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Sommario del 07/04/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Terremoto in Abruzzo: tra le macerie di Onna al lavoro anche otto Vigili del Fuoco vaticani. Interviste con il comandante Giani e l'ing. De Angelis
  • Speranza e dolore: storie e testimonianze dall’Abruzzo colpito al cuore dal terremoto
  • La solidarietà del mondo con i terremotati
  • Colletta della Chiesa italiana. Ai nostri microfoni il cardinale Bagnasco e mons. Forte
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il messaggio del Patriarca latino di Gerusalemme per la Settimana Santa
  • Giornate Francescane per ricordare l'VIII Centenario dell'Ordine fondato dal Poverello di Assisi
  • Chiesa e Società

  • L'Oms: ospedali più sicuri nelle emergenze
  • La Caritas esorta il G20 a mantenere gli impegni per i Paesi in via di sviluppo
  • Terra Santa: omaggio agli eroi cattolici dell’Olocausto per celebrare la visita del Papa
  • Cina: solenni celebrazioni per la Domenica delle Palme
  • Sri Lanka: appello della Chiesa per un Venerdì Santo di astensione dal lavoro
  • I vescovi del Venezuela contro violenza, sequestri e narcotraffico
  • Settimana Santa a Cuba
  • Argentina: la febbre “Dengue” si espande a macchia d’olio
  • Usa: più aborti con la crisi economica
  • Sì dei vescovi Usa alla regolarizzazione degli immigrati senza documenti
  • Il cardinale filippino Rosales: più generosità verso i poveri
  • Filippine: riti della Settimana Santa a Sulu nonostante l'emergenza
  • Thailandia: la cooperazione sanitaria italiana a sostegno delle opere Camilliane
  • Vietnam: 2000 giovani catecumeni di Saigon si preparano a ricevere i sacramenti
  • Mine in Mozambico: quattro province hanno concluso i lavori di bonifica
  • Premio Unesco al direttore del “Sunday Leader” assassinato a Colombo
  • Taiwan: iniziativa dei vescovi per i giovani della Gmg
  • Il cardinale Cañizares: difendere la vita nascente non è una questione politica ma di umanità
  • Francia: a Chartres il "Festival di Pasqua"
  • Forum UNIV 2009 a Roma
  • Oggi le esequie di Marta Sordi, storica del cristianesimo
  • Anno Paolino: domenica sarà esposta la Bibbia carolingia dell’Abbazia di San Paolo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Istanbul: sventato attentato a Obama
  • Il Papa e la Santa Sede



    Terremoto in Abruzzo: tra le macerie di Onna al lavoro anche otto Vigili del Fuoco vaticani. Interviste con il comandante Giani e l'ing. De Angelis

    ◊   Il bilancio delle vittime del terremoto in Abruzzo, riferito dal governo italiano, parla di 207 morti accertati, 17 dei quali non identificati, una quindicina di dispersi e circa 17 mila senza tetto, ma anche di 150 persone estratte in vita dalle macerie. Benedetto XVI continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione e a pregare per le vittime, i sopravvissuti, i soccorritori. Tra questi ultimi, figura anche una squadra di otto Vigili del Fuoco vaticani, giunta ieri sull’area del sisma e da subito al lavoro, come conferma, al microfono di Luca Collodi, il direttore dei Servizi di sicurezza e protezione civile, nonché comandante del Corpo di Gendarmeria vaticano, Domenico Giani:

    R. - Nella notte, appena abbiamo saputo di questa immane tragedia che si è verificata, ho parlato con i nostri superiori, con mons. Boccardo e con il cardinale Lajolo. Poi abbiamo informato il Santo Padre, il segretario di Stato e tutta la Segreteria di Stato. C’era sembrato doveroso, in questo momento di grande dolore, far sì che anche una nostra squadra di Vigili del Fuoco fosse presente a dare una mano in questo momento di grande emergenza.

     
    D. - Comandante Giani, quanti uomini e quanti mezzi dei Vigili del Fuoco vaticani sono presenti in Abruzzo?

     
    R. - In questo momento, sono impegnati sul posto l’ufficiale responsabile dei Vigili del Fuoco, l’ingegnere De Angelis, che è un ingegnere strutturale, esperto in questo campo. C’è una squadra composta da otto elementi, con alcuni mezzi dotati anche di sofisticati sistemi di protezione civile, e proprio per questi casi hanno portato dei materiali e delle altre cose per la popolazione, e si trovano ad Onna, in questo paese che è stato completamente distrutto, e stanno lavorando con i Vigili del Fuoco italiani e con le forze di polizia italiane in questo momento.

     
    D. - Come stanno operando sul posto?

     
    R. - Hanno operato anche questa notte, hanno recuperato delle salme, ma in questo momento il loro compito è quello di prestare una certa assistenza alla popolazione, ritornare presso le abitazioni, recuperare quello che è recuperabile. Stanno anche dando un aiuto morale.

     
    D. - Comandante Giani, come è nata l’idea di inviare dei Vigili del Fuoco vaticani in una zona di emergenza terremoto?

     
    R. - Da quando è stata formata la Direzione dei Servizi di sicurezza e protezione civile, è nato proprio anche un nuovo concetto che è quello della difesa civile, dell’emergenza civile. Quindi, ho ritenuto importante che i miei uomini, non solo della Gendarmeria ma anche dei Vigili del fuoco fossero preparati anche in questo settore.

     
    R. - Un gesto di solidarietà da parte del Vaticano alle popolazioni colpite dal sisma…

     
    R. - La Santa Sede sempre, con le varie strutture - penso in particolar modo a Cor Unum, la Caritas - in tutto il mondo, quando c’è un’emergenza porta subito degli aiuti a nome del Santo Padre. In questo caso, credo che oltre ad un aiuto materiale ed economico, ci sia stato anche un aiuto professionale con la presenza di Vigili del Fuoco esperti nella ricerca e nell’aiuto alle popolazioni che soffrono. ( Montaggio a cura di Maria Brigini)
     
    I Vigili del Fuoco vaticani - come abbiamo detto - prestano la loro opera di soccorso nella frazione di Onna, luogo simbolo di questa tragedia, che conta circa 40 morti su 250 abitanti. Ecco la testimonianza dell’ing. Paolo De Angelis, ufficiale addetto della squadra dei Vigili del Fuoco vaticani, intervistato da Luca Collodi:

    R. - Attualmente, stiamo facendo lavori di bonifica e di verifica statica.

     
    D. - Che situazione avete trovato?

     
    R. - La situazione è disastrosa. Qui il paese è distrutto. Soltanto da questo paese hanno tirato fuori dalle macerie 40 corpi.

     
    D. - Vi state coordinando anche con i Vigili del Fuoco italiani?

     
    R. - Assolutamente sì. Stiamo dando piena collaborazione: accompagniamo anche le persone all’interno delle case per recuperare i loro effetti personali. Io sto collaborando con i funzionari dei Vigili del Fuoco per fare delle verifiche statiche sugli immobili che sono rimasti in piedi.

     
    D. - Come siete stati accolti dalla popolazione, con le insegne ed i mezzi dello Stato della Città del Vaticano?

     
    R. - Siamo stati accolti in maniera molto positiva: era questo il messaggio che veniamo a portare, un messaggio di solidarietà che la popolazione ha colto in pieno. Adesso qui, in questo momento, manca soprattutto il conforto alle persone che vedono che tutto è stato strappato loro dal sisma.

     
    D. - Un gesto concreto di solidarietà da parte dello Stato della Città del Vaticano…

     
    R. - E’ un’iniziativa che per noi significa moltissimo, e a livello umano, e a livello professionale.

     
    D. - Il clima tra gli abitanti qual è?

     
    R. - Il clima tra gli abitanti adesso è di sgomento: è gente che nella maggior parte dei casi non ha più nulla, ma è in questi casi che si manifesta la solidarietà tra le persone. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Speranza e dolore: storie e testimonianze dall’Abruzzo colpito al cuore dal terremoto

    ◊   La macchina dei soccorsi è andata via via dispiegando personale e mezzi. Migliaia i pasti caldi già distribuiti, 20 tendopoli in via di ultimazione, 40 mila i posti letto che saranno disponibili a giorni. Anche il Pontificio Consiglio “Cor Unum” ha informato che è in programma, appena possibile, una visita del cardinale Paul Josef Cordes a nome del Papa sui luoghi del sisma. Intanto, ora dopo ora, le storie dei sopravvissuti - quelle dei 150 e più estratti vivi dalle macerie e di coloro che invece non ce l’hanno fatta - si intrecciano in un alternarsi di speranza e dolore, come ci racconta in questo servizio Alessandro Gisotti:

    L’ha stretta forte a sé e con quell’ultimo abbraccio è come se le avesse ridonato la vita. L’amore di una mamma più forte della furia della natura. A San Gregorio, frazione dell’Aquila ormai irriconoscibile, i soccorritori non hanno potuto trattenere le lacrime dinnanzi alla scena che si è presentata ai loro occhi: sotto le macerie, una giovane donna senza vita. Il suo corpo usato come uno scudo per proteggere la sua bimba di due anni. Un gesto eroico? Molto di più, l’atto d’amore di una mamma. Quello stesso amore che ha spinto Annalisa, una donna di 28 anni, a scappare con in braccio la figlia Giorgia partorita poche ore prima. E’ notte fonda quando all’ospedale dell’Aquila i muri cominciano a tremare, si spaccano, cadono intonaci e calcinacci. La ferita del cesareo è fresca, le flebo ancora al braccio, ma Annalisa vince il dolore, afferra la sua piccola e scappa via. Ora sono all’ospedale di Chieti e stanno bene.

     
    Sperare contro ogni speranza. Non si rassegnano quanti, sotto le macerie, hanno un figlio, un amico, un padre. Ma non mollano nemmeno i soccorritori che, nonostante la stanchezza, continuano a scavare senza sosta. Alla loro caparbietà, alla loro pazienza deve la vita Mara, studentessa di 24 anni, riportata alla luce 23 ore dopo la scossa che ha fatto accartocciare la sua casa nel centro storico dell’Aquila. C’è anche chi, venuto in Abruzzo per soccorrere i terremotati, ha perso la vita lontano da casa. E’ quanto successo a Marco, bergamasco, vigile del fuoco di 49 anni, stroncato da un infarto appena arrivato a L’Aquila.

     
    La paura non è riuscita a placcare Andrea, campione di rugby, che la meta più importante della sua carriera l’ha segnata fuori da uno stadio. Nella terribile notte che ha sconvolto l’Aquila, il giovane atleta scampa alla distruzione della propria abitazione, torna indietro e salva la vita a due persone dopo aver sfondato a spallate la porta della loro casa. Gesto meno eclatante, ma non per questo meno significativo è quello compiuto dal fornaio Mimmo. Davanti alla sua panetteria, nella centrale piazza Duomo, i detriti sono lì a testimoniare l’orrore che ha stravolto L’Aquila, ma lui ha deciso di tenere il negozio aperto per distribuire gratuitamente il pane agli sfollati.

     
    La devastazione ha ferito, ma non sopraffatto la speranza dei tanti sacerdoti e religiosi colpiti dal terremoto. La chiesa di Santa Maria Assunta a Tempera non esiste più, ma il suo parroco, don Giovanni, è vivo grazie al coraggio e all’affetto filiale dei suoi parrocchiani che, con la forza delle sole braccia, lo hanno estratto dalle macerie della canonica. A San Gregorio, suor Anna è data per dispersa. Le sue consorelle pregano per lei. E alla loro, si unisce la preghiera di 40 bambini. Sono i piccoli orfani affidati alle religiose. Suor Anna si è prodigata per salvarli. Il suo sacrificio, come quello della mamma trovata poco lontano abbracciata alla sua bimba, non è stato invano.

