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Sommario del 16/02/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Si è spento il cardinale sudcoreano Kim Sou-hwan. Il cordoglio del Papa
  • Convocato il Concistoro ordinario per dieci nuovi Santi tra cui padre Damiano l'angelo dei lebbrosi di Molokai e don Arcangelo Tadini fondatore delle Suore operaie
  • Udienze e nomine
  • Riscoprire il Sacramento del Perdono: il commento di un padre agostiniano scalzo, confessore in San Pietro, all'invito del Papa all'Angelus
  • Al via l'incontro annuale dei coordinatori dell'Apostolato del Mare: intervista con mons. Marchetto
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Venezuela: Chávez verso la presidenza a vita
  • Hillary Clinton in Giappone, prima tappa del viaggio in Asia
  • Dibattito in italia sulle misure contro le violenze sessuali
  • Ogni anno oltre 200 mila bambini colpiti dal tumore
  • Chiesa e Società

  • A Cuba assassinato un sacerdote diocesano spagnolo
  • Congo: preoccupazione dei vescovi per la presenza degli eserciti stranieri
  • Sri Lanka: la Caritas in soccorso di 30 mila profughi
  • Filippine. La Chiesa al Congresso: garantire i diritti delle donne
  • India: i lavori della plenaria dei vescovi di rito latino
  • Fervono i preparativi del primo Congresso Missionario Indiano
  • La Corte Suprema indiana favorevole all'aborto dopo le 20 settimane
  • Sierra Leone: nuova scuola grazie all'Avsi
  • Messaggio della Conferenza episcopale francese ai vescovi malgasci
  • La Chiesa latinoamericana in difesa dei popoli indigeni
  • Testimoniare Cristo nella società al centro del Convegno dei vescovi Amici dei Focolari
  • Corso di Pastorale per la vita a Roma
  • Libano: tolto l’obbligo di indicare il credo religioso sul registro civile
  • Francia: la Chiesa lancia la campagna di Quaresima contro la fame
  • Domani in Turchia l’incontro tra il cardinale Sepe e il Patriarca Bartolomeo I
  • Il vescovo Golokov nominato responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
  • Anno Paolino: congresso missionario giovanile sul “segreto di Paolo”
  • "San Paolo parla" anche a sportivi e attori il 23 febbraio nella Basilica ostiense
  • Portogallo: a Braga il IV Torneo europeo di calcetto per sacerdoti
  • Al via “intermirifica.net” nuovo portale dei media cattolici di tutto il mondo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Trenta morti per il raid Usa nel nordovest del Pakistan. La sharia nella valle di Swat
  • Il Papa e la Santa Sede



    Si è spento il cardinale sudcoreano Kim Sou-hwan. Il cordoglio del Papa

    ◊   Lutto nella Chiesa. Si è spento oggi il cardinale Stephen Kim Sou-hwan, arcivescovo emerito di Seoul: aveva 86 anni. Il Papa ha espresso il suo profondo cordoglio in un telegramma inviato al cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, attuale arcivescovo di Seoul. Il servizio di Sergio Centofanti.
     
    Il cardinale Kim è deceduto poco dopo le 18.00, ora locale, presso l’ospedale cattolico di Santa Maria di Gangnam nella capitale sudcoreana. Il Papa ricorda “con gratitudine” il lavoro svolto per lunghi anni dal porporato a servizio della Chiesa. “Dio, nostro Padre misericordioso – è la preghiera del Papa - gli conceda la ricompensa per le sue fatiche e accolga la sua nobile anima nella pace e nella gioia del Regno celeste”.

     
    Il cardinale Kim era stato ordinato sacerdote a 29 anni, nel 1951, iniziando il ministero pastorale durante il difficile periodo della guerra in Corea. Poi si trasferisce in Giappone, dove si laurea in Filosofia, e poi ancora in Germania, dove si specializza in scienze sociali. Al suo rientro in patria, nel 1966 diventa vescovo di Masan. Nominato arcivescovo di Seoul nel 1968 e creato cardinale l’anno successivo, porta lo spirito del rinnovamento conciliare nelle strutture diocesane, intensificando l'attività di evangelizzazione con il coinvolgimento dei laici. Particolare posto nella sua azione ha occupato la ricerca del dialogo con i non-cristiani e il coordinamento degli sforzi comuni in campo caritativo e assistenziale. Coraggiose, nella difficile situazione politica interna, sono state le sue dichiarazioni e iniziative a difesa dei diritti umani. Più volte presidente della Conferenza episcopale coreana, dal 1973 al 1977 è stato anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia (FABC). Ha preso parte a diverse Assemblee del Sinodo dei Vescovi, a partire dalla prima, nel 1967. Dal 1974 al 1977 è stato membro del Consiglio della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. È stato poi presidente delegato all’Assemblea Speciale per l’Asia del Sinodo dei Vescovi (19 aprile - 14 maggio 1998). Dal 10 giugno 1975 al 3 aprile 1998 è stato anche amministratore apostolico di Pyeong Yang.

     
    Con il suo decesso il Collegio cardinalizio risulta composto da 188 cardinali, di cui 115 elettori e 73 non elettori.

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    Convocato il Concistoro ordinario per dieci nuovi Santi tra cui padre Damiano l'angelo dei lebbrosi di Molokai e don Arcangelo Tadini fondatore delle Suore operaie

    ◊   La Chiesa si prepara, nei prossimi mesi, alla canonizzazione di 10 nuovi Beati. In un comunicato, mons. Guido Marini, maestro delle Cerimonie pontificie, ha notificato per sabato prossimo, 21 febbraio, alle ore 11, la convocazione del Concistoro ordinario pubblico nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, dove i cardinali - durante la celebrazione dell’Ora sesta - procederanno al voto sulle Cause di canonizzazione. Tra le figure dei nuovi Santi, sette uomini e tre donne, spicca fra gli altri quella di Jozef Damian de Veuster, più semplicemente conosciuto come “padre Damiano”, che per 12 anni, alla fine dell’Ottocento, fu apostolo dei lebbrosi sull’isola di Molokai, nell’arcipelago delle Hawaii. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Trentatremila lebbrosi. In tanti furono, nel 1967, a chiedere a Paolo VI di beatificare il loro angelo, “padre Damiano”, malato del loro stesso male ma soprattutto un cristiano capace di un sacrificio immenso tra i reietti che fanno spavento con le loro sembianze deturpate. E tra qualche tempo sarà Santo Jozef Damian de Veuster, originario delle Fiandre dove nasce nel 1840. Entrato nella Congregazione dei “Sacri Cuori di Gesù e Maria”, nel 1864 Damiano attraversa il mondo: 138 giorni di navigazione per raggiungere Honolulu, sua terra di missione, nell’Arcipelago delle Hawaii che ancora non ha questo nome. La svolta avviene nel 1873. Il suo vescovo cerca preti volontari per l’isola lazzaretto di Molokai, dove il governo confina tutti i malati di lebbra: si offrono in quattro, per turni di 34 settimane, e tra loro c’è padre Damiano, che va per primo a Molokai. Non farà più ritorno, perché il governo teme il contagio e gli proibisce di lasciare l’isola, dove i lebbrosi muoiono a ritmo impressionante. Padre Damiano cura le anime, lava le piaghe, distribuisce medicine, stimola il senso di dignità dei malati, che si organizzano, lavorano la terra, creano orfanotrofi. Poi, nel 1885, la scoperta: anche lui è stato contagiato. Quando muore, mille malati di lebbra lo seppelliscono ai piedi di un albero. Nel 1936 il suo corpo verrà riportato in Belgio, a Lovanio.

     
    Una storia completamente diversa per epoca e luoghi, ma anch’essa legata a una vicenda di segregazione è quella del polacco Zygmunt Szczęsny Feliński, originario di Wojutyn oggi in Ucraina. Nel 1862, il Beato Papa Pio IX lo nomina arcivescovo metropolita di Varsavia, dove mons. Feliński si segnala per una decisa azione di rinascita spirituale e morale della nazione. Fonda le Suore della Famiglia di Maria, ma paga gli esiti della fallita rivoluzione antizarista del 1863. La sua fedeltà a Roma gli vale l’arresto e la deportazione in Russia. Trascorre 20 anni in una località sul Volga, dove diventa l’apostolo dei cattolici e degli esiliati in Siberia, riuscendo perfino a costruire una chiesa. Liberato per intervento della Santa Sede nel 1883, non gli viene concesso il ritorno a Varsavia e trascorre gli ultimi 12 anni della sua vita nella diocesi di Leopoli, sempre impegnato per il bene spirituale dei contadini polacchi e degli ucraini. Muore a Cracovia nel 1895.

     
    Ma fitta è la schiera dei prossimi Santi vissuti come mons. Feliński nel XIX secolo. L’italiano Arcangelo Tadini, della provincia bresciana, è sacerdote e formidabile insegnante elementare e sensibile all’aspetto sociale dell’evangelizzazione. Crea una filanda per evitare l'emigrazione delle ragazze del paese, e un pensionato per lavoratrici. Nel 1900, fonda le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, religiose a pieno titolo ma impegnate come vere e proprie operaie. Ed è bresciana anche suor Gertrude Comensoli, al secolo Caterina, che nel 1882, a 35 anni, fonda l’Istituto delle Suore Adoratrici del SS.mo Sacramento, un Istituto dedito alla formazione di giovani e all’adorazione Eucaristica, che si diffonderà in tutta Italia e anche all’estero. L’adorazione dell’Eucaristia è anche al centro della missione della napoletana Caterina Volpicelli, fondatrice dell’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore. La sua comunità diventa un vero centro di irradiazione spirituale: da essa partirà il Beato Bartolo Longo, guarito in salute, convertito alla fede, per cominciare la grande opera del Santuario di Pompei. E alla Volpicelli e alle sue figlie viene affidato l’incarico di organizzare le Adorazioni nella cattedrale di Napoli quando la città il 21 novembre 1891 ospita il primo Congresso eucaristico nazionale. Francese è Marie de la Croix, al secolo Jeanne Jugan, che dopo un’infanzia trascorsa come domestica in un castello matura la sua vocazione: aiutare gli anziani soli. Con un’amica affitta una casa e inizia ad accogliervi vecchi soli e malati. E’ il “nucleo” di quella che sarà la Congregazione da lei fondata, le Piccole Sorelle dei poveri.

