Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 24/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Messaggio del Sinodo: la Parola di Dio sia sempre più amata e conosciuta nel mondo! Il grazie agli esegeti, ai catechisti e ai martiri
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Rodriguez Maradiaga presenta il suo libro: "Il coraggio di prendere il largo"
  • Ombre e luci nella vita dei cristiani in Asia: persecuzioni ma anche apprezzamento per la loro coerenza al Vangelo. Intervista con il vescovo Anthony Felix Machado
  • Crisi umanitaria in Georgia: appello all'UE
  • Settimana del disarmo: aumenta la spesa militare mondiale
  • Ripresi nella Chiesa romana di Santa Maria in Traspontina gli incontri di Lectio divina
  • Per la prima volta un seminario internazionale sulla filatelia nella Città del Vaticano
  • Chiesa e Società

  • Cresce l'esodo dei cristiani in Medio Oriente. La denuncia del Patriarca greco-melchita di Antiochia
  • Appello di un sacerdote di Kirkuk: il governo iracheno s'impegni a far tornare i cristiani
  • Elezioni in Cile. I vescovi: il voto sia libero e pacifico
  • La Chiesa costaricana: i politici cattolici si oppongano alle leggi contrarie alla fede e alla morale
  • Dall’Europarlamento ‘no’ ad emendamento contro aborto e sterilizzazioni
  • Giornata dell'ONU. Ban Ki-moon: garantire a tutti l'accesso ai beni della Terra
  • La religiosa francese Yvonne Reungoat eletta nuova madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
  • Simposio ad Istanbul: cristiani e musulmani riflettono su ragione e fede
  • I diritti umani nelle carceri al centro di un forum in Kenya
  • Crescita record della disoccupazione in Spagna
  • Il Pontificio Collegio Lituano festeggia il 50.mo anniversario del riconoscimento giuridico
  • Domani a Napoli l’Evento nazionale dei messaggeri nel centenario della nascita di padre Riccardo Lombardi
  • “Incontri della cultura della Pentecoste” di Rinnovamento nello Spirito Santo in Calabria e Basilicata
  • Serata di solidarietà a Roma per l’associazione Arca Italia in favore di disabili mentali
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovo crollo delle Borse: la strategia asiatica contro la crisi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Messaggio del Sinodo: la Parola di Dio sia sempre più amata e conosciuta nel mondo! Il grazie agli esegeti, ai catechisti e ai martiri

    ◊   Una lettura sinfonica a più voci: così è stato presentato stamani, nell’Aula del Sinodo, il Messaggio conclusivo della XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. A presentare il testo, è stato mons. Gianfranco Ravasi, presidente della Commissione per il Messaggio dell’assise, che si è alternato nella lettura del documento con altri quattro Padri sinodali. Il Messaggio, pronunciato in italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco, invita ad amare e conoscere sempre di più la Parola di Dio. Ce ne parla Isabella Piro:

    Un messaggio performativo, un appello caloroso, perché alla Bibbia ci si accosta non solo con il rigore dell’esegesi, ma anche con il cuore: così mons. Ravasi ha presentato il Messaggio. Un testo che è suddiviso in quattro parti, ognuna corrispondente ad una “declinazione della Parola di Dio”: la sua voce, ovvero la Rivelazione; il suo volto, ossia Gesù Cristo; la sua Casa, quindi la Chiesa e le sue strade, ovvero la missione. Quattro tappe, ha detto il presule, che dall’eterno e dall’infinito ci conducono fino alle nostre case e alle nostre città.

     
    Nelle prime due, il documento ricorda l’importanza della Parola divina efficace, creatrice e salvatrice, in principio all’essere e alla storia, alla creazione e alla redenzione. Ma anche la forza della Parola che si è fatta carne, che entra nello spazio e nel tempo ed assume un volto umano, Gesù Cristo. Proprio per questo, allora, l’approdo alla Bibbia avviene nell’incontro con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte. Importante, quindi, ribadire l’impegno a non cadere nel fondamentalismo esegetico che nega l’incarnazione della Parola divina nella storia. Quel fondamentalismo, ha detto mons. Ravasi nella conferenza stampa tenuta al termine della mattinata, che spesso pensa di aver imprigionato la verità nelle singole parole ed ha paura di scoprire la Parola al di là di esse. Davanti ai giornalisti, il presule ha anche auspicato che le singole Conferenze episcopali del mondo, in base alle singole realtà del sistema didattico, aiutino a diffondere la Bibbia nelle scuole.

     
    Poi, nelle pagine dedicate alla missione, l’accento viene posto sulla famiglia, intesa come spazio fondamentale in cui far entrare la Parola di Dio, e in cui le nuove generazioni dovranno essere destinatarie di un’appropriata pedagogia che li conduca a provare il fascino di Cristo. E lo sguardo si sposta anche nei “bassifondi del mondo”, dove si annidano sofferenze e povertà, umiliazioni e oppressioni, emarginazioni e miserie, malattie e solitudini. Di fronte a tutto questo – si legge nel documento – il cristiano ha la missione di annunciare la parola divina di speranza, attraverso la vicinanza amorosa che non giudica, ma che sostiene, illumina, conforta e perdona.

     
    Quindi, l’importanza del dialogo e dell’incontro con il popolo ebraico e con l’Islam: al primo - si legge nel Messaggio- il cristianesimo è legato dal comune riconoscimento e amore per l’Antico Testamento, mentre il secondo offre la testimonianza di una fede sincera nel Dio unico, compassionevole e misericordioso. E una menzione va anche al buddismo e al confucianesimo: anche verso di loro – scrive il Messaggio - il cristiano trovi sintonie comuni basate sul rispetto della vita, il silenzio, la semplicità, il sacrificio. Senza dimenticare i non credenti, che si sforzano di praticare la giustizia e di amare la bontà: a loro va offerta la testimonianza genuina degli orizzonti di verità e amore rivelati dalla Parola di Dio.

     
    Centrali, invece, nella parte dedicata alla Chiesa, il valore delle omelie e del cammino ecumenico. Ascoltiamo mons. Gianfranco Ravasi:

     
    R. – Abbiamo voluto sostanzialmente evocare un passo degli Atti degli Apostoli il quale ricorda che nella casa della Parola in Gerusalemme si avevano questi elementi: da un lato, la catechesi, la “didachè”, insegnamento della Parola, c’era la frazione del pane, cioè l’Eucaristia, c’era la preghiera con la Parola di Dio – pensiamo ai Salmi, per esempio – e c’era poi, alla fine, la comunione all’interno della comunità. Ecco, se vogliamo porre l’accento sull’insegnamento, ora dobbiamo dire che fondamentalmente l’insegnamento principale della Bibbia che i nostri fedeli ricevono è proprio nell’interno dell’omelia, e l’omelia ha la caratteristica di essere nell’interno dell’Eucaristia. Quindi, abbiamo l’intreccio tra questi due elementi fondamentali che anche il Concilio Vaticano II sottolineava dicendo: “C’è un’unica mensa a cui noi ci accostiamo con i fedeli ogni domenica e su questa mensa c’è la Parola di Dio, il pane della Parola, il Pane del Corpo di Cristo”. L’altra realtà che abbiamo voluto evocare è che nell’interno di questa Chiesa, anche se non in maniera piena, sono presenti però anche i nostri fratelli ortodossi e protestanti i quali, nei confronti della Parola hanno una profonda venerazione, un profondo rispetto, anzi: la mettono al centro della loro fede e della loro esistenza, come è per noi. Ed è per questo motivo che possiamo dire che una prima, reale unità viene proprio effettuata lì, in attesa dell’unità piena, attorno alla Parola di Dio.

