratello di Pietro e protettore della Chiesa di Costantinopoli. Questo scambio di delegazioni fra Roma e Costantinopoli – ricorda oggi una nota del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani - ha avuto inizio con la prima visita, come presidente dell’allora Segretariato per l’unità dei cristiani, del cardinale Johannes Willebrands nel 1969. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    La delegazione del Patriarca Bartolomeo I è guidata quest’anno dal Metropolita di Francia Emmanuel, direttore dell’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione Europea, e composta inoltre dal vescovo di Sinope, Athenagoras, assistente del Metropolita del Belgio e dal reverendo diacono Ioakim Billis del Fanar. La delegazione parteciperà ai Vespri del 28 giugno, che saranno presieduti da Benedetto XVI in San Paolo fuori le Mura, dando inizio alla giornata di conclusione dell’Anno Paolino celebrato per il bimillenario della nascita di San Paolo. Lo scorso anno, in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino era stato presente - in concomitanza con la Festa dei Santi Pietro e Paolo - lo stesso Bartolomeo I. L’indomani, il 29 giugno, la delegazione sarà presente alla celebrazione che il Papa presiederà nella Basilica Vaticana. La delegazione, che come di consueto avrà delle conversazioni con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – sarà ricevuta da Benedetto XVI in udienza privata.

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    Nell’Anno sacerdotale i pensieri di Benedetto XVI rivolti ai “fratelli sacerdoti”: intervista al direttore della Lev, don Giuseppe Costa

    ◊   “Pensieri sul sacerdozio” di Benedetto XVI, raccolti in un piccolo libro, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, a suggellare l’apertura dell’Anno sacerdotale, inaugurato dal Papa il 19 giugno scorso. Il servizio di Roberta Gisotti:
     
    “Dio è la sola ricchezza che gli uomini desiderano trovare in un sacerdote”: il primo pensiero di Benedetto XVI in apertura del libro rivolto ai sacerdoti e non solo se tutti siamo interessati a capire in che cosa consiste la chiamata al sacerdozio. Al nostro microfono don Giuseppe Costa sacerdote e direttore della Libreria Editrice Vaticana, dunque editore e destinatario di questo piccolo ma prezioso compendio. Don Costa, osserva il Papa che la consacrazione sacerdotale è un “passaggio di proprietà”. Che cosa vuol dire?

    R. – Che il sacerdote non appartiene più a se stesso, ma appartiene a Gesù Cristo, appartiene a Dio, in quanto il sacerdote deve essere unificato con Cristo, deve identificarsi con lui. Questo significa che dovrà svuotarsi come Lui, fino alla salvezza di ogni uomo. Il cambio di proprietà significa che deve riprogettare tutto se stesso, non con la sua logica, ma con la logica stessa di Dio. E’ una scelta radicale, profonda, che cambia la vita di una persona.

     
    D. – Benedetto XVI sottolinea che il sacerdote è anzitutto "amico di Gesù"...

     
    R. – L’amicizia è una convivialità, è una frequentazione. Essere amico di Gesù significa vivere lo spirito di Betania, vivere il cuore di Giovanni, considerare Gesù presente alla propria esistenza, proprio così come si fa con una persona che si ama. L’amicizia con Gesù è un’essenzialità di vita, che si traduce poi anche in un atteggiamento, in un modo di essere.

     
    D. - Il Papa ricorda pure che "al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica, da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale". Don Costa, perché questo richiamo, c’è qualche riferimento ad un attivismo dei sacerdoti in molti campi?

     
    R. – Il sacerdote non deve perdere mai di vista il suo punto di partenza. Il suo punto di vista è quello di Gesù, è quello di Dio. Quindi, anche quando si occupa di economia, si occupa di organizzazione civile che, in qualche caso, può anche essere necessaria: basti pensare a territori dove non c’è una presenza cristiana, dove l’animazione è forte ed è il sacerdote ad occuparsi anche di aspetti economici o organizzativi. Anche lì il sacerdote non deve perdere il punto di vista, il punto di partenza, che è sempre lo sguardo di Dio e la natura di Cristo, che si dona totalmente e svuota se stesso pur di servire, di salvare il prossimo.

     
    D. – Un’altra sottolineatura importante è questa: "Il sacerdote deve essere soprattutto uomo di preghiera"...

     
    R. – La preghiera è un po’ come il respiro di ogni anima, quindi anche dell’anima del sacerdote stesso. Un sacerdote che non prega, non può vivere l’amicizia con Gesù, non può vivere nemmeno l’amicizia con tutto il corpo dei credenti. Quindi, la preghiera è essenziale non soltanto per la sua sopravvivenza, ma per la sua vita spirituale.

     
    D. – Don Costa, ci sono altri libri in cantiere per questo Anno Sacerdotale?

     
    R. – Proprio oggi è uscito un volume dal titolo “Stile sacerdotale. Sulle orme di San Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars”. E’ un volume nel quale padre Leonardo Sapienza presenta quanto su questo tema hanno scritto Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, quasi un percorso di meditazione sulle orme del Curato d’Ars, che il Santo Padre ha indicato come esempio pastorale e spirituale per ogni sacerdote.

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    Il 4 luglio, il Papa inaugura i restauri della Cappella Paolina. Il 30 giugno la conferenza stampa di presentazione

    ◊   Avrà luogo martedì 30 giugno alle 11.30, nella suggestiva cornice della Sala Regia del Palazzo Apostolico, la conferenza stampa di presentazione dei restauri della Cappella Paolina, in vista dell’inaugurazione presieduta da Benedetto XVI il 4 luglio prossimo. Alla conferenza stampa, interverranno, tra gli altri, il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

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    Il cardinale Sandri all'incontro della Roaco: i cristiani restino in Terra Santa come testimoni del passaggio del Signore in mezzo a noi

    ◊   La situazione dei cristiani in Terra Santa e il viaggio apostolico compiuto da Benedetto XVI dall’8 al 15 maggio scorsi in Giordania, Israele e Territori Palestinesi sono stati i temi al centro, questa mattina, dell’incontro della Roaco, in corso a Roma. Il pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa - ha spiegato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali - si è distinto per “l’incontro con la Chiesa locale” ed è stato caratterizzato dall’esortazione rivolta ai cristiani a rimanere quali “pietre vive laddove tutto parla del passaggio del Redentore”. Durante l’odierno incontro della Roaco, comitato che riunisce le Opere di aiuto alle Chiese Orientali, è stata anche ribadita l’importanza del sostegno ai cristiani di Terra Santa, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco, il cardinale Leonardo Sandri:

    R. – Quest’anno abbiamo scelto, come tema, la Terra Santa e la Bulgaria. Particolare attenzione è riservata ovviamente al viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa nel mese di maggio e soprattutto ai suoi discorsi, ai suoi interventi. Il Papa ha portato la Terra Santa in una maniera molto più specifica all’attenzione di tutti i cattolici del mondo, di tutti i cristiani. Quindi noi vogliamo – alla luce dei suoi discorsi – rinnovare ancora l’impegno di vicinanza e di solidarietà con i nostri fratelli che vivono nella terra del Signore.

    D. – Come si può rinvigorire quest’impegno?

     
    R. – Occorre che tutta la Chiesa metta in pratica una grande generosità e carità, affinché tutti questi nostri fratelli, che oggi stanno purtroppo lasciando la terra del Signore, rimangano come testimoni viventi del Suo passaggio in mezzo a noi.

     
    D. – Testimoni viventi ed anche ponti per promuovere la pace…

    R. – Se c’è la parola di Gesù, cioè se ci sono cristiani – i cristiani sono la parola vivente di Gesù - c’è lì la radice della pace. Gesù è venuto a noi come principe della pace a portare la pace e ad unire tutto quello che era diviso. E’ venuto ad abbattere tutti i muri che separano gli uomini.

    Sostenere la comunità cattolica significa garantire a tutta la Terra Santa un indispensabile contributo nel presente e nel futuro. Offrire specialmente ai giovani adeguate condizioni di abitazione, formazione e lavoro vuol dire difendere la dignità di tutti. Per far attecchire il seme di una società nuova in Terra Santa si deve anche promuovere un autentico dialogo tra cristiani, ebrei e musulmani, come spiega al microfono di Amedeo Lomonaco il Patriarca di Gerusalemme dei latini, mons. Fouad Twal:

    R. – Credo che nessuno sia disposto a preparare le valige e a partire con un popolo: né l’israeliano, né il palestinese, né il musulmano, né il cristiano. Noi siamo invitati a vivere insieme. Sarebbe meglio vivere nel segno del dialogo, della collaborazione, del rispetto piuttosto che affrontare altri mesi di conflitto, di violenza. La Chiesa è sempre stato un elemento di pace, di collaborazione, di pacificazione. Speriamo di poter andare avanti con questa missione.

     
    D. – Un “dialogo di vita” che emerge particolarmente nel settore della formazione…

     
    R. – Specialmente in Giordania e in Palestina, noi che viviamo con i musulmani vediamo che le nostre scuole diventano luoghi di dialogo, di vita, quando i giovani giocano e studiano insieme. Attraverso i giovani siamo in contatto con le famiglie musulmane, quelle stesse famiglie che vengono da noi con tanta fiducia. Questo è il metodo più sicuro per preparare – anche dopo vent’anni – le persone a conoscersi, a rispettarsi, ad amarsi. L’insegnamento offerto dalla scuola cattolica non deve essere uno scopo in se stesso, ma un mezzo per trasmettere i nostri valori di rispetto, dignità, dialogo attraverso i giovani.

     
    D. – Un altro strumento per aiutare i giovani è quello di costruire case, comprare abitazioni da destinare ai cristiani…

     
    R. – Questi sforzi servono a limitare, frenare l’immigrazione: tante giovani coppie non possono neanche celebrare il loro matrimonio o creare una famiglia, perché non dispongono neanche dei mezzi per costruire una casa. Noi, attraverso l’aiuto di queste organizzazioni, possiamo assicurare un’abitazione per le giovani coppie cristiane. E’ questo uno dei tanti mezzi per dare speranza ai giovani ed evitare o limitare il fenomeno dell’immigrazione.

