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Sommario del 17/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • La fede e la ragione operino assieme per il bene dell’umanità: il commento del filosofo Vittorio Possenti all’indomani del discorso del Papa sulla Fides et Ratio
  • La diciottesima Congregazione generale al Sinodo dei Vescovi incentrata sulle prime relazioni dei Circoli minori, dedicate alle proposizioni finali dell’assise
  • Benedetto XVI alla proiezione del film "Testimonianza" su Giovanni Paolo II: fu un uomo semplice e coraggioso, che visse e patì con la tempra dell'umile servitore del Vangelo
  • Nomine
  • La prossima Beatificazione dei genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù. Mons. Pican, vescovo di Lisieux: la loro vita è un modello imitabile di "chiesa domestica"
  • Alla Mostra del libro di Francoforte, intervento del cardinale Lajolo che ha illustrato la produzione editoriale della Libreria Editrice Vaticana e delle edizioni dei Musei Vaticani
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La celebrazione della Giornata mondiale del rifiuto della miseria: intervista a Claudio Calvaruso
  • Il direttore della Caritas italiana, mons. Nozza: per rispondere alla crescita della povertà in Italia serve creatività nella solidarietà e forza che viene dal rapporto con Dio
  • La preghiera per i cattolici indiani perseguitati durante la veglia missionaria di ieri sera, nella Basilica di San Giovanni in Laterano
  • Il teologo Nicola Bux affronta in un libro la centralità della riforma liturgica nel Magistero di Benedetto XVI
  • Chiesa e Società

  • Timori per i cristiani iracheni, mentre si levano molte voci di condanna per le violenze
  • India: nella Giornata missionaria mondiale una manifestazione pacifica per dire “no” alla violenza anticristiana
  • Solidarietà tra la comunità cattolica tagika e i cristiani indiani
  • L’India offre aiuti umanitari e politici allo Sri Lanka
  • Allarme fame a Timor Est: malnutrizione cronica per il 90% della popolazione infantile
  • Elezioni libere e trasparenti. E’ l’auspicio dei vescovi dello Zambia in vista delle consultazioni del prossimo 30 ottobre
  • Giornata di preghiera e riflessione in Nicaragua, il primo novembre, prima delle elezioni municipali
  • Portorico: appello dell’arcivescovo di San Juan ai politici perché abbassino i toni della campagna elettorale
  • Visita al Patriarcato di Mosca dei vescovi francesi guidati dal cardinale Vingt-Trois
  • Si apre domani a Ginevra il Convegno sul dialogo islamo-cristiano
  • Francia: al via gli Incontri di Averroès su temi legati alle culture e alle religioni del Mediterraneo
  • Nord Irlanda: i vescovi cattolici dicono 'no' alla legalizzazione dell'aborto
  • Gran Bretagna: ad una agenzia cattolica per le adozioni negata la richiesta di modificare i propri statuti per non dover affidare minori a coppie gay
  • USA: i vescovi istituiscono una commissione speciale per difendere il matrimonio tradizionale
  • La carità di Papa Pacelli al centro di un incontro a Milano
  • Lutto nella Chiesa spagnola. Scompare padre Iratzeder, una vita dedicata al rinnovamento liturgico postconciliare
  • Da oggi è attivo a Roma un nuovo sportello dell’Associazione "Avvocato di strada onlus"
  • Si apre domani a Roma un Convegno dedicato ai nuovi luoghi educativi in parrocchia
  • Omaggio all’opera di don Oreste Benzi in un libro che racconta la sua vita
  • Domani il debutto a Roma di un musical su Don Bosco
  • Al via, il 4 novembre, il corso di formazione per il personale qualificato per le Cause di canonizzazione
  • 24 Ore nel Mondo

  • Borse europee volatili dopo l'apertura in forte rialzo. Proseguono intanto gli interventi dei singoli governi nazionali per aiutare il sistema finanziario
  • Il Papa e la Santa Sede



    La fede e la ragione operino assieme per il bene dell’umanità: il commento del filosofo Vittorio Possenti all’indomani del discorso del Papa sulla Fides et Ratio

    ◊   La fede “non teme il progresso della scienza” se le sue conquiste sono finalizzate al bene dell’uomo. E’ uno dei passaggi forti del discorso che il Papa ha rivolto, ieri, ai partecipanti al Convegno per il decimo anniversario dell’Enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II. Al convegno, promosso dall’Università Lateranense, sono intervenuti stamani il filosofo Michael Konrad e il fisico Antonino Zichichi, entrambi convinti che fede e ragione sono doni di Dio. Dal canto suo, Benedetto XVI ha ricordato ieri che filosofia e teologia sono “degli aiuti indispensabili” affinché la scienza non “proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi”. Una riflessione su cui si sofferma uno dei partecipanti al convegno, il filosofo Vittorio Possenti, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – Lo scienziato è un essere umano come tutti noi e quindi ha bisogno di valutare le azioni e le ricerche che compie. Esistono azioni che sono buone o azioni che sono cattive. Dunque, siccome l’uso della scienza va poi a ricadere su tutti noi, l’etica è indispensabile per ogni essere umano compreso lo scienziato e le ricerche della scienza. E in questo, indubbiamente, filosofia e teologia possono dare un grande aiuto perché la ricerca della vita buona, la ricerca dell’azione condotta bene è compito proprio della riflessione filosofica e teologica. In questo senso, il dialogo tra filosofia, teologia e scienza mi sembra oggi altrettanto e forse ancor più importante che nel passato.

     
    D. – Il Papa ha esortato gli scienziati ad evitare il rischio dell’arroganza che deriva dal volersi sostituire al Creatore. In un certo senso, il Papa richiama l’importanza della sapienza, oltre l’intelligenza …

     
    R. – In qualche caso, si può riscontrare questo pericolo: è arroganza, quando appunto la scienza si considera il sapere supremo a cui tutti il resto deve inchinarsi. In realtà, siccome la scienza è inserita con le sue ricerche nell’insieme della vita umana, la vita umana deve fare i conti con un elemento ulteriore, che è quello del buon uso delle cose che vengono scoperte e per questo la sapienza è qualcosa di indispensabile. La sapienza significa andare anche verso l’elemento, non solo della conoscenza ma anche dell’amore, perché noi conosciamo meglio le cose quando anche le amiamo.

     
    D. – La Chiesa – ha detto il Papa – difende la forza della ragione e la sua capacità di raggiungere la verità . Ma di quale ragione parla Benedetto XVI?

     
    R. – E’ chiaro che il discorso di Fides et Ratio e anche il discorso di ieri di Benedetto XVI sono rivolti ad una ragione umana integra, che prende le misure della realtà, non solo di una parte della realtà. Ora, nel discorso di ieri di Benedetto XVI c’è un richiamo esplicito a questo aspetto quando si fa notare che la ragione moderna, abituata al campo delle misure delle scienze sperimentali, ha ritenuto in alcuni casi, non sempre, fortunatamente, che lì stesse la totalità della ragione. In realtà, la ragione umana ha un compito ben più ampio di quello delle scienze sperimentali, come la fisica, appunto, la genetica, la biologia. Occorre avere molta stima per la scienza. Purché la scienza e la ragione umana, appunto, non si limitino a questo campo.

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    La diciottesima Congregazione generale al Sinodo dei Vescovi incentrata sulle prime relazioni dei Circoli minori, dedicate alle proposizioni finali dell’assise

    ◊   Diciottesima Congregazione generale, stamani, per il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, in corso in Vaticano. Al centro dei lavori, le prime Relazioni dei "circoli minori", divisi in 5 aree linguistiche: italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco. A loro, infatti, è stato affidato il compito di focalizzare i temi principali da affrontare nelle Proposizioni finali del Sinodo. Ma ad accompagnare la discussione, è stata la presenza spirituale di Papa Giovanni Paolo II di cui proprio ieri ricorreva il 30.mo anniversario dell’elezione al Soglio Pontificio. Il servizio di Isabella Piro:

    Leggeva la Bibbia ogni giorno, Karol Wojtyla, e poco prima di morire ha voluto ascoltare il Vangelo di Giovanni: ha vissuto così Papa Giovanni Paolo II, con la Parola di Dio sempre sulle labbra. E i lavori del Sinodo, stamani, si sono ispirati alla sua memoria per riflettere sul Verbo divino. I "circoli minori", infatti, hanno iniziato a rispondere ad alcune delle 19 domande poste, due giorni fa, dal Relatore generale, il cardinale Marc Ouellet, nella sua Relazione dopo la discussione. E allora, là dove si chiedeva come incrementare le traduzioni della Bibbia anche in lingue poco diffuse, i circoli hanno proposto l’istituzione, da parte delle Federazioni bibliche, di un fondo che finanzi tali progetti.

     
    Allo stesso modo, il suggerimento di organizzare un Congresso mondiale sulla Parola è stato accolto, ma solo in parte: meglio, si è detto, sfruttare l’occasione offerta dai Congressi eucaristici internazionali. Quanto al dialogo interreligioso, il Sinodo hanno suggerito di ricorrere alla figura di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein: colei che, convertitasi dall’ebraismo al cristianesimo, può fare da “ponte” tra le due religioni. Ribadita anche la necessità di un rapporto positivo con l’Islam, perché il dialogo con esso non è un’opzione, ma un bisogno vitale per il futuro.

     
    Proposti, poi, la Lettura cantata del Vangelo, l’istituzione di ministri straordinari della Parola e corsi di filosofia che, a partire dall’Enciclica Fides et Ratio, siglata dieci anni fa da Papa Wojtyla, contribuiscano ad una corretta esegesi biblica. Quindi, il nodo cruciale delle omelie: i "circoli minori" hanno detto sì ad un compendio omelitico per i predicatori e sono sembrati propensi all’istituzione di un direttorio del settore, purché si ricordi che l’omelia è un’arte che guarda allo Spirito Santo, non un esercizio oratorio e che è necessario conoscere a quale tipo di fedeli ci si rivolge.

