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Sommario del 19/09/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai vescovi panamensi: testimoniare la speranza cristiana per vincere povertà, violenza e secolarismo
  • Altre udienze e nomine
  • Cristiani e musulmani difendano insieme la dignità della famiglia: così il messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per la fine del Ramadan
  • Il cardinale Bertone, a Spalato e Zagabria, porta il saluto del Papa alla Chiesa croata
  • Incontro mondiale delle famiglie in Messico: intervista con il cardinale Antonelli
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • India: estremisti indù bruciano la cattedrale di San Pietro e Paolo a Jabalpur
  • Giornata di preghiera in Bolivia per scongiurare la guerra civile
  • Italia: nessun calo delle firme relative all'8 per mille da destinare alla Chiesa
  • Domani a Pompei il pellegrinaggio nazionale delle famiglie promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo
  • Chiesa e Società

  • Cina: rilasciato mons. Jia Zhiguo ma resta agli arresti domiciliari
  • Le autorità vietnamite costruiscono un parco al posto della ex nunziatura
  • Il primate anglicano Williams in pellegrinaggio a Lourdes con il cardinale Kasper
  • USA: la Conferenza episcopale chiede di incontrare i candidati alle presidenziali
  • ONU: Africa ancora lontana dal raggiungere gli Obiettivi del Millennio
  • Mali: seminario sul rapporto tra donne e macroeconomia in Africa
  • Etiopia: la siccità mette a rischio la sicurezza alimentare del Paese
  • Sri Lanka: oltre 100 mila profughi privi di assistenza
  • Commissione “Giustizia e Pace” di Haiti: autorità negligenti nella prevenzione degli uragani
  • L'arcivescovo di Bogotá contro il progetto di legge che autorizza l’eutanasia in Colombia
  • Venezuela: l'arcivescovado esige la restituzione di una cappella requisita per addestrare militarmente i bambini
  • Messico: i vescovi di Durango denunciano i crescenti fenomeni di violenza
  • Gli auguri di Bartolomeo I e Alessio II al Convegno ecumenico di Bose
  • Iniziato a Roma il XXII Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
  • Missioni Cattoliche italiane: concluso il convegno di Lione
  • Assisi: domani l’inaugurazione della “Via Francigena di San Francesco”
  • Napoli: si scioglie il sangue di San Gennaro nel giorno della festa del patrono
  • Il film "L’Inferno", ritrovato nella Filmoteca Vaticana, sarà proiettato stasera alla Sagra Musicale Umbra
  • A Roma, convegno "per una politica di solidarietà"
  • Parte la campagna di raccolta fondi per l’ospedale pediatrico romano Bambino Gesù
  • 24 Ore nel Mondo

  • "Deponete le armi": così il cardinale Sepe alla camorra dopo l'uccisione di sei immigrati
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai vescovi panamensi: testimoniare la speranza cristiana per vincere povertà, violenza e secolarismo

    ◊   Occorre un'autentica testimonianza cristiana per affrontare con efficacia le sfide della povertà, della violenza e del secolarismo: è quanto ha affermato Benedetto XVI ricevendo oggi a Castel Gandolfo i vescovi di Panamá in visita ad Limina. Il servizio di Fausta Speranza.

    Benedetto XVI ricorda fenomeni come la povertà, la violenza giovanile, le innumerevoli sette e la corruzione e sottolinea l’importanza della speranza cristiana che in tutto questo può illuminare il popolo di Panamá:

     
    “En su País, como en otros lugares, se están viviendo momentos arduos…”

     
    Il Paese vive “momenti ardui” in cui “è particolarmente urgente che la Chiesa offra luci che contribuiscano alla soluzione dei brucianti problemi delle persone, promuovendo nella società un consenso morale sui valori fondamentali”. Si tratta di testimoniare “la propria felicità nel seguire Cristo e nel condividere la gioia che nasce dal sapere che Lui ci ama fino all’a fine”. Si tratta di testimoniarla ad una società in cui si va imponendo “una visione del mondo e dell’umanità che lascia ai margini la trascendenza”, che invade ogni momento della vita quotidiana, che diffonde, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, individualismo, edonismo, ideologie e costumi che minano i fondamenti stessi del matrimonio, della famiglia e della morale cristiana. Di fronte a tutto ciò, felicitandosi per “la feconda azione missionaria” in atto nel Paese latinoamericano e ricordando la visita di Giovanni Paolo II in Panamá 25 anni fa, il Papa indica strade da seguire: preghiera per le vocazioni ma anche una corretta selezione dei candidati al sacerdozio:

     
    “…el Seminario, en el que ha de privilegiarse una seria disciplina académica…”

     
    Benedetto XVI chiede una seria disciplina in Seminario che privilegi spazi e tempi di preghiera quotidiana, degna celebrazione della Liturgia, un’adeguata direzione spirituale e un’attenzione particolare a coltivare virtù umane e sacerdotali. Poi per il Paese e in particolare per le nuove generazioni chiede una vigorosa pastorale famigliare. Indica lo strumento della Dottrina Sociale della Chiesa. Ricorda i “luminosi esempi dei numerosi missionari che hanno segnato la storia di Panamá” e incoraggia ad intensificare lo sforzo pastorale per la preparazione delle celebrazioni del quinto centenario dell’evangelizzazione del Paese che cadrà nel 2013.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Sua Altezza Reale Cristina di Borbone, Infanta di Spagna, con il Duca di Palma Ignacio Urdangarín Liebaert, e seguito.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Strasburgo, in Francia, il rev. Vincent Jordy, del clero della medesima arcidiocesi, finora rettore del Seminario maggiore di Strasburgo, assegnandogli la sede titolare vescovile di Idassa. Il rev. Vincent Jordy è nato il 20 gennaio 1961 a Perpignan, nella diocesi omonima. Dopo gli studi superiori all’Università statale di Strasburgo, Facoltà di Diritto e Scienze Politiche, ottenendo la Licenza, è entrato al Pontificio Seminario francese di Roma. Ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, concludendoli con il baccalaureato in Teologia. È stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1992 per l’arcidiocesi di Strasburgo. Ha ricoperto i seguenti incarichi ministeriali nell’arcidiocesi di Strasburgo: cappellano del Collegio vescovile di Zillisheim e vicario parrocchiale festivo di Altkirch (1192-1996); direttore spirituale del Seminario Maggiore (1997-2000). Dal 2000 è rettore del Seminario; è anche responsabile dei servizi di comunicazione dell’arcidiocesi. Ha contribuito a fondare un’associazione sacerdotale chiamata "Fraternitè de Jésus". Nel 2002 ha pubblicato il libro intitolato "L’Art de la prière".

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    Cristiani e musulmani difendano insieme la dignità della famiglia: così il messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per la fine del Ramadan

    ◊   Il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato anche quest’anno, com’è ormai tradizione, un messaggio augurale al mondo islamico per la fine del Ramadan. Tema del messaggio è “Cristiani e musulmani: insieme per la dignità della famiglia”. Ce ne parla il segretario del dicastero vaticano, l’arcivescovo Pier Luigi Celata, al microfono di Sergio Centofanti.

    R. – Sulla famiglia ci troviamo insieme con i musulmani nel riconoscerne il ruolo fondamentale per la società, per ogni persona umana che ne fa parte. Nel rilevare questa importanza della famiglia, abbiamo pensato – come del resto è accennato anche attraverso la citazione della Gaudium et Spes, che è fatto nel messaggio – all’importanza e al valore della famiglia in ordine ad ogni persona, persona che trova nella famiglia, dalla nascita fino al declino e al termine della vita, il luogo e l’ambito affinché tutto ciò si possa realizzare. Penso, ad esempio, al senso di responsabilità, al rispetto per la dignità di ogni persona, alla realizzazione di ogni membro della famiglia secondo le proprie attitudini. Indichiamo poi anche la possibilità e di conseguenza anche il dovere di operare, di agire insieme. Come poi è già successo in circostanze diverse: penso ad alcune conferenze internazionali a livello anche di Nazioni Unite, nelle quali rappresentanze musulmane e la Santa Sede stessa hanno potuto trovarsi insieme per difendere e cercare di far affermare alcuni valori attinenti alla famiglia. La famiglia ha bisogno – e questo lo sappiamo bene – di essere presa in considerazione seriamente oggi e a tutti i livelli: a livello legale, a livello sociale; la famiglia ha bisogno di misure e di provvedimenti legali e sociali che assicurino, ad esempio, certe condizioni di lavoro idonee allo svolgimento delle responsabilità dei genitori nei riguardi dei figli. Pensiamo, ad esempio, all’entità dei salari e come cristiani illuminati dall’esperienza che abbiamo anche a livello dottrinale, siamo sensibili ad un salario che tenga conto della famiglia in concreto; pensiamo alla famiglia anche come luogo dove i genitori sono chiamati ad esercitare una precisa responsabilità in funzione dell’educazione dei figli. Possiamo riferirci e pensare alle scelte educative che i genitori devono poter effettuare in piena libertà e responsabilità. C’è, quindi, un ambito molto vasto nel quale cristiani e musulmani possono operare insieme. Naturalmente abbiamo dei valori comuni che attengono alla famiglia ed abbiamo anche tradizioni e valori diversi riguardo alla famiglia. Quello che è, però, comune tra di noi è già una base assai ampia per poter lavorare insieme a beneficio della famiglia.

     
    D. – Come vengono accolti dal mondo musulmano questi messaggi augurali della Chiesa cattolica?

     
    R. – In genere, per le risonanze che abbiamo ed anche per alcune corrispondenze e reazioni scritte che riceviamo, possiamo dire in modo molto positivo. Vi vedono un segno di amicizia, di vicinanza, una volontà condivisa di conoscersi sempre meglio e di camminare insieme in difesa di quei valori ai quali teniamo, gli uni e gli altri.

