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Sommario del 13/06/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI alla Fondazione Centesimus Annus: la crisi si supera con un sistema economico basato su etica e solidarietà
  • Altre udienze e nomine
  • Anno Sacerdotale: l’editoriale di padre Lombardi per Octava Dies
  • Il cardinale Lajolo guida il pellegrinaggio paolino del Governatorato
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Iran: scontri dopo la rielezione di Ahmadinejad e l'accusa di brogli
  • Colombia: ucciso docente cattolico impegnato nella promozione umana
  • I Francescani ai Grandi del mondo: cambiate le regole dell'economia
  • Il saluto del Papa al Pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto, occasione per fare una gioiosa esperienza di Cristo
  • La “Casa di Giorgia” gestita dai gesuiti a Roma per ridare speranza alle donne rifugiate
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • L'appello del vescovo di Jaffna per il ritorno a casa degli sfollati
  • In festa i cristiani del Qatar: consacrata nuova Chiesa a sud di Doha
  • Il cardinale Tauran a Mumbai: la tolleranza è il vero volto dell'India
  • Amman: al via lunedì il Convegno dei vescovi amici dei Focolari su Medio Oriente e Iraq
  • La Caritas denuncia: crisi umanitaria nell'est del Congo
  • Corea del Sud: un treno speciale per visitare la tomba del cardinale Kim
  • Convegno a Terni sul fine vita
  • Messaggio del vescovo di Padova nella memoria di Sant'Antonio
  • 24 Ore nel Mondo

  • Dopo le sanzioni Onu la Corea del Nord minaccia il ricorso alle armi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI alla Fondazione Centesimus Annus: la crisi si supera con un sistema economico basato su etica e solidarietà

    ◊   Il mondo in crisi economica ha bisogno di un’“economia moderna”, solidale e rispettosa dei diritti dei deboli e, più in generale, della dignità umana. Ancora una volta, Benedetto XVI è tornato a riflettere sull’attuale scenario di difficoltà che stanno attraversando i mercati internazionali e sulle ricadute sociali della crisi. Occasione: l’udienza concessa ai membri della Fondazione “Centesimus Annus Pro-Pontifice”, creata nel 1993 allo scopo di diffondere nel mondo economico e imprenditoriale i principi della Dottrina sociale della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    C’è un aggettivo-“spia” nelle parole di Benedetto XVI che dimostra come, agli occhi del Papa, il sistema economico e finanziario attuale - al cui centro pulsa il cuore del business ad oltranza e non quello della solidarietà - sia un sistema al tramonto, vecchio. Agli esperti della Fondazione battezzata e ispirata con il titolo che Giovanni Paolo II diede nel 1991 a una delle sue encicliche sociali, la Centesimus Annus, Benedetto XVI ha chiesto di studiare “nuovi modelli di sviluppo", dove la novità, ha spiegato, sta nel fatto che parole come mercato, impresa, progresso economico sono strettamente legate ad altre come bene comune, visione etica del lavoro, rispetto dell’uomo:

     
    “In effetti, la crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni”.

     
    E subito dopo, il plauso a chi guarda al mondo dell’economia e della finanza con un ideale cristiano:

     
    “Bene ha fatto, quindi, la vostra Fondazione ad affrontare, nel Convegno internazionale svoltosi ieri, il tema della ricerca e della individuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana".
     
    “Valori e regole”. Benedetto XVI ha insistito su questo aspetto ricordando alcuni passaggi della Centesimus Annus. L’economia di mercato, in particolare, ovvero quel “sistema economico che riconosce - ha citato il Papa - il ruolo fondamentale e positivo dell'impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell'economia” può essere riconosciuta come via di progresso economico e civile solo se orientata al bene comune”. Dunque, ha ribadito:

     
    “Auspico che le indagini sviluppate nei vostri lavori, ispirandosi agli eterni principi del Vangelo, elaborino una visione dell'economia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli. Come sapete, verrà prossimamente pubblicata la mia Enciclica dedicata proprio al vasto tema dell’economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale”.
     
    Il Papa ha poi ringraziato la Fondazione per i suoi interventi in favore del Pisai, il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, “alle cui finalità, da voi condivise - ha detto - attribuisco grande valore per un dialogo interreligioso sempre più fecondo”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina mons. Nikola Eterović, arcivescovo tit. di Sisak, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, e alcuni presuli della Conferenza episcopale del Venezuela, in visita "ad Limina”.

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Melo (Uruguay), presentata da mons. Luis del Castillo Estrada, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Heriberto Andrés Bodeant Fernández, vescovo titolare di Ampora, finora vescovo ausiliare di Salto. Mons. Heriberto Andrés Bodeant Fernández è nato a Young, diocesi di Salto, il 15 giugno 1955. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 27 settembre 1986 per la diocesi di Salto. Nominato vescovo titolare di Ampora e vescovo ausiliare di Salto il 28 giugno 2003, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 27 settembre successivo.

    Il Santo Padre ha eretto la diocesi di Oberá (Argentina) con territorio dismembrato dalle diocesi di Posadas e di Puerto-Iguazú, rendendola suffraganea della Chiesa Metropolitana di Corrientes.
    Il Papa ha nominato primo vescovo di Oberá (Argentina) mons. Victor Selvino Arenhart, finora vicario generale della diocesi di Posadas. Mons. Victor Selvino Arenhart è nato il 23 dicembre del 1948 a Campo Grande, in Misiones. Il 5 marzo 1977 è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Posadas.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di Sandomierz (Polonia) mons. Krzysztof Nitkiewicz, del clero dell’arcidiocesi di Białystok, finora sotto-segretario della Congregazione per le Chiese Orientali.
    Mons. Krzysztof Nitkiewicz è nato il 17 luglio 1960 a Białystok. E’ stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1985. È membro del Capitolo Cattedrale della sua arcidiocesi, per la quale ha svolto l’ufficio di postulatore nella Causa di Beatificazione del Rev.do Michał Sopoćko, confessore di Santa Faustina Kowalska. Ha collaborato anche con la sezione polacca della Radio Vaticana.
     
    Il Papa ha nominato presidente della Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino mons. Lluís Clavell, della Prelatura Personale della Santa Croce e Opus Dei, membro del Consiglio Accademico e consultore del Pontificio Consiglio della Cultura.

    Il Santo Padre ha nominato consultori della Congregazione delle Cause dei Santi: don Jesús Manuel García Gutiérrez, S.D.B., docente presso la Pontificia Università Salesiana; don Francesco Motto, S.D.B., membro dell'Istituto Storico Salesiano; don Aimable Musoni, S.D.B., docente presso la Pontificia Università Salesiana; padre Zdzisław Józef Kijas, O.F.M. Conv., preside della Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura"; padre Gabriele Ingegneri, O.F.M. Cap., membro dell'Istituto Storico dei Cappuccini; e i professori Ulderico Parente, docente presso la Libera Università degli Studi "San Pio V", e Francesco Ricciardi Celsi, docente presso la Libera Università Maria Santissima Assunta.

    Il Santo Padre ha nominato consultori del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: il prof. Francesco Casetti, docente ordinario di Filmologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica, dove dirige anche il Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo; Alvito Joseph Socorro de Souza, segretario generale di Signis-World (Belgio).

    Il Papa ha nominato il cardinale Francis Arinze, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Suo Inviato Speciale alla IX Assemblea Plenaria della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia, che avrà luogo a Manila (Filippine) dall’11 al 16 agosto 2009.

    Mons. Marco Agostini, officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, è stato nominato cerimoniere pontificio.

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    Anno Sacerdotale: l’editoriale di padre Lombardi per Octava Dies

    ◊   Siamo ormai vicini all’inizio dell’Anno Sacerdotale. Benedetto XVI lo inaugurerà venerdì prossimo 19 giugno, presiedendo la celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità del Sacro Cuore di Gesù nella Basilica Vaticana. Un anno – come ha detto il Papa – indetto per favorire la tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero. Ascoltiamo in proposito l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    “Anche i sacerdoti devono ricordarsi di pregare!”. Con queste parole Benedetto XVI ha spesso accompagnato l’abituale consegna del rosario ai preti che lo salutavano al termine di un’Udienza o di un incontro con lui. A me è successo più di una volta. Queste parole mi sono tornate alla mente quando il Papa ha indetto l’”Anno sacerdotale” che sta per iniziare, nel 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars, splendido modello di spiritualità e di zelo per tutti i sacerdoti, soprattutto se impegnati nella pastorale.

     
    “E’ sempre forte la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi, lasciandosi sopraffare dalle attività e dalle preoccupazioni umane”, dice ancora il Papa. Riecheggiano le parole del Curato d’Ars: “Vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: ‘Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te’.

     
    Se il problema dell’unione con Dio si pone per tutti i cristiani, si pone in particolare per i sacerdoti, interpellati da ogni parte mentre il loro numero rimane piccolissimo di fronte alle attese. Ovviamente, la santità dei sacerdoti è anzitutto una responsabilità loro, ma riguarda pure tutta la comunità dei fedeli. Bastano alcuni sacerdoti indegni a ferire profondamente la credibilità della Chiesa. E d’altra parte la solidarietà spirituale della comunità è un sostegno fortissimo per la loro vita spirituale ed apostolica. Insomma: l’Anno sacerdotale vale non solo per i preti, ma per tutti.

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    Il cardinale Lajolo guida il pellegrinaggio paolino del Governatorato

    ◊   “Oggi abbiamo lasciato il nostro abituale luogo di vita e di lavoro presso la Tomba dell’Apostolo Pietro per venire qui, pellegrini al sepolcro dell’Apostolo Paolo, in quest’anno in cui si ricorda il bimillenario della sua nascita”: così il cardinale Giovanni Lajolo, guida del pellegrinaggio del personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, di cui è presidente, e delle loro famiglie, ha ricordato i due Santi Apostoli, “colonne e fondatori della Chiesa di Roma”, all’ingresso della Porta Paolina della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. La processione, al canto delle Litanie dei Santi, si è sciolta attorno all’Altare della Confessione per la solenne Liturgia Eucaristica che il cardinale ha presieduto, tracciando nell’omelia un affascinante profilo della personalità di Paolo, “carattere impetuoso e dai tenerissimi affetti, battagliero ed accorto diplomatico, dalle visioni estatiche e dalle irrefrenabili attività”. Dopo aver evocato l’Inno paolino alla Carità - “canto di esultanza in applicazione della parola stessa di Gesù” e del quale ha pure esaltato la “bellezza poetica” - il cardinale Lajolo ha sviluppato un’esegesi su tre aspetti della figura di Paolo, l’apostolo, il servo e il prigioniero, e l’ha conclusa scandendo il passo “di una trascendentale semplicità” della sua Lettera in cui ricorda che “Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso….Cristo è il Signore dei morti e dei vivi”. La Messa – fra i suoi concelebranti il vescovo Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato – è stata accompagnata da una corale tedesca ospite di Roma, il KonzertChor SüdHessen di Wiesbaden, diretta dal maestro Andrew Wippert; al termine il cardinale ha salutato i suoi componenti riuniti sotto la volta dell’Abside della Basilica; e così pure quelli della banda del Corpo della Gendarmeria vaticana, diretta dal maestro Giuseppe D’Amico, che schierata nel transetto, ha eseguito un inno sacro, continuando il concerto che aveva eseguito prima nel Portico. La cerimonia ha avuto, come appendice, il saluto dell’arciprete della Basilica, cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, al presidente del Governatorato (“alla cui autorità, ha detto, siamo sottoposti”) e alla grande famiglia del Governatorato alla quale, ha sottolineato, “siamo tutti uniti da un vincolo importante, di essere al servizio del Papa e della Santa Sede”, sottolineato dalla consegna al cardinale Lajolo della medaglia d’oro commemorativa dell’Anno Paolino. E questi nel ringraziare ha ricordato come l’arciprete abbia “rinfrescato, ringiovanito il volto della Basilica” e lo ha ringraziato per aver “promosso nuove attività, contribuendo in modo assai efficace al buon svolgimento dell’Anno Paolino”. Infine il cardinale Lajolo ha ricordato la pubblicazione, da parte della Libreria Editrice Vaticana, del libro che raccoglie le catechesi del Santo Padre sull’Apostolo Paolo, e la celebrazione odierna della festa liturgica di Sant’Antonio di Padova, ricordando “antichi legami” dei quali ha dato personale testimonianza, tra la Basilica di Padova e quella di San Paolo fuori le Mura. In mattinata questa ha accolto un altro significativo, e foltissimo, pellegrinaggio, quello della Chiesa suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, guidato dal cardinale che ne ha il titolo, Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, che era accompagnato dal vescovo ordinario Lino Fumagalli. ( A cura di Graziano Motta)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Una società libera e solidale: ai convegnisti della Centesimus annus Pro Pontifice il Papa parla della sua prossima enciclica sociale.

