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Sommario del 12/12/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI incontra il premier albanese Sali Berisha
  • Il Papa a pranzo con i poveri della Comunità di Sant'Egidio nella Festa della Santa Famiglia
  • Terza Domenica d'Avvento. Il Papa: l'invito alla gioia non è un messaggio alienante ma profezia di salvezza e di riscatto
  • Altre udienze e nomine
  • I vescovi della Bielorussia in visita ad Limina: intervista con mons. Kondrusiewicz
  • Il cardinale Brady sullo scandalo degli abusi: nuova fiducia dopo l’incontro col Papa
  • Domani la visita del Papa all'Hospice Sacro Cuore sul Gianicolo, centro per malati terminali
  • Il cardinale Bertone: occorre una nuova sintesi tra efficienza economica e sviluppo integrale dell'uomo
  • La Santa Sede e il realismo della speranza: editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Convegno Cei sulla questione di Dio. Mons. Fisichella: un sasso nello stagno dell'indifferenza
  • Procreazione assistita. Il caso di Padova: figlio abortito per uno scambio di seme
  • Il Continente americano in festa per la Madonna di Guadalupe
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • I leader cristiani di Terra Santa per il Natale: stop all'occupazione, costruire la pace
  • A Gerusalemme ebrei, cattolici e musulmani si confrontano sulla cultura della vita
  • Kenya: ucciso in casa un missionario di origine irlandese
  • Sudafrica: stamane i funerali del missionario dei Padri Bianchi assassinato a Pretoria
  • Vertice di Copenaghen: la Caritas consegna mezzo milione di firme “ecumeniche”
  • L’arcivescovo di Kampala alla conferenza sul clima: “Basta discorsi, azioni concrete”
  • India: estremisti indù bruciano chiesa evangelica nell’Andhra Pradesh
  • I vescovi spagnoli: “Senza Dio non è possibile un vero sviluppo”
  • Giappone: celebrata la Giornata della vita contro aborti e suicidi
  • Brasile: i vescovi chiedono leggi contro la corruzione
  • Turchia: le Chiese europee incontrano le autorità per chiedere la tutela delle minoranze religiose
  • Congo: epidemia mortale di meningite
  • I vescovi sudafricani: i Mondiali di calcio, grande opportunità ma anche rischio per i poveri
  • Gambia: migliaia di fedeli per il tradizionale pellegrinaggio al Santuario della Regina della Pace
  • Cina: le comunità cattoliche preparano il Concerto natalizio aperto a tutti
  • Canada: comitato ad hoc per l’Organizzazione cattolica per lo Sviluppo e la Pace
  • Polonia: pellegrinaggio dell'Infanzia missionaria dell’arcidiocesi di Czestochowa
  • Libro e conferenza per il 30.mo della morte di padre Riccardo Lombardi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Conferenza di Copenaghen sul Clima: il giorno della protesta ambientalista
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI incontra il premier albanese Sali Berisha

    ◊   Stamani Il Papa ha ricevuto in Vaticano il primo ministro dell’Albania, Sali Berisha, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato,Tarcisio Bertone, e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Durante i cordiali colloqui – informa un comunicato della Sala Stampa vaticana - vi è stato uno scambio di vedute su vari temi attinenti all’attuale congiuntura internazionale, con particolare riferimento alla regione dei Balcani occidentali”. Sono stati inoltre passati in rassegna “i vari aspetti delle relazioni bilaterali, condividendo il giudizio positivo sul loro sviluppo e, infine, si è fatto menzione dei tradizionali valori della famiglia, patrimonio comune del popolo albanese”. Durante l'incontro - riportano le agenzie - il premier Berisha ha invitato il Papa a visitare l'anno prossimo l'Albania in occasione del centenario della nascita della Beata Teresa di Calcutta, nata da una famiglia cattolica albanese.

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    Il Papa a pranzo con i poveri della Comunità di Sant'Egidio nella Festa della Santa Famiglia

    ◊   Oggi è stato annunciato un altro appuntamento per il Papa in vista delle festività natalizie: Benedetto XVI - informa la Sala Stampa vaticana - in occasione della Festa della Sacra Famiglia, domenica 27 dicembre, si recherà alle ore 13.00 presso la Comunità di Sant’Egidio, nella sede di Via Dandolo, per il pranzo con i Poveri assistiti dalla Comunità di Sant’Egidio in Trastevere.

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    Terza Domenica d'Avvento. Il Papa: l'invito alla gioia non è un messaggio alienante ma profezia di salvezza e di riscatto

    ◊   Domani, terza Domenica di Avvento, la Chiesa celebra come ogni anno in questo periodo la cosiddetta “Domenica gaudete”, la Domenica della gioia. E’ la frase di San Paolo ai Filippesi, ripetuta nella liturgia, a offrirne il significato spirituale quando afferma: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. Il Signore è vicino”. Durante il suo Pontificato, Benedetto XVI ha sempre offerto spunti di riflessione durante gli Angelus dedicati a questa particolare ricorrenza. Alessandro De Carolis li ripropone in questo servizio:

    (musica)

    Il cristiano è l’uomo della gioia e l’Avvento gliene fornisce la ragione perché - scrive San Paolo - “il Signore è vicino”. Dunque, afferma Benedetto XVI all’Angelus del 16 dicembre 2007, la gioia cristiana...

     
    “…scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida”.

     
    Anche per le strade, specie delle nostre società occidentali, l’Avvento è un periodo di gioia. Luminarie e addobbi, cibi e doni speciali assolvono puntualmente ogni anno al bisogno umano di enfatizzare con i segni l’attesa di una grande festa, di crearne l’atmosfera. E puntualmente ogni anno, la gioia spirituale del Dio che viene rischia di essere un dettaglio sullo sfondo nel quadro di una più collettiva ed effervescente gioia “mercantile”. Il Papa ne parla con chiarezza all’Angelus del 11 dicembre 2005:

     
    “Nell’odierna società dei consumi, questo periodo subisce purtroppo una sorta di ‘inquinamento’ commerciale, che rischia di alterarne l’autentico spirito, caratterizzato dal raccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia non esteriore ma intima”.

     
    Se poi la gioia di superficie che scalda molti cuori non è nemmeno solo il frutto di un entusiasmo momentaneo - l’euforia da festa - ma di un edonismo ricercato e perseguito come stile di vita, la comprensione autentica del Natale diventa quasi impossibile. Se “si fa della felicità un idolo - mette in guardia il Pontefice sempre all’Angelus del 2007 - si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù”:

     
    “E’ questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori”.

     
    Benedetto XVI pensava in particolare ai giovani quando all’Angelus dell’anno prima, il 17 dicembre 2006, si era soffermato su questi stessi concetti, sul confondere la gioia dell’anima con la fiammata di “un momento di ebbrezza”. E a coloro “che - osservava - hanno smarrito il senso della vera gioia” del Natale, ne ribadiva il senso e la piena attualità:

     
    “E’ proprio a chi è nella prova, ai ‘feriti della vita ed orfani della gioia’ che si rivolge in modo privilegiato la Parola del Signore. L’invito alla gioia non è un messaggio alienante, né uno sterile palliativo, ma, al contrario, é profezia di salvezza, appello ad un riscatto che parte dal rinnovamento interiore”.

     
    La terza Domenica di Avvento, allora, racconta di una gioia che non va tanto inseguita o fabbricata, riempita di colori o di oggetti. E una gioia che non si fa desiderare dall’uomo ma che lo raggiunge, gli si fa vicina dalla penombra di una stalla di Betlemme. Perché, spiegava il Papa all’Angelus del 14 dicembre 2008...

     
    ”...la ‘vicinanza’ di Dio non è una questione di spazio e di tempo, bensì una questione di amore: l’amore avvicina! Il prossimo Natale verrà a ricordarci questa verità fondamentale della nostra fede e, dinanzi al Presepe, potremo assaporare la letizia cristiana, contemplando nel neonato Gesù il volto del Dio che per amore si è fatto a noi vicino”.

     (musica)

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo; mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga; mons. Giacinto Berloco, arcivescovo tit. di Fidene, nunzio apostolico in Belgio e in Lussemburgo. Il Santo Padre riceve questo pomeriggio il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di San Vicente (El Salvador) mons. José Elías Rauda Gutiérrez, finora vescovo titolare di Foraziana ed ausiliare di Santa Ana. Mons. José Elías Rauda Gutiérrez è nato ad Agua Caliente, diocesi di Chalatenango, il 7 agosto 1962. Ha emesso la professione solenne come religioso francescano il 28 febbraio 1987. Ha ricevuto l’Ordinazione sacerdotale il primo aprile 1989. Nominato vescovo titolare di Foraziana ed ausiliare di Santa Ana il 25 gennaio 2008, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 19 aprile successivo.

    Il Papa ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici la dott.ssa Maria Emmaus Voce, presidente del Movimento dei Focolari - Opera di Maria.

    Il Santo Padre ha nominato per un triennio revisore internazionale presso la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede il dott. Jochen Messemer, presidente della Direzione della ERGO International (Germania).

