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Sommario del 06/01/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI alla Messa dell'Epifania: Cristo è la stella che vince le ombre di crisi e violenza nel mondo. Appello del Papa per la pace in Terra Santa e per la difesa dell'infanzia
  • Gli auguri del Papa alla Chiese orientali che domani celebrano il Natale. A Mosca, prima vigilia dalla scomparsa del Patriarca Alessio II. Intervista con il nunzio, mons. Mennini
  • Oggi è la Giornata dell'infanzia missionaria: "L'annuncio è la nostra festa". Intervista con suor Maria Teresa Crescini
  • Oggi in Primo Piano

  • Israele entra a Khan Younes, roccaforte di Hamas. La Croce Rossa: catastrofe umanitaria
  • L'Epifania, festa dell'incontro tra Dio e l'uomo. Una riflessione di don Cesare Bissoli
  • Chiesa e Società

  • India: la Corte suprema ordina alle autorità dell'Orissa di garantire la sicurezza dei cristiani
  • In corso l'Assemblea episcopale della Repubblica Dominicana. Al termine sarà pubblicata una Lettera pastorale
  • Stati Uniti: una campagna nazionale di sensibilizzazione chiede la legalizzazione di 12 milioni di emigrati
  • Al via l’Assemblea plenaria dei vescovi del Venezuela
  • Repubblica Democratica del Congo: l'Ebola costringe quasi 200 persone in quarantena
  • Il Sudafrica punta sull'energia eolica per affrontare la crisi energetica
  • Bruxelles lancia l’“Anno europeo della Creatività e dell’innovazione”
  • Roma si appresta ad accogliere le reliquie dei Beati Luigi e Zelia Martin
  • "Epifania solidale": tante le iniziative in tutta Italia
  • Palermo festeggia i 25 anni di episcopato di mons. Romeo
  • Cosenza in marcia e in preghiera per la pace
  • Roma: il "Cristo ritrovato" registra ogni giorno il numero massimo di visitatori consentito
  • Oltre seimila volumi di Storia della Chiesa nella nuova sala della biblioteca Spadolini a Firenze
  • 24 Ore nel Mondo

  • Crisi del gas tra Ucraina e Russia. Kiev sospende le forniture di combustibile russo verso l'Europa
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI alla Messa dell'Epifania: Cristo è la stella che vince le ombre di crisi e violenza nel mondo. Appello del Papa per la pace in Terra Santa e per la difesa dell'infanzia

    ◊   Cristo è il “sole” che ha rivoluzionato il cosmo e la storia, portando fra gli uomini una luce di speranza che dissipa le ombre prodotte da violenze, crisi o abusi della natura che anche oggi colpiscono la terra. Con un’omelia intrisa del rapporto tra scienza e fede e di riferimenti ad un uomo simbolo di questo rapporto, Galileo Galilei, Benedetto XVI ha presieduto questa mattina in San Pietro la Messa dell’Epifania. Dopo la celebrazione eucaristica, nuovo appello del Papa per la pace in Medio Oriente all’Angelus in Piazza San Pietro, durante il quale Benedetto XVI ha anche invocato rispetto per i bambini vittime di violenze nel mondo. La cronaca della mattina, nel servizio di Alessandro De Carolis:


    (musica)

    Un “sole” che irrompe nelle tenebre umane, una “stella” che illumina il cammino dei credenti, ma anche un “assolo” di straordinaria importanza nella già meravigliosa partitura dell’universo che di lì non sarà più la stessa. E’ quello che accade con l’ingresso di Cristo nella storia degli uomini. Ed è quello che, con originalità di immagini, Benedetto XVI ha spiegato dell’Epifania di Gesù, definendola un “mistero multiforme” che coincide per la tradizione latina con la visita dei Magi a Betlemme, per quella orientale con il Battesimo di Cristo al Giordano, ma anche - in San Giovanni - con la “manifestazione” che Gesù dà della sua divinità alle nozze di Cana. In ogni caso, ha osservato il Papa, l’Epifania è il segno del primato di Cristo sulla vita, sulla morte e su ogni epoca:

     
    “Non c’è ombra, per quanto tenebrosa, che possa oscurare la luce di Cristo. Per questo nei credenti in Cristo non viene mai meno la speranza, anche oggi, dinanzi alla grande crisi sociale ed economica che travaglia l’umanità, davanti all’odio e alla violenza distruttrice che non cessano di insanguinare molte regioni della terra, dinanzi all’egoismo e alla pretesa dell’uomo di ergersi come dio di se stesso, che conduce talora a pericolosi stravolgimenti del disegno divino circa la vita e la dignità dell’essere umano, circa la famiglia e l’armonia del creato”.

     
    Impostando la sua riflessione, Benedetto XVI aveva abbinato la vicenda dei Magi che seguono la stella alle capacità dell'astronomia, che i tre antichi scienziati orientali probabilmente praticavano. E nell’anno appena iniziato, che celebrerà i 400 anni dalle prime osservazioni di Galileo, il Pontefice ha spiegato come la stella narrata nei Vangeli abbia ispirato, sin dalla prima ora della Chiesa, una lettura teologica di questo evento celeste:

     
    “I Padri della Chiesa hanno visto in questo singolare episodio narrato da San Matteo anche una sorta di “rivoluzione” cosmologica, causata dall’ingresso nel mondo del Figlio di Dio (…) In effetti, mentre la teologia pagana divinizzava gli elementi e le forze del cosmo, la fede cristiana, portando a compimento la rivelazione biblica, contempla un unico Dio, Creatore e Signore dell’intero universo”.
     
    “Questo significa - ha proseguito il Papa - che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia. Non sono, dunque, gli elementi cosmici che vanno divinizzati, bensì, al contrario, in tutto e al di sopra di tutto vi è una volontà personale, lo Spirito di Dio, che in Cristo si è rivelato come Amore”:

     
    “C’è dunque nel cristianesimo una peculiare concezione cosmologica, che ha trovato nella filosofia e nella teologia medievali delle altissime espressioni. Essa, anche nella nostra epoca, dà segni interessanti di una nuova fioritura, grazie alla passione e alla fede di non pochi scienziati, i quali - sulle orme di Galileo - non rinunciano né alla ragione né alla fede, anzi, le valorizzano entrambe fino in fondo, nella loro reciproca fecondità”.

     
    Lo stesso Galileo, ha riferito ancora Benedetto XVI, paragonò come altri il cosmo ad un “libro”, “considerandolo come l’opera di un Autore che si esprime mediante la ‘sinfonia’ del creato”. E qui, il Papa ha proseguito con una significativa e bella analogia:
     
    “All’interno di questa sinfonia si trova, a un certo punto, quello che si direbbe in linguaggio musicale un “assolo”, un tema affidato ad un singolo strumento o ad una voce; ed è così importante che da esso dipende il significato dell’intera opera. Questo “assolo” è Gesù, a cui corrisponde, appunto, un segno regale: l’apparire di una nuova stella nel firmamento.

     
    Benedetto XVI ha concluso l’omelia affermando che l’Epifania di Cristo “è di riflesso la manifestazione della Chiesa”, la quale - “con i suoi limiti e le sue miserie” - mette in “risalto l’opera dello Spirito Santo. Il Papa ha terminato quindi esortando i credenti, sulla scia di San Paolo, a nutrirsi delle Sacre Scritture per poter essere e annunciare la luce di Cristo “con la parola e la testimonianza di vita”.

