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Sommario del 30/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai vescovi argentini: illuminati dalla luce del Vangelo, costruite una Chiesa accogliente e misericordiosa
  • Lotta al narcotraffico, politiche contro la povertà e rapporti Stato-Chiesa nel colloquio tra il Papa e il presidente colombiano, Uribe
  • Altre udienze
  • Nel pomeriggio, concerto in Aula Paolo VI offerto dal presidente Napolitano al Papa, nel quarto anno di Pontificato
  • Al cardinale Bertone il Dottorato "honoris causa" dell'Università cattolica di Lublino: servono i valori cristiani in un'epoca di pessimismo
  • Vigilia della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul rapporto tra Dottrina sociale cattolica e diritti umani
  • Quinto anniversario della pubblicazione dell’Istruzione Erga migrantes caritas Christi
  • Dottorato "Honoris causa" dell'Università di Salamanca a padre Lombardi: discernere il male per mettere la comunicazione al servizio del bene
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La preparazione dei sacerdoti al centro dell’assemblea dell’episcopato brasiliano. Intervista con il cardinale Majella Agnelo
  • Si conclude il Convegno sulla Pastorale del turismo. Intervista con uno dei relatori, mons. Carlo Mazza
  • A Roma la prima tappa del pellegrinaggio dell'urna di don Bosco che girerà il mondo. Intervista con don Gianni Pussino
  • Chiesa e Società

  • Belgio: il Senato ritira la risoluzione contro le parole di Benedetto XVI sui preservativi
  • Iraq: mons. Sako condanna l’uccisione di tre cristiani nella zona di Kirkuk
  • Pakistan: solidarietà della Chiesa ai cristiani aggrediti dai talebani
  • Elezioni in India: il cardinale Oswald Gracias chiede ai cristiani di votare in modo saggio
  • L’Onu punta a ridurre la povertà malgrado la crisi
  • Senegal: il cardinale Sarr esorta i giovani a leggere la Bibbia
  • Isole Salomone: verrà ricostruita una chiesa danneggiata dallo tsunami
  • I documenti della Conferenza episcopale dell’Uruguay al termine dell’Assemblea plenaria
  • Movimento Lavoratori di Azione Cattolica chiede sicurezza, formazione e opportunità nel settore del lavoro
  • Si celebra oggi in Austria la Giornata dei disoccupati
  • Al via a Rimini la 32.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
  • Concluso il ciclo di incontri sulle Lettere paoline nella Basilica ostiense
  • 24 Ore nel Mondo

  • Continua l’offensiva contro i talebani in Pakistan, mentre una scuola di Lahore vieta abiti occidentali alle ragazze
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai vescovi argentini: illuminati dalla luce del Vangelo, costruite una Chiesa accogliente e misericordiosa

    ◊   Il ministero episcopale, il ruolo dei sacerdoti, il contributo dei laici nella vita della Chiesa e della società: sono i tre temi forti del discorso rivolto stamani da Benedetto XVI al terzo gruppo di vescovi dell’Argentina in visita ad Limina, ricevuti nella Sala del Concistoro in Vaticano. Dal canto suo, il vicepresidente dell’episcopato argentino, mons. Luis H. Villalba - nel suo indirizzo d’omaggio - si è soffermato sulle principali sfide che la Chiesa argentina è oggi chiamata ad affrontare. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Il vescovo si comporti con i fedeli sempre come uno che serve, ispirandosi costantemente all’esempio del Signore: è l’esortazione di Benedetto XVI ai presuli argentini a conclusione della loro visita ad Limina. Davvero, ha detto il Papa, quello di vescovo “è un titolo di onore” quando si vive con questo spirito di servizio e di umile partecipazione alla missione di Cristo:

     
    La contemplación frecuente de la imagen del Buen Pastor…
    “La costante contemplazione dell’immagine del Buon Pastore - è stato il suo richiamo - servirà da modello e incoraggiamento nei vostri sforzi per annunciare e difendere il Vangelo”. Darà inoltre impulso a prendersi cura dei fedeli “con dolcezza e misericordia, a difendere i deboli e a spendere la vita in una costante e generosa dedizione al popolo di Dio”. Ha così esortato i vescovi argentini a promuovere nelle proprie comunità diocesane l’esercizio della carità, specie verso i più bisognosi:

     
    Con vuestra cercanía y vuestra palabra, con la ayuda material y la oración…
    “Con la vostra vicinanza e la vostra parola, con l’aiuto materiale e la preghiera” e “con la luce che viene dal Vangelo”, ha soggiunto, date una testimonianza “concreta e visibile dell’amore di Cristo tra gli uomini”, costruendo una Chiesa famiglia di Dio “sempre accogliente e misericordiosa con i più poveri”. Ed ha ribadito che bisogna insistere sull’importanza della preghiera di fronte all’attivismo, “ad una visione secolarizzata del servizio caritativo dei cristiani”:

     
    Ese contacto asiduo con Cristo en la plegaria trasforma el corazón…
    “Questo contatto assiduo con Cristo nella preghiera - ha detto - trasforma il cuore dei credenti, aprendolo alle necessità” della gente. E tuttavia, ha aggiunto richiamando la Deus caritas est, non bisogna “ispirarsi alle ideologie del miglioramento del mondo, ma farsi guidare dalla fede che nell'amore diventa operante”. Benedetto XVI ha quindi rivolto il pensiero ai sacerdoti, spronandoli ad identificarsi sempre più con il Signore e ad essere esempio di virtù per il proprio gregge. Né ha mancato di offrire la sua riflessione sulla vocazione specifica dei laici nella vita ecclesiale. I fedeli, ha evidenziato, “animati dall’amore di Cristo” devono “partecipare attivamente alla missione della Chiesa così come alla vita sociale, politica, economica e culturale del proprio Paese”:

     
    Los católicos deberán destacar entre sus conciudadanos…
    “I cattolici - è stato il suo monito - devono distinguersi tra i propri concittadini per l’osservanza esemplare dei loro doveri civili, così come per l’esercizio delle virtù umane e cristiane che contribuiscono a migliorare le relazioni personali, sociali e di lavoro”. Il Papa ha esortato i fedeli laici a promuovere in modo speciale quei valori che sono essenziali per il bene comune della società come la pace, la giustizia, la solidarietà, e ancora la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale e il diritto dei genitori ad educare i propri figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose.

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    Lotta al narcotraffico, politiche contro la povertà e rapporti Stato-Chiesa nel colloquio tra il Papa e il presidente colombiano, Uribe

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto stamani in Vaticano il presidente della Repubblica di Colombia, Álvaro Uribe Vélez. Il colloquio, informa una nota della Sala stampa vaticana, ha permesso “un fruttuoso scambio di opinioni su temi attinenti all’attuale congiuntura internazionale e regionale”. Tra gli aspetti della situazione del Paese sudamericano affrontati, in particolare la “lotta al narcotraffico” e “le politiche sociali intese a migliorare le condizioni di vita di tante persone che vivono ancora in condizioni di povertà”. Infine, conclude la nota, il Papa e Uribe hanno parlato della “collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ai fini del consolidamento della pacificazione nazionale”.

    Successivamente al colloquio con il Pontefice, il presidente colombiano si è incontrato con l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e l’arcivescovo Luigi Bonazzi, nunzio apostolico in Lituania, Lettonia ed Estonia.

    Ieri, il Papa aveva ricevuto in udienza il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”.


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    Nel pomeriggio, concerto in Aula Paolo VI offerto dal presidente Napolitano al Papa, nel quarto anno di Pontificato

    ◊   Per celebrare il quarto anniversario di Pontificato di Benedetto XVI, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, offrirà nel pomeriggio al Papa un concerto in suo onore. L’esecuzione avrà inizio alle 17 in Aula Paolo VI ad opera dell’Orchestra sinfonica e del Coro sinfonico “Giuseppe Verdi” di Milano, diretti dai maestri Xian Zhang e Erina Gambarini, su musiche di Haydn, Mozart e Vivaldi. La nostra emittente trasmetterà il concerto in radiocronaca diretta a partire dalle 16.50, con commento in italiano per la zona di Roma.

