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Sommario del 01/01/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • L’appello per la pace in Medio Oriente con un pensiero alla piccola ma fervida parrocchia di Gaza e l’invito a combattere la povertà iniqua: così il Papa nella 42esima Giornata Mondiale della Pace
  • La presenza di Cristo dono da condividere: parole del Papa ieri sera al tradizionale Te Deum
  • Fedeltà e perdono nelle parole del cardinale Bertone alla veglia di preghiera del Movimento dell’Amore Familiare nella notte a Piazza San Pietro
  • Oggi in Primo Piano

  • Stamane ancora raid aerei israeliani su Gaza e lanci di razzi sulle città israeliane, poi la disponibilità di Hamas al piano UE
  • Ieri sera a Palermo la 41.ma edizione della “Marcia per la pace”: organizzata dai vescovi italiani con Caritas e Pax Christi

  • Chiesa e Società

  • Da Gaza l’appello delle suore: “Pregate per noi”
  • America Latina: le celebrazioni tra 2008 e 2009 all’insegna di pace, giustizia sociale e lotta alla povertà
  • Onu: il 2009 Anno internazionale della Riconciliazione
  • Per la prima volta la Repubblica Ceca alla presidenza dell’Unione europea
  • Lourdes: inizia oggi l’Anno di Santa Bernadette. Il cammino della veggente al centro della Pastorale diocesana
  • A Castel Gandolfo il V Congresso internazionale dei seminaristi organizzato dai focolari
  • Linz e Vilnius nominate “Capitali europee della cultura 2009”
  • Secondo l'agenzia Nuova Cina il 2008 è stato importante per l’integrazione dell’Africa
  • 24 Ore nel Mondo

  • Gazprom vuole proseguire i negoziati con Kiev sulle forniture di gas: Mosca ha bloccato stamane le consegne all’Ucraina
  • Il Papa e la Santa Sede



    L’appello per la pace in Medio Oriente con un pensiero alla piccola ma fervida parrocchia di Gaza e l’invito a combattere la povertà iniqua: così il Papa nella 42esima Giornata Mondiale della Pace

    ◊   L’appello per la pace per israeliani e palestinesi con un pensiero particolare alla piccola ma fervente parrocchia di Gaza e una riflessione sulla “povertà da scegliere e la povertà da combattere” in particolare nell’attuale fase di crisi economica: al centro delle parole del Papa all’Omelia nella celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella 42esima Giornata Mondiale della Pace. Poi all’Angelus l’invito a tutti a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti ma a rinnovare il proprio impegno, confidando nella grazia del Signore. Il servizio di Fausta Speranza.

    “Per poter camminare sulla via della pace, gli uomini e i popoli hanno bisogno di essere illuminati dal volto di Dio ed essere benedetti dal suo nome”: lo ribadisce il Papa che affida a Maria la preghiera per il dramma che si consuma in questi giorni in Medio Oriente:

     
    “A Lei affidiamo il profondo desiderio di vivere in pace che sale dal cuore della grande maggioranza delle popolazioni israeliana e palestinese, ancora una volta messe a repentaglio dalla massiccia violenza scoppiata nella striscia di Gaza in risposta ad altra violenza”.

     
    “Anche la violenza, anche l’odio e la sfiducia sono forme di povertà – forse le più tremende – da combattere”. Lo spiega Benedetto XVI aggiungendo:

     
    “Che esse non prendano il sopravvento! In tal senso i Pastori di quelle Chiese, in questi tristi giorni, hanno fatto udire la loro voce. Insieme ad essi e ai loro carissimi fedeli, soprattutto quelli della piccola ma fervente parrocchia di Gaza, deponiamo ai piedi di Maria le nostre preoccupazioni per il presente e i timori per il futuro, ma altresì la fondata speranza che, con il saggio e lungimirante contributo di tutti, non sarà impossibile ascoltarsi, venirsi incontro e dare risposte concrete all’aspirazione diffusa a vivere in pace, in sicurezza, in dignità.”

     
    Ricordando il tema del suo messaggio per l’odierna Giornata Mondiale della Pace, il Papa ribadisce che c’è una povertà che impedisce di vivere secondo dignità, una povertà che offende la giustiza e l’uguaglianza e che, come tale, minaccia la convivenza pacifica. “La globalizzazione – afferma - elimina certe barriere, ma può costruirne di nuove, perciò bisogna che la comunità internazionale e i singoli Stati siano sempre vigilanti; bisogna che non abbassino mai la guardia rispetto ai pericoli di conflitto, anzi, si impegnino a mantenere alto il livello della solidarietà”. E a questo proposito il Papa invita a guardare all’attuale crisi economica globale anche come un banco di prova:

     
    “Siamo pronti a leggerla, nella sua complessità, quale sfida per il futuro e non solo come un’emergenza a cui dare risposte di corto respiro? Siamo disposti a fare insieme una revisione profonda del modello di sviluppo dominante, per correggerlo in modo concertato e lungimirante? Lo esigono, in realtà, più ancora che le difficoltà finanziarie immediate, lo stato di salute ecologica del pianeta e, soprattutto, la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo.”

     
    Benedetto XVI chiede di “combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti” riscoprendo “la sobrietà e la solidarietà, quali valori evangelici e al tempo stesso universali”. “Più in concreto, - afferma - non si può combattere efficacemente la miseria, se non si fa quello che scrive san Paolo ai Corinzi, cioè se non si cerca di ‘fare uguaglianza’, riducendo il dislivello tra chi spreca il superfluo e chi manca persino del necessario”. Il Papa invita a riflettere sulla differenza tra la “povertà da scegliere” della nascita di Cristo a Betlemme, che è scuola di vita per ogni uomo, e la “povertà da combattere”, quella che impedisce alle persone e alla famiglie di vivere secondo la loro dignità”. La povertà non è un valore in sé – dice il Papa – ma è condizione per realizzare la solidarietà.

     
    Poi il Papa invita a guardare a Cristo, ricordando le parole del Concilio Vaticano II sulla storia terrena di Gesù culminata nel mistero pasquale. “E’ l’inizio – dice Benedetto XVI - di un mondo nuovo, perché Cristo ha realmente inaugurato una umanità nuova, capace, sempre e solo con la grazia di Dio, di operare una ‘rivoluzione pacifica”:

     
    “Una rivoluzione non ideologica ma spirituale, non utopistica ma reale, e per questo bisognosa di infinita pazienza, di tempi talora lunghissimi, evitando qualunque scorciatoia e percorrendo la via più difficile: la via della maturazione della responsabilità nelle coscienze.”