     
    All’Angelus, dedicato all’ostilità con la quale Gesù fu accolto da Erode, Benedetto XVI ha indirizzato gli auguri di Natale alle Chiese orientali che celebrano domani questa solennità, secondo il Calendario giuliano, e quindi è tornato ad invocare la pace per il Medio Oriente, sconvolto dall’ennesimo conflitto:

     
    “Continuo a seguire con viva apprensione i violenti scontri armati in atto nella Striscia di Gaza. Mentre ribadisco che l’odio e il rifiuto del dialogo non portano che alla guerra, vorrei oggi incoraggiare le iniziative e gli sforzi di quanti, avendo a cuore la pace, stanno cercando di aiutare israeliani e palestinesi ad accettare di sedersi attorno ad un tavolo e di parlare. Iddio sostenga l’impegno di questi coraggiosi ‘costruttori di pace’!”
     
    Salutando poi il tradizionale corteo “Viva la Befana”, che ogni 6 gennaio conclude in Piazza San Pietro il suo festoso cammino per le vie di Roma, il Papa ha ricordato la Giornata dell’Infanzia missionaria, che si celebra oggi, e ha avuto un pensiero particolare per quei “tanti” bambini ai quali, ha detto, “è negata un’infanzia serena”, in particolare per quelle “decine di bambini e ragazzi” vittime, ha proseguito, di sanguinosi sequestri nella Repubblica Democratica del Congo. “Faccio appello agli autori di tali disumane brutalità", sono state le parole del Pontefice:

     
    "Affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto insieme a quelle care popolazioni”.

     
    E sulla scia di questo appello, Benedetto XVI ha terminato l’Angelus ricordando che nel 2009 ricorre il 20° anniversario della Convenzione dei Diritti del Fanciullo: un “impegno - ha detto - che la comunità internazionale è chiamata a rinnovare a difesa, tutela e promozione dell’infanzia del mondo intero”.

     
    (musica)

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    Gli auguri del Papa alla Chiese orientali che domani celebrano il Natale. A Mosca, prima vigilia dalla scomparsa del Patriarca Alessio II. Intervista con il nunzio, mons. Mennini

    ◊   E’ vigilia del Natale nelle Chiese d’Oriente che seguono il calendario giuliano, come ricordato dal Papa all’Angelus di oggi. La comunità ortodossa russa vivrà questa solennità per la prima volta, dopo molti anni, orfana della presenza del suo Patriarca, Alessio II, morto il 5 dicembre scorso. Una presenza che però è vivissima nel cuore degli ortodossi, come testimoniano le lunghe file di fedeli che si recano in preghiera sulla sua tomba. Lo conferma il nunzio apostolico in Russia, l’arcivescovo Antonio Mennini, intervistato da Alessandro De Carolis:


    R. - Nonostante procedano i preparativi per il Concilio locale per l’elezione del nuovo Patriarca, la cui indizione solenne è prevista per il 25 gennaio prossimo, devo dire che sia tra i vescovi, tra i sacerdoti che tra i fedeli è vivissima la memoria di Sua Santità, il Patriarca Alessio II. La sua tomba, nella sua prima cattedrale della chiesa dell’Epifania, è meta costante, ogni giorno, di un continuo pellegrinaggio da parte di fedeli che vogliono onorare la sua memoria pregando per lui.

     
    D. - E proprio ieri è trascorso un mese dalla scomparsa del Patriarca Alessio II…

     
    R. - Lei sa che la tradizione ortodossa, mentre noi ricordiamo il trigesimo della scomparsa, ricorda il 40.mo giorno della scomparsa, che sarà quindi il 13 gennaio. Questo per un’associazione con il tempo trascorso da Gesù sulla terra dopo la Risurrezione, fino all’Ascensione. Io sono andato anche qualche giorno sulla tomba del Patriarca Alessio II fa e ho visto che veramente c’è una folla costante, e non solo - e questo è significativo - di gente adulta o anziana, ma anche molti giovani.

     
    D. - Molto spesso, e lei ne è stato un testimone diretto, il Natale ortodosso è un’occasione per uno scambio di auguri con la Chiesa cattolica nel segno dell’ecumenismo…

     
    R. - Sì: sin dal mio primo Natale trascorso qui, nell’anno 2003-2004, il Patriarca mi ha sempre invitato dopo il servizio liturgico all’agape fraterna e mi ha sempre dato la possibilità di rinnovargli gli auguri da parte di Sua Santità, il Sommo Pontefice - prima Giovanni Paolo II, poi Benedetto XVI. E mi ha sempre risposto, davanti a tanti ospiti, che non solo ringraziava ma che era contento di questi sentimenti che venivano espressi anche a nome di tutti i fedeli e di tutti i vescovi russi - di attenzione, di amicizia - e soprattutto il desiderio di collaborare insieme per far fronte alle sfide che il mondo, qui come altrove secolarizzato e materializzato, pone a tutte e due le Chiese.

     
    D. - In questi giorni, Benedetto XVI in più occasioni ha richiamato la società, soprattutto quella occidentale dei Paesi ricchi, ad una maggiore sobrietà per affrontare i problemi che la crisi economica mondiale ha portato in ogni parte del pianeta. Ci sono stati echi anche in Russia?

     
    R. - Sì. Sicuramente ci sono stati echi, perché anche qui la situazione economica sta peggiorando, anche per motivi connessi alla variazione dei prezzi del petrolio e di altre materie prime come il gas, eccetera. E quindi c’è la consapevolezza, da una parte, di limitare gli sprechi, il superfluo, e dall’altra di intraprendere gli esperimenti di solidarietà, soprattutto verso i più poveri, verso i disoccupati. Recentemente, anche il metropolita Kirill ha parlato di questo, di come la Chiesa si debba farsi carico delle attese soprattutto dei poveri.

     
    D. - Rispetto alla alla tradizione cattolica, in cosa si differenzia il Natale ortodosso? Quali sono gli accenti spirituali più tipici di questa solennità?

     
    R. - Loro, più che da noi, mettono l’accento sulle icone. Per esempio, la tradizione del presepio non è molto sviluppata, anche se incomincia a diffondersi: c’è qui una nota impresa ecclesiastica che da due-tre anni diffonde piccoli presepi in terracotta e vedo che la gente è molto contenta di prenderli. Questo ha un significato di vicinanza con le nostre tradizioni cattoliche. E’ un elemento che ulteriormente ci unisce.

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    Oggi è la Giornata dell'infanzia missionaria: "L'annuncio è la nostra festa". Intervista con suor Maria Teresa Crescini

    ◊   "La Giornata dell’Infanzia Missionaria, che si celebra nell’odierna festa dell’Epifania, è opportuna occasione per porre in evidenza come i bambini e i ragazzi possano svolgere un ruolo importante nella diffusione del Vangelo e nelle opere di solidarietà verso i loro coetanei più bisognosi". Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI a conclusione dell'Angelus, ricordando l'impegno della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (POIM), che ha organizzato la Giornata dal titolo “L’annuncio è la nostra festa”. Un’occasione durante la quale i giovani di tutto il mondo fanno donazioni e partecipano a progetti di solidarietà in favore di ragazzi che vivono situazioni di disagio. Il servizio di Isabella Piro:


    "Un’Ave Maria al giorno e un soldo al mese": è quanto chiese ai giovani francesi mons. Charles de Forbin Janson, vescovo di Nancy ed ideatore della Giornata missionaria dei ragazzi. Era il 1843 ed il presule aveva a cuore, in particolare, la difficile situazione dei bambini cinesi. Da allora, il miracolo della solidarietà infantile si ripete ogni anno ed oggi la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria raggiunge 110 Paesi in tutto il mondo. Quest’anno, la Giornata missionaria dei ragazzi cade in concomitanza di due importanti anniversari: il 60.mo della Dichiarazione universale dei diritti Umani, del 1948, ed il 20.mo della Convenzione sui diritti dell’infanzia, datata 1989. Due ricorrenze che portano un valore aggiunto alla missionarietà giovanile, come afferma suor Maria Teresa Crescini, superiora generale delle Maestre Pie Venerini e per 25 anni incaricata dell’animazione missionaria della POIM:

     
    “Questi anniversari richiamano da vicino il carisma della Infanzia missionaria, perché è proprio in funzione dei diritti dei piccoli che è nata l’Infanzia missionaria. E il primo diritto è a ricevere l’annuncio evangelico, a ricevere la luce di Cristo che deve illuminare la strada dei piccoli e deve stimolare i grandi ad interessarsi a loro”.
     