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    Al cardinale Bertone il Dottorato "honoris causa" dell'Università cattolica di Lublino: servono i valori cristiani in un'epoca di pessimismo

    ◊   E' iniziato questa mattina, con un appuntamento di prestigio, il viaggio in Polonia del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in programma fino a domenica prossima. Il porporato è stato insignito del Dottorato honoris causa in Diritto civile, canonico e amministrativo dall’Università Cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino. In precedenza, il cardinale Bertone aveva presieduto la Messa, mettendo in risalto all’omelia il ruolo dell’Università cattolica nel radicamento dell’umanesimo cristiano, in un’epoca come quella attuale pervasa, ha detto, pervasa dal pessimismo di chi ha smarrito il rapporto con Dio. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    La società moderna spesso “svende” i suoi valori: la vita messa a rischio, istituzioni come la famiglia prive di tutela. La Chiesa moderna lotta per difenderli e in questa quotidiana battaglia la prima linea è certamente occupata dalle Università cattoliche, luoghi adatti per “imparare il realismo e la fiducia di Dio”. Sono concetti che il cardinale Bertone ha affidato alla comunità accademica di Lublino, prima tappa del suo viaggio in Polonia. Nel luogo dove in modo forte si percepisce la presenza di Giovanni Paolo II, il segretario di Stato ha ricordato l’epoca “dell’ipocrisia comunista” e, sul versante opposto, la “fermezza intellettuale” e la “libertà spirituale” che l’Università cattolica incarnò per la Polonia, dominata dal giogo ateo del socialismo reale.

     
    Nel 21.mo secolo, ha rilevato il cardinale Bertone, “si abusa spesso dell’uso della parola, sia nelle dichiarazioni dei partiti politici tra loro in opposizione, sia negli slogan pubblicitari che seguono le regole del mercato e del consumismo. In tale situazione acquistano grande importanza la contemplazione della Parola di Dio e la riflessione, che conduce alla scoperta della verità”. Aspetti, ha detto il porporato, che in duemila anni di storia la Chiesa ha sempre testimoniato, come dimostrano, fra l'altro, le antiche radici cristiane dell’Europa:

     
    “Chiesa non si rinchiude in se stessa, non tiene per sé la gioia del Vangelo, ma partecipa attivamente al dramma della sofferenza umana, per trasformare con la forza di Cristo l’esperienza della sofferenza - di ogni sofferenza - in avvenimento ricco di senso e di speranza ritrovata”.

     
    Oggi, ha affermato ancora il cardinale Bertone, “nelle condizioni mutate del mondo odierno globalizzato, in cui si verificano dei profondi cambiamenti culturali” - e in cui serve riscoprire la solidarietà tra Dio e l’uomo “per superare il pessimismo di questo tempo - la “responsabilità” di ribadire i capisaldi dell’umanesimo cristiano “ricade - ha detto - sulla vostra generazione”:

     
    “Vi auguro cordialmente, che anche nei nostri giorni, l’Università Cattolica, che richiama alla memoria il nome di Giovanni Paolo II, mostri tutti quei valori in cui viene espressa la sostanza dell’umanesimo cristiano. Anche se oggi la società è tentata di “svendere” i valori, e la persona viene talora ridotta a un oggetto, la Chiesa non si sottrae alla sfida di ribadire sempre la dignità intangibile di ogni persona umana, creata ad immagine di Dio”.

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    Vigilia della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul rapporto tra Dottrina sociale cattolica e diritti umani

    ◊   Inizieranno domani alla Casina Pio IV, in Vaticano - e si protrarranno fino al 5 maggio - i lavori della 15.ma Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Tema in discussione, “La Dottrina Sociale Cattolica e i Diritti Umani”. Gli esperti internazionali che vi partecipano dibatteranno del progressivo indebolimento degli elementi del diritto a fronte del sorgere di nuovi diritti che talvolta non sembrano tenere in conto delle inalienabili libertà della persona umana. Sulla questione, Xavier Sartre, della redazione fraancese della nostra emittente, ha sentito il cancelliere dell’Accademia pontifica, mons. Marcelo Sanchez Sorondo:
     
    R. - Il problema fondamentale è il fondamento dei diritti umani, perchè se questi diritti umani non hanno una visione del Magistero, se questi diritti umani non hanno una fondazione nella legge naturale, nella legge eterna, in Dio in sostanza, perdono la loro consistenza e forza e sono soggetti a sempre nuove interpretazioni, a sempre nuovi cambiamenti. E se, naturalmente, dipendono solo dalla legge positivistica possono essere perfino falsi diritti.

     
    D. - Cosa ha aggiunto la Dottrina sociale cattolica ai diritti umani?

     
    R. - La Dottrina sociale cattolica è alla base dei diritti umani, perchè i diritti umani si può dire che comincino già nei Comandamenti, che sono doveri, ma anche diritti: io ho il dovere e il diritto di amare Dio. Ma, certamente, un punto fondamentale è stata l’idea della persona umana, che viene come noto dalla riflessione della Chiesa sul mistero della Trinità. Quindi, il concetto di persona è un prodotto del cristianesimo. Ma anche il concetto di libertà viene dal cristianesimo. Le altre civiltà non conoscono il concetto di libertà, neanche i greci. Diciamo che tutti i diritti umani sono fondamentalmente derivati dal messaggio di Cristo. Sappiamo che già al tempo della scoperta dell’America c’erano i teologi di Salamanca che parlavano del diritto di tutte le genti, fondato sulla legge naturale. Ciò che, in definitiva, ci lascia perplessi è che oggi questi diritti umani non hanno un orizzonte teologico, che può essere naturale, cioè fondato sulla legge naturale, o che può essere perfino soprannaturale, cioè fondato su quello al quale il Papa si richiama nelle ultime encicliche: la carità, la speranza. Questi diritti umani possono sgretolarsi.

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    Quinto anniversario della pubblicazione dell’Istruzione Erga migrantes caritas Christi

    ◊   “La carità di Cristo verso i migranti ci stimola ad affrontare i loro problemi che riguardano ormai il mondo intero. Infatti, tutti i Paesi, per un verso o per l’altro, si confrontano oggi con l’irrompere del fenomeno delle migrazioni nella vita sociale, economica, politica e religiosa, un fenomeno che sempre più va assumendo una configurazione permanente e strutturale”. Con queste parole si apre l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi (La carità di Cristo verso il migrante), approvata dal Papa Giovanni Paolo II il primo maggio 2004, Festa di San Giuseppe lavoratore, e pubblicata dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il 3 maggio seguente. Il documento intendeva “aggiornare la pastorale migratoria (…) passati ormai trentacinque anni dalla pubblicazione del Motu proprio di Papa Paolo VI Pastoralis migratorum cura e dalla relativa Istruzione della Sacra Congregazione per i Vescovi De pastorali migratorum cura”. Dopo cinque anni dalla sua promulgazione, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha ritenuto opportuno rievocarla anche con la convocazione di un Congresso mondiale per la pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, incentrato sul tema “Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell’era della globalizzzazione”. All’incontro, in programma da 9 al 12 novembre prossimi, è prevista la partecipazione di rappresentati delle Commissioni episcopali per la pastorale dei migranti e rifugiati di vari Paesi. Durante il Congresso saranno discusse questioni legate al fenomeno migratorio, quali la globalizzazione, l’urbanizzazione, la cooperazione tra la Chiesa di origine e quella di arrivo dei migranti e dei rifugiati. Saranno anche affrontati temi del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale. Punto culminante del Congresso sarà l’udienza con Benedetto XVI che, in occasione dell’ultima Plenaria del dicastero pontificio, il 15 maggio dello scorso anno, aveva sottolineato: “A nessuno sfugge (…) che la mobilità umana rappresenta, nell’attuale mondo globalizzato, una frontiera importante per la nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perciò a proseguire nel vostro impegno pastorale con rinnovato zelo, mentre, da parte mia, vi assicuro la mia vicinanza spirituale”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Dottorato "Honoris causa" dell'Università di Salamanca a padre Lombardi: discernere il male per mettere la comunicazione al servizio del bene

    ◊   E’ stata dedicata ai “nuovi problemi di comunicazione visti da Roma” la Lectio Magistralis tenuta da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nonché direttore generale della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, che ieri ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa, conferitogli dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università di Salamanca, in Spagna. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    “Fare sì che la stampa, la radio, la televisione siano strumenti e vie di benedizione” e soprattutto lavorare tutti di più perché si possa anche dire: “benedetta Rete!”. Questo l’auspicio lanciato alla fine da padre Lombardi, dopo avere illustrato i veloci e complessi cambiamenti della comunicazione sociale negli ultimi decenni, partendo proprio dalla serie di vicende che, nell’ultimo anno, hanno visto “la Chiesa cattolica, e in particolare il Papa e il Vaticano, al centro di dibattiti di notevole rilevanza nei media di diversi Paesi”. Vicende di cui sono stato testimone - ha detto padre Lombardi - impegnato a “cercare le vie per stabilire un confronto e un dialogo più organico e costruttivo fra la comunicazione della Santa sede e il mondo odierno”. Ha citato tra i casi più controversi, il discorso del Papa a Ratisbona, la remissione della scomunica ai vescovi tradizionalisti e al vescovo Williamson, negazionista dell’Olocausto e il dibattito sui preservativi nella lotta contro l’AIDS nei Paesi africani”. Ma “del resto - si è chiesto - quale istituzione o grande personalità odierna che si trovi continuamente nell’occhio dei media non è frequentemente oggetto di critiche?”. “Perché dovremmo pensare che il Papa o la Chiesa, in un mondo secolarizzato come il nostro, debbano fare eccezione?”