     
    All’Angelus il Papa è tornato su questo concetto spiegando che “Gesù Cristo non ha organizzato campagne contro la povertà, ma ha annunciato ai poveri il Vangelo, per un riscatto integrale dalla miseria morale e materiale. Lo stesso fa la Chiesa, con la sua opera incessante di evangelizzazione e promozione umana.

     
    ”Ricordando la tradizione iniziata dal servo di Dio Papa Paolo VI di messaggi del Papa nella Giornata della Pace, Benedetto XVI cita il titolo del suo Messaggio, “Combattere la povertà, costruire la pace”, spiegando di volersi mettere “ancora una volta in dialogo con i responsabili delle Nazioni e degli Organismi internazionali, offrendo il contributo della Chiesa cattolica per la promozione di un ordine mondiale degno dell’uomo”:

     
    “All’inizio di un nuovo anno, il mio primo obiettivo è proprio quello di invitare tutti, governanti e semplici cittadini, a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti, ma di rinnovare il loro impegno.”

     
    “ La seconda parte del 2008 – dice il Papa - ha fatto emergere una crisi economica di vaste proporzioni e tale crisi va letta in profondità, come un sintomo grave che richiede di intervenire sulle cause.” Poi parole particolari di incoraggiamento:

     
    “Con la grazia del Signore – e solo con essa – possiamo sempre nuovamente sperare che il futuro sia migliore del passato. Non si tratta, infatti, di confidare in una sorte più favorevole, o nei moderni intrecci del mercato e della finanza, ma di sforzarsi di essere noi stessi un poco più buoni e responsabili, per poter contare sulla benevolenza del Signore.”

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    La presenza di Cristo dono da condividere: parole del Papa ieri sera al tradizionale Te Deum

    ◊   “La presenza di Cristo è un dono che dobbiamo saper condividere con tutti”: così il Papa ieri sera, nella Basilica Vaticana, durante i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, seguiti dal tradizionale Te Deum. Nella sua omelia, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ai giovani ed alla crisi economica e sociale che coinvolge il mondo intero. Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha sostato in preghiera davanti al Presepe di Piazza San Pietro. Il servizio di Isabella Piro:

    (canto: Magnificat)

     
    Due “realtà inscindibili” che formano un “unico mistero”: il legame che avvolge Gesù, “uomo-Dio” e “la maternità divina di Maria” è proprio questo. E il Papa lo ricorda, celebrando i Primi Vespri della Solennità della Santissima Madre di Dio perché - aggiunge - “il Natale di Cristo è interamente soffuso della luce di Maria” ed il nostro sguardo “non può non volgersi riconoscente” verso Colei che “con il suo sì ha reso possibile il dono della Redenzione”. Ed è da qui che scaturisce il nostro sentimento di grazie al Signore:

    Questa sera vogliamo porre nelle mani della celeste Madre di Dio il nostro corale inno di ringraziamento al Signore per i benefici che lungo i passati dodici mesi ci ha ampiamente concessi. Il primo sentimento, che nasce spontaneo nel cuore questa sera, è proprio di lode e di azione di grazie a Colui che ci fa dono del tempo, preziosa opportunità per compiere il bene; uniamo la richiesta di perdono per non averlo forse sempre utilmente impiegato.

     
    Poi, Benedetto XVI si sofferma sulla vicinanza di Dio all’uomo, sul “Verbo eterno del Padre”, venuto al mondo “per restare con noi, per essere il nostro insostituibile sostegno, specialmente nelle inevitabili difficoltà di ogni giorno”. Una vicinanza - aggiunge il Papa - che i cristiani devono diffondere nel mondo:

    La presenza di Cristo è un dono che dobbiamo saper condividere con tutti. (…) L’incontro con Cristo (…) rinnova l’esistenza personale e ci aiuta a contribuire alla costruzione di una società giusta e fraterna. Ecco allora che, come credenti, si può dare un grande contributo anche per superare l’attuale emergenza educativa. Quanto mai utile è allora che cresca la sinergia fra le famiglie, la scuola e le parrocchie per una evangelizzazione profonda e per una coraggiosa promozione umana, capaci di comunicare a quanti più è possibile la ricchezza che scaturisce dall’incontro con Cristo.

     
    Viviamo tempi “segnati da incertezza e preoccupazione per l’avvenire” - continua il Santo Padre - tempi in cui “è necessario sperimentare la viva presenza di Cristo”, aiutati da “Maria, Stella della speranza, che a Lui ci conduce”. Lei che, “con il suo materno amore, può guidare a Gesù specialmente i giovani”:

    Cari giovani, responsabili del futuro di questa nostra città, non abbiate paura del compito apostolico che il Signore vi affida, non esitate a scegliere uno stile di vita che non segua la mentalità edonistica corrente. Lo Spirito Santo vi assicura la forza necessaria per testimoniare la gioia della fede e la bellezza di essere cristiani. Le crescenti necessità dell’evangelizzazione richiedono numerosi operai nella vigna del Signore: non esitate a rispondergli prontamente se Egli vi chiama.

     
    Quindi, da Roma lo sguardo del Papa si allarga ed il suo pensiero va al periodo critico che stanno attraversando tutti i Paesi del mondo:

    Cari fratelli e sorelle, quest’anno si chiude con la consapevolezza di una crescente crisi sociale ed economica, che ormai interessa il mondo intero; una crisi che chiede a tutti più sobrietà e solidarietà per venire in aiuto specialmente delle persone e delle famiglie in più serie difficoltà. La comunità cristiana si sta già impegnando e so che la Caritas diocesana e le altre organizzazioni benefiche fanno il possibile, ma è necessaria la collaborazione di tutti, perché nessuno può pensare di costruire da solo la propria felicità.

     
    Ma “anche se all’orizzonte vanno disegnandosi non poche ombre sul nostro futuro”, conclude Benedetto XVI, “non dobbiamo avere paura”, perché “la nostra grande speranza di credenti è la vita eterna nella comunione di Cristo e di tutta la famiglia di Dio”. Una speranza che ci dà la forza di “affrontare e superare tutte le difficoltà del mondo”.

    (canto: Te Deum) 

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    Fedeltà e perdono nelle parole del cardinale Bertone alla veglia di preghiera del Movimento dell’Amore Familiare nella notte a Piazza San Pietro

    ◊   Un “Capodanno alternativo”, quello delle famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, salutate questa mattina da Benedetto XVI durante l’Angelus, che hanno trascorso la notte in preghiera in piazza San Pietro. Alla veglia ha preso parte il Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, proponendo una riflessione sul tema della famiglia cristiana. Ce lo racconta il servizio di Roberta Barbi

    Un appuntamento che si rinnova da sei anni consecutivi, è quello proposto dal Movimento dell’Amore Familiare: una veglia che si è svolta davanti al presepe in piazza San Pietro dalla sera del 31 dicembre fino all’alba del primo gennaio, Giornata Mondiale della Pace, per pregare per l’unità e l’amore che non devono mai mancare nelle famiglie di tutto il mondo. All’appuntamento, iniziato dai giovani dell’Opera Don Orione, ha partecipato anche il Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, che dal 14 al 18 gennaio prossimi sarà a Città del Messico per un incontro mondiale proprio su questo tema: “La famiglia formatrice di valori umani e cristiani”. Il porporato, nel suo intervento, ha posto l’accento sul primo e indispensabile compito della Chiesa: pregare il Signore perché doni alle famiglie l’unità e l’amore necessari per portare a compimento la funzione educatrice che le caratterizza. Anche per questo il luogo scelto per la veglia di preghiera è stato il presepe: la rappresentazione della Santa Famiglia di Nazareth, cui ogni famiglia cristiana guarda come modello e sostegno nella propria missione. “La famiglia, infatti, riflette la vita stessa di Dio, della Ss. Trinità e la famiglia è chiamata a essere espressione vivente dell’amore di Dio – ha ricordato Bertone – ma l’esperienza dell’amore non è semplice. Esige un allenamento costante, una pazienza che non si scoraggia mai; domanda qualcosa di eroico: la perseveranza e, quando è necessario, il perdono. Cosa sarebbe la vita coniugale senza un amore fedele che sa giungere fino al perdono? Chi perdona permette anche a chi è perdonato di scoprire la grandezza infinita del perdono di Dio”. In conclusione, il Segretario di Stato ha richiamato un passo del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace dello scorso anno, dedicata al tema ‘Famiglia umana, comunità di pace’: “Occorre dire il proprio sì alla vocazione che Dio ha inscritto nella stessa natura di ogni famiglia, anzi, di ogni persona umana”.

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    Oggi in Primo Piano



    Stamane ancora raid aerei israeliani su Gaza e lanci di razzi sulle città israeliane, poi la disponibilità di Hamas al piano UE

    ◊   Abbiamo sentito l’appello del Papa in relazione ai tragici avvenimenti della Striscia di Gaza. Anche questa notte e questa mattina sono proseguiti i raid aerei israeliani e i lanci di razzi da Gaza. Sembra che al momento ci siano solo 6 palestinesi uccisi. In fine mattinata poi è giunta la dichiarazione di Hamas ad accogliere le proposte UE. Il servizio di Virginia Volpe:

    Proseguono gli attacchi di Hamas contro diverse città nel Sud di Israele. Nelle ultime ore due razzi sparati da Gaza sono esplosi ad Ashdod. Uno di essi ha centrato un condominio. Altri razzi sono caduti nella zona di Sderot. In precedenza era stata colpita anche la città di Beer Sheva, nel Neghev. E nei raid aerei condotti la scorsa notte da Israele nella Strisca di Gaza sono rimasti uccisi sei palestinesi. Con questi nuovi raid sale a 399 il bilancio dei morti dall'inizio dell'offensiva militare israeliana “Piombo Fuso” iniziata sabato scorso. Di essi 180 sono civili. I feriti sono circa duemila. Oggi il presidente palestinese, Abu Mazen, ha detto: "L'obiettivo di Israele non è soltanto Gaza, ma l'intero popolo palestinese e la sua causa". Ferma la replica del premier israeliano Olmert: ''Non abbiamo dichiarato guerra agli abitanti di Gaza, bensì a Hamas nei cui confronti agiremo col pugno di ferro''. E la radio militare di Israele ha reso noto oggi che il governo autorizzerà l'ingresso a Gaza di un “pool” di non più di otto giornalisti stranieri, e solo nei giorni in cui il valico di Erez è aperto. L'Associazione della stampa estera in Israele si era rivolta alla Corte Suprema di Gerusalemme affinché ordinasse alle autorità militari israeliane di consentire l'ingresso a Gaza dei giornalisti stranieri. Il premier della Repubblica ceca presidente di turno dell'UE, Mirek Topolanek, ha annunciato una missione in Medio Oriente per disinnescare il conflitto nella Striscia di Gaza. Vi parteciperanno il ministro degli Esteri ceco, Karel Schwarzenberg, e quelli di Francia e Svezia, Bernard Kouchner e Carl Bildt, oltre all'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Javier Solana, e al commissario per le Relazioni esterne dell'Ue, Benita Ferrero-Waldner.

    Lanciando un appello per la pace in Medio Oriente, alla Messa di stamane Benedetto XVI ha ricordato quella che ha definito “la piccola ma fervida parrocchia di Gaza”. Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente il parroco, padre Manuel Mussalam:

    R. - La maggior parte della gente qui a Gaza non ha sentito le parole del Papa che i media hanno riportato. Ma noi non abbiamo l’elettricità e dunque internet. Specialmente a Gaza City noi possiamo ascoltare la radio di Gaza, ma non abbiamo contatti con il mondo, con i media. Questa è la situazione ma ovviamente per quelli ai quali abbiamo riferito le parole del Papa è stata una cosa molto buona. Pochissime persone sono riuscite, sia ieri che oggi, ad andare a Messa anche grazie a delle suore che li hanno portati con la macchina. Qui da noi i raid aerei hanno distrutto moltissimo sia case che edifici istituzionali. Io ho parlato con alcune famiglie e molti dei cristiani e musulmani che conosco hanno le case distrutte anche se non sono stati attaccati direttamente, ma le loro case erano accanto agli obiettivi dei raid. Gli obiettivi da colpire erano in piena città dunque non avrebbero potuto distruggere posti di polizia, depositi di armi, uffici governativi, senza colpire le abitazioni private. Stamattina hanno distrutto il ministero dell’Istruzione. Hanno distrutto il Parlamento, il ministero degli Interni.

     
    D. – Padre Manuel qual è la preghiera che ha nel cuore?

     
    R. – Ho chiesto ai miei parrocchiani di recitare con me ogni ora questa preghiera: il Dio della pace ci dia la pace, il Dio della pace dia a questo Paese la pace. Noi cantiamo l’Agnus Dei per chiedere la pace. Per il mondo ho questa preghiera: la carità del mondo, la carità dei cristiani, la carità di Cristo, la carità del Vangelo, la carità della Chiesa se si ferma di fronte alle difficoltà non è la carità di Dio. La carità della Croce passa attraverso tutte le difficoltà e arriva a chi ha bisogno. Noi aspettiamo la carità della Croce.

     
     

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    Ieri sera a Palermo la 41.ma edizione della “Marcia per la pace”: organizzata dai vescovi italiani con Caritas e Pax Christi
     

    ◊   Anche il Papa all'Angelus di oggi ha ricordato la 41.ma edizione della “Marcia per la pace” che si è svolta ieri sera a Palermo, organizzata dai vescovi italiani in collaborazione con la Caritas e il Movimento Pax Christi. Come ogni anno, la manifestazione desidera evidenziare e diffondere i contenuti del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace, che quest’anno propone la lotta alla povertà come tema centrale di riflessione. I partecipanti poi alle 23.30 hanno raggiunto la cattedrale del capoluogo siculo per assistere alla celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo della città, mons. Paolo Romeo. Da Palermo il servizio di Alessandra Zaffiro:

    “Con il brano tratto dal libro dei Numeri, siamo invitati a comprendere che il tempo, che spesso vogliamo dominare o forzare, è sotto la benedizione di Dio. E non è un semplice ed inesorabile scorrere di momenti, persino di anni. È piuttosto il luogo in cui Dio ci viene incontro, occasione di salvezza e redenzione, possibilità di realizzazione del suo piano annunciato nel Vangelo”. E’ uno dei passaggi tratti dall’omelia dell’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, durante la messa celebrata questa notte in cattedrale, a conclusione della 41ma Marcia della Pace. La partecipazione alla Marcia, secondo il prelato, ha “reso come visibile il desiderio di pace e di giustizia che si trova in fondo al cuore di ogni uomo, specie in questo particolare e travagliato momento storico in cui i focolai di tensione e di guerra non cessano di aumentare, e, in modo particolare, si riaccendono nella stessa Terra Santa, che Dio ha voluto visitare incarnandosi nella storia e che sembra non avere ancora saputo accogliere l’eredità del Principe della Pace”. Infine, il riferimento di monsignor Romeo all’interiorità dell’uomo. “Le profondità del suo cuore, inaridito dal limite del peccato, possono essere fecondate solo dall’ascolto attento e fiducioso alla Parola di Dio e dalla disponibilità all’azione della grazia nell’incontro con la persona di Cristo”.

    Ma perché la scelta di Palermo? Fabio Colagrande lo ha chiesto al presidente di Pax Christi, l’arcivescovo di Pescara-Penne mons. Tommaso Valentinetti:
     
    R. - La scelta non è stata una scelta casuale: abbiamo voluto privilegiare, di nuovo, la Sicilia perché è ponte tra il nord e il sud, l’attenzione all’Africa cui il documento del Papa ci richiama, sicuramente ci porta a guardare immediatamente al di là del Mediterraneo. Ci porta a guardare anche perché dal di là del Mediterraneo è facile, direi, arrivare in Sicilia; non dobbiamo dimenticare che la diocesi di Mazara del Vallo è un po’ più a sud della parte nord dell’Africa stessa. La seconda linea è che la Sicilia e Palermo sono ancora una volta ponte fra est e ovest, cioè tra Oriente e Occidente; la grande presenza araba nella Sicilia costituisce un luogo naturale per riannodare sempre più i fili di un dialogo con l’islam sempre più importante, sempre più fondamentale in questo momento, da cercare, da esperire, da guardare con molta attenzione e con molta oggettività, e poi la Chiesa italiana che guarda al sud. E poi, un aspetto importante: questa regione vive di fatica, di drammaticità per le situazioni della legalità. Credo che, su questo fronte, la presenza di una marcia per la pace a Palermo aiuti anche la gente a comprendere quanto sia importante sottrarre manovalanza alla malavita organizzata, e quindi alla violenza, a ogni tipo di illegalità che, in qualche modo, può attanagliare il cuore dell’uomo.

     
    D. – Una marcia che anche quest’anno ha voluto coinvolgere non solo il territorio ecclesiale locale, ma ha invitato la gente a festeggiare l’ultimo dell’anno un po’ controcorrente ...

     
    R. – Sicuramente ha una sua valenza, in un momento in cui c’è una crisi economica, far pensare che forse, probabilmente, si può avere uno stile di vita diverso. Lo abbiamo proposto tutti gli anni, ma quest’anno in maniera un po’ più particolare: spendere un po’ meno e spendere in solidarietà.

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    Chiesa e Società



    Da Gaza l’appello delle suore: “Pregate per noi”

    ◊   “Pregate per Gaza, perché noi qui non riusciamo a vedere una soluzione alla guerra”. È questo il drammatico appello delle suore cattoliche che vivono nella Striscia di Gaza e che è stato diffuso attraverso il sito internet Terrasanta.net e riportato dall’agenzia Misna. Le religiose della scuola di Gaza delle Suore del Rosario raccontano di non riuscire a muoversi da casa e di non poter andare in chiesa e denunciano la mancanza di elettricità e i danni causati alla loro struttura dalle bombe, esplose molto vicine, tanto da far saltare via porte e finestre. Suor Salima della fraternità delle Piccole sorelle di Gesù, aggiunge che si stanno aggravando le emergenze di tipo alimentare: manca il pane, ma soprattutto l’acqua, che viene distribuita in modo molto irregolare. (R.B.)

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    America Latina: le celebrazioni tra 2008 e 2009 all’insegna di pace, giustizia sociale e lotta alla povertà

    ◊   In America Latina, dal Messico all'estremo australe patagonico, le numerose celebrazioni religiose nelle ultime ore del 2008 e le prime del 2009 si sono svolte con il pensiero rivolto alla Vergine Maria e al messaggio di Benedetto XVI per la XLII Giornata Mondiale della Pace. In Honduras, presso la cattedrale metropolitana di Tegucigalpa, molti fedeli si sono dati appuntamento per 40 ore di preghiera e digiuno e per chiedere al Signore "pace, speranza e solidarietà, urgenti e necessarie per affrontare le sfide del nuovo anno". A migliaia di chilometri di distanza, in Bolivia, l'arcivescovo di Sucre, mons. Jesús Pérez Rodríguez, ha ricordato che il primo giorno dell'anno "è una giornata dedicata a riflettere sulla pace e la verità sotto la protezione e la luce della Madre di Dio". Ancora più a sud, in Cile, mons. Alejandro Goić Karmelić, vescovo di Rancagua e presidente dell’episcopato, sottolineando “i progressi registrati nell’ambito della protezione e della dignità dei più bisognosi e disagiati”, ha ricordato che “resta ancora molto da fare, in particolare per quanto riguarda la giustizia sociale e la lotta all’iniquità”. In Perú, mons. Héctor Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente della Conferenza episcopale, in uno speciale messaggio per il 2009 ha riassunto in 21 riflessioni il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2009. Rifiutando il sofisma che vorrebbe come spiegazione della povertà l’aumento demografico, il presule cita esempi del suo Paese dove, nonostante la crescita della popolazione, si è registrato un forte miglioramento delle condizioni di vita. Mons. Marcelo Melani, vescovo di Neuquén in Argentina, ha assicurato in comunione con i vescovi del Paese che la Chiesa "continuerà nel suo impegno per sradicare tutte le povertà e mettere fine all'esclusione sociale", compiti sui quali i presuli hanno parlato a lungo nella loro recente assemblea plenaria. In Colombia, il Primate cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo di Santa Fe di Bogotá, parlando con la stampa ha voluto sottolineare come impegno principale dei colombiani per il 2009 "l'edificazione nel cuore di ciascuno della pace del signore, condizione indispensabile per raggiungere la pace nella società". Al riguardo il porporato ha rivelato che l'episcopato mantiene nella dovuta maniera contatti con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) poiché “non perde mai la speranza di facilitare la liberazione degli ostaggi”. In Ecuador, dove prossimamente si voterà per approvare o rifiutare con un referendum popolare una nuova Costituzione, mons. Hugo Reinoso, portavoce della curia metropolitana della capitale Quito, oltre alle preoccupazione per le conseguenze della crisi economica ha osservato che "oggi, più che mai, occorre dialogo e incontro e dunque si deve evitare ogni intolleranza e scontro”. In Venezuela, per l’arcivescovo di Caracas cardinale Jorge Urosa Savino “nel 2009 i cristiani devono essere portatori di speranza e di pace”. Infine, a città del Messico, dove tutto è pronto per accogliere i partecipanti di oltre 60 nazioni al VI incontro mondiale delle famiglie, dalla prime ore del 31 fino alla mezzanotte si sono celebrate messe per ringraziare i doni del 2008 e per invocare la protezione della Vergine Santa per il nuovo anno. A mezzanotte in tutte le chiese del Paese 12 rintocchi di campane anno annunciato l’arrivo del 2009 “e per salutare la Divina Provvidenza”, come ha ricordato padre José de Jesús Aguilar, portavoce dell’arcidiocesi della capitale. (A cura di Luis Badilla)

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    Onu: il 2009 Anno internazionale della Riconciliazione

    ◊   Il 2009 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale della Riconciliazione”, attraverso una risoluzione adottata dall’Assemblea generale il 20 novembre 2006. Nella Risoluzione si rileva l’urgenza dei processi di riconciliazione nei Paesi colpiti da situazioni di conflitto nel passato o nell’attualità e si sottolinea l’importanza del dialogo tra i contendenti, nel segno del rispetto e della tolleranza reciproca, nella ricerca della verità e della giustizia quali elementi indispensabili per un’autentica riconciliazione e una pace permanente. Il testo osserva inoltre che molte delle attività svolte dalle Nazioni Unite in ambiti quali la difesa e la costruzione della pace, la prevenzione dei conflitti o il disarmo, costituiscono la premessa per l’avvio e lo sviluppo di processi di riconciliazione, in grado di favorire la collaborazione e di risolvere questioni umanitarie, economiche, sociali e culturali. Proclamando un anno internazionale di riconciliazione al termine della prima decade del nuovo millennio, le Nazioni Unite intendono incoraggiare la comunità internazionale a proseguire l’impegno volto all’avvio e all’implementazione di processi di riconciliazione nella prospettiva di una pace stabile e duratura. (M.V.)

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    Per la prima volta la Repubblica Ceca alla presidenza dell’Unione europea

    ◊   La Repubblica Ceca assume per la prima volta la presidenza semestrale di turno dell’Unione Europea in un anno, il 2009, in cui ricorrono il ventennale della caduta del Muro e il quinto anniversario del più grande allargamento nella storia dell’Unione, con la stessa Praga nel novero dei nuovi membri. Il motto del semestre “Un’Europa senza barriere” riflette il marcato interesse della nuova Presidenza per le quattro libertà fondamentali dell’Unione: la libera circolazione di beni, capitali, lavoratori e servizi, cui si è voluto aggiungere una “quinta libertà”, quella della circolazione dell’informazione e della conoscenza. Oltre all’impegno di ridurre gli ostacoli che si frappongono al processo di integrazione europea, soprattutto in riferimento al mercato interno, i leader cechi hanno individuato tre grandi priorità: l’economia, l’energia, l’Europa e il mondo. In ambito economico si punta a una più forte competitività europea, a una gestione efficace della crisi finanziaria, alla promozione dell’occupazione. La priorità “energia” tenderà alla ricerca di un equilibrio tra protezione dell’ambiente, da un lato, e mantenimento della competitività e della sicurezza energetica, dall’altro. A parere di Praga, la diversificazione delle risorse e la creazione di nuove reti rivestono un ruolo chiave nel campo dell’equilibrio energetico. In materia di politica estera, la presidenza ceca rafforzerà il legame euro-atlantico, su cui si fonda la collaborazione nel settore dell’economia e della sicurezza, e si impegnerà al tempo stesso a dare nuovo slancio al processo di allargamento dell’Unione, specialmente per quanto attiene l’integrazione dei Balcani occidentali. In tale prospettiva si colloca la tenuta di un vertice tra Unione Europea e Balcani, previsto nel semestre che oggi prende avvio. La presidenza ceca dell’Ue è stata ricordata nella preghiera dalle Chiese cristiane presenti nel Paese, nel corso della celebrazione ecumenica del 1 gennaio, trasmessa dalla televisione nazionale. Inoltre, il prossimo 19 gennaio, una liturgia ecumenica con la stessa intenzione riunirà nella cattedrale di San Vito a Praga una delegazione della Conferenza episcopale ceca e del Consiglio della Chiesa evangelica. (M.V.)

