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Sommario del 01/08/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa agli atleti dei Campionati mondiali di nuoto: “Siate campioni nello sport e nella vita!”
  • Si è spenta Corazon Aquino. Il Papa: donna di profonda fede e coraggio impegnata per la libertà del popolo filippino
  • Lettera del Papa al cardinale Arinze, inviato speciale alla Plenaria dei vescovi dell’Asia
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La Chiesa di Tarso resta museo. Mons. Padovese: un passo indietro per la Turchia
  • Iraq: attentati contro le moschee sciite
  • Solennità del Perdono di Assisi. Padre Carballo: riscoprire il gusto della misericordia di Dio
  • Padre Nicolás: Compagnia di Gesù sempre più africana e asiatica
  • Quindicina dell'Assunta nella Basilica romana di Santa Maria in Via Lata
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Sei cristiani uccisi in Pakistan
  • Mons. Paglia: martire dell’apostolato biblico la donna uccisa in Corea del Nord per aver distribuito Bibbie
  • Cina: 13 milioni di aborti ogni anno. Ripensamenti sulla politica del figlio unico
  • Perù: messaggio del presidente della Conferenza episcopale
  • Colombia: un congresso sulla difesa della vita umana
  • Rwanda: onorificenza a un missionario italiano che salvò 3000 persone dal genocidio
  • Scontro tra due natanti a Capri. Disperso mons. Saccone
  • Scuole materne cattoliche: 2000 posti a rischio e servizi in pericolo, senza finanziamenti
  • Pastorale giovanile nelle Isole Salomone
  • 24 Ore nel Mondo

  • Gli Usa rinnovano le sanzioni contro la Siria
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa agli atleti dei Campionati mondiali di nuoto: “Siate campioni nello sport e nella vita!”

    ◊   Benedetto XVI ha incontrato nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo tecnici, dirigenti e atleti delle nazionali che partecipano ai Campionati del mondo di nuoto, che si chiuderanno domani a Roma. Il Papa ha ricevuto una delegazione di oltre 1000 persone, in rappresentanza di 183 Paesi e di oltre 4000 tra atleti e tecnici. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    La vitalità della giovinezza, quando non si rifiuta “la fatica di duri allenamenti e si accettano volentieri non pochi sacrifici e privazioni”, è fondamento di un “avvincente spettacolo di disciplina e di umanità, di bellezza artistica e di tenace volontà”. Tutto questo – afferma il Papa – costituisce un’importante lezione di vita:

    “Lo sport, praticato con passione e vigile senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di sano agonismo e di perfezionamento fisico, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società”.

    "La Chiesa – aggiunge il Santo Padre - segue e si prende cura dello sport, praticato non come un fine a se stesso, ma come un mezzo, come strumento prezioso per la formazione perfetta ed equilibrata di tutta la persona":

     
    “Anche nella Bibbia troviamo interessanti riferimenti allo sport come immagine della vita. Ad esempio, l’apostolo Paolo lo ritiene un autentico valore umano, lo utilizza non solo come metafora per illustrare alti ideali etici ed ascetici, bensì pure come mezzo per la formazione dell’uomo e come componente della sua cultura e della sua civiltà”.

    Il linguaggio dello sport – spiega il Papa – è universale e “raggiunge specialmente le nuove generazioni”. Veicolare messaggi positivi attraverso lo sport “contribuisce pertanto a costruire un mondo più fraterno e solidale”:

    “Voi, cari atleti, siete modelli per i vostri coetanei, ed il vostro esempio può essere per loro determinante nel costruire positivamente il loro avvenire. Siate allora campioni nello sport e nella vita!”

    Al Santo Padre sono state donate da due campioni mondiali, il tedesco Paul Biedermann e l’italiana Federica Pellegrini, le medaglie d’oro delle singole discipline e un kit da piscina contenente, tra l’altro, accappatoio, tuta e cuffia. Al termine dell’incontro, Benedetto XVI ha ringraziato tecnici ed atleti ad ha augurato loro di “nuotare verso sempre più impareggiabili ideali”.

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    Si è spenta Corazon Aquino. Il Papa: donna di profonda fede e coraggio impegnata per la libertà del popolo filippino

    ◊   L'ex presidente delle Filippine Corazon Aquino è morta nella tarda serata di ieri a Manila: aveva 76 anni. Ad annunciarlo è stato suo figlio, il senatore Benigno Aquino: “Nostra madre è spirata in pace - ha detto - Avrebbe voluto ringraziare ognuno di voi per tutte le preghiere e il continuo sostegno ricevuto”. Il Papa, da parte sua, si è detto “profondamente addolorato” nell’apprendere la notizia. In un telegramma di cordoglio, inviato a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone all’arcivescovo di Manila, il cardinale Gaudencio Rosales, Benedetto XVI ricorda “l’impegno coraggioso” di Corazon Aquino “per la libertà del popolo filippino, il suo fermo rifiuto della violenza e dell’intolleranza e il suo contributo per la ricostruzione di un ordine politico giusto e coeso nella sua amata patria”. Il Papa assicura quindi le sue preghiere per la statista scomparsa definendola "donna di profonda e incrollabile fede”. Il servizio di Virginia Volpe:

     
    Ricoverata in ospedale a Manila, "Cory" Aquino, come veniva affettuosamente chiamata, era malata da tempo di cancro al colon e ultimamente aveva rifiutato di sottoporsi ad un altro ciclo di chemioterapia. Durante la malattia, alcune settimane fa, Benedetto XVI le aveva già espresso la sua “spirituale vicinanza” e assicurato la sua preghiera. La signora Aquino si era detta “profondamente confortata” dalle parole del Pontefice. L’attuale presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, da Washington dove si trova in visita di Stato, ha proclamato dieci giorni di lutto nazionale. Il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha esortato l’intera nazione a fare una “pausa di preghiera per ringraziare Dio per la Presidente Aquino”. “Non è stata solo la Presidente che ha restituito alle Filippine la libertà e la democrazia che avevano perso – ha continuato – ma è stata anche un esempio di guida onesta per i cittadini che cercavano di uscire da un periodo crudele di scompiglio politico”. Anche l’arcivescovo di Jaro mons. Angel Lagdameo, presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine, ha espresso la vicinanza di tutti i vescovi del Paese alla famiglia e all’intera nazione per “la morte di una grande donna”. Corazon Aquino ha guidato le Filippine dal 1986 al 1992 dopo la caduta del regime di Ferdinand Marcos riportando la democrazia nel Paese. Il suo ingresso in politica avvenne dopo l'assassinio nel 1983 del marito, Benigno Aquino, impegnato a favore della libertà. Corazon Aquino è stata la prima donna presidente nella storia dell'Asia.

     
    E sulla figura emblematica di Corazon Aquino, Stefano Leszczynski ha intervistato Paolo Affatato dell’Osservatorio Asia Major:

    R. – La Aquino ha segnato una svolta in quanto ha effettivamente restaurato la democrazia; sotto la sua presidenza è stata riscritta la Costituzione; ha preparato un accordo con la guerriglia e i movimenti musulmani nel sud; ha ristabilito una pace sociale ed ha dato un impulso all’economia, che hanno a buon diritto introdotto le Filippine tra quegli Stati del sud-est asiatico che hanno potuto svilupparsi e svolgere un ruolo di sempre maggior importanza nello scacchiere del sud-est.