     
    Affrontata anche la questione degli edifici sacri e da più parti è arrivato l’auspicio che il Sinodo aiuti a costruire nuove Chiese, luogo privilegiato per accogliere la Parola di Dio. Parola che - si è detto - andrebbe anche fisicamente collocata in uno spazio specifico ad essa dedicata. E ancora, ribadito il diritto di tutti a ricevere l’annuncio del Verbo Divino: non si tratta di proselitismo, si è detto in Aula, ma della libertà di presentare a tutti il valore salvifico del Vangelo. In questo senso, il Sinodo ha chiesto maggiore attenzione per i poveri, gli emarginati, i disabili e i sordomuti. Un riconoscimento maggiore è stato sottolineato anche per le associazioni ed i gruppi che promuovono i diritti umani, affinché ricevano più profondità dalla luce della Parola di Dio.

     
    Tra gli ultimi temi affrontati, quello della Lectio divina, che ha portato a proporre l’istituzione di scuole diocesane per i lettori, e quello della vita monastica e contemplativa, come “bussola” che indica al mondo di oggi ciò per cui vale la pena vivere. Su questo punto, ascoltiamo padre Enzo Bianchi, priore della Comunità Monastica di Bose, presente al Sinodo in qualità di esperto. A lui abbiamo chiesto quale sia il contributo della Comunità all’assemblea sinodale:

     
    R. - Essenzialmente, io credo, la lunga esperienza della Lectio divina, un cammino che io e la mia comunità abbiamo un po’ aperto, ormai 40 anni fa, e che oggi è addirittura raccomandato dal Papa come un cammino privilegiato per l’incontro con il Signore Gesù. La nostra fede è una fede secondo le Scritture e, di conseguenza, non si può incontrare Gesù senza conoscere i Vangeli che parlano di Lui e che lo testimoniano. In questo senso, io credo bisognerà davvero che il Sinodo incoraggi la Lectio divina e che questa possa attestarsi come qualcosa che è specifico e perseverante nella comunità cristiana.

     
    D. - In Aula, si è sentito spesso parlare di dialogo interreligioso, in particolare con riferimento anche a religioni non solo come l’islam o l’ebraismo, ma anche il buddismo, il confucianesimo o l’induismo. Si è fatto riferimento a valori comuni come ad esempio la vita monastica. Lei è d’accordo?

     
    R. - Sì, ci sono valori comuni che sono certamente vie di spiritualità tra cui anche la vita monastica. Tuttavia, bisogna sempre tener presente la specificità del cristianesimo: al cuore del cristianesimo non c’è una via etica, una via di disciplina, una via di spiritualità ma c’è Gesù Cristo, c’è davvero il Dio fatto uomo, venuto in mezzo a noi ed è il Salvatore del mondo. Io credo che noi cristiani abbiamo davvero il compito di dialogare con tutti mantenendo tuttavia questa certezza nel cuore, perché la nostra esperienza è un’esperienza di salvezza fatta proprio a causa del Signore vivente, Gesù.

     
    D. - La comunità di Bose come mette in pratica tutti i giorni la Parola di Dio?

     
    R. - E’ una vita monastica, quella che noi viviamo. Di conseguenza, noi abbiamo innanzitutto la Liturgia delle ore che scandisce tutte le giornate, i tempi liturgici. Poi c’è la celebrazione della liturgia eucaristica ma la Lectio divina è forse l’impegno più netto, più chiaro, più specifico perché ognuno di noi, almeno un’ora al giorno, sosta sui Testi biblici del giorno, cerca di leggerli, di meditarli, di pregarli, per arrivare ad avere davvero lo sguardo che Dio ha sul mondo, sugli uomini e sull’universo.

     
    D. - A suo parere, quali cambiamenti porterà questo Sinodo, sia dal punto di vista dottrinale che della vita dei fedeli?

     
    R. - Dal punto di vista dottrinale, non credo che possa portare cambiamenti ma certamente può indicare una via per una nuova primavera ecclesiale dovuta al primato, alla centralità della Parola di Dio, la quale può davvero convertire le vite e tracciare cammini di santità per tutti.

     
    Infine, da segnalare la commovente testimonianza di un’uditrice proveniente dal Giappone, Sr. Apollinaris Shimura Yuriko, superiora generale delle Ancelle della Beata Vergine Maria Immacolata: nelle sue parole, la descrizione di un Paese dall’elevato sviluppo economico, ma schiacciato dal peso dell’utilitarismo. Un peso di fronte al quale le religiose non chiudono le orecchie, ma portano avanti la missione della Chiesa, sull’esempio dei numerosi martiri giapponesi.

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    Benedetto XVI alla proiezione del film "Testimonianza" su Giovanni Paolo II: fu un uomo semplice e coraggioso, che visse e patì con la tempra dell'umile servitore del Vangelo

    ◊   Commossa proiezione ieri in Aula Paolo VI, alla presenza di Benedetto XVI, del film “Testimonianza” dedicato a Giovanni Paolo II nel trentesimo dall’elezione e tratto dal libro “Una vita con Karol”, scritto dal cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, in collaborazione con il giornalista Gian Franco Svidercoschi. Il film, ha detto il Papa, rivela le doti di spiritualità, umanità e coraggio che furono peculiari di Papa Wojtyla Servizio di Francesca Sabatinelli.

    Il 16 ottobre 1978 fu il primo incontro del neo-eletto Vescovo di Roma, "venuto da lontano", con la città e con il mondo. E i momenti dell’elezione a Papa di Karol Wojtyla sono stati ricordati dal suo successore, Benedetto XVI, al termine della proiezione del film “Testimonianza” tratto dal libro del cardinale arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz che di Giovanni Paolo II fu segretario per 27 anni:

     
    “Potremmo dire che il Pontificato di Papa Giovanni Paolo II sia racchiuso tra due espressioni. La prima: 'Aprite le porte a Cristo. Non abbiate paura'. Fu vibrante, impressionò e scosse l’opinione pubblica e risuonerà sulle sue labbra molte volte ancora lungo gli anni seguenti. L’altra: 'Lasciatemi andare al Signore'. Il Papa la pronunciò flebilmente sul letto di morte, al compiersi di un lungo e fruttuoso pellegrinaggio terreno”.

     
    Nel libro, don Stanislaw - ha detto il Papa - ha voluto raccontare la sua lunga familiarità con questo Pontefice, ripercorrendo momenti di gioia e di tristezza, di speranza e di audacia apostolica:

     
    “Rivelando inediti episodi, il film lascia trasparire l’umana semplicità, il coraggio deciso e infine la sofferenza di Papa Wojtyla, affrontata sino alla fine con la tempra del montanaro e la pazienza dell’umile servitore del Vangelo”.

     
    Grazie a questo film, ha aggiunto il Papa, lo spettatore che non ha conosciuto Giovanni Paolo II ha modo di intuire l’animo e la passione evangelica di questo Pontefice che ha segnato la storia della Chiesa e del mondo nell’ultima parte del XX secolo e all’inizio del terzo millennio. A chi invece lo ha conosciuto, il film da l’opportunità di rivivere con commozione alcuni momenti della sua vita. In conclusione, Benedetto XVI, ringraziando gli autori, ha invitato i presenti in Aula Paolo VI a raccogliere l’invito di Giovanni Paolo II a non avere paura, a seguire il suo esempio per rendere con coraggio la propria testimonianza a Cristo.

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    Nomine

    ◊   Benedetto XVI ha nominato consultore della Congregazione delle Cause dei Santi il sacerdote Francesco Asti, docente presso la Sezione San Tommaso della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, in Napoli.

    Negli Stati Uniti, il Papa ha nominato arcivescovo coadiutore di Cincinnati mons. Dennis M. Schnurr, finora vescovo di Duluth. Il presule, 60 anni, è stato alunno del Pontificio Collegio Americano del Nord e della Pontificia Università Gregoriana a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia. Ordinato sacerdote, ha ottenuto presso l’Università Cattolica di Washington la laurea in Diritto Canonico. Ha svolto anche gli uffici di Officiale Finanziario e Giudice del Tribunale della medesima diocesi. È stato, tra l'altrp, segretario del Consiglio Presbiterale e Membro del Collegio dei Consultori. Dal 1985 al 1989, ha lavorato come collaboratore locale della Nunziatura Apostolica a Washington. E' stato anche segretario generale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, nonché direttore esecutivo nazionale per la Giornata Mondiale della Gioventù in Denver nel 1993. E' stato nominato Vescovo di Duluth, in Minnesota, nel gennaio del 2001. In seno alla Conferenza episcopale, è presidente del “Committee on Budget and Finance”, vicepresidente del “Committee on Priorities and Plans”, tesoriere del “Executive Committee” e membro dell’“Administrative Committee”.

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    La prossima Beatificazione dei genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù. Mons. Pican, vescovo di Lisieux: la loro vita è un modello imitabile di "chiesa domestica"

    ◊   La Chiesa, quella francese in particolare, si appresta a vivere un avvenimento di grande partecipazione di fede. la Beatificazione di Ludovico Martin e Maria Zelia Guérin in Martin, genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù. La cerimonia è in programma per domenica prossima, alle 10, nella Basilica di Lisieux: a pronunciare la formula di Beatificazione sarà il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi. La vita dei genitori di Teresa di Lisieux fu un modello di santità quotidiana, un vero esempio di "chiesa domestica". Al microfono di Olivier Tosseri, della redazione francese della nostra emittente, il vescovo di Bayeux et Lisieux, Pierre Pican, che presiederà la Messa, spiega in che modo la Chiesa locale si sia preparata a questo evento:

    R. - Il y a una préparation - disons - un peux spirituelle: depuis déjà des mois…
    Diciamo che, in realtà, la preparazione è di tipo spirituale e va avanti già da alcuni mesi. Noi abbiamo la gioia e la grazia di avere, nella nostra diocesi, sette monasteri, e tutte le monache sono fortemente radicate nella preghiera riguardo le tre preoccupazioni fondamentali di Louis e Zélia: la famiglia, la vocazione nella famiglia e il rapporto con la sofferenza, con le durezze della vita, affinché le difficoltà dell'esistenza siano affrontate non con una sorta di rifiuto, bensì - al contrario - accettate, interiorizzate. I monasteri compiono davvero un bel cammino, in maniera intensa, regolare: ci sono i tempi di preghiera, i momenti per l’adorazione… E’ stupefacente, devo dire, quanto sta accadendo: noi abbiamo rivolto un invito, ma la risposta è stata veramente forte e significativa.

     
    D. - Cosa si aspetta, come ritorno spirituale, da questo evento?

     
    R. - Ce que nos moniales portent dans la prière, à savoir certainement…
    Ciò che le nostre monache portano nella preghiera. Quindi, sicuramente, la vocazione della famiglia, che è il luogo nel quale la persona è attesa, accolta, educata, cristianizzata e forse anche - se posso usare un neologismo orribile - “vocazionalizzata”… In breve, questa piccola Chiesa intima, familiare, della quale tanto parlava Giovanni Paolo II, dovrà sicuramente essere ricollegata a questa coppia di coniugi, a questa famiglia. Poi, sul piano della pastorale familiare, ci aspettiamo che la famiglia sia il luogo delle grandi fecondità: spirituali, ecclesiali, vocazionali e degli impegni. Sono state messe in rilievo, dei genitori della Santa di Lisieux, la loro apertura missionaria, la cura per i poveri, l'attenzione al prossimo, la loro vicinanza, la loro vigilanza verso tutti coloro che vivevano in necessità… Tutti questi elementi sono segni molto forti dei quali sarebbe bello si occupasse anche la famiglia di oggi.

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    Alla Mostra del libro di Francoforte, intervento del cardinale Lajolo che ha illustrato la produzione editoriale della Libreria Editrice Vaticana e delle edizioni dei Musei Vaticani

    ◊   L’editoria di ispirazione cristiana “ha un rilievo non trascurabile” nel settore dell’editoria religiosa, che ha sua volta ha un peso “non irrilevante” nello sconfinato panorama dell’editoria moderna. La valutazione è del cardinale Giovanni Lajolo, intervenuto ieri alla Mostra del libro di Francoforte, dove uno stand ospita le produzioni della Libreria editrice Vaticana (LEV) e delle Edizioni dei Musei Vaticani. Nella sua veste di presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, il cardinale Lajolo si è soffermato sull’attività editoriale vaticana e sui singoli comparti che la curano. In particolare, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa alla Buchmesse, “la produzione editoriale della direzione dei Musei Vaticani è seguita e coordinata dai vari responsabili di ciascun settore museale, e si avvale della collaborazione di storici dell'arte, archeologi e studiosi di etnologia e antropologia di fama internazionale”, dai quali dipendono le pubblicazioni di tipo specialistico riguardanti le opere conservate nelle collezioni dei Musei e in altri ambiti.

    Oltre a illustrarne alcune delle più recenti produzioni, il cardinale Lajolo ha posto in risalto anche uno dei fiori all’occhiello dell’editoria dei Musei Vaticani, ovvero l’offerta multilingue delle varie opere. Oltre alle tradizionali lingue europee (italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco) figurano anche traduzioni in polacco, russo, portoghese o greco e, fra le lingue orientali, in cinese, coreano e giapponese. Da parte sua, ha poi concluso il porporato, la Libreria Editrice Vaticana - con il supporto della Tipografia Vaticana - cura la pubblicazione di tutti i documenti ufficiali della Santa Sede e di numerose opere di teologia, filosofia, spiritualità, di storia della Chiesa e di Diritto Canonico. Inoltre, in collaborazione con altri grandi editori di tutto il mondo, la LEV pubblica le opere personali del Papa, una novità introdotta da Giovanni Paolo II. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo di Ettore Gotti Tedeschi dal titolo “Molti i candidati al Nobel per l'antieconomia”.

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Francesco Citterich dal titolo “L’annosa disputa territoriale tra Cambogia e Thailandia per il tempio induista di Prear Vihear”.

    In cultura, la prima parte dell’intervento del cardinale Tarcisio Bertone e la conclusione della relazione dell’arcivescovo Rino Fisichella al convegno “Fiducia nella Ragione” in svolgimento alla Pontificia Università Lateranense, in occasione del decimo anniversario della “Fides et ratio”.

    Wlodzimierz Redzioch intervista Stanislaw Grygiel, amico di Giovanni Paolo II, del quale ricorda - a trent’anni dall’elezione - l’attenzione per i laici.

    Gabriele Nicolò su un convegno, a Roma, per il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

    Nell’informazione religiosa, i lavori sinodali.

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    Oggi in Primo Piano



    La celebrazione della Giornata mondiale del rifiuto della miseria: intervista a Claudio Calvaruso

    ◊   Si celebra oggi la Giornata mondiale del Rifiuto della Miseria. Una ricorrenza nata per iniziativa di Padre Joseph Wresinski, Fondatore del Movimento "Aide à Tout Detresse - Quarto Mondo", e sostenuta dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di promuovere il rispetto degli emarginati. “La povertà depreda i poveri della loro dignità umana", ha detto il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, in un messaggio diffuso per l’occasione. "Non sarà debellata senza la dovuta considerazione per i diritti umani”. Ma qual è il volto di chi vive oggi ai margini della società? Claudia Di Lorenzi lo ha chiesto a Claudio Calvaruso, presidente dell’Associazione italiana "Amici di ATD - Quarto Mondo":

    R. - I senzatetto hanno vissuto un trauma profondo di tipo affettivo, razionale, per cui non sono più riusciti a ricostituire quel filo fragilissimo del sentirsi parte di una comunità. Il loro modo di vivere, le loro esperienze, sono fortemente caratterizzate da una situazione di isolamento e di esclusione, spesso da loro stessi ricercata, in quanto i bisogni di essere rispettati come persone, di essere amati, di essere accettati, di essere accolti, sono difficili da soddisfare.

     
    D. - Come rispondere ai loro bisogni?

     
    R. - C’è una volontà di non ricercare delle risposte a questi bisogni, finché non si trovano invece delle risposte più consistenti sul piano del rispetto della loro dignità e della qualità dei rapporti che riescono a stabilire con le altre persone. Vorrei ricordare qui don Luigi Di Liegro, che passava delle ore a dialogare con i senzatetto: ci diceva che era l’unico modo in cui si riusciva a ristabilire un rapporto con loro e che queste persone venivano considerate piene di diritti e di dignità: prima ancora di accettare delle risposte di tipo materiale, igienico, abitativo, hanno bisogno di ricomporre un legame affettivo con la società.

     
    D. - Qual è il ruolo di associazioni come “ATD - Quarto Mondo”?

     
    R. - Una particolarità di “ATD” è quella di vivere vicino ai poveri, di condividerne le difficoltà e di aiutarli non tanto con opere, quanto attraverso l’aiuto e il supporto ad affrontare le difficoltà e ad essere protagonisti autonomi del proprio riscatto. C’è una coscienza del valore carismatico dei poveri e la ricerca di essere loro vicini perché, in questo modo, si testimonia la coscienza che i poveri hanno diritto ad essere rispettati e sono delle persone piene di dignità. Le persone più povere non sono mai conosciute, non sono ricordate, non ci sono delle strade a loro nome, non si fanno delle manifestazioni per loro. E questo, padre Joseph l’aveva molto a cuore. Voleva rendere omaggio a queste persone che, con le loro sofferenze, avevano dato all’umanità un contributo - spesso, se non in tutti i casi - più importante del resto dell’umanità.

     
    D. - E cosa possono fare, invece, le istituzioni?

     
    R. - Le istituzioni sono l’elemento che maggiormente facilita l’inclusione sociale. Devono mandare dei messaggi forti circa la necessità che tutte le persone debbano essere, in quanto tali, aiutate ed accettate dall’insieme della comunità. Bisognerebbe che ci fossero delle soglie minimali di soddisfazione dei bisogni, in tutti i campi, così come sarebbe importante che ci fossero delle soglie minime di reddito garantite a tutti i componenti della società.

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    Il direttore della Caritas italiana, mons. Nozza: per rispondere alla crescita della povertà in Italia serve creatività nella solidarietà e forza che viene dal rapporto con Dio

    ◊   Ha suscitato molta impressione il recente Rapporto della Caritas sulla povertà in Italia, stilato in collaborazione con la Fondazione Zancan. Il quadro che ne emerso raffigura una situazione di grave allarme sociale, con 15 milioni di persone a rischio, metà delle quali vivono al di sotto della soglia di povertà e l'altra metà poco al di sopra. Luca Collodi ha chiesto al direttore della Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza, di tratteggiare l'identikit di questa troppo vasta categoria di indigenti:

    R. - La stragrande maggioranza sono persone solitamente consegnate alle strade, che hanno il loro vissuto, parecchio condiviso, sulla strada. Di conseguenza, le loro situazioni di vita sono frantumate. Si tratta di persone che, in un certo senso, chiedono in maniera costante risposte al bisogno di alimentazione, del vestire, dell’igiene personale e ultimamente, in maniera sempre più insistente, anche di sussidi economici. Accanto a questi, negli ultimi anni, entrano nel gruppo interi nuclei familiari che hanno soprattutto il grande problema dell’essere sostenuti da un punto di vista del cibo e del vestiario, ma anche soprattutto da un punto di vista dell'economia, perché non sanno come far fronte al pagamento di utenze e di affitto.

     
    D. - Don Nozza, voi avete presentato questo Rapporto mentre in Vaticano è in corso il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio. Questo rapporto ci fa riflettere sulla povertà. Si può coniugare la riflessione sulla Parola di Dio con questo spaccato concreto della vita sociale italiana?

     
    R. - Si sta dentro questo mondo di povertà: si cerca di avere più fantasia possibile, più forza possibile per considerare la sofferenza di questi milioni di persone, perché nella Caritas le persone che vi operano, in termini di operatori o di volontari, hanno fortemente radicato la loro vita nella Parola e nell’Eucaristia. Diversamente, saremmo un buon segretariato sociale e niente più. Si cerca di esserci, di esserci nel modo migliore, proprio a partire, quotidianamente, dall’aver condiviso con l’intera comunità l’ascolto e l’accoglienza della Parola e la celebrazione: quindi l’assunzione della grazia, della forza, della gratuità di Dio per poter poi continuare nonostante i grandi problemi con grande speranza.

     
    D. - Un’esperienza, quindi, che incarna la Parola di Dio nel concreto, nella vita quotidiana...

     
    R. - E’ un’esperienza che si "impasta" con tutto quanto sa di parola di Dio, con tutto quanto sa di grazia proveniente dai Sacramenti e con tutto quanto diventa testimonianza. Il testo di evangelizzazione e testimonianza della carità negli anni ’90 diceva: “Il pane della Parola, il pane dell’Eucaristia, il pane della carità non sono pani diversi, ma sono la stessa persona di Gesù”.

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    La preghiera per i cattolici indiani perseguitati durante la veglia missionaria di ieri sera, nella Basilica di San Giovanni in Laterano

    ◊   “Guai a me se non predicassi il Vangelo”: è tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi, il tema della veglia missionaria che si è svolta ieri sera a Roma presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. Durante l’incontro di preghiera, presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini, è avvenuta la consegna del mandato missionario a quattro suore, a un giovane sacerdote e ad una coppia di sposi in partenza per diverse parti del mondo come annunciatori della parola di Dio. Il servizio di Marina Tomarro.

    Andare avanti nonostante le difficoltà e i pericoli perché la parola di Dio è più forte di ogni cosa e chi l’ha ricevuta ha il dovere di farla conoscere anche a quei popoli dove il Vangelo ha bisogno di essere annunciato. Con queste parole il cardinale vicario Agostino Vallini ha aperto ieri sera la veglia missionaria “Guai a me se non predicassi il Vangelo”. Ascoltiamo il suo commento:

     
    “La Chiesa esiste per vivere dell’amore di Dio e per annunciarlo, cioè per portare la buona notizia a tutti. In questo nostro mondo, dove gli uomini sembrano per tanti versi disorientati, è quanto mai urgente - sia nei Paesi di tradizione cristiana sia nell’immenso mondo che non conosce ancora il Vangelo - portare il messaggio di Gesù. Dunque noi viviamo questa Veglia missionaria con l’ansia e la passione di sentirci gratificati del dono della fede, ma anche dell’impegno di trasmetterlo agli altri”.

     
    Il cardinale ha sottolineato che, attualmente, sono circa 150 i sacerdoti della diocesi di Roma che sono testimoni del Vangelo nel mondo. Un pensiero particolare è andato ai fratelli indiani presenti anche alla celebrazione, in questi ultimi mesi vittime nelle loro terre di una crudele persecuzione da parte di estremisti indù. Ascoltiamo ancora il cardinale Vallini:

     
    “L’esperienza della Chiesa in India - ma non solo in India, anche in altre regioni del mondo - dove cristiani, cattolici, i sacerdoti, i vescovi - penso anche alla uccisione del vescovo di Mosul, in Iraq - stanno offrendo questa testimonianza di coerenza, di fede e di amore all’Uomo, annunciando il Vangelo, sia un fermento di una nuova stagione. Soffriamo con loro ma siamo anche pieni di speranza”.

     
    E durante la veglia sono state lette alcune testimonianze di religiosi e religiose vittime di terribili aggressioni e violenze da parte degli estremisti. Ma qual è attualmente la situazione dell’India? Ascoltiamo la testimonianza di don Antonio Pattarambil, cappellano della comunità indiana a Roma.

     
    “Quel luogo, dove il 23 agosto sono iniziate le persecuzioni, è lo Stato di Orissa, una regione isolata nella foresta. Prima dell’inizio delle persecuzioni, sono state distrutte tutte le strade che portano soldati o militari nella città. Per fortuna, abbiamo qualche testimonianza: uno dei sacerdoti è riuscito a fuggire e si trova ora in un ospedale nel sud dell’India. La situazione attuale, come sappiamo, è terribile: ci sono più di 200 chiese distrutte, i cristiani soffrono molto”.

     
    Ma nonostante il dolore, resta la speranza che da queste persecuzioni nasca una Chiesa indiana più forte nella fede. Ascoltiamo ancora don Antonio:

     
    “Come Gesù ci ha insegnato, dobbiamo pregare anche per i nostri persecutori. La Chiesa è cresciuta attraverso le persecuzioni. Io spero veramente che questa persecuzione di aiuterà a crescere, affondando le nostre radici nel Vangelo”.

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    Il teologo Nicola Bux affronta in un libro la centralità della riforma liturgica nel Magistero di Benedetto XVI

    ◊   Restaurare nella liturgia un sapiente equilibrio tra innovazione e tradizione: è questo il cuore dell’opera riformatrice che sta attuando il Pontefice. E’ quanto sottolinea nel suo ultimo libro, “La rifoma di Benedetto XVI” edito di Piemme, il teologo don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. In particolare, don Bux si sofferma sul Motu proprio Summorum Pontificum con il quale il Pontefice ha liberalizzato il rito latino. Il documento ha suscitato molte critiche anche nel mondo cattolico. Tuttavia, come spiega don Nicola Bux - al microfono di Alessandro Gisotti - non è un passo indietro ma piuttosto un “guardare avanti” riprendendo quanto di più bello c’è nella tradizione cattolica:

    R. - Purtroppo, negli ultimi anni, si è fatta strada l’idea di una liturgia “fai da te”, e cioè, praticamente, che ciascun sacerdote, ciascun gruppo, possa togliere e aggiungere quello che crede, in questo spazio di fede, dimenticando che invece noi riceviamo la liturgia da una tradizione di duemila anni. Liturgia vuol dire appunto azione sacra, che noi compiamo per ascoltare Dio, per rispondere a Lui, per offrire a Lui la nostra vita, e che dunque non può essere manipolata da alcuno, proprio perché l’uomo di ogni tempo ha il diritto di incontrare la fede cattolica. Il sacerdote è un ministro, cioè un servitore. Questa situazione che si è creata un po’ negli ultimi anni - e che, ripeto, nulla ha a che fare con lo spirito iniziale della riforma voluta dal Concilio - ha finito per creare nella Chiesa notevoli contrapposizioni e i problemi che tutti sappiamo. Quindi, l’atto del Santo Padre è stato un atto di giustizia, che peraltro era già preparato da altri interventi pazienti fatti da Giovanni Paolo II e anche da Paolo VI. L'intento è di dare dei correttivi all’interpretazione della innovazione della liturgia, perché la riforma liturgica spesso è stata presentata come una sorta di rivoluzione. In realtà, era solo un restauro e quindi come ogni restauro andava portato avanti con delicatezza e senza alterare i tratti fondamentali dell’immagine.

     
    D. - Come recuperare il senso del sacro che oggi va disperdendosi? Una preoccupazione molto presente a Benedetto XVI...

     
    R. - Il senso del sacro vuol dire il senso della presenza di Dio, perché la parola sacro significa un qualcosa che non è il risultato delle mie mani. Quindi, sacro è Dio che è presente. L’immagine più classica della Bibbia è il roveto ardente e la voce di Dio che dice a Mosè “Sta’ attento, non ti avvicinare, togliti i sandali, perchè questo luogo è santo”. Santo perché Dio è presente. Quando si parla di sacro, si deve intendere che i luoghi che noi chiamiamo appunto sacri, edifici sacri, devono essere tali: devono invitare ed aiutare ad incontrare la presenza di Dio. Diciamo che senza la presenza di Dio, la liturgia non ha senso, è un rito vuoto, in cui noi stessi ci esibiamo. Credo che l’atto di Benedetto XVI sia quello di restituire alla liturgia questo senso fondamentale, di essere dinanzi alla Sua presenza, come diciamo noi stessi: “Siamo stati ammessi alla tua presenza, a compiere il servizio sacerdotale”.

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    Chiesa e Società



    Timori per i cristiani iracheni, mentre si levano molte voci di condanna per le violenze

    ◊   E’ ancora forte la preoccupazione per i cristiani di Mosul, in Iraq. Secondo l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS) – come ricorda Zenit - sono più di mille le famiglie che hanno lasciato la città irachena nell’arco di 14 ore. I cristiani hanno iniziato a fuggire il mese scorso, dopo che gli estremisti islamici hanno dato il via a una campagna di violenze e intimidazioni costringendo la gente a scegliere tra il convertirsi all'islam, l'essere uccisi o il vedere la propria casa devastata. Alcune fonti riferiscono che nelle violenze almeno 20 persone hanno perso la vita. ACS, che ha fatto un appello ai benefattori, sta inviando 30 mila dollari nelle città e nei villaggi cristiani fuori Mosul, dove gli sfollati si sono riuniti. Anche mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, ha lanciato un allarme per la situazione che rischia di degenerare ancora, perché gli interventi del Governo iracheno per fermare la violenza sono stati troppo esigui e sono arrivati in ritardo, l'esodo inoltre minaccia di estinguere la presenza cristiana a Mosul. Intanto una forte condanna è giunta dall’ambasciata iraniana a Baghdad che ha definito gli attacchi “misure inumane volte a scatenare tensione, minare la sicurezza internazionale, danneggiare l’andamento politico e la posizione del governo democratico iracheno, distruggendone l’unità nazionale”. Anche religiosi cristiani e musulmani riuniti in Inghilterra hanno rivolto un appello affinché cessino “le minacce alla comunità cristiana in Iraq che minano la secolare tradizione di tutela da parte dei musulmani”. “Nessuna persona o comunità – hanno detto – dovrebbe essere perseguitata o minacciata a causa della propria fede religiosa e preghiamo perché l’Iraq possa trovare pace e le nostre religioni lavorare insieme per superare le divisioni nella società e dimostrare la fedeltà al duplice comandamento di amare Dio e il prossimo”.(B.C.)

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    India: nella Giornata missionaria mondiale una manifestazione pacifica per dire “no” alla violenza anticristiana

    ◊   La Chiesa indiana ha organizzato, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale di domenica prossima, una imponente manifestazione pubblica, scandita dal silenzio e dalla preghiera, per dire “no” ad ogni forma di violenza e per ribadire la sua volontà di essere presente nella società indiana e dare un contributo alla nazione. Il corteo, a cui parteciperanno gruppi di altre confessioni cristiane, ma anche di altre comunità religiose come indù, buddisti e musulmani, sfilerà per le strade di Hyderabad, capitale dello stato di Andra Pradesh, in India centromeridionale, per condannare le recenti violenze anticristiane ed esprimere solidarietà con tutte le vittime delle aggressioni che nelle scorse settimane hanno riguardato soprattutto gli stati di Orissa, Karnataka, Andra Pradesh, Kerala, Madhya Pradesh, Uttar Pradesh, Tamil Nadu. Al corteo hanno aderito anche gruppi della società civile e organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Fra le richieste dei manifestanti - riferisce l'agenzia Fides - vi sono: l’istituzione di un fondo per risarcire le famiglie delle vittime e per ricostruire le chiese e gli edifici religiosi distrutti; dichiarare “illegali” e “terroristi” i gruppi radicali responsabili della campagna di odio e di violenza che sta attraversando la società indiana; arrestare e perseguire penalmente gli autori delle stragi e dei saccheggi; istituire una Commissione di inchiesta per appurare radici e ragioni delle violenze; creare una linea telefonica di pronto intervento, presso gli uffici di Polizia, da contattare per futuri atti di violenza. Fra le figure che saranno ricordate nella manifestazione del 19 ottobre vi sono la Beata Madre Teresa di Calcutta e Suor Alfonsa, la prima santa indiana canonizzata domenica scorsa dal Santo Padre a Roma. Saranno portate come esempi per la comunità cristiana in India: la prima per l’immenso amore dimostrato al popolo indiano, soprattutto ai poveri e agli emarginati; la seconda per la capacità di soffrire nel silenzio, portando la croce del dolore e dell’ingiustizia senza ribellarsi. (R.P.)

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    Solidarietà tra la comunità cattolica tagika e i cristiani indiani

    ◊   La comunità cattolica di Dushanbe, nel Tagikistan, ha espresso la propria solidarietà con le vittime cristiane nello Stato indiano dell’Orissa. Nella parrocchia di San Giuseppe molti fedeli hanno offerto speciali preghiere per chiedere la fine delle violenze. “La maggior parte della gente – ha affermato il sacerdote della comunità religiosa – non sa nulla della persecuzione: i grandi network non danno alcuna informazione”. Intanto in India è arrivata la promessa del premier Singh: il governo federale interverrà per difendere la laicità dello Stato. Nella riunione del Consiglio Nazionale per l’Integrazione, il primo ministro indiano ha chiesto ai governi statali un’azione ferma e decisa contro le violenze che minacciano la pace e l’armonia sociale nel Paese, esprimendo la volontà dell'esecutivo di “adempiere ai suoi obblighi costituzionali di proteggere le minoranze religiose”. Da parte dei leader religiosi cristiani è stato espresso forte scetticismo sulla reale volontà d’intervento delle autorità ed hanno chiesto misure immediate contro i responsabili delle violenze e aiuti alle vittime. (F.A.)

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    L’India offre aiuti umanitari e politici allo Sri Lanka

    ◊   “Negoziare pacificamente un accordo”: è l’invito – reso noto dall’agenzia Misna - con cui il ministro degli Esteri indiano chiede una soluzione contro la crisi umanitaria in Sri Lanka provocata dall’offensiva militare interna che vede contrapposti l'esercito regolare e le truppe delle Tigri Tamil. L’appello chiede il rispetto dei diritti civili e di far in modo che la popolazione possa essere raggiunta dagli aiuti umanitari. Anche per il primo ministro indiano è necessario un negoziato politico che rispetti l’unità e l’integrità del Paese offrendo garanzie ai diritti fondamentali delle minoranze Tamil. Entrambi i rappresentanti politici hanno offerto un contributo sia a livello di mediazione politica che sul piano umanitario. Le dichiarazioni dei vertici indiani appaiono come la risposta alla recente minaccia da parte di 39 deputati del partito Tamil di abbandonare il parlamento di New Delhi in caso di mancato intervento da parte dell’India nella questione cingalese. (F.A.)

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    Allarme fame a Timor Est: malnutrizione cronica per il 90% della popolazione infantile

    ◊   L’OXFAM australiana lancia l’allarme fame per la nuova crisi a Timor est. Il 90% della popolazione infantile nell’isola del sud asiatico – secondo l’agenzia Asianews - è colpita da malnutrizione cronica. Il 70% si trova in una situazione di insicurezza alimentare. La condizione, ha reso noto il direttore dell’associazione, riguarda un bambino ogni due sotto i cinque anni. La popolazione di Timor est è al 70% costituita da cattolici. Più del 40% del milione di abitanti vive sotto la soglia di povertà con meno di 55 centesimi di dollaro al giorno. Il tasso di disoccupazione è pari al 60% dei giovani nelle aree urbane. L’aumento globale dei prezzi di beni di prima necessità, come il riso, è tra le principali cause della crisi alimentare. Gli scontri interni, dovuti all’instabilità politica dell’isola, aggravano ulteriormente la situazione di povertà della popolazione ma anche il livello di arretratezza rende difficile lo sviluppo del Paese. L’associazione australiana chiede maggiore supporto nei programmi di emergenza alimentare e l’aumento di investimenti nel campo dell’agricoltura. All’appello, rivolto soprattutto all’Unione Europea, agli USA e al Giappone, si sono uniti diversi organismi umanitari presenti sull’isola. (F.A.)

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    Elezioni libere e trasparenti. E’ l’auspicio dei vescovi dello Zambia in vista delle consultazioni del prossimo 30 ottobre

    ◊   “Facciamo appello al popolo dello Zambia perché respinga tutti i candidati che non rispettino il codice di condotta elettorale conducendo una campagna caratterizzata da menzogne e mezze verità, false promesse e corruzione per ottenere voti, minacce e violenza per influenzare i risultati”. E’ quanto si legge in un messaggio comune delle tre principali confessioni cristiane dello Zambia: la Conferenza episcopale dello Zambia, il Council of Churches e l'Evangelical Fellowship. Un testo che sarà letto nelle chiese e tradotto nelle lingue locali per rendere la popolazione più preparata alle elezioni anticipate del 30 ottobre, convocate dopo la morte improvvisa del presidente Mwanawasa. Nel messaggio, come riporta l’agenzia Fides, i leader religiosi ricordano che lo Zambia ha vissuto nel suo recente passato tre momenti speciali: l'indipendenza nel 1964; il ritorno del multipartitismo nel 1991; la difesa della Costituzione nel 2001 per impedire una sua modifica volta a far ottenere un terzo mandato al presidente di allora Chiluwa. Alla luce della coscienza civile dimostrata dalla popolazione, invitano le autorità governative a "dimostrare dedizione professionale per un processo elettorale regolare, efficiente e trasparente, prima, durante e immediatamente dopo la giornata elettorale”. “Siamo alla ricerca – si legge nel messaggio – di un dirigente capace non solo di rafforzare i risultati ottenuti durante la presidenza di Mwanawasa ma di andare oltre, trovando il modo di servire in modo efficace e giusto tutti gli abitanti del paese”. Un nuovo capo dello stato che dovrà dare una risposta alle richieste più urgenti che arrivano dalla società, concentrando sforzi e risorse nei settori dell’agricoltura, dell’istruzione e della sanità. (B.C.)

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    Giornata di preghiera e riflessione in Nicaragua, il primo novembre, prima delle elezioni municipali

    ◊   Con una lettera ampiamente diffusa sulla stampa del Nicaragua, l’arcivescovo di Managua, mons. Leopoldo Brenes, ha inviato tutti a prendere parte il prossimo primo novembre ad una Giornata di preghiera e di riflessione prima dell’appuntamento elettorale del 9 novembre quando oltre 3 milioni 800mila aventi diritto dovranno eleggere le autorità di 147 municipi. “La nostra preoccupazione principale, scrive l’arcivescovo, è il linguaggio che si sta utilizzando, in particolare quello tra i candidati”. Il presule sottolinea come sia necessario parlare di programmi e conoscere i progetti. “Perciò esorto i nostri leader, con rispetto nei confronti di tutti, - ha detto - ad usare un linguaggio riguardoso e dunque a non fare ricorso agli attacchi personali”. Mons. Brenes inoltre ha nuovamente chiamato, come già ha fatto alcune settimane fa, la Conferenza episcopale a partecipare al processo democratico ed ha parlato dell'importanza di andare a votare senza lasciarsi “trascinare da alcuna tentazione astensionista”. “Ciascuno, ha precisato, ha il dovere d’informarsi e poi agire con discernimento eleggendo o votando per la persona che considera più adeguata”. In questo senso, proprio per dare un contributo alla maturità e responsabilità delle scelte, l’arcivescovo nicaraguese nella sua lettera ai fedeli invita tutti, il prossimo primo novembre, a partecipare ad una “Giornata di preghiera e riflessione” che può aiutare “ad illuminare le proprie decisioni con la luce del Vangelo e del magistero della Chiesa”. La Giornata avrà inizio con una Messa nella cattedrale della capitale che sarà anche trasmessa da alcune emittenti radio locali. In Nicaragua, il 9 novembre, primo round elettorale, saranno elette le autorità di 147 municipi fra i candidati di 5 partiti ammessi alle elezioni. Nella seconda tornata, il 18 gennaio 2009, saranno scelti invece altri 7 governi territoriali. L'Episcopato, alcune settimane fa, rivolgendosi ai laici cattolici ha fatto “un accorato appello al senso di responsabilità perché siano sempre presenti nella vita pubblica ma anche nell’opporsi ad ogni ingiustizia”. Per i vescovi si tratta di uno sforzo più che necessario e urgente anche perché, nella vita pubblica del Paese, “è evidente l’assenza di leader cattolici coerenti con le proprie convinzioni religiose ed etiche”. (L.B.)

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    Portorico: appello dell’arcivescovo di San Juan ai politici perché abbassino i toni della campagna elettorale

    ◊   In una conferenza stampa che si è tenuta ieri, mons. Roberto González Nieves, arcivescovo di San Juan - capitale di Porto Rico: “stato libero associato agli Stati Uniti d’America” - ha annunciato di aver convinto un candidato alle prossime elezioni di novembre per il nuovo Governatore, ad eliminare dalla sua propaganda politica alcune fotografie della cattedrale della città e altri simboli religiosi “che davano un messaggio fuorviante ed inesatto”. L’arcivescovo aveva fatto presente al candidato del “Nuevo Partido Progresista”, Luis Fortuño, che tale tipo di campagna poteva dare l’impressione che la Chiesa cattolica appoggiasse una candidatura e “ciò, ovviamente, non corrisponde alla verità”. Si trattava in sostanza, ha aggiunto il presule, di un messaggio subliminale e con abilità s’introduceva almeno un dubbio. Mons. Roberto González Nieves ha poi messo a tacere le voci riguardanti l’intervento della Chiesa nella politica; voci che riferivano della donazione, nel 2001, di un anello al Governatore Aníbal Acevedo Vilá. Il presule ha spiegato che si è trattato di un gesto protocollare “per esprimere gli auguri di buon lavoro nel momento in cui assumeva la rappresentanza dell’isola presso le autorità e il congresso degli Stati Uniti”. Un gesto che richiama quello di un secolo fa, quando mons. Juan Alejo de Arizmendi fece dono di un anello a Ramón Power y Giralt, poco prima della sua partenza per rappresentare l’isola presso le “Cortes de Cádiz” in Spagna. D’allora, questa tradizione, ha sottolineato l’arcivescovo, ha sempre avuto con tutti - indipendentemente dalla posizione politica e programmatica - lo stesso significato: “Un augurio affinché la nuova autorità abbia la forza necessaria per difendere i diritti dei cittadini portoricani”. Infine mons. González Nieves, si è rivolto insieme ad altri esponenti di diverse confessione religiose a tutti i candidati affinché approfondiscano le loro proposte politiche e i propri programmi abbandonando gli attacchi personali e le polemiche. (B.C.)

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    Visita al Patriarcato di Mosca dei vescovi francesi guidati dal cardinale Vingt-Trois

    ◊   Dopo i “pellegrinaggi” in terra russa delle diocesi italiane di Milano e Napoli, guidate rispettivamente dai cardinali Dionigi Tettamanzi e Crescenzio Sepe, proseguono gli “incontri” con il mondo ortodosso russo e con il Patriarca Alessio II. Questa volta a rendere omaggio a Mosca è l'arcivescovo di Parigi, card. André Vingt-Trois. Dal 26 al 30 ottobre il presidente della Conferenza episcopale francese si recherà, a Mosca, rispondendo così all’invito che lo stesso Patriarca Alessio II gli aveva rivolto durante il suo soggiorno a Parigi lo scorso anno. Ad accompagnarlo ci saranno numerosi vescovi francesi “Questo viaggio – si legge in un comunicato dell’arcidiocesi di Parigi ripreso dall’agenzia Sir - sarà l'occasione per rendere omaggio al martirio della Chiesa ortodossa durante il periodo sovietico e all'azione di questa Chiesa nella società post-comunista”. Esso “permetterà anche la condivisione dell'esperienza di fede vissuta dai cattolici nel contesto francese”. Nel programma del viaggio figura un incontro con il Patriarca Alessio II e con il Metropolita Kirill di Smolensk. (L.Z.)

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    Si apre domani a Ginevra il Convegno sul dialogo islamo-cristiano

    ◊   Da domani e fino al 20 ottobre, Cahavannes-de-Bogis, vicino Ginevra, ospiterà una cinquantina di responsabili delle Chiese cristiane ed esperti di islam impegnati ad instaurare un dialogo islamo-cristiano. L’iniziativa – informa l’agenzia Sir - è promossa dal Consiglio Mondiale delle Chiese in collaborazione con l’Alleanza evangelica mondiale e la Chiesa cattolica. All’incontro saranno presenti anglicani, luterani, riformati e metodisti. Il colloquio vuole offrire uno spazio alle Chiese e alle comunità per raccontare le iniziative e le risorse teologiche in materia di dialogo con l’Islam e, seguendo un approccio ecumenico, intende elaborare un concetto teologico cristiano comune. Il convegno si avvarrà del contributo e delle esperienze vissute dalle Chiese in diverse regioni del mondo, in particolare in Asia, Africa, Europa e Medio Oriente. (F.A.)

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    Francia: al via gli Incontri di Averroès su temi legati alle culture e alle religioni del Mediterraneo

    ◊   “Tra l’islam e l’occidente, il Mediterraneo?”: è questo il tema della 15.ma edizione degli Incontri di Averroès che hanno preso il via ieri a Marsiglia. Dedicati da 15 anni al Mediterraneo, quest’anno, fino al 9 novembre, proporranno dibattiti su questioni di memoria, religione, frontiere nella biblioteca regionale della città francese che ospiterà anche la proiezione di 36 documentari, 3 tavole rotonde, un programma culturale ed uno spazio per i giovani che vuole sensibilizzare le nuove generazioni alla complessità del mondo mediterraneo. Nati nel ‘94 per iniziativa di Thierry Fabre ed Edgard Pisani all’Istituto del Mondo Arabo e di Jean Marie Borzeix a France Culture, gli Incontri di Averroès sono concepiti come un momento di condivisione della conoscenza fra specialisti e non, come strumento che consente alle culture del mondo mediterraneo di interagire. L’iniziativa coinvolge ogni anno ricercatori, scrittori, filosofi e artisti per dare al grande pubblico una visione chiara delle due rive del Mediterraneo e per favorire l’espressione di un pensiero aperto e critico. Gli Incontri vogliono rendere omaggio ad Averroès, giurista e filosofo arabo-andaluso – nato a Cordova 1126 e morto a Marrakech nel 1198 -, figura che simboleggia il pensiero razionale nell’islam medievale, tra i grandi introduttori della filosofia di Aristotele nel pensiero europeo e ponte fra le culture del mondo mediterraneo. Oltre a Marsiglia, tra le altre città, saranno protagoniste degli eventi in programma nell’edizione di quest’anno degli Incontri di Averroès Aix-en-Provence, Arles, Avignon, La garde, Martigues, Port-de-Bouc. (T.C.)

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    Nord Irlanda: i vescovi cattolici dicono 'no' alla legalizzazione dell'aborto

    ◊   I vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord hanno espresso oggi la loro forte opposizione contro il tentativo da parte di alcuni parlamentari britannici di estendere la legge sull’aborto del 1967 (Abortion Act) all’Irlanda del Nord. Nelle prossime settimane i deputati del Parlamento di Westminster discuteranno le fasi finali della legge sulla “fertilizzazione e l'embriologia umana. “Questa legge – spiegano i vescovi in una nota diffusa oggi e ripresa dall'agenzia Sir - ha forti e ampie implicazioni etiche. Nel dibattito, un certo numero di parlamentari, non provenienti dall’Irlanda del Nord e agendo in contrasto con la volontà della maggioranza del Paese, intendono utilizzare questa discussione per introdurre un emendamento che permetterà di estendere la legge sull’aborto del 1967 all'Irlanda del Nord”. “Ci appelliamo – scrivono i vescovi - ad ogni persona di buona volontà affinché si respinga questo tentativo”. L’appello dei vescovi si rivolge poi anche ai membri del Parlamento di Westminster affinchè – scrivono – rispettino le particolari circostanza culturali, storiche e politiche dell’Irlanda del Nord e impediscano ogni azione che potrebbe essere vista qui come una intrusione”. (R.P.)

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    Gran Bretagna: ad una agenzia cattolica per le adozioni negata la richiesta di modificare i propri statuti per non dover affidare minori a coppie gay

    ◊   L’agenzia governativa preposta al controllo delle organizzazioni caritative nel Regno Unito ha rifiutato a un’agenzia di adozione cattolica l’autorizzazione a modificare i propri statuti per essere esonerata dall’obbligo di affidare bambini a coppie omosessuali. La “Catholic Children Society” di Westminster, presieduta dal cardinale Cormac Murphy O'Connor, aveva presentato la richiesta alla Charity Commission con l’obiettivo di ottenere l’esenzione dalla nuova legge anti-discriminazione varata nel 2007, i cui regolamenti attuativi entreranno in vigore il prossimo gennaio. La normativa, come è noto - riporta l'agenzia Cns -ha messo in seria difficoltà le organizzazioni cattoliche operanti nel settore che hanno chiesto invano di essere esonerate, in quanto è incompatibile con la dottrina della Chiesa. Di fronte alla decisione del governo di Londra di applicarla senza eccezioni, esse hanno optato in questi mesi per diverse soluzioni. Una ha deciso di rinunciare alla sua attività; cinque hanno invece risolto di adeguarsi alle nuove disposizioni, interrompendo i loro rapporti con le rispettive diocesi e rinunciando quindi alla loro identità cattolica; due devono ancora rendere note le loro intenzioni, e tre, tra cui quella di Westminster, hanno deciso di aggirare la norma cambiando i loro statuti. Una soluzione quest’ultima che, dopo la bocciatura dei giorni scorsi della “Charity Commission”, non sembra tuttavia percorribile. Le agenzie cattoliche di adozione nel Regno Unito, una dozzina in tutto, provvedono ogni anno a dare una famiglia a circa 250 bambini sui circa 4mila da adottare. (L.Z.)

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    USA: i vescovi istituiscono una commissione speciale per difendere il matrimonio tradizionale

    ◊   La Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha deciso di istituire una commissione speciale per promuovere e difendere il matrimonio tradizionale dagli attacchi che oggi lo insidiano. A presiederla sarà mons. Joseph Kurtz vescovo di Louisville e presidente del Subcomitato episcopale per il Matrimonio e la Vita Familiare. La commissione opererà in sinergia con la cosiddetta Iniziativa Pastorale Nazionale pluriennale per il Matrimonio lanciata dai vescovi nel 2005. Oltre a promuovere una vasta azione educativa, riferisce l'agenzia Cns, essa interverrà direttamente nel dibattito pubblico contro le varie iniziative che negli Stati Uniti vogliono modificare, per via legislativa o giudiziaria, la definizione tradizionale del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna. In particolare, nell’immediato si occuperà della recente sentenza della Corte Suprema del Connecticut che abolisce il divieto ai matrimoni omosessuali e dei referendum previsti il 4 novembre in California, Arizona e Florida sugli emendamenti costituzionali per modificare la definizione del matrimonio. L’obiettivo del nuovo organismo, spiega mons. Kurts in una lettera ai confratelli, è di “fare conoscere l’unicità e la bellezza dell’istituto matrimoniale” e allo stesso tempo affrontare “l’inadeguatezza dell’attuale dibattito sulla sua natura attraverso l’educazione e un’azione di advocacy pubblica. Il tentativo oggi in atto di ridefinire il matrimonio porta infatti la società, la famiglia e lo stesso istituto matrimoniale verso il baratro e potrebbe avere gravi implicazioni per la Chiesa che cerca di adempiere alla sua missione nella società”. Tra le prime iniziative in programma figurano la ridistribuzione nelle parrocchie e nelle scuole degli Stati Uniti della Dichiarazione pastorale “Tra un uomo e una donna: domande e risposte sul matrimonio e le unioni tra persone dello stesso sesso”, pubblicata dalla USCCB nel 2003, e la messa in rete su internet di un breve video sul matrimonio. Insieme a mons. Kurtz, della Commissione faranno parte: mons. William Lori, presidente della Commissione episcopale sulla Dottrina, mons. Gabino Zavala, responsabile della speciale task-force istituita dai vescovi per difendere il matrimonio, e Carl A. Anderson, Supremo Cavaliere dell’Ordine dei Cavalieri di Colombo, che finanzierà il progetto. A questi potrebbero aggiungersi in un secondo momento altri membri. (L.Z.)

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    La carità di Papa Pacelli al centro di un incontro a Milano

    ◊   “Pio XII e il silenzio sulla Shoah” è il titolo di un incontro che si è svolto a Milano lo scorso 13 ottobre, organizzato dai Circoli Culturali Giovanni Paolo II. Nel corso della riunione si è fatto il punto sulle tante opere di carità attuate da Papa Pacelli e dalla Chiesa cattolica per salvare i perseguitati dal Nazismo e alleviare i dolori e le sofferenze delle vittime del secondo conflitto mondiale. Come riporta Zenit, Andrea Tornielli, vaticanista de “Il Giornale”, ha ricordato come Pio XII fosse conosciuto come “il Papa dei silenzi”: un’affermazione che non trova riscontri veri, si tratta infatti solo di “un atteggiamento pregiudiziale, ideologico, ingiusto e in contrasto con la realtà storica”. Lo scrittore Antonio Gaspari, grande conoscitore dell’opera di Papa Pacelli, ha ricordato molti esempi che smentiscono le voci su Pio XII in particolare ha sottolineato il contributo del progetto “Inter Arma Caritas”, una rete di assistenza per tutte le vittime dirette e indirette della guerra. Gaspari ha anche ricordato il contributo della Radio Vaticana che dedicava all’assistenza delle vittime del conflitto diverse trasmissioni a settimana con un traffico di messaggi che arrivava a circa 27mila al mese. Per dare un'idea di quanto questo lavoro fu di aiuto, in particolare per gli ebrei, il 26 gennaio del 1940, il “Canadian Jewish Chronicle” pubblicò la testimonianza di Jacob Freedman, un sarto di Boston, che preoccupato del destino di sua sorella e del nipote che si trovavano nella Polonia occupata dai nazisti, dopo aver chiesto a varie associazioni scrisse al Papa Pio XII. Diversi mesi dopo, l'allora segretario di Stato vaticano, il cardinale Luigi Maglione, informò il signor Freedman che i suoi familiari erano vivi e si trovavano a Varsavia. (B.C.)

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    Lutto nella Chiesa spagnola. Scompare padre Iratzeder, una vita dedicata al rinnovamento liturgico postconciliare

    ◊   All’età di 88 anni è deceduto nel monastero di Belloch, nella prefettura dei Pirenei Atlantici, il religioso benedettino padre Xabier Diharce, meglio conosciuto con il nome basco di Iratzeder. Al termine del Concilio Vaticano II, iniziò un’intensa produzione e pubblicazione di testi in lingua basca per la nuova liturgia e in particolare si dedicò alla traduzione di tutti i salmi che, redatti in forma poetica, sono stati poi messi in musica liturgica dal compositore padre Lertxundi, anche lui monaco benedettino del monastero di Bellocch. Padre Iratzeder fu anche autore di altri innumerevoli testi poetici per la musica profana. Nato a Saint Jean de Luz, in Francia, nel 1920, divenne monaco benedettino nel monastero di Belloch all’età di 21 anni. Per circa vent’anni fu incaricato di formare i novizi. Aveva 67 anni quando venne trasferito al monastero Zañado di Dahomey, in Africa, che dipendeva direttamente da quello di Belloch dove però vi fece ritorno 17 mesi dopo per motivi di salute. Negli ultimi anni é stato eletto membro dell’Accademia della lingua basca. Riferendosi alla sua prolifica produzione letteraria, lui stesso amava ripetere che nella sua vita contavano soprattutto due amori: Dio e i Paesi Baschi. Padre Iratzeder é morto lo scorso 13 ottobre nel suo monastero benedettino di Belloch, due giorni dopo sono stati celebrati i suoi funerali.(A cura di Ignacio Arregui)

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    Da oggi è attivo a Roma un nuovo sportello dell’Associazione "Avvocato di strada onlus"

    ◊   Si inaugura oggi, presso l’ospedale San Gallicano di Roma, un nuovo sportello dell’Associazione "Avvocato di strada onlus". Il servizio – rende noto l’agenzia Misna - offrirà gratuitamente consulenza e assistenza legale alle persone senza fissa dimora. La realizzazione della sede romana nasce dalla collaborazione con l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà, INMP. Per la struttura medica, l’attivazione del servizio rappresenta, dopo oltre 30 anni di lavoro durante i quali ha seguito oltre il 40% degli homeless della capitale, una tappa importante. L’associazione, d’altra parte, informa che il 20% della gente che vive nelle baraccopoli romane non raggiunge i 25 anni e che l’età media maschile va dai 18 ai 34 anni. Tra questi 50 mila sono pensionati disperati e 8 mila i minori che vivono di accattonaggio. (F.A)

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    Si apre domani a Roma un Convegno dedicato ai nuovi luoghi educativi in parrocchia

    ◊   Dare risposte concrete a quell’emergenza educativa di cui ha spesso parlato anche Papa Benedetto XVI. E’ l’idea dalla quale nasce il convegno che si apre domani a Roma. L’incontro, promosso dalla “Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport”, ha l’obiettivo di favorire la nascita o ristrutturare cento “luoghi educativi” in parrocchia e formare ogni anno duemila nuovi educatori e animatori sportivi. L’occasione è data dall’ormai tradizionale appuntamento della SEVICOL, settimana di vita collettiva, l’evento fieristico e congressuale dedicato al vivere insieme. Secondo Edio Costantini, presidente della “Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport”, le parrocchie devono tornare ad essere degli avamposti educativi sul territorio, dei luoghi in grado di accogliere i giovani e salvarli dalla noia e dal “nulla”. “La Fondazione – ha aggiunto Costantini - si impegna a fare da ‘collante’ per un ‘patto di alleanza’ tra le diverse agenzie educative, famiglia, scuola, associazione e territorio affinché le parrocchie possano dotarsi di luoghi accoglienti, dove a primeggiare non sia soltanto l’aspetto strutturale, ma soprattutto quello progettuale”. Importante è favorire la preparazione di educatori e personale che sappia gestire le strutture nel contatto con i ragazzi anche se mancano luoghi adatti “capaci - ha concluso Costantini - di essere ‘competitivi’ con i tanti mercanti e venditori di illusioni che riempiono i nostri territori”. (B.C.)

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    Omaggio all’opera di don Oreste Benzi in un libro che racconta la sua vita

    ◊   E’ già nelle librerie “Don Oreste Benzi dalla A alla Z”, realizzato da Francesco Zanotti, direttore del settimanale della diocesi di Cesena-Sarsina e vicepresidente della Fisc, Federazione che raggruppa le oltre 170 testate diocesane italiane. Al Sir, Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale dell’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, ha detto che si tratta di “un alfabeto d’amore” per don Oreste Benzi, “infaticabile apostolo della carità”. La pubblicazione, infatti, ripercorre la vita del sacerdote romagnolo seguendo le ventuno lettere dell’alfabeto. Il volume, scrive Ramonda nella prefazione, “con affreschi di vita quotidiana e aneddoti entra nel cuore di questo sacerdote con la tonaca consumata che, nella ferialità, si è donato ai più poveri. Facendo conoscere don Oreste – ha aggiunto - l’umanità cresce in bontà”. (B.C.)

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    Domani il debutto a Roma di un musical su Don Bosco

    ◊   Sono già trenta le tappe in programma per il musical “Don Bosco” che debutta domani a Roma al Teatro Olimpico. Alla regia c’è Piero Castellacci, lo stesso di “Forza venite gente” e “Madre Teresa”, mentre il fondatore dei Salesiani sarà interpretato dal cantante e presentatore Marcello Cirillo, affiancato da Roberto Bartoletti e Pino delle Chiaie. Come si legge sul Sir, don Enrico Peretti, vice presidente della Federazione Servizi civili e sociali, ha chiarito che l’opera non è stata commissionata ma i salesiani sono stati felici di associarsi al progetto anche in vista del 150° anniversario della fondazione dell’Ordine che cade il prossimo anno. “Ci è sembrato di cogliere una buona opportunità per far conoscere – ha detto - quanto di buono ha fatto per i giovani don Bosco e, dopo di lui, l’intera famiglia salesiana”. Parte dell’incasso ricavato dalla serata d’esordio andrà in beneficenza alle Case famiglia salesiane del Lazio federate alla Scs, Salesiani per il sociale: “Provvidenza” e “Borgo ragazzi don Bosco”. (B.C.)

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    Al via, il 4 novembre, il corso di formazione per il personale qualificato per le Cause di canonizzazione

    ◊   Martedì 4 novembre, alle ore 15.45, nella sede dell’Istituto Patristico “Augustinianum”, in via Paolo VI a Roma, si apre la sessione inaugurale del 25.mo corso dello “Studium” della Congregazione delle Cause dei Santi, istituita nel 1984 per la formazione del personale qualificato per la trattazione delle cause di canonizzazione. Come di consueto sarà intensivo ed articolato in tre parti: la prima a carattere teologico, la seconda a carattere storico-agiografico e la restante a carattere giuridico sui lavori da svolgere, rispettivamente, nelle diocesi e in Congregazione. Le lezioni e le esercitazioni pratiche saranno tenute nella sede dell’ “Augustinianum”, dal martedì al venerdì pomeriggio, con esclusione del periodo delle festività natalizie e si concluderanno il 20 febbraio 2009. Lo “Studium” della Congregazione delle Cause dei Santi, ha lo scopo la formazione dei Postulatori e degli altri collaboratori presso il Dicastero vaticano e di quanti saranno chiamati a svolgere i compiti di Delegato episcopale, Promotore di Giustizia e Notaio nei Tribunali istituiti per la trattazione delle Cause dei Santi. Possono iscriversi in qualità di studenti ordinari, quanti abbiano conseguito un titolo accademico canonico in studi ecclesiastici. Lo “Studium” si riserva di ammettere al corso in qualità di uditori straordinari, quanti siano in possesso dei titoli accademici richiesti. Per ogni altra informazione, nonché per richiedere il calendario-programma del corso, rivolgersi a padre Marcelo E. Mendez, OFM, Segretario generale dello “Studium”, piazza Pio XII 10, 00193 Roma. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Borse europee volatili dopo l'apertura in forte rialzo. Proseguono intanto gli interventi dei singoli governi nazionali per aiutare il sistema finanziario

    ◊   Andamento altalenante delle Borse europee che riducono i guadagni dopo l’apertura in forte rialzo, sulla scia dei listini asiatici e di Wall Street. Intanto, continuano gli interventi dei singoli governi per salvare gli istituti di credito in difficoltà. Il servizio di Marco Guerra:

    Dopo l’ulteriore pacchetto di interventi varato ieri al vertice europeo di Bruxelles e sulla spinta della chiusura in positivo di Tokyo oggi e di Wall Street ieri, gli altalenanti listini del Vecchio Continente hanno aperto tutti in forte rialzo. Nel corso della mattinata si è però sgonfiata l’euforia e al passaggio di boa l’indice che sintetizza le piazze europee ha limato i guadagni al +1,22%, in scia delle indicazioni sui futures della Borsa di New York che appaiono di nuovo deboli. Intanto, dopo le iniziative comunitarie, si continuano a registrare interventi dei singoli governi nazionali per scongiurare la crisi del sistema finanziario. Il governo francese ha approvato un pacchetto di 360 miliardi di euro per proteggere le banche in difficoltà e sbloccare il mercato del credito. Sulla stessa linea, il Parlamento tedesco che ha votato il piano governativo da 480 miliardi a sostegno del sistema finanziario. Un sospiro di sollievo arriva anche dalla nuova riduzione dei tassi interbancari. Oggi l’Euribor, a tre mesi è sceso al 5,05%, realizzando nell'arco di questa settimana un calo di 33 punti base.

     
    Colloqui Bush-Sarkozy
    Nelle prossime ore il presidente di turno dell’UE, Sarkozy, e il presidente della Commissione europea, Barroso, saranno dal capo della Casa Bianca, Bush, che li riceverà a Camp David. Porteranno la voce di un’Europa uscita dal vertice di Bruxelles con la coscienza della necessità di comuni misure di contrasto alla crisi finanziaria. Ce ne parla il prof. Ugo Draetta, docente di Diritto internazionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, intervistato da Giada Aquilino:

    R. – Quello che è emerso è l’assenza di una politica economica veramente comune a livello europeo, istituzionalizzata. Gli Stati membri, come hanno rinunciato alla sovranità nel campo monetario, rinunciano anche alla sovranità in campo economico a favore di un’azione economica istituzionalizzata, cioè decisa a maggioranza, con una sostanziale perdita di sovranità a cui gli Stati membri adesso non sono preparati. Senza questa politica economica istituzionalizzata, la politica economica è decisa soltanto attraverso i parametri di Maastricht che sono dei parametri stabiliti con Trattati internazionali e i cui limiti sono evidenti davanti a tutti perché adesso questi limiti si allentano. Queste restrizioni furono poste in un periodo di boom economico ed è impensabile che possano resistere in un periodo di recessione.

     
    D. – A Camp David gli europei dovranno fissare con Bush una riunione allargata del G8: allora, ci saranno Stati Uniti, Unione Europea, Paesi emergenti. Che tipo di risposta sarà alla crisi?

     
    R. – E’ opportuno, questo incontro; è auspicabile che l’Europa si presenti con una sola voce. E’ chiaro che questa crisi è globale e a cui bisogna dare una risposta globale. Non esistono istituzioni globali e quelle che dovrebbero uscire da questo incontro sono le prime avvisaglie di uno sforzo a livello mondiale che è l’unica possibile risposta per far fronte ad una crisi di questo tipo che ha colto tutti impreparati.

     
    Afghanistan
    Ennesima strage di civili in Afghanistan. Un raid aereo della coalizione internazionale avrebbe causato ieri decine di vittime, tra cui almeno tre donne e 15 bambini. La tragedia, sulla quale il comando ISAF ha aperto un’inchiesta, si è verificata nella provincia meridionale di Helmand. Un’inviato dell’emittente britannica BBC ha visto 18 corpi allineati davanti all'ufficio del governatore nel capoluogo Lashqar Gah, trasportati lì dai familiari in segno di protesta. Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite, nel 2008 il numero delle vittime civili è sensibilmente aumentato. Intanto, il parlamento tedesco ha votato ieri a larga maggioranza a favore del prolungamento della missione militare della Germania ed ha confermato l’invio di altri 1000 soldati. La missione è stata estesa di 14 mesi, fino al dicembre del 2009, e il contingente di Berlino ora potrà contare su 4500 unità.

    Turchia
    Trentacinque ribelli curdi del PKK sarebbero morti dall’inizio dell'operazione lanciata questa settimana dai militari turchi nella provincia di Sirnak, zona di confine con l'Iraq. Lo stato maggiore di Ankara afferma di aver appreso delle perdite dei ribelli, captando le conversazioni radio degli stessi.

    Somalia
    Proseguono gli attacchi della pirateria a largo delle coste somale. Ieri l’ennesimo sequestro: a farne le spese un cargo filippino diretto in Medio Oriente con a bordo 21 marinai. Lo ha reso noto il vice presidente filippino, Noli de Castro, precisando di essere “in attesa di ulteriori informazioni”. Nelle stesse ore, da Seul è stato annunciato che, sempre nelle acque antistanti il Corno d’Africa, sono stati liberati 22 membri d'equipaggio di un cargo sudcoreano, sequestrato il mese scorso. “Gli uomini - ha fatto sapere il Ministero degli esteri sudcoreano - sono stati portati a bordo di una nave da guerra americana nel Golfo di Aden”. Ma in Somalia la situazione rimane molto instabile anche sulla terra ferma. A Mogadiscio sono ripresi combattimenti tra l’esercito governativo, appoggiato dalle truppe dell’Unione Africana, e i ribelli delle corti islamiche. Nei violenti scontri sono morte almeno 35 persone. Pesante anche il bilancio dei combattimenti a Baidoa, dove secondo fonti locali le vittime sarebbero almeno 41.

    Zimbabwe
    Proseguono i colloqui per il governo di unità nazionale in Zimbabwe, con la mediazione dell’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki. Secondo la stampa ufficiale, il presidente Robert Mugabe, leader del partito presidenziale Zanu-Pf, si è detto pronto a fare concessioni all’opposizione su alcuni ministeri. Sulle incessanti trattative è intervenuto anche il governo statunitense, minacciando l’imposizione di nuove sanzioni nel caso in cui dovessero fallire i negoziati sulla condivisione del potere.

    Consiglio di Sicurezza ONU
    L'Assemblea generale ONU inizia oggi le procedure di voto per il rinnovo di un terzo dei membri del Consiglio di Sicurezza. Cinque i posti in palio per i membri non permanenti dell’organo delle Nazioni Unite. Scontata l'elezione di Uganda e Messico, candidati unici per le loro rispettive aree geografiche. Austria, Islanda e Turchia si contendono i due posti riservati all'Europa. Ma gli occhi sono tutti puntati sulla sfida del gruppo Asia tra il Giappone e l'Iran di Mahmud Ahmadinejad. I nuovi membri rimarranno in carica per due anni e subentreranno a Sudafrica, Belgio, Indonesia, Italia e Panama, il cui mandato scade il 31 dicembre.

    Cina
    Ancora una tragedia nelle miniere cinesi. Almeno 16 operai sono morte e 46 sono rimasti feriti in un'esplosione avvenuta in un impianto di estrazione del carbone nel nord ovest del Paese. Ieri, alcuni dipendenti della Guangdong Hongda Blasting, nella città di Shizuishan, nella regione autonoma del Ningxia Hui, hanno iniziato a usare oltre due tonnellate di esplosivo per far saltare la roccia. L'esplosione ha travolto le sei persone che lavoravano la dinamite, 5 passanti e i capannoni in cui erano alloggiati i dipendenti della miniera.

    Voto USA
    Barack Obama continua a condurre la corsa per la Casa Bianca. Secondo gli ultimi sondaggi, nelle intenzioni di voto degli elettori americani: il candidato democratico ha 5 punti percentuali di vantaggio sull’esponente repubblicano, John McCain. Il senatore dell’Illinois oggi sarà in Virginia, domani in Missouri e domenica in North Carolina. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 291

     
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