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    Il cardinale Bertone, a Spalato e Zagabria, porta il saluto del Papa alla Chiesa croata

    ◊   Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in visita in Croazia, ha incontrato stamani a Zagabria il presidente della Repubblica Croata, Stiepan Mesič. Nel pomeriggio, dopo un colloquio con il primo ministro, Ivo Sanader, benedirà gli spazi dell’Università cattolica della capitale croata. Ieri, in occasione dei 1.700 anni della fondazione della città di Spalato e del decimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II, il porporato ha presieduto la celebrazione eucaristica nella cattedrale soffermandosi sui solchi di fedeltà e santità tracciati nella storia croata. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il cardinale Tarcisio Bertone ha portato il saluto e la benedizione di Benedetto XVI e sottolineato come nella cattedrale di Spalato sia ancora viva l’eco delle parole pronunciate dieci anni fa da Giovanni Paolo II: “Qui - aveva detto il Pontefice - la storia non è stata zitta”. E’ necessario – ha detto il porporato – che essa continui a parlare; è doveroso che i cristiani di oggi non rimangano zitti, ma elevino chiara e forte la voce della verità su Dio e sull’uomo”. In questa terra e specialmente in questa Cattedrale – ha aggiunto il segretario di Stato – “la storia parla di fedeltà e di santità”. “Solo su queste basi, fedeltà a Cristo e al Papa, nasce e si costruisce un’autentica comunità cattolica”. Solo grazie ad un ampio respiro ‘cattolico’, cioè universale e missionario – ha detto il porporato – le comunità riescono “a guardare al mondo intero con afflato spirituale e autentica tensione evangelizzatrice”.

     
    Nella storia della presenza cristiana in Dalmazia, la fedeltà si è caratterizzata per un costante e saldo legame con il Papa e la Chiesa di Roma: “l’esempio dei martiri – ha spiegato il cardinale Tarcisio Bertone - ha illuminato questi trascorsi secoli di storia, sino ai nostri giorni, suscitando costantemente discepoli di Cristo che non hanno esitato a sacrificare se stessi per restare uniti al Papa, Successore di Pietro e garanzia di autentica fedeltà al Vangelo”. Il porporato ha poi ricordato la testimonianza del santo patrono, il vescovo Domnio, che 1700 anni fa sigillò con il sangue il suo amore per Cristo. “Dopo di lui – ha aggiunto il cardinale Tarcisio Bertone – tanti altri hanno percorso la stessa strada e numerosi sono i segni che parlano della fede e della fedeltà della vostra comunità ecclesiale”.

     
    Il porporato ha poi indicato proprio i segni, le ‘pietre’ che testimoniano questa storia di fede: la cattedrale – ha spiegato – è stata costruita all’interno dell’antico palazzo dell’imperatore Diocleziano, persecutore dei cristiani: “E’ l’edificio più antico al mondo diventato cattedrale – ha affermato il cardinale - e il martirio del vescovo Domnio la rese prova tangibile di un amore per Cristo che non teme la morte”. Riferendosi alle ‘pietre vive’ della comunità locale, il porporato ha sottolineato che “tanti secoli di storia stanno a provare che la fede cristiana ha messo profonde radici in Croazia e nel cuore delle popolazioni”.

     
    Il segretario di Stato ha ricordato infine che “occorrono santi sacerdoti, generose persone consacrate, laici che siano infaticabili apostoli del Vangelo al servizio del popolo di Dio”. E’ necessario – ha concluso – per fare in modo che “la Dalmazia e l’intera Croazia, terra ricca di bellezze murali ed artistiche, continui ad offrire a visitatori e turisti il ‘profumo’ della sua millenaria tradizione cristiana, e contribuisca alla costruzione dell’Europa con un apporto di autentici valori umani, spirituali e religiosi attingendo alle proprie radici cristiane”.

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    Incontro mondiale delle famiglie in Messico: intervista con il cardinale Antonelli

    ◊   "La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani". Su questo tema si articola il VI Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Città del Messico dal 16 al 18 gennaio 2009. Diocesi, famiglie, associazioni e movimenti sono già al lavoro da tempo sia per partecipare direttamente a questa grande festa, che si ripete ogni tre anni, sia per seguirla nei propri Paesi. A tal fine il Pontificio Consiglio per la famiglia ha redatto dieci catechesi preparatorie, disponibili per ora in sei lingue, scaricabili dal sito web ufficiale dell'Incontro: www.emf2009.com. Nel sito si trovano anche altri sussidi e documentazione, ed è possibile iscriversi alle giornate di Città del Messico. Tre gli avvenimenti principali: il Congresso teologico-pastorale dal 14 al 15 gennaio; la festa delle Famiglie, sabato 17 gennaio, nell'atrio della Basilica di Santa Maria di Guadalupe, con la meditazione dei cinque misteri del Rosario e la testimonianza di cinque famiglie dai diversi continenti; la celebrazione eucaristica conclusiva domenica 18 gennaio, nella Basilica di Guadalupe. Il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, parlando con i giornalisti, ha confermato che il Papa non potrà essere presente a Città del Messico, ma seguirà da vicino l'evento, come spiega in questa intervista rilasciata a Pietro Cocco:

    R. – La cosa importante è che si stanno già studiando le modalità di partecipazione del Papa, che non andrà fisicamente, ma si farà presente al Congresso in maniera molto concreta e molto forte, perché gli sta molto a cuore.

     
    D. – Eminenza, questo è il suo primo appuntamento pubblico a livello mondiale come presidente del dicastero della famiglia. Quali sono le priorità - alla luce anche della sua esperienza in diocesi - riguardo alla famiglia?

     
    R. – E’ chiaro che ancora non posso dire quali saranno le priorità che cercherò di portare avanti, ma d’istinto, in base alla mia esperienza finora mi parrebbe di sottolineare due linee: anzitutto la consultazione dei vescovi, delle Conferenze episcopali, delle famiglie stesse e delle loro associazioni, delle istituzioni che si interessano della famiglia, degli esperti e quindi cercare di attivare una più continua possibile consultazione e collaborazione con tutte queste realtà; e, l’altra linea di impegno che mi sta particolarmente a cuore, è quella di stimolare la pastorale ordinaria, affinché la famiglia diventi non solo oggetto, ma anche soggetto della pastorale ordinaria delle parrocchie e delle associazioni. Questo, indubbiamente, richiede una conversione ad una pastorale missionaria, ad una missione permanente. E’ necessario creare delle reti di sostegno alla famiglia, ma anche delle reti di base a livello di parrocchie.

     
    D. - Come vede il ruolo dei movimenti laicali, in questo senso?

     
    R. – I movimenti sono preziosi anzitutto perché sono esemplari dal punto di vista della formazione delle famiglie cristiane e poi anche per le attività che dispiegano a vantaggio delle famiglie. Direi, quindi, che i movimenti sono una sorta di grandi correnti che lo Spirito Santo attiva, trasversali rispetto alle diocesi e alle parrocchie, per vivificare la realtà pastorale ordinaria.

     
    D. – A proposito del tema dell’Incontro mondiale:“La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani”. Oggi purtroppo la famiglia rimane anche argomento di divisione all’interno della società. Come superare questa contrapposizione e quale può essere il contributo della Chiesa?

     
    R. – Io penso che dovremmo da una parte sostenere, aiutare, accompagnare le famiglie che sono sane, perché possano sempre di più vivere e testimoniare la bellezza della famiglia cristiana e possano, quindi, diventare un Vangelo vivo. Far vedere che è possibile, che è bello, con la grazia di Dio essere quello che siamo chiamati a diventare. Dovremmo poi, dall’altra parte, farci carico delle sofferenze delle famiglie, prima ancora della divisione, per cercare di ricostruire l’unità, la comunità, non lasciando sole le coppie nelle loro difficoltà. C’è poi il problema delle famiglie divise e separate, ma anche qui bisogna essere vicini, additando sempre la verità della famiglia e del matrimonio, ma anche accompagnandole a fare i passi che possono nella direzione giusta. Non bisogna abbassare la montagna, ma bisogna aiutare le persone a salirla con il loro passo.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina un articolo di Simona Beretta sul tracollo dei mercati.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, un rapporto della FAO sulla fame nel mondo: gli affamati aumentati di 75 milioni in due anni.

    In cultura, Francesco Castelli sugli atti, pubblicati integralmente, della prima inchiesta su Padre Pio.

    Lo scalpellino che conquistò il mondo: Antonio Paolucci illustra una mostra, a Vicenza, per i cinquecento anni dalla nascita di Andrea Palladio.

    Nell'informazione religiosa, un articolo sulla visita del cardinale Tarcisio Bertone in Croazia.

