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Sommario del 19/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il grande affetto e la vicinanza spirituale di tanti e l’appello per la Conferenza di Durban: nelle parole di Benedetto XVI al Regina Coeli nell’Ottava di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia
  • Nel quarto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI, ripercorriamo significative tappe del Pontificato fino ad oggi
  • Oggi in Primo Piano

  • In Abruzzo, Messa nelle tendopoli, mentre sul fronte politico si discute di ricostruzione e indagini sui crolli
  • La Chiesa festeggia la Domenica della Divina Misericordia
  • Al via le celebrazioni a chiusura dell’Anno dedicato a Sant’Anselmo
  • Chiesa e Società

  • Oggi si festeggia la Pasqua ortodossa
  • In occasione del compleanno e dell'anniversario di Pontificato, manifestazioni di affetto per Benedetto XVI anche da esponenti di altre religioni
  • Assemblea della Conferenza episcopale spagnola
  • Battesimo in Toscana della prima fondazione di comunità per Rondine
  • Il 29 aprile, quinto incontro sulle Lettere Paoline
  • Una nuova chiesa e un centro polifunzionale nella Diocesi etiope di Emdeber
  • Inaugurata ad Ascoli Piceno una rassegna di arte sacra ispirata a San Paolo
  • Crisi di vocazioni nelle Filippine: appello ai giovani a servire Dio
  • Festa per la Pace: campagna per combattere il fenomeno dei bambini soldato in Congo
  • Giornata conclusiva della Rassegna di Musica Sacra Virgo Lauretana a Loreto
  • 24 Ore nel Mondo

  • Al via domani in Svizzera la conferenza Onu sul razzismo. Assenti Stati Uniti, Israele, Italia, Australia, Olanda
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il grande affetto e la vicinanza spirituale di tanti e l’appello per la Conferenza di Durban: nelle parole di Benedetto XVI al Regina Coeli nell’Ottava di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia

    ◊   In questa Domenica che chiude l’Ottava di Pasqua e in cui si celebra la Divina Misericordia, Benedetto XVI ringrazia per le manifestazioni di vicinanza spirituale e di affetto ricevute in particolare in questi giorni ribadendo “non mi sento mai solo”. Poi la riflessione sulla Conferenza ONU che da domani a Ginevra tratterà della Dichiarazione di Durban su razzismo e discriminazione. E il pensiero alle Chiese Orientali che celebrano oggi la Pasqua. L’occasione, la recita della preghiera mariana Regina Coeli nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, al termine della quale Benedetto XVI ha incontrato il cardinale Lozano Barragan, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Nel pomeriggio, alle 18:30 il Papa lascerà in elicottero le Ville Pontificie di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano. Sulle parole del Papa, il servizio di Fausta Speranza.

    Ringrazio il Signore per la coralità di tanto affetto”, dice Benedetto XVI. “Ho sperimentato una solidarietà spirituale, nutrita essenzialmente di preghiera, che si manifesta in mille modi”: così aggiunge esprimendo un cordialissimo grazie a tutti coloro – e sottolinea tanti - hanno fatto pervenire un segno di affetto e di vicinanza spirituale in questi giorni, per le festività pasquali, per il compleanno, il 16 aprile, e per il quarto anniversario dell’elezione alla Cattedra di Pietro, che ricorre proprio oggi. E alle sue parole si leva dal cortile del Palazzo di Castel Gandolfo, un coro di applausi e di manifestazioni festose. “Come ho avuto modo di affermare di recente – ribadisce Benedetto XVI – non mi sento mai solo”:

     
    “A partire dai miei collaboratori della Curia Romana, fino alle parrocchie geograficamente più lontane, noi cattolici formiamo e dobbiamo sentirci una sola famiglia, animata dagli stessi sentimenti della prima comunità cristiana, di cui il testo degli Atti degli Apostoli che si legge in questa domenica afferma: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32).”
     
    Il Papa ricorda che le prime comunità cristiane si sono fondate su Cristo Risorto che ha donato ai suoi “una nuova unità, più forte di prima, invincibile, - ricorda il Papa- perché fondata non sulle risorse umane, ma sulla divina misericordia, che li fece sentire tutti amati e perdonati da Lui.” E’ dunque l’amore misericordioso di Dio – ricorda - ad unire saldamente, oggi come ieri, la Chiesa e a fare dell’umanità una sola famiglia.” E dunque Benedetto XVI ricorda che con questa convinzione Giovanni Paolo II ha voluto intitolare la seconda domenica di Pasqua alla Divina Misericordia, accogliendo il messaggio spirituale trasmesso dal Signore a Santa Faustina Kowalska e sintetizzato nell’invocazione: “Gesù confido in te”.

     
    “Come per la prima comunità, è Maria ad accompagnarci nella vita di ogni giorno. Noi la invochiamo “Regina del Cielo”, sapendo che la sua regalità è come quella del suo Figlio: tutta amore, e amore misericordioso. Vi domando di affidare a Lei nuovamente il mio servizio alla Chiesa, mentre con fiducia Le diciamo: Mater misericordiae, ora pro nobis.”
     
    Dopo la preghiera mariana, il pensiero del Papa va alla Conferenza di esame della Dichiarazione di Durban del 2001 contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza. “Si tratta di un’iniziativa importante - spiega Benedetto XVI - perché ancora oggi, nonostante gli insegnamenti della storia, si registrano tali deplorevoli fenomeni.” La Dichiarazione di Durban – spiega il Papa - riconosce che “tutti i popoli e le persone formano una famiglia umana, ricca in diversità, e promuove tolleranza, luralismo e rispetto per una società più inclusiva. A partire da queste affermazioni si richiede un’azione ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Benedetto XVI aggiunge che “occorre, soprattutto, una vasta opera di educazione, che esalti la dignità della persona e ne tuteli i diritti fondamentali”. E a questo proposito il Papa ricorda l’insegnamento di fondo della Chiesa:

     
    “La Chiesa ribadisce che solo il riconoscimento della dignità dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, può costituire un sicuro riferimento per tale impegno. Da questa origine comune, infatti, scaturisce un comune destino dell’umanità, che dovrebbe suscitare in ognuno e in tutti un forte senso di solidarietà e di responsabilità”.
     