    Durante la liturgia eucaristica dell’Epifania, i ragazzi rinnovano o assumono un preciso impegno missionario, scrivendolo su un cartoncino da presentare all’Offertorio, insieme al proprio salvadanaio, riempito nel tempo di Avvento. Quale insegnamento trarre, allora, dalla solidarietà dei bambini? Ancora suor Maria Teresa Crescini:

     
    “Che nel mondo, nonostante le guerre, gli odii, le distruzioni, c’è un’infanzia stupenda che si preoccupa, giorno dopo giorno, di un’infanzia che non conosce - perché è un’infanzia lontana - ma della quale si prende cura. L’Opera della Santa Infanzia, quest’anno, ha ricevuto dai bambini 28 milioni di dollari, con iniziative di solidarietà che i ragazzi stessi inventano. Parlo dell’Africa, per esempio: i bambini dell’Africa, sbucciando le arachidi hanno guadagnato qualche cosa e hanno mandato 370 mila euro. I ragazzi dell’Asia hanno inviato un milione di dollari ed è una solidarietà che si moltiplica da sola. E ho imparato, appunto, in questi anni, che il mondo nella bontà, nel cuore dei piccoli, ha una dimensione di salvezza che diventa, giorno dopo giorno, la garanzia di salvezza per gli adulti, per il mondo”.
     
    Per il 2009, la POIM ha sottoposto ai ragazzi cinque progetti da sostenere o realizzare, uno per ogni continente: un orfanotrofio a Sarajevo, un terreno da gioco in Ciad, una casa per disabili in Pakistan, un laboratorio artigianale in Colombia e due scuole cattoliche delle Isole Cook. Ma come insegnare ai ragazzi l’importanza della missione? Ancora suor Maria Teresa Crescini:

     
    “I genitori, i maestri, gli animatori degli oratori, i catechisti in modo particolare, devono sviluppare nel bambino quella dimensione di solidarietà che poi è una dimensione battesimale, perché sono innestati con il battesimo nella solidarietà di Cristo che si è sacrificato per tutti noi. Educare i ragazzi a far fiorire quel fermento che in loro ha messo il battesimo”.

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    Oggi in Primo Piano



    Israele entra a Khan Younes, roccaforte di Hamas. La Croce Rossa: catastrofe umanitaria

    ◊   Quarto giorno dell’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza. Le truppe dello Stato ebraico sono arrivate a Khan Younes, roccaforte di Hamas nel sud della Striscia. Aumenta intanto il numero delle vittime. Secondo fonti palestinesi, sarebbero 573 i morti, fra i quali 100 bambini. Quattro i militari israeliani che hanno perso la vita per fuoco amico. Intanto, cresce il pressing della diplomazia europea per un cessate-il-fuoco, rifiutato ieri dal premier israeliano, Olmert, mentre oggi il presidente dell’Anp, Abu mazen, è atteso al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Benedetta Capelli:


    E’ una partita giocata su due tavoli: quello militare e quello diplomatico. Sul terreno prosegue l’offensiva israeliana per colpire Hamas e, secondo lo Stato ebraico, almeno 130 militanti sarebbero stati uccisi nelle ultiime ore. All’alba di oggi, carri armati israeliani, appoggiati da elicotteri da combattimento, sono entrati a Khan Younes, la più grande città del sud della Striscia di Gaza. Nei raid sono state colpite due scuole gestite dall’agenzia dell’Onu per i rifugiati (UNRWA): cinque le vittime. Duri scontri si sono verificati anche a Deir el-Balah e Bureij. Razzi palestinesi hanno colpito le città israeliane di Ashdod e Ghedera, a 30 km da Tel Aviv, una bambina di tre mesi è rimasta leggermente ferita. La conta delle vittime continua a crescere, ma di fronte a questa escalation di violenza è sempre più inefficace la pressione diplomatica in corso. Doppia la missione europea, con il premier ceco, Schwarzenberg - attuale presidente di turno dell’Ue - e il presidente francese, Sarkozy, che solo ieri ha incassato il "no" del premier israeliano, Olmert, ad una tregua senza la garanzia di una sospensione dei lanci di razzi palestinesi. Il capo dell’Eliseo, oggi in Siria, ha lanciato un appello a Damasco perché faccia pressioni su Hamas. Da parte sua, il movimento integralista ha assicurato di voler resistere di fronte agli attacchi israeliani “che ricordano - ha detto il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in un comunicato - quelli americani su Hiroshima e Nagasaki”. Intanto, in Egitto giungeranno stasera i delegati del movimento per un incontro con i servizi segreti del Cairo. Attesa anche a New York per il Consiglio di sicurezza dell'Onu al quale parteciperà il presidente palestinese, Abu Mazen. Sul tavolo, un progetto di risoluzione su un cessate-il-fuoco tra Israele ed Hamas, anche se un accordo appare lontano dopo le parole di Bush che ha difeso il diritto di Israele di rispondere agli attacchi di fronte alle aggressioni di Hamas.

    La situazione a Gaza è di “piena crisi umanitaria”. E’ l’allarme lanciato da Ginevra dalla Croce rossa internazionale che, parlando delle condizioni dei civili, le ha definite “chiaramente intollerabili”. Viva preoccupazione per l’impatto che le ostilità stanno avendo sui bambini di Gaza è stata espressa dall’Unicef che sollecita una tregua urgente. Paolo Ondarza ha raccolto l’appello di Roberto Salvan, direttore generale di Unicef Italia:


    R. - C’è necessità di una tregua urgente per fare intervenire le organizzazioni umanitarie all’interno della Striscia di Gaza. Ora ci sono solo gli operatori palestinesi presenti. Per due mesi è stato impedito l’ingresso delle organizzazioni umanitarie, ma adesso è urgentissimo intervenire, altrimenti si conteranno anche i morti per infezioni e per questioni legate alla carenza di cibo.
     
    D. - Da quello che si riesce a percepire, attraverso le immagini diffuse dalle televisioni, i bambini sono coinvolti in quello che è uno scontro che non dovrebbe riguardarli…

     
    R. - I dati che ci vengono da quelle aree parlano di 70 bambini uccisi e 25 donne. Ci sono migliaia di feriti e tra questi almeno 900 sono bambini. Ciò significa che i bambini, i civili e le donne sono duramente provati da questa situazione drammatica e difficile. E' un conflitto che non si è mai risolto in questi 60 anni e che la comunità internazionale sta cercando di fermare, dal Santo Padre al segretario generale dell’Onu a tutti i Paesi dell’Unione Europea. Tuttavia si vede che, da una parte e dall’altra, non si vuole instaurare nessun tipo di dialogo e di soluzione.

     
    D. - Le ostilità di questi giorni riportano in luce un’emergenza che però non nasce oggi…

    R. - Infatti, è un problema vecchio che la comunità internazionale non è riuscita a risolvere e, con il nuovo conflitto, si creano nelle nuove generazioni altro odio, altre situazioni di tensione, di rabbia, vendetta… Quindi, bisogna fare in fretta a trovare una soluzione e questo lo si fa attraverso il dialogo.