     
    D. – Quali frutti hanno portato la visita del Santo Padre in Terra Santa ed il discorso del presidente statunitense Obama al Cairo?

     
    R. – Sono due eventi che possono cambiare la situazione attuale, come anche il futuro. La visita del Santo Padre ha seminato tanto. Ha seminato pace, dialogo e riconciliazione. Speriamo di poter raccogliere questi frutti in futuro, per il bene di tutti gli abitanti e per il bene della pace in Terra Santa.

     
    D. – Anche il discorso di Obama può rivelarsi fruttuoso...

     
    R. – Obama è venuto dopo il Santo Padre per parlare dell’ipotesi di due Stati: ormai l’idea è stata lanciata e farà il suo cammino. Forse ci arriveremo, e speriamo, un giorno, di poter beneficiare della pace di due Stati uno accanto all’altro.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Uomo per natura, angelo quanto alla vita: in prima pagina, Manuel Nin sulla natività di San Giovanni Battista nella tradizione bizantina.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, la situazione in Iran: il Consiglio dei Guardiani esclude l'ipotesi di annullamento delle presidenziali e Ahmadinejad va verso il giuramento.

    In cultura, Antonio Vincenzo Nazzaro sui cento anni dal ritorno delle reliquie di san Paolino a Nola.

    Un secolo fa nasceva Giuseppe Lazzati: un testo di Alfredo Canavero e la relazione introduttiva di Lazzati alla Giornata commemorativa del decimo anniversario dell'enciclica Humanae vitae, svoltasi a Roma il 10 dicembre 1978 alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

    Quella lettera supplice, rispettosa e... intimidatoria: Marco Maiorino su Enrico VIII e la richiesta di annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona inviata a Clemente VII. 

    Nell'informazione religiosa, Nicola Gori intervista il presidente della Conferenza episcopale vietnamita.

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    Oggi in Primo Piano



    Ignorato l'appello dell'Onu contro la fame nel mondo: la riflessione di Luca De Fraia, segretario dell'Ong "Action Aid - Italia"

    ◊   La piaga della fame è in costante crescita ed ha ormai colpito oltre un miliardo di persone. L’allarme lanciato già l’anno scorso dalla Fao, l’agenzia dell’Onu per l'alimentazione e l’agricoltura non è stato raccolto dai Paesi sviluppati e gli investimenti per combattere povertà e denutrizione restano ai minimi storici. Intanto, la stessa geografia della malnutrizione, che ogni anno colpisce 100milioni di persone in più, è cambiata e vede il sorpasso dell’Asia-Oceania sull’Africa nella classifica dei continenti con il maggior numero di persone ridotte alla fame. Stefano Leszczynski ne ha parlato con Luca De Fraia, segretario generale aggiunto dell’Ong "Action Aid – Italia":

    R. – E’ vero: in termini assoluti, la maggior parte delle persone che soffrono di fame vivono fuori dall’Africa, ma in termini relativi – considerando cioè la popolazione assoluta di questi diversi continenti e regioni geografiche – purtroppo è l’Africa il continente dove si fanno meno progressi, in termini relativi, rispetto agli Obiettivi del Millennio. In particolare mi riferisco all’Obiettivo del Millennio numero uno, cioè il dimezzamento del numero dei poveri e delle persone che soffrono la fame. Quindi, il quadro è molto complesso e serio: per la prima volta in dieci, vent’anni, rivediamo ricrescere la povertà a livello globale.

     
    D. – Viene colpito anche il mondo cosiddetto ricco: almeno 15 milioni di persone, in Europa e in Nord America, soffrono la fame…

     
    R. – La natura di questa crisi è una vicenda particolare, perché non siamo in presenza di una crisi collegata all’assenza di cibo, ma di difficoltà all’accesso al cibo, collegato all’aumento dei prezzi; in questo caso ed in questo senso non può sorprendere l’esistenza di sacche di povertà e di fame anche in Paesi dove si produce cibo e probabilmente lo si produce in abbondanza. Ora, dietro la crescita dei prezzi alimentari ci sono diversi fenomeni: ad esempio, si deve prendere in considerazione la vicenda della crescita dell’uso non alimentare dei prodotti agricoli, come nel caso dei biocarburanti, o addirittura le speculazioni di natura finanziaria, collegati ai beni agricoli e ai prodotti alimentari.

     
    D. – Questo lascia anche immaginare delle forti speculazioni dietro la fame…

     
    R. – Bisogna anche dire che la bolla, lo scoppio della crisi finanziaria vera e propria ha anche un po’ oscurato l’analisi e la valutazione di quello che succedeva nel campo dei prodotti alimentari.

     
    D. – Come bisognerebbe, in realtà, agire, anche in vista del prossimo Vertice del G8?

     
    R. – La Fao, l’anno scorso, aveva segnalato che erano necessari circa 30 miliardi di dollari all’anno per assicurare il diritto al cibo a tutta la popolazione globale, sia in forme d’investimenti, sia in forma d’aiuto, sia d’interventi del budget pubblico dei diversi Stati coinvolti. Alla conferenza Fao dell’anno passato, sono stati impegnati e promessi circa 20 miliardi; ne sono stati dati, effettivamente, meno di un decimo, quindi sicuramente siamo notevolmente in ritardo. In queste settimane ci sono molti segnali positivi, che vengono in particolare dall’amministrazione Obama, per cui si può dire che l’amministrazione statunitense è molto e seriamente impegnata a finanziare iniziative nel campo del cibo.

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    Al seminario promosso dal Centro "Oasis" di Venezia, ribadita la necessità del dialogo tra cristiani e musulmani. Con noi, il cardinale Scola

    ◊   L'importanza della tradizione e la necessità del dialogo tra cristiani e musulmani sono stati i temi forti del seminario promosso dal Comitato internazionale della Fondazione Oasis, tenutosi ieri e oggi a Venezia. Uno degli interventi più significativi è stato quello del cardinale Jean-Louis Tauran, sul quale ci riferisce il nostro inviato a Venezia, Fabrizio Mastrofini:

    “Cristiani e musulmani, siamo tutti ‘condannati’ al dialogo”. Lo ha detto il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, intervenendo alla riunione del Comitato scientifico della Fondazione internazionale "Oasis" che termina oggi a Venezia. “L’Islam fa paura – ha osservato il cardinale - Per molti esso si riduce al fanatismo, alla guerra santa (Jihâd), al terrorismo, alla poligamia, al proselitismo”, ma “non bisogna averne paura” “perché ciò che incontriamo non è un sistema religioso, ma uomini e donne che condividono con noi lo stesso destino” come “compagni d’umanità. Eccoci tutti ‘condannati’ al dialogo!”. Diversi, secondo il cardinale Tauran, gli elementi di separazione tra Cristianesimo e Islam: “Il rapporto con la Scrittura; il concetto di rivelazione; la figura di Gesù; la Trinità; l’uso della ragione; la preghiera”. Tuttavia, avverte, vi è molto in comune: “l’unicità di Dio; la sacralità della vita; la necessità di trasmettere i valori morali alle giovani generazioni; l’insegnamento della religione nell’educazione”. “È su queste basi che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso invita le Chiese locali a praticare il dialogo”. Il cardinale Tauran ribadisce peraltro la necessità del dialogo e invita musulmani e cristiani a raccogliere insieme una triplice sfida: dell’identità, della differenza, del pluralismo. “C’è – conclude - un solo futuro possibile: un futuro condiviso. Lo si costruisce in famiglia, a scuola, in chiesa, in moschea. Io insisto soprattutto con la scuola perché è lì che si costruisce realmente il futuro”.

     
    La tradizione è una realtà vitale ed un fatto educativo: è necessaria una vigorosa azione perché si è perduta la trasmissione dei valori da una generazione all’altra. Ecco un compito urgente della famiglia, della Chiesa, dello Stato, ognuno nel proprio campo. È quanto ha ribadito ai microfoni della Radio Vaticana il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, alla conclusione del seminario. Ma perchè oggi è così difficile far comprendere il valore della tradizione? Al microfono Fabrizio Mastrofini, risponde il cardinale Scola:

    R. - Bisognerebbe operare delle differenze tra il mondo occidentale, europeo, e l’area orientale e medio-orientale. In ogni caso la ragione è dovuta alla emergenza o alla crisi di educazione. Siccome l’anello più elementare per la trasmissione dell’educazione - che come diceva Blondel è un fatto di esperienza e di pratica - è la famiglia e le cosiddette comunità intermedie il fatto che le nostre società non pongano sufficiente attenzione a queste esperienze produce una rottura generativa nella famiglia tra un anello e l’altro. Ciò rende più difficile assumere la tradizione come un valore pratico. Quando vediamo taluni elementi di contrasto come in Occidente la questione del burka o del velo, vediamo i segni di uno scontro tra le tradizioni perché i musulmani vogliono mantenere questi segni e noi occidentali siamo invece in una fase in cui è in atto un processo che vuole neutralizzare tutti i segni e le tradizioni, che vuole instaurare un’antitradizione di tipo individualistico.

     
    D. - Parlare di Tradizione sembra volersi riferire a qualcosa di statico. C’è un aspetto dinamico da prendere in considerazione nell’idea di tradizione?