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    Oggi in Primo Piano



    India: estremisti indù bruciano la cattedrale di San Pietro e Paolo a Jabalpur

    ◊   Si allarga la violenza anticattolica in India. Ieri è stata incendiata la cattedrale cattolica dei Santi Pietro e Paolo, nella diocesi di Jabalpur, che si trova in Madhya Pradesh, stato dell’India centrale. Verso sera un piccolo gruppo di estremisti è penetrato nella chiesa cospargendola di benzina e dandole fuoco. L’edificio è andato quasi del tutto distrutto: sono stati bruciati l'altare maggiore, le statue dei Santi, libri e oggetti sacri, le panche e il materiale ligneo, incluse le travi del soffitto. La cattedrale era divenuta, in occasione dell'Anno di San Paolo, un centro di irradiazione della spiritualità paolina, ospitando un programma di incontri, di celebrazioni e di attività pastorali. Il disastro, comunica all’agenzia Fides la Chiesa locale, non ha fatto vittime, ma conferma il clima di intimidazione in cui oggi vivono i fedeli cristiani, dopo gli altri due episodi di chiese date alle fiamme nei due distretti di Ratlam e Indore, sempre nella stessa area. I responsabili dell’accaduto sono membri del gruppo radicale indù “Dharm Raksha Sena”, che alcuni testimoni oculari hanno visto allontanarsi dal luogo del delitto. Le autorità del Madhya Pradesh hanno promesso maggiore protezione e lo stanziamento di personale di sorveglianza presso chiese e conventi cristiani. Intanto la Chiesa locale intende incontrare il primo ministro dello Stato e mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bhopal, capoluogo dello Stato, ha convocato una riunione di emergenza con altri vescovi e leader cattolici per affrontare la crisi. Inoltre, per protestare a questa situazione oggi a Bombay si svolge una marcia di preghiera dalla stazione di Mahim, abituale punto di convergenza dei pendolari, alla chiesa di Nostra Signora della Vittoria. Alla manifestazione hanno aderito le autorità diocesane di Bombay e di altre diocesi dell’India e numerose organizzazioni religiose a difesa dei diritti civili. E dall’Uttar Pradesh il vescovo di Varanasi, Raphy Manjaly, ha annunciato che una delegazione interreligiosa con leader cristiani e indù ha in programma di andare in Orissa per parlare, pregare e portare la riconciliazione. (A cura di Virginia Volpe)

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    Giornata di preghiera in Bolivia per scongiurare la guerra civile

    ◊   Oggi, in tutte le diocesi della Bolivia, per volere della Conferenza episcopale si prega “il Signore della vita e la Vergine Maria, Regina della pace, affinché guidino i nostri passi sulle strade della riconciliazione, del bene comune, della dignità e della libertà”: così si legge nel comunicato dell’Episcopato che ha stabilito questa Giornata di preghiera in uno dei momenti più delicati della storia del Paese. Intanto, come ha chiesto l’Unione delle Nazioni del Sudamerica (UNASUR), continua il difficile dialogo tra il governo del presidente Evo Morales e i prefetti delle nove regioni, cinque delle quali in posizione molto critiche nei confronti della politica governativa. Il servizio di Luis Badilla:

     
    In tutte le diocesi boliviane, i vescovi, hanno chiamato a pregare per la pace e la vita e a fare un gesto pubblico (…) per implorare dal Signore la riconciliazione, il bene comune, la dignità e la libertà”. In tutte le parrocchie della Bolivia, dalle 12 alle 13, oggi ci sarà l’esposizione e l’adorazione del Santissimo Sacramento, accompagnata dal suono delle campane a distesa. La celebrazione principale avverrà a Santa Cruz, dove alle ore 19.30 il cardinale Julio Terrazas, presiederà la Santa Messa nell’atrio della Cattedrale. I fedeli delle parrocchie e delle diverse comunità del centro si recheranno in pellegrinaggio fino alla piazza principale, portando fiaccole in segno di luce. A questa Giornata il nunzio apostolico, mons. Luciano Suriani, ha inviato uno speciale messaggio in cui, citando Benedetto XVI, ricorda a tutti i boliviani che “ciascuno di noi è un canale di pace”; pace “che comincia nel cuore di ognuno di noi e poi si estende sia nella vita familiare sia in quella sociale”. "Costruendo la pace, aggiunge il nunzio, si gettano le premesse per una vera convivenza tra fratelli. Dobbiamo lavorare per essere coraggiosi e sinceri araldi della pace senza dimenticare mai che non c'è pace senza giustizia e senza perdono. Perciò, conclude mons. Suriani, in nome di Dio esorto tutti, governati e governati, ad unire le forze, le intelligenze e la buona volontà per diventare costi quel costi canali di pace". Intanto sul fronte politico ieri è ripreso tra il presidente Evo Morales e i governatori delle 9 regioni del Paese voluto dall’Unione delle Nazioni del Sudamerica (UNASUR) che lunedì ha espresso solidarietà al governo boliviano, ma che ha chiesto “un dialogo vero tra le parti in conflitto”. Con l’azione di “facilitazione” (e non di mediazione) delle Chiese cattolica, metodista ed evangelica, Morales ha incontrato 8 governatori e il rappresentante del governatore della regione di Pando (agli arresti perché accusato di “sovversione” dopo una strage di contadini giorni fa), per discutere i temi più controversi che dividono il Paese da oltre 18 mesi: distribuzione dei proventi degli idrocarburi, autonomie regionali, nuova Costituzione e metodi di modifica del referendum e metodi per designare numerose alte cariche vacanti dello Stato, in particolare del potere giudiziario. Per ora non si segnalano progressi tranne quello, non meno importante, che le parti, dopo 18 mesi di incomunicabilità totale, si siano seduti allo stesso tavolo per negoziare. Nelle ultime ore, gran parte della stampa locale, spesso divisa e partecipe dei contrasti che lacerano la Bolivia, ha cambiato i toni e, da un lato, incoraggia la partecipazione agli eventi della Giornata di preghiera, dando grande risalto al messaggio del nunzio, e dall’altra, prospettando i gravi pericoli di guerra civile che minacciano il futuro del popolo boliviano.

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    Italia: nessun calo delle firme relative all'8 per mille da destinare alla Chiesa

    ◊   Nei giorni scorsi alcuni organi di stampa hanno riferito di un calo delle firme relative all'otto per mille da destinare con la dichiarazione dei redditi a favore della Chiesa cattolica italiana per quanto riguarda l'anno 2006, e di una lettera aperta dei vescovi, che verrà pubblicata il mese prossimo, in cui si evidenzia uno stato di allarme per questo dato. Il quotidiano "Avvenire" è intervenuto per smentire l’allarme dicendo che il senso del messaggio dei vescovi è un altro. Qual è dunque la reale situazione? Le firme a favore della Chiesa cattolica italiana sono realmente calate? Adriana Masotti ne ha parlato con l’ingegner Paolo Mascarino, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa istituito dalla Conferenza episcopale italiana a seguito dell’ introduzione del nuovo sistema di finanziamento delle attività religiose e sociali della Chiesa stessa:

    R. – Non sono calate le scelte per la Chiesa e non c’è nessun allarme da parte dei vescovi. I dati relativi al 2006, che non sono ancora dati ufficiali, hanno indicato che la Chiesa cattolica ha raccolto addirittura 38 mila firme in più rispetto all’anno precedente. Però, contemporaneamente, 762 mila persone hanno firmato in più per lo Stato. Quindi, quando si va a calcolare la quota di scelta per l’8 per mille, poiché lo Stato ha avuto una crescita superiore alla Chiesa, questo si traduce in 3 punti percentuali di crescita per lo Stato, che passa dall’8 per cento all’11 per cento. E viceversa la Chiesa, dunque, ha perso 3 punti in percentuale non perché ha perso, ma perchè lo Stato è cresciuto di più della Chiesa stessa.

     
    D. – Quindi, si tratta, diciamo, di un dato che esce da un confronto. Nella lettera dei vescovi si sottolinea la positività di una crescita del numero delle persone che hanno fatto comunque una scelta attraverso l’8 per mille. Perché questo è ritenuto un dato positivo?

     
    R. – L’8 per mille è uno strumento democratico. Quindi, più grande è la partecipazione dei cittadini e più questo ci rende contenti, perchè vuol dire che gli italiani stimano e apprezzano anche l’8 per mille come strumento per sostenere la loro Chiesa, lo Stato o le altre confessioni.

     
    D. – Qual è il motivo reale per il quale i presuli hanno sentito l’esigenza di rivolgersi agli italiani, a proposito dell’8 per mille?

     
    R. – I vescovi italiani hanno approvato nell’assemblea di maggio del 2008 una lettera pastorale proprio in occasione dei 20 anni dall’avvio della riforma e in particolare i 20 anni dal documento “Sovvenire alle necessità della Chiesa”. Quindi, questa lettera vuole riproporre a tutti gli italiani il documento di 20 anni fa e quindi riproporre i valori della riforma. Inoltre, i vescovi hanno anche ritenuto opportuno ringraziare gli italiani per tutto il sostegno che hanno dato alla Chiesa in questi 20 anni. Il gesto della firma dell’8 per mille contiene in sé diversi valori, non costa nulla in più ai contribuenti e quindi potrebbe sembrare un gesto banale, addirittura. In realtà, è un modo molto concreto di vivere la propria appartenenza all’intera Chiesa, perchè naturalmente ciascuno di noi sperimenta la Chiesa nella comunità di riferimento, nella propria parrocchia, nella diocesi, e dove può interviene con il proprio tempo libero e se vuole anche con le proprie offerte. Ma se si vuole essere partecipi dell’intera Chiesa bisogna anche rendersi conto che abbiamo bisogno di risorse per i Paesi del Terzo Mondo, per le parrocchie meno ricche d’Italia, per le diocesi che sono in difficoltà. Quindi, firmando per l’8 per mille noi moltiplichiamo la nostra possibilità di raggiungere situazioni geograficamente distanti da noi ma che possiamo comunque sostenere con questo gesto.

     
    D. – Scopo dell’8 per mille non è principalmente quello del sostegno per il clero...

     
    R. – L’8 per mille nasce con una legge, che vincola l’impiego delle somme assegnate alla Chiesa cattolica a tre finalità precise: la carità in Italia e nei Paesi del Terzo Mondo, le esigenze di culto e pastorale della popolazione in Italia e, al terzo posto, il sostentamento del clero qualora le altre fonti di finanziamento del clero non fossero sufficienti a sostenere tutti i 39 mila sacerdoti. E parlo quindi dell’impegno nelle comunità, del lavoro di eventuali sacerdoti che prestano servizio di cappellano militare negli ospedali o insegnanti di religione, dei redditi degli istituti diocesani, delle apposite offerte per il clero.