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    Lourdes: inizia oggi l’Anno di Santa Bernadette. Il cammino della veggente al centro della Pastorale diocesana

    ◊   Inizia oggi, a Lourdes, l’Anno di Santa Bernadette, che prosegue idealmente il cammino del Giubileo delle apparizioni per ripercorrere l’itinerario umano e spirituale della giovane veggente, dopo l’ultima apparizione del 16 luglio 1858. Il “Cammino di Bernadette” è dunque il tema pastorale proposto dalla diocesi per il nuovo anno, a partire da quattro componenti della spiritualità della giovane, simboleggiata da altrettanti luoghi, che emergono con particolare evidenza nel periodo successivo alle apparizioni, trascorso in parte a Lourdes, in parte a Nevers, come religiosa delle Suore della Carità. Sono elementi che si ritrovano in ogni vita cristiana e caratterizzano la fede matura del discepolo desideroso di conformarsi all’esemplarità di Cristo. Momento iniziale è quello del “discernimento della propria vocazione personale”: per Bernadette l’intuizione della vita religiosa fu quasi immediata, ma la decisione sull’istituto che l’avrebbe accolta giunse solo dopo otto anni. Pensò subito a una vita contemplativa nel Carmelo di Bagnères: tuttavia la sua salute fragile non le permetteva di seguire interamente la regola. Per lei il luogo del discernimento fu l’Hospice di Lourdes, la struttura di accoglienza per malati e anziani diretta dalle Suore di Nevers; la sua scelta venne orientata dal servizio verso i malati e i poveri che avrebbe continuato da religiosa proprio a Nevers. Il secondo elemento è “l’appartenenza alla Chiesa”, vissuta intensamente da Bernardette fin dall’infanzia, con la recita del Rosario e la preghiera in famiglia, la partecipazione alla Messa e ai Vespri, i frequenti colloqui con il suo confessore. L’esperienza della vita nella Chiesa, rappresentata dal presbiterio e dalla chiesa parrocchiale, assumeranno una forma più compiuta dopo il suo ingresso nella congregazione di Nevers, con l’esercizio quotidiano dell’obbedienza e il servizio ai malati, ai poveri e alle consorelle. In Bernadette, la visione della Chiesa superava i confini della sua comunità religiosa e se da un lato guardava alla realtà ineffabile della comunione dei Santi, dall’altro, si caratterizzava per la comunione con i peccatori: per loro fece l’offerta di tutte le sue rinunce e delle sue sofferenze, in obbedienza alla consegna della Signora: “Pregate Dio per i peccatori”. Il terzo aspetto, l’Eucaristia, simboleggiata dalla tenda dell’Adorazione eucaristica, attraversa tutta la vita di Bernadette e lo svolgersi stesso delle apparizioni. Il suo desiderio eucaristico, coltivato fin dalla prima infanzia, poté infine realizzarsi il 3 giugno 1858, solennità del Corpus Domini. Si può dire che Maria abbia preparato Bernadette a ricevere il Suo figlio divino in quella catechesi speciale costituita dalle apparizioni. Nel convento di Nevers, le consorelle erano colpite dall’espressione del viso di Bernadette raccolta nel ringraziamento eucaristico. Durante la malattia, nell’impossibilità di partecipare alla Messa, offriva la sua vita e le sue sofferenze a Cristo. Nelle ultime ore della sua vita terrena si paragonava al chicco di grano del Vangelo di Giovanni, realizzando in se stessa la vocazione del Servo sofferente di Isaia. La quarta dimensione, il servizio, è intimamente legata all’Eucaristia e riflette la spiritualità eucaristica di Bernadette: servire Cristo nei poveri e nei malati. Le due realtà del Giovedì Santo, l’istituzione dell’Eucaristia e la lavanda dei piedi, erano per Bernadette indissolubili e costituivano il fondamento della sua esistenza quotidiana. Un servizio reso non solo agli emarginati e ai malati, ma anche alle sue stesse consorelle, grazie alla gioia interiore, all’umiltà e alla lucidità spirituale di Bernadette e all’esempio della sua preghiera. (A cura di Marina Vitalini)

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    A Castel Gandolfo il V Congresso internazionale dei seminaristi organizzato dai focolari

    ◊   Il movimento Gens (Generazione nuova sacerdotale) dei Focolari promuove a Castel Gandolfo, presso il Centro Mariapoli, il V Congresso internazionale dei seminaristi sul tema “C’è una via... la sfida dei rapporti”. Il congresso prende spunto dai risultati di un sondaggio avviato nei seminari dei cinque Continenti, da cui è emerso come l’individualismo dilagante possa facilmente incrinare i rapporti interpersonali e come il secolarismo si riverberi negativamente sul rapporto stesso dell’uomo con Dio. In un contesto di crisi generalizzata dei valori, la spiritualità di comunione dei Focolari si propone ai seminaristi come via per affrontare le sfide dell’attualità e, in particolare, quella dei rapporti: tra seminaristi stessi, con i formatori e con le altre persone impegnate a diverso titolo nella Chiesa e nel mondo. Il Congresso si svilupperà in quattro tappe: “Diventare sacerdoti oggi: sogni e sfide”; “Celibi, non singles”; “Quale Dio per l’umanità di oggi?”; “Una rete per l’unità”, secondo una dinamica partecipativa in cui le relazioni di fondo si alterneranno alle testimonianze, a momenti di dibattito, a incontri per gruppi ristretti. Sono attesi al Congresso circa 500 seminaristi provenienti da 40 nazioni di quattro Continenti, insieme ad alcuni studenti anglicani e ortodossi. Il card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, celebrerà la Messa per i futuri sacerdoti nella tarda mattinata di sabato 3 gennaio. Il convegno si concluderà idealmente in piazza San Pietro, al mattino di domenica 4, con la partecipazione dei congressisti all’Angelus di Benedetto XVI. (M.V.)

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    Linz e Vilnius nominate “Capitali europee della cultura 2009”

    ◊   Linz e Vilnius sono state designate dalla Commissione Europea “Capitali europee della cultura” per il 2009. Capitale dell’Alta Austria, Linz, con 190mila abitanti, è posta sulle rive del Danubio, cui deve gran parte del suo carattere multietnico e multiculturale. Fu fondata dai Celti con il nome di “Lentos” e occupata successivamente dai Romani; la sua storia recente è costituita da capitoli assai diversi tra loro, quali gli anni scuri del Nazismo e il fermento innovativo dell’ultimo ventennio. Il programma elaborato per il 2009, all’insegna del motto “Cultura per tutti e da tutti”, declina diversi ambiti legati all’anima della città: l’accoglienza, l’arte, il viaggio, il sapere, lo svago, la musica, la festa, la commemorazione, il mondo. La Chiesa cattolica in Austria aderisce all’Anno culturale con esposizioni allestite in edifici ecclesiali e anche una visita a Vilnius, altra capitale culturale nel 2009; poi iniziative di preghiera con le altre Chiese. La Diocesi di Linz ha inoltre lanciato un originale progetto denominato “L’eremita della Torre” per sottolineare il valore del silenzio e della meditazione. Nell’assumere il ruolo di “Guida culturale dell’Europa” per il 2009, Vilnius, capitale della Lituania, desidera privilegiare la dimensione dell’apertura e della creatività. In tale prospettiva, lo speciale “Anno 2009” mira a promuovere dialogo e tolleranza in Europa e nel mondo e ad elevare la cultura a “valore” per la società e per lo sviluppo globale della città. Con il motto “Cultura in diretta”, il programma degli avvenimenti culturali, artistici e sociali è centrato sulla partecipazione dinamica dei cittadini, sulla fruizione dei beni culturali da parte di tutti, con attenzione speciale ai disabili, sull’immagine di Vilnius in Europa e nel mondo. Nel contesto del millennio e dell’Anno culturale, il cardinale Audrys Bačkis, arcivescovo di Vilnius e il priore di Taizé, Frère Alois, hanno concordato di tenere a Vilnius il prossimo raduno regionale dei giovani del Centro Europa: l’incontro avrà luogo nei giorni 1-3 maggio 2009 e costituirà un’ulteriore tappa del “pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, avviato da Frère Roger, il fondatore della comunità borgognona. (M.V.)