     
    R. - L’aspetto dinamico è legato al fatto che i soggetti principali sono coloro che trasmettono e che devono essere capaci di attivare i soggetti che ricevono. Per questo la tradizione non può essere tradizionalismo – un convergere meccanicamente su pacchetti di idee del passato – ma neppure dare origine a soluzioni rivoluzionarie per cui bisogna soltanto guardare al futuro. La tradizione va interpretata da soggetti vitali. Come si fa? Entra in campo la ragione critica che va incarnata nella vita di un popolo attraverso una religione e una fede. Le tradizioni vanno viste alla luce dell’inevitabile interpretazione culturale della fede e della religione. C’è un circolo benefico tra fede e cultura. La fede interpreta la realtà, entra nel concreto della vita e a sua volta l’esperienza elementare di ogni uomo legge i misteri della fede alla luce delle condizioni vitali. Il circuito virtuoso tra fede e cultura vissuto dal soggetto che passa una tradizione al soggetto che la riceve permette alla tradizione di essere vitale, aprire al futuro e consentire il cambiamento.

     
    D. - C’è un ruolo di stimolo della Chiesa verso la società civile e le istituzioni politiche?

     
    R. - Certamente basta considerare talune nostre città italiane. Quelle che si sono molto sviluppate nelle periferie industriali negli anni Settanta e Novanta e nelle nuove forme di lavoro in atto oggi. Nella visita pastorale che sto compiendo sto verificando cosa abbia voluto dire da parte di Papa Roncalli, quando era Patriarca di Venezia, la fondazione di parrocchie subito dopo la nascita di Marghera. Tutti riconoscono che senza queste parrocchie la realtà civile di Marghera non sarebbe mai nata. La presenza capillare della comunità cristiana come luogo di educazione della persona ha creato dei cittadini ha consentito di costruire socialità. È innegabile la forza del cristianesimo in Italia e la forza delle religioni in generale perché capaci di dare concretezza agli ideali universali. Quando sono astrattamente richiamati sono difficilmente assumibili dalle persone. Solo le persone che vivono nel concreto possono assumere quegli atteggiamenti virtuosi che sono alla base del cittadino autentico e della comunità civile, ovviamente fatte le dovute distinzioni perché oggi viviamo in Italia in una società plurale.

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    Le Caritas diocesane a convegno a Torino ribadiscono l’impegno in favore delle famiglie colpite dalla crisi e dei terremotati abruzzesi

    ◊   “Non conformatevi a questo mondo”: è il tema del 33.mo convegno nazionale delle Caritas diocesane, iniziato ieri al Lingotto di Torino. Tra i punti sottolineati nella prima giornata di lavori, le iniziative di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi finanziaria e l’impegno in favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Sull’importanza del Convegno di Torino, Emanuela Campanile ha intervistato il vescovo di Lodi, mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana:

    “E’ importante come sempre. Quest’anno poi in modo particolare per la rilevanza degli impegni che le Caritas diocesane e quella nazionale hanno di fronte a loro, come il terremoto in Abruzzo, l’impegno per la solidarietà, con tutto quello che la Cei ha promosso in termini di fondi di solidarietà. Quindi c’è un lavoro ordinario delle Caritas diocesane che Caritas italiana vuole supportare, animare, incoraggiare e sostenere. Poi ci sono queste emergenze, tutto quello che sta accadendo in Europa, nel mondo, con tutte le emergenze che conosciamo. Operiamo in un contesto che qualche volta all’interno dell’Europa presenta delle difficoltà, altre volte a causa dei problemi legati alla crisi… all’immigrazione. La crisi economica chiede appunto a tutte le comunità cristiane e alle Caritas in particolare attenzione e impegno”.
     
    Uno dei temi sottolineati al Convegno delle Caritas è l’educazione delle giovani generazioni. Sfida quanto mai urgente su cui si sofferma don Domenico Ricca, presidente della Federazione Servizi Civili e Sociali/Centro Nazionale Opere Salesiane. L’intervista è di Emanuela Campanile:

    “C’è da una parte una maggiore fragilità dei ragazzi e dall’altra c’è anche un contesto di maggiore egoismo, maggiore ripiegamento su di sé. Io credo che in un’epoca del genere il problema dell’educazione rimbalzi su noi adulti. Quali sono i nostri atteggiamenti, le nostre scelte di vita, i nostri comportamenti, gli obiettivi prioritari, i nostri valori? Se noi li abbiamo riusciamo anche a trasmetterli ai ragazzi. Come li trasmettiamo? Soprattutto oggi la fragilità in questi ragazzi si manifesta anche in esempi molto semplici: l’incapacità di affrontare le cose quotidiane della vita, un insuccesso scolastico, per esempio. Accompagnarli vuol dire stargli molto più vicino, essere una figura di riferimento costante, anche se in questa epoca, per i ragazzi, si fa molto, molto di più di un tempo. Ma il contesto è più fragile e quindi loro hanno bisogno di più sicurezza”.

    “Volti e orizzonti del volontariato”: è il tema di una tavola rotonda che si terrà domani mattina al Lingotto di Torino nell’ambito del Convegno delle Caritas. Sulla realtà del volontariato in Italia, Emanuela Campanile ha intervistato Renato Frisanco, presidente del Comitato scientifico della Convol:

    “Il volontariato è una fucina di partecipazione, di impegno, di responsabilità, che produce anche beni relazionali e, quindi, certamente è un patrimonio fondamentale quando si è nell’ambito di una crisi sociale che è valoriale ed economica al tempo stesso. Il volontariato, sui due versanti, può dare un contributo importante perché è fenomeno di aggregazione, di solidarietà, di partecipazione, di responsabilità. Le persone riescono a dare un contributo e a trainare anche altre persone. Le istituzioni stesse riescono a svolgere al meglio il loro compito. D’altra parte, possono dare anche un contributo fattivo intervenendo nei vari campi; pensiamo, ad esempio, al patrimonio di conoscenza che ha il volontariato che si occupa di povertà. Il volontariato è un laboratorio costante di iniziative, di ricerca, di attività, nell’affrontare questi problemi”. (Montaggi a cura di Maria Brigini)

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    Chiesa e Società



    Il Sud del mondo ancora nella morsa della crisi economica. Allarme fame nelle periferie africane

    ◊   Nel 2009 gli investimenti stranieri nei Paesi in via di sviluppo dovrebbero ridursi della metà rispetto all’anno precedente. Il dato emerge in un rapporto della Banca mondiale, diffuso dalla Misna, che mostra come le economie emergenti del Sud del mondo, dal Sud-est asiatico, all’Africa passando per l’America Latina, abbiano accusato maggiormente il crollo degli investimenti seguito alla crisi economica mondiale. In termini assoluti in queste aree la quota di mercato mossa dai capitali stranieri quest’anno toccherà l’equivalente di 262 miliardi di euro. Valore che colpisce soprattutto se messo a confronto con le cifre del 2007, quando lo stesso settore valeva circa 866 miliardi di euro. Secondo lo studio, quest’anno il prodotto interno lordo nei paesi “in via di sviluppo” dovrebbe aumentare dell’1,2%; se in questo gruppo non si considerano India e Cina, però, il dato è negativo (-1,6%). A livello regionale le differenze sono significative. Secondo la Banca mondiale, nel 2009 l’Asia meridionale crescerà del 4,6%, il Medio Oriente e il Maghreb del 2,1% e l’area sub-sahariana dell’1%. Negativi i dati su America Latina e Caraibi, con un prodotto interno lordo che dovrebbe contrarsi del 2,3%. E se il conseguente calo dei prezzi delle materie prime ha portato una leggera boccata di ossigeno a molti consumatori, la stessa cosa non può dirsi per i prodotti alimentari che, come denunciano gli esperti della Commissione economica dell’Onu per l’Africa (Uneca), continuano ad essere un bene di lusso nelle periferie a sud del Sahara. Il crollo delle quotazioni del petrolio, dei metalli e dei minerali si è infatti accompagnato con una riduzione dei prezzi dei generi alimentari molto più contenuta. In diversi paesi africani – ha detto il ricercatore Adam Elhiraika all’agenzia di informazione ‘Irin’ – la crisi alimentare e la scarsità di cibo non sono problemi superati: spesso la popolazione delle città non è in grado di acquistare i prodotti in vendita nei mercati o nei negozi”. Secondo gli studiosi di Uneca, i prezzi dei cereali hanno toccato il massimo nel giugno scorso per poi calare in media di oltre il 50% durante la seconda metà dell’anno; alla fine del 2008 sono tornati al livello del 2005, ma restano comunque parecchio più alti rispetto al 2000. In un documento pubblicato a maggio, l’ente delle Nazioni Unite sottolinea che “soprattutto nell’Africa orientale e occidentale l’attuale crisi alimentare e il rischio della fame minacciano la stabilità politica e sociale”. Timori ma anche speranze attraversano l’ultimo studio dell’Organizzazione dell’Onu per l’Agricoltura e l’Alimentazione (Fao). “Nonostante i rincari delle ultime settimane – si sostiene nel ‘Food Outlook’ di questo mese – i prezzi internazionali della gran parte dei prodotti agricoli sono diminuiti rispetto ai picchi del 2008: questa dinamica indica che molti mercati stanno tornando in equilibrio”. Secondo la Fao, a favorire il calo delle quotazioni sono stati i raccolti cerealicoli dell’anno scorso, molto superiori rispetto alla media. (M.G.)

