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Sommario del 23/09/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa sarà a San Giovanni Rotondo nel 2009: l'annuncio del cardinale Bertone nel 40.mo anniversario della morte di San Pio da Pietrelcina
  • Verso il Sinodo sulla Parola di Dio: gli insegnamenti di Benedetto XVI
  • Mons. Migliore all’ONU: lo sviluppo dell'Africa, un opportunità per il mondo
  • La partecipazione della Santa Sede alle Giornate Europee del Patrimonio
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Ucciso un altro sacerdote cattolico in India: minacciato di morte un arcivescovo nell'Orissa
  • Il cardinale Bagnasco denuncia i silenzi della comunità internazionale sulle violenze anticristiane in India
  • Al via a New York la 63.ma Assemblea generale dell'ONU
  • Chiesa e Società

  • Inondazioni in India e Nepal: almeno 33 vittime e migliaia di sfollati
  • Medici Senza Frontiere corre in soccorso della popolazione etiope colpita dalla siccità
  • RD Congo: smentito il rapimento di tre missionari comboniani
  • Incontro a Macao delle Chiese di lingua portoghese di tutti i continenti
  • Progetto missionario intitolato a Padre Pio in India
  • Messico: appello dell’arcivescovo di Guadalajara per la lotta contro il crimine
  • Il presidente dell’episcopato della Colombia: no all'eutanasia
  • Colombia: primo Congresso Internazionale di Teologia Mariana
  • Anno Paolino: lettera pastorale del 92enne vescovo di Shang Hai
  • Cambogia: “Sinodo dei Giovani” sulle orme di San Paolo a Phnom Penh
  • I vescovi dell'Africa occidentale lavorano per l'unificazione delle Conferenze episcopali della regione
  • “Un’orchidea dell’UNICEF per i bambini”: il 4 e 5 ottobre al via la raccolta fondi in aiuto dell’Africa
  • Congresso a Washington sui 20 anni della “Mulieris Dignitatem”
  • Mons. Zollitsch ai vescovi tedeschi: non ridurre la Chiesa a semplice erogatore di servizi
  • Lettera pastorale dei vescovi della Svizzera: la fede non si oppone alla teoria dell’evoluzione
  • Parigi: cattolici ed evangelici francesi celebrano dieci anni di dialogo
  • A ottobre sarà inaugurato un centro ecumenico per i marinai nel porto di Liverpool
  • Convegno alla Gregoriana su benessere economico e rispetto dell’ambiente
  • La Regione Veneto in pellegrinaggio ad Assisi per l’accensione della lampada votiva sulla tomba di San Francesco
  • "Abbasso il grigio": a Roma mostra di opere di artisti disabili
  • Aggrediti a Roma il parroco e due fedeli nella parrocchia di Santa Marcella
  • 24 Ore nel Mondo

  • Terrore in Finlandia: uno studente spara nella sua scuola uccidendo nove persone
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa sarà a San Giovanni Rotondo nel 2009: l'annuncio del cardinale Bertone nel 40.mo anniversario della morte di San Pio da Pietrelcina

    ◊   Benedetto XVI sarà a San Giovanni Rotondo nel 2009 per rendere omaggio alla salma di San Pio da Pietrelcina. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che ha presieduto questa mattina la celebrazione eucaristica a San Giovanni Rotondo, nel giorno della memoria liturgica del santo e nel 40.mo anniversario della sua morte. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    (musica)
     
    Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha portato la benedizione di Benedetto XVI annunciando la sua visita a San Giovanni Rotondo:

     
    “Benedetto XVI mi ha detto di annunciarvi che tutto è predisposto. Il Santo Padre verrà volentieri a San Giovanni Rotondo nel 2009”.

     
    Nel tratteggiare la figura di San Pio, il cardinale Bertone ha sottolineato due fondamentali riferimenti nell’itinerario di fede del frate di Pietrelcina: la fedeltà al Vangelo ed il costante orientamento verso il regno dei cieli. Padre Pio, che continua a vivere nel mistero di Gesù morto e risorto, “fu discepolo di Cristo che non cercò altro vanto se non amare e soffrire per Lui”. “Fu sacerdote - ha affermato il porporato - che non cercò altro che consumarsi nell’amore per Dio e i fratelli”:

     
    “Fu della Chiesa figlio sincero che anche nelle occasioni più dolorose preferì non difendersi, morendo a se stesso sepolto nel silenzio docile dell’obbedienza lacerante ma feconda”.

     
    Un’altra ricorrenza che contribuisce a rendere l’odierna celebrazione più significativa – ha poi osservato il cardinale Tarcisio Bertone – è il 90.mo anniversario, quest’anno, delle prime stimmate: anche attraverso il sacrificio eucaristico, incarnato in lui grazie al dono delle stimmate – ha spiegato il porporato – Padre Pio “riproduceva visibilmente l’immagine del Crocifisso”. Sembravano ancora indicare fisicamente – ha affermato – il “prezzo di sangue pagato da Cristo ogni volta che amministrava il sacramento del perdono”. Le stimmate – ha aggiunto il cardinale - ricordavano “a chi chiedeva intercessioni o miracoli, quanto costassero quelle ‘grazie’ che Dio con generosità distribuiva”.

     
    In questi 40 anni trascorsi dalla morte, si è assistito al rinnovarsi della misericordia di Dio per l’intercessione di San Pio a favore di tanti suoi devoti: egli – ha detto il porporato – è “come un canale d’acqua zampillante, ricco, dalla cui sorgente tutti possono bere l’acqua fresca della verità e dell’amore che il Signore offre a tutti in abbondanza”. Questo – ha spiegato il cardinale Bertone – Padre Pio lo fece anche in vita:

     
    “Quanti infatti lo hanno avvicinato e si sono convertiti; quanti si sono sentiti accolti da lui come fratelli e sorelle; quanti si sono sentiti abbracciati, a volte persino fustigati dall’esigente tenerezza di Dio operante tramite un suo docile strumento di misericordia!".

     
    La sintesi della vita di Padre Pio è racchiusa nella Santa Messa, nella celebrazione quotidiana dell’Eucaristia. Il frate di Pietrelcina ha sempre esortato all’incontro con Gesù. Un incontro che deve avvenire senza riserve, come lo stesso San Pio sottolinea in questa registrazione:

     
    “Amiamo senza riserva alcuna neppure in vista del premio che il Signore ha serbato per noi – quella è una conseguenza – facendo nostro il motto dell’apostolo Paolo il quale ci dice: non voglio sapere altro se non di Gesù e di Gesù Crocifisso".

    Commozione e gratitudine. Sono i sentimenti espressi dai Frati Minori Cappuccini dopo aver appreso la notizia della visita del Papa, il prossimo anno, a San Giovanni Rotondo. Al microfono di Emanuela Campanile ascoltiamo la reazione di frate Antonio Belpiede, portavoce dei Frati Minori Cappuccini:

    "Il cardinale ha detto con grande chiarezza che la data non è ancora fissata, ma che ha parlato ieri pomeriggio con il Santo Padre; il Papa ha chiesto a tutti i devoti, e sono milioni quelli di Padre Pio, di pregare per lui, per il suo ministero e per la Chiesa tutta. Ha detto che ben volentieri verrà a San Giovanni Rotondo nel 2009. Questo - possono immaginare tutti - ci riempie il cuore di gioia, ma lo riempie a tutti coloro verso i quali si sta propagando la notizia come un’onda d’urto benefica, quasi angelica".

    La Chiesa celebra dunque i 40 anni trascorsi dalla morte di Padre Pio. Sul significato oggi del suo "transito al cielo", si sofferma al microfono di Stefano Cavallo, il frate cappuccino padre Gianluigi Pasquale:

    D. – Padre Pio è stato definito il Santo del XX secolo, segnato soprattutto dal dono delle stimmate; ma Padre Pio ha reso anche veramente credibile la Chiesa cattolica ne mondo: per questo noi preferiamo parlare di transito, non essendoci per i credenti alcuna differenza tra la vita nel tempo e la vita nell’eternità.

     
    D. – E’ da aprile che il corpo di Padre Pio è esposto alla venerazione dei fedeli. Fino a quando?

     
    R. – Sarà ricollocato in un luogo - che finora non è stato ancora deciso - anche se quasi sicuramente sarà nella nuova chiesa di Padre Pio - entro la fine del 2008 o al massimo entro i primi del 2009. Tanti si sono chiesti come mai dopo quaranta anni c’è stata – come si dice in linguaggio canonico – questa tumulazione delle spoglie di Padre Pio. La risposta è in realtà molto semplice: quando la Chiesa dichiara un sacerdote o un fedele cristiano Santo, prima c’è sempre la recognitio canonica: si deve cioè aprire la tomba e vedere quale sia lo stato di conservazione. Questo, però, a causa dell’accelerata canonizzazione di Padre Pio non è avvenuto ed è avvenuto adesso.

     
    D. – Padre Pasquale, nell’Anno Paolino, qual è – secondo lei – il rapporto tra San Paolo e San Padre Pio?

     
    R. – San Pio, durante il periodo in cui fu 'provvidenzialmente' costretto al silenzio, perché la Santa Sede gli chiese di non celebrare più in pubblico, di non ascoltare più confessioni in pubblico, ma soltanto di dare benedizioni in privato, accettò con uno spirito veramente francescano di obbedienza questo suggerimento positivo della Santa Sede. Ma come sempre accade, a lui ne tornò un bene maggiore, perché aveva molto tempo a sua disposizione e, quindi, lesse tutto l’epistolario di San Paolo e da questo Padre Pio ne ricevette un bene superiore e fondò la sua spiritualità su San Paolo. Ma cosa significa questo? Significa una spiritualità fortemente cristocentrica e un desiderio enorme di annunciare Cristo a tutti attraverso il corpo, perché San Paolo gioca proprio su questo 'plesso': "io rimango nel corpo per annunciare Gesù Cristo" e poi aggiungeva: "vorrei essere liberato dal corpo"; proprio come Padre Pio che voleva essere liberato dal corpo stigmatizzato. Insomma, la risposta in sintesi è questa: c’è una fortissima dipendenza dimostrabile esegeticamente e teologicamente tra l’Apostolo delle Genti e questo nuovo apostolo.

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    Verso il Sinodo sulla Parola di Dio: gli insegnamenti di Benedetto XVI

    ◊   Mancano ormai pochi giorni all’inaugurazione del Sinodo sulla Parola di Dio che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre. Il Papa ne ha parlato anche ieri durante l’incontro a Castel Gandolfo con i vescovi novelli, sottolineando la necessità per ogni cristiano di mettere la Parola di Dio al centro della propria vita. Ma ripercorriamo gli insegnamenti di Benedetto XVI su questo argomento. Il servizio di Sergio Centofanti.

    “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”: il Papa cita spesso il monito di San Girolamo ricordando la necessità “che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura”. Un dialogo deve sempre avere due dimensioni:

     
    “Da una parte, dev'essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio per ciascuno. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi".(Udienza generale del 7 novembre 2007)

     
    D’altra parte la Scrittura va letta “in comunione con la Chiesa viva” per non cadere in una interpretazione individualistica, spesso condizionata dal tempo e dalle mode:

     
    “Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l'eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l'eterno, la vita eterna".(Udienza generale del 7 novembre 2007)

     
    “La Chiesa – afferma il Papa - non vive di se stessa ma del Vangelo e dal Vangelo sempre e nuovamente trae orientamento per il suo cammino. È una annotazione che ogni cristiano deve raccogliere ed applicare a se stesso”:

     
    “Solo chi si pone innanzitutto in ascolto della Parola può poi diventarne annunciatore. Egli infatti non deve insegnare una sua propria sapienza, ma la sapienza di Dio, che spesso appare stoltezza agli occhi del mondo”. (Discorso per il 40° della Dei Verbum – 16 settembre 2005)

     
    Quindi il Papa pone un interrogativo:

     
    “Dobbiamo chiederci: noi cristiani, non siamo diventati forse troppo muti? Non ci manca forse il coraggio di parlare e di testimoniare… Il nostro mondo ha bisogno di questa testimonianza; attende soprattutto la testimonianza comune dei cristiani”.(Secondi Vespri della Conversione di San Paolo -   25 gennaio 2007)

     
    Benedetto XVI invita a praticare la Lectio divina, la lettura meditata e pregata della Parola di Dio:

     
    “Essa consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ‘ruminandolo’ come dicono i Padri, e spremendone, per così dire, tutto il ‘succo’, perché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta”. (Angelus del 6 novembre 2005)

     
    Ascoltare la Parola diventa inutile se non la si mette in pratica: il modello è Maria che parlava e pensava con le parole di Dio:

     
    “Preghiamo perché, come Maria, la Chiesa sia docile ancella della divina Parola e la proclami sempre con ferma fiducia, così che il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami”. (Angelus del 6 novembre 2005)

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    Mons. Migliore all’ONU: lo sviluppo dell'Africa, un opportunità per il mondo

    ◊   Permettere e incoraggiare il protagonismo degli Africani nel processo di sviluppo del loro continente: è l’appello che l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, ha fatto ieri nel suo intervento all'incontro sull'Africa tenutosi alla vigilia dell'apertura della 63.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il servizio di Fausta Speranza:

    “Nonostante la recente crescita economica, l’aspettativa di vita in Africa resta tra le più basse al mondo”, ha sottolineato mons. Migliore chiedendo che trovino attuazione pratica le linee guida di sviluppo ben teorizzate. In questo senso, la Santa Sede ha espresso apprezzamento per il richiamo del segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon alla necessità di “un’azione concreta”, a livello internazionale, regionale e nazionale. “L’Africa è il più ‘giovane’ dei continenti”, ha affermato mons. Migliore ricordando che il 60% della popolazione è sotto i 25 anni. Questa è solo una delle considerazioni che si possono fare per ricordare che “lo sviluppo dell’Africa è una grande opportunità per tutto il mondo” - ha ribadito l’osservatore permanente - per poi ricordare anche che “le culture africane hanno una “preziosa eredità” in termini di “profondo senso della solidarietà e della vita in comune” su cui contare. E il nunzio apostolico ha raccomandato che “tutti i piani di sviluppo economico tengano conto dell’identità culturale e preservino i legami familiari”.

     
    Nell’intervista di Fausta Speranza, padre Umberto, missionario in Zambia, spiega che cosa, in alcuni casi, ostacola a livello locale lo sviluppo di politiche a favore della popolazione africana.

    R. – Una specie di "gang" politica, che non cerca le persone più capaci, più aperte, più oneste, più impegnate per il bene comune, ma che ha paura di perdere la poltrona. Si mettono d’accordo tra di loro per difendersi e per mantenere il potere, dando, regalando magari farina, regalando vestiti e camicie per avere i voti e così via.

     
    D. – In tutto questo, le multinazionali e la comunità internazionale non guardano agli interessi degli africani, ma guardano agli interessi dei meccanismi di mercato...

     
    R. – Mi sembra proprio di sì, perché purtroppo tante volte abbiamo visto dei Paesi donatori che tradivano un po’ le aspettative e invece di esigere certi impegni di onestà, di apertura, di attenzione al bene comune, cominciando dalle masse, dai poveri, dai più diseredati, anche loro seguivano invece certi intrallazzi, dove magari avevano i loro interessi, perché il politico tal de tali li lasciasse al potere e li aiutasse per altre cose che noi non conosciamo, ma che loro volevano pianificare insieme.

     
    D. – In definitiva, manca molto ad una riforma delle strutture di produzione e di mercato africane...

     
    R. – Secondo me, siamo molto lontani. Tante volte quello che viene spacciato per uno sviluppo nuovo, per una crescita, è soltanto in termini economici per i potenti, per i ricchi, per i forti, ma non per il popolo, non per la massa.

     
    D. – L’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU sottolinea che lo sviluppo dell’Africa è una grandissima opportunità per tutto il mondo, non solo per il continente. Lei che vive in Zambia la vede così?

     
    R. – Certo, potrebbe essere, se riuscissero veramente a cambiare le politiche, ad imporre un impegno onesto, sincero, che metta al primo posto il bene comune, soprattutto sull’educazione e sulla salute. Invece, questo non viene fatto. Andando in un ospedale ti danno delle ricette, dove il poveraccio che magari non mangia da tre giorni, deve andare a spendere un mucchio di soldi e non può avere le medicine perché nell’ospedale non ci sono medicine e così via.

     
    D. – L’appello del Papa, domenica scorsa, per l’Africa è comunque un motivo di speranza per voi che siete lì in missione...

     
    R. – Per carità, è un motivo fortissimo di speranza. Non resteremmo qui, non cercheremmo di impegnarci per quanto possiamo, devo dire, se gli africani non ti prendessero in contropiede tante volte. Trovi cioè delle cose stupende, della gente capace, magari analfabeta, magari senza nessuna dignità riconosciuta e così via, ma che fa delle cose stupende e accetta delle sofferenze, sa smitizzare la sua morte, il suo fallimento, sa mostrarti il sorriso. Alla domanda “Come stai?” un uomo devastato risponde “sto bene, adesso che sei venuto a trovarmi”. Ti confermano sempre che alla fine bisogna essere ottimisti, alla fine bisogna guardare a un orizzonte che ti porta a qualcosa di molto meglio nel futuro.

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    La partecipazione della Santa Sede alle Giornate Europee del Patrimonio

    ◊   La Santa Sede parteciperà anche quest’anno alla celebrazione delle "Giornate Europee del Patrimonio", una manifestazione promossa dal Consiglio d’Europa, che gode attualmente l’adesione di oltre 40 paesi del Continente. La giornata verrà celebrata domenica 28 settembre sul tema: "Il Patrimonio europeo per il dialogo interculturale". All’elaborazione del programma hanno collaborato la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, i Musei Vaticani e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. In questa giornata sarà consentito l’accesso gratuito ai Musei Vaticani e a tutte le Catacombe di Roma normalmente aperte al pubblico. Il 27 settembre sarà inoltre aperta la mostra fotografica sul tema: "Usi e testimonianze funerarie della Roma tardoantica: sepolture cristiane, pagane e giudaiche a confronto", presso la Catacomba di S. Callisto, Tricora Occidentale (Via Appia Antica, 110; orario: dalle ore 10 alle ore 17; mercoledì chiuso; la mostra resterà aperta fino al 28 ottobre 2008).

