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Sommario del 28/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa in Abruzzo: soluzioni rapide e solidarietà duratura. L'Aquila anche se ferita tornerà a volare
  • In un clima di grande commozione l'abbraccio di Benedetto XVI ai terremotati
  • Testimonianze dei terremotati. Il sindaco Cialente invita il Papa a tornare. L'ambasciatore tedesco: impegno della Germania per Onna
  • Missione Continentale in Bolivia: messaggio del Papa al cardinale Terrazas
  • Incontro europeo sulla Pastorale del turismo: intervista con mons. Marchetto
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Febbre suina: oltre 150 morti in Messico. La solidarietà del Papa
  • Da oggi in libreria “Elogio della coscienza” di Joseph Ratzinger. La riflessione del filosofo Vittorio Possenti
  • Chiesa e Società

  • I vescovi del Kenya: politici insensibili alle sofferenze della gente
  • La Chiesa filippina al fianco di operai e lavoratori
  • Usa. Sì del cardinale Rigali ad una legge a sostegno delle donne incinte
  • Il cardinale Tauran: ci aspettiamo dai musulmani un impegno più deciso verso il rispetto della libertà religiosa
  • Indonesia: pastore protestante ucciso con la moglie a colpi di machete
  • Conferenza del padre gesuita Leclerc alla Gregoriana su scienza e natura
  • Convegno su Paolo VI a Varese. L'intervento del cardinale Tettamanzi
  • In Burkina Faso iniziato il programma BRAVO! per l'iscrizione anagrafica dei bambini
  • 24 Ore nel Mondo

  • Sri Lanka: pressioni dell'Ue sul governo di Colombo per una tregua umanitaria
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa in Abruzzo: soluzioni rapide e solidarietà duratura. L'Aquila anche se ferita tornerà a volare

    ◊   “Vorrei abbracciarvi con affetto uno a uno”. E poi, più avanti: “Non resterete soli”. In queste frasi pronunciate prima nella tendopoli di Onna e poi davanti alla folla di Coppito sta il sentimento più profondo di solidarietà, ma anche la grande commozione, che ha accompagnato oggi Benedetto XVI durante tutto il tempo della sua visita fra i terremotati dell’Abruzzo. Il maltempo che imperversa in queste ore su gran parte dell’Italia aveva costretto questa mattina il Papa a raggiungere in auto anziché in elicottero le zone colpite dal sisma, facendo slittare in avanti di un’ora i vari appuntamenti. L’ultimo, in ordine di tempo, si è concluso mezz’ora fa, nella Caserma della Guardia di Finanza di Coppito, da dove Benedetto XVI è ripartito in auto per il Vaticano dopo aver rivolto un discorso alla popolazione abruzzese, alle sue autorità civili e religiose, ai soccorritori. Il servizio di uno dei nostri inviati, Massimiliano Menichetti:

    La pioggia mista alle lacrime ai sorrisi dei sopravvissuti al terremoto hanno accolto il Papa arrivato ad Onna, uno dei luoghi simbolo del sisma del 6 aprile che ha flagellato 49 comuni abruzzesi devastando il centro storico dell’Aquila.

     
    “Sono venuto di persona in questa vostra terra splendida e ferita”, ha detto il Papa, stretto dall’abbraccio della gente di Onna, dagli applausi: persone che hanno perso la casa, spesso gli affetti ma non la forza della fede. Benedetto XVI ha rimarcato il “dolore e la precarietà” seguiti al sisma, la sua vicinanza, la preghiera fin dai primi momenti della catastrofe:
     
    “La Chiesa tutta è qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma. Ho ammirato e ammiro il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità”.

     
    Guardando la voglia di reagire di questo popolo che più volte ha conosciuto il dramma del terremoto, il Papa ha parlato di una forza d’animo che suscita speranza e, citando un detto degli anziani aquilani, ha aggiunto: “Ci sono ancora tanti giorni dietro il Gran Sasso”:

     
    “Se fosse stato possibile, avrei desiderato recarmi in ogni paese e in ogni quartiere, venire in tutte le tendopoli e incontrare tutti. Mi rendo ben conto che, nonostante l’impegno di solidarietà manifestato da ogni parte, sono tanti e quotidiani i disagi che comporta vivere fuori casa, o nelle automobili, o nelle tende, ancor più a causa del freddo e della pioggia”.

     
    “Il Signore crocifisso è risorto e non vi abbandona”, ha evidenziato, rispondendo così alle tante paure spesso serbate nel cuore:

     
    “Non lascerà inascoltate le vostre domande circa il futuro, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e a volte anche vite umane. Certo, la sua risposta concreta passa attraverso la nostra solidarietà, che non può limitarsi all’emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto nel tempo. Incoraggio tutti, istituzioni e imprese, affinché questa città e questa terra risorgano”.
     
    Rivolgendosi a chi ha perso i propri cari Benedetto XVI ha esortato ad una testimonianza forte di vita e di coraggio nella consapevolezza che l’amore rimane anche al di là della “precaria esistenza terrena”, perché l’Amore vero è Dio. “Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato”, ha concluso.

     
    Poi il Papa ha pregato per le vittime del terremoto e, tra gli applausi e la commozione della popolazione, si è recato presso la Basilica di Collemaggio dove ha venerato l’urna di Celestino V e dove ha deposto il Pallio che gli venne imposto nella celebrazione di inizio Pontificato. Quindi, dopo una breve sosta il raccoglimento davanti alla Casa dello Studente nel centro de L’Aquila dove sono morti 8 ragazzi, infine l’arrivo, tra gli applausi, nella Caserma della Guardia di Finanza di Coppito.

     
    Commovente l’incontro con i fedeli, i volontari, i militari in prima linea nell’emergenza; poi il saluto dell’arcivescovo de L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, che ha consegnato al Papa una città ferita ma viva nella fede. Sulla linea della ricostruzione l’intervento del sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, e quello del presidente della Regione, Gianni Chiodi. Benedetto XVI ha ripercorso idealmente i luoghi del terremoto e volgendosi ai tanti fedeli ha portato la sua testimonianza in Cristo:

     
    “Eccomi ora qui, in questa Piazza su cui s’affaccia la Scuola della Guardia di Finanza, che praticamente sin dal primo momento funziona come quartiere generale di tutta l’opera di soccorso. Questo luogo, consacrato dalla preghiera e dal pianto per le vittime, costituisce come il simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento”.

     
    Il Papa, guardando il piazzale che ha ospitato le salme delle tante vittime per la celebrazione delle esequie presiedute dal cardinale Tarcisio Bertone, ha sottolineato che oggi questo stesso spazio “raccoglie le forze impegnate ad aiutare L’Aquila e l’Abruzzo a risorgere presto dalle macerie del terremoto”. Poi ha sottolineato il valore della solidarietà:

     
    “E’ come un fuoco nascosto sotto la cenere. La solidarietà è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società. Essa in pratica si manifesta nell’opera di soccorso, ma non è solo una efficiente macchina organizzativa: c’è un’anima, c’è una passione, che deriva proprio dalla grande storia civile e cristiana del nostro popolo, sia che avvenga nelle forme istituzionali, sia nel volontariato. Ed anche a questo, oggi, voglio rendere omaggio”.
     
    “Che cosa vuole dirci il Signore attraverso questo triste evento?”, ha chiesto il Papa volgendosi al mistero salvifico del Cristo risorto che porta “nuova luce”, illumina e dà senso. Poi l’invito alla comunità civile :

     
    “Ma anche come Comunità civile occorre fare un serio esame di coscienza, affinché il livello delle responsabilità, in ogni momento, mai venga meno. A questa condizione, L’Aquila, anche se ferita, potrà tornare a volare”.