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    Honduras: preoccupazione dei vescovi per la situazione del Paese

    ◊   A conclusione, lo scorso sabato, della loro seconda Assemblea plenaria del 2009 i vescovi dell'Honduras in un comunicato analizzano la situazione del Paese ed esprimono grande preoccupazione per alcuni fenomeni come la polarizzazione politica, la violenza e la povertà che colpiscono il tessuto sociale della nazione centroamericana. Inoltre, i presuli chiedono al presidente e ai responsabili politici di trovare tramite il dialogo e il negoziato una soluzione a ciò che la stampa locale ha chiamato "la quarta urna". Con quest'espressione si allude al fatto che il Presidente della Repubblica, Manuel Zelaya, vorrebbe, nel corso delle elezioni di novembre prossimo, una "quarta urna" in cui i cittadini possano, con un "si" o un "no", decidere se convocare o no un'Assemblea costituente per redigere una nuova Carta costituzionale in sostituzione di quella vigente dal 1982, ritenuta superata in molti aspetti. Tale proposta ha dato origine a un dibattito molto acceso ed aggressivo e, in sostanza, ha spaccato in due il Paese con posizioni fortemente contrastanti. A prescindere dalla strada che alla fine sarà scelta, preferibilmente con il più ampio consenso, "occorre garantire al popolo - affermano i presuli - la regolamentazione di risorse costituzionali quale sono il plebiscito e il referendum in modo tale che, insieme alla Legge per la partecipazione cittadina, il popolo stesso sia consultato in tutte le questioni di grande importanza". Una tale richiesta, dopo le gravi tensioni di questi giorni causate dalle lotte intestine dei partiti, dalle elezioni di giudici per la Corte suprema e addirittura di rumori di colpo di Stato, è un richiamo forte, secondo i vescovi, alla centralità della volontà del popolo e perciò nessuno dovrebbe dimenticare la vera origine politica della sovranità. La democrazia dell'Honduras è anche minacciata dal persistere di gravi problemi sociali fra cui la violenza crescente, la diminuzione delle risorse finanziarie dello stato, la disoccupazione, l'escalation del crimine organizzato e del narcotraffico, senza sottovalutare la “perdita di forza dei valori morali e religiosi". "Di quest'insieme di problemi che insidiano la nostra democrazia, tutti, in una qualche misura, devono sentirsi responsabili: i poteri dello Stato, le sue istituzioni e organismi, i partiti politici, i gruppi di potere nazionali e transnazionali. Insomma, - scrivono i vescovi - tutti coloro che fanno parte della società honduregna siamo responsabili, in particolare quando ci si comporta con passività o indifferenza di fronte ai pericoli che minacciano la nostra debole democrazia, spesso più elettorale e rappresentativa che partecipativa". I vescovi considerano le elezioni di novembre come un momento di grande importanza per incoraggiare la partecipazione popolare che ritengono fondamentale per responsabilizzare gli honduregni. Chiedono alle forze armate di mantenere la loro fedeltà ai principi democratici e dunque farsi ancora una volta garanti di consultazioni trasparenti e pacifiche. Infine, così come aveva fatto giorni fa l’arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga nel corso di un evento della Banca per l’integrazione economica centroamericana, i vescovi tornano a mettere l’accento sull’importanza della difesa della vita non solo per quanto riguarda quella nascente o appena concepita, ma anche di fronte ad altissimi tassi di violenza che seminano lutti, odio, vendette e rappresaglie. (A cura di Luis Badilla)

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    Guatemala: sette evangeliche promettono beni materiali in cambio di conversioni

    ◊   Attaccano gli insegnamenti fondamentali del cattolicesimo come l'importanza della Madonna o del Papa ed enfatizzando gli scandali che coinvolgono il clero, così prosegue la vigorosa opera di proselitismo delle sette evangeliche in Guatemala, che non si fermano davanti a nulla per effettuare conversioni. L’allarme, riportato dalla Zenit, è stato lanciato da una delegazione dell'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre che, dopo aver percorso 3.000 chilometri in 17 giorni visitando 10 delle 14 Diocesi guatemalteche, ha costatato che ormai quasi la metà del Guatemala è costituita da evangelici, mentre nuove Chiese spuntano ovunque nel Paese. L’associazione riferisce che le sette radicali ricorrono anche alla corruzione della gente afflitta dalla fame, promettendole cibo, medicinali e lavoro in cambio della conversione. “Siamo rimasti scioccati dall'enorme numero di nuove Chiese evangeliche che abbiamo visto durante il nostro viaggio – ha affermato il coordinatore dei progetti per l'America Latina di ACS, Xavier Legorreta –. Sembravano spuntare come funghi ovunque”. Anche se il Guatemala ha una delle più forti comunità evangeliche latinoamericane, la rapida diffusione di queste confessioni è sorprendente.Nello spazio di appena 50 chilometri nel nord del Paese, la delegazione ha visto ben 10 cappelle o chiese evangeliche e solo 4 cattoliche. Il rapporto di ACS afferma che i leader di alcune sette si sono recati in zone particolarmente povere mostrando cibo e vestiti che la gente avrebbe potuto avere se avesse iniziato ad assistere ai servizi religiosi. Questo, spiega l'associazione, accade soprattutto nei momenti in cui la gente è più vulnerabile, come dopo un uragano o qualche altro disastro naturale. “Sembra che ciò che attira la gente verso le sette non sia tanto una questione di fede ma un aspetto economico. E' la promessa di diventare presto ricchi”, spiega il documento redatto dalla delegazione. “Si pensa che il pastore – che spesso ha poca o nulla formazione religiosa – possa dare denaro, fornire un tetto e ogni tipo di sostegno”. Sottolineando che le sette ricevono spesso cospicui finanziamenti da ricche organizzazioni statunitensi, il documento prosegue ricordando le campagne pubblicitarie evangeliche di massa con poster e altro materiale diffusi in tutto il Paese. “Il cristianesimo evangelico è stato promosso ovunque, in televisione, alla radio, sui cartelloni, anche davanti alle farmacie nelle strade principali”, ha quindi riconosciuto Legorreta. In questa difficile situazione, ACS sta aiutando i vescovi con un progetto attualmente in fase di discussione che prevede la stampa e la distribuzione della Bibbia cattolica in tutto il Paese. “I Vescovi guatemaltechi sono estremamente consapevoli del problema delle Chiese evangeliche”, ha confessato Legorreta. “Ciò che continuiamo a dire loro è: 'Siamo pronti ad aiutare'”.“La Chiesa cattolica riconosce la necessità di rispondere presentando la nostra fede in modo chiaro e usando tutti i mezzi disponibili”, ha aggiunto. A questo scopo, “la formazione biblica è assolutamente fondamentale – non solo in Guatemala, ma in tutto il continente”. (M.G.)

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    Sri Lanka: riparte il pellegrinaggio alla Madonna di Madhu, santuario a lungo ostaggio della guerra

    ◊   Il tradizionale pellegrinaggio al santuario della Madonna di Madhu si farà. Il governo dello Sri Lanka e la diocesi di Mannar hanno raggiunto un accordo che assicura il libero accesso dei fedeli al santuario rimasto a lungo ostaggio degli scontri tra esercito e Tigri tamil. L’offensiva finale delle truppe di Colombo ha infatti messo fine ad circa trent’anni di guerra che ha interessato il nordovest dello Sri Lanka. Ora, dopo anni di incertezze, i cattolici del Paese potranno rispettare una tradizione che dura da quattro secoli e con loro anche indù e buddisti, molto legati al luogo di culto. Il santuario sorge infatti in una zona a lungo teatro di scontri tra militari e ribelli. Secondo quanto riferisce AsiaNews, negli ultimi anni i pellegrini hanno dovuto spesso rinunciare a visitarlo per motivi di sicurezza, il complesso ha subìto ripetuti attacchi e più volte la statua della Madonna venerata dai fedeli è stata trasferita in altre chiese per essere preservata. La fine del conflitto aveva ridato speranza ai pellegrini, ma solo il 18 giugno è arrivata la certezza che il pellegrinaggio del 15 agosto potrà svolgersi. Una delegazione della Chiesa cattolica guidata da mons. Rayappu Joseph, vescovo di Mannar, ha incontrato i rappresentanti del governo di Colombo per verificare le condizioni necessarie per lo svolgimento del cosiddetto Festival di Madhu. Per agevolare il raggiungimento del santuario le autorità elimineranno i check-point sul cammino che porta alla chiesa. Sarath Gunarathna, vice-ministro dei trasporti aerei, ha inoltre assicurato, a nome del presidente Mahinda Rajapksa il supporto logistico necessario: elettricità, acqua, servizi sanitari ed igienici, facilitazioni indispensabili per accogliere le migliaia di fedeli che intendono recarsi al santuario. Grande la soddisfazione espressa dalla popolazione locale che vede in questo accordo un ulteriore passo per la ricostruzione della pace. (M.G.)

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    Pax Christi Francia esorta Parigi a convocare una conferenza internazionale per la pace in Iraq

    ◊   Una conferenza internazionale, su iniziativa francese e sotto l’egida dell’Unione Europea e degli Stati della regione, volta a ristabilire la pace e la speranza per il futuro per la popolazione irachena. È la proposta lanciata ieri da Pax Christi Francia nella persona del suo presidente, il vescovo di Troyes, Marc Stenger, alla luce degli ennesimi attentati che ieri e sabato scorso hanno scosso le città di Baghdad e di Kirkuk, provocando decine di vittime. Nonostante il netto miglioramento delle condizioni di sicurezza, nel Paese del Golfo la popolazione civile continua a morire tutti i giorni. “Ancora una volta – afferma il presule al Sir – il popolo iracheno conosce giorni di morte e di desolazione. Condanniamo con forza questo nuovo uso della violenza. Esprimiamo tutta la nostra più profonda solidarietà a questo popolo martire e non dimentichiamo di mobilitarci, a tutti i livelli, per aiutarlo a costruire un futuro di speranza, di libertà, di pace e di unità nazionale”. Mons. Stenger lancia, quindi, un appello “ai politici” francesi affinché intervengano “per fermare tali situazioni dove non sono garantiti il diritto al rispetto per l'integrità della persona, la garanzia di poter vivere in pace a casa propria, la possibilità di pluralismo delle culture e di appartenenza religiosa”. (M.G.)

