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Sommario del 31/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze: il cosmo non è un caos, ma un ordine fondato dal Creatore che la scienza può progressivamente indagare nelle leggi che lo regolano
  • Il presidente del Libano Sleiman ricevuto dal Pontefice. La Santa Sede: sia salvaguardata la peculiare identità di questo Paese
  • I movimenti ecclesiali sono una preziosa risorsa per la Chiesa, ma si intensifichi il dialogo con i Pastori: così il Papa ai carismatici
  • Altre udienze
  • Benedetto XVI agli Atenei Pontifici: “Cercate la sapienza di Dio che libera dalla presunzione e dall’orgoglio della sapienza del mondo"
  • Il cardinale Cordes in visita negli Stati Uniti dal 3 al 10 novembre
  • Crisi finanziaria causata dai Paesi ricchi e pagata dai poveri: la denuncia di mons. Migliore all'ONU
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Situazione drammatica a Goma, assediata dai ribelli. Migliaia di civili in fuga
  • Domani a Roma la Corsa dei Santi, stracittadina promossa dalla Fondazione Don Bosco
  • Ieri al Festival di Roma presentato il nuovo film di Krzysztof Zanussi
  • Chiesa e Società

  • Orissa: le esequie di padre Digal, ucciso dagli estremisti indù
  • Condanna unanime in Spagna per l’attentato dell'ETA all'Università di Navarra
  • L’impegno della Caritas italiana nella Repubblica Democratica del Congo e in Pakistan
  • Amputate le gambe ad una missionaria spagnola ferita da una bomba in Congo
  • Honduras: indigeni uccisi e perseguitati per la terra
  • Aperta in Benin l'assemblea generale dell'Unione Africana di Radiodiffusione
  • Prosegue nella città di San Francesco il 29.mo Convegno Nazionale Italiano "Giovani verso Assisi"
  • Iniziative e attività per l'Anno Paolino
  • 24 Ore nel Mondo

  • Le misure economiche anticrisi al centro degli interventi dei candidati alle presidenziali USA
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze: il cosmo non è un caos, ma un ordine fondato dal Creatore che la scienza può progressivamente indagare nelle leggi che lo regolano

    ◊   Il cosmo non è un sistema caotico bensì ordinato ed è possibile “leggere”, nelle sue regole interne, la presenza di un Creatore, grazie anche al contributo e al continuo sviluppo delle scienze. E’ il pensiero di sintesi con il quale Benedetto XVI si è rivolto stamattina ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, riunita da oggi in Vaticano, e fino al 4 novembre, per discutere degli ultimi apporti della ricerca scientifica sulle origini e l’evoluzione dell’universo, della materia e della vita. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Affermare che la fondazione del cosmo e il suo sviluppo siano frutto della “provvidenziale sapienza” di un Creatore non vuol dire che la creazione ha a che fare solo con l'inizio della storia del mondo e della vita. Essa implica che il Creatore “origina questi sviluppi” e li “sostiene continuamente”. E’ uno dei passaggi chiave dell’intenso discorso rivolto da Benedetto XVI agli scienziati ricevuti in Vaticano. “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita”, tema della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, è argomento di grande interesse, ha osservato all’inizio il Papa, poiché “molti dei nostri contemporanei - ha riconosciuto - oggi riflettono sull'origine ultima degli esseri viventi, sulla loro causa e la loro fine, e sul significato della storia umana e dell'universo”:

     
    “In questo contesto, sorgono naturalmente le questioni riguardanti il rapporto tra la lettura scientifica del mondo e della lettura offerta dalla Rivelazione cristiana. I miei predecessori, Pio XII e Giovanni Paolo II, hanno osservato che non vi è alcuna opposizione tra la comprensione della creazione data dalla fede e la prova offerta dalle scienze empiriche”.

     
    Se “nella sua fase iniziale”, ha detto il Pontefice, la filosofia ha proposto un’idea per così dire “orizzontale” dell'origine del cosmo, basata cioè su uno o più elementi del mondo materiale, la successiva comprensione metafisica dell’essere in quanto tale ha portato l’uomo a intuire che il mondo, in quanto “creato”, viene da “Essere” creatore. Il Papa ha citato in proposito Tommaso d’Aquino, il quale affermò che “la creazione non è né un movimento né una mutazione. Essa è invece data dal fondamentale e continuo rapporto che lega la creatura al Creatore, perché egli è la causa di ogni essere e di ogni divenire”.

     
    In un’ottica di fede, dunque, leggere l’evoluzione - lungi dal considerarla un “caos” - è come “leggere un libro”, secondo un’antica similitudine cara a molti scienziati, compreso Galileo. Un libro, ha sostenuto Benedetto XVI, “la cui storia, la cui evoluzione, il cui ‘essere scritto’ ed il cui significato, noi ‘leggiamo’ in base ai diversi approcci delle scienze”:

     
    “Nonostante gli elementi irrazionali, caotici e distruttivi rilevabili nel lungo processo di cambiamento nel cosmo, la materia in quanto tale è ‘leggibile’. È una costruzione interna ‘matematica’. La mente umana può pertanto impegnarsi non solo in una ‘cosmografia’, studiando i fenomeni misurabili, ma anche in una ‘cosmologia’, cioè discernendo la logica interna visibile del cosmo”.

     
    “Potremmo non essere all’inizio in grado - ha proseguito il Papa - di cogliere sia l'armonia nel suo complesso sia nelle relazioni delle singole parti, o il loro rapporto rispetto a tutto l'insieme”. Eppure, i rapporti che l’uomo nel corso dei secoli ha saputo cogliere e descrivere - ad esempio, tra microstruttura e macrostruttura nel mondo inorganico, o tra struttura e funzione in quello organico e animale - e tra conoscenza della verità e l'aspirazione alla libertà nel mondo spirituale - dimostrano, ha sottolineato Benedetto XVI, che la ricerca sperimentale e filosofica sa scoprire “gradualmente questi ordini, li percepisce lavorando per mantenerli in essere, per difendersi dagli squilibri e superare gli ostacoli”. E proprio grazie alle scienze naturali, ha soggiunto “abbiamo notevolmente aumentato la nostra comprensione della unicità del posto che occupa l'umanità all’interno del cosmo.

     
    Il Papa ha concluso il suo intervento con queste parole di Giovanni Paolo II, pronunciate nel 2003: “La verità scientifica, che è di per sé una partecipazione alla verità divina, può aiutare la filosofia e la teologia a comprendere ancor più pienamente la persona umana e la Rivelazione di Dio sull'uomo, una rivelazione che è stata completata e perfezionata in Gesù Cristo”.

     
    Tra i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze figura, fra gli altri, il prof. Werner Arber, 79.enne biologo svizzero, che esattamente 30 anni fa fu insignito del Premio Nobel per la medicina. Mario Galgano della redazione tedesca della nostra emittente lo ha intervistato sul nodo del rapporto tra scienza e fede:

    R. - Die große Mehrheit der Naturwissenschaftler...
    La maggioranza degli scienziati è convinta che sia una sciocchezza cercare di provare scientificamente l’esistenza di Dio. Ciò non viene messo in discussione durante la nostra assemblea plenaria. Ma vorrei sottolineare come la scienza debba avere un grande rispetto nei confronti della fede. La fede è una parte importante della vita umana. Scienza e fede sembrano essere due mondi cosi differenti, ma l’importante è che non ci sia un conflitto tra le due parti. Quello che vogliamo e dobbiamo sviluppare è la collaborazione reciproca. Questa collaborazione ha un nome significativo, cioè evoluzione.

