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Sommario del 14/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • La Chiesa celebra l'Ottava di Pasqua ripetendo con il Papa il grido di gioia: "Cristo è veramente risorto!"
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Bagnasco in Abruzzo: dalla Cei altri due milioni di euro per i terremotati
  • Le quattro Famiglie francescane ad Assisi per il Capitolo internazionale delle Stuoie
  • Le Superiore Maggiori d'Italia a Roma per l'Assemblea nazionale Usmi
  • Chiesa e Società

  • Pasqua più tranquilla in Iraq
  • Gerusalemme: aperti i riti ortodossi della Settimana Santa
  • India: Pasqua di tensione in vista delle elezioni
  • Vietnam: Pasqua all'insegna della solidarietà
  • Allarme Onu per la crisi alimentare in Nepal
  • Italia: in 30 anni i Centri di Aiuto alla Vita hanno salvato 100 mila bambini
  • Abruzzo. Lo psichiatra Cantelmi: importante riattivare insieme la "speranza"
  • Colombia: incontro nazionale di delegati diocesani per la pastorale indigena e afrocolombiana
  • Paraguay: il presidente Lugo riconosce la paternità di un figlio
  • I vescovi Usa in aiuto dell'America Latina
  • Cittadini Usa favorevoli al diritto di obiezione dei medici
  • Intervista all'arcivescovo di Westminster su sessualità e dignità umana
  • Al via il Meeting di Italia Solidale a sostegno di 97 missioni nel Terzo Mondo
  • Apre a Vicenza la più importante rassegna di oggetti liturgici
  • Ricorre oggi il 250.mo anniversario della morte di Georg Friderick Haendel
  • 24 Ore nel Mondo

  • Fidel Castro: bene le aperture di Obama ma Cuba non vuole elemosine
  • Il Papa e la Santa Sede



    La Chiesa celebra l'Ottava di Pasqua ripetendo con il Papa il grido di gioia: "Cristo è veramente risorto!"

    ◊   La Chiesa celebra fino a domenica prossima, Domenica della Divina Misericordia, l’Ottava di Pasqua. In questi giorni continuerà a risuonare con forza il grido di gioia: “Cristo è risorto!”. Un grido che il Papa, a nome di tutta la Chiesa, ha ripetuto nei giorni dedicati alla passione, morte e risurrezione di Gesù. Riascoltiamo alcune parole di Benedetto XVI in questo servizio di Sergio Centofanti.

    (canto)
     
    Nella Messa Crismale il Papa ha spiegato il significato della consacrazione: è un passaggio di proprietà, un appartenere a Dio per essere di tutti. Nietzsche esaltava la libertà assoluta dell’uomo deridendo l’umiltà e l’obbedienza. Amare invece significa perdere se stessi per ritrovarsi in Cristo:

     
    “L’unirsi a Cristo suppone la rinuncia. Comporta che non vogliamo imporre la nostra strada e la nostra volontà; che non desideriamo diventare questo o quest’altro, ma ci abbandoniamo a Lui, ovunque e in qualunque modo Egli voglia servirsi di noi. ‘Vivo, tuttavia non vivo più io, ma Cristo vive in me’”.

     
    Nella Messa in Coena Domini Gesù mostra cosa vuol dire amare fino alla fine:

     
    “Egli distribuisce se stesso, il vero 'pane per la vita del mondo' (cfr Gv 6, 51). Il nutrimento di cui l’uomo nel più profondo ha bisogno è la comunione con Dio stesso. Ringraziando e benedicendo, Gesù trasforma il pane, non dà più pane terreno, ma la comunione con se stesso. Questa trasformazione, però, vuol essere l’inizio della trasformazione del mondo. Affinché diventi un mondo di risurrezione, un mondo di Dio”.

     
    Con la Via Crucis si rivive "la vicenda tragica di un Uomo unico nella storia di tutti i tempi che ha cambiato il mondo non uccidendo gli altri ma lasciandosi uccidere appeso ad una croce", perdonando i suoi carnefici. "E’ per amore nostro che Cristo muore in croce!"

     
    “Cosa sarebbe l’uomo senza Cristo? Osserva sant’Agostino: 'Ti saresti trovato sempre in uno stato di miseria, se Lui non ti avesse usato misericordia. Non saresti ritornato a vivere, se Lui non avesse condiviso la tua morte. Saresti venuto meno, se Lui non fosse venuto in tuo aiuto. Ti saresti perduto, se Lui non fosse arrivato' ( Discorso 185,1). Perché allora non accoglierLo nella nostra vita?”

     
    Gesù risorge: e a partire da questo evento "la luce di Dio - ha sottolineato Benedetto XVI nella Veglia Pasquale - entra nelle notti della storia" e si diffonde nel mondo. La Chiesa è salvata dall’amore ma tuttavia continua a stare sulle acque della morte e dell’odio e "dovrebbe affondare":

     
    “Non è forse questa veramente la situazione della Chiesa di tutti i tempi? Sempre c’è l’impressione che essa debba affondare, e sempre è già salvata. San Paolo ha illustrato questa situazione con le parole: ‘Siamo … come moribondi, e invece viviamo’, (2 Cor 6, 9). La mano salvifica del Signore ci sorregge, e così possiamo cantare già ora il canto dei salvati, il canto nuovo dei risorti: alleluia!”

     
    La risurrezione - ha detto il Papa nella Domenica di Pasqua - non è un mito, né un sogno, né una teoria, ma un evento storico che ha cambiato la storia del mondo, la storia di ognuno di noi. Sì, Cristo è veramente risorto:

     
    “Sì! È proprio questo il nucleo fondamentale della nostra professione di fede; è questo il grido di vittoria che tutti oggi ci unisce. E se Gesù è risorto, e dunque è vivo, chi mai potrà separarci da lui? Chi mai potrà privarci del suo amore che ha vinto l’odio e ha sconfitto la morte? … È Lui la nostra speranza, è Lui la pace vera del mondo”.

     
    (canto) 

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’appello di Benedetto XVI al mondo nel messaggio di Pasqua

    La celebrazione della Veglia Pasquale nella Basilica Vaticana e la Messa di domenica mattina in Piazza San Pietro

    La recita del Regina Caeli a Castel Gandolfo nel lunedì dell’Angelo

    “Il coraggio di essere cristiani in Terra Santa”: l’omelia del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, pronunciata la domenica di Pasqua nella Basilica del Santo Sepolcro

    Nell’informazione internazionale, in primo piano il nucleare: Pyongyang boicotta i negoziati dopo la condanna del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

    In cultura, un articolo di Roberto Sgaramella dal titolo “Il visionario di un universo fluttuante: la pittura di Utagawa Hiroshige”. Sul tema, un intervento di Silvia Guidi dedicato al valore simbolico del kimono, il tradizionale abito giapponese

    “L’idea vincente di un grande classico”: Giulia Galeotti sulla storia del manuale di Gray e Carter divenuto un bestseller grazie alle illustrazioni.

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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Bagnasco in Abruzzo: dalla Cei altri due milioni di euro per i terremotati

    ◊   Nelle zone terremotate dell’Abruzzo è in visita da questa mattina il presidente dei vescovi italiani, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, che ha annunciato un nuovo stanziamento di due milioni di euro per l’emergenza sisma, dopo i tre già devoluti dalla Cei. Il porporato ha visitato i malati nell’ospedale da campo e nel pomeriggio celebrerà la Messa nella tendopoli di Piazza d’Armi all’Aquila. Alessandro De Carolis lo ha raggiunto telefonicamente nel capoluogo abruzzese, durante i suoi spostamenti:

    R. - Intendo rappresentare in questo momento tutti i vescovi che sono in Italia, miei confratelli, ed ho espresso alla popolazione che ho visitato in parte ed al suo pastore, mons. Molinari, la vicinanza, la solidarietà di tutte le comunità cristiane che sono in Italia, assicurando la nostra preghiera per i defunti e per coloro che sono superstiti ma che sono stati toccati o negli affetti o comunque nelle cose, frutto del loro lavoro, del loro sacrificio. Una solidarietà che nasce dalla fede e che si esprime in tanti modi, attraverso alcune risorse che abbiamo già stanziato – tre milioni subito e adesso altri due – e inoltre anche attraverso l’opera concreta di tanti nostri volontari che, organizzati dalla Caritas nazionale, qui già stanno operando e verranno ad operare.

     
    D. – I sopravvissuti, come lei ha ricordato, hanno sperimentato fin dalla prima ora dopo il terremoto la solidarietà concreta della Chiesa. Che cosa ha visto lei, sul campo?

     
    R. – Ho trovato persone ammirevoli per la forza d’animo che hanno, per la grande voglia di reagire per ricostruire il futuro anche in nome di coloro che hanno perso la vita ma che sicuramente dal cielo continuano a pregare, a sostenere i superstiti per ricostruire questa splendida città, queste comunità cristiane e civili. Per questo ho espresso anche alla gente la gratitudine mia personale e di tutti noi per l’esempio che ci danno di fiducia, di forza d’animo ed anche per l’esempio di fede, di fede concreta, semplice, profonda che questa gente da all’Italia.

     
    D. – Quindi questo sarà anche il messaggio di speranza che lei darà oggi pomeriggio alla Messa che presiederà in Piazza d’Armi?

     
    R. – Sì: riprenderò alcune di queste cose aggiungendo naturalmente la gratitudine e l’ammirazione per tutte le istituzioni, per le associazioni di volontari, a cominciare naturalmente dalla Protezione civile: hanno messo in moto una macchina gigantesca di soccorsi e sta andando rapidamente a regime. Ecco, meritano queste istituzioni di volontari tutta la nostra ammirazione, la nostra gratitudine.

    Mentre proseguono le ricognizioni agli edifici da parte degli ingegneri civili, e il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi chiede la costruzione di ripari adeguati prima “dell’inverno”, per gli sfollati quella di ieri è stata una delle giornate più dure dal 6 aprile, con pioggia, vento, freddo e nuove scosse, anche di forte intensità, che hanno creato non pochi disagi nelle tendopoli. Testimone della situazione è stato Lorenzo Colantonio, vicecaporedattore del quotidiano “Il Centro”, che ha fatto la spola nelle aree disastrate. Fabio Colagrande lo ha intervistato:

    R. - Sto girando tutti i paesi più colpiti. Parlo soprattutto con i sindaci. Ieri, entrando a Poggio Picenze, il sindaco mi ha detto che ci sono 800 persone in 130 tende senza corrente elettrica e vi dico che passare la notte al buio e a due gradi di temperatura, tra il fango - perché ieri ha piovuto a dirotto - è veramente brutto. Questa mattina sono stato all’Aquila e ho visto di nuovo questa città fantasma. Mi accingo a raggiungere altri centri qui vicino, che sono Villa Sant’Angelo e San Demetrio. Sempre a Poggio Picenze, il sindaco riaprirà la scuola elementare, dove confluiranno 180 bambini: è un segno di rinascita ed è un modo per l’Abruzzo di rialzare la testa.

     
    D. – Riaprono la scuola, Lorenzo, in una tenda...

     
    R. – E’ una grande tenda - 25 metri di lunghezza per quasi 15 di larghezza - pneumatica. E’ molto accogliente. Ieri ci sono stato insieme a dei ragazzi di Valmontone, ragazzi clown, e insieme abbiamo fatto una grande festa con circa una trentina di bambini. Vederli ridere e dimenticare per un attimo l’orrore del terremoto è stata una flebo di fiducia. Cosa invece un po’ più brutta è quando ieri notte, a mezzanotte e mezzo, ha telefonato Giovanna De Angelis, vicesindaco di Campotosto, un posto stupendo, dove c’è un lago stupendo, che ieri sera è stato per l’ennesima volta epicentro di quella scossa fortissima di 4.8, avvertita ovunque, anche a Roma. Hanno trascorso l’intera nottata nella bufera di vento e di neve, che ha spazzato via la tenda principale. Lei mi ha chiamato chiedendo aiuto, ho girato l’informazione sul nostro sito e dopo circa mezzora è arrivata una squadra di vigili del fuoco e hanno riparato questa tenda. Poi, ieri sera, l’ho richiamata dopo quella scossa e lei ha saputo dirmi solo due parole: pregate per noi!

     
    D. – Il tuo giudizio da osservatore, da giornalista, sulla presenza delle istituzioni in Abruzzo nel dopo terremoto, qual è?

     
    R. – E’ un giudizio positivo. E’ un giudizio positivo, perchè c’è una sinergia che coinvolge tutta l’Italia. Ieri parlavo con dei vigili del fuoco di Pinzolo, venuti a Paganica, e ti devo dire che mi sono commosso, perché i ragazzi di Paganica e i ragazzi di Pinzolo si abbracciavano. E’ una sinergia incredibile.

    Il cardinale Bagnasco ha ringraziato questa mattina all’Aquila, fra gli altri, le molte organizzazioni cattoliche che hanno fatto convergere nelle zone terremotate molti dei loro volontari. Fra loro, lavorano senza sosta sin dai primi giorni dell’emergenza anche gli Scout. Giancarlo La Vella ha raccolto le voci di due di loro, Paolo e Marco, che spiegano il loro impegno nei campi di raccolta allestiti tra Paganica e Tempèra:

    R. - Cercare di fornire quel minimo supporto per far pesare meno la tragedia alla gente che è ospitata qui al campo.

     
    D. - Quali sono le emergenze più gravi, cui avete dovuto far fronte?

     
    R. - Sicuramente assistere qui gli anziani, soprattutto molto avanti in età: ce ne sono un paio, se non di più, che hanno oltre 90 anni, con dei problemi fisici abbastanza gravi. Il fatto di passare da una casa in muratura ad una tenda sicuramente ha creato dei disagi. Comunque, siamo sempre pronti ad alleviare questo loro peso.

     
    D. - Cosa ti ha colpito in particolare?

     
    R. – Mi ha colpito la loro voglia di riprendere a testa bassa e ricostruire. Queste persone mi hanno stupito per la loro dignità. Sono persone veramente speciali. Nei momenti più duri, hanno capito che costruire un campo in questa emergenza era difficile. Hanno sempre portato pazienza, anche quando era difficile capire certe scelte. Loro mi hanno insegnato veramente questa dignità, che hanno dentro gli occhi.

    Quello della forza d’animo degli abruzzesi colpiti dal sisma è un tema sul quale si sofferma uno dei sacerdoti delle zone colpite, don Dante Di Nardo, parroco della Chiesa di San Francesco a Pettino, al microfono di Luca Collodi:

    R. – Stiamo vivendo questi giorni con una grande voglia di ricominciare ed un darsi da fare perché dobbiamo stare vicini alla nostra gente, aiutarli in tutte le necessità, dalle necessità materiali alle necessità spirituali.

     
    D. – Le esigenze quali sono, a otto giorni dal sisma?

     
    R. – Le esigenze adesso sono quelle di sistemare un po’ meglio gli anziani, per esempio, che sono stati in tenda ma per tanti giorni non si possono lasciare in tenda; e allora stiamo vedendo un po’ sia sulla costa, sia per quanto riguarda le case di riposo per sistemare le persone anziane, i bambini … E soprattutto, adesso, la cosa più importante è essere presenti nei campi e cominciare ad elaborare la storia che ci è accaduta, perché fino adesso il gran da fare, il gran correre non ci ha permesso neanche di pensare. Invece, adesso bisogna sedersi ed elaborare con ogni persona l’accaduto e cercare di partire e spronare. La vita deve continuare: speriamo di ricominciare il più presto possibile. Quindi abbiamo fatto in modo che ogni campo, sia quelli già strutturati dalla Protezione civile, sia quelli che spontaneamente si sono formati, abbia la presenza del proprio parroco, di un parroco della zona, che possa stare in mezzo alle persone. Grazie ai nostri sacerdoti, questa presenza è stata massiccia.

     
    D. – Don Di Nardo, tra l’altro queste celebrazioni pasquali hanno avuto una grande presenza di terremotati: le Messe erano piene …

     
    R. – Non è mancato nessuno, si sono avvicinati tutti, perché in questi momenti in modo particolare si sente ancora di più la voglia di stare vicino a qualcuno che possa dire una parola che non vada verso lo scoraggiamento, il pianto, ma vada verso la speranza. E penso che il Vangelo su questo abbia tante cose da dire.(Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Le quattro Famiglie francescane ad Assisi per il Capitolo internazionale delle Stuoie

    ◊   Per la prima volta nella storia, Assisi accoglierà l’intera Famiglia francescana nel luogo dove tutto ha avuto inizio, davanti alla Porziuncola, oggi conservata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, costruita per proteggere la piccola chiesa, dove San Francesco comprese di dover vivere “secondo il santo Vangelo”. Si aprirà domani nella cittadina umbra il Capitolo internazionale delle Stuoie, nell’ottavo centenario dell’approvazione della Regola da parte del Papa Innocenzo III. Stamane ad Assisi l’evento è stato presentato alla stampa. Il servizio di Roberta Gisotti.

    Duemila frati di 65 Paesi sono attesi ad Assisi in rappresentanza di 35 mila francescani delle quattro Famiglie sparse in tutto il mondo. Un evento straordinario per rinnovare la fedeltà al carisma e dare risposte alle tante sfide della modernità. Padre Enzo Fortunato, addetto stampa del Capitolo:

    D. - Padre Enzo, 800 anni fa i frati convocati da Francesco alla Porziuncola dormirono su delle semplici stuoie, domani non sarà così, ma quanto è ancora fondante il richiamo alla povertà nelle Famiglie francescane ?  

    R. – Io direi che è un messaggio molto significativo per diversi aspetti. Il primo, perché questo evento cade in un momento drammatico della società italiana ed internazionale, e cioè la crisi economica. Quindi, l’essenzialità francescana in questo senso può essere una buona strada da percorrere. Il secondo aspetto, è legato alla sofferenza che parte della popolazione italiana sta vivendo ed è il terremoto in Abruzzo. Francesco vuole essere accanto agli ultimi, accanto a coloro che soffrono. Terzo aspetto, che concerne l’attualità, è che ci troviamo ad affrontare un individualismo ed egoismo imperante. La proposta fraterna dello stare insieme, l’uno accanto all’altro, l’uno per l’altro, può essere anche questa una strada da percorrere, una proposta all’uomo e alla sua libertà di sceglierla, prenderla e farne tesoro.

     
    D. – Padre Enzo, in occasione di questo Capitolo internazionale sono state stampate 4 mila copie della Regola di San Francesco. L’attualità di questo testo è ancora pregnante dopo otto secoli...

     
    R. – Una Regola che stamattina è stata definita dal custode del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese, Carta costituzionale, ad indicare che cosa? Ad indicare che come Francescani abbiamo una bussola che ci guida, ma anche un messaggio per le tante persone che desiderano abbeverarsi ad una delle fonti più genuine della spiritualità cristiana, e cioè assumere una vita fatta di principi, una vita fatta di regole, una vita fatta di rispetto. In questo senso, la regola non è imprigionante, ma è altamente liberante, perché ci aiuta a vivere aggrappati a dei valori che non ci fanno smarrire.

     
    D. – Padre Enzo, come lei ha ricordato, non lontano dall’Umbria e da Assisi, colpita dal terremoto nel 1997, sono oggi le tende dei terremotati dell’Abruzzo. Sarà motivo per offrire preghiere a sostegno di tutte queste persone?

     
    R. – E’ l’intero evento che sarà vissuto con questo spirito, con una preghiera corale, orante al Dio della vita, al Dio della gioia, perché possa lenire le ferite di chi soffre.

     
    D. – San Francesco si chiedeva: “Signore, che vuoi che io faccia?” Anche voi vi farete questa domanda in questo Capitolo?

     
    R. – Sicuramente. E la risposta è nel gesto di Francesco, che ha ricostruito parte della Chiesa, ha ricostruito parte della società, ha ricostruito l’uomo e ne ha fatto intravedere la sua vocazione, la vocazione all’infinito, all’assoluto.

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    Le Superiore Maggiori d'Italia a Roma per l'Assemblea nazionale Usmi

    ◊   Si aprirà domani a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, la 56.ma Assemblea nazionale dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi), sul tema “Quale profezia della vita religiosa femminile oggi in ascolto della Parola”. L’incontro trae ispirazione dal Sinodo dei Vescovi dello scorso ottobre. Alla luce della riflessione sinodale, le religiose desiderano porsi in ascolto di quelle “parole” che emergono dai settori del loro servizio e dalle persone cui sono inviate, per poter testimoniare la “Parola” in ogni ambito sociale e culturale. Sulle finalità di questo incontro si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco madre Regina Cesarato, vicepresidente dell’Usmi:

    R. – Soprattutto la focalizzazione dell’ascolto e della Parola, che è sintonia anche con il cammino della Chiesa, con il Sinodo sulla Parola. Si deve risuscitare lo spirito di profezia della vita religiosa femminile in Italia non perché sia spenta ma perché viviamo in situazioni sempre nuove che ci interpellano profondamente come un grido che viene dalla Parola, quindi dall’Alto. Ma è anche un grido che viene dal basso, dalle situazioni dell’umanità.

     
    D. – Il contesto socio-culturale interpella dunque la vita religiosa. Come, in particolare, le donne consacrate possono rispondere ad una società sempre più secolarizzata?

     
    R. – Penso che possano rispondere attraverso una testimonianza che parte dalla propria femminilità consacrata, nell’essere donne consacrate, cioè riservate a Dio, ma anche riservate alle situazioni, per dare delle risposte alle povertà. Anche in una società secolarizzata penso che la testimonianza di una vita donata al servizio di Dio e degli altri sia una grossa provocazione, una specie di profumo che viene versato in pura gratuità, pur nella fragilità umana ma che è destinato ad interrogare. Speriamo che interroghi …

     
    D. – Cosa significa oggi essere in ascolto della Parola?

     
    R. – Fare una sintesi tra il grido che viene dalla Parola, la Parola di Dio, che ha sempre il primato assoluto, che ci costituisce come Chiesa, come comunità, ma anche essere in ascolto dell’altro grido che viene dal basso. Fare questa sintesi dentro al proprio cuore, dentro alla propria vita, e farne dimensione di carità. Quindi, il grido del mondo, il grido dei giovani ma soprattutto l’ascolto del cuore.

     
    D. – E quando si ascolta la Parola, questa Parola risuonata nella Creazione, nella Redenzione, quali frutti porta?

     
    R. – Come dice il profeta, la Parola sempre arriva ed è feconda; porta sempre frutto, come la pioggia. Noi concretamente, per la situazione in Italia, speriamo che porti frutti di carità, perché questo è il massimo, proprio, della vita cristiana. Speriamo porti frutti di attenzione all’altro, di ascolto della propria situazione, ma anche di risposta ai bisogni fondamentali. Certamente, un bisogno profondo è quello della ricerca di Dio, del suo volto, del senso della vita e su questo soprattutto ci interpellano oggi i giovani.

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    Chiesa e Società



    Pasqua più tranquilla in Iraq

    ◊   Per la prima volta dopo anni di conflitti e difficoltà, le celebrazioni pasquali in Iraq sono state caratterizzate da una maggiore serenità. Come riferisce Asianews, le parrocchie erano piene di fedeli che si sono mostrati più fiduciosi nella sicurezza del Paese. Momenti di tensione si sono vissuti a Baghdad il Giovedì santo, 9 aprile, data anche dell’anniversario della caduta del regime di Saddam Hussein. Non sono mancate esplosioni e vittime ma il patriarca di Babilonia dei Caldei, cardinale Emmanuel III Delly, durante i riti ha invitato i fedeli a “vincere la paura” e a fidarsi della polizia. Secondo la testimonianza di un sacerdote a Mosul, almeno l’80% dei cristiani hanno fatto ritorno, nonostante la città irachena sia stata al centro di sequestri, violenze soprattutto ai danni di sacerdoti e religiosi. Disteso il clima anche a Bassora dove ci sono stati incontri tra cattolici, ortodossi e protestanti. Prima della Pasqua, ai cattolici del Paese è giunto l’augurio del presidente iracheno Talabani che ha ringraziato per il loro bimillenario impegno. Inoltre il capo dello Stato ha chiesto ai cristiani di “essere fedeli alle indicazioni annunciate da Gesù Cristo, per seminare anche nella società irachena i principi di tolleranza, fraternità, pace e giustizia, necessari a costruire un Iraq democratico e rispettoso dei diritti di tutti”. (B.C.)