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    Siccità e tensioni politiche scuotono il Madagascar alla vigilia della festa nazionale

    ◊   Il Madagascar si appresta a celebrare la festa nazionale in un clima di incertezza che risente della crisi politica dovuta al cambio di potere ai vertici dello Stato, mentre il sud dell’isola è sempre più piegato dalla fame e dalla sete a causa di una siccità senza precedenti. “La maggior parte della popolazione malgascia è tranquilla, mentre i sostenitori del Presidente dimissionario, Marc Ravalomanana, continuano ad effettuare dimostrazioni per chiedere il rispetto della legittimità costituzionale e il suo ritorno”, dicono all’Agenzia Fides fonti di Radio Don Bosco, la più importante radio cattolica del Paese, in riferimento alla situazione politica del Paese. “L’unica incognita - aggiungono le fonti di Fides - riguarda l’atteggiamento di Ravalomanana, che ha promesso di rientrare nel Paese dall’esilio sudafricano per capeggiare una cerimonia alternativa. Se dovesse farlo, si rischierebbe di riprodurre la stessa situazione di qualche mese fa, ma a parti rovesciate, quando l’attuale Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, Andry Rajoelina, guidò la protesta nelle piazze contro l’allora Presidente Ravalomanana. La via di uscita dalla crisi è nel dialogo nazionale che dovrebbe avviarsi a fine giugno. Nel frattempo le province del sud sono colpite da una grave carestia che mette a rischio circa mezzo milione di persone. “L’area colpita dalla siccità ha avuto sempre problemi di questo tipo, a causa delle condizioni climatiche” spiegano le fonti di Fides. “Quest’anno però la siccità è stata molto più severa del solito e la crisi politica del Paese ha certamente contribuito ad aggravare la situazione, bloccando o rallentando l’invio di aiuti alle popolazioni locali. Alcuni governi stranieri inoltre, per protestare per il modo con il quale Ravalomanana è stato allontanato dal potere, hanno bloccato l’assistenza umanitaria al Madagascar”. Ieri, però, l’ambasciatore statunitense ad Antananarivo ha firmato un accordo con alcune Organizzazioni Non Governative locali, tra le quali Catholic Relief Services Madagascar, per finanziare alcuni progetti di sviluppo nell’isola, per un ammontare di 85 milioni di dollari in 5 anni. L’Alta Autorità di Transizione progetta inoltre di raggiungere un accordo con l’Arabia Saudita per vendere acqua da trasportare via nave nella Penisola Arabica. Con il ricavato della vendita si intende finanziare la costruzione di opere idriche nelle zone aride del Paese. A parte il sud, il Madagascar è ricco di acqua. Occorre però realizzare opere idriche per conservarla e distribuirla in maniera uniforme affinché tutta la nazione possa beneficiarne allo stesso modo. (M.G.)

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    Nigeria: bocciata nello Stato federale di Imo una legge abortista

    ◊   Importante vittoria per il movimento pro-vita in Nigeria. Con 13 voti contro uno il Parlamento dello Stato meridionale di Imo – il meno esteso della Nigeria - ha bocciato, la settimana scorsa, un progetto di legge per i diritti riproduttivi che di fatto avrebbe legalizzato l’aborto in questa parte del Paese. Il quotidiano a diffusione nazionale “This Day” ha definito la decisione “una vittoria dei valori culturali superiori del popolo Imo sulla nuova rivoluzione culturale globale occidentale, un trionfo della ragione, della democrazia e della volontà popolare”. La discussione del provvedimento – riferisce l’agenzia cattolica africana Cisa - era stata preceduta da diverse manifestazioni contro la sua approvazione. I fautori della legge, da parte loro, hanno sempre negato che esso contenesse misure a favore dell’aborto ed era piuttosto finalizzato a promuovere la salute delle donne imo. Una tesi smentita da alcune clausole del provvedimento in cui si parla espressamente di “metodi di controllo della fertilità” e di “pianificazione familiare” che in molti Paesi comprende oltre al diritto alla contraccezione anche quello ad abortire. Senza contare che la legge era sponsorizzata dall’americana International Project Assistence Services (Ipas) una nota lobby abortista americana che da anni promuove l’aborto nel mondo. La bocciatura della legge sulla salute riproduttiva, segue il fallimento di altri tentativi di legalizzare l’aborto nello Stato di Imo, l’ultimo dei quali risale al 2006. (L.Z.)

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    Namibia: nuovo appello delle Chiese cristiane in vista delle prossime elezioni

    ◊   Nuovo appello alla calma delle Chiese cristiane della Namibia in vista delle elezioni presidenziali e legislative del prossimo mese di novembre. In una dichiarazione congiunta, il Consiglio delle Chiese della Namibia (CCN), di cui è membro anche la Chiesa cattolica, esorta tutti i partiti in lizza a condurre una campagna elettorale civile e a garantire elezioni “pacifiche”. La dichiarazione, firmata dal presidente della CCN, il pastore luterano Erich Hertel, è stata diffusa nei giorni scorsi al termine di una riunione a porte chiuse promossa dallo stesso Consiglio con i principali esponenti politici del Paese. L’incontro – riferisce il quotidiano on-line “The Namibian”, ripreso dall’agenzia Apic - era stato convocato dopo un’aggressione avvenuta il 14 giugno scorso contro il villaggio natale dell’ex Presidente Sam Nujoma, nel nord-est del Paese. L’esponente politico ha attribuito la responsabilità dell’episodio alla Chiesa evangelico-luterana tedesca (GELC) accusata di “collaborare con il nemico prima dell’indipendenza” e di essergli ancora ostile. Accuse a cui il capo della GELC ha risposto esortando, dal canto suo, tutti i partiti a garantire elezioni libere, giuste, leali e nel rispetto assoluto dell’avversario. L’appello delle Chiese cristiane della Namibia segue il comunicato diffuso lo scorso aprile in cui esse avevano espresso la loro preoccupazione per l’intensificarsi delle violenze politiche nel Paese con l’avvicinarsi del voto. Le violenze sono iniziate alla fine del 2007, quando alcuni esponenti della SWAPO, l’Organizzazione del Popolo del Sud-Ovest Africano” (al potere dall’indipendenza del Paese nel 1990, ndr) sono usciti dal partito per costituire una nuova formazione politica, l’Unione per la Democrazia e il Progresso (RDP). Da allora si sono moltiplicati gli scontri tra le due parti. (L.Z.)

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    L’epidemia di Dengue ha già contagiato 10mila persone nello Sri Lanka

    ◊   Raddoppierà il numero dei decessi causati dall’epidemia di Dengue nello Sri Lanka. Secondo fonti di Asia News, la febbre emorragica ha già colpito 10 mila persone, 146 i morti tra i quali madri e bambini. Le zone maggiormente colpite sono Colombo, Kandy, Matale, Gampaha, Kalutara e Kegalle. Intanto crescono le iniziative del ministero della Sanità di Colombo, a beneficio della popolazione, per contrastare la diffusione della epidemia; collaborazione tra i governi locali e provinciali, tra le istituzioni educative e gli agenti della Civil Defence Force per invitare i residenti delle zone più colpite a rispettare le misure di prevenzione. Ad annunciare tali provvedimenti è W. M. D. Wanninavake, portavoce del ministero della Sanità. Nonostante ci sia l’intento del governo di arginare l’epidemia non esiste una legge che persegua le persone che non seguono le istruzioni date dal ministero della Salute. La febbre, infatti, si trasmette tramite la puntura di una zanzara che si riproduce in zone paludose e malsane. (M.P.)

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    Sud Corea: primo caso di "eutanasia passiva". La reazione della Chiesa

    ◊   Lo Yonsei Severance Hospital di Seoul ha staccato il respiratore artificiale che teneva in vita una donna di 77 anni, conosciuta con il nome di Kim, entrata in coma nel febbraio del 2008 in seguito a un’emorragia causata da intervento di endoscopia malriuscito. È il primo caso di "eutanasia passiva" in Corea del Sud. I medici hanno eseguito una sentenza emessa il 21 maggio scorso dalla Corte Suprema, a seguito di una lunga battaglia legale fra i parenti della donna e la clinica. Questa mattina - riferisce l'agenzia AsiaNews - il professor Park Moo-seok ha rimosso l’alimentatore e il respiratore artificiale che tenevano in vita la paziente; la donna è stata trasferita dall’unità di terapia intensiva in un reparto di medicina generale ed è assistita dai parenti più stretti. I familiari hanno anche avviato una causa civile nei confronti dell’ospedale che ha eseguito l’operazione. La vicenda ha suscitato forti polemiche nel Paese. La Chiesa cattolica si è subito schierata a difesa della vita, sottolineando che la decisione della Corte è un segno del “degrado della vita umana” che viene considerata “alla stregua di un oggetto”. Lee Hoi-chang, 74ene politico cattolico sud-coreano, ha parlato di “ambiguità” nella decisione dei giudici, ribadendo che “la condizione di malato terminale non significa il decesso” e “morire con dignità” significa solo “mettere fine alla vita umana” o, in altri termini, “eutanasia”. (R.P.)

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    Cambogia: primo incontro tra novizie, postulanti e seminaristi del Paese

    ◊   Per la prima volta, giovedì scorso, tutte le novizie, le postulanti ed i seminaristi della Cambogia si sono riuniti per una giornata di preghiera e di riflessione organizzata dal seminario di Phnom Penh. Attualmente sono 16 i giovani candidati e candidate in formazione nelle differenti congregazioni religiose presenti in Cambogia: le Sœurs de la Providence de Portieux, le Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane), le Amantes de la Croix, le Servantes de Marie, le suore Carmelitane, Gesuiti e sacerdoti diocesani, alla presenza di 4 seminaristi. Ognuno ha potuto dare testimonianza di come il Signore gli abbia fatto sentire la sua chiamata. I giovani in formazione - riferisce l'agenzia Fides - provengono da famiglie cattoliche o buddiste, e tutti hanno chiaramente espresso la presenza del Signore nella loro vita. Padre Bruno Cosme, rettore del seminario maggiore, ha voluto rimarcare come questo incontro inedito costituisca un segno forte per i giovani della Cambogia: “Non sono solamente alcuni giovani che sono entrati in alcune congregazioni religiose che si riuniscono oggi. E’ un gruppo di giovani, uomini e donne, che vogliono mettersi al servizio della Chiesa che è in Cambogia. Sono persuaso che sarà un segno determinante per altri giovani, che saranno molto incoraggiati nel vedere che qualche anno dopo i tempi oscuri che la Cambogia ha conosciuto, un buon numero di giovani si sono alzati in piedi per seguire il Signore nella vita religiosa o sacerdotale”. La seconda parte dell’incontro si è svolta a qualche chilometro da Phnom Penh, presso la comunità vietnamita di Aréaksat. Si è trattato di un pellegrinaggio dedicato alla Vergine Maria Notre-Dame du Mékong. Infatti l’anno scorso, nell’aprile 2008, una statua in bronzo di Nostra Signora di Lourdes, pesante oltre 160 chili, venne ritrovata da alcuni pescatori nelle acque del fiume Mekong. Questa statua, di cui la provenienza rimane ancora incerta, è stata accolta dalla comunità cristiana del villaggio di Aréaksat, nei pressi del luogo dove era stata ritrovata, e ha dato origine ad una devozione popolare verso la Vergine che non si è mai affievolita fino ad oggi. Ogni giorno, decine di persone, buddisti e cattolici, vengono a pregare dinanzi alla statua rinominata “Notre-Dame du Mékong”. Il gruppo di giovani novizie, postulanti e seminaristi, ha partecipato alla celebrazione eucaristica alla presenza di centinaia di parrocchiani, ringraziando per la chiamata ricevuta dal Signore a mettersi al servizio della Chiesa in Cambogia. (R.P.)