     
    D. – La Aquino si era anche fatta portatrice di valori molto importanti nelle Filippine, in particolare ha sempre combattuto una lotta molto dura contro la corruzione…

     
    R. – Parlare di corruzione nelle Filippine significa toccare un tasto davvero dolente. La Aquino ha sempre avuto questo sguardo, forte anche grazie a valori etici che professava nella sua nota fede cattolica, molto radicata, e che ha anche guidato il suo impegno politico. La Aquino non ha avuto peli sulla lingua, quando ha avuto il coraggio di denunciare episodi di corruzione e di richiamare alla necessità di una trasparenza nella pubblica amministrazione, che è il preludio di qualsiasi sviluppo economico e politico di un Paese.

     
    D. – Il rammarico per la scomparsa della ex presidente Aquino è arrivato anche dagli Stati Uniti, ed è stato espresso da diversi capi di Stato…

     
    R. – Sul finire della dittatura di Marcos fu proprio l’amministrazione americana di Reagan a spingere per la candidatura della Aquino e ad appoggiare quella che è stata la rivoluzione non violenta. Quindi gli Usa appoggiarono una nuova stagione di democrazia nelle Filippine; il rapporto fra gli Stati Uniti e le Filippine è tutt’ora molto saldo perché le Filippine sono un punto di riferimento per il posizionamento strategico degli Stati Uniti nel sud-est asiatico.

     
    D. – Sono stati programmati dieci giorni di lutto nazionale per la perdita di un personaggio così importante; come la vedeva la gente comune?

     
    R. – Sicuramente un punto di riferimento. Era ancora oggi una persona molto ascoltata. Le Filippine le dedicano sì dieci giorni di lutto, ma non solo: vorrei ricordare che la sua figura diventerà oggetto di un corso di studi che in particolare gli istituti cattolici nelle Filippine proporranno agli allievi per ricordare il suo contributo al ritorno della democrazia. E’ una figura nazionale d’importanza storica, che resterà sicuramente nei cuori della popolazione filippina anche per le generazioni future.

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    Lettera del Papa al cardinale Arinze, inviato speciale alla Plenaria dei vescovi dell’Asia

    ◊   Benedetto XVI ha affidato al cardinale Francis Arinze il compito di esortare i vescovi dell’Asia ad istruire i cristiani perché partecipino alla Messa domenicale, riscoprano il sacramento della riconciliazione e si nutrano della Parola di Dio. Il porporato prenderà parte a Manila, dall’11 al 16 agosto, alla IX Assemblea Plenaria della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia come inviato speciale del Papa. Per questo il Santo Padre, in una lettera pubblicata oggi e datata 24 giugno, ha affidato a lui l’incarico di promuovere l’Anno Sacerdotale e di chiedere ai vescovi di sostenere i loro sacerdoti - “chiamati da Dio e costituiti ministri dell’Eucaristia” - con preghiere e sacrifici perché possano mantenere fede alla loro vocazione. Ai presuli che mediteranno sul tema “Vivere l’Eucaristia in Asia”, traendo spunto dalla sua Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis, il Papa assicura poi preghiere a sostegno della loro missione. Raccomandando ai vescovi di celebrare solennemente il loro incontro, perché porti frutti fecondi ai popoli dell’Asia, Benedetto XVI, infine affida i lavori della Plenaria alla Vergine Maria inviando la propria benedizione apostolica. (A cura di Tiziana Campisi)

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ngong (Kenya), presentata da mons. Cornelius Schilder, dei Missionari di Mill Hill, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mbujimayi (Repubblica Democratica del Congo), presentata da mons. Tharcisse Tsibangu Tsbishiku, per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato vescovo di Mbujimayi mons. Bernard-Emmanuel Kasanda Mulenga, finora vescovo titolare di Utimmira e ausiliare della medesima diocesi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Spettacolo di disciplina e umanità per un'importante lezione di vita: Benedetto XVI ai partecipanti ai campionati mondiali di nuoto in corso a Roma.

    La pillola Ru486: in prima pagina, un editoriale di Didier Sicard dal titolo "Un vero e proprio aborto apparentemente facile".

    Bilanci difficili alla Casa Bianca: nell'informazione internazionale, Luca M. Possati sul vertice dell'Amministrazione Obama a Washington.

    Una rivoluzione "al buon tempo andato": in cultura, Gaetano Vallini sul Fiuggi Family Festival e su "L'Era glaciale 3: l'alba dei dinosauri", la più attesa fra le anteprime.

    Un dialogo tra mondo popolare e tradizione colta: Marcello Filotei sul concerto, domani a Castel Gandolfo, della Bayerisches Kammerorchester Bad Bruckenau.

    Una precisazione riguardo alla divertente e benevola vignetta di Staino pubblicata sul "Corriere della Sera" del primo agosto: l'otto per mille non riguarda la Santa Sede, né di conseguenza "L'Osservatore Romano".

    Matteo Ricci, l'uomo che portò Cicerone in Cina: Antonio Paolucci recensisce una mostra sul grande gesuita maceratese.

    Giona profeta troppo umano: Fabrizio Bisconti in merito a una nuova interpretazione di un rilievo di sarcofago del complesso di Pretestato.

    Diabolik simpatica canaglia che la passa sempre liscia: Francesco Citterich sulla mostra, a Roma, dedicata al re del crimine del fumetto italiano.

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    Oggi in Primo Piano



    La Chiesa di Tarso resta museo. Mons. Padovese: un passo indietro per la Turchia

    ◊   In Turchia la Chiesa cattolica esprime il proprio disappunto per la decisione del Ministero del turismo turco di adibire esclusivamente a museo la Chiesa di Tarso. Dopo la conclusione dell’Anno Paolino, durante il quale la Chiesa è stata utilizzata anche come luogo di culto, è nuovamente valida la prassi di tutti gli altri luoghi turchi in cui le celebrazioni liturgiche cristiane sono consentite solo occasionalmente. Sulla controversa decisione delle autorità turche ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Conferenza episcopale della Turchia, mons. Luigi Padovese:

    R. – L’Anno Paolino è andato bene, ci eravamo accordati anche con le autorità turche che si sarebbe proseguito – come durante l’Anno Paolino – a chiedere ai turisti o ai pellegrini una piccola tassa d’ingresso per coprire le spese del museo. Di fatto, però, alcuni giorni fa, è arrivata una nuova normativa che riporta la Chiesa ad essere adibita come museo, con forti limitazioni.

     
    D. – Per celebrare la Santa Messa occorre adesso una prenotazione tre giorni prima e pagare un biglietto…

     
    R. – La cosa che crea problemi è anche questa: nella normativa si dice, tra l’altro, che i gruppi che parteciperanno a celebrazioni liturgiche all’interno del museo pagheranno ‘soltanto’ il biglietto d’ingresso. Non riesco a capire che cos’altro possano pagare. Forse vogliono far pagare anche la Messa. La cosa ancora più grave è che qualora le celebrazioni avessero un effetto negativo sul flusso dei visitatori, potranno anche dire: “Voi non potete celebrare più di mezz’ora; potete farlo durante quest’arco di tempo ma, dopo, dovete lasciare il luogo di culto”. Questa è una normativa peggiore della situazione anteriore a quella dell’Anno Paolino.