     
    Dunque, inevitabile quando si affrontino temi sensibili procedere in modo dialettico, senza evitare il dibattito, ma sempre cercando “senza scoraggiarsi” di arrivare “a qualche risultato positivo per una comprensione migliore della posizione della Chiesa.” Così come padre Lombardi ritiene si sia realizzato anche nei casi citati, oltre il clamore e le ondate critiche sensazionalistiche suscitate, ricordando che tutto il Magistero della Chiesa sulle comunicazioni sociali è caratterizzato da un “tono positivo”, pure ben sapendo che le potenzialità dei media aumentano i rischi di farne cattivo uso. Così, “cercando la strada buona per la Chiesa”, si cercano “strade che possano essere interessanti e utili per tutti”. Qui si è soffermato padre Lombardi sugli scenari della Rete, citando in particolare il canale vaticano aperto su You Tube, in quattro lingue, con videonews quotidiane, che ha aperto un cammino da percorrere “con fiducia, ma anche con prudenza e consapevolezza”. Essenziale però - ha concluso padre Lombardi - è mettere “la comunicazione nella sua giusta prospettiva di servizio disinteressato al bene dell’umanità”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il discorso di Benedetto XVI a un gruppo di vescovi argentini in visita ad limina

    Il dibattito sugli ogm: in prima pagina, un articolo di Francesco Valiante dal titolo “Quando si sgomita per arruolare il Vaticano”

    Nell’informazione internazionale, in rilievo la conferenza stampa per i primi cento giorni di Barack Obama alla Casa Bianca

    Essere per gli altri per esistere con gli altri: in cultura, un articolo di Raffaele Alessandrini sulla lectio magistralis del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, all’università di Lublino

    Il carcere come nessuno l’aveva mai raccontato: stralci della relazione di Clementina Mazzucco tenuta nell’ambito della “Lectura Patrum Fodiensis” sul diario della martire Perpetua

    Nel laboratorio del genio: un articolo di Paolo Galluzzi sulla mostra dedicata a Leonardo a Palazzo Venezia

    Haydn e Mozart in versione ottimista: Marcello Filotei sul concerto offerto al Papa dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano

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    Oggi in Primo Piano



    La preparazione dei sacerdoti al centro dell’assemblea dell’episcopato brasiliano. Intervista con il cardinale Majella Agnelo

    ◊   Si chiude domani ad Itaici/Indaiatuba, nello Stato di San Paolo, la 47.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb). I presuli del Paese sudamericano si sono soffermati in particolare sulla sfida della formazione dei presbiteri. Per un primo bilancio dell’assise, il nostro inviato ad Itaici, Silvonei Protz, ha intervistato il cardinale Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di São Salvador da Bahia:

    R. - Il nostro sforzo è rivolto ad una sempre migliore preparazione dei nostri presbiteri per la causa del Vangelo, affinché siano veri discepoli di Cristo, veri evangelizzatori. Poi, il Santo Padre ci ha offerto l’Anno Paolino che ha fatto sì che San Paolo fosse veramente un esempio per gli evangelizzatori. Io credo sempre - come anche la Chiesa - che tutti noi abbiamo bisogno di esempi che ci aiutino. Ogni sacerdote, sicuramente, è stato chiamato da Dio alla vocazione sacerdotale, ma ciò è sicuramente passato attraverso l’esempio di un sacerdote nella sua vita, che lo ha attratto ed ispirato a seguire la vocazione.

     
    D. - Oggi, qual è il messaggio che la Chiesa in Brasile - una Chiesa molto viva, con molte realtà diverse - vuole dare anche alle altre Chiese, in considerazione anche del Sinodo dei vescovi per l’Africa indetto per quest’anno?

     
    R. - Noi abbiamo fiducia nella Chiesa, nei nostri presbiteri. Abbiamo fiducia che l’unione tra noi vescovi ci aiuterà sempre ad affrontare le situazioni che possono cambiare nella vita. Credo che prendiamo coscienza sempre più di questi cambiamenti e della necessità di operare sempre con attenzione. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Si conclude il Convegno sulla Pastorale del turismo. Intervista con uno dei relatori, mons. Carlo Mazza

    ◊   Confrontare idee ed esperienza al fine di mettere a punto una pastorale più aggiornata. E’ l’obiettivo dell’incontro promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ed incentrato sul tema: “La Pastorale del Turismo oggi, a 40 anni dal Direttorio Peregrinans in Terra”. Il convegno, che si conclude oggi, è anche l’occasione per ribadire lo sforzo di “far sentire sempre più la materna presenza della Chiesa” nell’ambito del turismo. All’approccio della Chiesa per i turisti di oggi ha dedicato il proprio intervento mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza e già direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport. Ascoltiamo il presule, intervistato da Fabio Colagrande:

    R. - Il fenomeno del turismo, così come oggi lo si vede, richiede una modalità nuova di approccio al fenomeno da parte della Chiesa. Bisogna subito chiarire che il turismo è un ambito estremamente “volubile”, di difficile interpretazione e anche penetrazione, sotto il profilo della Chiesa. Tuttavia, questo non impedisce e non ferma la Chiesa nella sua missione di evangelizzare il turismo o meglio i turisti. Noi abbiamo uno sguardo sull’Italia, sull’Europa e sul mondo, i turismi sono molto diversi. Dovremo parlare di approcci più che di approccio, perché c’è un turismo di viaggio, così come si dice, c’è un turismo di massa che è il turismo dei vacanzieri, c’è un turismo settimanale, c’è un turismo d’arte, c’è un turismo dei luoghi anche alti della religiosità. Quindi, proprio per questa diversificazione, la Chiesa è chiamata a dare delle risposte precise e delle risposte anche diversificate, mantenendo ferme le risposte del Vangelo.

     
    D. - Eccellenza, lei ha una lunga esperienza per quanto riguarda la pastorale del turismo e in particolare la pastorale che è legata ai pellegrinaggi nei luoghi religiosi. Quanto il turismo può essere davvero di aiuto per la crescita spirituale?

     
    R. - Certamente, un grandissimo aiuto. Abbiamo interventi dei Sommi Pontefici a riguardo estremamente illuminanti. Anzitutto, una coltivazione dello spirito perché il viaggio è sempre un’avventura dello spirito, comunque lo si faccia e dovunque si vada. La coltivazione dello spirito e una condizione “sine qua non” per poter fare un viaggio che abbia un senso e che lasci una traccia dentro di noi. E’ importante coltivare lo spirito, e questo lo si può fare in tanti modi. In secondo luogo, dobbiamo certamente crescere in una comprensione della diversità. Ma questo non è sufficiente per poter affrontare una nuova realtà. Occorre andare senza pregiudizio, al limite preparati su quello che si sta per affrontare. In terzo luogo, occorre una grande capacità di stare insieme, cioè una forma di camminare nella comunità - soprattutto se si va in gruppi e in famiglie - e questo è importante proprio per non perdersi e non disperdersi, per non creare situazioni di smarrimento. Questa forza della comunità e della famiglia ci aiuta ad affrontare le situazioni che poi si andranno a vivere. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    A Roma la prima tappa del pellegrinaggio dell'urna di don Bosco che girerà il mondo. Intervista con don Gianni Pussino

    ◊   Arriva oggi a Roma nella basilica che porta il suo nome, l’urna contenente le spoglie di San Giovanni Bosco, che rimarranno esposte fino al prossimo 5 maggio. Parte così, il pellegrinaggio che i resti mortali del santo piemontese, compiranno in tutto il mondo nel bicentenario della sua nascita, che sarà celebrata nel 2015. Da domani fino a domenica, sempre a Roma, si svolgerà il primo Forum del Movimento giovanile salesiano dell’Italia centrale, con oltre 2000 giovani. Ma quanto è ancora attuale la figura di questo Santo nella società di oggi? Marina Tomarro lo ha chiesto a don Gianluigi Pussino parroco della basilica di San Giovanni Bosco a Roma.

    R. - Penso che il messaggio e l’esperienza educativa di don Bosco siano ancora attuali oggi. Il punto di forza di don Bosco è il sistema preventivo. Tante volte oggi, quando si parla dei giovani, è perché avvenuto qualche cosa, in genere, di negativo. Sarebbe stato molto più utile intervenire in maniera preventiva. Un sistema preventivo che come sappiamo è fondato su tre parole, tre esperienze: l’amorevolezza, la ragione e la religione come apertura al trascendente. Questo fa sì che don Bosco trovi accoglienza anche dove tante volte, in prima battuta, la Chiesa non è ben vista. Questo è chiaramente un impegno che ricade soprattutto sugli educatori. Non dimentichiamo che don Bosco è ricordato come un grande Santo educatore e nell’educazione egli ha trovato la via della santità.
     
    D. - Tanti giovani frequentano ancora oggi gli oratori salesiani, sono attirati da questo Santo…

     
    R. - Credo, anzitutto, perché don Bosco ispira simpatia per il suo modo di rendersi presente. Nel sistema educativo di don Bosco - al di là del fatto che la finalità è senz’altro quella di annunciare Gesù - l’oratorio rimane tante volte uno spazio dove è facile incontrarsi, relazionarsi, e dove allo stesso tempo, però, i ragazzi trovano una persona attenta, un educatore che sta loro vicino. I giovani oggi, molte volte, hanno bisogno di compagnia, vivono estreme situazioni di solitudine: avere vicino un educatore che spiega, che motiva, che ragiona, questo è ciò che tante volte fa sì che gli oratori siano ricercati.

     
    D. - In questi giorni, si svolgerà anche il primo forum dei giovani del Movimento giovanile salesiano dell’Italia centrale. Di che cosa si tratta?

     
    R. - Si tratta di un’esperienza di incontro per vivere insieme e condividere i valori della spiritualità giovanile salesiana. Si è voluto abbinare quest’anno don Bosco e San Paolo nell’Anno paolino. Il titolo è proprio “Abbagliati da una voce”, dove si mettono insieme questi due grandi annunciatori del Vangelo, che con la loro presenza anche profetica, nonostante le tante difficoltà, sono stati profeti di speranza. Si vuole che questo incontro del Movimento giovanile salesiano poi chiaramente avrà le sue ricadute nei diversi contesti locali dove i giovani operano.

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    Chiesa e Società



    Belgio: il Senato ritira la risoluzione contro le parole di Benedetto XVI sui preservativi

    ◊   Il Senato del Belgio ha affrontato, in commissione Affari esteri, la proposta di risoluzione che condanna le dichiarazioni del Papa circa l'uso del profilattico nella lotta contro l'Aids ed ha deciso di ritirarla. Ne dà notizia l’agenzia di stampa cattolica Cathobell. Com'è noto, il parlamento belga aveva votato due settimane fa circa una risoluzione che “condannava le parole del Papa sui preservativi”, pronunciate durante il viaggio apostolico in Camerun e Angola (17-23 marzo 2009). Risoluzione che l'ambasciatore belga presso la Santa Sede aveva comunicato a mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. Dopo i vescovi belgi anche il Vaticano aveva espresso “rammarico” per l’iniziativa del parlamento. “Nel frattempo - scrive Cathobel - un'altra mozione di condanna delle parole del Papa era stata depositata in Senato. Ritenuta eccessiva da molti partiti politici, e dunque non godendo del sostegno della maggioranza politica, la senatrice socialista fiamminga Marleen Temmerman ha deciso, martedì in Commissione, di ritirarla. Il dibattito sull’Aids tornerà in Senato a metà maggio ma nel contesto delle discussioni sulla cooperazione del Belgio in materia di sviluppo”. Quanto all’agenzia Cathobel, essa prosegue il lavoro informativo cominciato in Belgio nel 1944 dall’agenzia Cic, ed è integrata nel SIPI, il Servizio diocesano di stampa e di informazione della diocesi di Namur. Oltre a questa diocesi sostengono Cathobel la Fondazione San Paolo ed altre pubblicazioni cattoliche. (A.M.)

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    Iraq: mons. Sako condanna l’uccisione di tre cristiani nella zona di Kirkuk

    ◊   L’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha condannato fermamente l’omicidio di tre cristiani - due donne caldee e un siro-ortodosso - assassinati a colpi d’arma da fuoco tre giorni fa in Iraq. Parlando con l’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs) al termine dei funerali celebrati nella cattedrale di Kirkuk, il presule - riferisce l'agenzia Apic - ha ricordato “le lacrime e la tristezza” dei fedeli, addolorati per l’assassinio di persone “innocenti ed amate”. “Siamo tutti molto tristi”, ha detto mons. Sako. “Speriamo solo che il sangue di questi martiri ci porti, un giorno, pace e stabilità”. Ricordando, inoltre, che finora non c’è stato alcun arresto per questi crimini, l’arcivescovo di Kirkuk ha sottolineato che il movente all’origine di essi potrebbe essere “il costringere i cristiani ad andarsene dall’Iraq”. Ma il presule ha ribadito: “Non lasceremo il Paese. Abbiamo una missione e resteremo qui. Dobbiamo testimoniare i nostri valori cristiani. Anche se tenteranno di ucciderci, noi resteremo”. Dal canto suo, il direttore di Acs nel Regno Unito, Neville Kyrke-Smith ha affermato che “i cristiani in Irak stanno patendo un lungo Venerdì Santo tutti i giorni, e tuttavia conoscono poco la speranza della Risurrezione”. (I.P.)

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    Pakistan: solidarietà della Chiesa ai cristiani aggrediti dai talebani

    ◊   Vicinanza, solidarietà e sostegno concreto: è quanto ha espresso, a nome dei vescovi pakistani, padre Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione nazionale Giustizia e Pace, in seno alla Conferenza episcopale del Pakistan, ai cittadini cristiani aggrediti nei giorni scorsi dai talebani a Tiasar, quartiere della città di Karachi. Come comunicato all’agenzia Fides, padre Emmanuel ha visitato i luoghi della violenza con una delegazione composta di sacerdoti, religiosi e laici. Il gruppo ha incontro le autorità civili locali, nonché alcuni leader di movimenti sociali e politici, esprimendo preoccupazione e ribadendo l’appello e l’urgenza di fermare le minoranze integraliste di militanti talebani che intimidiscono le comunità cristiane in Pakistan. Il gruppo si è recato anche nell’ospedale per far visita ai diversi laici cristiani che hanno riportato ferite da arma da fuoco dopo l’attacco talebano. Padre Emmanuel ha incoraggiato i fedeli di Karachi, invitandoli a restare uniti e ad avviare un provvedimento legale perchè sia fatta giustizia e i colpevoli siano arrestati. “Tutti i cittadini pakistani sono uguali davanti alla legge e il governo e la magistratura non possono permettere e tollerare questa violenza”, ha sottolineato, assicurando il sostegno morale e materiale da parte della Conferenza episcopale in tale azione. “Le istituzioni hanno il dovere di fermare la talebanizzazione del paese”, ha ribadito. La comunità è stata anche invitata a non perdere la speranza e a continuare nella preghiera incessante, senza rispondere alla violenza con altra violenza. Nell’area di Tiasar, sobborgo di Karachi, vivono oltre 700 famiglie cristiane, molte delle quali appartengono al territorio della parrocchia di San Giuda. Si tratta soprattutto di famiglie povere, di operai e agricoltori, che conducono una vita semplice e tranquilla. (K.D.)

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    Elezioni in India: il cardinale Oswald Gracias chiede ai cristiani di votare in modo saggio

    ◊   Oltre 14 milioni di persone sono impegnate oggi in India in nove Stati e due territori dell'Unione nel terzo turno della maratona elettorale per il rinnovo della Lokh Sabha (Camera bassa) e del governo che si concluderà il 13 maggio prossimo. Le schede elettroniche relative al voto degli oltre 700 milioni di aventi diritto, saranno invece esaminate a partire dal 16 maggio. In complesso, 144 milioni di indiani dovranno scegliere oggi fra 1.567 candidati quelli che occuperanno i 107 seggi disponibili in questa terza tornata. Il voto riguarda gli Stati di Bihar, Karnataka, Madhya Pradesh, Maharashtra, Uttar Pradesh, Jammu e Kashmir, West Bengala, Gujarat e Sikkim, ed iterritori dell'Unione di Dadar e Nagar Haveli, e Daman & Diu. In questo momento cruciale per il futuro dello Stato asiatico, la Chiesa indiana ribadisce l’importanza della consultazione. Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, rivolge in particolare il proprio appello perché votino tutti i cittadini “in modo saggio”. Il voto - spiega il porporato all’agenzia Asianews - non è solo un diritto, ma anche un dovere. “La scelta del prossimo governo è un nostro compito, quindi dobbiamo scegliere le persone migliori”. “Il cristiano è una persona di fede” aggiunge il cardinale e “ho sollecitato il nostro popolo a pregare Dio di darci un buon governo”. “Abbiamo bisogno di votare per chi rispetta la Costituzione indiana, accresce la dignità umana, protegge i diritti delle persone e assicura la giustizia per tutti”. “Solo queste cose - fa notare l’arcivescovo di Bombay - possono rendere il nostro Paese più forte e assegnargli il giusto posto nella comunità internazionale. Dobbiamo votare per persone oneste pulite e non macchiate dalla corruzione. Questo ci garantirà una leadership pronta a lavorare per il bene del Paese in modo disinteressato”. Le elezioni giungono in un momento delicato per l’India: il cardinale Oswald Gracias riconosce che “in questi tempi sono molti a sentire un senso di insicurezza”. A caratterizzare lo scenario attuale del Paese c’è anche “il divario sempre più crescente tra ricchi e poveri, tra abitanti delle città e delle campagne”. Tra le sfide principali cui il prossimo governo dovrà rispondere, il porporato sottolinea in particolare la difesa della laicità: “Un buon governo deve facilitare la crescita spirituale del popolo e non ostacolarla. In una democrazia governare bene significa agire insieme per proteggere ciò che è importante per noi e promuovere i nostri valori comuni”. Solo garantendo la pluralità di tradizioni e culture che contraddistingue la società indiana, il Paese potrà rimanere fedele a sé stesso e contribuire alla vita della società globale di oggi: “L’India ha molto da offrire al resto del pianeta essendo la più grande democrazia nel mondo”. Dall’andamento delle prime due tornate elettorali, l’arcivescovo di Bombay ricava infine segni confortanti: “Il nostro processo elettorale è degno di essere additato ad esempio. Stiamo percorrendo in modo pacifico il cammino da un governo ad un altro, il passaggio da una leadership ad un'altra. Ciò dimostra la maturità dei nostri cittadini ed anche dei nostri leader”. (A.L.)

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    L’Onu punta a ridurre la povertà malgrado la crisi

    ◊   Il nuovo amministratore del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), Helen Clark, ha dichiarato che l’agenzia dell'Onu si impegnerà a ridurre la povertà malgrado le diverse crisi che il mondo sta fronteggiando. “Un nuovo patto per l’economia mondiale e per l’ambiente - ha detto il nuovo amministratore dell’Undp, durante la cerimonia di benvenuto a New York - dovrebbe anche essere in grado di affrontare la povertà, compresa quella energetica, e di indicare un percorso di sviluppo caratterizzato da un basso utilizzo di carbonio”. “Dalla crisi - ha aggiunto - nascono opportunità di guardare in modo nuovo a strategie di intervento e di innovazione”. Tra le altre priorità, Helen Clark ha menzionato il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, traguardi indispensabili per ridurre il malessere economico, sociale e sanitario su scala mondiale entro il 2015. Il nuovo amministratore dell’Undp ha anche promesso il suo totale impegno per lavorare in modo costruttivo con i colleghi delle altre agenzie Onu e per costruire le migliori relazioni con la più ampia gamma possibile di tutti coloro che siano coinvolti in materia di sviluppo. (A.L.)

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    Senegal: il cardinale Sarr esorta i giovani a leggere la Bibbia

    ◊   “Un cristiano senza Bibbia è simile ad un viaggiatore senza bussola”: è quanto ha detto ai giovani il cardinale Théodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, che domenica scorsa ha presieduto la Messa di chiusura della 24.ma edizione delle Giornate mondiali della gioventù svoltasi in Senegal, a Thiès, nello stadio Lat Dior. Il porporato ha invitato migliaia di giovani cattolici giunti da ogni parte del Paese a procurarsi la Bibbia, che è il libro della vita, e ad usarla spesso, proprio come oggi si fa con un telefono cellulare. L’arcivescovo di Dakar ha anche pregato in particolare per tutti quei giovani che hanno subito delusioni, prove nelle loro famiglie, difficoltà negli studi e, ancora, per i disoccupati. Ha poi esortato alla preghiera e alla fedeltà ai Sacramenti. “Siate dei giovani che amano pregare - ha detto - e non abbiate paura di camminare controcorrente… solo i pesci morti vanno nel senso delle onde. Dite no ai piaceri facili, a portata di mano. Diffidate da tutto ciò che uccide il vostro dinamismo e da tutto ciò che uccide la vostra fede in Dio”. Il cardinale Sarr ha inoltre spiegato ai giovani che non è possibile incontrare Cristo se non ci si sforza di amare i fratelli. Al termine della Messa, il vescovo di Thiès, mons. Jacques Sarr, ha dato appuntamento ai giovani nel 2014, nella diocesi di Kaolack. (T.C.)

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    Isole Salomone: verrà ricostruita una chiesa danneggiata dallo tsunami

    ◊   La chiesa dell'isola di Gaomai, nelle Isole Salomone, quasi inagibile per le conseguenze di uno tsunami, nel luglio 2007, sarà ricostruita grazie al sostegno dell'Opera Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS). L'edificio sacro - riferisce l'agenzia Zenit - aveva subito danni quando le Isole Salomone furono flagellate da uno tsunami e da due terremoti, che provocarono più di 50 morti e lasciato 9 mila persone senza casa. Situata a pochi metri dalla spiaggia la chiesa viene ora inondata con l'alta marea, perciò il nuovo edificio verrà eretto in una zona più interna. Nella recente assemblea della locale Conferenza episcopale in Papua Nuova Guinea, il vescovo di Gizo, Luciano Capelli, ha espresso la propria gratitudine ad Acs e ai suoi benefattori. Aiuto alla Chiesa che soffre ha infatti donato più di 50 mila euro per ricostruire la chiesa. Una cifra notevole se paragonata al prodotto interno loro per abitante, pari a meno di 330 euro. “La gente della Diocesi di Gizo si sta riprendendo lentamente dal trauma che ha cambiato radicalmente la loro vita”, ha detto il vescovo di Gizo. “Ha lottato per sopravvivere per due anni - ha aggiunto - ed ora si concentra sulla ricostruzione di case e di scuole. Le chiese sono gravemente danneggiate ma sono utilizzabili”. (A.M.)

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    I documenti della Conferenza episcopale dell’Uruguay al termine dell’Assemblea plenaria

