Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 25/09/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Occorre favorire l’effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie: la raccomandazione di Benedetto XVI parlando ai delegati della Scuola cattolica in Italia
  • Altre udienze
  • Il Papa nomina mons. Mariano Crociata, vescovo di Noto, nuovo segretario generale della CEI
  • Novità per gli Istituti Superiori di Scienze religiose, nell’Istruzione presentata stamane nella Sala Stampa Vaticana
  • Si celebra oggi la Giornata marittima mondiale: l'invito di mons. Agostino Marchetto a pregare per tutta la gente del mare
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Oggi a New York, riunione all’ONU sugli Obiettivi del Millennio. Le ONG italiane, chiedono di ridurre le spese militari e d’investire nella cooperazione
  • Dilaga la crisi dei mutui negli Stati Uniti: i riflessi del discorso di Bush sulla campagna elettorale presidenziale e sui mercati internazionali
  • Il problema dei rifugiati iracheni ma anche le potenzialità e i rischi dei mass media: al centro della Plenaria della Conferenza episcopale tedesca
  • Da domani a Roma il Congresso internazionale di "Retrouvaille", associazione ecclesiale per aiutare le coppie in crisi
  • Chiesa e Società

  • Per la prima volta un rabbino parlerà al Sinodo dei vescovi sulla Parola
  • India: ancora case di cristiani date alle fiamme e chiese danneggiate ad Orissa
  • Haiti: 3 milioni di abitanti senza cibo dopo la catastrofe causata da uragani e tempeste tropicali
  • Fame in Etiopia: gli interventi di Medici Senza Frontiere negli ultimi quattro mesi
  • Benin: 20 vittime nel sud del Paese a causa delle inondazioni
  • Spagna: nasce la piattaforma “Diritto a vivere”, contro la legge sull’aborto libero proposta dal Governo
  • Dichiarazione dei venezuelani sulla campagna elettorale per le elezioni regionali del 23 novembre
  • Perù. L’arcivescovo di Lima cardinale Juan Luis Cipriani chiarisce il senso degli interventi della Chiesa in caso di conflitto sociale
  • Ecuador: domenica referendum sulla nuova Costituzione, ma i vescovi sono contrari ad alcuni articoli
  • Vietnam: veglia a Ho Chi Minh City per chiedere giustizia e pregare per chi perseguita la Chiesa
  • Filippine: Conferenza episcopale contraria al test Hiv per i lavoratori d’oltremare
  • Latte contaminato in Cina: UNICEF e OMS esprimono “rammarico e preoccupazione”
  • Il cardinale Kasper a Lourdes: “i nostri tempi segnano l'inizio di un comune pellegrinaggio verso l'unità”.
  • Bartolomeo I al Parlamento Europeo:un ecumene di pace con il dialogo tra fedi e culture
  • A trent’anni dalla morte di Giovanni Paolo I un convegno per ricordarlo come uomo, prete e vescovo
  • Ucraina: avviato il processo di beatificazione del primo salesiano di rito bizantino
  • Australia: no dei vescovi alla proposta di legge sull'aborto entro 6 mesi di gravidanza
  • Lourdes: parte domenica il pellegrinaggio internazionale dell’Unitalsi
  • Ciad: su Internet il sito della Prefettura apostolica di Mongo
  • Grande manifestazione a Damasco in onore di San Paolo
  • Pace in Medio Oriente: inizia oggi a Venezia la Terza Conferenza degli Enti Locali
  • Anno Paolino: il 26 ottobre, la diocesi di Roma sarà in pellegrinaggio al sepolcro di San Paolo
  • Italia: visita a Norcia degli abati benedettini di tutto il mondo
  • Al via la Carovana Missionaria per la Pace a Milano, Pordenone e Lecce
  • Il Professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dell’Università di Lublino
  • 24 Ore nel Mondo

  • Al via stamani a Città del Capo la riunione dell’Assemblea nazionale sudafricana per eleggere il nuovo presidente della Repubblica
  • Il Papa e la Santa Sede



    Occorre favorire l’effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie: la raccomandazione di Benedetto XVI parlando ai delegati della Scuola cattolica in Italia

    ◊   Favorire l’effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie per consentire ai genitori opportuna libertà di scelta, lo ha sottolineato il Papa parlando ai delegati della Scuola cattolica in Italia e partecipanti al Convegno: “Oltre l’emergenza educativa, la scuola cattolica al servizio dei giovani”, ricevuti oggi a Castel Gandolfo. L’incontro si tiene oggi e domani c Rocca di Papa, in occasione del X anniversario di fondazione del Centro studi per la Scuola Cattolica istituito dalla Conferenza episcopale italiana. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Continuare il “prezioso servizio che con la Scuola cattolica viene reso all’evangelizzazione della gioventù e del mondo della cultura”: è l’invito espresso da Benedetto XVI nel ricevere i rappresentanti della Scuola cattolica in Italia. In particolare il Papa ha sottolineato l’importante apporto del Centro studi per la Scuola cattolica, che ha svolto “un attento monitoraggio”, “seguendo con particolare interesse le vicende della parità e delle riforme della scuola in Italia”. Ricordando i significativi documenti dell’Episcopato italiano in materia, nei quali si sottolineava “la stretta unione tra l’annuncio di fede e la promozione dell’uomo”, Benedetto XVI ha evidenziato:
     
    Per essere scelta ed apprezzata, occorre che la Scuola cattolica sia conosciuta nel suo intento pedagogico; è necessario che si abbia matura consapevolezza non solo della sua identità ecclesiale e del suo progetto culturale, bensì pure del suo significato civile, che va considerato non come difesa di un interesse di parte, ma come contributo prezioso all’edificazione del bene comune dell’intera società italiana.
     
    Un contributo possibile grazie alla sinergia tra la CEI e i suoi Uffici con le Federazioni e le Associazioni di Scuola cattolica, l’Università Pontificia Salesiana, quella Cattolica del Sacro Cuore e la LUMSA. Una collaborazione che ha prodotto una crescita della scuola cattolica in molte regioni italiane rispetto a dieci anni fa, “anche se perdurano – ha sottolineato il Papa – situazioni difficili e a volte critiche”.

     
    Proprio nel contesto del rinnovamento a cui si vorrebbe tendere da chi ha a cuore il bene dei giovani e del Paese, occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie, che consenta ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare.

     
    Cinque gli ambiti nei quali Benedetto XVI ha invitato a focalizzare l’impegno degli operatori: “la diffusione di una cultura volta a qualificare la pedagogia della scuola cattolica in ordine alla finalità dell’educazione cristiana”; il monitoraggio e la raccolta dati sulla situazione della scuola e l’avvio di nuove ricerche per approfondire l’emergenza educativa; la maggiore collaborazione tra le varie realtà che si occupano di scuola e infine “l’approfondimento della cultura della parità non sempre apprezzata – ha rimarcato il Papa - quando non segnata da equivoche interpretazioni”.
     
    La Scuola cattolica rappresenta poco meno del 9 per cento dell’intero sistema scolastico italiano. Sono tre le realtà che associano le scuole cattoliche: la Federazione scuole materne (FISM) che riunisce oltre settemila scuole dell’infanzia e raccolgono quasi 700 mila bambini; la Federazione Istituti attività educative (FIDAE) alla quale sono iscritte 2667 scuole di ogni ordine e grado; la Confederazione nazionale formazione aggiornamento professionale (CONFAP) che riunisce 269 Centri di formazione professionale.

    inizio pagina

    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre nel corso della mattinata ha ricevuto in udienza un gruppo di cinque presuli dell’Uruguay, in visita ad Limina Apostolorum, tra i quali l’arcivescovo di Montevideo, mons. Nicolás Cotugno Fanizzi.

    inizio pagina

    Il Papa nomina mons. Mariano Crociata, vescovo di Noto, nuovo segretario generale della CEI

    ◊   Nominato stamane il nuovo segretario generale della Conferenza episcopale italiana. La scelta del Santo Padre è caduta su mons. Mariano Crociata, finora vescovo di Noto, che succede nell’incarico quinquennale a mons. Giuseppe Betori, designato arcivescovo di Firenze.
     55 anni, siciliano di Castelvetrano in provincia di Trapani, mons. Crociata, ordinato sacerdote nel ’79, ha conseguito il dottorato di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana; ha poi ricoperto diversi incarichi pastorali a livello diocesano, tra cui assistente dell’Azione Cattolica; ha insegnato Teologia Fondamentale e Cristologia all’Istituto di Scienze Religiose di Mazara del Vallo, ed è stato docente di Teologia Fondamentale e direttore del Dipartimento di Teologia delle religioni presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, a Palermo, promuovendo tra l’altro molti Convegni sull’Islam. Consacrato vescovo nell'ottobre 2007, mons. Crociata è membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, autore di molti articoli, oltre che di carattere teologico, in tema di dialogo interreligioso. (R.G.)

    inizio pagina

    Novità per gli Istituti Superiori di Scienze religiose, nell’Istruzione presentata stamane nella Sala Stampa Vaticana

    ◊   Si arricchisce di importanti novità l’iter formativo per i laici destinati all’insegnamento della religione o ad incarichi pastorali: gli Istituti superiori di scienze religiose saranno collegati ad una Facoltà di Teologia e il percorso formativo sarà calibrato seguendo la formula dei 3 + 2: la laurea breve, analogamente al titolo rilasciato dalle Facoltà teologiche, si chiamerà Baccellierato e con il completamento del ciclo di studi, si conseguirà la Licenza. Si tratta di alcune delle novità introdotte dalla nuova “Istruzione sugli Istituti superiori di Scienze religiose”, presentata stamani in sala Stampa Vaticana. Il documento, approvato lo scorso mese di giugno da Benedetto XVI, entrerà in vigore a partire dall'anno accademico 2009-2010. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Le finalità del documento sono quelle di promuovere un’equa distribuzione sul territorio garantendo la qualità dell’offerta formativa. Per gli Istituti superiori di scienze religiose vengono fissati in particolare nuovi parametri, tra cui il numero minimo di studenti e quello di docenti stabili. La nuova norma sancisce che i docenti degli Istituti superiori di scienze religiose, “devono sempre distinguersi per l’idoneità scientifico-pedagogica, onestà di vita, integrità di dottrina, dedizione al dovere, in modo da poter efficacemente contribuire al raggiungimento del fine proprio dell'Istituto”.

    Il documento si inserisce nel solco di una delle grandi intuizioni del Concilio Vaticano II, “la valorizzazione del laicato”. Con il Concilio – ha affermato il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica – si è intensificato un vivo interesse per lo studio della teologia e di altre scienze sacre, “per arricchire con esse la propria vita cristiana, essere capaci di dare ragione della propria fede”. E’ da augurarsi – ha detto il porporato – che questi Istituti possano contribuire efficacemente ad aumentare la cultura religiosa dei fedeli.

    “Ma ciò non dipende tanto dal loro numero, bensì specialmente dalla loro qualità e dalla loro capacità di individuare adeguatamente quali sono i veri bisogni dei fedeli, ai quali detti Istituti sono chiamati a rispondere, per poter far crescere veramente, in spirito e verità, il Corpo Mistico di Cristo”.

    Tutti i battezzati – ha sottolineato mons. Jean Louis-Brugès, segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica – sono chiamati alla santità e questa vocazione deve rientrare nella missione affidata dalla Chiesa ai suoi fedeli laici. La missione - ha aggiunto - è doppia: la prima è di testimoniare il Vangelo nel mondo e nei vari ambiti. La seconda si fonda sul servizio dei laici alla Chiesa e, in particolare, nell’insegnamento dei laici in scuole e Università cattoliche. Per offrire questo servizio nelle migliori condizioni possibili – ha spiegato mons. Jean Louis-Brugès – i laici devono ricevere una formazione adeguata:

    “C’est un droit pour eux de solliciter une telle formation…
    C’è un diritto per i laici a sollecitare una tale formazione; c’è un dovere per la Chiesa di proporre questo percorso formativo”.

    Nelle comunità cristiane – ha osservato mons. Angelo Vincenzo Zani, sotto segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica – si è infatti registrata “la graduale maturazione della necessità di qualificare sia il personale religioso che quello laico”. Si deve rispondere – ha fatto notare mons. Zani – a nuove esigenze ma anche “far fronte all’evoluzione sociale e culturale che interpella soprattutto i laici”:

    “Non si può pretendere di ridurre forzatamente dentro un unico modello rigido di formazione per laici la pluralità e la diversità delle istituzioni formative oggi esistenti, molte delle quali già riconosciute dalla Santa Sede”.

    Nella nota introduttiva all'Istruzione della Congregazione per l’Educazione cattolica si ricorda infine che gli Istituti superiori di Scienze religiose hanno lo scopo di promuovere la formazione religiosa dei laici e delle persone consacrate, per una loro più “cosciente e attiva partecipazione ai compiti di evangelizzazione nel mondo attuale, favorendo anche l’assunzione di impieghi professionali nella vita ecclesiale e nell’animazione cristiana della società”. I Centri accademici ecclesiastici – si legge infine nel documento – hanno lo scopo di assicurare allo studente una conoscenza completa e organica di tutta la Teologia. Quest’ultimo tipo di formazione si rivolge, in particolare, a coloro che si preparano al sacerdozio.

    Sono dunque diverse le novità introdotte dall’Istruzione sugli Istituti superiori di Scienze religiose. Ce ne illustra alcune, al microfono di Fabio Colagrande, il prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, cardinale Zenon Grocholewski:

    R. – Le principali novità sono soprattutto quelle relative al prolungamento degli studi, da quattro a cinque anni. E’ stato poi stabilito il numero necessario dei docenti stabili e questo è molto importante, perché si richiedono almeno cinque professori stabili. Un’altra novità è che è stata applicata anche ai professori degli Istituti di scienze religiose la normativa che non possono essere stabili in altri Istituti. Questo ovviamente dà una certa stabilità ed alza anche il livello di questi Istituti. E’ stato determinato anche il numero minimo degli studenti, perché ci vuole una certa economia del lavoro nella formazione dei laici. Le nuove norme prevedono che siano, più o meno, almeno ordinariamente 75 studenti per Istituto.

     
    D. – Dunque, eminenza, la Congregazione con questa nuova Istruzione vuole anche contribuire ad elevare la qualità degli Istituti superiori di scienze religiose. Voi dite: non è necessario che siano moltissimi, ma è necessario che quelli esistenti abbiano un’alta qualità…

     
    R. – E’ così: il successo di questi Istituti non dipende dal numero, ma dalla loro qualità e dalla loro capacità di individuare quali sono le vere esigenze del mondo di oggi nella formazione dei laici. Si devono anche individuare quelle persone che possono essere efficaci nell’opera dell’apostolato.

     
    D. – Con questa Istruzione in qualche modo invitate anche i laici cattolici a seguire questi corsi di studi?

     
    R. – Certo. Io penso che uno degli obblighi verso la propria fede sia quello di conoscerla. Io provengo da un Paese comunista e lavoravo in Polonia negli anni in cui non c’era l’insegnamento della religione nelle scuole; anzi, ovunque, si parlava contro la fede. Ma noi eravamo comunque molti esigenti, perché la conoscenza della fede deve essere proporzionata alla preparazione generale. Io penso che proprio in questa prospettiva dobbiamo considerare gli Istituti superiori di Scienze religiose.

    inizio pagina

    Si celebra oggi la Giornata marittima mondiale: l'invito di mons. Agostino Marchetto a pregare per tutta la gente del mare

    ◊   Si celebra oggi la “Giornata Marittima Mondiale” promossa dall’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) che, come agenzia delle Nazioni Unite, ha la responsabilità di migliorare la sicurezza marittima e prevenire l’inquinamento causato dalle imbarcazioni. Quest'anno la Giornata celebra i 60 anni dell'OMI al servizio dei trasporti marittimi. Fabio Colagrande ha intervistato l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, dicastero che comprende tra le sue attività l’Apostolato del Mare.

    R. - Dobbiamo ricordare che il commercio e il trasporto marittimo sono vitali per tutti noi. In questo settore lavorano milioni di persone: penso, in special modo, ai marittimi, ai pescatori, al personale delle navi da crociera, del piccolo cabotaggio e dei ferry, penso ai lavoratori nei porti e sulle piattaforme petrolifere offshore. La loro è una vita dura e pericolosa; essi soffrono di solitudine, lavorano ad orari irregolari, in un ambiente spesso ostile, esposti, come sono, a tutte le intemperie. Ricordiamo, ad esempio, gli uragani e i tifoni che hanno devastato di recente i Caraibi, il Golfo del Messico e il sud-est asiatico. Questa Giornata è, dunque, l’occasione di pregare per tutta la gente del mare e riconoscerne il contributo e i sacrifici a favore del benessere di tutti.

     
    D. – Mons. Marchetto, quali sono dunque le implicazioni di questa Giornata per il Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti?

     
    R. - Il 2008 è stato contrassegnato da numerose catastrofi marittime: naufragi, come nelle Filippine, incidenti e collisioni in mare. Nel Mediterraneo sono scomparse intere imbarcazioni, causando la morte di numerosi rifugiati e immigrati, che tentavano di raggiungere l’Unione Europea. Nell’Oceano Indiano, la pirateria al largo delle coste somale è in piena espansione e minaccia una delle principali vie marittime in cui transitano ogni anno più o meno 30 mila imbarcazioni. Questi sono, purtroppo, dati di fatto che riguardano il nostro Pontificio Consiglio, che ha appunto la cura pastorale di questo settore. E’ oggi accertato, comunque, che molte di queste catastrofi sono causate dall’“errore umano”. Per questo gli sforzi dell’OMI, diretti a trovare delle soluzioni, non possono limitarsi a decisioni tecniche o materiali, ma, al contrario, devono privilegiare l’“elemento umano”, mettendo cioè l’uomo stesso al centro di tutte le preoccupazioni. Questi sforzi, però, non devono restare isolati. Attraverso il suo impegno in oltre 110 porti, anche l’Apostolato del Mare, specialmente in questo Anno dedicato a San Paolo, grande viaggiatore e apostolo, vuole sottolineare che non basta avere buone navi a livello tecnico, ma che il loro elemento – se così possiamo dire – più importante è l’uomo che resta prioritario nella nostra attenzione.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, sul tema delle nuove rotte del petrolio un articolo di Luca M. Possati dal titolo "Cosa cerca Pechino in Medio Oriente".

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il nucleare: accordo fra Stati Uniti e Russia per nuove consultazioni sull'Iran.

    In cultura, il testo integrale dell'Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose a cura della Congregazione per l'Educazione Cattolica (presentato oggi nella Sala Stampa della Santa Sede) e alcuni stralci degli interventi del cardinale Zenon Grocholewski, dell'arcivescovo Jean-Louis Brugues e di monsignor Angelo Vincenzo Zani.

    Nell'informazione religiosa, intervista di Nicola Gori al presidente della Conferenza episcopale dell'Uruguay.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Oggi a New York, riunione all’ONU sugli Obiettivi del Millennio. Le ONG italiane, chiedono di ridurre le spese militari e d’investire nella cooperazione

    ◊   “Si applichino con coraggio le misure necessarie per sradicare la povertà estrema, la fame, l’ignoranza e il flagello delle pandemie, che colpiscono soprattutto i più vulnerabili”. È l’invito del Santo Padre all’Angelus di domenica scorsa indirizzato ai leader mondiali che oggi si incontrano nel Palazzo di Vetro dell’ONU a New York per verificare i progressi compiuti per gli Obiettivi del Millennio fissati dalle Nazioni unite nel 2000. Secondo le ONG italiane, c’è ancora tanto da fare. In Africa sono stati stanziati solo 4 dei 25 miliardi di dollari previsti per l’assistenza allo sviluppo. È migliorata, invece, la condizione della donna, ma i risultati sono deludenti per fame e malattie. Le ONG, inoltre, chiedono la riduzione della spesa militare per raccogliere i fondi necessari. Ma perché è importante puntare su questa proposta? Giovanni Augello lo ha chiesto a Sergio Marelli, presidente dell’associazione delle ONG italiane:

    R. - Continua ad essere maggioritaria una cultura politica che fa sì che vengano considerati gli aiuti ai Paesi poveri alla cooperazione internazionale nell’ambito della filantropia, e gli interventi militari e l’uso della forza come quelli risolutivi per consentire di instaurare pace e sicurezza nel mondo. Io credo esattamente nel contrario: penso che l’unica via alla pace e alla sicurezza sia quella di incrementare gli interventi di cooperazione e, quindi, di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. Sappiamo per esperienza, oramai quarantennale, che è nella miseria e nella povertà che si insediano e si radicano i fondamentalismi, la violenza, la disperazione, e quindi anche le reazioni conflittuali; continuare a investire negli armamenti è una logica suicida, molto costosa. Molte meno risorse - stiamo parlando del 10% - chiedono Nazioni Unite, Banca Mondiale e Fondo Monetario per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio: sono 100-150 miliardi di dollari all’anno; per gli armamenti se ne spendono 1.300. Stiamo parlando di una riduzione del 10% delle spese militari che risolverebbe la questione delle risorse disponibili per il raggiungimento degli obiettivi del millennio; ci pare una richiesta più che ragionevole.
     
    D. – La cooperazione internazionale deve confrontarsi oggi anche con l’avvento delle economie emergenti che hanno sempre più interessi nei Paesi in via di sviluppo. Qual è la posizione dei Paesi emergenti rispetto al raggiungimento degli obiettivi del millennio?