     
    D. – Il messaggio contiene anche dei ringraziamenti. A chi, in particolare?

     
    R. – I ringraziamenti vengono rivolti in particolare a tre generi diversi di persone. Prima di tutto, si ringraziano gli studiosi della Parola di Dio, quindi esegeti, teologi che permettono di scavare nella dimensione letteraria, storica della Parola, perché è una Parola incarnata come Cristo, Verbo di Dio eterno e infinito, incarnato nella storia dell’Uomo. Quindi, un riconoscimento della funzione che hanno anche coloro che insegnano la conoscenza della Bibbia. Ma soprattutto, il ringraziamento va ai catechisti – e qui noi pensiamo in maniera particolare ai Paesi di certi settori del mondo, in cui la carenza estrema di presbiteri e di sacerdoti fa sì che i catechisti siano i veri annunciatori della Parola: lo sono i genitori, secondo il Concilio Vaticano II, per primi, ma dobbiamo dire che proprio nell’interno delle comunità ecclesiali sono i catechisti la grande energia che permette che la Parola cammini ancora per le strade del mondo. Un vescovo mi diceva che lui, per esempio, nella sua diocesi dell’America Latina aveva 16 preti e 1.200 catechisti, il che vuol dire che la Parola passava proprio attraverso questa testimonianza. E da ultimo, un ringraziamento va anche ai martiri della Parola, a tutti coloro che in passato soprattutto, ma ancora ai nostri giorni, per fedeltà e coerenza a questa Parola che hanno ascoltato sono pronti a dare non soltanto la loro sofferenza, ma alcune volte anche la loro stessa vita.

     
    D. – Il messaggio fa anche riferimento all’uso di nuove tecnologie per diffondere la Parola di Dio, anche con particolare attenzione ai giovani e ai bambini …

     
    R. – Forse uno dei problemi più ardui da affrontare nella cultura contemporanea è proprio quello del linguaggio, ed è per questo motivo che dobbiamo sottolineare – e questo messaggio lo fa – che le vie, ora, le strade della Parola non sono soltanto quelle dei missionari, non sono quelle che noi cristiani dobbiamo fare con la nostra testimonianza entrando nelle strade delle nostre città, ma sono anche – e tante volte dovremmo dire “soprattutto” – le vie virtuali, le vie informatiche, la necessità di far sì che la Parola di Dio possa essere riproposta in televisione, possa avere ancora tutta la sua forza attraverso la ricchezza dei suoi simboli, attraverso lo splendore delle parabole, attraverso le sue narrazioni che contengono un profondo e universale messaggio, che soprattutto danno all’umanità la possibilità di rispondere alle domande ultime e fondamentali dell’esistenza. D’altra parte, dobbiamo ricordare che il problema del linguaggio diventa capitale non solo perché questo è un nuovo linguaggio, quello virtuale, quello della comunicazione televisiva, ma diventa fondamentale perché nell’ambito delle stesse giovani generazioni il linguaggio è profondamente mutato. La riduzione dell’uso dei vocaboli stessi nella comunicazione, il ricorso ad alcuni vocaboli fissi, la diversa semplificazione che si ha della realtà esige quindi una comunicazione che diventa sempre più ardua da trascrivere, soprattutto per il giovane e anche per il bambino. Per questo è importante ripensare, studiare, accuratamente da parte delle comunità ecclesiali una catechesi, una comunicazione per i giovani e per i bambini.

     
    D. – E’ stato definito un messaggio entusiasmante e anche pieno di pathos...

     
    R. – Ecco, abbiamo voluto – sì – conservare anche questa dimensione – come si suol dire – performativa, cioè non solo dare delle informazioni sulla Bibbia ma anche esprimerle in maniera appassionata, convincente: io, proprio in assemblea sinodale, ho ricordato questa frase del filosofo danese dell’Ottocento, Soren Kierkegaard, il quale diceva che noi dovremmo più considerare la Bibbia come una lettera che l’innamorato riceve, scritta dalla sua amata, perché manifesta il cuore di Dio. E questa era anche l’idea che aveva lo stesso San Gregorio Magno quando, scrivendo al medico dell’Imperatore Teodoro, diceva: “La Bibbia ci insegna a conoscere il cuore di Dio”. E’ necessario perciò non soltanto la finezza teologica, il rigore esegetico, è necessario avere anche una sintonia di passione, di sentimento, di volontà, di adesione che fiorisca, sbocci dal cuore.

    inizio pagina

    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Indore (India), presentata da mons. George M. Anathil, verbita, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Chacko Thottumarickal, anch’egli verbita, finora Vescovo di Jhabua.

    Il Papa ha nominato nunzio apostolico in Etiopia e delegato apostolico in Somalia mons. George Panikulam, arcivescovo tit. di Arpaia, finora nunzio apostolico in Mozambico.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo di Luca M. Possati dal titolo “Quali regole per una nuova finanza”.

    Nell’informazione internazionale, l’intervento della Santa Sede al sesto comitato della 63.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicato allo stato di diritto a livello nazionale e internazionale.

    In rilievo il Vicino Oriente: il partito ultraortodosso Shas dice no a Tzipi Livni, Isaele si prepara alle elezioni ancitipate. Intanto Mubarak ribadisce a Peres l’impegno egiziano per sostenere la tregua a Gaza.

    Nell’informazione religiosa, il messaggio del Sinodo.

    Quel manoscritto che arricchisce la Biblioteca Apostolica Vaticana: ampi stralci dall’introduzione del cardinale Raffaele Farina al facsimile di due fogli del Papiro Bodmer 14-15, donato dal Papa a tutti i partecipanti all’assemblea sinodale.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Rodriguez Maradiaga presenta il suo libro: "Il coraggio di prendere il largo"

    ◊   “Globalizzare la solidarietà” restituendo centralità alla persona e alla dimensione etica della vita sociale e politica. In tempi in cui la globalizzazione alimenta il divario fra ricchi e poveri e trascura i bisogni di coloro che sono schiacciati dalla miseria e dall’emarginazione, è questo l’antidoto contro la disumanizzazione della società secondo il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e presidente della Conferenza episcopale dell’Honduras, autore del volume “Il coraggio di prendere il largo”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato ieri a Roma. Un’opera che raccoglie alcune delle relazioni del porporato su tematiche sociali, etico-culturali, spirituali e pastorali, e che alla denuncia delle ingiustizie sociali unisce l’invito al dialogo, per annunciare il Vangelo con spirito di carità ma senza scendere a compromessi. “Un libro intriso di spirito evangelico” ha commentato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, alla presentazione del volume, che sottolinea “l’urgenza di riprendere il concetto di sviluppo integrale e solidale nella prospettiva del bene comune”. Al microfono di Claudia Di Lorenzi, il cardinale Rodriguez Maradiaga rivolge ai lettori il suo messaggio:

    R. – Quelle parole che ci ha detto Giovanni Paolo II non sono perdute nel mare; invece, sono una forza molto grande per la nuova evangelizzazione, per portare il messaggio del Vangelo al cuore dell’umanità, per lottare per la giustizia sociale e per avere un mondo più immerso nella pace e nell'amore. Dunque, bisogna avere coraggio!
     
    D. – Un’esortazione che si unisce all’invito a restituire all’etica centralità nella vita sociale e politica….

     
    R. – Io dico di tornare all’etica, non come una cosa estranea, fuori dalla persona; l’etica va dentro ciascuno di noi e quando sappiamo rispondere da quell’aspetto, il mondo può essere migliore.

     
    D. – Un richiamo che, a fronte della attuale crisi economica mondiale, è rivolto in particolare ai Paesi più ricchi…..

     
    R. – E’ interessante che le soluzioni si vogliano trovare per i più ricchi, cioè per tutte quelle istituzioni che fanno di tutto per salvare se stesse. Però, quando ci fu il vertice della FAO, non c’erano soldi per alleviare la fame del mondo: che paradosso! Dunque, c’è bisogno di riflettere e di cercare di mettere anche fondi a disposizione dei poveri, non soltanto delle grandi istituzioni finanziarie.

     D. – Come risolvere il problema del debito?

     
    R. – Impegnandosi prima di tutto a riconoscerlo, perché alcuni non pensano a questo: pensano soltanto che sia una questione di denaro, di soldi, di pagare, di chiedere … Invece, si tratta di pensare che l’economia è fatta per l’Uomo, e non l’Uomo per l’economia! Tant’è vero che dobbiamo sempre impegnarci per umanizzare questa società.

     
    D. – Quando invece la politica è al servizio del cittadino?

     
    R. – Quando soprattutto si pensa in funzione del bene comune, quando non si pensa solo al proprio gruppo o al proprio partito ma quando pensiamo che una volta che il politico arriva al potere non è di un partito, ma di tutta la Nazione e deve pensare al bene di tutti.

     
    D. – Quale messaggio inviare alle migliaia di cristiani perseguitati nel mondo?

     

     
    R. – Troviamo nella storia della Chiesa, fin dal suo primissimo inizio, che il Signore ci ha detto: “Non abbiate paura perché sarete perseguitati”. Dunque, bisogna non avere paura, rafforzare la fede e andare avanti, con l’aiuto del Signore.

    inizio pagina

    Ombre e luci nella vita dei cristiani in Asia: persecuzioni ma anche apprezzamento per la loro coerenza al Vangelo. Intervista con il vescovo Anthony Felix Machado

    ◊   India, Cina, ma anche Pakistan, Indonesia, Corea del Nord: da mesi, purtroppo si rincorrono le notizie che parlano di nuove persecuzioni anticristiane in Asia o di già consolidate forme di repressione. Il Rapporto sulla libertà religiosa reso noto ieri da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), disegna un quadro preoccupante, con appena qualche spiraglio che lascia intravedere segnali di una coesistenza improntata al rispetto. L’India è certamente il Paese che ha visto scatenarsi un autentico pogrom contro la Chiesa e i suoi membri. Ma la realtà ecclesiale dell’Asia non è solo ombre: non mancano le luci di uno sviluppo positivo, basato soprattutto - in un continente di antichissime tradizioni religiose - sui valori di pace portati dal Vangelo. Alessandro De Carolis ne ha parlato con mons. Anthony Felix Machado, vescovo della diocesi indiana di Nasik:

    R. - Attualmente, in India, la situazione si è relativamente calmata: ci sono pochissimi casi in questi giorni, anche perché siamo molto vicini alle feste indù del Diwali. Però, si avverte anche che i fondamentalisti non hanno abbandonato questa campagna di odio verso i cristiani. Continuano ancora a seminarlo, creano un pretesto davanti alla gente per prepararsi, io credo, per le elezioni del prossimo anno.

     
    D. - A livello mediatico, si parla soprattutto delle aggressioni contro i cristiani. Ma esiste anche un aspetto meno conosciuto che è quello della solidarietà degli indù verso i cristiani…

     
    R. - Certo, devo sottolineare molto questo aspetto della solidarietà. Ci sono maggioranze tuttora solidali con i cristiani. I media anglofoni ne hanno molto parlato, hanno riflettuto molto bene e molti indù hanno scritto contro gli attacchi contro i cristiani. Mi auguro adesso che anche i media nelle lingue locali parlino di questa repressione. Alcuni miei amici nei media locali mi hanno detto di essere sotto pressione ad opera di alcuni gruppi: non possono assolutamente pubblicare quello che vogliono. La mia conclusione è che non sono i credenti indù che seminano odio, ma sono alcuni gruppi che strumentalizzano la religione.

     
    D. - Benedetto XVI, ultimamente, ha levato moltissimi appelli alla coesistenza pacifica, al rispetto. Che effetto hanno avuto sulla società indiana le parole del Papa?

     
    R. - Le parole del Papa sono molto preziose. Chi porta questi attacchi è una minoranza esigua, nemmeno il due per cento della popolazione, secondo me. Questo vuol dire che il 98 per cento sta guardando quale sia la nostra reazione, anche perché conoscono molto bene lo spirito del Vangelo. Dunque, quando parla il Santo Padre è ascoltato molto attentamente da tante persone. Anche quel due per cento di coloro che attaccano i cristiani conosce, per così dire, il “potere” della parola del Papa e ne è disturbato. Ciò significa che anche loro ascoltano e non vogliono che il Papa parli del messaggio cristiano: di perdono, di riconciliazione e di amore.

     
    D. - Ciò di cui abbiamo parlato è il dramma che sta vivendo una parte della Chiesa asiatica. Ma quali sono le luci di questa Chiesa? Dov’è che la Chiesa cattolica in Asia gode di sviluppo?

     
    R. - La Chiesa asiatica si vede che non ha abbandonato la sua natura, quella cioè di essere sempre Chiesa del Vangelo di Gesù. Questo Vangelo, in Asia, in questi giorni, è sempre un "Deus caritas est”, come dice l'Enciclica del Papa. Le luci della Chiesa in Asia, in questi momenti, sono sempre un messaggio d’amore, di perdono e di riconciliazione.

    inizio pagina

    Crisi umanitaria in Georgia: appello all'UE

    ◊   Far proseguire gli sforzi internazionali per la ricostruzione in Georgia dopo la guerra di quest’estate nella Repubblica ex sovietica che ha provocato una grave emergenza umanitaria ancora in atto. Questa in sintesi la linea delle autorità di Tbilisi che - in trasferta ieri a Roma - hanno tenuto una conferenza stampa proprio sulla situazione del post-conflitto con la Russia. C’era per noi Giada Aquilino:

    Un appello all’Unione Europea ad uno sforzo continuato in Georgia e, soprattutto, la richiesta alla Russia di attuare completamente i 6 punti dell’accordo di cessate il fuoco, mediato nelle scorse settimane dal presidente di turno dell’UE, il francese Nicolas Sarkozy. L'appello è stato lanciato perché la situazione umanitaria in Ossezia del Sud è ancora drammatica. Il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale georgiano, Aleksandre Lomaia:

     
    R. – (parole in georgiano)
    Nel 20 per cento del territorio della Georgia sono ancora presenti circa 12 mila soldati di Mosca. Il problema umanitario è molto grave in queste zone: circa 30 mila persone sono state sfollate da tali aree.

     
    D. – Dov’è più drammatica la situazione?

     
    R. – (parole in georgiano)
    Sono stati rasi al suolo 20 paesi nella regione dell’Ossezia del Sud, dove abitavano popolazioni di etnia georgiana. In particolare nella provincia di Akalgori, dove sono stati introdotti 2 mila soldati russi in più, la situazione è davvero grave.

     
    Mentre prosegue il confronto a distanza, con Mosca che nega il dispiegamento di altri militari, al vertice dei Paesi donatori svoltosi a Bruxelles è stato trovato un accordo per oltre 3 miliardi di euro in aiuti da destinare a Tbilisi. Ma l’emergenza in Georgia rimane. Ce ne parla il primo viceministro degli Esteri, Giorgi Bokeria:

     
    R. – (parole in georgiano)
    E’ stata presa una decisione abbastanza importante per la Georgia, per quanto riguarda gli aiuti finanziari. Ma nonostante questo, la situazione degli sfollati è drammatica. Le case non ci sono, mancano tutte le condizioni per vivere normalmente. Il governo georgiano sta costruendo abitazioni e sta cercando di sistemare le persone che non riusciranno a tornare, prima dell’inverno, nelle loro abitazioni. Proprio a proposito dell’emergenza umanitaria, voglio ringraziare il popolo italiano ed il Papa: il Pontefice ha infatti parlato tante volte della situazione in Georgia, per aiutare appunto la gente che ha vissuto questa crisi.
     
    La Georgia, intanto, “continua a chiedere una commissione investigativa internazionale” sulle violenze di agosto. A riferirlo è il ministro per la Reintegrazione territoriale, Temuri Iakobashvili, che si sofferma ancora la gravità della situazione:
     
    R. – (parole in georgiano)
    Per le persone tornate nelle cosiddette buffer zones, da dove sono state mandate via le truppe russe, abbiamo programmi di ricostruzione e riabilitazione. E poi provvediamo anche al cibo, a dare da mangiare. È importante, inoltre, non dimenticare che è assolutamente indispensabile sminare questi territori per evitare conseguenze peggiori.

    inizio pagina

    Settimana del disarmo: aumenta la spesa militare mondiale

    ◊   Oggi, anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, inizia come ogni anno la Settimana per il Disarmo. E’ stata istituita nel 1978 per mettere in evidenza il pericolo della corsa alle armi e propagandare la necessità di una loro riduzione. Nel suo primo discorso per la Giornata mondiale della pace, nel 2006, Benedetto XVI denunciava “la palude di una quasi generale indifferenza” nella quale ristagna il processo politico e giuridico per rinsaldare il cammino del disarmo. Per fotografare la situazione oggi, Fausta Speranza ha intervistato Maurizio Simoncelli dell’Istituto di Ricerche internazionali Archivio Disarmo.