    Storie con esiti diversi, dunque, che qua e là lasciano spazio per autentici miracoli. Come la vicenda della signora Maria, 97 anni, creduta morta a Tempera - uno dei paesi maggiormente colpiti dal sisma - ritrovata viva stamani dopo quasi 36 ore sotto le macerie. Il genero della signora, Marcello, racconta questa storia al microfono di Giancarlo La Vella:

    R. – Ci avevano detto che sotto le macerie erano rimaste mia cognata e mia suocera e, infatti, ieri sera è stato estratto il corpo di mia cognata, che è morta, forse, di crepacuore. Questa mattina, invece, l’elicottero ha preso mia suocera di 97 anni, la signora Maria, l’ha presa dal tetto e si sono accorti che era viva, una gioia incredibile perché si è dimezzata la nostra tragedia: questa è un po’ la ricompensa a tutti i nostri dolori. Già adesso stiamo andando ad incontrarla. Non ha avuto bisogno di cure mediche, non ha avuto bisogno di niente, ha solo aspettato pazientemente che la salvassero; forse aveva un po’ di fame … ora siamo felicissimi! Addolorati per l’altra morte, ma felicissimi per questa donna così affezionata alla sua famiglia – è bisnonna, tra l’altro!, di tanti nipoti – e il Signore ce l’ha restituita. E noi lo ringraziamo!

     
    D. – Qual è la situazione di Tempera, uno dei paesi più colpiti dal terremoto?

     R. – E’ compromessa per oltre il 50 per cento, però io ho notato che le case che sono cadute non sono quelle in cemento armato e antisismiche, sono tutte quelle che fanno parte di una vecchia storia di edilizia "fatta alla buona", perché altrimenti non si spiega il fatto che tu vedi una casa crollata e affianco c’è una casa in cemento armato che ha resistito benissimo! Questo è assurdo! Bisogna mettersi in testa di controllare se le case sono effettivamente realizzate con il sistema antisismico. Basta con queste morti inutili!

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    La solidarietà del mondo con i terremotati

    ◊   Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è ritornato oggi all’Aquila per fare nuovamente il punto della situazione. Ha nuovamente invitato la popolazione a non rientrare nelle case, ha fornito i dati aggiornati sul bilancio delle vittime e parlato della distribuzione degli aiuti. Intanto, mentre la terra continua a tremare senza sosta - una scossa di magnitudo 4.7 Richter ha portato nuovo spavento e nuovi crolli anche stamattina - non rallenta la solidarietà in azione da ieri sui luoghi del sisma. Una solidarietà dai tanti volti, che parlano di dedizione e di generosità, quest’ultima non solo italiana. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Cuore, caparbietà e determinazione sono le armi che in queste ore drammatiche animano l’esercito della solidarietà. Persone preparate alle emergenze e volontari arrivati da ogni parte d’Italia per soccorrere chi nel giro di pochi attimi ha perso tutto. In loro aiuto il governo ha stanziato ieri 30 milioni di euro ed ha raccolto l’invito dell’Unione Europea aderendo al Fondo di solidarietà per le catastrofi che interverrà per riattivare le infrastrutture, per distribuire alloggi provvisori e bonificare le aree sinistrate. Un appello all’Europa per “essere segno di speranza” è arrivato oggi dal cardinale Péter Erdö, presidente delle Conferenze Episcopali d’Europa. Intanto in Abruzzo, secondo i dati della Protezione Civile, sono oltre 7 mila i soccorritori, il cui sforzo è complicato da continue scosse di assestamento. Ma come reagisce la popolazione e come convive con la paura? La testimonianza di Tommaso Della Longa, portavoce del Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana:

     
    R. – Ovviamente è una popolazione sotto shock e sotto un grandissimo stress per la tragedia che sta subendo. Il popolo aquilano e il popolo abruzzese è un popolo forte, che sta rispondendo.

     
    D. – Quando sei arrivato in Abruzzo che cosa hai trovato? Qual è l’immagine che più ti ha colpito di questo terremoto?

     
    R. – Io sono arrivato ieri con la Croce Rossa Italiana e la cosa che mi ha colpito è che sembra una città appena bombardata, in maniera molto pesante. E’ veramente impressionante. E’ una città dove ieri notte giravano solamente soccorritori e forze di polizia contro gli atti di sciacallaggio. E’ una città, quindi, sostanzialmente fantasma.

     
    D. – C’è, però, molta solidarietà intorno alla popolazione, non è così?

     
    R. – Sì, assolutamente, c’è una grandissima solidarietà. Come al solito, il popolo italiano ha risposto con il cuore a tutti gli appelli di solidarietà. Quello che però noi come Croce Rossa Italiana vogliamo dire è che non ci deve essere spazio per l’improvvisazione. Noi capiamo che tutti quanti vorrebbero mettersi in marcia, vorrebbero donare qualcosa e portare qualcosa qui, ma in questo momento bisogna aspettare e bisogna capire esattamente quali sono le necessità, perché in realtà gli interventi improvvisati, oltre a non essere utili, potrebbero diventare dannosi.

     
    D. – Hai parlato della grande forza della popolazione aquilana. C’è un episodio che più di altri ti ha colpito a testimonianza di questo?

     
    R. – Devo dire, almeno personalmente, da quando sono arrivato ieri sera, sono rimasto molto colpito dalla serietà delle persone e dall’orgoglio. Non si sono lasciati andare ad atti di disperazione, ma magari restavano a dormire vicino alle loro case con grande dignità. Forse, la loro dignità è la cosa che mi ha colpito più di tutto.
     
    In campo sono scese anche le Misericordie, attive con 300 volontari provenienti da 7 regioni. La solidarietà ha dunque tanti volti, dietro ogni volontario e ogni operatore c’è una storia. Il racconto di Paolo Diani, direttore Ugem, l'ufficio gestione emergenze della Misericordia di Massa:

     
    R. – Sono partito la mattina alle cinque e sono arrivato a mezzogiorno per il traffico. Abbiamo visto i soliti disastri del terremoto, quindi, le case diroccate e la gente all’addiaccio. In questo momento stiamo gestendo un campo di mille persone e gli stiamo montando le tende e gli stiamo dando da mangiare, oltre a fare supporto psicologico alla popolazione che, naturalmente, ha paura per il terremoto. Nella nottata stessa sono state avvertite due grosse scosse e una decina di scosse minori, la gente usciva subito dalle tende e noi eravamo lì pronti a rincuorarli per cercare di farli rientrare.

     
    D. – Cosa l’ha più colpita di questo terremoto? Immagino che lei sia un esperto di emergenze…

     
    R. – Tutte le volte che si parte, si parte con la volontà di aiutare. Poi ci troviamo ogni volta di fronte a un’esperienza diversa, anche in questo caso però si tratta di persone anziane e di bambini. Tutte le persone ringraziano perché a loro sembra che nessuno li debba aiutare. Quindi, l’aspetto ancora una volta di sentirsi chiamare gli “angeli del soccorso”, gli “angeli del terremoto”. Certo, vedendo le nostre croci sulle insegne, vedendo il nostro modo di operare, la gente domanda: come fate ad avere tanta carità, tanta pazienza? In loro c’è lo scoraggiamento di aver perso tutto perché quando uno ha lavorato una vita, si è costruito una casa e arriva a una certa età e vede sparire tutto in un attimo, in venti secondi di una scossa di terremoto, c’è sicuramente la disperazione. Alla fine l’amore della misericordia vera è quello più grande e la misericordia dell’uomo viene fuori nel bisogno e la gente la riscopre.

    Immediato l’aiuto offerto dalle zone vicine all’Abruzzo. Al microfono di Antonella Palermo, Antonio Boncompagni, assessore della Giunta comunale per l’ambiente e la Protezione Civile di Rieti, il comune nel Lazio più vicino all’Aquila che ha subito diversi danni:

     
    R. – La macchina della solidarietà è scattata immediatamente già da ieri mattina. C’è stata una prima risposta raccogliendo i beni di prima necessità, quindi parlo della risorsa acqua, delle coperte, delle tende, dei generatori di elettricità. E c’è stato un grosso supporto del tessuto associativo, soprattutto quello della protezione civile, che è partito direttamente con dei gruppi specifici verso l’Aquilano, è c’è stata una risposta massiva. Oggi continua con una raccolta che però dev’essere ancora ottimizzata, nel senso che siamo in attesa, da parte degli organi di governo e della protezione civile abruzzese, di sapere cosa effettivamente necessita proprio perché questa solidarietà poi si traduca in cose obiettivamente di supporto alla vivibilità in quei luoghi. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

     
    All’Abruzzo sta giungendo l’abbraccio di quanti stanno promuovendo in queste ore raccolte di fondi: dalla Caritas che ha stanziato 100 mila euro, altrettanto ha fatto l’Unicef per garantire le esigenze primarie dei bambini. Un gesto significativo nella corsa alla solidarietà arriva da uno dei Paesi più poveri d’Europa: l’Albania che ha destinato alle famiglie delle vittime 50 mila euro. Disponibilità ad aiutare è arrivata dalle comunità ebraiche e musulmane. La Casa Bianca ha offerto il suo aiuto, la Nato è pronta a intervenire in caso di richiesta e anche l’Iran si è detto disponibile a ricambiare l’assistenza offerta nel 2003 quando il terremoto che colpì Ban provocò oltre 30 mila morti. Infine ai superstiti e ai soccorritori del terremoto stanno giungendo le preghiere dei cattolici cinesi della zona sinistrata del Si Chuan, colpita dal sisma il 12 maggio 2008. Un modo per ripagare l’affetto dimostrato dagli italiani in occasione del terremoto. Tra gli organismi che stanno lavorando alacremente sul campo per alleviare le sofferenze delle popolazioni terremotate c’è anche la Caritas italiana. Ma con una ben precisa peculiarità, che nasce dalla sua ispirazione cristiana: quella di assistere non solo i bisogni del corpo, ma anche quelli dell’anima. Un aspetto di cui parla il direttore di Caritas Italia, mons. Vittorio Nozza, al microfono di Massimiliano Menichetti:

    R. – Per noi è centrale, è estremamente importante la presenza di figure diverse: dal sacerdote, al volontario, alla religiosa, all’operatore pastorale, all’animatore Caritas, proprio perché si va a considerare, diremmo, non solo il bisogno puramente fisico, materiale di alimentazione, oppure di collocazione positiva da un punto di vista di alloggio, ma si va a considerare un po’ tutta la persona nella sua globalità, nelle sue esigenze. Quindi, l’ascolto, la relazione, il consiglio, la presenza, la prossimità sono estremamente importanti, ed in pratica già da tutta Italia ci stanno segnalando disponibilità in questo senso. Si tratta soltanto di lasciar passare alcuni giorni in cui Protezione civile e altre forze possano minimamente creare un po’ di ordine, dopo di che è il momento di entrare in campo come forze del volontariato, come operatori, come Chiese, come Caritas, perché c’è molto, molto bisogno di presenze capaci di ridare un minimo di serenità e soprattutto di ricostruire pian piano le relazioni.