    Dunque, l’incoraggiamento del Papa:

     
    Formulo i miei sinceri voti affinché i Delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione del valore universale della dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo.”

     
    Nei saluti in varie lingue, il Papa incoraggia tutti a riconoscere la luce della gioia pasquale, facendosi aiutare da Maria. In tedesco ringrazia in particolare quanti lo hanno sostenuto e lo sostengono in Germania ricordando che 4 anni fa divenendo Papa chiese sostegno spirituale e preghiere. Inoltre in polacco, un pensiero particolare ai connazionali del Servo di Dio Giovanni Paolo II, ricordando che “è stato proprio lui a ricordare a noi tutti il messaggio di Cristo Misericordioso, rivelato a Santa Faustina”.

     
    Poi il saluto ai pellegrini di lingua italiana e, in particolare, ai partecipanti, stamane, alla Messa presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini nella chiesa di Santo Spirito in Sassia.

     
    “Cari amici, voi portate la celebre immagine di Gesù Misericordioso: portatela sempre dentro di voi, e siate dovunque suoi testimoni! Buona domenica a tutti!”

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    Nel quarto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI, ripercorriamo significative tappe del Pontificato fino ad oggi

    ◊   Oggi, dunque, ricorre il quarto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. In questi quattro anni il Papa ha compiuto 11 viaggi internazionali e 12 italiani, ha creato in due Concistori 38 nuovi cardinali in rappresentanza di tutti i continenti, ha scritto due Encicliche, un’Esortazione apostolica sull’Eucaristia, il libro “Gesù di Nazaret” e centinaia di testi tra discorsi, lettere, messaggi e omelie. Tra gli eventi storici la visita ad Auschwitz, alla Moschea Blu in Turchia, il discorso all’Onu. Ma al di là di questi dati e numeri, il Pontificato di Benedetto XVI si segnala per un impegno costante e silenzioso: l’annuncio quotidiano di una Parola che salva. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il Pontificato di Benedetto XVI si può riassumere nelle parole pronunciate all’Angelus del 15 marzo scorso poco prima del suo viaggio in Africa: “Parto – aveva detto il Papa - con la consapevolezza di non avere altro da proporre e donare a quanti incontrerò se non Cristo e la Buona Novella della sua Croce, mistero di amore supremo, di amore divino che vince ogni umana resistenza e rende possibile persino il perdono e l’amore per i nemici”. Parole che riecheggiano l’Angelus del 18 febbraio 2007:

    “L’amore del nemico costituisce il nucleo della ‘rivoluzione cristiana’, una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico. La rivoluzione dell’amore, un amore che non poggia in definitiva sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa. Ecco la novità del Vangelo, che cambia il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei ‘piccoli’, che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita”.

    Quella di Benedetto XVI è una catechesi quotidiana, semplice ma profonda, chiara e puntuale, che scorre in modo lineare sui binari della verità e dell’amore e da cui traspare il carattere distintivo della sua personalità: una delicatezza d’animo e una lucidità di pensiero che fa di lui un “pastore mite e fermo” in uno stile sobrio e sereno. E’ un Papa che raggiunge il cuore dei problemi e costringe a pensare. Sfida la modernità ad ampliare la ragione, a usare laicamente il dubbio in un mondo che “dicono” sempre più dominato da un pensiero unico. Lo abbiamo visto recentemente: ha osato mettere in crisi il dogma moderno del preservativo. Al di là delle ormai costanti deformazioni mediatiche che fanno dire al Pontefice quello che non dice – e questo costringe alla necessaria fatica di andare alle fonti - il suo pensiero ha spiazzato molti. Eppure i dati stanno dalla sua parte: in Africa, dove si è puntato soprattutto sul preservativo l’Aids è aumentato. E’ diminuito dove si è puntato sulla fedeltà matrimoniale e l’astinenza. Dove sono i milioni di morti che sarebbero causati in Africa da quella che viene definita “inaccettabile” predicazione della Chiesa? Il Papa ha spiegato le vere cause già durante il primo anno del suo Pontificato: il bieco “commercio delle armi”, le guerre alimentate dagli “interessi delle grandi potenze”, “lo sfruttamento dei tesori di questa terra”, “gli abusi coloniali che continuano”, mentre la Chiesa ha il 30 per cento dei centri di cura per l’Aids e con i suoi missionari e i suoi volontari lavora ogni giorno al fianco dei più poveri. L’Africa – ha detto - “ha bisogno – dopo le distruzioni che vi abbiamo portato dall’Europa – del nostro fraterno aiuto”. Il Papa invita soprattutto i giovani a pensare fuori dal coro, a interrogarsi davvero su Dio, a cercare il suo volto:

    “Cari giovani amici – quanto è importante oggi proprio questo: non lasciarsi semplicemente portare qua e là nella vita; non accontentarsi di ciò che tutti pensano e dicono e fanno. Scrutare Dio e cercare Dio. Non lasciare che la domanda su Dio si dissolva nelle nostre anime. Il desiderio di ciò che è più grande. Il desiderio di conoscere Lui – il suo Volto…” (Messa per la Domenica delle Palme del primo aprile 2007).

