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Sommario del 13/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI al Regina Coeli: la salvezza di Dio si compirà nonostante le oscurità della storia, la risurrezione ponte fra il mondo e la vita eterna
  • Oggi in Primo Piano

  • Sisma in Abruzzo, da domani parziale ripresa delle attività. Inagibile il 30% degli edifici
  • La Pasqua tra i detenuti. La testimonianza di padre Trani, cappellano del carcere romano di Regina Coeli
  • Pubblicato dalla Lev, "Maria nella Letteratura d'Italia", antologia curata da Neria De Giovanni. Intervista con l'autrice
  • Chiesa e Società

  • Celebrazioni in Terra Santa per il Lunedì dell’Angelo
  • Nelle Filippine, i Padri Clarettiani al lavoro per la pace, lo sviluppo e il dialogo con i musulmani
  • L’impegno dei Missionari Oblati di Maria Immacolata nel 2008 e i progetti per il 2009
  • Ad Haiti, i soldi dell'ex dittatore Duvalier per umanizzare le carceri
  • In Lituania, il V Congresso europeo della Gioventù francescana
  • In Italia apriranno gli Empori solidali Magis con prodotti del mercato equo e solidale
  • A Gerusalemme una mostra racconta San Paolo
  • Il Coordinamento “Pidida” promuove un Seminario nazionale sul lavoro minorile
  • A Malta, volontaria del Jrs candidata al Premio Carlo Magno per la gioventù 2009
  • A Bologna, la Festa della famiglia il 18 e 19 aprile
  • 24 Ore nel Mondo

  • Thailandia: proseguono gli scontri tra l'esercito e l'opposizione. Quasi 80 feriti nei disordini di Bangkok
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI al Regina Coeli: la salvezza di Dio si compirà nonostante le oscurità della storia, la risurrezione ponte fra il mondo e la vita eterna

    ◊   “Risorgendo da morte, Gesù ha inaugurato il giorno eterno”, un giorno che guarda alla meta finale della salvezza, quando gli uomini saranno pienamente uniti a Cristo “nonostante le oscurità della storia”. E’ il pensiero spirituale del primo Regina Coeli dopo la Pasqua espresso questa mattina da Benedetto XVI nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Il Papa, che ha concluso la preghiera mariana salutando i fedeli in cinque lingue, ha invitato i cristiani a vivere il cammino di fede sostenuti dalla forza spirituale dell’Eucaristia. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Più di ogni difficoltà degli uomini, vale la promessa di Cristo: un giorno l’intera umanità sarà di Dio. E’ questo il sentimento pasquale che in queste ore muove il cuore dei cristiani. La Pasqua, ha affermato Benedetto XVI, fa del Crocifisso sul Golgota la pietra angolare del “nuovo edificio spirituale”, la Chiesa, che cammina verso quel “perfetto compimento di tutte le cose”, come San Paolo definisce la realizzazione della salvezza divina dell’uomo:

     
    “Gioisce pertanto giustamente la comunità cristiana, noi tutti, perché la risurrezione del Signore ci assicura che il piano divino della salvezza, nonostante tutte le oscurità della storia, si compirà. Ecco perché la sua Pasqua è veramente la speranza per noi”.

     
    La strada per raggiungere questa meta della fede ha però bisogno, ha osservato il Papa, di “santità di vita”. Dobbiamo camminare “senza sosta verso la Pasqua eterna, sorretti - ha proseguito - dalla consapevolezza”:

     
    “Che le difficoltà, le lotte, le prove, le sofferenze dell’umana esistenza, compresa la morte, ormai non potranno più separarci da Lui e dal suo amore. La sua risurrezione ha gettato un ponte fra il mondo e la vita eterna, sul quale ogni uomo e ogni donna può passare per giungere alla vera meta del nostro pellegrinaggio terreno”.

    E qui Benedetto XVI ha indicato ai fedeli la vicinanza all’Eucaristia come via per fare esperienza della risurrezione, che vuol dire anche aiuto interiore per non cedere quando l’esistenza incrocia momenti di difficoltà o dolore:

     
    “E’ in ogni celebrazione eucaristica che la Chiesa, ed ogni suo membro, sperimentano la sua presenza viva e beneficiano di tutta la ricchezza del suo amore. Nel Sacramento dell’Eucaristia, il Signore risuscitato ci purifica dalle nostre colpe; ci nutre spiritualmente e ci infonde vigore per sostenere le dure prove dell’esistenza e per lottare contro il peccato ed il male”.

    Il saluto del Papa ai fedeli raccolti nel cortile del Palazzo apostolico è stato più volte intervallato da acclamazioni di entusiasmo, alle quali Benedetto XVI ha risposto con questo augurio finale:

     
    “A tutti, nuovamente buona Pasqua, tutta la gioia della Pasqua! Grazie a voi tutti!” (applausi)

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    Oggi in Primo Piano



    Sisma in Abruzzo, da domani parziale ripresa delle attività. Inagibile il 30% degli edifici

    ◊   La notte tra domenica e lunedì di sette giorni fa, l’Abruzzo viveva il terrore di una violenta e distruttiva scossa di terremoto, la peggiore di uno sciame sismico in atto da mesi nella regione. Dopo una settimana - tributate le esequie alle 294 vittime del sisma, le ultime due questa mattina - per i 55 mila senza casa si cerca ora di convivere con la condizione di precarietà e di guardare alla ricostruzione. Oggi è purtroppo il maltempo a complicare sia la vita nelle tendopoli, sia l’opera di rimozione delle macerie, come pure il lavoro degli ingegneri civili che eseguono le verifiche tecniche sugli edifici: dopo un migliaio di controlli, la Protezione civile ha fatto sapere che il 50% è agibile e il 30% totalmente inagibile e un 20% parzialmente agibile ma bisognoso di minimi interventi di restauro. Nelle zone del terremoto si trova l’inviato del quotidiano Avvenire, Luca Liverani. Claudia Di Lorenzi gli ha chiesto un aggiornamento sulla situazione:

    R. - Già ieri, nelle tendopoli, gli aquilani sfollati hanno cercato comunque di festeggiare la Pasqua, per quanto possibile, cucinando i piatti tradizionali, facendo un pranzo di Pasqua come se non ci fosse il sisma. Oggi, finito il recupero delle vittime, si inizia anche a pensare alla messa in sicurezza dei beni. Io vengo dalla piazza del Duomo, al centro de L’Aquila, e con il vescovo, mons. Molinari, abbiamo assistito al recupero dei beni dell’episcopio: opere d’arte anche della fine del Quattrocento, un Crocifisso, una mitria episcopale, arredi da Messa, perché verranno temporaneamente portati a Roma in vista - comunque - di riportarli ovviamente tutti a L’Aquila per un museo diocesano per queste opere d’arte. E’ questa un po’ l’ottica di questa giornata: cercare di ricominciare, di riprendere in qualche modo a guardare in avanti, a guardare al futuro. Oggi, il vescovo sta visitando una parrocchia moderna, ma anch'essa danneggiata, inagibile: il parroco ha dovuto allestire una tenda all’esterno.

     
    D. - Il sisma ha raggiunto con la sua potenza anche centri non direttamente prossimi a L’Aquila. Cosa sta accadendo in queste diocesi?

     
    R. - Le diocesi dell’Abruzzo sono tutte vicine alla diocesi de L’Aquila, che è quella più ferita, nonostante anch’esse abbiano subito dei danni. Sulmona, per esempio, ha registrato parecchi danni e anche ad Avezzano, mi diceva il vescovo, mons. Santoro, il 30 per cento delle chiese sono chiuse, inagibili. In un paese, a Celano, addirittura sono tutte chiuse. Nonostante ciò, si stanno prodigando per aiutare la diocesi de L’Aquila: per esempio, gli studenti sopravvissuti, fuggiti dalla Casa dello Studente, sono ospitati in un santuario della diocesi di Avezzano e sono studenti - appunto - che non possono tornare a casa perché sono studenti indiani, pakistani, tra l’altro anche di diverse confessioni religiose: ci sono induisti, musulmani… Ma nonostante abbiano i loro problemi, i loro danni, lo ripeto, le diocesi vicine si prodigano per stare accanto alla diocesi de L’Aquila.

     
    Il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, è certamente tra le personalità istituzionali più impegnate in questi giorni nell’area del sisma. Il nostro inviato, Giancarlo La Vella, gli ha chiesto se la fase della prima emergenza possa considerarsi conclusa:

    R. - Non completamente, anche perché adesso dobbiamo completare la fase della "urbanizzazione" delle tendopoli. In alcune tendopoli è tutto perfetto, ormai stanno chiedendoci le antenne per le televisioni: siamo a questo. C’è già il riscaldamento, le docce… In altre tendopoli dobbiamo ancora completare l'allestimento, ma si consideri che sono in tutto 60. Io spero che le feste di questi giorni siano proprio una Pasqua di resurrezione, perché c’è una grande voglia di ripartire, e spero si riesca a trovare anche in una fase così drammatica lo spirito della Pasqua, che è sempre di serenità.

     
    Nonostante la terra continui a tremare - circa 10 mila le scosse totali registrate dal 6 aprile - da domani saranno di nuovo al lavoro tutti i dipendenti comunali de L’Aquila - tranne quelli colpiti da lutti particolarmente gravi - mentre nella tendopoli di Poggio Picenze i bambini delle elementari potranno riprendere a studiare. Sono i primi inizi di un ritorno alla normalità in una regione che nel suo complesso ha subito col terremoto del 6 aprile un ulteriore colpo ad una situazione complessiva poco rosea dal punto di vista economico. Alessandro Guarasci ha domandato a Giovanni Smargiassi, presidente della sezione abruzzese dell’Ucid, l'Unione cristiana imprenditori dirigenti, quali settori abbiano più risentito di questa emergenza:

    R. - Il commercio, l’artigianato e anche un po’ l’agricoltura da quello che abbiamo sentito. Io ho sentito addirittura che le Agenzie delle entrate sono chiuse. E’ stata colpita veramente la città.

     
    D. - Il governo inizialmente è intervenuto con uno stanziamento, ad esempio, di 800 euro al mese per i lavoratori autonomi...

     
    R. - E questo è interessante, perché è la prima volta che si fa qualcosa di simile.

     
    D. - Secondo lei, questi interventi bastano oppure bisognerà approntare un piano straordinario di ammortizzatori sociali?

     
    R. - Quello sicuramente, perché abbiamo visto che questo è dedicato soltanto alle attività private. C’è qualcuno, qualche imprenditore, che continua a dare lo stipendio anche agli operai che non lavorano, ma la questione è irrilevante, è solo a livello personale. Sarebbe opportuno allargare un po’ i cordoni della borsa in questo senso.

     
    D. - La regione era già stata duramente provata dalla crisi economica che ha colpito tutto il mondo?

     
    R. - La regione era in crisi principalmente per le grosse aziende. Ci sono i rinnovi dei contratti a termine che non sono stati più fatti, c’è stato qualche licenziamento e un po’ di cassa integrazione. A livello artigianale o della piccola impresa ha dato invece segni di resistenza maggiore.

     
    D. - Presidente Smargiassi, in questo momento, però, quello che sembra fondamentale è il ruolo delle banche, ovvero coloro che detengono i capitali. Bisognerà prevedere una maggiore elasticità sia nei prestiti alle famiglie, sia alle imprese, in questo momento, secondo lei?

     
    R. - Sicuramente, questo è uno degli aspetti importanti, perché io ho notato veramente che è ristretto il margine per accedere al credito. Le banche, anche quelle locali, non erano propense né a fare i mutui né i leasing.