    ◊   I lavori dell’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale dell’Uruguay, apertasi lo scorso 22 aprile, si sono conclusi ieri con quattro documenti: uno è un breve messaggio per la festa dei lavoratori del primo maggio, un altro riguarda in particolare la Missione continentale lanciata qualche settimana fa, il terzo indica linea-guida per la pastorale formativa e il quarto analizza la situazione ecclesiale e nazionale con particolare riferimento “agli orientamenti necessari per il discernimento cristiano di fronte al processo elettorale”. I presuli rilevano che la “responsabilità politica dei cittadini è uno Stato permanente poiché con l’agire quotidiano si va costruendo la società” uruguaiana; tuttavia, spieagano i vescovi, “nei periodi elettorali questa responsabilità diventa nella vita di ciascuno più pressante” anche perché la domanda è precisa e fondamentale: “a chi devo dare il mio voto?”. Questo implica, spiegano i presuli, il dovere di dare riposta ad un’altra domanda sostanziale: “Quale Paese si vuole costruire? (…) Così il nostro obbligo cittadino va al di là dell’impegno politico partitico, della semplice scelta del governo”, e si proietta invece sul paino “del bene comune da cercare per il popoli sia a breve o lunga scadenza”. I presuli ricordano l’importanza dell’analisi di ogni realtà, la può seria e sincera possibile, per arrivare poi a un adeguato discernimento per la scelta che “esige un impegno attivo nella costruzione della società”. E’ questo il migliore comportamento di discepolo e missionario di Gesù Cristo poiché significa “assumere dalla prospettiva del Regno i compiti prioritari al servizio della dignità degli esseri umani” e dell’edificazione, tutti insieme, del bene comune. In questo percorso, ricordano i presuli, la Dottrina sociale della Chiesa è un grande e insostituibile sostegno per la scelta di ogni cristiano. “La Chiesa non fa proposte politiche di natura partitica e certamente non dà il suo avallo a nessuna in speciale. La riflessione e il discernimento che si realizzano all’interno della comunità ecclesiale offre a ogni cristiano i criteri e gli orientamenti per una scelta personale che non riguarda la Chiesa in quanto tale. In questa cornice, i vescovi mettono l’accento su alcuni principi e contenuti ai quali i cristiani devono fare riferimento responsabile e consapevole. “La persona è la prima priorità”, scrivono i presuli e perciò aggiungono che la misura di una proposta accettabile è proprio il rispetto degli individui”. E tale rispetto non può partire se non dalla cura, promozione e difesa “della sacralità della vita”, principio inviolabile in ogni momento e circostanza. Inoltre, affermano i vescovi, occorre tenere presente i poveri e i più deboli, “coloro che non hanno potere nella società e non riescono a far valere i propri interessi”. Si tenga conto, spiegano, che la solidarietà con i deboli per essere autentica deve basarsi anche su una giusta distribuzione della ricchezza, poiché la questione non è solo di amore e vicinanza umana ma anche di giustizia sociale. Infine il documento dei vescovi dell’Uruguay si sofferma su altri due criteri fondamentali per il discernimento: il primo riguarda la difesa del pluralismo e delle libertà civiche che sono la base della democrazia, in particolare della libertà religiosa. Il secondo concerne la famiglia, la sua centralità e quindi la difesa, attraverso politiche adeguate, della sua natura e integrità. Il futuro della nazione passa attraverso il futuro della famiglia e il Paese, concludono i vescovi, sarà ciò che saranno le sue famiglie. (A cura di Luis Badilla)

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    Movimento Lavoratori di Azione Cattolica chiede sicurezza, formazione e opportunità nel settore del lavoro

    ◊   I numeri riferiti agli incidenti sul lavoro in Italia restano drammatici, ma il bilancio “è in continua diminuzione” e nel 2008 si ferma a 1140 vittime. Questo dato riferito dall’Inail è “moderatamente incoraggiante”, ha dichiarato al Sir Cristiano Nervegna, segretario nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. “Non bisogna abbassare la guardia, l’attenzione verso la sicurezza sul lavoro deve rimanere alta. Questo primo Maggio è l’occasione per ribadire, con i fatti e non solo a parole, che al centro del lavoro deve esserci la persona umana”. “C’è la necessità di rigenerare speranza nel futuro, però, anche attraverso una stabilizzazione delle diverse tipologie di rapporti di lavoro e a partire dalle fasce meno scolarizzate della popolazione, gli over 40 e le realtà socio-economiche del Sud del Paese”. Una formazione di qualità, secondo il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, è la leva strategica per non ricadere negli errori del passato, soprattutto in questo momento di crisi. Cristiano Nervegna - ricorda il Sir - ha anche messo in evidenza come le reti sociali, costituite dalle diocesi, dalle parrocchie e dai movimenti, siano parte integrante di quella “welfare comunity” essenziale per il Paese. “Le reti sociali, cui l’associazionismo ecclesiale offre un contributo determinante, si stanno dimostrando generatori di opportunità; sono il collante - ha concluso Nervegna - che tengono unita la società in questo difficile momento”. (A.L.)

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    Si celebra oggi in Austria la Giornata dei disoccupati

    ◊   Il sostegno ai disoccupati è uno dei principali compiti della Chiesa. Lo ha affermato mons. Ludwig Schwarz, vescovo di Linz, nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri nella città austriaca in occasione della "Giornata dei disoccupati", che si celebra oggi in Austria. "Non dimentichiamo nessun disoccupato: le vostre preoccupazioni sono anche nostre", ha sottolineato mons. Schwarz, responsabile della Conferenza episcopale austriaca per le questioni sociali. Come riferito dall'agenzia di stampa cattolica austriaca Kathpress, il vescovo ha ricordato "l'aiuto prezioso" svolto dalla Chiesa tramite la Caritas diocesana con la fondazione per i disoccupati. "Ma in tempi di crisi ha sottolineato il presule - soprattutto la politica economica deve consentire salari sufficienti e buone condizioni di lavoro”. "Ora più che mai la politica deve badare ad una distribuzione equa della ricchezza conseguita in comune. Non è possibile che alcuni si arricchiscano senza scrupoli e altri trascorrano l'esistenza in povertà". In occasione della giornata - ricorda il Sir - la Chiesa cattolica austriaca ha organizzato svariate azioni in segno di solidarietà per chi è senza lavoro, ricordando anche le difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mercato occupazionale. (A.L.)

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    Al via a Rimini la 32.ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   Apre oggi pomeriggio a Rimini la 32.ma convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Quasi 20 mila i partecipanti, provenienti da tutta l’Italia. All’incontro interverrà stasera anche il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. I padiglioni della Fiera di Rimini riecheggiano dei canti gioiosi del Rinnovamento nello Spirito: un’orchestra e una corale di 120 elementi accoglieranno i partecipanti a questa 32.ma Convocazione del movimento, che avrà come tema un brano tratto dagli Atti degli Apostoli: “Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita”. Missione e annuncio del Vangelo, dunque, al centro di queste giornate riminesi. “Saremo un popolo che cerca e incontra la Parola di Dio”, ha spiegato Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento, “un popolo chiamato a testimoniare la fede carismatica nella Chiesa e nel mondo”. Nei prossimi giorni e fino a domenica, il programma della Convocazione prevederà una serie di relazioni ed interventi, oltre a molti momenti liturgici e di preghiera. Domattina, la sessione sarà dedicata ad un’azione penitenziale guidata dal salesiano don Sabino Palumbieri, cui seguirà il “Roveto Ardente”, un’esperienza di lode e adorazione eucaristica, con una preghiera di intercessione per i sofferenti. Domani sera, la Santa Messa sarà presieduta dal cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero. In programma per sabato 2 maggio, invece, un incontro di Cultura della Pentecoste, sul tema “Economia della salvezza e salvezza dell’economia”, cui interverranno tra gli altri il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ed il deputato del Pd, Enrico Letta. Sempre sabato, è prevista anche la presenza di Kiko Argűello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. La concelebrazione eucaristica sarà poi presieduta dal cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Domenica 3 maggio, infine, è attesa la relazione conclusiva del presidente Martinez. (Da Rimini, Luciano Castro)

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    Concluso il ciclo di incontri sulle Lettere paoline nella Basilica ostiense

    ◊   San Paolo è stato esaltato ieri come “Apostolo ecumenico per eccellenza” nella serata conclusiva del ciclo di Incontri sulle Lettere Paoline, nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, una delle principali manifestazioni celebrative del bimillenario della sua nascita. Ciclo che era stato aperto nell’ottobre dello scorso anno, segnato da altri quattro appuntamenti con illustri esegeti e protagonisti della vita religiosa, civile, della cultura, della comunicazione, dei movimenti ecclesiali, di importanti opere sociali. Svolgendo una lucida e avvincente esegesi delle due Lettere a Timoteo, il pastore della Chiesa valdese, il prof. Paolo Ricca ha sviluppato sette fotogrammi - scanditi sulla compenetrata lettura di altrettanti passi fatta dall’attrice Lorenza Indovina - attraverso i quali ha presentato Paolo come peccatore graziato, apostolo di una salvezza universale, esploratore del mistero di Dio, modello di un cristianesimo “confessante”, ovvero professato con la forza della parola. Ha quindi scrutato nel “segreto” (la testimonianza personale di Cristo Risorto) che aveva fatto superare a Paolo tutte le difficoltà e riflettuto sulla “stretta associazione del destino suo a quello del suo Salvatore e Signore” sulla quale, ha ribadito il prof. Ricca, “soprattutto e anzitutto” si innalza la sua grandezza. Tante le riflessioni di attualità sul pensiero di San Paolo partecipate dal presidente della Fiat e della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, sull’economia reale, il recupero dei valori e di una crescita nel contesto di una sana sfida generale, nell’evitare disuguaglianze, nello spirito di solidarietà, nell’assunzione delle responsabilità sociali dell’impresa, e quindi nell’assolvimento di doveri, e poi nel coinvolgimento di giovani preparati e infine “nel gusto della sfida del bene comune”. La segretaria della Ugl, la sindacalista Renata Polverini, ha partecipato la sua scoperta di San Paolo nel suo rapporto con il lavoro, la ricchezza, il mondo femminile, evocando in particolare le numerose donne sue collaboratrici. La testimonianza di don Luigi Ferlauto, il sacerdote fondatore di una grande opera sociale in Sicilia, l’Oasi Maria Santissima di Troina, ha avvinto ed emozionato gli animi di quanti hanno vissuto, attraverso anche la conduzione del giornalista vaticanista Giuseppe De Carli e i due interventi dell’arciprete della Basilica, il cardinale Andrea di Montezemolo (ad apertura della serata e a conclusione del ciclo degli Incontri) una ricca esperienza. (A cura di Graziano Motta)

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    24 Ore nel Mondo



    Continua l’offensiva contro i talebani in Pakistan, mentre una scuola di Lahore vieta abiti occidentali alle ragazze

    ◊   Continua l’offensiva dell'esercito pachistano contro i talebani. Secondo il giornale pachistano “The news”, stanotte i militari hanno effettuato dei raid nel distretto di Timargarah, distruggendo diverse postazioni talebane. I talebani hanno invece fatto saltare un ponte nel distretto di Dir. Intanto, uno storico istituto scolastico femminile di Lahore (Pakistan orientale) ha approvato un regolamento in base al quale si fa divieto alle allieve di portare jeans o altro abbigliamento attillato, per il timore di possibili attentati terroristici. Un responsabile dell’istituto, il Kinnaird College, ha dichiarato al giornale che la disposizione emanata è in linea con raccomandazioni in questo senso formulate dal governo di Islamabad e non è invece assolutamente da mettere in relazione con presunte minacce di allieve che indossano il burqa.

    Attacco dei talebani in Afghanistan
    Uno dei cinque soldati tedeschi rimasti feriti, ieri, in un attacco talebano in Afghanistan, è morto. Lo ha confermato oggi il ministro della Difesa tedesco Franz Josef Jung (Cdu). Il ministro, che ha definito l'attacco “vile e criminale”, ha sottolineato che le Forze Armate tedesche continueranno il loro lavoro nel Paese. I cinque soldati sono stati attaccati da combattenti talebani nella provincia di Kunduz, nell’Afghanistan settentrionale. L’episodio è avvenuto in concomitanza con l’arrivo a Kabul del ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier.

    Bombardamenti turchi nel nord Iraq sul Pkk
    Caccia dell’aviazione militare turca hanno bombardato obiettivi del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), nell’Iraq settentrionale. Lo ha reso noto l’emittente privata Ntv citando fonti dello Stato Maggiore delle forze armate turche. Non è stato ancora precisato dove l’operazione sia stata condotta e se abbia fatto vittime. I militanti del Pkk utilizzano le zone dell’Iraq del nord per lanciare attacchi contro l'esercito turco. La Turchia, come anche Ue e Usa, considera il Pkk un’organizzazione terrorista e lo accusa di essere responsabile della morte di almeno 40.000 persone, per lo più curdi, dall’inizio della rivolta per la costituzione di uno Stato indipendente curdo nel sud-est del Paese nel 1984.

    Il ritiro delle truppe britanniche
    Le truppe britanniche in Iraq - circa 3.700 effettivi - concludono oggi le operazioni di combattimento nel Paese, con un mese di anticipo sul calendario, lasciando prevedere così un rientro più rapido in patria. Il ministro della Difesa John Hutton è volato a Bassora per partecipare a una cerimonia in memoria dei 176 militari britannici che hanno perso la vita nel conflitto. I militari Usa ricevono oggi formalmente il comando per le operazioni nel sud dell’Iraq. La campagna d’Iraq della Gran Bretagna è durata 2.232 giorni, più delle guerre mondiali. Nell’ultimo anno, la sicurezza nella regione di Bassora è migliorata notevolmente, grazie anche ad un maggior impegno delle forze irachene. Nel Paese resteranno 400 militari britannici, principalmente con compiti di addestramento.

    Iran
    Il capo dei Pasdaran (Guardiani della Rivoluzione) iraniani fra il 1981 e il 1997, Mohsen Rezai, ha annunciato che si candiderà alle elezioni presidenziali di giugno in Iran. Rezai, conservatore, si era già candidato, ritirandosi all'ultimo, alle presidenziali del 2004, vinte da Muhmud Ahmadinejad, anch’egli un conservatore. “Sono allarmato dalle occasioni perdute in campo economico, sociale, politico e culturale all'interno del Paese, nella regione e nel mondo intero. Il Paese - ha aggiunto Rezai - è minacciato da disoccupazione, inflazione, povertà, droga, degrado etico e politico e dall’emergenza di un distacco fra governo e i differenti gruppi etnici e fra sunniti e sciiti”. Finora i candidati erano due: l’ex presidente riformista del parlamento, Mehdi Karrubi, e l’ex premier Mir Hossein Musavi, un conservatore moderato. Il presidente uscente Ahmadinejad invece non ha ancora ufficializzato la sua candidatura.

    Libano
    Sono già rientrati a casa i quattro generali libanesi filo-siriani rilasciati ieri dal Tribunale internazionale per il Libano. Contro di loro non è mai stata formalizzata alcuna incriminazione. Erano detenuti da quasi quattro anni perché ritenuti coinvolti nell'assassinio dell'ex premier Rafik Hariri, ucciso il 14 febbraio 2005 in un attentato che provocò la morte di altre 22 persone. L’omicidio di 4 anni fa ha stravolto il panorama politico libanese, ora diviso tra il “movimento dell’8 marzo”, vicino a Damasco e guidato da Hezbollah, e quello antisiriano, detto “del 14 marzo”. Sulle ripercussioni in Libano della decisione del Tribunale internazionale e in vista delle parlamentari del prossimo 7 giugno, Giada Aquilino ha intervistato il giornalista libanese Camille Eid, esperto di questioni mediorientali:

    R. – Avrà delle ripercussioni sulle elezioni, perché è chiaro che la "coalizione 14 marzo" aveva costruito tutta la sua campagna elettorale sulla ricerca della verità riguardo all’assassinio di diversi politici libanesi, in primis di Rafik Hariri. Ora, la scarcerazione di questi quattro generali pone alcuni interrogativi, nel senso che per gran parte di questa campagna era stato sottolineato il ruolo giocato da questi generali, il ruolo giocato dalla Siria. Scagionare o liberare questi generali, chiaramente, non significa automaticamente che siano innocenti, come diceva il ministro della Giustizia libanese; come pure tenerli in carcere non vuol dire automaticamente che siano responsabili di questo assassinio. Comunque, non mancheranno ripercussioni, perché pone dei dubbi circa l’iter seguito finora dai politici libanesi che hanno cercato in qualche modo di strumentalizzare l’evento per fini politici.

     
    D. – Proprio in vista delle elezioni del 7 giugno, si riproporrà un Libano spaccato in due: da una parte quello antisiriano e dall’altra hezbollah e le fazioni vicine a Damasco?

     
    R. – Il Paese è ormai spaccato e le elezioni produrranno una maggioranza, ma una maggioranza di due o tre seggi al massimo di differenza. Vedremo quanto peso avranno le elezioni cosiddette indipendenti, se riusciranno a giocare da mediatori tra un blocco e l’altro. Quindi, il Paese è spaccato, e questa mossa, comunque, perlomeno, ha riunificato, attorno alla volontà di arrivare alla verità, tutti i libanesi. Secondo me, è una buona mossa questa, per dire che il tribunale agisce ‘super partes’ e quindi agisce anche secondo coscienza e fa il suo lavoro. Dobbiamo anche tenere presente che non ci sono più dei sospettati in carcere. Due mesi fa, sono stati liberati due libanesi e un siriano e adesso i quattro generali. Penso che, comunque, dopo circa tre anni e mezzo di lavoro dell’inchiesta ci sia qualcosa in questi file, in questi dossier, che hanno accumulato.