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    In Tagikistan la Chiesa benedetta da tre nuove vocazioni religiose

    ◊   Crescono le vocazioni cattoliche nello Stato del Tagikistan, nell’Asia Centrale. “E' una grande gioia per noi e una grande testimonianza per tutti, che Dio continui a benedire la piccola comunità cattolica del Tagikistan con giovani vocazioni che vogliono seguire la chiamata di Nostro Signore Gesù Cristo, soprattutto qui dove la vita religiosa non è molto conosciuta, in una cultura prevalentemente musulmana”. Sono le parole, raccolte dalla Zenit, di padre Carlos Ávila, il superiore della Missione Sur Iuris che ha celebrato le tre imposizioni d’abito: due i novizi appartenenti all’Istituto del Verbo Incarnato e una novizia dell’Istituto delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà. Le celebrazioni sono avvenute il 19 giugno, giorno in cui è iniziato l’Anno Sacerdotale e solennità del Sacrantissimo Cuore di Gesù. La superiora della delegazione di Nostra Signora di Luján, Madre Mariam Malaika, dell'Istituto delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà, ha affermato che la giovane appartenente alla loro comunità parrocchiale ha ricevuto il santo abito all’interno dell’Istituto. Com'è tradizione, le religiose ricevono anche un nuovo nome in onore a Maria Santissima. La novizia si chiamerà Maria Lujanskaia (Maria di Luján), nome molto significativo per tutta la famiglia del Verbo Incarnato. La Missione Sui Iuris, infatti, fin dai primi anni è stata consacrata a Nostra Signora di Luján, patrona dell'Argentina. La novizia è sorella di uno dei novizi dell’Istituto del Verbo Incarnato, Mijail e Orzu. I due fratelli appartengono a una famiglia cattolica della parrocchia di San Giuseppe di Dušambe costituita da otto fratelli, tre dei quali religiosi. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre al superiore della Missione, padre Carlos Ávila, il superiore della delegazione di Nostra Signora di Luján, padre Juan Carlos Sack, e gli altri sacerdoti appartenenti all'Istituto del Verbo Incarnato. Erano presenti anche le religiose dell'Istituto delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà, che lavorano nella Missione collaborando in due parrocchie. “Affidiamo alle vostre preghiere questi giovani che hanno liberamente iniziato i primi passi nella sequela di Cristo, sotto la protezione della sua Madre Santissima”, ha aggiunto padre Ávila. (M.P.)

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    Mons. Sgreccia rilancia il valore ontologico della dignità umana

    ◊   Perché esista una vera democrazia, la dignità umana deve essere intesa e sviluppata a partire dal suo carattere ontologico, ovvero dell’essere in quanto tale, piuttosto che dalla valutazioni esterne di tipo sociale. È partito da questa indispensabile premessa l’intervento, citato dalla Zenit, del presidente onorario della Pontificia Accademia per la Vita, il vescovo Elio Sgreccia, alla tavola rotonda tenutati presso l'Università San Pablo CEU di Madrid. Per mons. Sgreccia, la dignità basata sull'etica ontologica “si presenta come qualcosa di universale”, il che non accade “all'etica dei diritti oggi prevalente”. Continuando su questo concetto il presule ha quindi affermato che per una certa mentalità corrente il riconoscimento dei diritti non è soggetto all'accettazione della loro realtà intrinseca. A tale proposito, si è riferito a due realtà che derivano da questo concetto della dignità umana: la pratica dell'eutanasia e l'aborto. Un concetto della dignità umana di questo tipo modella una visione della dignità della persona “in cui si discute se è persona un uomo che ha perso le sue facoltà”, ha ricordato. La dignità di un figlio, ha aggiunto, non deve dipendere dal fatto che sia “accettato dai suoi genitori o sia del tutto sano”. Il presule si è anche opposto all'idea che identifica la dignità con la “percezione del benessere personale”, sostenendo che “la dignità è legata al fatto di esistere, non a una capacità biologica o psicologica o a qualsiasi altra valutazione sociale”. “Da questo dipende l'uguaglianza – ha poi spiegato –. Solo se la dignità della persona viene intesa da questo punto di vista è possibile una vera democrazia, che deve implicare che tutti contano, anche il più debole”. Per mons. Sgreccia bisogna “valorizzare il vero peso della dignità”, soprattutto quando in nome di questa “si sospendono gli aiuti al neonato con handicap o quello ai malati terminali”, o “quando ci si interroga sulle condizioni di vita degna del malato terminale”. “La dignità dell'uomo non accetta gradazioni”, ha dichiarato, motivo per cui “l'embrione ha fin dall'inizio la dignità propria della persona”. Il presule si è infine riferito all'Istruzione Dignitas personae, ricordando che le tecniche di fecondazione sono ammissibili quando aiutano la piena realizzazione dell'atto coniugale senza sostituirlo. (M.G.)

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    Allarme dell’Ocse sul sistema previdenziale italiano: spesa per le pensioni da record

    ◊   Il più alto livello di spesa per le pensioni e i tempi più lunghi per le riforme: questi i punti principali del ritratto del sistema previdenziale in Italia stilato dall’Ocse per il decennio 1995 – 2005. Secondo gli esperti dell'istituto parigino, l'Italia è il paese dell'Ocse con il più alto livello di spesa pensionistica, pari al 14% del Prodotto interno lordo nel 2005. Si tratta di un terzo delle uscite statali complessive, ovvero quasi il doppio rispetto alla media negli altri paesi. Nei dieci anni esaminati, la spesa previdenziale in Italia è aumentata del 23%. Solo Paesi come Giappone, Corea, Portogallo o Turchia, secondo l'Ocse, hanno avuto aumenti simili. Rispetto alla velocità dell’aumento delle spese procede invece molto lentamente l'applicazione delle riforme. Molti dei cambiamenti considerati ''vitali'' per la sostenibilità finanziaria dei costi del sistema previdenziale sono stati inoltre “ripetutamente rinviati”. “L'aspettativa di vita in Italia, così come negli altri Paesi, ha continuato a crescere”, si legge nel rapporto dell’Ocse, che sottolinea come il rinvio dell'introduzione dei nuovi coefficienti e dell’aumento dell’età minima di pensionamento per anzianità abbiano avuto un impatto negativo su tutto il sistema. (Da Parigi, Francesca Pierantozzi)

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    Al Circo Massimo di Roma la III edizione dell’Adunanza Eucaristica Nazionale

    ◊   Si svolgerà nella notte tra il 27 ed il 28 giugno 2009 la terza edizione dell’Adunanza Eucaristica Nazionale, l’incontro di preghiera ed Adorazione Eucaristica animato dai giovani nella cornice notturna del Circo Massimo di Roma. Sono molte le novità introdotte dagli organizzatori in questo terzo appuntamento, che vedrà la partecipazione di circa 100 associazioni tra parrocchie, gruppi di preghiera, ma anche associazioni di volontariato, cristiane e laiche. Al classico appuntamento che prevede la celebrazione della Santa Messa alle ore 20, presieduta dal vescovo ausiliare di Roma, Ernesto Mandara, alla quale seguirà l’inizio della preghiera (che si protrarrà fino alle 6 del mattino, con le prime luci dell’alba) in questa edizione è stato aggiunto un ampio e variegato momento di animazione con musica ed apertura di stand di varie associazioni, il giorno di sabato 27 giugno. L’iniziativa dell’incontro delle associazioni di volontariato - riferisce l'agenzia Fides - prende il nome di “Mani per pregare, mani per operare” e sarà un momento di confronto ed incontro tra circa 100 associazioni ed ‘onlus’ che operano nel territorio romano, ma anche nazionale ed internazionale. “Questo scambio di esperienze e meeting – spiega Fabio Anglani, coordinatore nazionale dell’Adunanza Eucaristica – è stato inserito per creare una rete di persone di buona volontà, e le associazioni presenti non saranno solo quelle di ispirazione cristiana; un momento di grazia particolare poiché tutti gli stand saranno distribuiti intorno alla zona dell’Adorazione Eucaristica, e quindi sarà possibile per tutti gli operatori di pace, avere di fronte ai propri occhi la presenza del Signore, centro e vertice della nostra Adunanza”. Durante la notte saranno allestite alcune tende per accogliere quanti vorranno ricevere il sacramento della Confessione. Nel pomeriggio di sabato 27, sarà la compagnia teatrale della Band “Le Fragole” ad aprire l'iniziativa con un allestimento musicale dal titolo “Il Segreto delle Sette fonti”, per poi lasciare il palco al “Good News Festival in Tour”, iniziativa già promossa dalla Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma, alla quale parteciperanno alcuni giovani cantanti di “christian music”, emergenti nel panorama musicale romano. Nella mattina di domenica 28 sarà il turno della festa dei giovanissimi, che dalle ore 9 alle ore 12 saranno intrattenuti al Circo Massimo con giochi, clown ed animazione, con gli stand aperti fino alle ore 12, quando è previsto l’appuntamento con l’Angelus di Papa Benedetto XVI. (R.P.)