     
    D. - In questi giorni, l’Unicef ha promosso una campagna di informazione radiofonica per spiegare alle famiglie come proteggere i bambini durante gli attacchi militari. Riuscite ad arrivare a tutte le famiglie?

     
    R. - Con l’intervento di terra dell’esercito israeliano ci sono anche dei problemi di elettricità, problemi di sicurezza. Abbiamo sempre informato le mamme su come sia possibile proteggere i propri bambini dagli attacchi aerei… Purtroppo, in una situazione in cui la città di Gaza è circondata, la Striscia di Gaza è divisa in più parti, è molto difficile fare attività di prevenzione.

    Situazione tranquilla, sebbene di tensione, in Cisgiordania, da dove i palestinesi, anche cristiani, seguono con apprensione il crescere della violenza a Gaza. A Betlemme, oggi, giorno dell’Epifania, l’ingresso dei Patriarchi orientali è avvenuto non in modo solenne come gli altri anni, piuttosto in silenziosa preghiera per la pace e in ricordo delle vittime di questi giorni. Francesca Sabatinelli ha raggiunto telefonicamente il parroco di Gerusalemme, padre Ibrahim Faltas:


    R. - Abbiamo una situazione molto drammatica. Alla vista di tutti questi morti innocenti, siamo molto preoccupati per il futuro. Noi abbiamo paura che si giunga alla stessa situazione nei territori palestinesi. L’Autorità fa di tutto per evitare che questa violenza arrivi anche in Cisgiordania: finora ci sono riusciti, speriamo che continuino.

     
    D. - Padre Ibrahim, che notizie arrivano circa la situazione dei civili a Gaza?

    R. - Tutta la situazione a Gaza è drammatica. La gente sta soffrendo molto. Abbiamo contatti con i cristiani a Gaza: la gente sta male, molto male. Non dimentichiamo che ci sono cinquemila cristiani che vivono lì e un centinaio di famiglie che da Gaza sono venute in Cisgiordania per celebrare il Natale. Hanno avuto il permesso dagli israeliani, ma ora non riescono a tornare, Non sanno se a Gaza ritroveranno la loro casa… E’ una situazione molto drammatica. Non potete immaginare come soffrono lì.

     
    D. - Secondo lei, ci sono i termini per una tregua?

     
    R. - Speriamo che in questi giorni si riesca ad arrivare ad un cessate-il-fuoco tra le due parti, perché la gente veramente non ce la fa più. E poi, non vogliamo vedere più morti e feriti: basta con la violenza in questa terra. Dobbiamo fare di tutto, ma anche l’Europa deve svolgere un ruolo importante. Non basta solo la tregua. Bisogna trovare una soluzione a questa situazione. Chiedo all’intera comunità internazionale di intervenire, questa volta sul serio. Guardate quanti morti, quanti feriti. Soprattutto i bambini: che colpa hanno questi bambini per essere uccisi in questo modo?

     
    Un appello al cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza e all’apertura di un tavolo di dialogo è stato lanciato anche dai ragazzi dello Studentato internazionale "Rondine città della pace" di Arezzo, composto tra gli altri da israeliani, palestinesi, ceceni, serbi, bosniaci: una testimonianza di un dialogo possibile in risposta al linguaggio delle armi. Ma quali sono gli ostacoli più difficili da superare nelle relazioni tra studenti palestinesi ed israeliani? Alessandra De Gaetano lo ha chiesto a Lelia Della Scala, direttrice dell’istituto:


    R. - A livello personale e umano è la parte più facile da superare. Più difficile quando ci si cimenta con un discorso politico, soprattutto in determinati momenti. Non è che il ragazzo palestinese non voglia più l’indipendenza o l’autonomia del proprio popolo, ma è disponibile a discuterne e a provare a trovare una soluzione con il ragazzo israeliano.

     
    D. - Gli studenti palestinesi ed israeliani, come vivono la situazione belligerante dei loro territori?

     
    R. - Quello che entrambi esprimono è il dolore di essere nuovamente di fronte ad un’escalation del conflitto. C'è un senso, da un lato, di impotenza e, dall'altro, di voglia di dire: “Forse noi possiamo fare qualcosa di diverso”. Sono ragazzi che rifiutano l’uso della violenza come soluzione per risolvere il conflitto e vedono in ciò un impedimento ed una difficoltà nel costruire il loro futuro.

     
    D. - Quali sono le loro paure?

     
    R. - La loro paura più grande è che le cose non cambino: che il dialogo, i tanti piccoli passi e i segni ottenuti negli ultimi tempi possano alla fine non servire a niente, perché c’è chi - al di sopra di loro - prende delle decisioni che sembra rendano tutto inutile.

     
    D. - I ragazzi hanno rapporti con i loro familiari che vivono nei territori di guerra?

     
    R. - Sono continuamente in contatto con loro. Anche qui, a Rondine, il clima risente di quello che viene vissuto dai familiari, dagli amici, dalla loro gente.

     
    D. - I ragazzi che con voi vivono l’esperienza del dialogo, si fanno portavoce dei messaggi di pace?

     
    R. - Le esperienze che loro fanno le riportano soprattutto all’interno delle famiglie. L’esperienza di Rondine li fa essere anche diversi. Appena è scoppiata questa situazione tra israeliani e palestinesi, tutto lo studentato ha scritto un messaggio di vicinanza e di sostegno ai ragazzi, hanno iniziato a scambiarsi delle mail in cui esprimevano anche tutto il dolore. E questo, secondo me, è un bell’esempio di speranza.

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    L'Epifania, festa dell'incontro tra Dio e l'uomo. Una riflessione di don Cesare Bissoli

    ◊   Epifania, un "mistero multiforme": così Benedetto XVI ha parlato della solennità liturgica odierna, durante la Messa presieduta stamattina nella Basilica di San Pietro. Un mistero che celebra la manifestazione di Gesù - sacerdote, re e profeta - al cospetto dei Magi e dunque un mistero che tocca le corde essenziali della vocazione cristiana. Federico Piana ne ha parlato con don Cesare Bìssoli, docente di Teologia alla Pontificia Università Salesiana:


    R. - Quella dell’Epifania è una festa contemplativa dove il cristiano, alla luce anche dell’episodio dei Magi, va oltre le apparenze. Si domanda: chi è Gesù? E poi, la grande scoperta: la luce che irradia, tipica della manifestazione di Cristo. “Epifania” è manifestazione, è rivelazione: Gesù è il Figlio di Dio dato a noi da Dio attraverso la Santa Vergine Maria. Quindi, è la festa della identità stessa di Gesù fin dagli inizi della sua vita in mezzo a noi. Da non perdere di vista, soprattutto, perché altrimenti - se dimentichiamo questo - tradiamo la manifestazione, chi è veramente Gesù.

     
    D. - Per quale motivo in questi anni si è persa di vista questa festa molto importante per noi, ed è prevalsa la “Befana”?

     
    R. - E’ la secolarizzazione che è avanzata: man mano che il senso liturgico della festa è andato sbiadendo, lo è stato anche la festa dell’Epifania. Che resta però una festa missionaria che ha portato a dare attenzione in particolare ai bambini: è sempre Gesù Bambino che si manifesta come il Grande, il Signore, il Salvatore.