     
    D. - Come valuta il lavoro svolto in seno alla Pontificia Accademia delle Scienze?

     
    R. - Ich bin als Nicht-Katholik von der Zusammenarbeit...
    Io sono uno svizzero di fede protestante e sono molto soddisfatto della collaborazione con il Vaticano. Nella nostra Accademia Pontificia ci sono tanti non cattolici. Trovo molto importante anche il fatto che i membri provengano da tutti i continenti. Un altro punto importante è il fatto che ci siano tante donne in questa Accademia. Ciò è un segno per la scienza e dimostra che cerca di essere all’avanguardia nel rapporto con le scienze naturali.

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    Il presidente del Libano Sleiman ricevuto dal Pontefice. La Santa Sede: sia salvaguardata la peculiare identità di questo Paese

    ◊   Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica libanese, il generale Michel Sleiman, che successivamente ha avuto un incontro con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone: incontro al quale si sono aggiunti il Ministro degli Affari Esteri e degli Emigrati Fawzi Salloukh e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce la Sala Stampa vaticana - è stato ribadito l’interesse della Santa Sede per il Libano e il suo continuo impegno affinché ne sia salvaguardata la peculiare identità. Vivo apprezzamento è stato quindi espresso per lo sforzo che il Paese e i suoi leaders stanno compiendo nell’intento di ricondurre la vita istituzionale entro i binari della normale dialettica politica, dove ogni componente del popolo libanese possa apportare il suo contributo al bene comune e veda le proprie preoccupazioni e attese tenute nella dovuta considerazione. Ci si è soffermati, infine, sulla delicata situazione regionale, auspicando una rapida e giusta soluzione della questione palestinese e accennando alle condizioni e ai problemi delle comunità cristiane nel Medio Oriente”.

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    I movimenti ecclesiali sono una preziosa risorsa per la Chiesa, ma si intensifichi il dialogo con i Pastori: così il Papa ai carismatici

    ◊   Si intensifichi il dialogo tra i Pastori e i movimenti ecclesiali, preziosa risorsa da valorizzare nella Chiesa: è l’auspicio espresso oggi dal Papa nell’incontro con la Fraternità Cattolica delle Associazioni e Comunità Carismatiche di Alleanza (Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships) che ha promosso ad Assisi una Conferenza Internazionale sul tema: “Noi predichiamo Cristo Crocifisso, potenza e sapienza di Dio”. Si calcola che nel mondo i carismatici siano 500 milioni, di cui 120 milioni cattolici. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il Papa ribadisce un concetto che ha già affermato più volte:

     
    “I Movimenti ecclesiali e le Nuove Comunità, fioriti dopo il Concilio Vaticano II, costituiscono un singolare dono del Signore ed una risorsa preziosa per la vita della Chiesa. Essi vanno accolti con fiducia e valorizzati nei loro diversi contributi da porre a servizio dell’utilità comune in modo ordinato e fecondo”.

     
    “I Movimenti e le Nuove Comunità – ha aggiunto - sono come delle irruzioni dello Spirito Santo nella Chiesa e nella società contemporanea”. Merito delle Comunità del Rinnovamento Carismatico Cattolico è aver richiamato nella Chiesa l’attualità dei carismi o doni dello Spirito Santo:

     
    “Ciò che apprendiamo nel Nuovo Testamento sui carismi, che apparvero come segni visibili della venuta dello Spirito Santo, non è un evento storico del passato, ma realtà sempre viva: è lo stesso divino Spirito, anima della Chiesa, ad agire in essa in ogni epoca, e questi suoi misteriosi ed efficaci interventi si manifestano in questo nostro tempo in maniera provvidenziale”.

     
    Il Papa, sulla scia del Catechismo della Chiesa Cattolica, sottolinea “il valore e l’importanza dei nuovi carismi nella Chiesa, la cui autenticità viene però garantita dalla disponibilità a sottomettersi al discernimento dell'autorità ecclesiastica”:

     
    “Proprio perché assistiamo a una promettente fioritura di movimenti e comunità ecclesiali, è importante che i Pastori esercitino nei loro confronti un prudente, saggio e benevolo discernimento. Auspico di cuore che si intensifichi il dialogo tra Pastori e Movimenti ecclesiali a tutti i livelli: nelle parrocchie, nelle diocesi e con la Sede Apostolica”.

     
    Oggi sono allo studio opportune modalità per dare riconoscimento pontificio ai nuovi Movimenti e Comunità ecclesiali e non sono pochi quelli che già lo hanno ricevuto. “Di questo dato, il riconoscimento o l’erezione di associazioni internazionali da parte della Santa Sede per la Chiesa universale” - precisa il Pontefice - “i vescovi non possono non tenere conto nel doveroso discernimento che ad essi compete”. Benedetto XVI plaude quindi all’intenzione della Fraternità di costituire “un Centro di formazione permanente per i membri e i responsabili delle Comunità Carismatiche” e al “trasferimento della Sede internazionale dell’associazione a Roma, con la possibilità di essere in più stretto contatto con il Pontificio Consiglio per i Laici”. Infine ricorda che uno degli obiettivi della Fraternità è proprio quella di “salvaguardare l'identità cattolica delle comunità carismatiche e incoraggiarle nel mantenere uno stretto legame con i Vescovi e con il Romano Pontefice”:

     
    “La salvaguardia della fedeltà all'identità cattolica e dell’ecclesialità da parte di ognuna delle vostre comunità vi permetterà di rendere dappertutto una testimonianza viva ed operante del profondo mistero della Chiesa. E sarà proprio questo a promuovere la capacità delle varie comunità di attirare nuovi membri”.

     
    Nel suo indirizzo di saluto, il prof. Matteo Calisi, presidente della Fraternità, ha ribadito l’affetto e la piena fedeltà dei carismatici al Vicario di Cristo offrendo il contributo degli aderenti per l’evangelizzazione di tutto il mondo:

     
    “Non temiamo nulla per il futuro, perché la dignità della nostra natura ecclesiale e l’affascinante bellezza dell’incontro personale con Gesù Cristo Crocifisso, Morto e Risorto, che ha conquistato per sempre la nostra esistenza umana, ci spingono con coraggio e determinazione ad annunciare al mondo il lieto messaggio del Vangelo: unica speranza di salvezza”.

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina anche mons. Jude Thaddeus Okolo, arcivescovo titolare di Novica, nunzio apostolico in Ciad e nella Repubblica Centroafricana, con i familiari.

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    Benedetto XVI agli Atenei Pontifici: “Cercate la sapienza di Dio che libera dalla presunzione e dall’orgoglio della sapienza del mondo"

    ◊   Un invito a rimanere fedeli al Cristo che la Chiesa presenta, per impegnarsi nel lavoro intellettuale, interiormente liberi dalla tentazione dell’orgoglio, vantandosi sempre e solo nel Signore. Lo ha rivolto ieri sera il Papa agli studenti e ai docenti dei Pontifici Atenei Romani, al termine della Messa celebrata nella Basilica di San Pietro dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, per l'inaugurazione dell'Anno accademico. Il servizio è di Paolo Ondarza.

    "Non è la conoscenza in sé che può far male, ma la presunzione, il 'vantarsi' di ciò che si è arrivati – o si presume di essere arrivati – a conoscere. E proprio da qui derivano le fazioni e le discordie nella Chiesa e, analogamente, nella società".
     
    Ha parlato così il Papa agli studenti e ai docenti dei Pontifici Atenei Romani, ricordando le parole di San Paolo ai Corinzi, comunità nella quale erano scoppiate divisioni, “segno di una falsa sapienza”. “C’è una sapienza della croce, sapienza di Dio” – ha detto il Santo Padre – contrapposta alla stoltezza , che San Paolo chiama la sapienza del mondo”. Quest’ultima – ha aggiunto – “è un modo di vivere e vedere le cose prescindendo da Dio e seguendo le opinioni dominanti, secondo i criteri del successo e del potere”. La sapienza divina consiste invece nel seguire la mente di Cristo:

     
    "E’ Cristo che ci apre gli occhi del cuore per seguire la strada della verità e dell’amore".
     
    Ma come seguire e cercare la mente di Cristo? “Attraverso la Chiesa e nella Chiesa”, ha spiegato Benedetto XVI: “Bisogna essere uomini e donne spirituali, perché altrimenti si ricade nella stoltezza”, anche se magari si studia molto e si diventa “dotti e sottili ragionatori di questo mondo”. Occorre essere “piccoli”: per dirla con l’Apostolo delle Genti, “farsi “stolti agli occhi del mondo” per diventare davvero sapienti “davanti a Dio”. Non si tratta di un atteggiamento anti-intellettuale: Paolo – ha ricordato il Papa – si oppone ad un tipo di superbia intellettuale, in cui l’uomo, pur sapendo molto, perde la sensibilità per la Verità:

     
    "Cari amici, questa riflessione paolina non vuole affatto condurre a sottovalutare l’impegno umano necessario per la conoscenza. L’Apostolo cioè denuncia il veleno della falsa sapienza, che è l’orgoglio".
     
    E la Verità è il perno attorno a cui deve ruotare l’impegno, lo studio e la vita tutta degli Atenei Pontifici: lo ha evidenziato nell’omelia il cardinale Grocholewski:

     
    "Questa arma della verità ha un particolare valore per voi studenti e per voi professori. Che il vostro ascolto e la vostra parola si sforzino sempre di discernere la verità dai suoi contrari: l’ignoranza, l’errore, la menzogna".

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    Il cardinale Cordes in visita negli Stati Uniti dal 3 al 10 novembre

    ◊   Su invito della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America (USCCB), il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, dicastero incaricato di promuovere l’impegno caritativo della Chiesa, si recherà negli Stati Uniti dal 3 al 10 novembre prossimi per incontrare i vescovi americani, riuniti a Baltimora in occasione della loro Assemblea Plenaria. Insieme ai presuli ed ai responsabili di Catholic Charities USA e di Catholic Relief Services, il porporato rifletterà sugli elementi teologici evidenziati dalla prima Enciclica di Papa Benedetto XVI, “Dio è amore”. “Scopo della visita – afferma un comunicato di Cor Unum - è quello di favorire lo scambio di esperienze nell’ambito della pastorale della carità. Sin dai primordi della nazione, la Chiesa si è collocata in prima linea nel sostegno a quanti erano nel bisogno, all’interno del Paese come al di là delle frontiere degli Stati Uniti; oggi vi sono nuove sfide da affrontare ed opportunità da cogliere, nel contesto di un tessuto sociale e demografico caratterizzato da mutamenti repentini. La diakonia rimane comunque indispensabile sia per i poveri, sia per manifestare l’essenza stessa della Chiesa e, poiché è una delle tre missioni ecclesiali, è primario il ministero del Vescovo o dell’ordinario locale, in quanto su di lui ricade la responsabilità ultima dell’impegno caritativo”. Nel corso della visita, il cardinale Cordes terrà alcuni incontri e conferenze sulla carità nelle arcidiocesi di New York, Denver e Newark. Riceverà inoltre una laurea honoris causa della Seton Hall University, la più antica Università diocesana cattolica degli Stati Uniti d’America.

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    Crisi finanziaria causata dai Paesi ricchi e pagata dai poveri: la denuncia di mons. Migliore all'ONU

    ◊   Un profitto sfrenato e una ricerca del guadagno senza scrupoli e ad ogni costo hanno fatto dimenticare le più basilari regole etiche degli affari. Sono parole dell'osservatore parmanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, l'arcivescovo Celestino Migliore, intervenuto nel dibattito dedicato alla crisi finanziaria nell’ambito della 63.ma sessione dell’Assemblea generale dell’ONU. Il servizio di Fausta Speranza:

    “Governi e istituzioni che rigorosamente moltiplicano le regole che riguardano i consumatori sono sbadati quando si tratta di conservare lo stesso rigore a livelli più alti dell’economia”. Mons. Migliore non usa mezzi termini nel raccomandare che di fronte alla crisi attuale dell’economia globale, non ci si fermi a parole di deplorazione o di rammarico per i costi subiti dai Paesi poveri ma ci si impegni a “raggiungere modi e mezzi per evitare simili crisi in futuro”. L’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU aggiunge che anche per quanto riguarda i Paesi poveri ci sono due pesi e due misure: tutti i condizionamenti pretesi per i Paesi in via di sviluppo vengono dimenticati per le economie sviluppate. Eppure – sottolinea – il tracollo delle economie forti viene pagato da quelle più deboli. Mons. Migliore invita a considerare il bene comune e il concetto di solidarietà che – spiega – deve essere considerato a livello nazionale e globale e anche tra le generazioni. E poi parla espressamente del prestito come di “un’attività sociale necessaria” per poi affermare però che quando c’è il rischio reale che mai un debito possa essere restituito, i risparmiatori vengono truffati e i debitori diventano veri complici di furto. C’è bisogno – dice mons. Migliore – di restituire credibilità e autenticità all’attività di prestito, che deve essere una parte della catena produttiva di beni e servizi e non un’attività indipendente. E mons. Migliore chiama a riflettere sulla recente e positiva esperienza del microcredito, che dimostra il paradosso: coloro che davano meno garanzie per ricevere prestiti sono di gran lunga più seri e affidabili debitori. In ultimo parole di richiamo per tutti perché vengano ripensati valori e stili di vita: un consumismo crescente e incontrollato che non contempla risparmi e capitali produttivi è economicamente insostenibile. Lo è – spiega l’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU – anche per quanto riguarda l’ambiente e la dignità dell’uomo, creatura razionale.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Per svilupparsi ed evolversi il mondo deve essere creato: in prima pagina, il discorso di Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze, in cui ribadisce che non c’è opposizione tra fede nella creazione e scienze empiriche.

    Quando l’ulivo non è simbolo di pace: nell’informazione internazionale, un articolo di Luca M. Possati sulla lotta per la terra in Cisgiordania.

    In rilievo la situazione nella Repubblica Democratica del Congo: febbrili sforzi diplomatici per fermare il conflitto nel Nord Kivu; l’Unione Europea potrebbe inviare truppe per aprire corridoi umanitari.

    In cultura, un articolo di Fabrizio Bisconti sul passaggio della vita alla morte e l’ingresso in paradiso nell’iconografia cristiana dei primi secoli.  

    Il segreto della breve vicenda di un fiore: Inos Biffi sull’inno manzoniano “Ognissanti”, rimasto incompleto.

    Fiorenzo Facchini analizza il rapporto fra creazionismo ed evoluzionismo.

    Divulgazione scientifica o arte della persuasione? La cronaca di Giulia Galeotti della giornata di studio sul tema dell’informazione, organizzata, a Roma, dal premio Sapio per la ricerca italiana 2008.

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    Oggi in Primo Piano



    Situazione drammatica a Goma, assediata dai ribelli. Migliaia di civili in fuga

    ◊   Si fa sempre più drammatica l'emergenza umanitaria nel nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. La città di Goma, al confine con il Rwanda, è assediata dai ribelli guidati dal generale Laurent Nkunda. Migliaia di civili in fuga dalle violenze hanno bisogno di aiuti urgenti. Ferve intanto l’attività internazionale per porre fine ai combattimenti. Sentiamo Marco Guerra:

    ''La missione delle Nazioni Unite non potrà impedirmi di raggiungere Goma''. Mostra i muscoli Laurent Nkunda, il leader dei ribelli tutsi della Republica Democratica del Congo, che stringe d’assedio il capoluogo del nord Kivu. La città vive queste ore con il fiato sospeso, aspettando l’ingresso dei miliziani da un momento all’altro. Le strade sono deserte e le attività sono tutte ferme, mentre le organizzazioni umanitarie contano decine di migliaia di profughi, per i quali i ribelli hanno comunque assicurato corridoi per l’assistenza di quanti si trovano dietro le loro linee. E con il precipitare della situazione si moltiplicano gli appelli per una soluzione pacifica della crisi: dopo la conferenza episcopale si sono fatti sentire anche i missionari, la Caritas e il segretario generale del ONU, Ban Ki-moon. Intanto inizia a prendere piede anche l’iniziativa della comunità internazionale. L'Unione Europea considererà tra oggi e domani l'opzione di inviare un contingente militare nell’area del conflitto. Ipotesi fortemente sostenuta dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e dal Belgio, ma che lascia perplesse Germania e Inghilterra. Lo stesso Kouchner partirà in giornata per Goma accompagnato dal segretario di Stato alla cooperazione. Mente gli Stati Uniti hanno già inviato in Congo, per una serie di colloqui, il segretario di Stato aggiunto per l’Africa, Frazer.

     
    Sulla situazione a Goma Giancarlo La Vella ha intervistato Andrea Pontiroli di Medici Senza Frontiere, presente con la Caritas nella città assediata:

    R. – La situazione è precipitata negli ultimi giorni, ma ci tengo a sottolineare che sono diversi mesi che in tutto il nord Kivu la guerra è scoppiata raggiungendo livelli di violenza mai vista negli ultimi anni. In questo momento, continuiamo a lavorare in tutte le zone colpite dal conflitto e siamo anche presenti a Goma. Una cosa estremamente preoccupante, dopo la giornata di ieri, è che ci sono stati 31 casi di colera confermati, appena fuori Goma, il che è una prova dell’ardua situazione, perché ovviamente il colera scoppia in casi di sovraffollamento. E in una situazione come questa, di grande vulnerabilità per la popolazione civile, questo può avere delle conseguenze molto serie. Ci sono bambini gravemente malnutriti, specie nelle zone più remote, dove le persone si nascondono per settimane, se non mesi, nelle foreste, quando i loro villaggi vengono attaccati. Quindi, vediamo grandissimi livelli di violenza, sia diretta che indiretta, nei confronti della popolazione civile.

     
    D. – Ogni crisi umanitaria coinvolge i Paesi limitrofi. A parte le frizioni tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo c’è il rischio che il conflitto in nord Kivu infiammi tutta la regione dei Grandi Laghi?

     
    R. – E’ un rischio purtroppo che, se guardiamo alla storia, è successo altre volte. Ovviamente sta alla comunità internazionale cercare di risolvere il conflitto da un punto di vista politico. Noi come organizzazione umanitaria ci limitiamo ad un ruolo di soccorso immediato, nel corso dell’emergenza, e di denuncia della situazione umanitaria. Ovviamente credo che sia un ulteriore motivo perché ci sia una mobilitazione per soccorrere la popolazione civile.

     
    D. – Le parti in conflitto favoriscono l’intervento umanitario o no?

     
    R. – Noi abbiamo continuato e continuiamo in questo preciso momento a lavorare in tutte le zone colpite dal conflitto, sia sotto il controllo dell’esercito regolare, sia sotto il controllo degli uomini di Nkunda o di altri movimenti armati. Ovviamente non è facile, bisogna sempre spiegare a tutte le parti in conflitto che siamo un’organizzazione indipendente, neutrale e che l’unica cosa che facciamo è soccorrere la popolazione civile e non portare aiuti a una parte o all’altra. Ci stiamo riuscendo, però, e ci siamo riusciti finora.

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    Domani a Roma la Corsa dei Santi, stracittadina promossa dalla Fondazione Don Bosco

    ◊   Non solo una manifestazione sportiva, ma una grande kermesse in onore della innumerevole folla di Santi che popolano il martirologio cristiano. E’ la ‘Corsa dei Santi’, iniziativa promossa dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo, che si terrà domani in occasione della Festa di tutti i Santi. La manifestazione si articolerà su due percorsi, entrambi con partenza e arrivo di fronte a Piazza San Pietro: uno agonistico, di circa 10 chilometri, che si snoderà all’interno della città toccando i monumenti più celebri della cristianità, e uno stracittadino, di 4 chilometri, attorno al Vaticano e aperto a tutti. Sulle finalità di questa iniziativa, si sofferma al microfono di Luca Collodi, don Donato Lacedonio, responsabile dell’Agenzia informazione salesiana:

    R. – Le finalità sono due essenzialmente. La prima è quella di tipo culturale e si tratta di riportare in auge una celebrazione cristiana che è quella dei Santi, con un’iniziativa sportiva, di famiglia, caratterizzata dalla gioia. La prospettiva salesiana della santità è appunto questa della gioia. Don Bosco indicava questo ai suoi ragazzi. La seconda finalità è legata all’impegno di solidarietà che segue la corsa: la promozione dei progetti che i salesiani hanno nella Repubblica Democratica del Congo e in modo particolare nelle opere ‘Mamma Margherita’ per ragazzi di strada.

     
    D. – Oggi i Santi che rapporto avrebbero con lo sport?

     
    R. – Penso che sarebbero anche loro sportivi, perché lo sport, la promozione dell’ambito umano, non sono alieni alla cultura cristiana. Il modello di Santo è la realizzazione della perfezione dell’essere umano, quindi anche l’aspetto della cura del corpo e di un sano equilibrio.

    Il correre racchiude molteplici significati, tra cui il rincorrere un obiettivo per conquistare una meta. In questa tensione e ricerca si può cogliere anche il “senso della vita cristiana”: “Non sapete – scriveva San Paolo nella prima lettera ai Corinzi - che nelle corse allo stadio tutti corrono ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!” Lo sport, in particolare, deve essere interpretato soprattutto nella sua dimensione educativa. E’ quanto sottolinea Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, intervistato da Luca Collodi:

    R. - Quello strumento capace di aggregare, di accogliere, di orientare, di allenare i ragazzi a dare un senso alla vita. Cosa sono i Santi oggi anche per lo sport? Spesso Giovanni Paolo II ha mutuato dai valori sportivi un valore essenziale che è stato eliminato dal vocabolario educativo di oggi: quello del sacrificio, quello dell’allenamento. I Santi sono quelli che attraverso questo allenamento continuo davvero hanno messo in gioco tutto loro stessi ed hanno ottenuto il premio finale. E’ un po’, come diceva San Paolo e come diceva Giovanni Paolo II: lo sport deve tornare non solo ad allenare il corpo ma lo sport deve poter aiutare a rispondere a quelle domande nascoste che i giovani hanno per dare un senso ed un significato alla vita.

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    Ieri al Festival di Roma presentato il nuovo film di Krzysztof Zanussi

    ◊   Una favola nera per raccontare il male e il bene: Krzysztof Zanussi nel suo film Col cuore in mano, proiettato al Festival di Roma, che si chiude questa sera, propone il sorriso per seguire le malefatte di un oligarca, eroe negativo in un mondo di corruzione e cattiveria. Ma conversione e ravvedimento possono cogliere, imprevedibili, ogni esistenza umana. Il servizio di Luca Pellegrini:

    Sceglie la commedia nera e morale per affrontare ancora una volta il male del mondo. Krzysztof Zanussi ci ha spesso dimostrato, nella sua ampia cinematografia, come l’uomo viva in ogni istante della sua esistenza, pubblica e privata, una lotta: quella per affermare il bene, la verità e il bello. Anche 'Col cuore in mano' affronta questi temi, spostandoci nell’attualità dei nostri giorni in cui potere e ricchezza diventano strumento di sopruso e immoralità, l’innocenza sembra avere la peggio, la giustizia è un accessorio, la volgarità la norma. Attenzione, però, ci dice Zanussi: una luce di salvezza può sempre brillare su di noi e la conversione è dietro l’angolo. Se nell’ultimo 'Sole nero' l’atmosfera era cupa, questa volta il più famoso dei registi polacchi sceglie il sorriso per seguire le bravate e i soprusi di un oligarca che si inceppano quando il suo cuore comincia a battere male, a non funzionare più. I soldi possono tutto, ma fino a un certo punto: un cuore nuovo può essere pagato, ma prima di tutto va trovato. E sulla ricerca del cuore nuovo Zanussi costruisce un noir disseminato di accenti umoristici e di problemi seri. La serietà ha il volto di Bogdan Stupka, un grande attore, attualmente direttore del Teatro di Stato di Kiev, che è stato anche Ministro della Cultura: conosce come deve muoversi un personaggio pubblico e di potere e per questo riassume bene l’anima dell’oligarca. La serietà del film cita direttamente la filosofia decostruzionista di Jacques Derrida, dalla quale nasce un mondo estremo e esagerato in cui la mancanza di Dio, l’impossibilità di una verità e del grande racconto creano paradossi e vicoli ciechi. Sembrerebbe quelli in cui si è cacciato Stefan, giovane ingenuo e sfortunato che della vita non ne può più e vuole farla finita. I tentativi di suicidio e l’impossessarsi del cuore sono quasi paradossali, ma a Zanussi va bene così, perché così riesce a parlare oggi dei mali del mondo. E il suo cinema conserva sempre una profonda moralità, che a molti irrita e a noi conforta. Ci si illude, infatti, che sia possibile, come fa l’oligarca corrotto, vivere nella totale assenza dei valori certi, ma è un concetto sbagliato perché senza la distinzione chiara tra bene e male, tra verità e menzogna, tra bello e brutto, proprio il mondo, e noi con lui, rovina. Zanussi pessimista? Si arrabbierebbe davvero se lo dicessimo. Alla fine l’oligarca ammetterà di aver vissuto male, le sue ultime parole sono queste: “Ora mi è rimasto soltanto il tempo della penitenza”. Ha capito che fare il bene non è poi così difficile e che, con un cuore nuovo, il futuro ha una speranza.

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    Chiesa e Società



    Orissa: le esequie di padre Digal, ucciso dagli estremisti indù

    ◊   Nello Stato indiano dell'Orissa, a Bhubaneshwar, si sono svolte oggi nella pro-cattedrale di San Vincenzo le esequie di padre Bernard Digal, morto in conseguenza delle violenze subite da estremisti indù due mesi fa. L’Eucarestia è stata presieduta da mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar. Presenti anche mons. Thomas Thiruthalil, vescovo di Balasore (Orissa) e mons. Sarat Chandra Nayak, vescovo di Berhampur, insieme  a più di 150 preti e oltre 3 mila fedeli. Per tutta la celebrazione poliziotti e personale di sicurezza hanno circondato la chiesa per evitare attacchi dei fondamentalisti indù. “Via via che il rito si svolgeva – dice un testimone – le facce della gente si trasformavano: da tristi e abbattute, diventavano calme e piene di fede”. Il volto di padre Bernard, adagiato nella bara e avvolto nelle vesti sacerdotali, portava ancora i segni delle percosse ricevute, con ematomi sul viso e rigonfiamenti. Lo scorso 25 agosto il 47enne sacerdote era stato picchiato per ore dai fondamentalisti, che lo avevano lasciato tramortito e seminudo nella foresta, dove era stato raccolto dopo dieci ore. Pur curato a Mumbai e poi a Chennai, è morto per un ematoma al cervello e per difficoltà di respirazione. Il governo dell’Orissa ha aperto un’inchiesta sulla sua morte, collegandola alle violenze antri-cristiane nel distretto di Kandhamal. Sempre oggi il governo dello Stato ha sospeso 5 poliziotti che non avevano difeso la suora violentata lo scorso agosto durante gli attacchi contro i cristiani. Intanto in Italia il senato ha approvato all'unanimità una mozione contro la persecuzione subita dalle comunità cristiane nel mondo. Il provvedimento, firmato da tutti i capigruppo, prende spunto dalle parole pronunciate da Benedetto XVI all'Angelus di domenica scorsa. La mozione impegna quindi il governo ad adoperarsi in tutte le sedi internazionali e nell'ambito dei rapporti bilaterali ''affinché vengano garantiti i diritti fondamentali della persona e le libertà religiose e venga posta fine alle violenze e alle persecuzioni alimentate dal fondamentalismo etnico e religioso in ciascun Paese o area di crisi mondiale''. (A cura di Virginia Volpe)

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    Condanna unanime in Spagna per l’attentato dell'ETA all'Università di Navarra

    ◊   Le attivitá dell’Università di Navarra, a Pamplona (Spagna), dopo l’attentato causato ieri dall’ETA, sono riprese normalmente questa mattina. Innumerevoli le manifestazioni di cordoglio inviate dalle autoritá regionali, governo centrale e centri universitari. L’arcivescovo di Pamplona, mons. Francisco Perez Gonzalez, ha dichiarato: “Nel nome di Dio, nel nome dei sentimenti piú nobili che battono nel cuore dei cristiani e di tutte le persone oneste e sensate, dobbiamo condannare assolutamente queste atrocità. Non c’è alcuna ideología o progetto politico che possa giustificare questo sciagurato attentato”. Il rettore dell'Università di Navarra, dopo aver fatto i complimenti a tutti i lavoratori per la loro serenità in questa situazione, ha affermato che le attività riprendono "senza odio né rancore": "Proprio in questo momento sembra opportuno ricordare l’importanza del perdono e facciamo un appello ai terroristi affinché la smettano di fare soffrire tante persone.” Anche le tre Universtà dei Paesi Baschi hanno condannato l’attentato, hanno manifestato la loro solidarietà ai feriti e hanno dichiarato che solo nella democrazia e nel rispetto si potrà raggiungere la pace. Oggi a mezzogiorno ha avuto luogo un sit-in silenzioso nel campus di Pamplona. Dal 1980 questo è il quinto attentato realizzato contro l’Università di Navarra. In questa occasione i feriti, nessuno in gravi condizioni, sono stati 31. È ancora troppo presto per fare un bilancio dei danni materiali. Creata nel 1952 da San JoseMaria Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, l’anno scorso ha avuto circa 15.000 studenti e piu di 800 professori. Integrato nell’Università si trova anche l’ospedale con 500 medici, 700 infermieri, ed altri 850 impiegati. (A cura di Ignacio Arregui)

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    L’impegno della Caritas italiana nella Repubblica Democratica del Congo e in Pakistan

    ◊   Prosegue nella Repubblica Democratica del Congo l’impegno della Caritas italiana: all’inizio del mese di ottobre era stato lanciato un programma per sostenere 15.000 nuove famiglie sfollate, in fuga dai propri villaggi. E’ stata garantita per 5 mesi la fornitura di tende, indumenti, cibo e altri generi di prima necessità per 90.000 persone raccolte in campi d’accoglienza. In questi giorni, segnati dall’offensiva delle milizie nella regione del Nord Kivu, la situazione è ancora più drammatica. I ribelli hanno comunque assicurato che permetteranno alle “organizzazioni umanitarie di raggiungere coloro che hanno bisogno di aiuto”. I profughi sono almeno 45 mila e secondo l’organizzazione non governativa francese ‘Soccorso Cattolico’, sono circa 30 mila gli sfollati ad essere stati bloccati dalle truppe dell’ONU e dalle autorità locali alle porte di Goma, capoluogo del Nord Kivu. L’organizzazione “Save the children” denuncia inoltre l’utilizzo nel conflitto di bambini soldato e la Croce Rossa parla di “catastrofe umanitaria”. Una situazione, questa, su cui ha espresso profonda preoccupazione in una recente dichiarazione anche la Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo. Nel documento i presuli condannano “il modo ignobile di considerare la guerra come un mezzo per risolvere le controversie” e sottolineano “l’urgenza di ristabilire la pace e di salvaguardare l’unità” del Paese. L’impunità – aggiungono – incoraggia “nuove velleità insurrezionali”. La pace – spiegano i vescovi congolesi – non è semplicemente “l’assenza della guerra” ma si fonda su una concezione corretta della persona umana e richiede “l’edificazione di un ordine sociale” fondato “sulla giustizia e sulla carità”. Per questo – fa notare la Conferenza episcopale dello Stato africano - occorrono politiche capaci di sradicare le cause del conflitto, che è legato soprattutto “allo sfruttamento delle risorse naturali”. Nel documento si esorta anche la Comunità internazionale ad adottare misure efficaci per promuovere la riconciliazione. “Questa crisi umanitaria lontana e dimenticata – si legge poi nel comunicato di Caritas italiana - impone oggi una raccolta di fondi per assistere sia la popolazione già accolta negli attuali centri, sia quella in fuga”. La Caritas è fortemente impegnata nel fornire aiuto anche in un’altra area colpita in questi giorni da una tragedia. Si tratta del Pakistan, dove sono più di 200 i morti per le scosse di terremoto che hanno scosso mercoledì scorso la regione del Balochistan. La rete Caritas si è attivata sin dalle prime ore dopo il sisma, inviando nella zona colpita un team di esperti. L’obiettivo è di valutare le possibili strategie d’intervento e di avviare immediatamente un piano di soccorso d’urgenza. Nel 2005 il Pakistan Nord occidentale era stato colpito da un altro terremoto che aveva causato più di 73.000 vittime. Da tre anni nel Paese è in corso un complesso piano di interventi, prima d’urgenza e poi di riabilitazione, dal valore complessivo di circa 12.4 milioni di dollari. (A.L.)

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    Amputate le gambe ad una missionaria spagnola ferita da una bomba in Congo

    ◊   Secondo le informazioni diffuse dalla Delegazione delle Missioni di Burgos (Spagna) la missionaria spagnola originaria di Burgos suor Presentación López Vivar, è stata colpita martedì scorso da una bomba mentre si trovava a Rutshuru, nella Repubblica Democratica del Congo. Rutshuru si trova nell'est del Paese, dove si stanno registrando forti scontri tra le forze ribelli e l'Esercito del Presidente Joseph Kabila. In conseguenza delle gravi ferite riportate, alla suora sono state amputare entrambe le gambe e il suo stato di salute è in prognosi riservata. Si trovava con lei anche un'altra missionaria di Burgos, Clementina Sancho Herrera, rimasta incolume, e due religiose congolesi. La missionaria ferita appartiene all'Istituto delle Religiose di San José di Girona, era nata a Tobar 64 anni fa. Dopo essere stata missionaria per diversi anni in Ruanda, da qualche anno si trovava nella Repubblica Democratica del Congo. La suora era considera una persona che "ama l'Africa come la sua seconda patria", dedita totalmente al suo compito a beneficio dei malati più bisognosi. Dopo l’esplosione della bomba, la missionaria è stata trasportata a Goma da un elicottero della Missione dell'ONU nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC), ed il 30 ottobre è stata trasferita a Pretoria (Sudafrica). Secondo quanto ha spiegato all’agenzia Ivicon (Agenzia della Vita Consacrata della Spagna) la Superiora Generale delle Carmelitane Missionarie Teresiane, la spagnola Luisa Ortega, nella zona di Katindo, dove la congregazione ha un centro nutrizionale, un dispensario ed una scuola, la situazione era di "calma piena di tensione". (V.V.)

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    Honduras: indigeni uccisi e perseguitati per la terra

    ◊   Sessanta persone assassinate, tanti altri incarcerati o vittime di minacce e persecuzioni, mentre continuano a opporre una resistenza pacifica e non violenta. Non accenna a diminuire, in Honduras, la violenza contro gli indigeni Tolupan, una delle 9 etnie del Paese, poche centinaia di persone che vivono nel dipartimento di Yoro, una zona ricchissima di terra, risorse minerarie, legname ed acqua, oggetto di interesse e sfruttamento da parte di latifondisti, imprenditori turistici e multinazionali. Da anni continuano ad essere uccisi da sicari professionisti nell’impunità e il disinteresse generale, soprattutto a livello governativo. Se ne è parlato ieri sera a Roma nell’incontro pubblico “Comunità internazionale e diritti umani violati. Il caso degli indigeni Tolupan dell’Honduras”, promosso dalla Fondazione Lelio Basso insieme al Centro studi emigrazione di Roma degli scalabriniani. A portare questa drammatica testimonianza sono stati gli stessi protagonisti: Madgalena Perez Vieda, 41 anni, già dirigente di diverse organizzazioni indigene, è rifugiata politica in Italia da due anni. È dovuta fuggire, lasciando quattro figli a casa, perché minacciata di morte in seguito al rifiuto di firmare la cessione di una terra il cui titolo di proprietà risale al 1864. Santiago Martinez, leader della Federazione di popoli indigeni del dipartimento Yoro (Fetrixy) (che rappresenta 47.000 persone di 31 tribù), ha spiegato al Sir che la loro azione consiste principalmente nel “mantenere l’unità tra i popoli indigeni, nonostante continuino ad uccidere i leader delle organizzazioni e molti si tirino indietro per paura e perché non si sentono protetti”. In questa situazione è anche difficile mantenere le proprie tradizioni culturali, le medicine tradizionali, la lingua, visto che i bambini sono obbligati ad andare nelle scuole pubbliche e ad imparare solamente lo spagnolo. (V.V.)

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    Aperta in Benin l'assemblea generale dell'Unione Africana di Radiodiffusione

    ◊   Si è aperta ieri a Cotonou, in Benin, la sessione ordinaria dell'assemblea generale dell'Unione Africana di Radiodiffusione con il progetto di una rete di scambio multimediale nel continente. Nel suo discorso di apertura, il ministro dell’informazione e della comunicazione del Benin ha sottolineato soprattutto l’importanza dei mass media non solo per dare un’immagine reale dell’Africa, ma per diventare loro stessi “questa Africa che si muove, che dà segni evidenti di rinascita e di maturità”. I mass media hanno un ruolo indispensabile nello sviluppo economico e sociale, nella promozione e nel consolidamento dell’unità e della pace nel continente. Da parte sua, il rappresentante del presidente della Federazione internazionale del Calcio, Joseph Blatter, ha illustrato i termini di un accordo di partenariato con l’Unione Africana di Radiodiffusione per migliorare la copertura dei mondiali di Calcio che si svolgeranno per la prima volta in Sudafrica nel 2010. Alla seduta di apertura è stato letto un messaggio augurale del direttore generale della nostra emittente, padre Federico Lombardi. Evocando la memoria del cardinale Bernardin Gantin, recentemente scomparso, e figlio insigne del Benin, nonché amico dei giornalisti e dei media, padre Lombardi ha dichiarato che con il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sulle nuove tecnologie e la promozione di una cultura del rispetto, di dialogo e di amicizia, la Chiesa si mostra vicina alle attese di questa riunione e ribadisce che i media possono fare molto per aiutare gli avvenimenti sportivi ad essere dei luoghi di sana e leale competizione fraterna. (A cura di padre Joseph Ballong)

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    Prosegue nella città di San Francesco il 29.mo Convegno Nazionale Italiano "Giovani verso Assisi"

    ◊   “Beati voi…grande è la vostra ricompensa nei cieli”, questo il tema che sta accompagnando da due mercoledì il 29.mo Convegno Nazionale Italiano Giovani verso Assisi, organizzato dal Centro Nazionale di Pastorale Giovanile e Vocazionale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Tanti i giovani che da ogni regione d’Italia, più di 1.500 sono arrivati nella città di Francesco, desiderosi d’intraprendere un cammino di discernimento, nella continua ricerca del volto di Gesù. La beatitudine analizzata quest’anno propone tematiche forti e caratterizzanti la vita di ogni uomo, un uomo che non si estranea dalla società, ma che vive all’interno di essa, ne assapora ogni singola circostanza e talvolta si ritrova ferito, inerme di fronte all’insensibilità del suo fratello. “Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”. Quanti cristiani si riconoscono in queste parole, quanti si sentono sconfitti, quanti non hanno più voglia di reagire? Eppure il Signore rimarca la conquista della felicità, quell’essere beati che oltre ad essere un premio, deve essere inteso come una certezza. Su queste tematiche si è soffermato ieri l’arcivescovo di Campobasso-Boiano mons. Giancarlo Maria Bregantini, mentre questo pomeriggio il docente di teologia don Chino Biscontin approfondirà la rilettura francescana del discorso della montagna. “Una delle novità in programma – ha detto il direttore del Centro Nazionale di Pastorale Giovanile e Vocazionale, fra Antonello Fanelli - sarà proprio nell’intervento di don Chino Biscontin, la cui voce arriverà ben oltre le pareti affrescate della Basilica Superiore, grazie alla diretta on-line, questo pomeriggio a partire dalle ore 15.00, sul sito della rivista della Basilica www.sanfrancescopatronoditalia.it, seguita dalla celebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso relatore”. Non mancherà domani la tanto attesa serata di fraternità, dove il sano divertimento e la comicità faranno da sfondo ai momenti di riflessione. La conclusione del Convegno sarà affidata domenica al Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali, padre Marco Tasca che, al termine della Santa Messa, consegnerà ai giovani convegnisti il Mandato, simbolo di missionarietà e apostolato. (A cura di Giovanni Peduto)

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    Iniziative e attività per l'Anno Paolino

    ◊   Sono più di trecentomila i giovani che frequentano in Italia gli oratori e i circoli parrocchiali aderenti all’ANSPI, l’Associazione nazionale San Paolo Italia, impegnati a partecipare, con diverse iniziative di carattere spirituale, culturale e sportivo, alle celebrazioni del bimillenario della nascita del loro patrono. Per un loro gruppo, della zona di Roma, si è ora dischiuso un maggiore coinvolgimento: quello dell’animazione della “Fiamma Paolina” nella Basilica papale di San Paolo fuori le Mura per la quale sono stati prescelti. Un “grande onore” è stato definito l’incarico dal loro presidente nazionale, mons. Antenore Vezzosi venuto in visita alla Basilica con dirigenti nazionali e regionali. Infatti la fiamma – che fu accesa da Papa Benedetto XVI il 28 giugno 2008, per l’apertura dell’Anno Paolino, e rimarrà viva fino al 29 giugno 2009 – simbolicamente illumina tutti i pellegrini che vengono a venerare il Sepolcro dell’Apostolo. Attorno ad essa, collocata al centro di un grande braciere disposto nel Quadriportico di ingresso della Basilica, possono essere accese delle candeline acquistate dai pellegrini. Ed è proprio ad essi che si rivolge lo speciale servizio di accoglienza dei giovani dell’ANSPI, riconoscibili da un giubbotto della loro associazione e da un tesserino con foto. Le candeline possono essere acquistate anche come ricordo; quelle da collocare nel braciere vengono accese dai monaci dell’Abbazia benedettina ai quali il Papa affidò in consegna la fiamma; ad essi spetta pure la raccolta delle offerte. Continua intanto a suscitare molto interesse fra i pellegrini e visitatori della Basilica la mostra “Sulla via di Damasco – L’inizio di una vita nuova”, promossa per l’Anno Paolino – e allestita nella parte destra del Quadriportico – dal Progetto Culturale della Conferenza episcopale italiana e dalla Itacalibri, tanto che se ne è posticipata la chiusura. L’esposizione, concepita come itinerante, è stata richiesta da parecchie diocesi, nonché da comunità religiose e civili, di ogni parte d’Italia e di varie nazioni mediterranee. (A cura di Graziano Motta)

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    24 Ore nel Mondo



    Le misure economiche anticrisi al centro degli interventi dei candidati alle presidenziali USA

    ◊   Ultime frenetiche battute della campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca. Secondo i sondaggi, il candidato democratico, Barack Obama, mantiene un vantaggio di almeno 5 punti percentuali sul rivale repubblicano, John McCain. Tuttavia, gli analisti non escludono sorprese che potrebbero arrivare dal gran numero di indecisi che si registrano in queste ore. A tenere banco negli ultimi proclami è ancora la crisi finanziaria e le politiche economiche proposte dai due candidati. Il servizio di Elena Molinari:

    Per l’affondo finale, John McCain torna alle origini e al messaggio anti-tasse del suo partito e lo fa simbolicamente da una cittadina dell’Ohio che si chiama Defiance, sfida, facendo leva sulle paure degli americani per la recessione più grave dagli Anni Trenta. “Questa è la differenza tra me e il senatore Obama", ha detto. "Lui aumenterà le tasse, io ridurrò la spesa pubblica”. Il democratico ha invece usato gli ultimi dati sull’economia per contrattaccare. “Il PIL in calo dello 0,3 per cento – ha affermato - è un diretto risultato delle decisioni dell’amministrazione Bush che McCain sostiene e che è pronto a ripetere per i prossimi quattro anni. Dopo il suo appello di mercoledì notte, con un video di oltre 30 minuti trasmesso su tutte le tv nazionali, Obama è stato impegnato ieri in Florida, Virginia e Missouri, considerati campi di battaglia e decisivi, martedì prossimo. Ancora prima che nuove rilevazioni registrassero gli effetti del suo mega-investimento pubblicitario di mercoledì, i sondaggi vedono il candidato democratico mantenere o incrementare il suo vantaggio, anche se lo staff McCain avverte che gli indecisi sono molti di più di quelli che sembrano e che ci potrebbero essere sorprese.
     
    Israele Israele al voto per le legislative il 10 febbraio 2009. La data delle elezioni anticipata è stata fissata ieri dal presidente del parlamento dello Stato ebraico. L'ultima seduta della Knesset di questa legislatura si terrà il 10 novembre prossimo. Le elezioni sono state indette dopo che il ministro degli Esteri, Tzipi Livni, leader del partito moderato Kadima, non è riuscita a formare una coalizione di governo. La Livni aveva ricevuto l'incarico il 22 settembre dal presidente Peres, all'indomani delle dimissioni del primo ministro Ehud Olmert, sotto inchiesta per corruzione.
     
    Libia-Russia
    ''La Libia è pronta a ospitare una base militare navale russa'': è questo il messaggio che porterà oggi Gheddafi a Mosca. Sono passati 23 anni dall’ultima visita del leader libico nella capitale russa. "La presenza militare russa - ha rivelato una rivista moscovita citando fonti del governo libico - sarà una garanzia di non aggressione contro la Libia da parte degli Stati Uniti”. Il giornale locale ha anche ricordato che Tripoli ha ottenuto lo scorso aprile la cancellazione del suo debito di circa 4,5 miliardi di dollari nei confronti della ex URSS, in cambio di importanti contratti a imprese russe. Secondo la stessa fonte, inoltre, la Libia si sarebbe anche impegnata ad acquistare armi russe, ma avrebbe allo stesso tempo rifiutato la partecipazione alla creazione di una "OPEC" del gas mettendo a rischio l’intero progetto.

    Pakistan
    In Pakistan, è di almeno otto morti il bilancio dell’attentato suicida avvenuto questa mattina a Maran, nella zona occidentale del Paese. Numerosi i feriti ricoverati in ospedale. Alcuni di essi sono in gravi condizioni e si teme quindi che il bilancio delle vittime possa aumentare. Secondo fonti locali, un uomo si è fatto esplodere dinanzi alla stazione di polizia della città al passaggio del convoglio che trasportava il vicecapo della polizia. Nessuno ha ancora rivendicato il gesto, ma si teme possa essere opera dei militanti talebani, che negli ultimi tempi hanno compiuto decine di attentati contro ufficiali delle forze di sicurezza e leader politici locali.

    India
    Si aggrava il bilancio delle vittime dei 12 attentati compiuti ieri nello Stato indiano nord-orientale di Assam. I morti accertati sono ora 77, più di 400 i feriti. Gli ordigni - sei a Guwathi, principale città dello Stato, e altri sei nei distretti di Barpeta, Kokrajhar e Bongaigaon - sono stati piazzati in aree affollate e sono esplosi in rapida successione. Non ci sono ancora rivendicazioni ufficiali, ma la polizia sospetta dei separatisti del Fronte Unito di Liberazione dell'Asom (ULFA), aiutati dagli estremisti islamici di un altro gruppo. Ma l'ULFA ha smentito ogni coinvolgimento in un comunicato inviato ai media locali. Intanto, nel quartiere di Guwahati, dove ieri è esplosa la prima bomba che ha preso di mira il Tribunale distrettuale e la residenza del primo ministro dello Stato, è stato di nuovo imposto il coprifuoco, voluto la prima volta dalle autorità dopo che un gruppo di residenti infuriati avevano attaccato i soccorsi e le forze dell’ordine. Il primo ministro dell'Assam ha dichiarato che è stata istituita una task force speciale per investigare sull'accaduto ed individuare i responsabili.

    Vietnam
    Sale a 19 il numero delle morti causate dalle inondazioni che nell’ultima settimana hanno colpito la zona centrale del Vietnam. L’aggiornamento è stato fornito da fonti governative e riportato dai media ufficiali. Tre sono le giovani vittime: due ragazzine di 11 e 12 anni e un bimbo di due anni. Da mercoledì scorso, sono caduti fino a 330 millilitri di piogge nella zona a sud di Hanoi: la capitale è ancora sommersa da un metro d’acqua, mentre diversi smottamenti hanno danneggiato numerosi tratti autostradali. Sono centinaia le persone che, dall’inizio dell’anno, hanno perso la vita a causa delle alluvioni nelle province settentrionali e centrali del Paese.

    Vertice iberoamericano
    Si chiudono oggi, a San Salvador, i lavori del XVIII Vertice delle nazioni iberoamericane, alla presenza di 19 dei 22 Capi di Stato e di governo che, per tre giorni, hanno affrontato il tema principale dell'agenda, "Gioventù e sviluppo". Sul tappeto, anche la crisi finanziaria mondiale, rispetto alla quale la comunità iberoamericana ha convenuto di ''intraprendere consultazioni per valutare l'opportunità di convocare con urgenza una riunione di capi di Stato e di governo, nel quadro delle Nazioni Unite”. Ce ne parla Luis Badilla:

     
    I governanti hanno firmato la notte scorsa, oltre alla Dichiarazione principale sulle politiche giovanili, altri 14 documenti su materie diverse, che vanno dalla lotta contro il terrorismo alla delinquenza organizzata che minaccia la regione in modo crescente, passando per testi riguardanti situazioni nazionali specifiche. Alla fine, però, la sorpresa è arrivata dalla Dichiarazione sui giovani: appare chiaro che dopo le molte critiche provenienti da più parti, in particolare da alcuni episcopati e governi che anticiparono di non poterla firmare, il testo è stato modificato radicalmente per eliminare tutti i riferimenti che potevano lasciare intravedere un ruolo interventista e quasi monopolista dello Stato nella educazione e formazione dei figli. I governanti ribadiscono “il ruolo centrale dello Stato nella definizione di politiche pubbliche, allo scopo di migliorare la qualità della vita dei giovani e per riuscire nella costruzione di società includenti, giuste e solidali”. Alla fine, per consentire la firma di tutti i Paesi presenti, alcuni contenuti della bozza, riguardanti per esempio la salute riproduttiva e i diritti e il ruolo dei genitori nelle scelte educative dei figli - che apparivano “confusi e ambigui” e che potevano essere usati per “interpretazioni arbitrarie ed estensive” come disse l’arcivescovo di San Salvador mons. Fernando Sáenz Lacalle - sono stati eliminati. È prevalsa insomma la ricerca del consenso e soprattutto del buon senso. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 305

     
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