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    I vescovi della Bielorussia in visita ad Limina: intervista con mons. Kondrusiewicz

    ◊   Prosegue fino al 14 dicembre la visita ad Limina dei vescovi della Bielorussia iniziata giovedì scorso. Un Paese che ha vissuto il regime sovietico per decenni e che si è dichiarato indipendente dall’allora Urss il 27 luglio del 1990, ottenendo il riconoscimento dell’indipendenza il 25 agosto dell’anno seguente. Si tratta di una Repubblica presidenzialista guidata dal 1994 da Aleksandr Lukasenko. Il 40% della popolazione è di religione ortodossa; il 14% di religione cattolica. Il primo vescovo è stato nominato 20 anni fa dopo 60 anni in cui la Chiesa era vissuta senza gerarchia e con tantissime chiese chiuse. Nel 1990 è stato aperto il primo seminario e nel 1991 Giovanni Paolo II ha dato vita a 3 diocesi. Della situazione della Chiesa di oggi, del ruolo nella società, Lisa Zengarini ha parlato con mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk-Mohilev:

    R. – Nonostante sia necessario formare di più i laici, la situazione è diversa rispetto a 20 anni fa. Sentono molto questa loro responsabilità nella Chiesa ed io dico sempre che le Chiese vengono costruite non per i sacerdoti, ma per loro e per i loro bambini. Siamo in buoni rapporti con il mondo della cultura e delle scienze. In questi ultimi due anni sono stato invitato diverse volte dall’Università statale e da altre Università a tenere una conferenza o a partecipare ad incontri con gli studenti e i professori. Questo mi piace molto, perché è un modo per la Chiesa cattolica di essere presente nel mondo accademico. Ogni domenica abbiamo 45 minuti sulla radio statale per la Santa Messa nella Cattedrale e questa è una cosa molto buona e non soltanto per i fedeli, ma soprattutto per coloro che sono ammalati ed anche per i bambini che vivono nelle campagne. Ma ci sono anche dei problemi, come quello relativo ai visti per i sacerdoti stranieri o la mancanza di Chiese: a Minsk ci sono soltanto quattro chiese per 300 mila cattolici. Ultimamente, però, le autorità civili hanno dato il permesso di costruire altre sei chiese. L’unico problema oggi è dove trovare i soldi per costruire! Non posso dire che le autorità civili non diano il permesso, ma il problema esiste perché anche in altre città non ci sono abbastanza chiese. Dobbiamo dire che la Chiesa è viva, è dinamica e questo si vede.

     
    D. – La Comunità cattolica sembra molto impegnata in opere socio-assistenziali e educative. Questo lavoro è apprezzato?

     
    R. – Sì, abbiamo molto sviluppato la Caritas, a livello nazionale e diocesano. La nostra politica caritativa è di aiutare tutti e non solo i cattolici, ma anche gli ortodossi, i protestanti, i musulmani, gli ebrei ed anche i non credenti, perché vediamo solo la persona, l’uomo creato da Dio, che è in necessità. Questo lavoro è molto apprezzato dalle autorità civili. I rappresentanti della Caritas sono sempre invitati a varie conferenze. Ci sono anche programmi comuni con lo Stato e lavoriamo anche insieme alla Chiesa ortodossa ed anche con i protestanti. Questo non crea problemi e anzi favorisce un clima di fiducia, un senso di responsabilità comune per rispondere alle sfide del mondo contemporaneo. E quando noi cattolici insieme con gli ortodossi diciamo che l’aborto è un peccato, questa risulta essere una voce molto forte nelle nostre società.

     
    D. – Com’è la situazione della libertà religiosa nel Paese oggi e quali sono i rapporti con le autorità bielorusse?

     
    R. – Rispetto al passato, sotto il comunismo, quando non c’erano vescovi, c’erano pochi sacerdoti, tante chiese erano chiuse, oggi la situazione è nettamente cambiata, soprattutto per la Chiesa ortodossa e per la Chiesa cattolica. Le nostre due Chiese sono considerate dallo Stato come Chiese storiche. Anche la comunità ebraica e quella musulmana sono considerate come religioni storiche, come lo è la Chiesa protestante e soprattutto la Chiesa luterana viene sempre menzionata come chiesta storica. Ci sono poi altre comunità protestanti, ma non sono molto grandi. Quelle più grandi sono quella ortodossa e quella cattolica. La Chiesa cattolica conta circa un milione e mezzo di fedeli.

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    Il cardinale Brady sullo scandalo degli abusi: nuova fiducia dopo l’incontro col Papa

    ◊   Un incontro importante da cui ripartire: nutrono questa fiducia i vescovi irlandesi, ricevuti ieri in Vaticano dal Papa per la questione degli abusi sui minori, perpetrati da parte di membri del clero dell’arcidiocesi di Dublino. Benedetto XVI ha espresso ancora una volta il suo profondo dolore per la vicenda, vergogna per i sacerdoti e i religiosi che hanno tradito la loro missione, e vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti da questi “crimini efferati” annunciando una sua prossima lettera ai fedeli irlandesi. Sull’incontro ascoltiamo quanto ha detto, al microfono di Emer McCarthy, il cardinale Seán Brady, arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda:

    R. – I agree that this was…
    Sono d’accordo sul fatto che questo sia stato un incontro molto importante: certo per noi è stato un evento molto triste. E’ la seconda volta che sono venuto a Roma quest’anno per discutere con il Santo Padre tutta la questione dell’abuso dei minori da parte di preti e religiosi. Siamo tornati a casa pieni di una nuova fiducia perché c’è una nuova consapevolezza di questo problema e una determinazione nell’affrontarlo efficacemente. Siamo incoraggiati dalla promessa, da parte del Santo Padre, di una sua lettera pastorale in cui ci incoraggerà e forse ci ammonirà: e questo va bene. L’aspettiamo con ansia. Una delle questioni da risolvere è quella del ruolo del laicato nella vita della Chiesa irlandese. Il fatto è che non abbiamo preso seriamente in considerazione quanto detto dal Concilio Vaticano II. Ci sono dei laici molto maturi e ben formati, ma i sacerdoti continuano ad essere preparati come se dovessero fare tutto da soli. Questo indica un bisogno di sviluppare le capacità di collaborare, di lavorare con gli altri, con gli altri preti, con i vescovi, con i genitori, gli insegnanti, i laici in genere. Ma la sfida più grande di tutte che ci lascia questo scandalo è imparare la lezione e mantenere al sicuro i bambini: questa è la priorità.

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    Domani la visita del Papa all'Hospice Sacro Cuore sul Gianicolo, centro per malati terminali

    ◊   Benedetto XVI visiterà domani mattina, alle 10.00, l’Hospice Sacro Cuore, al Gianicolo, un centro di cure palliative completamente gratuite per malati terminali. L’istituto si dedica anche alla formazione e alla ricerca. Molti i volontari che offrono affetto e sostegno ai pazienti: tra loro anche i membri del Circolo San Pietro, fra i primi a collaborare con i medici. Il Papa, incontrandoli nel 2007, aveva sottolineato la loro “silenziosa, ma quanto mai eloquente, testimonianza di amore per la vita umana, che merita attenzione e rispetto sino all’ultimo suo respiro”. Ma com’è nato l’Hospice Sacro Cuore? Tiziana Campisi lo ha chiesto al suo direttore sanitario, il dott. Italo Penco:

    R. – L’Hospice Sacro Cuore al Gianicolo nasce per iniziativa del prof. Emmanuele Emanuele, presidente dell’allora Fondazione Cassa di Risparmio di Roma ed oggi Fondazione Roma, che decise – prima ancora che le istituzioni iniziassero ufficialmente l’assistenza ai malati terminali – di aprire un reparto sperimentale per assistere questi malati che si trovavano in fin di vita e che non avevano alcuna possibilità di essere assistiti, soprattutto con dignità. In collaborazione con il Circolo San Pietro, quindi, partì questo progetto in una casa di cura che portava avanti un’attività di tipo chirurgico. Nel 2005, questo tipo di attività è stata poi allargata anche all’assistenza domiciliare; soprattutto da parte dei volontari del Circolo San Pietro sono state evidenziate quelle persone che non avevano una famiglia.

     
    D. – In che modo il Circolo San Pietro offre il suo sostegno all’Hospice Sacro Cuore?

     
    R. – I volontari fanno parte proprio dell’équipe che assiste il malato. Il malato ha molteplici bisogni che sono bisogni di tipo fisico, di tipo sintomatologico, di tipo psicologico e spirituale. Il volontario riesce a dare anche un supporto pratico: è a disposizione del malato, della famiglia. Il volontariato del Circolo San Pietro agisce anche a domicilio, ma è nato in una struttura sanitaria e quindi prevalentemente continua ad assistere i malati che sono in struttura.

     
    D. – Quante persone state assistendo in questo momento?

     
    R. – I malati terminali sono 150, 30 sono in ricovero e 120 a domicilio. Nel 2002 abbiamo iniziato anche un’attività per i malati di Alzheimer - circa 20 persone – ed anche in questo ambito abbiamo iniziato una attività a domicilio, che prevede l’assistenza a 50 persone. Nel 2008 abbiamo inoltre iniziato un progetto di assistenza ai malati di sclerosi laterale amiotrofica e sono 9 malati, di cui tre in ricoveri e sei a domicilio. Il Sacro Cuore, quindi, oggi assiste circa 220-230 malati.

     
    D. – Cosa significa per voi la visita di Benedetto XVI?

     
    R. – Sicuramente è un evento importante che rafforzerà il lavoro svolto dal centro. Sarà certamente un grande sostegno per gli operatori, perché gli operatori si trovano ad assistere malati che vivono l’ultima fase della loro vita e quindi anche dal punto di vista psicologico non è certo un lavoro facile. Sarà per loro uno stimolo per continuare in questo senso. Ma ancor di più, per i malati, sarà un‘occasione per rafforzare quella speranza che, nonostante la malattia inguaribile, deve comunque rimanere sempre forte, anche per i familiari. Sarà un evento che darà fiducia a tutti.