     
    Tra i prossimi Santi figurano anche due spagnoli. Di Burgos, dove nasce nel 1911, è Rafael Arnaíz Barón che, sin da giovanissimo, decide di farsi trappista. “Dio ha fatto la Trappa per me e me per la Trappa”, confiderà in una lettera alla famiglia. Quando il diabete mellito lo colpisce, è costretto a lasciare l’amato luogo di contemplazione, ma chiede e ottiene di esservi riaccolto come semplice “oblato” e muore dopo soli 19 mesi e 12 giorni di permanenza nella Trappa. I molti scritti spirituali che ha lasciato fanno oggi di lui uno dei più grandi mistici del XX secolo. Degli inizi dell’Ottocento è invece Francisco Coll y Guitart, Domenicano. Per quarant’anni si dedica alla predicazione del Vangelo in tutta la Catalogna: le missioni al popolo e individuali diventano un importante strumento di rinnovamento religioso della società. Si dedica in particolare alla formazione delle giovani nei luoghi più poveri ed emarginati affidandole alle Suore Domenicane dell’Annunziata che egli stesso fonda nel 1856.
    Le storie di due dei futuri Santi arrivano invece dal Medioevo. Più antica è quella di Bernardo Tolomei, al secolo Giovanni, che nasce a Siena nel 1272. A 40 anni, dopo una vita intensamente religiosa, si ritira ad Accona, una zona di campagna deserta e incolta tra collinette di creta. Con alcuni amici, scava delle grotte per vivere da eremita. Dopo qualche anno, gli eremiti decidono di unirsi, vivendo in comunità sull’altura di Monte Oliveto, presso Buonconvento, a sudest di Siena. Qui nasce nel 1319 il monastero di Santa Maria, con la Regola benedettina. Bernardo fa eleggere come primo abate il suo amico Patrizio Patrizi, ma poi dovrà obbedire ai monaci, che vogliono lui per capo fino alla morte. Intanto è chiamato a fondare una decina di altri monasteri. E così si ritrova inaspettatamente fondatore e capo di un Ordine religioso, coi suoi ancora oggi notissimi “monaci bianchi”. Di alcuni decenni più giovane è il portoghese Nuno Alvares Pereira. Da giovane, diventa eroe di guerra ed artefice - con la vittoria nella battaglia di Atoleiros - dell'indipendenza del Portogallo dagli altri regni della penisola iberica. Ma anche nel suo caso, c’è un radicale cambio di vita. Alla morte della moglie, nel 1423, Pereira lascia le armi e si ritira per il resto dei suoi giorni come fratello laico, assumendo il nome di Nuno de Santa Maria. Muore la Domenica di Pasqua del primo aprile 1431, mentre era intento a leggere la Passione secondo Giovanni.

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    Udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina mons. Bruno Musarò, arcivescovo tit. di Abari, nunzio apostolico in Perù, e un altro gruppo di presuli della Conferenza episcopale della Nigeria, in visita “ad Limina”.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare della diocesi di Koszalin-Kołobrzeg (Polonia) il rev.do Krzysztof Zadarko, del clero della medesima diocesi, già officiale presso la Curia vescovile, assegnandogli la sede titolare di Cavaillon. Il rev.do Krzysztof Zadarko è nato il 2 settembre 1960 a Słupsk, nella diocesi di Koszalin-Kołobrzeg. E’ stato ordinato sacerdote il 25 maggio 1986.

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    Riscoprire il Sacramento del Perdono: il commento di un padre agostiniano scalzo, confessore in San Pietro, all'invito del Papa all'Angelus

    ◊   Riscoprire l’importanza del Sacramento del Perdono per la nostra vita cristiana: è l’invito lanciato dal Papa ieri all’Angelus. Benedetto XVI ha ricordato che “i peccati che commettiamo ci allontanano da Dio, e, se non vengono confessati umilmente confidando nella misericordia divina, giungono sino a produrre la morte dell’anima”. Invece “nel Sacramento della Penitenza – ha aggiunto - Cristo crocifisso e risorto, mediante i suoi ministri, ci purifica con la sua misericordia infinita, ci restituisce alla comunione con il Padre celeste e con i fratelli, ci fa dono del suo amore, della sua gioia e della sua pace”. Ascoltiamo la riflessione di padre Gabriele Ferlisi, agostiniano scalzo, confessore nella Basilica di San Pietro. L’intervista è di Sergio Centofanti:
     
    R. – Il Sacramento della Confessione è uno dei sacramenti più umani, più belli, di cui abbiamo bisogno, perché è l’incontro personale con Cristo che perdona. Chi fa questa esperienza, sia il sacerdote, sia il penitente che si confessa, è tale la gioia che sente che di meglio non può desiderare: è una gioia che ti investe, che prende proprio nell’animo. E’ bellissimo.

     
    D. – Il Papa più volte ha esortato a distinguere bene tra senso del peccato e senso di colpa...

     
    R. – Sono due cose totalmente distinte. Il senso di colpa mette al centro il proprio orgoglio ferito e quindi invece che portare pace e serenità dona sempre angoscia e inquietudine, non tranquillizza mai. Il dolore del peccato invece mette al centro Dio, l’amore di Dio tradito, ferito, e allora uno sa che Dio lo trova pronto a perdonare e il dolore dei peccati dona pace, dona serenità. Praticamente con il dolore dei peccati uno si sente dire quelle parole che Sant’Agostino in un discorso mise sulle labbra di Dio: “Non mi interessa ciò che siete stati finora, siate ciò che finora non siete stati”. Questo dolore dei peccati veramente ridona la pace. Il senso di colpa turba sempre.

     
    D. – Come affrontare nel modo migliore questo Sacramento?

     
    R. – Pensando che nella Confessione una persona va ad incontrarsi con il Signore. Non è semplicemente l’assillo della meticolosità di dire tutto, tutto: bisogna, sia ben chiaro, dire tutti i peccati gravi, ma quello che è importante è l’incontro, l’approccio con Cristo, il sentirsi accolto, compreso, perdonato; non è l’incontro di una persona che va nello studio di uno psicologo, è l’incontro sacramentale con Cristo che perdona. Siano chiari alcuni principi: la Confessione non dà l’impeccabilità, la Confessione dà la forza e la grazia per lottare meglio. Chi si accosta alla Confessione deve avere proprio questa grinta spirituale per impegnarsi, perché se si entra nella mediocrità, allora tutto diventa mediocre. Ma se uno ci mette la grinta, anche se poi si ritrova a fare le stesse cose - è la debolezza che si esprime in quella determinata maniera - ma nell’animo ogni volta uno dice: “Io voglio fare questa Confessione come se fosse l’ultima e ce la metto tutta per migliorare”, e poi purtroppo si ritrova debole, di questo il Signore non ne tiene conto: il Signore vede la buona volontà, l’impegno, e incoraggia ad andare avanti.

     
    D. – Lei confessa nella Basilica Vaticana, qual è la sua esperienza?

     
    R. – E’ bellissima. Io ringrazio il Signore. Se come sacerdote avessi soltanto fatto questo servizio di confessore in San Pietro, ebbene, mi riterrei completamente soddisfatto.

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    Al via l'incontro annuale dei coordinatori dell'Apostolato del Mare: intervista con mons. Marchetto

    ◊   I marittimi e i pescatori subiscono restrizioni per scendere a terra e accogliere a bordo i cappellani, affrontano i rischi della pirateria e i danni della pesca illegale. Lo ha ricordato il 18 gennaio scorso Benedetto XVI prima della recita dell’Angelus. Queste preoccupazioni pastorali sono al centro dell’incontro annuale dei nove coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare, organizzato a Roma, da oggi fino a mercoledì, dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. La riunione è presieduta dal presidente del dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino, e dal segretario, l’arcivescovo Agostino Marchetto. Quest’ultimo, al microfono di Fabio Colagrande, si sofferma sui problemi principali che incontrano oggi marittimi e pescatori.

    R. - A causa di un’interpretazione restrittiva e non corretta dell’ISPS Code (Codice internazionale per la sicurezza delle navi e le strutture portuali), spesso i marittimi e i pescatori trovano difficoltà a scendere a terra anche dopo lunghe traversate mentre a molti cappellani e volontari viene negato l’accesso al porto e, pertanto, non possono visitare gli equipaggi sulle navi. Questa situazione contribuisce ad aggiungere pressione e stress sui membri dell’equipaggio che vengono privati, così, della possibilità di rilassarsi, contattare le famiglie e ricevere il conforto della celebrazione della loro fede. Per quanto riguarda, poi, la pirateria - a cui ha fatto ugualmente cenno il Santo Padre -, solamente lo scorso anno sono state sequestrate 49 navi e presi in ostaggio 889 membri d’equipaggio. Inoltre, è stato aperto il fuoco contro 46 imbarcazioni: 32 membri degli equipaggi hanno riportato ferite, 11 sono stati uccisi, 21 sono dispersi in mare, molto probabilmente morti, e sono stati pagati circa 30 milioni di dollari americani come riscatto. Secondo il bollettino della “Lloyd’s List”, attualmente sono nelle mani dei pirati 10 navi e 207 membri d’equipaggio. Mentre gli armatori si occupano soprattutto delle navi, l’Apostolato del Mare si preoccupa in primo luogo degli effetti psicologici che questa traumatica esperienza può avere sui membri dell’equipaggio e le loro famiglia. Le persone sono più importanti delle cose!

     
    D. - Le navi da crociera sono un nuovo mondo in cui la Chiesa deve essere presente con la sua pastorale. Ci può dire qualcosa di più al riguardo?
     