     
    D. – Le autorità turche avevano rassicurato sulla situazione della Chiesa di Tarso…

     
    R. – Questa è la questione che mi pongo: il primo ministro turco aveva dichiarato che avrebbe fatto tutto il possibile per consentire ai cristiani di pregare a Tarso. Rassicurazioni sono arrivate anche dal ministro del turismo e della cultura e dal sindaco di Tarso. Tutti erano favorevoli e riconoscevano il diritto dei cristiani di poter avere un luogo di culto a Tarso. Poi la conseguenza, invece, è questa limitazione.

     
    D. – La situazione è dunque peggiorata generando nuovi timori in tema di diritti e di libertà religiosa. Perché è stata presa questa decisione a suo avviso?

     
    R. – O c’è qualcuno che non vuole o, se vogliono, forse non hanno il potere sufficiente per rispondere a questa richiesta. Questa è un po’ la situazione del Paese che fa un passo avanti e uno indietro. Si deve anche tener presente che questa nuova normativa dà una cattiva immagine del Paese. Io amo la Turchia ed è proprio per questo che mi sento molto amareggiato nel notare come non si facciano passi avanti.

     
    D. – Vuole lanciare un appello?

     
    R. – Dico che non dobbiamo scoraggiarci, ma dobbiamo comunque lottare con tutte le nostre forze per aiutare tutto il Paese ad esprimere una maggiore libertà religiosa. Teniamo sempre un occhio puntato sulla Turchia per vedere come cammina nella direzione di una maggiore libertà religiosa e nei diritti individuali.

     
    D. – Un Paese che vuole camminare verso l’Unione Europea…

     
    R. – Cammina verso l’Unione Europea, però vorrei che questo cammino fosse più spedito e non fosse sempre intralciato da episodi di questo tipo. Episodi che fanno nascere perplessità. E’ una spia che denota come, tante volte, non si voglia o non si possa andare avanti.

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    Iraq: attentati contro le moschee sciite

    ◊   E’ di nuovo violenza in Iraq, ad un mese dal ritiro delle truppe statunitensi dai centri urbani del Paese e nelle stesse ore in cui anche la Gran Bretagna ha messo fine a sei anni di presenza militare nello Stato del Golfo. Una serie di bombe è esplosa ieri nei pressi delle moschee sciite di Baghdad, uccidendo - nel venerdì di preghiera - almeno 29 persone e ferendone oltre 100. Negli ultimi mesi gli sciiti sono stati spesso obiettivo degli attentati a Baghdad e non solo. Sulle ragioni di tali violenze, Giada Aquilino ha intervistato il giornalista iracheno Latif Al Saadi:

    R. - Gli ultimi attentati non sono stati soltanto contro i luoghi di culto degli sciiti ma anche contro i luoghi di culto dei cristiani presenti in Iraq. Ricordiamo che, poco tempo fa, ci sono stati diversi attacchi a Mossul e a Baghdad. Per quanto riguarda in particolare le violenze contro gli sciiti, il mondo pensa che, siccome Al Qaeda e le altre forze armate che stanno compiendo tutti questi attentati sono in generale sunniti, allora cercano di creare caos, come nel 2006-2007, quando hanno fatto esplodere il mausoleo di Samarra, quando quasi siamo arrivati alla guerra civile fra le diverse comunità del Paese. Credo, però, che gli iracheni abbiano superato questa situazione e stiano guardando verso le prossime elezioni, che si terranno a gennaio 2010. La popolazione ha già dato segnali alle ultime elezioni regionali. Vuole proprio cambiare: non più un Iraq in cui il processo politico sia basato sull’appartenenza settaria o religiosa. Quindi l’obiettivo di questi attentati è di provocare il conflitto settario, però credo che più dell’ottanta per cento degli iracheni sia andato oltre questa situazione. Gli attentati non avranno dunque alcun effetto verso nuovi scontri settari fra gruppi diversi, perché gli iracheni credono fino in fondo che non ci siano diversità tra gli sciiti e i sunniti.

     
    D .- Non si devono, quindi, temere nuovi scontri a sfondo etnico-religioso?

     
    R. – Sinceramente non ho questa paura, anche se temo che tornino in azione certi gruppi miliziani. Adesso in Iraq la situazione è cambiata. Voglio essere ottimista, senza dimenticare però le difficoltà, i motivi e i diversi elementi interni dell’Iraq ma anche esterni, cioè i Paesi vicini che cercano di mettere mano sull’Iraq, come l’Iran, la Turchia, gli altri Paesi a ovest e sud. Sono fiducioso, conoscendo la realtà irachena, che stiamo andando verso uno Stato democratico federale. Credo che questo sia l’obiettivo di tutti gli iracheni.

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    Solennità del Perdono di Assisi. Padre Carballo: riscoprire il gusto della misericordia di Dio

    ◊   Solenne apertura questa mattina nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola dei “giorni dell’Indulgenza” in occasione della Solennità del Perdono di Assisi del 2 agosto. Tra i momenti più significativi delle celebrazioni di domani: la Santa Messa presieduta dal vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, l’arrivo della 29.ma marcia francescana, il pellegrinaggio dei fedeli dell’Abruzzo, regione scossa dai recenti eventi sismici, e la celebrazione conclusiva con mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi. Come ogni anno è possibile ottenere l’indulgenza per sé e per i defunti in qualsiasi chiesa parrocchiale o francescana, a condizione di confessarsi, partecipare all’Eucaristia, rinnovare la propria fede e unirsi alla preghiera secondo le intenzioni del Papa. Il servizio è di Paolo Ondarza.

     
    Desiderava condividere con i tutti i fratelli l’immenso dono ricevuto da Dio: il Perdono. Era il 2 agosto 1216 e Francesco rivolto alla folla radunatasi sulla piana di Assisi esclamava “Fratelli, voglio mandarvi tutti in paradiso!"; una breve frase che conteneva però la gioia esuberante del sentirsi cercato, amato, accolto anche nel limite da un Padre, definito dal Poverello, nelle lodi all’Altissimo, come Misericordioso Salvatore. Il dono dell’indulgenza ricevuto dalla Vergine Maria divenne quindi la caratteristica della Porziuncola, quella piccola porzione di terreno a Santa Maria degli Angeli che da allora è divenuto “locus sanctus”: qui Dio è sceso per incontrare Francesco e chiunque vi entri con fede. Ascoltiamo il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori padre José Rodriguez Carballo, che oggi ha presieduto la Messa di apertura della Solennità:

     
    R. - Dobbiamo tener presente il contesto in cui Francesco ottiene dal Papa questa indulgenza. In quel momento i centri di pellegrinaggio erano la Terra Santa, Santiago di Compostela e Roma. Per andare in Terra Santa, a Santiago di Compostela, ma anche a Roma, si doveva disporre di molto tempo e anche di soldi. Francesco ottiene questa indulgenza proprio per la gente semplice, quella che non poteva pagare l’offerta per l’indulgenza e anche per tutti coloro che non potevano andare né a Roma, né a Santiago di Compostela. Diremmo allora che San Francesco, che aveva scoperto il volto misericordioso di Dio nella persona dei poveri, anche attraverso questa indulgenza, questo perdono di Assisi, mostra la sua solidarietà coi più poveri, coi più bisognosi. E’ un’indulgenza che in un primo momento è legata esclusivamente alla Porziuncola e ad Assisi ma in un secondo momento, proprio perchè la Misericordia e il Perdono non hanno limiti geografici, la ottiene per tutti le chiese francescane in tutto il mondo.

     
    D. – Crede che ci sia una coscienza reale del bisogno di perdono oggi?

     
    R. - Purtroppo oggi in molti anche battezzati, magari anche praticanti ritualmente, è sparita la coscienza del peccato e, quindi, la coscienza del bisogno di essere perdonati. Ma questo ha ripercussioni sociali. Chi non gusta il perdono di Dio difficilmente può perdonare ed ecco perché la nostra società è così violenta.

     
    D. – Quest’anno la Solennità del Perdono avviene in un momento speciale per la storia della Basilica...

     
    R. - Sì, certamente, siamo contenti proprio di celebrare questi cento anni del titolo di “Basilica papale”; una basilica che merita questo titolo proprio per il grande tesoro che conserva al suo interno, che è questa piccolissima chiesa ricostruita con le mani stesse di Francesco. Il Signore veramente ha predilezione per questo luogo. Nel corso della storia ci sono stati tanti terremoti ad Assisi, l’ultimo non tanto tempo fa. Questa piccola chiesetta non ha mai sofferto distruzione alcuna.

     
    D. – Quest’anno arriva in pellegrinaggio proprio per il Perdono di Assisi una delegazione di pellegrini dall’Abruzzo, popolazione - si sa - sconvolta dal recente terremoto. Che significato ha il loro pellegrinaggio alla Porziuncola?

     
    R. - Io penso che il pellegrinaggio della popolazione d’Abruzzo alla Porziuncola deve essere soprattutto segno di speranza. Così come Assisi è rinata dopo il terribile terremoto, anche l’Abruzzo sarà rinnovato e quella solidarietà che il popolo italiano e l’Europa hanno manifestato verso Assisi non deve mancare oggi anche alla popolazione dell’Abruzzo.

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    Padre Nicolás: Compagnia di Gesù sempre più africana e asiatica

    ◊   “Abbiamo bisogno del cambiamento. Abbiamo bisogno degli altri per ricordare ciò che è stato dimenticato”. Con queste parole, ieri sera, padre Adolfo Nicolás, Preposito Generale dei Gesuiti, ha spiegato quanto sta accadendo nella Compagnia di Gesù, dove le vocazioni si manifestano oggi in aree geografiche diverse rispetto al passato. Solenne l’occasione: l’omelia pronunciata nella Chiesa romana del Gesù, nella memoria liturgica del fondatore della Compagnia Sant’Ignazio di Loyola. La sua vicenda umana e spirituale e i capisaldi del suo insegnamento, invece, sono stati ripercorsi stamani dal vescovo di San Sebastian, mons. Joan Maria Uriarte Goiricelaya, durante le celebrazioni nella terra d’origine del Santo. Il servizio è di Silvia Gusmano:

    Ha il volto dell’Asia e dell’Africa il futuro della Compagnia di Gesù. E a questo cambiamento che interessa tutta la Chiesa, nata in Medio Oriente e cresciuta in Europa, padre Nicolás guarda con grande ottimismo:

     
    “Questo cambiamento demografico non è soltanto un fenomeno sociologico. Credo che sia una grande opportunità di rinnovamento per tutti noi, l’opportunità di tornare alle origini. L’Asia e l’Africa ci riporteranno a dimensioni di umanità, di spiritualità, di ministero e di servizio che forse, in Europa, abbiamo perduto”.

     
    Ad alimentare la fiducia verso il cambiamento, le esperienze dirette che il Preposito ha vissuto in viaggi recenti in questi continenti, le testimonianze di fede cui ha assistito. Queste le riflessioni sul Ruanda, Paese dilaniato dal genocidio, che l’ha accolto con danze e canti gioiosi:

     
    “Sant’Agostino diceva: quando cantate pregate due volte. Allora io mi chiedo: quante volte pregano questi africani, che danzano e ballano il proprio dolore, che ballano la propria speranza, che ballano le proprie gioie e i propri timori? Tutto questo si fa danza. Così loro scelgono la vita. E con l’Africa vivremo anche noi, perché l’Africa è il futuro della Chiesa”.

     
    Dobbiamo dunque scacciare la paura che ci assale davanti al cambiamento – ha proseguito padre Nicolás – e non temere per la nostra identità che va ben oltre la provenienza geografica:

     
    “Il Vangelo ci dice che questa questione non è una minaccia, è una nuova chiamata. Quello che ci terrà insieme, quello che ci manterrà fedeli alla nostra vocazione, sono i punti centrali della spiritualità di Sant’Ignazio e il Vangelo di oggi ci ricorda un punto essenziale: dobbiamo morire a noi stessi per trovare Cristo. Che sia Cristo ciò che conta veramente, che sia Cristo il punto centrale della nostra identità”.

     
    Questa dinamica di morte e vita – ha concluso padre Nicolás come a chiudere un cerchio – è presente anche in altre religioni a cominciare dal Buddismo. La grande religione orientale, infatti, insegna che più siamo coscienti della nostra vacuità, più siamo capaci di provare compassione per gli altri.

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    Quindicina dell'Assunta nella Basilica romana di Santa Maria in Via Lata

    ◊   Quindici giorni speciali di preghiera e di digiuno in onore della Vergine Maria: inizia questa sera la cosiddetta “Quindicina dell’Assunta”, una tradizione che si rinnova da 35 anni nella Basilica romana di Santa Maria in Via Lata, per iniziativa del Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”. La celebrazione si svolge ogni sera, dalle 21.30 alle 22.30, e introduce i fedeli alla Solennità dell’Assunzione di Maria seguendo l’ufficiatura in uso alle Chiese d’Oriente. Ma come si svolge, esattamente, la “Quindicina dell’Assunta”? Isabella Piro lo ha chiesto a suor Ester Di Meglio, collaboratrice del Centro “Madre della Chiesa”:

    R. – Il mese di agosto in tutte le Chiese d’Oriente - siriaca, copta, etiopica, armena, bizantina - è dedicato alla Santissima Madre di Dio Assunta in Cielo. Per questo, da oltre dieci secoli, i 15 giorni che precedono l’Assunta vengono chiamati "piccola quaresima della Vergine" con preghiere, digiuni, come preparazione alla Pasqua della Madre di Dio. In tutte le Chiese bizantine i fedeli accorrono numerosissimi per celebrare l’ufficio della “paraclisis”, un particolare ufficio liturgico di supplica e di consolazione alla Madre di Dio che viene cantato o recitato da quasi tutti i fedeli per ottenere dalla Vergine Madre aiuto e consolazione.

     
    D. - Nella tradizione orientale l’Assunzione di Maria è vista come una dormizione. Qual è, in senso generico, la differenza tra i due termini?

     
    R. – Sono due momenti dello stesso mistero di Maria che passa dalla terra alla gloria del Cielo. Gli orientali amano fermarsi sul momento terminale della vita di Maria che si addormenta in un sonno che non è morte ma preludio di vita. Noi invece preferiamo guardare il secondo momento, quando cioè risorta sale al cielo e viene incoronata Regina accanto al figlio Gesù. I due termini non sono contraddittori ma complementari.

     
    D. – Dal punto di vista del cammino ecumenico qual è l’importanza della “Quindicina dell’Assunta”?

     
    R. - Si tratta di immedesimarsi in uno stesso modo di pregare e supplicare la Vergine che è Madre dell’unica Chiesa, realizzando così l’augurio del Papa Giovanni Paolo II di respirare con i due polmoni della Chiesa, l’Oriente e l’Occidente.