     
    R. – I Paesi del sud del mondo, così detti, non sono mai stati un mono-blocco; oggi forse c’è anche la percezione, nelle scelte concrete di politica che questi fanno, che ciò è una realtà e non è solamente una pura teoria. Le economie emergenti sono un nuovo attore dentro lo scacchiere internazionale e pesano sempre di più dentro le politiche; io penso anche che c’è un profondo cambiamento di politica - per esempio nell’ambito commerciale – di queste economie emergenti; questo fa sì che bisogna riconsiderare le geopolitiche mondiali, per esempio, fare un ragionamento serio sul G8. Oggi avere un club di Paesi cosiddetti “grandi della Terra”, senza ammettere a pieno titolo questi Stati che determinano pesantemente i destini del mondo, vuol dire continuare a mantenere una struttura e un meccanismo che oramai è vetusto. Dall’altra parte, io penso che bisogna appunto riaffermare che le finalità degli aiuti della cooperazione internazionale della lotta alla povertà, debbano essere operati, attuati con l’unico grande criterio che è quello di intervenire sulle povertà; le sacche di povertà ci sono anche all’interno di questi Stati, ma ci sono degli interi Paesi, delle intere popolazioni che oggi devono essere gli obiettivi prioritari dell’azione di cooperazione. La cooperazione internazionale, oggi, anche dopo il 2001, soprattutto dopo il 2001, è sempre più orientata, strumentalizzata ad altre finalità. Queste non sono quelle di intervenire nelle situazioni di estrema povertà, ma forse di intervenire laddove anche c’è un tornaconto per il Paese donatore.

    inizio pagina

    Dilaga la crisi dei mutui negli Stati Uniti: i riflessi del discorso di Bush sulla campagna elettorale presidenziale e sui mercati internazionali

    ◊   Approvare quanto prima il piano di salvataggio per arginare la crisi dei mutui che sta minando l'economia americana. E’ l’esortazione del presidente degli Stati Uniti, Bush, al Congresso: il capo della Casa Bianca, ieri in un discorso televisivo, ha spiegato le ragioni dell’emergenza finanziaria. Intanto, l'FBI amplia le indagini sulla crisi subprime e accende il faro su Fannie Mae, Freddie Mac, Aig e Lehman Brothers per verificare se parte dei problemi delle quattro società sia legata in qualche modo ad un'eventuale frode. A 13 mesi dallo scoppio della crisi, innescata nel luglio 2007 dal fallimento di due hedge fund di Bear Stearns, le società oggetto di indagine da parte della Polizia federale sono 26, che si vanno ad aggiungere ai 1.400 casi di frode potenziale sui mutui, che le autorità stanno perseguendo a livello nazionale. Le indagini su Fannie, Freddie, Aig e Lehman sono ancora preliminari e si focalizzano sui vertici delle società che potrebbero essere, almeno in parte, responsabili della sorte delle aziende. Sulle ripercussioni delle parole di Bush sulla campagna elettorale in vista delle presidenziali di novembre e sulle reazioni dei mercati internazionali, il servizio di Salvatore Sabatino.

    15 minuti per esprimere alla Nazione le preoccupazioni di un presidente su una situazione economica drammatica. Ha il volto teso George W. Bush e l’appello più vibrante è per il Congresso.

    "This is an extraordinary period for the american's economy..."

    Se non approverà al più presto il piano annunciato nei giorni scorsi dallo stesso capo della Casa Bianca, “si andrà incontro – dice - ad una lunga e dolorosa recessione, con milioni di americani che perderanno il posto di lavoro”. Proprio dal Congresso giungono notizie di distensione: appare più vicino un accordo, essendo state superate serie difficoltà, tra cui quella di un tetto agli stipendi dei manager. Ma la crisi economica travolge in pieno la campagna elettorale per le presidenziali del prossimo novembre. Il candidato repubblicano McCain, chiede di sospendere il primo confronto con Obama, in calendario domani. Ma lo sfidante democratico risponde che - proprio per la delicatezza del momento - è più importante che mai mantenere il dibattito aperto. Alla fine, raggiungono una posizione comune e pubblicano una dichiarazione con l'impegno a risolvere congiuntamente la crisi. Ne riparleranno oggi alla Casa Bianca, dove li ha convocati Bush. Ripercussioni minime, invece, sul fronte dei mercati. La temuta onda d’urto sulle piazze europee e asiatiche non c’è stata. Deboli le contrattazioni nel Vecchio continente, in leggero calo quelle asiatiche.

    E, sulla portata del drammatico discorso di Bush sull’economia americana, Giancarlo La Vella ha raccolto l’analisi di Giacomo Vaciago, docente di Economia Internazionale presso l’Università Cattolica di Milano.

    R. – Finalmente si prende atto della situazione in modo realistico. In altre parole, questi otto anni di Bush sono stati anni di cicale: ci si è riempiti di debiti e, cosa ancora più grave, si è speculato sui debiti. Quindi, abbiamo da ripagare i debiti fatti e le esagerazioni. Gli americani dovranno tirare la cinghia. Avevano già smesso di risparmiare negli ultimi anni e compravano cose senza avere soldi, facendoseli prestare da tutto il mondo. Gli Stati Uniti, grazie al dollaro e alla sua posizione egemone, hanno vissuto per anni al di sopra dei propri mezzi, facendosi finanziare da tutto il mondo, anche con titoli di dubbio valore. E quindi adesso tutto il mondo spera che gli Stati Uniti rinsaviscano.

    D. – Qual è la ricaduta sugli altri Paesi, con le economie strettamente legate a quella statunitense...

     
    R. – L’America, come reddito e acquisto dall’estero di beni, conta meno di una volta, nel senso che il suo peso sull’economia mondiale è molto maggiore in finanza che in economia. Per fortuna, perché se questa frenata americana fosse avvenuta 10 anni fa quando la locomotiva americana era così indispensabile alla crescita del mondo, oggi saremmo tutti nei guai. Mentre, in verità, noi vediamo che i Paesi emergenti, in Asia, possono assieme rappresentare un’alternativa all’America. Quindi, in un certo senso, se si aggiusta la finanza e si mettono a posto i debiti, il pericolo di una recessione mondiale è molto minore di una volta.

    D. – Di queste difficoltà americane potranno approfittarne i Paesi emergenti?

     
    R. – Certamente loro negli ultimi 10 anni hanno fatto l’opposto di quello che hanno fatto gli Stati Uniti. Dopo una crisi grave 10 anni fa, i Paesi emergenti in questi anni hanno risparmiato e si trovano, oggi, ad avere più soldi da investire che non l’America. Quindi, in questo momento, paradossalmente, abbiamo una situazione in cui i Paesi emergenti possono salvare gli Stati Uniti, come hanno già iniziato a fare. Forse adesso capiamo che il mondo o lo governiamo assieme o abbiamo serissimi problemi.

    inizio pagina

    Il problema dei rifugiati iracheni ma anche le potenzialità e i rischi dei mass media: al centro della Plenaria della Conferenza episcopale tedesca

    ◊   Sta per concludersi, a Fulda, l’Assemblea plenaria d’autunno della Conferenza episcopale tedesca. L’incontro è stato il primo a svolgersi sotto la presidenza di mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo, ed è stato dedicato ad alcune “Riflessioni sul dialogo missionario della Chiesa con il nostro tempo”. Domani, l’arcivescovo Zollitsch traccerà le somme dell’incontro in una conferenza stampa, alle 10.30, presso il Seminario vescovile di Fulda. Tra le questioni affrontate c’è stato il problema dei rifugiati iracheni, come spiega al microfono di Birgit Pottler del programma tedesco della nostra emittente, mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg, nel Nord Baviera.

    R. – I vescovi tedeschi chiedono un aiuto per i rifugiati iracheni, non solamente al Governo tedesco, ma anche agli altri Governi europei, perché la situazione dei cristiani in Iraq è una situazione precaria e ci sono – dicono – 30 mila rifugiati che si trovano adesso in Libano, in Siria ed altri Paesi, e loro devono avere un posto dove andare, dove poter vivere.

     
    D. – Alla dichiarazione del ministro iracheno Al Maliki che i cristiani sono importanti anche per l’Iraq, cosa si può rispondere?

     
    R. – Questo è vero e anche noi vorremmo che i cristiani rimanessero in Iraq, ma dobbiamo considerare due obiettivi. Primo, per coloro che sono già fuori dall’Iraq è necessario trovare un posto dove possano vivere tranquillamente e questo posto potrebbe essere in diversi Paesi europei. Un altro obiettivo, legato a un’altra richiesta, è quello che la situazione irachena migliori in modo che i cristiani, e anche tutti gli altri, possano vivere in pace nella loro patria.

     
    D. – La Plenaria ha dedicato una giornata intera all’argomento dei mass media. Come mai così tanto tempo a questo argomento dei mass media?

     
    R. – Il Signore ci ha mandato a portare il suo messaggio, cioè il Vangelo, a tutti gli uomini, in tutte le parti del mondo. Noi dobbiamo usare tutti i mezzi possibili per diffondere questo messaggio del Signore. E oggi i mass media sono uno strumento importantissimo per tutti i messaggi che si vogliono mandare. E la Chiesa allora deve usare tutti gli strumenti sociali per annunciare il Vangelo.

    inizio pagina

    Da domani a Roma il Congresso internazionale di "Retrouvaille", associazione ecclesiale per aiutare le coppie in crisi

    ◊   Aiutare le coppie in difficoltà, che si trovano davanti alla tragica ipotesi del divorzio, portandole a riscoprire la bellezza matrimonio: è questo l’obiettivo di “Retrouvaille”, un’esperienza internazionale di Chiesa. Nato nel 1977 in Canada e arrivato in Italia nel 2002, questo programma di sostegno alla vita coniugale prevede incontri periodici, in cui le coppie in crisi possono parlare ed ascoltare un sacerdote ed altri coniugi che hanno superato le difficoltà. Da domani a domenica, inoltre, “Retrouvaille” celebra a Roma il suo Congresso Internazionale. Ad avviare, in un certo senso, i lavori, sarà l’udienza con Benedetto XVI, prevista per domani alle 12.00. Ma qual è il valore fondante di “Retrouvaille”? Isabella Piro lo ha chiesto a Guido e Rinuccia Lamberto, coordinatori di “Retrouvaille Italia”:

    R. – Il valore fondante del sostegno di “Retrouvaille” è la fede. Anche se apparentemente non c’è, anche se è celata sotto una coltre di nebbia o sotto quella cenere, è necessario soffiare. “Retrouvaille” soffia su questa fede, e posso dirle che il 90% delle coppie che riscoprono la loro relazione, ritrovano la relazione con Dio, perché le due cose viaggiano parallelamente.

    D. – Cosa ci potere raccontare di questa esperienza vissuta con coppie in difficoltà?

    R. – La cosa importante di “Retrouvaille” è proprio questa, di ridare speranza. E un’esperienza che abbiamo vissuto noi, sulla nostra pelle, è stata quella di vedere una sofferenza enorme nelle coppie che stanno attraversando questa crisi. Purtroppo la televisione, i giornali, ci presentano questa situazione in un modo molto semplicistico; invece noi vediamo dei drammi in queste famiglie. Quindi, ci piace poter proporre un sostegno, a queste coppie, perché non si sentano sole, non si sentano giudicate.

    D. – Il problema della solitudine, effettivamente, è forse quello principale che colpisce le coppie in crisi…

    R. – La solitudine nella coppia, è un dramma nella coppia, è un dramma nella società, nella famiglia; perché il dramma di una coppia colpisce i genitori, colpisce i parenti più stretti e colpisce la comunità dove questi lavorano. C’è qualcuno che si schiera con lui o che si schiera con lei, e questo è una rottura all’interno della società.

    D. – Cosa dire agli scettici che affermano: “In un week end non si salva una coppia…”?

    R. – Io intanto vorrei dire che la crisi non deve essere necessariamente il fallimento di una coppia; anzi, la crisi noi riteniamo sia un momento importante per i coniugi per prendere seriamente in considerazione la loro relazione. E quindi noi vorremmo dire “non arrendetevi così facilmente, ma affrontate questa situazione di petto”. A noi qualche volta viene da dire “un’azienda quando va in crisi ha solo due scelte: o rinnovarsi, o fare fallimento”: alle coppie vorremmo fare questo stesso appello, quindi proponiamo loro di rinnovarsi per ripartire veramente nuove, ecco. Non vogliamo una situazione rattoppata, ma vogliamo veramente che abbiano l’opportunità di ripartire come nuove.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Per la prima volta un rabbino parlerà al Sinodo dei vescovi sulla Parola

    ◊   Per la prima volta nella storia della Chiesa un esponente della religione ebraica prenderà la parola davanti ad un’assemblea dei vescovi. Shear-Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa e membro della commissione mista Israele-S.Sede, è stato invitato come “delegato fraterno” al Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio che il Papa aprirà il prossimo 5 ottobre nella Basilica di san Paolo. Era già successo che esponenti non cattolici intervenissero ad una assemblea sinodale. Ma è la prima volta che prenderà la parola un ‘non cristiano’. “E’ un invito che porta con sé un messaggio d’amore, di coesistenza e di pace e vedo in esso una specie di dichiarazione secondo cui la Chiesa intende continuare la politica e la dottrina di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II” commenta soddisfatto Shear-Yashuv Cohen che dice di aver accettato l’invito di Benedetto XVI “con un pizzico di trepidazione”. In un’intervista all’agenzia della Chiesa cattolica statunitense Cns, il rabbino capo di Haifa - che al Sinodo terrà una relazione sulla centralità delle Sacre Scritture nella tradizione ebraica - prende le distanze dalle posizioni estreme di alcuni gruppi ebraici chiusi al dialogo interreligioso. Cohen appartiene ad una famiglia che ha prodotto rabbini per diciotto generazioni e fin da piccolo ha imparato a memoria la Torah. La partecipazione di Cohen al prossimo Sinodo è “un gesto rilevante” ha dichiarato il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. (R.P.)

    inizio pagina

    India: ancora case di cristiani date alle fiamme e chiese danneggiate ad Orissa

    ◊   Circa 100 case e alcune chiese sono state bruciate e danneggiate la notte scorsa nel distretto di Kandhamal (Orissa), dove da oltre un mese continuano le violenze contro i cristiani. Il dispiegamento di polizia e di forze speciali non riesce a far fronte alle folle di radicali indù che vogliono l’eliminazione dei cristiani e la distruzione delle loro istituzioni. Le autorità hanno anche imposto un coprifuoco in almeno nove aree considerate “sensibili” e a rischio di nuove violenze, mentre reparti dell’esercito e della polizia sono stati inviati sul posto a cominciare da ieri. Tuttavia la notte scorsa gruppi di fondamentalisti hanno distrutto 30 case e una chiesa nel villaggio di Sikacheta; 20 case a Telenga e altre 55 case e una chiesa a Beheragaon. I gruppi radicali esigono che alcuni loro membri, imprigionati a causa delle violenze dei giorni scorsi, siano liberati. Per questo hanno anche assaltato alcuni posti di polizia e bloccato 42 strade tagliando alberi che ostruiscono il passaggio e ritardano l’arrivo delle forze di sicurezza. I cristiani temono che con l’isolamento creato in questo modo, nella notte vi potranno essere altri assalti. I gruppi fondamentalisti vogliono fermare le conversioni al cristianesimo che, secondo loro sono ottenute attraverso compensi o inganno. Nei villaggi essi minacciano di morte e distruzione della casa chi non si riconverte all’induismo. Una fonte dal distretto di Kandhamal ha confermato ad AsiaNews che in un villaggio tutte le famiglie cristiane, meno 6, “si sono arrese”, si sono cioè riconvertite all’induismo. Come “prova” della loro riconversione, i gruppi radicali indù esigono che siano questi nuovi “convertiti” ad accendere il fuoco per incendiare cappelle e case di altri cristiani. (V.V.)

    inizio pagina

    Haiti: 3 milioni di abitanti senza cibo dopo la catastrofe causata da uragani e tempeste tropicali

    ◊   Sono tre milioni gli abitanti di Haiti rimasti senza cibo sufficiente al loro sostentamento dopo il passaggio di due uragani e due tempeste tropicali sull’isola caraibica. A rivelarlo è il Coordinamento nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA). “La perdita dei raccolti e la difficoltà nei trasporti delle derrate alimentari, a causa della distruzione dei ponti sulle grandi arterie nazionali, hanno anche provocato un aumento del 9% dei prezzi degli alimenti di base tra l’11 agosto e il 15 settembre”, ha spiegato l’organismo haitiano. “L’assistenza alimentare e non alimentare d’urgenza ai disastrati dovrà essere portata avanti almeno fino ai prossimi raccolti, previsti tra marzo e giugno 2009”. Nonostante la situazione generale sia in via di miglioramento, grazie al ritiro delle acque e alla possibilità di accesso in zone rimaste a lungo semi-isolate, “occorre un’assistenza finanziaria e tecnica massiccia - ha aggiunto il CNSA - e sostenuta a lungo termine per ridurre il livello di vulnerabilità strutturale di Haiti alle intemperie”. Per rispondere a tale emergenza, come spiegato dall’agenzia Misna, il primo ministro Michelle Pierre-Louis ha avviato un piano d’emergenza che prevede l’investimento di 151 milioni di dollari, finanziato da Petrocaribe, l’accordo di “cooperazione energetica solidale” nato nel 2005 per iniziativa del governo del Venezuela. Intanto ieri si sono conclusi i tre giorni di lutto nazionale in memoria dei circa 500 morti provocati dal passaggio delle tempeste tropicali Fay e Hanna e degli uragani Gustav e Ike. Il presidente haitiano Renè Prèval ha invitato tutti gli abitanti a “unirsi al dolore delle famiglie delle vittime colpite da questa catastrofe, condividendo la loro sofferenza”. (D.B.)

    inizio pagina

    Fame in Etiopia: gli interventi di Medici Senza Frontiere negli ultimi quattro mesi

    ◊   Emergenza malnutrizione in Etiopia: quest’anno, un insieme di diversi fattori, tra cui la siccità e il drammatico aumento dei prezzi del cibo nel Paese, ha messo in ginocchio alcune regioni dell’Etiopia. A metà maggio, Medici Senza Frontiere ha avviato un programma nutrizionale d’emergenza nelle regioni di Oromiya e dell’SNNP (Southern Nations and Nationalities People’s). In una prima fase, MSF aveva preso in carico solo i pazienti gravemente malnutriti, per la maggior parte bambini, ma a partire da metà luglio MSF ha avviato anche programmi nutrizionali per i bambini moderatamente malnutriti e le loro famiglie. Durante gli ultimi quattro mesi, MSF ha curato circa 28mila pazienti severamente malnutriti e 21mila pazienti moderatamente malnutriti in diverse zone. A luglio, MSF ha anche effettuato una distribuzione mirata di cibo per 12500 persone a rischio. Al momento, la situazione sembra essersi stabilizzata in alcune di queste zone e i ricoveri di casi gravi stanno diminuendo. Tuttavia, non è possibile identificare una tendenza generale in tutto il Paese poiché la crisi è molto concentrata in alcune zone, ci sono diverse regioni agro-climatiche e il periodo delle piogge varia anch’esso di regione in regione. Ci sono sacche di malnutrizione in altre zone e regioni come l’Afar e la Somali Region, e le equipe mediche di MSF devono rimanere flessibili e pronte a intervenire. La stagione della raccolta del grano dovrebbe cominciare a breve nel sud, ma nel frattempo le distribuzioni di cibo rimangono necessarie. Anche nei luoghi dove il tasso delle ammissioni nei centri nutrizionali di MSF sta lentamente calando, la popolazione continua ad avere bisogno di un supporto alimentare, almeno per le prossime settimane. (V.V.)

    inizio pagina

    Benin: 20 vittime nel sud del Paese a causa delle inondazioni

    ◊   Sono circa 20 le persone morte a seguito delle inondazioni che hanno colpito il sud del Benin. Lo riferisce Francois-Marie Djivoh, responsabile della comunicazione della Caritas del Benin, all’agenzia Misna, precisando che gli operatori inviati sul posto stanno raccogliendo dati più precisi per fare un primo bilancio. “Due dipartimenti del sud, Oueme e Zou – ha raccontato il responsabile Caritas -, sono stati colpiti da forti alluvioni che, dalle prime informazioni, hanno fatto una ventina di vittime, tra cui anche bambini, e gravi danni ad abitazioni civili, infrastrutture e all’agricoltura”. “Nelle ultime settimane – ha aggiunto Djivoh - una pioggia incessante si è abbattuta sul Paese e dai bacini del nord, che alimentano i fiumi, sono confluite enormi quantità d’acqua, provocando straripamenti nei dipartimenti meridionali”. La Caritas, nei giorni scorsi, aveva già lanciato l’allarme, temendo quello che poi si è verificato: “l’allagamento di interi villaggi, luoghi di preghiera, scuole, centri sanitari e la morte di molti capi di bestiame”. Danni, questi, che rischiano di peggiorare la già difficile situazione alimentare del paese, dovuta all’aumento dei prezzi del cibo e dei beni di prima necessità. Agli sfollati “abbiamo inviato aiuti alimentari, medicine, zanzariere, tende e materiale per costruire rifugi temporanei” ha concluso Djivoh. Nelle ultime settimane le inondazioni, che da alcuni anni colpiscono con un inusuale forza l’Africa Occidentale, hanno provocato nella regione decine di morti e 130 mila sfollati, con esiti più gravi in Ghana, Niger e Togo. (D.B.)

    inizio pagina

    Spagna: nasce la piattaforma “Diritto a vivere”, contro la legge sull’aborto libero proposta dal Governo

    ◊   Martedì scorso a Madrid, Hazteoir ha presentato la piattaforma “Diritto a vivere”, che lotterà affinché non si approvi l’annunciata legge sull’aborto proposta dal Governo. È stato inoltre presentato un Comitato di esperti, alternativo al Comitato Aído creato dal Ministro dell’Uguaglianza per giustificare, a modo di propaganda, la promozione dell’aborto mediante una nuova legge. Il comitato - scrive l'agenzia Fides - è formato da sedici giuristi, ginecologi, professori universitari di bio-medicina e psicologi, i quali presenteranno una serie di relazioni al Governo ed ai gruppi parlamentari, necessarie per far conoscere ai legislatori e alla società, con il dovuto rigore, la realtà dell’aborto e le sue implicazioni. L’iniziativa, secondo la portavoce della piattaforma, la dottoressa Gádor Joya, rappresenta una risposta alla scelta negativa del Governo di non includere nel Comitato di esperti del Ministero alcun rappresentante di posizioni anti-abortiste. Nel manifesto edito dalla nuova associazione viene affermato che “la legge spagnola abbandona la donna ai suoi problemi e la spinge all’aborto. Ogni legge sull’aborto è una terribile ipocrisia contro le donne, oltre ad essere un'atroce ingiustizia verso i bambini ai quali non offre protezione”. Inoltre viene denunciato che “in Spagna non si offre informazione né sostegno sociale alle donne incinte ed in situazioni difficili, tuttavia esiste un finanziamento affinché possano abortire”. Per poter raggiungere questo obiettivo, il presidente di Hazteoir, Ignacio Arsuaga, rivolge un appello ad unirsi a questa campagna, ricordando che la partecipazione di ognuno, “unita a quella di decine di migliaia, centinaia di migliaia di cittadini coscienti ed impegnati con l’essere umano, si trasformerà in un mezzo di comunicazione” capace di vincere. “Contiamo dunque sul tuo appoggio - afferma - per fare il primo passo nel ristabilimento del diritto a vivere in Spagna”. (R.P.)

    inizio pagina

    Dichiarazione dei venezuelani sulla campagna elettorale per le elezioni regionali del 23 novembre

    ◊   Con un forte “rifiuto al clima di agitazione politica” che già caratterizza la campagna elettorale venezuelana, apertasi solo 48 ore fa, il comitato di presidenza della Conferenza episcopale apre una breve dichiarazione in cui invita “tutti i venezuelani a partecipare attivamente nella vita del Paese, con determinazione, senza violenza, con rispetto della costituzione, della legalità e dei diritti delle persone”. Il prossimo 23 novembre milioni di cittadini del Venezuela dovranno eleggere le autorità regionali e la disputa elettorale si incentra sulla conquista del maggior numero di Governatori, che in totale sono 22. Già prima dell’apertura ufficiale della campagna, il Paese appariva molto polarizzato e il clima politico sempre più acceso. I vescovi, nella loro dichiarazione (“Il bene e la pace del nostro popolo”) “rifiutano ogni tipo di violenza e intolleranza, da qualsiasi parte provengano”. Spesso i loro destinatari non sono solo le persone ma anche le istituzioni e i mezzi di comunicazione sociale. “Allo stesso modo rifiutiamo sia il presunto omicidio contro il Presidente della Repubblica sia la altrettanto presunta cospirazione per compiere un colpo di Stato e dunque - proseguono i presuli - esigiamo, poiché siamo in uno Stato di diritto, che siano compiute le indagini pertinenti”. Nel chiedere a tutti i settori politici della nazione di far di tutto per evitare azioni che possano mettere in pericoli le elezioni del 23 novembre, la Conferenza episcopale venezuelana, chiede che siano “rispettati i diritti, e garantita la sicurezza, di tutti i cittadini che prendono parte alla campagna elettorale e che il Consiglio nazionale elettorale rassicuri il Paese in materia di assoluta trasparenza delle votazioni e di uguaglianza di opportunità per tutti i candidati”. I presuli venezuelani inoltre esprimono “preoccupazione di fronte all’apparente incostituzionalità di alcuni articoli” contenuti in un pacchetto di “leggi promulgate lo scorso 31 luglio” e annunciano che un pronunciamento definitivo sarà reso pubblico dopo la loro Plenaria straordinaria del mese d’ottobre. Infine, i vescovi, in riferimento a otto poliziotti e tre commissari di polizia attualmente sotto processo per reati politici denunciano le pressioni politiche e la lentezza e si augurano che i procedimenti possano svolgersi nel rispetto della vera giustizia. “Invitiamo tutti i cattolici e i fedeli di altre religioni - concludono i vescovi del Venezuela - a pregare Dio con insistenza affinché il futuro della nostra patria percorra i cammini della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza, della tolleranza, del bene e della pace”. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    Perù. L’arcivescovo di Lima cardinale Juan Luis Cipriani chiarisce il senso degli interventi della Chiesa in caso di conflitto sociale

    ◊   "Ogni qualvolta la Chiesa è interpellata in materie in cui è in gioco la vita umana risponde positivamente”. Così ha risposto l’arcivescovo di Lima, in Perú, cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, alle domande dei giornalisti che chiedevano al porporato chiarimenti sugli interventi che spesso fanno sia i vescovi sia i sacerdoti peruviani, in particolare in tema di conflitto sociale. “Quando i problemi che vengono sottoposti alla Chiesa hanno delle sfumature politiche o tecniche l’unica nostra risposta possibile è quella di darci da fare per facilitare il dialogo senza entrare in nessun tipo di mediazione”, ha proseguito il cardinale Cipriani che ha voluto rilevare che nessuno può attendere dai pastori “che siano in grado di risolvere tutto” o che la Chiesa stessa “diventi un’enciclopedia. Ciò le farebbe perdere credibilità”. Ricordando che non spetta alla comunità ecclesiale risolvere questioni tecniche o politiche, l’arcivescovo di Lima ha sottolineato l’importanza di “facilitare sempre ogni tipo d’incontro e di dialogo” per incoraggiare le parti in conflitto a trovare i consensi necessari e adeguati. “La Chiesa non è esperta su materie come stipendi, tariffe o salari. La Chiesa pensa al bene comune e, spesso, dato che le parti in conflitto sono soggetti che si riconoscono nel cattolicesimo, essa sente il dovere di stare a loro vicina”. La Chiesa peruviana tra l’altro, così come stato ricordato durante l’incontro del porporato con la stampa, “è l’istituzione che gode della maggiore fiducia e sostegno nell’opinione pubblica”. Nelle situazioni difficili le persone cercano la pace interiore e perciò, ha precisato, “Dio è la suprema esperienza di vicinanza e condivisione. Si tratta di un nostro grande valore e al riguardo le persone si aspettano più esempi concreti e meno consigli”. Secondo l’arcivescovo Juan Luis Cipriani altre istituzioni godono di una minore stima da parte dell’opinione pubblica perché la gente percepisce che si sta “cercando un vantaggio politico, imprenditoriale o legislativo. Allora al posto della fiducia subentra la sfiducia, poiché sotto le belle parole si rivela un fine occulto”. Ricordando infine che il Perú attraversa un periodo difficile, “agitato e infastidito”, il cardinale Cipriani ha sottolineato il fatto che non è un caso che dopo la Chiesa cattolica la seconda istituzione che gode della più alta fiducia del popolo sia la radiofonia. “Perché? Perché facilita il dialogo e la conversazione amabile, due cose di cui abbiamo molto bisogno”. (L.B.)

    inizio pagina

    Ecuador: domenica referendum sulla nuova Costituzione, ma i vescovi sono contrari ad alcuni articoli

    ◊   Domenica prossima 9,7 milioni di elettori in Ecuador sono chiamati a votare in un referendum popolare che dovrà approvare o rifiutare i 444 articoli della nuova Carta costituzionale elaborata dall'Assemblea costituente, eletta subito dopo l'elezione del Presidente di centro-sinistra Rafael Correa e nella quale il governante ha un'ampia maggioranza. In generale il testo della Magna Carta voluta da Correa si propone di introdurre in Ecuador "il socialismo del 21mo secolo, con la concessione di maggiori diritti ai cittadini e la presenza di uno Stato forte e regolatore". La Conferenza episcopale del Paese, con due successivi documenti, il 28 luglio e poi il 17 agosto, a seguito di una raccolta di firme (800mila) consegnate ai costituenti, ha espresso la sua ferma contrarietà ad alcuni articoli, in particolare quelli che riguardano il diritto alla vita e la famiglia. Nel documento del 28 luglio si leggeva: “Non ci compete, come vescovi, assumere un atteggiamento politico. Ci compete invece illuminare le coscienze dei cattolici con la dottrina del Vangelo, affinché prendano una decisione responsabile e secondo coscienza, davanti a Dio e alla società”. I presuli fondano le loro dichiarazioni innanzitutto sul Concilio Vaticano II, in cui si ricorda che “è giusto che la Chiesa possa in ogni momento predicare la fede con autentica libertà, insegnare la sua dottrina alla società e dare il suo giudizio morale, perfino su materie relative all’ordine politico, quando lo esigano i diritti fondamentali della persona o la salvezza delle anime”. Sebbene nella nuova Costituzione si percepiscano, secondo i vescovi, alcuni enunciati positivi su “la centralità della persona tra i fini della società, dell’economia, dell’educazione e della salute, con particolare enfasi riguardo alla promozione dei poveri”, manca invece “la menzione dei processi per la lotta contro la povertà e la corruzione”. Il problema maggiore si pone in alcuni enunciati fondamentali come quelli relativi all’aborto, alla famiglia, all’educazione e alla libertà religiosa. Per questo, i Vescovi, nel ricordare che tali aspetti non sono negoziabili, esigono un atteggiamento chiaro da parte dei credenti e delle persone di buona volontà. (V.V.)

    inizio pagina

    Vietnam: veglia a Ho Chi Minh City per chiedere giustizia e pregare per chi perseguita la Chiesa

    ◊   Veglia di preghiera, stanotte, per circa 7mila cattolici a Ho Chi Minh City. Attorno alla chiesa dedicata alla Madre del perpetuo soccorso, anche tanti giovani, malgrado una circolare del vicedirettore del Dipartimento scolastico della città, abbia chiesto a tutti gli istituti di “prevenire la partecipazione di cattivi elementi tra gli studenti a manifestazioni antigovernative”. La veglia è cominciata alle 19, ma già un'ora prima la zona era piena di gente. Padre Dominique, che ha celebrato la messa, ha invitato “i cattolici vietnamiti a lasciare la casa della violazione per vivere nella casa della pace”. I cattolici, ha detto ancora, dovrebbero “rimuovere pressioni, ira e ostilità per amare e pregare per coloro che ci perseguitano, perché anch’essi sono nostri fratelli e sorelle. Noi viviamo in Gesù”. In questo contesto, sacerdoti, religiosi e laici hanno pregato per l’arcivescovo di Hanoi, mons. Ngo Quang Kiet, il parroco di Thai Ha, Vu Khoi Phung, i Redentoristi e tutti i sacerdoti e laici della parrocchia. Si è pregato anche per la giustizia, la pace e la verità del Vietnam. Durante la veglia - riferisce l'agenzia AsiaNews - si sono anche ascoltate per intero le parole dell’arcivescovo di Hanoi, pubblicate in modo manipolato dai giornali. Nei giorni scorsi infatti, giornali e televisione statali hanno disinformato sulle “preghiere per la pace e la giustizia dei laici della parrocchia di Thai Ha”. Il cardinale Pham Minh Man, arcivescovo di quella che un tempo si chiamava Saigon e che resta la più grande città del Paese, ha dato disposizione che l’intero testo sia letto durante tutte le messe domenicali. Secondo la chiesa locale la gente vuole che il governo metta fine alla campagna di stampa contro i sacerdoti cattolici e i loro fedeli nel suo insieme e rispetti le sue stesse leggi, consentendo il ritorno dei beni ai legittimi proprietari. (R.P.)

    inizio pagina

    Filippine: Conferenza episcopale contraria al test Hiv per i lavoratori d’oltremare

    ◊   La Chiesa cattolica filippina è contraria al test obbligatorio dell’Hiv per i lavoratori che fanno ritorno in patria dopo un periodo di impiego all’estero. A confermarlo è padre Savino Bernardi, esponente della Conferenza episcopale, che ha bollato come “discriminatoria” la proposta avanzata dalla senatrice Pilar Juliana Cayetano. Secondo il religioso, infatti, la categoria con il più alto indice di diffusione di Hiv o Aids non è rappresentata dai 10 milioni di lavoratori d’oltremare, i cosiddetti Overseas Filipino workers. Contrario il pensiero della senatrice Caratano, convinta che sia necessario indagare sulle “abitudini sessuali dei lavoratori all’estero”, perché proprio da questa categoria di persone arriva “il maggior numero dei casi di sieropositivi”. Nel maggio scorso, come spiegato dall’agenzia AsiaNews, il Centro epidemiologico nazionale del Ministero della sanità ha registrato 35 casi di infezione da Hiv, il 20% dei quali fra gli Ofw, di cui la maggioranza è di sesso maschile. Per i lavoratori all’estero, tutti i casi di infezione sono avvenuti durante rapporti sessuali a rischio. “In molti casi gli uomini – ha affermato la parlamentare – non sanno di essere malati e quando rientrano nelle famiglie di origine contagiano i parenti”. La Cayetano sottolinea di non voler promuovere a tutti i costi la “contraccezione”, ma chiede che vi sia maggiore “consapevolezza” fra le donne sui rischi e le modalità di contagio. La risposta di padre Savino Bernardi è affidata ai dati di una ricerca del 2006, secondo cui su 2566 malati di Aids nelle Filippine, solo 891 (il 35%) appartengono alla categoria dei lavoratori all’estero. Il 34% sono invece marinai, il 18% collaboratori domestici, il 9% lavoratori dipendenti, il 7% appartiene al settore dello spettacolo e il 6% lavora nella sanità. (D.B.)

    inizio pagina

    Latte contaminato in Cina: UNICEF e OMS esprimono “rammarico e preoccupazione”

    ◊   Gli uffici cinesi dell’UNICEF e dell’OMS (Organizzazione mondiale per la sanità) hanno espresso “grande rammarico e preoccupazione per la vicenda, ancora in piena evoluzione, della contaminazione del latte per bambini prodotto dalla Sanlu e da altre aziende”. La comunicazione congiunta, ripresa dall’agenzia Sir, fa riferimento allo scandalo del latte contaminato dalla melanina che, in Cina, ha ucciso 4 bambini e costretto altri 13 mila a ricorrere al ricovero in ospedale. “Se ogni tentativo di adulterazione e frode nell'ambito della produzione e vendita di alimenti è inaccettabile – hanno aggiunto i due organismi - la contaminazione deliberata di alimenti destinati al consumo di neonati e bambini piccoli è particolarmente deplorabile”. Da qui l’auspicio di “un rapido e deciso intervento” che sia attuato “dalle autorità cinesi per la sicurezza alimentare e per indagare a fondo sul caso”. “Ci attendiamo – concludono UNICEF e OMS - anche che, come effetto di tali indagini, e in un contesto di crescente attenzione da parte del Governo cinese verso la sicurezza alimentare, venga adottata una migliore regolamentazione in materia di alimenti per neonati e per l'infanzia”. (D.B.)

    inizio pagina

    Il cardinale Kasper a Lourdes: “i nostri tempi segnano l'inizio di un comune pellegrinaggio verso l'unità”.

    ◊   “Lourdes è conosciuta per i suoi miracoli, oggi anche noi siamo testimoni di un miracolo particolare”. Con queste parole, il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha esordito ieri pomeriggio a Lourdes, prendendo la parola con l’arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, alla conferenza pubblica nel santuario mariano. “Chi avrebbe potuto immaginare – ha detto il cardinale Kasper - solo venti o trenta anni fa che, come sta accadendo oggi, cattolici e anglicani avrebbero intrapreso un pellegrinaggio insieme?”. “Dopo secoli di divisione e spesso di inimicizia tra i cristiani di molte denominazioni – ha continuato il porporato, riportato dal Sir - i nostri tempi moderni hanno segnato l'inizio di un comune pellegrinaggio verso l'unità per la quale Gesù ha pregato alla vigilia della sua morte”. Il cardinale ha poi lanciato un appello: “possiamo e dobbiamo dare testimonianza insieme, di ciò che abbiamo in comune che è molto di più di ciò che ci divide. Il mondo moderno ha bisogno della nostra comune testimonianza. E quando parliamo in comunione, la nostra voce è molto più convincente”. Nel ricordare che “Maria è la donna della speranza benedetta” - il cardinale ha aggiunto -“Questa speranza, fondata non su un ottimismo superfiale ma sulla fedeltà a Dio, è ciò di cui abbiamo bisogno per il nostro pellegrinaggio ecumenico. Non possiamo scappare e arrenderci quando sorgono difficoltà e quando l’immediato successo non è a portata di mano. Abbiamo quindi bisogno della speranza di Maria. Vi è una mancanza di prospettiva e spesso si cammina nella nebbia. Ma senza speranza, nessuno, nessun popolo e nemmeno la Chiesa può vivere; senza speranza non vi è alcun entusiasmo, né il coraggio per grandi obiettivi e grandi aspirazioni”. Nel suo intervento il card. Kasper ha ripercorso la presenza di Maria nel mondo della Riforma. Sulla Madonna ci sono stati dialoghi che hanno portato all’elaborazione di importanti documenti, come quello della Commissione internazionale “Arcic” dal titolo “Maria: Grazia e Speranza in Cristo”. Soprattutto quest’ultimo accordo – ha detto il card. Kasper – rappresenta “nel mezzo di alcune tristi turbolenze e disaccordi in altri campi delle nostre relazioni” un “segno positivo e incoraggiante di speranza”. L’ultima volta che il card. Kasper e l’arcivescovo Williams si sono incontrati è stato questa estate a Canterbury nell’ambito della Lambeth Conference. (V.V.)

    inizio pagina

    Bartolomeo I al Parlamento Europeo:un ecumene di pace con il dialogo tra fedi e culture

    ◊   “Necessità del dialogo tra fedi e le culture, per costruire un ecumene di pace”. Questo il messaggio lanciato dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, in occasione della sua visita al Parlamento Europeo, riunito ieri in seduta solenne. Sottolineando la sua contrarietà a “ogni guerra e a ogni forma di violenza e di intolleranza”, il Patriarca ha rilanciato l’idea di un “Progetto europeo” che sia alla base della coesistenza pacifica di Stati precedentemente in guerra fra loro. Bartolomeo I, come riportato dall’agenzia Zenit, ha quindi sostenuto l'adesione della Turchia all'Unione Europea. “Siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre celeste e, su questo magnifico pianeta di cui tutti siamo responsabili, c'è posto per tutti, ma non c'è posto per le guerre e neppure per coloro che uccidono i propri simili” ha concluso il Patriarca di Costantinopoli. Tesi, questa, avallata anche dal presidente del Parlamento Europeo, Hans Gert Pöttering che, ricordando la metafora di un'Europa che respira con due polmoni, usata da Papa Giovanni Paolo II dopo la caduta del comunismo nell'Europa centrale e orientale, ha parlato della ricchezza portata nell'Ue dalle visioni differenti della cristianità occidentale e di quella orientale. (D.B.)

    inizio pagina

    A trent’anni dalla morte di Giovanni Paolo I un convegno per ricordarlo come uomo, prete e vescovo

    ◊   “Papa Luciani, dal veneto al Mondo”. Questo il titolo del convegno iniziato ieri e organizzato dall’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza, nel trentesimo anniversario dalla morte di Giovanni Paolo I. Nella chiesa arcipretale di Canale d’Agordo a Belluno, suo paese natale, si sono alternati illustri oratori durante un convegno dedicato non al Papa Giovanni Paolo I, ma all’uomo, al prete, al vescovo. Se le giornate di studi si spostano, oggi e domani a Vicenza e a Venezia, Belluno-Feltre si sposta a Roma con un pellegrinaggio diocesano. Nella mattinata di domenica prossima si terrà una Messa per il trentesimo anniversario della morte di Luciani nella basilica di San Pietro, presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre mons. Giuseppe Andrich. Sempre domenica, alle 10,30 il patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, presiederà nella basilica di San Marco a Venezia la Messa alla quale parteciperà il movimento di Comunione e liberazione. (V.V.)

    inizio pagina

    Ucraina: avviato il processo di beatificazione del primo salesiano di rito bizantino

    ◊   Il Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica ucraina, celebratosi a Lviv dal 2 al 9 settembre, ha accolto la richiesta dei salesiani di poter avviare il processo di beatificazione e di canonizzazione di don Stepan Czmil, primo salesiano sacerdote ucraino di rito bizantino-ucraino. Don Czmil, nato nel 1914 a Sudova Vyshnia, in Ucraina, lasciò nel 1932 il suo paese a motivo delle difficoltà religiose e politiche dell’Ucraina. Insieme ad altri giovani giunse in Italia presso l’aspirantato di Ivrea e, dopo aver frequentato il noviziato di Villa Moglia, a Chieri, il giovane Stepan Czmil professò i suoi primi voti come salesiano nel 1936. Compiuta la sua formazione teologica a Roma, fu ordinato sacerdote nel 1945. Partito come missionario in Argentina, fece ritorno in Italia dove a Roma fu direttore del Pontificio seminario minore per i ragazzi ucraini della diaspora,  dal 1961 al 1967 e dal 1976 al giorno della sua morte, avvenuta il 22 gennaio 1978. L’anno prima, il 4 di aprile, don Stepan venne segretamente consacrato vescovo a Lviv, insieme ad altri due sacerdoti, dal cardinale Josef Slipij, Metropolita di Leopoli. La consacrazione avvenne nel Monastero Studita. Sul finire degli anni Novanta Giovanni Paolo II accolse don Stepan Czmil nel collegio episcopale e riconobbe la validità della consacrazione episcopale. “Don Stepan era così santo, che la sua santità non dava nell’occhio, veramente risiedeva in lui e si sprigionava da lui alla sua maniera, irradiando chi veniva in contatto con lui… Parlare della fama di santità di don Stepan, è più che giusto e legittimo, perchè santo lo era davvero!”. E’ la testimonianza del cardinale Lubomir Husar, arcivescovo maggiore di Kiev e presidente del Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica ucraina, che ha conosciuto personalmente don Czmil. Mons. Andriy Sapelak, salesiano, vescovo emerito di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires degli Ucraini, ha scritto: “La beatificazione e la canonizzazione di don Stefano Czmil sarebbe un arricchimento per la Chiesa Ucraina. Un tassello nel mosaico della santità del nostro popolo, perchè attraverso la persona di don Stepan noi ci arricchiremmo della santità di Don Bosco, che con la sua santità ispiratrice aprì le porte alla santità non solo ai religiosi, martiri ed ai fedeli, ma specialmente ai giovani, sull’esempio del quattordicenne san Domenico Savio, suo allievo.” (A.M.)

    inizio pagina

    Australia: no dei vescovi alla proposta di legge sull'aborto entro 6 mesi di gravidanza

    ◊   Dibattito acceso, nello Stato australiano di Victoria, sulla normativa riguardante l’aborto. Attualmente, è in discussione in Parlamento una proposta di legge che permette l’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime 24 settimane di gestazione. Scaduto questo termine, come già avviene oggi, l’aborto sarà consentito solo dopo il parere favorevole di due medici, nel caso di rischio per la salute o la vita della donna. Una proposta che ha suscitato la preoccupazione dei vescovi locali: “Si tratta di un attacco senza precedenti – ha detto l’arcivescovo di Melbourne, mons. Denis Hart – alla libertà di avere ed esercitare il proprio fondamentale ‘Credo’ religioso”. Se varata, infatti, la legge “costringerà gli ospedali cattolici e i medici obiettori di coscienza ad agire illegalmente. In queste circostanze, è difficile prevedere come potranno continuare ad operare i reparti di maternità delle strutture ospedaliere cattoliche”. Un dato rilevante, se si considera che gli ospedali cattolici gestiscono circa un terzo delle nascite nel Paese. Infine, mons. Hart ha sottolineato che la Chiesa non condanna le donne che hanno abortito: “Insieme ai loro figli – ha concluso il presule – esse sono le principali vittime di una nuova cultura della morte”. (I.P.)

    inizio pagina

    Lourdes: parte domenica il pellegrinaggio internazionale dell’Unitalsi

    ◊   Saranno 15 mila le persone che, domenica 28 settembre, prenderanno parte al pellegrinaggio nazionale a Lourdes, organizzato dall’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati Lourdes e santuari internazionali) in occasione del 150.mo anniversario delle apparizioni della Madonna. Tra i pellegrini, provenienti da ogni parte d’Italia con 17 aerei e 16 treni, ci saranno anche 3 mila disabili e 6 mila volontari. “Il pellegrinaggio è una esperienza in cui le diversità non si annullano, ma si incontrano – ha spiegato il presidente nazionale dell’Unitalsi, Antonio Diella - dove la storia concreta della associazione non si confonde in un mare di stendardi, ma guarda a se stessa per capire come continuare a ‘farsi sorprendere’ dal carisma incontenibile della carità”. Come spiegato dall’agenzia Sir, l’apertura del pellegrinaggio sarà affidata a mons. Luigi Moretti, assistente ecclesiastico nazionale e vice gerente di Roma. Interverrà poi con le catechesi e per presiedere le successive celebrazioni il cardinal Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano. Sono due gli incontri specifici previsti: il workshop europeo di protezione civile sul tema “Disabilità & Emergenza: le prospettive di Italia e Francia” e il convegno nazionale medici Unitalsi intitolato “La solitudine dell’atto medico”, moderato da Piero Badaloni, a cui interverrà Patrick Theiller, responsabile del Bureau Médical di Lourdes. (D.B.)

    inizio pagina

    Ciad: su Internet il sito della Prefettura apostolica di Mongo

    ◊   Da pochi giorni basta digitare www.eglisemongo.org per conoscere la Prefettura apostolica di Mongo, una delle circoscrizioni della Chiesa cattolica del Ciad. Una giovane Chiesa quella di Mongo, che nata nel dicembre del 2001 affianca la diocesi di N’Djaména e le altre 6 diocesi del sud del Paese. Per la sua situazione geografica e i suoi abitanti, la Prefettura apostolica di Mongo è una “Chiesa di frontiera”, trovandosi fra deserto e vegetazione, tra popolazioni nomadi e stanziate, fra etnie arabe e africane, islam e cristianesimo. Il sito della Prefettura apostolica vuole far conoscere il volto della Chiesa di Mongo, informare sulla realtà in cui essa è immersa. “Abbiamo la vocazione all’incontro – si legge all’indirizzo web della Prefettura apostolica di Mongo – desideriamo appoggiare le minoranze dei cattolici che non raggiungono neanche l’1% dispersi sul nostro immenso territorio restando vicini al 95% dei musulmani per la presenza, la testimonianza e il servizio. La nostra Chiesa è quella del ‘dialogo di vita’ e di collaborazione di fronte alle sfide comuni che riguardano i problemi legati all’acqua, alla sicurezza alimentare, alla salute, all’istruzione e alla pace”. La Prefettura apostolica di Mongo si propone di formare le comunità cristiane attraverso catechesi, traduzioni bibliche e liturgiche, il servizio dei sacramenti e la preparazione di giovani e responsabili, e ciò anche allo scopo di promuovere l’incontro e il dialogo. (T.C.)

    inizio pagina

    Grande manifestazione a Damasco in onore di San Paolo

    ◊   Damasco si distingue nel Medio Oriente per le celebrazioni dell’Anno Paolino grazie alle iniziative, dalla forte caratterizzazione ecumenica, promosse dal patriarca greco-melchita cattolico Gregorios III. La sera di martedì 23 scorso circa 2.500 fedeli hanno partecipato a una marcia in onore dell’Apostolo da lui guidata per le vie della città, che si è mossa dal Patriarcato della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia e si è conclusa nella cappella greco-melchita cattolica di San Paolo sulle Mura, passando per la “Via Recta” e la Porta Orientale (Bab Sharqi). L’evento, tra canti e preghiere e animato dalle corali e dalle fanfare di diverse comunità cristiane, è stato ripreso dalla televisione di stato siriana. Nelle undici stazioni disposte lungo il percorso, sono state svolte delle meditazioni sulla conversione di Saulo di Tarso nei pressi di Damasco, sul suo battesimo nella città impartito da Sant’Anania e sulla fede dei primi cristiani. All’arrivo dei pellegrini alla Porta Orientale è stata dispiegata una tela in cui è stato simbolizzato il ritorno di San Paolo a Damasco dalla fuga nel deserto arabo, l’attuale regione siriana di Hauran. E, a conclusione della marcia, su uno schermo gigante, eretto nel cortile che separa la cappella di San Paolo sulle Mura dagli asili per bambini e anziani, sono stati proiettati gli artistici manifesti editi per l’Anno Paolino dal Ministero siriano del Turismo. Nel saluto ai pellegrini il patriarca Gregorios III ha ricordato come la celebrazione paolina fosse stata inserita nelle manifestazioni che si svolgono a Damasco, capitale nel 2008 della cultura araba che è pure cristiana, non solo musulmana. Un'altra marcia a Damasco in onore di San Paolo si svolgerà il 30 settembre, vigilia della festa liturgica di Sant’Anania, primo vescovo della città. (A cura di Graziano Motta)

    inizio pagina

    Pace in Medio Oriente: inizia oggi a Venezia la Terza Conferenza degli Enti Locali

    ◊   Prenderà il via oggi pomeriggio, a Venezia, la Terza Conferenza europea degli Enti Locali per la pace in Medio Oriente. L’incontro, intitolato “Facciamo pace in Medio Oriente. Ricostruiamo la speranza”, vedrà per la prima volta i rappresentanti di tutte le istituzioni e organizzazioni europee degli Enti Locali riuniti insieme ai colleghi israeliani e palestinesi per discutere sul contributo che le città europee possono dare alla costruzione della pace in Medio Oriente. Promossa, tra gli altri, dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dal Comune e dalla Provincia di Venezia e con il patrocinio del Parlamento europeo, la conferenza ha l'obiettivo di “definire un vero e proprio piano di lavoro da realizzare nei prossimi due anni”. Nell’Anno europeo del Dialogo interculturale e in occasione del 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, come ricorda l’agenzia Sir, gli organizzatori della Conferenza intendono rilanciare la “diplomazia delle città” e “rafforzare il ruolo e l'iniziativa concreta dell'Europa”. Secondo l'intesa firmata il 27 novembre 2007 ad Annapolis da Mahmud Abbas e Ehud Olmert, i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi dovrebbero concludersi entro il 2008. (D.B.)

    inizio pagina

    Anno Paolino: il 26 ottobre, la diocesi di Roma sarà in pellegrinaggio al sepolcro di San Paolo

    ◊   L’appuntamento, per tutti i fedeli della diocesi di Roma, è per il 26 ottobre alle ore 16.00, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. In occasione dell’Anno Paolino, indetto dal Papa per celebrare il bimillenario della nascita di San Paolo, infatti, la diocesi capitolina ha indetto un pellegrinaggio presso il sepolcro dell’Apostolo delle Genti. Alle 17.00, inoltre, il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la città di Roma, presiederà la Santa Messa ed incontrerà, per la prima volta, tutti i componenti della Chiesa di Roma. Una Chiesa che, come scrive il porporato nella lettera di invito ai fedeli, “ha avuto il privilegio di essere destinataria della predicazione di San Paolo, testimone della sua intrepida fede, confermata con il martirio sulla via Ostiense, ed è depositaria del suo sepolcro”. “Ripercorrere le tappe dell’itinerario umano e spirituale di San Paolo, da Damasco a Roma – continua il cardinale Vallini - offre a tutti noi la possibilità di accostarci ad un modello affascinante di vita cristiana e l’invito ad essere discepoli di Gesù nel nostro tempo, seguendo l’esempio della fede, del coraggio e della passione apostolica di questo grande apostolo”. Invitando i fedeli a partecipare numerosi, il porporato ricorda che “nella celebrazione dell’Eucaristia, incontrando il Signore Risorto, chiederemo per noi e per la nostra Chiesa il dono di una fede coraggiosa e gioiosa, in grado di generare speranza e di dialogare con quanti si interrogano sul senso della vita. Siamo, infatti, debitori verso la città di Roma di un rinnovato annuncio del Vangelo, capace di trasformare il vissuto quotidiano delle famiglie, dei giovani, degli ammalati e dei poveri”. Infine, il cardinale Vallini suggerisce “una piccola iniziativa”, ovvero “che in ogni parrocchia e comunità ecclesiale, nel corso dell’anno, secondo forme e modalità che si riterranno idonee, possa essere proposta una lectio paulina sugli scritti di San Paolo”. Certo del fatto “che non mancherebbero copiosi frutti spirituali”, il vicario del Papa per la città di Roma annuncia l’invio di “un piccolo sussidio” per portare avanti questo progetto. (I.P.)

    inizio pagina

    Italia: visita a Norcia degli abati benedettini di tutto il mondo

    ◊   Sono arrivati a Norcia da tutto il mondo. Oltre cinquanta abati benedettini, tra i quali anche rettori di altrettanti monasteri, hanno fatto visita alla città che nel 480 diede i natali al loro Padre Fondatore e a sua sorella gemella Scolastica. Gli abati sono giunti da Roma, dove in questi giorni stanno partecipando al congresso mondiale della Confederazione benedettina, che ogni quattro anni si tiene nella sede primaziale di Sant’Anselmo. I superiori benedettini sono stati accompagnati nella visita a Norcia dal priore del locale monastero benedettino “Maria Sedes Sapientiae”, padre Cassian Folsom, e dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana. “La vostra presenza qui – ha detto il presule nell'accoglierli– è come una benedizione. Siete a pieno titolo a casa vostra, in una terra mistica di cui potete considerarvi veri benefattori. L’Umbria, e in particolare la nostra diocesi, infatti – ha spiegato – deve profonda gratitudine ai figli di San Benedetto, cui si deve la trasformazione e la cristianizzazione di tutto il territorio. Basti pensare – ha fatto notare – che dei 92 Comuni civili della nostra regione ben 56 hanno avuto la presenza di monasteri benedettini, sia maschili che femminili. Per ben due secoli, inoltre – ha aggiunto l'arcivescovo – la nostra Chiesa è stata retta da vescovi benedettini”. Un pensiero di particolare riconoscenza è stato quindi espresso dall’arcivescovo a favore dell’attuale comunità benedettina nursina. “Alcuni anni fa, appena nominato vescovo – ha ricordato mons. Fontana – mi sono rivolto al congresso degli abati per chiedere il ritorno a Norcia di una comunità benedettina, assente dai primi dell’’800. Ma è stato solo grazie all’intervento personale di Papa Giovanni Paolo II se questo auspicio, proprio in occasione dell’Anno Santo, è divenuto finalmente realtà". (A.M.)

    inizio pagina

    Al via la Carovana Missionaria per la Pace a Milano, Pordenone e Lecce

    ◊   La Carovana Missionaria della Pace 2008 comincia oggi il suo cammino, muovendo da tre punti: Milano, Erto nel Vajont (Pordenone) e Lecce. A Milano, alle 11.00 nelle sede del PIME, Gerolamo Fazzini, direttore della rivista missionaria Mondo e Missione, e suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, hanno tenuto una conferenza stampa sulla spinosa questione della tratta delle ragazze nigeriane che finiscono sulle strade d’Italia a fare le prostitute. Questa sera alle ore 21.00, nella stessa sede, si terrà una conferenza sulla tratta Nigeria-Italia a cura di suor Bonetti, che lavora in Nigeria per sostenere e reinserire socialmente le vittime della tratta. Domani la carovana incontrerà la Comunità Nocetum S. Dionigi e la Casa della Carità: al centro del dialogo tra i carovanieri e queste realtà locali il tema dell’accoglienza con particolare riferimento ai rom. A Erto, la carovana visiterà i luoghi del Vajont e sosterà a lungo, in mattinata, all’interno del paese vecchio, meditando e ascoltando gli abitanti di allora (il 9 ottobre 1963 la frana e la conseguente esondazione uccisero oltre 2000 persone) e di oggi. Nel pomeriggio alle 14.00 ci sarà una conferenza dei coordinatori dei laboratori sull’acqua. Alle 15.30, nella sala consigliare di Erto, Luca Martinelli, giornalista di AltraEconomia, illustrerà la campagna “Imbrocchiamola!” per incentivare l’utilizzo dell’acqua di rubinetto. Per quel che concerne il segmento sud della carovana, dopo la visita di ieri ad Alessano (Lecce) alla casa natale di don Tonino Bello, oggi i carovanieri sono a Novoli (Lecce) dove, presso la Comunità Emanuele, incontrano gli studenti delle scuole secondarie. Nel pomeriggio in piazza S. Oronzo a Lecce, l’incontro “Diritti per tutti: rom, migrazione, casa lavoro”. Domani i carovanieri saranno a Cisternino e a Mesagne. L’iniziativa, che si concluderà a Roma il 4 e 5 ottobre, è promossa dal mondo missionario italiano: gli istituti missionari, i centri missionari diocesani, il segretariato unitario di animazione missionaria (SUAM), le riviste missionarie (FESMI), il Movimento giovanile missionario (MGM). (V.V.)

    inizio pagina

    Il Professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dell’Università di Lublino

    ◊   L’Università Cattolica di Lublino ha conferito oggi la Laurea Honoris Causa al Professor Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Il prestigioso riconoscimento arriva all’interno del Terzo Congresso per una Cultura Cristiana e il ruolo dei cristiani nella costruzione dell’unità spirituale dell'Europa. Contestualmente verrà onorato anche l’Arcivescovo di Minsk, mons. Tadeusz Kondrusiewicz. L’importante riconoscimento in passato è stato attribuito a personalità come il cardinale Ratzinger e Chiara Lubich. (V.V.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Al via stamani a Città del Capo la riunione dell’Assemblea nazionale sudafricana per eleggere il nuovo presidente della Repubblica

    ◊   In Sudafrica, dopo le dimissioni del presidente Thabo Mbeki, l’Assemblea nazionale è chiamata oggi ad eleggere il suo successore. Il partito al potere, il Congresso Nazionale Africano, ha designato Kgalema Motlanthe, che dovrebbe poi formare rapidamente il nuovo governo. Secondo Radio Nairobi il vice presidente sarà una donna. Si tratta dello speaker del Parlamento, la signora Baleta Mbeke. Per il punto della situazione politica, il servizio di Marco Guerra:

    A Città del Capo è iniziata stamani la riunione dell’Assemblea nazionale sudafricana per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che prenderà il posto del dimissionario Thabo Mbeki. A subentrare al capo di stato in carica dal 1999 sembra sarà Kgalema Motlanthe, designato dal partito al potere, il Congresso Nazionale Africano, che detiene i due terzi dei seggi del parlamento. Motlanthe dovrebbe tenere la carica fino alle prossime elezioni politiche in primavera, quando il nuovo Parlamento dovrebbe eleggere Presidente “definivo” il segretario dell’ANC, Jacob Zuma, il quale per motivi procedurali e di opportunità politica non potrebbe essere investito subito. In questi mesi, la principale sfida del presidente ad interim sarà placare i dissensi in seno al partito di maggioranza. Le dimissioni di Mbeki, a cui sono seguite quelle di 10 ministri dell'esecutivo, sono giunte domenica al culmine di una lotta intestina per la leadership dell'ANC, che vede l'ex presidente Mbeki accusato di aver provato ad influenzare un'inchiesta su un sospetto scandalo di corruzione che vedrebbe coinvolto il suo rivale Zuma. Una spaccatura che ha prodotto la più grave crisi politica del Paese dalla fine dell’ apartheid e che ha scosso la principale economia del continente africano.

     
    Iraq
    In Iraq è salito ad almeno 35 morti il bilancio dell’attacco di ieri contro le forze di sicurezza a nord di Baquba. Intanto, dopo mesi di discussioni, il parlamento di Baghdad ha approvato all’unanimità una nuova legge elettorale che prevede la tenuta di elezioni provinciali entro il prossimo 31 gennaio. Il testo lascia tuttavia fuori dalle consultazioni le tre province curde e la regione di Kirkuk, dove gli elettori verranno chiamati alle urne probabilmente entro la primavera.

    Afghanistan
    Proseguono gli attacchi dei talebani in Afghanistan. Due poliziotti e un civile sono stati uccisi nel sud del Paese da una bomba azionata a distanza. Secondo le fonti ufficiali sono circa 150 i poliziotti uccisi e 1250 quelli feriti dall'inizio dell'anno in seguito alla recrudescenza della guerriglia integralista.

    Pakistan
    Non si ferma la violenza in Pakistan, dove sette talebani e due civili sono rimasti uccisi nel corso di bombardamenti di presunti covi dei ribelli nelle zone tribali del Paese, al confine con l'Afghanistan. Sul terreno è ancora tensione, poi, per l’allarme innescato dall’attentato della scorsa settimana all’hotel Marriott di Islamabad, con un bilancio di oltre 50 vittime. L'ambasciata americana in Pakistan ha sospeso i suoi servizi consolari relativi alla concessione di visti, vietando anche al personale governativo statunitense di alloggiare negli alberghi di Lahore.

    Filippine
    Nuova impennata di scontri tra l’esercito filippino e i guerriglieri del Fronte di Liberazione Islamico Moro (MILF). 16 miliziani integralisti sono morti a seguito di un attacco delle truppe governative contro una base del MILF nella turbolenta regione del Mindanao, nel sud del Paese.

    Immigrazione
    Le cattive condizioni meteo nel Canale di Sicilia hanno impedito anche questa mattina la ripresa del recupero delle vittime del naufragio dello scorso fine settimana a largo dell’isola di Malta. Prima della sospensione delle operazioni, la fregata francese Aragò e la marina maltese avevano individuato una trentina di cadaveri. Ma la giornata di ieri è stata segnata anche dalla massiccia ripresa degli sbarchi a Lampedusa. Circa 300 i migranti soccorsi e portati nel centro d’accoglienza dell’isola. E sulle politiche dell’immigrazione è intervenuto il segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, mons. Agostino Marchetto, sostenendo che l’Europa segue una tendenza al ribasso nell’elaborazione di una strategia comune in materia di diritto d’asilo. Il presule ha poi aggiunto che la stessa tendenza è riscontrabile anche nelle politiche adottate dal governo italiano; in particolare, dopo la recente approvazione dei decreti legislativi in materia di riconoscimento e revoca della qualifica di rifugiato e di diritto al ricongiungimento familiare. Francesca Sabatinelli ha intervistato mons. Agostino Marchetto. Ascoltiamolo:

    R. - E’ in corso in Europa una riflessione, al fine di conseguire una politica comune, in relazione ai richiedenti asilo e ai rifugiati; purtroppo la tendenza è al ribasso rispetto agli impegni internazionali a suo tempo assunti, in favore della protezione di persone perseguitate e i cui diritti umani non sono stati rispettati. Mi pare che l’ultima seduta del Consiglio dei ministri italiano vada in questa stessa tendenza al ribasso.

     
    D. – Mons. Marchetto, la stretta è stata anche per i ricongiungimenti che, da sempre, stanno a cuore al Papa e alla Chiesa…

     
    R. – Che dire, siamo sempre più lontani - non solo nel tempo – dallo spirito della lettera di quei diritti umani che trovarono possibilità di essere espressi, perché si proveniva forse dagli orrori di una guerra mondiale. Eppure l’uomo e la donna sono gli stessi, hanno bisogno di protezione, specialmente nei casi in questione.

     
    Alitalia
    Nella trattativa per il salvataggio di Alitalia potrebbe essere il giorno della svolta. Al termine del vertice di stamani a Palazzo Chigi tra governo italiano, sindacati e CAI, i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato l’accordo quadro con le relative integrazioni apportate dalla cordata di imprenditori. Segnali incoraggianti sono arrivati nelle ultime ore anche dalle associazioni dei piloti e da Air France Klm, disponibile ad entrare nella nuova cordata e a rilevare una quota tra il 10 e il 20% di Alitalia.

    Ucraina – Russia
    ll premier ucraino Iulia Timoshenko ha escluso un prolungamento degli accordi per la presenza della flotta russa in Crimea oltre la scadenza del 2017, fissata dagli accordi. L’intenzione della Timoshenko è quella di “fare dell'Ucraina una zona libera da qualsiasi base militare''. Mosca paga attualmente circa 67 milioni di euro all'anno, secondo un’intesa di durata ventennale siglata nel 1997. Una cifra considerata irrisoria da Kiev.

    Filippine
    Nuova impennata di scontri tra l’esercito filippino e i guerriglieri del Fronte di Liberazione Islamico Moro (MILF). 16 miliziani integralisti sono morti a seguito di un attacco delle truppe governative contro una base del MILF nella turbolenta regione del Mindanao, nel sud del Paese. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 269

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina