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Sommario del 29/01/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Rota Romana: attenzione al moltiplicarsi delle dichiarazioni di nullità matrimoniale sotto il pretesto dell'immaturità psichica
  • Rafforzare il dialogo con gli ortodossi per affrontare uniti le sfide culturali ed etiche: così il Papa ai vescovi russi in visita ad Limina
  • Rinuncia
  • Il cardinale Bertone: il Concilio Vaticano II è la chiave per capire il pontificato di Benedetto XVI
  • Mons. Ravasi: nell’Anno dell’Astronomia, la Chiesa onora la figura di Galileo e ribadisce l’importanza del dialogo tra fede e ragione
  • Domani la presentazione del Catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana: intervista con mons. Pasini
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Aumentate di 100 milioni dal 2007 le persone che soffrono la fame
  • Crisi economica mondiale: 50 milioni di nuovi disoccupati
  • Chiesa e Società

  • Lo sfruttamento delle terre da parte dei latifondisti al centro del Forum sociale mondiale
  • Al Forum economico di Davos l’Onu chiede aiuti per la Striscia di Gaza
  • Il punto di padre Musallam sulla situazione a Gaza
  • 24 ore di preghiera non-stop in 400 città del mondo per la pace in Terra Santa
  • Sri Lanka: cattolici in sciopero della fame per la crisi umanitaria
  • Kenya: i vescovi pubblicano una “Guida alla Quaresima”
  • Filippine: dichiarazione dei vescovi sulla “Magna Charta dei diritti delle donne”
  • Spagna: polemiche sull'obiezione di coscienza per la nuova materia scolastica "Educazione per la Cittadinanza"
  • Prosegue negli Stati Uniti la campagna della Chiesa in difesa della vita
  • Italia: le iniziative in occasione della Giornata per la Vita
  • Intervento del presidente della Corte Costituzionale italiana Giovanni Maria Flick
  • Mons. Marchetto: valorizzare i benefici delle migrazioni
  • La Chiesa dominicana celebra la Giornata della Gioventù
  • Avviato un network internazionale nel nome del cardinale Van Thuân
  • Si è spento all'età di 100 anni padre De Ascaniis, missionario del Pime, per 75 anni in Cina
  • Irlanda: i vescovi rinnovano il loro impegno per la tutela dell’infanzia
  • Olanda: aumentano le entrate delle parrocchie della Chiesa cattolica
  • Ieri la conclusione del Consiglio permanente della Cei
  • Stasera a Roma consueto giovedì culturale della pastorale universitaria
  • 24 Ore nel Mondo

  • Gaza: raid israeliano contro Hamas
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla Rota Romana: attenzione al moltiplicarsi delle dichiarazioni di nullità matrimoniale sotto il pretesto dell'immaturità psichica

    ◊   Occorre fare attenzione al “moltiplicarsi esagerato” delle dichiarazioni di nullità matrimoniale “sotto il pretesto di una qualche immaturità o debolezza psichica del contraente”: è quanto ha detto stamani il Papa, nella Sala Clementina in Vaticano, per l’inaugurazione dell'Anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana. “Ciò che è in gioco – afferma Benedetto XVI - è la stessa verità sul matrimonio” Ce ne parla Sergio Centofanti:

    Il Papa prende spunto dalle allocuzioni pronunciate oltre 20 anni fa da Giovanni Paolo II sull’incapacità psichica nelle cause di nullità matrimoniale (5 febbraio 1987 e 25 gennaio 1988) per chiedersi “in quale misura questi interventi abbiano avuto una recezione adeguata nei tribunali ecclesiastici”. “E’ davanti agli occhi di tutti – afferma - il dato di fatto di un problema che continua ad essere di grande attualità”:

     
    “In alcuni casi si può purtroppo avvertire ancora viva l’esigenza di cui parlava il mio venerato Predecessore: quella di preservare la comunità ecclesiale «dallo scandalo di vedere in pratica distrutto il valore del matrimonio cristiano dal moltiplicarsi esagerato e quasi automatico delle dichiarazioni di nullità, in caso di fallimento del matrimonio, sotto il pretesto di una qualche immaturità o debolezza psichica del contraente» (Allocuzione alla Rota Romana, 5.2.1987)”.

     
    Benedetto XVI richiama “l’attenzione degli operatori del diritto sull’esigenza di trattare le cause con la doverosa profondità richiesta dal ministero di verità e di carità che è proprio della Rota Romana”. E ricorda alcuni principi per discernere la validità del matrimonio senza confondere incapacità e difficoltà. “Una vera incapacità – afferma citando Giovanni Paolo II – ‘è ipotizzabile solo in presenza di una seria forma di anomalia’ che - presente già al tempo del matrimonio - ‘deve intaccare sostanzialmente le capacità di intendere e/o di volere’” e quindi la facoltà di scegliere liberamente lo stato di vita. Anomalia che deve provocare “non solo una grave difficoltà, ma anche l’impossibilità di far fronte ai compiti inerenti agli obblighi essenziali del matrimonio”. Per il Papa “occorre … riscoprire in positivo la capacità che in principio ogni persona umana ha di sposarsi in virtù della sua stessa natura di uomo o di donna”:

     
    “Corriamo infatti il rischio di cadere in un pessimismo antropologico che, alla luce dell’odierna situazione culturale, considera quasi impossibile sposarsi. A parte il fatto che tale situazione non è uniforme nelle varie regioni del mondo, non si possono confondere con la vera incapacità consensuale le reali difficoltà in cui versano molti, specialmente i giovani, giungendo a ritenere che l’unione matrimoniale sia normalmente impensabile e impraticabile. Anzi, la riaffermazione della innata capacità umana al matrimonio è proprio il punto di partenza per aiutare le coppie a scoprire la realtà naturale del matrimonio e il rilievo che ha sul piano della salvezza”.

     
    “Ciò che in definitiva è in gioco – ribadisce il Papa - è la stessa verità sul matrimonio” la cui validità “non dipende dal successivo comportamento dei coniugi” ma dalla capacità di contrarre il vincolo matrimoniale:

     
    “Questa capacità non viene misurata in relazione ad un determinato grado di realizzazione esistenziale o effettiva dell’unione coniugale mediante l’adempimento degli obblighi essenziali, ma in relazione all’efficace volere di ciascuno dei contraenti, che rende possibile ed operante tale realizzazione già al momento del patto nuziale”.

     
    “Diversamente – aggiunge il Pontefice - nell’ottica riduzionistica che misconosce la verità sul matrimonio, la realizzazione effettiva di una vera comunione di vita e di amore, idealizzata su un piano di benessere puramente umano, diventa essenzialmente dipendente soltanto da fattori accidentali, e non invece dall’esercizio della libertà umana sorretta dalla grazia”.

     
    “Ovviamente alcune correnti antropologiche «umanistiche», orientate all’autorealizzazione e all’autotrascendenza egocentrica, idealizzano talmente la persona umana e il matrimonio che finiscono per negare la capacità psichica di tante persone, fondandola su elementi che non corrispondono alle esigenze essenziali del vincolo coniugale”.

     
    “Le cause di nullità per incapacità psichica – conclude il Papa - esigono, in linea di principio, che il giudice si serva dell’aiuto dei periti per accertare l’esistenza di una vera incapacità, che è sempre un’eccezione al principio naturale della capacità necessaria per comprendere, decidere e realizzare la donazione di sé stessi dalla quale nasce il vincolo coniugale”.

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    Rafforzare il dialogo con gli ortodossi per affrontare uniti le sfide culturali ed etiche: così il Papa ai vescovi russi in visita ad Limina

    ◊   Benedetto XVI ha incontrato stamani i presuli della Conferenza episcopale della Russia, in Vaticano per la visita ad Limina, e li ha esortati a rafforzare il dialogo con la Chiesa ortodossa per affrontare insieme le grandi sfide culturali ed etiche del momento. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il contesto ecclesiale della Russia, Paese segnato da una millenaria tradizione ortodossa con un ricco patrimonio religioso e culturale, richiede un rinnovato impegno per trasmettere valori umani e spirituali. Il Papa spiega che è essenziale, in particolare, consolidare il dialogo con gli ortodossi. Un dialogo che, “nonostante i progressi compiuti, conosce ancora alcune difficoltà”. Il Santo Padre esprime anche la propria vicinanza spirituale alla Chiesa ortodossa russa, che gioisce per l’elezione del metropolita Kirill come nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. A Kirill il Pontefice porge i suoi più cordiali auguri “per il delicato compito ecclesiale che gli è stato affidato”.

     
    Un’altra esortazione, rivolta ai vescovi russi, è quella di proseguire uniti nell’attività pastorale, “beneficiando dell’esperienza della Chiesa universale”. L’unità – afferma il Papa – “cresce e si sviluppa nelle concrete situazioni delle varie Chiese locali”. A questo riguardo – aggiunge – il Concilio Vaticano II ricorda che “i singoli vescovi sono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese” e in esse e da esse è costituita l’unica Chiesa cattolica.