     
    D.- Secondo lei l’uomo di oggi è disposto a pregare per quindici giorni di seguito?

     
    R. – Io nella mia esperienza sono rimasta sempre commossa. La nostra fondatrice era perplessa ma diceva: non è possibile organizzare una cosa del genere nel mese di agosto, purtuttavia noi dobbiamo procurare i mezzi per far conoscere queste realtà. Sta alla Vergine pensare a trovare le sue persone. Può sembrare una cosa strana, ma la Chiesa nel mese di agosto è piena.

     
    D. – Questo vuol dire che Maria è sempre punto di riferimento?

     
    R. – Non solo un punto di riferimento ma io penso che, proprio come una madre, attraverso vie misteriose raggiunge il cuore degli uomini.

     
    D. - Suor Ester, cosa si augura che la “Quindicina dell’Assunta” possa donare all’uomo contemporaneo?

     
    R. – Noi speriamo che queste celebrazioni ravvivino in tutti i cristiani il senso della vita umana per cui alzando lo sguardo alla Vergine tutti possono fissare su di Lei lo sguardo come figli nel volto della propria Madre quale segno di sicura speranza e di consolazione.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 18.ma Domenica del Tempo Ordinario il Vangelo ci presenta il discorso di Gesù a Cafàrnao dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Di fronte alle domande e all’incredulità della folla che lo segue il Signore dice:

    «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

     
    Su questo brando del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    Ogni uomo, quando viene alla luce, prende il suo nutrimento dal corpo della madre, da quel corpo, cioè, nel quale la sua vita è stata concepita.

     
    Il filosofo pagano afferma che noi “ci nutriamo di quelle stesse cose da cui prendiamo l’essere” (ex eisdem nutrimur ex quibus sumus). Se ne ricava che l’uomo può essere veramente nutrito da ciò che ha la medesima natura del suo stesso principio vitale. Ma da chi ha la vita l’uomo? Quale padre e quale madre che siano sensati possono ragionevolmente ritenersi creatori della vita dei propri figli? Solo Dio è l’autore della vita, della vita di ciascun uomo.

     
    Allora diviene evidente che solo comunicando alla vita di Dio, solo avendo parte a Dio stesso, l’uomo potrà nutrire la sua vita e potrà avere la vita.

     
    Allora potrà apparire con maggiore precisione e cogente stringenza quello che Gesù ha affermato quel giorno a Cafarnao: “Il pane di Dio è colui che discende dal Cielo ... Io sono il pane della vita”.

     
    L’uomo non si nutre di “qualcosa”, ma di “Qualcuno”, per il fatto che la sua vita non proviene da “qualcosa”, ma da “Qualcuno”. Se il nostro vero nutrimento proviene dal Cielo è solo perché la nostra stessa vita proviene di lì.

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    Chiesa e Società



    Sei cristiani uccisi in Pakistan

    ◊   Una folla di fedeli musulmani ha saccheggiato e dato alle fiamme 75 case di cristiani e bruciato due chiese nel villaggio di Korian, distretto di Toba Tek Singh nel Punjab. Lo riferisce AsiaNews. Secondo l’Associated Press sei cristiani, tra cui quattro donne e un bambino, sarebbero stati uccisi. A far scatenare l’attacco l’accusa di presunta blasfemia contro Mukhtar Masih, Talib Masih ed il figlio di quest’ultimo, Imran Maseeh. I tre – secondo le accuse - avrebbero dissacrato il Corano durante una cerimonia nuziale. Secondo fonti locali, gli aggressori provenivano da un villaggio vicino a Korian. I fatti risalgono al 30 luglio: i musulmani hanno preso d’assalto le case dei cristiani mentre un gruppo di loro cercava di inscenare una sorta di processo pubblico per ottenere da Talib Masih le scuse per il gesto di cui era accusato. La folla ha poi bloccato la strada che unisce Faisalabad a Gojra e l’ingresso della caserma dei vigili del fuoco del villaggio, ostacolando i soccorsi e l'estinzione degli incendi. Il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, ha espresso seria preoccupazione per l’accaduto: “È un fatto che va contro lo spirito dell’islam e le norme della società civile quando le leggi vengono manipolate e i membri di una minoranza sono fatti oggetto di violenza sulla base di crimini reali o presunti”. Zardari ha chiesto alle autorità locali un rapporto dettagliato della situazione e ieri ha inviato sul posto il Ministro per le minoranze, Shahbaz Bhatti, insieme a quello per diritti umani, Kamran Michael, per esprimere la vicinanza del governo alla comunità cristiana aggredita. I rappresentanti governativi hanno assicurato che le vittime riceveranno un risarcimento per i danni subiti.

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    Mons. Paglia: martire dell’apostolato biblico la donna uccisa in Corea del Nord per aver distribuito Bibbie

    ◊   La coreana Ri Hyon-ok e la sua famiglia sono un modello di impegno nella diffusione della Parola di Dio e nell'apostolato biblico. E' quanto scrive in una lettera mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Federazione Biblica Cattolica, in merito a quanto accaduto in Corea del Nord, il 16 giugno scorso, quando la signora Ri Hyon-ok, di 33 anni, sposata e madre di tre figli è stata giustiziata dal regime con l’accusa di aver “distribuito Bibbie”. Il marito e i tre figli, il giorno dopo l’esecuzione, sarebbero stati rinchiusi, secondo l’agenzia Zenit, in un campo di detenzione vicino alla città di Hoeryong presso la frontiera con la Cina. “Cari amici, questa donna oggi sta davanti a tutti noi come una 'martire' dell’apostolato biblico. Lei è morta per donare la Bibbia”, si legge nella lettera resa nota dalla segreteria della Federazione Biblica Cattolica. “E’ un esempio per noi che – come scrive la Lettera agli Ebrei - 'non abbiamo resistito sino al sangue' (cfr Eb 12, 4)”, continua il presule. “Ho sentito il bisogno di comunicarvi questa testimonianza – scrive mons. Paglia – perché ci aiuta a riscoprire quella forza interiore che sola può sostenere il nostro lavoro”. “Negli anni passati altri due cristiani sono stati uccisi perché distribuivano Sacre Scritture, uno in Turchia e l’altro a Gaza”, continua. “Certo, possiamo domandarci: quale minaccia rappresenta una Bibbia? Eppure la Bibbia rappresenta una parola diversa che sgretola ogni totalitarismo”. “Cari amici – conclude - il martirio di Ri Hyon-ok ci rafforzi nella fede”. (V.V.)

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    Cina: 13 milioni di aborti ogni anno. Ripensamenti sulla politica del figlio unico

    ◊   In Cina ci sono circa 13 milioni di aborti l’anno, secondo i dati ufficiali degli ospedali. Un funzionario della Commissione statale per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare (Cspf), ha dichiarato all’agenzia AsiaNews che almeno la metà degli interventi hanno una finalità “contraccettiva”, anche considerato che sono chiesti da giovani donne non sposate. Il China Daily osserva che il numero reale degli aborti è molto maggiore, poiché il dato non comprende i molti interventi non registrati operati in cliniche private. Il 62% delle donne che abortiscono non sono sposate e hanno età tra 20 e 29 anni. Il China Daily non si pone però alcuna domanda sugli aborti forzati per attuare un controllo violento sulla popolazione. Per anni l’aborto è stato imposto dalle autorità per rispettare la politica del figlio-unico, in vigore dalla fine degli anni ’70, che consente alle coppie di avere un solo figlio. Il governo ritiene che questa politica abbia impedito almeno 400 milioni di nascite. Ora c’è una iniziale volontà di riconsiderare il problema, anche viste le conseguenze negative di questa politica (invecchiamento della popolazione, mancanza di forza lavoro, problemi legati all’essere figlio unico). Nei giorni scorsi Xie Lingli, direttore a Shanghai della Cspf, ha discusso sul China Daily la possibilità per le coppie cittadine di avere un secondo figlio. Harry Wu, attivista per la tutela dei diritti, da anni emigrato negli Usa, in un suo libro tratta in modo approfondito le gravi conseguenze, umane e sociali, di questa politica. Il libro, dal titolo Strage di innocenti. La politica del figlio unico in Cina indica i dati di quello che è stato un vero sconvolgimento della società tradizionale, fondata sulle famiglie numerose. Il controllo della Cspf arriva a decidere, sulla base di dati burocratici, quanti bambini possono nascere ogni anno in ogni zona. Nei momenti di massimo rigore, le donne rimaste incinta senza il permesso delle autorità sono state forzate ad abortire, ovvero sottoposte a detenzione e confisca di beni per convincerle. Il libro indica che negli anni ’80-’90 sono state lanciate campagne di sterilizzazione per chi aveva già avuto la quota di figli consentita, con decine di milioni di donne sterilizzate ogni anno. (V.V)

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    Perù: messaggio del presidente della Conferenza episcopale

    ◊   “Stimati fratelli e sorelle, nell’anniversario della nazione, dalla nostra fede in Dio creatore, vogliamo riaffermare la nostra speranza nelle capacità dei peruviani ed invochiamo l’azione di tutti per realizzare un Perù che cresca in umanità con la carità e con la verità”. Sono le parole di mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo metropolita di Trujillo e Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, nel messaggio inviato in occasione della celebrazione delle festività nazionali. Nel testo, ripreso dall'agenzia Fides, viene ricordato come sia trascorso “un tempo di tensioni sociali ed incertezze, di fronte al quale ribadiamo l’importanza del dialogo e l’inutilità della violenza”. “Nel nostro avanzare verso il progresso - continua il testo - non dobbiamo mai dimenticare che il primo capitale è l’uomo, cioè, la persona nella sua integrità. Per la Chiesa questa missione è irrinunciabile, come è irrinunciabile per ogni uomo promuovere il proprio sviluppo e quello degli altri”. Inoltre viene chiesto “che le scelte economiche, che hanno portato benefici in Perù, non facciano aumentare le disuguaglianze che sono moralmente inaccettabili”. Un altro punto importante per promuovere il progresso e lo sviluppo della nazione, è “optare per la vita e la famiglia”, perché “l’apertura alla vita che va sempre difesa, è al centro del vero sviluppo”. “Dobbiamo continuare a proporre alle giovani generazioni la bellezza della famiglia, del matrimonio e la loro sintonia con le esigenze più profonde del cuore e della dignità della persona umana”, aggiunge il Presidente della Conferenza Episcopale. Quindi invia un saluto speciale a tutti i compatrioti che si trovano all’estero, molti di loro emigranti, e conclude il Messaggio con un’invocazione a Dio e alla Santissima Vergine Maria affinché concedano “la forza, la speranza e la gioia per impegnarci nello sviluppo e nel progresso di ogni peruviano e di tutti i peruviani”. (V.V.)

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    Colombia: un congresso sulla difesa della vita umana

    ◊   In corso, oggi e domani, a Medellin, in Colombia, un Congresso sul tema della mancanza di difesa dell'essere umano. L’evento è organizzato dall’Associazione Benefica Cristiana Promotrice di Sviluppo Integrale (ABC Prodein) e avrà luogo nell’Aula Magna dell’Università Pontificia Bolivariana. L’obiettivo principale del Congresso – informa la Fides – è formare e impegnare tutte le persone a realizzare delle azioni evangelizzatrici a favore della vita e della famiglia. Tra gli obiettivi specifici figurano: analizzare, evidenziare e denunciare la cultura della morte e proclamare la verità integrale ed i valori della vita e della famiglia; presentare le differenti iniziative positive che si promuovono nella situazione attuale dell’umanità a beneficio della cultura della vita; promuovere la commemorazione annuale del giorno della vita del bambino non nato; conoscere e motivare l’adorazione eucaristica per porre fine all’aborto; condividere il laboratorio di risanamento post aborto diretto dal Progetto Rassicura, un cammino di rinascita spirituale per chi ha fatto l'esperienza dell'aborto. Il Congresso è rivolto a professionisti della salute, sacerdoti e religiosi, docenti, agenti pastorali, assistenti sociali e difensori della vita in generale. Tra i relatori figurano studiosi provenienti da diversi Paesi dell’America Latina. (S.G.)

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    Rwanda: onorificenza a un missionario italiano che salvò 3000 persone dal genocidio

    ◊   C'è anche un missionario italiano - padre Mario Falconi, barnabita, originario di Borgo di Terzo in provincia di Bergamo - tra le dieci persone a cui nei giorni scorsi in Rwanda è stata consegnata un'onorificenza per aver salvato la vita ad alcune persone durante il “Genocidio del Rwanda”, costato la vita nel 1994 a 800mila abitanti del Paese. Lo rende noto il Sir. La cerimonia - organizzata dall'associazione Ibuka, promossa dai superstiti del genocidio - si è svolta al memoriale di Nyanza, al termine dei cento giorni di lutto organizzati in occasione del quindicesimo anniversario delle stragi. Padre Falconi - tuttora in Rwanda - ha salvato più di tremila tutsi, aprendo loro le porte della sua parrocchia a Muhura, nell'est del Rwanda. “Oggi mi premiate come un eroe - ha dichiarato il barnabita intervistato da Radio Rwanda - ma tutto quello che so e che io ha fatto quanto è chiesto a ogni cristiano. Li ho solo protetti dai loro assassini, come Cristo protegge la sua Chiesa”. Durante i giorni difficili del 1994, padre Falconi scelse di non essere rimpatriato in Italia per condividere con la propria gente questo momento difficile. (V.V.)

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    Scontro tra due natanti a Capri. Disperso mons. Saccone

    ◊   Ha espresso “profondo dolore e incredulità” il cardinale, arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, per il grave scontro tra un piccolo motoscafo e uno yacht al largo di Capri in cui ieri è rimasto disperso mons. Luigi Saccone. Sette, inoltre, le persone ferite. Il sacerdote di 71 anni, vicario episcopale per la cultura della Diocesi di Pozzuoli e cappellano della sede Rai di Napoli, stava trascorrendo una giornata di svago con i suoi familiari a bordo del piccolo natante. "Questo episodio – ha spiegato il porporato – “ci invita a riflettere ancora una volta che il diritto alla vacanza non può essere limitato o annullato dai comportamenti degli altri, spesso accompagnati da imprudenza, da violazione delle regole e dal mancato rispetto dei diritti e della libertà altrui”. Gli stessi comportamenti – ha proseguito il cardinal Sepe – che hanno causato la morte in mare di un anziano signore di Napoli appena pochi giorni fa. Nell’esprimere sentimenti di solidarietà e partecipazione alla famiglia, il porporato ha infine espresso grande apprezzamento per lo spessore umano, culturale e spirituale di mons. Saccone, con cui – ha detto – ha spesso avuto occasione di collaborare. (S.G.)

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    Scuole materne cattoliche: 2000 posti a rischio e servizi in pericolo, senza finanziamenti

    ◊   “Un fatto gravissimo che mette a repentaglio il posto di lavoro per duemila persone e un servizio offerto a 20 mila famiglie di tutte le regioni”. Così la Fism (Federazione italiana scuole materne), in una nota, definisce la nuova, mancata approvazione del finanziamento alle “sezioni primavera” da parte dalla Conferenza Stato-Regioni. “Le scuole dell’infanzia coinvolte dalla non decisione – denuncia la Fism - non possono rispondere, ad oggi, alle numerose e legittime domande delle famiglie circa i costi del servizio, la sua sostenibilità e la sua stessa realizzazione”. La Fism – informa il Sir – ritiene “fortemente ingiustificata” l’interruzione della riunione della Conferenza Stato Regioni, “causata dal mancato accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione sulla riforma dei licei, che è tutt’altra questione rispetto alle Sezioni Primavera”, e invita gli amministratori delle Regioni, il Ministro e le forze politiche “a trovare una soluzione in tempi rapidi affinché non si comprometta un servizio vitale per migliaia di famiglie italiane”. Nata nel 1974, la Fism segue circa 8 mila scuole cattoliche o di ispirazione cristiana in Italia, tutte parificate e frequentate da oltre 550 mila bambini (più di un terzo dei minori che rientrano in quella fascia d’età). (S.G.)

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    Pastorale giovanile nelle Isole Salomone

    ◊   E’ un viaggio-missione che è stato dedicato interamente alla formazione, all’incontro con i giovani, al training di evangelizzazione, quello compiuto da due missionari Marianisti che, da New York, hanno trascorso due mesi nelle Isole Salomone. E’ una modalità attraverso cui le Chiese e gli istituti religiosi presenti in parti del mondo più ricche e sviluppate mettono le loro risorse a disposizione delle piccole comunità cattoliche in zone del mondo più remote. I due Marianisti, Fratel David Bruner e Fratel Timothy Driscoll, sono stati invitati dal vescovo di Auki, mons. Christopher Cardone, e hanno svolto nei mesi di giugno e luglio un intenso programma di formazione per catechisti e insegnanti, nonchè attività di pastorale giovanile nelle tre diocesi delle Salomone. Il tema centrale che essi hanno approfondito è stato quello proposto da Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù 2009: “Abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio Vivente”. Il tema è stato declinato in un training specifico per insegnanti e catechisti che, come i genitori, hanno la responsabilità di trasmettere la fede alle nuove generazioni; è stato poi “spezzato” in incontri, giornate di ritiro e corsi destinati ai giovani, per tenere vivo lo spirito della Gmg di Sydney, che ha lasciato una traccia profonda nella gioventù dell’Oceania. La Chiesa locale, riferisce l'agenzia Fides, ha accolto con entusiasmo i due missionari, ringraziandoli del contributo offerto e dell’entusiasmo che hanno saputo infondere. La Chiesa delle Salomone da anni propone questo tipo di esperienze, invitando missionari dall’estero per speciali programmi di formazione estiva, soprattutto per rivitalizzare le persone impegnate nell’istruzione e nell’educazione dei giovani. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Gli Usa rinnovano le sanzioni contro la Siria

    ◊   Le sanzioni nei confronti della Siria saranno rinnovate nonostante i segnali positivi del Paese mediorientale. La decisione è stata presa dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che a sorpresa conferma le linee guida della precedente amministrazione Bush attuate nell'agosto del 2007. In un comunicato stampa della Casa Bianca si sottolineano ingerenze da parte di alcune personalità siriane che contribuscono all’instabilità politica ed economica del Libano costiuendo una minaccia costante per gli Stati Uniti.

    Iran
    Si è aperto a Teheran il processo ad un centinaio di oppositori arrestati dopo i disordini scoppiati per la rielezione del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, lo scorso 12 giugno. Secondo la stampa iraniana, i manifestanti sono accusati di "attentato alla sicurezza nazionale, di aver sovvertito l'ordine pubblico e di atti di vandalismo". Tra gli imputati figurano importanti riformatori tra cui l'ex vice presidente, Mohammad Ali Abtahi, l'ex vice ministro degli Esteri, Mohsen Aminzadeh e l'ex portavoce del governo Abdollah Ramazanzadeh. Potrebbero aggravarsi, intanto, i rapporti tra Stati Uniti e Iran dopo l’arresto di tre turisti americani da parte delle autorità iraniane. Sono stati sorpresi mentre, forse inconsapevolmente, avevano oltrepassato la frontiera con il Kurdistan iracheno.

    Spagna - Eta
    È caccia al commando dell'Eta che ha seminato terrore a Maiorca. Sono stati identificati i presunti membri della cellula responsabile del grave attentato di giovedì, costato la vita a due agenti della Guardia Civil. Sei le persone sospettate, le cui foto sono state diffuse dal Ministero dell'Interno spagnolo e pubblicate su Internet. Secondo le forze di sicurezza, i terroristi si troverebbero ancora sull’isola: per questo motivo la polizia ha bloccato tutti gli accessi, sia via mare sia via terra. L'aeroporto di Maiorca è rimasto chiuso per ore. Ieri, intanto, è stata giornata di lutto nazionale in Spagna: alla presenza del premier Zapatero, del ministro dell’interno spagnolo e del principe ereditario si sono svolti i funerali di Stato per le due vittime.

    Spagna, Incendio nelle isole Canarie
    Almeno 4 mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro case a La Palma, nelle isole Canarie, per un incendio divampato nei boschi al centro dell'isola. Per far fronte alle fiamme, alimentate dal forte vento, le autorità locali hanno chiesto aiuto ai militari di stanza nella vicina isola di Tenerife. Stando alla radio spagnola, sono andati in fumo mille ettari di vegetazione in poche ore.

    Russia-Georgia
    Sale di nuovo la tensione tra Russia e Georgia. A pochi giorni dal primo anniversario della guerra tra Mosca e Tbilisi, la Russia ha denunciato oggi l'intensificarsi di spari e lanci di razzi dal territorio georgiano contro la capitale sudosseta Tskhinvai. Mosca ha anche minacciato l’intervento militare contro Tbilisi se "le provocazioni contro la popolazione dell'Ossezia del Sud e contro i soldati russi non cesseranno". In un comunicato dai toni molto duri, il Ministero della Difesa russo parla di situazione analoga a quella che precedette il conflitto armato di un anno fa, e mette in guardia Tbilisi dal continuare nelle sue "provocazioni".

    Moldova
    Situazione complessa in Moldova alla luce dei risultati delle elezioni anticipate. Il partito comunista ha perso la maggioranza in Parlamento e, a scrutinio quasi ultimato, ha ottenuto un numero di seggi insufficiente per governare. Potrebbero invece formare un nuovo esecutivo i quattro partiti di opposizione, che tuttavia non hanno raggiunto un risultato necessario per eleggere il nuovo presidente. Non si esclude l’ipotesi di tornare a votare, malgrado in queste ore proseguano le trattative fra le parti.

    Pakistan
    L’ex presidente pakistano Pervez Musharraf rischia il carcere o l’esilio. La suprema Corte di Islamabad ha giudicato incostituzionale la proclamazione dello stato di emergenza avvenuta il 3 novembre del 2007, quando Musharraf, allora alla guida del Paese, sciolse le Camere e destituì vari giudici della Corte suprema, concentrando su di sé tutti i poteri. Ieri l’ex presidente pakistano non si è presentato alla prima udienza presieduta dal suo antagonista, nonché capo della Giustizia, Iftikhar Chaudhry.

    Nato: insediato il nuovo segretario generale Rasmussen
    Si è insediato oggi, a Bruxelles, il nuovo segretario generale della Nato, l’ex premier danese Anders Fogh Rasmussen. Sostituirà l’olandese Jaap de Hoop Scheffer alla guida dell’Alleanza Atlantica. Scheffer ha lasciato l’incarico dopo 5 anni e mezzo di mandato. Il nuovo segretario generale si è detto "determinato a rendere l'Alleanza il più trasparente e inclusiva possibile”.

    Afghanistan
    Un comandante talebano è stato catturato nella provincia settentrionale afghana di Kunduz. Secondo quanto annunciato dalle autorità locali, militari tedeschi in collaborazione con le forze della sicurezza nazionale avrebbero arrestato Qari Abdul Wadoud, nel distretto di Imam Sahib. L'uomo era alla testa di un centinaio di uomini che avevano compiuto una serie di azioni anti-governative. Si dichiara favorevole a negoziare con i talebani, intanto, il nuovo segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, nel suo primo giorno alla guida dell’Alleanza. Con le sue dichiarazioni il nuovo segretario generale appoggia quanto affermato in precedenza dal ministro degli Esteri britannico, David Miliband, favorevole a contatti diretti con alcuni gruppi di talebani nel sud del Paese.

    Honduras
    Nuova giornata di violente manifestazioni e proteste ieri in Honduras. Prosegue intanto la ricerca di appoggi internazionali da parte del presidente deposto, Manuel Zelaya, che continua ad annunciare come imminente il suo rientro nel Paese. La giunta al potere si oppone al ritorno del capo dello Stato e protesta vibratamente con quanti nella comunità internazionale appoggiano quest’eventualità.

    Israele: rapporto del governo sull’operazione “Piombo fuso”
    L'offensiva militare israeliana a Gaza nel gennaio scorso è stata "necessaria e proporzionata". È quanto afferma un rapporto governativo israeliano in riferimento all’operazione “Piombo fuso”, precisando inoltre di non aver mai usato munizioni al fosforo bianco e che non ci sarebbero morti documentate di palestinesi a causa dell'esposizione della sostanza. Il rapporto arriva come risposta alle accuse da parte di Organizzazioni Non Governative, del Centro palestinese per i diritti umani e delle Nazioni Unite che denunciano la morte di migliaia di civili palestinesi durante gli attacchi israeliani. L'ex giudice sudafricano Richard Goldstone è stato incaricato dal consiglio dell'Onu per i diritti umani di indagare su eventuali crimini commessi durante il conflitto.

    Nigeria
    Il capo di Stato maggiore dell'esercito nigeriano, il generale Paul Dike, ha annunciato oggi di voler liberare il Paese dagli estremisti islamici aumentando il numero di soldati. Il governatore dello Stato del Borno, la zona più colpita ed epicentro dei combattimenti, ha confermato che la situazione sembra essere tornata alla normalità e che adesso spetta alle forze di sicurezza sradicare i movimenti integralisti. Almeno 600 persone sono state uccise in cinque giorni nei violenti scontri fra le forze di sicurezza nigeriane e un gruppo di seguaci della setta islamica Boko Haram.

    Myanmar: processo ad Aung San Suu Kyi
    È stata rinviata al prossimo 11 o 12 agosto, in Myanmar, la sentenza che decreterà l’innocenza o la colpevolezza della leader dell'opposizione, Aung San Suu Kyi, accusata di aver violato gli arresti domiciliari. Lo hanno riferito fonti diplomatiche. Il verdetto era atteso per oggi, ma i giudici hanno dichiarato che bisogna “riesaminare il fascicolo”. Suu Kyi, 64 anni, è sotto processo per aver permesso all'americano John Yettaw di rimanere nella sua casa di Yangon dopo aver aggirato i controlli di sicurezza. Se ritenuta colpevole, la Premio Nobel sarà condannata a cinque anni di prigione.

    Il Myanmar e l'atomica
    Entro il 2014 il Myanmar potrebbe dotarsi della bomba atomica grazie all’aiuto segreto della Corea del Nord nella costruzione di un reattore nucleare di plutonio. Le installazioni si troverebbero nel nord del Paese e funzionerebbero parallelamente ad un reattore civile costruito dalla Russia. La notizia, diffusa dai dissidenti birmani, giunge dopo le preoccupazioni espresse dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, sulla possibilità di trasferimento di armi e tecnologie nucleari dalla Corea del Nord al governo della giunta militare birmana.

    Venezuela
    Nuova stretta in Venezuela del presidente Hugo Chavez nei confronti del dissenso. Il capo dello Stato ha ordinato la chiusura di 34 emittenti radiofoniche, giustificando la mossa con la necessità di garantire la democrazia, rovesciando così le accuse su di lui di repressione arrivate anche da organizzazioni indipendenti come Human Rights Watch.

    Stati Uniti - Economia
    Sebbene i dati sul Pil statunitense del secondo trimestre 2009 siano migliori delle attese e dimostrino che la recessione economica sta rallentando, oggi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha frenato sull’ipotesi di una ripresa in tempi brevi. “Ci vorranno molti più mesi per uscire dalla recessione”, ha dichiarato Obama nel suo discorso settimanale. Sul fronte della disoccupazione, il presidente ha ammesso che i dati della prossima settimana relativi ai disoccupati, indicheranno ancora che molti americani stanno perdendo l'impiego.

    Guantanamo
    In attesa della sua chiusura, promessa da Barack Obama, il carcere di Guantanamo continua lentamente a svuotarsi. Il giudice federale Hellen Huvelle ha ordinato il rilascio di Mohammed Jawad, un afghano arrestato nel 2002 e detenuto nel campo di prigionia da quando aveva solo 12 anni. Jawad era stato accusato di aver ferito due soldati americani ed il loro interprete con una granata. I giudici hanno ritenuto illegale la detenzione, precisando che la sua confessione è stata ottenuta sotto tortura. L’uomo tornerà in Afghanistan entro il prossimo 24 agosto.

    Francia
    Almeno 46 feriti nel nord della Francia per l’esplosione di una fonderia di campane. L'incidente è avvenuto in una fabbrica di Vielledieu-les-Poele, aperta al pubblico per una dimostrazione. Diversi turisti tra le persone colpite dal bronzo fuso.

     
    Influenza A
    Alcuni dei passeggeri e membri dell’equipaggio della nave da crociera Royal Caribbean "Voyager of the sea", infettata dal virus A-H1N1, sono stati autorizzati a sbarcare nel porto di Marsiglia. A bordo rimarranno almeno 130 persone che presentano i sintomi dell’influenza. Secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control i decessi sono stati 1.148 e almeno 183.326 i casi di contagio nel mondo. Gli Stati Uniti rimangono il Paese più colpito con 353 morti legate al virus. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo e Mariella Pugliesi)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 213

     
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