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Sommario del 02/09/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • I vescovi del Nicaragua in visita ad Limina. Il presidente dell’episcopato: siamo impegnati nell’evangelizzazione, nella difesa della vita e a sostegno dei poveri
  • Il cardinale Martino annuncia un nuovo documento vaticano sulla povertà nell’era della globalizzazione
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • "Se non hai fede, non hai speranza né forza": alla Radio Vaticana, l'intensa testimonianza di Ingrid Betancourt, dopo l'incontro con Benedetto XVI
  • India: i vescovi denunciano attacchi senza precedenti contro i cristiani
  • Alla Cittadella di Assisi la Settimana nazionale di formazione e spiritualità
  • A Loreto il capitolo generale delle Suore Ospedaliere
  • Mons. Celli consegna il premio Bresson al regista argentino Daniel Burman
  • Chiesa e Società

  • Decine di morti in India per le inondazioni. Tre milioni gli sfollati
  • Il presidente dei vescovi pakistani esprime profonda preoccupazione per le violenze anticristiane in India
  • La protezione delle vittime il primo impegno del nuovo Alto Commissario ONU per i diritti umani
  • Le Chiese dell’Asia chiedono soluzioni ‘condivise’ per l’immigrazione
  • Allarme pedofilia: “Telefono arcobaleno” denuncia il massiccio aumento dei siti pedopornografici
  • Aiuti allo sviluppo e lotta alla povertà al centro della conferenza organizzata dall’UE ad Accra
  • OMS: in Africa l'inquinamento provoca la morte di oltre due milioni di persone
  • Elezioni in Angola. L'arcivescovo di Luanda: consolidare la democrazia
  • Uruguay: il 6 e 7 settembre la Giornata nazionale della gioventù
  • Migliaia di visitatori a Bogotá per l'Expocatólica-2008
  • Taiwan: pubblicata la “Summa Theologiae” di San Tommaso d’Aquino in lingua cinese
  • Cina: la comunità cattolica della diocesi di Lin Yi aiuta gli studenti poveri
  • Il dopo GMG parte anche dal pub: “lunedì in birreria” a Sydney per parlare di Cristo
  • Indonesia: a Bogor il primo raduno del “Rinnovamento Carismatico” di Asia e Oceania
  • Alla 30.ma Settimana europea la ‘peculiarità’ dell’esperienza religiosa statunitense
  • Regno Unito: le scuole confessionali respingono l’accusa di incoraggiare il settarismo
  • Bilancio in Sicilia ad un anno dal Codice Etico adottato dalla Confindustria contro la mafia
  • 24 Ore nel Mondo

  • Stato di emergenza in Thailandia dopo giorni di manifestazioni antigovernative
  • Il Papa e la Santa Sede



    I vescovi del Nicaragua in visita ad Limina. Il presidente dell’episcopato: siamo impegnati nell’evangelizzazione, nella difesa della vita e a sostegno dei poveri

    ◊   E’ in corso, in questi giorni in Vaticano, la visita ad limina dei vescovi del Nicaragua che, dopo gli incontri nei diversi dicasteri, saranno ricevuti in udienza da Benedetto XVI. Con i suoi 130 mila kmq, il Nicaragua è il più grande Stato dell’America centrale ed uno dei più poveri dell’emisfero occidentale. L’89 per cento dei suoi 5 milioni di abitanti è di religione cattolica. La struttura ecclesiale del Nicaragua è composta da un’arcidiocesi, sei diocesi e un vicariato apostolico. La conferenza episcopale è presieduta dall’arcivescovo di Managua, José Brenes Solórzano. Il Paese centroamericano è stato visitato due volte da Giovanni Paolo II: nel 1983 e nel 1996. Sulla situazione della Chiesa nel Paese, ci riferisce Alessandro Gisotti:

    La Chiesa del Nicaragua, nell’annunciare il Vangelo, è da sempre impegnata per la pace, la coesione sociale e la lotta alla povertà. L’anno scorso, il cardinale Miguel Obando Bravo ha accettato l’incarico di guidare il Consiglio nazionale di Riconciliazione, istituito dal governo del presidente Ortega per sanare le ferite ancora aperte dalla guerra civile degli anni ’80. All’attuale situazione politica, fatta di luci ed ombre, è dedicata l’ultima lettera pastorale dell’episcopato che, in vista delle elezioni amministrative di novembre, esorta i fedeli a votare per il bene del Paese. Intervistato da Alina Tufani, del nostro programma ispano-americano, il presidente dei vescovi nicaraguensi, mons. Leopoldo José Brenes Solórzano, si sofferma sulla battaglia per la vita e la famiglia, portata avanti dalla Chiesa del Nicaragua:

     
    “Noi sappiamo che c'è un'ombra che minaccia la Chiesa: sono le battaglie per l'approvazione dell'aborto. Stiamo cercando di rafforzare la pastorale familiare con le nostre Commissioni pastorali. Inoltre puntiamo sulla catechesi per i giovani che domani formeranno una famiglia. La pastorale familiare è una delle nostre priorità, insieme alla pastorale giovanile e a quella dell'educazione. In queste tre aree di azione, insieme anche alla pastorale vocazionale, stiamo rafforzando le nostre iniziative in difesa della famiglia”.
     
    Difesa della vita, dunque, e dei più deboli. Sempre nell’ultima lettera pastorale, i vescovi esprimono la propria preoccupazione per la povertà estrema in cui ancora vivono troppi cittadini. E denunciano la “mancanza di trasparenza nella distribuzione degli aiuti dall’estero”. Dalla visita ad limina, la Chiesa del Nicaragua si aspetta una nuova spinta alla missionarietà, rilanciata recentemente dal Congresso americano missionario (CAM3) a Quito. D’altro canto, rileva mons. Solórzano, già ad Aparecida, nel maggio scorso, Benedetto XVI ha rinnovato l’appello di Papa Wojtyla ad impegnarsi per una nuova evangelizzazione:

     
    “Come ogni altra Chiesa anche noi abbiamo il problema dell'evangelizzazione, in cui ognuno di noi è coinvolto, ma tutto questo è oggi illuminato dall'evento di Aparecida che ci sta portando a sviluppare tutto un lavoro di evangelizzazione nella prospettiva già indicata da Papa Giovanni Paolo II: quella di una nuova evangelizzazione. Oggi la direzione indicata da Aparecida è quella del discepolato e della missionarietà. Per tutto il problema delle vocazioni e per quello delle sette, stiamo cercando una soluzione pastorale. La Chiesa è per sua natura missionaria e credo che dopo Aparecida abbiamo questa grande sfida: consolidare la nostra identità”.

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    Il cardinale Martino annuncia un nuovo documento vaticano sulla povertà nell’era della globalizzazione

    ◊   La Santa Sede sta preparando un nuovo documento sulla povertà. Lo ha annunciato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, nel corso della Conferenza continentale per la presentazione in Africa del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa che si è svolta a Dar-es-Salaam, in Tanzania. Il servizio di Paolo Scappucci.

    “E’ un atto di carità indispensabile l’impegno finalizzato ad organizzare e strutturare la società in modo che il prossimo non abbia a trovarsi nella miseria, soprattutto quando questa diventa la situazione in cui si dibatte uno sterminato numero di persone e perfino interi popoli, situazione che assume, oggi, le proporzioni di una vera e propria questione sociale mondiale”.
    Lo ha affermato il cardinale Renato Raffaele Martino, concludendo nei giorni scorsi a Dar-es-Salaam, in Tanzania, il Congresso continentale africano per la presentazione del Compendio della dottrina sociale della Chiesa. Definendo “una magnifica esperienza di comunione ed amicizia ecclesiale” l’assise di quattro giorni, che è stata il terzo raduno continentale del genere dopo quello del 2005 a Città del Messico per le Americhe e del 2007 a Bangkok in Thailandia per l’Asia, il porporato nel discorso conclusivo del congresso ha ribadito che “il dinamismo evangelico della missione ecclesiale ci spinge – come ha fatto Gesù – a privilegiare i poveri, a rivolgere le nostre forze e risorse verso i poveri, a considerare il rinnovamento della società a partire dalle esigenze dei poveri”.

     
    Il cardinale Martino ha inoltre riaffermato che l’opzione preferenziale per i poveri resta, dal Vaticano II in poi, uno dei punti caratterizzanti della dottrina sociale della Chiesa. Ed ha aggiunto: “La povertà, e soprattutto la crescente diseguaglianza tra aree, continenti e Paesi, persino all’interno stesso di questi ultimi, costituisce il più drammatico problema con cui si confronta oggi il mondo”. A questo proposito il porporato ha annunciato che, “consapevole di tale drammatica situazione, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, rispondendo ad esigenze espresse nel Compendio, sta preparando un documento sul tema: La povertà nell’era della globalizzazione”. Con tale intervento, il dicastero intende “indicare un approccio evangelico per combattere contro la povertà, identificare chi a livello sia nazionale che internazionale ha la responsabilità di combattere la povertà, sensibilizzare la Chiesa ad avere una più articolata attenzione e consapevolezza dei problemi della povertà e dei poveri nel mondo, senza dimenticare che oggi la povertà estrema ha anzitutto il volto di donne e bambini, specialmente in Africa”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo di Lucetta Scaraffia dal titolo “I segni della morte”: a quarant’anni dal rapporto di Harward, che nel 1968 ha cambiato la definizione stessa della morte e aperto la strada al trapianto di organi

    Una riflessione di Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, in vista della visita di Benedetto XVI in Sardegna

    Nell’informazione internazionale, in rilievo le tensioni tra Unione Europea e Mosca sulla crisi nel Caucaso, dopo il vertice straordinario di Bruxelles

    “Una strage senza risposte”. A quattro anni di distanza, Pierluigi Natalia ricorda il dramma di Beslan

    In cultura, Ian Ker, massimo specialista dell’opera di John Henry Newman e docente di teologia all’università di Oxford, interviene sulle recenti polemiche scaturite dalla decisione di riesumare il corpo del cardinale inglese

    Anna Foa ripercorre la storia della conversione di Baruch nella Francia del Trecento

    “A caccia di santi da quattrocento anni”. Marianna Amerise su un volume dedicato alla storia della Società dei Bollandisti

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    Oggi in Primo Piano



    "Se non hai fede, non hai speranza né forza": alla Radio Vaticana, l'intensa testimonianza di Ingrid Betancourt, dopo l'incontro con Benedetto XVI

    ◊   Hanno fatto il giro del mondo le immagini di Ingrid Betancourt e del suo affettuoso e commosso incontro con Benedetto XVI, ieri a Castel Gandolfo. E ancor più hanno colpito le parole dell’ex senatrice franco-colombiana, dopo la sua terribile prigionia di oltre sei anni vissuta fra i guerriglieri colombiani e terminata con la liberazione dello scorso 2 luglio. Questa mattina, la Betancourt è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e in Campidoglio dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Affollata ieri la conferenza stampa, durante la quale Ingrid Betancourt ha raccontato ai giornalisti particolari della sua prigionia in Amazzonia e l’emozione dell’udienza papale. La stessa Betancourt ne ha poi parlato nell'intervista realizzata dal collega della redazione ispanoamericana della nostra emittente, Raul Cabrera:

    R. - La entrevista con el Papa...
    L’incontro con il Papa è stato un sogno diventato realtà. Ero impaziente di poter abbracciarlo e dirgli quanto ha significato per me che lui abbia parlato per i sequestrati in Colombia e abbia pronunciato il mio nome, mentre ero prigioniera nella selva, in un’amaca, sotto una zanzariera. Ho sentito la sua voce in un momento di immensa solitudine e depressione e sapere che lui sapeva della mia esistenza è stato per me come tornare a sentirmi un essere umano, tornare a dire: “Bene, non sono un pacchetto, non sono una merce: esisto”. E’ stato molto bello. Ma io voglio parlare dei miei compagni di prigionia. Ce ne sono alcuni che stanno ascoltando questo programma. Nella Selva io ascoltavo la Radio Cattolica Mondiale in onde corte. Si poteva ascoltare tutto il giorno e c’erano alcuni programmi che mi piaceva seguire. Mi piacerebbe molto che potessero sapere quanto voglio bene a tutti loro, quanto li penso. Siano certi che continueremo a lavorare per loro, a dire al mondo che tutto questo deve finire, a chiedere alle FARC che li liberino. Vorrei nominarli tutti... li tengo nel mio cuore e voglio che abbiano la forza, che continuino ad essere coraggiosi e che cerchino nella Parola di Dio la risposta a tante domande e che sappiano che Dio fa sempre le cose giuste, sempre per una ragione, e che per alcune ragioni che loro non conoscono e che io non conosco quello che stanno vivendo produrrà i suoi frutti. Che abbiano questa certezza, che la misericordia di Dio arriverà.

     
    D. - Quanto è stata importante la fede nella sua vicenda umana così sofferta?

     
    R. - Sin la fe no hay esperanza…
    Senza fede non hai speranza, e senza speranza non hai forza. Non hai forza per continuare a lottare. La fede è tutto: è quello che dà senso alla vita. Per me la fede in Cristo è il sapere che Lui ci ha dimostrato che esiste un cammino e che semplicemente dobbiamo seguirlo. Credere che nella sua generosità, nella sua grazia ci ha protetto e che grazie a Lui possiamo arrivare a Dio - questa è la fede alla quale mi sono attaccata sempre, per continuare a vivere.

     
    D. - Una esperienza spirituale molto forte, dunque, la sua. Un’esperienza che ha potuto affidare al Papa…

     
    R. - Cuando estaba con el Papa…
    Con il Papa abbiamo parlato della Vergine. Per molti di coloro che seguono Gesù non c’è spazio per la Vergine. Io l’ho scoperta leggendo la Bibbia e ho compreso chi era. E quando io pensavo alla Vergine, pensavo alla Vergine di Guadalupe. Ho sempre sentito che mi era vicina. E so che mi sta vicino ora e che ci sta aiutando e aiuterà tutti quelli che sono ancora prigionieri in Colombia. Lei li libererà, vedrete. Farà questo miracolo.

     
    D. - Vedere la propria vita spezzarsi, perdere gli affetti, diventare oggetto di violenza, e poi recuperare tutto. Quale insegnamento ne ha tratto?

     
    R. - Cuando uno ha perdido todo…
    Quando uno ha perso tutto, la vita vale la pena viverla per trovare i tesori che Dio ha dato a tutti gli esseri umani, per comunicare con Lui, e trovare in Lui la forza per andare avanti. La speranza che viene dalla fede è quella che ci dà la forza e tutto ci mette in comunicazione con Dio.

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    India: i vescovi denunciano attacchi senza precedenti contro i cristiani

    ◊   In India, i vescovi hanno denunciato gli attacchi “senza precedenti” compiuti da estremisti indù contro i cristiani nello Stato di Orissa. Il primo ministro, Manmohan Singh, ha anche assicurato assistenza alle famiglie delle vittime. Sulla collaborazione tra Chiesa e governo per porre fine alle violenze, ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, padre George Manimala, vicario episcopale per le Chiese orientali, raggiunto telefonicamente a Delhi:

    R. - L’arcivescovo di Delhi, Vincent Michael Concessao, si è recato in Orissa, insieme con l’arcivescovo di Cuttack-Bubaneshwar in Orissa, Raphael Cheenath. Il governo centrale di questo Stato ha promesso aiuto e assistenza. Il presidente del governo dell’Orissa ha detto che è stata compiuta un’ingiustizia da parte dei fondamentalisti contro i cristiani. Ha anche aggiunto che la violenza è contro la giustizia e che non può continuare.

     
    D. - La Chiesa indiana ha fissato per il prossimo 7 settembre una giornata di preghiera e digiuno. In un Paese dove Gandhi è simbolo della non violenza, come si possono fare attecchire il seme della preghiera e del dialogo?

     
    R. - Il dialogo reciproco è molto importante. Anche il governo deve impegnarsi. Noi preghiamo per la pace e chiediamo a tutti i cattolici, ai cristiani, di pregare per la situazione in Orissa. E’ importante per la pace, per lo sviluppo e per l’armonia. E' importante dare testimonianza, da parte nostra, di amore e di riconciliazione.

     
    D. - Come vengono raccontate in India dai mezzi di informazione locali le violenze contro i cristiani? C’è una percezione, una comprensione di quello che sta succedendo in Orissa?

     
    R. - Sui giornali viene dato spazio alla situazione in Orissa. I giornalisti hanno condannato le violenze. Qualcuno ha detto l’altro giorno che è una vergogna per l’induismo. Non ho invece sentito finora nessun leader religioso indù parlare di questo. Ma va comunque detto che cittadini importanti di fede indù si sono schierati contro questo tipo di violenza. C’è una parte indù che cerca di mantenere l’armonia nel Paese.

     
    D. - Oltre alle violenze, proseguono anche gli attacchi alla libertà religiosa. Sono infatti molti i cristiani in India che vengono costretti ad abbandonare la propria fede. Come può intervenire la Chiesa in questo caso?

     
    R. - La Chiesa cerca di lavorare con il governo, con e altre forze e specialmente cerca di dialogare con coloro che alimentano la violenza. Ma la preghiera qui non basta. C’è la paura qui da noi che con questo tipo di violenza l’integrità del Paese, l’armonia dell'India possano rompersi. La situazione di paura continua, una paura che colpisce le persone e specialmente i cristiani.

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    Alla Cittadella di Assisi la Settimana nazionale di formazione e spiritualità

    ◊   Guardare alle prime comunità cristiane e alla figura di San Paolo, primo evangelizzatore d’Europa, per riscoprire il senso dell’impegno missionario: è stato questo l’obiettivo della VI Settimana nazionale di formazione e spiritualità promossa dalla CEI presso la Cittadella di Assisi. Il convegno, che si concluderà domani, è rivolto agli operatori pastorali dei Centri missionari e ai giovani. Ma quali sono le attuali sfide dell’evangelizzazione e qual è l’eredità lasciata dall’apostolo? Elena Mandarano lo ha chiesto a don Gianni Cesana, direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per la cooperazione missionaria tra le Chiese:

    R. - Direi la sfida di una certa modernità nei suoi tempi: nell’impero che si espandeva, l’annuncio cristiano s’inseriva come un elemento di opposizione. Pensiamo a tutto quello che S. Paolo ha detto sulla famiglia, sugli schiavi e così via. Credo che la sua opera sia stata quella di creare comunità che sapessero integrare nuove persone, in forza dell’annuncio del Vangelo.

     
    D. - Che differenza c’è tra le prime evangelizzazioni e quelle odierne? E cosa dello spirito di San Paolo è vivo oggi?

     
    R. - La capacità di dire la novità del Vangelo attraverso i linguaggi della gente che lui ha conosciuto. Mi pare che questo sia un elemento di continuità certamente molto forte. Quello che forse è in discontinuità con Paolo è che oggi l’universalità comporta anche il confronto con le grandi e antiche religioni dell’Oriente, il confronto con le situazioni sociali estreme, che certamente esistevano anche al tempo, ma delle quali non si aveva quella coscienza che noi oggi abbiamo.

     
    D. - Anche oggi, come dimostra la cronaca, evangelizzare è difficile. Quali sono le difficoltà?

     
    R. - Mi pare che la prima difficoltà, più che dai grandi sistemi estranei al cristianesimo, provenga proprio da un certo deperimento del mondo occidentale e delle sue motivazioni. Assistiamo ogni giorno ad eventi, avvenimenti, a scelte che vanno a svuotare dall’interno queste radici cristiane. Pensiamo al tema della vita, al tema della legalità, dell’accoglienza del diverso, delle emigrazioni. Pensiamo al tema di una globalizzazione che non è solo relazione universale, ma che è molto spesso oppressione. L’altro aspetto è quello di comprendere e far comprendere anche alle altre religioni qual sia la funzione della religione in quanto tale. Mi pare che il Papa lo dica molto bene a più riprese, seguendo anche l’insegnamento del suo predecessore. La religione non può mai essere un fattore di divisione, deve essere sempre un fattore di unità, di difesa dei diritti dell’uomo e della pace. E il cristianesimo sotto questo profilo, annunciando l’incarnazione di Gesù, è una religione che certamente parla di Dio, ma di Dio in forma umana. E quindi è la difesa dell’uomo, dei suoi diritti e della sua vita.

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    A Loreto il capitolo generale delle Suore Ospedaliere

    ◊   “Rinascere dall’alto. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente”. È questo il tema sul quale si sta svolgendo a Loreto il 43.mo capitolo generale della Congregazione delle Suore Ospedaliere della Misericordia. Nello spirito della fondatrice Teresa Orsini Doria - per la quale è aperto il processo di Beatificazione - le Suore Ospedaliere sono impegnate in opere assistenziali in Asia, Africa, Europa e Argentina, rivolte ai poveri e agli emarginati. Linda Giannattasio ha chiesto a suor Paola Iacovone, vicaria generale della Congregazione, qual è il contenuto centrale di questo capitolo:

    R. – Da ogni capitolo ci si attende sempre un punto di partenza nuovo per rispondere alle esigenze di oggi. Il tema del capitolo è “Rinascere dall’alto”, la famosa frase di Giovanni, cui fa seguito la Lettera ai Romani con “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente”. E’ quello che l’uscente Consiglio generale ha scelto per voler dare una svolta alla Congregazione: non conformarsi alla mentalità di questo secolo, non nel senso di non essere al passo coi tempi, ma di esserlo in maniera evangelica, secondo quello che Dio vuole da noi, nella realtà del nostro carisma di Suore Ospedaliere della Misericordia, chiamate proprio per un servizio particolare ai bisognosi.

     
    D. – Quali sono le sfide future, per quanto riguarda le attività della Congregazione?

     
    R. – La Congregazione si è aperta da circa 40 anni all’internazionalità. Quindi, a livello di membri, è molto internazionale. A livello di presenze, siamo presenti in India e Filippine, per quanto riguarda l’Asia, e in Nigeria, Congo, Camerun, Madagascar e Capo Verde, per quanto riguarda l’Africa, e in Argentina, per il Sud America, con opere assistenziali, non solo con ospedali, ma che coprono altre realtà di povertà nel mondo, come per esempio la presenza nei centri dei lebbrosi, nelle attività sociali, nelle scuole per i poveri, soprattutto in India, e per le bambine di strade di Manila e così via. Quindi, la sfida è proprio quella di rendersi sempre più credibili, vivendo la carità, l’incontrarsi, nel riuscire a dare la nostra testimonianza evangelica, rispettando le culture dei popoli. Quindi, entrare nelle culture per cristianizzarle.

     
    D. – Quali sono le differenze, le peculiarità, le necessità di ogni luogo?

     
    R. – Il povero è povero, il malato è malato, ma sicuramente l’Asia ha delle sfide maggiori, perché attraversa oggi un periodo di intolleranza religiosa molto forte.

     
    D. – Quali sono le difficoltà principali che incontrate in questi luoghi?

     
    R. – La nostra opera non è sempre vista come un’opera di carità, ma è vista come un’opera che è mirata alle conversioni, cosa che invece sicuramente non abbiamo in mente. Vorremmo che tutte le persone da noi assistite arrivassero a Cristo, ma la persona umana ci interessa in prima persona.

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    Mons. Celli consegna il premio Bresson al regista argentino Daniel Burman

    ◊   Cinema spirituale oggi protagonista al Festival di Venezia. Il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli ha consegnato il premio Bresson 2008. Ce ne parla Diego Giuliani.

    Dopo i primi tre film italiani in concorso in attesa della star hollywoodiana Anne Hathaway, una salutare parentesi di riflessione promossa dalla Fondazione ente dello spettacolo. Occasione è il tradizionale premio “Robert Bresson”, che assegna ogni anno al regista che abbia dato una testimonianza significativa sul difficile cammino nella ricerca del significato spirituale della nostra vita. Dopo cineasti del calibro di Tornatore, Wim Wenders ed il russo Aleksander Sokurov, alla sua decima edizione, il riconoscimento va all’argentino Daniel Burman, produttore di film come “Garage Olimpo” e noto per l’introspezione e la profondità che hanno caratterizzato i suoi “El abrazo partido” e “Derecho de Familia”, Burman ha ricevuto il Bresson dalle mani di mons. Claudio Maria Celli. Sentiamo la riflessione del presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali:

    "Credo che quest’uomo, ancora una volta, dà una testimonianza sempre vera, in questo difficile cammino nella ricerca del significato spirituale della nostra vita. Credo proprio che il suo contributo, oggi, sia soprattutto questo, dell’uomo che ricerca a tutto tondo, la propria identità, in un mondo sempre più complesso, difficile, dove non sempre è facile dare spazio ai valori, ai sentimenti, ai grandi movimenti del cuore dell’uomo. Ecco, noi guardiamo con grande interesse questo regista e guardiamo con interesse anche tutti coloro che, nel campo del cinema, cercano di percorrere questo cammino. Credo che ancora una volta il cinema, questo grande strumento della cultura del nostro tempo, possa dare un contributo significativo a questa ricerca. L’uomo ha bisogno sempre di più di riscoprire il senso della sua vita, le radici della sua identità, per affrontare, nel contesto globalizzato di oggi, un cammino più vero, più profondo, più coinvolgente, più degno del suo essere umano".

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    Chiesa e Società



    Decine di morti in India per le inondazioni. Tre milioni gli sfollati

    ◊   15 morti e 1 milione di sfollati: il disastroso bilancio delle nuove alluvioni nello Stato dell’Assam nel nord-est dell’India, dopo che lo straripamento del fiume Kosi nello Stato del Bihar aveva già mietuto 75 vittime e travolto 2 milioni di persone, in gravissime difficoltà in una delle regioni più povere del Paese asiatico. Il fiume Brahmaputra, tra i maggiori dell’India che attraversa l’Assam, ha spezzato gli argini in 20 punti, sommergendo strade e ponti, e in altri 12 punti le acque sono vicine al livello di emergenza. Esercito ed elicotteri militari – riferisce l’agenzia Misna - sono stati mobilitati per portare in salvo gli alluvionati e distribuire aiuti, ma la situazione appare critica e molto caotica, sia nell’Assam che nel Bihar, dove gli sfollati hanno assaltato i mezzi di soccorso. Allarme anche nel confinante Nepal dove il fiume Kosi ha sommerso diversi villaggi provocando 60 mila sfollati. Secondo esperti locali, ci vorranno ancora settimane prima che le acque recedano ad un livello normale. (R.G.)

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    Il presidente dei vescovi pakistani esprime profonda preoccupazione per le violenze anticristiane in India

    ◊   Le violenze perpetrate contro la popolazione cristiana dell’India orientale sono motivo di “profonda tristezza e preoccupazione” per “tutta la regione dell’Asia del Sud”. E’ quanto affermato da mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo cattolico di Lahore e presidente della conferenza episcopale pakistana, in una lettera di “condoglianze per la perdita di vite umane” inviata al primo ministro indiano, Manmohan Singh, e al leader dello stato dell’Orissa, Naveen Patnaik. “Gli attacchi contro le minoranze, specialmente cristiane, – ha scritto il presule nella missiva – sono divenuti una routine. Prendere una posizione politica decisa potrebbe aiutare a sanare la situazione”. Per questo, mons. Saldanha sollecita le autorità indiane a “fare i passi necessari per garantire la protezione delle minoranze religiose” e a “portare davanti alla giustizia gli autori di questi crimini odiosi”. Il rappresentante dei vescovi pakistani non nasconde quindi la sua “preoccupazione per tutta la regione dell’Asia del sud” dove, oltre all’India, anche il Pakistan e lo Sri Lanka sono costretti a convivere con violenze e incidenti che acuiscono gli attriti tra le comunità religiose. “Anche il Pakistan – ha concluso il prelato – lotta contro il fenomeno della violenza e l’abuso della religione a scopi politici. Ma le persone di buona volontà desiderano vedere l’India, e gli altri Stati, essere un modello nella regione, per la pace e l’armonia fra le religioni. E in effetti, la diversità delle religioni è parte importante della storia dell’India”. (D.B.)

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    La protezione delle vittime il primo impegno del nuovo Alto Commissario ONU per i diritti umani

    ◊   ''Intendo proteggere i diritti delle vittime ovunque nel mondo, senza discriminazioni'': con questa dichiarazione d’intenti, la signora Navanethem Pillay, magistrato sudafricano, ha inaugurato ieri a Ginevra il suo mandato di Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani, che durerà 8 anni, succedendo alla canadede Louise Arbour. Giudice presso la Corte penale internazionale dal 2003, Pillay è stata in precedenza membro per quattro anni e presidente per altri quattro del Tribunale penale internazionale per il Rwanda. Nel 1967 - scrive l'agenzia Misna - è stata la prima donna ad aprire uno studio legale nella provincia del Natal, in Sudafrica, ed è stata la prima donna nera a sedere alla Corte Suprema del suo Paese. In qualità di avvocato, ha difeso numerosi oppositori al regime dell'apartheid. Pillay è il quinto Alto commissario dell'ONU per i diritti mani da quando la carica è stata istituita quindici anni fa. L'Ufficio dell'Alto Commissariato, con sede a Ginevra, impiega circa mille persone in 50 Paesi ed è dotato di un bilancio annuale di 150 milioni dollari. (R.G.)

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    Le Chiese dell’Asia chiedono soluzioni ‘condivise’ per l’immigrazione

    ◊   Le Chiese dell’Asia devono trovare un “approccio comune” alla questione dell’immigrazione, fornire risposte che siano in grado di “aiutare i migranti ad affrontare le problematiche della vita di ogni giorno” e guidare i governi nell’elaborazione di “politiche di assistenza sociale” che sappiano migliorarne la qualità della vita. È l’invito espresso dal presidente dei vescovi filippini Angel Lagdameo, formulato in occasione del vertice delle Chiese asiatiche che si è tenuto nei giorni scorsi a Manila. Parlando a una platea composta da oltre 40 delegati fra i quali vescovi, preti, religiosi e laici provenienti da 18 Paesi dell’Asia, il prelato ha ribadito che le “Chiese locali devono condividere prospettive e soluzioni” per risolvere il problema dell’immigrazione. All’incontro, promosso dalla Commissione cattolica internazionale sulla migrazione (Icmc) fondato nel 1951 da Papa Pio XII, con base a Ginevra, hanno partecipato rappresentanti delle Chiese del Vietnam, Myanmar, Timor Est, Filippine, Nepal, India, Bangladesh, Sri Lanka, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Malaysia, Giappone e Singapore. Secondo un rapporto Onu sui migranti – riferisce l’agenzia AsiaNews - vi sono oltre 22 milioni di lavoratori stranieri in Asia e 50 milioni di asiatici sparsi in tutto il mondo, in cerca di un impiego o già occupati. Durante il discorso di apertura del convegno a Manila, il segretario generale della Conferenza dei vescovi dell’Asia (Fabc), mons. Orlando Quevedo, ha ribadito che il fenomeno della migrazione non rappresenta un “lusso” delle società moderne ma è un segno evidente della loro “povertà” e ne sottolinea gli “effetti negativi sulle strutture familiari”. Una presa di posizione condivisa dal capo della Chiesa filippina, il quale afferma che “le migrazioni cambiano le strutture familiari e possono persino distruggerle”. Mons. Lagdameo sottolinea infine la “grande opportunità” di evangelizzare che è strettamente legata al fenomeno dell’emigrazione: “una possibilità – ha detto – che deve avvicinare i migranti alla Chiesa e la Chiesa ai migranti”. (R.P.)

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    Allarme pedofilia: “Telefono arcobaleno” denuncia il massiccio aumento dei siti pedopornografici

    ◊   Dati spaventosi, che non dovrebbero sfumare nella coscienza dell’opinione pubblica nel flusso continuo di una stampa che spesso non segue con costanza fenomeni di gravissimo allarme sociale, come la pedopornografia, un reato che lede i diritti dei bambini, spesso compromettendone per sempre un sano sviluppo piscofisico. Sono oltre 30 mila i siti Internet a contenuto pedopornografico denunciati nei primi 8 mesi del 2008 da Telefono Arcobaleno, organizzazione specializzata nella lotta contro questo crimine particolarmente odioso. In media sono stati segnalati 125 siti al giorno, 875 alla settimana, 3790 al mese. Cifre che registrano un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2007. Denunce presentate in tutto il mondo. Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno segnala un cambiamento significativo nelle geografia dei siti pedofili: in prima posizione, si conferma ancora una volta la Germania, seguita dalla Cina, vera e propria novità nello scenario della pedofilia on line, “segno – spiega Arena - che la massiccia presenza internazionale in quel Paese, in occasione dei Giochi Olimpici, 'ha imposto l'apertura delle maglie' nella censura su Internet''. Del resto il ''pedo-business'', commenta il presidente di Telefono Arcobaleno è ''l'unico settore della new economy che non ha risentito della crisi. L'offerta è differenziata – spiega - viene usata ogni possibile risorsa di promozione, con veri piani di marketing. La pedofilia online ha contaminato comunità e bacheche nate con altri scopi''. ''Osservazioni - conclude Arena - che fanno riflettere sul ruolo che ogni soggetto (legislatore, polizia, provider, ong) deve svolgere per porre sotto controllo il fenomeno''. Altro settore delittuoso crescente, che investe l’infanzia e l’adolescenza, - ancora sottovalutato nell’opinione pubblica - è la pedofilia e la pedopornografia via cellulare. Per questo giovedì prossimo 4 settembre sarà lanciata in Italia una campagna sociale per la prevenzione di questo nuovo crimine, sovente difficile da portare alla luce. La campagna - che propone il passaparola 'Dite ai vostri figli di non accettare sms dagli sconosciuti” – è promossa dal Moige-Movimento genitori e dalla Polizia postale e delle comunicazioni. (A cura di Roberta Gisotti)

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    Aiuti allo sviluppo e lotta alla povertà al centro della conferenza organizzata dall’UE ad Accra

    ◊   “Aiutare i paesi in via di sviluppo a lottare contro la povertà”. Sarà questo il tema della conferenza “High level forum on aid effectiveness”, organizzata dall’Unione Europea, che ha preso il via oggi ad Accra, capitale del Ghana. Tre giorni di incontri e dibattiti durante i quali oltre cento ministri e numerosi rappresentanti di enti impegnati nel settore della cooperazione discuteranno su come rendere più “efficaci” gli aiuti allo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo. Il forum, in primo luogo, avrà l’obiettivo di verificare il reale andamento del programma di 12 punti approvato tre anni fa a Parigi nel tentativo di ridurre gli sprechi e migliorare il coordinamento tra donatori e beneficiari. “Ministri e dirigenti provenienti da oltre 100 paesi – si legge in una nota dell’UE – dovranno dire se hanno migliorato i programmi di aiuto e se li hanno resi più efficaci in termini di costi, come promesso nel 2005”. Tesi, questa, non avallata da diversi autorevoli quotidiani africani che, senza mezzi termini, denunciano il fallimento del documento siglato in Francia. Anche per questo gli organizzatori della conferenza di Accra, come riporta l’agenzia Misna, chiedono ora “azioni concrete e verificabili” per far fronte alla crisi alimentare che colpisce soprattutto il sud del mondo. Secondo Oxfam International, Organizzazione non governativa che lavora per lo sviluppo sostenibile, i paesi occidentali legano sempre più spesso i loro finanziamenti all’adozione di determinate politiche economiche, spesso di stampo liberista, che non aiutano lo sviluppo del Terzo Mondo. Perplessità sui meccanismi della cooperazione internazionale sostenuta, in passato, anche dal ministro keniano, Uhuru Kenyatta, rappresentante africano ai colloqui dell’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO): “L’Africa ha un estremo bisogno di sconfiggere la povertà – aveva spiegato Kenyatta – e per farlo, più che gli aiuti economici, servirebbe favorire lo sviluppo di un commercio più equo”. (D.B.)

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    OMS: in Africa l'inquinamento provoca la morte di oltre due milioni di persone

    ◊   “Il continente africano è ricco di risorse naturali e ha una forte base potenziale di lavoratori per sostenere un'economia fiorente. Tuttavia le ricchezze naturali del continente sono seriamente compromesse da un eccessivo sfruttamento, dall'inquinamento e dalla cattiva gestione” si afferma nel documento preparatorio della prima Conferenza interministeriale sulla salute e sull'ambiente che si è tenuta a Libreville, capitale del Gabon. Alla Conferenza, che è stata organizzata con il contribuito di diverse agenzie dell'ONU, hanno partecipato 80 ministri della sanità e dell'ambiente di 53 Stati africani che hanno discusso come i fattori ambientali e sanitari condizionino sia la qualità della vita degli africani sia le possibilità di sviluppo economico del continente. I dati presentati alla Conferenza dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono allarmanti: il 23% dei decessi annuali in Africa (pari a 2,4 milioni di persone) sono dovuti “a fattori di rischio legati al deterioramento dell'ambiente, con conseguenze particolarmente gravi sui più poveri e i più vulnerabili”. L'Africa inoltre è diventata la “pattumiera” del mondo, dove le nazioni più sviluppate scaricano senza riguardo per l'ambiente e la salute delle persone, i rifiuti altamente inquinanti derivati dalla produzione industriale e dagli eccessi del consumismo (si pensi solo agli enormi stock di rifiuti legati all'elettronica di consumo: dai cellulari ai personal computer). Al termine dei lavori – riferisce l’agenzia Fides - i ministri africani hanno firmato la “Dichiarazione di Libreville”, un documento che sarà presentato al prossimo Vertice di Capi di Stato e di Governo dell'Unione Africana che impegna gli Stati africani a stabilire “un'alleanza strategica tra la sanità e l'ambiente”. Per non lasciare che la “Dichiarazione di Libreville” rimanga sulla carta occorre però, dicono gli esperti, che i ministri della Salute e dell'Ambiente africani coordinino le loro politiche con quelle dei responsabili dei dicasteri dell'agricoltura, dell'economia e degli alloggi. (R.P.)

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    Elezioni in Angola. L'arcivescovo di Luanda: consolidare la democrazia

    ◊   “Le elezioni sono un normale percorso verso la democrazia” e servono a “consolidare il Paese”. Alla vigilia del voto del 5 settembre in Angola, il cardinale Alexandre do Nascimento, arcivescovo emerito di Luanda, sottolinea l’importanza delle prime elezioni legislative nel paese dell’Africa centrale dalla fine della guerra civile del 2002 e ribadisce l’assoluta neutralità della Chiesa. “Gli angolani hanno finalmente raggiunto un alto grado di maturità civile e democratica” ha spiegato il prelato, che ha quindi invitano i fedeli a partecipare al voto e a scegliere in assoluta autonomia, in quanto “la Chiesa non opterà per nessun candidato”. Il cardinale, parlando alla radio nazionale, ha quindi richiamato l’attenzione sul corretto uso delle ricchezze derivanti dal rialzo dei prezzi del petrolio, di cui l’Angola è esportatrice. “Ringrazio molto, come religioso e come sacerdote, la Divina Provvidenza che ci ha dato petrolio in abbondanza”, ha aggiunto do Nascimento. “Il rialzo dei prezzi del greggio è positivo per noi" e in futuro dovremo essere “capaci di rispondere in modo adeguato” a questo nuovo boom economico. (D.B.)

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    Uruguay: il 6 e 7 settembre la Giornata nazionale della gioventù

    ◊   Nei giorni 6 e 7 settembre almeno 4 mila giovani uruguaiani prenderanno parte alla XXX edizione della Giornata nazionale della gioventù che, quest’anno, si svolgerà a 360 chilometri della capitale Montevideo, in località Tacuarembó, famosa per le sue ricchezze ambientali e paesaggistiche. Il luogo non è stato scelto a caso, poiché una delle tematiche che sarà studiata e analizzata dai giovani è proprio la salvaguardia del Creato, con particolare riferimento al Magistero di Benedetto XVI, soprattutto durante il suo recente viaggio in Australia per presiedere la XXIII GMG. La “due giorni” dei giovani uruguaiani si svolgerà sotto il motto: “Con Gesù, missione e vita, in abbondanza” e tale proposta sarà il punto di partenza per allargare lo sguardo sui punti principali del Magistero della V Conferenza episcopale continentale svoltasi ad Aparecida, nel maggio 2007. Il centro delle riflessioni sarà il grande tema della vita; “della vita umana donata gratuitamente da Dio e della quale l’uomo non è né padrone né proprietario, bensì custode, e anche la vita dell’intera creazione che è stata posta al servizio della perfezione umana”. Particolarmente interessanti ed utili saranno le riflessioni, previste nell’agenda, sul corretto rapporto con il nostro Pianeta che da “miniera” di risorse per la crescita della vita, rischia per certi comportamenti di diventare una “pattumiera”. Intanto il Comitato di presidenza della Conferenza episcopale dell’Uruguay, in una lettera firmata dal presidente mons. Carlos Collazzi e dal segretario generale mons. Luis del Castillo, ha annunciato a tutte le diocesi che il lancio nazionale della Missione continentale decisa in Aparecida e confermata nel recente Terzo Congresso americano missionario (Cam3) avverrà domenica 9 novembre, giorno della festa della Patrona dell’Uruguay, la “Virgen de los trenta y tres”. Il lancio sarà suggellato dal Pellegrinaggio nazionale che ogni anno porta fino al Santuario mariano migliaia e migliaia di fedeli. (L.B.)

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    Migliaia di visitatori a Bogotá per l'Expocatólica-2008

    ◊   Domenica scorsa si è chiusa a Bogotá l’«Expocatólica2008» che era stata inaugurata il 28 agosto con la benedizione del presidente della Conferenza episcopale colombiana mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla, che l’aveva presentata come “un nuovo sforzo da parte della Chiesa per trovare e percorrere vie nuove all’evangelizzazione”. L’evento, secondo un primo bilancio, nonostante fosse alla sua prima edizione, è stato un grande successo. Almeno 30 mila persone hanno visitato i 130 stand che raccontavano e spiegavano molte opere, iniziative e progetti delle diocesi colombiane e delle numerose strutture di servizio dell’episcopato. Mons. Salazar Gómez, al momento della chiusura ha manifestato la sua gioia “perché in questo sforzo - ha detto - la Chiesa colombiana ha lavorato molto unita convinta di poter dare una risposta, con azioni concrete, ai bisogni spirituali e materiali dei colombiani”. Da parte sua mons. Fabián Marulanda López, segretario dell’Episcopato ha ricordato che l’aspetto più rilevante dell’Expo sono stati i numerosi incontri di preghiera e di riflessione così come le Conferenze nelle quali si sono succeduti diversi presuli della Colombia, sacerdoti e anche esperti laici. È stata un’ottima occasione per parlare della dottrina sociale della Chiesa, del valore della vita, delle condizioni della pace, della promozione umana, dei sacramenti e della Parola di Dio”. Una parte importante di questi contenuti sono stati esposti tramite forme comunicative diverse: opere teatrali, momenti musicali e laboratori ludici per bambini. Una parte importante dell’evento sono stati gli spazi dedicati alla vita delle parrocchie colombiane che sono quasi 4 mila in tutto il Paese. Augurandosi che fra due o tre anni la Chiesa in Colombia possa ripetere quest’esperienza, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, ha infine sottolineato la partecipazione dei giovani commentando che “ciò incoraggia tutti a proseguire nel lavoro in favore della crescita della presenza del laicato nei compiti dell’evangelizzazione e, in particolare, della Missione continentale”. (A cura di Luis Badilla)

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    Taiwan: pubblicata la “Summa Theologiae” di San Tommaso d’Aquino in lingua cinese

    ◊   In vista della celebrazione dei 150 anni di evangelizzazione dell’isola di Taiwan, dopo 30 anni di lavoro di una decina di sacerdoti cinesi guidati dal defunto direttore dello Studium S. Pius, don Giuseppe Chou, è stata pubblicata ufficialmente la “Summa Theologiae” di San Tommaso d’Aquino in lingua cinese. Secondo Mons. Hong, Arcivescovo di Taipei, “l’opera è la forza dell’unità della religione cristiana cinese”. Secondo quanto riferisce Catholic Weekly, bollettino cattolico dell’Arcidiocesi di Tai Pei ripreso dall’agenzia Fides, il gigantesco lavoro teologico frutto dell’opera di teologi e sacerdoti, pubblicato da Catholic Window Press, è composto da 19 volumi con 613 tema e 3093 capitoli, per un totale di 6.500.000 caratteri cinesi. E’ un vero peccato che don Chou, che dedicato tutta la sua vita e la sua sapienza a questo lavoro, si sia spento poco prima della pubblicazione. Il suo successore, il direttore di Catholic Window Press, il rev. Peter Fei, ha voluto mettere una copia delle bozze nella sua bara. Durante la presentazione dell’opera, il rev. Peter Fei ha esposto anche le reliquie di San Tommaso, invocando la benedizione del Santo. Don Giuseppe Chou è stato poco conosciuto dai fedeli. Dopo aver conseguito il Dottorato in filosofia all’Università di Munster nel 1969, si è sempre dedicato alla formazione di seminaristi e sacerdoti. Uno terzo dei sacerdoti di Taiwan sono stati suoi alunni. (R.P.)

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    Cina: la comunità cattolica della diocesi di Lin Yi aiuta gli studenti poveri

    ◊   In vista dell’apertura del nuovo anno scolastico, la comunità cattolica della diocesi di Lin Yi, nella provincia di Shan Dong, guidata dal Vescovo Mons. Fang Xing Yao, ha consegnato 2.000 yuan ciascuno ad una ventina di studenti universitari e delle scuole superiori di famiglie disagiate, cattolici e non cattolici. Con questo gesto “abbiamo realizzato la nostra opera di amore. Inoltre queste offerte vengono anche dai non cattolici, quindi il gesto assume ulteriore senso e significato. La carità cristiana si diffonde come una goccia d’olio nell’acqua” conferma un sacerdote della comunità all’agenzia Fides. La diocesi di Lin Yi, come tante altre comunità cattoliche cinesi, hanno sempre dato massima attenzione alle esigenze sociali, soprattutto alle necessità dei più bisognosi, perché, come sottolinea il sacerdote, “la Buona Novella si trasmette attraverso gesti concreti e testimonianze convincenti”. (R.P.)

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    Il dopo GMG parte anche dal pub: “lunedì in birreria” a Sydney per parlare di Cristo

    ◊   Ritrovarsi in birreria, il primo lunedì di ogni mese, per parlare di Cristo e condividere con altri coetanei il proprio cammino di fede e le difficoltà collegate. La proposta – di cui riferisce l’agenzia Sir - è di Theology on Tap (Tot), gruppo di studenti dell’Università cattolica Notre Dame di Sydney che l’ha avviata circa un anno fa e che ora, dopo la recente GMG, sta riscuotendo successo. All’incontro di ieri, svoltosi in una birreria di Parramatta, ad ovest della metropoli australiana, erano presenti oltre trecento giovani, interessati ad approfondire il rapporto tra fede e amicizia. “La fede si sta rivelando un percorso per ridare sostanza ai valori fondanti di questa terra – ha osservato il relatore della serata, il teologo Peter Holmef - ciò che è importante, in questa fase, è ascoltare gli altri e non cercare di convincerli o di convertirli. L’annuncio evangelico - ha aggiunto - deve nutrirsi di testimonianza e l’ascolto è un primo passo”. “Theology on tap è un modo per sentirsi vicino alla Chiesa e vivere così la propria identità cattolica. La scelta del pub, quale luogo di socializzazione, rende più facile il ritrovarsi”, ha spiegato Patrick Langrell, dello staff di Tot. “E’ bello vedere, specie dopo la GMG, come la gente sia maggiormente interessata ad approfondire i temi della fede. Siamo partiti in 90; oggi ai nostri meeting ci sono in media 600 giovani”. (R.G.)

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    Indonesia: a Bogor il primo raduno del “Rinnovamento Carismatico” di Asia e Oceania

    ◊   Si terrà nella diocesi di Bogor, in Indonesia, dal 14 al 18 settembre, il primo raduno internazionale dei fedeli appartenenti al “Rinnovamento Carismatico Cattolico” presenti in Asia e Oceania. I fedeli si incontreranno per promuovere l’unità, per un proficuo scambio di esperienze, per condividere momenti di ascolto, catechesi, preghiera. Ad organizzare l’incontro è stata la sotto-commissione per l’Asia e Oceania dell’International Catholic Charismatic Renewal, organismo riconosciuto dalla Santa Sede. La Commissione – formata da 42 leader provenienti dalle comunità carismatiche di Medio Oriente, Asia meridionale, Sudest asiatico, Australia, Nuova Zelanda, Isole del Pacifico – si è incontrata negli anni scorsi a Singapore per preparare lo storico evento che vedrà i fedeli appartenenti al movimento, sparsi in due continenti, riunirsi per la prima volta. Durante l’incontro – riferisce l’agenzia Fides - si prevede la partecipazione di alcuni vescovi, vi saranno celebrazioni eucaristiche, preghiere di lode, seminari di studio. L’accoglienza nella diocesi di Bogor, nei pressi di Giakarta, è stata garantita dalla disponibilità della Chiesa locale, grazie all’impegno di sacerdoti, religiosi e laici. (R.P.)

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    Alla 30.ma Settimana europea la ‘peculiarità’ dell’esperienza religiosa statunitense

    ◊   “Rispetto alle sue matrici europee”, l’esperienza religiosa americana ha “una peculiarità, su cui ha particolarmente insistito Benedetto XVI nel suo recente viaggio negli Stati Uniti e il cui dato caratterizzante appare essere la ricerca della libertà di coscienza”. Così Cesare Alzati, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella prolusione con cui ha aperto questa mattina a Villa Cagnola – Gazzada (Varese) la XXX Settimana europea che la Fondazione Ambrosiana Paolo VI e la stessa Università Cattolica promuovono fino al 6 settembre. Tema dell’appuntamento, coordinato dallo stesso Alzati e dall’accademico dei Lincei Sante Graciotti: “L’Europa e la sua espansione religiosa nel continente nordamericano”. “Religiosità diffusa, libertà di coscienza nella separazione tra istituzioni civili e istituzioni ecclesiastiche, pluralismo religioso, integrazione culturale: l’esperienza americana - per Alzati - non è soltanto una straordinaria realtà storica, della cui vitalità siamo tutti testimoni, è anche un laboratorio in cui forme religiose generatesi in Europa in secoli passati stanno elaborando le modalità del loro proporsi nel mondo sempre più integrato e complesso che ci attende”. Il 3 settembre – scrive l’agenzia Sir - mons. Luigi Stucchi, vicario episcopale e presidente della Fondazione Ambrosiana, celebrerà a Villa Cagnola una Messa e ricorderà mons. Pasquale Macchi. (R.P.)

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    Regno Unito: le scuole confessionali respingono l’accusa di incoraggiare il settarismo

    ◊   Gli istituti educativi confessionali nel Regno Unito, non solo offrono un ottimo livello di preparazione anche in contesti sociali difficili, ma promuovono tra i giovani, valori quali il rispetto, la tolleranza e l’attenzione per gli altri. È quanto puntualizza una nota del “Faith Schools in the System”, una coalizione interreligiosa che riunisce i dirigenti scolastici di oltre 6mila scuole anglicane, cattoliche, metodiste, ebraiche musulmane, sikh e indù del Paese, che risponde così alle accuse mosse alle scuole confessionali di essere discriminatorie e di incoraggiare il settarismo. L’accusa è stata formulata da un gruppo denominato “Accord” sulla base dei risultati di una non meglio precisata “ricerca”. La nota, firmata tra gli altri da Oona Stannard, direttrice del Catholic Education Service per l’Inghilterra e il Galles, l’organismo che sovrintende alle 2500 scuole cattoliche in Gran Bretagna, evidenzia come contrariamente a quanto sostiene “Accord”, le scuole confessionali inglesi si siano sempre distinte non solo per l’alto livello di istruzione da esse impartito, come dimostra il boom delle iscrizioni registrato anche quest’anno, ma anche per la loro apertura alle persone di tutti i credi e per la promozione dei valori della tolleranza e della coesione sociale. Un impegno – ricorda in conclusione la nota - ribadito nella dichiarazione di intenti sottoscritta un anno fa dai principali gruppi religiosi del Regno Unito con il governo di Gordon Brown. (L. Z.)

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    Bilancio in Sicilia ad un anno dal Codice Etico adottato dalla Confindustria contro la mafia

    ◊   Su 51 provvedimenti adottati da Confindustria Sicilia per violazione del codice etico contro racket ed estorsioni, per una decina è già scattata l'espulsione, per una trentina è aperto il procedimento davanti ai probiviri, ma è scattata la sospensione, per un'altra decina si sono verificati degli allontanamenti volontari da parte degli imprenditori. 64 gli industriali, vittime del racket, che hanno denunciato i propri aguzzini e che stanno collaborando con Forze dell’Ordine e Magistratura. Sono i numeri del bilancio ad un anno dall’adozione del Codice etico contro le estorsioni, presentati questa mattina a Palermo dal presidente degli industriali siciliani. L’adozione del Codice etico, per Ivan Lo Bello non è l’unica novità ad aver portato un cambiamento in Confindustria Sicilia: “L’incidente probatorio celebrato ad Agrigento - ha detto Lo Bello – è stata un’innovazione giurisprudenziale importante perché ha consentito agli imprenditori che avevano denunciato, di andare una sola volta in aula e di non essere costretti a ripetere la denuncia nel dibattimento che si sarebbe celebrato tra qualche tempo”. Risultati incoraggianti, secondo Lo Bello, grazie anche alle associazione antiracket come Libero futuro. Nei prossimi giorni, d’intesa con la FAI (Federazione nazionale della associazioni antiracket), si aprirà a Caltanissetta una nuova associazione antiracket. “Siamo consapevoli che oggi occorre fare un salto di qualità – ha proseguito Lo Bello - Non ci si può limitare solo al pizzo e alle estorsioni. Con le Forze dell’Ordine ci occuperemo anche della lotta al riciclaggio dei patrimoni mafiosi, per individuare quelle aree di collusione, quelle zone grigie che esistono anche all’interno del nostro sistema”. “Non ci nascondiamo dietro a un dito – ha aggiunto Lo Bello - sappiamo che nel nostro mondo esistono pezzi minoritari del sistema imprenditoriale che ancora pensano che la mafia sia una risorsa per le proprie aziende e su questo vogliamo essere intolleranti e non fare sconti a nessuno”. “Credo che qualcosa - ha concluso il presidente degli industriali siciliani - la debba fare anche la politica e la Pubblica amministrazione: avevo proposto al presidente della Regione Lombardo, di nominare una Commissione autorevolissima che scrivesse un Codice di Governance per prevenire le infiltrazioni mafiose nella Pubblica amministrazione. Reitero al governatore l’idea della commissione”. (Da Palermo, Alessandra Zaffiro)

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    24 Ore nel Mondo



    Stato di emergenza in Thailandia dopo giorni di manifestazioni antigovernative

    ◊   Il primo ministro della Thailandia Samak Sundaravej ha proclamato lo stato di emergenza a Bangkok, dove migliaia di manifestanti da giorni occupano la sede del governo chiedendo le sue dimissioni. Il servizio di Fausta Speranza:

    Stato d’emergenza dichiarato dopo giorni di manifestazioni e una notte di scontri con un morto e decine di feriti. Gli incidenti sono avvenuti vicino al vasto complesso dove si trovano gli uffici del premier, da una settimana occupato da migliaia di manifestanti. Si tratta di militanti dell'Alleanza del popolo per la democrazia (PAD) che vogliono le dimissioni del premier Samak, ritenuto solo un prestanome dell'ex primo ministro Shinawatra: parliamo del miliardario deposto dal colpo di Stato militare nel 2006, fuggito in Gran Bretagna per sottrarsi a un processo per corruzione. L'annuncio dello stato d'emergenza è stato dato dal premier thailandese alla radio di Stato: ha imposto restrizioni ai media che “minano la pubblica sicurezza” e proibito tutti i raduni pubblici di oltre cinque persone. Ha poi affidato al generale Paochinda, comandante delle forze armate, il compito di farlo applicare. I militari però hanno chiarito che non intendono usare la forza contro i manifestanti dell'opposizione. E il comandante stesso ha precisato che non userà la forza per sloggiare i manifestanti dell'opposizione dalla sede del governo, aggiungendo che la crisi deve essere risolta in parlamento. Intanto, la situazione di tensione sta avendo ripercussioni sull'economia e in particolare sul turismo, una delle principali risorse della Thailandia. Già Australia, Corea del Sud e Singapore hanno consigliato ai loro cittadini di non recarsi nel Paese.

    Crisi georgiana
    La Russia è soddisfatta dell'"approccio responsabile" del vertice UE di ieri, che pur condannando il riconoscimento delle repubbliche secessioniste georgiane di Abkhazia e Ossezia del sud e rinviando a data da destinarsi il negoziato per il rinnovo del trattato di cooperazione strategica, non ha comunque varato sanzioni o chiuso la porta a Mosca, ribadendo anzi la necessità di non isolarla. Diverso è l'atteggiamento della Georgia, che oggi denuncia unilateralmente il trattato del 1992 sul regolamento del conflitto in Ossezia del sud, togliendo così legittimità ai caschi blu russi, trasformati in forza di occupazione. E a Tbilisi è atteso oggi il vicepresidente americano, Dick Cheney, l'uomo che nel maggio del 2006 aveva dato il via al gelo con Mosca con un discorso infiammato a Vilnius (Lituania) contro l'"ingerenza russa nei processi democratici" e le "ambizioni territoriali" sui Paesi confinanti. La Georgia è la prima tappa di un giro di consultazioni nell’area. Per quanto riguarda la decisione dell’UE, emersa nel vertice di ieri, di non varare sanzioni nei confronti di Mosca, ma di limitarsi a congelare i colloqui sulla cooperazione politica ed economica, è apparsa a molti analisti come una posizione di debolezza. Stefano Leszczynski ha chiesto ad Adriana Cerretelli, responsabile dell’Ufficio di Bruxelles del "Sole 24 Ore", quali siano le ragioni della linea morbida adottata dall’Europa:

    R. – In Europa ci sono grossomodo due schieramenti. Uno, capeggiato dagli inglesi e sostenuto dai Paesi dell’est, che erano del parere di dare delle risposte forti all’invasione della Georgia e, soprattutto, al mancato ritiro delle truppe russe dalla Georgia. Dall’altra parte, però, in Europa c’è un altro schieramento, altrettanto forte, che è quello formato da Francia, Germania, Italia, che invece è per una politica del dialogo, sia pure, almeno in teoria, ferma. Allora, dalla mediazione necessaria per non far fallire il vertice è venuto fuori un comunicato che sostanzialmente "predica" la solita linea del gradualismo.
     
    D. – Questa politica del dialogo è influenzata da una sudditanza di tipo energetico, anche economico se vogliamo, con la Russia...

    R. – L’Europa, non solo è divisa, ma ha le mani legate da una fortissima dipendenza energetica in termini di forniture di petrolio e gas dalla Russia. Non ci dimentichiamo che per di più l’attacco russo alla Georgia ha consentito ai russi di prendere il controllo di una delle rare vie alternative alla esclusiva fornitura della Russia di petrolio, che era la Georgia. Anche di questo l’Europa è stata privata.

     
    D. – Ci sarà bisogno, prima o poi, di un ripensamento globale della politica estera dell’Unione Europea...

     
    D. – Io direi che oggi non c’è una politica estera europea, al di là delle tante chiacchiere che la circondano. Non solo perché non c’è il Trattato di Lisbona firmato, che avrebbe dato un po’ più di voce a questa idea di creare una linea comune, ma oggi, in realtà, in Europa non ci sono interessi comuni omogenei, tali da consentire una politica estera.

    Accordo per gasdotto tra Russia e Uzbekistan
    Il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha raggiunto un accordo con il presidente dell'Uzbekistan, Islam Karimov, per la costruzione di un nuovo gasdotto in territorio uzbeko. Lo riferiscono le agenzie russe. L'accordo è una vittoria politica per Putin, date le pressioni americane sui Paesi centrasiatici produttori di idrocarburi per la diversificazione delle rotte, al momento monopolio quasi esclusivo della Russia. Il nuovo gasdotto, ha detto il premier russo, “servirà a mantenere il potenziale in crescita di esportazione di Uzbekistan e Turkmenistan”.
     
    7 morti per il passaggio di "Gustav", la Convention repubblicana parte sottotono
    New Orleans è scampata alla furia di "Gustav", che ha provocato sette morti ma non ha avuto il devastante impatto previsto. In precedenza, nel pieno della sua forza devastatrice, aveva seminato tra Haiti, Santo Domingo, Giamaica e Cuba, 103 morti e centinaia di sfollati. L’uragano ha, in ogni caso, condizionato l’apertura della convention repubblicana. Il servizio di Daniele Bongi:

    L’uragano "Gustav", dopo aver colpito la costa meridionale della Lousiana, ha perso la sua potenza ed è stato declassato al rango di “depressione tropicale”. Il peggio sembra insomma essere alle spalle e la città di New Orleans, devastata tre anni fa dall’uragano "Katrina", ha saputo reggere all’impatto. Il passaggio dell'uragano ha comunque causato la morte di 7 persone, nella zona costiera della Louisiana, tra New Orleans e Baton Rouge, in incidenti avvenuti nelle fasi dell’evacuazione. E’ presto per un bilancio completo dei danni ma secondo la CNN, si parla di circa 10 milioni di dollari. In una conferenza stampa, il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, ha invitato i concittadini a non lasciarsi andare a un “prematuro ottimismo” e ad aspettare ancora prima di far ritorno in città. Proprio in segno di solidarietà nei confronti delle vittime dell’uragano, la Convention repubblicana, aperta ieri a St.Paul, sta seguendo un programma ridotto all’essenziale. John McCain, che ha annullato gli interventi previsti nel primo giorno della manifestazione, ha esortato i delegati e tutti gli americani a inviare aiuti per l'emergenza via SMS telefonici. Assenti il presidente Bush e il vicepresidente Cheney. A risollevare le sorti della serata ci hanno pensato le donne: la First Lady, Laura Bush, Cindy McCain, moglie di John, e la vice del candidato repubblicano Sarah Palin. Resta però alta l’allerta per gli uragani: la tempesta tropicale "Hanna", formatasi la settimana scorsa, è ora passata al rango di "uragano". Si trova al largo delle Bahamas: non è certa la sua direzione, ma non si esclude che possa dirigersi verso la costa orientale degli Stati Uniti.

    Pakistan
    I talebani pachistani hanno detto di aver rapito due ingegneri cinesi e due pachistani, sottolineando che i sequestri continueranno fino a quando il governo non metterà fine agli attacchi contro i militanti islamici. I due cittadini cinesi - ingegneri nel campo delle telecomunicazioni - unitamente all'autista e a una guardia pachistani erano scomparsi venerdì scorso non lontano dal confine afghano mentre facevano ritorno a casa dopo aver effettuato lavori di riparazione a un impianto di telecomunicazioni. Un portavoce dei talebani ha rivendicato la responsabilità del sequestro affermando che i quattro sono in buone condizioni. La Cina è fedele alleata del Pakistan, Paese in cui Pechino effettua ampi investimenti.

    Afghanistan
    Le forze americane alla guida della coalizione internazionale ("Enduring Freedom") e quelle della NATO hanno smentito una loro implicazione in un'operazione militare nella periferia est di Kabul, che nella notte tra domenica e lunedì ha portato alla morte di quattro civili. Ieri centinaia di manifestanti avevano protestato per la morte di un uomo, una donna e due bambini, uccisi nella loro abitazione, secondo loro, da soldati stranieri. Le forze americane della coalizione ("Enduring Freedom") e quelle dell'ISAF (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, della NATO) hanno negato di essere all'origine del blitz notturno. Le autorità afghane oggi non erano in grado di confermare o smentire un’eventuale implicazione delle loro forze. L'incidente è accaduto mentre nel Paese è in corso un'aspra polemica per l'alto numero di civili uccisi recentemente, specialmente da bombardamenti delle forze della coalizione a guida USA.

    Ancora attentati in Iraq
    Sette civili iracheni, tra cui due bambine, sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti dall'esplosione di un'autobomba guidata da un attentatore suicida a Est di Mossul, a Nord di Baghdad. Inoltre, due persone, tra cui un poliziotto, sono state uccise e altre dieci sono state ferite stamani dall'esplosione di un ordigno nella parte Est di Baghdad. Lo ha riferito l'agenzia irachena "Nina" citando fonti della sicurezza, secondo cui l'ordigno è esploso nei pressi dell'ospedale al-Kindi, al passaggio di una pattuglia della polizia, provocando, oltre alle vittime, anche diversi danni.

    Nancy Pelosi a Hiroshima
    La presidente della Camera dei Rappresentanti statunitense, Nancy Pelosi, ha deposto una corona di fiori al monumento di Hiroshima dedicato alle vittime della bomba atomica, sganciata sulla città dagli Stati Uniti nel 1945. La Speaker è così la più alta carica istituzionale degli USA, la terza per importanza dopo presidente e vice presidente, ad aver reso omaggio al Cenotafio dell'olocausto nucleare, nel pieno delle sue funzioni. L'ex presidente americano Jimmy Carter si era recato a Hiroshima nel 1984, dopo aver lasciato la Casa Bianca. La visita al "Parco della Pace" e al museo di Hiroshima ha avuto luogo nell'ambito degli appuntamenti in calendario per la riunione degli Speaker del G8, cui partecipa per l'Italia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, incentrata quest'anno proprio su disarmo e rilancio della pace e che oggi entra nella sua seconda e ultima giornata di lavori. Gli altri Paesi del club degli Otto Grandi sono Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Russia e Giappone.

    Giappone
    Dopo le dimissioni ieri del premier Fukuda, il partito Liberaldemocratico giapponese (LDP) dovrebbe scegliere il nuovo presidente e, quindi, il leader destinato a succedere al primo ministro dimissionario il prossimo 22 settembre. Lo riferiscono fonti del partito di governo, mentre le previsioni sembrano pendere a favore del segretario generale, Taro Aso, che il 20 settembre compirà 68 anni. Aso è il politico attualmente più popolare in Giappone, forse solo dopo l'ex premier Koizumi.

    Spagna
    Il giudice della "Audiencia Nacional", il principale tribunale spagnolo, Baltasar Garzon ha promosso un grande censimento delle decine di migliaia di vittime del franchismo, prima di pronunciarsi sulla possibile apertura di una maxi-inchiesta sulla loro scomparsa: lo riferisce la stampa spagnola. Garzon ha chiesto ai Ministeri della cultura, della difesa e della giustizia, ai comuni di Madrid, Siviglia, Granada e Cordoba, ed alle quasi 23.000 parrocchie spagnole di comunicargli ogni informazione in loro possesso sui 'desaparecidos', sulle persone sepolte in fosse comuni e sulle altre vittime del franchismo. Il giudice della "Audiencia Nacional" ha fissato al 17 luglio del 1936, il giorno in cui scattò il colpo di Stato del generale Francisco Franco, l'inizio della indagine conoscitiva. L'ordinanza precisa che l'inchiesta riguarda “le persone scomparsa come conseguenza diretta del "Alzamiento Nacional" (il "sollevamento nazionale" decretato da Franco, ndr), della Guerra Civile (1936-1939) e “nel dopoguerra sotto il nuovo regime” (1939-1975). Circa 500.000 persone sono morte nella Guerra Civile ed altre 50.000 sono state giustiziate dalla dittatura franchista dopo la fine del conflitto. Le associazioni delle famiglie delle vittime del franchismo, le cui petizioni sono all'origine della decisione di Garzon, oggi hanno sottolineato l'importanza ''storica" della iniziativa del giudice.

    Immigrazione irregolare
    Trentasette migranti, tra cui una donna, 17 minorenni e un neonato, sono sbarcati stamane verso le 4,30 a Lampedusa, isola dell’estremo sud Italia. Gli extracomunitari sono stati rintracciati dalla Guardia di finanza sull'isola dopo l'individuazione del barcone con cui erano giunti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 246

     
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