     
    In un contesto caratterizzato in Russia, come in altre parti del mondo, dalla “crisi della famiglia” e dal conseguente “calo demografico”, il Pontefice esorta poi i presuli a “proseguire la collaborazione” con le autorità statali. La vostra attenzione – afferma il Papa – si diriga specialmente verso i giovani, ai quali la comunità cattolica russa, è chiamata “a trasmettere inalterato il patrimonio di santità e di fedeltà a Cristo”. Il Santo Padre esprime anche apprezzamento per l’impegno nel rilancio della partecipazione liturgica e della catechesi.

     
    Esorta quindi i presuli a non scoraggiarsi se i risultati pastorali non sembrano confacenti agli sforzi profusi e rinnova l’invito a promuovere le vocazioni sacerdotali e le attività tese alla crescita spirituale dei fedeli laici. Invita poi i presbiteri ad essere "padri e modelli nel servizio ai fratelli”. I laici – aggiunge il Santo Padre - sentano la loro vita come “una risposta alla chiamata universale alla santità”. “E’ importante – conclude il Papa – che i cristiani affrontino uniti le grandi sfide culturali ed etiche del momento presente, concernenti la dignità della persona umana e i suoi diritti inalienabili, la difesa della vita in ogni sua fase, la tutela della famiglia e altre urgenti questioni economiche e sociali”.

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    Rinuncia

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Abbazia territoriale di Wettingen-Mehrerau (Austria), presentata dal padre cistercense abate Dom Kassian Lauterer, per raggiunti limiti di età.

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    Il cardinale Bertone: il Concilio Vaticano II è la chiave per capire il pontificato di Benedetto XVI

    ◊   Conferenza ieri pomeriggio del cardinale Tarcisio Bertone su “Le linee portanti del Magistero di Papa Benedetto XVI”, ospitata dal Circolo di Roma nel 60.mo anniversario di questa prestigiosa istituzione culturale fondata dall’allora sostituto della Segreteria di Stato, mons. Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “Un’opera in costruzione”, difficile offrirne “un quadro esaustivo” ha premesso il cardinale Bertone. “Tre anni e alcuni mesi sono ancora pochi per tracciare un bilancio” del pontificato di Benedetto XVI. Ma alcuni “elementi costitutivi”, appaiono già - ha osservato il porporato – quale “leit motiv” di questo magistero. E’ stato lo stesso Joseph Ratzinger ad esprimere da subito la sua “volontà di proseguire nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II”, sulla scia dei “predecessori - aveva sottolineato all’indomani della sua elezione – “in fedele continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa”. Dunque “è indispensabile partire proprio dal Concilio Vaticano II – ha detto il segretario di Stato Vaticano – “per capire il magistero dell’attuale Pontefice”.

     
    Benedetto XVI ha spiegato che “di questo straordinario evento ecclesiale si sono come cristallizzate nel periodo post-conciliare due diverse interpretazioni, tra loro contrastanti”. “L’una – secondo il Papa – ha causato confusione, l’altra, silenziosamente ma sempre visibilmente, ha portato frutti”. La prima è l’ermeneutica ovvero l’interpretazione - che il Benedetto XVI definisce “della discontinuità e della rottura”, la seconda è l’interpretazione “del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, “che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso unico soggetto del Popolo di Dio in cammino”. Se la prima interpretazione ritiene “il Concilio una specie di Costituente, che elimina una costituzione vecchia e ne crea una nuova”, per Benedetto XVI ciò “è assurdo perché la Costituzione essenziale della Chiesa viene dal Signore”. “Non la rottura ma la fedeltà dinamica è l’orientamento” - il Papa indica - “deve guidare la recezione del Concilio perché porti frutti nuovi di santità e rinnovamento sociale”.

     
    “Ricucire i fili strappati della rete di Cristo che è la Chiesa: ecco lo scopo” – ha proseguito il cardinale Bertone - dei vari interventi di Benedetto XVI “tendenti alla riconciliazione e all’unità dei cattolici”. In questa chiave è possibile leggere la “Lettera ai Cinesi”, così anche la più larga facoltà concessa di utilizzare la liturgia romana anteriore alla riforma di Paolo VI, ed infine il gesto di rimettere la scomunica ai quattro vescovi ordinati senza mandato pontificio da mons. Lefebvre. Evidente per il segreterio di Stato vaticano anche “l’incessante tensione del Pontefice” verso “l’ecumenismo” e “il paziente dialogo” interculturale e interreligioso, che per essere autentico – afferma Benedetto XVI - deve evitare cedimenti al relativismo, al sincretismo”.

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    Mons. Ravasi: nell’Anno dell’Astronomia, la Chiesa onora la figura di Galileo e ribadisce l’importanza del dialogo tra fede e ragione

    ◊   La Chiesa desidera “onorare la figura di Galileo, geniale innovatore e figlio della Chiesa”. E’ quanto sottolineato stamani in Sala Stampa vaticana alla conferenza di presentazione delle iniziative della Santa Sede per l’Anno dell’Astronomia e del Convegno internazionale su Galileo Galilei, in programma a Firenze dal 26 al 30 maggio 2009. Alla conferenza stampa, è intervenuto anche mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Sono ormai maturi i tempi per una nuova considerazione della figura di Galileo e dell’intero caso Galilei. Mons. Gianfranco Ravasi ha ricordato gli sforzi compiuti negli ultimi anni dalla Chiesa, in particolare con Giovanni Paolo II, per rimuovere gli ostacoli che il caso Galilei poneva per un sereno confronto tra scienza e fede. In questo clima di maggiore serenità, è stata la sua riflessione, si può dunque guardare a Galileo e riconoscervi il credente che tentò di conciliare i risultati delle sue ricerche scientifiche con i contenuti della fede cristiana. Quindi, una considerazione di stretta attualità:

     
    “Penso che proprio il caso Galileo, da un lato, deve riportarci sempre, noi teologi, la Chiesa, all’autocritica del passato senza reticenze. Quello che ha voluto Giovanni Paolo II, mettendo, infatti, Galileo tra gli elementi della famosa catarsi, purificazione della memoria del 2000, del Giubileo”.

     
    Questo è assolutamente indispensabile, ha aggiunto mons. Ravasi, ma tale autocritica deve essere fatta “senza elementi mitici”, con “rigore contestuale, filologico ed ermeneutico”. Un’autocritica, dunque, che sia l’inizio di un nuovo percorso:

     
    “Non ci si può fermare sempre e solo al tribunale della storia, è necessario guardare al futuro, aprirsi al dialogo tra queste due letture, visioni diverse della realtà che, però, hanno lo stesso oggetto di analisi: da una parte la teologia e, dall’altra parte, la scienza”.

    Aprirsi al dialogo reciproco, ha detto ancora, vuol dire essere consapevoli che la scienza non esaurisce da sola tutta la complessità e il mistero del reale, così come la teologia ha la possibilità di offrire altri sguardi. Il Convegno di Firenze, una delle principali iniziative della Santa Sede per l’Anno dell’Astronomia, vuole andare proprio in questa direzione. Mons. Ravasi ha quindi annunciato per marzo la pubblicazione di un’opera che ripercorre la storia della Commissione su Galileo, istituita da Giovanni Paolo II nel 1981. E, ancora, è in corso un progetto di riedizione integrale delle carte del processo a Galileo, a cura dell’Archivio Segreto Vaticano, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine del 2009. Rimane, invece, un’idea per ora non realizzabile la costruzione di una statua di Galileo da porre in Vaticano, vicino alla sede della Pontificia Accademia delle Scienze.

     
    Dal canto suo, padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana ha ringraziato Benedetto XVI per aver incoraggiato la celebrazione di questo Anno dell’Astronomia, mentre il prof. Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, si è soffermato sulla rivoluzione scientifica compiuta da Galileo. Da ultimo, lo storico Paolo Rossi ha affermato che il Convegno di Firenze, arricchito da 27 relazioni, proporrà una discussione senza censure su tutte le questioni aperte riguardanti Galileo e il suo processo.

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    Domani la presentazione del Catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana: intervista con mons. Pasini

    ◊   Sarà presentato domani nella Sala conferenze di Via dell’Ospedale – in Vaticano – il ‘Catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana’. Il volume, edito nell'aprile dello scorso anno, cataloga tutti i manoscritti vaticani in scrittura ebraica, per un totale di circa 800 segnature, distribuite in 11 fondi manoscritti, dal IX secolo ai giorni nostri, e costituisce un esempio significativo di collaborazione tra istituzioni culturali israeliane e della Santa Sede. Alla presentazione interverranno, tra gli altri, il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, e lo studioso israeliano Benjamin Richler, curatore del volume. Sull’importanza di questa pubblicazione sentiamo il prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, mons. Cesare Pasini, al microfono di Fabio Colagrande:

    R. – E’ il primo Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Vaticana, che si pubblica dai tempi di Giuseppe Simonio Assemani, cioè dal ‘700. Inoltre, è un Catalogo veramente completo; possiamo dire che vengono fatti passare 800 volumi, 800 segnature di manoscritti della Biblioteca. E’ un catalogo corposo – 800 pagine - ha alle spalle un grandissimo lavoro di ricerca, fatto da più persone e fatto per quasi una decina d’anni, quindi c’è una mole, una fatica ed un impegno, anche un gusto di ricercare. E’ importante perché nasce da una collaborazione molto precisa, certamente fra la Biblioteca Vaticana, noi, e l’Institute of Microfilm Hebrew Manuscripts, cioè questo istituto della Biblioteca nazionale e Università di Gerusalemme, che raccoglie microfilm di manoscritti ebraici da tutte le parti del mondo. Dico volentieri che è stata una collaborazione esemplare, per tutti i passaggi; è stata lunga e se in un periodo così lungo si funziona e si va avanti, vuol dire che davvero ogni passaggio si è mosso bene.

     
    D. – La cooperazione fattiva tra istituzioni culturali della Santa Sede ed Israele - che si è realizzata in questo caso - è un fatto eccezionale, mons. Pasini?

     
    R. – E’ abituale che in Biblioteca Apostolica Vaticana vengano studiosi di ogni provenienza; quindi anche studiosi ebrei, studiosi dallo Stato d’Israele, e questo è avvenuto tante volte, anche contatti con istituzioni d’Israele avvennero prima. Ci fu qualche mostra o qualche altra iniziativa; tuttavia, il primo grande contatto – cioè una mostra con manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana – si ebbe nel settembre del 2005, per l’occasione furono mandati quattro importantissimi manoscritti, e ci si accorse – in quell’occasione – che per davvero la cultura aiutava a collaborare e a collaborare bene. Ciascuno mise la sua parte di competenza, di specifica capacità – anche organizzativa, anche di ricerca e di conoscenza delle nozioni da presentare riguardo a quei manoscritti – e, in questi anni, noi abbiamo sperimentato una fattiva, operosa e complessivamente molto serena collaborazione.

     
    D. – Ci sono alcuni pezzi particolarmente degni di nota, nel Catalogo dei manoscritti ebraici?

     
    R. – Certamente: per esempio, c’è un Urbinate ebraico - il numero uno di quella serie -, che è un codice bilingue ebraico-aramaico, contiene tutta l’intera Bibbia in questa speciale fattura, sia ebraica che aramaica, ed è datato 1294. Oppure, un manoscritto della serie dei cosiddetti neofiti, il numero 1; è l’unico esemplare noto di Targum palestinesi. Per esempio, il più antico manoscritto ebraico che possediamo è del IX secolo, è – fra l’altro – anche il più antico Sifra noto. C’è anche una serie di manoscritti – con questi siamo nell’ XI secolo – molto importanti, perché contengono il Midrash, quindi codici midrashici; per esempio il Vaticano ebraico 30, il 31, il 32, ma anche il 60. Però, vorrei ricordare anche altri manoscritti, così importanti da esser stati fatti oggetto di quella mostra nel 2005, a Gerusalemme, e quasi tutti gli stessi sono presentati in occasione della presentazione del volume qui, in Vaticano. Sono manoscritti biblici o di altri testi ebraici, ma che hanno questa originalissima connotazione: sono stati fatti in Italia – XIII, XV secolo – e nascono dalla collaborazione di ebrei italiani – magari chi ha ordinato il manoscritto era un ebreo facoltoso -, ma chi ha poi vergato il manoscritto, quindi il copista, o chi ne ha fatto l’ornamentazione sono italiani cristiani, e ci si accorge che questi manoscritti portano, nella loro carne, il segno di una vicinanza e di una collaborazione, di un dialogo che forse non ci aspetteremmo. Fra l’altro, non solo il segno di una collaborazione e di un dialogo, ma ci si accorge che il frutto di questa collaborazione e dialogo è strepitoso: chi guarda questi manoscritti ne è rapito, anche dalla bellezza, dalla finezza con cui sono stati redatti. Verrebbe da dire: “hanno collaborato molto prima di noi – e neanche ce lo saremmo sognati - e quanti esiti positivi vengono da queste collaborazioni!”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Uniti per affrontare le sfide etiche e morali: in prima pagina, il discorso di Benedetto XVI, in cirillico, ai vescovi della Russia in visita "ad limina".

    In prima pagina, un articolo di Ettore Gotti Tedeschi dal titolo "La finanza può fare miracoli".

    In rilievo, nell'informazione internazionale, la situazione in Vicino Oriente: nuovi razzi palestinesi contro il sud di Israele.

    Una risposta di vita contro il dolore: in cultura, Ferdinando Cancelli sulle cure palliative nel magistero di Pio XII e di Benedetto XVI.

    La cronaca di Marcello Filotei della conferenza stampa di presentazione delle iniziative per l'Anno dell'astronomia e del convegno internazionale su Galileo Galilei, in programma a Firenza dal 26 al 30 maggio, e un articolo di Maria Maggi dal titolo "Uno sguardo sempre più preciso sui misteri del cosmo": dal cannocchiale di Galileo ai moderni telescopi.

    Quando Pico della Mirandola studiava la qabbalah: Giulio Busi illustra il volume sui manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana (presentato domani a Roma).

    Gaetano Vallini recensisce il film "Operazione Valchiria", occasione per ricordare la resistenza tedesca al nazismo.

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    Oggi in Primo Piano



    Aumentate di 100 milioni dal 2007 le persone che soffrono la fame

    ◊   Oltre 55 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni rischiano la morte per la mancanza di alimenti. Altri 19 milioni patiscono una malnutrizione definita acuta. Complessivamente, sono circa un miliardo le persone che in Asia, Africa e America Latina soffrono la fame. Sono circa 100 milioni in più rispetto al 2007. Sono questi alcuni dei drammatici dati presi in esame durante il vertice delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare conclusosi martedì scorso a Madrid. L’attuale scenario resta preoccupante anche a causa di carestie e per l’aumento dei prezzi delle materie prime, come conferma al microfono di Luca Collodi, Stefano Masini, responsabile Aziende e Territorio della Coldiretti:

    R. – Il quadro è sicuramente preoccupante, perché non sono stati rispettati neppure quegli obiettivi minimi che la Fao aveva rappresentato, di ridurre il numero delle persone malnutrite che, nel corso degli ultimi mesi è addirittura aumentato, raggiungendo un miliardo di persone che soffrono la fame. Durante la speculazione finanziaria, le condizioni di vaste fasce di popolazione dei Paesi del Sud è aumentata, e sotto questo profilo gli Stati ricchi del Nord sono rimasti fermi nel discutere le varie misure da adottare. Ora, la dichiarazione di Madrid sembra, di nuovo, muovere un interesse a risolvere, in un quadro coordinato d’interventi, questo problema comune del globo.

     
    D. – Masini, un risultato c’è stato: l’incontro dell’Onu a Madrid sulla sicurezza alimentare ha portato alla creazione di un ente internazionale per aiutare i contadini poveri in difficoltà nel Sud del mondo…

     
    R. – Si tratta proprio di pensare ad un modello di sviluppo dell’agricoltura che sia interno alle politiche economiche degli Stati, soprattutto dei Paesi più ricchi, che alimentano politiche d’espansione dei mercati, perché c’è un problema di fame sia in presenza di scarsità fisica di alimenti, sia in ragione del crollo della capacità di procurarsi le risorse finanziare per acquistare gli alimenti. Dunque, bisogna rivitalizzare le economie locali, consentire una politica di espansione dei consumi, di modo che gli agricoltori possano consolidare le produzioni locali. Noi dobbiamo pensare a ri-orientare molte agricolture locali sul terreno dello sviluppo, garantendo poi la costruzione di filiere locali; insomma, fare economia nei territori, piuttosto che alimentare queste grandi esportazioni dal Sud al Nord. Allora, più agricoltura locale e meno flussi governati e diretti da società di controllo del capitale finanziario.

     
    D. – Quindi, ripensare all’agricoltura, ma forse bisognerebbe anche creare una gestione più efficiente dei soldi che servono per combattere la fame nel mondo…

     
    R. – Noi dovremmo pensare – e non è difficile – ad organizzare tanti, piccoli microinterventi nei territori, e soprattutto attraverso le organizzazioni - molto impegnate - di volontari, per rendere anche culturalmente più dotate le comunità locali di quegli elementi di conoscenza, per migliorarne poi le condizioni di vita. Ecco, occorre rendere più libere queste comunità di decidere anche il proprio destino, la propria sovranità alimentare. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Crisi economica mondiale: 50 milioni di nuovi disoccupati

    ◊   E’ ancora il tema della crisi economica a dominare il dibattito internazionale per contrastare la congiuntura mondiale negativa. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha annunciato dal Forum di Davos, in Svizzera, possibili nuovi tagli ai tassi d’interesse, sotto l’attuale soglia del 2%. L’Organizzazione internazionale del lavoro lancia intanto l’allarme occupazionale a livello mondiale, con la perdita stimata di almeno 50 milioni di posti di lavoro e un impoverimento ulteriore delle popolazioni. Altrettanto allarmanti sono le stime di crescita mondiale del Fondo monetario internazionale che vengono riviste al ribasso fino al 2010. Sui dati diffusi da questi organismi internazionali sentiamo Alberto Quadrio Curzio, economista presso l’Università cattolica di Milano, intervistato da Stefano Leszczynski.

    R. – Indubbiamente la crisi ha una portata globale e quindi i dati della Organizzazione internazionale del lavoro, che da un lato prefigurano un aumento dei disoccupati nella misura di 50 milioni e circa 200 milioni in più in condizioni di estrema povertà, sono dei dati a dir poco traumatici. Naturalmente non basta rilevare che gli eventi hanno questa possibile configurazione, ma bisognerebbe anche trovare gli strumenti per porre rimedi ad eventi di tal fatta, cosa che non sempre gli organismi internazionali fanno.