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    Il cardinale Bertone: occorre una nuova sintesi tra efficienza economica e sviluppo integrale dell'uomo

    ◊   La liturgia di Avvento ci annuncia che “il Signore viene con splendore a visitare il suo popolo”. Ma nel nostro tempo, purtroppo, “le luci effimere del Natale” spesso offuscano l’annuncio della venuta della vera Luce. E’ quanto ha affermato ieri il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone durante la celebrazione eucaristica, in preparazione alla solennità del Natale, per il consiglio direttivo, la giunta e i dipendenti dell’Unione degli industriali e delle imprese di Roma. Riferendosi al Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, il porporato ha anche ricordato che non si deve perseguire l’obiettivo dell’impresa “solo con criteri economici”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    La fede cristiana “non è sentimentalismo, evasione, fuga dalla quotidianità, dalle proprie responsabilità, ma al contrario è immergersi con amore vigile e fedele nelle vicende del tempo e della storia per fecondarle con la sapienza del Vangelo”. “Chi non vuole accogliere il Vangelo e rinunciare alla propria condotta di vita peccaminosa – ha detto il cardinale Bertone - cerca sempre una scusa per declinare gli inviti divini”. Se invece si vuole accogliere la Parola del Signore, non si devono trascurare gli autentici valori “che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società”. Anche all’interno dell’attività economica – ha aggiunto il porporato ricordando l'enciclica 'Caritas in veritate' di Benedetto XVI - possono essere vissuti “rapporti autenticamente umani, di amicizia e di socialità, di solidarietà e di reciprocità”. L’umanesimo che scaturisce dall’Incarnazione di Gesù ci conduce a vivere le virtù cristiane, “non soltanto nella vita privata ma anche in quella sociale o politica”. L’imprenditore – ha affermato il cardinale segretario di Stato – ha il compito di far funzionare l’azienda dal punto di vista del profitto, ma anche “di aprirsi alle responsabilità sociali”. E’ chiamato a porre al primo posto i valori evangelici per “creare una cultura civile di impresa e promuovere la dignità della persona umana e le autentiche finalità del lavoro”. Per sostenere una cultura permeata da questi valori “occorre pensare e realizzare una nuova sintesi tra efficienza economica e sviluppo integrale dell’uomo”. Questo – ha osservato il cardinale Tarcisio Bertone – è il compito dell’imprenditore cristiano. Il porporato ha invocato infine l'intercessione della Vergine Maria perchè aiuti “a contemplare il Cristo nel volto di quanti soffrono a causa della mancanza e della precarietà del lavoro e di quanti sono stati e sono vittime nel lavoro".

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    La Santa Sede e il realismo della speranza: editoriale di padre Lombardi

    ◊   La Chiesa prosegue il suo dialogo con il mondo nel nome del Vangelo e per il bene dell’umanità: un dialogo della speranza, nell’attesa che nuove porte possano aprirsi. Ascoltiamo in proposito l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Fra le numerosissime udienze che il Papa ha concesso nei tempi più recenti a Capi di Stato o di Governo, o a rappresentanti diplomatici di diverse parti del mondo, ne possiamo notare tre, nel corso di pochissimi giorni.

     
    Ricevendo il nuovo ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, il Papa ha osservato che, nonostante le difficoltà dei decenni trascorsi nei rapporti con la Santa Sede e soprattutto le limitazioni poste alla attività della Chiesa, i rapporti diplomatici non sono mai stati interrotti e i miglioramenti sono apprezzabili.

     
    L’incontro del Papa con il Presidente russo Medvedev è stato occasione per l’annuncio dello stabilimento dei rapporti diplomatici con la federazione Russa, concludendo la fase ventennale di avvicinamento con rapporti ufficiali ma non ancora pieni. E’ un passo avanti significativo, la situazione della ostilità passata del regime comunista sovietico è oggi un ricordo.

     
    Infine, l’udienza al Presidente del Vietnam si deve considerare come una tappa ulteriore del cammino auspicato verso la normalizzazione dei rapporti con il Paese asiatico, dove la Chiesa cattolica conta su una comunità numerosa e dinamica, che festeggia quest’anno un importante anno giubilare, e che nonostante le difficoltà dei decenni trascorsi guarda con fiducia al futuro.

     
    La Santa Sede continua, con pazienza e lungimiranza, a tessere il suo dialogo con i responsabili delle nazioni, pensando al bene della Chiesa nei loro Paesi e nella prospettiva della comprensione e della pace fra tutti i popoli. La sua diplomazia non è guidata da debolezza o spirito di compromesso. Si tratta, com’era stato già detto molto bene in passato, del “realismo della speranza”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   I profeti e i santi che annunciano l'Incarnazione di Cristo: in prima pagina, Manuel Nin sul sinassario bizantino nella quaresima di Natale.

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo "La variante del terrorismo nella crisi somala".

    In cultura, Inos Biffi sulla luce e il volto dell'incarnazione negli inni dell'Avvento. Sempre a firma di monsignor Biffi, il ricordo di monsignor Antonio Rimoldi, che ha dedicato la vita all'insegnamento della storia della Chiesa.

    L'intervento dell'arcivescovo Rino Fisichella a conclusione del convegno "Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto" e un articolo di Silvia Guidi sui lavori dell'incontro.

    Criminale voglio guardarti in faccia: Oddone Camerana su Cesare Lombroso a cent'anni dalla morte.

    La barbarie tra storia e memoria: Gaetano Vallini recensisce il libro di Joze Pirjevic "Foibe. Una storia d'Italia".

    Vescovi dell'Avvento: nell'informazione vaticana, il cardinale Tarcisio Bertone per la consacrazione episcopale di Jean Laffitte, Mario Toso e Giovanni D'Ercole.

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    Oggi in Primo Piano



    Convegno Cei sulla questione di Dio. Mons. Fisichella: un sasso nello stagno dell'indifferenza

    ◊   Si è concluso oggi a Roma il convegno internazionale “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto”, promosso dal Comitato per il Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana. Teologi, filosofi, intellettuali e docenti universitari si sono confrontati per tre giorni sulla “questione di Dio” spaziando dalla politica all’arte, dalla letteratura fino alla scienza. Ma quali conclusioni si possono tracciare? Roberta Rizzo lo ha chiesto a Mons. Rino Fisichella, presidente della Pontifica Accademia per la Vita e rettore della Pontificia Università lateranense:

    R. – E’ una conclusione fortemente positiva. Innanzitutto aver gettato un sasso nello stagno dell’indifferenza e dell’ovvietà riguardo il tema di Dio. E' un tema essenziale per la persona, essenziale per la società, e averlo affrontato anche da una prospettiva ampiamente scientifica. In questi giorni sono passati relatori internazionali di grande spessore e soprattutto anche di posizioni confessionali differenti. C’erano credenti, c’erano non credenti. Quello che è stato positivo è l’incontro, il dibattito, il confronto anche tra le diverse posizioni. Io penso che in un momento come il nostro in cui stiamo parlando di una responsabilità formativa, proprio davanti a una urgenza cui il Papa più volte ci richiama, aver affrontato un tema come questo è quanto di più urgente e essenziale che abbiamo fatto.

     
    D. - Oggi si è parlato di scienza. E’ possibile conciliare la Rivelazione divina con le grandi scoperte scientifiche?

     
    R. - Noi dobbiamo innanzitutto ammettere un principio: la conoscenza non è soltanto il frutto che proviene dal soggetto, dalla persona. La conoscenza è anche una realtà che mi viene offerta, che mi viene data e a volte viene data anche per via della Rivelazione. Non esiste una contrapposizione tra fede e scienza. Ci sono delle strade differenti con cui la verità viene perseguita, raggiunta, studiata. Ma la verità è una e nel cammino verso la verità ci sono strade diverse che devono essere raggiunte, percorse, tutte fino alla fine. La ragione e la scienza devono far compiere il loro percorso fino alla fine inevitabilmente e se lo completeranno si renderanno conto dell'esigenza di avere un’altra forma di conoscenza che è quella che proviene dalla Rivelazione.

     
    D. - A cosa è dovuta oggi la crisi della domanda religiosa?

     
    R. – E’ dovuta a diversi fattori. Certamente uno di questi fattori è la permanenza di una forma di secolarizzazione, una forma di pensiero secondo il quale Dio è un’ipotesi inutile perché l’uomo è diventato il centro di tutto. Una dimensione come questa però dimentica che l’uomo è lasciato ancora più con se stesso e quindi vive una profonda situazione di solitudine, di incapacità di poter rispondere a quelle grandi domande di senso che toccano ognuno di noi. E’ la domanda in positivo dell’amore, della gioia, della speranza ma sono anche altre domande che l’uomo di oggi vive: sono quelle del dolore, della sofferenza, del perché della violenza, del perché del tradimento. Davanti a tutte queste domande la scienza non ha una risposta e quello che serve invece è puntare oltre. E' la capacità di accettare di se stessi la dimensione del mistero: avere il coraggio della fede.

     
    D. – C'è stata grande partecipazione a questo evento internazionale. Soprattutto abbiamo visto molti giovani presenti in sala. Secondo lei questo significa che la domanda di religione è più presente all’interno delle future generazioni rispetto a quelle passate?

     
    R. – Io credo che la presenza di tanti giovani sia fortemente positiva. Certamente noi oggi viviamo un decennio diverso dal precedente. Proprio le situazioni di crisi portano ancora di più ad una nostalgia di certezze: certezze che in primo piano devono provenire proprio dall’esigenza di puntare sull’essenziale e non sull’effimero, guardare a ciò che costituisce veramente l’esistenza, che dà fondamento all’esistenza, e non a qualche cosa di passeggero. Io credo che la domanda religiosa, la domanda su Dio, proprio in corrispondenza alla domanda sul senso, trovi molto interessati i giovani di oggi. Sono convinto che questa domanda è radicata e di questa si ha una profonda nostalgia. Quindi ritengo che questo convegno abbia portato anche un contributo proprio nella dimensione formativa per le giovani generazioni. Senza dimenticare, d’altronde, che i giovani vivono questa situazione in maniera anche conflittuale. Dobbiamo toglierli dall’indifferenza, dobbiamo toglierli dall’ovvietà e provocare in loro delle domande che puntino veramente sull’essenziale.

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    Procreazione assistita. Il caso di Padova: figlio abortito per uno scambio di seme

    ◊   Uno scambio di provette al momento dell'inseminazione artificiale: poi, per evitare la nascita di un figlio ritenuto “indesiderato” la somministrazione della pillola abortiva. E’ accaduto in una clinica dell’azienda ospedaliera di Padova ad una coppia che ora ha deciso di fare ricorso contro la struttura accusata di aver “costretto” la donna ad abortire. Paolo Ondarza ha raccolto il commento di Renzo Pegoraro, direttore del Centro studi di etica e bioetica “Fondazione Lanza” di Padova:

    R. - C’è stato un errore. Si usa una tecnica e ogni tecnica ha purtroppo anche dei rischi. Di fatto, l’azienda ospedaliera ha riconosciuto l’errore e ha informato subito la coppia di quello che era accaduto. Credo che la coppia, più che altro, abbia fatto ricorso per l’errore di utilizzo di un seme sbagliato - non quello del marito - e perché su questo l’azienda si assuma la propria responsabilità. Ma sul resto, credo ci fossero diverse opzioni che anche la coppia doveva valutare ed assumersene la responsabilità.

