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Sommario del 17/09/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • "L'autentica laicità non significa prescindere dalla dimensione spirituale": così il Papa all’udienza generale dedicata al suo viaggio a Parigi e Lourdes, "luogo di luce, speranza e conversione"
  • Udienze e nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Aumenta la fame nel mondo. Mons. Giordano: uno scandalo insopportabile
  • India: attaccato un convento carmelitano nel Madhya Pradesh. Un vescovo denuncia: motivi elettorali dietro le violenze anticristiane
  • Simposio a Roma dedicato al rapporto tra Pio XII e gli ebrei: intervista con Gary Krupp
  • La paternità spirituale nella tradizione ortodossa al centro del Convegno ecumenico della Comunità di Bose
  • Chiesa e Società

  • Sri Lanka: decine di migliaia di profughi per l’offensiva dell’esercito contro i ribelli
  • Filippine: si attende ancora un contatto per le due volontarie rapite a Basilan
  • Incontro, in Libano, dei vescovi amici del Movimento dei Focolari
  • Mons. Warduni: “no alle milizie cristiane in Iraq”
  • Amnesty rilancia la lotta al traffico di armi
  • UNESCO: Medio Oriente a rischio di nuovi conflitti per la carenza di acqua
  • Georgia: l’ACNUR entra nella “zona cuscinetto”
  • Ecuador: il segretario della Conferenza episcopale chiede il rispetto delle opinioni del clero
  • In Uruguay, celebrata la Giornata nazionale della gioventù
  • Elezioni in Canada. I vescovi invitano i cattolici a votare con discernimento
  • Il cardinale Turcotte restituisce la Medaglia dell’Ordine del Canada per protestare contro la premiazione di un medico abortista
  • Il cardinale camerunese Toumi insignito del Premio 2008 “Cardinale von Galen”
  • Mozambico: in vista delle elezioni, lettera pastorale dei vescovi dell'Africa Meridionale
  • Australia: dichiarazione dei vescovi per la “Domenica per la giustizia sociale”
  • A Lourdes si apre un convegno sui pellegrinaggi
  • Incontro a Vienna dei direttori nazionali per la pastorale dei migranti in Europa
  • Il Parlamento europeo ha una propria televisione sul web, EuroparlTV
  • Anno Paolino: la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo a Hong Kong ha già accolto 40 gruppi di pellegrini
  • Venezia: si apre, a Palazzo Ducale, il XIII Congresso internazionale di diritto canonico
  • Terra Santa: la celebrazione a Gerusalemme della festa della Esaltazione della Santa Croce
  • Assemblea plenaria della Conferenza episcopale della Scandinavia a Lourdes
  • Stasera a Pechino cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Yemen: 16 morti in un attentato della Jihad contro l'ambasciata USA
  • Il Papa e la Santa Sede



    "L'autentica laicità non significa prescindere dalla dimensione spirituale": così il Papa all’udienza generale dedicata al suo viaggio a Parigi e Lourdes, "luogo di luce, speranza e conversione"

    ◊   “Ho incontrato idealmente l’intero popolo francese, rendendo così omaggio a un’amata Nazione nella quale la Chiesa, già dal II secolo, ha svolto un fondamentale ruolo civilizzatore”: con queste parole Benedetto XVI ha voluto ricordare all’udienza generale del mercoledì, nell’Aula Paolo VI, la sua recente visita pastorale in Francia. Il Papa ha ripercorso le tappe del suo decimo viaggio apostolico internazionale sottolineandone i momenti più significativi ed evidenziando il messaggio che Maria a Lourdes ha lasciato all’umanità. Il servizio di Tiziana Campisi:

    “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”: Benedetto XVI ha preso spunto dal celebre detto di Gesù riportato nel Vangelo di Marco per spiegare che proprio nell’ambito del “fondamentale ruolo civilizzatore” svolto dalla Chiesa è “maturata l’esigenza di una sana distinzione tra la sfera politica e quella religiosa”. Quindi, riprendendo le parole di Cristo ha detto:

     
    “Se sulle monete romane era impressa l’effige di Cesare e per questo a lui esse andavano rese, nel cuore dell’uomo c’è però l’impronta del Creatore, unico Signore della nostra vita. Autentica laicità non è pertanto prescindere dalla dimensione spirituale, ma riconoscere che proprio questa, radicalmente, è garante della nostra libertà e dell’autonomia delle realtà terrene, grazie ai dettami della Sapienza creatrice che la coscienza umana sa accogliere ed attuare”.

     
    Il Papa ha poi ricordato gli incontri del suo decimo viaggio apostolico internazionale. Anzitutto quello con il mondo della cultura al Collège des Bernardins, dove partendo da una riflessione sul monachesimo ha sottolineato che i monaci, scegliendo “la via dell’ascolto della Parola di Dio”, sono giunti “ad una cultura della parola”, hanno dovuto “penetrare nel segreto della lingua, comprenderla nella sua struttura”. Per questo - ha aggiunto il Santo Padre - diventavano importanti “le scienze profane, volte ad approfondire i segreti delle lingue”:

     
    “Si sviluppa, di conseguenza, proprio nella ricerca di Dio, nei monasteri la vera eruditio, la vera cultura che ha formato poi la cultura nostra. Proprio per questo quaerere Deum, cercare Dio, essere in cammino verso Dio, resta oggi come ieri la via maestra ed il fondamento di ogni vera cultura”.

     
    Della sua tappa a Notre-Dame Benedetto XVI ha richiamato alla memoria, in particolare i “due tesori della fede cristiana” che ha consegnato ai giovani: lo Spirito Santo e la Croce:

     
    “Lo Spirito apre l’intelligenza umana ad orizzonti che la superano e le fa comprendere la bellezza e la verità dell’amore di Dio rivelato proprio nella Croce. Un amore da cui nulla mai potrà separarci, e che si sperimenta donando la propria vita sull’esempio di Cristo”.

     
    Sull’Esplanade des Invalides, “riecheggiando le parole dell’apostolo Paolo ai Corinzi”, il Papa ha invece invitato “i fedeli di Parigi e della Francia intera a ricercare il Dio vivente, che ci ha mostrato il suo vero volto in Gesù presente nell’Eucaristia, spingendoci ad amare i nostri fratelli così come Lui ha amato noi”. Poi, parlando di Lourdes ha definito la cittadina degli Alti Pirenei “un luogo di luce, di preghiera, di speranza e di conversione, fondate sulla roccia dell’amore di Dio che ha avuto la sua rivelazione culminante nella Croce gloriosa di Cristo”. “Alla scuola di Maria, prima e perfetta discepola del Crocifisso – ha proseguito Benedetto XVI – i pellegrini imparano a considerare le croci della propria vita proprio alla luce della Croce gloriosa di Cristo”:

     
    “Dio ci ha tanto amato da dare se stesso per noi: questo è il messaggio della Croce, 'mistero di morte e di gloria'. La Croce ci ricorda che non esiste vero amore senza sofferenza, non c’è dono della vita senza dolore. Molti apprendono tale verità a Lourdes, che è una scuola di fede e di speranza, perché è anche scuola di carità e di servizio ai fratelli. E in questo contesto di fede e di preghiera che si è tenuto l’importante incontro con l’Episcopato francese: è stato un momento di intensa comunione spirituale, in cui abbiamo insieme affidato alla Vergine le comuni attese e preoccupazioni pastorali”.

     
    Il Papa ha anche confidato ai fedeli la commozione che lo ha colto osservando il religioso silenzio dei pellegrini a Lourdes:

     
    “Era commovente il silenzio di queste migliaia di uomini, il silenzio davanti al Signore, un silenzio non vuoto, ma pieno di preghiera e di coscienza della presenza del Signore, che ci ama, ci ha amato fino alla Croce”.

     
    Quindi ha concluso con queste parole:

     
    “Maria, apparendo a Santa Bernadette, ha aperto nel mondo uno spazio privilegiato per incontrare l’amore divino che guarisce e che salva. A Lourdes, la Vergine Santa invita tutti a considerare la terra come luogo del nostro pellegrinaggio verso la patria definitiva, che è il Cielo”.

     
    Al termine della catechesi l'esortazione ai giovani a fare dell’“amicizia con Gesù” il “motivo ispiratore di ogni … scelta impegnativa”, ai malati ad attingere conforto dalla preghiera e agli sposi novelli a mantenere il “contatto con il Signore” per “corrispondere alla … vocazione familiare”.

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    Udienze e nomine

    ◊   Oggi il Papa ha ricevuto il colonnello Elmar Theodor Mäder, comandante della Guardia Svizzera Pontificia, in visita di congedo. Ieri, il Santo Padre aveva ricevuto in udienza il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia.

    Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Guinea Bissau mons. Luis Mariano Montemayor, nunzio apostolico in Senegal e in Capo Verde e delegato apostolico in Mauritania.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’udienza generale di Benedetto XVI dedicata al recente viaggio in Francia

    Nell’informazione internazionale in primo piano il salvataggio da parte della Fed del colosso assicurativo AIG; le spese militari della Russia aumentate del 27%; attentato nella capitale yemenita San’a

    In cultura, il congresso internazionale di Diritto canonico in corso a Venezia, con stralci delle relazioni di D’Agostino e Ferme. Un articolo di Scafi sulla mostra al British Museum dedicata ad Adriano

    Nell’informazione religiosa: precisazioni della CEI sull’8 per mille e un articolo di Quinto sulla turpe industria del turismo sessuale

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    Oggi in Primo Piano



    Aumenta la fame nel mondo. Mons. Giordano: uno scandalo insopportabile

    ◊   Aumenta il numero degli affamati nel mondo: è l’allarme lanciato oggi a Roma dal direttore generale della FAO, Jaques Diouf. A causa del rialzo dei prezzi alimentari le persone senza cibo sono passate da 850 milioni a quota 925 milioni. Quali le responsabilità della comunità internazionale e in particolare dell’Europa? Ascoltiamo in proposito mons. Aldo Giordano, nuovo osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, al microfono di Sergio Centofanti:
     
    R. – La prima cosa direi che l’Europa deve prendere sul serio questo dramma, perché forse ci siamo abituati troppo ad ascoltare questi numeri e non più scandalizzarci e soffrirli fino in fondo. Prendere coscienza che non è sopportabile questa situazione, addirittura della morte per fame di migliaia e migliaia, milioni di persone. E d’altra parte, credo che l’Europa debba cercare di riposizionarsi nello scacchiere mondiale. L’Europa è stata capace di superare una frontiera che la divideva attraverso un muro, recentemente, e adesso credo che debba sempre più rendersi conto che la nuova frontiera è il rapporto tra se stessa – l’Europa – e gli altri continenti. Quindi deve posizionarsi su queste frontiere e vedere la responsabilità che ha nei riguardi degli altri continenti: per l’America Latina con la quale ha un legame storico e culturale fortissimo, con l’Africa per le sofferenze speciali che l’Africa sta vivendo, con l’Asia che è il continente veramente nuovo, che credo sia la grande sfida del futuro storico. Credo che l’Europa, solo assumendosi le sue grandi responsabilità, abbia la possibilità di ritrovare se stessa, quindi di ritrovare la sua grande cultura, la sua grande tradizione, di ritrovare la sua identità. Quindi, l’Europa può riscoprire veramente il grosso contributo che può dare agli altri continenti e che, d’altra parte, può ricevere dagli altri continenti.

     
    D. – Tanti immigrati vengono in Europa, spinti dalla fame. Lei afferma che il mondo sta cambiando il volto dell’Europa e che l’Europa non deve chiudersi …

     
    R. – Il mondo sta riducendo sempre più velocemente lo spazio, il mondo diventa sempre più piccolo. Quindi, attraverso le comunicazioni, attraverso lo sviluppo scientifico e soprattutto attraverso le migrazioni noi stiamo realizzando questo famoso “villaggio globale”. E quindi, questa riduzione dello spazio ci impone dei problemi nuovi. Finché il mondo era molto grande, finché i popoli erano lontani, potevamo almeno illuderci che ci fosse spazio per tutti, che ci fossero risorse per tutti e che ci fosse spazio per le diversità culturali. Nel momento in cui tutto si gioca nella stessa casa, allora improvvisamente ci accorgiamo che c’è un problema di risorse, c’è un problema di energie, c’è un problema di ambiente, c’è un problema di incontro tra le culture, di convivenza tra le culture e tra le religioni. Quindi, questa velocità della riduzione dello spazio cambia veramente il volto dei Paesi e cambia il volto del mondo. Questo esige, secondo me, un salto di qualità: cioè, bisogna scoprire una nuova fraternità o una nuova profondità della fraternità, perché più siamo vicini più dobbiamo scoprire di essere fratelli, altrimenti rischiamo veramente lo scontro: scontro di culture e scontro di civiltà.

     
    D. – Lei, dal primo settembre, è entrato nelle sue funzioni di osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Quali le principali sfide?

     
    R. – Come lei sa, io ho un’esperienza europea che dura ormai da 13 anni, come segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, e sono contento quindi di potere ancora mettere al servizio della Chiesa questa esperienza che ho potuto accumulare. E vedendo qui, dai primi giorni al Consiglio, e guardando la mia esperienza di anni, vedo che più all’interno, le sfide, le domande sono quelle di riscoprire il cristianesimo, quindi superare una certa ignoranza del cristianesimo, ritrovare strade di unità tra i cristiani – quindi la realtà ecumenica – trovare strade di collaborazione con le grandi religioni. E, rispetto al mondo, abbiamo altre grandi sfide: come contribuire alla pace; il discorso della Georgia e della Russia di questi giorni ci ripropone il fatto che anche a casa nostra esistono dei rischi enormi. Abbiamo la sfida della fame – che abbiamo citato – e questo è lo scandalo che noi dobbiamo tenere vivo e a cui possiamo contribuire. Abbiamo la sfida dell’ambiente: il Papa sta insistendo in questi tempi sul fatto che la nostra casa rimanga abitabile anche per le generazioni future. Sono questi i temi per i quali vedo una sensibilità anche all’interno del Consiglio d’Europa. Credo che, allora, noi possiamo starci dentro e dare il nostro contributo.

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    India: attaccato un convento carmelitano nel Madhya Pradesh. Un vescovo denuncia: motivi elettorali dietro le violenze anticristiane

    ◊   In India, dopo l’ondata di violenze contro i cristiani in Orissa, nuovi attacchi sono avvenuti nel Madhya Pradesh: un convento carmelitano è stato attaccato e una chiesa siro-cattolica è stata incendiata. Nei giorni scorsi, altri Stati dell’India sono stati teatro di attacchi: nel Karnataka, radicali indù hanno attaccato, domenica, diverse chiese e luoghi di culto. Un asilo cattolico è stato inoltre assaltato da sconosciuti, nella notte tra domenica e lunedì, in un distretto dello Stato del Kerala. Dietro queste violenze - sostengono vari analisti - c'è la mano di fondamentalisti indù sostenuti da partiti nazionalisti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Sono anche motivazioni politiche ad alimentare, in alcuni Stati dell’India, il dramma delle violenze contro non indù, in particolare cristiani: gli attacchi - sottolineano diversi analisti - sono dettati dal tentativo dei fondamentalisti di rafforzare sentimenti patriottici, soprattutto in alcuni Stati. L’ondata di violenze contro le minoranze si sta concentrando, infatti, in aree dell’India dove il partito nazionalista induista ha maggiore presa sulla popolazione. In queste aree sono maggiormente contrastati gli sforzi per modificare il sistema delle caste. I partiti estremisti, attraverso il richiamo al nazionalismo e il ricorso alle violenze contro comunità non indù, cercano anche di raccogliere consensi in vista delle elezioni generali, che si terranno in India nel maggio del 2009. E’ quanto sostiene mons. Abraham Mar Jiulius, vescovo dei siro malankaresi della diocesi di Muvattupuzha:

     
    “In Karnataka, il governo attuale è in gran parte amminnistrato da esponenti del partito politico induista. Tra loro ci sono anche alcuni gruppi fondamentalisti: forse vogliono prendere spunto dalla situazione in Orissa e ripetere l’attacco contro i cristiani. Mi sembra, però, che tutto questo avvenga anche con un obiettivo politico: in India, infatti, sono prossime le elezioni generali in India. L'intenzione è quella di rivolgersi alla popolazione indù per avere maggiori consensi alle elezioni generali”.

    In India la Chiesa cattolica, fortemente impegnata nel difendere i diritti di ogni uomo, trova in alcuni Stati e a causa di alcuni gruppi estremisti, diversi ostacoli nel suo cammino per promuovere una società più giusta. In particolare, vengono aspramente criticate dai partiti nazionalisti le conversioni dei dahlit, i cosiddetti fuori casta, dall’induismo al cristianesimo. Secondo i fondamentalisti, sono ottenute con l’inganno, ma in realtà – fanno notare diversi osservatori – sono ostacolate perché minano il sistema delle caste: nel frenare le conversioni, i gruppi delle caste alte mirano, infatti, a mantenere lo status quo di sottomissione sociale ed economica dei dahlit. Ma non è solo la Chiesa ad invocare maggiore libertà: anche la Costituzione indiana difende la libertà di religione e di conversione, come spiega mons. mons. Abraham Mar Jiulius:

    “Ci affidiamo alla Costituzione dell’India, secondo la quale l’India è uno Stato laico e davanti alla legge tutte le religioni sono uguali, hanno stessi diritti. Rimarremo tranquilli, domandando che siano rispettati i nostri diritti costituzionali; siamo disposti a rivolgerci anche alla Corte suprema perché siano riconosciuti i nostri diritti. Questi attacchi non ci spaventano”.

     
    In base a dati forniti da 'All Union Catholic Union', le vittime nel solo Stato dell'Orissa sono state 45. Sono state distrutte inoltre 56 chiese, 11 scuole e 4 sedi di ONG. Sono stati attaccati 300 villaggi ed incendiate 4 mila case. Le violenze hanno costretto alla fuga più di 50 mila persone. Di queste, almeno 40 mila sono tuttora nascoste nella foresta.

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    Simposio a Roma dedicato al rapporto tra Pio XII e gli ebrei: intervista con Gary Krupp

    ◊   Nella conferenza stampa che si terrà oggi pomeriggio a Palazzo Salviati, a Roma, si farà il punto dei tre giorni di lavori dedicati a Pio XII e al suo operato negli anni della persecuzione degli ebrei da parte del nazifascismo. Ha organizzato il simposio la Fondazione Pave the Way: il suo presidente, Gary Krupp, un ebreo americano, ha più volte dichiarato che Pio XII ha salvato nel mondo più ebrei di chiunque altro nella storia. Il servizio di Fausta Speranza:

    Al Simposio, organizzato dalla Fondazione Pave the Way a 50 anni dalla morte di Papa Pacelli, è stata analizzata “l’ampia documentazione, inedita basata sulle dichiarazioni di testimoni oculari, che smentisce le accuse di indifferenza, antisemitismo e connivenza con i regimi totalitari rivolte a Pio XII''. La Fondazione Pave the Way è un organismo per il dialogo tra le religioni del mondo, con sede a New York. Le testimonianze e i documenti che ha raccolto sono stati integrati da ricerche anche presso fondi dell’Archivio Segreto Vaticano. Tra i tanti accademici o personalità religiose partecipanti ai lavori, infatti, c’è anche il vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano. E c’è poi padre Peter Gumpel, relatore della causa di Beatificazione di Pio XII. La collega Marta Vertse, del programma ungherese, ha intervistato l’esponente della comunità ebraica statunitense e presidente della Fondazione Pave the Way, Gary Krupp, che ci spiega quante interpretazioni errate siano state fatte del Pontificato di Pio XII:

     
    R. – We have discovered...
    Abbiamo scoperto che ci sono stati grandi problemi nell’interpretazione di questo Papato, internazionalmente, e per 45 anni lo abbiamo lasciato nelle mani degli storici. Per questo la nostra preoccupazione è quella che tutto ciò sia reso pubblico e che lo si ascolti. E se lei va nel nostro sito web, www.ptff.org, può ascoltare tutte queste interviste e vedere tutti i documenti e tutte le prove che abbiamo raccolto. L’idea che oggi generalmente si ha di questo Papato è interamente sbagliata e noi vogliamo raggiungere proprio un’accuratezza storica.

     
    D. – L’opinione comune nei confronti del Papato di Pio XII è cambiata dopo il 1963, dopo il dramma di Hochhuth “Il Vicario”...

     
    R. – Sir Martin Gilbert…
    Sir Martin Gilbert, che è uno dei più grandi storici della Seconda Guerra Mondiale, afferma in modo deciso che si tratta di fiction bella e buona. Eppure, su questa base si è cambiata l’opinione del mondo riguardo a quest’uomo. Quando penso a Pio XII penso alla storia di quel ragazzino olandese, con le dita nella diga, che cerca di controllare i problemi che lo circondano e che cerca di farlo al meglio delle sue capacità. Devo dire che lui ha fatto il meglio che, nella sua epoca, ha potuto e l’idea che abbiamo di lui è completamente sbagliata. Ma noi siamo interessati a cambiarla. Questo è quello stiamo facendo, mostrare i fatti, non lasciandoci confondere da informazioni che non sono state verificate. Questo è tutto verificato: tutto quello che abbiamo, è stato verificato, quello che noi abbiamo è documentato, provato e dimostrato da fonti molteplici. Quindi, penso che alla fine, quando gli archivi vaticani saranno completamente aperti questo sarà provato e noi saremo sostenuti. Questo è l’inizio di un cambiamento. Il 9 ottobre 2008 è una data importante, è il 50.mo anniversario dalla morte di Pio XII, ed è una data significativa anche per la religione ebraica, perché in quella stessa data si celebra la più importante festa ebraica, lo Yom Kippur, ed è la data del cambiamento. E il mio messaggio al Papa – perché incontrerò il Santo Padre – è che questa data, questa data provvidenziale, possa essere l’inizio di una nuova interpretazione del Papato di Pio XII, e la correzione della storia, perché si ritorni al periodo precedente al 1963, all’anno del dramma. Questo è quello che noi speriamo e il risultato sarà un miglior rapporto tra ebrei e cattolici.

     
    D. – Lei ha detto che cambierebbe la targa nel museo Yad Vashem che parla di Pio XII ...

     
    R. – We don’t know...
    Non sappiamo se lo faranno. Vede, lo Yad Vashem non ha nessuna delle informazioni che noi abbiamo scoperto, perché noi abbiamo fatto interviste personali. Lo Yad Vashem è una istituzione meravigliosa, che è l’essenza della storia dell’Olocausto. Dalle mie conversazioni con loro risulta che sono affamati del maggior numero possibile di notizie; quindi manderemo un video che comprende una dozzina di interviste e altri documenti allo Yad Vashem, perché le studi. E io spero che quella targa, che storicamente è assolutamente non corretta, possa essere ri-scritta con maggiore accuratezza storica. Questa targa si basava sulle conoscenze dell’epoca, ma ora stiamo rendendo noti documenti che dimostrano come la maggior parte di quelle affermazioni fossero false. Ecco: io spero che si arrivi al momento in cui lo Yad Vashem possa apportare quella correzione su quella targa ...

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    La paternità spirituale nella tradizione ortodossa al centro del Convegno ecumenico della Comunità di Bose

    ◊   Domani, presso la Comunità Monastica di Bose, in Piemonte, inizia un Convegno ecumenico internazionale sul tema della paternità spirituale nella tradizione ortodossa, organizzato con il patrocinio del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca. Ma quanto è importante oggi il ministero della “paternità spirituale? Sergio Centofanti lo ha chiesto al priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi:
     
    R. – E’ un ministero molto necessario nella vita ecclesiale, di cui oggi forse si comincia anche a percepire una rinascita, perché c’è stata indubbiamente con ogni probabilità una reazione delle generazioni precedenti nella loro “rivolta” verso il "padre". Ma oggi i giovani sentono il bisogno di qualcuno che, più esperto, li accompagni nella sequela del Signore che non sia tanto uno che comanda, quanto uno che pone domande, che li aiuti a vedere la loro autentica vita spirituale e la sequela del Signore Gesù Cristo. E’ un ministero molto sentito, in grande risveglio in tutte le Chiese ortodosse ma anche nella Chiesa cattolica.

     
    D. – Dalla paternità spirituale all’obbedienza: che cosa vuol dire, da un punto di vista spirituale, “obbedire”?

     
    R. – Obbedire significa essenzialmente ascoltare, come dice anche il termine latino “ob-audire”, cioè prestare l’orecchio. Quindi, se c’è un vero ascolto della Parola di Dio, un vero ascolto della voce del Signore, allora c’è anche obbedienza. Anzi, nella Bibbia non dovremmo mai dimenticare che il verbo “ascoltare” significa anche il verbo “eseguire” e che tutta la spiritualità biblica proclama che uno ascolta veramente quando realizza la Parola del Signore, la chiamata del Signore.

     
    D. – Recentemente il Papa, nel suo viaggio in Francia ha parlato dell’esperienza monastica in Europa, come fondamento della cultura europea …

     
    R. – Sì, Benedetto XVI ha fatto un discorso straordinario al mondo della cultura, a Parigi, facendo vedere come la linfa della spiritualità cristiana è una linfa umanistica che serve effettivamente all’umanizzazione dell’Uomo; la spiritualità cristiana è un servizio all’Uomo, al vero Uomo come Dio l’ha pensato. E all’interno proprio di quel discorso, il Papa ha ricordato come l’obbedienza sia questo ascolto. Ecco, il ministero della paternità spirituale è soprattutto un ministero maieutico che aiuta assolutamente il discepolo ad imparare ad ascoltare e a realizzare la volontà del Signore tramite il discernimento dei pensieri, il discernimento delle voci che gli giungono, in una robusta vita spirituale ed ecclesiale.

     
    D. – Per molti, viviamo in una società senza padre, eppure il Papa nel suo viaggio in Francia ha detto che i tempi sono favorevoli per un ritorno a Dio …

     
    R. – Sono convinto di sì, perché in questo momento si comincia a sentire una vera e propria sete di qualcosa che vada oltre il visibile, oltre l’effimero. Le nuove generazioni sono state effettivamente ferite da questa rivoluzione contro il "padre" che c’è stata, perché in qualche misura li ha resi orfani. Oggi sentono il bisogno di tornare a Dio, di sentire la paternità spirituale. Non dimentichiamo che il termine con cui Gesù chiamava Dio era proprio “Abba” – “papà caro”, “papà amato”. E questa confidenza, secondo me oggi i giovani la sentono come una nostalgia.

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    Chiesa e Società



    Sri Lanka: decine di migliaia di profughi per l’offensiva dell’esercito contro i ribelli

    ◊   In seguito a un ordine del governo dello Sri Lanka dato all'inizio della scorsa settimana, Medici Senza Frontiere (MSF) ha ritirato il suo personale dalla città di Kilinochchi nel distretto di Vanni controllato dai ribelli delle Tigri di Liberazioni  Tamil Eelam. L’organizzazione internazionale MSF è molto preoccupata per le conseguenze che le ostilità in corso potrebbero avere sulla popolazione che vive ancora nella zona, e per l'impatto che potrebbe avere la fuga di massa sulla salute della popolazione. Esorta quindi le parti in conflitto affinché garantiscano la sicurezza dei civili dagli effetti del conflitto, e chiede l’autorizzazione a riprendere l'assistenza medica il più presto possibile. Negli ultimi mesi l'esercito dello Sri Lanka ha avviato una grande offensiva contro i ribelli a nord, spingendo decine di migliaia di persone a fuggire a nord est del distretto di Vanni, la zona controllata dalle Tigri Tamil. Sebbene il governo dello Sri Lanka abbia diffuso dei volantini in cui si raccomandava alla popolazione di spostarsi da questa zona e nonostante sia stata annunciata la creazione di un corridoio umanitario per facilitare lo spostamento, non è certo che i civili siano stati in grado raggiungere zone sicure. Oltre alla potenziale esposizione a bombardamenti e cannoneggiamenti – rende noto MSF con un comunicato - le persone costrette a lasciare le proprie case si trovano senza ripari, servizi igienici e acqua potabile. Gli ospedali e le cliniche esistenti sono stati danneggiati dai combattimenti e, nonostante il sistema sanitario per il momento regga, se la crisi continuerà vi saranno gravi carenze di medicinali e forniture, nonché di personale medico qualificato. (A.L.)

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    Filippine: si attende ancora un contatto per le due volontarie rapite a Basilan

    ◊   Due giorni dopo il sequestro di due volontarie filippine sull’isola di Basilan, padre Angelo Calvo, contattato dall'agenzia Misna a Zamboanga dove è rientrato, afferma che “per il momento non c'è nessun contatto credibile; l’attesa è frustrante ma rientra nella normalità in questi casi. Il gruppo dei sequestratori è composto in maggioranza da adolescenti tra i 15 e 18 anni, solo i capi sono più grandi” dice il missionario clarettiano, riferendo quanto detto da tre uomini, inizialmente anch’essi portati via dagli aggressori armati e poi lasciati andare. Continuano le ipotesi su quale sia il gruppo che ha trattenuto Esperancita Hupita e Milet Mendoza, la prima operatrice dell’associazione locale cristiano-musulmana ‘Nagbilaab’, di cui padre Calvo è presidente, e la seconda una volontaria dell’organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti ‘Christian Children’s Fund’, entrambe impegnate in un progetto per il sostegno all’infanzia nella cittadina di Tipo Tipo. Si è detto che si potrebbe trattare di Abu Sayaf, gruppo ribelle autore di numerosi sequestri, o di un ‘lost command’ – spiega padre Calvo – ovvero gruppi armati non affiliati a nessuna sigla, e che di volta in volta, secondo le convenienze, si legano a l’una o l’altra formazione ribelle. Il missionario, da molti anni impegnato nel dialogo interreligioso e per la pace e lo sviluppo a Mindanao, e in particolare nella penisola di Zamboanga e le vicine isole, ha riferito di una comunicazione, ancora non confermata, secondo cui i ribelli del Fronte islamico di liberazione Moro, principale gruppo armato di Mindanao e attivi anch’essi nella zona, potrebbero essere disponibili a collaborare per individuare i rapitori e avviare un contatto. “Non bisogna allarmarsi – ha detto padre Calvo – dobbiamo solo aspettare. Ma rivolgo un appello ai sequestratori perché nello spirito del Ramadan, il periodo della purificazione e del perdono, rilascino le due volontarie o ci contattino al più presto”. (R.P.)

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    Incontro, in Libano, dei vescovi amici del Movimento dei Focolari

    ◊   E' il Libano ad accogliere da oggi il 27.mo incontro ecumenico internazionale dei vescovi amici del Movimento dei Focolari. Parteciperanno vescovi provenienti da 16 Paesi diversi in rappresentanza di 16 Chiese, tra cui le antiche Chiese orientali, Ortodossi, cattolici, evangelico-luterani, anglicani. L’incontro si svolge alla Maison Notre Dame du Mont (Saidet et Jabal) a Fatka – Jounieh. Ogni anno – si legge in un comunicato ripreso dall'agenzia Sir – i vescovi scelgono un diverso Paese cui “portare il loro messaggio, ma soprattutto imparare, capire ed ascoltare le sfide vissute dai diversi popoli e le diverse Chiese, ognuna nel contesto culturale in cui vive”. Nel corso del programma, oltre alle numerose sessioni di riflessione e comunione sulla Parola (titolo dell’evento è “”E la Parola si fece carne…”), i vescovi visiteranno i diversi Patriarcati, come pure i responsabili religiosi musulmani. In questi incontri, i vescovi hanno la consuetudine di “rinnovare tra loro ogni anno quello che chiamano il Patto d’Unità, attraverso il quale ogni vescovo promette al suo fratello vescovo di essere pronto a dare la sua vita per lui, amando la Chiesa dell’altro come la propria”. “Questa nuova concezione, a immagine dell’Ideale delle prime comunità cristiane – scrivono i vescovi libanesi - è portatrice di una grande speranza per l’unità dei cristiani ma anche per l’amicizia fra i popoli”. L'incontro si chiuderà il 23 settembre. (A.M.)

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    Mons. Warduni: “no alle milizie cristiane in Iraq”

    ◊   “Non è giusto che i cristiani abbiano delle milizie proprie”. Con queste parole il vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, commenta al Sir la notizia che alcuni villaggi cristiani, nel nord dell’Iraq, si siano dotati di una milizia per difendersi dagli attacchi di gruppi di integralisti affiliati ad Al-Qaeda. In particolare sul sito di Middle East on line è apparsa la notizia che gli abitanti del villaggio di Tel Asquf, nei pressi di Ninive, hanno formato una milizia (200 persone). Secondo mons. Warduni, “questa non è la via giusta. Noi lavoriamo per la pace, le milizie sono per la guerra. Siamo contrari all’uso delle armi; l’unica risposta alla violenza è il dialogo e la pace. L’Iraq ha bisogno di pace e non di altre armi”. I cristiani – ha poi detto il presule - continuano a “subire violenze e abusi anche a fronte di una situazione leggermente migliore. La stabilità e la sicurezza restano le priorità di questo Paese”. Otmar Oehring, incaricato per i diritti umani dell’opera missionaria cattolica Missio, relativamente all’accoglienza di profughi iracheni, ha affermato intanto che “la Germania non può rimangiarsi quanto promesso”. Oehring ha messo in guardia dalle recenti dichiarazioni del premier iracheno Nuri al-Maliki, secondo il quale i cristiani in Iraq non verrebbero discriminati: “tutte le notizie dimostrano invece che i cristiani non sono sicuri e non vengono protetti”. Per Oehring le minoranze non islamiche “non hanno alcuna prospettiva di sopravvivenza” e lo stesso dicasi per i cristiani rifugiatisi in Turchia, Giordania o Siria che “senza uno stato giuridico durevole e senza lavoro vivono nella disperazione”. (A.L.)

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    Amnesty rilancia la lotta al traffico di armi

    ◊   Un giro d’affari stimato in miliardi di dollari, che uccide ogni giorno più di mille uomini, donne e bambini. Sono dati allarmanti quelli contenuti nell’ultimo rapporto di Amnesty International che, alla vigilia della riunione d’ottobre dell’Onu, rilancia la sua battaglia contro il traffico indiscriminato delle armi da fuoco. “Il tempo per un Trattato sul commercio degli armamenti è adesso – scrive l’organizzazione internazionale -. I governi possono continuare a ignorare le terribili conseguenze del trasferimento irresponsabile delle armi, oppure inserire una “norma inderogabile” sui diritti umani che salvi davvero vite umane”. Amnesty International chiede dunque ai leader mondiali di concretizzare l’idea di “una normativa inderogabile”, che possa finalmente contribuire a fermare le conseguenze catastrofiche di questo commercio. Il rapporto, intitolato “Sangue al crocevia”, propone un esame approfondito sui parametri e l’ambito di applicazione del trattato in fase di discussione all’ONU. Il tutto partendo da uno studio delle aree di conflitto, come la Guinea, l’Iraq e il Darfur, dove il traffico di armi privo di regole comporta preoccupanti violazioni dei diritti umani. “I governi – prosegue Amnesty - devono impedire i trasferimenti degli armamenti laddove vi sia il rischio che possano essere usati per compiere gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale”. Un’accusa diretta che Amnesty International muove, in particolar modo, nei confronti di alcuni Stati, come la Cina, la Russia e gli Stati Uniti, intenzionati, secondo l’organizzazione, a bloccare tutte le proposte sul tavolo dell’ONU, per proseguire “indisturbati il loro commercio degli armamenti”. (D.B.)

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    UNESCO: Medio Oriente a rischio di nuovi conflitti per la carenza di acqua

    ◊   La carenza di risorse idriche potrebbe ben presto diventare la causa di nuovi e drammatici conflitti tra gli Stati del Medio Oriente. E’ questo l’allarme lanciato dal volume “Water and Peace for the People”, di Jon Martin Trondalen, presentato presso la sede parigina dell’Unesco. L’autore, docente di geografia delle risorse e con un’esperienza pluriennale in Medio Oriente come mediatore nei negoziati sui conflitti idrici, spiega infatti nel suo libro come “il bisogno di acqua cresce in proporzione all’aumento della popolazione e allo sviluppo economico”. “Gli scienziati – ha aggiunto Trondalen - prevedono che il Medio Oriente potrebbe essere la prima regione del mondo a trovarsi di fronte ad una drastica diminuzione delle risorse idriche. La situazione è già preoccupante, soprattutto a causa dell’aumento del tasso di salinità nei principali corsi d’acqua, e buona parte della popolazione delle grandi città della zona manca di una fornitura adeguata di acqua potabile”. Come riportato dall’agenzia Sir, lo studio - che prende in esame “i conflitti tra Israele e gli stati confinanti (Siria, Libia e Palestina), oltre a situazioni analoghe che coinvolgono Turchia, Siria e Iraq per quanto riguarda la condivisione delle acque del Tigri e dell’Eufrate - verrà successivamente pubblicato anche in arabo e in ebraico”. (D.B.)

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    Georgia: l’ACNUR entra nella “zona cuscinetto”

    ◊   Un team dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in Georgia è finalmente riuscito ad entrare nella cosiddetta “zona cuscinetto” a nord della città di Gori. La zona, controllata dalle forze militari russe, è stata irraggiungibile nelle ultime settimane a causa di una situazione di sicurezza molto incerta. Queste prime missioni sono un importante passo per ottenere il libero accesso all’area. D’ora in poi, l’ACNUR ha in programma regolari missioni di monitoraggio nella zona cuscinetto. Si possono visitare aree da cui proviene la maggior parte degli sfollati. Con le prime due missioni di monitoraggio sono stati visitati quattro villaggi a nord di Gori. L’intento era di ottenere un quadro provvisorio della situazione umanitaria. La situazione e le necessità dei vari villaggi a nord di Gori sono simili. Tutte le comunità visitate dipendono prevalentemente dall’agricoltura per quanto riguarda il cibo e le fonti di reddito. Un totale di 192 mila persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, inclusi 127 mila sfollati interni in Georgia, 30 mila in Ossezia del sud e altri 35 mila in Ossezia del nord, nella federazione russa. Molti di coloro che erano fuggiti nell’Ossezia del nord sono già ritornati. (A.L.)

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    Ecuador: il segretario della Conferenza episcopale chiede il rispetto delle opinioni del clero

    ◊   Padre Nicolás Dousdebés, Segretario generale aggiunto della Conferenza Episcopale ecuadoriana, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Rafael Correa, nella quale chiede che si rispettino, anche se non si condividono, le opinioni dei vescovi e dei sacerdoti della Chiesa. Nella missiva ripresa dall’agenzia Fides, il Segretario afferma che “i cristiani devono amare la pace ma senza rinunciare alla difesa dei valori del Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa, la quale rappresenta una voce che, come qualunque altra in una società democratica, dovrebbe essere rispettata ed ascoltata”. Tuttavia, afferma padre Dousdebés, ultimamente è stata offesa “per l’unico ‘delitto’ di mostrare il suo disaccordo rispetto ad alcuni punti del progetto di una nuova Costituzione, progetto in cui sono state ravvisate ambiguità che possono essere interpretate come favorevoli all’aborto; alla parificazione delle unioni omosessuali con la famiglia e contrarie al sostegno all’educazione particolare”. Domenica scorsa, quasi duecentomila persone hanno partecipato alle tre Sante Messe celebrate nei punti nevralgici di Guayaquil “per la pace, la vita e la famiglia”. Una di queste è stata officiata dall’arcivescovo e presidente della Conferenza Episcopale, mons. Antonio Arregui, alla presenza di rappresentanti delle chiese evangeliche. Le processioni e le Sante Messe rientravano nella Campagna di preghiera per l’Ecuador, organizzata dalla Conferenza Episcopale e programmata per tutto il mese di settembre. L’iniziativa prevede la preghiera giornaliera del rosario, l’Angelus a mezzogiorno ed il digiuno tutti i venerdì di questo mese. L’obiettivo è di rispondere alla chiamata dei Vescovi a riflettere sul progetto di una nuova Costituzione per il Paese, che sarà votato con referendum il 28 settembre. Durante l’omelia, mons. Arregui ha fatto riferimento ai principi “non negoziabili” violati dal progetto della nuova Costituzione. “Chiediamo che le radici cristiane della nostra cultura vengano manifestate nell’attenzione solidale ai più deboli ed indifesi: agli ammalati e agli handicappati, ai bambini e agli anziani, ai disoccupati e ai senza tetto, ed in special modo a coloro che non sono ancora nati, ma che, essendo stati concepiti, già sono persona nuova e distinta. Chiediamo che venga riconosciuto il proposito creativo di Dio quando ha creato l’uomo e la donna, complementari, affinché si aiutassero mutuamente e si trasformassero in nuove vite. Chiediamo che la famiglia sia sempre rispettata per educare i figli secondo le proprie convinzioni” ha affermato mons. Arregui. (R.P.)

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    In Uruguay, celebrata la Giornata nazionale della gioventù

    ◊   Oltre 4500 persone hanno partecipato lo scorso fine settimana, in Uruguay, alle celebrazioni per la XXX Giornata nazionale della gioventù, incentrata sul tema “Con Gesù missione e vita in abbondanza”. Nonostante il vento e temperature rigide, i vari momenti della Giornata sono stati vissuti intensamente: uno dei più significativi è stato il passaggio della Croce tra i giovani. Il centro delle riflessioni è stato il grande tema della vita. Le celebrazioni per la Giornata si sono tenute a 360 chilometri della capitale Montevideo, a Tacuarembó, nota per le sue ricchezze ambientali e paesaggistiche. Il luogo non è stato scelto a caso, poiché una delle tematiche studiata e analizzata dai giovani è stata proprio la salvaguardia del Creato, con particolare riferimento al magistero di Benedetto XVI. La Giornata è stata organizzata dalla Commissione nazionale della pastorale giovanile della Conferenza episcopale dell’Uruguay. (A.L.)

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    Elezioni in Canada. I vescovi invitano i cattolici a votare con discernimento

    ◊   In vista delle elezioni federali in Canada, il prossimo 14 ottobre, la Commissione affari sociali della Conferenza episcopale canadese (CECC) ha pubblicato una guida in cui i fedeli cattolici sono invitati ad esercitare il loro diritto di voto con discernimento. Lo scopo quello è di aiutare gli elettori cattolici a meglio valutare i programmi e le scelte politiche in campo alla luce degli insegnamenti della Chiesa. Citando la Nota Dottrinale pubblicata nel 2002 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede circa l'impegno dei cattolici nella vita politica, la guida ricorda che non “è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno” e che quindi, in una società pluralistica, ogni cittadino cattolico ha diritto di “fare il suo discernimento politico ed elaborare un giudizio prudenziale”. Queste valutazioni, tuttavia, non possono prescindere da alcuni punti fermi della dottrina morale e sociale della Chiesa. Il documento richiama in particolare l’attenzione su quattro questioni importanti: il rispetto della vita dal concepimento fino alla morte naturale e della dignità della persona umana, l’opzione preferenziale per i poveri, la guerra in Afghanistan e la difesa dell’ambiente. Optare per la vita - afferma, tra l’altro - significa esigere il diritto alla vita per i più piccoli tra di noi gli embrioni e i feti; sostenere e accompagnare i disabili, gli anziani, i malati e i sofferenti; rispettare la vita e la dignità delle persone che sono arrivate alla fine della vita e proteggere la persona umana da qualsiasi strumentalizzazione tecnologica. Quanto all’opzione preferenziale per i poveri, “Benedetto XVI ci ricorda che la logica del profitto e quella della equa distribuzione dei beni ‘non sono in contraddizione l’una con l’altra, purché il loro rapporto sia bene ordinato’ e che la ‘dottrina sociale cattolica ha sempre sostenuto che l’equa distribuzione dei beni è prioritaria’ [Angelus 23 settembre 2007]”. Alla luce di ciò l’elettore cattolico è chiamato a valutare l’azione e i programmi dei partiti politici per la lotta alla povertà. Allo stesso modo, dovrà chiedersi se i partiti siano “disposti ad impegnarsi risolutamente” per la pace in Afghanistan (dove il Canada ha un proprio contingente dal 2001) e cosa intendono fare per garantire alle generazioni future un ecosistema vivibile. Anche se i cattolici in alcuni casi possono trovarsi di fronte a “scelte difficili”, sottolinea in conclusione il documento, la Chiesa ci ricorda che ‘la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge” incompatibile con i contenuti fondamentali della fede e della morale. (L.Z.)

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    Il cardinale Turcotte restituisce la Medaglia dell’Ordine del Canada per protestare contro la premiazione di un medico abortista

    ◊   Il cardinale Jean Claude Turcotte, arcivescovo di Montreal, ha annunciato che restituirà la sua Medaglia dell’Ordine del Canada di cui è stato insignito nel 1996, come protesta contro l’assegnazione della stessa al medico abortista Henry Morgentaler. L’alta onorificenza è stata conferita al Morgentaler lo scorso 1° luglio, suscitando le vivaci proteste dei vescovi canadesi. “Fino a questo momento pensavo che l’Ordine del Canada premiasse le persone le cui opere avevano un ampio consenso”, ha dichiarato il porporato a una conferenza stampa ripresa dall'agenzia Cns, precisando di avere rinviato questo gesto nella speranza che il governo canadese rivedesse la sua decisione. “Dal momento che così non è stato e che il mio silenzio potrebbe essere male interpretato – ha detto - la mia coscienza mi costringe a riaffermare le mie convinzioni circa il rispetto della vita dal concepimento fino alla morte”. Il cardinale ha peraltro negato qualsiasi legame tra la sua iniziativa e l’inizio della campagna elettorale, anche se ha evidenziato come la questione del diritto alla vita dovrebbe essere presa in seria considerazione dagli elettori al voto del 14 ottobre. Il cardinale Turcotte è la terza personalità ad avere restituito la Medaglia dell’Ordine del Canada per protestare contro la sua assegnazione a Morgentaler: prima di lui lo hanno fatto un sacerdote, padre Lucine Larre, e il vice governatore del New Brunwick, Gilbert Finn. 85 anni, ebreo di origini polacche sopravvissuto all’Olocausto, il professor Morgentaler fece notizia nel 1988 per avere chiesto e ottenuto dalla Corte Suprema l’abolizione di tutte le limitazioni legali all’aborto in Canada. Nel 1975 fu anche arrestato per avere praticato aborti clandestini nella sua clinica a Montreal e nel corso degli anni '80 fu chiamato più volte a giudizio e le sue cliniche abortive subirono ripetuti blitz della polizia. (L.Z.)

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    Il cardinale camerunese Toumi insignito del Premio 2008 “Cardinale von Galen”

    ◊   Il cardinale camerunese Christian Toumi, arcivescovo di Douala, è stato insignito del Premio 2008 “Cardinale von Galen” per la sua opera pastorale e il suo contributo “alla difesa della vita e della famiglia”. Ad assegnarlo è stata “Human Life International”, nota organizzazione cattolica pro-famiglia e pro-vita nata negli Stati Uniti. 78 anni e conosciuto per le aperte prese di posizione a sostegno della democrazia nel Paese, il card. Toumi è una personalità morale molto rispettata e ascoltata in Camerun. Anche in occasione della cerimonia di consegna del premio “von Galen”, non ha mancato di fare riferimento all’attuale situazione politica del suo Paese. In particolare, ha ribadito le sue obiezioni alla ricandidatura del Presidente Paul Biya al termine del suo mandato nel 2011 e al potere da 26 anni e ha lamentato la scarsa trasparenza del sistema elettorale che – ha detto - costituisce una seria minaccia alla pace in Camerun. Il “Premio von Galen” - riferisce l'agenzia Apic - è intitolato al celebre cardinale tedesco Clemens Augus Graf von Galen beatificato nel 2005 per la sua coraggiosa denuncia durante gli anni ’30 e ’40 delle aberrazioni del regime nazista. Le sue prediche gli valsero il soprannome di “Leone di Muenster”. (L.Z.)

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    Mozambico: in vista delle elezioni, lettera pastorale dei vescovi dell'Africa Meridionale

    ◊   Le elezioni sono la migliore espressione della democrazia e per questo tutti i mozambicani dovrebbero andare a votare, nel prossimo novembre. Questa, in sintesi, l'indicazione venuta dai vescovi dell'Africa Meridionale, in vista delle prossime elezioni politiche in Mozambico. I vescovi auspicano "libere, giuste e oneste elezioni", perché "siamo tutti chiamati, come cittadini, a contribuire al consolidamento della democrazia, quale importante passo per lo stabilimento del bene comune". Nella loro lettera pastorale, i vescovi dell'Africa meridionale ricordando i propri interventi nella vita sociale del Mozambico, confermano come tutte le recenti elezioni hanno dimostrato il desiderio dei mozambicani di mantenenre la giovane democrazia. Non è mancato da parte dei vescovi, il richiamo alla lealtà della competizione elettorale rifuggendo da violenze di ogni tipo, da mancanza di fiducia. In questione sono stati messi anche i mezzi di comunicazione sociale, che peccano di partigianeria e così non informano adeguatamente i cittadini, che hanno, invece, tutto il diritto ad una informazione politica non manipolata. (A.M.)

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    Australia: dichiarazione dei vescovi per la “Domenica per la giustizia sociale”

    ◊   “Una nazione ricca e giovane. Le sfide della ricchezza e della povertà in Australia”: si intitola così la dichiarazione resa nota oggi dalla Conferenza episcopale australiana, in vista della “Domenica per la giustizia sociale”, che ricorrerà il 28 settembre. Nel documento, i presuli lanciano un appello urgente per ottenere giustizia “per i poveri che vivono in una società agiata”. Sebbene l’Australia abbia sperimentato una grande prosperità, si legge nel testo, “ci sono molte persone ricche, ma che vivono nella povertà spirituale, e ci sono persone che non sono state toccate dalla crescita economica e che vivono nella povertà materiale”. “Non importa quanto rapidamente corra l’economia – afferma mons. Christopher Saunders, presidente del Consiglio australiano cattolico per la Giustizia sociale – Il benessere della nostra società deve essere giudicato dalle condizioni dei cittadini più vulnerabili”. “Grazie ad anni di prosperità – prosegue il presule – l’Australia ha ora i mezzi per agire a favore del bene comune e di tutto ciò che riguarda i poveri. Come utilizzare le risorse mondiali e come promuovere lo sviluppo umano è un argomento che interessa tutti gli australiani”. La nota episcopale ricorda, inoltre, che nel 1992, quando l’Australia uscì da una fase di recessione, i vescovi misero in guardia dalla grave crescita dei livelli di povertà e dall’emergere di un sottoproletariato che viveva in condizioni molto disagiate. “Con la Dichiarazione del 2008 – scrive ora la Conferenza episcopale – noi rinnoviamo l’appello per la giustizia verso coloro che sono colpiti dalla povertà. Tra questi, sono compresi le famiglie e le comunità indigene, le famiglie monoparentali, i lavoratori sottopagati, i rifugiati e i senza tetto”. Infine, il documento propone alcune iniziative concrete per contribuire alla lotta contro la povertà: offrire il proprio contributo alla vita parrocchiale; seguire uno stile di vita più semplice, sostenibile e solidale con i poveri; fare una piccola donazione, secondo le proprie possibilità, ad organizzazioni caritative; contattare le istituzioni locali esponendo il proprio interessamento per il problema della povertà. Infine, consultare spesso i siti Internet della Conferenza episcopale australiana e dei vari dipartimenti per essere sempre aggiornati sulle varie iniziative ecclesiastiche nel settore. (I.P.)

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    A Lourdes si apre un convegno sui pellegrinaggi

    ◊   Da 150 anni, Lourdes è il punto di riferimento per i pellegrini di tutto il mondo: forte di questa straordinaria esperienza, la cittadina francese promuove dal 2006 un approfondito percorso di studi sul fenomeno dei pellegrinaggi. Un percorso che quest’anno si apre oggi con il convegno incentrato sul tema “I pellegrinaggi: percorsi storici, percorsi di fede e percorsi geografici”, organizzato dal comune di Lourdes in collaborazione con l’Istituto di studi politici di Aix-en-Provence. I lavori del convegno seguono tre filoni: le questioni politiche e religiose che caratterizzano i pellegrinaggi di oggi e del passato; le testimonianze geografiche relative ai luoghi di culto e agli spostamenti dei credenti; le riflessioni che scaturiscono dalle diverse esperienze di pellegrinaggio. Sono previsti interventi del vescovo di Tarbes e Lourdes, mons. Jacques Terrier, del rabbino Michaël Azoulay, del sacerdote ortodosso Michel Evdokimov e dell’imam di Bordeaux, Tareq Oubrou. Contenuti e programma del congresso sono stati presentati nella sede della nostra emittente lo scorso 29 luglio: in quell’occasione mons. Renato Boccardo, segretario generale del governatorato della Città del Vaticano, aveva sottolineato che i pellegrinaggi si possono rivelare anche veri e propri cammini di conversione: “L’uomo moderno che vive nel pellegrinaggio globale – aveva osservato - non può reggere a lungo l’insignificanza che caratterizza la sua esistenza normale e i suoi giorni; ha bisogno di qualcosa di più. Ed è vero che Dio pur essendo dovunque, a volte si fa incontrare più facilmente in alcuni luoghi particolari”. (A.L.)

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    Incontro a Vienna dei direttori nazionali per la pastorale dei migranti in Europa

    ◊   Migranti africani in Europa e nella Chiesa – la responsabilità pastorale”: è il tema dell’incontro tenutosi a Vienna, dal 12 al 14 settembre, al quale hanno partecipato i direttori per la pastorale dei migranti di 21 Paesi europei. Ai lavori – rende noto l’agenzia Zenit – erano presenti anche rappresentanti della Santa Sede e di organismi cattolici internazionali. Claude Musimar, rappresentante di Pro Migrantibus del Belgio, ha sottolineato che la presenza di migranti africani in Europa “è un fenomeno variegato e complesso”, che deve essere affrontato in ambiti politico, culturale, sociale e pastorale. E’ stata anche espressa preoccupazione – si legge in una nota della CCEE – per la drammatica situazione di molti Paesi africani, segnati da povertà, sottosviluppo e disperazione. “Spesso – hanno affermato diversi partecipanti – queste situazioni portano le persone ad intraprendere un rischioso viaggio verso l’Europa, che per molti finisce con la morte”. Europa e Africa – hanno aggiunto – “devono impiegare tutti i mezzi legittimi per porre fine a questa situazione”. Ai Paesi dell’Europa è stato chiesta, infine, “maggiore giustizia e cooperazione nell’ambito dello sviluppo degli Stati più poveri”. (A.L.)

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    Il Parlamento europeo ha una propria televisione sul web, EuroparlTV

    ◊   Questa mattina, il presidente Hans-Gert Pöttering ha “acceso” ufficialmente EuroparlTV, www.europarltv.europa.eu, la ‘televisione web’ del Parlamento europeo. Una serie di programmi, aggiornati di continuo, informa sulle attività del Parlamento. L’obiettivo di EuroparlTV è di avvicinare questa istituzione ai cittadini europei attraverso un mezzo moderno e creativo. “Avvicinandosi le elezioni di giugno 2009 – ha affermato Hans-Gert Pöttering - EuroparlTV dovrebbe essere un ottimo strumento internet per i cittadini, in particolare per i giovani, al fine di essere informati sulle attività e le decisioni di un Parlamento eletto a suffragio universale diretto”. Europarltv non è un canale unico, bensì un bouquet di quattro canali, ognuno dei quali si rivolge a un pubblico preciso: ‘Il vostro Parlamento’ si rivolge a coloro che hanno un interesse particolare per la politica a livello comunitario; ‘La vostra voce’ è concepito per il grande pubblico ed offre la possibilità di caricare contenuti realizzati dagli utenti; ‘Europa giovane’ è rivolto in particolare ai giovani in età scolastica, grandi utilizzatori di Internet e futuro elettorato europeo; ‘Il Parlamento in diretta’ propone una copertura continua degli eventi parlamentari in diretta. Il Parlamento europeo ha preferito un canale web rispetto ai tradizionali mezzi di trasmissione per diverse ragioni. Tra queste, un canale web corrisponde all'evoluzione delle tecnologie informatiche e della televisione. Tiene conto del rapido sviluppo della banda larga ed è concepito in funzione dell'interesse dell'utente piuttosto che del produttore, offrendo allo spettatore un ampio ventaglio di materiale da consultare nel momento e nel luogo scelti. (A.L.)

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    Anno Paolino: la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo a Hong Kong ha già accolto 40 gruppi di pellegrini

    ◊   Conoscere l’attività missionaria paolina, prendere conoscenza dell’importanza missionaria paolina facendosi missionari come San Paolo, lucrando l’indulgenza: sono questi i principali obiettivi che la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo indica ai pellegrini che compiono individualmente il pellegrinaggio. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), la parrocchia dei Santi Pietro Paolo, la parrocchia di S. Paolo e la parrocchia di Cristo Re sono state indicate dalla diocesi come le mete dei pellegrinaggi diocesani nell’Anno Paolino, dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009. Fino ad oggi la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, che ha messo a disposizione una trentina di volontari, ha potuto accogliere oltre 40 gruppi di pellegrini. I volontari hanno preparato una proiezione del documentario sulla vita e la missione di San Paolo, una cartina che mostra i viaggi missionari paolini, hanno poi illustrato la storia e vita della parrocchia e guidato la visita alla parrocchia e alla Cappella dedicata a San Pio. Secondo padre Gervais Baudry, dell’Istituto del Verbo Incarnato, durante il pellegrinaggio “i pellegrini hanno potuto conoscere la vita di San Paolo, imparando la comunione da questo modello eccellente”. (R.P.)

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    Venezia: si apre, a Palazzo Ducale, il XIII Congresso internazionale di diritto canonico

    ◊   Sarà inaugurato oggi pomeriggio, all’interno del Palazzo Ducale di Venezia, il XIII Congresso internazionale di diritto canonico, dal titolo “Lo Ius divinum nella vita della Chiesa”. Organizzato su iniziativa della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo (Associazione internazionale per lo studio del diritto canonico) e della nuova Facoltà di diritto canonico istituita presso lo Studium generale Marcianum, l’incontro vedrà la partecipazione di oltre 250 studiosi provenienti da tutto il mondo per approfondire “gli aspetti e i principi di origine divina che vanno a toccare direttamente la persona umana e la costituzione stessa della Chiesa. Nel corso del convegno, spiega l’agenzia Sir, “verranno affrontate anche altre questioni, come il fondamento dei diritti umani, la dignità della persona e le prerogative della famiglia”. Alla seduta inaugurale saranno presenti, fra gli altri, il patriarca di Venezia Angelo Scola, il presidente del Comitato scientifico Cesare Mirabelli e mons. Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, che il 21 settembre terrà anche la relazione conclusiva del Congresso. (D.B.)

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    Terra Santa: la celebrazione a Gerusalemme della festa della Esaltazione della Santa Croce

    ◊   “La croce sembra essere una totale assurdità, un ‘suicidio della ragione’ secondo l’espressione del filosofo Nietzsche. È questa croce, tuttavia, che sfoggiamo, che esaltiamo perché è il fondamento della nostra fede”: è quanto ha detto fra Artemio Vitores vicario custodiale di Terra Santa che ha presieduto domenica a Geruralemme sull’altare del Calvario al Santo Sepolcro, la Messa per la festa dell’esaltazione della Santa Croce. Suggestiva la liturgia nella cappella, dove recentemente sono stati realizzati dei lavori. Gli interventi hanno interessato l’impianto di illuminazione: “Sono stati commissionati da fra Michele Piccirillo, della Commissione custodiale di arte sacra, il quale si era reso conto che il mosaico della cappella si deteriorava qua e là sotto l’effetto del calore emesso da due delle lampade – spiega Giuseppe Bellucci, direttore dell’impresa alla quale sono stati affidati i lavori – tutta l’illuminazione è stata rivista. Abbiamo istallato delle lampade che, oltre alla peculiarità di un consumo elettrico molto basso, hanno il vantaggio di non rilasciare calore. Tutto l’impianto di illuminazione, inoltre è stato pensato per valorizzare l’architettura stessa del luogo”. Oggi la cappella del Calvario, interamente illuminata, presenta un aspetto nuovo. I mosaici che ne ornano le volte possono essere ammirati sotto una luce diffusa in modo uniforme. Come Guardiani dei Luoghi Santi, i francescani hanno una triplice missione: la preghiera, l’animazione spirituale e la manutenzione. È questa tutela del patrimonio che li ha spinti quest’anno ad iniziare i lavori nella cappella del Calvario. Il Santo Sepolcro è simile ad un condominio costituito di spazi comuni e di spazi privati; ma se tutti i lavori, le sistemazioni, e, persino i tempi di pulizia nei luoghi comuni - nonché, naturalmente, i loro usi - sono strettamente codificati, i luoghi privati, i loro usi e la loro manutenzione sono lasciati alla discrezione dei proprietari. Per questo i francescani hanno potuto avviare gli interventi all’impianto di illuminazione nella cappella del Calvario. Sotto l’effetto delle nuove luci i fedeli hanno preso parte anche al rito dell’adorazione della Croce riconosciuta come mezzo attraverso il quale al genere umano è giunta la salvezza. Nella sua omelia, fra Artemio Vítores ha ricordato le origini della festa, dell’esaltazione della Santa Croce ricordando il 14 settembre 335, quando ebbe luogo la dedicazione della basilica costantiniana della Risurrezione. Una festa che, nella Chiesa primitiva ancora impregnata di cultura ebraica, si iscriveva nel solco spirituale della festa di Sukhot (“festa delle capanne” o dei Tabernacoli, spesso chiamata “Festa delle Tende”). (T.C.)

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    Assemblea plenaria della Conferenza episcopale della Scandinavia a Lourdes

    ◊   I vescovi cattolici di Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda hanno partecipato, la scorsa settimana, all’assemblea della Conferenza episcopale della Scandinavia. Durante l’assemblea, sono stati affrontati vari temi, tra cui: la celebrazione in lingua svedese dei riti e della Santa Messa; la preparazione dei presuli al Sinodo che si terrà ad ottobre; i possibili punti di frizione tra la legislazione civile in Scandinavia e la libertà di religione. In particolare, si è sottolineato che in Scandinavia, come in molte altre aree occidentali, la domenica - anche a causa di spinte di tipo commerciale - è considerata un giorno come un altro della settimana. La domenica – fanno notare i vescovi – deve essere invece un giorno in cui dare spazio, soprattutto, al riposo e alla preghiera. (A.L.)

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    Stasera a Pechino cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi

    ◊   Si chiudono stasera le Paralimpiadi di Pechino, evento che ha unito il mondo dello sport e quello della disabilità. Dalle competizioni sono arrivate prestazioni importanti: il sudafricano Oscar Pistorius è l’unico uomo al mondo capace di vincere i 100, 200 e 400 metri di atletica leggera. Ieri sera nello stadio Nido d’Uccello, ha vinto il “giro di pista” (400 metri) con il tempo di 47 secondi e 49 centesimi, non lontano dai tempi necessari per competere tra gli atleti normodotati. Stasera – ricorda l’agenzia AsiaNews - scende il sipario sui Giochi 2008, con una cerimonia annunciata come grandiosa. Molti osservatori hanno ammirato l’organizzazione, l’efficienza, ma soprattutto la passione con cui pubblico e media hanno seguito le gare e applaudito gli atleti. Nel medagliere la Cina ha trionfato con 87 medaglie d’oro, il doppio delle 42 della Gran Bretagna al secondo posto. La bandiera parolimpica sarà consegnata stasera al sindaco di Londra Boris Johnson, con un arrivederci al 2012. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Yemen: 16 morti in un attentato della Jihad contro l'ambasciata USA

    ◊   Ha provocato 16 vittime, tra cui 6 attentatori, 4 civili e 6 soldati, l’attacco terroristico contro l’ambasciata americana a Sanaa, rivendicato da un gruppo integralista che si definisce “Jihad islamica nello Yemen”. Il gruppo ha anche minacciato di compiere attentati contro l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Illeso il personale della sede diplomatica statunitense. Si sono vissuti momenti di grande paura con l’esplosione di un’autobomba davanti all’ambasciata. Alla deflagrazione è seguita una sparatoria condotta da uomini armati; contemporaneamente, si è sviluppato un incendio. Lo Yemen, Paese d’origine di Bin Laden, è da tempo teatro di attacchi alle ambasciate straniere.
     
    Russia-Georgia-NATO
    Al Cremlino, il presidente russo Medvedev ha firmato oggi trattati di amicizia e cooperazione con le repubbliche georgiane separatiste dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, riconosciute come indipendenti da Mosca. I documenti impegnano la Russia a sostenerle militarmente e a difendere le loro frontiere. La firma segue il duro comunicato del ministero degli Esteri russo sulla missione di una delegazione NATO in Georgia. Una visita definita “intempestiva” dal carattere “anti-russo” e che dimostra - secondo diversi analisti - la “mentalità da guerra fredda” che sussiste nell’Alleanza Atlantica. In particolare, Mosca ritiene che la NATO abbia effettuato una stima dei danni del conflitto soltanto in territorio georgiano senza visitare, allo stesso scopo, le altre due provincie secessioniste. Nel Caucaso, intanto, è sempre alta la tensione: stamani, dieci guerriglieri sono stati uccisi in Daghestan durante un’operazione speciale dei servizi segreti.
     
    Russia
    Il presidente russo Medvedev ha annunciato che Mosca intende tracciare “la frontiera esterna” della sua piattaforma continentale nell’Artico, zona nella quale rivendica l’estensione del suo spazio marittimo. “Il nostro principale obiettivo – ha detto il capo del Cremlino – è di fare dell’Artico una riserva di risorse per la Russia del XXI secolo”.

    Ucraina
    In Ucraina, dopo lo scioglimento della coalizione arancione, sono iniziate le consultazioni per la formazione di un nuovo governo, entro 30 giorni, anche se sembra più probabile la convocazione di nuove elezioni. Intanto, il premier Iulia Timoshenko ha deciso di non dimettersi nonostante la situazione creatasi “perché – ha detto – la coalizione non è morta”. Infine il parlamento della Crimea, regione russofona dell'Ucraina, ha chiesto al Parlamento ucraino di riconoscere l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud, sulle orme di Mosca.

    Israele
    Attesa in Israele per la scelta del successore di Olmert alla guida del partito centrista Kadima. A partire da stamattina, sono in corso le primarie per le quali, secondo i sondaggi, è favorita il ministro degli Esteri, Tzipi Livni. Se eletta, sarebbe la prima donna premier dopo 34 anni. Il servizio di Graziano Motta:

    Le primarie del partito Kadima per la scelta del nuovo leader - l’attuale è il primo ministro Ehud Olmert - sono in corso da questa mattina e si concluderanno nella tarda serata. Il risultato ufficiale si conoscerà domani ma fin da ora, nessuno ha dubbi che a vincerle sarà la signora Tzipi Livni, attuale ministro degli Esteri. Dovrebbe vincere con un discreto margine sul principale contendente, il ministro della Difesa Shaul Mofaz. non sembrano avere chances gli altri due candidati in corsa, entrambi ministri. Appare anche proco probabile l'ipotesi del ballottaggio. Olmert, indagato per corruzione, ha annunciato che, appena scelto il suo successore, si dimetterà. Spetterà quindi al vincitore avviare alle consultazioni per la formazione, entro un mese, di un nuovo governo. Se non dovesse farcela, sarebbero necessarie nuove elezioni politiche alle quali sono contrari due dei principali partiti dell’attuale coalizione: la formazione laburista e quella dei pensionati. Nel frattempo, l’attuale premier Olmert continuerà a reggere la coalizione e proseguirà anche il dialogo di pace con il presidente palestinese, Abu Mazen. Così hanno deciso entrambi dopo l’incontro, avvenuto ieri a Gerusalemme, dandosi un nuovo appuntamento a dopo la sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

    Israele-Siria
    Sono stati rinviati i colloqui indiretti, iniziati a maggio scorso, tra Siria e Israele in programma per domani in Turchia. Secondo una tv privata di Ankara lo spostamento è stato chiesto dallo stesso Stato ebraico per ragioni amministrative. La convocazione del quinto round dei negoziati di pace era stata annunciata dal premier turco Erdogan agli inizi di settembre.

    Thailandia
    La Thailandia ha da oggi un nuovo premier. Si tratta di Somcahi Wongsawat, cognato dell'ex premier Thaksin Shinawatra, ora incriminato per corruzione ed abuso di potere. La nomina è avvenuta questa mattina al Parlamento thailandese con 306 voti su 480. Per un commento su questa scelta, ascoltiamo Stefano Vecchia, giornalista esperto di politica asiatica:

    R. – La Thailandia è un Paese in grande difficoltà in questo momento. L’opposizione ha comunque messo in campo una resistenza forte, anche se considerano il partito di governo e il nuovo premier Somchai Wongsawat una sorta di 'burattino' nelle mani di Thaksin Shinawatra. Quest'ultimo è esule a Londra ma di fatto è ancora detentore di forti poteri non solo politici. Nel Paese molti pensano che una mancanza di accordo in tempi brevi e una mancanza di approvazione del nuovo primo ministro, da parte del sovrano, potrebbe spingere i militari, da sempre ago della bilancia dei giochi politici di questo Paese, ad un nuovo intervento. Quindi, non si può escludere un nuovo colpo di stato.

     
    D. – Al momento la situazione nel Paese è tranquilla elo stato di emergenza è stato revocato...

     
    R. – E’ una situazione tranquilla ma anche di attesa. Io sono rientrato da pochi giorni: ho trovato un Paese depresso, non soltanto dal punto di vista economico. La gente sta aspettando che succeda qualcosa e non si fa molte illusioni. Sperano, per una volta, che si vada verso nuove elezioni. I giochi politici non sono mai stati molto sentiti dalla popolazione e, normalmente, l’affluenza alle urne è sempre stata molto bassa. Ma ora c’è una nuova percezione: sentono che forse, impegnandosi nella politica, possono finalmente evitare un ulteriore aggravarsi della situazione nel Paese.

     
    D. – Il turismo risente di questa situazione di incertezza?

     
    R. – Si, i dati parlano di prenotazioni cancellate per il 30 per cento e di un danno per il turismo tailandese che, seguendo questo trend, entro la fine dell’anno dovrebbe portare ad una perdita di 70 miliardi di baht. Si tratta di molte decine di milioni di euro.

    India-Pakistan
    Fonti di stampa indiane e pachistane hanno riferito che l’India ha dispiegato jet di guerra in Kashmir, zona contesa con Islamabad. I mezzi sarebbero capaci di portare armi nucleari. Secondo un generale dell’esercito indiano, la misura è comunque temporanea.
     
    Crac finanziari-mercati
    Con un prestito della Federal Reserve è stato assicurato il salvataggio della AIG, una delle più grandi compagnie di assicurazioni del mondo. Il prestito da 85 miliardi di dollari, in cambio del controllo del 79,9 per cento del gruppo, ha evitato un ulteriore scossone sui mercati già provati dal fallimento della banca americana 'Lehman Brothers'. Intanto, c’è preoccupazione a Londra per lo stato di salute dell’istituto londinese HBOS, il cui titolo è precipitato in Borsa a meno 30 per cento. Anche la Russia, viste le difficoltà dei mercati, ha immesso nuova liquidità ed ha aperto un fondo straordinario di deposito per le tre maggiori banche del Paese.

    Alitalia
    “Per Alitalia non c’è più trattativa”: così il ministro del Welfare Sacconi che ha convocato per le 15.30 le nove sigle sindacali. Sul piatto c’è la sola proposta della Compagnia aerea italiana (CAI) e, secondo il commissario straordinario di Alitalia Fantozzi, l’unica alternativa alla CAI è soltanto il fallimento. Intanto sono 40 i voli cancellati dopo uno sciopero indetto fino alle 16 dalla CUB Trasporti. Per il ministro dei trasporti Matteoli, l’agitazione dimostra “grande irresponsabilità”.

    Italia-Cooperazione allo sviluppo
    Eliminare la povertà estrema e la fame, raggiungere l’istruzione primaria universale, diminuire la mortalità infantile: sono tre degli otto obiettivi del Millennio che i governi nel 2000 si impegnarono a raggiungere entro il 2015. Oggi, nel corso di un convegno a Roma, le principali associazioni italiane attive nel campo della cooperazione, al fianco dell’Onu, hanno di nuovo sollecitato il governo italiano a migliorare l’efficacia dell’aiuto pubblico allo sviluppo affermando che, se molti Paesi il loro impegno nella lotta alla povertà lo stanno portando avanti, così non si può dire dell’Italia. Francesca Sabatinelli:

    Il messaggio al governo italiano è preciso: in ottobre si scriverà la finanziaria e l’Italia è molto indietro nel raggiungimento dello 0,7% del prodotto interno lordo che ha promesso di dare in aiuto pubblico allo sviluppo. Il Paese è fanalino di coda in Europa, dove molte nazioni hanno già adempiuto agli accordi internazionali, ribadisce la campagna del Millennio delle Nazioni Unite che chiede all’Italia di rinnovare le sue promesse, in vista del 27 settembre, giorno in cui a New York i vari capi di Stato e governo faranno il punto del loro impegno nella lotta alla povertà davanti al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Marta Guglielmetti, coordinatrice campagna per gli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite per l’Italia:

     
    R. - L’Italia, essendo uno dei Paesi più ricchi tra quelli che si sono riuniti nel 2000 per definire questi obiettivi del Millennio, ha come impegno quella di aumentare gli aiuti pubblici allo sviluppo, di migliorarne l’efficacia. Per cui, chiediamo all’Italia, ancora una volta, di ricordarsi questo impegno e di applicare, già dalla prossima finanziaria, degli incrementi, per lo meno di cancellare quei tagli che nella manovra del giugno scorso, sono stati così drasticamente inseriti.

     
    D. – Che ammontare di tagli è stato deciso a giugno e questo, quindi, non è in linea con quelle che erano le promesse?

     
    R. – No, infatti. I provvedimenti presi a giugno, indicano un taglio di 170 milioni annui dal 2009, quindi vuol dire che, entro il 2011, arriveremmo a tagliare tre volte 170 milioni ed arriveremmo ad avere una cooperazione che, con i dati che abbiamo ad oggi, sarebbe di 350 milioni di euro che è come quella del Portogallo oggi. Il Portogallo è un Paese molto più piccolo e, anche come impegni, ha molto meno da dare. Ma ancora più grave, secondo me, è il segnale politico. Quindi chiediamo al governo di indicarci come pensano, da un lato di continuare ad impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e quindi anche incrementare gli aiuti, e dall’altra parte, invece, di tagliare.
     
    Trattato Europeo
    Secondo il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker, il Trattato di Lisbona entrerà in vigore non prima del gennaio 2010. Si prevede una ratifica da parte di tutti i 27 Paesi entro febbraio.

    Nigeria
    Ancora nuove azioni in Nigeria da parte del MEND, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger. Ieri sera un gruppo di miliziani armati ha attaccato un impianto della compagnia petrolifera anglo olandese Shell, nello Stato di Rivers. Il MEND ha fatto sapere che intende continuare la sua offensiva contro le compagnie che operano nella zona. Le azioni proseguiranno fino a quando non saranno soddisfatte le sue richieste, tra cui la redistribuzione alla popolazione locale delle royalties petrolifere pagate dalle compagnie straniere al governo nigeriano.

    Bolivia
    E’ ripreso il dialogo in Bolivia tra il presidente Morales e i prefetti delle province ribelli per cercare di risolvere la crisi politica nel Paese. Il prefetto di Santa Cruz ha anche firmato un pre-accordo su alcuni temi cruciali, come l'imposta sugli idrocarburi versata ai dipartimenti, un sistema di autonomia regionale, il referendum sulla Costituzione e la restituzione delle sedi degli organismi governativi occupati nelle settimane scorse in Santa Cruz, Tarija, Beni e Pando.

    Cina-scandalo latte
    E’ salito a tre bambini morti il bilancio delle vittime per il latte in polvere contaminato in Cina. Sono 158 quelli che hanno subito un blocco renale acuto e si trovano ora in ospedale; sono poi oltre seimila quelli intossicati. Nel latte è stata rinvenuta una sostanza, la melamina, usata di solito per produrre plastica e colla. Era stata utilizzata per renderlo maggiormente proteico. Intanto, il prodotto è stato ritirato dal mercato anche in Bangladesh, Birmania, Burundi, Gabon e Yemen. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 261

     
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