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    Secondo l'agenzia Nuova Cina il 2008 è stato importante per l’integrazione dell’Africa

    ◊   L’agenzia di stampa Nuova Cina, riportata da Misna, ha pubblicato un articolo di bilancio del 2008 come anno importante per l’integrazione del continente africano, nonostante molta strada ci sia ancora da fare. Gli osservatori di Pechino citano in particolare due appuntamenti dell’anno appena concluso: il XXVIII vertice della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc), a luglio, e una riunione a Kampala, in Uganda, fra i rappresentanti di tre organismi regionali e ben 26 Paesi. Per quanto riguarda il primo, la Nuova Cina ricorda, in particolare, che ha fruttato la nascita di un’area di libero commercio tra i 14 Paesi membri della Sadc, con l’abolizione dei dazi sulle importazioni di circa l’85 per cento per beni e servizi: un passo significativo verso il raggiungimento degli obiettivi finali dell’organizzazione e la creazione di una piena unione doganale nel 2010, la formazione di un mercato comune entro il 2015 e il lancio di una moneta dell’Africa australe l’anno successivo. Giudizio positivo anche per l’incontro avvenuto a ottobre, in cui è stata decisa la creazione di un gruppo di lavoro incaricato di definire entro sei mesi le tappe per la creazione di un mercato comune che si estenderebbe a 26 Paesi e che costituirebbe uno storico passo avanti anche per l’adempimento degli obblighi concordati con l’Unione Africana. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Gazprom vuole proseguire i negoziati con Kiev sulle forniture di gas: Mosca ha bloccato stamane le consegne all’Ucraina

    ◊   Nuova crisi del gas tra Russia e Ucraina. Il colosso energetico Gazprom, scaduto il contratto, ha annunciato di aver interrotto la fornitura ma ha poi invitato a riprendere il negoziato. Mosca e Kiev non hanno trovato entro stamane un accordo sul prezzo di rinnovo e sul rimborso dei debiti verso Gazprom. Tuttavia anche la presidenza ucraina ha reso noto di essere pronta a riprendere il negoziato sul gas con la Russia ''in ogni momento''.

    La difficile situazione in Sri Lanka, tra tregua formale e guerra civile
    Sono stati liberati dalle Tigri Tamil i sedici ragazzi rapiti da un orfanotrofio cattolico nella notte di Santo Stefano. Nel Paese asiatico tuttavia prosegue incessante il conflitto tra i ribelli indipendentisti del LTTE e le forze governative. Sulla situazione nello Sri Lanka Stefano Leszczynski ha intervistato Marzia Casolari, docente di Storia dell’Asia, all’Università di Perugia:

    R. – Almeno dal cessate-il-fuoco del 2002, la situazione nello Sri Lanka è una situazione di stallo, quindi di guerra civile più o meno latente: non è cessata ma non ha neppure trovato una soluzione. E’ una situazione di tregua formale ma di guerra civile, di fatto combattuta.

     
    D. – Quali sono gli obiettivi delle Tigri Tamil?

     
    R. – Le Tigri Tamil hanno sempre dichiarato, a livello ufficiale, il perseguimento dell’obiettivo alto dell’indipendenza della nazione Tamil, del cosiddetto Tamil Eelam che rientra anche nella sigla del Ltte. Di fatto, però, probabilmente potrebbero forse essere anche disponibili a ragionare in termini di una soluzione federativa allo Stato Tamil.

     
    D. – Si tratta di un conflitto interamente interno al Paese o ci sono dei sostegni esterni, quindi dei coinvolgimenti di altri Paesi a supporto di una delle due parti o di entrambe?

     
    R. – Si è parlato, in questi ultimi anni, di un possibile intervento delle potenze regionali ed anche delle potenze, diciamo, che non sono nelle immediate vicinanze dello Sri Lanka, come la Cina e il Giappone. Lo scopo sarebbe di pacificare l’area per poi avviare a pieno quei rapporti anche commerciali che in qualche modo il conflitto compromette. Poi però, di fatto, nessuno, fino a questo momento, si è azzardato a schierarsi effettivamente e militarmente in questo scacchiere.

     
    Thailandia
    È di 58 morti e oltre 200 feriti il bilancio di un incendio scoppiato in un locale notturno di Bangkok, in Thailandia, dove erano in corso i festeggiamenti per il nuovo anno. Le cause dell’incendio, scoppiato nel popolare Santika Club del distretto di Ekkami, frequentato da molti stranieri, sono da accertare. Il locale era privo di uscite di sicurezza e le finestre dei piani superiori erano state sigillate con sbarre di ferro.

    Iraq
    L'esercito americano ha trasmesso oggi agli iracheni la responsabilità del controllo della “zona verde”, il settore internazionale super-protetto di Baghdad e simbolo dell'occupazione. Il passaggio di poteri si è svolto nel palazzo repubblicano, l'ex residenza presidenziale di Saddam Hussein, alla presenza di autorità irachene. Alla cerimonia non ha partecipato nessun rappresentante americano.

    Afghanistan
    Un soldato della forza militare internazionale della Nato in Afghanistan (ISAF) è stato ucciso mercoledì dai ribelli nel sud dell'Afghanistan. Lo ha annunciato oggi l'ISAF. E' il secondo soldato della forza morto alla vigilia del nuovo anno.

    Spagna
    Nuovo attentato dell’ETA a Bilbao: un’autobomba è esplosa ieri vicino alla sede della televisione basca EITB. Non ci sono stati feriti poiché, poco dopo la chiamata anonima che avvertiva dell'imminente deflagrazione, l'edificio era stato evacuato. Vivo il cordoglio della Chiesa locale. Il servizio di Ignacio Arregui

    I vescovi di Bilbao e San Sebastián hanno condannato energicamente l’attentato commesso ieri dall’ETA contro la sede centrale della radio televisione pubblica dei Paesi Baschi a Bilbao. Va detto subito che non ci sono vittime ad eccezione di un ferito lieve. I danni materiali invece sono enormi, ma piú grande é ancora la ferita causata nell’opinione pubblica per questo attentato contro un mezzo di comunicazione pubblico, per il suo non adattarsi nella sua attività ai comandamenti dell’ETA. In un comunicato, il vescovo di San Sebastián, Juan María Uriarte, dopo aver espresso la sua solidarieta con il personale della Radio Televisione Basca (EITB) afferma: “L’ETA deve ascoltare la volontà e la voce tante volte pronunciata dal nostro popolo che chiede la rinuncia definitiva alla violenza, rendendo possibile in questo modo la strada verso la pace”. E aggiunge: “Auguriamo all’EITB la diffusione di una parola che contribuisca alla pacificazione in questo momento e lungo l’anno 2.009”. Il vescovo titolare di Bilbao, mons. Ricardo Blázquezm e il suo ausiliare mons. Mario Iceta, dopo aver espresso la loro condanna dell’attentato e la solidarietá con lavoratori della Radio Televisione Basca, affermano: “L’ETA deve scomparire. Questo attentato, indirizzato proprio contro la libertà di espressione, dimostra il disprezzo verso una delle colonne fondamentali della convivenza democratica. Chiediamo a Dio che il Nuovo Anno ci porti la definitiva scomparsa del terrorismo e guidi i nostri passi verso la pace”. Tutti i massimi rappresentanti della vita politica nazionale a cominciare dal presidente del governo José Luis Rodríguez Zapatero hanno condannato l’attentato riaffermando la decisione di dare prove della massima fermezza nei confronti dell’ETA usando tutti i mezzi legittimi per la sua sconfitta.

     
    Sbarchi dalla Libia
    “Nel 2009 gli sbarchi dalla Libia verso Lampedusa cesseranno”. Così il ministro dell'Interno Maroni che ha garantito per il nuovo anno una piena attuazione dell’intesa con Tripoli sul pattugliamento delle coste. Intanto, come già annunciato, per fronteggiare il susseguirsi di sbarchi negli ultimi giorni, il Viminale sta procedendo al rimpatrio degli immigrati direttamente da Lampedusa senza procedere al trasferimento in altri centri italiani. Paolo Ondarza ha raccolto le perplessità di Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati.

    R. – Chi arriva sulla carretta del mare è, sia persona che proviene da un luogo di guerra sia persone che vorrebbero migliorare la propria situazione economica. La cosa importante è riuscire ad avere un sistema che possa consentire l’identificazione, su base individuale, di chi arriva per consentire a chi vuole fare domanda d’asilo di avere una audizione ed eventualmente lo status di rifugiato o un permesso di protezione sussidiaria oppure il diniego con il decreto di espulsione. E’ chiaro che questo prende del tempo, quindi abbattere questi tempi potrebbe creare degli errori.

     
    D. – Nel 2008 sono stati 1199 i rimpatri. Ma è possibile che sia stato commesso qualche errore e che quindi qualche rifugiato sia stato rimandato a casa?

     
    R. – E’ anche possibile, non saprei. Va ricordato che il mar Mediterraneo è sempre di più una via dell’asilo: questa strada è sempre più pericolosa e viene utilizzata dunque da chi di fatto ha poco da perdere e questi sono principalmente le persone che fuggono dalle violazioni dei diritti umani e dalle guerre.

     
    D. – Secondo quanto annunciato dal ministro Maroni, nel 2009, con l’attuazione piena degli accordi con la Libia, cesseranno gli sbarchi verso Lampedusa…

     
    R. – Inasprire le misure di contrasto in mare può essere sicuramente pericoloso, non dimentichiamoci che queste persone transitano per la Libia e la Libia non ha ancora un sistema d’asilo tale da poter garantire alle persone che hanno bisogno una protezione internazionale.

     
    In Italia l'appello di fine anno del presidente Napolitano
    La crisi economica internazionale è stata al centro del messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Dal capo dello Stato un appello alla coesione nazionale anche per affrontare il tema delle riforme. Ma il primo passaggio del discorso è stato dedicato al riesplodere della questione medio orientale. Il servizio di Giampiero Guadagni.

    “Fermare la tragica spirale di violenza e di guerra in Medio Oriente”. Giorgio Napolitano unisce la propria voce a quella Papa, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite perché sia riaperta la strada della pace in una regione tormentata da troppo tempo. La questione medio orientale ha concentrato l’attenzione degli ultimi giorni di un 2008 complessivamente caratterizzato dalla gravissima crisi economica internazionale. Napolitano ha lanciato agli italiani un messaggio di incoraggiamento: l’unica cosa di cui avere paura è la paura stessa – ha detto il capo dello Stato citando il presidente americano Roosvelt. Facciamo della crisi un’occasione – ha sottolineato allora Napolitano in più passaggi del suo discorso. Un’occasione intanto per ridurre le sempre più acute disparità nei redditi, per rafforzare e rendere più equo il sistema di protezione sociale e per garantire più attenzione al mondo della scuola, della ricerca e dell’Università. La crisi può essere un’occasione anche per rivedere l’assetto delle istituzioni, servono riforme condivise da maggioranza e opposizione, ma alla prova – aggiunge Napolitano – sono chiamate tutte le componenti della società italiana. Insomma – è l’appello del capo dello Stato – occorre riprovare quello slancio di coesione nazionale che l’Italia ha saputo esprimere alla fine della Seconda Guerra Mondiale e quando ha sconfitto il terrorismo. Le parole di Napolitano hanno suscitato generale apprezzamento a partire dai presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, dalla maggioranza, Pdl e Lega, sottolineano la consapevolezza del capo dello Stato che la crisi economica va affrontata con fiducia e senza catastrofismi. Dall’opposizione, Pd, Italia dei Valori e Udc, osservano come Napolitano abbia colto il sentimenti e le preoccupazioni del popolo italiano.

     Italia notte di capodanno
    E' di un morto e 382 feriti il bilancio degli incidenti avvenuti in Italia nella notte di Capodanno. A renderlo noto il ministero dell'Interno. L’uomo deceduto è stato colpito da un proiettile vagante a Napoli. Tra le persone ferite, 354 hanno avuto una prognosi inferiore ai 40 giorni, mentre 28 superiore.


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 1

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.


     










     

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