     
    D. - Ci sarà bisogno anche di meno burocrazia per ripartire?

     
    R. - Sono necessari i controlli, affinché tutto vada fatto per bene, e forse una burocrazia meno attenta alle procedure, ma più alla sostanza.

     
    In questi giorni di estenuante lavoro da parte di Protezione civile, Vigili del Fuoco, volontari e di tutte le Forze dell’ordine, molti esempi di dedizione e di generosità sono emersi nei vari contesti dove si cerca di alleviare il più possibile i disagi dei terremotati. Ma la generosità può nascere anche nel cuore di chi ha perso tutto e vive in condizioni di sfollato. E’ il caso di un giovane, Marco, che racconta la sua esperienza al microfono di Giancarlo La Vella:

    R. - Un po’ di sconforto c’è sempre, però la voglia di ricominciare è tanta. Non siamo andati via nonostante tutti gli inviti che ci hanno rivolto gli amici: non ci sembra il caso di abbandonare tutto e di andare via.

     
    D. - Rimanere ancorati alla propria terra ha un particolare significato, vuol dire rimanere ancorati a che cosa?

     
    R. - Alla speranza di ricominciare tutto. Certo, sono crollate molte speranze, molti sogni che c’erano prima. Ma speriamo di realizzare tutti i sogni che avevamo.

     
    D. - Tu stai arricchendo la tua presenza nella tendopoli dando una mano ai volontari: una spinta in più per ricominciare?

     
    R. - Sì. Anche per non pensarci: il primo e il secondo giorno sono stati abbastanza pesanti, la sera, in macchina per dormire. Però, fa piacere avere incontrato tanti ragazzi, tanti amici che ci hanno aiutato tanto e noi vogliamo contraccambiare in qualche maniera.

     
    La testimonianza di questo giovane abruzzese è emblematica di una capacità di sopportazione e di reazione al disastro da parte dei terremotati abruzzesi, che ha molto colpito i soccorritori e che più volte è stata enfatizzata in questi giorni. Un aspetto sul quale si sofferma - nell'intervista di Federico Piana - il vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina, altra diocesi che ha subito seri danni a causa del sisma:

    R. - La gente d’Abruzzo ha in se stessa un Dna fortissimo: hanno tutti un’alta dignità, quindi trovano in se stessi la forza per rinascere, perché questa terra è stata provata da tanti terremoti, da tante calamità e poi anche da un fenomeno molto vasto, che è stato quello dell'emigrazione. Io sono convinto che il temperamento di queste persone già sia pronto per la ricostruzione. E poi, è un popolo ricco di fede, ricco di amore per Dio, e allora la fede proietta luce nuova, riapre alla speranza. E’ proprio questa, penso, la molla per rinascere.

     
    D. - Ai suoi fedeli, che nel proprio intimo avranno gridato al Signore: “Perché mi hai abbandonato?”, cosa può dire?

     
    R. - E’ stata forte, questa parola e questo interrogativo, perché nella mia diocesi di Sulmona ho 28 paesi segnati dal terremoto. Le chiese sono chiuse, quindi non sono agibili, ci sono in alcuni paesi - per fortuna non i morti ma gli sfollati. E allora: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, io direi che è proprio il grido di chi chiede aiuto. E qui c’è il silenzio di Dio. Noi sappiamo che Dio sta in silenzio quando il Figlio prega così. Benedetto XVI ha detto nella sua prima enciclica Deus caritas est che Dio volge contro se stesso questo danno, questa sofferenza, proprio per farci capire che ci ama. Gesù che grida “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, pone poi tutto nelle mani di Dio: “Nelle tue mani consegno la mia vita”. E’ il silenzio di Dio che sta soffrendo per noi: è questo il segno che ci ama e già prepara la risurrezione.

     
    D. - In qualche modo, le persone che stanno soffrendo stanno condividendo le sofferenze patite da Gesù sulla Croce?

     
    R. - Quando uno dice: ma dov’è Dio, in questo momento?, io rispondo che è proprio qui, nel suo Corpo mistico che è la Chiesa, in queste membra doloranti, in queste sofferenze atroci che si vivono: mancanza di casa, disorientamento, freddo, il portare sul proprio corpo le ferite di un terremoto, la lacerazione della morte. Ecco, Dio sta qui, sta con noi, non è lontano.

     
    D. - Soprattutto in questi casi così drammatici è importante la preghiera. Abbiamo visto molte persone pregare, dopo il terremoto. Quindi, c’è una riscoperta dell’importanza della preghiera?

     
    R. - Pregare è lasciarsi amare da Dio: quando si prega sentiamo fortemente l’amore di Dio, e quello regge. Se Dio regge il mondo, regge anche noi. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    La Pasqua tra i detenuti. La testimonianza di padre Trani, cappellano del carcere romano di Regina Coeli

    ◊   In questi giorni di Pasqua, i cristiani vivono la gioia della Resurrezione del Signore. E ovunque si respira un clima di serenità, da trascorrere in famiglia. Ma ci sono anche coloro che non possono godere di questa atmosfera serena: sono i detenuti, le persone in carcere, come quello romano di Regina Coeli. Come si vivono, allora, i giorni pasquali, in questo luogo di detenzione? Isabella Piro lo ha chiesto al cappellano di Regina Coeli, padre Vittorio Trani:

    R. - E’ un po’ come gli altri contesti. Noi abbiamo fatto la benedizione delle carceri e delle celle, con l’impegno dei sacerdoti di venire incontro ad un colloquio per le confessioni. Abbiamo fatto la Via Crucis, la Santa Messa in Coena Domini. Siamo, quindi, una parrocchia sui generis, ma non si trascura nulla delle cose che si celebrano negli altri contesti.

     
    D. - I familiari dei detenuti, che in questi giorni ovviamente sono separati da loro, come vivono - per quella che è la sua esperienza - questi giorni di festa?

     
    R. - Per loro è doppiamente un momento difficile, perché io immagino una mamma, una moglie, che ha a casa dei bambini, senza il marito. E poi c’è l’aspetto pesante nel sapere che il proprio caro è solo in un contesto di limitazione di libertà. In questi giorni tutti cercano di venire per il colloquio in carcere, il più vicino possibile alla Pasqua. Rimane sempre, però, un fatto che non toglie la pesantezza del carcere.

     
    D. - Come trasmettere la speranza a chi è dietro le sbarre?

     
    R. - Il ricordare all’uomo in difficoltà che il Signore ci ha redenti, ci ha salvati, è morto per noi, che ci ama, che ci ha rivelato il volto del Padre, rappresenta un messaggio importante soprattutto per coloro che si trovano a vivere un’esperienza simile. Questo del carcere è un calvario molto forte, molto pesante.

     
    D. - Da tanti anni lei è cappellano a Regina Coeli: c’è una storia in particolare che le è rimasta nel cuore?

     
    R. - L’esperienza di un ragazzo che rubò ad una signora la catenina e la sera questa signora, che apparteneva ad un movimento cristiano molto impegnato, pregando con il marito disse: “E se questo giovane che ha rubato avesse in questo modo chiesto aiuto a noi, perché è nella disperazione?”. E così inviarono al ragazzo una lettera, quando si trovava a Regina Coeli, il quale me la fece vedere. Inizialmente, il ragazzo diceva “questi sono matti”. Loro gli scrivevano: “Siamo qui, ti abbiamo scoperto, conosciuto, attraverso questa forma sbagliata, e ti vogliamo amare, vogliamo esserti vicino, ti vogliamo aiutare”. L’immissione di un rapporto d’amore dentro l’esperienza di una vita negativa di questo ragazzo l’ha trasformato. Adesso è un papà di famiglia splendido. Io dico sempre che il dinamismo dell’amore in questo contesto è sempre vincente, perchè è un mondo dove gran parte del male è legato alla mancanza di amore.

     
    D. - Qual è il suo augurio per tutti i detenuti di Regina Coeli e non solo?

     
    R. - Che non perdano la speranza, perché il Signore rimane vicino sempre, soprattutto quando la vita si fa in salita. E per loro l’esperienza detentiva è veramente una salita molto difficile.

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    Pubblicato dalla Lev, "Maria nella Letteratura d'Italia", antologia curata da Neria De Giovanni. Intervista con l'autrice

    ◊   Un’antologia di 94 autori, con testi letterari in poesia e in prosa, dagli albori del volgare ai nostri giorni. È il nuovo libro firmato da Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione nazionale critici letterari, dal titolo “Maria nella letteratura d’Italia”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Il volume è arricchito con illustrazioni tratte da opere d’arte conservate nella Pinacoteca Vaticana. Come nasce l’idea di questo libro? Alessandra De Gaetano lo ha chiesto all’autrice, Neria De Giovanni:

    R. - Studiando molto la letteratura delle donne del 1900, mi sono trovata spesso ad analizzare la figura di Maria come personaggio letterario. E allora ho detto: perché non cercare di mettere insieme i testi più importanti che, nello sviluppo della nostra letteratura, sono stati creati per Lei?

     
    D. - Come si è evoluto, attraverso i secoli, nella letteratura italiana, il modo di pensare la Madonna, di scrivere di lei?

     
    R. - Direi che può andare sicuramente da una oggettivazione verso una soggettivazione. Se nel Trecento, nel Quattrocento, nel Cinquecento, la Madonna è un personaggio letterario al quale ci si avvicina comunque sempre con molto rispetto, timore, per chiedere delle cose, per raccontare la sua vita, raccontare i momenti anche più drammatici o più belli della sua vita terrena, verso il Novecento - e fino ai nostri giorni - Maria diventa un personaggio più quotidiano, una presenza che è più vicina allo scrittore.

     
    D. - In questi giorni, tutti noi siamo stretti attorno alla gente abruzzese colpita duramente dal terremoto. A questo proposito, il suo libro contiene versi portatori di un segno di speranza…

     
    R. - Nel libro, c’è una poesia di Antonia Pozzi che ricorda il terribile terremoto di Messina del 1908. Antonia Pozzi ha scritto un’opera bellissima, una poesia molto bella e toccante: soprattutto, pare che dalla distruzione di questa città si siano salvati soltanto i mosaici che raffigurano la Madonna. Questi versi sono di speranza perché Maria sicuramente veglierà anche sui nostri amici così dolorosamente colpiti adesso, come ha fatto per quell’altro drammatico terremoto di Messina.

     
    D. - C’è un autore che più di tutti custodisce un messaggio da veicolare?

     
    R. - Il poeta romano Trilussa ci offre un’idea di come la Madonna sia importantissima nella religione anche dei più semplici, dei più umili, del popolo, perché Maria raggiunge il cuore di tutti. L’uomo semplice, l’uomo di Trilussa, la sente vicina come una grande mamma, come la mamma di tutti noi:
     
    Pensanno alla Madonna

     
    Quann’ero regazzino, mamma mia
    me diceva: Ricordate fijolo,
    quanno te senti veramente solo,
    tu prova a recità n’Ave Maria!
    L’anima tua da sola pija er volo
    e se solleva come pe’ maggìa!

     
    Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato,
    da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
    ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
    Come me sento veramente solo…
    io prego la Madonna benedetta
    e l’anima da sola pija er volo!

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    Chiesa e Società



    Celebrazioni in Terra Santa per il Lunedì dell’Angelo

    ◊   Numerose le celebrazioni del Lunedì dell’Angelo, oggi in Terra Santa: Questa mattina si è tenuta una Messa solenne presso il Santo Sepolcro di Gerusalemme, mentre ad Emmaus, i fedeli sono riuniti per assistere alla celebrazione della liturgia eucaristica e alla benedizione del pane e del vino presieduta dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. Sempre ad Emmaus, nel primo pomeriggio è in programma la solenne esposizione del Santissimo Sacramento, mentre a Gerusalemme i pellegrini potranno prendere parte ad una processione presso il Santo Sepolcro. (C.D.L.)

