![]() |
![]() |

Sommario del 30/08/2009
Benedetto XVI all’Angelus esorta i Paesi industrializzati a tutelare il Pianeta. Nella catechesi richiama l’esempio di S. Monica e l’amore coniugale, terreno fertile per la vocazione religiosa dei figli
◊ Il Papa richiama i Paesi industrializzati a cooperare per il futuro del Pianeta e perché non siano i più poveri a pagare il prezzo più alto dei cambiamenti climatici. Al centro della sua catechesi all’Angelus, recitato nella residenza estiva di Castel Gandolfo, l’esempio mirabile di Santa Monica e l’amore coniugale via per la santità e terreno fertile per la vocazione religiosa dei figli. Il servizio di Roberta Gisotti.
“La storia del Cristianesimo - ha ricordato Benedetto XVI - è costellata di innumerevoli esempi di genitori santi e di autentiche famiglie cristiane, che hanno accompagnato la vita di generosi sacerdoti e pastori della Chiesa. Il Papa ha rievocato l’esempio di Santa Monica, festeggiata tre giorni fa, madre di Sant’Agostino che “non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione ed ebbe la consolazione di vederlo tornare alla fede e ricevere il battesimo”. Commoventi ed edificanti - ha osservato il Santo Padre - gli ultimi colloqui spirituali tra il figlio e Monica, “più che madre sorgente del suo cristianesimo”, colei che lo aveva “generato due volte” soleva ripetere Agostino.
Tra le famiglie esemplari, il Papa ha citato ancora quelle dei santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, e vicino a noi i coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, vissuti tra la fine dell’800 e la metà del ‘900, beatificati da Giovanni Paolo II, in coincidenza con i 20 anni dell’esortazione apostolica Familiaris consortio, dedicata al matrimonio e ai compiti della famiglia.
“Quando i coniugi si dedicano generosamente all’educazione dei figli, guidandoli e orientandoli alla scoperta del disegno d’amore di Dio, preparano quel fertile terreno spirituale dove scaturiscono e maturano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Si rivela così quanto siano intimamente legati e si illuminino a vicenda il matrimonio e la verginità, a partire dal loro comune radicamento nell’amore sponsale di Cristo”.
Poi l’invito a rivolgere tutti una speciale preghiera, nell’Anno sacerdotale, a Giovanni Maria Vianney.
“..preghiamo perché, ‘per intercessione del Santo Curato d’Ars, le famiglie cristiane divengano piccole chiese, in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dallo Spirito Santo, possano essere accolti e valorizzati’”.
Dopo la recita dell’Angelus Benedetto XVI ha rivolto un appello in vista della prossima Giornata per la salvaguardia del Creato, che sarà celebrata il 1 settembre, “un appuntamento significativo - ha sottolineato – di rilievo anche ecumenico”, che ha per tema l’aria “elemento indispensabile per la vita”.
“…esorto tutti ad un maggiore impegno per la tutela del creato, dono di Dio. In particolare, incoraggio i Paesi industrializzati a cooperare responsabilmente per il futuro del pianeta e perché non siano le popolazioni più povere a pagare il maggior prezzo dei mutamenti climatici”.
Accogliere con gioia la volontà di Dio: così il Papa nella Messa per il circolo dei suoi ex allievi
◊ Solo se conoscere Dio e la sua volontà provocano in noi gioia il cristianesimo diventa anche missionario. Solo se nella rivelazione di Dio agli uomini si riconosce un dono il cristianesimo diventa stimolante. È quanto ha sottolineato Benedetto XVI questa mattina durante la Messa celebrata per il circolo dei suoi ex allievi formatosi all’epoca della sua docenza all’Università di Ratisbona, nella Cappella del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Nella sua omelia il Papa ha preso spunto dalle letture della liturgia di oggi per precisare che se vogliamo ascoltare interamente il messaggio di Gesù, il modo in cui ci guida a Dio, se vogliamo conoscere come Dio si avvicina a noi, dobbiamo leggere sia l’Antico che il Nuovo Testamento. Nella Sacra Scrittura c’è la Legge che Dio ha dato agli uomini, ma questa non deve essere letta come un giogo, una schiavitù; piuttosto, regala saggezza, la vera conoscenza, indica come essere e vivere. Il cristiano deve essere grato a Dio per aver ricevuto da Dio tutto questo, gioire. La gioia, ha detto Benedetto XVI, deve essere il segno che contraddistingue il cristiano perché conosce la volontà di Dio, perché la Legge è anche espressione dell’amicizia di Dio. È parola che rende liberi, che dà forza, purifica. Parlando ai suoi ex allievi, il Pontefice ha aggiunto che nella misura in cui ci lasciamo toccare da Dio, instaurando con Lui un dialogo d’amore e d’amicizia, anche noi possiamo amare come Lui ama. È un po’ quello che Sant’Agostino ha sintetizzato nella frase “Dà ciò che comandi e comanda ciò che vuoi”, un modo per spiegare che attraverso la sua amicizia Dio ci rende capaci del suo stesso amore. (A cura di Tiziana Campisi)
Chiusura della Perdonanza a L'Aquila: mons. Molinari traccia il bilancio della Festa nell'Anno celestiniano
◊ “Perdonate e vi sarà perdonato”: questo l’invito dell’arcivescovo de L'Aquila nella Messa di chiusura della Porta Santa, che ha concluso le celebrazioni della Perdonanza. Le spoglie di Papa Celestino attraverseranno ora le 11 diocesi di Abruzzo e Molise e durante questa peregrinatio i fedeli potranno lucrare l’indulgenza, concessa in occasione del Giubileo celestiniano nell’ottavo centenario della nascita del Santo. Le spoglie torneranno poi a L’Aquila il 28 agosto 2010, in occasione della 716esima edizione della Festa. Nel frattempo le spoglie Mons. Giuseppe Molinari, ripercorre le tappe della Festa a partire dall'apertura del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. L'intervista è di Fabio Colagrande:
R. – Il cardinal Bertone ci ha portato il saluto del Papa: ha detto che è venuto volentieri a mostrare ancora una volta la sua vicinanza, il suo affetto. Lui era già venuto il Venerdì Santo, in occasione di quella dolorosissima circostanza del funerale delle 300 vittime. Nella sua omelia ci ha ricordato la sostanza della Perdonanza celestiniana; ha fatto, però, anche un invito rigoroso alla ricostruzione, quindi alla responsabilità di tutti, anche delle istituzioni e della politica. E abbiamo pregato insieme per questo.
D. – Si aspettava una partecipazione così ampia al momento dell'apertura della Porta Santa, al corteo storico e poi alla Santa Messa di fronte a Collemaggio?
R. – Per la verità qualche perplessità ce l’avevo, proprio per questa situazione particolare e difficile. E’ stato bello, però, vedere tanta gente, e poi vedere più tardi, la sera, tanti giovani, sia alla Veglia delle 22.00 sia a quella poco prima della mezzanotte. Sono venuti anche alcuni giovani che si sono riuniti in questi giorni a San Gabriele per la tendopoli che si fa ogni anno. E’ stato molto bello sia lo spettacolo di questa folla numerosa, malgrado le difficoltà logistiche, sia di tutti questi giovani venuti dalla provincia de L’Aquila e da altre parti dell’Abruzzo e del Molise.
D. – Lei ha celebrato la Santa Messa di chiusura della Perdonanza, ha iniziato il pellegrinaggio delle reliquie di Celestino V, ha iniziato l’Anno Celestiniano: che parole ha rivolto ai fedeli?
R. – C’è una parola nel rito di chiusura, dove si dice: “Si chiude questa porta, ma non si chiude la porta della misericordia di Dio”. Quindi, ho cercato di sottolineare che, volendo, anche se in forma diversa, la Perdonanza può continuare ogni giorno anche nella nostra vita feriale, nella nostra vita quotidiana. In fondo, ricorrendo ad un testo di un antico Padre della Chiesa, San Giovanni Crisostomo, che dice che le vie della riconciliazione sono riconoscere i propri peccati, perdonare, la preghiera, l’umiltà, l’elemosina, ho cercato di ricordare questi che sono aspetti fondamentali della vita cristiana, che ci vengono suggeriti anche dalla Perdonanza. E facendo riferimento a questo insegnamento di questo Padre della Chiesa, che è un po’ l’insegnamento di Celestino, ho esortato tutti a non concludere la Perdonanza il 28, 29 agosto, ma a far sì che possa continuare tutto l’anno. E questo sarà un anno particolare, perché è l’Anno Celestiniano, è l’anno che ci ricorda la nascita di Celestino.
D. – Durante il corteo storico c’è stata qualche piccola contestazione per l’emergenza abitativa. Continua ad esserci disagio ovviamente, paura per il futuro. Lei crede che questa festa religiosa abbia potuto dare un po’ di speranza alla popolazione dell’aquilano?
R. – Io me lo auguro, perché certamente è da capire la sofferenza, il dolore, l’esasperazione di chi attende subito una soluzione. Io, tante volte, ho invitato tutti ad essere anche realisti, a capire che si può fare un passo alla volta e che occorre l’impegno dello Stato, ma anche l’impegno nostro, di noi aquilani. Quindi, sono contestazioni comprensibili umanamente, ma che poi risultano molto sterili.
A 70 anni dall’inizio della II Guerra Mondiale, i vescovi tedeschi e polacchi commemorano a Berlino le vittime del conflitto
◊ I vescovi tedeschi e polacchi hanno commemorato le vittime della II Guerra Mondiale, nel 70.mo di inizio del conflitto, in una Concelebrazione eucaristica congiunta stamane presso la Cattedrale berlinese di Sant’Edvige. Le celebrazioni ufficiali dell’inizio del conflitto avverranno invece a Danzica, in Polonia, a partire da martedì 1 settembre sulla penisola Westerplatte, dove vennero sparati i primi colpi di artiglieria. Presenzieranno alla cerimonia molti capi di Stato e di governo, tra i quali anche il premier russo Putin. Stefano Leszczynski ha chiesto al prof. Victor Zalslavsky, storico e docente presso la LUMSA di Roma, se questa guerra che scovolse l'intero Pianeta sia dimenticata nel sentimento collettivo:
R. – No, assolutamente no. In Russia specialmente non è dimenticata, anzi, ogni anno vengono sempre celebrate manifestazioni commemorative legate a date e battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Per cui questa guerra non è stata affatto dimenticata ma è diventata il centro dell’identità collettiva della Russia.
D. – Quello che oggi colpisce è notare tante zone di confine miste. Questo viene vissuto adesso come un elemento arricchente dell’Europa, mentre un tempo era motivo di tensione e di conflitto. Cos’è cambiato?
R. – Ci sono state delle riconciliazioni tra Paesi come Polonia e Germania o anche tra Ucraina e Polonia. Anche qui ci sono delle popolazioni miste, c’è scambio, c’è una libertà di movimento e questo è molto importante. Dopo che l’Europa orientale è entrata a far parte della Comunità europea sono avvenuti moltissimi cambiamenti – specialmente nell’Europa orientale – ed oggi possiamo vedere che anche Paesi come l’Ucraina si stanno avvicinando alla Comunità europea. Questo si può notare soprattutto dal punto di vista della collaborazione tra questi Paesi come anche a livello d’individui, di singole persone.
D. – Quanto è stato importante il ruolo della Chiesa nella riconciliazione dei Paesi che erano nemici durante la Seconda Guerra Mondiale?
R. – Il ruolo della Chiesa cattolica in Polonia è stato sempre cruciale, come anche in Ucraina. Da questo punto di vista dobbiamo anche vedere quello che succederà il 1 settembre, data in cui è previsto il viaggio di Vladimir Putin – il primo ministro russo – in Polonia, a Danzica. Speriamo che questo spirito di riconciliazione tocchi anche la Russia.
D. – I rancori scatenati dal secondo conflitto mondiale sono secondo lei ancora motivo, oggi, di preoccupazione in Europa?
R. – Penso e spero di no. Mi pare che questi rancori non ci siano. Proprio sul punto della riconciliazione guardiamo che lavoro ha fatto la Germania per stabilire questo senso di riconciliazione, di pacificazione, riconoscendo anche le colpe e dire “non succederà mai più”.
"Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore": il tema del prossimo Meeting di Rimini
◊ Si è concluso ieri a Rimini il Meeting per l’Amicizia fra i popoli organizzato da Comunione e Liberazione e giunto alla sua 30esima edizione. Una kermesse dedicata al tema della conoscenza come avvenimento e che ha visto quasi 800 mila presenze. Annunciato il titolo del Meeting 2010 che si terrà dal 22 al 28 agosto: "Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”. Il servizio della nostra inviata a Rimini, Debora Donnini.
La conoscenza è partecipazione ad un fatto, ad una presenza. E Cristo è un fatto. Cristo ha vinto la storia perchè vive ancora. Così Giancarlo Cesana - professore di Igiene all’Università di Milano Bicocca ed esponente storico di Cl - all’incontro che ha chiuso il Meeting 2009 e dove è stato presentato il libro di don Giussani dal titolo “Qui e ora”. Evidenziato come il luogo in cui la memoria di Cristo si fa viva è la comuntà cristiana fatta da uomini che sono insieme perchè c’è Cristo. Toccanti anche le parole del giornalista Oscar Giannino sul suo percorso interno che da giovane anticlericale lo ha portato ad avviciarsi sempre di più alla realtà cristiana colpito molto da don Giussani e dunque dal movimento di Comunione e Liberazione. Con quasi 800 mila presenze è stata una delle edizioni più affollate quella di quest’anno, ha affermato la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, alla conferenza stampa finale. Colpiscono i 400 volontari che pagandosi vitto e alloggio sono la colonna portante del Meeting. Un’edizione internazionale con 57 Paesi rappresentati in vari modi. Anche quest’anno il Meeting è stato un susseguirsi di testimonianze dal mondo della scienza con due premi Nobel per la fisica, a quello della cultura con filosofi come Remy Brague; da quello della politica a quello dell’economia. Centrali, in questo meeting dedicato alla conoscenza, le parole del messaggio del Papa: "Non il distacco e l'assenza di coinvolgimento sono l'ideale da rincorrere, peraltro invano, nella ricerca di una conoscenza 'obiettiva', bensì un coinvolgimento adeguato con l'oggetto".
Per un bilancio del Meeting 2009 ascoltiamo il direttore del Meeting Sandro Ricci intervistato da Debora Donnini.
R. – E’ decisamente un bilancio molto positivo dal punto di vista della partecipazione del pubblico, perché è andato veramente oltre ogni aspettativa. La partecipazione è stata veramente massiccia. Quest’anno molto probabilmente raggiungeremo le ottocentomila presenze. Quindi, un dato veramente notevole. Ma il bilancio è positivo anche rispetto al contenuto del Meeting. Il titolo era già molto accattivante, ma i personaggi che sono venuti hanno trattato il tema in maniera affascinante e interessante, quindi siamo veramente contenti del livello che si è raggiunto nei vari aspetti che sono stati toccati durante il programma.