    R. – Questa denuncia rimane drammaticamente attuale. I dati illustrano un aumento delle spese militari mondiali, un aumento del commercio mondiale degli armamenti. I trattati e le trattative, che dovrebbero essere svolte in merito ad una riduzione degli armamenti, sembrano purtroppo fare addirittura un passo indietro. I segnali sono estremamente negativi.

     
    D. – C’è sembrato a volte che i trattati di non proliferazione diventassero quasi un gioco di tregua armata tra gli Stati. La questione dello scudo spaziale recentemente fa parte di questo gioco?

     
    R. – Purtroppo sì e dovrebbe servire teoricamente ai Paesi occidentali per evitare la minaccia assai futuribile di un eventuale arsenale nucleare iraniano. Così è stato presentato a suo tempo da Bush.

     
    D. – In questo momento, crisi dei mutui, crisi economica mondiale, in qualche modo si sta ridisegnando l’assetto delle potenze mondiali. Anche in tema di armamenti si delineerà un nuovo scenario?

     
    R. – Sì, probabilmente ci stiamo trovando di fronte ad un quadro che sta evolvendo in modo molto differente da come si poteva immaginare una quindicina di anni fa, quand’era caduto il muro di Berlino ed era finito il bipolarismo. Oggi ci troviamo di fronte ad un multipolarismo con alcune potenze asiatiche emergenti che stanno investendo molto negli armamenti, come la Cina e l’India. Contemporaneamente però ci sono anche alcuni elementi che ci fanno sperare in qualche raggio di sole. Ci sono delle iniziative a livello internazionale, come quella che hanno preso oltre 100 Stati, riguardante il problema delle munizioni a grappolo, le cosiddette cluster bombs, queste submunizioni che vengono sparate e rimangono sul terreno con effetti simili a quelli delle mine antiuomo. Hanno firmato un trattato e adesso a dicembre dovrebbe entrare in vigore almeno per questi Paesi che lo hanno firmato. C’è un’iniziativa a livello internazionale per una normativa sul commercio delle armi che, a livello internazionale, è di fatto anarchica: ogni Paese ha la propria legge.

     
    D. – Prof. Simoncelli, un’ultima riflessione. Mons. Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU, ha ribadito proprio nei giorni scorsi nell’ambito dell’Assembla generale, che bisogna promuovere il multilateralismo nelle organizzazioni internazionali, mettendo in relazione multilateralismo e disarmo. E’ così?

     
    R. – Certamente, tutti i Paesi devono partecipare, non ci deve essere uno Stato o un piccolo gruppo di Stati che, come dire, guida l’orchestra della politica internazionale. Tutti devono partecipare e, anzi, attraverso l’aiuto e la collaborazione di tutti i soggetti noi possiamo pensare ad un “governo internazionale”. Altrimenti, ci troveremo sempre all’interno di una logica di potenza, per cui chi è più forte, chi è più armato, chi è più minaccioso, è in grado di far prevalere la propria volontà e quindi di dominare gli altri. Ma certo così non si costruisce un mondo migliore, più giusto, più pacifico.

    inizio pagina

    Ripresi nella Chiesa romana di Santa Maria in Traspontina gli incontri di Lectio divina

    ◊   Sono ripresi nella Chiesa romana di Santa Maria in Traspontina, in Via della Conciliazione, i tradizionali incontri di Lectio divina. Oggi alle 18.30 guida la meditazione il padre carmelitano Bruno Secondin. Benedetto XVI ha più volte invitato a riprendere l’antica pratica della Lectio divina: ma di cosa si tratta precisamente? Sergio Centofanti lo ha chiesto allo stesso padre Secondin:
     
    R. – La Lectio divina si può definire con semplicità come una lettura riflessiva e un ascolto orante - da soli oppure in gruppo, in comunità - di un passo della Scrittura, della Bibbia, che però viene accolta come parola che Dio pronuncia per noi e che sotto l’influsso dello Spirito Santo ci porta a comprendere il cuore di Dio nei nostri riguardi, la nostra situazione davanti a Lui. Perciò ci vogliono meditazione e silenzio, preghiera e pentimento. E poi fiorisce anche in atteggiamenti di speranza, di impegno, di solidarietà e di dialogo.

     
    D. – Come fare perché la Parola di Dio entri nella vita concreta di tutti i giorni?

     
    R. – Questo è molto importante. E’ uno dei punti su cui noi facciamo molta attenzione: che la Parola sia rispettata in tutta la sua ricchezza. Quindi, un primo passaggio è di rispetto e di approfondimento sulla Parola come tale, perché la sua ricchezza a volte è nascosta dietro ad una parola, un’espressione, una frase. Seconda cosa: che questa luce interna alla Parola si riversi sul vivere, sui problemi, sui nodi, anche sui tunnel dolorosi della nostra vita, e li illumini come dall’interno, li sblocchi da certe difficoltà di comprensione e di accettazione, per arrivare a mettere insieme, in sintesi, la luce che Dio ci offre, la fatica del nostro comprendere e vivere la vita e fare insieme un cammino di fiducia e di reinterpretazione. Per questo la Lectio serve molto come orientamento sapienziale alla vita, come sostegno di percorsi che dobbiamo dall’interno della vita saper sciogliere e avviare.

     
    D. – San Giacomo ammonisce “siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”. Come evitare l’inganno di ritenersi credenti?

     
    R. – Ecco, questo è anche un altro aspetto: per avere fatto una lettura, averci pensato sopra, e magari aver capito delle cose belle, pensiamo che noi siamo già cambiati. E’ molto importante invece che ci si ponga con serietà e umiltà davanti alla Parola per lasciarci proprio giudicare e chiamare a conversione, chiamare a verità. Per questo noi nel nostro metodo usiamo proprio porre delle domande, chiedere che si faccia una verifica tra la luce, che è stata data, e quello che noi in realtà viviamo.

     
    D. – Ecco, il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio si sta concludendo. Quale il messaggio che sta emergendo da questa Assemblea?

     
    R. – Che, prima di tutto, c’è una grande fame in mezzo al popolo per la Parola. Tutti i vescovi, tutti i partecipanti lo riconoscono e si sono posti la domanda di come aiutare a far crescere genuinamente questa fame. Seconda cosa, come aiutare gli esegeti a non limitarsi solo al loro lavoro, ma ad aiutare la teologia e poi il cammino dei credenti, del popolo, perché si nutra della Parola. Perciò hanno indicato che deve essere una lettura credente, cioè fatta nella fede e non per curiosità di sapere di più sulla Bibbia. Deve essere accompagnata dai sacerdoti. E quindi che questi si preparino, perché a questa fame si risponda. Deve essere legata alla liturgia e a questa preoccupazione di trasformare l’ascolto in una realtà seria. Poi il Sinodo ce lo lascerà come impulso grande da portare avanti e da realizzare sempre in forme creative.

    inizio pagina

    Per la prima volta un seminario internazionale sulla filatelia nella Città del Vaticano

    ◊   “Quale futuro per la Filatelia?” E' il tema del seminario internazionale che si è svolto stamani presso la sala conferenze dei Musei Vaticani, promosso dall’Ufficio filatelico e numismatico. Il seminario sulla filatelia è il primo del genere che si svolge nella Città del Vaticano. Vi hanno partecipato, tra gli altri, le amministrazioni postali di Italia e Repubblica di San Marino, del Sovrano Ordine Militare di Malta e del Principato di Monaco, ma anche di Francia e Svizzera. Luca Collodi ha chiesto a Pier Paolo Francini, direttore dell’Ufficio filatelico e numismatico della Città del Vaticano, come spiegare il declino della filatelia:

    R. – E’ un problema che assilla il collezionismo filatelico ormai da tempo. Si può definire la filatelia una disciplina. Molti la considerano un hobby, un passatempo ma secondo me è qualcosa di più. Certamente, è in declino. Non c’è dubbio. E’ in declino perché i mezzi di comunicazione odierni hanno in parte superato, e in certi casi eliminato, l’utilità del francobollo. La filatelia nasce con il francobollo: scomparirà se i francobolli non vengono più utilizzati o vengono utilizzati sempre meno nella corrispondenza. La gente scrive di meno, telefona di più, manda email. Prima si mandavano i fax e adesso anche il fax è in obsolescenza. Tutta questa evoluzione nel mondo della comunicazione, indubbiamente, ha prodotto - più che una disaffezione del collezionista - una non conoscenza del francobollo come strumento di scambio del pensiero, delle idee. Questo, ovviamente, fa sì che poi i collezionisti, nel tempo, diminuiscano. Lo scopo fondamentale, diciamo principale -se non essenziale del seminario - è proprio questo. Perché è stato organizzato in Vaticano? Perché la Città del Vaticano ha una tradizione filatelica consolidata, ormai quasi da 80 anni.

     
    D. – Quali prospettive, secondo lei, si possono prevedere per rilanciare l’uso del francobollo?

     
    R. – Questo è proprio ciò di cui si è discusso nel seminario. Certamente, il francobollo rimane uno strumento non solo utile ma molto importante per diffondere il pensiero, immagini e idee del Paese che li emette. Quindi bisogna puntare, assolutamente, a ricostituire una sorta di collezionismo “ex novo”.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Cresce l'esodo dei cristiani in Medio Oriente. La denuncia del Patriarca greco-melchita di Antiochia

    ◊   In un’intervista all’Osservatore Romano, il Patriarca greco-melchita cattolico d’Antiochia, Gregorio III Laham, che in questi giorni sta partecipando al Sinodo, ha riferito delle costanti violenze alle quali i cristiani, in particolare quelli della Terra Santa, sono sottoposti e dell’esodo che inevitabilmente ne scaturisce. “E’ un’emorragia – sottolinea - che sta lentamente dissanguando il popolo della pace nella terra della pace. Mi auguro che nel rinnovato vincolo nella Parola di Dio, ognuno di noi sappia cogliere il senso di responsabilità necessario per affrontare questa che non esito a definire una vera e propria emergenza”. Il Patriarca ha invitato, poi, la comunità internazionale a frenare l’esodo se si vogliono “veramente sradicare le radici della violenza terroristica e costruire un futuro di pace”. “Se continua l'esodo dei cristiani dal Medio Oriente - ha ammonito - si potrebbero creare blocchi separati e ancora più difficile sarebbe poi parlare di convivenza tra un'Europa a maggioranza cristiana, un mondo arabo tutto islamico, percorso da un fazzoletto di terra tutta ebraica. Il rischio sarebbe allora veramente di arrivare a uno scontro di civiltà”. (B.C.)

    inizio pagina

    Appello di un sacerdote di Kirkuk: il governo iracheno s'impegni a far tornare i cristiani

    ◊   “Il governo prenda le necessarie misure affinché tutte le famiglie possano ritornare alle loro case, al loro lavoro e i bambini a scuola”. E’ l’appello di un sacerdote caldeo di Kirkuk, padre Janan Shamil, in favore dei cristiani di Mosul costretti alla fuga per le continue violenze di queste settimane. Dall’inizio di ottobre le vittime sono almeno 14. In più di 10 mila hanno abbandonato le loro case. “In questi giorni – dichiara al SIR padre Shamil – l’arcivescovo di Kirkuk dei caldei, mons. Louis Sako, sta visitando, insieme con altri due sacerdoti, le famiglie dei rifugiati di Mosul”. Finora, sono stati donati 16 mila dollari, raccolti durante le Sante Messe e negli incontri delle parrocchie. Non è molto – precisa il sacerdote – ma rappresenta un sollievo alla sofferenza che si legge nei loro volti, specialmente in quelli degli anziani e dei bambini. (A.L.)

    inizio pagina

    Elezioni in Cile. I vescovi: il voto sia libero e pacifico

    ◊   I cristiani sono chiamati ad esaltare la solidarietà e la giustizia come quelle virtù che nel nostro tempo hanno un urgente bisogno di essere verificate. Così i vescovi del Cile in una dichiarazione, pubblicata ieri, per ricordare il terzo anniversario della canonizzazione di padre Alberto Hurtado, sacerdote gesuita molto amato dai cileni e definito apostolo della carità e della giustizia sociale. I presuli, prendendo spunto da questo ricordo, hanno allargato lo sguardo alla situazione del Paese soprattutto “in un momento di crisi economica e finanziaria” che, scrivono, ci ricorda che “senza giustizia sociale non è possibile una democrazia integrale”. “Oggi - scrivono i vescovi - quando l’opinione pubblica cilena chiede ai suoi dirigenti una maggiore coerenza tra il dire e il fare, l’esempio di questo santo sacerdote, che seppe mettere in essere le cose in cui credeva, ci appare come un testimone eloquente che occorre risaltare”. “Alla vigilia delle elezioni municipali, processo di grande importanza per la vita delle persone e delle comunità, è positivo – aggiungono - per la nostra convivenza democratica che gli elettori possano discernere liberamente e in coscienza sui progetti e sui candidati che più si avvicinano ai loro ideali e ai loro valori e che, al tempo stesso, lavorano con più coerenza in favore del bene comune”. Augurandosi un processo elettorale sereno e di alto profilo i vescovi “auspicano anche che l’impegno di amicizia civica sottoscritto tra tutti i partiti alla presenza dell’arcivescovo di Santiago, cardinale Francisco Javier Errázuriz, nel mese d’agosto scorso, si traduca in una giornata elettorale pacifica senza trionfalismi e senza animi vendicativi in favore del bene e del progresso di tutti”. Domenica prossima, infatti, si vota per il rinnovo dei governi locali in 350 municipalità ed è molto acceso il dibattito tra i partiti del centro-sinistra al governo con la signora Michelle Bachelet e i partiti del centro-destra all’opposizione. Negli ultimi 19 anni, dal ritorno della democrazia, queste consultazioni sono state vinte sempre dal centro e i sondaggi prevedono ancora una nuova affermazione anche se con un calo dei consensi. La crisi economica e finanziaria internazionale è stata al centro del dibattito, molto si è discusso delle conseguenze di questo evento dato che la crescita economica rallenta, aumentano i poveri e nuovi settori dei ceti medi scivolano verso il basso nella scala del reddito. I vescovi salutano “come un’iniziativa positiva” l’invito delle autorità, rivolto a tutti i settori del Paese “ad affrontare il momento con la massima unità e concordia”. “Lavorare nell’unità - spiegano i presuli cileni - è senza dubbio il cammino migliore per costruire sulla roccia” e al riguardo citano le parole di Papa Benedetto XVI in occasione dell’apertura del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio: “Costruisce sulla sabbia la casa della propria vita chi costruisce solo sulle cose visibili e toccabili, come il successo, la carriera, i soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà, ma queste realtà prima o poi passano: vediamo adesso nel crollo delle grandi banche, che scompaiono questi soldi, che non sono niente. Di per sé tutte queste cose che sembrano la vera realtà sono solo realtà di secondo ordine e chi costruisce su questo costruisce sulla sabbia". "Solo la parola di Dio – sottolineava il Papa - è fondamento della realtà e cambia il nostro concetto di realismo: realista è chi riconosce la realtà nella parola di Dio". Per i vescovi cileni, purtroppo “l’esperienza dimostra che in queste crisi coloro che risultano più colpiti sono i settori sociali vulnerabili, i poveri, i prediletti di Gesù”. Perciò, conclude il documento, “facciamo un accorato appello agli imprenditori della nostra patria nonché a tutti i lavoratori” per lavorare tutti insieme “per proteggere le fonti di lavoro, per dare più dignità al lavoro, per capire che un lavoro ben svolto e ben pagato è fonte di dignità per la famiglia, pilastro della società”. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    La Chiesa costaricana: i politici cattolici si oppongano alle leggi contrarie alla fede e alla morale