     
    D. - In questa vicenda emerge, nonostante i progressi della scienza, la fallibilità di alcune tecniche, per quanto sofisticate esse siano...

     
    R. - Esatto, è quello il punto importante da ricordare: esiste la fallibilità e non possiamo pensare di avere una soluzione tecnica per tutti i problemi, perché la tecnica può portare anche dei rischi e creare altri problemi, come in questo caso. Quindi, forse un maggior atteggiamento critico verso la tecnica, una maggiore accettazione del limite e un’attenzione alla vita - che va rispettata in tutti i suoi aspetti - è importante.

     
    D. - Chi difende la vita fin dal suo concepimento potrebbe dire che da questa vicenda emergono solamente due attori, i medici e la coppia, poco spazio, invece, viene dato alla vita nascente...

     
    R. – Per la coppia, comunque, poteva essere invece una gravidanza accettata, che aveva un senso e che necessitava anche di un rispetto, essendo una coppia in difficoltà a procreare e quindi ad avere un figlio. Qui però entriamo nell’ambito di come la coppia reagisce ad un errore, come lo interpreta e, dunque, di come si comporta. L’ospedale ha informato sull’errore accaduto e su quelle che erano le possibili situazioni, anche il fatto di poter tenere quel figlio. Dopo, però, è la coppia che decide e che - anche da un punto di vista strettamente legale - ha le possibilità di muoversi in un certo modo. Il discorso etico è più complesso e coinvolge direttamente la responsabilità morale delle persone.

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    Il Continente americano in festa per la Madonna di Guadalupe

    ◊   La Chiesa celebra oggi la solennità della Regina e Patrona delle Americhe, Nostra Signora di Guadalupe. Come ogni anno, il Santuario mariano in Messico è meta di milioni di pellegrini, provenienti anche dai centri più lontani, dopo ore o giorni di cammino. Quello dedicato alla Vergine di Guadalupe è il Santuario mariano più visitato al mondo ed è una testimonianza orante delle apparizioni della Madonna, nel 1531, all’indio Juan Diego. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il giornalista cileno Luis Badilla:

    R. - La presenza di Maria per gli abitanti del Continente americano ha una rilevanza fondamentale, soprattutto nella vita quotidiana. Oggi i latinoamericani e gli abitanti dell’America, nel venerare la Madonna di Guadalupe non vogliono fare altro che celebrare un rapporto materno che ricorda le proprie radici e, soprattutto, dà loro coraggio per affrontare le sfide del futuro.

     
    D. – Quale impronta hanno lasciato nel XVI secolo, periodo storico segnato dall’arrivo degli spagnoli e degli europei nel continente latinoamericano, le apparizioni della Vergine in Messico?

     
    R. – Rappresentano l’inizio dell’inculturazione. La Madonna di Guadalupe, dal punto di vista iconografico, è una latinoamericana. E’ una “morena”, di carnagione scura, che parla nella lingua aborigena, cioè la lingua dei popoli dell’America Latina. Si rivolge all’ultimo fra gli ultimi, un povero indio. Quindi il significato essenziale è la grande sfida dell’inculturazione del Vangelo che va avanti da allora fino ai nostri giorni.

     
    D . – E quali frutti continua a portare anche nel XXI secolo, e soprattutto in America Latina, la Beata Maria Vergine di Guadalupe?

     
    R . – Molti possono essere questi frutti. Come dicono alcuni latinoamericani proprio in questi giorni: “E’ possibile che tu non creda in Dio, ma Dio crede in te”. Il primo messaggio che trasmette anche oggi la Madonna di Guadalupe è che il popolo latinoamericano, i popoli americani si sentono amati da Dio. Hanno quindi la forza o dovrebbero avere la forza per amare gli altri. La Madonna di Guadalupe oggi porta ai popoli latinoamericani un insegnamento di fondamentale importanza: con l’esclusione sociale, morale, culturale, scientifica, difficilmente si può costruire una civiltà dell’amore. Se Dio ti ama, tu questo amore lo puoi restituire amando gli altri.

     
    D. – Ogni anno milioni di pellegrini visitano il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe. In molti arrivano da villaggi e città lontane dopo ore e giorni di viaggio. Quali sono le speranze di questo popolo unito nella fede?

     
    R. – Questo popolo, nelle sue radici religiose, nella sua fede cristiana, e in particolare cattolica, continua a trovare a distanza di mezzo millennio dalla sua scoperta o dal suo incontro con le culture europee la forza per testimoniare le proprie radici.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa Terza Domenica di Avvento la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui le folle, in attesa del Cristo, seguono la predicazione di Giovanni Battista, domandandogli:«Che cosa dobbiamo fare?». Giovanni risponde:

    «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

     
    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:

    Nella lingua italiana 'essere in attesa' è sinonimo di gravidanza, lo si dice di una donna che è incinta e aspetta un bambino. L'attesa è quindi il tempo che precede il parto nel quale, colui che è già misteriosamente, ma realissimamente presente, inizia a manifestarsi con una pienezza maggiore. L'attesa è qui attesa di una manifestazione di una presenza personale. L'attesa è un'aspettativa di qualcuno. E questo "qualcuno", venendo, cambia tutto: cambia lo statuto del proprio essere, cambia lo stile di vita, cambia lo sguardo su di sé e sul mondo.

     
    Un uomo vivo è un uomo che ha concepito ed attende. L'uomo sterile e sterilizzato non attende nulla e nessuno, il perimetro della sua vita coincide col perimetro del proprio "io" e questo perimetro è fatalmente tombale.

     
    Dice il Vangelo di Luca: «Tutto il popolo era in attesa». Gesù era già presente e il Battista suscita l'attesa sopita. E' un riscuotimento, un sussulto vitale, documentato inequivocabilmente dalla domanda in bocca a tutti: «Che cosa dobbiamo fare?» Quando l'uomo presagisce l'avvento di Dio mediante l'annuncio del testimone, sperimenta immediatamente in sé un cambiamento che, se accolto, chiede la trasformazione anche dell'agire. Attesa operosa, perché gravida di presenza.

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    Chiesa e Società



    I leader cristiani di Terra Santa per il Natale: stop all'occupazione, costruire la pace

    ◊   Un appello per la pace in Medio Oriente e la fine dell’occupazione israeliana è stato lanciato ieri congiuntamente dal patriarca emerito di Gerusalemme, Michel Sabbah, dal vescovo luterano di Terra Santa e Giordania, Munib Younan e dall’arcivescovo del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, Theodosios Atallah Hanna, che hanno firmato un documento chiamato ‘The Kairos Palestine document’. “Dio ci ha creato per vivere in pace – scrivono i firmatari – la nostra terra ha una missione universale e la promessa della terra non è mai stato un programma politico, piuttosto un preludio alla salvezza universale”. Con il documento, riportato dall’agenzia Sir, si lamentano “le vane promesse e le parole vuote riguardanti la pace nella regione” e si riporta l’attenzione internazionale sul difficile cammino dei palestinesi verso la libertà, ricordando “il muro di separazione eretto da Israele in territorio palestinese, il blocco di Gaza, le colonie israeliane sorte in terreni palestinesi, le umiliazioni subite dalla popolazione ai checkpoint militari, le restrizioni religiose per gli accessi ai luoghi santi, la piaga dei rifugiati e dei detenuti, la paralisi della comunità internazionale”. L'altro giorno, inoltre, al Meeting sui diritti umani organizzato al Palamandela di Firenze dalla Regione Toscana, è intervenuto padre Ibrahim Faltas, frate francescano parroco dell’unica parrocchia di Gerusalemme per le tre grandi religioni monoteiste. “Se vogliamo arrivare alla pace dobbiamo dialogare e venirci incontro l’un l’altro – ha detto – un’operazione difficile in una città come Gerusalemme, dove vivono 800mila ebrei e 200mila arabi, ma soltanto 10mila cristiani”. “Per noi è difficile spiegare persino cosa sia la riconciliazione – ha aggiunto – eppure il percorso che compiono palestinesi e israeliani quando s’incontrano e vivono per qualche giorno insieme è passare dalla paura iniziale all’accordo e, alla fine, alla vera e propria amicizia”. (R.B.)

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    A Gerusalemme ebrei, cattolici e musulmani si confrontano sulla cultura della vita

    ◊   Si apre domani al Centro Notre Dame di Gerusalemme il Convegno internazionale “Cultura della vita e religione”, organizzato dalla Cattedra Unesco in Bioetica e Diritti Umani e dal Pontificio Ateneo Regina Apostolorum. Interverranno, tra gli altri, Yechiel Michael Barilan (Tel Aviv University), che offrirà una lettura dei principi bioetici secondo la tradizione ebraica, e Mustafa Abu Sway (Al Quds University of Jerusalem), la cui relazione illustrerà i capisaldi della cultura della vita nella tradizione islamica. Ad aprire la ripresa pomeridiana dei lavori sarà il vescovo Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, che si soffermerà sul tema della bioetica nel magistero della Chiesa cattolica. Seguirà una tavola rotonda dal titolo “Il dialogo interreligioso e le sue priorità in ambiti quali la vita, la salute, la cultura e la bioetica”; vi prenderanno parte Amnon Carmi (Cattedra Unesco di Bioetica, Università di Haifa, Israele), il padre Gonzalo Miranda, (Facoltà di Bioetica, Regina Apostolorum) e Mustafa Abu Sway. Al Convegno di domani farà seguito un secondo incontro, nello stesso Centro Notre Dame di Gerusalemme, rivolto ai temi della bioetica in relazione alla questione del fine vita; entrambi gli appuntamenti possono essere seguiti attraverso i siti della cattedra Unesco in Bioetica e dell’Ateneo promotore. (M.V.)