     
    D. – In conclusione, che cosa ha significato per la Chiesa italiana la riforma del suo sostegno economico?

     
    R. – Lo Stato italiano, divenuto dopo la guerra una moderna democrazia da un lato e, dall’altro, la Chiesa cattolica, che ha vissuto una profonda riforma con il Concilio Vaticano II, si sono incontrati con occhi nuovi e hanno scoperto di poter collaborare cordialmente per il bene dell’uomo e del Paese. Quindi, anche dal punto di vista dei rapporti economici tra Stato e Chiesa, la riforma del Concordato è stata fondamentale, perchè si sono tagliate quelle forme automatiche e dirette di sostegno dello Stato alla Chiesa che non avevano più senso e si è tornati ad affidarsi ai fedeli, attraverso sistemi che lo Stato mette a disposizione, favorisce, ma del quale lo Stato non ha più nessuna responsabilità diretta.

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    Domani a Pompei il pellegrinaggio nazionale delle famiglie promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   Un percorso di fede, lungo 3 chilometri, che unirà domani, a partire dalle ore 15, l’area mercatale di Scafati al Santuario di Pompei. Si tratta dell’itinerario del primo pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la famiglia promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo che prevede tre momenti cruciali: la recita del Santo Rosario con 5 dei canonici 20 misteri accompagnati dalla testimonianza di una famiglia; l’atto di affidamento solenne delle famiglie alla Madonna; la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo-prelato e delegato Pontificio di Pompei, mons. Carlo Liberati. Su questo itinerario spirituale, al quale domani dovrebbero partecipare più di 10 mila persone, si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez:

    R. – Si tratta proprio di un evento spirituale. Noi vogliamo che si attesti come un grande gesto corale di preghiera, nel quale genitori, figli, nonni, nipoti, giovani e anziani si mettano in cammino per testimoniare la bellezza della famiglia cristiana e - vorrei anche dire - l’originalità, spesso così contesa, offuscata, vilipesa. Sappiamo bene che è in atto una profonda crisi spirituale, ma la famiglia rimane la migliore scuola di pedagogia e di umanità che si possa rivendicare. L’idea del cammino e del pellegrinaggio indica che c’è una meta, una patria, un esodo verso il quale andare. C'è quindi un egoismo da vincere, una irresponsabilità crescente. Sono in crisi la paternità e la maternità. Noi vogliamo, però, indicare una 'cifra' spirituale. Ecco perché il Rosario, questa catena di unità, la preghiera: ci sono tutti i volti che compongono la famiglia cristiana. Rimettersi in cammino significa ritrovare la speranza, ma sapere che c’è anche una meta verso la quale noi possiamo andare.

     
    D. – Parliamo proprio di questa meta verso cui si deve orientare oggi la famiglia cristiana. Quali sono i riferimenti assolutamente da seguire in questo mondo così frammentato?

    R. – Bisogna che la famiglia ritrovi il coraggio di dirsi cristiana; quando diciamo cristiana non intendiamo una aggettivazione tra le altre. Noi sappiamo che la famiglia è assai esigente e quindi bisogna, anzitutto, aiutare le famiglie a testimoniare che è possibile perdonare, educare alla riconciliazione e al sacrificio. C’è poi la preghiera, perché noi non riusciremo a parlare con gli uomini se non riscopriamo la capacità di parlare con Dio. E, infine, c’è l’unità e il camminare insieme.

    D. – Un pellegrinaggio e un camminare insieme che avverrà ad un mese esatto dalla visita pastorale di Benedetto XVI a Pompei il prossimo ottobre…

    R. – Questa è stata una sorpresa, un grande regalo che ci ha fatto la Provvidenza, perché il pellegrinaggio era stato fissato già da un anno. E' una sorpresa che avvenga proprio ad un mese dalla venuta del Papa, che ha affidato le famiglie alla Madonna. Noi ci sentiamo di dire che questo pellegrinaggio nazionale delle famiglie e per le famiglie intende avere un carattere di preparazione, di anticipazione di questo momento significativo che ci dà anche l’anima mariana di questo pontificato, dopo il recente viaggio a Lourdes.

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    Chiesa e Società



    Cina: rilasciato mons. Jia Zhiguo ma resta agli arresti domiciliari

    ◊   Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo di Zhengding, nell’Hebei, è stato rilasciato ieri dalla polizia. Il vescovo rimane agli arresti domiciliari, vigilato giorno e notte da un gruppo di guardie della pubblica sicurezza, impossibilitato a incontrare fedeli e preti. Come riferisce l’agenzia AsiaNews, il vescovo era stato prelevato dai poliziotti la mattina di domenica 24 agosto, subito dopo la Messa, poche ore prima della chiusura dei Giochi Olimpici. Le guardie lo avevano prelevato senza spiegare i motivi del sequestro. Alcuni fedeli avevano comunicato che il suo allontanamento da Zhengding (a circa 300 km da Pechino), era per prevenire ogni possibile suo incontro con giornalisti e responsabili di gruppi di disabili durante le Paralimpiadi, tenutesi nella capitale dal 6 al 17 settembre. Mons. Jia Zhiguo è famoso nel mondo infatti, perché ospita nella sua diocesi un gruppo di 100 bambini abbandonati segnati da handicap e di bambine abbandonate, a causa della preferenza accordata dalle famiglie cinesi ai figli di sesso maschile. Mons. Jia Zhiguo, 73 anni, sempre fedele alla Santa Sede, ha passato 15 anni in prigione (dal ’63 al ’78). Dall’89 in poi si trova di continuo sotto stretto controllo della polizia. In tutti questi anni è stato fermato per diversi giorni e poi liberato almeno 12 volte. La diocesi di Zhengding conta 110 mila cattolici, almeno 80 sacerdoti e più di 90 suore. (R.P.)

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    Le autorità vietnamite costruiscono un parco al posto della ex nunziatura

    ◊   Ad una svolta la vicenda della ex nunziatura di Hanoi, il cui terreno, di proprietà dei Redentoristi fin dal 1928, era stato nazionalizzato dalle autorità comuniste “per utilità pubblica” ma che ultimamente sembrava potesse essere restituito alla Chiesa. Protetto da un imponente schieramento di polizia, un gruppo di operai è improvvisamente arrivato all’alba nel complesso della ex nunziatura, ha abbattuto la cancellata che lo circonda ed ha cominciato a lavorare. Lo riferisce l’agenzia AsiaNews. Secondo un annuncio della televisione, si vuole abbattere l’edificio e creare un parco pubblico. Bloccati sacerdoti e fedeli che dalla vicina cattedrale di San Giuseppe sono accorsi sul luogo, chiamati dalle campane. Si parla di due arresti. Sempre oggi, il quotidiano del Partito comunista, Nhan Dan, riporta la notizia che in una riunione, svoltasi il 17 settembre, il Comitato polare  (l’amministrazione comunale) di Hanoi “vuole tener conto delle legittime necessità dei fedeli per ampliare i luoghi di culto”, secondo le leggi. La stessa fonte parla di un incontro del vicecapo del Comitato, Vu Hong Khanh, con una rappresentanza della parrocchia di Thai Ha e delle petizioni avanzate “da alcuni sacerdoti” riguardo al terreno, del quale i Redentoristi chiedono la restituzione. Al tempo stesso, però, l’esponente comunista afferma che “lo Stato” fin dal 1961 ha concesso il terreno ad una ditta di abbigliamento, la Chien Thang Garment Joint Stock Company. Proprio i lavori che tale società ha cominciato ad inizio anno sono all’origine delle manifestazioni dei parrocchiani, che chiedono la restituzione del terreno. Inoltre il Comitato popolare chiede la rimozione delle croci e degli altri simboli religiosi posti sul terreno in questione e di restituirlo alle autorità del distretto di Dong Da, in modo che queste possano “procedere alla formulazione di un progetto di costruzione di pubblica utilità”. Ai parrocchiani è stato intimato di non tenere “comportamenti aggressivi”.  Il 2 febbraio scorso l’arcivescovo di Hanoi, mons. Joseph Ngô Quang Kiệt, aveva annunciato la promessa del governo di restituire alla Chiesa il complesso della ex nunziatura, mentre il 27 febbraio, pur non facendo cenno del precedente impegno, Trân Dinh Phung, membro permanente del Fronte patriottico ed incaricato degli Affari religiosi ed etnici, esprimendo il punto di vista del primo ministro sulla vicenda aveva definito “del tutto legittima” la richiesta della Chiesa di poter utilizzare il complesso per le attività della Conferenza episcopale. “Il governo non potrà ignorare”, aveva detto, la richiesta della massima espressione dei sette milioni di cattolici vietnamiti che da 27 anni, cioè dalla creazione della Conferenza episcopale, collabora con la nazione.