D. – Al Meeting ci sono quattromila volontari che vi lavorano. Questo è il segno di un desiderio di fare un’esperienza, conoscenza, di gratuità?
R. – Assolutamente. Anche a noi stupisce questo fatto di questa enorme fedeltà che queste persone hanno avuto nel tempo, perché sono 30 anni che lavoriamo con questi volontari, anche se poi c’è un ricambio ogni anno di circa il 50 per cento. Quindi, questo dimostra che sono tantissime le persone che sono passate. Sicuramente, una cosa che continua così nel tempo ha bisogno di essere ben radicata, altrimenti non avrebbe una durata così lunga. E’ possibile che l’esperienza cristiana che si vive sia in grado di attraversare e far vivere anche questa settimana con gusto. Questa è la grande sfida che il volontario viene a vivere al Meeting.
D. – La conoscenza è un avvenimento: è il titolo di quest’anno. Quali interventi l’hanno personalmente colpita di più o comunque hanno colpito maggiormente voi come direzione del Meeting?
R. – Due in maniera particolare. A me personalmente sono stati a cuore sicuramente l’intervento di Carmine Di Martino, insegnante all’Università di Milano, che ha affrontato proprio dal punto di vista della modernità il tema della conoscenza come avvenimento, facendo uno spaccato di quello che è il pensiero filosofico della modernità e come questa affermazione si collocava dentro a questo pensiero. L’altro intervento interessante è stato quello di don Julián Carrón, che ha affrontato il tema della conoscenza come avvenimento in San Paolo. In San Paolo questo tema è stato affrontato sia come pensiero, ma anche come esperienza. Interessantissimo il dato di lettura della Lettera ai Galati, dove appunto San Paolo dice: “Guardate l’esperienza che avete fatto per giudicare che cosa avete conosciuto”. Non è una questione intellettuale, ma è una questione che avete vissuto. E’ quella che determina la conoscenza.
D. – In un certo senso, allora, anche tutto il “successo” del Meeting dimostra che l’esperienza cristiana è valida oggi ed è in grado di attirare oggi le persone...
R. – Assolutamente sì, e tra l’altro questa non è solo un’affermazione teorica, ma è documentata dall’esperienza di questi testimoni che sono venuti in questi giorni. Penso ad Amparito che dall’Ecuador è venuta a testimoniare che cosa ha voluto dire il suo incontro con la fede cristiana, in termini di capacità di affrontare una vita così contraddittoria come era la sua, piena di povertà, di difficoltà oggettive nella vita. O altrimenti i nostri amici del rione Sanità, che hanno testimoniato che pure in una situazione così contraddittoria e pesante come quella di Napoli “nessun dono vi manca”, come aveva detto Carrón due anni fa, perché anche lì è possibile attraverso l’esperienza cristiana vivere a fondo quelle circostanze.
D. – Il Meeting quest’anno ha compiuto trenta anni. Qual è il messaggio che volete dare al termine di questi 30 anni?
R. – Sicuramente il messaggio è che l’esperienza cristiana è l’esperienza per cui vale la pena veramente vivere. Noi siamo tutti poveri uomini, come ognuno, pieni dei nostri limiti, ma l’incontro che abbiamo fatto con Cristo come presenza viva nella storia è veramente in grado di cambiare la nostra vita e quindi attraverso di noi anche la vita della società. Quindi, in questi 30 anni di esperienza siamo contenti di aver confermato questa possibilità e dato, a chi di noi fa il Meeting da 30 anni o a chi è arrivato all’ultimo momento, la certezza di avere incontrato un’esperienza di pienezza e di completezza con la propria vita.(Montaggio a cura di Maria Brigini)
Anno Sacerdotale: preti anziani o malati una ricchezza da valorizzare per la comunità ecclesiale
◊ Per la nostra rubrica domenicale sull’Anno Sacerdotale, oggi parliamo dei sacerdoti anziani e malati. “L'attenzione nei loro confronti costituisce un atto di fede della consacrazione sacerdotale e una scelta profetica nel contesto attuale, dominato dalla cultura della produttività”. Si legge così in una serie di documenti programmatici approvati recentemente dalla diocesi di Padova, a tutela dei religiosi in età avanzata e colpiti da malattia. Ma quali sono le linee-guida di questi documenti? Isabella Piro lo ha chiesto a mons. Giuseppe Zanon, delegato vescovile per il Clero della diocesi di Padova:
R. – Le linee guida sono l’attenzione alla globalità del problema, cioè l’attenzione alla valorizzazione pastorale del sacerdote anziano finché questi può prestare un servizio per trovare una soluzione che gli permetta di dare il meglio di sé. C’è poi l’attenzione alla sussidiarietà, ovvero l’accompagnamento sul piano sanitario, assistenziale e finanziario, liberando il sacerdote dall’ansia del futuro. L’altro è un aspetto logistico: provvedere ad una sistemazione, fargli avere una casa o comunque dargli ospitalità in ambienti protetti. L’altra attenzione è la pastoralità e cioè coinvolgere la comunità cristiana affinché si faccia carico di valorizzare ed assistere i preti anziani, che non sia quindi un problema riservato agli specialisti ma che se ne faccia carico la comunità parrocchiale, vicariale e diocesana.
D. – Ricordiamo, infatti, che un sacerdote, anche se anziano, ha sempre molto da offrire alla Chiesa e ai fedeli…
R. – Certo. C’è una ricchezza che egli ci mette a disposizione, favorita anche dal fatto che si ritrova libero dalle preoccupazioni della gestione economica e strutturale della parrocchia. Il prete è quindi molto più sereno, alle volte i disturbi di salute cessano e fa un lavoro di confessioni, visita i malati, offre la propria disponibilità alle persone, per cui si sente veramente prete e lavora più di prima, salute permettendo. Poi inizia l’attività della preghiera e della sofferenza e anche lì è un grande ministero.
D. – Una domanda un po’ più personale: in lei com’è nata la vocazione?
R. – L’ho respirata in famiglia e in parrocchia, pensavo di dover fare la cosa migliore che si respirava nel mio ambiente.
D. – Oggi rifarebbe la stessa scelta di vita sacerdotale?
R. – Certo. Io ringrazio Dio perché la mia è stata una vita umanamente ricca, non rimpiango niente e la rifarei volentieri perché la mia vita è stata prevalentemente impegnata nel seminario e nell’accompagnamento dei preti.
D. – Proprio in base a questa sua esperienza, qual è il suo augurio per questo Anno Sacerdotale in corso?
R. – L’unità di vita. Penso che il grande aiuto che si può offrire al prete è quello che possa riuscire ad unire il suo esser uomo, il suo esser credente ed il suo esser prete. Cioè che il suo non sia un ruolo separato dalla fede e dalla sua umanità Credo che questo sia il cammino da percorrere: non separare la spiritualità dall’umanità e dal ruolo ma cercare di farne una sintesi.
Lutto nel mondo dello spettacolo per la scomparsa del musicista Antonio Virgilio Savona
◊ Lutto nel mondo dello spettacolo per la scomparsa di Antonio Virgilio Savona, anima e simbolo del mitico Quartetto Cetra, gruppo leader in Italia tra gli anni '50 e '70. Il musicista si è spento giovedì scorso a Milano, dopo una lunga malattia, lasciando la moglie Lucia Mannucci, solista e unica donna dei Cetra, ormai sola testimone di un grande fenomeno della musica italiana. Radio, TV, teatro, rivista, il Quartetto ha attraversato il '900 portando allegria, stile, garbo e inventando una formidabile macchina da spettacolo. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Paolo Limiti autore e conduttore televisivo:
(musica)
R. – E’ stato un capitolo importantissimo, perché per fortuna erano qualcosa che forse si dimentica sempre di dire, quando si parla di cantanti o di personaggi: erano parte di un quartetto intelligentissimo. Erano persone intelligenti, preparate, ed è vero quando si dice che il capogruppo fosse Virgilio: era lui quello più appassionato. Possiamo dire che aveva una personalità più forte, che solleticava e trascinava gli altri.
D. – Loro hanno iniziato ispirandosi ai Mills Brothers e poi hanno trovato, però, una loro formula specifica. Qual è stato, e qual è ancora, il segreto del loro fascino, che ha attraversato tante generazioni?
R. – E’ stato, secondo me, la loro bravura, la loro bravura musicale. Era un amalgama bellissimo di voci, di voci maschili e di quella voce angelica di Lucia Mannucci. Soprattutto si legavano talmente bene insieme che il pubblico restava affascinato ad ascoltarli. Poi nelle loro canzoni c’era di tutto: c’era il sentimento, c’era la nostalgia, c’era l’allegria, c’era l’ironia. Insomma, voglio dire, che il loro modo di concepire la musica era molto aperto. Il loro successo era nel fatto che non erano mai monotoni. Quando, per esempio, si avvicinarono al teatro, e per la prima volta cominciarono a fare la rivista, quella vera, con la “Gran baldoria” di Garinei e Giovannini, loro in fondo erano impreparati a questo e tirarono fuori tutta la grinta che avevano. Oltretutto, a livello personale, erano delle persone garbatissime.
D. – Lei ha parlato di garbo, credo sia una tinta molto forte del loro gruppo, soprattutto nell’uso della satira...
R. – Infatti, loro avevano questa capacità, perché di natura erano divertenti. Basti pensare a tutte le canzoni che hanno fatto, che sono un panorama di quella che è stata l’evoluzione, non solo musicale, ma anche della società italiana.
D. – Nei confronti delle generazioni di oggi, possono ancora dire qualcosa?
R. – Secondo me, oggi più che mai, una persona che vuole ascoltare l’intonazione, l’ironia, il fraseggio, la possibilità di dire qualcosa, probabilmente ha molto da imparare.
(musica)
A Ginevra da domani la III Conferenza mondiale sul clima
◊ Si apriranno domani a Ginevra i lavori della III Conferenza mondiale sul Clima promossa dall’Organizzazione meteorologica mondiale, che avrà per tema “La previsione e l’informazione climatologica al servizio dell’assunzione di decisioni: i progressi registrati su scala da stagionale a interannuale e la valutazione delle previsioni su scala pluridecennale”. L’obiettivo che la Conferenza si prefigge è l’istituzione di un sistema internazionale di servizi che faciliti l’integrazione tra informazioni e previsioni scientifiche. La cinque giorni scientifica, attraverso tavole rotonde, l’esposizione di ricerche scientifiche e sessioni di alto livello per rappresentanti governativi, mette al centro l’utilizzo di previsioni e informazioni per l’adattamento alla variabilità del clima e ai cambiamenti climatici in settori come l’agricoltura, la sicurezza alimentare, le risorse boschive, l’energia, l’acqua, la sanità, gli insediamenti urbani e rurali, le infrastrutture e il commercio. Saranno affrontati anche quattro sottotemi: il progresso scientifico delle previsioni e informazioni climatologiche, le strategie di gestione dei rischi climatici e delle necessità di informazioni, gli effetti del clima e le strategie di adattamento, l’utilizzazione a fini decisionali dei servizi di previsione e informazione. (R.B.)
Primo settembre, Giornata di salvaguardia del Creato: preghiera ecumenica sulle Dolomiti
◊ Una giornata di preghiera ecumenica per l’ambiente e i temi ecologici nel cuore delle Dolomiti, è quella che si apprestano a vivere martedì 1 settembre i vescovi cattolici di Bolzano-Bressanone, Karl Golser, di Trento, Luigi Bressan, di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich e di Como, Diego Coletti, insieme con il pastore della parrocchia evangelico-luterana di Merano, Martin Burgenmeister, e con l’archimandrita della Chiesa greco-ortodossa, Atenagoras Fasiolo. La cornice delle Dolomiti, recentemente inserite nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco, è stata scelta per la Giornata di salvaguardia del creato, in cui sarà pronunciato un appello congiunto all’urgenza di una conversione ecologica, anche per il valore metaforico della montagna come salita verso Dio. “La montagna implica di per sé un impegno a salire – scrive Il Segno, settimanale diocesano di Bolzano-Bressanone citato dall’agenzia Sir – ed offre l’occasione all’uomo di concentrarsi su ciò che è realmente importante, sull’essenziale, che proprio quando si fa fatica appare più chiaro e nitido”. La giornata si concluderà con un momento di preghiera ecumenica nella chiesa evangelica di Merano, a partire dalle 19, guidato da mons. Golser. (R.B.)
Il direttore di "Avvenire" risponde alle accuse lanciate da "Il Giornale"
◊ Il direttore di Avvenire, Dino Boffo, risponde dalla pagina delle lettere - nell’edizione odierna del quotidiano dei vescovi italiani - all’attacco lanciato nei suoi confronti da Il Giornale di Vittorio Feltri, venerdì scorso. “Non un’informativa proveniente da un fascicolo giudiziario”, ma una “patacca” che monta “una situazione fantasiosa, fantastica, criminale”: così il direttore di Avvenire risponde alle lettere di solidarietà ricevute dai propri lettori e replica agli attacchi de Il Giornale su un presunto “incidente sessuale”. Dino Boffo racconta di non aver fatto troppo caso, venerdì, nella lettura dell’articolo, al punto in cui si diceva che da tempo sarebbe stato “già attenzionato dalla polizia di Stato” per le sue frequentazioni e di aver poi ricevuto, in merito, una telefonata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni che ha “ordinato un’immediata verifica nell’apparato di pubblica sicurezza” senza che nulla emergesse. “Non mi interessa polemizzare istericamente con Feltri – scrive ancora il direttore di Avvenire – ma allertare l’opinione pubblica su qualche altra porcata che eventualmente verrà fuori e che magari Feltri stesso ha ‘prudentemente’ tenuto per un eventuale secondo tempo”. Boffo, inoltre, riferisce di un testo di un lettore comparso venerdì nel sito web del quotidiano Il Giornale in cui si annotava “l’incredibile quantità di strafalcioni e inesattezze giuridiche”, contenuti negli articoli che lo accusano. Testo “prontamente sparito dall’online” de Il Giornale, prosegue Boffo, e che Avvenire oggi pubblica in un riquadro. Infine il direttore del quotidiano della Cei ha annunciato che i propri avvocati domani presenteranno querela. (A cura di Roberta Barbi)
In Perù, Congresso su "Carità, riconciliazione e dignità umana" alla luce della Caritas in Veritate
◊ Si svolgerà dal 3 al 5 settembre in Perù il Congresso internazionale “Carità, riconciliazione e dignità umana”, in cui esperti della Santa Sede provenienti da America latina, Stati Uniti ed Europa affronteranno questi temi alla luce dell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, come riferisce l'agenzia Zenit. Nell’enciclica, il Papa propone all’umanità di cercare la via del progresso e dello sviluppo attraverso un umanesimo integrale che rispetti la persona umana. Il Pontefice, inoltre, nel maggio del 2007, inaugurando la V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e del Caribe, ha esortato l’America latina ad iniziare una Missione continentale, all’interno della quale è stato concepito questo evento. Nella tre giorni del Congresso, organizzato dall’arcivescovado di Lima e dall’associazione Vita e spiritualità, ospitato nell’auditorium del Collegio di Sant’Orsola, si avvicenderanno, tra gli altri, gli interventi dell’arcivescovo di Lima e primate del Perù, cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, il penitenziere maggiore emerito della Santa Sede, cardinale James Francis Stafford, il fondatore del Sodalizio di Vita Cristiana, Luis Fernando Figari, il vescovo di San Rafael, mons. Eduardo Taussig, l’arcivescovo di Piura, mons. José Antonio Eguren, il vescovo di Lurín, mons. Carlos García e padre Massimo Serretti, docente della Pontificia Università Lateranense. (R.B.)
Con Sant’Egidio in pellegrinaggio ad Auschwitz
◊ Si raduneranno a Cracovia dal 6 all’8 settembre, su invito della Comunità di Sant’Egidio e del cardinale Stanislao Dziwisz, i leader delle grandi religioni del mondo, insieme con capi di Stato, uomini e donne di cultura, per ricordare i 70 anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, ma anche i 20 dalla caduta del Muro di Berlino e dei regimi comunisti dell’Europa orientale. Il programma prevede, come riferisce l’agenzia Sir, un pellegrinaggio nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, come “segno di riconciliazione e di pace – sottolineano gli organizzatori – per evidenziare un radicale rifiuto della violenza e della guerra come strumento per la soluzione dei conflitti internazionali”. Tra i capi di Stato invitati quelli di Cipro, Costarica, Albania, Timor Est, Polonia e Uganda. (R.B.)
A novembre, Congresso a Madrid dei giuristi cattolici su “Stato e coscienza”
◊ Si terrà il 12 e 13 novembre a Madrid il Congresso dell’Unione internazionale dei giuristi cattolici, che avrà per tema il rapporto “Stato e coscienza”. Il simposio, come riferisce l’agenzia Sir, avrà luogo nella Sala degli Atti della Reale Accademia di giurisprudenza e legislazione e vedrà la partecipazione di personalità illustri come il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e mons. Raymond L.Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Signatura apostolica. Il discorso d’apertura sarà pronunciato da Joël-Benoît d’Onorio, presidente dell’Unione internazionale dei giuristi cattolici, nata a Parigi nel 1986 per promuovere in tutto il mondo l’unità di azione spirituale e temporale dei giuristi cattolici e delle loro associazioni. Nel 2002 la Santa Sede ha conferito all’Unione il riconoscimento canonico per decreto del Pontificio Consiglio per i laici, erigendola ad “associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio, dotata di personalità giuridica”. (R.B.)
L'opposizione democratica in testa sui liberali nei primi exit poll delle elezioni in Giappone
◊ Con la conquista di circa 315 seggi sui 480 del Parlamento, l'opposizione democratica è in testa sui liberali di Taro Aso nelle elezioni politiche giapponesi. È quanto emerge dai primi exit poll a poco più di un’ora dalla chiusura delle operazioni di voto. Sembrerebbero dunque confermati i sondaggi della vigilia che prevedevano una rivoluzione politica, con il partito democratico che otterrebbe la maggioranza assoluta. A pesare sul voto di oltre cento milioni di elettori la peggiore crisi economica dal dopoguerra a questa parte. Da Tokyo Pier Giorgio Pescali:
I sondaggi non lasciano speranza ai liberal-democratici di Taro Aso che, divisi tra loro e senza una vera leadership, vedrebbero perdere la maggioranza per la prima volta dopo 54 anni. Favorito d’obbligo è il Partito Democratico di Yukio Hatoyana, che conquisterebbe circa 320 dei 480 seggi disponibili. Al terzo posto si confermerebbe il New Komeito Party, appoggiato dalla Sokka Gakkai. Il Giappone, attanagliato dalla più profonda crisi economica e sociale mai subita dal dopoguerra, sta cercando di ritrovare la vivacità che negli anni Sessanta lo aveva portato a divenire una delle nazioni leader in campo tecnologico. Una burocrazia asfissiante e una classe politica inefficiente e corrotta, hanno anchilosato l‘intero sistema socio economico. La disoccupazione ha raggiunto il livello record del 5,7% e sono in molti a non riuscire a pagare i contributi sociali, andando ad infoltire la massa dei senzatetto, che ha sfondato le 40 mila unità. La sfiducia nel futuro ha inciso anche sulla denatalità: solo il 13,5% dei 127 milioni di giapponesi ha meno di 14 anni. Il responso delle urne dirà a chi si affideranno i giapponesi affinché possano rivedere il sole levarsi all’orizzonte.
Iran
In Iran si è aperto il dibattito parlamentare sulla fiducia al nuovo governo del presidente Mahmud Ahmadinejad. La lunga sessione si concluderà mercoledì con il voto all’esecutivo. La squadra proposta da Ahmadinejad è composta da 21 membri, dei quali fanno parte, per la prima volta nella storia della Repubblica islamica, tre donne.
Israele
Israele ha rivolto severe critiche all'ultimo rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) sul programma nucleare iraniano, che rileva un rallentamento della produzione di uranio arricchito da parte di Teheran. Nel comunicato emesso dal Ministero degli Esteri, Israele sostiene che il documento “non rispecchia tutte le informazioni note all'Aiea per quanto riguarda gli sforzi dell'Iran per continuare il suo programma militare”.
Iraq
Ennesima giornata violenze in Iraq. Almeno 18 persone hanno perso la vita e altre 54 sono rimaste ferite in diversi attacchi avvenuti nel nord del Paese. Intanto fanno discutere le accuse del ministero dell'Interno iracheno, secondo cui erano stati rilasciati, pochi mesi prima, dagli americani i due kamikaze che la settimana scorsa hanno ucciso un centinaio di persone, facendosi esplodere con due camion-bomba nel centro di Baghdad. Gli attacchi del 19 agosto - i peggiori degli ultimi 18 mesi in Iraq – si inseriscono nell’escalation dell’attività terroristica iniziata a fine giugno con il ritiro delle truppe americane dalle città del Paese.
Pakistan
È di almeno 14 morti e 15 feriti il bilancio dell’attentato suicida portato a termine in un campo di addestramento della polizia pakistana nella turbolenta valle dello Swat, nell’ovest del Paese. Secondo fonti locali l'attentatore è riuscito ad infiltrarsi nel campo e si è fatto esplodere vicino ad una settantina di reclute. L'attacco è stato sferrato nei pressi della città di Mingora, ex roccaforte talebana liberata dall’esercito di Islamabad lo scorso luglio a termine di una dura offensiva militare durata circa tre mesi.
Funerali Ted Kennedy
Oltre 1500 persone ieri nella basilica di Our Lady of Perpetual Help a Boston hanno salutato il senatore Ted Kennedy, morto martedì scorso a 77 anni. Funerali solenni per il leone democratico, in prima fila tra gli ex presidenti Bush, Clinton e Carter, il presidente Barack Obama e sua moglie Michelle. Kennedy è stato poi sepolto nel cimitero di Arlington a Washington, dove riposano i fratelli John e Bob. Il servizio di Elena Molinari:
“Un eroe gentile, ma pur sempre un eroe, che non si è arreso di fronte ai colpi che la vita gli ha inferto”, così Barack Obama ha ricordato Ted Kennedy, ex collega al Senato, compagno di partito, mentore ed amico, durante una toccante cerimonia funebre per il senatore, morto questa settimana. Nella Chiesa dedicata a Nostra Signora del Perpetuo Aiuto di Boston erano confluite 1500 persone, fra cui tre ex presidenti, decine di senatori, tutti i ministri dell’amministrazione Obama e centinaia di amici. Insieme, come ha detto il presidente, hanno voluto dire addio al figlio più giovane di Rose e Joseph Kennedy e all’unico dei quattro maschi della dinastia ad aver vissuto abbastanza da diventare nonno e a lavorare a Washington abbastanza a lungo da dare il suo nome a più di mille leggi, quasi tutte in favore dei diritti civili delle minoranze, degli immigrati, dei disabili, dei bambini e dei più poveri. Ad assistere alla Messa dall’altare c’era anche l’arcivescovo di Boston, il cardinale O’Malley. “La causa continua, la speranza non muore e il suo lavoro deve andare avanti” ha concluso fra le lacrime il figlio Ted, che ha anche ricordato la determinazione del padre a lavorare con i colleghi repubblicani. “Quella” ha detto “dovrebbe essere la sua eredità a Washington”.
Elezioni Gabon
Il Gabon è chiamato oggi alle urne per scegliere il successore del presidente Omar Bongo, morto nel giugno scorso dopo avere ininterrottamente guidato il Paese per 40 anni. Il favorito è Ali Bongo, cinquantenne figlio del capo di Stato scomparso, che gode dell’appoggio del Partito democratico gabonese attualmente al potere, che ha vinto senza problemi tutte le elezioni fin qui svoltesi da quando è stato consentito il multipartitismo nel 1990.
Elezioni Germania
Seggi aperti per le elezioni regionali tedesche, in Turingia, Sassonia e Saar. Elezioni amministrative anche in 11 comuni del Nord-Reno-Vestfalia. Il voto al quale sono chiamati 20 milioni di aventi diritto è un test significativo per le prossime elezioni politiche del 27 settembre. E un sondaggio pubblicato oggi rivela che 87% dei tedeschi è convinto che la cancelliera cristiano democratica Angela Merkel vincerà le prossime elezioni legislative. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 242
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.