     
    D. - Don Cesare, va detto che questa festa dovrebbe interrogare i genitori: bisognerebbe dire a loro di celebrare prima l’Epifania che la Befana…

     
    R. - Il fatto è che questo periodo di Natale è diventato un periodo di "fuga", di week-end, per cui anche queste celebrazioni si sono un po’ perse di vista. Ma, almeno, si supporrebbe che nelle comunità cristiane, e in genitori in esse, durante l’Avvento avessero di fronte a sé questi avvenimenti distribuiti, non sarebbe neanche giusto guardare solo al Natale in questo periodo: c’è la festa della Madre di Dio il primo dell’anno, c’è la festa dell’Epifania, c’è il Battesimo di Gesù… Pensare alle origini di Gesù e della nostra fede in lui e di lì ricuperare questo valore profondo dell’Epifania. Invece i più riducono tutto all’incontro con i Magi, che è anche vero, ma l’Epifania non è solo questo: l’incontro con i Magi ci ricorda l’avverarsi storico della manifestazione di Gesù, con della gente lontana che viene ad incontrarlo, lo ricerca… L’Epifania è Gesù che vuole incontrare le persone.

     
    D. - Come si può, don Cesare, riscoprire questa manifestazione, soprattutto nei nostri cuori?

     
    R. - Quando Gesù è nato, qualcosa è avvenuto. Il cristiano sa di avere la compagnia di Gesù con sé, sa che una tenda s’è piantata in mezzo a noi. E allora, questo amore di Gesù diventa meditazione su Gesù. Occorre anche fermarsi ed aiutare la gente a capire cosa è avvenuto, che dono abbiamo in mezzo a noi. Se non c’è una riflessione, resta sempre una grande celebrazione folkloristica. Una fede come la nostra va anche meditata: c’è un’interiorità da riscoprire! Gesù è dentro di noi, però va anche colto. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Chiesa e Società



    India: la Corte suprema ordina alle autorità dell'Orissa di garantire la sicurezza dei cristiani

    ◊   La Corte suprema indiana ieri sera ha ordinato alle autorità dello Stato orientale dell’Orissa - teatro tra agosto e settembre scorsi di violenze contro i cristiani - di garantire la sicurezza di tutte le minoranze e in particolare delle migliaia di cristiani costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e a vivere in improvvisati campi per sfollati. Accogliendo un ricorso presentato dall'arcivescovo di Cuttack-Bhuaneswar, Raphael Cheenath, la Corte suprema ha più volte ribadito che non permetterà la persecuzione di nessuna minoranza in qualsiasi parte del parte del Paese visto che l’India è e resta uno Stato secolare. La Corte - informa la Misna - ha poi ordinato allo Stato dell’Orissa di non ritirare la protezione armata ai campi in cui si trovano gli sfollati della comunità cristiana, come dalle autorità locali nei giorni scorsi. Le violenze dei mesi scorsi - seguite all'omicidio del capo religioso indù, Laxmanananda Saraswati, ucciso il 23 agosto in un attacco rivendicato dai ribelli maoisti, ma che i radicali indù hanno continuato a imputare ai cristiani - hanno provocato almeno 38 vittime. Secondo fonti religiose locali, i morti sarebbero stati 62. (S.G.)

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    In corso l'Assemblea episcopale della Repubblica Dominicana. Al termine sarà pubblicata una Lettera pastorale

    ◊   Seguendo la tradizione, la Conferenza episcopale della Repubblica Dominicana, nelle vicinanze della festa de “Nuestra Señora de la Altagracia” (21 gennaio), Patrona del Paese, si è riunita in assemblea plenaria per analizzare la situazione ecclesiale, socio-economica e culturale dell’isola caraibica. La segreteria dell'episcopato ha anticipato che, come ogni anno, i vescovi indirizzeranno ai cattolici dominicani, al termine dell'incontro che durerà diversi giorni, una Lettera pastorale. L'agenda di lavoro dei presuli è molto impegnativa poiché, nella cornice della Missione continentale in corso in tutta l'America Latina, valuterà l’evoluzione del III Piano pastorale e gli obiettivi prefissati nella Lettera episcopale del 2007. Questa si focalizzò sul fatto che “pochi cristiani dominicani assumono i valori cristiani dell'identità culturale nazionale e sentono in modo impellente il bisogno di un forte impegno ecclesiale ed evangelizzatore”. I vescovi dominicani anche quest'anno torneranno a riflettere sulla grande “questione della crisi di valori che colpisce la società” dell'isola caraibica, presente, per molti aspetti, anche in altre nazioni vicine o confinanti, come Haiti, Cuba, Puerto Rico e Giamaica. Tale crisi, hanno scritto i presuli nella Lettera dell'anno scorso, comporta “una incoerenza tra la fede che si dichiara di professare e i comportamenti nella vita di ogni giorno” e comporta che, “nel mondo del lavoro, della politica, dell'economia, dell'arte, della letteratura e delle comunicazioni sociali, i criteri evangelici sono assenti". I vescovi della Repubblica Dominicana, tra cui il presidente dell’episcopato, cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo della capitale Santo Domingo, si occuperanno anche della crisi sociale ed economica con particolare riferimento all’amministrazione della giustizia, che a volte sembra incapace di far fronte alla crescente violenza urbana legata alle bande malavitose e al narcotraffico, oltre che alla corruzione, fenomeno più volte denunciato in questi ultimi mesi. L’episcopato segue con attenzione speciale l’evolversi della crisi internazionale che colpisce gravemente la debole economia dominicana, in gran parte dipendente dalle esportazioni, soprattutto dello zucchero di canna. In quest’ambito si pone ancora una volta e sarà discusso nella plenaria, la delicata questione delle popolazioni haitiane che migrano in massa, clandestinamente, per lavorare nel taglio della canna, “la zafra”, e che spesso rimangono intrappolate in situazioni infernali di sfruttamento medievale e senza nessun diritto. Dall’altra parte, questi flussi migratori selvaggi pongono problemi di ordine pubblico e di convivenza sociale con i dominicani, dando origine spesso a episodi di razzismo e di violenza xenofoba. Nel 2007, in occasione della visita ad Limina dei presuli dominicani, Benedetto XVI, citando il motto del Terzo Piano di Pastorale “Discepolo del Signore, accoglie chi è vicino e cerca chi è lontano”, sottolineava: questa sfida “ha una vasta proiezione nel complesso campo della migrazione che coinvolge tante famiglie. Sforzatevi di assistere i gruppi di dominicani all'estero, ma vi invito anche di tutto cuore ad assistere con grande carità, come già state facendo, gli immigrati haitiani che hanno lasciato il proprio Paese alla ricerca di migliori condizioni di vita per loro e per le proprie famiglie. Sono lieto di constatare che avete già stabilito contatti con i fratelli vescovi di Haiti per cercare di alleviare la situazione di povertà, e persino di miseria, che offende la dignità di tante persone di questa nazione sorella. Nel vostro ministero episcopale, molte di queste sfide pastorali sono strettamente legate all'evangelizzazione della cultura, la quale deve promuovere i valori umani ed evangelici in tutta la loro integrità”. (A cura di Luis Badilla)

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    Stati Uniti: una campagna nazionale di sensibilizzazione chiede la legalizzazione di 12 milioni di emigrati

    ◊   Si chiuderà il 10 gennaio la campagna nazionale promossa dalla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti per sensibilizzare l'opinione pubblica e la classe politica sull'urgenza di procedere ad una drastica riforma del sistema migratorio e consentire così sbocchi legali alla presenza illegale nel Paese di almeno 12 milioni di indocumentados. Secondo la stampa locale, la settimana di iniziative che si è aperta domenica scorsa, culminerà con la pubblicazione di un documento indirizzato al presidente USa eletto, Barak Obama, cui verrà chiesto di farsi promotore, come annunciato durante la campagna elettorale, di una forte iniziativa su questo fronte presso il Congresso. Con celebrazioni religiose, incontri e conferenze in quasi tutte le chiese degli Stati Uniti, in questi giorni si lavora per accrescere la consapevolezza sulla gravità della situazione e sulla necessità di trovare presto delle soluzioni legali condivise, scongiurando così nuovi rinvii che acuiscono la crisi. I vescovi statunitensi hanno dichiarato, a metà dicembre, di essere molto preoccupati per l'attuale situazione dei milioni di emigranti vittime di “trattamenti umani poco dignitosi” e, spesso, di deportazioni che dividono le famiglie, allontanando i genitori dai figli o gli anziani dai propri nuclei familiari. Le autorità di Washington confermano che durante il 2008 sono state eseguite almeno 350 mila deportazioni di residenti illegali e, solo nei centri di lavoro, le “retate anti-clandestini” sono state 1.200. Alexandra Fitzsimmons, portavoce dell'episcopato del Minnesota - una delle diocesi incaricate di organizzare la settimana di sensibilizzazione - ricordando “le troppe sofferenze che devono subire queste persone”, ha sottolineato: “Per noi, in quanto cristiani, occuparci di loro è un dovere evangelico e non possiamo girare la testa e far finta che nulla succeda”. D’altra parte, va ricordato che, secondo un sondaggio di “Zogby” pubblicato nel mese d’ottobre, quasi il 70 per cento dei cattolici interpellati dichiara necessario e urgente risolvere il problema legalizzando il soggiorno di tutte le persone che rispondono ai requisiti. I vescovi statunitensi in diverse dichiarazioni, dal 2002 in avanti, da un lato hanno riconosciuto, com’è naturale, il diritto che ha ogni Paese di regolare i flussi migratori e di difendere i suoi confini - anche perché tra le persone di migrano in buona fede e per bisogno ci sono anche minoranze che lo fanno per motivi criminali. Dall’altro lato, però, hanno sempre chiesto regole chiare, semplici e precise che consentano di conoscere le condizioni e i requisiti per ottenere permessi di soggiorno e di lavoro. È l’unico modo, hanno rilevato, di colpire il traffico di esseri umani molto fiorente nelle zone confinanti con il Messico, dove - tra l’altro - ogni anno muoiono decine di clandestini latinoamericani che tentano di attraversare il deserto per entrare negli Usa. “La Chiesa vede i migranti come un segno della presenza vitale di Dio nel mondo, un’opportunità per realizzare la sua identità di comunione e la sua vocazione missionaria”: con queste parole, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, ha invitato gli esponenti delle agenzie governative e delle Ong, riuniti a Washington lo scorso 28 luglio, ad affrontare la questione partendo dal rispetto della dignità umana. L’occasione del messaggio è stata la Conferenza nazionale sulle migrazioni, che si è tenuta cinque mesi fa su iniziativa della Conferenza episcopale Usa, attraverso i servizi per i migranti e le Caritas. Il tema “Rinnovare la speranza, ricercare la giustizia” ha richiamato nella capitale americana 600 persone e le conclusioni dell’incontro sono quelle che oggi animano la settimana in corso. (A cura di Luis Badilla)

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    Al via l’Assemblea plenaria dei vescovi del Venezuela

    ◊   La “grande missione continentale”, stabilita ad Aparecida nel maggio 2007, sarà al centro dei lavori dell’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale del Venezuela che si terrà a Caracas a partire da domani. Le riflessioni dei presuli venezuelani si inseriranno nell’ottica di un cammino di rinnovamento ecclesiale, che guarderà anche all’organizzazione del prossimo Congresso americano missionario (CAM4 - COMLA9), da tenersi nella città venezuelana di Maracaibo nell’anno 2012. Tra gli adempimenti della plenaria, figura anche il rinnovo delle cariche della Conferenza episcopale. I vescovi dedicheranno inoltre parte dei lavori allo scambio sull’attuale situazione del Paese, in particolare al progetto di riforma costituzionale che permetterebbe al presidente Hugo Chávez di restare in carica oltre il 2012. (M.G.)

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    Repubblica Democratica del Congo: l'Ebola costringe quasi 200 persone in quarantena

    ◊   È salito a 13 morti e 40 casi di contagio il bilancio della diffusione di Ebola nella provincia del Kasai occidentale, nel centro della Repubblica democratica del Congo. A lanciare l'allarme, autorità mediche locali che hanno riferito anche di 183 persone entrate in contatto con i malati e poste in quarantena presso il Centro di isolamento sanitario allestito nei giorni scorsi vicino Kampongo, a una sessantina di chilometri da Mweka, nella provincia del Kasai centrale, considerato l’epicentro dell’epidemia di febbre emorragica. Un carico di viveri e altri aiuti - per un totale di sei tonnellate di materiale - è stato consegnato ieri alla Caritas diocesana di Mweka, mentre nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di circa due tonnellate di medicinali. L’ex-Zaire è ciclicamente teatro di epidemie di Ebola ed è qui, informa la Misna, che il virus venne isolato per la prima volta nel 1976 da alcuni scienziati tedeschi, che gli diedero il nome del fiume che scorre nella vicina regione dell’Equateur. Passi in avanti sull’origine di questa malattia - che raggiunge anche il 95 per cento dei casi di morte tra i contagiati - sono stati compiuti negli ultimi anni, ma non sono ancora disponibili né cura né vaccino. (S.G.)

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    Il Sudafrica punta sull'energia eolica per affrontare la crisi energetica

    ◊   Cinquanta turbine eoliche per potenziare la fornitura di energia elettrica nazionale. È il progetto, reso noto ieri, che la compagnia Eskom intende realizzare in Sudafrica entro il 2009. “È un po’ più costoso delle centrali elettriche a carbone, ma ne vale la pena”, ha spiegato alla radio pubblica il portavoce dell’azienda, specificando che ogni “mulino” a vento produrrà due megawatt di potenza. Venerdì scorso, la Eskom, compagnia elettrica nazionale pubblica, aveva annunciato la sua rinuncia a costruire una seconda centrale nucleare perché troppo costosa. “Vento, sole e acqua non risolveranno il problema dell’insufficiente produzione energetica - si legge in un comunicato aziendale - ma si intende utilizzare le fonti rinnovabili per ridurre l’uso di impianti al carbone e fornire un extra di elettricità”. La compagnia - informa l'agenzia Misna - ha individuato nella regione della Costa occidentale di Western Cape la zona con le condizioni migliori per le turbine eoliche, precisando che è in corso uno studio ambientale. Lo sviluppo industriale e urbanistico sta mettendo a dura prova la compagnia elettrica pubblica - produttrice del 45 per cento dell’energia nazionale - che stenta a soddisfare la domanda. Lo scorso anno, ci sono stati black out e razionamenti della corrente che hanno provocato problemi, ad esempio, agli impianti di estrazione mineraria. (S.G.)