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un'analisi di Ettore Gotti Tedeschi in merito all'intervento del Governo statunitense a sostegno dei mercati.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il Vicino Oriente: il nuovo leader del partito di maggioranza Kadima, Tzipi Livni, punta a un Governo di unità nazionale.

    In cultura, Claudio Toscani su un convegno internazionale, a Recanati, dedicato a Leopardi e alla sua visione antropologica.

    La prefazione di Davide Rondoni al libro di Gianfranco Lauretano "La traccia di Cesare Pavese" (cent'anni fa nasceva lo scrittore piemontese).

    Anticipazione della relazione di Roberto Morozzo della Rocca al convegno - a Canale d'Agordo e a Venezia - sul tema "Albino Luciani dal Veneto al mondo", organizzato nel trentesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo I.

    Marcello Filotei intervista Sanjit Bunker Roy, ideatore in India di un modello di microeconomia a sviluppo locale.

    Nell'informazione religiosa, Giampalo Mattei intervista il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente dei vescovi indiani.

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    Oggi in Primo Piano



    Ucciso un altro sacerdote cattolico in India: minacciato di morte un arcivescovo nell'Orissa

    ◊   Non si fermano le violenze contro i cattolici in India. Ieri è stato ucciso un sacerdote cattolico nel suo monastero nel nord del Paese. Il religioso viveva in un villaggio a circa 400 km da New Delhi. La polizia non esclude l’ipotesi di una rapina conclusa in maniera tragica. E intanto mons. Raphael Cheenath, arcivescovo della capitale dello Stato dell’Orissa ha denunciato di aver ricevuto una lettera di minacce. Il servizio di Virginia Volpe.

    L’India piange un altro prete cattolico, forse vittima della criminalità comune. Padre Samuel Francis, di 50 anni, è stato ritrovato morto ieri nella cappella del monastero in cui viveva e insegnava yoga e meditazione, nel villaggio di Chota Rampur, nell’India settentrionale. Aveva le mani legate dietro la schiena, era imbavagliato e presentava ferite sulla fronte. Non sono ancora chiare le dinamiche dell’assassinio e il movente: la polizia non esclude possa trattarsi di un tentativo di furto conclusosi in maniera tragica, visto che il monastero è stato saccheggiato dagli assassini prima della fuga. Insieme al prete è stato ritrovato anche il cadavere di una donna, affetta parzialmente da disturbi psichici. Padre Davis Varayilan, professore al Samanvayan Theological College, ha riferito di aver conosciuto bene il prete ucciso e ne ha elogiato la “generosità”, il buon cuore e l’intelligenza: “È l’ennesima tragedia per la Chiesa indiana – ha detto ad AsiaNews. Spesso mandavamo i nostri seminaristi a vivere per un po' nel suo ashram; agli inizi degli anni ’80 era il responsabile per la pastorale giovanile della diocesi di Meerut”. “Era una persona amata e rispettata da tutti: indù, musulmani, dai poveri e dagli emarginati”. I funerali si sono svolti oggi nel villaggio di Chota Rampur. E la situazione in India non sembra destinata a migliorare: mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack Bhubaneswar, capitale dello Stato indiano dell’Orissa, ha dichiarato di aver ricevuto una lettera minatoria da parte dei fondamentalisti indù. “Sangue per sangue, morte per morte” questa la minaccia che ha indotto il presule a cancellare il viaggio di ritorno a Bhubaneswar. Mons. Cheenath si trova, infatti, ancora nel Kerala, da quando, il 24 agosto scorso cominciarono le violenze. Il prelato ha scritto nei giorni scorsi una lettera al primo ministro per richiedere un nuovo incontro e una scorta per almeno sei mesi. Nella missiva c’è anche un aggiornamento della situazione in Orissa, molto preciso nonostante “l’esilio forzato dell’arcivescovo” perché basato su informazioni raccolte dai suoi preti e dai suoi laici che si trovano in prima linea.

     
    Il dilagare delle violenze anticristiane in India preoccupa e sorprende in particolare coloro che hanno scelto proprio questo Paese come terra di missione. La conferma nelle parole di padre Carlo Torriani, missionario del PIME a Bombay, intervistato da Stefano Leszczynski:

    R. - In questo momento, si vede che c’è proprio un’organizzazione dietro che attacca anche i Paesi o gli Stati come il Kerala, il Karnataka, in cui i cristiani sono in una certa consistenza. Però, c’è da dire che la gente si sta chiedendo chi è il vero indù: la religione indù è eminentemente tollerante nella sua struttura.

     
    D. – C’è una vicinanza ai cristiani in questo momento dalla parte dei più moderati o c’è un clima di isolamento?

     
    R. – No, ci sono state dimostrazioni anche qui a Bombay, una zona relativamente pacifica per noi qui. A Bombay c’è stata una dimostrazione, tutte le scuole cattoliche sono state chiuse per una giornata in solidarietà ai cristiani dell’Orissa e c’è stato anche un incontro di preghiera e di manifestazione pacifica in cui ha partecipato il rappresentante dell’Arya Samaj, che è un’antica organizzazione indù, più vecchia di 100 anni.

     
    D. – Possiamo dire che, nonostante la situazione in India, c’è ancora uno spazio per il dialogo interreligioso?

     
    R. – Senza dubbio c’è questo spazio, anzi, questo servirà sicuramente a far vedere la buona intenzione dei cristiani mentre queste organizzazioni che provocano, vivono ancora nel clima del colonialismo del secolo scorso.

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    Il cardinale Bagnasco denuncia i silenzi della comunità internazionale sulle violenze anticristiane in India

    ◊   La prolusione del cardinale Angelo Bagnasco ha aperto ieri pomeriggio a Roma la riunione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (CEI). Il presidente della CEI ha parlato delle violenze anticristiane in India, denunciando i silenzi della comunità internazionale e affermando che la libertà religiosa non è un optional, ma il caposaldo delle libertà. Quindi ha passato in rassegna i principali temi dell'attualità italiana. Ce ne parla Alessandro Guarasci:

    Il presidente della CEI invita ad avere fiducia nel futuro dell'Italia evitando la “pedagogia della catastrofe”:

     
    “Più che un Paese da incubo, il nostro è un Paese che ciclicamente conosce gli spasmi di un travaglio incompiuto, dove però i segmenti luminosi non mancano, e i punti di forza neppure”.

    I cristiani dunque sono sollecitati a impegnarsi in politica, nell’economia e nel mondo del lavoro. Ne discende che la famiglia deve essere considerata la cellula primordiale e come tale va aiutata. “Se si disponesse – afferma il porporato - di un sistema fiscale basato sul quoziente familiare, potrebbe determinarsi un circolo assai più virtuoso tra le famiglie e la società nel suo insieme”. E’ chiaro che bisogna concentrarsi in primo luogo sulle famiglie monoreddito e su quelle con più figli. Il presidente della CEI nota poi che si sta procedendo verso un sistema federalista: “Non ci sono tuttavia toccasana prodigiosi – rimarca - se si vuole che il nuovo assetto si riveli effettivamente un passo avanti, è necessario che ciascun ente si interroghi su come fare un passo indietro rispetto a metodi di spesa che saranno presto insostenibili. Così come è necessario che rimanga forte e appassionato il senso della solidarietà e della comune appartenenza ad un solo popolo e alla sua storia”. Sull’immigrazione il cardinale dice di voler credere che i recenti atti di intolleranza non siano “una regressione culturale in atto”, anche se “motivi di preoccupazione ve ne sono e talora anche allarmi che occorre saper elaborare in vista di risposte sempre civili, per le quali il pubblico dibattito deve lasciar spazio alla ricerca di rimedi sempre compatibili con la nostra civiltà”. Sì invece ai ricongiungimenti familiari. E poi il caso di Eluana Englaro. Vicinanza alla famiglia della giovane, ma anche consapevolezza che se si arrivasse a una legge sul fine vita le dichiarazioni inequivocabili “non avranno la necessità di specificare alcunché sul piano dell’alimentazione e dell’idratazione, universalmente riconosciuti ormai come trattamenti di sostegno vitale, qualitativamente diversi dalle terapie sanitarie”. Si tratta di una salvaguardia indispensabile se si vuole evitare “esiti agghiaccianti” per malati che non possono esprimere la propria volontà. Sul piano internazionale attenzione a quanto avviene in India:

    “Gli atti di violenza si sono susseguiti nel dispregio delle leggi, nell’impunità dei colpevoli, nella disinformazione della stampa nazionale, nell’imbarazzo dei politici locali e nel quasi silenzio della comunità internazionale”.

    Uno scenario, chiosa il cardinal Bagnasco, d’altri tempi “affacciatosi in un Paese retto da una democrazia parlamentare e che coltiva grandi ambizioni sullo scacchiere internazionale”. Critica la situazione in Pakistan e in Iraq, dove altri due caldei sono stati uccisi, “nel quadro di una vera e propria ‘pulizia religiosa’ che sta portando alla decimazione di una comunità che cinque anni fa contava un milione di fedeli, ed è oggi ridotta a circa la metà, dopo la fuga nei Paesi vicini”. Serve quindi “una attenzione alla libertà religiosa quale caposaldo della civiltà dei diritti dell’uomo e come garanzia di autentico pluralismo”. Essa “è il caposaldo delle libertà e il criterio ultimo di salvaguardia delle stesse”. Un accenno poi ai pellegrinaggi che “stanno conoscendo una stagione di sorprendente rilancio. Esito di una richiesta pressoché spontanea che le parrocchie e le diocesi intercettano”.

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    Al via a New York la 63.ma Assemblea generale dell'ONU

    ◊   Al via questa sera la 63.ma Assemblea generale dell'ONU. Numerosi i temi in agenda: dal programma nucleare iraniano ai nuovi venti di guerra fredda, dal Pakistan agli obiettivi del millennio. Ma il dibattito internazionale è aperto anche sulle reali capacità operative delle Nazioni Unite. Ce ne parla Ugo Draetta, docente di Diritto internazionale presso l’Università Cattolica di Milano, intervistato da Salvatore Sabatino:

    R. – Credo che quest’assemblea riproporrà le deficienze strutturali delle Nazioni Unite che è un’organizzazione malata. Praticamente, il Consiglio di Sicurezza opera con il veto dei cinque vincitori della Seconda Guerra Mondiale e questa situazione ha portato alla paralisi delle Nazioni Unite fino alla caduta del Muro di Berlino. Adesso comincia a funzionare meglio, ma in questi ultimi periodi riaffiorano diversità che rendono difficile l’adozione di misure. L’esempio tipico è l’Iran e la sua politica atomica. Qui il problema è che il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea generale non sono il governo del mondo, funzionano se c’è l’accordo di questi cinque Stati. Non sono in vista progetti di modifica alla situazione. Quindi, questa situazione è quella con cui dobbiamo convivere ed è la situazione in cui fondamentalmente Stati Uniti e Russia debbono riavvicinarsi, dato che in questi ultimi tempi si stanno allontanando.

     
    D. – Un’Assemblea generale che giunge in un momento storico molto particolare, come diceva lei, ricco di tensioni e di divisioni. Quanto un’occasione come questa può aiutare a risolvere alcune crisi internazionali?

     
    R. – Il vero “Decision making body” delle Nazioni Unite è il Consiglio di Sicurezza. Quest’Assemblea generale sarà un foro per confrontare i diversi punti di vista. Nessuno si attende la risoluzione di problemi, che non è compito dell’Assemblea generale risolvere. Ci saranno prese di posizione e sarà interessante sentire quella di Bush. L’Assemblea generale, però, non ha poteri decisionali, ce l’ha il Consiglio di Sicurezza.

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    Chiesa e Società



    Inondazioni in India e Nepal: almeno 33 vittime e migliaia di sfollati

    ◊   È di almeno 33 vittime il bilancio delle nuove inondazioni che hanno colpito l’Asia meridionale. Lo riferisce l’agenzia Misna. Nello Stato dell’Orissa, in India, l’esondazione del fiume Mahanadi e le forti piogge hanno ucciso 16 persone e costretto 200 mila abitanti a lasciare le proprie case. Circa 1800 villaggi sono stati sommersi dall’acqua, che ha distrutto anche ponti, strade e vie di comunicazione. In Nepal, invece, lo straripamento dei fiumi che scendono dall’Himalaya ha causato l’inondazione di decine di villaggi e la morte di almeno 17 persone. Sono al momento 40 gli abitanti dispersi. Considerate le peggiori degli ultimi 50 anni, le inondazioni hanno anche causato la distruzione di oltre 100 mila ettari di terre coltivate dell’Asia meridionale. (D.B.)

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    Medici Senza Frontiere corre in soccorso della popolazione etiope colpita dalla siccità

    ◊   In Etiopia non migliora l’emergenza nutrizionale. A causa della siccità che nell’ultimo mese ha colpito il paese africano, sono almeno 10 mila le persone costrette a vivere in condizioni proibitive, con accesso limitato all’acqua e scorte alimentari ridotte. Un peggioramento della situazione umanitaria a cui tenta di porre rimedio l’organizzazione Medici Senza Frontiere, impegnata a fornire cure mediche e assistenza di vario genere agli sfollati e agli abitanti di Wardher, città più colpita dalla siccità. Le attività comprendono aiuti per l'accesso all'acqua potabile, ai servizi igienico-sanitari e alla vaccinazione contro il morbillo, oltre ad un programma nutrizionale per il trattamento di bambini malnutriti sotto i cinque anni. Medici Senza Frontiere sta inoltre lavorando a stretto contatto con tutti gli attori coinvolti, comprese le altre organizzazioni non governative presenti sul territorio, per valutare la situazione al fine di rispondere ai bisogni più impellenti della popolazione. (D.B.)

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    RD Congo: smentito il rapimento di tre missionari comboniani

    ◊   “I due missionari comboniani italiani che si trovavano a Duru non sono stati rapiti dai ribelli ugandesi del Lord’s Resistence Army (Lra)”: lo ha detto alle agenzie Misna e Fides il segretario generale dei missionari comboniani, padre Umberto Pescantini, smentendo ufficialmente le informazioni diffuse ieri da alcune fonti giornalistiche sulla base di una nota informativa dell'Unicef che nel testo riporta il rapimento di “due missionari italiani” in un attacco condotto mercoledì notte dagli uomini del Lra nella zona di Dungu - nella provincia orientale, nell’est della Repubblica Democratica del Congo al confine con il Sudan - e più precisamente nei centri abitati di Duru, Kiliwa e Nambia. I tre padri comboniani, due italiani e un sudanese, che si trovavano a Duru sono l’unica presenza missionaria nella remota zona del Parco della Garamba. “Tutti e tre si trovano a Yambio - primo centro abitato di rilievo oltre confine in territorio sudanese - e stanno aspettando i documenti necessari per recarsi in Uganda, dai loro confratelli” aggiunge padre Pescantini. I tre padri comboniani, gli italiani Mario Benedetti e Ferruccio Gobbi e il sudanese Peter Magalasi, si erano divisi la notte di mercoledì durante l’attacco del Lra su Duru. Padre Gobbi e padre Magalasi erano subito fuggiti a bordo di una moto, insieme a una parte della popolazione civile di Duru, oltre confine in Sudan, trovando rifugio dal vescovo di Yambio, mentre padre Benedetti era rimasto in città insieme a quella parte di popolazione che non aveva voluto lasciare il centro abitato. Nel fine settimana poi, anche l’ultimo missionario italiano presente a Duru si è recato in Sudan insieme ai suoi confratelli. L’attacco condotto dai ribelli del Lra a Duru è stato uno dei più gravi degli ultimi mesi. Nell’incursione sono state uccise almeno quattro persone, un centinaio di abitazioni sono state date alle fiamme (incluse alcune strutture missionarie) e oltre circa una quarantina di persone, prevalentemente bambini, sono stati prese in ostaggio dai ribelli, probabilmente per trasportare il bottino. Destino simile è toccato anche a Kiliwa e a Nambia, centri più piccoli. Il gruppo protagonista del ventennale conflitto del nord Uganda ,e che da quasi due anni è impegnato in un delicato e complesso negoziato di pace nel vicino Sud Sudan, negli ultimi mesi è stato ripetutamente accusato di vessare la popolazione della zona con saccheggi, attacchi, rapimenti e violenze. Secondo la commissione diocesana di Giustizia e pace di Dungu, i villaggi di Duru, Diabio e Doruma (85 chilometri da Dungu) sono i più colpiti dalle violenze del Lra. Un bilancio stilato dalla stessa fonte riferisce che dalla fine di dicembre, i ribelli ugandesi hanno ucciso nove persone e ne hanno rapite altre 50. Nonostante i progressi sul fronte negoziale, l’ufficializzazione di un accordo di pace tra governo ugandese e Lra è ferma da mesi per le reticenze del capo del movimento spaventato dal mandato di cattura internazionale che pende sulla sua testa. (R.P.)

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    Incontro a Macao delle Chiese di lingua portoghese di tutti i continenti

    ◊   I Presidenti delle Conferenze episcopali e i vescovi residenti nei Paesi di lingua portoghese (Angola, Brasile, Capo Verde, Guinea, Macao, Mozambico, Portogallo, Sao Tome e Timor Est), da domani al 28 settembre si riuniranno a Macao, in Cina, per riflettere sulle “Responsabilità sociali dei cristiani nell’epoca della globalizzazione”. Questo 8º Incontro delle Chiese di lingua portoghese - spiega l'agenzia Fides - cerca di aumentare la conoscenza e le relazioni tra le differenti comunità ecclesiali, oltre a riflettere sulle grandi questioni che interessano la vita della Chiesa e della società, cercando “di trovare forme di cooperazione e partecipazione per potenziare la loro azione”, come si legge nel programma. Il vescovo di Macao, mons. José Lai, parteciperà il primo giorno con una relazione su “La Cina e la Chiesa Cattolica”. Secondo quanto affermato da mons. Jorge Ortiga, presidente della Conferenza episcopale Portoghese (CEP), questi incontri “sono nati con il desiderio di condividere la nostra vita, le nostre carenze e i nostri limiti, per creare uno spirito di cooperazione”. “Le diverse Chiese hanno una responsabilità sociale - continua mons. Ortiga – e per questo motivo vogliamo creare una circolazione effettiva di beni. La Conferenza Episcopale Portoghese ha istituito per questo scopo un fondo di solidarietà, che distribuisce in conformità alle richieste che riceve”. La precedente riunione dei vescovi di lingua portoghese ebbe luogo a Fatima, in Portogallo, nell’ottobre 2006 e contò per la prima volta sulla partecipazione dei rappresentanti di Macao e Timor-est. (R.P.)