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    Colletta della Chiesa italiana. Ai nostri microfoni il cardinale Bagnasco e mons. Forte

    ◊   Oltre che la situazione civile delle località terremotate, molto grave è, certamente, anche la realtà specifica in cui versano molte delle parrocchie della diocesi aquilana, a partire dal suo arcivescovo, Giuseppe Molinari, anch’egli costretto nella condizione di sfollato. Nell’intervista di Gabriella Ceraso, l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, esprime il conforto cristiano e la solidarietà concreta della Chiesa italiana all’Abruzzo:

    R. - Il primo sentimento è certamente quello di un grande dolore per quanti hanno perso la vita e per tutti coloro che hanno perso i loro cari, oltre alle cose che sono il frutto della propria vita, del proprio lavoro. Ma, nello stesso tempo, questo dolore è segnato dalla speranza, dalla fiducia che il Signore si farà sempre presente nell’intimità dei cuori di ciascuno, anche attraverso la solidarietà e la vicinanza dei fratelli, innanzitutto delle comunità cristiane.

     
    D. - Avete in programma la possibilità di una vera e propria colletta …

     
    R. - Sì. Innanzitutto, la Caritas nazionale, collegata con le Caritas regionali, ha indicato alcuni numeri utili per le sottoscrizioni. Oltre a questo, come vescovi italiani abbiamo pensato ad una colletta nazionale straordinaria, che sarà fatta nelle singole diocesi Domenica in albis, quindi domenica dopo Pasqua.

     
    D. - Eminenza, sono stati ingenti i danni subiti anche da luoghi-simbolo, da chiese di molte zone dell’Abruzzo. Ha notizie di quale sia la situazione sul terreno?

     
    R. - La situazione è disastrosa anche sotto questo profilo. Lo stesso episcopio dell'Aquila è stato fortemente danneggiato, così come tanti altri edifici di culto, simboli per la religiosità e per l’arte. Però so anche che i nostri sacerdoti si mobilitano in modo particolare, con quell’energia che viene dalla fede, con quella generosità che caratterizza la loro vita, per cercare di reagire.

     
    D. - Questa sciagura in Abruzzo è avvenuta in prossimità del Triduo pasquale, momento di forte vita comunitaria. Come restituire, proprio attraverso la Chiesa, questo senso di comunità alla gente che in questo momento è impaurita e anche dispersa sul territorio?

     
    R. - Intanto, la celebrazione del Venerdì Santo di quest’anno sarà particolarmente sentita, proprio perché nella luce del Venerdì Santo - la Passione e la morte del Signore - penseremo anche alla passione e a queste morti. Per quanto riguarda questi giorni così importanti, l’arcivescovo con i suoi sacerdoti provvederanno nei modi possibili alla celebrazione dei santi riti. Poi, per il futuro, sul piano pratico, si ricostruirà tutto quello che è possibile. Ma innanzitutto, bisogna ricostruire la fiducia nel cuore della gente.

    Il terremoto di ieri condizionerà dunque i riti conclusivi della Settimana Santa, nella città dell’Aquila e nelle zone colpite. Mons. Molinari ha detto oggi che è stata annullata la processione del Venerdì Santo, per l'inagibilità del centro cittadino, e che momenti di preghiera saranno organizzati nelle tendopoli. Tra Giovedì Santo e lo stesso giorno di Pasqua, inoltre, potrebbero essere celebrati i funerali delle vittime. Il giorno verrà concordato con il capo della Protezione civile, Bertolaso. Al microfono di Luca Collodi, l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, si dice tuttavia convinto che il dramma del terremoto non spegnerà i sentimenti spirituali propri della Pasqua:

    R. - Paradossalmente, li intensificherà. Perché, se c’è un messaggio che il Vangelo ci dona come centro e cuore della nostra fede, è proprio che Dio non è lontano da chi soffre, anzi, ha fatto sua la sofferenza del mondo. Certo, la grande domanda "perché Dio permette questo?" tornerà, tornerà nelle nostre preghiere, nelle nostre riflessioni. Ma tornerà anche la certezza che Dio non abbandona il suo popolo nell’ora della prova e che Dio accoglie nelle sue braccia di misericordia quanti sono stati vittime di questo cataclisma naturale. Non dimentichiamo che l’ateismo moderno da molti viene fatto nascere con il terremoto di Lisbona del 1755, le riflessioni del poema di Voltaire su quel terremoto che, appunto, ragionavano dicendo: “Se c’è Dio ed è onnipotente, perché non è anche buono ed impedisce quello che sta succedendo?”. Ma questo è troppo facile a dirsi, perché il Dio di cui noi siamo testimoni è ben altro dal Grande Burattinaio del mondo: è un Dio che ha fatto sua la croce e la sofferenza, anche la croce delle nostre incapacità a prevedere, a conoscere, Come dire: un Dio che ci chiama all’umiltà. Ma credo che anche una scienza seria, rigorosa, non possa che sentirsi profondamente chiamata all’umiltà davanti a questi danni che essa non riesce a prevedere e a controllare.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato vescovo di Buxar (India) il rev. Sebastian Kallupura (Senior), sacerdote del clero di Patna, direttore del Bihar Social Forum. Il rev. Kallupura è nato il 14 luglio 1953 nello Stato del Kerala, da una famiglia di rito siro-malabarese. E’ stato ordinato il 14 maggio 1984 ed incardinato nell’arcidiocesi di Patna.

    Il Santo Padre ha nominato vescovi ausiliari dell’arcidiocesi di Québec (Canada): il rev. Paul Lortie, del clero della medesima arcidiocesi, finora vicario episcopale dell’arcidiocesi di Québec, assegnandogli la sede titolare vescovile di Gerpiniana; e il rev. Gérard Cyprien Lacroix, finora superiore generale dell’Istituto Secolare Pio X, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ilta.
    Il rev. Paul Lortie è nato a Beauport il 17 marzo 1944, nell’arcidiocesi di Québec. E’ stato ordinato sacerdote il 16 maggio 1970. Il rev. Gérard Cyprien Lacroix è nato il 27 luglio 1957 a Saint-Hilaire de Dorset. Nel 1975 è stato accolto presso l’ "Institut Séculier Pie X" emettendo i voti perpetui nel 1982. Nel 1982 è diventato segretario generale dell’Istituto e dal 1985 consigliere del Consiglio Generale. E’ stato ordinato sacerdote l’8 ottobre 1988 presso la parrocchia Notre-Dame-de-la-Recouvrance.


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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’Italia in lacrime: in prima pagina, il terremoto in Abruzzo, dove ancora si scava per cercare superstiti.

    Obama e il ponte turco verso l’islam: in rilievo, nell’informazione internazionale, la visita del presidente statunitense ad Ankara e Istanbul.

    Con l’occhio di Tucidide sull’uomo soggetto della storia: in cultura, Cinzia Bearzot traccia un profilo di Marta Sordi, la studiosa di storia greca e romana scomparsa domenica.

    Un nero, un bianco e alcuni motivi per non suicidarsi: Andrea Monda recensisce il romanzo “Sunset Limited” di Cormac McCarthy.

    Che fatica star dietro a quel prete: a cinquant’anni dalla morte di don Primo Mazzolari, un ricordo di Raffaele Alessandrini e un estratto dalla recentissima antologia “Il prete di ‘Adesso’” a cura di Leonardo Sapienza.

    Nell’informazione religiosa, in un’intervista di Gianluca Biccini, mons. Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, spiega i riti della settimana santa.

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    Oggi in Primo Piano



    Il messaggio del Patriarca latino di Gerusalemme per la Settimana Santa

    ◊   Un’esortazione alla speranza ed al rinnovamento spirituale per tutti i cristiani: questo, in sintesi, il Messaggio per la Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Nel lungo documento, mons. Twal ripercorre i momenti salienti della Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme fino alla Pasqua di Risurrezione, invitando i fedeli ad identificarsi con Cristo. Il servizio di Isabella Piro:

    È una sorta di ‘sceneggiatura teatrale’ quella scritta da mons. Twal nel suo messaggio pasquale: in cinque paragrafi, infatti, il Patriarca latino di Gerusalemme racconta le cinque scene, i cinque avvenimenti centrali della Settimana Santa, ovvero la Domenica delle Palme, giovedì, venerdì e sabato Santo, fino alla Resurrezione, domenica. Ma non si tratta, ricorda mons. Twal, “di avvenimenti storici di cui fare pia memoria ogni anno, restando estranei al dramma che in essi si consuma”. No, non si tratta di questo, perché i cristiani “sono all’interno di quel dramma” e partecipano “al mistero di Salvezza ed il mistero di Salvezza si compie in loro”. “Durante la Settimana Santa – scrive – Dio ci dona la grazia di rivivere l’avvenimento della Salvezza: con Gesù, in Gesù, passeremo dalla morte alla vita, ci spoglieremo dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo. Questa settimana è la sintesi di tutta la nostra vita cristiana”.

     
    Invitando, quindi, i fedeli a non distogliere mai lo sguardo da Cristo, Colui che “ci tocca e ci trasforma nell’animo”, mons. Twal si sofferma sulla Domenica delle Palme e sull’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme, “acclamato come un re”. Ma attenzione, dice mons. Twal: i cristiani devono comprendere che Gesù “è il Messia eterno, il Salvatore dell’umanità, ben al di sopra delle nostre strutture politiche e delle nostre divisioni”.

     
    Quindi, la scena si sposta al Giovedì Santo, durante il quale Gesù si fa servitore dei suoi discepoli e da essi viene lasciato solo a pregare, viene arrestato e rinnegato da Pietro. “Quante volte anche noi abbiamo tradito la fiducia del Signore, dei nostri amici, delle persone che amiamo? - scrive mons. Twal – E in ciascuno di noi c’è un Pietro che ha l’audacia di promettere i miracoli ed il coraggio di rinnegare”. Poi, arriva il Venerdì Santo e Gesù viene crocifisso: “Vedere Cristo in croce è una prova per la nostra fede – ribadisce il Patriarca latino di Gerusalemme – Il nostro cuore è diviso tra la compassione e la ribellione”: la prima, perché vediamo soffrire Colui che ha fatto del bene; la seconda perché vediamo impotente Colui che sappiamo Onnipotente.

     
    È Sabato Santo, ora, “il giorno del perché”, lo chiama mons. Twal. “Le nostre speranze sono scomparse – dice – Il nostro unico conforto arriva da Maria, la Madre, che ci invita a credere, a sperare contro tutte le speranze”. “Maria crede con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le sue forze. Facciamo come lei”, aggiunge mons. Twal. Finalmente, arriva la Pasqua di Resurrezione: “Il Signore ci aspetta in Galilea – scrive – e la Galilea è la Chiesa, la nostra casa, tutti i luoghi in cui il Signore ci invia affinché siamo testimoni gioiosi della sua morte e della sua resurrezione”. “Cristo è veramente resuscitato – conclude il Messaggio di Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme - L’avventura può continuare. Anzi: tutto può ricominciare, tutto è nuovo! Per noi, per il nostro Paese e per la nostra Chiesa. La salvezza si è compiuta e deve essere annunciata a tutti gli uomini”.