     
    Quindi l’invito a volgere lo sguardo verso la statua della Madonna di Roio alla quale il Papa a affidato la città e tutti gli altri paesi toccati dal terremoto. A Lei il Papa ha lasciato una Rosa d’oro, quale segno della sua preghiera.
     (Canto)

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    In un clima di grande commozione l'abbraccio di Benedetto XVI ai terremotati

    ◊   Nubi, pioggia e fango non hanno smorzato l’intensità con la quale, nelle varie tappe del suo percorso tra tendopoli e macerie - davanti alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio come davanti ai resti della Casa dello studente - Benedetto XVI ha parlato, pregato, confortato i sopravvissuti al sisma. Ripercorriamo allora i singoli istanti che hanno scandito la mattina del Papa in Abruzzo, prima del suo arrivo alla Caserma di Coppito. La cronaca è del nostro inviato al seguito di Benedetto XVI, Fabio Colagrande:

    C’è chi lo definisce il Papa ‘teologo’, c’è chi parla a sproposito della sua ‘solitudine’: ma Benedetto XVI, vero Pastore tra la gente, trasmette la speranza della Resurrezione soprattutto attraverso gli sguardi e i gesti più semplici.

     
    Fin dall’arrivo nella tendopoli di Onna – la frazione quasi completamente distrutta dal sisma del 6 aprile, che ha sepolto sotto le macerie ben 40 dei suoi abitanti – il Papa ha mostrato che lo scopo di questa sua visita era - al di là di ogni momento ufficiale – dare direttamente la consolazione della fede a questa gente, squarciata dal dolore di tanti lutti e ancora atterrita e spaurita a tre settimane da quei drammatici 28 secondi che hanno ferito e mutilato per sempre tante famiglie. In modo informale Benedetto XVI ha ascoltato le loro storie, stringendo mani e dando parole di conforto ai familiari delle vittime, commossi di vederlo finalmente fra di loro. Sentiamo le loro reazioni alle parole del Papa:

    R. - E’ stato di buon auspicio. Confidiamo nella fede e in lui. Siamo fiduciosi.

     
    D. - E’ stato di conforto…

     
    R. - Sì, di sostegno. Siamo nelle mani del Signore, come ha detto giustamente Sua Santità. Speriamo che le autorità ci aiutino e che anche Sua Santità sia di monito a spingere le autorità, perché ci aiutino a risollevarci da questo grande disastro che purtroppo ci ha colpito.

     
    R. - E’ un’emozione fortissima che riempie di gioia tutti i nostri cuori e siamo davvero onorati per la presenza del Sommo Pontefice tra noi. Speriamo davvero che grazie alla sua preghiera Onna possa risorgere e siamo fiduciosi per questo. E’ importante la sua presenza qui perché ravviva la fede nei nostri cuori ed è fondamentale per superare questo momento di grande sconforto e di grande dolore per tutti noi.

     
    D. - Cosa l’ha colpita delle parole del Santo Padre?

     
    R. – Sono state delle parole splendide, meravigliose, e l’emozione è fortissima nei nostri cuori. Poi, questa vicinanza, questa umanità infinita che lui ha; condivide con noi questo immenso dolore. Il Papa è grande e noi lo amiamo.

     D. – Che significato ha questa visita del Papa ad Onna?

     
    R. – E’ molto importante. Ci porta speranza e ci porta serenità, perchè ne abbiamo veramente bisogno.
     ‘Noi abruzzesi siano forti e gentili e lo siamo grazie alla nostra fede. Abbiamo sentito il Papa vicino, fin dai primi momenti di questa tragedia’. Questo un passaggio del messaggio che i sopravvissuti di Onna hanno preparato per l’occasione. A guidarli anche oggi c’era il parroco don Cesare Cardoso che così commenta la visita del Pontefice:

    R. – Prima di tutto abbiamo sperimentato un’emozione molto grande con la presenza del Papa e con le sue parole, che ci hanno incoraggiato a vivere questo momento nella serenità e, soprattutto, innanzitutto, nella fede, che è l’unica arma che ci aiuta in questi momenti così difficili e di grande calamità.

     
    D. – Che le ha detto quando l’ha abbracciato, quando è sceso dalla macchina?

     
    R. – Sua Santità ci ha detto: “Da quando ho saputo, prego per voi. Vi sono vicino con la preghiera e, quindi, adesso la mia presenza qui è una vicinanza fisica, ma da quando è successo tutto, vi ho sempre pensato. Ho sempre pregato per voi”.

    Dopo l’incontro con la popolazione il Papa ha visto le macerie del paesino, accompagnato dal sottosegretario Bertolaso, e poi è tornato verso L’Aquila, mentre una folla di abruzzesi lo salutava lungo la statale. L’omaggio a San Celestino, nella Basilica di Collemaggio scoperchiata dal terremoto, ha un grande valore per gli aquilani che hanno visto riaprirsi eccezionalmente la Porta santa della Perdonanza, assieme alla speranza di un riscatto dalla sofferenza. Poi, dopo aver visitato il centro storico del capoluogo, ormai una città fantasma, Benedetto XVI è arrivato nella via dolorosa, com’è stata ribattezzata via XX settembre, e davanti alle macerie della Casa dello studente ha incontrato uno per uno gli universitari sopravvissuti a quel drammatico crollo, informandosi sui loro studi e incoraggiandoli a proseguire nella vita di sempre. Con loro c’era Don Luigi Epicoco, il cappellano universitario che così descrive quell’esperienza drammatica:

    R. - E’ stata un’esperienza terribile. Quella notte abbiamo cercato di scappare un po’ tutti. Noi, fortunatamente, siamo riusciti a uscire dalle nostre case prima che crollassero. La cosa bella, però, è che se in quei momenti prevale l’istinto di sopravvivenza, lì è prevalso l’istinto di solidarietà. Vedevo questi ragazzi che si cercavano a vicenda. Nonostante il terremoto continuasse, non avevano paura di rientrare nei vicoli, nelle stradine, cercare di tirare fuori gli amici, ricercarli, scavare a mani nude. Proprio accanto alla nostra parrocchia, che è crollata, è crollato anche il palazzo di fianco dove vivevano diverse famiglie e lì un gruppo di studenti, qualche minuto dopo il terremoto, ha sentito dei lamenti e ha cominciato a scavare. In una famiglia, i genitori hanno protetto i propri figli di 10 e 7 anni con il proprio corpo e, infatti, questi bambini si sono salvati, i genitori no. Questi ragazzi sono stati salvati da questi universitari che hanno cominciato a scavare nel buio senza nessuna protezione e li hanno tirati fuori. Vedevo tanta commozione e smarrimento ma anche questo senso di responsabilità. In una notte soltanto, penso che questi ragazzi siano cresciuti di trent’anni.

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    Testimonianze dei terremotati. Il sindaco Cialente invita il Papa a tornare. L'ambasciatore tedesco: impegno della Germania per Onna

    ◊   Il Papa ci ha riportato la speranza. Con accenti simili, da Onna a L’Aquila, molti degli abruzzesi colpiti dal terremoto hanno commentato così la visita di Benedetto XVI. Massimiliano Menichetti ha raccolto alcune di queste voci, a cominciare dal parroco della cattedrale de L’Aquila, don Renzo d’Ascenzo, e Domenico Di Cesare, sindaco di Carapelle Calvisio, il più piccolo centro colpito dal terremoto, che raccontano le impressioni a caldo del loro incontro con il Papa:

    R. – E’ veramente un privilegio, perché per noi sacerdoti il Papa è colui che è vicino a Cristo.

     
    D. – Don Renzo, cosa ha portato lei nel suo cuore al Papa, cosa ha dato lei al Papa in questo incontro?

     
    R. – Ho rivolto alcune preghiere al Signore. Ho detto: “Signore, tieni il Papa nella salute, nella forza, perché è una bellissima figura che mi suscita davvero tanta commozione”. Ecco, ho portato la mia piccola preghiera che sembra un mezzo debole ma è un mezzo potente, il mezzo più potente che esista.

     
    D. – Domenico Di Cesare, come è stato interessato dal sisma il suo comune?

     
    R. – Metà paese è crollato, però per fortuna non ci sono stati morti e feriti. Siamo tutti vivi. E’ un paese di 96 abitanti, il più piccolo del centro-sud. Andiamo avanti, ricostruiamo.