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    Gerusalemme: aperti i riti ortodossi della Settimana Santa

    ◊   Stamattina a Gerusalemme ha avuto luogo il consueto scambio di auguri tra cattolici di rito latino e rappresentanti delle Chiese orientali. Prima il patriarca greco ortodosso Teofilos, poi i vescovi e il clero delle chiese armeno ortodossa, copta, siro-ortodossa, greco cattolica ma anche rappresentanti delle comunità evangeliche e protestanti di Gerusalemme, hanno fatto visita al custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa e in seguito al patriarca latino mons. Fouad Twal. Incontri tradizionali che sono stati occasione per condividere la gioia della fede comune in Cristo Risuscitato dai morti, proprio in Gerusalemme, come ha detto anche il patriarca greco ortodosso. Mons. Twal ha invece ricordato, nel suo indirizzo di ringraziamento, come molti giovani in cerca di Cristo, come la Maddalena, possono trovarlo non solo nelle liturgie ma soprattutto nella comunione della Chiesa. Ieri mattina i fedeli della parrocchia latina di Gerusalemme si sono recati in pellegrinaggio al santuario di Emmaus Qubeibe, una delle località venerate come quella dell’apparizione del Risorto ai discepoli. Qui il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa ha presieduto una solenne Messa pasquale, animata dai francescani, alla quale hanno partecipato anche alcuni pellegrini di diversa nazionalità. Al termine della celebrazione il custode ha distribuito a tutti i presenti il pane benedetto, simbolo del gesto evangelico ricordato in questo luogo santo. Nel pomeriggio poi i fedeli hanno partecipato ai Vespri solenni con l’esposizione del SS. Sacramento, celebrati nell’esultanza della gioia pasquale. Emmaus Qubeibe, villaggio arabo musulmano della campagna di Giuda, è una tra le località con il nome di Emmaus che in Terra Santa rivendicano l’ubicazione dell’episodio evangelico. Sotto la chiesa attuale - costruita su una basilica crociata - si trovano i resti di quella che è venerata come la casa dei SS. Cleofa e Simeone, i due apostoli che, secondo i Vangeli di Marco e Luca, riconobbero il Signore allo spezzare del pane. Qui gli scavi completati dal francescano padre Bagatti, nel dopoguerra, portarono alla luce un villaggio, una strada romana e tombe giudaiche scavate nella roccia. Oltre ad Emmaus Qubeibe, che a piedi dista da Gerusalemme 11 km (corrispondenti ai 60 stadi del Vangelo di Luca) e ad Abu Gosh - la cosiddetta “Emmaus crociata” - c’è poi un’altra Emmaus, che da Gerusalemme dista invece 30 km, meta il Lunedì dell’Angelo, di un pellegrinaggio anche a piedi. E’ Emmaus Nikopolis, località citata nel libro dei Maccabei, dove il patriarca Latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal e mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare per Israele, hanno celebrato all’aperto, tra le rovine di una basilica bizantina, una solenne Eucarestia pasquale per religiosi e pellegrini. (Da Gerusalemme: Sara Fornari)

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    India: Pasqua di tensione in vista delle elezioni

    ◊   Si respira un clima di tensione in India per le importanti elezioni che rinnoveranno il parlamento di New Delhi e dei governi dei singoli Stati. A sottolinearlo ad Asianews è mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, nel martoriato Stato di Orissa, che riferendosi alla situazione in Kandhamal evidenzia come la laicità in India sia a rischio. “Tutti i partiti politici – continua il presule - ne parlano a proprio vantaggio, ma nessuno di essi sembra davvero interessato ai poveri, agli emarginati e a chi patisce atrocità disumane e continua ancora a soffrire non solo ingiustizie, ma il terrore, le intimidazioni ed è sradicato dalla terra dei suoi antenati”. “Mentre alcuni partiti dicono di avere a cuore il nostro popolo – conclude - i fatti provano tristemente il contrario”. L’unica speranza dei cristiani, sottolinea mons. Cheenath, è “la sicurezza della Resurrezione”. Resta intanto difficile la situazione dei cristiani in Orissa, i riti pasquali sono stati vissuti con grande fede ma, nei centri di accoglienza, le celebrazioni “si sono svolte – riferiscono alcune fonti – come all’interno di un campo di prigionia”. I profughi, almeno 3mila, hanno mostrato grande forza nonostante le loro privazioni e le violenze subite. (B.C.)

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    Vietnam: Pasqua all'insegna della solidarietà

    ◊   Dal nord al sud del Paese, la festa di Pasqua è stata una grande occasione di missione e di aiuto verso le fasce povere della popolazione, prodotte dai cambiamenti economici presenti nella società. “Pasqua è la festa della nostra salvezza e noi vogliamo condividere con tutti la nostra gioia”, ha detto padre Matteo, della parrocchia di Thai Ha, ad Hanoi, da mesi al centro di forti pressioni da parte del governo della città, dopo l’esproprio di alcuni terreni ed edifici della chiesa. Ad Ho Chi Minh City, i fedeli sono stati spinti dal loro arcivescovo, il cardinale Giovanni Battista Phan Minh Man a testimoniare la gioia di Pasqua a tutti, anche ai non cristiani. La Chiesa del sud è da anni impegnata a curare malati di Aids, anziani senza coperture sanitarie, bambini di strada, studenti disadattati che vengono accolti in centri sociali, dormitori, giardini d’infanzia, dispensari. E diversi studenti che abitano nei centri sociali, pur non essendo cristiani, sono stati felici di partecipare alle celebrazioni, alle feste, ai canti. Per l’occasione - e a detta di tutti è un fatto rarissimo - anche i giornali governativi hanno pubblicato articoli sulla Pasqua e sul modo in cui è celebrata nel mondo e in Vietnam. Dalle riforme economiche degli anni ’90, in Vietnam si è ampliato l’abisso fra ricchi e poveri. Le disfunzioni sociali, insieme alla mancanza di ideali, corruzione, burocrazia, avidità, hanno creato delle piaghe verso le quali il governo è spesso impotente. In compenso la Chiesa cattolica - riferisce l'agenzia AsiaNews - sta cercando di rispondere a tutti questi nuovi bisogni operando con centinaia di giardini d’infanzia, centri per giovani drogati, malati di Aids, case d’accoglienza per i migranti. (R.P.)

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    Allarme Onu per la crisi alimentare in Nepal

    ◊   Una grave crisi alimentare rischia di far precipitare il Nepal. La siccità durante l’inverno e lo straripamento del fiume Koshi nell’agosto scorso hanno messo in ginocchio il settore agricolo. La scarsità dei raccolti nel Terai, regione pianeggiante a sud del Paese, ha causato una mancanza di cibo in 41 distretti sui 75 totali. Secondo le Nazioni Unite – riferisce Asianews – sono almeno due milioni le persone a rischio perché le scorte alimentari sono inferiori al 20% rispetto allo scorso anno. I nepalesi accusano il governo di non aver affrontato in modo serio il problema e chiedono garanzie per il futuro ma al momento le soluzioni sembrano mancare. Fonti governative riferiscono che la crisi soprattutto nei raccolti è dovuta tra l'altro, alla diminuzione della produttività dei terreni “per il basso utilizzo di fertilizzanti organici”. Intanto per ovviare all’emergenza, la Nepal Food Corporation (Nfc) ha predisposto una distribuzione di cibo in 30 distretti collinari, i più colpiti dalla crisi, ma il budget stanziato dall’esecutivo copre solo la metà delle richieste; sarebbero necessarie infatti almeno altre 10 tonnellate prima dell’inizio della stagione dei monsoni. L’Onu si è detta inoltre preoccupata perché la mancanza di generi alimentari potrebbe causare rivolte nel Paese asiatico. (B.C.)