     
    Azerbaigian
    È di 13 vittime e 10 feriti il bilancio della strage avvenuta quest’oggi all’università dell’industria petrolifera di Baku. Lo ha detto l’ufficio stampa della procura generale dell’Azerbaigian, secondo quanto riferisce l’Itartass. Tra le vittime ci sono studenti, insegnanti e altro personale dell’università. Due sono cittadini stranieri. Si è chiarito nel frattempo, scrive l’Interfax, che a sparare è stata solo una persona, probabilmente di origine georgiana, che si è tolta la vita.

    Darfur
    Le due operatrici umanitarie sequestrate in Darfur il 4 aprile scorso, la canadese Stephanie Jodoin e la francese Claire Dubois, sono state effettivamente liberate e arriveranno stanotte a Khartum. Lo ha confermato un responsabile del ministero degli Esteri, Ali Yussef. Sono in buona salute. Jodoin e Dubois operano in Darfur per la ong "Aide Medicale Internationale" (Ami). Nei giorni scorsi, i rapitori avevano minacciato di uccidere i due ostaggi se Parigi non avesse accettato di processare di nuovo sei operatori umanitari francesi che in Ciad erano stati condannati a otto anni di reclusione dopo essere stati accusati di aver tentato di portar via di nascosto bambini ciadiani, con il pretesto di curarli in Francia. Consegnati alla Francia i sei erano stati poi amnistiati.

    Bambini soldato: l’Onu chiede di ampliare la lista nera
    Ampliare la “lista della vergogna” inserendo non solo coloro che sfruttano e arruolano bambini soldato, ma pure chi si rende responsabile di violenze sessuali nei loro confronti. È la richiesta del segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon nel corso del dibattito annuale dedicato al tema dei bambini soldato. La lista “nera” comprende circa 40 organizzazioni, tra cui Al Qaeda, Talebani, Tigri Tamil e Lord Resistance Army in Africa, e dovrebbe essere ampliata dal Consiglio di Sicurezza entro i prossimi tre mesi. Alla riunione formale presieduta dal ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa Cantellano, in qualità di presidente di turno del Consiglio, è intervenuta anche Grace Akallo, ex bambina soldato, che ha raccontato il dramma del suo rapimento, delle violenze subite e del reclutamento forzato da parte di un gruppo di ribelli ugandesi.

    Olanda
    In Olanda, ad Apeldoorn, una macchina dopo aver superato le barriere della polizia, è piombata contro la folla che assisteva al passaggio del pullman della regina Beatrice d’Olanda. Secondo quanto riferisce la tv olandese Nos, le persone investite sarebbero 23 e 12 quelle rimaste ferite. Per quanto riguarda il numero dei morti, l’emittente televisiva ne indica al momento solo due, ma altri media, compresa l’agenzia di stampa Anp, dicono che sono quattro. La polizia di Apeldoorn non ha rilasciato dichiarazioni. Una conferenza stampa è annunciata per il pomeriggio. Secondo le prime stime, i feriti sono più di una decina.

    L’OMS eleva il grado di allerta da 4 a 5 per la cosiddetta influenza suina
    Cresce l’allarme pandemia per l'influenza da suini. L’Organizzazione mondiale della sanità ha elevato ieri, da 4 a 5, il livello di allerta. In Messico, è salito ad 8 il numero delle morti causate dal virus, mentre le persone contagiate sono 99. La febbre, derivata dai maiali, e che “si trasmette ormai solo da persona a persona”, è stata riscontrata già in diversi continenti e in almeno 9 nazioni nel mondo. Ma le conseguenze dello sviluppo dell’influenza, sui casi monitorati in Europa, sembrano contenute, come spiega il presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare, Aldo Grasselli, al microfono di Roberta Rizzo.

    R. – Tutte le forme influenzali sono delle forme che hanno la caratteristica di essere pandemiche, il che vuol dire che colpiscono generalmente tutto il mondo in vari momenti, in territori diversi, perché il virus si trasmette da un continente all’altro per il movimento dei viaggiatori e anche perché il virus viene veicolato attraverso gli aerei, per esempio, e gli altri mezzi di trasporto.

     
    D. – A livello globale, l’evoluzione del virus è davvero così allarmante?

     
    R. – I due fattori che determinano i rischi da influenza sono la diffusione, la possibilità di contaminare i territori e la gravità della malattia conclamata nelle persone. Quello che possiamo dire oggi è che i casi che hanno colpito dei cittadini, che sono stati tempestivamente diagnosticati, hanno reagito molto positivamente e non sono stati interessati da complicazioni. È molto probabile che poi i casi di morte possano anche essere stati determinati da altre forme infettive confuse. La diagnosi differenziale, finché non ci sono metodi di laboratorio appropriati, è una diagnosi ancora difficile.

     
    D. – Non esiste un vaccino, verrà prodotto?

     
    R. – La produzione di un vaccino richiede l’identificazione di quella componente antigenica che non muta nel tempo, perché altrimenti noi potremmo produrre un vaccino che nel giro di poco tempo perde la sua efficacia, la sua capacità di immunizzare.

     
    D. – Le riserve di antivirali di cui l’Italia dispone sono le stesse utilizzate per l’aviaria?

     
    R. – Sono le stesse che sono state accantonate in 40 milioni di dosi per l’influenza aviaria, che ci ha messo in allarme negli anni passati, ma che per lo meno ci è stata utile per cominciare ad attivare un sistema di preparazione contro un’eventuale altra pandemia. Quindi, credo che lo Stato italiano sia pronto a rispondere in questa occasione.

     
    D. – In Europa, secondo lei, qual è il Paese più a rischio per l’eventuale contagio dell’influenza dagli Stati Uniti e dal Messico?

     
    R. – È difficile stabilirlo, perché i flussi attraverso i quali può arrivare questo tipo di infezione nel continente europeo sono assolutamente aleatori.

    I 100 giorni di amministrazione Obama
    “Abbiamo cominciato a ricostruire l'America”. Il presidente Barack Obama, giunto al centesimo giorno del suo mandato, ha presentato ieri agli americani un primo bilancio del suo lavoro affermando di essere “contento per i progressi” ma non ancora “soddisfatto: resta molto da fare”. E in apertura di giornata ieri era stata annunciata la contrazione del Pil Usa per il terzo trimestre consecutivo: non accadeva da molti anni. Obama ha detto di avere ereditato dal suo predecessore problemi senza precedenti: “La più grave crisi economica dalla Grande Depressione, il mercato bancario e quello immobiliare paralizzati, un deficit enorme, un sistema sanitario ed un sistema educativo che non funzionano, una nazione intrappolata dalla pericolosa dipendenza dal petrolio altrui”. Il presidente Usa ha elencato le numerose iniziative avviate per “rimuovere le macerie” e “far ripartire l'America”. "Ma non faccio miracoli", ha aggiunto. Ci attendono dure scelte, difficili decisioni e lavoro duro. Non bastano le mezze misure. O le vecchie formule, fallite, del passato”. Obama ha sottolineato di avere mantenuto tutte le promesse fatte durante la campagna elettorale.

    A Bogotà morti otto soldati in uno scontro a fuoco
    Ieri, sono morti otto soldati nel corso dello scontro a fuoco con un gruppo armato, avvenuto nella zona montana di La Guajira, a nord del Paese, a ridosso della frontiera con il Venezuela. Lo ha reso noto il ministro della Difesa, Juan Manuel Santos. I soldati - hanno riferito fonti militari - hanno subito un’imboscata da parte di guerriglieri del "Fronte 59" delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Ieri il gruppo guerrigliero ha detto che avrebbe liberato oggi l’ex caporale dell’esercito Pablo Emilio Moncayo, nelle sue mani da oltre 11 anni, solo se fosse stata presente alla consegna la senatrice Piedad Cordoba. In questi giorni, la Conferenza Episcopale Colombiana (Cec) ha reso noto che l’Eln, l’altro gruppo guerrigliero del Paese, ha consegnato Edgardo Obanda Olaya, che aveva sequestrato tre anni fa, ad una delegazione ecclesiastica capeggiata dal vescovo di Mangangué, mons. Jorge Leonardo Gómez Serna. La Cec ha anche fatto sapere che, nel corso della liberazione, i guerriglieri hanno consegnato una lettera in cui si dicono disposti ad “approfondire” i contatti con la Chiesa perché possa farsi mediatrice per la fine del conflitto armato. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 120

     
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