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    Polonia: il settimanale cattolico Niedziela apre un sito per l’Anno Sacerdotale

    ◊   “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote - Anno Sacerdotale” è il titolo del sito internet del settimanale cattolico polacco “Niedziela” inaugurato per l’Anno Sacerdotale. Il settimanale, con sede a Czestochowa, ha allestito questo speciale sito internet, in lingua polacca, dove i lettori possono trovare la biografia di San Giovanni Maria Vianney, discorsi e catechesi di Benedetto XVI dedicate all’Anno Sacerdotale, le omelie di Giovanni Paolo II, articoli di teologi che spiegano la teologia e la spiritualità del sacerdozio. Sul sito si trovano inoltre le proposte pastorali per l’Anno Sacerdotale, i testi delle preghiere per i sacerdoti composte da Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e altri. I lettori - riferisce l'agenzia Fides - possono trovare anche i documenti del Magistero della Chiesa e dei Papi dedicati al sacerdozio e alle vocazioni. Oltre alle testimonianze dei fedeli dedicate alle figure dei sacerdoti che hanno incontrato nella loro vita (parroci, vicari, cappellani) sul sito di Niedziela sono riportare anche le informazioni su altri siti internet dedicati al sacerdozio, alle missioni della Chiesa e alla sua azione evangelizzatrice. “L'Anno Sacerdotale è una delle più importanti iniziative pastorali del Santo Padre Benedetto XVI – ha detto a Fides mons. Ireneusz Skubiś, redattore capo del settimanale -. Noi, come rivista cattolica più conosciuta in Polonia, vogliamo presentare ai nostri fedeli lettori tutte le iniziative della Chiesa e del nostro settimanale per l’Anno Sacerdotale. Vogliamo presentare la vita di San Giovanni Maria Vianney, la vita e le opere dei sacerdoti. Il nostro sito serve anche ai giovani che sono alla ricerca della loro vocazione e ai seminaristi che si preparano al sacerdozio”. (R.P.)

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    America Latina: costituzione di una rete di radio della Compagnia di Gesù

    ◊   Nel 2005 la 13.ma assemblea generale dell'Associazione Latinoamericana di Educazione Radiofonica (ALER) aveva lanciato la proposta di formare una rete di Radio della Compagnia di Gesù.  L'idea, in linea con gli orientamenti sia della Conferenza dei Provinciali dell'America Latina (CPAL), sia del nuovo Padre Generale, è stata ripresa e il gesuita peruviano, padre Francisco Muguiro Ibarra, è stato nominato coordinatore di questa futura rete.  Durante l'Assemblea generale dell'ALER di quest'anno a Quito, alla quale hanno partecipato 73 stazioni radiofoniche latinoamericane, di cui 20 della Compagnia di Gesù, sono state decise varie azioni concrete, tra cui: preparare una lista di tutte le radio della Compagnia, utilizzare la rete per scambiarsi esperienze di lavoro e punti di vista, organizzare una mailing list di tutte le radio per una rapida comunicazione, organizzare stages di formazione nelle radio della rete, fissare un programma comune di evangelizzazione esplicita da diffondere attraverso la radio.  Si prevede di proseguire col progetto nella riunione dei comunicatori gesuiti fissata per il prossimo agosto, anche in vista di un possibile incontro da tenersi in novembre.  (A.M.)

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    Olanda: arcivescovo di Utrecht lancia campagna vocazionale sul social network Twitter

    ◊   In occasione dell’apertura dell’Anno Sacerdotale, mons. Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, in Olanda, ha lanciato una campagna per le vocazioni sacerdotali attraverso la rete sociale di Internet Twitter, che permette all'utente di inviare gratuitamente messaggi con un massimo di 140 caratteri via web, via messaggi istantanei o sms. Con un messaggio personale inviato dal sito del servizio di formazione sacerdotale dell'arcidiocesi di Utrecht, monsignor Eijk invita a pregare per le vocazioni e a diffondere questo appello su Twitter. “Twitter è in questo momento una delle reti sociali più popolari al mondo – spiega il presule nel testo ripreso dalla Zenit –. Milioni di persone sono in contatto attraverso questi brevi messaggi, i 'tweets'. In quanto cattolici, vogliamo che la Chiesa faccia uso di questi nuovi mezzi di comunicazione”. Come in molte altre diocesi del mondo, la necessità di sacerdoti è grande anche in quella olandese di Utrecht. Le proiezioni mostrano che entro 5 anni saranno attivi appena 50 presbiteri, che lavoreranno in 48 parrocchie con più di 300 chiese. “Solo nella nostra diocesi abbiamo bisogno di altri cento nuovi sacerdoti – aggiunge l'arcivescovo –. Ad ogni modo, la qualità è più importante della quantità. Non è facile essere sacerdote nel nostro mondo di oggi, per cui abbiamo bisogno di uomini che siano disposti a seguire Cristo con una dedizione totale”. L'arcivescovo Eijk spera dunque che i cattolici usino Twitter quotidianamente durante l'Anno Sacerdotale per ricordare ai loro amici di pregare per le vocazioni. Nel primo giorno dell'Anno Sacerdotale, il presule olandese ha lanciato anche due siti web che offrono ai partecipanti alla campagna un luogo per incontrare seminaristi, sacerdoti e giovani che stanno discernendo la propria vocazione. Uno è rivolto agli olandesi, http://jaarvandepriester.sqpn.com/, l'altro è internazionale, http://futurepriests.sqpn.com/. “Con questi siti – spiega monsignor Eijk –, si può vedere con chi e perché si prega. Ci mettiamo in contatto con i partecipanti alla campagna per le vocazioni e con i futuri sacerdoti”. (M.G.)

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    Anno Paolino: in chiusura un "pellegrinaggio virtuale"

    ◊   Un pellegrinaggio “virtuale”, per chi “intende rivivere il suo pellegrinaggio e conservarne le tappe più significative e per chi non ha potuto vivere questa esperienza e desidera, attraverso una serie di proposte multimediali, percorrere le orme dell’apostolo, anche senza spostarsi dal proprio ambiente”. A proporlo - a poco più di 5 giorni dalla solenne conclusione dell’Anno Paolino, indetto da Benedetto XVI il 28 giugno 2008, in occasione del Bimillenario della nascita dell’apostolo e che si concluderà il 29 giugno prossimo - sono le Paoline, “come omaggio a San Paolo” che il fondatore, don Giacomo Alberione, ha indicato come ispiratore e modello del loro impegno apostolico. Basta cliccare su www.paoline.it, per poter “entrare in contatto con una eredità culturale e spirituale che la ricchissima personalità di Paolo ha ispirato e continua a ispirare”. In questo senso, fanno notare le Paoline, “l’intuizione di Benedetto XVI si è rivelata un’occasione preziosa per conoscere e approfondire il messaggio di uno dei più grandi e geniali apostoli di tutti i tempi e una fonte inesauribile di iniziative culturali”, tra cui progetti editoriali, mostre, spettacoli, seminari di studio. I luoghi romani, in particolare, che la tradizione indica come luoghi paolini sono stati visitati da migliaia di pellegrini che hanno così ripercorso le tappe della permanenza a Roma di Paolo prima del martirio. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Iran si conferma la linea dura e Francia e Svezia richiamano l’ambasciatore

    ◊   In Iran il regime sceglie la linea dura. La Svezia, che dal primo luglio diventa presidente di turno dell’UE, e dopo qualche ora la Francia hanno convocato i rispettivi ambasciatori per trasmettere la forte preoccupazione per le violenze seguite alle elezioni della scorsa settimana, così come per le restrizioni imposte ai media. E a proposito di media, tra gli arrestati c’è anche un giornalista con cittadinanza greca che lavora per il quotidiano americano Washington Times. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs parla di inizi del cambiamento'' in Iran. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    È pugno di ferro: le centinaia di persone arrestate ieri nelle proteste a Teheran riceveranno condanne talmente severe da “dare una lezione” a tutta la popolazione. Sono le agghiaccianti parole del vice capo dell'apparato giudiziario, Ebrahim Raisi, citato dall'agenzia Irna. Ieri è stata giornata di proteste e scontri di piazza a Teheran. Disperse un migliaio di persone che ricordavano Neda, la giovane uccisa nelle manifestazioni. Numerosi gli arresti. In azione anche i Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione fedeli al regime. “L'intera nazione - ha aggiunto Raisi - deve fare attenzione a quello che dice, coloro che tengono discorsi devono stare attenti a quello che dicono e chi scrive deve tenere sotto controllo quello che scrive”. A parlare fuori del Paese sono in molti e sono voci di grande preoccupazione: il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, chiede “lo stop immediato di arresti, minacce, uso della forza” da parte delle autorità in Iran. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, denuncia: nel fine settimana in Iran “la giustizia non è stata rispettatà. E poi aggiunge: Obama è rimasto commosso dal coraggio dei manifestanti e in particolare delle donne scese in piazza per difendere la libertà di espressione. Oggi l'Iran sarà al centro dei colloqui a Roma tra il premier Berlusconi ed il collega israeliano Netanyahu, e di una conferenza stampa del presidente americano Obama. Per quanto riguarda le autorità di Teheran resta da dire che è stata annullata la manifestazione pro Akhmadinejad di studenti islamici prevista per oggi di fronte all’Ambasciata britannica che avrebbe appoggiato l’opposizione. E viene annunciato: il presidente iraniano presterà giuramento in parlamento con il suo governo tra il 26 luglio e il 19 agosto.