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    Kenya: ucciso in casa un missionario di origine irlandese

    ◊   È stato trovato morto ieri mattina nella sua casa di Kericho, in Kenya, padre Jeremiah Roche, missionario irlandese dei Kiltegan Fathers, noti anche come appartenenti alla Società missionaria di San Patrizio. Come riferisce la Misna, padre Roche era originario di Athea, aveva 68 anni e da 41 era missionario in Kenya. Secondo i primi rilievi, pare sia stato ucciso da mano ignota nella notte; il corpo è stato trovato da un suo aiutante. Il missionario, da sempre impegnato nella pastorale per i più bisognosi, negli ultimi tempi stava lavorando al completamento di una nuova chiesa. Immediato il cordoglio del ministro degli Esteri irlandese, Michael Martin: “Sono scioccato e addolorato per la morte del missionario”. Le indagini sono in corso: la prima ipotesi vagliata dagli inquirenti è quella di una rapina finita tragicamente. (R.B.)

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    Sudafrica: stamane i funerali del missionario dei Padri Bianchi assassinato a Pretoria

    ◊   Questa mattina a Pretoria si sono svolti i solenni funerali di padre Louis Blondel, dei Missionari d’Africa, più noti come Padri Bianchi. Il religioso è stato ucciso, nella notte tra domenica e lunedì scorso 7, nella zona di Pretoria. A presiedere la Messa esequiale nella chiesa del Sacro Cuore di Diepsloot, è stato l’arcivescovo della città sudafricana, mons. Paul Mandla Khumalo. Due comunicati, ripresi dall'agenzia Fides, dal Superiore generale dei Missionari d’Africa, padre Gérard Chabanon, e dalla Conferenza dei vescovi cattolici dell’Africa Meridionale, ricostruiscono le circostanze dell’uccisione del missionario. Nella notte di domenica 6 dicembre, tre giovani sono entrati dalla finestra nell’abitazione dei missionari a Diepsloot ed hanno rubato i cellulari di due religiosi dopo averli svegliati e dopo averli costretti ad aprire la porta di casa. È entrato così un altro giovane. I quattro si sono diretti quindi verso la camera di padre Louis Blondel, che è stato subito ucciso con un colpo di pistola. Padre Louis Blondel aveva 70 anni ed era originario del nord della Francia. Aveva insegnato filosofia in Tanzania per 15 anni. Dal 1987 si era trasferito in Sudafrica. Nel giugno del 2006, dopo aver terminato un secondo mandato come Superiore della Provincia dell’Africa Australe dei Padri Bianchi (Malawi, Mozambico e Sudafrica), veniva destinato ad insegnare filosofia nel seminario di Hammanskraal. L’anno scorso, padre Blondel dopo aver dato vita ad un centro caritativo nella zona di Johannesburg, si era trasferito a Diepsloot, 300 mila abitanti tra Johannesburg e Pretoria. Qui il missionario vi ha aperto una nuova parrocchia. Cinque persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio di padre Blondel sono intanto state arrestate dalla polizia locale. Padre Blondel è il quarto sacerdote cattolico ad essere ucciso quest’anno in Sudafrica. Gli altri tre sacerdoti sono don Daniel Matsela Mahula, nella diocesi di Klerksdorp, ucciso il 27 febbraio mentre era alla guida della sua auto, da quattro banditi di strada; don Lionel Sham, parroco di Mohlakeng nella arcidiocesi di Johannesburg, ucciso il 7 marzo; e padre Ernst Plöchl, un missionario austriaco di 78 anni della Congregazione dei Missionari di Mariannhill, ucciso il 31 maggio nella Provincia Sudafricana del Capo. (A.M.)

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    Vertice di Copenaghen: la Caritas consegna mezzo milione di firme “ecumeniche”

    ◊   Mezzo milione di firme “ecumeniche” per chiedere ai grandi della Terra riuniti nel vertice sul Clima a Copenaghen il raggiungimento di un accordo “equo, efficace e vincolante”, sono state raccolte nel corso dell’anno dalle due reti di Caritas internationalis e delle agenzie umanitarie cattoliche aderenti alla Cidse. Le firme, riferisce l’agenzia Sir, saranno simbolicamente consegnate oggi dall’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu al capo negoziatore dell’Onu e segretario generale della Convenzione sui cambiamenti climatici, Yvo de Boer, durante una cerimonia nella piazza del Municipio. “I poveri nei Paesi in via di sviluppo stanno subendo le conseguenze peggiori di un problema creato dai Paesi ricchi”, ha dichiarato il segretario generale della Cidse, Bernd Nilles. In questi giorni, infine, una delegazione di 25 persone tra cui cinque vescovi da Bangladesh, Messico, Uganda, Indonesia e Mozambico arriverà a Copenhagen per partecipare ad attività parallele al vertice dei capi di Stato e dio governo. (R.B.)

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    L’arcivescovo di Kampala alla conferenza sul clima: “Basta discorsi, azioni concrete”

    ◊   “Azioni concrete” e non più “promesse o accordi vuoti, impegni morali che servono soltanto a pulirci la coscienza”: così mons. Cyprian Lwanga, arcivescovo di Kampala, in Uganda, e presidente di Caritas Africa, ha parlato all’assemblea riunita per la celebrazione che ha officiato ieri nella cattedrale di Sankt Ansgar a Copenhagen, dove si sta svolgendo il vertice dei grandi della Terra sul clima. “Se non agiamo oggi non riusciremo a salvaguardare il futuro dei nostri figli – ha detto nell’omelia riportata dalla Misna – il problema dei cambiamenti climatici non è soltanto un problema economico, ma anche etico, spirituale, pastorale, politico e tecnologico”. Dal momento che i cambiamenti climatici sono già “reali per molte persone, soprattutto per i più bisognosi”, il presule insiste sul concetto di “giustizia climatica”, evidenziando che i cambiamenti climatici hanno una dimensione sia internazionale che individuale, locale e nazionale e chiede ai governi una “risposta coordinata su vari livelli”. “Non è più l’ora dei dibattiti, ma dell’azione – conclude l’arcivescovo – il tempo dei discorsi è finito”. Mons. Lwanga si trova nella capitale danese per seguire i lavori del vertice e partecipare a iniziative umanitarie parallele organizzate da una delegazione di 25 Paesi con membri di Caritas internationalis e Cidse: due reti cattoliche diffuse in tutto il mondo. In particolare il presule aveva lanciato l’allarme sugli annunciati 7 miliardi di euro che l’Unione europea stanzierebbe per i Paesi poveri: “A chi verranno dati quei soldi? Ai governi africani che poi faranno sparire il denaro?”. Nei giorni scorsi, inoltre, l’arcivescovo, parlando del suo Paese, l’Uganda, aveva sottolineato quanto il clima fosse cambiato negli anni, causando problemi gravi quali inondazioni e siccità: “Dobbiamo agire con urgenza”, aveva detto preoccupato, ma al tempo stesso fiducioso che a Copenhagen “si raggiunga un buon accordo”. (R.B.)

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    India: estremisti indù bruciano chiesa evangelica nell’Andhra Pradesh

    ◊   Non accennano a diminuire gli attacchi degli estremisti indù contro i cristiani in India: 21, finora, nello Stato dell’Andhra Pradesh, stando ai dati del Global Council of Indian Christians (Gcic), citato da Asianews. In genere sono attacchi contro le abitazioni di pastori adibite a chiese fra le confessioni evangeliche “senza denominazione”: gli immobili vengono distrutti, i fedeli picchiati e tenuti in ostaggio per ore. L’ultimo attacco è avvenuto l’8 dicembre scorso, quando, verso le 2 del mattino, un gruppo di militanti del movimento Rashtriya Swayamsevak Sangh e di sostenitori del Bharatiya Janata Party (Bjp) hanno dato alle fiamme una chiesa evangelica, la Jesus Lights Manna Church di Metpally. Il pastore Mengu Elia ha sporto denuncia contro ignoti e, mentre in un primo momento l’attentato è stato attribuito alle frange estreme del movimento separatista del Telangana, il giorno dopo è stato arrestato il leader locale del Bjp, Gangaram. L’incendio alla chiesa è avvenuto mentre nella regione era in corso lo sciopero di 48 ore indetto dal Telangana Rashtra Samiti a sostegno dell’indipendenza del Telangana dall’Andhra Pradesh. “La sicurezza dei luoghi di culto deve essere assicurata – è l’appello del presidente del Gcic, Sajan K George – perché la vulnerabile minoranza cristiana è bersaglio di attacchi continui”. (R.B.)

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    I vescovi spagnoli: “Senza Dio non è possibile un vero sviluppo”

    ◊   La Conferenza episcopale spagnola ha reso pubblico ieri il testo di una “Dichiarazione di fronte alla crisi morale ed economica”, approvata il 27 novembre scorso. Il documento, 17 pagine, è diviso nei seguenti capitoli: ‘Le cause e le vittime della crisi’, ‘Non è possibile un vero sviluppo senza Dio’, ‘Siamo chiamati a prendere decisioni e ad alleviare la miseria’, ‘Il nostro impegno permanente come Chiesa’. Nell’introduzione i vescovi affermano che l’obiettivo generale di questo intervento è offrire una parola di incoraggiamento e di speranza. Un’adeguata impostazione d’analisi dell’attuale crisi richiede la ricerca delle sue cause, la considerazione delle sue vittime. Benché i vescovi non possano offrire soluzioni tecniche, sono in grado, invece, di far luce sulla grave crisi morale ed economica attraverso la dottrina sociale della Chiesa e tenendo presente sempre la verità sull’uomo. Secondo i vescovi, all’origine della crisi ci sono: la perdita di valori morali come l’onestà, il dilagare della cupidigia, la mancanza di controllo delle strutture finanziarie. Tra le vittime dell’attuale crisi bisogna mettere in primo piano le famiglie e i giovani. In Spagna, inoltre, particolarmente grave è il problema della disoccupazione, che colpisce circa 4 milioni di cittadini. I vescovi denunciano, poi, la scarsa protezione offerta alle famiglie e la politica contraria alla natalità, in netto contrasto con l’importanza che negli ultimi anni ha avuto il fattore umano nello sviluppo della società. Altre categorie fiaccate dalla crisi sono i piccoli imprenditori, i contadini e gli immigrati. “Il nostro Paese - affermano esplicitamente i vescovi - ha raggiunto un alto livello di benessere durante gli ultimi anni, che però non è stato amministrato correntemente e ci ha portato a vivere al di sopra delle nostre possibilità”. “Senza Dio, non è possibile un vero sviluppo”, aggiungono i vescovi spagnoli, che si domandano: “Quale tipo d’uomo tentiamo di promuovere con l’attuale stile sociale? Possiamo considerare vero sviluppo quello che chiude l’uomo in un orizzonte intraterreno, fatto solo di benessere materiale e che fa a meno dei valori morali, e della dimensione trascendente della vita?”. Come soluzione alla crisi il documento dei vescovi indica l’azione in favore della creazione di “un lavoro decente” e un’attenzione particolare agli immigrati, per i quali è stata recentemente approvata una legge che limita i loro diritti. I vescovi ribadiscono, poi, l’urgenza degli impegni permanenti della Chiesa in favore del diritto alla vita e verso i poveri e gli emarginati, e le attività dei suoi organismi di pastorale sociale come la Caritas, ‘Manos Unidas’ e altre associazioni. Infine, nella dichiarazione dei vescovi spagnoli, c’è un appello a tutti i cittadini in favore di una presa di coscienza sugli obblighi di ciascuno verso i più bisognosi, di un discernimento sull’uso del denaro pubblico, la ricerca sempre e soprattutto del bene comune e l’adozione di misure concrete di aiuto economico da parte dei fedeli. (Dalla Spagna, Ignacio Arregui)

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    Giappone: celebrata la Giornata della vita contro aborti e suicidi

    ◊   È stata celebrata ieri in Giappone la Giornata per la vita promossa dalla Conferenza episcopale locale e organizzata dal Centro di azione sociale Sinapis dell’arcidiocesi di Osaka. Il Paese asiatico, infatti, riferisce Asianews, è afflitto in maniera particolare dal problema degli aborti e dei suicidi: circa 350mila ogni anno le interruzioni volontarie di gravidanza e 32mila sono state le persone che si sono tolte la vita nel 2008, un dato in costante aumento. Questo causa anche un progressivo invecchiamento della popolazione, con evidenti conseguenze in ambito economico e sociale. “La vita è un tesoro di santità, che deve essere protetto a tutti i costi – ha detto mons. Goro Matsuura, vescovo ausiliare di Osaka nel suo intervento – imparare a riconoscere e a rispettare la dignità di ogni essere umano, anche quelli non ancora nati, è la chiave per migliorare la società e il mondo in cui viviamo”. “Cadere da un albero e ferirsi è cosa diversa dall’essere colpiti con un ramo da una persona – ha aggiunto con una metafora – anche se la ferita è identica, nel secondo caso siamo davanti a un attacco della dignità dell’uomo: questo non va tollerato, se si vuole migliorare l’umanità”. Attualmente in Giappone nascono 7,6 bambini ogni mille abitanti, ma il tasso di aborti, come pure quello dei morti suicidi, resta tra i più alti del mondo: per questo la Chiesa giapponese ha deciso che il 2010 sarà un anno interamente dedicato alla sensibilizzazione verso il tema della tutela della vita. (R.B.)

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    Brasile: i vescovi chiedono leggi contro la corruzione

    ◊   Una lettera per chiedere che si dica basta alla corruzione a tutti i livelli, nazionale, regionale e comunale e alla corruzione dei poteri dello Stato è quella scritta al governo dai vescovi brasiliani del Consiglio episcopale di pastorale riuniti nella sede della Conferenza episcopale locale. La lettera, inviata in copia all’agenzia Fides, porta la data del 10 dicembre, in cui è stata celebrata la Giornata mondiale di lotta alla corruzione. Il fenomeno in Brasile è particolarmente vivo, così i vescovi hanno scritto ai politici e agli impiegati pubblici chiedendo loro di lavorare con coscienza nel loro servizio per il bene della società, perché “la corruzione mina la democrazia che dà al popolo il principio del potere”. I presuli chiedono azioni energiche e leggi esemplari per punire chi è coinvolto e ricordano di aver presentato al Congresso nazionale un disegno di legge sul tema, chiamato ‘Ficha Limpa’, che ha l’obiettivo di modificare la norma affinché sia impossibile l’elezione per chi è stato condannato in primo grado per un reato grave. I vescovi concludono con una preghiera perché i politici siano fedeli al mandato del bene comune del Brasile. (R.B.)

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    Turchia: le Chiese europee incontrano le autorità per chiedere la tutela delle minoranze religiose

    ◊   Una delegazione del Consiglio ecumenico delle Chiese (Coe) e della Conferenza delle Chiese d’Europa (Kek) ha incontrato alla fine di novembre in Turchia il vice primo ministro Bülent Arınç ed alcuni rappresentanti della presidenza degli affari religiosi per discutere di minoranze religiose. Le autorità turche hanno espresso la volontà di garantire a tutte le minoranze del Paese l’esercizio del diritto alla libertà religiosa e con i delegati delle Chiese hanno discusso del ruolo che le Chiese e le organizzazioni ecumeniche internazionali possono giocare per contribuire attivamente perché la Turchia possa entrare a far parte dell’Unione europea. Ad Istanbul la delegazione ecumenica ha incontrato inoltre il patriarca Bartolomeo I, l’arcivescovo Aram Atesian del patriarcato armeno, e rappresentanti della comunità ortodossa siriana. Colloqui si sono svolti anche con la comunità ebraica e ad Ankara, la delegazione ecumenica è stata accolta, al monastero ortodosso siriano Mor Gabriel, dall’arcivescovo Mor Timotheos Samuel Aktas, responsabile della comunità religiosa. Con il Coe e la Kek le Chiese di Turchia hanno affrontato diversi argomenti e tra le difficoltà sulle quali si sono confrontate si è discusso in particolare del non riconoscimento dello “statuto ecumenico” del patriarca ecumenico e del suo patriarcato, gli ostacoli alla riapertura della Scuola teologica di Chalki e il patriarcato armeno ha ricordato le restrizioni che esistono sul diritto di proprietà di diverse chiese, scuole e ospedali. (T.C.)

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    Congo: epidemia mortale di meningite

    ◊   È partita probabilmente dall’istituto tecnico Maizako di Kisangani, nella Repubblica Democratica del Congo, la terribile epidemia di meningite mortale che in pochi giorni ha ucciso 17 persone. Le prime vittime di questa forma virale di meningococco C risalgono alla fine di novembre e sono state una dozzina di studenti della scuola, ma si contano già un centinaio di contagi e una quarantina di guarigioni, precisa l’agenzia Fides. Il governo ha varato un protocollo d’emergenza per la distribuzione dei farmaci e sta procedendo a quella dei vaccini, ma ha allertato che il prezzo per molti potrebbe essere proibitivo. Kisangani si trova al centro della ‘fascia africana della meningite’, dove il virus colpisce centinaia di persone in più rispetto alla media globale che è di 3 persone ogni 100mila. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avvisa che è in preparazione un vaccino più efficace rispetto a quello attualmente disponibile, ma la malattia, che all’inizio del 2009 ha infettato 25mila persone e ne ha uccise 1500, resta ancora una minaccia. (R.B.)

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    I vescovi sudafricani: i Mondiali di calcio, grande opportunità ma anche rischio per i poveri

    ◊   La Coppa del Mondo di Calcio rappresenta per il Sudafrica “una grande opportunità”, ma, al tempo stesso, porta con sé “molti rischi e minacce”, non ultima quella di un’ulteriore emarginazione dei poveri e quindi di un indebolimento della coesione sociale del Paese. Lo rileva la Commissione Giustizia e Pace sudafricana in una nota di commento pubblicata sul sito della Conferenza episcopale, in cui invita i fedeli a una riflessione sui reali benefici che questo importante evento sportivo porterà al Paese. Un evento che ha suscitato sentimenti contrastanti tra i cittadini sudafricani: da un lato grandi aspettative ed entusiasmo, dall’altro scetticismo e ostilità. Il primo punto della riflessione di Giustizia e Pace riguarda i benefici economici: se, per un verso, c’è “una buona probabilità che la Coppa del Mondo darà un’importate spinta alla crescita economica del Paese” (grazie agli investimenti nelle infrastrutture, alla valorizzazione delle capacità imprenditoriali e alla promozione del turismo), “non vi è alcuna garanzia che tali benefici arriveranno ai poveri”. Lo dimostra il fatto che la crescita economica di questi ultimi dieci anni ha portato ad un allarmante aumento del divario tra ricchi e poveri in Sudafrica “diventato il più grande del mondo”. Un’altra preoccupazione evidenziata dalla Commissione Giustizia e Pace riguarda l'impatto ambientale negativo dei Mondiali: il Sudafrica non ha infatti le infrastrutture necessarie per fare fronte all’aumento delle emissioni di CO2 e dei rifiuti prodotti dall’enorme afflusso di gente nel Paese. Inoltre - evidenzia ancora la nota - gli stadi in costruzione, per i quali sono state investite cifre astronomiche, rischiano di restare “grandi cattedrali nel deserto”, dal momento che è poco probabile che in futuro potranno essere regolarmente riempiti. Un altro aspetto sul quale si sofferma la nota sono gli effetti della Coppa del Mondo sulla coesione sociale e l’unità nazionale. Se per molti sudafricani essa ne potrebbe risultare rafforzata, alcune situazioni di fatto fanno temere il contrario: la debolezza della squadra sudafricana (e la sua probabile eliminazione), l’ulteriore emarginazione dei poveri, l’aumento della criminalità già alta nel Paese e del traffico di esseri umani. La nota invita quindi i cristiani a promuovere “attivamente gli obiettivi nobili della Coppa del Mondo”, sensibilizzando allo stesso tempo l’opinione pubblica e le autorità sui rischi e le minacce che ostacolano il loro raggiungimento. (L.Z.)

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    Gambia: migliaia di fedeli per il tradizionale pellegrinaggio al Santuario della Regina della Pace

    ◊   Migliaia di fedeli gambiani e senegalesi hanno partecipato nei giorni scorsi al tradizionale pellegrinaggio annuale al Santuario di Nostra Signora Regina della Pace di Kunkujang Mariama, nel Gambia occidentale. A presiedere il solenne evento, giunto alla sua 23.ma edizione, è stato mons. Robert Patrick Ellison, arcivescovo di Banjul. Nell’omelia - riferisce la stampa locale ripresa dall’agenzia Apic - il presule di origine irlandese ha espresso parole di elogio per il Gambia che – ha detto – è attualmente uno dei paesi più pacifici dell’Africa Occidentale. Egli ha quindi esortato i fedeli a continuare a pregare con un fervore “ancora più grande”, esprimendo l’auspicio di potere vedere la pace e la stabilità consolidarsi nel Paese. “Il prezzo di questa pace - ha sottolineato - è una società giusta: nessuno può ignorare questa realtà”. Già colonia britannica divenuta indipendente nel 1965 e unita al Senegal dal 1981 al 1989, il Gambia è uno dei paesi più poveri dell’Africa, con quasi l'80% della popolazione attiva occupata nell'agricoltura. A partire dal 1997 ha avviato un sia pur timido processo di democratizzazione. La religione più diffusa è l’Islam, seguito dalla religione tradizionale africana e dal cristianesimo. I cattolici rappresentano appena lo 0,2% della popolazione. (L.Z.)

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    Cina: le comunità cattoliche preparano il Concerto natalizio aperto a tutti

    ◊   Miserere Mei Deus, Ave Maria, Holy Night, Hodie Christus Natus Est, Adeste Fideles, Gloria... sono alcuni dei canti più noti presenti nel programma dei concerti natalizi che tante parrocchie della Cina continentale stanno preparando all’approssimarsi del Natale, anche con una spiccata connotazione legata all’evangelizzazione. “Infatti – conferma all'agenzia Fides un sacerdote della diocesi di Shanghai - il concerto natalizio sarà aperto a tutti, la porta della chiesa sarà spalancata per tutti, e ben venga anche chi vuole offrire la propria voce per rendere gloria a Gesù Bambino, cattolici e no. Per noi, Natale non è solo una festa cristiana – prosegue il sacerdote - ma anche una opportunità di evangelizzazione. Mai come oggi tanti giovani e tanta gente comune è interessata alla Chiesa, alla fede, quindi prendiamo l’occasione della grande festa della Nascita di Gesù per invitare tutti a partecipare alla nostra gioia, a conoscerci”. Da Pechino a Shanghai, fino alle più piccole parrocchie e comunità ecclesiali di base della zone sperdute, l’atmosfera natalizia si sente già. La parrocchia di Jin Jia Xiang della diocesi di Shang Hai terrà il 19 dicembre il suo concerto natalizio intitolato “E’ nato un Bambino”. Ma non sarà un concerto che si svolgerà nel modo consueto: tra i 23 canti sacri natalizi è prevista infatti l’omelia del sacerdote. Sempre nella diocesi di Shang Hai, la parrocchia di S. Pietro ospita il “Coro maschile di Varsavia” che offrirà un concerto di canti natalizi polacchi. (R.P.)

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    Canada: comitato ad hoc per l’Organizzazione cattolica per lo Sviluppo e la Pace

    ◊   Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale canadese (Cecc) ha istituito un comitato ad hoc con l’incarico di aiutare l’Organizzazione cattolica per lo Sviluppo e la Pace (Occdp) a rivedere il suo mandato e le sue modalità operative. La decisione fa seguito alle raccomandazioni presentate alla recente plenaria autunnale a Cornwall da una speciale commissione d’inchiesta della Conferenza episcopale. La commissione era stata istituita a marzo in seguito ad una serie di accuse secondo cui l’Occdp avrebbe finanziato progetti che avrebbero coinvolto gruppi abortisti messicani. Al termine dell’indagine essa ha stabilito l’infondatezza delle accuse, ma ha formulato sette raccomandazioni che suggeriscono all’organismo di vigilare con più attenzione prima di attribuire sovvenzioni. Il nuovo comitato istituito dal Consiglio permanente della Cecc avrà appunto il compito di aiutare l’organismo dei vescovi a rivedere le sue modalità operative anche alla luce della recente enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”. Ne faranno parte mons. Pierre-André Fournier, arcivescovo di Rimouski, mons. André Gaumond, arcivescovo di Sherbrooke, mons. Fred Henry, vescovo di Calgary e mons. John Boissonneau, vescovo ausiliare di Toronto. Esso presenterà una relazione sui progressi compiuti dall’Occdp alla prossima plenaria autunnale del 2010. Alla riunione il Consiglio permanente ha anche nominato i tre membri del nuovo comitato ad hoc sulla vita e la famiglia. Sono: il vice-presidente della Cecc mons. Richard Smith, arcivescovo di Edmonton e i vescovi Ronald P. Fabbro e Gerald C. Lacroix. Il Comitato avrà il compito di preparare una strategia a medio e lungo termine per promuovere la cultura della vita e della famiglia in Canada e di presentare una proposta al Consiglio permanente prima della plenaria dell'autunno 2010. (L.Z.)

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    Polonia: pellegrinaggio dell'Infanzia missionaria dell’arcidiocesi di Czestochowa

    ◊   Sabato prossimo, 19 dicembre, la Pontificia Opera dell'Infanzia missionaria dell’arcidiocesi di Czestochowa ha promosso un pellegrinaggio alla chiesa di San Giacomo dove verrà presentato il materiale preparato per l’animazione missionaria di questo periodo e sarà celebrato l’invio missionario dei bambini e dei ragazzi. “Vogliamo che i bambini e i ragazzi diano nuova forza spirituale alle Opere missionarie della nostra arcidiocesi - ha detto all’agenzia Fides don Jacek Gancarek, direttore diocesano delle Pom di Czestochowa -. I bambini e i giovani sono la speranza anche della nostra Chiesa di Czestochowa”. All’iniziativa parteciperanno tutti i responsabili delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) dell’arcidiocesi, insieme al direttore arcidiocesano, don Jacek Gancarek. Sono stati invitati in modo particolare i diversi gruppi missionari di giovani, bambini e ragazzi: il volontariato missionario, gli animatori, i gruppi del Rosario, la Militia Immaculatae, i gruppi delle Pom delle diverse parrocchie e scuole dell’Arcidiocesi di Czestochowa. La Santa Messa sarà presieduta da mons. Antoni Dlugosz, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Czestochowa. In occasione del pellegrinaggio verrà presentato il nuovo materiale preparato per l'animazione, in particolare verrà presentata la catechesi missionaria sulla Chiesa in Pakistan e sulla situazione dei bambini nel paese asiatico. (R.P.)

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    Libro e conferenza per il 30.mo della morte di padre Riccardo Lombardi

    ◊   A 30 anni dalla morte del ‘Microfono di Dio’, come veniva soprannominato padre Riccardo Lombardi, il gesuita viene ricordato nel volume ‘Per un mondo nuovo. Vita di padre Lombardi’, scritto da Raffaele Iaria. Nella prefazione a cura dello storico Andrea Riccardi, padre Lombardi, morto il 14 dicembre 1979, viene indicato come una delle figure che per prima intuì la crisi del mondo cattolico e che tentò delle risposte, “cui poi più globalmente il Vaticano II ha dato una prospettiva” e che non risparmiò di denunciare con passione i problemi che aveva percepito all’interno della Chiesa e della società. Il libro, è un’occasione “per far conoscere un uomo che richiamava i cattolici a mettere Cristo al centro: un messaggio ancora attuale”: questa l’intenzione narrativa che l’autore, Iaria, ha riferito all’agenzia Sir. L’anniversario della morte del padre gesuita sarà celebrato anche domani pomeriggio alle 17.00 con una conferenza di Giancarlo Zizola e con una messa officiata da mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i laici, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma, in via della Conciliazione. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Conferenza di Copenaghen sul Clima: il giorno della protesta ambientalista

    ◊   Al termine della prima settimana di lavori, a Copenaghen sta per entrare nel vivo il vertice Onu sul clima. Oggi è previsto l’arrivo dei ministri delle diverse delazioni nazionali, che nel pomeriggio faranno il punto sullo stato dei negoziati. Intanto, nella capitale danese ha preso il via la grande manifestazione organizzata da oltre 500 gruppi ambientalisti. Il servizio di Marco Guerra:

    I risultati della prima settimana di negoziati saranno illustrati dai ministri e dai capi delegazione dei diversi Paesi nell’odierna sessione pomeridiana, che ha fra l’altro l’obiettivo di indicare la strada da percorrere nei prossimi giorni, quando si entrerà nella fase saliente del vertice alla presenza di tutti capi di Stato e di governo. Sul tappeto restano le due bozze di accordo principali: una, sotto la Convenzione Onu sul clima del ‘92, l'altra sotto il gruppo del Protocollo di Kyoto. Tra le novità principali, l'indicazione per uno stop della corsa al rialzo della temperatura media a 1,5-2 gradi. Entrambi i testi sono mossi dagli stessi principi: il grosso dei tagli delle emissioni a carico dei Paesi ricchi e contributo dei Paesi in via di sviluppo con azioni di riduzioni interne. Ma al momento, i target sono ancora lontani dall’essere fissati. Ieri, l’Europa ha rilanciato proponendo un’aumento dei tagli di Co2 dal 20 al 30% entro il 2020, legandolo però ad un impegno altrettanto ambizioso da parte degli altri attori della partita. L’Ue ha inoltre messo nero su bianco gli aiuti da destinare ai Paesi poveri per fronteggiare le catastrofi ambientali. L’accordo raggiunto ieri a Bruxelles dai 27 Stati membri prevede 7,2 miliardi di euro per il triennio 2010-2012.

     
     
    Pakistan
    Si è conclusa l'offensiva militare dell’esercito pakistano nella regione tribale del sud Waziristan lanciato a metà ottobre. Lo ha annunciato a Lahore il primo ministro del Pakistan, Yousuf Raza Gilani, sottolineando il successo riportato nei due mesi di combattimenti, durante i quauli sono rimasti uccisi circa 600 militanti talebani e 80 soldati. Le operazioni si sposteranno ora sul fronte degli insorti della vicina zona di Orakzai, ma il premier non ha precisato ancora alcuna data d’inizio. Poche ore prima dell’annuncio di Islamabad, il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, in un’intervista televisiva ha esortato il Pakistan a una “maggiore cooperazione” nella lotta al Qaeda. Le zone del Paese limitrofe con l'Afghanistan, ha aggiunto Obama, “sono l'epicentro dell'estremismo violento contro l'Occidente”.

    Afghanistan: ucciso da drone una delle "menti" di al Qaeda
    Si tratta di uno degli estremisti che organizzava le operazioni di al Qaeda a cavallo del confine con il Pakistan l'uomo ucciso da un drone statunitense in Afghanistan nei giorni scorsi. La conferma è arrivata grazie all’identificazione di un funzionario dell'antiterrorismo statunitense. L'uomo, che aveva contatti anche con gruppi terroristici in Africa orientale, tra cui al-Shabaab, ed era coinvolto in operazioni in tutto il mondo.

    Iraq: raggiungerà 12 milioni di barili al giorno
    La Compagnia russa Lukoil e la norvegese Statoil hanno ottenuto i diritti di sfruttamento per West-Qurna 2 nel Sud dell'Iraq, il più grande giacimento petrolifero del mondo. La coppia Lukoil-Statoil ha strappato il contratto grazie a un'offerta che prevede l'aumento della produzione di 1,8 milioni di barili al giorno. L'Iraq ha molti altri giacimenti di petrolio - inclusi dei maxi-siti - da offrire alle compagnie internazionali. Il ministro del Petrolio iracheno, Hussein al-Shahristani, ha precisato che il Paese raggiungerà una produzione di 12 milioni di barili al giorno in sei anni. L'aumento della capacità produttiva, sottolinea il ministro, “deriva dai contratti che il governo sta negoziando con le compagnie internazionali”.

    Turchia: chiuso partito filo-curdo
    La Corte costituzionale turca ha deciso oggi la messa al bando del partito filo-curdo Dtp (Partito della società democratica). Dopo l'annuncio della chiusura, centinaia di curdi hanno invaso le strade di Diyarbakir, città del sudest del Paese a maggioranza curda. A Instanbul, un centinaio di sostenitori del Dtp si sono radunati davanti alla sede della formazione politica dichiarata fuorilegge. Due deputati del partito filo-curdo sono stati sospesi dall'incarico parlamentare con effetto immediato.

    Gaza: palestinese ucciso da fuoco israeliano
    Un palestinese è stato ucciso oggi dal fuoco israeliano a est del campo profughi di El Bureij, nella striscia di Gaza, dopo che si era avvicinato al reticolato di confine con Israele. Intanto, sembrano essere iniziati i lavori per la costruzione di una barriera dal lato egiziano della linea di frontiera con Gaza. Si tratta di scavi per impedire la creazione di nuovi tunnel da parte dei palestinesi. Finora sono stati compiuti scavi per circa 800 metri.


    Economia: Grecia-Ue
    La Grecia onorerà i sui debiti senza ricorrere al Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo ha assicurato ieri il premier, Georges Papandreou, impegnato nella messa a punto di un complesso piano di risanamento dei conti pubblici ellenici. E sebbene Papandreou abbia escluso ogni possibilità di bancarotta, non accenna a placarsi lo scetticismo degli altri Paesi europei, preoccupati una ripercussione del debito greco sui mercati del Vecchio continente. Buone notizie, invece, dall’Ocse: secondo l'Istituto che rappresenta i 30 Paesi più industrializzati, le economie “continuano a mostrare segnali di ripresa” con il superindice che conferma Italia, Francia e Gran Bretagna a fare da traino.

    Abkhazia La Repubblica separatista georgiana dell'Abkhazia è impegnata oggi nelle elezioni presidenziali. Si tratta della quarta tornata dall’autoproclamazione dell'indipendenza nel 1993, ma delle prime elezioni dopo la guerra russo-georgiana dell'agosto 2008 e il successivo riconoscimento dell'indipendenza da parte di Mosca, Caracas e Managua. Il presidente uscente, Serghiei Bagapsh, spera di ottenere un secondo mandato. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
     
    Sono cinque i candidati con un solo grande favorito: il presidente uscente, Serghiei Bagapsh. Sono invece 131 mila sono gli aventi diritto che voteranno in 174 sezioni elettorali e 80 gli osservatori internazionali presenti. Vincerà chi avrà ottenuto il 50 per cento più uno dei voti, con un’affluenza alle urne superiore al 50 per cento, altrimenti si andrà al ballottaggio fra i due candidati più votati. Da tempo l’Abkhazia, regione separatista della Georgia, si è dichiarata indipendente, ma solo recentemente ha ottenuto il riconoscimento da parte del Cremlino e del Nicaragua, dopo la fine della guerra fra Mosca e Tblisi. La Georgia non riconosce la validità della consultazione: lo speaker del parlamento di Tblisi ha lanciato accuse di pulizia etnica e di occupazione del territorio nazionale. La situazione a Sukhumi è tranquilla anche se l’opposizione denuncia violazioni varie.

     
    Italia - Piazza Fontana
    “A 40 anni di distanza siamo ancora al punto di partenza”. Lo ha detto Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo, nel 40.mo della strage di Piazza Fontana. Il 12 dicembre del 1969, alle 16.37, una bomba esplose nella sede della Banca nazionale dell'agricoltura, a Milano, provocando la morte di 17 persone ed il ferimento di altre 88. Oggi, due cortei dividono il capoluogo lombardo: quello istituzionale e quello di partiti e dei gruppi che vogliono ricordare anche Pino Pinelli, l'anarchico morto precipitando dal quarto piano della Questura dopo due giorni di interrogatorio in merito all'attentato. Paolo Ondarza ha intervistato lo stesso Giovanni Berardi:

     
    R. - A quarant’anni di distanza, siamo ancora al punto di partenza. Dopo sette processi non si è arrivato a nulla. Siamo l’unico Paese al mondo dove ci sono state più stragi senza un colpevole. Al capo dello Stato ho scritto una lettera, augurandogli Buon Natale e chiedendogli - proprio a lui, che è la più alta carica istituzionale, capo della magistratura, delle Forze armate e di tutte le istituzioni nazionali – che si faccia qualcosa di concreto, cominciando dall’abolizione completa del segreto di Stato e non soltanto su Piazza Fontana, ma anche sul delitto Moro e su una lunga serie di fatti che sono caduti nel buio del nostro Paese.

     
    D. - Eliminare il segreto di Stato proprio per trasformare in concretezza quelle parole del presidente Napolitano: non dimenticare quella lezione, lavorare per alimentare la memoria…

     
    R. - Noi ci siamo interessati al segreto di Stato e pochissimi sanno che nel nostro Paese vige il segreto di Stato ancora su Caporetto, sulla strage delle Ginestre e su altre vicende passate. A decenni di distanza, vige ancora il segreto di Stato su questi avvenimenti. Non ci si rende conto di una cosa gravissima che può capitare oggi: se questo Paese non fa i conti con il suo passato - e non lo dico io, ma insigni intellettuali - siamo destinati a rivivere questo passato. Che Dio non voglia! Questa è la mia battaglia di fondo.

     
    D. - Da anni, le celebrazioni vengono caratterizzate dalla divisione ed anche oggi sono due i cortei…

     R. - Finché non si saprà la verità fino in fondo, senza se e senza ma, si continuerà in queste contrapposizioni che sono veleno per la nostra comunità.

     Cile
    Il Cile si prepara a scegliere il prossimo presidente. Domani, circa otto milioni e 200 mila cileni sono chiamati alle urne per indicare il successore della presidentessa, Michelle Bachelet. Favorito il candidato del centrodestra, il 60.enne miliardario, Sebastian Pinera, che i sondaggi danno oltre il 40%. La “Concertacion”, l’alleanza dei partiti di centrosinistra da 20 anni al potere, verrà probabilmente sconfitta al primo turno.

    Filippine: fine della legge marziale nel sud del Paese
    La presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, ha ordinato la fine della legge marziale nel sud del Paese, imposta per otto giorni dopo il massacro di 57 persone sull'isola di Mindanao. Le forze di sicurezza hanno fatto sapere di essere riuscite a fermare molti degli indagati coinvolti nel massacro del 23 novembre scorso. Gli arrestati sarebbero tutti parenti o sostenitori del governatore di Maguindanao, Andal Ampatuan Snr.

    Cina: raggiunto l'obiettivo dei nuovi posti lavoro per il 2009
    La Cina ha creato 9,4 milioni di posti di lavoro nelle aree urbane nei primi dieci mesi del 2009. Era questo l’obiettivo che il governo cinese contava di superare entro fine anno. Circa 4,4 milioni di disoccupati hanno trovato un nuovo lavoro nel periodo fra gennaio e ottobre. Nel frattempo, si è appreso da fonti locali che, il dissidente cinese Liu Xiaobo, arrestato un anno fa dopo la pubblicazione del documento pro-democrazia Carta ‘08, è stato incriminato formalmente di sovversione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 346

     
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