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    Progetto missionario intitolato a Padre Pio in India

    ◊   “La nostra opera di evangelizzazione procede bene. Il progetto missionario intitolato a Padre Pio riscuote interesse presso la popolazione, che chiede di conoscere l’esperienza di questo santo frate. Così portiamo il messaggio di Cristo a quanti non lo conoscono”: lo ha detto all’agenzia Fides mons. George Pallipparambil, vescovo della diocesi di Miao, nello stato indiano dell’Arunachal Pradesh, in India Nordorientale, nell'odierna festa di San Pio da Pietrelcina. La festività, viene celebrata nella diocesi con una solenne Eucarestia e il racconto della vita del frate cappuccino, mentre crescono i suoi “figli spirituali”. Il vescovo ha sottolineato che “in questo momento di sofferenza per la Chiesa indiana, aggredita da fondamentalisti in diverse parti dell’India, l’esperienza di San Pio, la sua accettazione del dolore, ci è di insegnamento e conforto”. La diocesi di Miao sta collaborando allo sviluppo del progetto “San Pio missionario nel mondo”, attraverso il quale alcuni benefattori costruiscono nella diocesi una scuola, un orfanotrofio, una chiesa e un oratorio intitolati al frate, diffondendo nel mondo le virtù e l’esperienza spirituale del Santo. Il progetto è già stato accettato nella diocesi di Autazes (Brasile), e in quelle di Tura, Bongaigaon e Miao (India). La diocesi di Miao si estende su un’area montuosa abitata da gruppi tribali. Mons. George Pallipparambil, guida dal 2005 la diocesi dove vivono 75mila fedeli molto impegnati in attività missionaria e di assistenza sociale. La Chiesa - racconta il presule all’agenzia Fides - “è fortemente impegnata nel campo dell’istruzione e dello sviluppo sociale, costruendo seminari, scuole, dispensari, ospedali per venire incontro alle esigenze della popolazione”. (R.P.)

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    Messico: appello dell’arcivescovo di Guadalajara per la lotta contro il crimine

    ◊   “La situazione che stiamo vivendo è grave e pericolosa”: lo ha detto chiaramente, domenica scorsa, l’arcivescovo messicano di Guadalajara, card. Juan Sandoval İñiguez, rivolgendosi ai fedeli. Chiedendo esplicitamente ai cattolici e ai messicani in genere di appoggiare le autorità civili nel processo di restaurazione della sicurezza, il porporato ha detto che “il crimine organizzato è una minaccia per l’ordine sociale. Per questo, le autorità, consapevoli di tale fenomeno, si sono impegnate nel fermare le bande criminali che stanno causando gravi stragi in tutto il Messico, e non solo per il numero di vittime che provocano ogni giorno e per la violenza ed il terrore che hanno diffuso, ma anche per la paralisi sociale ed economica che hanno determinato e che rischia di trasformarsi in un caos”. Di qui, l’appello lanciato dal card. Sandoval İñiguez affinché “ogni messicano di buona volontà faccia la sua parte per porre rimedio a questa preoccupante situazione”: in particolare, il porporato ha fatto riferimento ad “organizzazioni criminali potentissime, con ramificazioni estese, che operano nel narcotraffico, mettono in atto sequestri, furti, assalti a cittadini pacifici proprietari di un’automobile, di denaro, di beni e a volte solo della vita”. “Tutto ciò – ha aggiunto l’arcivescovo di Guadalajara – è un fatto grave ed insopportabile che preoccupa tutti e ci fa temere che il Paese sprofondi in una spirale di violenza incontrollabile e che le forze del male, i criminali e i delinquenti ben armati ed organizzati, possano arrivare ad imporsi sulle forze dell’ordine”. Inoltre, il porporato si è soffermato sulle elezioni legislative federali previste per il 2009: “È necessario prefiggersi di dare il proprio voto a persone capaci e oneste – ha detto - che abbiano il carattere e la volontà per portare avanti il Paese e trovare soluzioni ai suoi problemi”. Quindi, l’auspicio finale del card. Sandoval İñiguez è che non vengano elette persone “colluse con il narcotraffico, inette o corrotte, poiché ciò sarebbe una disgrazia” per tutto il Paese. Nell’ultimo anno, lo ricordiamo, il Messico ha subito una nuova ondata di violenza: dall’inizio del 2008, le vittime del crimine sono state più di 3mila, con un crescendo vertiginoso negli ultimi due mesi, ovvero 987 morti, pari ad uno ogni 85 minuti. 651, inoltre, i sequestrati fino al 15 settembre. Solo lunedì scorso, un attentato nella città di Morelia, capitale dello Stato di Michoacan, ha provocato sette morti e 132 feriti. A destare preoccupazione, poi, è la brutalità delle bande delinquenziali, come i “Los Zetas”, legati al traffico della cocaina e colpevoli del macabro rito della decapitazione di cadaveri. Di fronte a tutto questo, il governo messicano ha approvato, nei giorni scorsi, un progetto che prevede la progressiva costituzione di una Forza antisequestro alle dipendenze della Procura generale della Repubblica. Inoltre, il capo dello Stato, Felipe Calderon, ha annunciato di aver inviato al Parlamento una legge che permetterà di aiutare finanziariamente le vittime della delinquenza organizzata tramite i proventi della vendita dei beni sequestrati ai narcotrafficanti ed alle bande criminali. Infine, 35mila militari sono stati mobilitati sul territorio, in particolare nelle zone di confine con gli Stati Uniti, dove è il traffico di stupefacenti è più intenso. In molti casi, i soldati hanno estromesso la polizia locale, sospettata di collusione con i “cartelli” della droga. (I.P.)

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    Il presidente dell’episcopato della Colombia: no all'eutanasia

    ◊   “L’uomo non ha nessun diritto sulla sua vita e neanche sulla vita degli altri”. È questa la posizione del presidente della Conferenza episcopale della Colombia, mons. Rubén Salazar Gómez ,di fronte all’approvazione, in prima lettura al Senato, del progetto di legge che “regolamenta la pratica dell’eutanasia, del suicidio assistito e il servizio delle cure palliative”. “Il diritto alla vita è un diritto fondamentale e universale”, sottolinea mons. Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla, che inoltre ricorda che l’articolo 11 della Carta costituzionale sancisce l’inviolabilità della vita. “Nella tradizione etica riguardo al rispetto della vita - spiega il presule - la dignità umana è invariabile, vale a dire, essa non diminuisce a causa della malattia, delle malformazioni o della demenza. Anzi, come insegna l’esperienza, l’avversità biologica o psichica può essere un’ulteriore occasione per nobilitare” ancora di più una vita debole. Mons. Salazar Gómez rammenta quanto sia desiderabile per ogni persona una “morte naturale e serena” e, dunque è “legittimo lottare contro il dolore così come la rinuncia volontaria a trattamenti inutili, sproporzionati e troppo costosi che finirebbero per provocare soltanto un prolungamento dell’esistenza precario e penoso”. Il presidente dell’Episcopato colombiano ricorda però che “non è lecito interrompere le cure normali dovute a qualsiasi malato in casi simili”. In riferimento al progetto di legge in discussione, indipendentemente dalla sua approvazione o rifiuto definitivi, mons. Salazar Gómez, ricorda ai cattolici che “non tutto ciò che è permesso dal punto di vista legale, è al tempo stesso moralmente lecito”. “È contrario all’etica - rileva il presule - così come socialmente diseducativo, legiferare sulla soppressione di vite umane innocenti”, anche perché qualsiasi “legge che autorizzi simili azioni si presterà ad abusi imprevedibili”. “La Chiesa - conclude il presidente della Conferenza episcopale colombiana - basandosi su questi principi, nati dalla ragione ed illuminati dal Vangelo, rifiuta l’eutanasia" in quanto "comporta l’anticipo del termine di una vita che la malattia o la vecchiaia sembrerebbero aver reso insostenibile, oppure come azione destinata a mettere fine alla vita di un malato inguaribile con il pretesto di evitargli ulteriori sofferenze”. (A cura di Luis Badilla)

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    Colombia: primo Congresso Internazionale di Teologia Mariana

    ◊   Da domani al 27 settembre, a Chiquinquirá (Boyacá), presso il Santuario Mariano Nazionale di Nostra Signora del Rosario, è prevista la celebrazione del I Congresso Internazionale di Teologia Mariana. Tra gli obiettivi del Congresso: aprire un nuovo spazio di riflessione e di approfondimento sul mistero di Maria in modo tale da permettere un’aggiornata visione del posto che la Madre di Gesù occupa nel quadro della storia della salvezza; offrire un avvicinamento accademico alla Teologia Mariana, con il proposito di conoscere i nuovi sviluppi ed il panorama attuale della riflessione sulla Vergine Madre come discepola e missionaria, e nell’ampio orizzonte di Maria come credente, con attenzione al contesto Latino-americano. Il congresso - riferisce l'agenzia Fides - vuole rivedere, da nuove prospettive teologiche, i fondamenti di una spiritualità mariana che accompagna le tradizionali espressioni di fede, mirando a consolidare e a fortificare l’identità naturale con la quale il credente integra la persona di Maria nella sua quotidianità e nella sua esperienza cristiana di fede. Tra i conferenzieri figurano mons. Alberto Giraldo Jaramillo, arcivescovo di Medellin; padre Alberto Ramírez; Carlos Guillermo Álvarez Gutiérrez; Marisel Mena López; Gustavo Gutiérrez Merino; Antonietta Potente ed Elizabeth Salazar Sanzana. (R.P.)