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    Giornate Francescane per ricordare l'VIII Centenario dell'Ordine fondato dal Poverello di Assisi

    ◊   Ad Assisi un evento senza precedenti ricorda l’VIII Centenario della fondazione dell’Ordine francescano. Dal 15 al 18 aprile, circa 2 mila frati da 65 Paesi diversi, in rappresentanza di tutti i francescani sparsi per il mondo, si riuniranno nei luoghi di Francesco per testimoniare la bellezza e l’attualità del carisma del Santo di Assisi. Le celebrazioni si concluderanno con l’udienza delle quattro Famiglie Francescane dal Santo Padre, presso il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, e con una visita al capo di Stato Italiano, Giorgio Napolitano. Dell’iniziativa, presentata oggi presso la Sala Marconi della nostra sede, ci parla Claudia Di Lorenzi:

    Sulle orme di Francesco, dalla Porziuncola al Tugurio, da San Damiano all’Eremo delle Carceri, e poi la Basilica di Santa Chiara e il Sacro Convento. I frati francescani ripercorrono i sentieri del Santo di Assisi per testimoniare al mondo la bellezza e l’attualità del suo carisma. L’occasione è la celebrazione di un nuovo “Capitolo internazionale delle Stuoie”, che a distanza di oltre otto secoli intende perpetuare e rilanciare l’invito di Francesco alla essenzialità delle fede. Ascoltiamo padre Josè Carballo, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori:

    “Nel 1221, cinque anni prima di morire, San Francesco convocò, presso la Porziuncola ad Assisi, i suoi frati. I Fioretti ci raccontano che erano 5 mila venuti da tutte le parti. Allora dormivano sulle stuoie. Ma oltre a questo, l’importante è che il Capitolo delle Stuoie vuole essere un momento forte di testimonianza al mondo come fraternità e di riflessione sui temi fondamentali della nostra vita”.

    E proprio quattro sono i temi delle Giornate francescane: dall’accoglienza alla testimonianza, dal significato della penitenza e del digiuno a quello della gratitudine. Ma grande spazio è dedicato anche ad una riflessione sul tema dell’apostolato e dell’impegno missionario, giacché – spiega padre Carballo - i francescani sono il primo Ordine missionario:

    “San Francesco è il primo fondatore che scrive nella sua regola un capitolo per la missione in terre cristiane, ma è il primo anche che scrive un capitolo per la Missio ad gentes, per coloro che andavano tra i cosiddetti saraceni e altri non cristiani. Siamo stati sempre sulla frontiera dell’evangelizzazione e questo sarà il nostro impegno anche per il futuro. Il nostro chiostro è il mondo e San Francesco utilizza un’espressione: “andare tra”. E allora la grande sfida per noi è rimanere frati del popolo, rimanere tra la gente”.

    Una missione fra la gente che vede i francescani impegnati anche sul fronte del dialogo interreligioso, che rappresenta oggi una priorità in particolare per la Terra Santa. Ascoltiamo fra Paolo Fiasconaro, segretario del “Capitolo internazionale delle Stuoie”:

    “Il mio pensiero va in questo momento a questi nostri frati della Terra Santa. I francescani sono al centro di questo mondo contrapposto, ma la semplicità, l’autenticità, la radicalità di Francesco, credo spiazzi tutti. E quindi nel dialogo interreligioso, i francescani hanno giocato e giocano ancora un ruolo importante”.

    Ma il dialogo si estende anche alle nuove generazioni, che in San Francesco trovano un modello sempre attuale di carità. Una proposta che – sottolinea il segretario del Capitolo - molti giovani riuniti nella Gifra, la Gioventù Francescana, hanno già accolto:

    “La Gioventù francescana è la parte giovanile di questo laicato francescano sparso nel mondo e che oggi è una schiera enorme. Solo in Italia sono più di 15 mila i giovani. Loro fanno un cammino spirituale in noviziato e poi emettono la professione, perché sono un ordine approvato dalla Chiesa. Loro si impegnano a vivere questa caratterizzazione tipica di Francesco di Assisi, cioè quella di attuare il Vangelo nel luogo dove tu ti trovi”.
     
    Una proposta quella di San Francesco che offre percorsi significativi anche a fronte della attuale crisi economica. Dal Santo di Assisi giunge forte l’invito ad una vita piena vissuta nella sobrietà e nella radicalità della fede. Sull’attualità di questo messaggio ascoltiamo ancora fra Paolo Fiasconaro:
     “L’attualità è tanto semplice, cioè vivere il Vangelo nella quotidianità, testimoniarlo con gesti e segni concreti ma soprattutto cercare di aiutare il fratello povero, indigente. San Francesco lo fece da uomo giovane, cavalleresco: abbandonò tutto e abbracciò Madonna Povertà. Questo è il segno che ci fa capire come Francesco, nella radicalità evangelica, ha saputo incarnare Cristo”.

    Un compito che interpella oggi anche i numerosi laici francescani, chiamati a testimoniare la speranza alla luce lungo il percorso tracciato da San Francesco.

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    Chiesa e Società



    L'Oms: ospedali più sicuri nelle emergenze

    ◊   “Salvare vite umane: ospedali sicuri in situazioni di emergenza”, è il tema, quanto mai attuale, dell’odierna Giornata mondale della sanità che si celebra, come ogni anno, il 7 aprile, data di nascita dell’Oms. A determinare la scelta del tema da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata la constatazione che nelle situazioni di crisi – naturali, biologiche, sociali o legate a conflitti – ad essere colpiti sono spesso i servizi sanitari, le strutture e gli operatori, il che priva le popolazioni di assistenza e cure vitali per la loro sopravvivenza. È quindi di fondamentale importanza – sottolinea l’OMS in una nota – rafforzare tali strutture così da renderle in grado di fronteggiare eventuali pericoli e di continuare il loro servizio alle popolazioni direttamente toccate dalla crisi e alle comunità vicine. L’attenzione deve essere rivolta ad ogni struttura sanitaria: ospedali specializzati, centri di cure primarie e dispensari locali e deve includere la formazione del personale chiamato ad assistere le popolazioni in situazione di emergenza. Come ricorda per l’occasione Walter Pasini, direttore del Centro di Global Health dell’Oms, nessun tema sarebbe potuto dunque essere più attuale alla luce del violento terremoto che ha colpito l'Abruzzo e che ha visto l'ospedale dell'Aquila, costruito recentemente, subire gravissimi danni che lo hanno messo fuori servizio. “L'Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega Pasini - ci ricorda nella giornata di oggi che un grande numero di vite può essere salvata durante terremoti alluvioni ed altre emergenze attraverso un migliore design ed una migliore costruzione delle strutture sanitarie ed attraverso la preparazione e l'aggiornamento del personale che vi opera". Sono sei gli interventi che l’Oms raccomanda a Governi e autorità sanitarie: valutare la sicurezza degli ospedali; proteggere ed allenare gli operatori sanitari per le emergenze; pianificare la risposta alle emergenze; costruire e ristrutturare gli ospedali per renderli resistenti ai terremoti; adottare politiche nazionali e programmi per rendere sicuri gli ospedali e proteggere il personale e le attrezzature sanitarie. "Al momento attuale – sottolinea infine Pasini - la struttura sanitaria italiana, non è, nella maggioranza dei casi, attrezzata per fronteggiare le emergenze come terremoti, alluvioni, epidemie. La catastrofe dell'Abruzzo deve pertanto insegnare al Governo centrale ed alle autorità sanitarie nazionali e regionali a rafforzare le caratteristiche antisismiche degli ospedali e a preparare il personale sanitario ad agire efficacemente nelle condizioni di emergenza. In un terremoto tutto può crollare fuorché l'ospedale che deve rimanere sempre e comunque un baluardo di sanità". (M.G.)

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    La Caritas esorta il G20 a mantenere gli impegni per i Paesi in via di sviluppo

    ◊   A pochi giorni dal vertice del G20 di Londra la Caritas ha esortato i leader delle più importanti economie del mondo a mantenere la promessa degli aiuti internazionali. Blandine Bouniol, responsabile Caritas per la Cooperazione Internazionale, ha affermato che il G20 “ha ribadito gli obiettivi e gli impegni per lo sviluppo, come il fatto di dedicare lo 0,7% del PIL agli aiuti esteri, ma la Caritas rimane scettica sul fatto che queste promesse vengano mantenute, visto che alcuni donatori stanno già annunciando drastici tagli di budget e la mancanza di misure concrete, come programmi per la distribuzione”. “Il pacchetto del G20 per i Paesi in via di sviluppo – ha poi spiegato la Bouniol - resta condizionato dalle performance di buon governo, come valutate dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, ma la Banca e il Fondo promuovono un tipo di economia liberale che ha portato a drammatiche perdite di posti di lavoro e tagli nei servizi pubblici”. “Volevamo che la Banca e il Fondo avessero una maggiore rappresentanza democratica”, ha confessato, come ricorda un comunicato Caritas inviato a Zenit. La Bouniol ha quindi ricordato che “ci sono stati primi passi incoraggianti verso la rimozione del segreto bancario e la pubblicazione delle liste dei paradisi fiscali”, e “come risultato nessun Paese sulla lista nera è rappresentato nel G20”. Allo stesso modo, ha constatato che “non c'è stata una regolamentazione per rafforzare la trasparenza dei pagamenti e delle tasse pagate dalle compagnie ai Governi”. “Il ruolo del business multinazionale nel condizionare lo sviluppo di un Paese è sottovalutato e la responsabilità delle compagnie multinazionali che operano nei Paesi in via di sviluppo è ignorata”, ha aggiunto. “Il G20 chiede alle Nazioni Unite di svolgere un ruolo nel monitorare l'impatto della crisi sui più poveri e sui più vulnerabili – ha dichiarato infine l’esponente della Caritas –; ma al di là di questo l'ONU, in quanto forum più inclusivo, con rappresentanti di tutti i Paesi, compresi quelli più poveri, è il forum moderno più legittimato a predisporre soluzioni alle crisi globali”. (M.G.)

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    Terra Santa: omaggio agli eroi cattolici dell’Olocausto per celebrare la visita del Papa

    ◊   Ottenere testimonianze di ebrei salvati dai cattolici durante l'Olocausto e creare programmi educativi per trasmettere questa eredità di coraggio alle giovani generazioni. È questo l’obiettivo dell’ appello lanciato dalla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg in vista della visita di Benedetto XVI in Terra Santa. In un comunicato ripreso dalla Zenit la fondazione spiega che "durante la Seconda Guerra Mondiale, un gran numero di donne e uomini cattolici nel continente europeo ha rischiato la propria vita per salvare gli ebrei perseguitati dai nazisti. Solo una frazione di questi salvatori è stata debitamente riconosciuta". La campagna della Fondazione precede la visita di Papa Benedetto XVI in Israele, dall'8 al 15 maggio, "ed è un modo di celebrare la presenza del Sommo Pontefice in Terra Santa e l'abbraccio fraterno tra cattolici ed ebrei che questa simboleggia", si legge ancora nella nota. Le persone che possiedono o credono di possedere informazioni o prove collegate a storie di salvataggi aventi dei cattolici come protagonisti possono contattare la Fondazione per posta elettronica (dannyrainer@irwf.org) o per telefono ai numeri + 1 212 7373275 (New York), + 54 11 4382 7282 (Buenos Aires), + 972 2 62579916 (Gerusalemme). (M.G.)

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    Cina: solenni celebrazioni per la Domenica delle Palme

    ◊   In comunione con il Papa e con la Chiesa universale, tutte le comunità cattoliche del continente hanno celebrato solennemente la Domenica delle Palme. Secondo le informazioni arrivate all’agenzia Fides, i cattolici cinesi hanno vissuto e meditato la passione di Cristo dopo la lunga preparazione spirituale fatta durante la Quaresima. Dalla parrocchia del Ss. Salvatore alla cattedrale, dalle piccole cappelle di periferia alla casa di riposo dei sacerdoti di Pechino, migliaia di fedeli hanno partecipato alla processione e alla celebrazione delle Palme nella diocesi della capitale cinese. Oltre 700 fedeli della parrocchia di Ying Xi del distretto di Fu Feng della provincia di Shaan Xi hanno partecipato alla solenne processione animata dai canti religiosi. Il sacerdote ha sollecitato i fedeli ad aderire sempre alla volontа del Signore conformandosi a Cristo per entrare insieme a Lui nel mistero pasquale. Oltre 200 fedeli della parrocchia di Gui Lin hanno preso parte alla processione lungo la strada principale della città. Ha detto il sacerdote: “la celebrazione ci insegna che dobbiamo sempre fissare lo sguardo su Gesù, sia quello glorioso che questo perseguitato e sofferente. Lo seguiamo per condividere con lui la Risurrezione e la vita”. La processione della parrocchia di Gao Jia Bao della diocesi di Tai Tuan è diventata anche testimonianza di fede e motivo di evangelizzazione. Il grande corteo ha infatti attirato l’attenzione di tanti passanti che si sono fermati per vedere, e molti si sono uniti fino alla chiesa. (R.P.)

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    Sri Lanka: appello della Chiesa per un Venerdì Santo di astensione dal lavoro

    ◊   La Chiesa cattolica ha rivolto un appello ufficiale al Dipartimento per gli affari cristiani, nel Ministero degli Affari Religiosi, per chiedere il rispetto della normativa che prevede il Venerdì Santo come giorno non lavorativo per i fedeli cristiani dello Sri Lanka. L’arcivescovo di Colombo. mons. Oswald Gomis, ha scritto una lettera al Ministero notando che diverse banche, fabbriche ed esercizi commerciali hanno chiesto ai fedeli cattolici loro dipendenti di lavorare nel giorno di Venerdì Santo, il prossimo 10 aprile, sebbene il governo abbia dichiarato la giornata festività pubblica per i credenti in Cristo nel paese. “E’ una questione di rispetto verso le minoranze religiose operanti nel paese”, afferma la Chiesa, mentre molti lavoratori cristiani temono di perdere l’occupazione se non rispetteranno le direttive dei loro datori di lavoro. In questa fase di crisi del mercato del lavoro, è un rischio che molte famiglie non possono correre: la crisi ha infatti colpito fortemente l’industria dell’abbigliamento, con conseguenti licenziamenti e chiusure di aziende. Sono stati colpiti soprattutto i giovani e le donne, che rappresentano quasi il 90% della forza lavoro. Fra le festività cristiane incluse nel calendario pubblico in Sri Lanka vi sono Venerdì Santo, Natale e Pasqua. La Chiesa cattolica ha annunciato che, nel solenne Triduo Pasquale in cui si celebrano la passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, i fedeli rivolgeranno speciali preghiere e promuoveranno raccolte di solidarietà in favore delle popolazioni civili sfollate nel Nord del paese, a causa del conflitto tuttora in corso fra militari dell’esercito e ribelli tamil. (R.P.)

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    I vescovi del Venezuela contro violenza, sequestri e narcotraffico

    ◊   È un messaggio di riconciliazione spirituale e nazionale quello lanciato dalla Conferenza episcopale del Venezuela, all’inizio della Settimana Santa. Un periodo liturgico “straordinario – scrivono i vescovi – per il rinnovamento dello Spirito che ci invita a condividere i valori cristiani fondamentali per costruire la convivenza tra tutti gli abitanti del Paese”. Quindi, i presuli venezuelani ribadiscono che “fedeli alla nostra missione pastorale, chiediamo di condividere con i cattolici, i credenti di altre confessioni e le persone di buona volontà, alcune riflessioni sulla situazione che vive oggi la nostra nazione e che contraddicono, in modo evidente, la nostra condizione di popolo cristiano”. In particolare, i vescovi si dicono profondamente preoccupati per “il diffondersi della violenza e dell’insicurezza in tutto il territorio nazionale, che provoca spargimento di sangue innocente”, così come preoccupazione viene espressa per “la malavita, i sequestratori, i sicari, i narcotrafficanti ed i contrabbandieri che continuano ad agire impunemente”. “Tali sopraffazioni – si legge nel messaggio – sono offese gravi che violano i diritti fondamentali dei cittadini”. Quindi, la Conferenza episcopale venezuelana ribadisce che un accentuato “bipolarismo politico, lo sminuire gli avversari dal punto di vista morale, l’eliminazione di un decentramento positivo ed il crescente accentramento di potere negli organi esecutivi, deteriorano lo Stato di diritto, privando le istanze nazionali, regionali e comunali della loro legittima autonomia ed esponendo il sistema democratico al rischio del collasso”. Di qui, l’invito dei presuli alle autorità affinché ascoltino i problemi presentati dai diversi settori della società e chiedano aiuto a Dio per “assumersi le proprie responsabilità con giustizia, libertà di coscienza, onestà e trasparenza, ponendo al centro delle proprie azioni il sacro rispetto della dignità della persona, senza farsi trascinare da interessi di parte”. Inoltre, nel messaggio si chiede al potere giudiziario di “assicurare ai detenuti, sia in attesa di processo che già giudicati, tutte le garanzie contemplate nella Costituzione, in particolare il diritto ad un processo equo, alla difesa davanti ai giudici e ad una sentenza imparziale”. Poi, il messaggio si rivolge ai cattolici, che vengono invitati a partecipare attivamente ai riti della Settimana Santa: “Questo tempo liturgico – scrivono i vescovi – è un’opportunità unica per scacciare l’apatia e l’indifferenza, per rinnovare la fede, per porre Dio al di sopra di tutto e mettersi al servizio del prossimo, soprattutto dei più poveri”. “Se desideriamo trasformare la nostra società – continuano i presuli – è imprescindibile ritornare a quei valori che fanno parte del patrimonio etico e morale del nostro popolo, come il rispetto reciproco, la solidarietà e la tolleranza”. Infine, dopo aver espresso solidarietà verso tutti “i sequestrati, i detenuti, coloro che sono sotto processo e quelli condannati”, la Conferenza episcopale affida il Paese all’intercessione di Maria. (I.P.)

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    Settimana Santa a Cuba

    ◊   L’intensa religiosità con la quale è stata vissuta la Domenica delle Palme a Cuba, in ogni diocesi e in tutte le parrocchie, e che anticipa quanto sarà la partecipazione durante i riti della Settimana Santa, fanno pensare “che anche quest’anno il tempo pasquale è iniziato bene e sarà un grande momento religioso”. Così l’arcivescovo di Santiago di Cuba e neo presidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell’isola, mons. Dionisio García Ibáñez. A Cuba i riti della Settimana Santa si vivono con una grande partecipazione anche se nessun giorno è festivo; nonostante questo, i fedeli trovano il tempo e il mondo di prendere parte alle celebrazioni eucaristiche e soprattutto alle tradizionali processioni che in questa settimana caratterizzano la vita religiosa. D’altra parte va ricordato che parallelamente, in diverse località soprattutto rurali, molte persone affezionate alla cosiddetta “santeria”, retaggio afroamericano, mescolano in modo sincretico alcuni riti cattolici, soprattutto del Venerdì santo, con pratiche secolari che si pensa aiutino ad esorcizzare le malattie e le disgrazie. Il presidente dell’episcopato ha rilevato che in quest’occasione, come accadde già per la prima volta durante il Natale 2008, sarà possibile celebrare domenica prossima la Santa Messa in cinque carceri del Paese. “I detenuti hanno diritto all’assistenza pastorale e religiosa e speriamo che questa possa diventare una consuetidine quotidiana”, ha aggiunto. La Chiesa cubana in questa settimana ha, seppure in forma limitata, un importante accesso ai mass-media, in particolare alla radio. Quasi tutti i vescovi possono indirizzare messaggi ai fedeli delle loro diocesi e a volte tale accesso viene aperto anche ad alcuni brevi programmi televisivi. Sul piano religioso, a Cuba si sono registrati importanti progressi anche se spesso lenti e farraginosi. Il più importante è stato nel 1992 quando il nuovo testo costituzionale eliminò la definizione di “Stato ateo”. Poi, altro momento rilevante, la visita di Giovanni Paolo II nel 1998 che fu anticipata da parte del governo dell’allora presidente Fidel Castro, da un gesto di grande significato: il ristabilimento della festa di Natale che era stata soppressa anni prima. Inoltre negli ultimi anni è diventato più facile ottenere i permessi d’ingresso per i missionari e le religiose. (A cura di Luis Badilla)

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    Argentina: la febbre “Dengue” si espande a macchia d’olio

    ◊   5800 casi confermati, ma quelli segnalati superano già i 13.000. Questo il triste bilancio dichiarato al quotidiano “Clarin” dal direttore dell’ufficio di epidemiologia del ministero della Sanità, Juan Carlos Bossio. “E’ l’anno peggiore che abbiamo mai affrontato per la febbre dengue” - ha sottolineato Bossio - “ in senso stretto non si tratta ancora di un’epidemia su scala nazionale, ma siamo in emergenza in cinque province del nord e occorre che tutti controllino l’espansione delle zanzare portatrici del virus”. Nel fine settimana sono stati confermati due nuovi decessi, avvenuti nelle regioni di Chaco e Catamarca, che vanno ad aggiungersi alle 7 vittime contate finora. L’origine dell’epidemia è di natura diversa: almeno 5500 casi sarebbero di origine ‘ autoctona’, mentre i rimanenti sarebbero stati importati da altre zone del paese. In confronto alla Bolivia, dove si contano oltre 51.000 casi e 22 morti, il numero è fino a sette volte minore , ma la terribile espansione di quest’ ultimo periodo sta creando non pochi problemi.(A.D.)

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    Usa: più aborti con la crisi economica

    ◊   Tra gli effetti “collaterali” della crisi economica potrebbe esserci anche un aumento degli aborti. Almeno negli Stati Uniti, dove a partire dalla seconda metà del 2008 le cliniche abortiste hanno registrato un significativo aumento di richieste di interruzione volontaria della gravidanza, in netta controtendenza rispetto agli anni passati. La coincidenza temporale con l’inizio della crisi farebbe pensare che il fenomeno non sia casuale. Commentando i dati, la portavoce del Segretariato per le attività pro-vita dei vescovi americani Deirdre McQuade, rileva come questo renda oggi più che mai necessario informare le madri in attesa che non è necessario ricorrere all’aborto per risolvere le loro difficoltà, perché esistono strutture in grado di aiutarle durante la gravidanza e dopo il parto: “Per ogni clinica che pratica aborti in questo paese – ha detto all’agenzia Cns – esistono tre centri di gravidanza che offrono alle madri assistenza prenatale e psicologia e i mezzi per prendersi cura dei loro figli. È importante – ha quindi sottolineato - fare arrivare all’opinione pubblica il messaggio che i movimenti pro-vita non si preoccupa solo di convincere le donne a non abortire per poi abbandonarle. Il nostro compito è di aiutare le donne nel momento del bisogno e offrirle soluzioni alternative all’aborto, come ad esempio l’adozione. L’aborto non risolve i nostri problemi, ne crea altri”. E proprio l’idea di sostenere le madri in difficoltà per ridurre gli aborti potrebbe diventare un terreno di dialogo tra pro-life e pro-scelta negli Stati Uniti. In questo senso si muove un pacchetto legislativo presentato lo scorso gennaio da un deputato democratico. Bocciata in prima lettura dal Congresso, la proposta di legge sta cominciando a guadagnare consensi, ha detto la McQuade. (L.Z.)

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    Sì dei vescovi Usa alla regolarizzazione degli immigrati senza documenti

    ◊   Il presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), mons. John Wester, ha espresso il pieno sostegno dell’Episcopato americano al cosiddetto Dream Act, la proposta di legge che vuole regolarizzare la situazione di migliaia di giovani senza documenti negli Stati Uniti. In una lettera ai promotori dell’iniziativa, il vescovo di Salt Lake City definisce il provvedimento una “soluzione pragmatica, giusta e compassionevole per tutti quei giovani nel Paese che vogliono semplicemente realizzare le loro potenzialità e contribuire al benessere della Nazione”. La legge (il cui acronimo sta per “Development, Relief and Education for Allien Minors Act”, ma che in inglese vuol dire anche sogno) prevede la concessione dello status di residenti a giovani immigrati meritevoli provvisti di diploma, entrati illegalmente negli Stati Uniti a un’età inferiore ai 16 anni e che si trovano sul suolo americano da almeno cinque anni. Per poterne beneficiare essi dovranno inoltre dimostrare una buona indole, di non avere precedenti penali e di non costituire un pericolo per la sicurezza nazionale. In pratica, la residenza consentirebbe loro di proseguire gli studi e di fare carriera negli Stati Uniti. “La nuova legge – scrive mons. Wester - cambierà la vita a migliaia di giovani clandestini rimuovendo quegli ostacoli legali che attualmente impediscono loro di realizzare un futuro promettente. I beneficiari - evidenzia il presule - sono giovani di talento, intelligenti e volenterosi che considerano gli Stati Uniti come la loro casa”. Di qui l’esortazione ai membri del Congresso ad approvare al più presto la misura. La lettera conclude con un ringraziamento ai promotori dell’iniziativa, esprimendo la disponibilità dei vescovi a sostenere il suo iter legislativo. (L.Z.)

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    Il cardinale filippino Rosales: più generosità verso i poveri

    ◊   Nessuna somma prevista dal “piano di stimoli” elaborato dal governo basterà per aiutare i poveri, colpiti dalla crisi economica. È quanto afferma il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, il quale invita i cittadini a essere “più generosi” verso i bisognosi, in un periodo in cui “le difficoltà si fanno sempre più gravi”. “Nessun piano di stimoli potrà risultare sufficiente” scrive il porporato in una lettera pastorale diffusa in occasione della Domenica delle Palme, se il cambiamento “non deriva innanzitutto dalla sua origine più profonda, il cuore”. Il cardinale Rosales - riferisce AsiaNews - ricorda che anche una “semplice donazione” può essere significativa dell’impegno “al cambiamento” e “all’aiuto” dei poveri. Dal 1975 l’arcidiocesi di Manila, in occasione della Pasqua, promuove la “Alay Kapwa”, un programma che invita a “offrire ciò che uno possiede” a un fratello o una sorella “bisognosi” di aiuto. Grazie alla collaborazione di Caritas Manila, esso offre un contributo alla scolarizzazione per 8mila studenti poveri, strutture sanitarie che curano più di 50mila malattie ogni anno, opportunità di impiego e micro-finanziamenti per gli indigenti. “Possedere lo spirito di Alay Kapwa – conclude il cardinale Rosales – non vuole dire essere ricchi, potenti o influenti, ma buoni e generosi verso i propri vicini… desiderosi di servire Gesù Cristo”. (R.P.)

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    Filippine: riti della Settimana Santa a Sulu nonostante l'emergenza

    ◊   Nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza, il programma delle celebrazioni della Settimana Santa nella provincia filippina di Sulu non dovrebbe subire sostanziali variazioni. Lo ha dichiarato all’emittente “Radio Veritas” mons. Angelito Lampon. “Nei limiti del possibile – ha detto il presule ripreso dall’agenzia Ucan - cercheremo di organizzare la maggior parte delle celebrazioni di giorno. Quando non si potrà fare altrimenti, come nel caso della Veglia Pasquale chiederemo protezione”. Accordi in questo senso sono stati già presi con la polizia locale. Data l’attuale crisi, mons. Lampon prevede in ogni caso un afflusso minore nelle chiese durante la Settimana Santa. Per venire incontro alle esigenze dei fedeli si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di trasmettere tutte le celebrazioni sulle due emittenti cattoliche locali: una a Jolo e una a Bongao nella vicina provincia di Tawi-Tawi. Mpns. Lampon non esclude poi l’invio di sacerdoti scortati da militari nelle aree sotto il controllo delle milizie islamiste di Abu Sayyaf. Il Vicariato di Jolo comprende la provincia di Sulu e le oltre 450 isole Tawitawi nel sud delle Filippine, dove i cattolici rappresentano poco più del 3% degli abitanti, in netta maggioranza musulmani. Lo stato di emergenza è stato annunciato il 31 marzo, dopo l’ultimatum del gruppo legato ad Abu Sayyaf nelle cui mani si trovano ancora i due operatori europei della Croce Rossa rapiti lo scorso gennaio. (L.Z.)

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    Thailandia: la cooperazione sanitaria italiana a sostegno delle opere Camilliane

    ◊   La cooperazione sanitaria italiana beneficerà le istituzioni pediatriche in Thailandia, in particolare attraverso il sostegno alle opere Camilliane, per i bambini disabili e sieropositivi. E’ quanto ha affermato il primo Congresso italo-thailandese di Pediatria, patrocinato dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale e dall’Università di Medicina della capitale thailandese, tenutosi nei giorni scorsi a Bangkok. Alla sessione inaugurale, - riferisce l'agenzia Fides - l’ambasciatore d’Italia a Bangkok, Ignazio Di Pace, e il delegato del nunzio apostolico, hanno rivolto ai 45 medici partecipanti parole di incoraggiamento e di apprezzamento per l’iniziativa. Le autorità religiose ed accademiche presenti hanno ricordato l’importante opera svolta dagli istituti specializzati della Chiesa Cattolica per l’assistenza fisica e spirituale dei bambini, in particolare di quelli orfani, portatori di handicap e sieropositivi. La presenza in aula di padre Renato Attrezzi, coordinatore locale del Congresso, è stata una testimonianza viva di quanto i religiosi Camilliani fanno per l’infanzia più debole e indifesa in Thailandia. Sotto la guida del presidente del convegno, il prof. Francesco Tancredi, e della dott.ssa Maria Grazia Sapia, direttore scientifico del Congresso, per tre giorni si sono alternati diversi relatori per condividere le loro esperienze mediche e terapeutiche per il miglioramento della condizione pediatrica nel mondo, e in particolare in Thailandia. I partecipanti hanno visitato l’Ospedale-Università del “Sirijai Hospital Mahidol University” di Bangkok e il Centro per bambini e adulti affetti da Aids di Rayong (“Camillian Social Center”), diretto dal padre Camilliano Giovanni Contarin. La visita a realtà di assistenza per la cura pediatrica, in settori tanto delicati, è stata molto proficua dal punto di vista medico, pediatrico e umanitario. (R.P.)

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    Vietnam: 2000 giovani catecumeni di Saigon si preparano a ricevere i sacramenti

    ◊   Duemila giovani delle parrocchie di Ho Chi Minh City (arcidiocesi di Saigon) hanno partecipato all’incontro con il cardinale Jean Baptist Pham Minh Man, arcivescovo di Saigon, e con il vescovo ausiliare Pierre Nguyen Van Kham. I ragazzi – che stanno seguendo un percorso di catechesi per entrare a far parte della comunità cattolica - hanno fatto domande sulla fede, temi del vivere quotidiano e le preoccupazioni dei cattolici nella vita di oggi. “Sto preparandomi a ricevere i sacramenti, come il battesimo, la confessione e ad avere il corpo e il sangue di Gesù – uno di loro ha detto ad AsiaNews -. Sto dunque riflettendo sulla Passione per essere pronto alla Pasqua”. Padre Pieter Nguyen Van Hien, segretario generale del Comitato per il catechismo e la fede della Conferenza episcopale dei vescovi vietnamiti, rileva che “questa è la prima volta che i pastori della diocesi contattano, incontrano e scambiano esperienze con duemila giovani”. “Per lungo tempo il compito dei catechisti è stato di avere la speranza di aiutare sul piano pratico i sacerdoti della parrocchia – ha aggiunto il presule -. Adesso ascoltiamo nuovi membri della comunità cristiana. Hanno avuto molto da pensare per informarsi sui dogmi cristiani e i miracoli. Al tempo stesso l’ufficio del catechismo ha riconosciuto la responsabilità di prendersi cura di ogni momento del percorso per imparare il catechismo e trasformare la loro vita come persone veramente cattoliche”. (M.G.)

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    Mine in Mozambico: quattro province hanno concluso i lavori di bonifica

    ◊   Le province di Cabo Delgado, Nioassa, Nampula e Zambezia sono state ufficialmente dichiarate libere da mine, al termine di opere di bonifica durate anni per consentire il ritorno alla normalità dopo il conflitto interno conclusosi nel 1992. L’annuncio è stato dato dal vice-ministro degli Esteri e della Cooperazione, Eduardo Koloma, durante alcune manifestazioni organizzate in occasione della IV Giornata internazionale contro le mine. Lo stesso Koloma ha anche detto che “l’intera opera di bonifica nel resto del Paese dovrebbe concludersi entro il 2014”. "La priorità - ha concluso Koloma - è quella di liberare il Mozambico da questi ordigni e quindi nello stesso tempo eliminare uno dei principali ostacoli allo sviluppo".(A.D.)

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    Premio Unesco al direttore del “Sunday Leader” assassinato a Colombo

    ◊   L’Unesco assegna l’edizione 2009 del World Press Freedom Prize a Lasantha Wickrematunge, direttore del quotidiano Sunday Leader, assassinato l’8 gennaio scorso a Colombo. Joe Thloloe, presidente dalla giuria del premio, afferma che “Lasantha Wickrematunge continua a ispirare i giornalisti in tutto il mondo”. Koïchiro Matsuura, direttore generale dell’Unesco, ha motivato la scelta spiegando che il premio onora “un giornalista che si è opposto alla guerra” e con il suo lavoro ha contribuito “alla mutua conoscenza e alla riconciliazione”, tema dell’edizione 2009 del premio. La cerimonia del World Press Freedom Prize - riporta AsiaNews - si terrà il 3 maggio a Doha, capitale del Qatar, in occasione delle celebrazioni della giornata per la libertà di stampa indetta dall’Unesco. La notizia del premio a Wickrematunge è stata accolta con soddisfazione dai giornalisti e dall’opinione pubblica dello Sri Lanka che, dopo l’omicidio del direttore del Sunday Leader,aveva protestato contro il governo di Mahinda Rajapaksa accusandolo di connivenza con gli assassini e di minacciare la libertà di stampa nel Paese. Il 28 gennaio scorso, il ministro della Difesa, Keheliya Rambukwella, aveva annunciato che il governo avrebbe fatto i nomi degli assassini entro febbraio. Ad oggi, tuttavia, i responsabili dell’agguato a Wickrematunge restano ignoti e a piede libero. (R.P.)

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    Taiwan: iniziativa dei vescovi per i giovani della Gmg

    ◊   L’Ufficio per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale regionale di Taiwan ha istituito una nuova colletta destinata a finanziare i progetti pastorali promossi dalla Chiesa locale a favore dei giovani. La colletta è stata lanciata nella Domenica delle Palme, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. In una lettera pastorale pubblicata sulla newsletter elettronica della Conferenza episcopale, ripresa dall'agenzia Ucan, il responsabile dell’Ufficio mons. Thomas Chung An-zu ha invitato i fedeli in patria e all’estero a contribuire generosamente alla raccolta. I proventi saranno impiegati per promuovere la partecipazione e a preparare i giovani taiwanesi alla GMG mondiale e a quella asiatica (Ayd) e ad altre iniziative tra cui la Gmg di Taiwan, celebrata di solito durante l’estate. Molti giovani taiwanesi – spiega infatti nella lettera mons. Chung – non hanno potuto partecipare alle GMG per motivi economici. I soldi raccolti serviranno anche alla formazione degli operatori della pastorale giovanile e degli stessi giovani: “Se i ragazzi non vengono formati e non partecipano alle attività promosse della Chiesa – osserva infatti mons. Chung - come possono approfondire la conoscenza della loro fede e il loro senso di appartenenza alla Chiesa?” . (L.Z.)

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    Il cardinale Cañizares: difendere la vita nascente non è una questione politica ma di umanità

    ◊   Impedire l'aborto non è una questione politica, ma di vera umanità. Così il cardinale Antonio Cañizares, amministratore apostolico di Toledo e prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, durante l'omelia che ha pronunciato nella Domenica delle Palme nella cattedrale di Toledo. “Non ci può essere un ampliamento della legge sull'aborto: va contro l'uomo e contro i disegni di Dio, va contro la Croce di Cristo, dov'è la verità di Dio e la verità dell'uomo, dell'uomo amato fino all'estremo, dell'uomo che merita tutto questo amore infinito”, ha poi spiegato il porporato citato dalla Zenit. "Non è una questione di partito - ha aggiunto amministratore apostolico di Toledo -. Di fronte alla croce di Cristo non possiamo tornare a rifiutare Cristo in cui sono tutto l'amore, tutta la verità e la grandezza dell'uomo, che deve essere rispettato, voluto e amato". Dopo aver presieduto la processione delle Palme, il cardinale ha esortato ad acclamare Gesù "generando con Lui e da Lui una corrente di pace, di riconciliazione, di perdono, di solidarietà, di fratellanza universale, d'amore, di servizio, una nuova civiltà dell'amore che nasce da Lui, di affermazione della vita dell'uomo sempre e in ogni momento, di scommessa sulla dignità inviolabile di ogni essere umano che è amato da Dio fino alla croce". Il cardinale ha quindi chiesto di unirsi a Gesù "di fronte alla violenza, di fronte alla distruzione dell'uomo ancora non nato, di fronte al terrorismo, all'odio, alle lotte, agli scontri e alle divisioni tra gli uomini". "Apriamo una corrente piena di impeto - ha infine esortato il cardinale Antonio Cañizares - che faccia dell'amore per Dio e per il prossimo la suprema regola di vita di fronte a questa corrente cieca di aggressione, di mancanza di rispetto per l'uomo, di violazione della dignità umana, di eliminazione della vita dell'uomo, anche dell'innocente e del non nato". Il porporato ha anche ricordato le migliaia di giovani che si trovavano in Piazza San Pietro in Vaticano con il Papa, dal quale hanno ricevuto la Croce che presiederà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2011 a Madrid. (M.G.)

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    Francia: a Chartres il "Festival di Pasqua"

    ◊   Un festival che esprime “la gioia della Pasqua” per “annunciare a tutti la vittoria della vita sulla morte, della speranza sulla sofferenza”. Non solo “in cattedrale, ma anche sulla pubblica piazza e nei diversi luoghi della città”: così mons. Michel Pansart, vescovo di Chartres, presenta il “Festival di Pasqua” che si terrà in diocesi da sabato 11 a lunedì 13 aprile. Istituito nel 2002 e giunto alla settima edizione, - riferisce l'agenzia Sir - il festival intende essere “uno spazio di dialogo tra il sacro e la creatività” e propone 60 tra concerti di musica classica , rock e rap; spettacoli per adulti e per bambini; esposizioni di pittura, scultura e fotografia. 5mila i partecipanti all’edizione 2008. Sabato mattina è in programma un pellegrinaggio verso la cattedrale: “Vi parteciperanno famiglie intere e giovani – prosegue mons. Pansart - vivendo questo evento come un momento di preparazione in forma di cammino e meditazione alla veglia che si celebrerà sabato sera”. Lunedì 13 il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, presiederà nella cattedrale di Chartres una messa animata dagli artisti che, assicura mons. Pansart, “hanno risposto molto bene all’invito”. E intanto lo scorso fine settimana (4 e 5 aprile) si è svolta la 74ma edizione del pellegrinaggio a Chartres degli studenti d’Île-de- France al quale hanno partecipato in 3mila. (R.P.)

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    Forum UNIV 2009 a Roma

    ◊   Dibattere sul senso dell’essere universitari oggi e presentare progetti di solidarietà e volontariato svolti nei diversi Paesi. Così 4.200 gli studenti universitari, provenienti da 25 università italiane e da altre 175 di tutto il mondo, stanno animando dal 4 aprile a Roma il Forum annuale UNIV, organizzato dal 1968, con l’ispirazione e l’incoraggiamento di San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, fino al 12 Aprile sono in programma decine di attività culturali in vari luoghi della capitale italiana: conferenze, colloqui, mostre, concerti, gruppi di studio, tavole rotonde. “Abbiamo appreso con dolore la notizia del terremoto in Abruzzo – dice Giovanni Vassallo, 21 anni, portavoce del Forum UNIV 2009 – e vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà agli abruzzesi specialmente ai nostri colleghi universitari, dopo aver saputo del crollo della Casa dello Studente de L’Aquila. Nelle prossime settimane ci impegneremo ad organizzare attività di volontariato per dare una mano in quelle zone colpite da questa calamità”. Il Forum UNIV 2009 apre inoltre un nuovo dibattito interdisciplinare sull’Università. Il tema del 42.mo Forum UNIV è: “Universitas, un sapere senza frontiere”. “Dalla sua nascita mille anni fa - dice Vassallo –, l’università è stata un luogo di dialogo interdisciplinare ed interculturale, aperto a tutti. L’UNIV continua ad essere, per giovani di tutto il mondo, un’universitas internazionale, un luogo di incontro e di ricerca per studenti universitari che vogliono essere utili, che cercano l’impegno, che desiderano servire la società". Una delle attività centrali del Convegno universitario è il Forum di Iniziative sociali, uno spazio dedicato alla presentazione di progetti di interesse sociale, volontariato e solidarietà, tra cui il Progetto Harambee in Africa, il Festival di Documentari sulla immigrazione e l’integrazione sociale, e numerose progetti di volontariato internazionale, realizzati da studenti universitari. Tra questi, particolarmente significativi sono i campi di lavoro di giovani italiani in Guatemala, Nicaragua, Camerun; di giovani australiani in Vietnam; di giovani spagnoli in Kenya, Costa d’Avorio; di giovani statunitensi in Messico ed Ecuador. Saranno inoltre presentate attività sociali e culturali cittadine realizzate nelle periferie di molte delle grandi città universitarie del mondo, al servizio delle fasce deboli e disagiate della popolazione giovanile. (M.G.)

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    Oggi le esequie di Marta Sordi, storica del cristianesimo

    ◊   Una vita per la storia antica, capace di unire a una vastissima cultura, efficaci capacità di divulgazione. Era questa Marta Sordi, autorevole studiosa della storia dei rapporti fra Cristianesimo e Impero romano, che si è spenta domenica scorsa a Milano all’età di 83 anni. Le esequie si sono tenute questa mattina a Milano, presso la basilica di Sant'Ambrogio. Nata a Livorno il 18 novembre 1925, Marta Sordi, professore emerito di Storia greca e romana all’Università Cattolica del Sacro Cuore, era nota non solo agli studiosi ma anche al grande pubblico per la sua intensa attività pubblicistica su giornali e riviste. Particolarmente apprezzata per alcuni importanti libri, tra i quali “I cristiani e l’Impero romano”, “Guerra e diritto nel mondo greco e romano” e “Il mondo greco dall’età arcaica ad Alessandro Magno”, si ricordano, per esempio, anche interventi relativi al racconto evangelico della passione e della morte di Cristo, come quello sui fondamenti giuridici e processuali per cui Ponzio Pilato fu costretto a condannare a morte Gesù. Infine, fondamentali, anche i contributi della storica, sulla presenza di San Paolo e San Pietro a Roma e sulla nascita delle prime comunità cristiane.(A.D.)

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    Anno Paolino: domenica sarà esposta la Bibbia carolingia dell’Abbazia di San Paolo

    ◊   La “Bibbia carolingia” dell’Abbazia benedettina di San Paolo fuori le Mura sarà esposta per la prima volta al gran pubblico domenica 19 aprile e lo resterà fino a domenica 29 giugno, cioè fino alla chiusura dell’Anno Paolino, in una nuova aera museale ed espositiva (comprende infatti una erboristeria) con accesso da via Ostiense 186. L’ evento culturale sarà contrassegnato pure da un concerto dell’Ensemble di musica antica Giardini d’Orfeo che la sera di domenica si svolgerà nella attigua Basilica Papale, con l’esecuzione di opere di Anerio, Cazzati, Gabrieli, Monteverdi e Sances. Ieri la Basilica ha accolto un migliaio di giovani dell'arcidiocesi di Madrid venuti pellegrini al Sepolcro di San Paolo con il loro pastore, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela. Un momento significativo del loro viaggio a Roma e della cerimonia di cui domenica erano stati protagonisti in piazza San Pietro quando hanno ricevuto dai loro coetanei australiani di Sydney la Croce che presiederà nel 2011 alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Nell'omelia della solenne concelebrazione Eucaristica il cardinale Rouco Varela ha esortato i giovani a farsi missionari come San Paolo. Intanto l’emozione per il terremoto che ha devastato la città italiana dell’Aquila e i villaggi vicini si sta volgendo in invocazioni e intenzioni di preghiera a San Paolo in questo Bimillenario celebrativo della sua nascita. I messaggi inviati in varie lingue alla Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura sono ospitati nel sito internet che ne raccoglie ogni mese parecchie centinaia nell’apposita rubrica. Speciali preghiere per gli abruzzesi vittime e superstiti del terremoto sono state inserite dai Monaci benedettini nelle varie celebrazioni liturgiche della Basilica. (A cura di Graziano Motta)

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    24 Ore nel Mondo



    Istanbul: sventato attentato a Obama

    ◊   Secondo la Cnn, due funzionari della Cia hanno confermato che un attentato alla vita del presidente Usa, Barack Obama, è stato effettivamente sventato ad Istanbul come riferito ieri dal giornale turco "HaberTurk". A fine mattinata Obama è ripartito da Istanbul concludendo i suoi due giorni di visita in Turchia. Il servizio di Fausta Speranza:

    Oggi è confermato: le forze di sicurezza turche venerdì scorso hanno arrestato un cittadino siriano che voleva uccidere Obama lanciandogli contro un coltello di precisione. L'attentato doveva essere messo a segno, durante i lavori del Forum dell'Alleanza delle Civiltà conclusosi stamani a Istanbul. L’uomo aveva un tesserino della Tv satellitare qatariota Al Jazeera, non si sa se vero o contraffatto, per infiltrarsi. L'uomo avrebbe anche fornito i nomi di tre persone che sarebbero state pronte ad aiutarlo. Da ieri sera il presidente Usa Barack Obama è a Istanbul, dopo l’incontro con il presidente Gul e il discorso al Parlamento, ieri ad Ankara. Del suo discorso di ieri bisogna sottolineare la mano tesa all’Islam: “Gli Stati Uniti non sono e non saranno mai in guerra con l'Islam”, ha affermato Barack Obama parlando dalla Turchia, Paese musulmano descritto come il punto d'incontro tra Est ed Ovest. Obama è andato oltre la cooperazione contro il terrorismo: “I rapporti tra il mondo musulmano e l'America non possono essere basati solo sulla opposizione ad Al Qaeda, - ha detto - desideriamo “ampliare i rapporti, ascoltare con attenzione, superare le incomprensioni, trovare terreno comune tendendo la mano all'Islam. Nelle sue ultime ore in Turchia ha rivolto poi l’attenzione al Medio Oriente, affermando che la pace è possibile ma richiede “compromessi da entrambe le parti”.

     
    Medio Oriente
    Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che l’emissario George Mitchell si recherà in Medio Oriente la prossima settimana per rilanciare i negoziati di pace in vista della creazione di uno Stato palestinese. Mitchell sarà nella regione dal 13 aprile “per far progredire l'idea dei due stati e di una pace complessiva nella regione”, ha detto il portavoce Robert Wood. Il programma di viaggio di Mitchell prevede incontri in Israele, nei Territori palestinesi, in Egitto, nei Paesi del Golfo e in Nord-Africa.

    Iraq
    Almeno otto persone sono morte e altre quattordici sono state ferite stamani dall'esplosione di un'autobomba nella parte Nord di Baghdad. Da giorni, le forze di sicurezza irachene sono in allerta, nell'imminenza del 9 aprile, anniversario della caduta del regime di Saddam Hussein, avvenuta nel 2003. Oggi, inoltre è il 62.mo anniversario della fondazione, nel 1946, dell'ora disciolto partito Baath. Ieri, una serie di attentati compiuti con sei autobomba in cinque diverse zone della città ha causato la morte di almeno 32 persone.

    Pakistan
    Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha detto agli inviati americani che il suo Paese "sta combattendo una battaglia per la sua stessa sopravvivenza". E' quanto si legge in un comunicato diramato dalla presidenza pachistana. L'ammiraglio Mike Mullen, capo di Stato maggiore americano e Richard Holbrooke, inviato speciale del governo americano per Afghanistan e Pakistan, sono arrivati ieri ad Islamabad, dopo aver toccato Kabul, per illustrare al Pakistan il nuovo piano di Obama per combattere il terrorismo nei due Paesi. "Il governo pachistano - è scritto nel comunicato - non soccomberà a nessuna pressione dei militanti", auspicando un dialogo con coloro che abbandonano le armi. I colloqui fra le parti sono stati incentrati su tutta la regione, in particolare sul nuovo piano americano e sull'aumento del terrorismo, soprattutto talebano, nell'area. Prima di ripartire stasera per l'India, Mullen e Holbrooke incontreranno anche il primo ministro pachistano Yousuf Raza Gilani e il ministro degli Esteri Mahmod Qureshi. Intanto, sconosciuti hanno fatto saltare in aria in nottata un negozio di prodotti musicali specializzato nella vendita di cd a Charsadda, località alla periferia di Peshawar (frontiera con l'Afghanistan). L'attentato è stato attribuito ai talebani che, dall'inizio dell'anno, hanno moltiplicato gli attentati contro scuole per ragazze, negozi di musica e cd, barbieri, e ogni attività in genere ritenuta contraria a una certa applicazione dell'Islam. Lo scoppio ha completamente distrutto il negozio ed il materiale che si trovava all'interno, danneggiando gravemente anche quattro negozi vicini.

    Usa-Iran
    Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha rinnovato l'apprezzamento dell'Iran per le aperture degli Usa, ma ha chiesto passi concreti da parte del presidente Barack Obama. “Stiamo aspettando il cambiamento, speriamo che le sue (di Obama, ndr) posizioni siano fondate sulla necessità per riformare e cambiare una linea politica", ha detto Ahmadinejad durante la visita odierna in Kazakhstan. "Speriamo ci riesca", ha aggiunto. Il presidente iraniano non ha risparmiato critiche a Washington per il ruolo avuto nella crisi economica globale e accusato le potenze occidentali: “Questa non è solo una crisi economica - ha detto - è una crisi morale, una crisi di idee. L'economia capitalista è una falsa economia". Proprio oggi, Obama ha detto ad Ankara che i leader dell'Iran devono scegliere se “cercare di creare un'arma o creare un miglior futuro" per il loro popolo. Il 20 marzo scorso, in occasione del capodanno persiano, il presidente degli Usa aveva espresso l'auspicio che Teheran assuma il posto che le spetta in seno alla comunità internazionale ed ha proposto un "nuovo inizio" nelle relazioni tra i due Paesi.

    Cuba-Usa
    Il presidente cubano Raul Castro ha incontrato ieri sette parlamentari statunitensi, nel suo primo colloquio del genere da quando è giunto al potere nell'isola comunista l'anno scorso. La delegazione Usa, giunta venerdì all'Avana, ha incontrato anche il ministro degli Esteri Bruno Rodriguez, e, il giorno del suo arrivo, il presidente dell'Assemblea nazionale cubana Ricardo Alarcon. Secondo la deputata Barbara Lee, che guida la delegazione, i colloqui avuti sinora a Cuba hanno mostrato un cambio di toni nelle relazioni tra L'Avana e Washington, solitamente assai tese. La visita dei parlamentari giunge, mentre si ipotizza che il presidente Usa Barack Obama stia pensando di alleggerire alcune sanzioni americane contro Cuba, e mentre Fidel Castro ha affermato domenica scorsa che Cuba non ha paura di dialogare con gli Stati Uniti.

    Paradisi fiscali
    Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ha annunciato questa mattina a Parigi che i quattro Paesi che figuravano sulla "lista nera" dei paradisi fiscali (Uruguay, Costa Rica, Filippine e Malaysia) hanno preso l'impegno di rispettare le norme fiscali internazionali. Di conseguenza, i quattro Paesi non saranno più nella cosiddetta “lista nera" diffusa dall'Ocse dopo il G20 di Londra, la settimana scorsa.

    Perù: attesa per la sentenza su Fujimori
    In un fatto che non ha precedenti nel Paese e pochi nel mondo, oggi, la Corte Suprema emetterà la sentenza nei confronti dell'ex presidente Alberto Fujimori accusato di essere il mandante di due massacri avvenuti durante il suo mandato (1990-2000), in cui hanno trovato la morte 25 persone. Dopo 160 udienze protrattesi per 15 mesi, l'accusa ha chiesto 30 anni di carcere paragonando i misfatti di cui sarebbe responsabile a quelli perpetrati dalle giunte militari argentine e della dittatura jugoslava di Slobodan Milosevic. Per contro l'ex capo di Stato si è difeso sostenendo di essere vittima "di odio politico". Fujimori, nel 2000, in seguito allo scandalo per le accuse di corruzione del suo ex braccio destro Vladimiro Montesinos, fuggì in Giappone, Paese dei suoi genitori. Sette anni dopo, presumendo di poter contare sull'appoggio di buona parte dei peruviani, si recò in Cile da dove riteneva di poter preparare il suo rientro nella vita politica. Tuttavia le cose andarono diversamente: in Cile venne arrestato ed estradato. Dopo la sentenza di domani - secondo i sondaggio il 64% degli interpellati lo ritiene colpevole -, l'ex capo di Stato sarà processato il prossimo 15 maggio per il caso dei “15 milioni di dollari”, a tanto ammontano le mazzette intascate a suo tempo da Montesinos, che è già in prigione.

    Accordo Cile-Bolivia
    Cile e Bolivia hanno raggiunto un accordo per l’utilizzo delle acque del Rio Silala, fiume di frontiera tra i due Paesi, oggetto di un’annosa disputa frontaliera. “Si tratta di acque realmente condivise dai due Paesi e ci sembra logico che tutti e due possiamo approfittarne. Abbiamo concordato una formula 50-50 del tutto ragionevole”, ha detto il vice-ministro degli Esteri cileno Alberto van Klaveren; il governo di Santiago, ha aggiunto, ha accettato che il Cile paghi la sua parte; in concreto saranno le industrie minerarie del Paese sudamericano, che si servono delle acque del Rio Silala per alimentare gli impianti localizzati nel deserto settentrionale di Atacama, a sostenere le spese. Finora, il Cile aveva sempre sostenuto di poter sfruttare liberamente le risorse idriche del corso d’acqua definendolo “internazionale”, a fronte dei reclami di La Paz che considera il Silala di sua proprietà poiché la sorgente è situata in territorio boliviano.

    Spagna
    Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha annunciato un rimpasto del governo monocolore socialista di Madrid formato dopo le elezioni politiche del marzo 2008.

    Libano
    Il premier libanese Fuad Siniora ha annunciato oggi la sua candidatura alle prossime elezioni politiche previste per il 7 giugno. Siniora, in lizza per uno dei seggi assegnati ai musulmani sunniti del collegio elettorale della sua città natale, Sidone, a sud di Beirut, ha detto di affidarsi ai voti “dei libanesi che hanno partecipato all'intifada del 14 marzo del 2005”. L'attuale premier si è riferito alle oceaniche manifestazioni popolari che seguirono l'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri a Beirut nella primavera di quattro anni fa e che costrinsero, assieme a forti pressioni internazionali, il regime siriano a ritirare le proprie truppe dal Paese dei Cedri dopo 29 anni di tutela politico-militare. Prima di esser nominato primo ministro nell'estate 2005, Siniora era stato un alto dirigente della Banque de la Mediterranee (oggi BankMed), di proprietà di Hariri, e per tutti gli anni '90 aveva servito come ministro delle Finanze nei diversi governi guidati sempre Hariri, anch'egli originario di Sidone.

    Immigrazione irregolare
    Un barcone con 26 migranti, tra cui cinque donne, è stato soccorso in nottata a circa 20 miglia a sud di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza. L'imbarcazione era stata avvistata da una nave della Marina Militare. Gli extracomunitari sono giunti in porto intorno alle 4:30 e successivamente sono stati trasferiti nel Centro di accoglienza dell'isola. Le operazioni sono state coordinate dalla centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo.

    Scossa sismica - isole Curili
    Una scossa di terremoto del settimo grado di magnitudo Richter è stata registrata nell'Oceano pacifico, a circa 300 chilometri a nord est delle isole Curili, arcipelago russo ma al centro da secoli di una controversia internazionale con il Giappone. Lo rende noto il U.S. Geological Survey. Non c'è tuttavia alcun allarme immediato di tsunami, secondo quanto stabilito dal sito web del Pacific Tsunami Warning Center, che ha sede alle Hawaii. L'agenzia meteo del Giappone ha reso noto che la scossa è stata avvertita leggermente solo nella parte nord est dell'isola di Hokkaido e ha confermato che non c'è alcun rischio di tsunami.

    India
    Un giornalista indiano di religione sikh ha lanciato una scarpa contro il ministro degli Interni Palanippam Chidambaram, mentre questi teneva una conferenza stampa a New Delhi. Il ministro stava illustrando ai giornalisti la politica del Partito del Congresso sul terrorismo. Chidambaram si stava riferendo agli attacchi contro la comunità sikh del 1984, durante i quali morirono migliaia di membri della comunità, per il quale nei giorni scorsi è stato assolto il leader del Congresso Jagdish Tytler, ritenuto uno dei capi della rivolta. Decisione che ha scatenato le potreste della comunità sikh nei giorni scorsi. A quel punto un giornalista sikh, Jarnail Singh, ha lanciato la sua scarpa contro il ministro, tuttavia mancandolo perché Chidambaran è riuscito a spostarsi. Il ministro ha, quindi, chiesto di allontanare il giornalista dalla stanza, ma ha poi aggiunto di averlo perdonato. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 97

     
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