     
    D. – Ecco, gli organismi internazionali, per la verità, hanno anche criticato le politiche dei singoli governi messe in atto per contrastare la crisi: le considerano insufficienti. Sono effettivamente così deboli i governi ad affrontare la crisi?

     
    R. – Io credo che sia difficile configurare oggi come oggi delle azioni più incisive, anche perché ciascuno ha i suoi vincoli. Tuttavia, credo che le azioni sarebbero molto più efficaci se fossero azioni congiunte, azioni di somma, piuttosto che azioni di disgiunzione. Lo stesso vale, soprattutto per quanto mi riguarda, per l’Unione Europea, che a mio avviso agisce, su base troppo nazionale, invece che agire su base intergovernativa comunitaria.

     
    D. – Il presidente della Banca Centrale Europea ha detto che le politiche monetarie che agiscono sui tassi non sono l’unica soluzione, non sono la panacea...

     
    R. – L’abbassamento ulteriore dei tassi di interesse, se poi l’erogazione del credito da parte del sistema bancario al sistema delle imprese non è adeguatamente fluido, serve a ben poco. Il problema è far sì che la domanda in questo momento, a mio avviso, quella di investimenti e per infrastrutture, non quella di consumi, riparta. E sono sicuro che se l’Europa lo facesse, uscirebbe da questa crisi molto più rapidamente degli Stati Uniti perchè ha dei “fondamentali”, come si dice oggi, migliori di quelli degli Stati Uniti.

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    Chiesa e Società



    Lo sfruttamento delle terre da parte dei latifondisti al centro del Forum sociale mondiale

    ◊   Una legge per confiscare le proprietà dei latifondisti, laddove viene scoperto il lavoro degli schiavi, una piaga dimenticata del Brasile di oggi. E’ la proposta lanciata nella giornata panamazzonica del World Social Forum alle organizzazioni che rappresentano gli indigeni e dalla Commissione per la pastorale della terra della Conferenza episcopale brasiliana. Oggi, in Amazzonia, sopravvivono circa 300 mila indigeni spesso in povertà ed emarginati, sfruttati dai latifondisti e dagli interessi del grande capitale. La foresta amazzonica è, infatti, oggetto dell’interesse di lobby brasiliane e internazionali che vorrebbero sfruttare intensamente la terra per il bestiame, i cereali, i biocarburanti e i minerali. Chi si oppone viene eliminato. Negli ultimi 40 anni almeno 900 persone sono state uccise tra attivisti, sindacalisti e anche religiosi. Finora nessun mandante è mai stato incriminato. La posizione della Chiesa cattolica è stata ribadita al Forum da mons. Roque Paloschi, vescovo di Roraima, che da anni denuncia lo sfruttamento. Secondo il presule, la Conferenza episcopale brasiliana è dalla parte degli indigeni, che sono all’80% cattolici. Il vescovo ha chiesto che non venga deciso dall’esterno quale sarà il futuro della foresta, che non è patrimonio solo del Brasile ma con la sua cultura è un tesoro per tutta l’umanità. (Da Belem, Paolo Lambruschi)

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    Al Forum economico di Davos l’Onu chiede aiuti per la Striscia di Gaza

    ◊   Sono 613 i milioni di dollari destinati alla Striscia di Gaza, chiesti oggi dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, alla comunità internazionale nel corso del suo intervento al World Economic Forum di Davos. “I bisogni della popolazione di Gaza sono immensi e molteplici” ha detto il numero uno del Palazzo di Vetro che ha invitato a “rendere duraturo il cessate-il-fuoco” di fronte al riaffiorare di nuove tensioni nella zona. Dalla Svizzera intanto giungono rassicurazioni sull’economia di Eurolandia, il commissario europeo agli Affari Monetari, Joaquin Almunia ha gettato acqua sul fuoco riguardo ad eventuali spaccature dei Paesi dell’Ue per la crisi economica. Proprio questo tema ieri ha dominato la prima giornata di lavori e in particolare gli interventi del premier cinese Wen Jiabao e il suo omologo russo, Vladimir Putin. Il primo ha parlato del “duro colpo” incassato dall’economia cinese per la crisi dei mutui americani ed ha puntato il dito contro i Paesi che “hanno adottato un modello di sviluppo caratterizzato da un risparmio debole tutto concentrato sul lungo periodo e dai consumi”. Un invito a non cadere “nell’isolazionismo e nell’egoismo economico” è giunto dal premier russo Putin che si è mostrato poco favorevole ai pacchetti di salvataggio pubblici, invitando invece la comunità internazionale a lavorare per creare una rete in grado di gestire il mercato dei prezzi. (B.C.)

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    Il punto di padre Musallam sulla situazione a Gaza

    ◊   “Le frontiere fino ad ora sono chiuse. Nel check point di Erez sono bloccati il vescovo di Strasburgo insieme ad un altro vescovo francese. Le frontiere sono sigillate e nessuno può entrare e uscire”. A fare il punto della situazione a Gaza è il parroco, padre Manuel Musallam. “L’erogazione di energia elettrica è aumentata rispetto ai giorni passati – dichiara al Sir - ma non ancora sufficiente, mentre siamo costretti ad acquistare quella potabile. Gli aiuti umanitari cominciano ad arrivare ed anche le medicine, specie quelle per curare le ferite provocate dalle armi speciali degli israeliani. Tuttavia il flusso in ingresso è rallentato dai controlli e dalla burocrazia”. Anche la scuola della parrocchia sta tornando, seppure con difficoltà, alla normalità: “abbiamo riaperto da una settimana. Ma più che lezioni vere e proprie stiamo cercando di distrarre con giochi e attività varie i nostri alunni che non riescono a stare in classe, a studiare e concentrarsi, sono ancora scioccati. Oggi abbiamo ricevuto la visita di alcuni funzionari del Ministero dell’istruzione e ci hanno incoraggiato a portare avanti l’attività scolastica. Per far ciò abbiamo bisogno di denaro per poter acquistare i materiali didattici necessari”. “In questi giorni stiamo consegnando l’aiuto economico del Papa, portatoci dal nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, nei giorni scorsi. Lo stiamo distribuendo, sotto forma di derrate alimentari, a cristiani e musulmani. Abbiamo da poco terminato la distribuzione di questi aiuti ai cristiani, cattolici, ortodossi, battisti, protestanti e domani, al più tardi sabato, cominceremo la consegna alle famiglie musulmane, oltre 400 pacchi. La solidarietà del Papa è per tutta la popolazione”. Tuttavia, conclude padre Musallam, “per continuare ad aiutarci faccio appello ai fedeli delle chiese dei vari Paesi e a tutti gli uomini di buona volontà a inviare delle piccole offerte e ad allacciare gemellaggi con la parrocchia di Gaza”. (R.P.)

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    24 ore di preghiera non-stop in 400 città del mondo per la pace in Terra Santa

    ◊   24 di preghiera per la pace in Terra Santa. Sabato 31 gennaio, in oltre 400 città del mondo sono in programma celebrazioni eucaristiche, adorazioni e momenti di preghiera che daranno vita alla “Giornata internazionale di intercessione per la pace”. L’iniziativa - riferisce l'agenzia AsiaNews - coinvolge singoli, gruppi, ordini religiosi e associazioni in Europa, Stati uniti, Sud America, Africa e Australia. Seguendo una staffetta ideale parteciperanno alla giornata fedeli di grandi città come Roma, New York e Cracovia o di piccoli centri come quelli di due diocesi, una in Perù ed una in Mozambico, coinvolte nella Giornata dalla Missionarie della consolata. Tra le località interessate dall’iniziativa anche la parrocchia della Sacra famiglia di Gaza, dove è in programma una messa alle 13, e la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme che alle 5 e 30 del mattino ospiterà la celebrazione all’altare del Calvario dando l’inizio ideale alle 24 ore di preghiera. La Giornata internazionale di Intercessione per la pace è promossa da quattro associazioni: Adunanza eucaristica, Adorazione perpetua, Apostolato “Giovani per la vita” e Associazioni nazionale Papa boys”. Tra i religiosi che partecipano all’iniziativa, oltre alla Missionarie della Consolata, anche la Congregazione dei missionari del Preziosissimo Sangue e molte parrocchie dei salesiani che il 31 celebrano la solennità del loro fondatore, San Giovanni Bosco. Per facilitare l’adesione e raggiungere quante più persone nel mondo, gli organizzatori hanno attivato anche un gruppo tematico su Facebook intitolato “Vogliamo la pace in Terra Santa”. (R.P.)

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    Sri Lanka: cattolici in sciopero della fame per la crisi umanitaria

    ◊   Guerra di cifre su quanto sta accadendo nel nord-est dello Sri Lanka, teatro di duri combattimenti tra l’esercito cingalese e i ribelli delle Tigri Tamil. Secondo fonti ospedaliere, le vittime sono tra le 250 e le 300 mentre i feriti risultano essere 1140 e in 248 casi si tratta di bambini e ragazzi con meno di 15 anni di età. La Croce Rossa rivela inoltre che i civili in fuga dalle violenze di questi giorni sono circa 250 mila. Il governo di Colombo tende comunque a minimizzare e accusa le organizzazioni internazionali di “esagerare le cifre”. Intanto il primo convoglio dell’Onu con 350 civili gravemente feriti è riuscito a oltrepassare la linea del fronte ma altrettante persone sono trattenute nei centri ospedalieri locali senza mezzi adeguati per le cure. Le Nazioni Unite puntano il dito contro le Tigri Tamil che starebbero impedendo i soccorsi; i ribelli a loro volta scaricano la responsabilità sull’esercito di Colombo che avrebbe sbarrato le principali strade. Intanto, come riferisce Asianews, la comunità cattolica di Jaffna guidata da mons. Thomas Savundaranayagam ha iniziato lo sciopero della fame. I fedeli si alternano nel digiuno per chiedere al governo di fermare le incursioni aeree e i bombardamenti nell’area di Vanni. Stanno partecipando all’iniziativa anche laici della diocesi e fedeli di altre religioni insieme a rappresentanti di organizzazioni della società civile. (B.C.)

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    Kenya: i vescovi pubblicano una “Guida alla Quaresima”

    ◊   Il prossimo 25 febbraio, mercoledì delle Ceneri, avrà inizio la Quaresima. In vista di questo importante momento del calendario liturgico, la Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Kenya ha pubblicato una sorta di “guida spirituale” per i fedeli. Intitolato “Giustizia, riconciliazione e pace”, il volume vuole essere un aiuto alla “ricostruzione della struttura umana e morale del Paese, affinché si liberi dell’impunità”, come scrive nella prefazione il presidente della Commissione, l’arcivescovo Peter Kairo. La guida, che sarà distribuita nelle diocesi locali a partire dal 22 febbraio, - riferisce Cisanews - è suddivisa in cinque parti, corrispondenti alle cinque settimane di durata della Quaresima. Durante i primi sette giorni, i fedeli potranno riflettere sulla necessità di trasmettere i valori etici alla società, a partire dai bambini. “Crescere i ragazzi senza moralità – si legge nel libretto – è un’ingiustizia. Gli oltre 300 casi di disordini studenteschi cui abbiamo assistito lo scorso anno sono soprattutto il risultato di questa mancanza di senso etico”. Per la seconda settimana, il volume suggerisce un pensiero sulla così detta ‘governance’: “Con una buona governace – scrive l’arcivescovo Kairo – i cittadini rispettano i propri leader. E i leader hanno la responsabilità di guidare la popolazione al rispetto della Costituzione e delle leggi”. La protezione dell’ambiente è, invece, il tema di riflessione proposto per la terza settimana di Quaresima. Un argomento particolarmente rilevante in Kenya, dove gli effetti dei cambiamenti climatici provocati dal degrado ambientale sono molto sentiti, tanto che circa 10 milioni di persone lottano contro la carestia scatenata dalla siccità. Durante la quarta settimana, inoltre, i fedeli si concentreranno sulla mancanza di alimenti acquistabili ad un prezzo equo, una carenza che continua ad affliggere il Kenya. “Come cristiani – si legge ancora nella guida – noi siamo chiamati ad impegnarci seriamente per il nostro ambiente, per la sicurezza alimentare e per la sua equità”. Infine, il tema proposto per l’ultima settimana di Quaresima è quello della riconciliazione nazionale. “Dobbiamo essere pronti – scrive l’arcivescovo Kairo – a guardare la giustizia negli occhi con uno spirito di onestà e coraggio, affinché la pace possa regnare nel nostro Paese. È solo con uno spirito sincero ed azioni di vera riconciliazione, ispirate a Gesù Cristo, che possiamo davvero vivere in questa nazione come kenioti”. (I.P.)

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    Filippine: dichiarazione dei vescovi sulla “Magna Charta dei diritti delle donne”

    ◊   Sì al riconoscimento della pari dignità tra uomo e donna, no all’ideologia dell’identità di genere che svilisce il matrimonio, la maternità e la famiglia. È questa in sintesi la posizione contenuta in una dichiarazione dei vescovi filippini in merito ad una proposta di legge che vuole recepire nel Paese i principi contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. Il progetto di legge, intitolato “Magna Charta dei diritti delle donne”, è stato presentato nel maggio dell’anno scorso e deve ora passare per la seconda lettura al Senato, al cui presidente è indirizzata la nota dei vescovi. Nel provvedimento si parla, tra l’altro, di diritto delle donne a una maternità sicura e ad accedere all’educazione e ai servizi per la pianificazione familiare, di educazione sessuale per le adolescenti, ma anche di integrazione della parità di genere nei programmi di sviluppo. Intitolata “La dignità delle donne è ordinata a Dio”, la nota dell’episcopato esprime apprezzamento per lo sforzo del legislatore di eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne: “L’uomo e la donna – si legge - condividono la piena uguaglianza nella dignità e nei diritti che dovrebbero permeare tutte le attività in tutti gli ambiti della vita umana, perché sono stati creati ambedue ad immagine di Dio”. Tuttavia, ammoniscono i presuli , “nonostante i suoi indubbi meriti”, il testo contiene “anche alcune idee e novità nel linguaggio che mettono in pericolo il bene comune” e sono incompatibili con la Costituzione filippina che difende la vita e la famiglia. Innovazioni ispirate a quella ideologia di genere alla base di molti documenti delle Nazioni Unite, secondo la quale la differenza sessuale tra un uomo e donna non si fonderebbe sulla natura, ma sul tipo di educazione ricevuta, per cui “si può essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali o transgender a seconda delle preferenze o gli orientamenti individuali”. “Questa confusione distorce la verità di Dio sull’uomo”, affermano i vescovi filippini. “Se la carità cristiana ci invita alla comprensione e compassione verso le persone psicologicamente e socialmente diverse dagli altri, ci opponiamo a una legge che cerca di sostituire l’identità sessuale determinata da Dio con un genere costruito artificialmente sulle preferenze e orientamenti sessuali di una persona”. Di qui l’appello ai membri del Congresso ad approvare una legge che riconosca nel disegno divino “la fonte ultima della vera dignità di ogni uomo e donna”. Nella lettera di accompagnamento alla dichiarazione, il presidente della Conferenza episcopale filippina mons. Angel Lagdameo arcivescovo di Jaro, ha annunciato che essa sarà resa pubblica “per informare e guidare i fedeli”. (L.Z.)

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    Spagna: polemiche sull'obiezione di coscienza per la nuova materia scolastica "Educazione per la Cittadinanza"

    ◊   La Corte Suprema, dopo tre giorni di deliberazioni, ha stabilito che “non esiste il diritto all’obiezione di coscienza” nel caso della materia scolastica “Educazione per la Cittadinanza” (EpC) con 22 voti a favore e 7 contrari. Per la Corte, la materia “non lede il diritto dei genitori a scegliere per i loro figli l’educazione religiosa e morale che desiderano”. La sentenza, - riferisce l'agenzia Fides - il cui testo sarà reso noto nei prossimi giorni, servirà come criterio di riferimento che tutti i tribunali della Spagna dovranno adottare. Per i genitori obiettori che si battono in difesa della loro libertà e quella dei loro figli, il fatto è inaccettabile poiché “un Governo democratico non può essere insensibile davanti ad una realtà che ha portato a presentare più di 52 mila obiezioni nei confronti della materia Educazione per la Cittadinanza e quasi 2000 ricorsi giudiziari”. Le Organizzazioni che difendono l’obiezione di coscienza rispetto all’insieme di materie che rientrano nell’Educazione per la Cittadinanza, hanno però aggiunto che mancano ancora molti dati sulla sentenza per giudicarla nel suo insieme. Tutto fa pensare che si tratterà di una sentenza complessa e piena di sfumature, poiché sono stati necessari due giorni e mezzo per arrivare ad una decisione da parte dell’Alto Tribunale. Queste organizzazioni non scartano l’ipotesi di intraprendere azioni future una volta conosciuta la sentenza nella sua interezza, sia davanti al Tribunale Costituzionale che rivolgendosi ad altre alte istanze internazionali. Il vescovo di Palencia, mons. José Ignacio Munilla, appena saputo della sentenza, ha scritto una Nota nella quale afferma che “quando un padre discerne in coscienza che suo figlio non deve frequentare l’Educazione per la Cittadinanza, prende una decisione che riguarda esclusivamente la sua famiglia, senza conseguenze gravose per terzi. L’obiezione all’EpC non implica perciò che i compagni dell’obiettore debbano assumersene le conseguenze, come era il caso del servizio militare”. Perciò il vescovo denuncia che non si può affermare “che il principio di obiezione di coscienza venga riconosciuto o scartato a seconda che la materia dell’obiezione venga considerata politicamente corretta o meno”. Secondo mons. Munilla, “ha molto poco senso che sia un tribunale a stabilire se i contenuti dell’EpC intaccano le convinzioni morali dei genitori”, proprio perché questa decisione spetta ai genitori. “Se si nega ai genitori questo discernimento, nella pratica non si sta riconoscendo il diritto all’obiezione di coscienza”. (R.P.)

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    Prosegue negli Stati Uniti la campagna della Chiesa in difesa della vita

    ◊   Si intensifica l’impegno della Chiesa negli Stati Uniti a favore della vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Nei giorni scorsi – riferisce l’Osservatore Romano – è stata presentata a Harrisburg, in Pennsylvania, una rete di mobilitazione cattolica che opererà in modo indipendente dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti ma in maniera capillare per arrivare a sensibilizzare i giovani cattolici. L'iniziativa è stata avviata grazie ai primi finanziamenti arrivati dalle sorelle di Saint Joseph of Medaille fra le quali figura suor Helen Prejean, autrice del libro autobiografico “Dead Man Walking”, dedicato ai condannati che attendono l'esecuzione nel braccio della morte. La stessa religiosa, illustrando la nuova iniziativa, ha sottolineato anche l’importanza del contatto con quanti sono attualmente nel braccio della morte delle carceri statunitensi e con i familiari dei condannati a morte. A favorire questa vicinanza anche la presenza della nuova rete di mobilitazione sul social network Facebook con un rimando al sito internet contenente materiale informativo in inglese e in spagnolo. “La Chiesa negli Stati Uniti – ricorda il quotidiano della Santa Sede - è impegnata da lungo tempo per l'abolizione della pena capitale”. Il documento di base, risalente al 2005, è “A Culture of Life and the Penalty of Death”. “Rinnoviamo la nostra comune convinzione - hanno scritto i vescovi - che sia tempo per la nostra nazione di abbandonare l'illusione che possiamo proteggere la vita sopprimendo la vita”. “Porre fine alla pena di morte – continuano i presuli - potrebbe essere un importante passo per allontanarsi da una cultura della morte e costruire una cultura della vita”. In base agli ultimi dati resi noti dalla Conferenza episcopale statunitense, attualmente nel braccio della morte delle carceri dei 35 Stati dove è ammessa la pena capitale sono ospitate 3.300 persone. La Corte Suprema degli Stati Uniti, recentemente, ha stabilito limiti all'uso della pena capitale dichiarando incostituzionale la sua applicazione in casi nei quali l'imputato sia minore di 18 anni, minorato mentale, quando non ci si trovi di fronte all'esecuzione di un omicidio o per omicidio non intenzionale. (B.C.)

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    Italia: le iniziative in occasione della Giornata per la Vita

    ◊   “La forza della vita nella sofferenza”. Ruota intorno a questa consapevolezza il messaggio della Conferenza episcopale italiana in occasione della Giornata Nazionale per la vita del primo febbraio prossimo. I vescovi evidenziano l’importanza di non lasciare solo chi soffre, ricordano gli anziani e la vicinanza di molte persone venute dall’estero che li accudiscono. “In molti casi – si legge nel messaggio – il loro impegno è encomiabile e va oltre il semplice dovere professionale”. Sull’aborto, i presuli sottolineano come di solito venga generato da una situazione di sofferenza “che non solo distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche nelle donne un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne”. Pertanto invitano a guardare alle esperienze dell’associazionismo cattolico che dimostrano come “al dolore non si risponde con altro dolore”. Infine i vescovi ribadiscono “con serenità e con chiarezza” che la vita umana è “un bene inviolabile e indisponibile” soprattutto nei casi di “stati permanenti di sofferenza reali o asseriti” ai quali si vorrebbe rispondere con “forme più o meno esplicite di eutanasia”. “Non può mai essere legittimato e favorito l’abbandono delle cure – scrivono - come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione”. “La strada da percorrere – evidenziano ancora - è quella della ricerca, che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie anche le più difficili e a non abbandonare mai la speranza”. Nell’ambito della Giornata per la Vita, è stata organizzata a Roma una veglia degli studenti dell’Università Cattolica che sarà presieduta dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica. L’iniziativa – riporta il Sir - è promossa dalla segreteria nazionale del Movimento per la vita in collaborazione con altre organizzazioni. (B.C.)

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    Intervento del presidente della Corte Costituzionale italiana Giovanni Maria Flick

    ◊   Il presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, nella relazione sulla giurisprudenza costituzionale nel 2008 alla presenza del capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano, ha affermato che su temi come il testamento biologico o il consenso ai trattamenti sanitari sono necessarie “chiare scelte legislative”. Gli aspetti in gioco – ha osservato - non possono restare “incidentalmente sfiorati” dalla Corte Costituzionale. Sul fine vita – ha spiegato Giovanni Maria Flick – si deve evitare che i giudici siano costretti a esorbitare dalle proprie funzioni. La legge sul fine vita – ha aggiunto - è ormai inderogabile. Tra le diverse questioni sulle quali la Corte è stata chiamata ad intervenire nel 2008 - ricorda l’Osservatore Romano - ci sono stati temi etici. L’auspicio – ha detto il presidente della Consulta – è che simili tematiche siano “oggetto di chiare opzioni legislative”. Secondo il presidente della Corte Costituzionale, solo con la legge si può raggiungere “un ponderato equilibrio di valori in gioco, soprattutto di fronte all’esplosione dei nuovi diritti determinata, in particolare, dalle incessanti conquiste della scienza e della tecnica”. Il principio di autoderminazione, da cui deriva il diritto di consenso informato – ha quindi precisato Giovanni Maria Flick – è un principio cardine dell’ordinamento costituzionale. Altro però è stabilire – e solo il legislatore può farlo – come regolare le questioni legate al diritto all’alimentazione e all’idratazione. (A.L.)

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    Mons. Marchetto: valorizzare i benefici delle migrazioni

    ◊   Nella relazione tenuta alla San Diego University, in California, sul tema “Religioni, migrazioni e identità nazionale”, mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, ha sottolineato che le migrazioni sono diventate una componente strutturale della realtà socio-economica e politica del mondo d'oggi. Pertanto, ha sottolineato il presule, bisogna tener conto del fenomeno e “concentrare tutti gli sforzi nella risposta alle sfide che esso presenta, identificando i benefici che può anche apportare”. Centrale per mons. Marchetto è l’idea che la migrazione non è un processo a senso unico ma deve essere “responsabilità non solo del migrante ma anche della società ospite” e avere il dialogo come "motore". Come riporta l’Osservatore Romano, il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti evidenzia anche il legame “tra cultura e religione, come si può vedere dal fatto che per alcune religioni l’identità religiosa e quella culturale coincidono”. Inoltre “le migrazioni internazionali sono diventate una preziosa opportunità, non solo per il dialogo tra culture, ma anche per quello interreligioso”. In questo contesto è importante che la libertà religiosa sia garantita a tutti e così “se la società vuole beneficiare delle migrazioni internazionali deve – ha concluso mons. Marchetto - rispettare le libertà dei migranti di professare, praticare e anche cambiare la propria religione”. (B.C.)

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    La Chiesa dominicana celebra la Giornata della Gioventù

    ◊   Sabato prossimo, nella Repubblica Dominicana si celebra la Giornata Nazionale della Gioventù, organizzata dalla Commissione nazionale della pastorale giovanile, presieduta da mons. Julio Cesar Corniel, vescovo di Puerto Plata. Per la circostanza, una solenne Santa Messa sarà celebrata domani sera nella cattedrale di Santo Domingo, alla quale parteciperanno i giovani delle undici diocesi del Paese. Al termine, - riporta l'agenzia Fides - verrà consegnato il Premio nazionale della Gioventù, destinato a 14 giovani che si sono contraddistinti nel loro impegno nel campo della salute, della cultura di pace, dello sviluppo imprenditoriale, della leadership e del servizio sociale, dell’eccellenza accademica ed altri ancora. Sabato 31 invece, le quattordici zone pastorali dell’arcidiocesi di Santo Domingo avranno delle proprie celebrazioni locali. La Pastorale Giovanile ha da poco terminato, il 24 gennaio, il IX Congresso Nazionale Giovani sul tema “Il protagonismo giovanile nella Chiesa e nella Società", al quale hanno partecipato 600 giovani provenienti delle undici diocesi del Paese, oltre ad un gruppo di 25 giovani haitiani giunti dall’arcidiocesi di Port au Prince. Durante il Congresso i giovani hanno condiviso, riflettuto e si sono impegnati ad assumere il protagonismo richiesto dalla crisi nella quale la società è attualmente coinvolta. L’incontro si è concluso con la partecipazione dei giovani congressisti alle celebrazioni diocesane per il lancio della Grande Missione, che si sono celebrate nelle undici diocesi del Paese in maniera simultanea domenica scorsa. (R.P.)

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    Avviato un network internazionale nel nome del cardinale Van Thuân

    ◊   Promuovere la dottrina sociale della Chiesa attraverso un lavoro congiunto tra Italia, Spagna e Perù. Con questo intento è nato il “Cardinal Van Thuân International Network”, presieduto da mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che riunisce in sè diversi soggetti come l’osservatorio Van Thuân, l’Università San Pablo di Arequipa, in Perù, e la Fundación Pablo VI di Madrid. Sarà pubblicato anche un bollettino – riferisce Avvenire – in spagnolo oltre che nella versione italiana, per “condividere – aggiunge mons. Crepaldi - una linea culturale, pensare e progettare insieme, affrontare in forma coordinata i problemi emergenti”. Al centro del primo numero del 2009 c’è la crisi finanziaria, la conferenza di Durban sul razzismo, il federalismo in Italia e la questione della legge sui simboli religiosi in Spagna. (B.C.)

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    Si è spento all'età di 100 anni padre De Ascaniis, missionario del Pime, per 75 anni in Cina

    ◊   “Ha servito la Chiesa e la missione del mondo cinese con tutta la vita e le sue forze, dedicandosi alla parrocchia, alla pastorale, cioè ai servizi di base, con grande semplicità”. Così mons. John Tong, vescovo coadiutore della diocesi di Hong Kong ha ricordato padre Quirino De Ascaniis, missionario di Pime, amatissimo dai fedeli, che si è spento all’età di cento anni, l’11 gennaio scorso, durante l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento, nella Casa per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), la solenne Santa Messa esequiale è stata presieduta dallo stesso mons. John Tong nella parrocchia di Cristo Re il 19 gennaio scorso. Dopo la commemorazione, il missionario è stato sepolto ad Hong Kong, la terra cui ha dedicato tutta la sua vita e 75 anni di missione. Oltre 40 sacerdoti e centinaia di fedeli erano presenti all’ultimo saluto. Mons. Tong ha detto che padre Ascaniis "ha incontrato diverse volte la morte quando arrivava in Cina per servire la missione cinese durante la seconda guerra mondiale, ma per rispondere alla chiamata del Signore non si è mai tirato indietro”. Dal momento che è spirato proprio mentre era dinanzi al Santissimo Sacramento per l’adorazione, i fedeli di Hong Kong sono ancora più convinti che padre Ascaniis sia "un santo", “perché il Signore ha voluto venire a prenderlo di persona”. (R.P.)

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    Irlanda: i vescovi rinnovano il loro impegno per la tutela dell’infanzia

    ◊   Rinnovare il proprio impegno "a fornire tutte le informazioni richieste nella sezione 5 della verifica del Servizio per la salute"; firmare un impegno scritto "per mettere in atto le nuove linee guida per la salvaguardia dell'infanzia che verranno pubblicate a breve dal Comitato nazionale per la tutela dei bambini nella Chiesa cattolica (Nbsccc; “collaborare pienamente nel loro lavoro di controllo e valutazione", e "invitare il Nbsccc ad avviare una verifica sulle attuali pratiche e rischi nel campo della tutela dei minori all'interno delle diocesi". Questi, in sintesi, gli impegni assunti dai vescovi irlandesi a conclusione di un incontro tenutosi nei giorni scorsi a Maynooth sulla salvaguardia e tutela dei bambini. L'incontro, cui hanno partecipato anche rappresentanti del Nbsccc - riferisce l'agenzia Sir - segue la recente decisione del Ministro per l'Infanzia Barry Andrews di avviare un'inchiesta sulla gestione delle denunce di casi di abusi nella diocesi di Cloyne, dopo la rivelazione di alcune sue omissioni. Nel corso dell'incontro, spiega una nota della Conferenza episcopale, "è stato sottolineato che per restituire fiducia e credibilità all'impegno della Chiesa nella protezione dei bambini, ogni vescovo, ogni congregazione religiosa e ogni società missionaria sono tenuti ad applicare tutte le linee guida in materia, oltre alle misure concordate con la stessa Conferenza episcopale, con la Conferenza dei religiosi d'Irlanda e con l'Unione missionaria irlandese". (L.Z.)

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    Olanda: aumentano le entrate delle parrocchie della Chiesa cattolica

    ◊   Aumentano le entrate delle parrocchie della Chiesa cattolica nei Paesi Bassi. È quanto emerge in occasione dell'avvio della Kerkbalans 2009, la campagna annuale a favore del bilancio ecclesiastico. Nel 2007 e nel 2008 si è registrato un aumento di più di un milione di euro per ognuno dei due anni. A fronte di questo aumento vi è stata però anche una crescita dei costi, che ha fatto segnare, nel 2007, un bilancio negativo di 5 milioni di euro. Si tratta comunque di un trend positivo rispetto agli anni precedenti, in quanto nel 2006 il deficit era di 10 milioni di euro e nel 2005 di 13 milioni. La campagna Kerkbalans è la principale fonte di reddito delle parrocchie olandesi. Seguono le collette e le tariffe per i servizi ecclesiastici. Nel 2007 il ricavato complessivo è stato di 60,2 milioni di euro: pari ad un aumento del 2% rispetto al 2006, aumento notevole in quanto Kerkbalans nei due anni precedenti aveva registrato un aumento solo dello 0,7%. Anche le stime per il 2008 indicano un aumento del 2%, per un importo complessivo di 61,3 milioni di euro. L’aumento - sottolinea il Sir - si è verificato un po’ in tutte le diocesi. Quello maggiore si registra nella diocesi di Rotterdam (4,3%), seguita da Groningen-Leuwarden (3,7%) e da Harlem-Amsterdam (3,6%). Le cifre mostrano che il 44% delle famiglie cattoliche hanno contribuito al programma Kerkbalans. La partecipazione cresce con una media annua dell'1%. (L.Z.)

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    Ieri la conclusione del Consiglio permanente della Cei

    ◊   Si sono conclusi ieri i lavori del Consiglio permanente della Cei. Tra gli argomenti trattati nell’ultima giornata figura il tema della prossima Assemblea generale dei vescovi che si terrà a maggio. Attenzione è stata riservata al 50.mo della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Si è poi preso conoscenza dell’attività della Comece nell’ultimo triennio. Sono anche stati presi in esame i parametri dell’edilizia di culto, riflettendo sull’impegno relativo alle nuove chiese e ai complessi parrocchiali da costruire. E’ stato poi verificato il parere sul passaggio della competenza in prima istanza dal tribunale di Benevento a quello di Chieti della cause di nullità, provenienti dalla provincia ecclesiastica di Campobasso. Ci si è infine soffermati sullo scenario mediatico in trasformazione per l’arrivo del digitale terrestre, già operativo in Sardegna e in Valle d’Aosta. Ieri mattina i vescovi del Consiglio permanente hanno celebrato l’Eucaristia, presieduta dal cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma. (A.L.)

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    Stasera a Roma consueto giovedì culturale della pastorale universitaria

    ◊   “L’uomo di fronte al male: quale speranza?” è il tema sul quale si confronteranno stasera, alle 20.30 al teatro Argentina di Roma, mons. Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti–Vasto, e il direttore generale della Luiss, Libera Università internazionale degli studi sociali “Guido Carli”, Pierluigi Celli. L’iniziativa rientra nell’ambito dei “Giovedì culturali nell’Anno Paolino” organizzati dal coordinamento dei collegi universitari di Roma in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria. Durante la serata sarà possibile ascoltare alcuni intermezzi eseguiti dal Coro interuniversitario di Roma diretto dal maestro don Massimo Palombella. Per maggiori informazioni: . (B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Gaza: raid israeliano contro Hamas

    ◊   L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue, Solana, indica il mese di febbraio come decisivo per stabilire un cessate il fuoco duraturo a Gaza e procedere poi ad un accordo più politico tra palestinesi e israeliani. Solana chiede al momento ad Israele di permettere il passaggio di più veicoli umanitari a Gaza. Intanto, stamane alcuni palestinesi sono rimasti feriti a Khan Yunes (a sud di Gaza) in un attacco aereo israeliano, che ha fatto seguito al lancio di almeno un razzo da Gaza verso la città israeliana di Sderot, nel Neghev. A quanto pare l'obiettivo del raid era un agente delle forze di sicurezza di Hamas che circolava a bordo di una motocicletta e che è stato colpito. Secondo la stampa israeliana, nel contesto di accordi di pace definitivi con l'Autorità nazionale palestinese, il premier israeliano, Olmert, ha prefigurato lo sgombero di 60 mila coloni, circa un quinto di quelli che oggi vivono in Cisgiordania. Fra queste proposte figura un ritiro quasi totale dalla Cisgiordania.

    Pakistan
    Cinque persone fra coloro che sono state uccise nell'ultimo attacco missilistico americano in Pakistan, erano civili. Lo dice la televisione pachistana Geo Tv. Venerdì scorso, poche ore dopo l'insediamento del nuovo presidente americano, sono ripresi gli attacchi missilistici nel nord ovest del Pakistan ai confini con il Pakistan ad opera di droni americani. In quella occasione tre missili lanciati nell'area di Gangai Khel nel Sud Waziristan hanno fatto 33 morti. Secondo le forze alleate di stanza in Pakistan e gli americani, l'obiettivo dell'attacco missilistico era un covo di talebani vicini ad Al Qaeda. Il governo pachistano nei giorni scorsi, come aveva già fatto in passato con l'amministrazione Bush, ha protestato fortemente contro gli attacchi dei droni, definendoli controproducenti per la lotta al terrorismo, e minacciando azioni dirette e di risposta se dovessero continuare.

    Afghanistan
    Si voterà il prossimo 20 agosto per le elezioni presidenziali. Sarà il secondo voto presidenziale democratico dopo quello del 2004, che confermò l'allora presidente ad interim Hamid Karzai alla carica di capo dello Stato. La data scelta è di oltre tre mesi in ritardo sulla scadenza prevista dalla costituzione. Il presidente uscente Karzai appare per ora il favorito. Intanto ieri sono stati liberati due dei tre dipendenti Onu rapiti circa un mese fa dai talebani. Sempre ieri però altre 10 persone sono state sequestrate.

    Zimbabwe
    Almeno sette milioni di cittadini dello Zimbabwe, la metà della popolazione totale, avrà bisogno tra febbraio e marzo di aiuti d'emergenza alimentari per sopravvivere: attualmente la situazione è disastrosa. Dell’allarme lanciato dal Pam ci parla nel servizio Fausta Speranza:

     
    Nel Paese che fino a una decina d'anni fa era definito il granaio dell'Africa, il numero di quanti rischiano la sopravvivenza per fame è del 35 per cento superiore rispetto a quella stimata lo scorso giugno. Lo denuncia in un comunicato Richard Lee, responsabile regionale del Programma Alimentare Mondiale (Pam, organizzazione Onu). Resta un altro dato agghiacciante: il colera che devasta il Paese dallo scorso agosto ha ucciso ormai più di 3.100 persone; quasi 60.000 sono gli infettati. Tutto questo si consuma mentre continua lo stallo politico tra l’opposizione (che ha vinto le ultime elezioni) e la leadership storica guidata dal presidente Robert Mugabe, 84 anni, al potere dall'indipendenza, 1980. Tutti concordano su un governo di unità nazionale con poteri bilanciati: ma poi, tra veti reciproci, questa strada non si concretizza. Intanto, l'inflazione è valutata intorno al miliardo per cento annuo, la disoccupazione supera il 90 per cento, le infrastrutture non ci sono più e proprio la mancanza di acqua e servizi igienici facilita la diffusione del colera, che ormai dalle periferie poverissime delle città (soprattutto la capitale Harare) si va diffondendo verso le campagne. Vuoti gli ospedali perchè non ci sono medicine.

     
    Pirateria
    Pirati somali hanno sequestrato la petroliera tedesca "Mv Longchamp" nel Golfo di Aden. Lo riferiscono da Nairobi fonti di East African Seafarers Assistance Programme, un ente di assistenza alla navigazione nel Corno d'Africa. La petroliera tedesca, che batte bandiera delle Bahamas, è la terza imbarcazione sequestrata in poco meno di un mese. A bordo della "Mv Longchamp", riferiscono le stesse fonti, c'è un equipaggio composto da 12 filippini e un indonesiano. Non è chiaro quale fosse la destinazione della petroliera che ha una capacità di 3.415 tonnellate.

    Madagascar
    Aumenta ogni giorno di più il bilancio delle vittime degli scontri in Madagascar: oggi si parla di 80 morti. Le violenze sono esplose lunedì scorso nella capitale Antananarivo, in seguito alle manifestazioni organizzate dai sostenitori del sindaco della capitale, Andry Rajoelina, per chiedere le dimissioni del presidente Marc Ravalomanana, accusato di appropriazione indebita di denaro pubblico e di minacce alla democrazia. Intanto, ieri, il presidente ha rivolto al sindaco un appello al dialogo e “all’unità nazionale”, chiedendo anche “alla comunità internazionale e alla Chiesa di fare il possibile perchè le parti si avvicinino”.

    Stati Uniti
    Primo sì della Camera al piano di stimolo dell'economia, ma senza l’appoggio bipartisan degli schieramenti politici. Il presidente Barack Obama rimane però convinto che il progetto di rilancio da lui proposto - di almeno 825 miliardi di dollari - sarà comunque varato nelle prossime settimane, con un ampio appoggio al Congresso. Il servizio di Elena Molinari:

    È arrivato in serata, dopo una giornata febbrile di incontri, il primo sì della Camera Usa al piano di stimolo dell’economia voluto da Barack Obama, ma il voto ha seguito le linee di partito. Niente spirito bipartisan, insomma. Obama rimane però convinto che il pacchetto di rilancio da lui proposto verrà varato nelle prossime settimane. Non possiamo permetterci di perdere tempo – ha detto il presidente – lasciando che le dispute ideologiche blocchino il cammino. Attualmente il piano ha un valore di 825 miliardi di dollari, due terzi dei quali consistono in investimenti, un terzo in sgravi fiscali: una percentuale questa insufficiente agli occhi dei repubblicani. E ieri Obama si è anche recato al Pentagono per fare il punto sulla gestione delle due guerre, in Iraq e in Afghanistan. Al termine ha ammesso che su entrambi i fronti bisognerà prendere decisioni difficili perché, ha detto, “i soldati Usa sono stati sottoposti a pressioni inimmaginabili”.

     
    Bolivia
    La nuova Costituzione voluta dal presidente Evo Morales al centro del referendum consultivo della scorsa domenica in Bolivia è stata approvata dalla maggioranza degli elettori, con uno scarto tra i "sì" e i "no" superiore ai venti punti: lo evidenziano gli ultimi dati ufficiali, per i quali la nuova Carta costituzionale è passata con il 61,68% a fronte di un 38,32% di "no". Tali dati, che si riferiscono al conteggio del 98,81% dei voti, confermano che il "sì" si è imposto in modo netto nei dipartimenti andini, a Potosì (80%), La Paz (78%), Oruro (74%), Cochabamba (65%) e Chuquisaca (51%), mentre la Costituzione è stata invece respinta nelle aree tradizionalmente autonomiste e anti-Morales, per esempio a Beni (68%) Santa Cruz (65%), Pando (59%) e Tarija (57%). Il progetto costituzionale promosso con determinazione da tempo da Morales punta a “rifondare” il Paese, a dare un ruolo chiave allo Stato e ampi spazi ai diritti della popolazione indigena, ampiamente maggioritaria, del Paese.

    Allarme epidemia in Bolivia
    È allarme dengue in Bolivia: ormai da giorni nel Paese si sta sviluppando un'epidemia - la più grave degli ultimi dieci anni - che ha portato al collasso gli ospedali pubblici a Santa Cruz e in altri dipartimenti del Paese. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie, che di fronte ai problemi che si stanno registrando negli ospedali hanno deciso di far accogliere i malati anche “nelle caserme e in altre strutture militari”. Nel corso del 2009, i casi denunciati per la malattia sono 5.061, a fronte dei 5.677 dell'anno scorso. “Quest'anno i casi di dengue sono dieci volte superiori a quelli dello stesso periodo dell'anno scorso”, ha sottolineato il direttore nazionale di epidemiologia, Juan Carlos Arraya.

    Giappone
    Il premier nipponico, Taro Aso, e il presidente russo, Dmitri Medvedev, si incontreranno sull'isola di Sakhalin il 18 febbraio. I due leader, che inaugureranno il servizio di trasporto di gas naturale liquefatto dall'isola verso il Giappone, sarà l'occasione per trattare “le principali tematiche bilaterali”, ha spiegato il capo di gabinetto, Takeo Kawamura. Il vertice, per altro verso, segnerà la prima visita di un premier di Tokyo a Sakhalin dalla fine della Seconda guerra mondiale. Proprio ieri, il Sol Levante ha sospeso - fino al 31 marzo - l'invio di aiuti umanitari alle popolazioni delle quattro isole a nord di Hokkaido, le Curili del Sud secondo la Russia (i territori del Nord, per il Giappone), per protestare contro la richiesta delle autorità russe delle carte di sbarco. Tokyo rivendica la sovranità sulle isole occupate dall'ex Urss alla fine del conflitto mondiale del 1945.

    Sri Lanka
    L'esercito dello Sri Lanka ha conquistato la città di Vishuamadu, una delle ultime roccaforti delle Tigri Tamil, centro dell'artiglieria pesante dell'esercito di liberazione delle Tigri Tamil. L'esercito ora ha conquistato anche la costa, costringendo gli ultimi ribelli a nascondersi un'area di 300 km quadrati. Le Tigri sono però lungi dall'essere sconfitte e, secondo fonti militari dell'esercito di Colombo, continuano ad usare l'artiglieria pesante. Intanto, un convoglio Onu che trasporta centinaia dei feriti negli scontri tra i ribelli delle Tigri Tamil e l'esercito dello Sri Lanka è riuscito ad uscire dalla zona di guerra.

    Filippine
    Almeno cinque persone sono morte a causa di un’esplosione avvenuta questa mattina in una fabbrica di fuochi d'artificio alle porte di Manila, nelle Filippine. Nell'esplosione, le cui cause non sono ancora state accertate, sono inoltre rimaste ferite altre 34 persone.

    India
    Un giornalista tamil indiano si è tolto la vita dandosi fuoco dinanzi alla sede del governo del Tamil Nadu, nella città di Chennai, per protestare contro l'atteggiamento dell'India nei confronti dei Tamil dello Sri Lanka. Il giornalista accusava il governo indiano di non voler aiutare i Tamil di origine indiana, stanziati nello Sri Lanka, a tornare in patria. Proprio qualche giorno fa, il ministro degli Esteri indiano Pranab Mukherjee, in visita nello Sri Lanka, aveva assicurato l'impegno del suo governo nell'aiuto ai Tamil cingalesi per farli tornare in India. Sempre questa mattina, nella capitale Delhi, centinaia di musulmani, arrivati dallo Stato dell'Uttar Pradesh, manifestano contro quelle che definiscono violenze da parte della polizia e discriminazioni nei loro confronti. I manifestanti lamentano di essere stati presi di mira dalla polizia indiana dopo gli attentati terroristici di Mumbai. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Francesca Ciacci)

     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 29

     
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