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    Italia: in 30 anni i Centri di Aiuto alla Vita hanno salvato 100 mila bambini

    ◊   A trent’anni dall’approvazione della legge 194 sono stati 100mila i bambini aiutati a nascere, una cifra minima se si pensa che sono stati 5 milioni gli aborti compiuti. A evidenziare queste stime Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, in un articolo pubblicato da Zenit, nel quale sottolinea l’importante contributo dei Centri e dei Servizi di aiuto alla vita (CAV e SAV). Da questa esperienza infatti emerge l’importanza di un’educazione permanente volta a promuovere il rispetto della vita, una linea che ha “come suo primo caposaldo il riconoscimento della pienezza di uguale dignità di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale”. Inoltre il presidente Casini sottolinea l’efficacia di un aiuto economico – una somma di 160 euro per 18 mesi erogato con il “Progetto Gemma” – “misurato sui bisogni di una situazione concreta”; l’importanza di iniziative che prevedono “l'incontro con la donna in difficoltà, anche sulla base di segnalazioni provenienti dall'ambiente in cui vive oppure dallo stesso personale sanitario con cui ha avuto contatti nel primo colloquio o per la fissazione dell'intervento”. Infine Casini evidenzia “l’efficacia del volontariato non sostitutivo dei compiti primari dello Stato riguardo alla protezione della vita e della maternità, ma dimostrativo di un operoso amore per la vita”. Nel suo articolo, il presidente del Movimento per la Vita ricorda come “la legge 194 preveda la possibilità (non l'obbligo) di una collaborazione mediante apposite convenzioni dei Consultori familiari con le associazioni di volontariato che hanno lo scopo di assistere le maternità in difficoltà sia prima che dopo la nascita”. Un’opportunità - denuncia – che non è stata utilizzata mentre esistono convenzioni con i presidi ospedalieri e i Centri di aiuto alla Vita “con risultati significativi in termini di vite umane salvate”. Numerosi i progetti avviati come il "Telefono Verde" (800813000) un servizio nazionale, funzionante 24 ore su 24, destinato a ricevere telefonate di donne nel tormento di una decisione. “L'esperienza dei CAV – aggiunge Casini - si è arricchita anche di una dimensione educativa e culturale, risultata particolarmente efficace anche in termini di prevenzione post-concezionale, realizzata particolarmente, oltre che con incontri formativi di vario genere, anche mediante la diffusione di opuscoli, video e radio-cassette, DVD” tradotti in sedici lingue. “L'originalità dei CAV – aggiunge - consiste nel proporre proprio quella alternativa specifica all'aborto che la legge 194 dice di desiderare, ma che non ha affatto strutturato, promosso e, tanto meno, realizzato”. Così l'esperienza dei CAV può offrire indicazioni preziose per una rivisitazione del testo, specialmente della sua prima parte, che a parole “dovrebbe disegnare anche una prevenzione post-concezionale dell'aborto”. (B.C.)

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    Abruzzo. Lo psichiatra Cantelmi: importante riattivare insieme la "speranza"

    ◊   Cinque squadre di 10 volontari ciascuna, tra psichiatri e psicoterapeuti, che attende il segnale per recarsi in Abruzzo. Tonino Cantelmi, presidente dell’Aippc (Associazione psichiatri e psicologi cattolici), spiega al Sir di essere in stretto contatto con la Protezione civile: “La copertura assicurata dai colleghi attualmente sul campo per sostenere psicologicamente le vittime del sisma è per ora soddisfacente; a noi è stato chiesto di intervenire in un secondo tempo, quando i riflettori cominceranno inevitabilmente a spegnersi ma l’emergenza non sarà venuta meno, e dopo la prima fase di ‘pronto soccorso’, occorreranno interventi strutturati e di maggiore durata nel tempo”. Secondo Cantelmi “è stato fondamentale intervenire con immediatezza perché il trauma del terremoto, cambiando completamente la vita alle persone e potendo produrre disturbi come ansia, attacchi di panico, depressione, richiede un intervento precoce”. Lo psichiatra sottolinea che chi ha vissuto l’esperienza del terremoto “ha bisogno soprattutto di vicinanza, sostegno, ascolto dell’evento”. Compito dello psicoterapeuta, spiega, “è riattivare una funzione psicologica importante come quella della speranza, che ci consente di immaginare che o noi o qualcun altro possa aiutarci” perché “all’interno di ogni persona vi sono forze in grado di rimarginate le ferite psichiche. Straordinaria – afferma Cantelmi - l’intuizione della Protezione civile di mandare sul campo i medici-clown per aiutare i bambini a recuperare l’immaginazione e la voglia di sorridere e giocare; il nostro lavoro consiste invece nell’aiutare i genitori ad essere sicuri e rassicuranti. Quanto più essi saranno capaci di reagire e incoraggiare i più piccoli, tanto più questi ultimi saranno in grado di superare positivamente il trauma del sisma”. (R.P.)

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    Colombia: incontro nazionale di delegati diocesani per la pastorale indigena e afrocolombiana

    ◊   Con lo scopo di continuare e approfondire l’azione evangelizzatrice della Chiesa della Colombia nell’ambito della pastorale indigena e afrocolombiana, da domani al 17 aprile - nella sede della conferenza episcopale a Bogotá - si svolgerà l’Incontro nazionale dei delegati diocesani che da diversi anni seguono con speciale attenzione la cura religiosa di queste popolazioni. L’agenda dei lavori sottolinea l’orientamento centrale in atto da molto tempo: far sì che “questi popoli sentano la Chiesa come la propria casa e il Vangelo sia per loro fonte di vita”. Un compito così importante, hanno detto in passato i vescovi colombiani, esige come condizione indispensabile la presenza di agenti pastorali competenti e capaci di usare metodi inculturati nella catechesi e nella liturgia. Perciò un primo obiettivo dell’Incontro sarà quello di riflettere sul magistero della Chiesa in questa materia e aiutare così, sia gli agenti pastorali sia le popolazioni, ad accogliere correttamente la grande sfida dell’inculturazione che dovrebbe “dare la forma della fede a queste culture”. Tale sfida presuppone inoltre, secondo i piani di lavoro dell’Incontro, la preparazione di agenti capaci di avvicinare il complesso mondo degli indigeni e afrocolombiani non solo con amore, ma anche con un atteggiamento contemplativo per scoprire nella giusta ottica le loro tradizioni, linguaggi e gesti, in particolare quelli che fanno parte del loro rapporto con Dio. Secondo gli organizzatori il raduno deve anche servire per infondere più dinamismo alla pastorale etnica delle diocesi e quindi, con il massimo coordinamento ecclesiale possibile, migliorare la presenza di missionari adatti nella cornice della grande Missione continentale in corso, la quale è un momento di fondamentale importanza per la crescita qualitativa e quantitativa della Chiesa in Colombia. La Missione dovrà aiutare a capire il futuro plurietnico e multiculturale che la Colombia è chiamata ad organizzare per raggiungere una convivenza pacifica e creativa basata sui valori della condivisione e della solidarietà. Infine, l’Incontro nazionale sarà un momento fondamentale nella fase di preparazione del Congresso nazionale missionario. (L.B.)

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    Paraguay: il presidente Lugo riconosce la paternità di un figlio

    ◊   Il presidente del Paraguay Fernando Lugo ha ammesso ieri, nel corso di una conferenza stampa ampiamente ripresa da tutti i mass media del Paese, di essere il padre di un bambino che oggi ha due anni e che è nato da una relazione avuta con una giovane donna. Nel sottolineare di parlare davanti al suo popolo e alla sua coscienza, Fernando Lugo, 57 anni, ha ammesso di aver in effetti avuto ''una relazione con Viviana Carrillo'', aggiungendo poi di volersi assumere “tutte le responsabilità” e riconoscere la paternità del bambino. Poi il presidente ha precisato che non farà altre dichiarazioni per salvaguardare il minore. Il figlio della 26enne Viviana Carrillo si chiama Guillermo Armindo ed è nato il 4 maggio 2007. Lugo - al potere dal 15 agosto dell'anno scorso quando vinse le presidenziali alla guida di un'ampia alleanza di centrosinistra - ha scelto di porre fine alla vicenda con un annuncio che era nell'aria da alcuni giorni. Gli avvocati della donna intendevano chiedergli di sottoporsi a un esame del Dna proprio per verificare la paternità del piccolo. Nel febbraio 2007, Lugo - che era vescovo della diocesi di San Pedro - era stato sospeso “a divinis” per decisione della Santa Sede dopo aver annunciato l'intenzione di candidarsi alla presidenza. Una volta vinte le elezioni, il Papa gli ha concesso la perdita dello stato clericale. Da quando era filtrata la notizia e in seguito all’annuncio che i due avvocati della donna intendevano presentare una denuncia – notizia poi smentita dalla stessa Viviana Carrillo - il presidente e i suoi collaboratori hanno mantenuto sempre un rigoroso silenzio. Perciò, ieri in Paraguay, c’era grande interesse su quanto avrebbe detto Fernando Lugo. (A cura di Luis Badilla)

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    I vescovi Usa in aiuto dell'America Latina

    ◊   Un consistente piano di aiuti finanziari per le Chiese dell'America Latina è stato deciso dalla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti. L'iniziativa è stata resa nota da Jaime Soto, vescovo coadiutore di Sacramento, che ha parlato in qualità di responsabile del sottocomitato per le Chiese dell'America Latina. Il piano prevede aiuti per circa due milioni e mezzo di dollari che verranno distribuiti per sovvenzionare 146 progetti in ventuno Paesi latinoamericani. Tutti i progetti rientrano nelle cinque priorità stabilite lo scorso anno, durante il congresso di Aparecida, dai vescovi rappresentanti delle Conferenze episcopali dell'America Latina e dei Caraibi. Il piano di aiuti illustrato da Jaime Soto prevede per le Chiese latino americane fondi per la formazione dei responsabili, per le attività missionarie e di evangelizzazione, per i progetti pastorali, per la catechesi, per la formazione dei diaconi permanenti, per l'educazione religiosa e per gli aiuti alle emergenze. In Salvador sono previste sovvenzioni al progetto denominato “giovani per Cristo” per formare giovani responsabili che operino in ogni parrocchia diocesana. Ad Haiti gli aiuti saranno destinati alla ricostruzione di cinque chiese parrocchiali nella diocesi di Jacmel distrutte dall'uragano Ike. In Argentina verranno messi a disposizione fondi per sovvenzionare gli studi in filosofia e teologia di quaranta seminaristi. Il vescovo Soto, nel presentare il piano stabilito dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti in soccorso alle Chiese cattoliche dell'America Latina, ha sottolineato infine che “la comunità cattolica degli Stati Uniti attraversa momenti di difficoltà a causa della recessione economica. Benché i tempi siano duri per molti concittadini, dobbiamo ricordarci di chi affronta difficoltà ancora maggiori”. (A.L.)

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    Cittadini Usa favorevoli al diritto di obiezione dei medici

    ◊   La maggioranza degli americani sono favorevoli alla legislazione federale per proteggere il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario. E’ questo l’esito di un recente sondaggio, condotto su incarico della Christian Medical Association, nel quale la maggioranza degli intervistati si oppone anche all’abrogazione dell’attuale regolamentazione proposta dall’amministrazione Barack Obama. “Il sondaggio – riferisce l’Osservatore Romano – si è svolto a livello nazionale dal 23 al 25 marzo su un significativo campione”. L’87% delle persone interpellate ha dichiarato che i professionisti impegnati nel sistema sanitario non devono essere forzati a partecipare a procedure e pratiche verso cui abbiano delle riserve morali. Negli stati Uniti, intanto, il portavoce della Conferenza episcopale, Deirdre McQuade, ha ricordato che i vescovi americani hanno preso posizione in favore delle norme in difesa del diritto all’obiezione fin dalla loro presentazione sotto la forma di disegno di legge presso il Congresso nell’estate del 2008. Questo progetto è stato convertito in legge nel dicembre dello scorso anno con il voto favorevole espresso sia dai Repubblicani che dai Democratici. L’attuale amministrazione statunitense ha manifestato pubblicamente l’intenzione di voler abrogare le norme federali per la protezione del diritto di obiezione. I tre quarti degli intervistati hanno affermato che la cancellazione delle norme che regolano l’obiezione di coscienza scoraggerà i medici a impegnarsi nel servizio sanitario specie nelle strutture in funzione nelle aree economiche più depresse del Paese. I risultati del sondaggio sono consultabili sul sito www.freedom2care.org (A.L.)

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    Intervista all'arcivescovo di Westminster su sessualità e dignità umana

    ◊   “Per noi cattolici la sessualità non è da considerarsi come un elemento predominante. Quello che è importante è avere un comportamento conforme a una moralità che tenga conto della dignità che Dio ci ha dato; non c'è nulla di errato nello sforzo che dobbiamo fare ogni giorno per avere un vita morale. Il rispetto è al di sopra di ogni cosa”. E’ quanto ha dichiarato mons. Vincent Nichols nel corso della sua prima intervista, concessa a Bbc - Radio 4, dopo la nomina come arcivescovo di Westminster. Il presule si è soffermato sulle parole pronunciate da Benedetto XVI durante il recente viaggio apostolico in Africa: “Il Papa - ha detto mons. Vincent Nichols – ha parlato della necessità di umanizzare la sessualità”. L’arcivescovo di Westminster ha poi ricordato come in televisione vengano proposti filmati per incoraggiare i giovani all’uso del profilattico: “Nei filmati - ha spiegato il presule - si assiste ad una scena di offerta di prestazioni sessuali che si svolge all'angolo di una strada. Si vedono anche persone, probabilmente ubriache, impegnate in rapporti intimi. Non credo che tutto questo possa offrire un aiuto ai giovani a capire se stessi nella loro dignità umana e a considerare anche la sessualità in questa prospettiva”. “Nello stesso modo - ha aggiunto mons. Vincent Nichols le cui parole sono state riprese dall’Osservatore Romano - anche l’aborto potrebbe essere presentato come una soluzione semplice. Tuttavia questo è invece un evento altamente traumatico nella vita delle donne. Certamente nessuno di noi potrebbe mai immaginare che esso possa essere pubblicizzato in televisione subito dopo un pacchetto di croccantini”. Per l’arcivescovo di Westminster è quindi necessario fornire ai giovani un insegnamento morale: “Non ci può essere una società realmente coesiva senza che questa si preoccupi della richiesta di spiritualità degli individui e senza dare il dovuto spazio nella cultura per tale esigenza”. “I progetti di coesione sociale basati su principi rigorosamente laici e liberalistici – ha detto il presule - compiono un grosso errore sulla visione fondamentale della persona umana e sono destinati al fallimento”. Mons. Vincent Nichols auspica infine che gli oltre 4 milioni di credenti della Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles sappiano conservare i valori della solidarietà. (A.L.)

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    Al via il Meeting di Italia Solidale a sostegno di 97 missioni nel Terzo Mondo

    ◊   Si apre domani a Nago-Torbole, in provincia di Trento, il IV Meeting intercontinentale di “Italia Solidale-Mondo Solidale”, un movimento che oggi sostiene due milioni di persone in 97 missioni di Africa, India e Sud America, attraverso la collaborazione tra volontari italiani, volontari locali di circa venti Congregazioni e diocesi e volontari donatori. Il cuore dell’attività è rappresentato dalle adozioni a distanza, che dai bambini si estendono alle famiglie e alle comunità, in attenzione alle esigenze spirituali e materiali di un numero sempre crescente di diseredati. All’incontro - che si concluderà il 22 aprile - interverranno vescovi africani e superiori di congregazioni che porteranno le testimonianze dei “frutti di vita” scaturiti dal movimento. Saranno anche presenti l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, e mons. Melchor Sánchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che assicura il patrocinio dell’evento. La visione innovativa dell’azione missionaria di “Italia Solidale” nasce dall’esperienza del fondatore, il padre Angelo Benolli, Oblato di Maria Vergine, sacerdote, antropologo e missionario, che durante il Meeting festeggerà il 50.mo anniversario di sacerdozio. (M.V.)

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    Apre a Vicenza la più importante rassegna di oggetti liturgici

    ◊   Ultimi preparativi per l’apertura sabato a Vicenza di “Koinè”, la rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l'edilizia di culto. In programma fino al 21 aprile, l’allestimento promosso dalla diocesi locale e dalla Conferenza episcopale italiana, è un evento fieristico rivolto agli operatori del settore religioso, affiancato da una sezione dedicata alla ricerca e al dibattito (Koinè Ricerca) con il programma di aggiornare le espressioni della Chiesa nel design delle suppellettili liturgiche e nel progetto d'architettura alla luce degli orientamenti tracciati dal Concilio Vaticano II. Saranno 350 i fornitori presenti, provenienti da almeno 22 Paesi, dal Benelux alla Romania, dal Canada fino al Libano; molte le novità in particolare nel campo del progetto per il culto considerato in tutta la sua estensione: dalle vesti liturgiche, agli impianti tecnici, dagli oggetti per il culto, all'arredo floreale. Per celebrare i vent'anni di Koinè è in programma, lunedì 20 aprile, un triangolare di calcio a scopo benefico tra la nazionale italiana sacerdoti, la rappresentativa de “Il Messaggero di Sant’Antonio” e una selezione internazionale dei fornitori. (B.C.)

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    Ricorre oggi il 250.mo anniversario della morte di Georg Friderick Haendel

    ◊   Oggi 14 aprile, cade il 250.mo anniversario della morte di Georg Friderick Haendel, il grande musicista sassone scomparso il 14 aprile 1759 a Londra, che ha contribuito con la sua opera a scrivere la storia della musica occidentale. Anche se tedesco di nascita, fondamentale per la sua formazione fu il triennio di soggiorno romano, dove poté venire a contatto diretto con musicisti del calibro di Arcangelo Corelli o Alessandro Scarlatti, e assimilare a tal punto lo stile italiano da essere chiamato anche in tarda età “compositore di musica italiana”. Approdato a Londra, terra rimasta priva di musicisti di vaglio dopo la morte di Henry Purcell, acquisì grande fama come operista, lasciandoci alcune dei più begli esempi di teatro in musica barocco, oltre a un notevole numero di composizioni cameristiche, orchestrali e oratori, dove spesso riutilizzò materiale proprio o di altri autori derivante in particolare dal suo soggiorno romano. Con l’altro grande della sua epoca che però non riuscì mai a incontrare, Johann Sebastian Bach, condivise oltre alla terra di origine e all’anno di nascita, il 1685, anche il destino di concludere l’esistenza afflitto dalla cecità, ma certamente non la fama che, al contrario di Bach, accompagnò sempre Haendel durante tutto l’arco della vita. (A cura di Pierluigi Morelli)

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    24 Ore nel Mondo



    Fidel Castro: bene le aperture di Obama ma Cuba non vuole elemosine

    ◊   Dopo le aperture volute da Obama nei confronti di Cuba, Fidel Castro ha chiesto al presidente americano Obama la fine del “blocco” contro l'isola caraibica e ha rifiutato “qualsiasi elemosina”. Cuba - afferma tuttavia l'ex presidente cubano - “non accusa Obama delle atrocità commesse da altri governi degli Stati Uniti” e non dubita della “sua sincerità e della sua volontà di cambiare la politica e l'immagine degli Stati Uniti”, piuttosto sottolinea che ora “ci sono le condizioni perchè Obama sfrutti la sua capacità a condurre una politica costruttiva per porre fine a quella che è fallita per quasi cinquant'anni”. Castro ribadisce che “Cuba ha resistito e resisterà ancora, non tenderà la mano per chiedere l'elemosina, andrà avanti con la testa alta”, offrendo la propria “disponibilità a dialogare con Obama per normalizzare i rapporti sulla base del rispetto rigoroso della sovranità”. In particolare, Obama ha revocato le restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani che hanno ancora parenti a Cuba, oltre ad annunciare la liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni tra i due Paesi. Obama ha anche chiesto di studiare l'ipotesi di collegamenti aerei diretti tra i due Paesi. Si tratta del primo cambiamento di rotta significativo in decenni di frizioni tra Stati Uniti e Cuba e coincide con sforzi in corso al Congresso per la revoca totale dell'embargo americano. L'annuncio, alla vigilia del Vertice delle Americhe che si aprirà questa settimana a Trinidad, risponde alle pressioni dei leader latino americani per una normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba.

    Pakistan
    Il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, ha promulgato ieri sera il regolamento che introduce la legge islamica (sharia) in parte della inquieta regione del nordovest, inclusa la valle dello Swat. Dunque, dopo poche ore dalla raccomandazione dettatagli dal parlamento, Zardari ha preso la decisione che permette l’entrata in vigore definitiva dell’accordo raggiunto nello Swat il 16 febbraio scorso fra il governo e i gruppi talebani più radicali che, in cambio, accettano di deporre le armi. Intanto, non tardano ad arrivare le polemiche. Numerose nazioni occidentali, fra le quali gli Usa, hanno definito retrograda l'intesa che è vista come un cedimento nei confronti dei talebani che, a dir loro, ottengono molto concedendo poco.

    Afghanistan
    Un soldato della Nato la cui nazionalità non è stata rivelata è rimasto ucciso ieri nell'esplosione di una bomba nell'Afghanistan meridionale, dove dall'inizio dell'anno hanno perso la vita 85 militari appartenenti alle forze internazionali. “Un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) della Nato è stato ucciso ieri da un ordigno esplosivo nel sud”, ha reso noto oggi la stessa Isaf in un comunicato.

    Iraq
    Amnesty International ha chiesto alle autorità del Kurdistan iracheno di controllare gli eccessi dei quali le loro forze di sicurezza, secondo un rapporto dell'organizzazione umanitaria, si sono rese responsabili. La regione autonoma del nord dell'Iraq è stata relativamente risparmiata dalle violenze che hanno insanguinato il resto del Paese e il governo locale “ha fatto importanti progressi nel campo dei diritti umani”. “Persistono però problemi come arresti arbitrari, torture, attacchi contro i giornalisti e la libertà di espressione e violenze contro le donne cui bisogna far fronte con urgenza”, afferma in un comunicato il responsabile del programma di Amnesty per il Medio Oriente e l'Africa, Malcolm Smart. Nel rapporto sul Kurdistan iracheno, basato su una serie di rilevamenti effettuati nel marzo 2008, l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani elenca una serie di abusi attribuiti alle forze di sicurezza locali ed afferma che le autorità hanno il dovere “di prendere provvedimenti concreti per riportarle sotto il loro controllo e per renderle pienamente responsabili davanti alla legge”.

    Siria-Libano
    Dopo che nei mesi scorsi sono stati formalmente avviati rapporti per la prima volta nella storia moderna dei due Paesi, la Conferenza sulle relazioni siro-libanesi si è aperta oggi a Damasco. All’evento, che durerà fino a domenica prossima e che affronterà il tema dei rapporti politici, sociali, culturali ed economici, parteciperanno circa 150 intellettuali e studiosi provenienti da Siria e Libano, Paesi divisi negli ultimi tre anni da forti tensioni, soprattutto dopo l’assassinio, nel 2005 a Beirut, dell’ex premier libanese, Rafik Hariri.

    Turchia
    La polizia turca ha arrestato stamani all'alba più di 40 persone nell'ambito di una vasta operazione contro le infiltrazioni dell'organizzazione terroristica curda Pkk nel partito filo-curdo Dtp e nelle ong curde. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Anadolu. Sono finiti in carcere anche il vicepresidente del Partito della società democratica (Dtp), Kamuran Yuksek, e l'avvocato del leader del Pkk Abdullah Ocalan, Seracettin Irmak. Le forze di sicurezza hanno anche perquisito una tv locale, Gun TV, che trasmette da Diyarbakir, nella zona curda del nordest.

    Thailandia
    Sono cessate in Thailandia le proteste anti governative delle "magliette rosse" fedeli all'ex premier, Thaksin Shinawatra, rovesciato dal golpe militare del 2006. L'esercito è duramente intervenuto ieri e negli scontri due persone sono morte, mentre diverse centinaia sono rimaste ferite. Intransigente anche la linea politica adottata dal primo ministro, Abhisit Vejjajiva, che ha dichiarato di non voler negoziare con Thaksin. Per un aggiornamento sulla situazione Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente a Bangkok Stefano Vecchia, giornalista esperto di Estremo Oriente:

    R. - Sono appena rientrato dal Palazzo del governo, che attualmente va svuotandosi degli occupanti, che si portano via le loro cose e si incolonnano verso i centri di raccolta, istituiti dal governo, e verso gli autobus che li riporteranno nelle città di provenienza. I militari sono entrati in forze e stanno setacciando tutto il complesso, perché c’è il rischio che ci siano degli ordigni inesplosi.

     
    D. - Resta comunque lo stato d’emergenza. Questo cosa indica per il prossimo futuro?

     
    R. - È una misura ancora necessaria, finché la situazione non si sarà del tutto normalizzata. Anche perchè lo stato d’emergenza costringe la popolazione a non raggrupparsi e quindi a non ostacolare eventuali manovre delle forze di sicurezza e, nello stesso tempo, consente l’utilizzo dell’esercito per la strada.

     
    D. - I manifestanti non hanno comunque ottenuto nulla delle rivendicazioni che avanzavano...

     
    R. - Era una rivolta, a questo punto, senza speranza. Ieri sera, sono iniziati i primi sintomi di insofferenza della popolazione locale contro i blocchi stradali e contro le violenze dei manifestanti. Ricordo che gli unici due morti sinora in tutta questa vicenda sono due commercianti, che in uno scontro con i manifestanti sono rimasti colpiti da colpi di arma da fuoco.

     
    D. - In tutto questo, la situazione politica resta praticamente inalterata...

     
    R. - Questa protesta lascerà comunque dei segni e l’importante è che i segnali di malcontento vengano finalmente raccolti, perché la Thailandia è governata da gruppi di potere tradizionali e le "camice rosse" in qualche modo rappresentavano un elemento di rottura, un emergere della realtà di base del Paese. È probabile che il primo ministro, Abhisit Vejjajiva - che ha già gestito l’emergenza evitando anche che i militari ad un certo punto prendessero in mano la situazione con un nuovo colpo di Stato - è auspicabile che prenda atto di queste necessità e di queste rivendicazioni e le faccia proprie in ambito politico.

     
    Corea del Nord
    Dopo una settimana di stallo, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello che per Stati Uniti e Giappone è stato un missile balistico. Nella dichiarazione - che ha peso morale ma valore meno vincolante di una risoluzione - si chiede che le sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile - come sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud - o di un satellite per telecomunicazione, come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile costituisce una violazione della risoluzione Onu 1718. Da parte sua, la Corea del Nord ha risposto definendo non “più necessari” i colloqui a sei sul processo di denuclearizzazione e annunciando la riapertura degli impianti.

    Algeria
    Il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, è stato riconfermato in carica per il suo terzo mandato consecutivo con il 90,23 % dei consensi nelle elezioni del 9 aprile scorso. Lo ha annunciato oggi il Consiglio costituzionale, proclamando ufficialmente la rielezione di Bouteflika alla carica di capo dello Stato sulla base dei risultati definitivi. Il tasso di partecipazione è stato del 74,56 per cento. Al secondo posto si è classificato Moussa Touati, presidente del Partito dei lavoratori (Pt, trotzkista), con il 4,5 per cento dei suffragi. Bouteflika, che ha 72 anni, è stato eletto per la prima volta nel 1999 e riconfermato nel 2004.

    Somalia
    Un'altra nave è stata sequestrata oggi da pirati al largo della Somalia: si tratta di una nave greca "MV Irene E.M." , con 22 marinai filippini a bordo. Battente bandiera di St Vincent, il cargo è di proprietà della Compagnia "Chian Spirit Maritime Entereprises Ltd.", con base nel Pireo.

    Israele: governo riunito in attesa dell’inviato Usa
    Il nuovo governo israeliano è gia impegnato a definire la propria linea politica nei confronti dei palestinesi, mentre sta per tornare nella zona George Mitchell, l'emissario personale del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ieri, il premier, Benyamin Netanyahu, ha convocato il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, e il ministro della difesa, Ehud Barak, per una prima consultazione approfondita sul tema. In un recente discorso al parlamento della Knesset, Netanyahu ha assicurato da un lato che Israele “non vuole dominare un altro popolo”, ma dall'altro si è astenuto dall'assecondare la formula dei “due Stati per i due popoli”, che invece resta alla base della politica mediorientale elaborata da Obama. Lieberman, da parte sua, ha affermato che Israele non si sente impegnato dal “processo di Annapolis”, ossia dalla Conferenza indetta da George Bush nel 2007 per raggiungere la meta dei “due Stati”. Mitchell è atteso a Gerusalemme giovedì 16 e nella sua attuale missione ha incluso anche il Cairo e Ramallah. Da parte sua, Netanyahu prevede di incontrare Obama a Washington, all'inizio di maggio.

    Moldova
    I tre principali partiti di opposizione in Moldova chiedono che le elezioni parlamentari del 5 aprile scorso siano dichiarate nulle e che si vada nuovamente al voto. Parlando in una conferenza stampa a Chisinau, il leader del partito liberaldemocratico, Vlad Filat, ha parlato di accertate falsificazioni delle liste elettorali e ha confermato che, dunque, l'opposizione non parteciperà domani alle operazioni di riconteggio dei voti, autorizzata dal presidente Vladimir Voronin. Nei giorni scorsi, Voronin aveva chiesto il riconteggio dei voti facendo un passo che sembrava andare incontro all'opposizione, dopo le violente proteste di piazza del 7 aprile per contestare la schiacciante vittoria dei comunisti (50%).

    Due poliziotti uccisi in Daghestan
    Due poliziotti sono stati uccisi oggi in Daghestan, Repubblica autonoma del Caucaso settentrionale confinante con la Cecenia. Sconosciuti hanno attaccato con un'arma automatica i due poliziotti a Makhachkala, capitale del Daghestan. I due sono morti sul colpo. Scontri a fuoco tra forze dell'ordine e gruppi per lo più legati alla rivolta in Cecenia sono frequenti in Daghestan.

    Sri Lanka
    L'esercito di liberazione delle Tigri Tamil (Ltte), che da anni combatte per l'indipendenza in Sri Lanka, si è detto stamattina pronto ad un “incondizionato e permanente cessate-il-fuoco” che possa condurre a negoziati di pace. Nel comunicato, diramato nel secondo e ultimo giorno della tregua voluta dall'esercito dello Sri Lanka in occasione del capodanno Tamil, i ribelli delle Tigri scrivono che la tregua di due giorni serve solo per creare un’impressione di impegno su false promesse. I ribelli denunciano che, nonostante la tregua, l'esercito di Colombo ha continuato a bombardare postazioni Tamil e a colpire civili.

    Indonesia
    Le elezioni generali del 9 aprile scorso in Indonesia sono state caratterizzate da “un gran numero di frodi ed errori amministrativi”. Lo hanno denunciato oggi i responsabili di una dozzina di partiti, minacciando di ricorrere alla giustizia. Si tratta delle “peggiori elezioni” dall'avvento della democrazia nel 1998, affermano in un comunicato i responsabili, fra i quali gli ex presidente ,Megawati Sukarnoputri, e Abdurrahman Wahid. Le elezioni legislative sono state vinte dal Partito democratico (Pd) del presidente, Susilo Bambang Yudhoyono ,con circa il 20% dei voti, nettamente in testa rispetto agli altri 37 partiti in gara. Non prima dell'inizio di maggio saranno resi noti i risultati ufficiali della tornata.

    Bolivia
    Il Congresso boliviano ha adottato questa mattina la nuova legge elettorale, che regolamenterà le elezioni presidenziali e legislative previste per il prossimo 6 dicembre. In seguito alla decisione, il presidente Evo Morales ha interrotto lo sciopero della fame che aveva intrapreso da sei giorni. Lo si apprende da fonti governative. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 104

     

     
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