    Con particolare intensità Benedetto XVI svolge il suo ministero per l’unità della Chiesa. Nella recente Lettera ai vescovi di tutto il mondo riguardo alla remissione della scomunica dei vescovi consacrati da mons. Lefebvre (resa nota il 12 marzo scorso) si dice “rattristato del fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato” di doverlo “colpire con un’ostilità pronta all’attacco”. Ricorda a quelli che “si segnalano come grandi difensori del Concilio” che “chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive”. E in una Chiesa dove talvolta anche oggi purtroppo – sottolinea - ci si morde e ci si divora per “una libertà mal interpretata” invita a “imparare la priorità suprema: l’amore”. Poi nella Messa Crismale di questo Giovedì Santo, cita le parole di Nietzsche che disprezza “l’umiltà e l’obbedienza come virtù servili”, e chiama i sacerdoti ad un esame di coscienza: se si mira alla propria autorealizzazione, alla propria volontà, o se si vuole seguire Cristo; se si vive davvero di Parola di Dio o se piuttosto non ci si lascia guidare dalle parole del mondo che s’impongono come “opinioni predominanti”. Ritorna alla mente la preghiera elevata dal Benedetto XVI durante la Messa di inizio Pontificato, il 24 aprile 2005:

    “Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri”. 

    (Applausi)

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    Oggi in Primo Piano



    In Abruzzo, Messa nelle tendopoli, mentre sul fronte politico si discute di ricostruzione e indagini sui crolli

    ◊   La seconda domenica dopo la forte scossa del terremoto il 6 aprile scorso è stata di nuovo scandita dalla celebrazione delle messe nelle tendopoli di L’Aquila. Almeno mille sfollati hanno assistito alla funzione al Palacongressi di Montesilvano. E in comunione con le parrocchie abruzzesi la Conferenza Episcopale Italiana invita oggi alla Giornata di mobilitazione delle coscienze a favore dei terremotati. Intanto sul fronte politico tutti i riflettori sono puntati sulla ricostruzione e le indagini sui crolli. Il servizio di Marco Guerra:

    Parola d’ordine ricostruire. Nella sua settima visita nelle aree colpite dal sisma il presidente del Consiglio Berlusconi ha garantito che entro un mese tre case su quattro saranno di nuovo agibili e che le abitazioni distrutte saranno riedificate al 100%. Bene anche le inchieste – ha poi detto il premier – ma non siano di intralcio alla ricostruzione. Immediata la risposta del procuratore de L’Aquila che ha detto di non vedere nessi tra i lavori per la ricostruzione e l'accertamento delle eventuali responsabilità penali. E sulle responsabilità è tornato anche il presidente Napolitano che ha invitato a riflettere su quanto “abbiano contribuito alla gravità del danno umano e del dolore umano comportamenti di disprezzo delle regole”. Un richiamo alla prevenzione che oggi è stato raccolto e ribadito dal presidente della Camera, Fini. Intanto sul terreno prosegue l’attività dei vigili del fuoco impegnati anche nel puntellamento delle strutture pericolanti, nella ricognizione delle abitazioni lesionate e nel recupero degli effetti personali degli sfollati. I carabinieri, inoltre, hanno avviato un censimento di tutte le persone che vivono nelle tendopoli, per motivi di ordine pubblico e di sicurezza.

     
    Come annunciato ieri, il 28 aprile prossimo il Pontefice visiterà i luoghi simbolo del terremoto in Abruzzo: la Casa dello Studente e la Basilica di Collemaggio a L’Aquila, Onna ed infine Coppito, dove sorge la Caserma della Guardia di Finanza, sede operativa della grande macchina dei soccorsi. Ma andiamo proprio ad Onna, un piccolo centro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese, che più di altri è stato colpito dal sisma; il 90% delle sue abitazioni è crollato durante la prima scossa, il 6 aprile, con un bilancio di 40 morti su 350 abitanti. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, è andato ieri nella tendopoli di Onna, che poco prima aveva accolto con gioia la notizia dell’arrivo del Papa. Le testimonianze:

    R. – I nostri cuori hanno esultato di gioia, perchè avere qui con noi il Santo Padre è una gioia immensa, infinita. Davanti a questo disastro così grande la nostra fede è sempre viva e si rafforza ancor di più. Sicuramente nei nostri cuori c’è gioia, c’è fede, c’è speranza e c’è tanto amore, che è fondamentale per darci la forza per ripartire e ricominciare.

     
    D. – C’è un altro segno di speranza concreto che ho visto entrando qui nella tendopoli: sono state recuperate le campane della chiesa e sono state messe su una struttura metallica, che diventa simbolo di fede in questo momento...

     
    R. – Certamente. E’ sicuramente un simbolo di fede per noi fondamentale. Oggi, quando le campane hanno suonato, abbiamo sentito brividi di gioia e c’è sembrato per un istante di essere tornati alla nostra cara Onna, con i nostri affetti precedenti. Siamo una grande famiglia.

     
    D. – Benedetto XVI ha scelto Onna per portare un segnale di speranza. Come avete accolto questa notizia? Come l’ha accolta la comunità?

     
    R. – L’abbiamo accolta con una grande gioia, intima soprattutto. Penso che ognuno di noi la viva in modo intimo. Per noi è una cosa grande. Nella disgrazia abbiamo la felicità di averlo tra di noi e questa è una grande consolazione. E penso che soprattutto chi ha perso i familiari, i superstiti, possano trovare in questa sua venuta la carica e la forza per andare avanti e per dare inizio ad un futuro. Anche se nel dolore, ricominciare.

     
    R. – Gli onnesi sono orgogliosi e vogliono ricominciare da capo. Quindi, saranno fieri di avere qui, anche se per poco tempo, il Papa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

    Ascoltiamo, ora, don Cesare Cardoso, parroco di Onna, che ieri ha comunicato all’intera comunità l’arrivo del Papa. L’intervista è sempre del nostro inviato Salvatore Sabatino:

    R. – Vedere tra noi il pastore della Chiesa universale, il Papa, è una cosa che davvero ci incoraggia nella nostra fede, ci dona tanta speranza e richiama su tutti quanti noi l’attenzione per avviare una ricostruzione sia morale che delle case e del paese.

     
    D. – Se avesse la possibilità di chiedere qualcosa a Benedetto XVI che cosa chiederebbe?

     
    R. – Certo al Papa dobbiamo chiedere le sue preghiere per noi, la sua vicinanza non solo con la preghiera, ma attraverso le innumerevoli vie che il Sommo Pontefice ha, per far parlare del nostro paese nel mondo, in questa situazione particolare.

     
    D. – C’è un senso di solidarietà – è evidente dall’esterno - che ha unito tutto il Paese, tutta l’Italia...

     
    R. – Siamo stati – voglio usare questa frase – abbracciati da tutta l’Italia, da tutti gli italiani, da tutta l’Europa e da tutto il mondo. Ci siamo sentiti incoraggiati, rasserenati che non ci lasceranno soli.

     
    D. – Qual è la speranza che lei ha per il prossimo futuro, per la sua comunità?

     
    R. – La nostra speranza è Cristo. La nostra speranza è di poter riprenderci quanto prima possibile e incominciare con tanta pazienza, con tanta serenità e con tanta voglia, affinché tutte le cose, non solo strutturali ma interiori e spirituali, degli abitanti di questo Paese cambino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

    Ma veniamo, ora, al capitolo ricostruzione, che ieri è stato affrontato anche dal premier Silvio Berlusconi, giunto per la settima volta nelle zone colpite dal sisma. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, lo ha intervistato nella tendopoli di Piànola, un altro dei paesi colpiti dal terremoto. Ascoltiamolo:

    R. – La cosa importante adesso è che noi riusciamo nell’opera di approntamento di nuove case e di ricostruzione ad avere tempi brevi, perché la permanenza in tenda non può prolungarsi troppo. Dopo la prima parte, che è di novità, di speranza, di pericolo scampato, può subentrare una fase di malinconia o addirittura di disperazione, se non si vede il finale di questo soggiorno, che poi può anche dare luogo a sentimenti di rabbia. Questo noi lo sappiamo per le precedenti esperienze e quindi stiamo lavorando al progetto di questi nuovi insediamenti, che dovremmo fare con tecniche ipermoderne e che dovrebbero consentire di darci delle abitazioni assolutamente confortevoli nel giro di cinque o sei mesi.

     
    D. – Girando per le tendopoli ci si rende conto anche di questo grande senso di unità del Paese: sono venuti davvero da ogni luogo...

     
    R. – Sì, dal male, che è grande per i 300 morti, che è grande per le condizioni di disagio, che è grande per il lavoro improbo, immane di ricostruzione, sta venendo fuori anche un bene, che è un sentimento di solidarietà di tutti gli italiani, che superando qualsiasi divisione politica e anche regionale, si sono uniti in questa opera di solidarietà nei confronti degli altri cittadini italiani, che hanno subito questa tragedia. Si è rivelato un sentimento di orgoglio di essere italiani.

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    La Chiesa festeggia la Domenica della Divina Misericordia

    ◊   Oggi la Chiesa celebra la domenica della Divina Misericordia, voluta nel 2000 da Giovanni Paolo II, in coincidenza con la canonizzazione dell’ “Apostola” della Divina Misericordia, Santa Faustina Kowalska. Come ha ricordato stamane il Papa al Regina Coeli, per l’occasione, alle ore 9.30, il cardinale Vicario Agostino Vallini ha presieduto una Celebrazione Eucaristica nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia, dedicata a questo culto. Ma quando si parla di “Divina Misericordia”, cosa si intende esattamente? Isabella Piro lo ha chiesto a don Antonio Quaranta, assistente spirituale di “Dives in Misericordia”, associazione nata per diffondere il messaggio dell’omonima Enciclica di Giovanni Paolo II e il carisma di Santa Faustina Kowalska:

    R. – Io direi che le nostre miserie toccano il cuore di Dio, sino al punto in cui Dio è quasi in balia delle nostre miserie, nel senso che Lui non può distogliere il suo sguardo, non può allontanare il suo sguardo, il suo cuore, le sue attenzioni, le sue premure dalle nostre miserie; Dio è amore, ci ama così tanto che è lì pronto a sorreggerci, ad accoglierci, a sostenerci continuamente, ad accompagnarci nel nostro cammino.

     
    D. – La festa della Divina Misericordia è indubbiamente legata a Santa Faustina Kowalska. Quale insegnamento ci ha lasciato questa santa?

     
    R. – Noi dobbiamo guardare il diario per capire che Santa Faustina ci ha lasciato una testimonianza che si raccoglie con una frase semplicissima: “il Vangelo vissuto”. Cioè, se noi andiamo a scorrere quelle pagine, troviamo questo amore meraviglioso tra la creatura ed il suo Creatore in questa testimonianza, questa vita spesa, vissuta in una semplicità ordinaria affascinante, che unisce la contemplazione con l’azione della quotidianità. E’ cioè un’espressione viva della Parola assimilata, vissuta, spesa giorno dopo giorno, laddove non c’è palcoscenico ma dove, nel segreto, Dio vede.

     
    D. – Perché oggi è importante parlare della misericordia di Dio?

     
    R. – Perché Dio – questa è la scoperta meravigliosa – c’è. Dio ci ama e l’uomo ha bisogno di scoprire – o di riscoprire, perché è necessario anche ammettere che un po’ ce ne siamo dimenticati – che Dio ci ama; l’uomo ha bisogno di sentirsi toccato da questo amore, avere fiducia in questo amore, lasciarsi andare a quest’amore.

     
    D. – La figura di Giovanni Paolo II – particolarmente legato alla solennità della Divina Misericordia – può essere un esempio in questo?

    R. – Giovanni Paolo II ha speso un intero pontificato per poter radicare nella Chiesa la Misericordia e per poter essere, per il mondo intero, punto di riferimento della Misericordia. Guardare a Giovanni Paolo II significa anche ricordare quei pressanti inviti alla nuova evangelizzazione, al saper essere generosi nella risposta di questo amore. E’ una delle frasi che Giovanni Paolo II ci ha lasciato: “Non abbiate paura”, e nel frattempo ritornano subito in mente le parole del Vangelo: “Non abbiate timore, io ho vinto il mondo”.

     
    D. – Lei è assistente spirituale dell’associazione “Dives in Misericordia”; c’è un episodio, in particolare, che ci vuole raccontare, legato alla sua esperienza?

     
    R. – Un’esperienza continua che noi facciamo è che le persone che si lasciano toccare dalla misericordia, piano piano, riprendono un cammino di fede e si lanciano con una generosità veramente sorprendente. Non poche volte sono proprio i più lontani che, repentinamente, cambiano la loro vita, quasi come si attendessero qualcosa per riparare e poi, una volta che ne hanno fatto esperienza, riprendono il cammino.

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    Al via le celebrazioni a chiusura dell’Anno dedicato a Sant’Anselmo

    ◊   Si conclude con una settimana di manifestazioni che hanno inizio oggi l’Anno Anselmiano, indetto dalla diocesi di Aosta nel IX centenario della morte di Sant’Anselmo. Proprio nella città che ha dato i natali al monaco benedettino, presiederà liturgie ed iniziative culturali il cardinale Giacomo Biffi, inviato speciale del Papa che ha scritto una lettera per l’occasione. Anselmo di Aosta è morto il 21 aprile del 1109 e proprio martedì si apre a Roma, al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, un simposio internazionale sul pensiero dell’arcivescovo di Canterbury. Tiziana Campisi ha chiesto a don Roberto Nardin, benedettino dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore e docente dell’Università Lateranense e dell’Ateneo anselmiano, quale contributo ha offerto alla storia la figura di Sant’Anselmo:

    R. – Direi l’importanza della ragione, ovvero il poter indagare il mistero di Dio non semplicemente dalla fede ma da una fede che indaga all’interno, sforzandosi di cogliere in profondità le ragioni della fede, quindi una fede che dialoga con la ragione: al punto che Anselmo direbbe: si potrebbero togliere alcuni “pezzetti” di fede e la ragione me li farebbe vedere perché c’è un legame talmente forte tra fede e ragione che se manca “un pezzetto” di fede la ragione mi mostra quel pezzetto. Quindi c’è un legame molto forte, non c’è antagonismo, ma collaborazione, con la preminenza della fede. Non è la ragione che dimostra la fede, è la fede che indaga nella ragione.

     
    D. – Come si rivolgerebbe Sant’Anselmo all’uomo di oggi?

     
    R. – Io direi: avere più fiducia nella ragione. Oggi siamo nell’epoca del pensiero debole, dove il piccolo frammento che la ragione intuisce ha la pretesa di essere assoluto. Sono adesso sempre di più i “fondamentalismi”, dove il piccolo frammento ha la pretesa di ergersi come dignità assoluta, ha la pretesa di diventare Dio; c’è una “visione idolatrica” dei frammenti. Sant’Anselmo direbbe: è tutta la ragione che deve essere indagata, non soltanto il frammento e, comunque, nella prospettiva della fede.

     
    D. - Cosa può “regalare” l’Anno anselmiano alla Chiesa?

     
    R. – Questa apertura del cuore nel cogliere la totalità della realtà, come ha fatto Anselmo. Guardando la vita di Anselmo vediamo una vita che ha accolto la fedeltà della sua vocazione nella storia. Ha fatto il monaco, veramente il monaco. Poi è arrivata la vocazione episcopale: ha fatto veramente l’arcivescovo, ha sofferto l’esilio due volte pur di tenere fede alla vocazione di custode della Chiesa in Inghilterra.

     
    D. – Ci può lasciare con un pensiero, con parole di Sant’Anselmo?

     
    R. – Il programma di Anselmo è molto lineare, limpido: “Fides quaerens intellectum”, è proprio la fede che cerca l’intelletto, che cerca la ragione, una fede matura, una fede che accoglie il volto di Cristo nella propria vita, quindi, non una fede astratta, teorica, intellettuale, ma una fede vissuta, una ricerca profonda, con tutto il cuore con tutto me stesso, non solo con una parte; e infine la ragione che diventa l’obiettivo con il quale comprendere ancora meglio la fede.

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    Chiesa e Società



    Oggi si festeggia la Pasqua ortodossa

    ◊   Si celebra oggi il rito della Pasqua ortodossa festeggiata da russi, bielorussi, bulgari, serbi, montenegrini, macedoni, greci, ciprioti, moldavi, albanesi, ucraini, romeni, copti e da alcune minoranze. Il Papa lo ha ricordato stamane al Regina Coeli esprimendo i suoi auguri. Il rito ortodosso segue il calendario giuliano. Ovunque è stata celebrata la messa solenne, con la cerimonia del “fuoco sacro”, simbolo della Risurrezione. A Gerusalemme, 10.000 persone hanno partecipato alla liturgia presieduta dal Patriarca greco ortodosso Teofilo III, che si è svolta in una piccola cappella della Basilica del Santo Sepolcro. In Russia, la messa è stata celebrata per la prima volta dopo 77 anni nella cattedrale zarista di Fiodorovski, a Zarkoe Selo, residenza estiva degli zar alle porte di San Pietroburgo. L’edificio, edificato nel 1912, era stato chiuso e in parte distrutto dai bolscevichi e per anni ha ospitato una centrale del latte. Un’imponente opera di restauro l’ha riportata in vita e restituita ai fedeli. La città di Krasnodar, nella Russia meridionale, ha realizzato un kulich gigante, da guinness dei primati: sono stati utilizzati 300 chili di farina, 1300 uova, 100 chili di zucchero e 65 chili di burro. Il kulich è il tipico panettone pasquale, che oggi è stato distribuito a tutti i cittadini. (ADG)

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    In occasione del compleanno e dell'anniversario di Pontificato, manifestazioni di affetto per Benedetto XVI anche da esponenti di altre religioni

    ◊   Diverse sono state le voci di acclamazione per il compleanno e l’anniversario di Pontificato del Santo Padre, provenienti da tutto il mondo. In particolare, ad esempio, dal Bangladesh, dove la comunità cattolica rappresenta solo l'1% della popolazione (oltre l’88% dei 144 milioni di abitanti), giungono molti messaggi di auguri. “Vogliamo vedere il Papa in mezzo a noi – ha affermato il venerabile monaco buddista Dhirbangsha Bikkhu – è il padre della pace”. E insieme agli auguri del monaco buddista, come riferisce l'Agenzia Asianews, sono giunti anche quelli di musulmani come Ubaidur Rahman Khan Nadwi, assistant editor del quotidiano Daily Inqilab, che ha detto: “Noi apprezziamo il suo impegno deciso per la pace e l’armonia tra le religioni; sentiamo nostra la sua viva preoccupazione per gli Stati che dichiarano guerra diffondendo politiche diaboliche che opprimono i musulmani. Abbiamo bisogno della sua voce di verità e di pace e preghiamo perché viva molto a lungo”. Anche tra gli indù non manca chi ha colto l’occasione del compleanno di Benedetto XVI per manifestargli la propria vicinanza: dal Brahma Kumari Institute di Dhaka, scrivono che “il Papa è santo e in qualunque posto si recherà nel mondo porterà esiti positivi”. (ADG)

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    Assemblea della Conferenza episcopale spagnola

    ◊   Domani Madrid aprirà le porte alla 93° assemblea della conferenza episcopale spagnola. Diversi sono gli argomenti di attualità all’ordine del giorno, primo tra tutti l’elezione, da parte dell’assemblea, di un vescovo per il Comitato esecutivo, in sostituzione del cardinale Antonio Cañizares, Prefetto della Congregazione per il culto divino. I partecipanti con diritto al voto dovranno eleggere anche un vescovo per la carica di presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, in sostituzione del cardinale Agustin Garcia Gasc, giunto ad età pensionabile. Verrà sottoposta ad esame, e forse all’approvazione definitiva, una dichiarazione sul movimento Mani Unite nel cinquantesimo dalla sua creazione. Al centro del dibattito, anche la situazione dell’attuale pastorale sulla celebrazione dell’Eucaristia in Spagna. Infine, oltre ai consueti argomenti di ordinaria amministrazione, i presuli riceveranno informazioni sullo stato attuale dell’organizzazione della Giornata mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Madrid nel 2011. A questo proposito, va ricordato che lo scorso 5 aprile, Domenica delle Palme, Giornata Mondiale della Gioventù 2009, un gruppo di giovani spagnoli hanno ricevuto in Piazza S. Pietro la croce delle giornate internazionali dalle mani dei giovani delegati dell’Australia, Paese che ha ospitato la GMG 2008. La seduta dell’assemblea sarà aperta dal Cardinale Antonio Maria Rouco, arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza. Dopo questo discorso pronuncerà le sue parole di saluto il nunzio in Spagna, mons. Manuel Monteiro de Castro. (A cura di padre Ignacio Arregui)

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    Battesimo in Toscana della prima fondazione di comunità per Rondine

    ◊   Firmato ieri, tra le mura del monastero benedettino di Camaldoli, l’atto costitutivo del nuovo organismo della comunità Rondine, la prima fondazione nata ad Arezzo. Da tempo impegnata con il suo studentato internazionale, che ospita ragazzi provenienti dai Paesi in guerra, la comunità Rondine, nella persona del vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Gualtiero Bassetti, promotore del nuovo organismo, ha incontrato ieri le istituzioni, le associazioni di categoria, i sindacati. Presente – come riportato da Avvenire – la Conferenza Episcopale Italiana (Cei), che ha favorito la genesi della fondazione e che organizzerà una nuova edizione dell’evento intitolato “Piazze di Maggio”. L'iniziativa, in programma dal 13 al 19 maggio, vedrà protagonisti i giovani sul tema “Irrompere nel futuro”. Tra gli ospiti, anche il principe Hassan di Giordania. Il programma prevede anche la Conferenza dei popoli del Caucaso, durante la quale sarà presentata la bozza di 14 punti per la pace nel Caucaso. (ADG)

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    Il 29 aprile, quinto incontro sulle Lettere Paoline

    ◊   Si svolgerà mercoledì 29 aprile, e non già come annunciato lunedì 27 aprile, il quinto incontro sulle Lettere Paoline nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, a Roma. Resta inalterato l’orario delle 20,30. Il differimento di due giorni si è imposto per l’indisponibilità di alcuni ospiti di questa manifestazione dell’Anno Paolino, che resta dedicata alla Prima e Seconda Lettera dell’Apostolo a Timoteo, delle quali sarà esegeta il pastore valdese prof. Paolo Ricca. Testimoni del nostro tempo a confronto con l’Apostolo delle Genti saranno stavolta due personalità del mondo dell’economia e del lavoro: Luca Cordero di Montezemolo, presidente della FIAT e della Ferrari, e Renata Polverini, segretaria generale dell’Unione Generale del Lavoro (UGL) . Don Luigi Ferlauto, il sacerdote siciliano fondatore, quasi sessanta anni fa nella città di Troina, dell’ ”Oasi Maria Santissima”, parlerà di come il suo impegno a favore dei disabili mentali si sia esteso dal campo sanitario a quello sociale, educativo e culturale anche a livello internazionale, in Cina e Brasile, e con il progetto di “città aperte” al dialogo e all’integrazione. Passi delle Lettere a Timoteo saranno lette dall’attrice Lorenza Indovina. La serata che sarà introdotta dall’Arciprete della Basilica, cardinale Andrea di Montezemolo, avrà come conduttore il giornalista vaticanista Giuseppe De Carli. (A cura di Graziano Motta)

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    Una nuova chiesa e un centro polifunzionale nella Diocesi etiope di Emdeber

    ◊   Una delegazione del Servizio nazionale Cei per la pastorale giovanile (Snpg) è rientrata nei giorni scorsi dalla diocesi etiope di Emdeber dove ha dato ufficialmente il via ai lavori di costruzione, finanziati dalla Cei, di una chiesa e di un centro giovanile con annesso poliambulatorio. Giunge così a compimento il progetto di solidarietà proposto ai partecipanti a Loreto 2007, all’inizio del piano pastorale triennale voluto dai vescovi italiani per i giovani denominato “Agorà dei giovani italiani”. “I lavori dovrebbero terminare nel giro di un anno e mezzo, ha dichiarato il responsabile del Snpg, don Nicolò Anselmi, e nel centro giovanile prevedono il via attività di aggiornamento e formazione professionale, di insegnamento catechistico, di tempo libero, di educazione sanitaria. Sarà dotato di cinema, teatro, una cappella, sala computer, bagni, cucine e trenta posti letto”. Della futura chiesa intanto rintocca già la campana, che - ricorda don Anselmi - “fu benedetta da Benedetto XVI. Nella fascia riporta lo stemma del Papa ed il logo dell’Agorà dei giovani italiani. La sistemazione è provvisoria in quanto si attende l’edificazione della nuova chiesa. Domenica scorsa – ha concluso don Anselmi– ha rintoccato per radunare oltre mille giovani che hanno festeggiato, secondo il calendario giuliano, le Palme e la Giornata mondiale della Gioventù”. (ADG)

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    Inaugurata ad Ascoli Piceno una rassegna di arte sacra ispirata a San Paolo

    ◊   Una rassegna di arte sacra contemporanea rinnova l’antico legame di committenza tra Chiesa ed arte valorizzando il lavoro di giovani talenti e di artisti già affermati: è questo il senso del progetto "Sulla via dell'Arte. Colori forme e suoni delle parole di San Paolo", promosso dalla diocesi di Ascoli Piceno in collaborazione con l'Ufficio per l’Arte sacra e quello di Pastorale giovanile; l’iniziativa – come riferito dall’Agenzia Sir – ha anche il patrocinio della Pontificia commissione per i Beni culturali. All’interno della stessa kermesse, è stata inaugurata oggi una mostra di opere realizzate dagli studenti di due scuole superiori della città di Ascoli. Dieci artisti, dai 25 ai 35 anni, immersi nell’ambiente di due chiese romaniche della città, lavorano a delle opere originali sul tema delle parole di San Paolo. Si tratta di un’iniziativa dal titolo “Residenza d’artista”, che si sta svolgendo in questi giorni; sono giovani provenienti dall’Italia, ma anche dalla Bulgaria, dall’Iran, Romania, Albania, e appartengono a diverse religioni. È possibile vedere le immagini degli artisti a lavoro, direttamente sul sito: museodiocesano.ap@libero.it. Il 24 aprile termineranno le loro creazioni che poi saranno allestite in mostra a fine giugno. Aprirà invece l’11 luglio un’esposizione di artisti contemporanei, tra cui Licini, Fazzini, De Chirico, Giuliani: le opere, sempre ispirate a san Paolo, saranno esposte all’interno del Battistero della città. (ADG)

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    Crisi di vocazioni nelle Filippine: appello ai giovani a servire Dio

    ◊   La Conferenza episcopale ha lanciato un appello ai giovani perché entrino in seminario, dedicandosi alla vita consacrata, e ha invitato i genitori a lasciare “piena libertà di scelta” ai loro figli. Mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila e presidente del Segretariato nazionale per l’azione sociale (Nassa) della Conferenza episcopale filippina (Cbcp), ha sottolineato che è giunto il momento in cui i giovani devono scegliere a quale università iscriversi e li ha invitati a considerare la scelta di “servire Dio”. “Dovrebbero pensare attentamente – ha sottolineato mons. Pabillo – alla loro decisione e seguire il volere di Dio” senza farsi influenzare “dal tipo di lavoro che vorrebbero fare dopo l’università”. L’appello del prelato cade in un momento di crisi vocazionale nel Paese asiatico con il maggior numero di cattolici. Un documento della Conferenza episcopale – come riferisce l’Agenzia Asianews – indica che sono necessari almeno 25mila sacerdoti per servire i 68 milioni di fedeli sparsi per il Paese. Secondo i vescovi, ogni prete dovrebbe servire 2mila parrocchiani. Nella sola Manila, il rapporto è di un sacerdote ogni 20mila fedeli. Il vescovo ausiliare di Manila ha invitato inoltre i genitori a lasciare liberi i figli di decidere; molti, infatti, frappongono ostacoli perché temono che non si potranno prendere cura di loro nella vecchiaia. “Non credo sia un modo di pensare corretto”, ha sottolineato il presule. “Un figlio deve vivere la propria vita, seguire la vocazione personale. I genitori non devono usare i figli per un tornaconto personale”. Egli infine ha invitato i giovani a visitare parrocchie e seminari per avere maggiori informazioni sulla vita consacrata. (ADG)

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    Festa per la Pace: campagna per combattere il fenomeno dei bambini soldato in Congo

    ◊   Un serata di musica dal vivo, animazione per bambini, open bar e momenti di sensibilizzazione a favore della smobilitazione dei bambini soldato nella Repubblica Democratica del Congo. La quinta edizione della Festa per la Pace, promossa dal Settore Eduzione alla Pace e alla Mondialità della Caritas diocesana di Roma, si svolgerà questa sera a Roma presso l’Alpeheus, in Via del Commercio, 36. La kermesse, dal titolo “Goma: segnali di pace”, conclude le iniziative della campagna di solidarietà “Lasciateci in pace! Siamo bambini!” per il recupero dei bambini soldato nella Diocesi di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. I bambini, in questa realtà, sono particolarmente vulnerabili al reclutamento militare e all’impiego nelle situazioni di guerra a causa della loro immaturità fisica ed emotiva. Vengono separati dalle loro famiglie, drogati, torturati, violentati, costretti ad uccidere. L’utilizzo dei bambini soldato è una delle più crudeli violazioni dei diritti dell’infanzia. Si stima che siano circa 300 mila i bambini soldato nel mondo. Il direttore della Caritas, mons. Guerino Di Tora, ha dichiarato che “anche in questo momento, nel quale l’attenzione è richiamata dalla terribile tragedia del terremoto dell’Abruzzo, tragedia che va ad aggiungersi e non a sostituirsi ai tanti drammi che conosciamo in diverse realtà del mondo, la Caritas di Roma oltre ad essere concretamente al fianco della popolazione abruzzese con opere di solidarietà continua a seguire con lo stesso impegno i progetti solidali portati avanti con i fratelli della Caritas di Goma in particolare in favore dei bambini ex soldato”. (ADG)

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    Giornata conclusiva della Rassegna di Musica Sacra Virgo Lauretana a Loreto

    ◊   Con la Messa breve per coro e organo di Nino Rota, nel 30.mo della morte del musicista premio Oscar, si è conclusa nella Basilica della Santa Casa di Loreto la 49.ma edizione della Rassegna Internazionale di Musica Sacra Virgo Lauretana. La composizione eseguita dagli otto cori partecipanti ha animato la celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo prelato mons. Giovanni Tonucci. Un degno finale per la quattro giorni che ha proposto anche quest’anno grande musica. Haendel, Scarlatti, Corelli, alcuni degli autori eseguiti, accanto a contemporanei di tutto il mondo, da Taiwan alla Russia, dall’Ungheria al Nord Europa. Elevato il livello dei cori presenti. Buona la partecipazione del pubblico. Positivo, dunque, il bilancio di un’edizione comunque di transizione, in attesa della rassegna numero cinquanta, quella del prossimo anno, che gli organizzatori intendono solennizzare come si conviene ad una delle più prestigiose manifestazioni musicali italiane. (Da Loreto, Mimmo Muolo)

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    24 Ore nel Mondo



    Al via domani in Svizzera la conferenza Onu sul razzismo. Assenti Stati Uniti, Israele, Italia, Australia, Olanda

    ◊   Si aprire domani a Ginevra la cosiddetta Conferenza Durban II, la controversa conferenza dell'Onu sul razzismo. Molti leader mondiali, infatti, si sono divisi su alcuni passaggi della bozza della dichiarazione finale considerati antisemiti o lesivi della libertà di espressione. Per questo motivo Stati Uniti, Israele, Italia, Australia, Olanda non prederanno parte al summit.

    Vertice Americhe
    Disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Venezuela a seguito del quinto vertice delle americhe che si è chiuso ieri a Trinidad Tobago. A margine di un incontro con il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il presidente venezuelano Chavez ha annunciato la designazione dell'ambasciatore di Caracas negli Usa. A sua volta Washington "si adopererà" per far tornare a Caracas il suo ambasciatore. Nella due giorni si sono inoltre registrate significative aperture verso Cuba. Il premier canadese Stephen Harper ha detto di essere favorevole alla revoca dell'embargo americano contro L’Avana, pur considerando il regime di Castro "una dittatura comunista".

    Pakistan
    Orrore e sgomento in Pakistan per l’uccisione da parte dei talebani di una donna e di un uomo sospettati di avere una relazione al di fuori del matrimonio. I miliziani hanno diffuso un filmato dell’esecuzione, avvenuta tra l’incitamento della folla nel distretto di Orakzai, bastione talebano vicino alla frontiera con l'Afghanistan. Intanto nelle roccaforti degli integralisti continuano i raid missilistici americani. Stamani almeno tre militanti islamici sono morti in un attacco.

    Iran
    La giornalista irano-americana, Roxana Saberi, in carcere dal 31 gennaio scorso a Teheran, è stata condannata dalla corte rivoluzionaria a otto anni di carcere per spionaggio a favore degli Usa. Preoccupazione e rammarico sono stati espressi dal segretario di stato americano, Hillary Clinton, e dal presidente Barack Obama. Roxana Saberi, 31 anni, è nata negli Stati Uniti ed è cittadina americana, ma da sei anni risiede in Iran con un passaporto iraniano. Teheran la considera quindi una sua cittadina e ha finora ignorato ogni appello per il suo rilascio giunto da Washington.
     Filippine
    Il Governo filippino assicura di voler scongiurare l'ipotesi di un blitz, nonostante abbia inviato altri cento uomini delle forze dell'ordine per fare pressione sui ribelli islamici che tengono in ostaggio nell'isola di Jolo l'operatore della Croce rossa internazionale Eugenio Vagni.

    Spagna-Francia: arresti Eta
    Jurdan Martitegi, considerato di essere il principale capo militare dell’Eta, e altri otto membri dell'organizzazione separatista basca, sono stati arrestati nel corso di un’operazione congiunta della polizia di Madrid e Parigi, che si è svolta tra la città spagnola di Bilbao e il villaggio francese di Montauriol.

    Migranti: nave bloccata nel Mediterraneo
    Resta bloccato nelle acque tra Malta e Lampedusa il mercantile turco Pinar con 154 migranti a bordo. Intanto sale la polemica tra le autorità italiane e maltesi sull’applicazione degli accordi internazionali. Il ministro degli Interni italiano, Roberto Maroni, critica il rifiuto de La Valetta di accogliere l’imbarcazione che si trova nella sua zona di competenza. Dal canto suo, Malta chiede alla Ue di farsi carico degli immigrati. Le autorità italiane hanno comunque garantito che attualmente non c’è alcuna emergenza sanitaria a bordo e che è già pronto un piano per portare la nave in un porto della Sicilia qualora dovessero peggiorare le condizioni dei migranti.

    Somalia
    Non si ferma l’attività dei pirati somali nelle acque del Golfo di Aden. Forze della Nato hanno sventato un attacco contro un tanker norvegese. Lo ha reso noto un portavoce della nave da guerra canadese ''Winnipeg'', impegnata nell'operazione, Michael McWhinnie. I pirati sarebbero stati fermati, disarmati e rilasciati dopo un complicato inseguimento notturno che ha coinvolto le forze armate canadesi e americane. L’operazione arriva il giorno seguente il sequestro della nave belga Pompei e del suo equipaggio di dieci uomini, di cui sette europei, questi ultimi probabilmente belgi e olandesi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 109

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