    Coscienza e verità: in prima pagina, Lucetta Scaraffia sul libro di Joseph Ratzinger Benedetto XVI "L'elogio della coscienza. La Verità interroga il cuore".

    Ahmadinejad confermato presidente: in rilievo, nell'informazione internazionale, l'esito delle presidenziali iraniane.

    In cultura, Inos Biffi sul sacrificio dell'Eucaristia, amore paziente e intramontabile.

    "I silenzi degli altri": la cronaca di Raffaele Alessandrini della presentazione del volume - curato dal direttore - "In difesa di Pio XII. Le ragioni della storia" e l'anticipazione del testo di Francesco Messina nel catalogo della mostra, a Milano, "L'immagine di Pio XII nell'arte contemporanea".  

    La luce al di là della forma nel linguaggio profetico di Ildegarda di Bingen: l'intervento di Marta Cristiani al convegno di studi bonaventuriani a Bagnoregio.

    Un articolo di Marcello Filotei dal titolo "Una vita alla ricerca del suono": aperto a Roma un archivio su Giacinto Scelsi, tra i maggiori compositori italiani del Novecento.

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    Oggi in Primo Piano



    Iran: scontri dopo la rielezione di Ahmadinejad e l'accusa di brogli

    ◊   I risultati delle elezioni presidenziali iraniane hanno dato la vittoria, secondo i dati ufficiali pubblicati dagli uffici elettorali, al presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad con il 62,6% delle preferenze. Dura protesta invece da parte del candidato rivale, il conservatore moderato Mussavi, che denuncia brogli elettorali e non intende riconoscere la sconfitta: c'è il rischio di una tirannia, ha detto. Preoccupazione ha espresso Israele che chiede alla comunità internazionale di intensificare i controlli sui programmi nucleari iraniani. Intanto nel Pese sono scoppiati i primi scontri. Il servizio di Stefano Leszczynski:

    Manifestazioni di protesta e scontri tra polizia e sostenitori del grande sconfitto di queste elezioni, il 67enne, Mir Hossein Mussavi. Il leader conservatore moderato, considerato dagli osservatori come uno dei favoriti nella corsa alla presidenza dell’Iran ha ottenuto poco meno del 33% dei consensi, mentre il presidente uscente, Ahmadinejad, ha incassato quasi il 63% delle preferenze. Il risultato ha provocato momenti di forte tensione per le strade della capitale iraniana con i sostenitori di Mussavi che hanno inscenato manifestazioni contro presunti brogli e con lo stesso esponente moderato che si è rivolto alla guida suprema Ali Khamenei denunciando irregolarità nelle votazioni. “Non mi arrenderò a questa farsa pericolosa”, ha dichiarato Mir Hossein Mussavi, aggiungendo che il popolo “non si piegherà a chi prende il potere con gli imbrogli”. Per un commento sull’esito di queste elezioni abbiamo raggiunto a Teheran l’inviato de Il Sole 24Ore, Alberto Negri:

     
    R. – C’è stata una sorpresa perché, dopo la grande affluenza di voto che si è vista ieri, appariva abbastanza probabile che ci si avvicinasse soprattutto a un ballottaggio tra i due candidati. In realtà, mai un presidente uscente aveva perso quando si era ripresentato per il secondo mandato. Credo che ci sarà da parte di Mussavi una protesta per vie legali e poi vedremo se effettivamente quel movimento che abbiamo visto nei giorni scorsi, l’onda verde, avrà anche delle reazioni di piazza.

     
    D. - A questo punto le linee politiche dell’Iran continueranno a rimanere rigide come sono state finora?

     
    R. – Le linee più importanti nel campo della politica estera della difesa vengono elaborate dalla guida suprema, da Ali Khamenei, da lui viene l’indirizzo finale. Adesso, con la riconferma di Ahmadinejad, ci troveremo di fronte a un personaggio che conosciamo già. Vedremo se in qualche modo attenuerà i toni rispetto al passato.

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    Colombia: ucciso docente cattolico impegnato nella promozione umana

    ◊   Dolore e sgomento in Colombia per l’uccisione, da parte di un gruppo di guerriglieri, di Humberto Echeverri Garro, catechista e docente cattolico di dottrina sociale della Chiesa. L’omicidio è avvenuto giovedì scorso nella regione nordorientale del Paese. Il Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale ha sùbito condannato l’assassinio esprimendo grande preoccupazione per il coinvolgimento in Colombia di un numero sempre maggiore di civili nel conflitto tra guerriglieri e forze governative. Sull’omicidio del prof. Echeverri Garro ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latinoamericane:

    R. – L’11 giugno è stato ucciso un catechista, un laico e professore di dottrina sociale della Chiesa, che si era trasferito, momentaneamente, in una località del dipartimento di Arauca per prendere parte, come docente, a dei corsi di promozione umana e promozione sociale che organizza la Chiesa cattolica. Un gruppo di guerriglieri è entrato dove lui stava facendo lezione, lo ha praticamente sequestrato e, nel giro di pochi minuti, lo ha ucciso. Va ricordato che questo è accaduto ad Arauca dove, nel 1989, è successo un fatto quasi identico con il vescovo, mons. Jesús Jaramillo, sequestrato, sommariamente "processato" e poi ucciso da parte della guerriglia, con l’accusa di essere un controrivoluzionario.

     
    D. – Si può ritenere che la guerriglia voglia colpire chi si impegna per la promozione proprio di programmi in difesa della persona?

     
    R. – Proprio così perché questa morte del professore Humberto Echeverri, che aveva 40 anni, arriva dopo tre altri omicidi compiuti quest’anno. Altri due docenti sono stati uccisi in questi mesi: Milton Blanco e Pablo García ed addirittura, è stato ucciso un ragazzino di 16 anni, German García, perché frequentava questi corsi di promozione sociale. Quindi, quello che sta succedendo lì, e che succede ormai da anni, è proprio che i vari gruppi armati non vogliono permettere alla Chiesa nessun tipo di azione che possa rappresentare una sfida al loro potere. E quando la Chiesa arriva, per esempio a far crescere la coscienza delle persone, l’educazione civica, la promozione umana, loro ritengono che arrivi una “forza controrivoluzionaria”.

     
    D. – In questo contesto, come può e come deve continuare l’impegno della Chiesa in un tessuto così difficile?

     
    R. – La Chiesa, certamente, come già hanno detto i vescovi e continuano a ribadire in quest’ultimo comunicato in cui fanno le condoglianze alla famiglia del professore Echeverri, continuerà il suo impegno perché non può tacere, non può essere intimorita e non è mai stata intimorita perché oltre a mons. Jaramillo sono stati uccisi altri prelati: nel 2002, mons. Duarte Cansino e poi decine e decine di sacerdoti, centinaia di catechisti in questi ultimi 30, 40 anni. Il problema è che la Chiesa, allora, non può tacere e la sua voce profetica, per combattere la violenza, deve addirittura prendere più forza da questo martirio, da questi martiri del XXI secolo. Si pone un’altra questione: le autorità, la società civile colombiana, tra i Paesi più violenti al mondo, se non addirittura il più violento, cosa stanno facendo realmente per mettere fine a queste stragi degli innocenti? Non è possibile che in un Paese come la Colombia, con un popolo così generoso, così impegnato nella lotta per la sopravvivenza quotidiana, possa sopportare che la media delle persone uccise sia più di 50 ogni 24 ore!

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    I Francescani ai Grandi del mondo: cambiate le regole dell'economia

    ◊   L'Ordine dei Frati Minori, da sempre in prima linea nell´impegno per la giustizia e la pace, ha rivolto un messaggio ai ministri dell´economia del G8, riuniti da ieri a Lecce. Il testo, ampiamente discusso dall'assemblea dei 152 rappresentanti dei Frati francescani, riuniti a Santa Maria degli Angeli per celebrare il loro 187.mo Capitolo Generale, propone orientamenti concreti per la costruzione del bene comune e la promozione di scelte economiche e produttive rispettose del creato. Ma quali sono le principali richieste dell’Ordine ai responsabili delle otto economie più importanti del mondo? Marco Guerra lo ha chiesto a padre Roberto Ferrari, ministro provinciale della Lombardia e membro della commissione che ha stilato la lettera rivolta al G8.

    R. – Sostanzialmente chiediamo ai ministri che reggano un po’ le sorti dell’amministrazione e che mettano innanzitutto in primo piano la dignità della persona umana che è sostanzialmente quanto la dottrina sociale della Chiesa ci viene ad insegnare, per cui la dignità della persona, corredata anche dai bisogni che nei singoli continenti, nelle singole aree del mondo, vengono ad essere necessitanti per l’attuazione di un bene comune che deve vedere questi nostri ministri responsabili in prima persona delle sorti di milioni persone.

     
    D. – Nel messaggio la politica viene chiamata a porre al centro della propria azione l’uomo e il creato. C’è tutto il messaggio della spiritualità francescana in questa esortazione?

     
    R. – Con la vita dell’uomo c’è l’attenzione, l’amore per il creato, questo messaggio che Francesco d’Assisi ha voluto offrire ai fratelli del suo tempo e poi a tutti agli uomini, ricordando il Cantico delle creature. Quindi, l’aspetto dell’ecologia è molto importante, non per niente San Francesco è stato proclamato patrono dell’ecologia e anche noi tendiamo proprio a volere salvaguardare un po’ questo rispetto per l’uomo e per il creato laddove il creato viene deturpato e sfruttato unicamente come fonte di interesse e non come privilegio dell’azione stessa di Dio compartecipatrice alla vita dell’uomo.

     
    D. - Padre Ferrari, i Frati Minori sono presenti in 113 Paesi del mondo con oltre 15 mila membri. Qual è il vostro reale contributo nella promozione di politiche per il bene comune?

     
    R. – Il sostegno diretto alla gente più in difficoltà e la conoscenza di alcuni canali che ci portano a vedere i nostri fratelli che sono oggi chiamati a dirigere le nostre nazioni: li invitiamo a mettere al centro della loro riflessione, della loro analisi, quello che è l’impegno che i Paesi industrializzati, in modo particolare, possono attuare nei confronti di questi Paesi che vivono il dramma di morte, di abbandono, di miseria, di fame e di malattia. Ministro per noi significa “minus stare”, stare con gli ultimi.

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    Il saluto del Papa al Pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto, occasione per fare una gioiosa esperienza di Cristo

    ◊   Si svolgerà questa notte la 31.ma edizione del “Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto”. L’annuale iniziativa di Comunione e Liberazione ha scelto come filo conduttore l’affermazione di San Paolo “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente”. A presiedere la Messa di apertura, alle 20.30 nello stadio maceratese, sarà il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Prenderà parte alla liturgia anche mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila, che accompagnerà un folto gruppo di terremotati abruzzesi. A tutti i partecipanti, il Papa ha inviato un messaggio di saluto con l'auspicio che possano "fare una gioiosa esperienza di Cristo e sperimentare la materna intercessione della Vergine Maria".. Dell’iniziativa Luca Collodi ne ha parlato con l’ideatore mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica:

    R. - Il pellegrinaggio è nato per questo collegamento tra la realtà della vita quotidiana e la fede ed è diventato sintesi tra l’annuncio che il Vangelo di Gesù è per la vita e la felicità – “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”, dice Gesù nel Vangelo – e la vita di tutti i giorni. Ecco perché le vicende della vita riecheggiano tutti gli anni dentro il pellegrinaggio.

     
    D. - Mons. Vecerrica, mercoledì scorso il Papa ha benedetto la fiaccola della pace che porterete in pellegrinaggio. Cosa rappresenta?

     
    R. - La fiaccola tocca i punti salienti della vita dell’anno. In passato ha attraversato l’Umbria, quando c’è stato il terremoto; è passata attraverso varie città che avevano significati particolari. Quest’anno c'è stato purtroppo il terremoto dell’Aquila. Il pellegrinaggio 2009 avrà due dimensioni forti da presentare alla Madonna quando arriveremo a Loreto: la crisi economica, che quest’anno ha colpito tante famiglie, e la crisi del terremoto. Questo rapporto con la realtà sociale, soprattutto quella più drammatica, è proprio per fare in modo che la vita non si fermi all’aspetto solo drammatico ma si cerchi il senso delle vicende che ci accadono. Ci stanno arrivando testimonianze straordinarie di gente che manda messaggi, che manda richieste o intenzioni, proprio per ritrovare il senso delle cose belle della vita.

    D. – Alla marcia Macerata-Loreto partecipano molti giovani. Cosa li spinge a camminare di notte ? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Sorichetti, dell’Ufficio Stampa del pellegrinaggio...

     
    R. - Quello che può muovere un giovane a intraprendere questo cammino notturno è sicuramente il fatto di essere invitati a un’esperienza bella perché in università, come anche in altri luoghi, c’è una mancanza, una carenza di senso che spinge tante persone a mettersi in cammino, a mettersi alla ricerca di qualcosa di buono per la propria vita proprio per non rimanere al livello della drammaticità e al livello del non senso. La prima volta che partecipai al pellegrinaggio, la cosa che più mi colpì fu proprio questa marea di persone attente, concentrate. Ognuna portava il proprio desiderio, la propria richiesta di grazia, la propria domanda. E’ per questo che da quel momento in poi capii che il cristianesimo è un popolo bello che cammina verso una meta precisa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    La “Casa di Giorgia” gestita dai gesuiti a Roma per ridare speranza alle donne rifugiate

    ◊   Aumentano in questo periodo a Roma le richieste ai centri di accoglienza. Tra queste strutture vi è anche la “Casa di Giorgia” cui si rivolgono le donne perseguitate che cercano asilo, rifugio politico o protezione internazionale per fuggire dai Paesi d’origine. La struttura legata al Centro Astalli, retto dai padri gesuiti, può accogliere fino a 36 donne, di cui 28 in convenzione con il Comune di Roma. Nel 2008 la maggioranza delle donne accolte proveniva dall’Africa. Di recente vi è la presenza anche di donne provenienti da Birmania, Tibet e Bangladesh, conseguenza del deterioramento della situazione politica e sociale di questi Paesi asiatici. Sull’attività della struttura, Anna Villani ha parlato con il padre gesuita Giovanni La Manna, responsabile del Centro Astalli:

    R. – La richiesta e i bisogni sono superiori alla disponibilità che si ha per rispondere. Ci si sta organizzando, c’è una ristrutturazione, almeno guardando alla realtà locale, per rendere virtuoso il circuito di accoglienza, per dare maggiore disponibilità in un tempo ragionevole. L’unico modo, non avendo risorse per ampliare la rete, è quello di renderlo virtuoso, cioè che possa funzionare bene e offrire le opportunità necessarie per l’autonomia nei tempi giusti per prolungare la permanenza delle persone nei centri, quindi potenziando la scuola italiana, offrendo quante più opportunità formative e mettendo le persone in condizioni di essere autonome.

     
    D. - Può riferirci di qualche caso in particolare che avete avuto modo di trattare presso il Centro?

     
    R. – Abbiamo tante donne single con bambini, che dopo sei mesi, avendo avuto anche la fortuna di ricevere i permessi di soggiorno, si sono rese autonome. Poi ci sono donne che arrivano con esperienze piuttosto forti. La donna che è stata vittima di tortura impiega più tempo, perché si porta delle ferite visibili, anche se quelle che meritano maggiore attenzione sono quelle interiori, per cui bisogna prevedere l’accompagnamento psicologico e, in alcuni casi, diventa necessario un maggior tempo di permanenza e di accompagnamento nel centro per rimettere in piedi la persona.

     
    D. - Mancano politiche di cooperazione, dunque?

     
    R. – Siamo tutti d’accordo che sia importante non tanto il contrasto, che riteniamo inutile come misura per diminuire il numero di persone costrette a lasciare la propria terra, quanto il risolvere i problemi nei Paesi di provenienza. A parole siamo tutti d’accordo, però poi manca una volontà onesta di andare nei singoli Paesi per cercare di risolvere i problemi. Questo è dovuto anche al fatto che ci sono ancora troppi interessi economici nel tenere alcuni Paesi in situazioni di conflitto, in situazioni di instabilità politica.

     
    D. – Il suo augurio, dunque, è quello che si possano risolvere questi conflitti nei Paesi di provenienza...

     
    R. – La mia speranza è che la persona eritrea possa desiderare e decidere di viaggiare per turismo verso l’Italia e l’Europa, così come il ragazzo afghano, così come il ragazzo sudanese, e non sia costretta per motivi di persecuzione politica o per motivi di persecuzione religiosa. Contemporaneamente il mio augurio e la mia speranza sono che il lavoro iniziato, di dialogo e di lavoro fattivo, per rendere virtuoso il circuito di accoglienza, in particolare con il Comune di Roma, diventi sempre più un lavoro quotidiano, per dare una risposta in attesa di risolvere i conflitti nei Paesi di provenienza.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   Questa domenica, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità del Corpus Domini. La Liturgia presenta il Vangelo dell’Ultima Cena come viene riferita da San Marco. Gesù prende il pane e recita la benedizione, lo spezza e lo dà loro, dicendo:

    “Prendete, questo è il mio corpo”.

    Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:

    "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti”.

    Su questa Solennità ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Corpo e Sangue. Entrambi offerti «senza macchia» al Padre (Eb 9, 14).

     
    Il Corpo è il velo attraverso il quale Cristo entra nel Santuario del Cielo, nella vera Tenda (cf. Eb  10, 20). Il Sangue è ciò mediante cui ha accesso al Santo dei Santi e quel che Egli porta nell'interno del Santuario dopo averlo versato (Eb 9, 12). E' l'offerta della vita che diviene «sangue dell'alleanza», della nuova ed eterna Alleanza.

     
    A questo Corpo e a questo Sangue del Sacrificio il Figlio dà parte ai suoi.

     
    Così noi assumendo la realtà del Figlio siamo ad essa conformati e diveniamo riconoscibili agli occhi del Padre che può amare in noi ciò che ama nel Figlio (cf. Pref., t.o., VII).

     
    Il Sacrificio diventa Comunione e attraverso la Comunione anche noi diveniamo un sacrificio a Lui gradito (cf. Prece Euc., III) per aver così parte al «Regno promesso», alla eterna comunione.

     
    Dunque, dal Sacrificio alla Comunione e dalla Comunione al Sacrificio in vista di una nuova e definitiva Comunione. Nessuno separi Comunione e Sacrificio.

     
    Il Mistero è davvero grande!

     
    «Piena sia la lode! Sia risonante,
     sia gioconda, sia appropriata
     l'esultanza dello spirito»

     
    «Sit laus plena, sit sonora
    sit iucunda, sit decora
    mentis iubilatio»

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    Chiesa e Società



    L'appello del vescovo di Jaffna per il ritorno a casa degli sfollati

    ◊   “I profughi devono tornare nelle loro terre il prima possibile”. Mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, è molto preoccupato per le condizioni in cui vivono i rifugiati della guerra dello Sri Lanka. Nei sei centri allestiti dal governo nella penisola a nord del Paese se ne contano 120 mila (quasi un terzo del numero complessivo) e sono sotto il controllo dei militari: solo gli operatori di Onu, Croce Rossa e Caritas possono, con notevoli difficoltà, entrare in contatto con loro. A quasi un mese dalla fine della guerra, informa inoltre Asianews, mancano acqua, cibo e medicinali. Da qui l’appello del presule per un rapido reinsediamento dei rifugiati nelle zone di provenienza e la richiesta di una spiegazione sui motivi che stanno determinando il ritardo di tale operazione. “Capisco – ha affermato mons. Thomas Savundaranayagam – che certi interventi necessari devono essere fatti: la bonifica dalle mine, la ricostruzione delle case e la sistemazione delle infrastrutture. Comprendo che il governo abbia chiesto tre mesi per il reinsediamento. Oggi, tuttavia, sento parlare di sei mesi e, invece, è indispensabile che l’operazione cominci il prima possibile”. (S.G.)