     
    Per un’analisi su quanto sta avvenendo in Iran, Giancarlo La Vella ha intervistato Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:

    R. – Quello che sta avvenendo in Iran è qualcosa che si svolge a tre livelli: uno riguarda certamente la lotta di potere, perché sappiamo benissimo chi era Rafsanjani, il numero due, tra gli uomini più potenti del Paese, che ha fatto la storia della rivoluzione e di quello che è accaduto dopo ed ha cercato di scalzare Ahmadinejad dal governo e prendersi una rivincita sulla sconfitta del 2005. Poi c’è stata la reazione della piazza, della volontà popolare, davanti a dei chiari brogli, ad un risultato che veniva chiaramente macchiato da irregolarità gravi; c’è stata una reazione popolare che ha sorpreso tutti, probabilmente anche quelli che erano al potere. Poi c’è un terzo livello: quello della crisi della Repubblica islamica, una crisi politica perché con Ahmadinejad c’è stato in realtà il tentativo di passare da una repubblica ad un regime islamico-autoritario, o comunque con forti impronte dirigistiche. E, in secondo luogo, la crisi dei valori religiosi ed anche ideologici di questa repubblica, che sono stati messi in discussione anche durante questa rivolta.

     
    D. – La folta presenza femminile alle proteste di piazza rappresenta un valore aggiunto a queste manifestazioni?

     
    R. – È, come dire, una tendenza, un protagonismo che si erano già colti in questi ultimi vent’anni di evoluzione del Paese, perché questo Paese non si è soltanto fermato come una fotografia ai tempi della rivoluzione. Quella iraniana, è una società che si è largamente evoluta, dove per esempio il 60% dei laureati dell’università sono donne, dove c’è un forte protagonismo femminile anche nel mondo del lavoro, anche se poi ci sono tutte quelle che poi sono le repressioni che derivano dalle osservazioni delle regole islamiche. Le donne, però, hanno un ruolo importante, nella società, e questo si è riflesso anche nelle proteste di piazza.

     
    Ancora morti nella zona nordoccidentale del Pakistan alla frontiera con l'Afghanistan
    Almeno sei morti e numerosi feriti nel Waziristan, nella zona nordoccidentale del Pakistan alla frontiera con l'Afghanistan, per il lancio di tre razzi da parte di un Drone statunitense, velivolo senza pilota. Si tratta del villaggio della zona di Ladha, considerata una delle basi del leader talebano radicale Mehsud. E intanto proprio un giovane leader rivale del comandante talebano Mehsud è stato ucciso a Dera Ismail Khan, città nel nordest. Si chiamava Qari Zainuddin ed era accusato di una serie di attentati, incluso quello dell’ex Premier Benazir Bhutto nel 2007.

    Striscia di Gaza
    Sostegno a Ghilad Shalit, il caporale israeliano rapito da Hamas tre anni fa e da allora prigioniero in una località segreta nella striscia di Gaza. Oggi, i principali valichi di accesso alla striscia sono stati, infatti, ostruiti da centinaia di israeliani in corteo in solidarietà di Shalit. Automezzi agricoli e automobili hanno impedito però, in un primo momento, il passaggio di un centinaio di camion con generi alimentari. Domani nei pressi del valico di Erez, nel versante palestinese, ci sarà una manifestazione di protesta e di richiesta di uno scambio di prigionieri che consenta la liberazione del comandante israeliano e di oltre mille detenuti palestinesi.

    Unione Europea
    “Gli squilibri interni dovuti all'elevatissimo debito pubblico possono colpire le vulnerabili finanze pubbliche italiane e possono portare ad un alto costo del capitale per l'intera economia, pesando perciò sulla sua crescita potenziale”. Questo è il giudizio relativo all’Italia contenuto nel rapporto 2009 sullo stato delle finanze pubbliche della Ue, presentato oggi dalla Commissione Ue.

    Ballottaggi amministrativi in Italia
    I risultati dei ballottaggi in Italia evidenziano una sostanziale tenuta del Pd, con il Pdl che conquista però province importanti. Il centrosinistra mantiene la guida di città da sempre legate al centrosinistra come Bologna e Firenze, o come anche la Provincia di Torino. Il centrodestra espugna la presidenza di province di rilievo come Milano, Venezia e Belluno. Come ampiamente previsto, il referendum sulla legge elettorale non ha raggiunto il quorum, è stato invece toccato il picco negativo nella storia della Repubblica: il 23,4% di affluenza alle urne. Il premier Silvio Berlusconi parla di “sonora sconfitta per la sinistra”, mentre il segretario del Pd, Dario Franceschini, vede l'inizio del “declino della destra”.

    Sempre in Italia, nuova forte scossa di terremoto in Abruzzo
    Una nuova forte scossa di terremoto è tornata ieri sera a scuotere l'Abruzzo. Il sisma di magnitudo 4.5, una delle repliche più importanti del terremoto del 6 aprile scorso, è stato registrato alle 22:58 con epicentro nell'Aquilano ed avvertito anche a Roma. E altre due scosse di grado 3.1 e 3.8 sono avvenute rispettivamente 49 minuti dopo la mezzanotte e alle 2:41, seguite da uno sciame di minore intensità (tra i 2 ed 2.4).

    Disastro aereo dell’Airbus A 330
    Nessuna scatola nera individuata nei fondali dell’Oceano Atlantico, al largo del Brasile. È giunta stamane la smentita, dall’ufficio francese di inchiesta sul disastro dell’Airbus A 330 dell’Air France, riguardo le notizie di presunti segnali provenienti dalle scatole nere del velivolo. Un portavoce della squadra di inchiesta, Christophe Prazuck, ha affermato che le ricerche proseguono e che ogni rumore intercettato verrà verificato.

    Ucraina
    Le elezioni presidenziali in Ucraina si terranno il prossimo 17 gennaio 2010. Lo ha deciso oggi il parlamento di Kiev. A favore di tale data - riferiscono le agenzie - ci sono 399 deputati su un totale di 450.

    Sei persone morte per uno scontro tra metro a Washington
    È salito a nove il bilancio dei morti nell'incidente di ieri nella metropolitana di Washington, dove due treni si sono scontrati. Lo riferisce la Cnn sul suo sito, citando funzionari dell'Autorità per i trasporti dell'area metropolitana di Washington.

    Nominato l’ambasciatore USA alla FAO
    Il presidente Barack Obama ha nominato un avvocato di Chicago ambasciatore alla Fao. Ertharin Cousin, che ha aiutato Obama nel corso della campagna elettorale, è l'inviato designato presso l'agenzia delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura con sede a Roma. Lo ha annunciato la Casa Bianca. La nomina di Cousin deve essere ratificata dal Senato.

    Accordo tra USA e Kirghizistan su basi logistiche
    Accordo raggiunto tra USA e Kirghizistan sul mantenimento della base logistica di Manas che permette a Washington di rifornire i propri militari in Afghanistan. La base aerea era stata al centro di feroci polemiche dopo la decisione del governo di Bishkek di sfrattare gli americani entro il 18 agosto. La decisione era stata presa proprio in concomitanza con lo stanziamento di un ingente prestito da parte del Cremlino, situazione che aveva rischiato di riaccendere le tensioni tra Mosca e Washington nella regione. Come ci spiega Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana, intervistato da Stefano Leszczynski :

     
    R. – Credo che questa marcia indietro del governo kirghiso, che aveva sfrattato gli americani che avrebbero dovuto sgombrare la base entro il 18 di agosto, rientri in quell’eterno gioco che Russia e Stati Uniti stanno giocando nel Caucaso e di cui i governi locali, quando possono - come credo sia avvenuto in questo caso -, approfittano, perché non va dimenticato che il Kirghizistan aveva già ottenuto sovvenzioni, aiuti, sostanzialmente regalie, per circa due miliardi di dollari proprio dal Cremlino. Adesso, questo voltafaccia rispetto alla questione della base americana è fondato sull’interesse, cioè sui quattrini, nel senso che gli americani hanno accettato di pagare un canone di affitto molto più elevato di prima.

     
    D. – Questo può provocare dei nuovi dissapori tra Stati Uniti e Russia?

     
    R. – Io credo che il contenzioso tra Russia e Stati Uniti proseguirà a prescindere dalla questione di questa base in Kirghizistan che è utile anche alla Russia perché non dimentichiamo che la Russia dalle infiltrazioni islamiste dall’Afghanistan verso il Tagikistan ha avuto molti problemi. Io credo che il contrasto tra Russia e America sia appunto molto più vasto, sia globale, e che abbia trovato nel Caucaso un terreno di coltura dovuto sostanzialmente alle questioni energetiche, grazie al petrolio di cui anche il Kirghizistan, per esempio, è fornitore a Mosca.

     
    D: - Quindi possiamo dire che la questione del Kirghizistan non è tanto politica quanto propriamente strategica per arrivare all’Afghanistan?

     
    R . – Sì, però, arrivare all’Afghanistan in questo momento, in questa contingenza, conviene a entrambi perché gli americani hanno bisogno di poter rifornire le truppe e non dimentichiamo, tra l’altro, che l’accordo col Kirghizistan prevede che da lì passi materiale non militare. La Russia non ha un interesse a che le operazioni americane in Afghanistan siano ostacolate, soprattutto adesso che con l’amministrazione Obama si è aperto qualche spiraglio di trattativa più globale che riguarda anche lo scudo spaziale e tutto una serie di rapporti.

     
    L’attentatore del presidente dell’Inguscezia era una donna
    Sarebbe una donna, Piatimat Mutalieva, l’attentatore del presidente dell’Inguscezia, Iunus-Bek Ievkurov, rimasto gravemente ferito nell’atto terroristico di ieri. Secondo fonti della polizia la donna era sorella di un terrorista islamico morto in uno scontro con le forze di sicurezza lo scorso 12 febbraio. Il presidente Ievkurov si trova in una clinica di Mosca dove ieri sera ha ricevuto la visita del presidente russo Dimitri Medvedev. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 174

     
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