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    Bruxelles lancia l’“Anno europeo della Creatività e dell’innovazione”

    ◊   Il parlamento europeo su proposta della Commissione europea ha stabilito che il 2009 sarà l’“Anno eurpoeo della Creatività e dell’innovazione”. A fronte delle sfide della globalizzazione, e in un momento di difficoltà generalizzata delle economie mondiali, le istituzioni comunitarie hanno deciso di accrescere la consapevolezza dell'importanza della creatività e dell'innovazione, competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico del Vecchio continente. Posta in continuità con l’Anno 2008 dedicato al dialogo interculturale, la nuova proposta desidera evidenziare come l’apertura e il confronto culturale stimolino l’intuito e la creatività in ogni ramo del sapere umano. Il lancio ufficiale dell’Anno si terrà Praga domani, alla presenza presidente dell’esecutivo di Bruxelles, Jose Manuel Barroso, e il primo ministro ceco Mirek Topolánek, presidente di turno dell’UE, al termine di una campagna mediatica di preparazione, varata il 5 dicembre scorso, all’insegna del motto “Immaginare, creare, innovare”. L’Anno coinvolge vari aspetti della vita dei cittadini e delle istituzioni: oltre a quelli riguardanti l'istruzione e la cultura, esso comprende le politiche d'impresa, quelle regionali e della ricerca. L'iniziativa si prefigge alcuni obiettivi da perseguire durante l'anno: incoraggiare tutte le forme di creatività, non solo artistica, nel periodo pre-scolare e durante l'educazione primaria e secondaria, includendo nell’insegnamento fondamentale, così come nelle attività di educazione non formale, progetti che aiutino a scoprire la propria "vocazione" personale; mantenere un rapporto con le forme creative anche nella vita adulta; considerare la diversità culturale una risorsa per la creatività e l'innovazione e le nuove tecnologie mezzi per l'espressione personale; promuovere l'innovazione come strada verso lo sviluppo sostenibile; dare il via ad attività a livello regionale e locale basate sulla creatività e l'innovazione; sviluppare le industrie culturali e creative che coniughino il lato estetico-culturale con l’aspetto economico, promuovere innovazione nei servizi pubblici e privati. Come nei precedenti Anni europei, i progetti da attuare nel 2009 includono a tutti i livelli istituzionali: europeo, nazionale e regionale. Tra le diverse manifestazioni, Bruxelles ospiterà sei dibattiti pubblici collegati ai temi della creatività e dell’innovazione, con la finalità di fornire una base di riflessione e scambio su aspetti quali la diversità culturale, il settore pubblico, l’istruzione, la società della conoscenza, lo sviluppo sostenibile, le arti e le industrie creative. (M.G.)

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    Roma si appresta ad accogliere le reliquie dei Beati Luigi e Zelia Martin

    ◊   Prosegue il pellegrinaggio italiano delle reliquie dei Beati Luigi e Zelia Martin, i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, beatificati nella Basilica di S. Teresa a Lisieux il 19 ottobre scorso. L’urna ha iniziato la peregrinatio il 5 dicembre a Castellabate (Salerno) e la concluderà a Ferrara il 16 gennaio e rientrerà quindi a Lisieux, passando per la Francia e la Spagna. Intanto, sale l’attesa per la tappa romana. Il 10 gennaio, nel pomerigigo, le reliquie saranno accolte nella Basilica Vaticana dal cardinale arciprete Angelo Comastri e vi rimarranno fino a mercoledì 14 gennaio, giorno dell’udienza generale del Santo Padre. I genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, i Beati Luigi Martin e Zelia Guerin, dovettero superare prove difficilissime e furono fonte di esempio e ispirazione per Santa Teresina che diceva: “Mi basta guardare papà e mamma per sapere come pregano i Santi”. (M.G.)

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    "Epifania solidale": tante le iniziative in tutta Italia

    ◊   Da Treviso a Palermo, passando per Firenze e per Cagliari, in tutt’Italia l’Epifania è anche occasione per promuovere la solidarietà. Le iniziative più numerose a Roma, dove l’attenzione maggiore è stata rivolta ai bambini. Stamani, una rappresentanza del Corpo forestale dello Stato ha fatto visita al reparto pediatrico del Policlinico Umberto I, portando doni ispirati al tema dell’ambiente e del mondo animale, mentre alcune autorità dell’amministrazione comunale hanno incontrato i piccoli ricoverati dell’ospedale Bambino Gesù. La distribuzione dei giocattoli ha impegnato a Firenze, nella clinica pediatrica Anna Meyer, il Comando provinciale dei Vigili del fuoco e a Palermo una grande festa coinvolgerà oggi pomeriggio oltre 400 bambini disagiati ospiti di diverse strutture religiose. Tema dell’evento: “l’Epifania multietnica”. Solidarietà agli immigrati anche a Treviso, dove mons. Andrea Bruno Mazzocato, durante l’odierna omelia ha rivolto un appello alla cittadinanza chiedendo il rispetto e l’accoglienza degli extracomunitari. Iniziative a favore dei poveri, infine, sia a Cagliari - con il pranzo offerto dal Comune agli anziani e agli indigenti della città - sia a Palermo, grazie alla generosità dell’"Antica Focacceria San Francesco". Lo storico locale, infatti, rispettando una tradizione più che centenaria, stamani ha distribuito gratuitamente cibo e bevande e, con l’occasione, ha ribadito il suo "no" alla cultura mafiosa, una battaglia della quale negli ultimi tempi è diventato un simbolo in tutto il Paese. (S.G.)

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    Palermo festeggia i 25 anni di episcopato di mons. Romeo

    ◊   Solenne concelebrazione eucaristica dei vescovi siciliani e del presbiterio diocesano, ieri sera nella cattedrale di Palermo, per il 25.mo anniversario di ordinazione episcopale dell'arcivescovo della città, mons. Paolo Romeo. E alle 18.30 di oggi, sempre in cattedrale, si svolgerà in suo onore un concerto della Fanfara dei carabinieri. Per l’occasione, inoltre, è stata avviata una sottoscrizione di fondi da devolvere per la costruzione e l'ultimazione di nuove chiese al servizio delle varie comunità. Nella sua omelia, l'arcivescovo emerito di Siracusa, Giuseppe Costanzo, si è soffermato sulle caratteristiche che maggiormente hanno connotato il mandato di mons. Romeo: la sua “umanità”, la “paternità”, che “si è sempre tradotta in una dedizione totale alla Chiesa e in un servizio senza riserve”, e la propensione alla “collegialità”, nella misura in cui, nel suo lavoro, l’arcivescovo di Palermo ha sempre incoraggiato e stimolato la più ampia partecipazione possibile di tutti coloro che lo affiancano. (S.G.)

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    Cosenza in marcia e in preghiera per la pace

    ◊   Prenderà il via tra poche ora la “Marcia e la veglia di preghiera per la pace”, organizzata dall’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. L’appuntamento è per le 17 nella piazza antistante il municipio di Cosenza e la conclusione è prevista nella Chiesa di Santa Teresa, dove si terrà la veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo della città, Salvatore Nunnari. Prenderanno parte all’evento sia le autorità istituzionali che realtà associative ed ecclesiali quali l’Azione cattolica, l’Agesci, Rinnovamento nello Spirito, il Cammino neocatecumenale, il Seminario teologico cosentino "Redemptoris mater". “Per costruire una vera pace, stabile e duratura - spiega mons. Nunnari, richiamando il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata della Pace 2009 - bisogna intervenire e vincere tutte le forme di povertà: da quella del cibo e dei bisogni primari, alla povertà sociale e culturale, scolastica e morale. Molto spesso è proprio questo il terreno dove l’odio e la cattiveria trovano spazio e crescono, nascono conflitti locali o epocali”. Immediato anche il riferimento a quanto accade nella striscia di Gaza: la terra che ha sentito il primo annuncio del Vangelo “non ha ancora assorbito l’annuncio liberante e di Pace che lo stesso Signore è venuto a portare”, scrive il presule, annunciando che la diocesi quest’anno andrà pellegrina in Terra Santa per “crescere ed annunciare l’amore per questo lembo di terra scelto dalla Provvidenza e richiamare i credenti ad un più grande impegno”. (S.G.)

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    Roma: il "Cristo ritrovato" registra ogni giorno il numero massimo di visitatori consentito

    ◊   Circa quindicimila visitatori e file anche nei giorni di festa. Questo il primo, provvisorio, bilancio della mostra il "Cristo ritrovato", opera attribuita al Michelangelo giovane ed esposta nella Sala della Regina della Camera dei deputati, a Roma. Fonti di Montecitorio calcolano in circa 1200 i visitatori che ogni giorno, dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30), a partire dal 23 dicembre, con ingresso libero, hanno visitato l’opera lignea definita dal presidente della Repubblica italiana Giorgio napolitano, "di una bellezza suprema". Ed è il numero massimo di persone che, per motivi di sicurezza, la sede può contenere e che sembra destinato a moltiplicarsi fino al giorno di chiusura della mostra, fissata al prossimo 23 gennaio. (S.G.)

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    Oltre seimila volumi di Storia della Chiesa nella nuova sala della biblioteca Spadolini a Firenze

    ◊   L'arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, inaugurerà giovedì prossimo nella zona di Pian dei Giullari, la sala della Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che accoglie oltre seimila volumi di Storia della Chiesa e delle Relazioni fra Stato e Chiesa. Il prezioso fondo - comprendente libri rari dal Quattrocento in avanti, opuscoli, numeri unici ed altre rarità bibliografiche, fa parte essenzialmente della biblioteca personale di Giovanni Spadolini, uno fra i più autorevoli studiosi dei rapporti fra le due rive del Tevere. Il catalogo - informa l’AdnKronos - è a disposizione del pubblico grazie a una versione on line. Dopo l'inaugurazione della sala della biblioteca, che accoglie fra l'altro la collezione completa dell'antica rivista "Civiltà cattolica" e gli ''Insegnamenti'' di Giovanni Paolo II (78 tomi) e di Papa Benedetto XVI, mons. Betori si recherà in visita alla casa-museo di Giovanni Spadolini, “Il Tondo dei cipressi”, oggi sede della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, dove è conservato un ulteriore, prezioso fondo di testi antichi sulle vicende della diocesi fiorentina, delle chiese e dei cittadini. (S.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Crisi del gas tra Ucraina e Russia. Kiev sospende le forniture di combustibile russo verso l'Europa

    ◊   Ferri corti tra Ucraina e Russia nella guerra del gas. La compagnia energetica di Kiev ha ammesso il blocco totale del transito di metano russo verso l'Europa. Una decisione definita “inaccettabile” dall’Unione Europea, che ha chiesto il ripristino immediato dell’erogazione e non si esclude un summit d’urgenza per analizzare la situazione. Intanto, si riapre uno spiraglio nelle trattative tra i due colossi energetici: è stato fissato per l’8 gennaio prossimo un nuovo incontro tra i delegati russi e ucraini. Non mancano però problemi all’approvvigionamento: il flusso di gas è stato interrotto la scorsa notte verso Bulgaria, Grecia, Turchia, Macedonia, Croazia. Si registrano riduzioni del 75% in Romania, del 20% in Ungheria, del 10% in Austria. Inversione di tendenza per la Bielorussia, dove la fornitura di metano russo è aumentata di 26 milioni di metri cubi per arginare almeno in parte le perdite. La crisi tra Ucraina e Russia è scoppiata dopo che il colosso russo Gazprom ha tagliato le forniture a Kiev, accusata di non aver pagato i debiti e di aver sottratto abusivamente oltre 65 milioni di metri cubi di gas in transito verso i mercati europei.

    Usa-Obama
    Primo appuntamento, oggi, per il Congresso americano, uscito completamente rinnovato dalle elezioni del 4 novembre scorso. Tra i primi compiti, c’è quello di confermare la squadra scelta dal presidente eletto, Barak Obama, giunto ieri a Washington in vista della sua investitura ufficiale, il 20 gennaio prossimo. Intanto Obama, secondo fonti di stampa, ha completato il piano di rilancio dell’economia che prevede tagli delle tasse per 300 miliardi di dollari con l’obiettivo di salvare almeno tre milioni di posti di lavoro. Infine, ieri è stata ufficializzata la scelta dell’italo-americano Leon Panetta, già ex capo di gabinetto nell’amministrazione Clinton, a capo della Cia.

    India-Pakistan
    Clima infuocato tra India e Pakistan. Il premier indiano, Singh, oggi in conferenza stampa ha puntato il dito contro “certe agenzie ufficiali” di Islamabad che avrebbero sostenuto i terroristi, autori degli attacchi di novembre a Mumbai, nei quali oltre 170 persone hanno perso la vita. Secondo Singh, il Pakistan sta sponsorizzando e utilizzando “il terrorismo come strumento della sua politica statale”. Ieri, il governo indiano aveva inviato le prove del coinvolgimento di Islamabad negli attacchi ed aveva chiesto l'apertura di nuove inchieste. Da parte sua, il primo ministro pakistano, Gilani, che ha respinto le accuse, ha assicurato che il suo esecutivo si attiverà solo se le prove risulteranno “credibili”.

    Pakistan-Afghanistan
    Prima visita ufficiale, oggi in Afghanistan, per il presidente pakistano Asif Ali Zardari. Al centro del colloquio con il suo omologo afgano, Hamid Karzai, c’è l’emergenza terrorismo di fronte ai crescenti attacchi della milizia talebana. La visita si doveva svolgere lo scorso settembre ma venne rimandata perché l’aereo di Zardari restò bloccato a causa delle cattive condizioni climatiche.

    Afghanistan-taleban
    Tre agenti sono stati uccisi oggi nel corso di un raid dei talebani contro un posto di polizia a Kandahar, in Afghanistan. Altre tre persone risultano disperse dopo un secondo attacco a Dand, sempre nei pressi di Kandahar, dove è avvenuta una violenta sparatoria.

    Sri-Lanka-Tamil
    Prosegue l’offensiva del governo srilankese contro i ribelli delle Tigri Tamil. Il Ministero della difesa di Colombo ha annunciato la conquista di un importante linea difensiva degli insorti nel nord del Paese. Numerose le vittime dell’attacco. Solo ieri, le truppe governative avevano preso una parte dello snodo strategico di "Elephant Pass", che collega la penisola settentrionale di Jaffna alla terraferma e che era in mano ai ribelli dall'aprile del 2000.

    Zimbabwe-colera
    E’ stato nuovamente aggiornato il bilancio delle vittime del colera in Zimbabwe. Secondo fonti Onu, sono 1.732 i morti e oltre 34 mila i casi sospetti. Negli ultimi 5 giorni, 146 persone sono decedute e altre 2650 sono state contagiate. Si teme una catastrofe umanitaria: le Nazioni Unite ritengono che, in breve tempo, il numero dei contagiati possa salire a 60 mila, dato che la malattia si è diffusa in tutte le dieci provincie del Paese africano.

    Cina-Vietnam-aviaria
    Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato la morte per aviaria di una ragazza di 19 anni. Il decesso è avvenuto a Pechino, ma la ragazza era originaria della provincia del Fujian. Aveva avuto contatti diretti con pollame infetto. Si tratta della prima vittima tra gli esseri umani in Cina da un anno a questa parte. Nel vicino Vietnam le autorità hanno registrato un nuovo caso di infezione.

    Corea del Nord-Kim Jong-Il
    Terza apparizione in pubblico per il leader nordcoreano, Kim Jong-il, dopo le insistenti voci sulla sua salute precaria che avevano fatto temere il peggio. L’agenzia di stampa ufficiale ha riferito di una sua visita in una centrale idroelettrica appena costruita nel sud-est del Paese. Nel suo discorso, il leader nordcoreano ha evidenziato l’importanza della produzione di energia elettrica per il rapido sviluppo dell’economia nazionale. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 6

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