    R. - A livello mondiale, le crociere costituiscono una grossa industria in rapido sviluppo, non solo per la stazza e il numero di navi in costruzione, ma anche per la quantità di passeggeri che possono trasportare e di membri dell’equipaggio necessari. Una nave con 5000 persone, per esempio, per noi è una “parrocchia” galleggiante. I marittimi, poi, spesso vivono in mare per mesi, separati dalle famiglie e dagli amici. Poiché è di estrema importanza che la Chiesa “viaggi” assieme a loro, ove possibile cerchiamo che ci siano cappellani a bordo.

     
    D. - Nell’incontro di questi giorni vi occupate anche della pastorale delle navi da crociera?

     
    R. - Alla riunione partecipano alcuni sacerdoti dell’Apostolato del Mare già attivi in questa pastorale. Essi sono stati invitati per finalizzare, in collaborazione con noi e con i Coordinatori Regionali, la bozza di un Codice di Condotta per la Pastorale delle Crociere, redatto nel 2005 a Dunkerque, nel corso del primo incontro dedicato a questa pastorale. Tale Codice intende fornire ai cappellani imbarcati sulle navi da crociera, a tempo pieno o parziale, una qualificazione riconosciuta a livello internazionale, per incoraggiare il sostegno spirituale dei marittimi cattolici, cristiani e di ogni religione. Oltre a provvedere alla cura pastorale dei passeggeri e degli equipaggi la presenza di un sacerdote marittimo può offrire un aiuto indipendente a questi ultimi per quanto riguarda questioni personali e di welfare.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   All’Angelus di domenica 15 febbraio Benedetto XVI afferma il valore del sacramento della Penitenza nella vita cristiana

    La morte del cardinale Stephen Kim Sou-hwan arcivescovo emerito di Seoul: i telegrammi del Papa e del cardinale segretario di Stato

    Nell’informazione internazionale, in primo piano il referendum in Venezuela: il presidente Hugo Chávez ottiene la possibilità di una rielezione illimitata

    Un articolo di Francesco Citterich dal titolo “Il processo in Cambogia al regime degli Khmer Rossi”

    In cultura, stralci dell’intervento di Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare e preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, al convegno “Il corpo del Logos. Pensiero estetico e teologia cristiana”, che si svolge il 17 e il 18 febbraio a Milano

    “Primi piani sul volto del mistero”: Timothy Verdon sulle raffigurazioni artistiche di Gesù

    Incontro alla Gregoriana per la presentazione del libro di Samuele Sangalli “Introspezione medievale. L’analisi dei vizi in san Tommaso d’Aquino”: stralci dalla prefazione del gesuita Roberto Busa e dalla relazione di Wojciech Giertych.

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    Oggi in Primo Piano



    Venezuela: Chávez verso la presidenza a vita

    ◊   In Venezuela, il presidente Hugo Chávez potrà ricandidarsi alla presidenza: oltre 6 milioni di persone, il 54,36%, hanno votato ieri per la rielezione illimitata delle principali cariche pubbliche, compresa quella del capo di Stato. Contro la proposta avanzata dal presidente, che ha annunciato di voler costruire un “Venezuela socialista”, si è invece espresso il 45,63% dei votanti, più di 5 milioni di persone. Nel 2007 il popolo venezuelano aveva bocciato un progetto di riforma della Costituzione sulla possibilità di rielezione per il capo di Stato. Come spiegare allora la vittoria di Chávez a due anni di distanza da quella bocciatura? Risponde al microfono di Amedeo Lomonaco, il nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latinoamericane:

    R. - Per due ragioni: prima di tutto, bisogna ricordare che 14 mesi fa Chávez aveva proposto una nuova riforma costituzionale molto complessa e articolata in decine di emendamenti. Allora proponeva solo la sua rieleggibilità. Ieri, invece, il referendum ha proposto 5 articoli, brevi e chiari: nulla di farraginoso come la prima volta. Si è estesa la possibilità di essere rieletti a tempo indefinito a tutta la classe dirigente del Paese: dal presidente della Repubblica al consigliere municipale o al sindaco. Coloro che 14 mesi fa non lo hanno appoggiato, ora invece lo hanno sostenuto per garantirsi tale rieleggibilità.

     
    D. - Cosa può accadere adesso?

     
    R. - La situazione si presenta abbastanza incerta e per ora è difficile fare previsioni. Si può constatare che con la netta vittoria di Chávez compare nel Continente americano un impianto costituzionale unico e inedito. Non è mai accaduto in nessuna nazione di quest'area che un'intera classe governante possa essere rieletta all'infinito. In America Latina, poi, la tradizione contraria alla rielezione nasce dall'idea di evitare che il governante in carica utilizzi i mezzi e le risorse dello Stato per la campagna elettorale. Questo introduce un elemento di ‘disturbo democratico’ molto serio nel costume politico latinoamericano. C’è comunque da sottolineare che Chávez ha vinto con un margine rilevante. Ma è anche vero che quasi il 46% è contrario. Da questo scenario possono scaturire problemi per il Paese. Non sembra che l'opposizione abbia deciso di fermarsi. Ora il presidente non ha scuse per attribuire ad altri la responsabilità di ciò che non funziona. Una tale vittoria implica un’assunzione totale di responsabilità.

     
    D. - Cosa dice la Chiesa?

     
    R. - La Chiesa ha parlato prima della consultazione invitando a votare e manifestando le proprie perplessità sulla rieleggibilità. Ora non credo che ci saranno commenti postelettorali. Ad ogni modo, il suo monito resta chiaro: con questa riforma si intacca il principio dell’alternanza democratica stabilito nella Costituzione. Si introduce una variante che favorisce comportamenti autoritari e permane il dubbio giuridico-costituzionale secondo il quale, dopo il rifiuto del 2007, non era possibile presentare nuove proposte di riforme prima del nuovo governo da eleggere nel 2012.

     
    D. - Quale è oggi il quadro economico del Venezuela?

     
    R. - La situazione del Paese è critica: l’inflazione è intorno al 30, 31%. Lo Stato è colpito da una crisi economica. Il presidente Chávez, dopo aver chiuso ‘il cerchio politico – ideologico’ che gli garantisce il potere, dovrà rispondere dal punto di vista economico e sociale.

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    Hillary Clinton in Giappone, prima tappa del viaggio in Asia

    ◊   Il segretario di Stato americano Hillary Clinton è arrivata oggi a Tokyo. La visita in Giappone è la prima tappa di un importante viaggio in Asia che porterà il capo della diplomazia dell’Amministrazione Usa anche in Indonesia, Corea del Sud e Cina. L’ex first lady ha subito affrontato la questione nucleare nordcoreana: "I nordcoreani - ha detto - hanno già accettato di smantellare" il loro programma nucleare. "Ci aspettiamo - ha aggiunto - che rispettino gli obblighi che hanno assunto". Hillary Clinton è giunta in Giappone in un momento particolare, in cui l’economia del colosso asiatico è precipitata a livelli che non conosceva da decenni, con il Pil che nel trimestre ottobre/dicembre 2008 ha ceduto il 12,7%. Ce ne parla Francesco Sisci, corrispondente da Pechino del quotidiano La Stampa, intervistato da Giada Aquilino:

     
    R. – Questo è un momento particolarmente importante, anche perché crolla in qualche modo il modello stesso di crescita economica giapponese e americana. L’America va in Giappone anche per confermare Tokyo, come acquirente di debito americano. Il Giappone è il secondo acquirente di debito americano dopo la Cina, ha in portafoglio oltre un trilione di dollari di buoni del tesoro americano. Questi buoni del tesoro, però, servivano all’America per comprare beni giapponesi. Adesso che l’economia americana si è fermata, non si possono più comprare beni giapponesi e l’economia giapponese a sua volta crolla. Si deve, in qualche modo, allora impostare una nuova relazione tra queste due parti del Pacifico.

     
    D. – Per quanto riguarda la Cina, gli Stati Uniti intendono avviare un nuovo dialogo con Pechino. Sullo sfondo ci sono la questione del Tibet e anche altri temi...

     
    R. – Credo che in realtà la questione del Tibet rimanga molto in sottofondo. Molto più importanti sono le altre questioni, annunciate già da Hillary Clinton. Una è la questione dell’ambiente, l’altra è la riapertura di un dialogo di sicurezza. Potrebbero essere affrontate le questioni tanto care alla Cina, cioè della cessione di tecnologia sul nucleare civile, che l’America peraltro sta già cedendo all’India, e che però finora Washington è stata molto restia a cedere alla Cina. Cessioni di tecnologia di questo tipo in qualche modo incardinerebbero una nuova relazione politica e di sicurezza tra America e Cina.

     
    D. – E la Cina può giocare un ruolo di primo livello anche in altri ambiti, come quelli per esempio legati alla Corea del Nord o all’Iran?

     
    R. – Senz’altro, quello della Corea del Nord è un tema caldo su cui la Cina già sta lavorando e sicuramente continuerà a lavorare in maniera attiva. Sulla questione dell’Iran, naturalmente si tratta di capire come procederà la trattativa tra Cina e America. E’ possibile che la Cina voglia e possa collaborare nel contenere la minaccia iraniana, bisogna capire quali garanzie l’America sia disposta a concedere.

     
    D. – Come cambieranno i rapporti tra l’America di Barack Obama e l’Asia?

     
    R. – Sembra che l’America di Barack Obama sia molto proiettata sul Pacifico che sull’Atlantico. Questo credo sia un passaggio fondamentale. E’ la prima volta che il primo viaggio del segretario di Stato americano va verso il Pacifico e non l’Atlantico, con un piano credo di lungo termine, con almeno due grossi pilastri, quello cinese e quello giapponese, e questo dovrebbe forse far riflettere un po’ la vecchia Europa, che invece entra nell’ombra in questa nuova situazione.

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    Dibattito in italia sulle misure contro le violenze sessuali

    ◊   In Italia è scontro politico sulla decisione, ancora non ufficializzata, di anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sulla sicurezza approvato dal Senato. In particolare, dopo gli ultimi fatti di cronaca che registrano diversi episodi di violenza sessuale, il prossimo Consiglio dei Ministri dovrebbe escludere la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. Intanto a Roma si sta procedendo allo smantellamento dei campi Rom abusivi nei pressi della pineta di Castel Fusano e il sindaco Alemanno ha condannato fortemente il raid in un locale frequentato da romeni vicino al luogo dove una ragazza di 14 anni è stata violentata. E per quest'ultimo atto di violenza sono sospettati proprio due romeni. L’opposizione, da parte sua, condanna le ronde e ribadisce la necessità di dare più fondi alla polizia. Paolo Ondarza ha raccolto il commento di Franco Pittau responsabile immigrazione Caritas.
     
    R. – Lo stupro è una ferita per tutta l’umanità in primo luogo. In secondo luogo questi fatti delittuosi riguardano sia cittadini stranieri che cittadini italiani. E se veniamo al dunque, ci vuole la repressione ma ci vuole anche la prevenzione.

     
    D. – Quindi, per quanto riguarda la prevenzione cosa si dovrebbe fare?

     
    R. – Nel loro Paese, sia perché c’è molto controllo, sia perché hanno leggi penali molto più restrittive, molto più severe, li controllano bene. Qui vedono allentati tutti i vincoli. Allora perché non valorizzare le associazioni, tutte le organizzazioni che si occupano di immigrazione? Sono una forza potentissima.

     
    D. – Lo sgombero dei campi nomadi abusivi è qualcosa di buono che si sta attuando?

     
    R. – Le condizioni di questi campi nomadi sono disastrose: non c’è luce, c’è fango, e i bambini passeggiano in mezzo ai topi. Allora, se questo provvedimento serve per sistemare quelli che hanno diritto a stare in Italia, sarebbe una cosa buona. Però nasce un altro problema: come noi possiamo pensare di sistemare questa gente senza fare una politica per la casa, quando negli anni 2000 sono entrati circa 2 milioni di persone in Italia?

     
    D. – Dai dati sembrerebbe che gli stupri non sono aumentati nell’ultimo anno, ma di fatto se ne parla di più. Crede che ci sia una strumentalizzazione in corso, o forse anche una penalizzazione dovuta anche a una forma di intolleranza verso l’immigrato?

     
    R. – C’è una forma di intolleranza verso l’immigrato. Io vivo in mezzo a loro, li interrogo e li ascolto: gli immigrati hanno paura, il desiderio di ordine e di sicurezza è anche il loro desiderio. Noi iniziamo a fare paura agli immigrati, non agli immigrati disonesti perché quelli fanno lo stesso quello che vogliono, ma a quelli onesti. Sulla sicurezza raramente si interviene con una vera conoscenza dei dati. Si dice: l’immigrazione è un fattore che incide direttamente sull’aumento della criminalità: questo è completamente sbagliato e non c’è uno studioso che lo dica.

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    Ogni anno oltre 200 mila bambini colpiti dal tumore

    ◊   Ogni anno nel mondo oltre 200 mila bambini si ammalano di tumore. Nei Paesi più sviluppati la loro possibilità di sopravvivenza è di circa il 70% grazie alla ricerca. Gran parte di questi bambini, oltre l'80%, vive però in Paesi poveri e almeno la metà di loro muore per la mancanza di cure adeguate. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma dei bambini affetti da gravi malattie oncologiche si è tenuta ieri la VII Giornata Mondiale contro il cancro infantile, alla quale sono collegate diverse iniziative in programma oggi e nei prossimi giorni. Sull'incidenza di questa malattia si sofferma, al microfono di Eliana Astorri, il direttore dell'Unità Operativa di Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, il professor Riccardo Riccardi:
     
    R. – Per fortuna è una malattia piuttosto rara. Colpisce un numero di bambini limitato rispetto al discorso dell’oncologia dell’adulto ma rimane molto importante, in quanto rappresenta la prima causa di morte subito dopo gli incidenti. Sembra confermato dalle casistiche che esiste un aumento di queste forme di malattia. Un incremento che, anche se in percentuale è limitato, rappresenta sicuramente qualcosa che ci deve far riflettere su quelle che sono le possibili cause che inducono a questo tipo di malattia, come l’inquinamento atmosferico.

     
    D. – Quale è la situazione internazionale per quanto riguarda la ricerca e le nuove terapie?

     
    R. – La situazione si è modificata radicalmente per quanto riguarda le nuove terapie perché la Comunità europea ha emanato una legge in cui si prevede una facilitazione per le case farmaceutiche che producono sperimentazioni o farmaci per la fascia dell’età pedriatica. Questo perché prima c’era un limite legato al fatto che, essendo un’utenza molto limitata, era difficile distribuire i costi di un farmaco, fino a quando arriva alla registrazione, quando è disponibile, per una popolazione così piccola. Questo è stato superato, in quanto studi che prevedono un’attenzione al problema pedriatico, con sperimentazione clinica o preclinica, prevedono come premio per le case farmaceutiche un prolungamento dell’esclusività di sei mesi. Questo sistema è stato già utilizzato negli Stati Uniti. Sta già dando buoni frutti anche in Europa.

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    Chiesa e Società



    A Cuba assassinato un sacerdote diocesano spagnolo

    ◊   Un sacerdote diocesano spagnolo di 59 anni, Eduardo de la Fuente Serrano, è stato assassinato nella notte tra sabato e domenica a circa venti km dall’Avana. La notizia è stata confermata da una nota della Conferenza episcopale cubana. Sulla base di un primo esame del cadavere, rinvenuto a poca distanza dall’automobile della vittima lungo una strada, si ritiene probabile che il religioso sia stato ucciso a coltellate. Nato a Guadalix de la Sierra ed appartenente all’arcidiocesi di Madrid-Alcalà, da tre anni padre de la Fuente era parroco della chiesa di Santa Chiara d’Assisi all’Avana, molto attivo sul fronte dell’aiuto ai più poveri. “Si tratta di un fatto insolito e inusuale per la Chiesa di Cuba – scrivono i presuli –. Di fronte a questo tragico avvenimento, preghiamo Dio perché conceda l’eterno riposo all’anima di padre Eduardo e imploriamo la sua misericordia”. Quindi, i vescovi cubani esprimono il loro cordoglio ai familiari, agli amici ed ai confratelli della vittima, così come ai fedeli della sua parrocchia. “In questo momento – continua la nota – esprimiamo ancora una volta la nostra vicinanza a tutti i missionari e le missionarie provenienti da altri Paesi e che prestano il loro servizio alla Chiesa e al popolo di Cuba”. Nei prossimi giorni, in data ancora da precisare, le spoglie di padre de la Fuente saranno traslate in Spagna. (I.P.)

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    Congo: preoccupazione dei vescovi per la presenza degli eserciti stranieri

    ◊   I vescovi della Repubblica Democratica del Congo esprimono la loro preoccupazione per le operazioni condotte da militari stranieri nell'est del Paese, in un messaggio, inviato all'agenzia Fides, pubblicato al termine della riunione del Comitato permanente della Conferenza episcopale congolese (CENCO), che si è tenuta a Kinshasa la settimana scorsa. Criticando la “lentezza” del processo di costituzione dell'esercito nazionale congolese, che costringe a “fare appello a truppe straniere”, i vescovi affermano che: “alcune persone si pongono delle domande sulla presenza di queste truppe, sul loro esatto mandato; sulla natura e sul contenuto degli accordi che hanno permesso l'accesso al nostro territorio, oltre al rispetto della durata della loro presenza nel Paese”. Da alcune settimane operano nelle regioni orientali congolesi le truppe di Uganda e Rwanda. Le prime stanno conducendo da metà dicembre un'offensiva congiunta con l'esercito di Kinshasa e quello del sud Sudan contro i ribelli ugandesi dell'Esercito di Resistenza del Signore (Lra), il cui quartier generale si trovava nella foresta di Garamba, nella regione congolese dell'Equatore; le seconde sono impegnate, con l'ausilio e il consenso delle autorità congolesi, in un'operazione contro i miliziani hutu rwandesi delle Fdlr (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda) le cui basi si trovano nella regione congolese del Nord Kivu. Le popolazioni locali stanno subendo le conseguenze di queste operazioni militari, sia per le rappresaglie sui civili congolesi commesse dai gruppi sotto attacco, sia per le violenze compiuti dai militari. “La popolazione, sfinita dalla guerra e inquieta per la presenza degli eserciti stranieri, non auspica una nuova proroga della durata della presenza di questi eserciti stranieri” scrivono i vescovi, che invitano il Parlamento “a dotarsi dei mezzi per seguire le operazioni militari in corso, per assicurare che queste contribuiscano alla vera pace salvaguardando la sovranità nazionale e l'integrità territoriale del Paese”. La CENCO chiede alla comunità internazionale di cooperare con le autorità congolesi per risolvere il problema rappresentato dalle Fdlr, “che sono entrate in Congo su sua domanda” ricordano il presuli. Le Fdlr sono gli eredi delle vecchie formazioni hutu rwandesi, considerate responsabili del genocidio del 1994, che si sono rifugiate nell'ex Zaire sotto la protezione internazionale. Inoltre chiedono la soluzione anche del problema legato all'Lra, facendo appello alla Missione dell'ONU in Congo (MONUC) perché protegga i civili. “Forti della nostra missione profetica di illuminare le coscienze, confidando in Dio che non fa mai mancare la Sua Provvidenza ai suoi figli, continueremo ad apportare il nostro contributo al processo di pacificazione e alla coesistenza del nostro popolo, nella verità, nella giustizia e nell'amore. Invitiamo i cattolici a implorare nella preghiera, con fiducia e speranza, il Dio della Pace” concludono i Vescovi. (R.P.)

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    Sri Lanka: la Caritas in soccorso di 30 mila profughi

    ◊   I 30 mila profughi del conflitto nel nord dello Sri Lanka necessitano di tutti i beni di prima necessità, comprese le cure mediche e l’assistenza psicologica. A lanciare l’allarme raccolto dall’agenzia Sir è Valentina Ferraboschi, che da sei mesi lavora con Caritas Francia nelle attività di emergenza e riabilitazione di Caritas Sri Lanka. Secondo l’operatrice umanitaria la situazione potrebbe aggravarsi presto dal momento che sono oltre 250 mila i profughi ancora intrappolati nelle zone dove imperversano i combattimenti tra le truppe governative i ribelli Tamil. “Se parliamo del conflitto e dei profughi che ne derivano – precisa Ferraboschi al Sir - dobbiamo distinguere tra le centinaia di migliaia di persone intrappolate nel territorio in cui si concentrano gli scontri di queste settimane e per i quali nessuno può fare nulla, e quelli che si trovano all'esterno di quest'area. Noi lavoriamo soprattutto con questi ultimi, nell’impossibilità di accedere dal 2 gennaio all’area degli scontri”. “I bisogni più urgenti sono cibo, prodotti per l’igiene, rifugi temporanei, bagni e latrine, acqua potabile – spiega ancora la volontaria della Caritas -. I 30 mila fuggiaschi appena usciti dalla zona dei combattimenti hanno anche bisogno urgente di cure mediche e assistenza psicologica". Caritas Italiana, Caritas Francia e Caritas internationalis supportano i progetti di assistenza agli sfollati di Caritas Sri Lanka. In questa situazione la Caritas “si occupa di distribuire pasti caldi e generi di prima necessità e in più c'è una clinica mobile delle Suore della Santa Croce che dà assistenza medica ai feriti meno gravi che non possono essere trasportati negli ospedali più vicini, quelli di Vavuniya e Mannar, già pieni”. Intanto, il voto di ieri nella Provincia centrale dello Sri Lanka che ha dato la vittoria al partito di governo, è stato letto da più parti come una forma di sostegno della popolazione alla volontà del presidente Rajapaksa di chiudere militarmente la partita con la ribellione tamil nel Nord e nell'Est del Paese. (M.G.)

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    Filippine. La Chiesa al Congresso: garantire i diritti delle donne

    ◊   La Chiesa delle Filippine lancia l’allarme su alcuni passaggi della proposta di legge sulla Magna Carta delle donne. “L’introduzione di provvedimenti contro la vita e la famiglia minaccia di rendere il resto della legge, che invece è lodevole, controversa e inaccettabile dal punto di vista etico e costituzionale”, così si esprimono i presuli delle Filippine” in una nota ripresa dall’Osservatore Romano, firmata dall’arcivescovo di Manila, il cardinale Gaudencio B. Rosales e dal presidente della Conferenza episcopale delle Filippine e arcivescovo di Jaro, mons. Angel N. Lagdameo. Prima di loro si sono espressi anche l’arcivescovo di San Fernando, mons. Aniceto e il vescovo di Lucena, mons. Marquez, pubblicando un dichiarazione intitolata, “La dignità della donna è ordinata divinamente”, in cui criticano la tendenza dei membri del Congresso ad ancorare la legge a provvedimenti contrari alla vita della famiglia e all’eliminazione di forme di discriminazione contro le donne. In particolari i presuli si sono opposti a un emendamento della legge all’esame del Senato che prevede che “nessuno invocherà credi religiosi o norme abitudinarie, come strumenti per sottrarsi all’osservanza di questo atto o per impedire ad un’altra persona l’esercizio dei suoi diritti”. I responsabili ecclesiali hanno definito il provvedimento un attacco non necessario e riprovevole alla libertà religiosa. (M.G.)

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    India: i lavori della plenaria dei vescovi di rito latino

    ◊   “Le crescenti persecuzioni e violenze contro i cristiani in India chiamano i vescovi ad incarnare la Parola di Dio con una forte testimonianza personale”. Con questa esortazione l’arcivescovo Pedro López Quintana, Nunzio apostolico in India e in Nepal, ha inaugurato a Mysore nello Stato del Karnataka, i lavori della 21ª plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici in India (CCBI). Il tema scelto per la sessione, che vede riuniti 120 presuli latini, è “La Parola di Dio, fonte di vita per tutte le genti”, in linea con quello del recente Sinodo dei Vescovi a Roma. “Il Vangelo - ha sottolineato mons. Quintana nella Messa inaugurale - dovrebbe ispirare i cristiani a vivere con speranza anche i momenti di prova e persecuzione”. In questa prospettiva, ha osservato, le attuali difficoltà possono essere “uno stimolo positivo a rafforzare la propria fede a tutti i livelli”. Le violenze anti-cristiane perpetrate dagli estremisti indù nell’Orissa, nel Karnataka e in altri Stati della Federazione indiana sono state al centro del rapporto annuale del Segretario generale della Conferenza episcopale, in cui ha ripercorso gli eventi salienti che hanno segnato la Chiesa e la società indiana nel 2008, compresa la crisi economica mondiale. I presuli hanno voluto esprimere la loro solidarietà alle vittime degli attacchi, ma anche a quelle dei recenti attentati terroristici a Mumbai, con un momento di silenzio e preghiera. L’assemblea è quindi entrata nel vivo con la relazione introduttiva del Segretario esecutivo della CCBI e altri interventi in cui è stata, tra l’altro, ribadita la necessità di promuovere una cultura biblica nella Chiesa e di intensificare a questo scopo l’uso delle moderne tecnologie della comunicazione. Grande interesse ha suscitato tra i vescovi la relazione di un gruppo di esperti sull’uso della Parola di Dio nelle varie realtà e movimenti ecclesiali come le Piccole Comunità Cristiane, i gruppi carismatici e i giovani. I lavori della plenaria della Conferenza indiana, a cui sono giunti il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI e quello del cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, proseguiranno fino a mercoledì prossimo. Tra i suoi momenti salienti la Messa concelebrata ieri dai vescovi, insieme con il clero e i religiosi locali nella Cattedrale di San Giuseppe di Mysore. (L.Z.)

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    Fervono i preparativi del primo Congresso Missionario Indiano

    ◊   Entra nel vivo il cammino preparatorio del primo Congresso Missionario Indiano che si terrà a Mumbai dal 14 al 18 ottobre 2009. Secondo quanto riferisce la Fides, tutte le diocesi sono impegnate a stendere riflessioni, suggerimenti e progetti da includere nel documento preparatorio del Congresso, che delineerà le sfide e le proposte per la missione nella vasta nazione indiana. Per questo motivo in ogni diocesi si riunisce la Commissione per le Missioni, esaminando il rapporto fra clero e missione, religiosi e missione, laici e missione. Il Congresso è stato indetto sulla scia del Congresso Missionario Asiatico e intende attualizzare e contestualizzare le indicazioni e le sfide emerse nel grande evento celebrato dalle Chiese del continente asiatico in Thailandia nel 2006. Il Comitato organizzatore fa riferimento alle Pontificie Opere Missionarie dell’India, che hanno sensibilizzato tutti gli uffici diocesani per avere una pronta risposta da tutto il territorio nazionale. Per finanziare il Congresso sarà promossa durante la Quaresima una raccolta di offerte in tutte le parrocchie, scuole, associazioni, istituzioni e congregazioni religiose: domenica primo marzo è la Giornata prescelta in cui tutte le offerte raccolte dai fedeli saranno devolute all’organizzazione del Congresso. “L’evangelizzazione non è uno dei compiti della Chiesa: è l’unico compito”, affermano gli organizzatori, sottolineando come il Congresso potrà aumentare la sensibilità missionaria nella Chiesa indiana. (M.G.)

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    La Corte Suprema indiana favorevole all'aborto dopo le 20 settimane

    ◊   La Corte Suprema ha ammesso sabato scorso la petizione dei coniugi Niketa e Haresh Mehta e del loro ginecologo dottor Nikhil D. Datar che chiedono sia consentito abortire anche dopo le 20 settimane di gravidanza, se il feto presenta anormalità. Lo scorso agosto la coppia ha chiesto all’Alta Corte di Mumbai di poter abortire il loro primo figlio, alla 24.ma settimana di gravidanza, perché il medico gli ha riscontrato problemi cardiaci e ha diagnosticato il rischio di dover avere un peacemaker dopo la nascita. Il 4 agosto 2008 l’Alta Corte ha respinto la richiesta, perché gli esperti medici non hanno espresso “un’opinione certa che dopo la nascita il bambino soffrirebbe di serie menomazioni”. La Corte ha precisato che non avrebbe permesso l’aborto anche se anteriore alle 20 settimane, perché l’opinione medica era contraria. Poco tempo dopo la donna ha avuto un aborto spontaneo. In quasi tutta l’India una legge del 1971 consente l’aborto dopo le 20 settimane solo se c’è pericolo di vita per la madre. La legge vuole impedire i diffusi feticidi di femmine. Mons. Agnelo Gracias, vescovo ausiliare di Mumbai e presidente della Commissione per la Famiglia della Conferenza episcopale cattolica indiana, aveva chiesto pubblicamente alla coppia di non abortire il figlio, dicendo loro che anche se fosse stato invalido e non avessero voluto tenerlo, sarebbe stato accolto dalle suore di Madre Teresa o da una coppia adottiva. Ad AsiaNews il presule osserva che “ogni azione contro la vita umana, specie contro la vita non ancora nata, ha conseguenze negative per l’intera società. Indebolisce la nostra attenzione alla vita umana. Oggi - ha detto - abbiamo di fronte una cultura di morte, alla quale dobbiamo opporci”. (R.P.)

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    Sierra Leone: nuova scuola grazie all'Avsi

    ◊   Cresce l’offerta formativa in Sierra Leone grazie all’impegno l’Ong Avsi. Domani l’organizzazione umanitaria inaugurerà nel Paese africano, con il suo partner locale “Family Home Movement”, la nuova scuola secondaria “Senior Holy Family” a completamento del centro educativo di Mayenkineh. Per oltre 1.200 studenti sarà così offerto un percorso didattico educativo unico per qualità, riconosciuto anche dal ministero dell’Educazione. Dopo la costruzione di una scuola primaria, una superiore, un centro di formazione per insegnanti, una falegnameria e un centro di formazione per i disabili, la Senior Holy Family School attualmente assicura a 100 studenti all’anno di completare il ciclo delle scuole secondarie, dando loro la possibilità di accedere agli studi universitari o di inserirsi nel mondo lavorativo con un titolo di studio e una preparazione adeguata. Secondo quanto riferisce la Fides, L’Avsi ha iniziato il suo impegno in Sierra Leone nel 2000, sostenendo il lavoro del Family Homes Movement (FHM), Ong partner locale, che si prende cura dei giovani in condizioni di disagio. Un lungo percorso reso possibile fino ad oggi grazie a finanziamenti di tanti amici, istituzioni e organismi internazionali. Il Family Homes Movement nasce nel 1985 per iniziativa di Padre Giuseppe (Bepi) Berton, missionario saveriano che vive nel paese da oltre 30 anni. Dal 1985 al 1996 l’attività principale di FHM è stata quella di creare dei centri di accoglienza per bambini e adolescenti abbandonati, coinvolgendo le famiglie della comunità disponibili ad accoglierli anche in casa, garantendo quindi amore e affetto. Significativo, poi, il lavoro educativo svolto per il reinserimento nella società di migliaia di ex bambini soldato, creando opere capaci di rispondere ai bisogni di questi giovani abbandonati ed emarginati. (M.G.)

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    Messaggio della Conferenza episcopale francese ai vescovi malgasci

    ◊   È un messaggio di solidarietà e di speranza quello inviato dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese a mons. Fulgente Rabemahafaly, arcivescovo di Fianarantsoa e presidente dei vescovi del Madagascar. “Attenti agli avvenimenti che toccano la grande isola – si legge nel testo – commossi e preoccupati di fronte alle violenze che accompagnano la crisi economico-sociale e i suoi sviluppi politici, i vescovi di Francia ai uniscono ai vostri sforzi incessanti di mediazione perché si torni al dialogo e alla pace sociale”. “Assicuriamo le nostre preghiere – scrive ancora il cardinale Vingt-Trois – per le vittime di tali avvenimenti e per le loro famiglie, ma anche affinché lo Spirito Santo illumini gli artefici della riconciliazione, della giustizia e della pace nel vostro Paese”. Il Madagascar, lo ricordiamo, è da circa un mese devastato da una grave crisi politica e decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del presidente Marc Ravalomanana. Le manifestazioni, che hanno provocato almeno 37 morti ed oltre 200 feriti, sono scoppiate durante gli scioperi indetti per protestare contro la decisione del governo di chiudere un’emittente televisiva privata, appartenente al leader dell'opposizione e sindaco della capitale, Andry Rajoelina. Le autorità avevano deciso di chiudere la testata lo scorso dicembre, dopo la trasmissione di un programma in cui parlava il presidente in esilio, Didier Ratsiraka. Il governo aveva, infatti, giudicato l’episodio come "un'istigazione al disordine civile". Domenica scorsa, la Chiesa locale ha indetto una Giornata di preghiera in favore della riconciliazione nazionale e della giustizia sociale. Un’iniziativa sostenuta da Benedetto XVI che, all’Angelus, aveva detto: “Vivamente preoccupato per il periodo particolarmente critico che il Paese sta attraversando, vi invito ad unirvi ai cattolici malgasci per affidare al Signore i morti nelle manifestazioni e per invocare da Lui, per intercessione di Maria Santissima, il ritorno alla concordia degli animi, alla tranquillità sociale e alla convivenza civile”. (I.P.)

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    La Chiesa latinoamericana in difesa dei popoli indigeni

    ◊   Un appello a difendere la vita e i diritti dei popoli frequentemente minacciati arriva al termine dell’incontro Latinoamericano di Pastorale Indigena, celebrato dal 9 al 12 febbraio a Lima, in Perù. “Solidarizziamo con il pronunciamento dei vescovi e degli operatori di pastorale indigena del Perù sul valore e lo sviluppo dei Paesi dell’Amazzonia e denunciamo le medesime realtà che si vivono in altri paesi dell’America Latina. È un crimine continuare a sfruttare in forma indiscriminata l’ecosistema che è fonte di vita dell’umanità”. È quanto si legge nel messaggio del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM). La Fides riferisce che la convocazione all’incontro è stata realizzata da mons. Rodolfo Valenzuela, vescovo di Verapaz (Guatemala) e responsabile della Sezione Popoli Indigeni del Celam. L’incontro ha visto riunirsi i vescovi e i segretari esecutivi delle Commissioni di “Pastorale dei Popoli Indigeni” degli episcopati del Messico, del Guatemala, del Nicaragua, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù, della Bolivia, del Paraguay e dell’Argentina. Gli interventi hanno riguardato il tema “La Parola di Dio e l’inculturazione” ed hanno affrontato i seguenti aspettii: “Sinodo della Parola. Parola di Dio ed inculturazione”, “Animazione biblica della pastorale indigena”, “I popoli indigeni nel Documento di Aparecida”. Alla fine dell’Incontro, i partecipanti hanno diffuso un Messaggio nel quale emergono le principali conclusioni e proposte elaborate. Tra queste: “fortificare l’incarnazione della fede cristiana nella vita dei popoli che hanno una lunga tradizione storica di fede e spiritualità; enfatizzare l’importanza dell'apprendistato delle lingue proprie dei popoli originari; promuovere la traduzione cattolica della Bibbia nelle diverse lingue dei popoli indigeni; offrire piena fiducia agli indigeni, operatori di pastorale, sacerdoti, religiose, animatori delle comunità e catechisti, affinché si sentano appoggiati ed abbiano il posto che corrisponde loro come protagonisti del processo di inculturazione del Vangelo; organizzare laboratori per traduttori della Bibbia e della Liturgia nelle lingue indigene”. “Incoraggiamo tutti a restare attenti e vigilanti nella fede che professiamo e nella difesa della vita e dei diritti dei popoli frequentemente minacciati” conclude il Messaggio. (M.G.)

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    Testimoniare Cristo nella società al centro del Convegno dei vescovi Amici dei Focolari

    ◊   “La presenza di Gesù da lui promessa quando “due o più” sono riuniti nel suo nome” (Mt 18, 20), è stato il tema centrale del convegno internazionale promosso dal Movimento dei Focolari, che si è concluso a Castel Gandolfo, a cui hanno partecipato 75 vescovi di 40 nazioni. L’evento è stato incoraggiato anche dal Santo Padre, che nel saluto rivolto ai vescovi al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro mercoledì scorso, si è detto “lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze ecclesiali di diverse zone del mondo”. I momenti più importanti di questa settimana di riflessioni, caratterizzata anzitutto dalla fraterna comunione fra i vescovi, sono elencati nel comunicato finale diffuso alla stampa, che racconta, fra l’atro, dell’apertura del convegno dedicata ad un’ampia analisi delle sfide con le quali i pastori oggi si devono confrontare: “Assistiamo a un collasso della società occidentale - ha detto  cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga e coordinatore di questi Convegni -  con le tremende conseguenze che ne vengono per la vita di miliardi di persone e che mettono da tempo in difficoltà anche il Popolo di Dio. Assistiamo a quella che Giovanni Paolo II e altri hanno chiamato la “notte oscura epocale”. “Che cosa ci può dare speranza in questa situazione?” si è poi domandato il cardinale, esprimendo la convinzione che questo quadro globale “esige una concentrazione sull’essenziale, che ci porterà alla presenza viva di Cristo in mezzo a due o più, a cellule vive in sempre più punti: nelle comunità parrocchiali, nelle famiglie, nei piccoli gruppi, nelle curie diocesane, nelle scuole, nei parlamenti”. Tutto questo è una risposta alla crescente carenza di relazionalità, secondo la sociologa Vera Araujo, che ha affrontato il fenomeno della globalizzazione. Carenza di relazionalità, frutto di un individualismo esasperato che lascia spazio solo a relazioni superficiali, casuali o virtuali. Da qui la necessità di trovare risposte adeguate e di saper reagire in modo costruttivo alla crescente interdipendenza e molteplicità di religioni, razze, lingue, culture. In questa direzione la testimonianza della cittadella internazionale di Loppiano e del nascente Istituto Universitario “Sophia” (Firenze), cui i vescovi hanno fatto visita. Un altro momento saliente del convegno è stata infine la presentazione dell’esperienza di una cellula di vita cristiana in un contesto del tutto laico, vissuta da un gruppo di 30 laici, medici, infermieri e amministratori di un policlinico universitario romano, che hanno offerto ai vescovi un modello di relazioni capaci di incidere nell’ambiente ordinario del lavoro. (M.G.)

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    Corso di Pastorale per la vita a Roma

    ◊   “La specifica attività di mediazione salvifica della Chiesa, impegnata a favorire l’incontro tra la vita umana  e la vita di Cristo, sorgente della vita, che con la Sua grazia non si arrende di fronte  a chi ha  peccato e ha  commesso delitti contro la vita”. Questo è lo spirito che animerà il corso di Pastorale della vita che partirà il 23 febbraio a Roma, promosso dall’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense. Il corso sarà tenuto dal mons. Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, già direttore del Centro  e dell’Istituto  di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e presidente della Fondazione Ut vitam Habeant per la pastorale della vita. Nella nota diffusa sull’iniziativa e ripresa dalla Zenit, si legge che “la Chiesa, inoltre,  ha un compito speciale nei confronti della vita, soprattutto quella più fragile, confermato dalla posizione del Magistero, in particolare nell’ Evangelium vitae”. “Purtroppo, la rivoluzionaria enciclica di Giovanni Paolo II, del 1995, non è ancora adeguatamente conosciuta e applicata – si afferma ancora nel documento -. Eppure, offre indicazioni precise e rappresenta un esempio di organica trattazione della pastorale della vita, anche nella sua  struttura. Infatti, come nei Documenti pastorali, presenta l’aspetto descrittivo,  il contenuto biblico, il contenuto morale e l’azione pastorale”.  Il corso di 24 ore prevede alcune lezioni  sul significato della pastorale, intesa come mediazione della Chiesa  - pastori e fedeli - nel trasmettere il dono salvifico, lezioni sui contenuti della pastorale per la vita, suggeriti dall’enciclica, sulla Creazione e sull’Escatologia che ci offre la piena visione della vita vera, quella eterna, che guida le nostre scelte e conforta il cristiano nei momenti della sofferenza  e della morte. La nuova offerta formativa si rivolge non solo agli studenti della Licenza e del Master, già iscritti all’Istituto, ma anche ad uditori esterni, previa iscrizione al Corso, presso la Segreteria. Alla luce della nuova ondata di attacchi della cultura della morte, si è dunque deciso di aprire le lezioni al pubblico esterno, nella speranza che tra gli uditori ci siano insegnanti, animatori di gruppi parrocchiali, sacerdoti che, nel confessionale,  sperimentano la difficoltà e la delicatezza di tali tematiche, come pure laici orientati ad offrire un apporto di fede e di educazione cristiana al prezioso apostolato della Chiesa, in particolare sui temi della vita, da cui passa la nuova frontiera dell’evangelizzazione.  (M.G.)

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    Libano: tolto l’obbligo di indicare il credo religioso sul registro civile

    ◊   In Libano è stato abolito l’obbligo di indicare l’appartenenza religiosa sul registro dello stato civile. La decisione è stata sancita da una circolare del ministro dell’Interno, Ziad Baroud, pubblicata giovedì. L’atto del governo, di cui da notizia l’Osservatore Romano, rappresenta quindi un importante segnale di civiltà se si considera che in Libano il potere è ripartito tra cristiani e musulmani e la menzione dell’appartenenza religiosa è richiesta nella maggior parte delle formalità amministrative e in ambito lavorativo. Anche alle elezioni le urne sono divise secondo le confessioni mentre divorzio, matrimonio e successioni sono regolate dalle leggi confessionali. Dalla fine della guerra civile che ha devastato il paese tra il 1975 e il 1990, le autorità avevano soppresso la menzione della religione sulla carta d’identità, poiché durante il conflitto molti cittadini furono uccisi a causa della loro fede dopo aver mostrato i documenti ai militari. (M.G.)

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    Francia: la Chiesa lancia la campagna di Quaresima contro la fame

    ◊   Il Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo (CCFD/Terre solidarie) invita i fedeli francesi a contribuire generosamente alla prossima campagna di Quaresima a favore dei poveri nel mondo, nonostante la crisi economica. La campagna si terrà in tutte le parrocchie di Francia dal 25 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, al 29 marzo, quinta domenica di Quaresima. Nato nel 1961, il Comitato raggruppa decine di movimenti cattolici che hanno un duplice obiettivo: realizzare concreti progetti di solidarietà nel Terzo Mondo e nel contempo sensibilizzare l'opinione pubblica, soprattutto cattolica, sulle realtà e sulle cause del sottosviluppo nel mondo. In un comunicato ripreso dall’agenzia Apic, l’opera caritativa ricorda che l’attuale crisi economica mondiale sta indebolendo ulteriormente i più vulnerabili e ha portato il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo da 850 a 925 milioni. Di qui l’invito a tradurre in atti concreti la solidarietà con i più poveri. Le somme raccolte dalla Campagna di Quaresima – spiega il comunicato - permettono di finanziare ogni anno più di 500 iniziative in un’ottantina di Paesi finalizzate a intervenire in modo efficace e durevole contro la fame e la povertà. (L.Z.)

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    Domani in Turchia l’incontro tra il cardinale Sepe e il Patriarca Bartolomeo I

    ◊   Un pellegrinaggio sulle “orme di San Paolo”. Così è stato definito il pellegrinaggio in Turchia dell’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che parte oggi per concludersi il 21 febbraio. Insieme al porporato ci saranno altri 50 sacerdoti della diocesi che percorreranno un itinerario paolino guidati da padre Frederic Manns, massimo esperto di giudaismo, biblista e studioso della Terra Santa. Tra i momenti che segneranno questo viaggio, l’incontro domani con il Patriarca Bartolomeo I. “I rapporti con il Patriarca – dice il cardinale Sepe al Sir – sono improntati ad un affetto e ad una cordialità sinceri. Quello che vorrei sottolineare è che solo attraverso il dialogo e la frequentazione si può passare gradatamente da un ecumenismo di facciata a quello che si radica nel cuore di chi si incontra”. Questo viaggio, prosegue il cardinale Sepe, “ci aiuterà ancora una volta a prendere consapevolezza dell’importanza di gettare ponti e di non alzare muri in un tempo particolarmente difficile in cui l’intolleranza e la paura di relazionarsi con mondi e culture diverse dalla nostra non possono prendere il sopravvento. La nostra presenza a Istanbul vuole ribadire, in definitiva, la vocazione della Chiesa e della città di Napoli ad essere capitale dell’incontro e del dialogo”. (M.G.)

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    Il vescovo Golokov nominato responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca

    ◊   Il vescovo di Jerorjewsk, Marc Golokov, 44 anni, è stato nominato responsabile delle Relazioni esterne del Patriarcato ortodosso di Mosca e di tutte le Russie. Il vescovo Golokov succede, così, al metropolita Kirill, eletto Patriarca il 27 gennaio scorso, dopo la morte di Alessio II, avvenuta il 5 dicembre. Il vescovo Marc Golokov - riferisce l'agenzia Apic - è stato dal 1999 vice-presidente delle Relazioni esterne del Patriarcato, ufficio incaricato dei contatti con le altre Chiese ortodosse e le altre confessioni. Nato nel 1964 in Siberia, è stato ordinato prete nel 1991. In seguito, ha operato per 7 anni a Gerusalemme ed è vescovo di Jegoriewsk dal 2004. (I.P.)

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    Anno Paolino: congresso missionario giovanile sul “segreto di Paolo”

    ◊   “Il segreto di Paolo”. E’ questo il tema del prossimo convegno Missionario Paolino, che si terrà ad Assisi dal 30 aprile al 3 maggio. Il Movimento giovanile Missionario ha promosso l’evento in occasione dell’anno bimillenario della nascita dell’Apostolo delle Genti, con la collaborazione della fondazione di Religione Missino, le Pontificie Opere Missionarie, i centri e gli istituti missionari diocesani. “L’obiettivo, ha scritto Rocco Negri, segretario del Movimento Giovanile Missionario, è quello di scoprire Cristo, nelle parole dell’Apostolo Paolo, attraverso momenti di preghiera, le relazioni, gruppi di studio, e nello stesso tempo, di capire il criterio di valutazione degli eventi e delle cose e lo sforzo compiuto per annunciare il Vangelo”. “Ragazzi, Missionari come Paolo” - come riferisce l’agenzia Fides – è l’altro appuntamento dell’Anno Paolino, promosso dal Segretariato internazionale e della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. Nell’ambito di questo secondo evento è previsto l’incontro tra Benedetto XVI e i ragazzi Missionari di tutta Europa che si terrà il prossimo 30 maggio a Roma, presso la Basilica di San Paolo. Lo scopo è quello di stimolare tutti i ragazzi all’impegno concreto nell’annuncio del Vangelo nella vita quotidiana. All’ iniziativa possono iscriversi tutti i ragazzi, dagli 8 ai 14 anni, inseriti in percorsi formativi esplicitamente missionari. Tutte le iscrizioni vanno inviate entro e non oltre il 28 febbraio, compilando la scheda on-line sul sito www.poim.it. A partire da questo mese, a tutti i ragazzi iscritti, verranno inviate 4 schede di preparazione per scoprire da vicino, con il supporto degli animatori, alcuni dei più importanti momenti della Missione di San Paolo. (A.D.)

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    "San Paolo parla" anche a sportivi e attori il 23 febbraio nella Basilica ostiense

    ◊   Il terzo dei cinque Incontri sulle lettere paoline organizzati dalla Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura per celebrare l’Anno Paolino, in programma lunedì 23 febbraio alle ore 20,30, accoglierà anche le testimonianze di personalità del mondo dello sport e dello spettacolo, oltre a quella, già annunciata, di Maria Emmaus Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Parleranno quindi del loro impegno di cristiani il presidente della S.S. Lazio Claudio Lotito (accompagnato dai calciatori Tommaso Rocchi, Goran Pandev e Mauro Matìas Zarate) e il campione mondiale di pallavolo Andrea Lucchetta, nonché l’attrice Claudia Koll. La serata, aperta dal saluto dell’Arciprete della Basilica cardinale Andrea di Montezemolo, sarà presentata dalla giornalista televisiva Livia Azzariti che introdurrà per primo il biblista mons. Romano Penna per l’esegesi della Lettera agli Efesini; di essa alcune pagine significative saranno lette dall’attore Daniele Pecci, che di recente ha impersonato San Paolo in un film per la televisione. I prossimi appuntamenti con il ciclo “San Paolo parla” nella Basilica Ostiense sono fissati per il 23 marzo ( incontro con la Lettera ai Filippesi, esegeta padre Enzo Bianchi e testimonianze di personalità della cultura e dell’informazione ) e per il 27 aprile (incontro con le Lettere a Timoteo, esegeta il pastore prof. Paolo Ricca e testimonianze di personalità del mondo dell’economia e del lavoro).  (A cura di Graziano Motta)

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    Portogallo: a Braga il IV Torneo europeo di calcetto per sacerdoti

    ◊   Si apre oggi a Braga, il IV torneo di calcetto per sacerdoti che, fino al 20 febbraio, vedrà in competizione 160 atleti, in rappresentanza di 10 nazioni europee: Spagna, Italia, Croazia Bosnia-Erzegovina, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Polonia, Austria e Portogallo. Presentando l’iniziativa, il responsabile dell’organizzazione, padre Marco Paulo Gil, ha scherzosamente ricordato che “dal punto di vista sportivo nessuna delle squadre ama perdere”, ma ha tenuto a sottolineare che il carattere della manifestazione vuol essere essenzialmente e seriamente conviviale: “Il nostro principale obiettivo è quello di stabilire una comunione tra sacerdoti di Paesi diversi”. “Il torneo avrà infatti inizio con la messa nella cattedrale di Braga, presieduta dall’arcivescovo, mons. Jorge Ortiga: in concomitanza con le partite sono inoltre previste altre celebrazioni e visite al Santuario Bom Jesus do Monte e, il giorno 18 febbraio, anche al Santuario di Fatima”. Il torneo calcistico a cinque - riferisce l'agenzia Sir - ha trovato l’appoggio convinto da parte delle istituzioni pubbliche, in particolare del municipio della cittadina di Vila Nova de Famalicão che accoglierà la partita di finale. (R.P.)

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    Al via “intermirifica.net” nuovo portale dei media cattolici di tutto il mondo

    ◊   Prosegue con successo la fase di sperimentazione “intermirifica.net”, del nuovo portale dei mass media cattolici di tutto il mondo. Secondo quanto riferisce il Sir, don Justo Ariel Beramendi, del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, ha presentato la piattaforma multimediale come “un direttorio di tutte le opere cattoliche di comunicazione, che può essere aggiornato costantemente dagli utenti”. L’iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio insieme al Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) e ad organismi internazionali di comunicazione (Signis e Cameco), attualmente è in fase di sperimentazione ed è on line solo in spagnolo, “perché stiamo iniziando in America Latina e Spagna”, precisa Beramendi, che si sta occupando dell’intero progetto. Appena sarà conclusa questa fase, il sito sarà anche in inglese e in francese. Il portale ispirato al Web 2.0, spiega ancora Beramendi, è strutturato sul modello “wiki”: “Si potrà accedere come utente anonimo o come editore. Il primo può solo consultare tutte le informazioni pubblicate; il secondo, invece, può inviare aggiornamenti o segnalazioni. Per fare ciò occorre registrarsi. Tutti i dati inviati da un editore saranno filtrati da un moderatore”. Al momento sono tre le categorie che consentono di inserire i dati: radio, tv, produttori audiovisivi. In una seconda fase verranno attivate altre categorie, tra cui agenzie stampa, giornali cattolici, scuole di comunicazioni. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Trenta morti per il raid Usa nel nordovest del Pakistan. La sharia nella valle di Swat

    ◊   E' salito a 30 morti il bilancio dell'attacco missilistico da parte del drone americano di stamattina nel distretto tribale di Kurram, nel nordovest del Pakistan. E proprio in un’area a nord ovest del Paese è stata approvata la sharia. Il servizio di Fausta Speranza.

     
    Anche questa volta l'obiettivo delle forze statunitensi era un campo di addestramento sotto il comando di un capo talebano afghano. Da mesi, il governo pakistano protesta con Washington per attacchi sul suo territorio, anche se al confine con l’Afghanistan. E sempre in un’area a nordovest del Paese, intanto, il governo di Islamabad ha approvato l'instaurazione della sharia, la legge islamica. Il territorio in questione è quello della valle dello Swat, colpita da molte azioni terroristiche anchee nei dintorni. Ieri, i talebani della valle di Swat avevano annunciato un cessate-il-fuoco di 10 giorni in coincidenza con le trattative destinate a introdurre la legge coranica. L'accordo è stato siglato dal governo della Provincia frontaliera di nord ovest (North West Frontier Province - Nwfp) e dal Tahrik-e-Nifaz Shariat Muhammadi, l'organismo che nei giorni scorsi ha tenuto una jirga (riunione dei capi tribali) per discutere della situazione nell'area. Il ministro provinciale per l'Informazione, Mian Iftikhar Hussain, ha spiegato che tutte le leggi contrarie alla sharia saranno abolite e la giustizia sarà applicata sulla base della sharia. Poche ore prima, il primo ministro pakistano, Yousuf Raza Gilani, parlando ai giornalisti, aveva detto che il governo pakistano è pronto a ritirare l'esercito dallo Swat se nella zona sarà restaurata la pace.

     
    Medio Oriente
    La morte di un palestinese, avvenuta oggi alla estremità settentrionale della Striscia di Gaza e inizialmente attribuita da fonti palestinesi a un colpo di cannone israeliano, è in realtà avvenuta per ragioni accidentali. Nelle ultime ore, da Gaza sono stati sparati tre razzi in direzione di Israele. Le loro esplosioni non hanno provocato vittime né danni. Intanto, oggi al Cairo, nuovo incontro tra una delegazione di Hamas ed il capo dei Servizi segreti egiziani, Omar Suleiman, per esaminare quelli che il numero due del movimento integralista palestinese, Mussa Abu Marzuq, ha definito “gli ostacoli posti da Israele” al raggiungimento dell'accordo di tregua. Tra le richieste di Israele, ci sarebbe la liberazione del soldato Gilad Shalit. L'Egitto ha proposto che, per i mille palestinesi da liberare, 500 siano scelti da Hamas ed altri 500 da Israele, che però ieri ha ripetuto di opporsi al rientro a Gaza e in Cisgiordania di alcuni dei detenuti che saranno liberati. E si parla dunque di possibili scarcerazioni: afferma di essere stato preavvisato della sua imminente liberazione anche Marwan Barghuti, il leader di al-Fatah in Cisgiordania, che sconta l'ergastolo in Israele per aver ispirato alcuni attentati terroristici.

    Afghanistan
    Militari della coalizione a guida Usa (Enduring Freedom) hanno ucciso in un raid aereo nel sud-est dell'Afghanistan un comandante talebano ricercato. Secondo fonti, il comandante, il Mullah Dastagir, è stato ucciso insieme ad altri otto talebani in un villaggio della provincia di Badghis, vicino al confine con il Turkmenistan. Dastagir, imprigionato in passato ma poi rilasciato su ordine del presidente, Hamid Karzai, è considerato l'autore di una serie di attacchi nella provincia di Badghis, in uno dei quali lo scorso novembre furono uccisi 13 soldati afghani.

    Iraq
    Almeno quattro civili sono morti e dieci altri sono rimasti feriti questa mattina in Iraq in seguito all'esplosione di un ordigno nella parte est di Baghdad. Intanto nella città meridionale irachena di Kerbala, circondati da eccezionali misure di sicurezza, milioni di pellegrini sciiti hanno concluso oggi le celebrazioni dell'Arbain: quest'anno si e' registrata un'affluenza record di fedeli. Per prevenire attentati le autorità irachene avevano schierato in città oltre 30 mila uomini. Misure che non hanno però impedito nei giorni scorsi sanguinosi attentati lungo la strada che porta a Kerbala. Sin dalla caduta del regime di Saddam Hussein, i fedeli sciiti hanno ripreso a celebrare in grande stile le loro ricorrenze religiose, ma sono stati spesso nel mirino del terrorismo sunnita, in particolare di al Qaeda.

    USA - ricerca sulle cellule staminali embrionali
    Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha intenzione di firmare “presto” un ordine esecutivo per rimuovere il divieto posto dall'amministrazione Bush ai finanziamenti della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Lo ha detto il consigliere della Casa Bianca, David Axelrod, intervistato dalla Fox. Rispondendo alla domanda se Obama abbia intenzione di emettere un ordine esecutivo di questo tipo - come peraltro annunciato già nei giorni scorsi dallo stesso Obama - Axelrod ha risposto: “Faremo qualcosa su questo tema presto. Il presidente la sta prendendo in considerazione proprio in queste ore”.

    Algeria
    Due attacchi terroristici avvenuti ieri nella regione algerina di Tebessa e in Cabilia avrebbero provocato la morte di 8 militari. Lo scrive oggi il quotidiano arabofono El Khabar, mentre nessuna conferma è arrivata da fonti ufficiali. Cinque militari sarebbero morti e altri quattro sarebbero rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno a Gherab, ad ovest di Tebessa (600 km a sud est di Algeri). Altri tre militari sarebbero stati uccisi ad un falso posto di blocco di un gruppo armato di matrice islamica a Bordj Menail, vicino a Boumerdes, in Cabilia. Nelle stessa regione di Tebessa, sette persone, tra cui due donne e un neonato, sono morte giovedì scorso in un doppio attentato.

    Kosovo
    In occasione del primo anniversario dell'indipendenza del Kosovo, deputati serbi si recheranno domani a Zvecan, nel nord del Paese, dove parteciperanno a una seduta dell'Assemblea delle comunità serbe in Kosovo. Come ha detto la presidente del parlamento di Belgrado, Slavica Djukic-Dejanovic, domattina il parlamento si riunirà per una breve seduta e subito dopo, per i deputati che lo vorranno, saranno garantiti mezzi di trasporto verso il Kosovo. Il nord del Kosovo è la parte con la presenza più massiccia di serbi, che complessivamente costituiscono comunque una netta minoranza (intorno al 5%) rispetto alla maggioranza di popolazione kosovara albanese (92%). Domani, anniversario dell'indipendenza, a Pristina è in programma una seduta solenne del parlamento nazionale, dove parleranno il presidente, Fatmir Sejdiu, e il primo ministro, Hashin Thaci. A metà giornata è prevista una sfilata di giovani nel centro della capitale, mentre in serata sono in programma due concerti, uno di musica classica alla Filarmonica, e un altro di musica rock all'aperto. I festeggiamenti saranno chiusi da uno spettacolo di fuochi d'artificio.

    Immigrazione
    Quattro persone, fra cui una bambina di otto anni, sono morte e 20 risultano disperse in seguito al naufragio, vicino alle coste delle Canarie, di un’imbarcazione che trasportava immigrati irregolari. Molti di loro, provenienti dall'Africa e diretti verso l'Europa, muoiono di sete, di fame o in naufragi nelle acque delle Canarie, territorio spagnolo al largo delle coste atlantiche del Marocco.

    Corea del Nord
    La Corea del Nord ha festeggiato oggi i 67 anni del suo leader, Kim Jong-il, da oltre dieci anni alla guida dell'ultima dinastia stalinista rimasta al mondo, mentre nell'area asiatica sale la tensione per i presunti preparativi di un imminente lancio missilistico. Nella capitale Pyongyang, le celebrazioni si sono concentrate nella piazza principale della città, dove sorge la statua gigante in bronzo del fondatore della nazione, Kim Il-sung: il figlio, Kim Jong-il, gli è succeduto a capo della nazione nel 1998 (quattro anni dopo la morte), ma senza mai assumere la carica formale del padre, dichiarato "presidente eterno" della Repubblica democratica popolare di Corea. Intanto, indiscrezioni di intelligence da giorni danno per imminente, entro fine mese, il lancio di un missile intercontinentale Taepodong dalla base orientale di Musudanri. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 47

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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