     
    D. – Cosa ha significato per lei l’incontro con il Papa?

     
    R. - E’ un conforto e un aiuto che ci dà con la sua presenza su questo territorio. Siamo molto grati al Santo Padre.

     
    D. – Cosa porterà ai suoi concittadini di questo incontro?

     
    R. –Il ricordo, soprattutto, e la benevolenza del Santo Padre.

     
    R. – (Una signora) Sono emozionata e sono contenta che sia venuto da noi, a sostenerci. Speriamo che ci dia la forza, lui, con Dio, di andare avanti.

     
    D. – Il Papa ha incontrato degli studenti della Casa dello Studente...

     
    R. – (Un giovane) Fa piacere che il Papa abbia voluto dare questo segno, che sia voluto venire ad incontrarci, soprattutto a visitare questa popolazione, perché penso sia importante anche la sua presenza qui come un punto di riferimento per ripartire, per far sentire che la Chiesa ci è vicina.

     
    R. – Sono il ministro provinciale dei Cappuccini d’Abruzzo.

     
    D. – Il Papa ha abbracciato, con questa visita, non solo L’Aquila e i tanti comuni terremotati, ma l’intero Abruzzo. Che messaggio ha portato?

     
    R. – Per l’intero Abruzzo è un ritorno ai principi della fede, all’essenziale: in questo momento in cui tutto il resto è andato perso o distrutto, l’unico riferimento solido sono i principi della fede, della speranza e dell’amore. In questi momenti, uno quasi quasi pensa di lasciarsi andare, invece il riferimento, l’aggrapparsi alla fede in questi casi, il sentire vicina la presenza di Cristo, di Cristo crocifisso … è Cristo che condivide le nostre prove.

     
    D. – Il Papa ha incontrato una città ferita: che cosa ha significato pregare insieme al Papa?

     
    R. – Significa vedere accolta la sofferenza di tanti, è una sofferenza che condividiamo e vedere il Papa che accoglie questa sofferenza è una grande consolazione.

     
    Il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, ha voluto invitare il Papa a tornare nella città terremotata per la prossima festa della Perdonanza celestiniana del 28 agosto. Il nostro inviato, Massimiliano Menichetti, ha chiesto al sindaco un commento alle parole del Pontefice che ha esortato a ricostruire case e chiese più sicure:

    R. – Siamo stati particolarmente felici. Sa qual è la nostra paura? Glielo dico sinceramente, che fra qualche mese, quando poi si resterà soli, noi avremo tanti problemi da affrontare - soprattutto i primi due anni saranno durissimi - per mantenere in vita questa città. Il fatto che anche il Santo Padre con le sue parole abbia rimarcato oltre ad un aspetto spirituale anche un aspetto direi civile, concreto, questo mi darà la forza e permetterà anche di mantenere forte l’attenzione di tutti.

     
    D. – Secondo lei, la città ha risposto a questo invito del Papa oppure no?

     
    R. – Sì, sì, ha riposto. Le posso assicurare che c’è questa voglia di rivincita molto forte, che non vinca il terremoto. La cosa che a me ha colpito nei giorni immediatamente successivi, è che tutti i concittadini che incontravo, mi dicevano “Ricomincia, riparti”. E il giorno dei funerali, su questa piazza, sono andato a salutare i familiari delle vittime e tanti miei amici, tante persone che conosco, e fra le lacrime mi dicevano, non dico con rabbia, ma quasi in modo da trovare una consolazione a quel dolore, mi dicevano: “Adesso ricominciamo. Tieni duro. Datti da fare. Ricostruisci. Ripartiamo e così via”. Questa è una delle cose che rimarranno indelebili nella mia memoria.

     
    D. – Sindaco, il controllo sulle case va avanti. Quando le persone potranno rientrare a casa? Si aspetta l’ordinanza che lei deve firmare...

     
    R. – Nel pomeriggio: la comunicherò alle 16.00. Potranno, quando se la sentiranno, perché il rientro in casa dovrà essere un momento di riconquistata serenità. In questo momento abbiamo troppa paura: il sisma continua.

     

     
    Onna, il “paese che non c’è più”. Dalla drammatica scossa del 6 aprile, che l’ha praticamente rasa al suolo, questa frazione de L’Aquila è diventata suo malgrado l’icona della distruzione del terremoto e, insieme, dell’estrema dignità di tutta la popolazione abruzzese di fronte alla tragedia. Ma già nel 1944 Onna fu protagonista di una sanguinosa pagina di storia, quando l’esercito tedesco massacrò 17 suoi abitanti. Oggi, sulle macerie di quell’episodio la Germania vuole costruire un presente di solidarietà, come conferma l’ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner, intervistato dalla collega della nostra redazione tedesca, Birgit Pottler:

    R. – Abbiamo un legame speciale con Onna: l’11 giugno 1944 c’è stata una strage della Wehrmacht. Sono stati uccisi 17 civili, e questo evento – giustamente! – non è mai stato dimenticato, ad Onna. Abbiamo quindi pensato che siccome noi abbiamo questo legame storico con Onna, è bene concentrare i nostri interventi direttamente a Onna.

     
    D. – Non sarà possibile ricostruire tutto il Paese: quali sono i punti principali su cui si concentrano gli aiuti?

     
    R. – Lei ha ragione: non possiamo fare tutto e non sarebbe bene, perché noi dobbiamo lavorare insieme alle autorità comunali, ma anche con i cittadini di Onna: dobbiamo lavorare insieme. Credo che la cosa più importante per i cittadini sia la ricostruzione del “borgo”, ma per questo ci vorrà tempo: realisticamente, non si potrà fare nel corso di questo anno, ci vorrà del tempo. Per questo, noi vogliamo garantire la presenza della nostra Protezione civile, e questo dovrebbe avvenire a partire da mercoledì. Il personale della Protezione civile aiuterà nello svolgimento dei lavori di ricostruzione e sosterrà i cittadini nelle difficili situazioni in cui si trovano. Credo che sia importante per i cittadini poter contare sulla concreta solidarietà tedesca. Lavoreremo insieme ad un progetto da realizzarsi dopo l’esperienza dolorosa del passato, della guerra: questa volta, faremo qualcosa di buono per Onna.

     
    D. – Lei come ha visto il paese di Onna e la gente che è rimasta lì?

     R. – La distruzione delle case è così devastante … è traumatico alla vista! Ma i cittadini hanno una dignità così impressionante, che invita ad aiutare. E, se posso dirlo, sono anche molto contento di sapere che il Santo Padre sa bene dell’iniziativa tedesca: sono molto contento di avere questo sostegno.

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    Missione Continentale in Bolivia: messaggio del Papa al cardinale Terrazas

    ◊   Il Papa benedice la Missione Continentale in Bolivia, lanciata domenica scorsa da Cochabamba in occasione della 85.ma Assemblea plenaria dei vescovi del Paese sudamericano. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato al cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz e presidente della Conferenza episcopale boliviana, Benedetto XVI prega il Signore perché illumini i pastori della Chiesa nel proposito di guidare e servire nel modo migliore il popolo di Dio attraverso la missione permanente e l'adeguamento della Conferenza episcopale perché sia strumento più agile e coordinato di aiuto per tutti nell’azione pastorale e nella vita della Chiesa. Invocando la materna protezione della Vergine Maria, Nostra Signora di Copacabana, il Santo Padre imparte infine la sua benedizione apostolica.

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    Incontro europeo sulla Pastorale del turismo: intervista con mons. Marchetto

    ◊   Inizierà domani a Roma, a Palazzo San Calisto, la Riunione europea sul tema della Pastorale del Turismo oggi, a 40 anni dal Direttorio “Peregrinans in terra”. L’incontro, promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti, si aprirà con l’indirizzo di saluto dell’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero promotore, cui farà seguito la relazione del segretario, arcivescovo Agostino Marchetto. Sugli obiettivi di questa riunione Fabio Colagrande ha sentito lo stesso mons. Marchetto:
     
    R. - Questo Incontro ha lo scopo principale di riunire i Vescovi Promotori e i Direttori Nazionali della Pastorale del Turismo in Europa per analizzare, insieme ad alcuni esperti e rappresentanti di altri continenti, la situazione attuale del turismo in Europa e per studiare una sempre più aggiornata risposta pastorale della Chiesa. Per dare maggiore forza all’evento, lo si è voluto celebrare proprio nella data del 30 aprile, in cui ricorre il 40.mo anniversario del primo Direttorio in materia, dal titolo Peregrinans in terra, pubblicato nel 1969. Cogliamo l’occasione anche per presentare una pubblicazione curata dal nostro Pontificio Consiglio relativa al Magistero Pontificio e ai Documenti della Santa Sede sulla pastorale del turismo (dal 1952 a oggi), che verrà messa su Compact Disc. Alla Riunione partecipano rappresentanti di 21 Paesi europei, una quarantina di persone che amplieranno e approfondiranno l’analisi, lo studio e la prospettiva del tema.
     
    D. - A 40 anni dal Direttorio Peregrinans in terra e a 8 anni dai vostri Orientamenti per la pastorale del turismo, quali sono le novità sostanziali che presenta il fenomeno del turismo nel Vecchio Continente?

     
    R. - L’Europa è sempre stata il bacino di utenza che ha attratto un maggior numero di turisti internazionali. Lo scorso anno questo continente ha accolto 488 milioni di visitatori internazionali, su un totale di 924 milioni come cifra mondiale. Ma la crisi economica e finanziaria a livello globale si riflette ora anche su questo settore con crescita più moderata, ma solida e desideriamo responsabile. Come ci dirà nel suo intervento il Dott. Frangialli, già Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, questo fenomeno deve far fronte al presente a numerose sfide, fra cui quelle della sicurezza, della scelta delle destinazioni, della tutela dell’ambiente, anche in vista di un necessario sviluppo che sia sostenibile. L’introduzione di nuove tecnologie di gestione, informazione e comunicazione è pure questione importante.

     
    D. - E quali sono oggi in Europa le sfide che si presentano alla Chiesa nella pastorale del turismo?

     
    R. - La Chiesa con la sua specifica pastorale in questo settore deve cercare sempre più di essere presente pastoralmente, anche se ciò sembra una cosa ovvia, e di collaborare con gli enti civili per offrire ai visitatori un’accoglienza di qualità, oltre che spirituale, maggiormente attenta ai risvolti sociali ed etici, e al tempo stesso rispettosa dell’ambiente. Un’attenzione più accurata dovrebbe poi essere rivolta specialmente al turismo cosiddetto religioso, diretto cioè a destinazioni care alla tradizione ecclesiale, come possono essere edifici di culto, musei diocesani, dipinti e oggetti sacri, ecc., affinché sia rispettato il senso originale del luogo e delle cose. Sta a noi, poi, studiare come meglio formare e sostenere i nostri turisti cristiani affinché sempre e dovunque si comportino in coerenza con la propria fede e rispettino le persone che incontrano, le culture e le religioni, senza perdere l’identità cristiana.

     
    D. - Secondo lei cosa si aspettano le organizzazioni civili dalla Chiesa nell’ambito del turismo?

     
    R. - Le organizzazioni civili riconoscono alla Chiesa, in genere, un ruolo importante nell’orientare i fedeli verso comportamenti etici, rispettosi, nell’ambito turistico, di chi accoglie e di chi è accolto. Il turismo deve essere visto cioè come opportunità, strumento di dialogo atto a favorire la comprensione tra i popoli e a migliorare la convivenza nella unica famiglia umana. Così rileveranno nei loro interventi i nostri relatori, che indicheranno come pista di comportamento da seguire, fra l’altro, il Codice Mondiale di Etica del Turismo. Non sottovalutiamo certo il pericolo che le visite turistiche possano tradursi in una forma di degenerazione del turismo, nella quale tutto sarebbe al servizio del profitto, con grave danno per esempio per gli abitanti del luogo visitato, fino alle forme più gravi dello sfruttamento sessuale di donne e minori. Da deplorare è anche l’uso improprio delle risorse, come il bene prezioso dell’acqua o la commercializzazione delle tradizioni.

     
    D. - È tempo per un nuovo approccio della Chiesa al fenomeno del turismo?

     
    R. - Pur essendo il Direttorio Peregrinans in terra un documento molto valido nella sua analisi del fenomeno turistico, la Chiesa deve aggiornare la sua pastorale - è cosa del resto fatta dal Concilio Ecumenico Vaticano II - studiando i nuovi indirizzi e atteggiamenti che si manifestano nella società e offrendo il perenne, antico e sempre nuovo, messaggio dell’Evangelo. Anche questo del turismo è un tempo che può essere occasione propizia di salvezza, e lo studio che si farà in questa Riunione è rivolto proprio a indicare un aggiornamento della pastorale specifica della mobilità umana nel settore turismo.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del vice direttore sulla visita del Papa in Abruzzo.

    Abu Mazen a Netanyahu sul carattere ebraico dello Stato di Israele: in rilievo, nell'informazione internazionale, il Vicino Oriente.

    Un ombrello romano per l'ateneo milanese: in cultura, la relazione di Andrea Riccardi al convegno organizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore nel cinquantesimo anniversario della morte di padre Agostino Gemelli.

    Quei mattoni di diecimila anni fa: Lorenzo Nigro sulle scoperte archeologiche a Gerico.

    Un articolo di Fabrizio Bisconti dal titolo "La forza nella memoria": tre piccole catacombe nel territorio aquilano devastato dal terremoto.

    Una Caterina da Siena da tutto esaurito: Silvia Guidi sulla tournée mondiale della domenicana Nancy Murray.

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    Oggi in Primo Piano



    Febbre suina: oltre 150 morti in Messico. La solidarietà del Papa

    ◊   Il Messico continua ad essere alle prese con l’emergenza provocata dall’influenza suina che ha provocato nel Paese latino americano 152 morti ed un migliaio di casi sospetti. Mentre si moltiplicano i contagi in giro per il mondo – una quarantina negli Stati Uniti, 11 in Nuova Zelanda, 2 in Spagna ed 1 in Israele - l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha alzato il livello di allerta da 3 a 4, su una scala di 6. Di influenza suina si parlerà giovedì anche a Lussemburgo in una riunione d’urgenza che vedrà riuniti i ministri della salute dell’Unione Europea. I timori per il diffondersi dell’epidemia hanno avuto intanto ripercussioni negative sulle Borse europee che questa mattina hanno aperto le contrattazioni con un segno negativo. Benedetto XVI ha espresso la sua solidarietà al popolo messicano, si è detto vicino a tutti gli ammalati e sta pregando per le vittime e le loro famiglie. Ma torniamo alle caratteristiche di questa influenza e al suo grado di pericolosità. Salvatore Sabatino ha intervistato Ilaria Capua, direttrice del Centro di preferenza per l’influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie:

    R. – Questo virus è un virus influenzale che contiene una componente di origine suina, che è la componente predominante, e contiene due geni, uno di origine aviaria e uno di origine umana. Il fatto che l’influenza suina passi all’uomo è qualcosa che già conosciamo, in quanto già nel ’57 e nel ’68 si sono verificate due pandemie influenzali, che hanno avuto come oggetto dei virus che erano dei riassortanti come questo. Virus, quindi, che derivavano dal mondo animale e avevano anche delle componenti di geni umani. Quindi è un virus nuovo perché è emerso ora dal serbatoio suino. E' un sistema di generazione di virus che noi conosciamo bene.

     
    D. – Perché ci sono stati così tanti morti in Messico?

     
    R. – Città del Messico è una megalopoli dove vivono 20 milioni di persone in condizioni di povertà, di inquinamento. Io ritengo che sia possibile che in realtà il numero delle persone esposte al contagio sia maggiore di quello riportato: potrebbero essere di 20 mila, 30 mila, 50 mila. Quindi, in realtà, il numero dei morti non va considerato come valore assoluto, ma sul numero delle persone infette. Quindi, un conto è dire che ci sono 60 morti su mille persone esposte e un altro è dire che ci sono 60 morti su un numero di persone infette molto maggiore.

     
    D. – Ieri dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno detto che il vaccino sarà pronto solo tra sei mesi. Nel frattempo come si potrà agire?

     
    R. – Nel frattempo, questo è un virus che è sensibile agli antivirali. Il che significa che in caso di una forma grave – immunodepressione, malattia intercorrente e così via – si può intervenire con gli antivirali. Ci sono tutta una serie di norme che possono essere prese per ridurre il contagio. C’è da dire che noi in Europa, per lo meno nell’Europa meridionale, andiamo verso un clima meno favorevole allo sviluppo di forme influenzali gravi. Quindi la mia posizione è quella di non farsi prendere dal panico. Se il virus arriverà sarà come un’influenza stagionale che, al limite, avrà un effetto sull’economia, perché le persone staranno a casa, non potranno andare a lavorare, e quindi ci saranno giornate di lavoro perse.

     
    D. – Si fa un gran parlare, ovviamente, anche della carne suina. E’ comunque una carne sicura?

     
    R. – Questo non è un problema dei suini, è un problema di sanità pubblica. I suini sono stati il mezzo attraverso il quale il virus è arrivato all’uomo. Adesso i suini non c’entrano più niente con questa storia e comunque non è stato mai descritto un caso di trasmissione alimentare del virus dell’influenza suina dal suino all’uomo perchè non è una malattia che si trasmette con gli alimenti, in quanto il virus non va nelle carni.

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    Da oggi in libreria “Elogio della coscienza” di Joseph Ratzinger. La riflessione del filosofo Vittorio Possenti

    ◊   E’ da oggi in libreria il volume “Elogio della coscienza” (Cantagalli Editore), raccolta di scritti del cardinale Joseph Ratzinger sulla verità interiore. Nei testi contenuti nel libro - vanno dal 1990 al 2000 - il futuro Pontefice sottolinea la centralità della coscienza connessa alla verità iscritta nel cuore di ogni uomo. D’altro canto, il Papa mette in guardia dalla coscienza soggettiva, quella falsa concezione della coscienza secondo la quale paradossalmente anche le SS, rilevava il cardinale Ratzinger, sarebbero giustificate perché agivano “con un’assoluta certezza di coscienza”. Un richiamo di grande attualità, dunque, in un tempo contraddistinto dal relativismo. Lo sottolinea il filosofo Vittorio Possenti, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – L’uomo trova in se stesso una voce, qualche volta più forte, qualche volta più fioca, ma che può essere ascoltata. Questa voce dice all’uomo: “Fai il bene ed evita il male”. Così si stabilisce un’universalità di base tra tutti coloro che appartengono all’umanità. Conosciamo la debolezza dell’uomo, la debolezza anche morale del comportamento umano. Qui la teologia cristiana fa riferimento all’evento originario della caduta. Quindi, la coscienza morale è una coscienza offuscata, che ha bisogno costantemente di confrontarsi con la luce della verità. Non può essere perciò il criterio ultimo ed unico di giudizio la sola coscienza, questa deve confrontarsi con la questione della verità. Certamente, oggi, questo problema apre nuovi interrogativi, perché, in una parte consistente del pensiero della cultura contemporanea, risalta invece una posizione in cui si ritiene che la verità non possa essere raggiunta.

     
    D. – Nella riflessione del cardinale Ratzinger ha un ruolo fondamentale il senso della colpa che - sottolinea il futuro Pontefice – se si assopisce ci rende sordi alla voce della verità e ai suoi suggerimenti interiori. Ecco, entra qui in gioco anche la buona volontà della persona...

     
    R. – Sicuramente. Nelle questioni di natura morale, la questione del bene e del male, della colpa e della non colpa, sono fondamentali e richiamano in primo luogo l’atteggiamento esistenziale ultimo del volere di fronte al bene e al male. Quindi, la volontà gioca un ruolo maggiore rispetto al ruolo che può essere giocato dall’intelletto. Quindi, educarci ad ascoltare questa voce interiore significa purificare il desiderio ed educare la volontà, non cancellare il senso della responsabilità dell’atto morale e non cancellare il senso della colpa. Non è qualcosa che diminuisce l’uomo avere un senso retto della colpa, come qualche volta si pensa che questo senso debba essere cancellato da cure psicologiche e psicanalitiche, perché il senso di colpa quando è ben radicato e fondato non è qualcosa di patologico: significa che l’uomo ha consapevolezza della sua responsabilità morale, del principio primo di ogni esistenza etica, cioè il principio di fare il bene ed evitare il male.

     
    D. – Come il cardinale Newman anche il cardinale Ratzinger sostiene il primato della coscienza su quello del papato: mai quest’ultimo – è la sua tesi – può essere in contrasto con la coscienza. A qualcuno può sembrare un’affermazione sorprendente, invece è assolutamente coerente con il pensiero dell’attuale Pontefice...

     
    R. – Certamente è coerente con il pensiero di Benedetto XVI, come è coerente con l’intera tradizione della dottrina della Chiesa, dell’insegnamento della Chiesa. Il primato della coscienza rispetto alla stessa autorità del Papa, perché il Papa è servitore della legge morale, è servitore del principio “Fai il bene, evita il male”. Mi pare che Benedetto XVI l’osservi proprio nel suo scritto che il Papa è al servizio della crescita della coscienza morale, non può essere al servizio del far tacere la coscienza morale.

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    Chiesa e Società



    I vescovi del Kenya: politici insensibili alle sofferenze della gente

    ◊   “La stragrande maggioranza dei nostri dirigenti mostra una palese insensibilità alle esigenze del nostro popolo. Essi perseguono i propri interessi egoistici, alimentando in tal modo l'avidità e la corruzione. Delle merci e della ricchezza che appartengono a pieno diritto ai cittadini se ne appropriano indebitamente con arroganza ”. Così i Vescovi del Kenya esprimono la loro profonda disapprovazione per la situazione del Paese in una dichiarazione pubblicata alla fine della loro Assemblea Plenaria, firmata dal Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi e Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, e dagli altri 24 Vescovi del Paese. Lo riferisce l’agenzia Fides. Nel documento si denuncia la “manipolazione delle divisioni tribali che allontanano, invece che avvicinare le persone. Sono violati i diritti umani. Vi sono uccisioni extragiudiziarie. Anche la religione viene utilizzata in un modo sinistro per soddisfare la bramosia di potere”. Questa situazione ha un effetto disastroso sulla società civile, denunciano i Vescovi: “le persone hanno perso il rispetto per le istituzioni fondamentali dello Stato, l'amministrazione provinciale, la polizia, gli anziani e la famiglia. Si tratta di una situazione deprimente”. Tra le persone che più risentono di questo clima deleterio vi sono i giovani, che “sono particolarmente vulnerabili a causa dell'elevato tasso di disoccupazione, dell'insufficiente formazione e della manipolazione da parte di persone senza scrupoli”. Tra gli episodi recenti che denotano l'insicurezza crescente nel Paese vi è il massacro di Karatina, nel quale sono rimasti coinvolti diversi membri della setta Mungiki. “La Chiesa cattolica condanna senza riserve i recenti brutali omicidi attribuiti ai Mungiki”. Vi è dunque una profonda crisi etica nel Paese e “tutti noi dobbiamo assumerci la nostra responsabilità” scrivono i Vescovi. Anche la Chiesa “che non predica l'amore e l'unità in modo comprensibile da tutti. Non c'è bisogno di riscrivere i Dieci Comandamenti. Essi devono essere compresi e messi in pratica”. Un altro grave problema che affligge il Kenya è la penuria di cibo, dovuta alla siccità ma anche alle speculazioni sui prezzi dei generi primari. Nel solo mese di dicembre 2008 i prezzi degli alimentari sono saliti del 37,5% (la crescita a novembre era stata del 2,6%) e secondo le autorità locali sono 10 milioni i keniani che rischiano di morire di fame. “In un Paese come il Kenya non vi è alcuna giustificazione che vi siano persone affamate o che soffrano le conseguenze della siccità”. I Vescovi concludono con un appello alla speranza: “il tempo di Pasqua dovrebbe essere un momento di gioia e di speranza. Gesù Cristo risorgendo dai morti ha vinto la morte, il più grande di tutti i mali. Anche noi, con l'aiuto dei veri patrioti kenioti possiamo tornare indietro dal baratro. Dove c'è la volontà, si trova la via”.

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    La Chiesa filippina al fianco di operai e lavoratori

    ◊   In un periodo di crisi economica mondiale, la Chiesa cattolica filippina si schiera a fianco degli operai e dei lavoratori, fra le categorie più colpite dalla recessione. Ieri il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, e mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare della capitale, hanno incontrato associazioni dei lavoratori, assicurando un “intervento” più deciso della Chiesa nella tutela dei loro diritti. Lo riferisce Asianwes. Al vertice hanno partecipato la Federation of Free Workers (Ffw) filippina, l’Alliance of Progressive Labor, il Partido ng Manggagawa e il Bukluran ng Mangaggawang. P. Eric Adoviso, responsabile della pastorale per il lavoro dell’arcidiocesi di Manila, ribadisce la volontà della Chiesa di essere “più sensibile” alle problematiche degli operai e annuncia una lettera pastorale del cardinale di Manila in occasione del primo maggio, festa dei lavoratori. Durante il vertice fra i leader della Chiesa cattolica filippina e i sindacati sono emersi sette punti chiave da prendere in esame: assicurazioni e sussidi per i lavoratori disoccupati, tra i quali vi sono anche i lavoratori filippini all’estero (Ofw); la revoca di alcune decisioni della Corte suprema in processi riguardanti il diritto del lavoro; riforme governative in materia di politiche del lavoro; estensione dell’assicurazione sanitaria agli sfollati e cure mediche di base per i poveri; una moratoria sulle demolizioni, i sequestri e il pignoramento di beni; moratoria negli aumenti dei costi per l’istruzione; sistemi di protezione per i lavoratori, contro le fluttuazioni nel mercato e negli affari. L’intervento dei vertici della Chiesa filippina è accolto con favore dai sindacati, i quali sottolineano “l’interesse” dei vertici cattolici per “i problemi degli operai” e auspicano un’agenda di lavoro comune. Il 7 maggio prossimo è in programma un nuovo incontro, per discutere dei punti chiave ed elaborare proposte condivise da presentare al governo. Nelle scorse settimane il Dipartimento del lavoro ha confermato che più di 100mila filippini, tra i quali molti lavoratori d’oltremare, sono stati colpiti in diversa misura dalla crisi. Julius Aganoza, responsabile della comunicazione della Ffw afferma che i sindacati “hanno cercato” il sostegno del cardinale Rosales e dei vescovi dell’area di Manila “perché li affiancassero nella battaglia a tutela dei diritti dei lavoratori”.

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    Usa. Sì del cardinale Rigali ad una legge a sostegno delle donne incinte

    ◊   Il cardinale Justin Rigali, presidente del Comitato dei Vescovi Statunitensi per le Attività Pro-Vita, ha fatto appello ai congressisti perché sostengano un disegno di legge che prevederebbe un sostegno immediato alle donne incinte e alle loro famiglie. Il cardinale Rigali lo ha espresso in una lettera a tutti i rappresentanti degli Stati Uniti, esortandoli a sostenere e patrocinare il Pregnant Women Support Act (Legge per il Sostegno alle Donne Incinte), ripresentato alla Camera mercoledì dal deputato Lincoln Davis. Lo riferisce Zenit. La lettera, inviata venerdì, sottolinea che “in una società in cui i disaccordi sull'aborto e sui diritti dei concepiti sembrano persistenti e inaffrontabili, ci sono alcuni elementi sostenuti da quasi tutti”. “In primo luogo, la considerazione che oltre un milione di aborti ogni anno in questo Paese rappresentano una tragedia, e che dovremmo almeno compiere dei passi per ridurre gli aborti”, ha spiegato. “In secondo luogo, nessuna donna dovrebbe mai subire un aborto perché pensa di non avere altra scelta, o perché le alternative non sono a lei disponibili o note”. “Un aborto effettuato sotto costrizione sociale ed economica non ha niente a che vedere con la 'libertà di scelta'”, ha denunciato. La lettera spiega anche alcuni aspetti del “sostegno a favore della vita” previsto per le donne incinte con questa legge, come l'eliminazione della “gravidanza come 'condizione preesistente' che può essere usata per negare la copertura sanitaria alle donne; sovvenzioni ai centri di sostegno che forniscono alternative all'aborto; assistenza per incoraggiare i college e le università a fornire sostegno alle studentesse incinte o che hanno bambini”. La legge prevede anche un maggiore sostegno ai programmi sulle adozioni e ai servizi per le donne incinte a rischio di violenza domestica. Il cardinal Rigali ha sottolineato che il disegno di legge permetterà agli Stati di fornire una copertura assicurativa ai concepiti e alle madri che altrimenti potrebbero non ottenerla. La misura, aggiunge, “tende una mano alle donne quando sono più vulnerabili, e più impegnate a prendere una decisione per la vita o la morte del loro bambino non nato”. La legge, aggiunge il porporato nella sua lettera, “rappresenta un autentico terreno comune, un approccio che le persone possono abbracciare indipendentemente dalla loro posizione su altre questioni”. La misura, osserva, non solleva la questione relativa al “cercare di ridurre le gravidanze attraverso la promozione governativa di contraccettivi, che di recente ha suscitato tante controversie quando è stata inappropriatamente proposta per essere inclusa in un pacchetto di incentivi all'economia”. “La questione ha sollevato serie preoccupazioni circa le priorità nell'assistenza sanitaria e i diritti di coscienza dei pazienti e dei professionisti sanitari, che richiedono un dibattito approfondito”. “Molti studi – ha rimarcato il porporato – hanno concluso che i programmi per assicurare l'accesso alla contraccezione non riducono i tassi di aborto”. Per il cardinal Rigali queste discussioni continueranno, ma nel frattempo “le donne incinte hanno bisogno della nostra assistenza perché l'aborto non sia presentato loro come l'unica scelta”.

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    Il cardinale Tauran: ci aspettiamo dai musulmani un impegno più deciso verso il rispetto della libertà religiosa

    ◊   “Ci sono in Europa un milione di persone che si recano regolarmente in sinagoga, in chiesa, in moschea. Sono persone che desiderano vivere per Dio e in Dio. Rappresentano un patrimonio spirituale ricchissimo che va messo a disposizione per l’Europa”. Con queste parole, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha concluso l’incontro dei delegati per le relazioni con l’islam delle Conferenze episcopali europee che si è tenuto a Bordeaux. Il dialogo tra musulmani e cristiani - ha aggiunto il cardinale Tauran - è “una grazia per noi cristiani perché ci obbliga ad approfondire la nostra fede, in quanto non si dialoga sull’ambiguità”. “Questo dialogo interreligioso – ha spiegato il porporato, le cui parole sono state riprese dal Sir – ci dà anche la possibilità di manifestare ai nostri amici che noi li rispettiamo”. “Ci attendiamo da loro un impegno più deciso soprattutto verso una conoscenza obiettiva del cristianesimo e verso il rispetto della libertà di coscienza e religione, così come vengono affrontati dai documenti internazionali”. Il cardinale Jean Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, ha affermato inoltre che l’Europa ha una responsabilità unica: diventare laboratorio in cui cristiani e musulmani dimostrano al mondo che è possibile “vivere insieme, in maniera armoniosa, con uno stile basato sulla comprensione e il rispetto dell’altro”. In Europa ci sono anche “Paesi dove l’islam è in maggioranza come in Bosnia ed Erzegovina, Albania e Turchia: “La loro presenza – ha osservato il cardinale Ricard - cambia il quadro di riferimento storico, culturale e religioso del Continente, che solo fino a pochi decenni fa era segnato dal cristianesimo”. Padre Hans Vöcking, esperto di islam del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, ha sottolineato poi come i musulmani facciano parte “integrante delle società europee”. Questa presenza – ha aggiunto padre Vöcking - necessita di una “riflessione diversa che è al tempo stesso pastorale, sociale, caritativa e religiosa”. In Francia sono almeno 5 milioni le persone di cultura e tradizione islamica. “L’Islam – ha spiegato padre Christophe Roucou – è sempre più visibile” sul territorio francese. In Italia si stima che i musulmani siano oltre un milione. “La presenza islamica nel Paese – ha fatto notare don Gino Battaglia, responsabile dell’ufficio per l’ecumenismo e del dialogo della Conferenza episcopale italiana – è estremamente plurale, frammentaria, composita e complessa”. In Germania vivono circa 3,5 milioni di musulmani di cui il 75% è di origine turca. In Spagna i musulmani sono oltre un milione e 300 mila, provenienti soprattutto da Paesi del Nordafrica. Secondo dati recenti, i musulmani in Europa sono circa il 3 per cento della popolazione. Completamente diversa è la situazione in Turchia dove su una popolazione di 75 milioni di abitanti, i cristiani sono solo 110 mila. Don Mauro Pesce, segretario generale della Conferenza episcopale turca, ha ringraziato in particolare Benedetto XVI e tutti quei cristiani che “nell’Anno Paolino hanno fatto visita in Turchia” partecipando ad “iniziative e pellegrinaggi che hanno dato una maggiore visibilità ai cristiani del Paese”. (A.L.)

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    Indonesia: pastore protestante ucciso con la moglie a colpi di machete

    ◊   In Indonesia un pastore protestante, Frans Koagow, e sua moglie, Femy Kumendong, sono stati uccisi a colpi di machete nella loro abitazione di Manado, capitale della provincia del Sulawesi. Gli inquirenti escludono il movente del furto. Gli assassini – rende noto AsiaNews - non sono stati ancora identificati. Le province del Sulawesi sono teatro da anni di continue tensioni. (A.L.)

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    Conferenza del padre gesuita Leclerc alla Gregoriana su scienza e natura

    ◊   “La questione del finalismo nei processi della natura”. E' il tema della conferenza che nel pomeriggio terrà il padre gesuita Marc Leclerc, della Pontificia Università Gregoriana, presso il master in Scienza e Fede dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Tramite videoconferenza la “lezione” potrà essere seguita anche presso l'Istituto Veritatis Splendor. “Secondo la visione del mondo che regge da quasi due secoli - si legge negli stralci dell’intervento anticipati dall’Osservatore Romano - la concezione dominante delle scienze positive, queste costituiscono l'unica conoscenza legittima e verificabile pur essendosi formate tramite il rifiuto sistematico di ogni causalità finale”. Per il Circolo di Vienna, animato a partire dal 1922 da filosofi e scienziati, il ruolo della filosofia si limita praticamente a "eliminare le scorie metafisiche e teologiche accumulate da millenni" - secondo l'espressione del Manifesto del 1929 - per purificarne e liberarne le scienze sperimentali e consentire loro di raggiungere la piena maturità, nella perfetta autosufficienza. “La nostra vita biologica – continua il docente di Filosofia della Natura - condizione necessaria ma non sufficiente della nostra esistenza consapevole, non è pensabile se non in stretto legame con tutto il mondo vivente, esso stesso condizionato dalla struttura globale dell'universo”. Leclerc cita nella sua relazione i filosofi Jacques Monod, Joseph Maréchal, Pierre Scheuer e Gaston Isaye. “Secondo Maréchal – continua Leclerc - ogni movimento tende verso un fine ultimo, secondo una legge, o forma specificatrice, che imprime a ogni tappa del movimento il segno dinamico del fine ultimo”. “Questa finalità interna del movimento - precisa - lungi dall'entrare in conflitto con il determinismo causale, ne è, al contrario, la prima condizione razionale”. Nell'ambito dell'affermazione realista, che supera le scienze avvolgendole per intero, lo studioso sostiene che “ogni divenire, ogni movimento che non sia un semplice spostamento passivo, tende, di per sé, verso un riposo finale o verso un fine ultimo”. Di Isaye ha ricordato l’“interazione reciproca, senza circolo vizioso, tra le scienze e la filosofia”. Ricordando il pensiero di Scheuer evidenzia il tipo di rapporto che unisce, nella distinzione, la metafisica alle scienze positive. Ecco l'intuizione centrale:  la metafisica è “immanente per modum formae al sapere scientifico, nel modo in cui l'anima è immanente al corpo”. “I pochi elementi di una critica realista nella linea di Maréchal, Scheuer e Isaye – conclude il docente della Gregoriana - indicano una delle direzioni che potrebbe prendere una feconda interazione tra ricerca scientifica e riflessione filosofica, permettendoci di superare in atto le aporie ricorrenti del positivismo e delle sue vicissitudini. Tale articolazione critica ci acconsente di riconoscere una vera unità finale del cosmo, supponendo una teleologia criticamente fondata”. (A.V.)

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    Convegno su Paolo VI a Varese. L'intervento del cardinale Tettamanzi

    ◊   Villa Cagnola di Gazzada, in provincia di Varese, ha ospitato ieri il convegno di studi “Montini-Paolo VI: l’evangelizzazione, compito e missione della Chiesa” al quale hanno partecipato tutti i vescovi della Lombardia. L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, si è soffermato sul tema della missione in Paolo VI. L’istanza missionaria è il Dna della fede cristiana. Come centrale fu il tema dell’annuncio in San Paolo, altrettanto centrale – ha osservato il porporato - fu il tema dell’evangelizzazione nel pontificato di Giovanni Battista Montini, che non a caso scelse il nome di Paolo VI, l’Apostolo delle genti. Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha annunciato che al Sacro Monte di Varese sarà posta la sede della vicepostulazione della causa di beatificazione di Paolo VI, per proseguire l’opera iniziata con intelligenza dal suo segretario personale, mons. Pasquale Macchi. Il Sacro Monte di Varese diventerà una sorta di centro propulsore di iniziative montiniane, per favorire e preparare una beatificazione celere, come si è augurato il porporato per il suo predecessore sulla cattedra di Ambrogio. Il cardinale si è quindi soffermato su due importanti documenti di Paolo VI: l’Enciclica “Ecclesiam Suam” che pose il dialogo come stile della missione della Chiesa e l’Esortazione apostolica “Evangelii Nuntiandi” che definì l’evengelizzazione come stile dell’identità stessa della Chiesa. “Il sogno di Montini”, ha concluso il cardinale Dionigi Tettamanzi, “fu quello di una Chiesa estroversa che nel nome di Paolo accetta un confronto ardito con la modernità, soprattutto il senso vivo della persona e della coscienza, luogo dove il Vangelo può tornare a fiorire anche oggi”. (A cura di Fabio Brenna)

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    In Burkina Faso iniziato il programma BRAVO! per l'iscrizione anagrafica dei bambini

    ◊   Il primo ministro del Burkina Faso, Tertius Zongo, ha dato ufficialmente l'avvio al Programma BRAVO!, promosso e sostenuto dalla Comunità di Sant'Egidio. Il programma rientra nell’ambito dell'iniziativa denominata "anno della registrazione gratuita e universale delle nascite". La cerimonia si è svolta ieri alla presenza del presidente dell'Assemblea nazionale, di numerosi ministri ed esponenti del governo, di tutti i presidenti di provincia, degli alti commissari, dei sindaci e dei prefetti del Paese. Per la Comunità di Sant'Egidio è intervenuta Evelina Martelli, che ha sottolineato quanto il programma BRAVO! possa rappresentare una reale difesa per la vita dei bambini. Il diritto al nome  - si legge nel comunicato della Comunità - è un principio irrinunciabile e ovunque la Comunità si impegna a garantire l'esistenza legale a tutti i bambini, soprattutto ai più deboli e bisognosi di protezione. Per questo la Comunità di Sant'Egidio ha scelto di dare al Burkina Faso  tutto il sostegno necessario per realizzare l'obiettivo di iscrivere all'anagrafe 650.000 nuovi nati e 1.150.000 bambini nell'arco di 12 mesi. È la prima volta che un Paese dell'Africa sub-sahariana mette in campo un programma di così vasta portata per rendere il sistema anagrafico veramente efficace e sostenibile. Tale programma può rappresentare un modello per molti altri Paesi. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Sri Lanka: pressioni dell'Ue sul governo di Colombo per una tregua umanitaria

    ◊   A rischio i rapporti diplomatici tra la Svezia e lo Sri Lanka. Il governo di Colombo ha negato il visto al ministro degli Esteri di Stoccolma, Carl Bildt, che domani doveva recarsi nel Paese asiatico per una missione volta a favorire una tregua umanitaria. Per l’Unione Europea il gesto del governo cingalese è un “grave errore”. Resta intanto critica la situazione per gli oltre 50 mila civili, intrappolati nel nord del Paese, teatro dei combattimenti tra Tigri Tamil ed esercito. Il servizio di Benedetta Capelli:

    “Senza alcuna spiegazione”. così, il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt ha spiegato il mancato permesso di Colombo per farlo entrare in Sri Lanka. Immediata la reazione di Stoccolma che ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore nel Paese asiatico. Nessun problema invece per il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, e il suo omologo francese, Bernard Kouchner, componenti di una missione europea che ha lo scopo di fare pressioni sull’esecutivo per una tregua umanitaria. Quanto accaduto oggi segue la denuncia del responsabile per le questioni umanitarie dell'Onu, John Holmes, che non ha ottenuto il permesso del governo cingalese per inviare nelle zone di guerra un’equipe umanitaria. Intanto, la situazione nel nord del Paese resta grave anche se tacciono le armi pesanti. Almeno 50 mila civili sono ancora intrappolati nell’area, teatro di accesi scontri nelle scorse settimane tra le truppe regolari e le Tigri Tamil. Vengono poi definite “disumane” le condizioni degli oltre 200 mila profughi accampati in tendopoli di fortuna. Per affrontare l’emergenza umanitaria, oggi l’Unicef ha inviato 50 tonnellate di aiuti mediante un ponte aereo. L’agenzia delle Nazioni Unite parla di “una vera e propria catastrofe” soprattutto per i bambini che soffrono di “una disperata mancanza di cibo, acqua e forniture mediche di base”.

    Pakistan
    Sono 30 mila le persone sfollate nel nordovest del Pakistan in seguito alla vasta offensiva dell’esercito contro i talebani. Almeno 50 insorti hanno perso la vita nei raid aerei sul distretto di Lower Dir, vicino alla valle dello Swat. Solo ieri i talebani avevano annunciato la sospensione dei negoziati con il governo di Islamabad proprio per il controllo della zona tribale. Sempre ieri, i servizi segreti pachistani avevano detto di ritenere morto il leader di Al-Qaeda Osama bin Laden anche se non sono in possesso prove concrete.

    Iraq
    Il capo di Al Qaeda in Iraq, Abou Omar al-Bagdadi, è nelle mani della giustizia. Lo ha reso noto un comunicato dell'ufficio del primo ministro iracheno, Nouri al-Maliki.

    Afghanistan
    Tre soldati francesi sono rimasti feriti nell’attacco missilistico, condotto dai talebani, sulla base multinazionale di Camp Warehouse a Kabul, in Afghanistan.

    Somalia-pirateria
    Sventato attacco ad una nave cisterna russa. L’equipaggio ha respinto alcuni pirati somali, armati di lanciagranate e mitra, a largo di Singapore. Ieri la marina spagnola ha catturato 9 predoni a nord delle coste delle Seycelles. Sarebbero gli autori del tentato assalto di sabato notte alla nave da crociera italiana “Msc Melody”. Sempre ieri le forze di sicurezza yemenite hanno liberato una petroliera, ostaggio per 24 ore di pirati somali. Nell’attacco tre sono rimasti uccisi e altri 11 catturati.

    Somalia-Msf
    Dopo più di una settimana dal loro rapimento nella regione somala di Bakol, due operatori sanitari – un medico belga e un infermiere danese – appartenenti all’organizzazione di "Medici senza Frontiere" sono stati liberati. A renderlo noto un leader del gruppo al Shabaab, responsabile del sequestro.

    Usa-auto
    Nuovo piano di ristrutturazione per il colosso automobilistico americano General Motors. Il gigante di Detroit taglierà 21 mila posti di lavoro entro il 2010. Intanto sembra sempre più vicina l’intesa tra Fiat e Chrysler in vista della scadenza di giovedì, termine entro il quale si dovrà chiudere l’accordo. La bozza – riferiscono organi di stampa – prevederebbe una quota del 35% del capitale alla Casa torinese mentre i sindacati avrebbero il 55%, il restante 10% ai creditori in possesso di garanzie e al governo.

    Usa-Cuba
    Segnali di avvicinamento tra Stati Uniti e Cuba. Ieri a Washington le parti si sono incontrate per discutere di vari argomenti come l'immigrazione e il traffico di droga. Pochi giorni fa l’amministrazione Obama aveva annunciato una serie di misure distensive anche se restano chiare le richieste Usa: la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle carceri cubane e il rispetto dei diritti umani.
     
    Bolivia–Paraguay
    Firmato ieri, nel corso di una cerimonia a Buenos Aires, l’accordo sui confini tra Bolivia e Paraguay. Un contenzioso che negli anni ‘30 aveva provocato oltre 100 mila morti. Grazie alla mediazione del capo di Stato argentino Cristina Kirchner, il presidente del Paraguay Fernando Lugo e quello della Bolivia Evo Morales hanno siglato l’intesa stilata da una commissione mista, nata per definire la frontiera tra i due Paesi sudamericani. La vicenda ruotava intorno al possesso di Chaco Boreal, un territorio desertico, considerato strategico per le risorse che poteva contenere, in particolare giacimenti petroliferi.

    Venezuela-Perù
    Clima teso tra Venezuela e Perù dopo la concessione da parte di Lima dell’asilo politico a Manuel Rosales, leader del fronte anti Chavez. L’ex sindaco di Maracaibo è fuggito dal Venezuela per sottrarsi ad un processo che considera “persecutorio”. In risposta Caracas ha deciso di ritirare il suo ambasciatore dal Perù.

    Terrorismo-attentati Londra
    Tre uomini sono stati assolti dall’accusa di avere aiutato i terroristi, che il 7 luglio del 2005 a Londra, causarono la strage sulla metropolitana e sui bus della città. Cadono così le accuse di favoreggiamento per due degli imputati che insieme ai kamikaze avevano effettuato sopralluoghi nella capitale britannica allo scopo di individuare possibili luoghi per gli attacchi. I tre conoscevano infatti gli attentatori, ma avevano negato di averli aiutati in qualsiasi modo a compiere gli attentati. Due di loro, al momento dell’arresto nel 2007, erano in procinto di recarsi in Pakistan, in un campo di addestramento per terroristi.

    Italia-maltempo
    Sono notevoli i disagi causati dal maltempo soprattutto nel nord Italia. Seimila persone sono state evacuate nella zona di Alessandria per la piena del fiume Tanaro. La presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, ha decretato lo stato d’emergenza. Difficile la situazione anche a Torino dove il Po ha raggiunto la portata di 1.500 metri cubi al secondo. Si cerca un uomo disperso dopo il crollo di una palazzina a Broni, in provincia di Pavia, probabilmente travolto dall'onda di acqua e fango. Notevoli difficoltà anche per la circolazione stradale in particolare a Roma e Milano per l’allagamento delle principale arterie. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Anna Villani)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 118

     

     
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