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    Anno Paolino: lettera pastorale del 92enne vescovo di Shang Hai

    ◊   Nella Lettera pastorale in occasione dell’Anno Paolino, firmato il 30 agosto scorso, giorno in cui festeggiava 70 anni di vita religiosa tra i Gesuiti, mons. Jin Lu Xian, 92enne vescovo di Shang Hai invita i fedeli ad approfondire ulteriormente la figura di San Paolo imitandolo nella missione. L’Anno Paolino coincide infatti con i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi di Shang Hai, quindi mons. Jin afferma di avvertire ancora di più l’esigenza pastorale di parlare ai suoi fedeli della missione e dell’Apostolo per eccellenza, nella lunga Lettera di ben 15 pagine con 14.680 caratteri cinesi. Come scrive l'anziano presule ripreso dall'agenzia Fides: “nel 1950 la nostra diocesi aveva oltre 390 chiese, ma soltanto una dedicata a San Paolo. Avverto quindi la necessità di aiutarvi a conoscere meglio l’Apostolo Paolo”. Mons. Jing mette in evidenza lo stretto legame tra San Paolo e la vita diocesana contemporanea. Paolo aveva tante sfide, ma anche oggi la vita di Shang Hai non è da meno: “camminando per strada, tante tentazioni ti sconvolgono; torni a casa e accendendo la televisione ti colpisce la violenza e i contenuti compromettenti; ti colleghi a Internet, ai blog o ai videogiochi e pensi che non c’è niente di meglio di questo. I nemici ci hanno assediato dentro e fuori, ci fanno arrendere facilmente. Quindi la gente che vuole conquistare Gesù Cristo - afferma il vescovo - deve affrontare tante sfide” come Paolo. (R.P.)

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    Cambogia: “Sinodo dei Giovani” sulle orme di San Paolo a Phnom Penh

    ◊   San Paolo, modello missionario per i giovani di oggi: su questo tema, scelto in occasione dell’Anno Paolino, si è articolato il “Sinodo dei Giovani” del vicariato apostolico di Phnom Penh, celebrato nella capitale cambogiana. Come riferisce l’agenzia Fides, oltre 300 giovani, da 38 fra parrocchie e comunità, si sono radunati e hanno condiviso un’esperienza di quattro giorni per “scoprire l’Apostolo Paolo in quest’anno a lui consacrato”, guidati da mons. Emile Destombes, Vicario Apostolico. Nella celebrazione Eucaristica di apertura, mons. Destombes ha sottolineato che i giovani “non sono soltanto il futuro della Chiesa, ma anche il presente e la nostra forza di oggi”, incoraggiandoli a “annunciare il Vangelo senza timori, alla maniera dell’Apostolo Paolo”. Le giornate sono state ritmate da catechesi che hanno illustrato la vita, le Lettere, i viaggi dell’Apostolo, e i giovani si sono poi confrontati su come poter attualizzare nella loro situazione lo slancio missionario di San Paolo. E’ sorta la proposta di organizzare uno specifico gruppo missionario all’interno delle parrocchie e di farsi promotori di nuove iniziative di evangelizzazione presso altri giovani. Il Vicariato ha preparato anche un libretto di presentazione dell’Apostolo, diffuso in 5.000 copie. Sarà lanciata, inoltre, una grande inchiesta nella Chiesa locale per valutare i 20 anni di evangelizzazione nel Vicariato - dopo il ritorno dei missionari nel 1989 - e sottolineare la priorità dell’annuncio del Vangelo. (R.P.)

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    I vescovi dell'Africa occidentale lavorano per l'unificazione delle Conferenze episcopali della regione

    ◊   “A partire da oggi e per tre giorni, una trentina di vescovi francofoni, anglofoni e lusofoni si riuniscono ad Abidjan per una seconda sessione di lavori in vista dell’unificazione e la riorganizzazione della nuova Associazione delle conferenze episcopali dell’Africa Occidentale (Aceao). Siamo in piena fase di transizione” dice alla Misna padre Barthélémy Adokonou, del Benin, segretario dell’Aceao contattato nella città ivoriana dove coordinerà i lavori del comitato permanente. L’obiettivo è riorganizzare interamente due conferenze episcopali pre-esistenti – quella dell’Africa Occidentale francofona (Cerao) nata nel 1963 e quella dell’Africa Occidentale anglofoba (Aecawa) creata nel 1977 – per fonderle, integrando tutte le commissioni, e definire lo statuto del nuovo organismo. “Abbiamo già deciso di stabilire cinque commissioni – laicato e famiglia; giustizia, pace e sviluppo; comunicazione e catechesi; dialogo interreligioso islamo-cristiano; clero e religiosi – che dovranno iniziare insieme ora i loro lavori” aggiunge padre Adokonou; ma la questione centrale, evidenzia, “è capire che tipo di organizzazione vogliamo promuovere: una semplice rappresentazione delle conferenze episcopali francofona e anglofona o una vera conferenza unificata che avrà un potere decisionale più importante a livello regionale e continentale”. L’unificazione tra Cereao e Aecawa si inserisce in un lungo processo giunto a una prima tappa significativa nel 2000 a Ouagadougou, in Burkina Faso; un lavoro proseguito nel dicembre 2007 ad Abuja, in Nigeria, dove è stata decisa la formazione di un’assemblea provvisoria guidata dal cardinale Peter Appiah Turkson, arcivescovo di Cape Coast, in Ghana. Il cardinale Théodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, Senegal, e vice-presidente dell’Aceao, ha auspicato che il nuovo organismo possa beneficiare dello status di ‘osservatore’ presso la Comunità economica dei paesi dell’Africa Occidentale (Cedevo/Ecowas) “per cooperare meglio con i dirigenti politici e dare il nostro contributo all’integrazione regionale”. (R.P.)

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    “Un’orchidea dell’UNICEF per i bambini”: il 4 e 5 ottobre al via la raccolta fondi in aiuto dell’Africa

    ◊   “Un’orchidea dell’UNICEF per i bambini”. È questo lo slogan scelto per il lancio della raccolta fondi in aiuto dell’Africa, organizzata dalla sezione italiana del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Il prossimo 4 e 5 ottobre, saranno 10 mila i volontari presenti in oltre 1.200 piazze italiane per offrire, in cambio di una donazione di 15 euro, una pianta di orchidea phalaenopsis, che rappresenterà, come spiegato dall’UNICEF, “la speranza di un futuro pieno di colori per tanti bambini”. Durante i due giorni verrà anche lanciato l’iniziativa un “SMS solidale”, attiva fino al 12 ottobre, attraverso la quale sarà possibile donare 2 euro da telefono cellulare e da rete fissa al numero 48548. “I fondi raccolti con la vendita delle orchidee e con l'SMS – ha spiegato il Presidente dell’UNICEF Italia Vincenzo Spadafora all’agenzia SIR - sosterranno interventi salva-vita per i bambini di 6 paesi dell’Africa centrale e occidentale: Benin, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Guinea Bissau, Senegal e Togo. Verrà inoltre finanziata la ACSD (Accelerated Child Survival and Development), progetto che prevede un pacchetto integrato di interventi essenziali per la sopravvivenza dei bambini, realizzato in modo capillare in tutte le aree e villaggi, anche nei più sperduti e difficili da raggiungere”. (D.B.)

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    Congresso a Washington sui 20 anni della “Mulieris Dignitatem”

    ◊   Un congresso sulla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II “Mulieris Dignitatem”, passata alla storia vent'anni fa come prima lettera di questo tipo dedicata completamente alle donne, avrà luogo il 3 ottobre prossimo negli Stati Uniti presso il Centro Culturale Giovanni Paolo II di Washington. A promuoverlo la "Ave Maria School of Law" e la "Catholic University of America Columbus School of Law". La professoressa Helen Alvaré, docente di Diritto presso la George Mason University e uno degli organizzatori del congresso, ha spiegato all'agenzia Zenit che molti dei dilemmi che le donne si trovavano ad affrontare vent'anni fa sono ancora attuali. “Alcuni sono divenuti più complessi”, ha osservato. “Penso in particolare che la questione del significato del 'servizio' per le donne, come madri e come single, sia ben lungi dall'essere esplorata o armonizzata con le opportunità delle donne 'nel mondo'”. Il gruppo interdisciplinare di esperti presente al convegno rifletterà sulla natura e sul significato della maternità e della vita consacrata per la società contemporanea, sul significato dell'uguaglianza e sui tentativi da parte della società di rimediare al “disordine” esistente tra uomini e donne. Alla luce dell'analisi sulla persona umana che emerge dalla “Mulieris Dignitatem”, gli esperti studieranno come questi temi e problematiche attuali come la pornografia, la violenza domestica e la legislazione sull'aborto figurino nel diritto costituzionale americano, nel diritto internazionale, nel diritto canonico e in quello di famiglia. (R.P.)