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    Il primate anglicano Williams in pellegrinaggio a Lourdes con il cardinale Kasper

    ◊   Su invito del vescovo di Tarbes e Lourdes, mons. Jacques Perrier, l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, leader della Comunione anglicana, si recherà in pellegrinaggio al Santuario di Lourdes per celebrare il 150° anniversario delle apparizioni della Vergine Maria. In un comunicato diffuso dall’ufficio stampa dell’arcivescovo, ripreso dall'agenzia Sir, si dice anche che Williams predicherà nel corso di una messa che sarà celebrata il 24 settembre dal card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione del’unità dei cristiani. L’arcivescovo – si legge nel comunicato – parteciperà ad un pellegrinaggio di vescovi, sacerdoti e laici della Chiesa anglicana di Inghilterra che è organizzato dalla “Society of Mary” e dal Santuario anglicano di Nostra Signore di Walsingham. “L’unità dei cristiani – si legge ancora nel comunicato – è uno degli elementi della missione della Chiesa al quale il Santuario di Nostra Signora di Lourdes contribuisce in maniera specifica”. In effetti, il dialogo tra cattolici e anglicani su Maria ha portato nel 2005 alla elaborazione di un importante documento congiunto dal titolo “Maria: grazia e speranza in Cristo”. Il testo è frutto di 5 anni di lavoro (dal 1999 al 2004) ed è stato realizzato dalla Commissione internazionale di dialogo tra la Chiesa cattolica e le Chiese della Comunione Anglicana (Arcic) che fu costituita nel 1970 da papa Paolo VI e dall’allora arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey, ed è oggi lo strumento ufficiale del dialogo teologico tra cattolici e anglicani. Nel testo cattolici e anglicani riconoscono “Maria come modello di santità, di fede e di obbedienza per tutti i cristiani “ ed affermano che “Maria può essere vista come una figura profetica della Chiesa”. Nel documento si affrontano (pur senza risolverli completamente) i nodi controversi relativi ai dogmi mariani dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione e della devozione mariana all’interno della Chiesa Cattolica. Ma nella conclusione si esprime l’auspicio che l’accordo raggiunto orienti cattolici e anglicani “verso la possibilità di un’ulteriore riconciliazione, nella quale i punti che riguardano la dottrina e la devozione verso Maria non debbano più essere visti come divisivi della comunione o come ostacolo a un nuovo passo nella crescita verso la koinonia visibile”. (R.P.)

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    USA: la Conferenza episcopale chiede di incontrare i candidati alle presidenziali

    ◊   Con un gesto inedito, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha invitato i due principali candidati alle presidenziali americane, John McCain e Barak Obama, ad incontrarsi con un gruppo di vescovi per esporre le loro idee sulle diverse questioni al centro della campagna elettorale. Lo ha riferito al “Wall Street Journal”, ripreso dall’agenzia cattolica Cns, mons. William F. Murphy, presidente della Commissione episcopale nazionale per la giustizia e lo sviluppo umano, precisando che agli incontri parteciperebbero cinque vescovi presidenti di Commissioni episcopali. Finora nessuno dei due candidati ha risposto all’invito, inviato lo scorso mese di agosto. Se avranno luogo, i colloqui si svolgeranno in forma strettamente privata con al centro diversi temi che hanno acceso il dibattito politico in questi ultimi mesi e che stanno particolarmente a cuore alla Chiesa: aborto, immigrazione, politica estera, educazione e media. Su alcuni di questi punti, come è noto, vescovi americani hanno avuto modo di intervenire nuovamente in queste ultime settimane per puntualizzare la posizione della Chiesa. È il caso dell’aborto, tornato alla ribalta dopo le recenti prese di posizione pro-scelta di due alti esponenti cattolici del Partito Democratico: la speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi e il candidato democratico alla vicepresidenza, il senatore Joseph Biden. Intanto, con l’approssimarsi del voto, le diocesi di tutto il Paese stanno mettendo in campo un grande sforzo per fare comprendere correttamente a tutti gli elettori la dottrina sociale della Chiesa. L’obiettivo è di preparare i fedeli cattolici ad un voto consapevole. (L.Z.)

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    ONU: Africa ancora lontana dal raggiungere gli Obiettivi del Millennio

    ◊   Nonostante le crescite economiche siano “più forti rispetto ad un decennio fa, l’Africa è ancora complessivamente molto distante dal raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio”. È quanto rilevato dal segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, nel suo rapporto preparato per l’incontro sulle necessità di sviluppo dell’Africa, in programma il prossimo 22 settembre a New York. Il congresso, come riportato dal Sir, sarà l’occasione per verificare i progressi delle azioni dei giovani governi africani e delle comunità internazionali dall’adozione, nel 2001, del Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa (NEPAD). Riguardo agli aiuti allo sviluppo, secondo il segretario, sarebbero necessari all’Africa circa 72 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli Obiettivi. (D.B.)

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    Mali: seminario sul rapporto tra donne e macroeconomia in Africa

    ◊   Ridurre le ineguaglianze di genere e promuovere il ruolo delle donne in Africa. Sono questi i temi trattati da ieri a Bamako, in Mali, nel seminario intitolato “Macroeconomia: una maggiore partecipazione delle donne”. Per tre giorni 50 rappresentanti di organizzazioni femminili e delegati governativi, provenienti da Algeria, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Marocco, Mauritania, Repubblica democratica del Congo, Senegal, Togo e Mali, parleranno di processi di sviluppo e di come ridurre la povertà nei loro paesi, definendo i concetti chiave della macroeconomia. L’incontro, come spiegato dall’agenzia Misna, è stato organizzato dalla Rete per la comunicazione e il progresso delle donne in Africa (FEMNET), organizzazione che si occupa da 20 anni di promuovere e proteggere i diritti umani, oltre che della riduzione della povertà. (D.B.)

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    Etiopia: la siccità mette a rischio la sicurezza alimentare del Paese

    ◊   L’Ufficio dell’ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari (OCHA) torna a denunciare le drammatiche conseguenze della siccità che ormai da mesi sta colpendo l’Etiopia sud-orientale. “Tra luglio e settembre – si legge in una nota diffusa dall’ente delle Nazioni Unite e ripresa dall'agenzia MISNA – la quasi assoluta mancanza di piogge nelle zone di Jijiga e Shinile ha fatto aumentare il timore di un ulteriore aggravamento della situazione”. La siccità sta inoltre mettendo a rischio la “sicurezza alimentare” in ben 49 distretti che ben presto potrebbero trovarsi a fare i conti con carestie diffuse. Secondo Ocha è dunque necessario garantire l’immediata distribuzione di aiuti alimentari e di acqua potabile soprattutto nelle aree di Korahe, Warder, Degehabur, Gode, Fiiq, Liben e Afder. Le ultime stime parlano di quattro milioni e 600 mila etiopici, inclusi 75 mila bambini, minacciati dalla siccità e costrette a sostenere una condizione di grave e acuta malnutrizione. A contribuire alla crisi c’è anche il conflitto che oppone il governo etiopico ai guerriglieri del Fronte nazionale per la liberazione dell’Ogaden: dal 1977, il movimento lotta per l’indipendenza della regione a maggioranza somala. (D.B.)

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    Sri Lanka: oltre 100 mila profughi privi di assistenza

    ◊   Sono oltre 100 mila le persone in fuga dalla guerra civile che sta sconvolgendo lo Sri Lanka, paese dell’Asia meridionale. Profughi, privi di qualsiasi riparo, finiti spesso sotto il fuoco incrociato dell’esercito e dei ribelli delle Tigri Tamil. A denunciarlo è la Commissione per i diritti umani in Asia di Hong Kong (AHRC), che ha rivolto un appello al governo dello Sri Lanka affinché garantisca la sicurezza degli sfollati, attualmente privi di cibo, acqua, medicine e assistenza medica. “Occorre creare – spiega l’AHRC in un comunicato riportato dall’agenzia AsiaNews – una o più zone di pace in ogni distretto, per la sicurezza dei civili coinvolti nell’escalation militare. Suggeriamo che le zone di Jeyapuram Vannen e di Akkarayan, nel distretto di Kilinochchi, siano subito dichiarate zone neutrali, per accogliere i civili”. (D.B)

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    Commissione “Giustizia e Pace” di Haiti: autorità negligenti nella prevenzione degli uragani

    ◊   Autorità irresponsabili e poca prevenzione contro gli uragani ad Haiti. È quanto denuncia Jocelyne Colas, a nome della Commissione nazionale episcopale “Giustizia e Pace” (JILAP). Secondo le ultime stime, 500 persone sono morte e quasi un milione sono rimaste senza tetto per i danni provocati dalle tempeste “Fay”, “Gustav”, “Hann”’ e “Ike” tra il 16 agosto e il 7 settembre; i danni causati all’economia più fragile dell’America Latina superano i 180 milioni di dollari in un paese in cui da gennaio i costi dei generi alimentari sono aumentati del 40%. Colas ha ricordato che la zona più colpita nelle ultime settimane, quella di Gonaives, 170 chilometri a nord di Port-au-Prince, era già stata devastata il 18 settembre 2004 dalla tempesta “Jeanne” che aveva provocato circa 3000 vittime: ha chiesto quindi l’apertura di un’inchiesta nei confronti di funzionari haitiani ma anche responsabili di organizzazioni non governative che disponevano di fondi per la riabilitazione dell’area di Gonaives che non risultano essere stati utilizzati a questo scopo. Il primo ministro Michèle Pierre-Louis, rende noto l'agenzia Misna, ha peraltro ammesso martedì di fronte al Parlamento difficoltà nella distribuzione degli aiuti ai disastrati attribuendone in parte le responsabilità a persone che confiscano le donazioni per rivenderle. (V.V.)

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    L'arcivescovo di Bogotá contro il progetto di legge che autorizza l’eutanasia in Colombia

    ◊   “Voglio ricordare ai fedeli e a tutti i colombiani che non può mai considerarsi moralmente lecita l’azione di provocare direttamente o intenzionalmente la morte di una persona”. Queste le parole dell’arcivescovo di Bogotá e Primate della Colombia cardinale Pedro Rubiano Sáenz pronunciate dopo che il Senato del Paese ha approvato in prima lettura un progetto di legge che regola l’eutanasia e l'assistenza al suicidio. “Poiché l’articolo 11 della Costituzione afferma che il diritto alla vita è inviolabile – continua il porporato - lo Stato diventa garante della vita”. L’arcivescovo ha aggiunto, che “non si tratta di prolungare le sofferenze senza motivo, né di spendere molto denaro o eseguire interventi medici inutili, si tratta di difendere i principi fondamentali”. “La necessità di salvaguardare il diritto alla vita – ha terminato il Primate – riguarda specialmente i più deboli, come le persone che si trovano in stato vegetativo, gli invalidi, i neonati o i bambini che si trovano nel grembo della madre e soffrono di malformazioni”. Il progetto di legge stabilisce che la richiesta di assistenza al suicidio deve essere rilasciata in forma scritta dal paziente, che deve essere affetto da una malattia terminale, senza possibilità di guarigione e con forti dolori. Già dal 1997 la Corte Costituzionale colombiana si era espressa dichiarando ammissibile l’eutanasia. (V.V.)

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    Venezuela: l'arcivescovado esige la restituzione di una cappella requisita per addestrare militarmente i bambini

    ◊   Attraverso un comunicato ripreso dall'agenzia Fides, l’arcidiocesi di Caracas esige dal governo e dalla Componente della Riserva della Forza Armata Nazionale, la restituzione della cappella “Gesù della Divina Misericordia”, requisita da un “tenente della riserva” per addestrare bambini dagli 8 ai 14 anni nelle “Brigate Infantili e Giovanili della Riserva”. Come spiegano nel comunicato mons. Luis Armando Tineo e mons. Nicolás Bermúdez, vescovi ausiliari di Caracas, la cappella dedicata a “Gesù della Divina Misericordia” è stata benedetta il 16 dicembre 2000 da mons. Bermúdez ed è stata affidata alle Suore Missionarie “Lauritas”. Già quattro anni fa la modesta residenza delle religiose aveva subito un'invasione. Lo scorso 7 settembre, al termine della celebrazione domenicale, un “tenente della Riserva ha ordinato alle suore ed alla comunità di fedeli di abbandonare la cappella perché da quel momento in poi sarebbe stata destinata alla formazione e all’addestramento delle ‘Brigate Infantili e Giovanili della Riserva, formate da minorenni dagli 8 ai 14 anni”. In effetti, secondo le testimonianze di quanti abitano nelle vicinanze, la cappella viene regolarmente utilizzata per attività con minori fino a tarda ora della notte. Per questo motivo, l’arcidiocesi di Caracas ha manifestato la sua “energica protesta per l’occupazione di un luogo sacro dedicato al culto religioso”, ribadendo stupore e preoccupazione “per l’evidente utilizzo di minorenni nel portare a termine questa inaccettabile occupazione”. Nel comunicato i vescovi esigono dalle autorità competenti del Municipio, dello Stato, della Dirigenza nazionale e della Componente della Riserva della Forza Armata Nazionale, “l’immediata restituzione della Cappella alla legittima autorità dell’Arcidiocesi di Caracas”. Esigono inoltre “il rispetto dei diritti dei bambini secondo le leggi nazionali ed internazionali vigenti”. Il testo si conclude ricordando che “le opportune misure che si stanno chiedendo ristabiliranno senz’altro la pace e l’armonia nella comunità già colpita dai fatti denunciati”. (R.P.)

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    Messico: i vescovi di Durango denunciano i crescenti fenomeni di violenza

    ◊   “Abbiamo visto scorrere molto sangue lungo tutto il Paese. Questo dolore lo soffriamo nella nostra carne perché ha fatto danno al nostro Paese e alle nostre famiglie; ha attentato alla cosa più sacra, che è la vita stessa”. È quanto affermano i vescovi della provincia ecclesiastica di Durango in un Messaggio diffuso al termine della prima riunione Provinciale, nel quale denunciano in particolar modo il clima di violenza e insicurezza che si va estendendo nella Provincia e in tutto il Paese. “La violenza, l’insicurezza, i sequestri, ed il narcotraffico - si legge nel Messaggio ripreso dall'agenzia Fides - sono fatti che sembrano continuare ad acquistare cittadinanza nella società, con il rischio di arrivare ad essere considerati come qualcosa di ordinario e normale, perdendo la capacità di stupore ed indignazione”. Inoltre viene denunciato che le lotte che prima si registravano solo tra bande del crimine organizzato, ora si sono estese alla società civile. In concreto i vescovi lamentano il recente attentato compiuto la notte del 15 settembre nella città di Morelia, con l’esecuzione di tre persone molto conosciute nello stato di Durango. Di fronte a questa situazione di crescita della violenza e di estensione della problematica della droga, i vescovi mostrano la loro grande preoccupazione poiché questi fenomeni stanno colpendo le famiglie ed il tessuto sociale, in special modo nella Provincia di Durango, che si è trasformata in una zona “ricercata dalle bande del crimine organizzato”, per via della sua situazione geografica. Tra le cause di questo male, i vescovi segnalano “la povertà e l’emarginazione, l'esistenza di scandalose disuguaglianze sociali ed economiche, la corruzione e l’impunità, oltre all’abbandono dei più poveri da parte delle diverse istituzioni”, tutti sintomi di “una decomposizione sociale che ha avuto la sua gestazione già da molto tempo”. (R.P.)

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    Gli auguri di Bartolomeo I e Alessio II al Convegno ecumenico di Bose

    ◊   “Un pieno successo per i lavori del convegno”: questo l’augurio di Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli, ai partecipanti all’incontro internazionale di spiritualità ortodossa “La paternità spirituale”, apertosi ieri presso il monastero di Bose, con il patrocinio congiunto del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca. “La storia della Chiesa – ha sottolineato da parte sua Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, nel messaggio inviato e ripreso dall'agenzia Sir - ha visto periodi di fioritura della direzione spirituale, in cui una pleiade di grandi santi si sono distinti operando su questo terreno”. Esempi si trovano ricordati in letteratura: “Per influsso della sua conoscenza con il beato Ambrogio di Optina – ha ricordato Alessio II - Fedor Dostoevskij creò l’immortale immagine dello starec Zosima nei Fratelli Karamazov” e “Vladimir Solovev, nella sua ‘Leggenda dell’Anticristo’ incarnò nella figura dello starec Ioann un vero padre spirituale ortodosso”. Persino “negli anni del delirio rivoluzionario e delle persecuzioni antireligiose, rifulsero i luminari dello spirito, che nei pochi monasteri e parrocchie rimaste continuarono a dirigere il gregge alla salvezza in Cristo”. “Anche oggi – ha concluso il Patriarca di Mosca - la ricca esperienza di direzione spirituale dell’ortodossia può senz’altro aiutare molti cristiani, i quali sono esposti a tante tentazioni e dubbi, a ritrovare un saldo orientamento nel proprio cammino spirituale”. Il convegno è iniziato nel ricordo del metropolita di Silyvria, Emilianos Timiadis, recentemente scomparso, “un autentico padre per i nostri tempi – in cui spesso vengono obliate le radici della fede - e un grande promotore dell’ideale dell’unità dei cristiani” ha ricordato il vescovo Athenagoras di Sinope (Bruxelles). Oggi l’intervento dell’igumena (superiora) Gavriila Gluchova di Grodno, a proposito della maternità spirituale nel monachesimo russo contemporaneo. “Per 70 anni – ha ricordato Gluchova – con quasi tutte le chiese chiuse e il clero oggetto di repressione, ad esercitare la cura e il sostegno spirituale dei credenti furono chiamati uomini di ordinazione monastica e semplici laici”. Tra essi “non poche furono anziane donne, spesso provenienti da famiglie contadine”, le quali “hanno conservato per noi la santa Chiesa ortodossa russa”. In quei tempi esse “vivevano fuori dal sistema dei rapporti sociali, nel migliore dei casi ignorate dall’autorità statale, sostenute solo dai credenti”. Se alcune, ha spiegato Gluchova, “erano note per la santità di vita e la capacità di guarire le malattie e gli affanni di chi chiedeva il loro aiuto - la beata Paraskeva di Divedevo, la beata Matrona di Mosca - di tante non si conoscono i nomi ma, grazie alla loro opera, la fede è stata conservata”. (S.C.)

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    Iniziato a Roma il XXII Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

    ◊   Si è aperto ieri, a Roma, il XXII Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Presenti 191 suore capitolari che, fino al 15 novembre, si confronteranno sul tema “Chiamate ad essere, oggi, segno ed espressione dell’amore preveniente di Dio”. A tutte loro si è rivolta Madre Antonia Colombo, superiora dell’istituto, sottolineando come la recente Giornata mondiale della gioventù di Sydney abbia evidenziato nei giovani il desiderio di punti di riferimento essenziali per la propria vita. I giovani, ha precisato, “sono desiderosi di accogliere proposte forti, secondo la verità del Vangelo, e sono disponibili a riconoscere l’importanza e la bellezza di testimoniare un modo diverso di essere socialmente rilevanti. Sono aperti a proposte umanizzanti, che li aiutino a crescere come persone libere, capaci di amare e lavorare per il bene comune”. "E proprio qui - ha dichiarato al Sir Madre Antonia Colombo - debbono intervenire le suore, nel ruolo di persone credibili, con un linguaggio comprensibile, che si rivolga insieme all’intelligenza e al cuore della persona”. All’apertura dell’incontro erano presenti, tra gli altri, il cardinale Raffaele Farina, bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa, e mons. Gianfranco Gardin, arcivescovo segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata. Ai presenti è giunto anche un telegramma del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato a nome di Benedetto XVI. Impegnate principalmente nella formazione della gioventù, negli ultimi sei anni, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno quasi raddoppiato i centri per la prevenzione e il disagio giovanile, da 117 a 217, aumentando l’impegno nelle attività di doposcuola negli istituti superiori. (D.B.)