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    Nelle Filippine, i Padri Clarettiani al lavoro per la pace, lo sviluppo e il dialogo con i musulmani

    ◊   L’impegno per la pace, la promozione dello sviluppo e la grande sfida del dialogo fra cristiani, musulmani e popolazioni tribali. Questi gli ambiti che hanno contraddistinto la presenza missionaria dei Padri Clarettiani, da oltre 50 anni a Basilan, nella Regione autonoma filippina del Mindanao musulmano. Qui, i religiosi hanno costruito scuole, fondato parrocchie e realizzato un ospedale, gettando le basi per un futuro di pace. Ad Isabella, sorge il solo istituto educativo di ispirazione religiosa nell’isola, mentre a Tumahubong è stata ricostruita recentemente la scuola parrocchiale di San Vincente Ferrer, per due volte rasa al suolo dagli islamisti. Importante, poi, l’impegno dei Clarettiani in favore delle popolazioni indigene dell’area, destinatarie di numerosi progetti di sviluppo. Tra le figure che in questi decenni hanno dato impulso all’agire missionario dei Padri Clarettiani - ricorda ad Asianews padre Eduardo Apungan - spiccano quella del defunto vescovo, Jose Maria Querexeta, e di padre Angel Calvo - che molto operò per la pace e il dialogo interreligioso - di padre Eduardo Monge e padre Fernando Blanco, entrambi rapiti da gruppi estremisti, e di padre Rohel Gallardo, ucciso qualche anno fa a Tumahubong. Tra le difficoltà e la costante minaccia di violenze - spiega in conclusione padre Apungan - a motivare l’impegno missionario dei Clarettiani a Basilan è la profonda convinzione “che rimanere nell’isola” e “dare una mano agli ultimi fratelli e sorelle cristiani e musulmani” dia un “significato profondo” alla loro missione. (C.D.L.)

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    L’impegno dei Missionari Oblati di Maria Immacolata nel 2008 e i progetti per il 2009

    ◊   Sono attivi in Africa, Asia, Sudamerica ed Europa dell'est con opere di assistenza, promozione e sviluppo. Grazie ai fondi raccolti attraverso la onlus Casa Betania Amici delle Missioni, nel 2008 i Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI) hanno costruito in Africa nove ambulatori, e in Uruguay, a Montevideo, hanno aperto un istituto per la formazione professionale dei giovani di strada e inviato aiuti di prima necessità alle famiglie povere del Paese, come a quelle di Romania, Senegal e Guinea Bissau. Per l’anno in corso, gli Oblati hanno poi in programma nuovi progetti di accoglienza e microsviluppo: è destinata ai ragazzi thailandesi delle province del nord la Casa di formazione e prenoviziato in costruzione a Bangkok, mentre a Seul, in Corea, è in progetto la costruzione di una “Casa di Anna” per l'assistenza dei poveri. In Indonesia, a Giava, saranno realizzati “Corsi sull'agricoltura organica”, mentre in Senegal, nella missione di Temento, il Progetto “Scuola Agraria” insegnerà ai locali a coltivare il terreno e costruire pozzi. Numerose anche le iniziative dedicate all’infanzia: il Progetto “Bambini cresciamo con Gesù” a Curtina (Uruguay) punta allo sviluppo alimentare e all'educazione, mentre a Mansabà, in Senegal, è prevista la costruzione di una scuola, un convitto, e una chiesa. Infine, i missionari Oblati continueranno a promuovere in tutte le missioni il Progetto di adozioni a distanza “Per un figlio in più”. (C.D.L.)

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    Ad Haiti, i soldi dell'ex dittatore Duvalier per umanizzare le carceri

    ◊   Migliorare le condizioni di vita nelle carceri utilizzando i soldi confiscati all’ex dittatore, Jean Claude Duvalier, che trasformò le prigioni “in veri e propri campi di sterminio”. Ad Haiti, è stata questa la proposta della Commissione episcopale nazionale “Giustizia e pace” e del Centro ecumenico per i diritti umani, alla notizia che a breve circa sette milioni di franchi svizzeri, confiscati al clan Duvalier e congelati dal 2002 in banche della confederazione elvetica, saranno ridistribuiti al Paese. In una nota, sottoscritta anche dal Gruppo di sostegno rimpatriati e rifugiati (Garr), i firmatari ricordano che “la dittatura dei Duvalier, tra le più brutali della seconda metà del XX secolo, utilizzò sistematicamente la detenzione in condizioni abominevoli come uno dei mezzi più efficaci per controllare la popolazione e mantenersi al potere” e che “oltre 20 anni dopo l’uscita di scena di Duvalier - presidente di Haiti dal 1971 al 1986 - gli sforzi per instaurare lo Stato di diritto non sono stati rivolti come si sarebbe dovuto verso il sistema penitenziario” dove i reclusi vivono “in condizioni inqualificabili, ampiamente documentate e denunciate”. A fronte di ciò - spiega la nota - destinare denaro al miglioramento delle carceri rappresenta “un gesto di profonda umanità che sarà sostenuto da tutta la nazione”. (C.D.L.)

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    In Lituania, il V Congresso europeo della Gioventù francescana

    ◊   La “Gifra lituana”, i giovani francescani lituani, si prepara ad ospitare a Vilnius il V Congresso europeo della Gioventù francescana che si svolgerà dal 18 al 24 agosto 2009 all’insegna dello slogan "Attraverso il martirio alla risurrezione", con la partecipazione di un centinaio di ragazzi e ragazze da tutta l’Europa. La Lituania, inoltre, commemora quest’anno i mille anni del suo nome e Vilnius è la Capitale europea della Cultura 2009. Il congresso dei giovani francescani s’inserisce nelle celebrazioni dell'VIII centenario del carisma francescano: per i giovani a Vilnius sono previsti momenti di preghiera comune e di adorazione. Il programma include anche pellegrinaggi nei luoghi simbolo della Chiesa e della Famiglia francescana in Lituania, come la Collina delle Tre Croci di Vilnius - luogo di memoria e di culto del martirio nel XIV secolo di alcuni frati minori - e l’omologa Collina presso il capoluogo di Šiauliai, luogo sacro, reso famoso al mondo intero da Papa Giovanni Paolo II. Tutte le relazioni del congresso saranno tradotte nelle quattro lingue ufficiali: inglese, italiano, russo e lituano. La Gifra lituana ha i propri centri principali a Vilnius, a Kretinga e a Kaunas. Il primo Congresso della Gifra europea ebbe luogo nove anni fa a Santiago di Compostela. Seguirono poi quelli in Portogallo nel 2001, in Croazia e Slovenia nel 2003, in Italia, a La Verna, nel 2006. (S.K.)

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    In Italia apriranno gli Empori solidali Magis con prodotti del mercato equo e solidale

    ◊   Costruire una “rete nazionale” in grado di gestire punti vendita di prodotti del commercio equo e solidale, provenienti in particolare, ma non solo, dai progetti di cooperazione del Magis, il Movimento e Azione dei Gesuiti Italiani per lo Sviluppo, e delle altre ong della Rete Xavier della Compagnia di Gesù. Questo l’obiettivo del progetto “Empori Solidali Magis”, promosso d’intesa con la Provincia italiana dei Gesuiti nel tradizione connubio di impegno nei Paesi in via di sviluppo ed attività formative ed educative in Italia. “Il progetto - riferisce un comunicato dell’ufficio stampa e informazione della Compagnia di Gesù - si articolerà in due fasi. Nella prima la ‘rete nazionale’ gestirà l’ingresso nel mercato entro l’inizio dell’estate prossima. In un primo tempo, la vendita sarà di tipo diretto e rivolta a gruppi di acquisto (famiglie, associazioni comunità religiose) attraverso Internet e telefono. In una seconda fase, prevista entro la fine dell’anno, sarà aperto il primo Emporio solidale Magis a Roma: un vero e proprio negozio. Seguirà, nel 2010, l’apertura di ulteriori punti vendita in altre città italiane. Gli Empori serviranno, inoltre, da punti informativi per l’attività del Magis, della Compagnia di Gesù (d’Italia e del mondo) e dei vari movimenti di spiritualità ignaziana, oltre ad offrire spazi di animazione e promozione sociale solidale, grazie ad iniziative culturali e formative. Per maggiori informazioni: info@magisitalia.org. (L.Z.)

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    A Gerusalemme una mostra racconta San Paolo

    ◊   L’esperienza umana di San Paolo, segnata dall’incontro con Cristo e dalla conversione, e i luoghi che fecero da sfondo all’ardore missionario dell’Apostolo delle genti - da Gerusalemme a Roma - sono al centro della mostra inaugurata nei giorni scorsi presso il Christian Information Centre (Cic) di Gerusalemme. Promossa dalla Custodia di Terra Santa, in collaborazione con il Museo diocesano di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, sul tema “Sulla via di Damasco. L’inizio di una nuova vita", l’esposizione si compone di 44 pannelli suddivisi in due sezioni ed è tradotta in italiano, inglese, arabo ed ebraico. Nel suo intervento inaugurale, il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha sottolineato “l’importante trasversalità della mostra sia per l’afflusso previsto nei prossimi giorni da molti ‘fratelli maggiori’ che passeranno davanti al Cic, in occasione dei festeggiamenti della Pasqua ebraica, sia perché la mostra farà tappa a Betlemme e a Nazareth, per giungere in versione araba, a Damasco”. (C.D.L.)

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    Il Coordinamento “Pidida” promuove un Seminario nazionale sul lavoro minorile

    ◊   Nel giorno in cui si ricorda la morte di Iqbal Mashid, giovane lavoratore pakistano assassinato, il Coordinamento “Per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” (Pidida) invita ad intensificare gli sforzi contro lo sfruttamento dei minori in ambito lavorativo. L’occasione è quella del secondo Seminario nazionale sul lavoro minorile - a Roma, il prossimo 16 aprile, presso la sede di Unicef Italia - che vede le associazioni aderenti al coordinamento ricercare un confronto con coloro che, in Italia e nel mondo, sono impegnati in progetti contro lo sfruttamento dei minori sul lavoro, per condividere esperienze e buone prassi sperimentate in questo ambito. Sarà presente al convegno - informa un comunicato del Coordinamento - una delegazione di bambini lavoratori provenienti dallo Stato del Benin, nell’Africa occidentale, appartenente alla rete dei NATs, le associazioni composte e gestite da bambini e adolescenti impegnati nella tutela dei diritti e della dignità dei loro coetanei lavoratori. Il Coordinamento Pidida, nel 2007, è stato chiamato a far parte del Tavolo di coordinamento contro lo sfruttamento del lavoro minorile, istituito congiuntamente dagli allora Ministeri della solidarietà sociale e della previdenza sociale. (C.D.L.)

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    A Malta, volontaria del Jrs candidata al Premio Carlo Magno per la gioventù 2009

    ◊   Si chiama Nicolette Busuttil, ha 20 anni, ed è una volontaria del Jesuit Refugee Service (Jrs) di Malta: a lei è arrivata la candidatura per il Premio Carlo Magno per la gioventù 2009. Promosso dal Parlamento europeo e dalla Fondazione Carlo Magno di Aquisgrana, il riconoscimento si rivolge ai giovani tra i 16 e i 30 anni coinvolti in iniziative che promuovono la comprensione tra i popoli di diversi Paesi europei. “Sin dalla fine del 2006 - informa una nota del Jrs - Nicoletta Busuttil, studentessa di Giurisprudenza, ha fatto visita ai richiedenti asilo nei centri di detenzione di Safi e Hal Far a Malta. Il suo lavoro è consistito nel fornire sostegno morale ai richiedenti asilo e nel dare assistenza durante le funzioni religiose della domenica. In particolare, la giovane ha cercato di ascoltare con comprensione i richiedenti asilo detenuti, nella speranza di offrire loro un po’ di solidarietà in un contesto che spesso sembra agire diversamente”. “Vedo il mio contributo come estensione necessaria delle mie convinzioni personali in fatto di dignità di ogni singolo essere umano”, ha detto la volontaria del Jrs. La cerimonia di consegna del Premio avverrà ad Aquisgrana il prossimo 19 maggio. I vincitori riceveranno una somma, compresa tra i 2.000 e i 5.000 euro, per finanziare iniziative già svolte o avviate e che favoriscano la cooperazione tra giovani europei. Lo scopo del Premio è aumentare il senso di appartenenza comune nei giovani europei. (I.P.)

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    A Bologna, la Festa della famiglia il 18 e 19 aprile

    ◊   Una due giorni di festa dedicata alla famiglia: è l’iniziativa dell’arcidiocesi di Bologna per i prossimi 18 e 19 aprile. Sul tema “Giovani educati dalle relazioni: la famiglia”, l’evento intende riportare l’attenzione sulla centralità alla famiglia nella società di oggi, e sul ruolo insostituibile delle famiglie nell’educazione dei giovani. Se sabato 18 la giornata sarà dedicata ai più piccoli, con un momento di giochi e divertimento ai Giardini Margherita, la domenica vedrà l’Istituto Salesiano cittadino teatro di incontri, dibattiti e convegni. Tra i protagonisti di questa iniziativa di rilancio della famiglia, anche l'Azione cattolica, il Consultorio Familiare Bolognese, il centro G.P. Dore e la Fondazione don Mario Campidori. Attesi migliaia di partecipanti. La manifestazione si concluderà con una Messa celebrata dal cardinale arcivescovo della città, Carlo Caffarra. (C.D.L.)


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    24 Ore nel Mondo



    Thailandia: proseguono gli scontri tra l'esercito e l'opposizione. Quasi 80 feriti nei disordini di Bangkok

    ◊   Sta precipitando la situazione in Thailandia. A Bangkok, è stato dato alle fiamme il Ministero dell’istruzione, colpito - secondo testimoni - da un fitto lancio di molotov da parte delle cosiddette “camicie rosse”, fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra. I soldati hanno occupato l’area intorno alla sede del governo, quartiere generale dell’opposizione, che chiede nuove elezioni e le dimissioni del primo ministro, Vejjajiva. Nonostante sia in vigore lo stato d’emergenza, nella notte quasi 80 persone sono rimaste ferite nei disordini. L’esecutivo ha preannunciato il varo di misure per la sicurezza di porti, aeroporti e delle maggiori infrastrutture del Paese, mentre l’esercito ha detto di essere pronto ad “utilizzare ogni mezzo” per riportare l’ordine. Quanto sta accadendo nel Paese asiatico è comunque una sorta di copione già visto, lo evidenza al microfono di Stefano Leszczynski, Carlo Filippini, esperto di Thailandia dell’Osservatorio Asia Maior:

    R. - Si tratta di una specie di nemesi. In sintesi: fino al settembre del 2006, il governo era condotto dal primo ministro Thaksin Shinawatra, che aveva una buona maggioranza all’interno del Paese. Il governo attuale è l’esecutivo della vecchia opposizione con alcuni transfughi del partito di Thaksin.

     
    D. - Attualmente, quanto è legata la situazione politica alla crisi economica che pure ha colpito l’Asia e quindi la Thailandia?

    R. - Diciamo che la crisi economica fa certamente il gioco del gruppo di Thaksin Shinawatra, ora all’opposizione, anche se naturalmente il governo non ha nessuna responsabilità della crisi e, anzi, ha adottato delle politiche in linea per fronteggiarla.

     
    D. - Tutte le parti in causa cercano l’appoggio della Casa regnante o comunque rivendicano la loro propria fedeltà…

     
    R. - L’attuale re è certamente una figura cruciale, importantissima per la politica e la vita sociale thailandese, ed effettivamente lui si è molto dedicato a favore del popolo, soprattutto ai ceti più poveri. Purtroppo, il re è molto anziano ed è anche molto ammalato. Se il re dovesse sopravvivere, si può pensare che la situazione di emergenza non si aggraverà e non precipiterà in scontri violenti. Se però il re dovesse morire, il problema della successione non è di facile risoluzione e questo potrebbe scatenare ulteriormente nuovi disordini.

    Sri-Lanka-tregua
    Fonti governative hanno annunciato che lo Sri Lanka ha escluso la Norvegia nella mediazione nel conflitto con le Tigri Tamil. Intanto, due giorni di tregua sono stati decretati dal presidente Mahinda Rajapakse in occasione del capodanno Tamil. Per l’occasione, i militari si limiteranno solo ad azioni di difesa. Le 48 ore serviranno anche ai civili ancora intrappolati nelle zone di guerra - che per l’Onu sarebbero oltre 10mila - a trovare rifugio nelle zone appositamente allestite. Il governo di Colombo fissa a 70 mila il numero dei civili nelle aree controllate dai guerriglieri delle Tigri Tamil.