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    In festa i cristiani del Qatar: consacrata nuova Chiesa a sud di Doha

    ◊   La comunità cristiana del Qatar celebra l’apertura di una nuova chiesa. La cerimonia di consacrazione si è tenuta lo scorso 11 giugno ed è stata presieduta dal metropolita Joseph Mar Thoma, capo della Chiesa di Marthoma. Al rito hanno partecipato il vice del metropolita, Zacharias Mar Theophilos, cinque pastori e più di mille fedeli. Il luogo di culto sorge nel centro interconfessionale (Inter-Denominational Church Complex, Idcc) di Mesaimeer, zona periferica a sud di Doha. La Chiesa di Marthoma è una denominazione cristiana protestante con base nel Kerala, in India, e in comunione con la Chiesa anglicana e la Chiesa Siro-malabarica indipendente. Alla Messa celebrata ieri erano presenti circa 2500 fedeli. Ringraziando i politici del Qatar “per lo spazio concesso” per la costruzione del luogo di culto, il metropolita Joseph Mar Thoma ha spiegato che l’emirato arabo “è il quinto Paese del Golfo ad avere una chiesa della comunità dopo il Kuwait, il Bahrain, il Sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi Uniti”. Ha inoltre invitato i fedeli a “ricordare i contributi e i sacrifici di quanti hanno lavorato duramente per trasformare il luogo di culto in realtà”. Il 22 maggio scorso a Doha era stata consacrata la chiesa Siro-malabarese di San Tommaso. Alla funzione avevano partecipato il cardinale Varkey Vithayathil e mons. Paul Hinder, vicario apostolico di Arabia. (S.G.)

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    Il cardinale Tauran a Mumbai: la tolleranza è il vero volto dell'India

    ◊   “Tolleranza, religione e cultura”. Questo è “il vero volto dell’India” e non bisogna dimenticarlo quando si parla dei tanti episodi di violenza che hanno colpito il Paese negli ultimi anni. Così si esprime il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, all’indomani dell’incontro tra leader cattolici ed indù svoltosi a Mumbai e dopo i lunghi mesi di attacchi contro i cristiani avvenuti in Orissa e in altri Stati del Paese. La delegazione cattolica, guidata dal porporato, era composta da sette persone tra cui il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo della metropoli che ha ospitato l’incontro, il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, mons. Pedro Lopez Quintana, nunzio apostolico in India. A guidare la delegazione dei 12 leader indù, invece, lo swami Sankaracharya Kanchi Kamakoti Mutt. L’incontro – informa Asianews – è nato dalla volontà del cardinale Gracias di rispondere all’appello dello swami Sankaracharya per la promozione del dialogo e del confronto tra rappresentanti della due comunità religiose. Entrambi, nella conferenza stampa, convocata a conclusione dei lavori, hanno condannato le conversioni forzate e convenuto con le parole del cardinale Tauran: “Il dialogo interreligioso ha un risvolto molto pratico che è la pace e lo sviluppo per tutti”. Entrambi, infine, hanno concordato sull’importanza delle opere di carità e di quelle educative, “strumenti utili per far crescere tra la gente comune, ed i giovani in particolare, una disponibilità sempre maggiore alla mutua comprensione tra le religioni”. (S.G.)

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    Amman: al via lunedì il Convegno dei vescovi amici dei Focolari su Medio Oriente e Iraq

    ◊   Migliora la situazione in Iraq, anche per i cristiani, ma la paura del futuro è ancora grande. Così, in sintesi, il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, spiega il momento che sta attraversando il Paese mediorientale. Mons. Warduni, sarà tra i relatori del convegno “Portare Cristo nella società” che riunirà dal 15 al 18 giugno, ad Amman, i vescovi del Medio Oriente amici del Movimento dei Focolari. Tra i 30 presuli, attesi nella capitale giordana, anche il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. “Cercheremo, anche alla luce delle varie situazioni locali, di fare il punto sulla condizione dei cristiani in Medio Oriente”, ha spiegato al Sir mons. Warduni. E ha aggiunto: “Al momento si registrano diversi miglioramenti, ma non c’è la stabilità necessaria. La popolazione versa sempre in condizioni critiche soprattutto per la mancanza di lavoro. La ricostruzione del Paese procede lentamente per le divisioni politiche”. Relativamente ai cristiani, il prelato rileva “una diminuzione nell’emigrazione anche se – sottolinea – ora che finiranno le scuole questa potrebbe riprendere. La Chiesa continua con le sue attività: nei giorni scorsi la facoltà teologica del Babel College, ad Ankawa, nel Nord, ha rilasciato i suoi diplomi, tra i nuovi laureati anche una ragazza. Purtroppo stiamo ancora aspettando che gli americani rimettano a posto la sede originaria del College a Baghdad, dopo che l’hanno utilizzata per un anno e mezzo”. (S.G.)

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    La Caritas denuncia: crisi umanitaria nell'est del Congo

    ◊   “La situazione umanitaria è pesante, la frequenza delle incursioni ribelli sta aumentando di nuovo e la presenza dell’esercito non garantisce comunque la sicurezza dei villaggi e delle zone più remote”: contattato dalla Misna, Guy-Marin Kamandji, responsabile delle comunicazioni di Caritas Congo, fa il punto sulla situazione nella Provincia Orientale e sugli attacchi contro i civili attribuiti ai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra). Parole che contrastano, almeno in apparenza, con le affermazioni fatte dal portavoce dell’Esercito regolare, Léon Kasonga, nella conferenza stampa che ha chiuso, giovedì, il vertice dei capi di stato maggiore congolese, ugandese e della Repubblica centrafricana a Kisangani: “L’Lra è alla sbando - ha detto Kasonga - e non può più contare su un gran numero di uomini; le sue attività sono essenzialmente concentrate lungo il territorio che delimita la frontiera tra Congo, Centrafrica e Sudan”. Secondo fonti missionarie i ribelli operano in effetti in piccoli gruppi, forti spesso di non più di dieci elementi: ciò ha però determinato un costante stato di insicurezza dovuto anche all’impossibilità di proteggere i villaggi più piccoli in quella che è tra le regioni più remote e peggio collegate del Congo. Da alcuni anni i ribelli dell’Lra – originariamente attivi in Nord Uganda – hanno spostato le loro basi all’interno del territorio congolese dove fino allo scorso settembre avevano causato solo sporadici problemi alla popolazione locale; negli ultimi mesi del 2008 incursioni contro diversi villaggi avevano determinato una grave crisi umanitaria, che è andata progressivamente peggiorando fino a causare più di 130 mila sfollati e almeno un migliaio di morti. (S.G.)

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    Corea del Sud: un treno speciale per visitare la tomba del cardinale Kim

    ◊   Un treno speciale per i visitatori della tomba del cardinal Stephen Kim Sou-hwan. Le ferrovie dello Stato sudcoreane hanno annunciato la volontà di istituirlo con il nome di Worship train of late Cardinal Kim: permetterà ai fedeli di raggiungere le stazioni di Souwon o Gwangmyong da ogni parte del Paese e, di lì, di raggiungere in autobus Yongin-shi Moheyon-myeon dove è sepolto il porporato che ha guidato l’arcidiocesi di Seoul per 30 anni dal 1968 al 1998 e si è spento il 16 febbraio di quest’anno. “Il desiderio di onorare la sua memoria – ha spiegato la direzione della Korea Railroad – è viva nei cuori dei cattolici coreani come dei non cattolici. Tuttavia essi non potevano esprimere quest’affetto a causa della difficoltà dei trasporti. Il nostro progetto vuole venire loro incontro ed aiutarli a raggiungere la tomba del cardinale”. I cattolici della Corea del sud rappresentano il 30% dei 48 milioni di abitanti. Recenti statistiche della Conferenza episcopale rilevano che il loro numero è aumentato nel corso del 2008 facendo superare la quota di 5 milioni di fedeli. In crescita anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa che seguono una tendenza positiva ormai in atto da un decennio. (S.G.)

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    Convegno a Terni sul fine vita

    ◊   Dopo aver dominato il dibattito politico dello scorso inverno, il tema del cosiddetto testamento biologico, viene ora affrontato in un Convegno nazionale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) apertosi ieri a Terni. I relatori (medici e giuristi, ma anche rappresentanti di associazioni di cittadini e di pazienti) hanno cercato di offrire un contributo qualificato al confronto che da alcuni anni si sta sviluppando in Parlamento sulla possibilità di avere una legge sul fine vita, in particolare sulle dichiarazioni anticipate di volontà. Dal canto suo, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, nel suo indirizzo di saluto ha chiesto di “evitare in questo campo la doppia onnipotenza, quella del medico che spinge a non tenere in nessun conto la posizione del malato come poteva accadere in passato; e l’onnipotenza del malato che ridurrebbe il medico a un mero esecutore della volontà del paziente”. E il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco ha ripetuto il suo invito a puntare su un’etica forte e su un diritto mite, fondato sui princìpi del Codice di deontologia medica. Su tutto il dibattito ha influito la tragedia di Eluana Englaro e la comunità scientifica si è soffermata sul progetto di legge attualmente al vaglio del parlamento. Forte, da parte della maggioranza dei relatori, riporta oggi Avvenire, l’auspicio che si arrivi al più presto a una mediazione normativa. (S.G.)

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    Messaggio del vescovo di Padova nella memoria di Sant'Antonio

    ◊   Si celebra oggi la memoria di Sant’Antonio di Padova, dottore della Chiesa. Nel messaggio per l’odierna giornata, il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, sottolinea che Sant’Antonio si è prodigato per promuovere il bene completo della persona “con una particolare sensibilità verso i sofferenti, i poveri, gli oppressi, per favorire relazioni umane meno conflittuali”. Venuto da fuori come “immigrato” - ricorda il vescovo di Padova - Sant’Antonio ha avuto sempre a cuore il bene di tutti gli abitanti della città. Gli immigrati – aggiunge mons. Antonio Mattiazzo - devono essere aiutati ad inserirsi, facendo in modo che conoscano lingua, cultura, religione e tradizioni della città patavina. Padova – si legge nel messaggio - ha bisogno di un “colpo d’ala” per guardare in alto e avanti per dare un “supplemento d’anima” al corpo sociale. La presenza oggi in città di immigrati, portatori di cultura, religione, stili di vita diversi - sottolinea il vescovo - va considerata nell’ottica del bene comune: “l’immigrato è un fratello che viene da lontano dove spesso ha tanto sofferto”. Da lontano è arrivato anche Sant’Antonio, al secolo Fernando di Buglione,, nato nel 1195 a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra gli agostiniani. Nel 1220, dopo aver visto i corpi senza vita di 5 francescani uccisi in Marocco, decide di entrare nell’ordine dei francescani e prende il nome di Antonio. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale e si stabilisce a Padova continuando l’opera di predicazione. Il 13 giugno del 1231 viene colto da un malore a Camposampiero. Prima di morire chiede ai confratelli di essere portato a Padova. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    24 Ore nel Mondo



    Dopo le sanzioni Onu la Corea del Nord minaccia il ricorso alle armi

    ◊   La Corea del Nord “si oppone e denuncia” la nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e afferma che produrrà nuove armi nucleari. La presa di posizione giunge a distanza di poche ore dal voto all'unanimità del Consiglio di sicurezza, che ha rafforzato ieri le sanzioni contro Pyongyang a seguito dei test missilistici e nucleari condotti nelle scorse settimane. Il servizio è di Salvatore Sabatino:

    Un nuovo atto di forza, quello della Corea del Nord, che non solo si oppone alla risoluzione su nuove e più forti sanzioni, approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma alza ulteriormente il tiro. Continueremo il nostro programma nucleare - fanno sapere le autorità di Pyongyang - aggiungendo che ci saranno risposte militari contro ogni azione guidata dagli Stati Uniti, che preveda un isolamento del Paese. Nella stessa nota, a firma del Ministero degli esteri nordcoreano, si afferma inoltre che il programma dell'arricchimento dell'uranio finalizzato alla costruzione di armi atomiche ha registrato dei progressi. Una risposta durissima, dunque, al Palazzo di Vetro. Solo ieri, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva espresso soddisfazione per l’inasprimento delle sanzioni, parlando di “un segnale forte e chiaro” della comunità internazionale, mostratasi compatta nel condannare gli esperimenti nucleari e missilistici che nelle scorse settimane avevano scosso il mondo. Intanto, la Corea del Sud ha rafforzato la sua presenza militare sulla frontiera marittima, mentre da Washington è giunta la comunicazione di un probabile nuovo test nucleare nei prossimi giorni. Notizia, questa, che ha allarmato il Giappone, che sta pensando a ulteriori nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang.

     
    Afghanistan
    La Commissione elettorale afgana ha ufficializzato le 41 candidature per le elezioni presidenziali che si terranno il 20 agosto prossimo. Intanto, sul terreno non si placano le violenze. Un kamikaze si è fatto esplodere a bordo di un veicolo uccidendo 17 persone, tra cui 8 civili, nei pressi di una base militare delle forze internazionali nella provincia meridionale di Helmand.

    Pakistan
    Sono tre le vittime nell’attentato di oggi a Kohat, nella parte nordoccidentale del Paese. Ieri altri attacchi erano stati rivendicati dai talebani, mentre nelle ultime 24 ore si sono succeduti anche diversi scontri nella valle dello Swat, dove sono rimasti uccisi 52 talebani e 12 soldati afgani.

    Italia-Br
    Il processo alle nuove Brigate Rosse. Sono 14 le condanne inflitte dai giudici della Corte d'Assise di Milano nei confronti di 17 imputati. Le pene variano dai 15 anni ai 10 giorni, tre le assoluzioni. Centomila euro è la cifra che alcuni imputati dovranno versare al giuslavorista Pietro Ichino, nel mirino del gruppo, anche la Presidenza del consiglio, costituitasi parte civile, otterrà un rimborso di un milione di euro. Dopo la sentenza, amici e parenti degli imputati si sono spostati verso la prigione di San Vittore, dove hanno inscenato una protesta contro le condizioni carcerarie dei loro congiunti.

    Italia-Gheddafi
    Il leader libico, Gheddafi, ha lasciato l’Italia dopo quattro giorni di permanenza a Roma. Nella sua tenda piantata a Villa Pamphili, si è svolto l’incontro con l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, per discutere dei rapporti tra il gruppo petrolifero italiano e la Libia. Accese erano state ieri le polemiche dopo la decisione del presidente della Camera, Fini, di annullare un incontro con il leader libico atteso per due ore. Un ritardo che, fonti ufficiali di Tripoli, hanno imputato alla preghiera del venerdì. In serata, la vicenda si è risolta in un incontro privato, nella tenda di Gheddafi, tra il premier Berlusconi e lo stesso colonnello.

    G8-crisi economica
    I ministri per lo sviluppo del G8 e i rappresentanti di Brasile, Cina, India Messico Sudafrica ed Egitto si sono riuniti ieri a Roma per valutare l’impatto della crisi economica e finanziaria sui Paesi in via di sviluppo. Tra le proposte avanzate per migliorare l’efficacia della cooperazione: la riduzione del 50% delle commissioni applicate alle rimesse dei migranti e l’impegno ad investire nelle risorse agricole e ambientali delle economie emergenti. Sui risultati del vertice, Stefano Leszczynski ha intervistato Stefano Manservisi, direttore generale per lo sviluppo della Commissione europea:

    R. - Le conclusioni sono: rispettiamo e aggiungiamo anche altre risorse e mettiamo più coerenza nella nostra azione con i Paesi più poveri e nella lotta contro la povertà. Non può che essere, in termini politici, un grandissimo risultato. Si tratta ora di tradurlo in pratica.
     
    D. - C’è anche una condizione, rafforzare prima le economie più forti che sono state indebolite dalla crisi per poter poi aiutare i Paesi in via di sviluppo…

     
    R. - Nel nostro approccio politico economico, ideale e intellettuale, non ci sono due fasi, in realtà c’è un continuum. Bisogna aver chiari degli obiettivi di policy. Vedere, ad esempio, se le scelte politiche che si fanno da noi sono protezioniste, se sono di chiusura nei confronti degli scambi di civiltà, di cultura, di mobilità anche di persone: se sono delle scelte di esclusione non risolveranno né la nostra crisi, né quella dei Paesi in via di sviluppo. Ovviamente, tutto questo richiede a volte ai partner in via di sviluppo la volontà di essere anche più responsabili, cioè di essere parte di questo gioco di decisione.
     
    D. - In tutta questa situazione globale entra anche il tema dei flussi migratori o ne resta fuori, nel senso che in questa situazione avere ancora un concetto di “fortezza Europa” appare ormai superato…

     
    R. - Devo dire che le questioni migratorie non sono state discusse se non da un punto di vista interessante: quello di come cogliere l’impatto che i cambiamenti ambientali hanno sui flussi migratori, cioè quanto inducono di movimenti. Da parte della grande maggioranza si è considerato che si tratta di un problema importante da affrontare con la politica di sviluppo, quindi è un buon messaggio. D’altra parte, sono d’accordo nel dire che non si risolve la crisi con una “fortezza Europa”, né in termini economici, né in termini umani.

     
    Filippine
    Nelle Filippine, sei soldati sono rimasti uccisi nell’attacco condotto dai ribelli del gruppo di Abu Sayyaf, che tengono in ostaggio dal febbraio scorso l’operatore della Croce Rossa, l’italiano Eugenio Vagni. Undici i feriti. L’agguato è avvenuto mentre i militari stavano tornando alla loro base nell'isola meridionale di Jolo. È il secondo scontro a fuoco in pochi giorni tra le forze governative filippine ed i membri dell'organizzazione che si ritiene collegata ad al Qaeda.

    Thailandia
    Due morti e 20 feriti è il bilancio di un attacco condotto contro un bus da presunti ribelli islamici nel sud del Paese.

    Pirateria
    Nuovo episodio di pirateria. Un cargo battente bandiera di Antigua e Barbuda è stato sequestrato ieri nel Golfo di Oman da pirati, presumibilmente somali. A bordo ci sono oltre 200 persone.

    Nigeria
    Un attacco a due impianti petroliferi della compagnia francese Chevron, nel sud della Nigeria, è stato reso noto sul web dal Mend, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger. Nel mirino un gasdotto e un oleodotto.

    Usa
    Una fuga di idrogeno sarebbe all’origine del rinvio del lancio della navetta spaziale Endeavour in programma per oggi da Cape Canaveral, in Florida. Sette gli astronauti previsti a bordo per la missione diretta verso la Stazione spaziale internazionale (Ssi). (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 164

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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