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    Missioni Cattoliche italiane: concluso il convegno di Lione

    ◊   “Monitorare il territorio individuando le nuove povertà e le nuove configurazioni dell’entità ‘italiana’” e offrire programmi formativi “educandoci alla solidarietà, alla pace, al dialogo interculturale coinvolgendo le diverse categorie di persone”. Sono alcune delle raccomandazioni e delle iniziative “possibili” individuate dai partecipanti al seminario promosso dalle Missioni Cattoliche Italiane in Europa – in collaborazione con la Fondazione Migrantes, l’Inas e le Acli - e conclusosi questa mattina a Lione, in Francia, sul tema “Quale persona? Nella diversità percorsi di condivisione e solidarietà”. In questi giorni – si legge in un documento ripreso dall'agenzia Sir - “abbiamo compreso l’importanza del ruolo che abbiamo svolto nella storia dell’immigrazione italiana in Europa sul versante dell’accoglienza, del servizio, della partecipazione attiva, dell’annuncio del Vangelo; abbiamo constatato che le nostre realtà hanno una attualità ancora forte, che va difesa, rafforzata e ri-orientata, in un contesto che cambia in maniera vorticosa e non sempre lineare”. I promotori dell’iniziativa si dicono “consapevoli che la crisi del welfare State ci impegna a realizzare una rete con il coinvolgimento attivo del mondo del privato sociale (volontariato, terzo settore) in rapporto alle istituzioni locali, secondo i principi di sussidiarietà”. Una rete che deve essere “aperta a tutti, a servizio prima di tutto delle persone, privilegiando l’aiuto e il sostegno delle ‘povertà’ vecchie e nuove, al fine di integrare e ricentrare strumenti, risorse umane”. Tra le proposte il “ripensare a nuove forme di partecipazione nei tessuti sociali, civili e religiosi; rilanciare un’azione di tutela dei diritti delle persone; ripensare modalità e strumenti di informazione; lavorare per aprire un confronto forte con le persone in immigrazione della II e III generazione. (R.P.)

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    Assisi: domani l’inaugurazione della “Via Francigena di San Francesco”

    ◊   Nasce “La Via Francigena di San Francesco”. Domani la Regione Umbria, in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, inaugurerà il tratto “sud” del percorso che collegherà Assisi a Roma. Un arteria viaria che, partendo da Perugia, attraverserà anche i territori di Foligno, Spoleto e la Valnerina Terzana, ricongiungendosi con il tratto di strada realizzato dalla Regione Lazio, con la partecipazione della Provincia e del Comune di Roma. Al progetto hanno partecipato anche il Comune di Assisi, l’Agenzia Regionale di Promozione Turistica Umbria, la Conferenza episcopale umbra, gli Ordini Francescani conventuali, dei minori, dei Cappuccini e del Terz’Ordine regolare, e l’Azienda di promozione turistica della Provincia di Rieti. Il tratto di strada, nato nell’ambito del progetto “Itinerari della fede”, prevede la realizzazione di percorsi di natura religiosa da compiere a piedi, in bicicletta o a cavallo. “Questo non è un cammino come gli altri – spiega padre Cesare Atuire - è un cammino verso il cuore dell’esperienza cristiana. Nei momenti più difficili della storia, nei momenti di smarrimento, la strada verso Roma, verso la sede di Pietro, è da sempre la strada che porta a “Colui che conforta”. Roma è da sempre il “faro” in mezzo alla tempesta. Lo stesso San Francesco, nella sua esperienza mistica, pur sapendo che la Chiesa di Roma era in difficoltà, venne a Roma per raccontare al Papa cosa voleva fare. A Roma trovò conforto”. (D.B.)

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    Napoli: si scioglie il sangue di San Gennaro nel giorno della festa del patrono

    ◊   Si è ripetuto questa mattina l’evento della liquefazione del sangue di San Gennaro. Poco prima delle 10 ne è stato dato l’annuncio nella cattedrale di Napoli gremita da migliaia di fedeli per la festa liturgica del patrono. La folla ha salutato la notizia con un fragoroso applauso. Il rito è stato presieduto dall’arcivescovo della città card. Crescenzio Sepe. Il porporato ha precisato che, contrariamente al solito, il sangue era già sciolto quando le ampolle sono state estratte dalla cassaforte della “Cappella del Tesoro”, intorno alle 9,30. (V.V.)

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    Il film "L’Inferno", ritrovato nella Filmoteca Vaticana, sarà proiettato stasera alla Sagra Musicale Umbra

    ◊   Due rarissimi film muti del 1910 dedicati all’inferno dantesco saranno proiettati oggi pomeriggio con ingresso libero presso il cinema Zenith di Perugia nell’ambito della Sagra Musicale Umbra. Si tratta de "L’Inferno" diretto nel 1910 da Giuseppe Berardi e Arturo Busnengo, ritrovato negli archivi della Filmoteca Vaticana e restaurato nel 2004, e "L’Inferno" diretto, sempre nel 1910, da Adolfo Padovan, Francesco Bertolini e Giuseppe De Liguoro e oggi conservato presso la Cineteca Nazionale di Roma. “È stato un ritrovamento casuale quello dell’Inferno di Berardi e Busnengo – racconta Claudia Di Giovanni, direttore della Filmoteca Vaticana – quando alcuni anni fa, catalogando il cosiddetto fondo Joye, dal nome dell’abate vissuto agli inizi del ‘900 e appassionato di cinema, ci è capitata in mano questa pellicola. Si sapeva della sua esistenza, era molto ricercata, si pensava fosse scomparsa: averla ritrovata in uno scantinato è stata una grande sorpresa e ha sollevato grande curiosità nel mondo del cinema”. (V.V.)

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    A Roma, convegno "per una politica di solidarietà"

    ◊   Domani a Roma, nell'Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense, per iniziativa di “Solidarietà – Libertà, Giustizia e Pace”, si terrà un seminario sul tema: “Per una politica di solidarietà in Italia e in Europa, per la Civiltà dell'Amore e della Vita”. In programma relazioni di Maria Romana De Gasperi, presidente onoraria del Comitato per una Civiltà dell’Amore; dell’eurodeputato Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano; Giuseppe Rotunno, segretario nazionale del Comitato per una Civiltà dell’Amore; il sen. Gian Guido Folloni, presidente Istituto italiano per l’Asia e il Mediterraneo; Antonio Tamburino, docente di Economia dei trasporti all’Università San Pio V di Roma; Enrico Maria Tacchi, docente di Sociologia all’Università Cattolica di Brescia e vicepresidente nazionale di “Solidarietà”; Italia Buttiglione, master in bioetica e vicepresidente nazionale di “Solidarietà”. Seguirà una tavola rotonda sul tema: «Come promuovere una politica di solidarietà in Italia e in Europa» alla quale sono stati invitati l’on. Gerardo Bianco, l’on. Savino Pezzotta e il dott. Angelo Sandri. L’obiettivo di “Solidarietà” è quello di contribuire a ricomporre la diaspora tra i cristiani impegnati in politica, promuovendo, con la Civiltà dell’Amore, il massimo di unità politica per riaffermare, a partire dall’Italia e dall'Europa, il Diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento e in tutto l'arco del suo sviluppo sino alla morte naturale. (P.P.)

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    Parte la campagna di raccolta fondi per l’ospedale pediatrico romano Bambino Gesù

    ◊   “Dai un futuro al futuro”. È questo il titolo della nuova campagna sociale dell’ospedale Bambino Gesù, che comprende spot e tre importanti progetti di raccolta fondi per dotare il policlinico pediatrico di nuove attrezzature diagnostiche all’avanguardia e per operare bambini leucemici provenienti da paesi poveri. Da sempre la struttura offre le sue prestazioni anche ai piccoli stranieri sprovvisti di qualsiasi copertura economica. Il primo progetto di raccolta fondi si chiama “Illumina il Natale con la costellazione dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù” e prevede la vendita dei tradizionali biglietti di auguri natalizi. Il secondo “Una squadra per vincere”, prevede il coinvolgimento delle imprese associate alla Confartigianato di Terni, che raccoglieranno fondi per i prossimi due anni per acquistare una nuova apparecchiatura diagnostica, la Tac 64 multistrato. Lo slogan dell’ultimo progetto è “Il gioco dalla parte dei bambini”: l’obiettivo è realizzare un nuovo dipartimento immagini al presidio del Bambino Gesù che si trova a Palidoro. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    "Deponete le armi": così il cardinale Sepe alla camorra dopo l'uccisione di sei immigrati

    ◊   Grande sgomento ha suscitato il massacro, ieri sera a Castel Volturno, in provincia di Caserta, nel sud Italia, di 6 immigrati africani e di un italiano in un agguato in una sala giochi. Gli inquirenti parlano di “un’azione esemplare” della camorra per il controllo del traffico di droga. Disordini si sono verificati oggi nella zona dove un centinaio di immigrati hanno rotto vetrine e bloccato la via Domiziana. Forte il messaggio del cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, alla malavita. Il servizio di Ersilia Gillio:

    “Deponete le armi, ciò con cui oggi uccidete domani ucciderà anche voi e le vostre famiglie”. E’ questo il monito che il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana, ha rivolto ai killer - forse tre - da lui paragonati a “serpenti velenosi”, che ieri hanno provocato una vera mattanza nel casertano. Fa appello invece alla gente comune affinché abbia il coraggio di denunciare, don Giovanni Simone, il vice parroco della parrocchia San Castrese, la più grande chiesa che si trova nel pieno centro di Castel Volturno. Durissime le sue parole: “Se la gente ha paura ci sono dei motivi. Sono trent’anni che questo territorio è intriso di cultura camorristica e qualche manovale della camorra entra anche in chiesa la domenica”. Intanto sul fronte delle indagini, gli inquirenti della DDA, dipartimento distrettuale anti-mafia di Napoli, sono sulle tracce di tre persone responsabili dell’agguato a Castel Volturno nel quale sono rimasti uccisi sei extra comunitari di origine africana. Secondo le forze dell'ordine potrebbe essere stata un’azione esemplare della camorra, un messaggio di morte per chi non paga la cifra pretesa sugli introiti del traffico di droga. Non si esclude però che una o più vittime siano state colpite e uccise solo perché si trovavano vicino e per caso ai veri obiettivi dei sicari.

     
    Mercati-Borse
    Tornano a salire le Borse europee sulla scia di quelle asiatiche e della chiusura di Wall Street. Record per Londra che ha guadagnato l’8 per cento. Intanto per arginare la crisi dei mercati, ieri sera si è tenuto un vertice economico alla Casa Bianca. Il presidente americano Bush ha assicurato massimo impegno per dare nuova fiducia agli investitori; il Tesoro ha annunciato lo stanziamento di 50 miliardi di dollari per stabilizzare la situazione dei fondi mutualistici. Intanto la Banca Centrale Europea ha deciso l’immissione di altri 40 miliardi di dollari; si tratta di una parte dell’azione coordinata con le altre Banche centrali mondiali e rivolta ad allargare la base di liquidità del sistema finanziario.

    Alitalia-crisi
    C’è grande allarme per la sorte di Alitalia dopo che ieri la CAI, la Compagnia Aerea italiana, ha ritirato il piano di salvataggio. Una decisione dovuta al mancato consenso di CGIL e associazioni professionali di piloti e assistenti di volo. Lufthansa ha fatto sapere di non avere interessi per Alitalia mentre il ministro dell’Economia Tremonti ha escluso l’ipotesi di qualsiasi nazionalizzazione della compagnia. Intanto però il Governo tenta un’ultima mediazione, ma la vicenda fa esplodere una nuova polemica politica. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Farebbero pensare a prospettive nuove e positive le scene di giubilo di molti dipendenti Alitalia alla notizia che la Compagnia aerea italiana ha ritirato la propria offerta. Al contrario, l’epilogo negativo della trattativa tra CAI e le nove sigle sindacali conduce Alitalia ad un passo dal fallimento. Uno scenario oggettivo, al di là del rimpallo di responsabilità che attraversa il mondo politico e sindacale. Il presidente della CAI Colaninno aveva chiesto il consenso di tutti al piano di salvataggio. Ma CGIL e sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo hanno inviato una controproposta nella convinzione che ci siano altri margini di trattativa. La risposta è stata che di tempo e soldi non ce ne sono più e tutte le concessioni possibili sono state già fatte. Dunque l’offerta è ritirata ma si prova a lasciare qualche spiraglio per il negoziato. Incontri informali sono previsti nelle prossime ore tra Governo, sindacati e il commissario straordinario di Alitalia, Fantozzi, che fa sapere: i voli sono garantiti solo per pochi giorni. Intanto oggi partono 4 mila lettere di cassa integrazione e inevitabilmente esplode la polemica politica. Il premier Berlusconi e tutta la maggioranza indicano in CGIL e sinistra politica i responsabili della drammatica situazione. Accuse respinte al mittente sia dall’opposizione, che spera nel coinvolgimento di nuovi soggetti internazionali; sia dal leader della CGIL Epifani, per il quale nessun accordo è possibile senza il sì dei piloti. Epifani deve però fronteggiare anche le aspre critiche dei colleghi di CISL, UIL E UGL. Bonanni e Angeletti, in particolare, parlano di catastrofe sociale e sindacale e puntano il dito, oltre che sulle associazioni professionali, proprio sul leader della CGIL. Uno scontro frontale che rischia di avere serie ripercussioni anche su un altro importante tavolo di confronto aperto, quello con Confindustria, dove si tenta di riformare le regole generali della contrattazione.

     
    Russia- USA
    Pesanti accuse sono state rivolte dal presidente russo alla NATO. Per Medvedev l’Alleanza Atlantica ha provocato il conflitto in Georgia, il capo del Cremlino si è detto pronto per riprendere nuovi rapporti con Tblisi. Intervenendo ad un forum a Soci, sul Mar Nero, il premier russo Putin ha affermato inoltre che “la Russia vede nei tentativi di tornare alla Guerra Fredda una aspirazione a sabotare il processo di modernizzazione in corso nel Paese”. Putin ha anche aggiunto che Mosca vuole puntare sull’iniziativa privata e sulla libertà imprenditoriale. Le sue dichiarazioni arrivano dopo l’intervento al Senato del segretario di Stato americano Condoleezza Rice che ha minacciato il veto all'ingresso russo nel WTO, Organizzazione Mondiale del Commercio, e nell'OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa. La Rice ha anche accusato Mosca di essere “sempre più autoritaria al suo interno ed aggressiva all’estero” e ha citato come esempio il “tentativo di smembrare la Georgia”.

    Iraq-cronaca
    In un raid aereo statunitense, otto civili, tra cui tre donne, sono rimasti uccisi nei pressi di Tikrit. Per il momento non c’è alcuna conferma da parte americana.

    Afghanistan-cronaca
    Giornata di violenza in Afghanistan. I soldati della NATO hanno ucciso a Kandahar una persona che procedeva in direzione del loro convoglio militare. Intanto l’Alleanza Atlantica e il governo australiano stanno indagando sulla scomparsa di un governatore di un distretto meridionale afghano, ucciso da un colpo d’arma da fuoco partito durante un’esercitazione delle truppe di Canberra. Infine un soldato italiano è rimasto leggermente ferito dall’esplosione di un ordigno a sud-ovest del villaggio di Akazai, nella provincia di Badghis, nell'ovest del Paese.

    Medio Oriente-politica- violenze
    Prima riunione politica a Tel Aviv per la nuova leader del partito Kadima, il ministro degli Esteri Tzipi Livni. Al vertice non si è presentato il ministro dei Trasporti Shaul Mofaz, battuto di poco nelle primarie. Intanto la Livni sta cercando di tastare il terreno per capire se è possibile formare un nuovo governo dopo le dimissioni di Olmert; se non ci riuscirà l’unica strada percorribile è quella delle elezioni. Sul terreno, il ministro della Difesa Barak ha annunciato misure più severe nei confronti dei coloni ebrei dopo le violenze di ieri durante la rimozione di un avamposto illegale in Cisgiordania.

    Corea del Nord-nucleare
    Passo indietro della Corea del Nord che ha deciso di far ripartire il reattore nucleare di Yongbyon a causa dello stallo delle trattative internazionali sul disarmo. I negoziati hanno subito una battuta d’arresto dopo la decisione degli Stati Uniti di rinviare la rimozione del Paese dalla “lista nera” degli Stati promotori del terrorismo. Una cancellazione che, riferiscono i media locali, oggi la Corea del Nord non vuole più perché decisa ad “andare avanti sulla propria strada”. Intanto fonti ministeriali hanno smentito che il leader Kim Jong-il sia malato o abbia problemi di salute.

    India-scontri
    In India è ancora clima di tensione. Negli scontri tra la polizia e un gruppo di militanti islamici, che si era asserragliato nel quartiere musulmano di Jamia Nagar, è rimasto ucciso almeno un guerrigliero. Altre fonti riferiscono che le vittime sono due. Una settimana fa, un’organizzazione islamica indiana aveva organizzato diversi attentati che hanno provocato 24 morti.

    Cina-latte
    Si allarga lo scandalo del latte in Cina, già costato la vita ad almeno quattro bambini. Mentre sarebbero più di seimila i piccoli ammalatisi dopo aver consumato latte in polvere contaminato, ad aumentare la preoccupazione è giunta la scoperta di tracce di melamina - composto chimico usato per la fabbricazione di materiali plastici e fertilizzanti - anche nel latte fresco e a lunga conservazione, in yogurt e gelati distribuiti da tre grandi compagnie nazionali. La Commissione europea ha chiesto ''chiarimenti e informazioni'' in merito al Paese asiatico. Ma quali forme di controlli ci sono da parte delle autorità cinesi sulle aziende locali? Risponde Francesco Sisci, corrispondente del quotidiano La Stampa da Pechino, intervistato da Giada Aquilino:

    R. – Questo è il problema. C’è un ente di controllo statale e nazionale e quando l’anno scorso scoppiò lo scandalo sulle medicine, il capo dell’ufficio di controllo dei farmaci venne condannato a morte e giustiziato. Questo impose un nuovo giro di controlli più severi, più attenti. Però, è oggettivamente difficile avere un controllo meticoloso e sistematico su un territorio così vasto come quello cinese e una popolazione così ampia come quella cinese: un miliardo e quattrocentomilioni di persone.

     
    D. – Il timore secondo la stampa internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità è che lo scandalo sia stato nascosto nei giorni delle Olimpiadi...

     
    R. – Lo scandalo pare sia emerso per i funzionari verso luglio: un po’ prima dell’inizio delle Olimpiadi. Naturalmente, queste notizie sono state taciute perché si temeva che, proprio alla vigilia dei Giochi, uno scandalo del genere avrebbe gettato enormi sospetti sul cibo che gli atleti o i turisti stranieri avrebbero mangiato nel corso delle Olimpiadi.

     
    D. – Che percezione ha la popolazione di quanto sta avvenendo e dei pericoli che si possono correre?

     
    R. – Purtroppo scandali sui prodotti alimentari si susseguono quasi ininterrottamente da vent’anni: riso falso, cioè riso lucidato con la glicerina e poi venduto come riso fresco e in realtà avvelenato; olio alimentare scadente. Questo scandalo forse è un po’ diverso perché sembra che il governo centrale sia intervenuto con più decisione, in modo diverso dal passato, non semplicemente chiudendo l’azienda colpevole ma compensando per la prima volta i consumatori colpiti.

     
    Swaziland-elezioni
    Sono iniziate nello Swaziland, una delle ultime monarchie assolute al mondo, le operazioni di voto alla presenza di alcuni osservatori internazionali. Circa 350 mila elettori sceglieranno i 55 deputati del parlamento. Le consultazioni sono definite dall’opposizione una “parodia della democrazia” e, alla vigilia, i sindacati e i partiti politici messi fuori legge hanno manifestato per lo svolgimento di elezioni multipartitiche, tentando anche di bloccare la capitale Mbabane. Nel corso delle proteste, la polizia ha arrestato alcune persone. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 263

     
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