    Somalia-pirati
    Sempre più pericolose le acque della Somalia. Ieri, la Marina americana ha effettuato un blitz per liberare il capitano Richard Phillips, ostaggio dei pirati che stavano per ucciderlo. L’azione, autorizzata dal presidente Obama, si è conclusa con la morte di tre rapitori ed un arresto. Il capo della Casa Bianca ha lodato il coraggio del capitano, che aveva tentato la fuga, ed ha annunciato un maggiore impegno nella lotta contro questo tipo di fenomeno. Dopo l’irruzione, i pirati hanno minacciato di vendicarsi contro Stati Uniti e Francia, la quale alcuni giorni fa aveva attuato un blitz simile, conclusosi con la liberazione di quattro ostaggi, la morte di un quinto e l’uccisione di uno dei sequestratori. Nessuna richiesta di riscatto è ancora giunta per l’imbarcazione sequestrata nel Golfo di Aden, a bordo della quale ci sono 10 italiani. Sul rischio di un ulteriore aggravamento della crisi, Giada Aquilino ha intervistato Raffaello Zordan, esperto di Africa della rivista comboniana Nigrizia:

    R. - La Somalia non controlla nulla delle proprie coste essendo, come sappiamo, un Paese che dal 1990 è privo di un governo riconosciuto, e dunque privo di possibilità, non potendo esercitare le funzioni statuali sia all’interno che sulle proprie acque territoriali. Certo è che in quell’area circolano molte navi che trasportano petrolio, merci e quant’altro e quindi è compito della comunità internazionale garantire che il passaggio possa avvenire in modo pacifico.

     
    D. - Gli Stati Uniti minacciano misure straordinarie contro questi atti di pirateria nelle acque somale. Un blitz francese è finito in tragedia. L’uso della forza rischia di aggravare la crisi?

     
    R. - Rischia di metterla su un binario militare, mentre si potrebbe pensare ad interventi della comunità internazionale presso, ad esempio, l’Unione Africana per vedere di trovare delle forme di mediazione, di comprensione del fenomeno, e così riuscire a percorrere altre vie.

    D. - Cosa c’è dietro questa crisi?

     
    R. - Noi sappiamo che sul territorio somalo esistono svariati gruppi che si battono semplicemente per sopravvivere. Non credo che la maggior parte di questi abbia a cuore l’unità somala o di ritrovare un’unità dello Stato.

     
    D. - Cosa è mancato fino ad oggi da parte della comunità internazionale?

     
    R. - Per uscire fuori da questa situazione credo sia necessario l’intervento, ancora una volta, dell’Unione Africana e delle comunità economiche africane. Dovrebbe essere prioritario.

    Iran-nucleare
    Importante apertura dell’Iran sul nucleare. Nel corso di un colloquio telefonico con il responsabile della politica estera comune dell’Unione Europea, Javier Solana, il capo negoziatore, Said Jalili, ha ufficializzato il "sì" di Teheran ai colloqui sul nucleare con il gruppo dei “5+1”, cioè i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania.

    Moldova-politica
    In Moldova, si procederà ad un nuovo riconteggio dei voti, a partire dal 15 aprile, e alla revisione delle liste delle contestate elezioni di otto giorni fa. E’ quanto ha deciso ieri la Corte costituzionale dopo la richiesta del presidente, Vladimir Voronin, su pressione dell’opposizione che definiva le consultazioni, vinte dai comunisti, “non valide e caratterizzate da brogli”. Ieri, almeno 10 mila persone erano scese in piazza a Chisinau per contestare l’esito del voto e chiedere la liberazione dei manifestanti arrestati nei giorni precedenti. I disordini della scorsa settimana avevano anche provocato una vittima.

    Georgia-politica
    E’ fissata per oggi pomeriggio a Tblisi, in Georgia, una nuova manifestazione contro il presidente Saakashvili. Nessun incidente è stato registrato la scorsa notte davanti al parlamento, presidiato dall’opposizione che chiede le dimissioni del capo dello Stato, accusato di incapacità nella gestione della guerra con la Russia e nella risoluzione della crisi economica. A Mosca, si è svolta una manifestazione contro Saakashvili davanti all'ambasciata della Georgia.

    Libano-attacco
    Sono 4 i militari libanesi uccisi e altri 13 rimasti feriti nell’agguato contro la loro pattuglia condotto da uomini armati non identificati. L’attacco è avvenuto nella zona della valle orientale della Bekaa. Da alcune settimane, le truppe di Beirut sono impegnate contro le bande locali che gestiscono il traffico di droga e i furti di auto in tutto il Paese.

    Afghanistan-uccisione attivista
    Una ferma condanna è giunta dall’Onu per l’omicidio di Sitara Achakzai, consigliera provinciale a Kandahar, in Afghanistan, uccisa ieri davanti la sua casa da guerriglieri talebani. La donna era un’attivista per i diritti delle donne, aveva la cittadinanza tedesca - perchè per diversi anni in esilio in Germania - ed era rientrata in Afghanistan nel 2001. Il suo assassinio è stato condannato anche dal presidente Karzai, al centro delle polemiche dopo l’approvazione di una legge che stabilisce la subordinazione della moglie al marito e in pratica autorizza la violenza sessuale. Negli ultimi giorni, Karzai - su pressione internazionale - ha annunciato di voler rivedere il testo. Intanto, nel Paese infiamma la violenza, almeno sei civili, tra cui una donna e due bambini, sono stati uccisi ieri sera dai bombardamenti della Nato. L'Alleanza Atlantica però non ha confermato l’azione.

    Polonia-incendio
    E’ salito a 21 vittime e 20 feriti il bilancio di un incendio scoppiato la scorsa notte in un dormitorio per persone senzatetto a Kamien Pomorski, nel nordovest della Polonia. Nella struttura di tre piani vivevano una settantina di persone. Ancora sconosciute le ragioni del rogo ma sono forti le polemiche sui soccorsi. Per alcuni testimoni, i Vigili del fuoco si sarebbero fermati solo al primo piano e molti degli intrappolati avrebbero dovuto gettarsi dalle finestre per salvarsi. Sul posto è giunto il premier polacco, Donald Tusk, mentre il presidente, Lech Kaczynski, ha indetto tre giorni di lutto nazionale. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
      
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 103

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