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    Mons. Zollitsch ai vescovi tedeschi: non ridurre la Chiesa a semplice erogatore di servizi

    ◊   Ha preso il via ieri a Fulda l'assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca. Nella prolusione, mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo e presidente dei vescovi, ha esortato i cattolici ad assumersi un impegno missionario, sull'esempio di San Paolo. “Finora i cattolici in Germania hanno avuto troppe difficoltà a parlare della propria fede senza riserve e a professarsi apertamente credenti. Ciò deve cambiare”, ha detto, criticando anche la “perdita delle tradizioni della fede”. Ciò comporta - riferisce l'agenzia Sir - che “oggi anche i cattolici mischiano intenzionalmente diversi contenuti di fede, trasformandoli in un pot-pourri di idee religiose”. Zollitsch ha propugnato un atteggiamento “più diretto” della Chiesa, non più basato primariamente “sull’obbedienza, sul monologo o sui solleciti. La Chiesa non può accettare di essere ridotta a semplice erogatore di servizi funzionali dalla parte della politica e dalla società. L’aspirazione deve essere sempre trasmettere l'accettazione e la vicinanza di Dio”. La plenaria della Conferenza episcopale tedesca, cui partecipano i 67 vescovi della Germania, si concluderà il 25 settembre. All’ordine del giorno, anche una dichiarazione sull'attuale “discussione pubblica circa la costruzione di moschee in Germania”. (R.P.)


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    Lettera pastorale dei vescovi della Svizzera: la fede non si oppone alla teoria dell’evoluzione

    ◊   Si è celebrata domenica in Svizzera la festa federale di Ringraziamento, Penitenza e Preghiera 2008. Per l’occasione i vescovi elvetici hanno diffuso una lettera pastorale dal titolo “All’inizio Dio creò i cieli e la terra” nella quale ribadiscono che “la fede in Dio creatore non si oppone alla teoria dell’evoluzione” ed invitano a parlare piuttosto di “mutua complementarietà”. “La scienza e la fede, insieme, danno un’immagine del mondo molto più completa che non prese separatamente. Gli scienziati osservano il mondo da un’angolazione ben precisa, scartandone molte altre: vogliono constatare nel modo più esatto possibile i fatti esterni di tutto ciò che esiste”. Tuttavia, continua la lettera, riportata dal Sir, “esistono numerosi scienziati e tecnici persuasi che una spiegazione, pur esatta che sia, non basti a capire veramente il nostro mondo”. "Proprio perché il nostro mondo nasce dall’Amore di Dio, si capisce che non può essere un mondo statico, compiuto fin dall’inizio. All’uomo è dato di analizzare scientificamente l’opera della creazione, ma anche la responsabilità di curarla e preservarla”. "Preservare la creazione – conclude la lettera - pone una triplice esigenza: mettere dei limiti allo sfruttamento e al consumo delle risorse, ma anche alla realizzazione delle innovazioni tecniche, rinunciare a tutto ciò che mette in pericolo il futuro della natura e dell’umanità, e impegno nell’economia e nella politica per un miglioramento durevole delle condizioni di vita di tutti gli uomini e di tutte le altre creature”. (V.V.)

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    Parigi: cattolici ed evangelici francesi celebrano dieci anni di dialogo

    ◊   Una conferenza pubblica per celebrare dieci anni di dialogo e di confronto. Cattolici e protestanti evangelici francesi festeggeranno così l’anniversario del percorso ecumenico intrapreso nel 1998. Protagonista dell’evento, in programma giovedì prossimo a Parigi, sarà il gruppo di lavoro nato dieci anni fa e composto da 12 membri, sei della Chiesa cattolica (abilitati dalla Commissione episcopale francese per l’unità dei cristiani) e 6 pastori delle Chiese evangeliche. “I membri del gruppo – spiegano in un comunicato congiunto ripreso dall’agenzia Sir - hanno costruito un dialogo con la preoccupazione di progredire verso una più grande comprensione delle specificità di ciascuno e con il desiderio di una fedeltà più approfondita a Cristo e alla sua Parola”. Durante la conferenza interverranno il vescovo di Nanterre mons. Gerard Daucourt e il professore Heri Blocher, membro della Commissione internazionale di dialogo tra l’Alleanza evangelica mondiale e la Chiesa cattolica. A partire dal 2001, il gruppo di lavoro ha lavorato alla elaborazione di un testo di presentazione degli evangelici destinato al pubblico cattolico. Il documento, intitolato “Sguardo sul protestantesimo evangelico in Francia”, è stato pubblicato nell’agosto del 2006 con lo scopo di far conoscere al mondo cattolico la presenza evangelica in Francia. Il gruppo ha scelto di focalizzare la sua attenzione e la sua ricerca al tema dell'evangelizzazione. (D.B.)

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    A ottobre sarà inaugurato un centro ecumenico per i marinai nel porto di Liverpool

    ◊   Sarà un “porto sicuro” per l’anima. Un moderno centro di accoglienza ecumenico per chi vive e lavora sul mare e si ferma ogni tanto nel porto di Liverpool verrà inaugurato in ottobre durante una funzione ecumenica dall’arcivescovo cattolico della città, mons. Patrick Altham Kelly e quello anglicano James Jones. Il nuovo centro è stato promosso dalla charity cattolica “Apostleship of the Sea” e da quella anglicana “Anglican Mersey Mission to Seafarers” che si occupano di chi vive e lavora per la maggior parte del proprio tempo sul mare. Secondo Peter Devlin, di "Apostleship of the Sea" saranno circa mille le persone che visiteranno il centro ogni mese. “C’è una minoranza di marinai che entra nel porto – ha spiegato al Sir - la maggior parte non lascia mai la nave”. “Per questo andiamo noi a trovarli anziché aspettare che vengano loro” - ha continuato Peter Devlin - “arrivano da Filippine, Estremo Oriente, India, Cina, Europa orientale, Russia, Ucraina e Paesi baltici. La cosa più importante per loro è mettersi in contatto con la famiglia”. Al centro vi saranno una trentina di linee telefoniche disponibili e fino a dieci stazioni di Internet per chi vuole usare la posta elettronica, oltre a una cappella per Messe e funzioni, una biblioteca, un bar e delle televisioni. (V.V.)

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    Convegno alla Gregoriana su benessere economico e rispetto dell’ambiente

    ◊   “Sviluppo sociale, salvaguardia ambientale e mercati finanziari” è questo il tema del convegno che si terrà domani mattina presso la sede della Pontificia Università Gregoriana. L’incontro vuol fornire ai responsabili di enti e fondazioni bancarie e ai responsabili decisionali alcuni importanti spunti di riflessione per delineare e intraprendere azioni concrete al fine di incrementare il livello socio-economico nel nostro Paese, mediante interventi sul territorio, inteso come insieme di beni ambientali, sociali e culturali. Da una parte i rappresentanti del mondo religioso, che si occupano della formazione dell’uomo e della crescita umana, dall’altra gli esponenti del mondo politico, promotori delle leggi che possono permettere di superare l’impasse socio-economica italiana e il mondo finanziario con il compito di fornire analisi e strumenti per l’attuazione della crescita economica. Tra i relatori, coordinati da padre Federico Lombardi, direttore della nostra emittente, della Sala Stampa Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, l’onorevole Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, il professor Fabio Roversi Monaco, Presidente Fondazione Carisbo e Presidente Associazione delle Fondazioni Bancarie dell’Emilia Romagna e Guglielmo Sartori di Borgoricco, Managing Director e Head of Global Distribution di Barclays Capital. (V.V.)

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    La Regione Veneto in pellegrinaggio ad Assisi per l’accensione della lampada votiva sulla tomba di San Francesco

    ◊   La Regione Veneto prenderà parte, il prossimo 3 e 4 ottobre, all’annuale pellegrinaggio nel centro francescano di Assisi. Sarà la quarta volta dal 1938, anno in cui Papa Pio XII proclamò Francesco d'Assisi Patrono d'Italia, che le autorità ecclesiali e civili venete parteciperanno alla donazione dell’olio per la lampada votiva sulla tomba di San Francesco. Alle celebrazioni, come spiega l’agenzia Sir, saranno presenti tutti i vescovi veneti, guidati dal Patriarca di Venezia cardinal Angelo Scola, e le autorità regionali e comunali, guidate dal presidente della Regione Giancarlo Galan. Il rito di accensione della lampada votiva sarà celebrato dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, e verrà trasmesso in diretta su Rai Uno. Il "Messaggio all'Italia" sarà invece tenuto dal ministro del lavoro Maurizio Sacconi. Il compito di donare l'olio per la lampada votiva è stato già assolto dalla Regione Veneto nel 1950, 1970 e 1988. (D.B.)

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    "Abbasso il grigio": a Roma mostra di opere di artisti disabili

    ◊   E' possibile vivere insieme, anche se diversi? Come far incontrare realta' che sembrano lontane per lingua, cultura, religione o geografia e che talvolta appaiono distanti anche quando si incontrano nella stessa citta' e nello stesso palazzo? Su questi interrogativi si confrontano oltre 150 artisti disabili per raccontare con le loro opere il vissuto, le storie e i volti di stranieri, Rom, anziani e gente comune. Giunta alla 12a edizione, la Mostra "Abbasso il grigio!", esposta al pubblico dal 26 settembre al 5 ottobre al Museo di Roma in Trastevere, in piazza Sant'Egidio, e' il frutto di un lungo percorso artistico e umano, intrapreso da centinaia di disabili nei laboratori artistici della Comunita' di Sant'Egidio. Le opere esposte – riferisce l’agenzia Agi - svelano l'intelligenza e la grande ricchezza interiore di persone che spesso sono impossibilitate ad una comunicazione verbale compiuta. Tele, sculture, installazioni e video costituiscono un ideale percorso attraverso una delle grandi sfide della societa' contemporanea, alla ricerca di una coabitazione possibile. La Mostra e' organizzata da "Gli Amici" , un movimento della Comunita' di Sant'Egidio che in diversi paesi d'Europa raccoglie migliaia di disabili, insieme ai loro familiari ed amici. Durante l'esposizione, sara' possibile conoscere e osservare "in presa diretta" gli artisti disabili all'opera, nel laboratorio allestito all'interno degli spazi espositivi. Sara' anche possibile coniugare la solidarieta' all'arte, perche' alcune opere in mostra saranno in vendita per sostenere Dream, il programma della Comunita' di Sant'Egidio di lotta all'Aids e alla malnutrizione in Africa. (R.P.)

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    Aggrediti a Roma il parroco e due fedeli nella parrocchia di Santa Marcella

    ◊   Sono in gravi condizioni ma non in pericolo di vita il parroco e l'uomo accoltellati questa mattina a Roma da un ragazzo di 25 anni poi arrestato dalla polizia. L’aggressione è avvenuta in un corridoio degli uffici della parrocchia di Santa Marcella, nella zona di San Saba. I due sono ricoverati al CTO di Roma con prognosi riservata. Don Canio, 68 anni, è stato colpito con il coltello alla testa e al torace. L'altro uomo, un Prefetto in pensione di 77 anni, si trovava in chiesa e ha tentato di difendere il parroco, ma è stato ferito anche lui. Non grave, invece una ragazza peruviana, ferita di striscio mentre il giovane accoltellatore tentava di fuggire. La polizia, intanto, sta cercando di ricostruire quanto avvenuto. Il giovane fermato, che non aveva documenti, ha dato evidenti segni di squilibrio mentale. Al momento non ha dato nessun tipo di motivazione per spiegare il suo gesto, ma solo frasi sconnesse e senza senso. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Terrore in Finlandia: uno studente spara nella sua scuola uccidendo nove persone

    ◊   Drammatici momenti si sono vissuti stamani in una scuola a 290 km da Helsinki in Finlandia. Uno studente ha iniziato a sparare intorno alle 11 ora locale mentre nell'edificio - dove sembra sia scoppiato anche un incendio - si trovavano circa 200 giovani. Si teme che ci siano molte vittime; per il momento si parla di nove morti. Alcune fonti riferiscono che il giovane abbia tentato di togliersi la vita ma non ci sia riuscito. Molte le affinità con quanto accaduto, il 7 novembre scorso nel sud del Paese, quando un diciottenne uccise 8 persone preannunciando il suo gesto in un video su internet. Anche in questo caso, sono stati trovati dei filmati sul web nei quali l’autore della strage si mostra con una pistola in mano.

    Egitto-rapimento
    Il ministro del Turismo egiziano ha reso noto che sono illesi e stanno bene gli 11 turisti- 5 italiani, 5 tedeschi e una rumena – rapiti insieme con 8 accompagnatori egiziani venerdì scorso nel sud dell’Egitto al confine con il Sudan. I banditi, probabilmente sudanesi o del Ciad, avrebbero chiesto 15 milioni di dollari. Da ore si susseguono annunci e smentite sulla loro liberazione. Le diplomazie invitano alla prudenza e assicurano che si sta lavorando per fare tutto il possibile affinché la situazione si risolva in tempi brevi.

    Sudafrica-politica
    Sono state ufficialmente accettate oggi dal Parlamento sudafricano le dimissioni del presidente Thabo Mbeki che, domenica scorsa, ha rimesso il mandato in seguito alla sfiducia manifestata dal suo partito, l’African National Congress. Le sue dimissioni saranno effettive a partire da giovedì prossimo. Il Paese sarà traghettato alle elezioni del 2009 da Kgalema Motlanthe, indicato dallo stesso partito di maggioranza. Secondo l’ANC, Mbeki avrebbe tentato di condizionare la giustizia mirando a bloccare la scontata vittoria alle prossime consultazioni del suo rivale Jacob Zuma.

    Israele-politica
    Il Likud, partito dell’ex primo ministro israeliano Netanyau, ha respinto l’offerta del leader di Kadima, Tzipi Livni, di entrare a far parte di un governo di unità nazionale. Ieri il presidente Shimon Peres ha conferito alla Livni il compito di formare un nuovo esecutivo dopo le dimissioni di Ehud Olmert, dandole oltre 40 giorni di tempo per portare a termine le consultazioni. Se non dovesse riuscirci, è scontato il ricorso alle urne.

    Medio-Oriente-attentato
    Hamas e Jihad islamica hanno espresso soddisfazione per l’attentato di ieri a Gerusalemme nel quale sono rimasti feriti 15 soldati israeliani. Un palestinese alla guida della sua auto ha travolto il gruppo di militari finendo poi la sua corsa contro un muro.

    Iraq-cronaca
    Nuova ondata di violenza in Iraq. A nord di Hilla un civile è rimasto ucciso nell’esplosione di un ordigno che ha causato anche tre feriti. Grande lo sconcerto per la strage di bambini avvenuta ieri in un villaggio vicino a Mossul. Cinque piccoli, tra i sei e i nove anni, sono morti e altri tre sono rimasti feriti per la deflagrazione di una bomba saltata in aria accanto ad una bancarella.

    Pakistan- Afghanistan
    Prosegue l’offensiva contro i talebani in Pakistan. Almeno 50 combattenti sono rimasti uccisi in due giorni di duri scontri nel nord est del Paese, nei quali anche un soldato di Islamabad ha perso la vita. Le autorità pachistane hanno promesso di compiere ogni sforzo per giungere alla liberazione del diplomatico afghano in Pakistan, rapito ieri a Peshawar. Intanto oggi a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU, si parlerà proprio della situazione in Pakistan, a seguito dell’attentato di sabato scorso all’hotel Marriott di Islamabad, con un bilancio di almeno 60 vittime. Il presidente Zardari ne discuterà al Palazzo di Vetro col capo della Casa Bianca, Bush.

    Georgia-Russia
    Torna la tensione tra la Georgia e la Russia. Tblisi ha annunciato l’abbattimento, ieri mattina, di un drone russo al confine con l’Ossezia del Sud mentre stava sorvolando un oleodotto. Immediata la smentita di Mosca.

    Italia-camorra
    Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’invio di 500 militari in Campania per tre mesi che saranno impiegati soprattutto nei check-point. Una decisione seguita all’uccisione di 6 immigrati nella zona di Castel Volturno; proprio in relazione all’arresto di uno dei presunti killer, che si trovava ai domiciliari, il ministro dell’interno Maroni ha affermato che sono necessari interventi affinchè la magistratura non conceda più agevolazioni a chi si è macchiato di reati mafiosi.

    Myanmar-liberazione
    In segno di buona volontà, il governo del Myanmar ha annunciato il rilascio di oltre 9 mila detenuti. Già libero il giornalista Win Tin, quasi ottantenne, in prigione da 19 anni. Win Tin era stato condannato per propaganda antigovernativa. All’uscita del carcere ha dichiarato di voler continuare a lottare per la democrazia. Nessuna notizia invece per la liberazione del premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, ai domiciliari da quasi vent’anni.

    Cina-latte contaminato
    L’allarme per il latte contaminato in Cina si è allargato a tutto il mondo: l’Unione Europea ha intenzione di studiare un rafforzamento dei controlli sanitari all’import, mentre gli Stati Uniti hanno aumentato le verifiche sui prodotti caseari importati dall'Asia. Secondo gli inquirenti l’azienda coinvolta nello scandalo del latte avrebbe nascosto la verità dal dicembre dello scorso anno. Sono al momento 4 i bimbi morti a causa della sofisticazione alimentare altri 53 mila bambini sono stati intossicati e 13 mila sono ricoverati alcuni in gravissime condizioni. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 267

     
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