    ◊   Continuare a essere "difensori del diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento fino alla morte naturale, e della famiglia, nella sua unità ed integrità". E’ il compito affidato ai deputati cattolici del Costa Rica da mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San José e presidente della Conferenza Episcopale del Paese. Durante un incontro con i politici, il presule ha ricordato che "quando l'azione politica riguarda principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l'impegno dei legislatori cattolici diventa più evidente e gravemente necessario". Pur non indicando soluzioni, ha evidenziato che la loro azione deve essere sempre “al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune" e, come riporta la Fides, ha mostrato preoccupazione per alcuni disegni di legge “che contengono alcuni aspetti che apertamente attentano alla famiglia e alla vita umana, secondo la fede cristiana e secondo quello che è disposto dall’ordinamento giuridico nazionale”. In particolare il riferimento è alla legalizzazione di unioni civili tra persone dello stesso sesso e la promozione di ogni metodo di contraccezione compreso l’aborto. In tutti i progetti, dunque, - ha concluso mons. Barrantes - il comune denominatore sono i "diritti sessuali" ed il tentativo di imporre una concezione della persona ridotta all’aspetto erotico, senza che sia accompagnato dall'amore 'agape'. (B.C.)

    inizio pagina

    Dall’Europarlamento ‘no’ ad emendamento contro aborto e sterilizzazioni

    ◊   Il Parlamento europeo ha respinto mercoledì scorso un emendamento che chiedeva di interrompere ogni programma di assistenza a governi e associazioni coinvolti in progetti per la diffusione di aborto coercitivo, sterilizzazione involontaria e infanticidio. Nell’emendamento, già respinto dalla Commissione controllo del bilancio e ripresentato in aula, si chiedeva di negare qualsiasi assistenza da parte della Comunità europea a quei governi e associazioni “che sostengono o partecipano alla gestione di programmi che violano i diritti umani fondamentali”. Violazioni ripetute attraverso “l’applicazione di aborto coercitivo, sterilizzazione involontaria e infanticidio”. Secondo alcuni esperti di bilancio presenti a Strasburgo, se l’emendamento fosse passato avrebbe costretto l’UE a tagliare i finanziamenti alle associazioni che praticano programmi di controllo delle nascite. Intanto, in occasione del 60.mo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani adottata dall’Assemblea dell’ONU, l’associazione “Catholic Family & Human Rights Institute” ha lanciato una campagna internazionale di raccolta di firme contro il riconoscimento dell’aborto come “diritto umano”. Secondo l’associazione si deve dare opportuna rilevanza anzitutto al “diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale”. “Catholic Family & Human Rights Institute” sollecita anche tutti i governi ad interpretare in maniera corretta la Dichiarazione universale dei diritti umani. (A.L.)

    inizio pagina

    Giornata dell'ONU. Ban Ki-moon: garantire a tutti l'accesso ai beni della Terra

    ◊   Garantire l’accesso globale ai beni per tutti. Così il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, nel messaggio per l’odierna Giornata delle Nazioni Unite, esorta i Paesi che ancora sono indietro negli impegni presi verso il conseguimento, entro il 2015, degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). Ban Ki-moon si dice preoccupato per la crisi finanziaria in atto ma esalta quanto fatto a settembre a New York quando si è riunita “un’ampia coalizione per il cambiamento, formata da governi, esecutivi di compagnie pubbliche e private, società civile, generando così un impegno inedito a sostegno dei poveri nel mondo”. Un impegno che dovrebbe ammontare a 16 miliardi di dollari. “Il partenariato è la strada per il futuro”, scrive il segretario generale dell’ONU che invita a guardare ai progressi fatti sulla malaria. “Il nostro sforzo globale – aggiunge - ci ha permesso di avvicinarci all’obiettivo di contenere una malattia che uccide un bimbo ogni trenta secondi”. Un risultato che è frutto della pianificazione mirata su scala nazionale, dalle maggiori risorse finanziarie, da una gestione coordinata su scala globale, dall’adozione di soluzioni tecniche e scientifiche di prima qualità. Per Ban Ki-moon occorre applicare questi modelli per la soluzione di altre sfide come “il cambiamento climatico” ma anche per conseguire tutti gli altri Obiettivi di Sviluppo del Millennio. “Non c’è tempo da perdere” conclude il messaggio “le Nazioni Unite devono produrre risultati per un mondo più sicuro, sano e prospero”. (B.C.)

    inizio pagina

    La religiosa francese Yvonne Reungoat eletta nuova madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

    ◊   Suor Yvonne Reungoat, 63 anni, è la neo madre generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La sua elezione è arrivata dopo 136 anni di superiore generali italiane. Laureata in storia e geografia all’università statale di Lyone, suor Yvonne Reungoat ha condiviso, in questi anni, con la madre generale uscente, i processi legati alla vita religiosa e all’educazione intrapresi a livello mondiale dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Da dodici anni nel consiglio generale e dal 2003 vicaria generale, la neo madre generale ha iniziato il suo servizio di animazione nel 1983 come ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice della sua nazione. Nel 1992 viene eletta superiora della visitatoria africana “Madre di Dio”. Sono gli anni in cui madre Yvonne privilegia la relazione con le suore, incoraggia le comunità formate da suore di diversa nazionalità a vivere nell’unità, pur se nella diversità, il carisma salesiano. La contraddistinguono l’attenzione alle giovani in formazione, il saper farsi carico della povertà e la collaborazione con la Famiglia salesiana per la formazione degli animatori. Nel Capitolo generale del 2002 viene eletta vicaria generale dell’istituto. Oltre a seguire le comunità direttamente dipendenti dalla superiora generale, ha coordinato la programmazione e l’organizzazione di cinque incontri per neo-ispettrici. (A.L.)

    inizio pagina

    Simposio ad Istanbul: cristiani e musulmani riflettono su ragione e fede

    ◊   E’ iniziato questa mattina a Istanbul il sesto Simposio islamo-cristiano sul “Rapporto tra ragione e fede nell’Islam e nel cristianesimo”, organizzato dai Frati cappuccini che lavorano in Turchia, in collaborazione con il Pontificio istituto di studi arabi ed islamistica di Roma e con la facoltà teologica dell’Università di Marmara. L’argomento di quest’anno è particolarmente interessante perché sarà affrontato con riferimenti specifici al discorso tenuto da Benedetto XVI all’università di Ratisbona il 12 settembre 2006. Non mancheranno poi riferimenti alla lettera inviata al Santo Padre dai 138 responsabili dell’Islam il 15 ottobre successivo e alla lettera aperta dell’intellettuale libico Ali Aref Nayed. Al simposio partecipano una sessantina di persone, tra cui un gruppo di studenti dell’Università di Marmara con i loro professori, interessati all’argomento non tanto per l’eco che si ebbe a suo tempo del discorso sui mezzi di comunicazione, quanto per l’attualità che gli si riconosce “in un tempo in cui – è stato detto all’apertura dei lavori – la fede è in crisi e la ragione cede spesso all’istinto”. E’ presente anche un delegato del mufti di Istanbul, il prof. Mustafa Çağrici, il quale ha fatto notare la validità di questi incontri che hanno creato nel mondo intellettuale un clima di collaborazione e di distensione tra le due confessionı religiose. I lavori sono stati aperti con una breve panoramica su quanto è stato detto a proposito di fede e ragione da alcuni pensatori islamici, a partire da Averroè, e continueranno con un esame approfondito del discorso del Papa e della lettera deı responsabili islamici a lui inviata. L’analisi è affidata a padre Maurice Borrmans, dei Padri Bianchi, e a tre professori provenienti da Konia, Selçuk e Istanbul. (A cura di padre Egidio Picucci)

    inizio pagina

    I diritti umani nelle carceri al centro di un forum in Kenya

    ◊   Per tre giorni, oltre 150 delegati di 71 Paesi sono riuniti a Nairobi, in Kenya, per una conferenza sulla promozione dei diritti umani nelle carceri e nei centri di detenzione. Un incontro che ha come scopo, riferisce la Misna, di fare pressione sui governi africani per l’abolizione o la riduzione del numero di detenzioni arbitrarie e preventive. L’iniziativa rientra nella campagna per le celebrazioni del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che ricorre il prossimo 10 dicembre. Al termine della conferenza, organizzata tra gli altri dall’Alto commissariato ONU per i diritti umani in collaborazione con la Commissione keniana per i diritti dell’uomo, è prevista l’adozione di una dichiarazione comune. (B.C.)

    inizio pagina

    Crescita record della disoccupazione in Spagna

    ◊   L’Istituto Nazionale di Statistica (INE) spagnolo ha reso pubblico questa mattina il rapporto sulla situazione del lavoro nell’ultimo trimestre. I dati dimostrano come la crisi finanziaria abbia inciso in modo molto forte nell’economia reale e in particolare nel mondo del lavoro. Da un 10,44 per cento del secondo trimestre dell’anno si è arrivati tra luglio e settembre ad un 11,33 per cento. Nello stesso periodo si é registrato comunque un incremento dei posti di lavoro nei servizi che però non é riuscito a compensare le perdite negli altri settori. Negli ultimi dodici mesi inoltre è salito di 806.900 unitá il numero dei disoccupati che, in questo momento raggiunge un totale di oltre due milioni e mezzo. Sono 330.700 i posti di lavoro che, in un anno, si sono persi per i lavoratori uomini mentre c’è stato, nello stesso periodo, un incremento di 166.500 posti per le donne lavoratrici. Tra i settori più colpiti c’è l’edilizia con un totale di 354.200 operai in meno nell’ultimo anno, a seguire l’industria e l’agricoltura. Per quanto riguarda l’età dei lavoratori, più in difficoltà la fascia che va tra i 25 e i 54 anni. Particolarmente preoccupante il dato delle famiglie dove nessuno lavora, nel precedente trimestre erano 84.300 ora è in crescita. Per quante riguarda le regioni, quelle con il più alto indice di disoccupazione in questo momento sono: Andalucia, Canarias, Extremadura. (A cura di Ignacio Arregui)

    inizio pagina

    Il Pontificio Collegio Lituano festeggia il 50.mo anniversario del riconoscimento giuridico

    ◊   Con un ricco programma di eventi religiosi e culturali si commemora, a partire da oggi, il 50.mo anniversario del riconoscimento giuridico, da parte della Santa Sede, del Pontificio Collegio Lituano di San Casimiro. Le celebrazioni si sono aperte questa mattina con una Santa Messa nella Cappella lituana delle Grotte Vaticane. Tra le varie iniziative, sono poi previste una conferenza, la proiezione di un documentario sulla storia del Collegio ed un concerto di musica folcloristica lituana. Domani, il cardinale Audrys Juozas Bačkis, arcivescovo di Vilnius, presiederà la celebrazione eucaristica di ringraziamento nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Successivamente, sarà benedetta e collocata nel Collegio una statua raffigurante San Casimiro, patrono della Lituania. Domenica, la comunità lituana di Roma parteciperà in piazza San Pietro all’Angelus di Benedetto XVI. La fondazione del Collegio Lituano è legata alla drammatica esperienza della seconda guerra mondiale. Nel 1944, all’invasione delle truppe sovietiche sono seguite violenze ed arresti anche per vescovi e sacerdoti. Nel 1945 sono arrivati a Roma 20 seminaristi lituani per studiare e prepararsi al sacerdozio. Sono stati ospitati nel Collegio Sudamericano e hanno studiato presso la Pontificia Università Gregoriana. Mancavano ancora i fondi per la costruzione di un Collegio Lituano. La situazione si è sbloccata nel 1946, quando è arrivato dall’America un parroco lituano, mons. A. Briska, che ha comprato a Roma una struttura, la casa attuale, in Via Casalmonferrato 20. Dopo il 1948, anno del riconoscimento del Collegio da parte della Santa Sede, la Casa è stata sempre più frequentata da studenti e da lituani esiliati provenienti da tutto il mondo. Un’altra tappa fondamentale è legata al 1991, anno dell’indipendenza della Lituania. Nel Collegio Lituano si sono formati 150 sacerdoti, 4 vescovi ed il cardinale Audrys Juozas Bačkis. Tutti gli studenti che hanno completato l’iter formativo sono tornati nel loro Paese, dove hanno avuto la possibilità di lavorare nelle curie, nei tribunali della Chiesa locale diventando anche responsabili di seminari e professori nelle Università. (A.L.)

    inizio pagina

    Domani a Napoli l’Evento nazionale dei messaggeri nel centenario della nascita di padre Riccardo Lombardi

    ◊   Si aprirà domani a Napoli l’incontro denominato “Evento nazionale dei messaggeri”. L’iniziativa si tiene nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita del padre gesuita Riccardo Lombardi. La figura dei “messaggeri” si ricollega all’opera di sensibilizzazione intrapresa da padre Lombardi, volta a riproporre alla coscienza dei credenti il disegno salvifico di Dio sul mondo, per mezzo di una rinnovata fraternità nella libertà e nella solidarietà e attraverso la conversione e la riconciliazione. Una missione che assunse nuovo slancio dopo l’appello “per un mondo migliore” pronunciato da Pio XII ai microfoni della Radio Vaticana nel febbraio del 1952. A seguito di quell’appello, si formò un primo nucleo di laici per l’animazione comunitaria, che oggi è presente in una trentina di Paesi, coinvolgendo singoli e comunità in progetti pastorali di diocesi e parrocchie. Lo scopo è di diffondere una spiritualità di comunione autenticamente missionaria. L’incontro partenopeo prevede due relazioni su “La fede fonte di umanizzazione” e “Il contributo della Chiesa alla coesione e all’integrazione sociale”. Si parlerà successivamente del “messaggero”, una figura nuova di inviato per la diffusione capillare dei progetti pastorali. Tale figura verrà presentata sotto il triplice aspetto di “ponte di relazioni”, “servitore della Parola” e “ministro dell’ascolto”. Momenti di preghiera e di dibattito si alterneranno all’esposizione dei contributi, che includeranno anche uno sguardo sull’attività svolta fino ad oggi. L’incontro si concluderà domenica con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, nel Duomo partenopeo alle ore 12.30. (A.L.)

    inizio pagina

    “Incontri della cultura della Pentecoste” di Rinnovamento nello Spirito Santo in Calabria e Basilicata

    ◊   Proseguono gli incontri di “Cultura della Pentecoste” proposti dal Rinnovamento nello Spirito Santo (RNS), movimento che raccoglie oltre 200 mila aderenti in Italia. Oggi a Policoro (in provincia di Matera) in occasione del 25.mo anniversario della nascita della Comunità di Gesù si tiene l’incontro sul tema “La speranza non può scioperare”. Partecipano, tra gli altri, il presidente di RNS, Salvatore Martinez, ed il vescovo di Tursi – Lagonegro, mons. Francescantonio Nolè. Domani a Paola presso l’auditorium del santuario di San Francesco si terrà un altro incontro dal titolo “Frutto della giustizia è la pace”. L’Italia, in particolare il sud – spiega Salvatore Martinez, le cui parole sono state riprese dal quotidiano ‘Avvenire’ – ha bisogno di legittimazione morale e sociale”. Non è più tempo – spiega il presidente di RNS – di deroghe; “è per questa ragione - conclude - che il Rinnovamento nello Spirito Santo si prodiga per una cultura della Pentecoste, un atto di carità teorico e pratico che interpella le istituzioni, proponendosi di rinnovarne il cuore”. (A.L.)

    inizio pagina

    Serata di solidarietà a Roma per l’associazione Arca Italia in favore di disabili mentali

    ◊   L’appuntamento è fissato per questa sera alle 20 presso il Palazzo Farnese, a Roma, l’intero ricavato del concerto al pianoforte del maestro Antonio Pappano, direttore dell’orchestra di Santa Cecilia, sarà devoluto all’associazione Arca Italia onlus da anni impegnata nell’assistenza ai portatori di handicap mentale. Una somma necessaria per poter rinnovare e ristrutturare gli alloggi dell’associazione che, nella capitale, ospitano adulti affetti da forme gravi di downismo, cerebrolesi e autistici. Offrire a queste persone una casa e il calore di una famiglia per dare loro dignità e una vita più umana sono gli obiettivi dell’Arca, operativa attraverso 130 comunità in 30 Paesi del mondo. L’associazione, ispirandosi all’esperienza del suo fondatore, Jean Vanier, si dedica soprattutto all’assistenza di adulti e bambini, affetti da gravi patologie, e persone abbandonate dalle famiglie in ospedali psichiatrici o in istituti. Ogni comunità offre “laboratori occupazionali” di ceramica, carta riciclata, pittura per attivare i pazienti fisicamente e psicologicamente menomati. Per i casi più gravi, ci sono i cosiddetti “laboratori di risveglio” dove si pratica logopedia e fisioterapia. Accanto al maestro Antonio Pappano che eseguirà musiche di Beethoven, Rachmaninov e Mendelssohn, ci saranno la violinista, Grazia Raimondi, e il violoncellista, Luigi Piovano. (A.R)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Nuovo crollo delle Borse: la strategia asiatica contro la crisi

    ◊   Cadono in chiusura di settimana i listini europei, sulla scia del tonfo delle Borse asiatiche, mentre i futures di Borsa a New York sono stati congelati per eccesso di ribasso, in attesa dell'apertura della sessione regolare alle 15.30 ora italiana. Tokyo ha lasciato sul campo il 9,6%, Seul il 10,5% ed Hong Kong il 4,66%. Anche l'euro sotto la soglia di 1,26 dollari. Mentre le Borse continuano ad andare a picco in tutto il continente, i governi asiatici si sono riuniti a Pechino ai margini del vertice con l'Europa per concordare misure comuni. Il servizio di Fausta Speranza:

    I dieci Paesi del Sudest asiatico insieme a Cina, Giappone e Corea del Sud hanno deciso di creare entro il 2009 un fondo di sicurezza di 80 miliardi di dollari per proteggere le economie della regione dalla crisi. L’annuncio viene all’apertura del vertice a Pechino, dominato proprio dalla crisi internazionale. Vertice dei capi di Stato e di governo di 43 Paesi dell'Europa e dell'Asia, con Commissione Europea e Segretariato dell'Associazione dei Paesi del Sudest asiatico (ASEAN). Dal presidente della Commissione Europea, Barroso, è giunto l’appello a “mettere al bando protezionismo e isolazionismo". L'Asia fino ad oggi è stata incapace di una risposta coordinata alla crisi ma oggi, oltre all’annuncio del fondo di 80 miliardi, c’è da registrare l’appuntamento preso da Cina, Giappone e Corea del Sud per un vertice di emergenza a dicembre in Giappone. Da parte sua, il presidente cinese, Hu Jintao, ha rassicurato che “i fondamentali dell'economia cinese” restano invariati, anche se ha ammesso che il Paese è posto di fronte a fattori di instabilità. L'Italia è rappresentata a Pechino dal presidente del Consiglio, Berlusconi, che ha indicato nella creazione di un G14 - il gruppo degli otto Paesi più industrializzati più Cina, India, Egitto, Brasile, Messico e Sud Africa - uno strumento di importanza centrale. Per la Germania, il cancelliere Angela Merkel ha invocato una nuova “carta” per il sistema finanziario globale, sottolineando che le riforme dovranno puntare ad una maggiore trasparenza e ad una più severa supervisione sui protagonisti finanziari e migliori garanzie sui capitali. Nell’intervento del presidente francese, Sarkozy, un richiamo alla dignità umana, diritto per ogni essere umano. Dell'ASEAN fanno parte Thailandia, Malaysia, Singapore, Indonesia, Filippine, Laos, Vietnam, Birmania, Cambogia e Brunei.

     
    La Gran Bretagna verso la recessione
    Avanza lo spettro della recessione. Se ne parla oggi anche per la Gran Bretagna, dopo che nel terzo trimestre il prodotto interno lordo (PIL) britannico ha segnato una contrazione dello 0,5%, superiore alle attese. La Gran Bretagna è sulla strada della recessione per la prima volta dal 1991, anche se tecnicamente non si può parlare di ciclo recessivo (due trimestri consecutivi di crescita negativa), tenuto conto che nel secondo trimestre il PIL era rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. La Gran Bretagna è il primo dei Paesi del G7 ha comunicare i dati sul PIL del terzo trimestre.

    Petrolio
    L'OPEC ha deciso di tagliare di 1,5 milioni di barili al giorno la propria produzione di petrolio. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg dopo il vertice straordinario dell'organizzazione dei produttori a Vienna, precisando che la decisione sarà operativa da novembre.

    Afghanistan
    Un attacco particolarmente efferato compiuto dai talebani contro un autobus nell'Afghanistan meridionale ha provocato oggi una protesta in una città nell'est, dalla quale provenivano le 27 vittime. Sono state oltre 2.000 le persone che hanno marciato a Mehtarlam, capitale della provincia di Laghman. Il 14 ottobre scorso, un gruppo di talebani nella provincia di Kandahar aveva preso in ostaggio e ucciso 27 passeggeri di un autobus, accusandoli di far parte delle Forze di sicurezza. In realtà, le vittime stavano recandosi in Iran in cerca di lavoro. Mostrando di avere il controllo sulla maggior parte della regione i taleban hanno lasciato i corpi in vari luoghi a gruppi di due o tre e ancora non sono stati ritrovati tutti.

    Appello del Comitato internazionale della Croce Rossa per la Striscia di Gaza
    Misure urgenti per garantire l’arrivo dei farmaci nella Striscia di Gaza, da tempo sotto embargo: è l’appello che il Comitato internazionale della Croce Rossa (CIRC) rivolge alle autorità palestinesi, mentre ad Israele chiede di facilitarne la consegna rapida. La situazione, già critica, è stata aggravata dallo sciopero del personale sanitario dello scorso agosto, che ha causato la riduzione sia del numero dei ricoveri che degli interventi chirurgici. Sono centinaia i palestinesi che non hanno potuto recarsi negli ospedali di Israele, Gerusalemme est, Cisgiordania e Giordania. “Le questioni sanitarie - ha affermato il capo-missione del CIRC, Katharina Ruiz - non devono essere politicizzate”.

    Turchia
    Nel corso degli ultimi sette giorni, le Forze armate turche hanno ucciso 42 separatisti curdi appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Venticinque ribelli sono morti nel corso dei bombardamenti effettuati dall'aviazione militare turca sull'Iraq del nord lo scorso 17 ottobre, mentre altri 17 membri del PKK sono rimasti sul terreno durante operazioni terrestri condotte dall'esercito nelle regioni sudorientali della Turchia. Nella settimana precedente, erano stati 43 i separatisti del PKK uccisi in scontri con le forze armate turche. Il governo di Ankara, come anche l'UE e gli USA, considera il PKK un'organizzazione terrorista e lo accusa di essere responsabile della morte di almeno 40 mila persone, per lo più curdi, dall'inizio nel 1984 della rivolta per la costituzione di uno Stato indipendente curdo, nel sudest della Turchia.

    Russia
    Dura presa di posizione del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, dopo le sanzioni americane a Rosoboronoexport, il monopolista statale russo per l'export di armi. Secondo Lavrov, “non hanno alcun fondamento legale internazionale e avranno conseguenze sulle relazioni Russia-USA”. Gli USA, ha osservato il capo della diplomazia russa, usano i principi della loro legislazione interna a livello extraterritoriale, un approccio che la Russia ritiene “assolutamente inaccettabile”.

    Colombia
    Il presidente colombiano, Alvaro Uribe, incontrerà domenica prossima a Cali (Colombia sud-orientale) una delegazione dei circa 25 mila indigeni che da martedì scorso hanno intrapreso una marcia per rivendicare i diritti alla terra e all'autodeterminazione. Daniel Pinacuè, uno dei leader della protesta e alto responsabile del Consiglio regionale indigeno del Cauca (CRIC), ha indicato ai giornalisti di aver ricevuto ieri sera una telefonata del capo dello Stato che gli ha manifestato la sua disponibilità al dialogo. Confermato dal palazzo presidenziale il dialogo telefonico fra Uribe e Pinacuè. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 298

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina