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Sommario del 09/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Forte della speranza evangelica, Pio XII aiutò le vittime della guerra, salvando il più gran numero possibile di ebrei: così, Benedetto XVI nella Messa per il 50.mo della morte di Papa Pacelli
  • Presentato alla Radio Vaticana un nuovo libro di suor Marchione su Pio XII, con prefazione del cardinale Bertone: intervista con l'autrice
  • Continuano in Vaticano i lavori del Sinodo sulla Parola di Dio: ai nostri microfoni il cardinale Bagnasco
  • La riflessione del cardinale Martino sul Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Orissa: i nazionalisti indù contro le violenze anticristiane. L’arcivescovo di Delhi: passare dalle parole ai fatti
  • Crisi finanziaria: recuperano le borse. Riflessi negativi in Africa
  • Giornata mondiale della vista dedicata al glaucoma
  • Chiesa e Società

  • 'No' del Parlamento Europeo alle discriminazioni delle minoranze cristiane nel mondo musulmano
  • Crisi finanziaria mondiale: la Comece invita ad attuare una "governance globale"
  • Ban Ki-moon: l'ONU al fianco dei poveri in questa fase di crisi finanziaria
  • Ingrid Betancourt sottolinea il valore della parola per risolvere i conflitti
  • Al francese Jean-Marie Gustave Le Clézio, il Premio Nobel per la Letteratura 2008
  • Nell'Anno Paolino vertice ortodosso in Turchia
  • Congo: cristiani e musulmani uniti nella preghiera per la pace nel Nord Kivu
  • Filippine: il vescovo di Cotabato guiderà l'unità di crisi per le alluvioni a Mindanao
  • Dopo 106 anni la Colombia rinnova la Consacrazione al Cuore di Gesù pregando per la pace
  • Argentina: la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale
  • A Taiwan la Giornata della gioventù in sintonia con la GMG di Sydney
  • Australia: attraverso il web fioriscono la ricerca e il discernimento vocazionale
  • Inghilterra: lettere pro-life ai parlamentari di Westminster
  • Irlanda: piano della Chiesa contro la droga
  • Inaugurato il nuovo sito internet dell’annuario delle Nazioni Unite
  • Focsiv: "sui diritti umani ci uniamo all'esortazione di mons. Migliore"
  • Tavola rotonda di MSF sule sfide degli operatori umanitari e dei giornalisti
  • Olanda: Utrecht, chiude la scuola per diaconi
  • Caritas Italiana: comunità ecclesiale e società civile insieme nella lotta contro la povertà
  • Da San Marino nuovo appello per la difesa di un’ecologia umana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iraq: 6 cristiani uccisi dagli integralisti musulmani. Appello di mons. Sako
  • Il Papa e la Santa Sede



    Forte della speranza evangelica, Pio XII aiutò le vittime della guerra, salvando il più gran numero possibile di ebrei: così, Benedetto XVI nella Messa per il 50.mo della morte di Papa Pacelli

    ◊   Negli anni tormentati dei totalitarismi e dei conflitti mondiali, Pio XII testimoniò che solo Cristo è la vera speranza dell’uomo: è quanto affermato da Benedetto XVI nella Messa di stamani in San Pietro per il 50.mo anniversario della morte del Servo di Dio Eugenio Pacelli. Nella celebrazione, a cui hanno preso parte i Padri sinodali, il Papa ha ricordato l’instancabile impegno di Pio XII per la pace e per la difesa dei perseguitati, in special modo degli ebrei. Né ha mancato di sottolineare la “straordinaria attualità” del magistero di Papa Pacelli che, ha detto, continua ad essere un “punto di riferimento sicuro” per i fedeli. Dopo la Messa, Benedetto XVI è sceso alle Grotte Vaticane dove si è raccolto in preghiera davanti alla tomba di Pio XII. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (canti)

     
    “Abbandonarsi nelle mani misericordiose di Dio”: questo, ha affermato Benedetto XVI, fu l’atteggiamento che contraddistinse Pio XII nel suo lungo Pontificato, iniziato mentre si addensavano sull’Europa e sul resto del mondo le nubi della Seconda Guerra Mondiale. Il Papa si è soffermato a lungo sugli sforzi per la pace del suo venerato predecessore. Un impegno iniziato già prima di diventare Pontefice, quando era nunzio apostolico in Germania:

     
    “Lasciò dietro di sé una grata memoria, soprattutto per aver collaborato con Benedetto XV al tentativo di fermare 'l’inutile strage' della Grande Guerra, e per aver colto fin dal suo sorgere il pericolo costituito dalla mostruosa ideologia nazionalsocialista con la sua perniciosa radice antisemita e anticattolica”.

     
    In un’epoca segnata dai totalitarismi, ha affermato Benedetto XVI, “avvertendo il venir meno di ogni umana sicurezza”, Pio XII “sentiva forte il bisogno, anche attraverso un costante sforzo ascetico, di aderire a Cristo, unica certezza che non tramonta”:

     
    “La Parola di Dio diventava così luce al suo cammino, un cammino nel quale Papa Pacelli ebbe a consolare sfollati e perseguitati, dovette asciugare lacrime di dolore e piangere le innumerevoli vittime della guerra. Soltanto Cristo è la vera speranza dell’uomo; solo fidando in Lui il cuore umano può aprirsi all’amore che vince l’odio”.

     
    La guerra mondiale, ha ricordato, mise in evidenza “l’amore che nutriva per la sua diletta Roma”, che si rifiutò ripetutamente di abbandonare. Un amore testimoniato “dall’intensa opera di carità che promosse in difesa dei perseguitati, senza alcuna distinzione di religione, di etnia, di nazionalità, di appartenenza politica”. Benedetto XVI ha così ricordato il radiomessaggio natalizio del 1942 nel quale Pio XII deplorò la situazione di centinaia di migliaia di persone “destinate alla morte o ad un progressivo deperimento”. Un chiaro riferimento, ha detto, “allo sterminio perpetrato contro gli ebrei”:

     
    “Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei. Per questi suoi interventi, numerosi e unanimi attestati di gratitudine furono a lui rivolti alla fine della guerra, come pure al momento della morte, dalle più alte autorità del mondo ebraico”.

    Il Papa ha citato ad esempio il ministro degli Esteri d’Israele Golda Meir, che scrisse: “Quando il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo”, la voce di Pio XII si è “levata a favore delle vittime”. D’altro canto, il Papa ha sottolineato che il dibattito storico “non sempre sereno” sulla figura di Pio XII ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo “poliedrico pontificato”. Ha quindi richiamato il giudizio che di Eugenio Pacelli diede Papa Montini:

     
    “Paolo VI, che fu suo fedele collaboratore per molti anni, lo descrisse come un erudito, un attento studioso, aperto alle moderne vie della ricerca e della cultura, con sempre ferma e coerente fedeltà sia ai principi della razionalità umana, sia all’intangibile deposito delle verità della fede”.

     
    Pio XII fu, per molti aspetti, un precursore del Concilio Vaticano II. Il Papa ha ricordato alcuni dei documenti fondamentali del suo Magistero. L’Enciclica “Mystici Corporis”, ha rilevato, fu la base per la Costituzione dogmatica “Lumen Gentium”. Ha poi sottolineato l’importanza dell’Enciclica “Divino Afflante Spiritu” per la ricerca sui testi biblici e della “Mediator Dei”, che diede impulso al movimento liturgico. Ancora, ha rammentato l’impulso notevole che Papa Pacelli diede all’attività missionaria e la sua promozione del ruolo dei laici nella vita ecclesiale. Benedetto XVI non ha mancato di esprimere un auspicio a chiusura dell’omelia:

     
    “Cari fratelli e sorelle, mentre preghiamo perché prosegua felicemente la causa di beatificazione del Servo di Dio Pio XII, è bello ricordare che la santità fu il suo ideale, un ideale che non mancò di proporre a tutti”.

     
    Ricordando infine la proclamazione del dogma dell’Assunzione della Vergine, nell’Anno Santo del 1950, il Papa ha affermato che Eugenio Pacelli ci invita a guardare a Maria perché ci faccia “apprezzare sempre più il valore della vita sulla terra” e a volgere lo sguardo verso la meta della vita eterna.

     
    Con le parole pronunciate nell’omelia a proposito della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Pio XII attualmente in corso, “il Papa ha inteso manifestare esplicitamente la sua unione spirituale a un auspicio diffuso nel popolo di Dio”. E’ quanto affermato dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, rispondendo ad alcuni giornalisti. Tuttavia, ha chiarito padre Lombardi, il Pontefice “non si è espresso sui passi successivi della causa e i loro tempi, cioè la firma del decreto sul riconoscimento delle virtù eroiche, che è a sua volta la premessa per introdurre la successiva pratica per il riconoscimento di miracolo”.

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    Presentato alla Radio Vaticana un nuovo libro di suor Marchione su Pio XII, con prefazione del cardinale Bertone: intervista con l'autrice

    ◊   La vita e gli insegnamenti di Papa Eugenio Pacelli sono al centro dell’ultimo libro di suor Margherita Marchione: “Pio XII. La verità ti farà libero”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, e presentato ieri nella Sala Marconi della nostra emittente. All’autrice del volume, introdotto da una prefazione del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, Alessandro De Carolis ha chiesto le finalità di questa pubblicazione sul Pastor Angelicus:

    R. – Speriamo che gli ebrei del Museo di Yad Vashem capiscano che la didascalia che hanno messo sotto la fotografia di Pio XII, in una sala della vergogna accanto ai nazisti, deve essere cambiata. Questo è lo scopo.

     
    D. – Cosa dovrebbero fare gli storici, ma anche gli operatori dei media?

     
    R. – Dovrebbero far capire la storia vera di Pio XII. Era il Papa di tutti gli uomini, il Papa che ha salvato 5 mila ebrei durante l’occupazione dei nazisti, era un Papa santo.

     
    D. – A che punto è oggi il giudizio storico su Pio XII?

     
    R. – Io direi che siamo a metà del cammino, perché ci sono ancora degli ebrei, specialmente in America, che sono molto contrari a Pio XII, nonostante lui abbia salvato centinaia e centinaia di ebrei. Non capisco perché non vogliono capire la verità. Io spero che con i miei libri, almeno la gente comune, il popolo cattolico, capisca che questo Papa ha fatto di tutto per salvare, non solo gli ebrei, ma anche tanti oppositori politici che si dovevano nascondere dai nazisti. E sono stati nascosti anche in Vaticano.

     
    D. – In questo suo ultimo libro sono riportate lettere e testimonianze di ebrei salvati da Pio XII…

     
    R. – Sì, per esempio c’è un gruppo di ebrei che abitano a Roma, vicino alle Botteghe Oscure, che ho incontrato l’anno scorso e che mi hanno detto che i loro parenti erano nascosti nel convento delle Botteghe Oscure e che loro erano molto grati. Uno di questi signori si ricordava - allora era un bambino di 5, 6 anni - di essere stato nascosto lì.

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    Continuano in Vaticano i lavori del Sinodo sulla Parola di Dio: ai nostri microfoni il cardinale Bagnasco

    ◊   Proseguono in Vaticano i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. Prima di assistere alla Santa Messa presieduta dal Papa in occasione del 50.mo anniversario della morte di Pio XII, i Padri sinodali si sono riuniti nella sesta Congregazione generale. Una sessione di lavori aperta dall’elezione dei membri della Commissione per il Messaggio e chiusa da un sentito applauso in memoria di Giovanni Paolo II. Il servizio di Isabella Piro:

    È stato l’intervento del cardinale Stanislaw Dziwisz a far nascere, spontaneamente, un breve applauso in ricordo di Karol Wojtyla, del quale l’arcivescovo di Cracovia è stato per molti anni segretario. Citando la Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, scritta da Giovanni Paolo II nel 2001, il porporato ha ricordato la necessità di trovare testimoni appassionati dell’evangelizzazione, capaci di “nutrirsi della Parola per essere servi della Parola”. Per questo, il cardinale Dziwisz ha ribadito l’importanza di una formazione valida dei seminaristi, auspicando che alcuni orientamenti su questa questione siano inseriti nel documento finale del Sinodo.

     
    Ma la mattinata è stata punteggiata da diversi temi, tra cui il bisogno di rinnovare le parrocchie, valido strumento per portare i fedeli ad una relazione vitale con il Signore, affinché lo seguano con amore. Centrale, inoltre, la riflessione sull’esegesi biblica: troppo spesso, si è detto in Aula del Sinodo, esegesi e teologia viaggiano su binari separati. Anzi: sembra quasi che si dia credibilità a coloro che si distaccano maggiormente dalle verità contenute nel testo sacro.

     
    Ieri pomeriggio, invece, durante la quinta Congregazione generale, i Padri sinodali hanno riflettuto sulla Lectio divina, definita “metodo raccomandabile per la vera comprensione della Parola di Dio”. E come esempio perfetto di accoglimento della Parola di Dio, i presuli hanno indicato Maria, Colei che – è stato detto- rende possibile comprendere l’intero piano della salvezza.

     
    Affrontato poi anche il tema dell’ecumenismo, in particolare il rapporto che esiste tra di esso e la Sacra Scrittura. Si può sperare – è emerso dall’Aula del Sinodo – un riavvicinamento forte delle diverse confessioni cristiane, grazie all’accoglienza della Parola di Dio, perché il dialogo ecumenico non può basarsi solo su tentativi e strategie meramente umane. Ma a che punto si è del cammino ecumenico? Ascoltiamo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana:

     
    R. - Viviamo di passi nella continuità del Magistero della Chiesa, della tradizione viva della Chiesa, dei Papi. Si compiono dei passi nella via dell’ecumenismo, che è una via che vorremmo naturalmente fosse più veloce, ma i tempi di Dio non sono i nostri. Questi passi, però, nella via dell’ecumenismo si compiono con grande fiducia e con grande speranza.

     
    D. – Al Sinodo partecipano vescovi provenienti da tutto il mondo. Cosa l’ha colpita degli interventi degli altri presuli?

     
    R. – Le eco delle loro comunità di provenienza. Si sente moltissimo nelle loro parole, nei loro racconti, nelle esperienze e nelle problematiche le eco delle loro comunità, che sono fervide, che sono impegnate o che vivono anche situazioni molto drammatiche di persecuzione, di secolarismo, di grande penuria di clero o di grande povertà materiale.

     
    D. – Siamo a metà della prima settimana dei lavori del Sinodo ed è presto per tracciare delle conclusioni naturalmente: possiamo però dire quale clima si respira in Aula?

     
    R. – E’ un clima di grande comunione tra noi vescovi, ma anche di grande gioia per poter parlare della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, perché tutti quanti come pastori, ma anzitutto come credenti, sappiamo bene quanto sia fondamentale il mistero della Parola di Dio intesa prima di tutto come il Verbo Santo che è Cristo e poi attraverso anche le Scritture, la Tradizione e il Magistero.

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    La riflessione del cardinale Martino sul Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

    ◊   Ha suscitato commenti in tutto il mondo il Messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, presentato ieri nella Sala Stampa vaticana. Il Papa ha auspicato che questo appuntamento, che si celebrerà il 18 gennaio 2009 sul tema “San Paolo migrante, ‘Apostolo delle genti’”, “sia per tutti uno stimolo a vivere in pienezza l'amore fraterno senza distinzioni di sorta e senza discriminazioni, nella convinzione che è nostro prossimo chiunque ha bisogno di noi e noi possiamo aiutarlo”. Ma sul rapporto tra Chiesa e migrazioni ascoltiamo, al microfono di Francesca Sabatinelli, la riflessione del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti:

    R. – La Chiesa è fatta di migranti. E questo lo vediamo in tutto il mondo e in tutte le epoche. Adesso ci sono le frontiere che mettono degli sbarramenti alla continua migrazione che c’era prima. La Chiesa ha sempre tenuto conto di questo fenomeno a cominciare da San Paolo migrante. Nei tempi moderni dobbiamo però dire che Pio XII è stato quello che ha richiamato e rimesso l’attenzione al fenomeno dei migranti con il famoso documento “Exul familia”.

     
    D. – Eminenza, nel messaggio del Papa si ribadisce come per l'universo dei migranti si intendano studenti fuori sede, immigrati, rifugiati, profughi, sfollati, vittime delle schiavitù moderne e il Papa invita tutti a tenere conto delle loro diversità culturali...

     
    R. – Naturalmente chi arriva in un altro Paese trova delle difficoltà di lingua, di lavoro, di inserimento e questo perché chi arriva ha una cultura, una tradizione e forse anche una religione diversa da quelle che professa nel luogo da dove arriva. Tutti questi fattori devono, quindi, essere presi in considerazione dal Paese ricevente. Per questo c’è questa accoglienza che la Chiesa dà in maniera attenta e generosa.

     
    D. – Nel messaggio si sottolinea anche come ci debba essere una accoglienza vicendevole…

     
    R. – Certamente, perché questo è un problema di reciprocità: io ti accolgo e tu devi accogliere la cultura che trovi nel Paese dove arrivi e non cercare di creare dei ghetti. Questo avviene, invece, in varie città di Europa. Naturalmente questa deve però essere anche una questione di educazione e di formazione della gente che arriva.

     
    D. – Questa missione della Chiesa oggi si confronta con delle difficoltà, che dipendono dagli Stati o da una certa rigidità che si è manifestata nel tempo anche dal punto di vista delle leggi…

     
    R. – Naturalmente uno Stato per avere sicurezza deve controllare i clandestini, ma osservando anche la situazione dell’Europa, questi Paesi per mantenere il loro livello di sviluppo e di ricchezza hanno bisogno di braccia e queste braccia arrivano, ma vanno rispettate le regole. Bisogna poi tener conto che dietro queste braccia c’è una persona umana, una persona con una tradizione, una cultura, una religione diversa ed insieme a questa persona c’è poi la famiglia. Tutto questo deve essere preso in considerazione.

     
    D. - Quindi occorre amalgamare le politiche di accoglienza con le politiche della sicurezza ma senza far prevalere l'una sull'altra...

     
    R. - Certamente. E' quella celebrazione dell'accoglienza, come ci dice il Papa, questa Agape, questo amore per gli altri, la carità, e questo è importante perché siamo tutti esseri umani con la stessa dignità, gli stessi diritti e quindi è questa convivialità che bisogna instaurare. Naturalmente con amore e seguendo le regole.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In evidenza, nell’informazione internazionale, la crisi finanziaria: la BCE prevede un periodo di forte incertezza.

    Vicino Oriente: tra Hamas e Al Fatah il dialogo è sempre più difficile.

    In cultura, la presentazione di Hans-Albert Courtial del settimo Festival internazionale di musica e arte sacra, che si inaugura il 12 ottobre nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

    Marcello Filotei intervista il direttore stabile di Santa Cecilia, Antonio Pappano, sull’apertura della stagione.

    Stralci dalla presentazione di Alberto Basso al volume di Hans-Eberhard Dentler “L’arte della fuga di Johann Sebastian Bach. Un’opera pitagorica e la sua realizzazione”.

    Ma Agostino e Tommaso parlavano in latino: mons. Inos Biffi sull’indispensabile contributo dello studio delle lingue antiche per la ricerca teologica e per la liturgia.
     Un estratto dal catalogo della mostra “Cucuteni-Trypillia: una grande civiltà dell’Antica Europa”, in corso a Roma, al Palazzo della Cancelleria.

    La proteina spia che scova le cellule: Roberto Colombo, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, illustra significati e applicazioni degli studi che hanno ottenuto il riconoscimento del Nobel per la chimica.

    Nell’informazione religiosa, i lavori sinodali.

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    Oggi in Primo Piano



    Orissa: i nazionalisti indù contro le violenze anticristiane. L’arcivescovo di Delhi: passare dalle parole ai fatti

    ◊   In India, circa 12 mila persone sono scomparse dai campi profughi allestiti dal governo dell’Orissa per ospitare i cristiani in fuga dalle violenze compiute da estremisti indù. Si stima, che dallo scorso mese di agosto, siano almeno 60 i morti ed oltre 50 mila le persone in fuga. Sulla drammatica situazione dei cristiani nel Paese asiatico si registrano, comunque, nuove e importanti assicurazioni: al termine di un incontro, ieri, tra una delegazione cristiana - guidata dall’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Michael Concessao - e rappresentanti dei nazionalisti indù, è stata diffusa una dichiarazione congiunta nella quale vengono garantiti “tutti gli sforzi per riportare la pace, la normalità e la sicurezza nelle aree più tormentate”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il leader del partito induista Bharatiya Janata Party (BJP), Lal Khrisna Advani, ha condannato “fermamente la violenza e le devastazioni che hanno contrassegnato gli attacchi contro le chiese e i cristiani in Orissa e in altre zone del Paese”. Si tratta di un’importante presa di posizione perché a questo partito si ispirano anche movimenti legati all’hindutva, l’ideologia dei nazionalisti indù ritenuti responsabili delle violenze contro i cristiani. E’ quanto sottolinea mons. Vincent Michael Concessao:

    “It was a good opportunity…
    E’ stata una buona occasione per chiarimenti e scambiare opinioni. Il nostro interesse comune è ristabilire la pace, assicurare il risarcimento alle persone che sono state vittime di violenza e vandalismo e favorire la restaurazione dell’ordine, in particolare nello Stato di Orissa. Questo è il primo passo di un dialogo che vuole trovare un piano comune per lavorare insieme. Lo estenderemo a molte persone ancora affinché, a livello locale, ci sia pace e riconciliazione. La nostra speranza è che, conoscendoci meglio, migliori anche l’atmosfera per la collaborazione”.

    Al termine dell’incontro promosso dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e dal Consiglio mondiale delle Chiese, il leader induista si è anche offerto di sostenere la ricostruzione di un villaggio distrutto in seguito a violenze compiute da estremisti. Il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, sottolinea intanto la necessità di una “soluzione politica”: il governo – ha detto il porporato – deve tutelare i diritti umani e affrontare il dramma delle violenze, innescate da “ragioni politiche ed economiche”. Anche suor Nirmala, superiora generale delle missionarie della Carità, congregazione fondata dalla Beata Teresa di Calcutta, chiede al governo di garantire la libertà religiosa. Occorrono azioni immediate perché soprattutto in Orissa i cristiani continuano ad essere bersaglio di attacchi. Mons. Vincent Michael Concessao:

    “In Orissa still the problem…
    Nello Stato di Orissa le difficoltà permangono: la gente è ancora sfollata, nelle foreste sono migliaia coloro che non vogliono tornare nelle loro case perché ormai sono state distrutte. Quelle persone che tentano di tornare sono costrette a ri-convertirsi. Tutto questo deve finire: infatti, è assolutamente contrario alla legge e noi lo abbiamo condannato. Ma non è sufficiente condannare: dobbiamo intraprendere misure positive per costruire ponti, per fare in modo che la gente riesca a vivere insieme in pace. Se si inizia un dialogo con i leader, riusciremo ad arrivare anche alla gente”.

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    Crisi finanziaria: recuperano le borse. Riflessi negativi in Africa

    ◊   Dopo il massiccio intervento di numerose banche centrali a tagliare il costo del denaro, stamani si è finalmente registrata una netta inversione di rotta delle borse europee. L’iniziativa senza precedenti inizialmente non ha arginato l’ondata di vendite e ieri i listini del Vecchio continente hanno chiuso bruciando 340 miliardi di euro. Il punto della situazione nel servizio di Marco Guerra:

    Questa mattina i mercati europei sono tutti partiti con il segno positivo. L’indice che sintetizza l'andamento dei principali listini è in salita del 2,2%. Bene anche le principali Borse in Asia che mostrano una reazione positiva al taglio del costo del denaro. Chiusura ancora in segno negativo invece per Tokyo. I fantasmi del crollo dei listini sono stati allontanati dal taglio dello 0,5 % dei tassi concertato ieri dalle banche centrali occidentali, ma anche dagli interventi dei singoli governi che dopo settimane di incertezze hanno approvato misure per riattivare la circolazione del credito garantendo la liquidità. Ultimo in ordine di tempo il decreto dell’esecutivo italiano che mette a disposizione del sistema bancario un fondo di garanzia di venti milioni di euro. Inoltre il Tesoro potrà entrare nel capitale delle banche a rischio crac acquistandone le azioni. In precedenza il Regno Unito aveva varato un piano da 50 miliardi di sterline che prevede la parziale nazionalizzazione delle banche, mentre la Germania ha messo sul piatto 570 miliardi di euro come garanzia sui depositi privati. Una boccata d’ossigeno che sta dando i suoi effetti ma il Fondo monetario internazionale avverte che crisi sarà lunga e colpirà anche l’economia reale. L’istituzione stima una lieve recessione per diverse economie europee. Sulla stessa linea la BCE che nel suo bollettino di ottobre prevede forti ripercussioni nell’area euro e una lieve ripresa dovuta al calo del petrolio che si avvertirà solo nel corso del 2009.

     
    Un autentico terremoto nell’economia mondiale, dunque, che in questi giorni ha visto la caduta delle principali borse internazionali. Ma quali ricadute si sono avute sull’economia africana? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Angelo Turco, docente di dinamiche internazionali in Africa, presso l’Università dell’Aquila:

    R. – Le ricadute ancora non si possono misurare, ma è da prevedere che ce ne saranno e ce ne saranno molte ed incisive e purtroppo – come si può ben immaginare – tutte più o meno negative.

     
    D. – Da una parte il crollo del corso delle materie prime frutto della minore domanda mondiale e dalle cui esportazioni dipende molta parte dell’economia africana; dall’altro il calo degli investimenti dato dalla mancanza di liquidi sui mercati. Gli Stati africani hanno pensato o stanno pensando ad una posizione comune da assumere di fronte ai possibili contraccolpi?

     
    R. – Purtroppo ancora non si vede niente di tutto questo all’orizzonte. Mi lasci, però, dire che anzitutto – come lei stesso ha detto – ci sono dei riflessi diretti per i collegamenti istituzionali che i Paesi africani hanno sul piano finanziario e monetario con la Comunità internazionale. Ricordiamo che - tanto per fare un esempio - almeno una dozzina di Paesi africani adottano il franco CFA, che ha un rapporto di cambio fisso con l’Euro e, quindi, ogni impatto che la crisi ha sull’Euro, ce l’ha per via monetaria sicuramente. La riduzione del credito e gli incrementi dei tassi di interesse stanno a significare che gli investimenti saranno via via minori in Africa e si salveranno, per così dire, quegli investimenti che hanno un altissimo tasso di profitto e quelli che sono altamente speculativi e, quindi, in particolare quelli legati alle materie prime strategiche, come l’uranio. Un altro effetto diretto è poi quello dell’inflazione importata: stanno crescendo ovunque i prezzi e questi prezzi si scaricheranno in un modo o in un altro, poco o molto che sia, sulle economie africane.

     
    D. – Alcuni analisti pensano però che d’altra parte la crisi potrebbe permettere all’Africa di riguadagnare parte del terreno perduto nei confronti del resto del mondo. E’ possibile, dunque, che gli investitori trovino un rifugio sicuro in un mercato vergine come quello africano?

     
    R. – No, nel modo più assoluto un rifugio sicuro non lo trovano in Africa e questo se non altro perché le impalcature giuridiche, salvo qualche caso particolare come il solito Sudafrica, non mettono al sicuro niente e nessuno. In un periodo come questo non ci sono oasi di sicurezza. Al contrario, penso che ci siano delle filiere che possono – diciamo così - favorire in questo momento l’Africa, delle filiere strategiche su cui degli investimenti anche massicci, ma comunque selettivi, saranno fatti piuttosto che per la sicurezza che questi investimenti offrono, per la profittabilità che questi investimenti offrono.

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    Giornata mondiale della vista dedicata al glaucoma

    ◊   Si celebra oggi la Giornata mondiale della vista, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità. E' un’occasione per misurare gratuitamente la pressione oculare nei gazebo allestiti in 36 città italiane, dove medici oculisti faranno esami gratuiti per prevenire il glaucoma, patologia alla quale è dedicata questa giornata. L’iniziativa si rivolge a tutti i cittadini sopra i 35 anni. Quali sono i sintomi di questa patologia che, se non diagnosticata per tempo, può rendere ciechi a causa di danni irreparabili al nervo ottico? Eliana Astorri lo ha chiesto al prof. Emilio Balestrazzi, direttore dell'Istituto di oftalmologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma:

    R. – L’unico glaucoma che dà sintomi, quello che è meno frequente percentualmente, è il glaucoma acuto. Questa patologia esordisce con un forte dolore e una perdita importante del visus. Ma questo incide nel 2 per cento dei casi. Mentre il glaucoma più frequente è il glaucoma cronico semplice, ad angolo aperto, che è una forma estremamente insidiosa - di solito si dice “il ladro silenzioso della vista” - perché il paziente non si accorge di nulla; la pressione non arriva improvvisamente, come nel glaucoma acuto, ma si instaura molto lentamente un ipertono che non è neanche tanto marcato: 22, 25, 28 millimetri invece dei 16, 18 di base, che costituiscono statisticamente la media. Il paziente non si accorge di un aumento così modesto, cui tra l’altro l’occhio si adatta gradualmente. Giorno per giorno perde fibre nervose perché arriva meno sangue e progressivamente il paziente si accorge, se non è andato dall’oculista per tempo, mettendosi una mano su un occhio per strofinarsi le palpebre, che con un occhio vede poco o niente.

     
    D. – Quando il paziente se ne rende conto, quindi, è già tardi?

     
    R. – Sì, è già tardi. Ecco perché non si finisce mai di insistere sul fatto che la prevenzione è l’unica cosa che può veramente funzionare per il glaucoma. Ecco perché l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ha fatto questa campagna. Le persone devono capire che non possono a 40 anni, perché cominciano a vedere meno da vicino, andare dall’ottico; devono andare dall’oculista almeno ogni due o tre anni per fare un controllo completo. Un controllo che preveda anche la misurazione della pressione endoculare, il campo visivo e quanto necessario. Solo così si può arrivare a diagnosticarlo e a trattarlo per tempo.

     
    D. – Il glaucoma colpisce una fascia di età particolare?

     
    R. – Dai 40 anni in su c’è l’incidenza massima. L’1 o il 2 per cento della popolazione contrae una forma più o meno importante di glaucoma dopo i 40 anni.

     
    D. – E' ancora qualcosa di terribile una diagnosi di glaucoma?

     
    R. – Non è una cosa terribile, perché esistono dei farmaci per uso locale in collirio che sono estremamente meglio sopportati che non quelli a disposizione in passato. Non danno grossi effetti collaterali sugli occhi. Il paziente li sopporta bene, tranne alcune eccezioni. Basta trovare quello più adatto.

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    Chiesa e Società



    'No' del Parlamento Europeo alle discriminazioni delle minoranze cristiane nel mondo musulmano

    ◊   No all’intolleranza religiosa, no alle discriminazioni ai danni delle minoranze cristiane nel mondo musulmano: è questo l’impegno del Parlamento europeo nell’anno interculturale ed è stato questo il tema della tavola rotonda che si è svolta ieri a Bruxelles, in particolare sulla situazione dei cristiani in Iraq. Il livello di violenza in Iraq, a cinque anni dall’inizio della guerra, sta progressivamente diminuendo, ma si accentuano invece le discriminazioni e gli episodi di violenza contro le minoranze e, in particolare, contro i cristiani, che rappresentano meno del 4 per cento della popolazione. La denuncia è emersa con drammaticità alla tavola rotonda, organizzata dal vicepresidente del gruppo Popolari e Democratici del Parlamento europeo, Vito Bonsignore, alla quale hanno preso parte mons. Krysztof Nitkiewicz, sottosegretario della Congregazione delle Chiese Orientali, e una delegazione del segretariato internazionale di Pax Christi. Quanti operano in Iraq riferiscono di attacchi, rapimenti, uccisioni, minacce di morte, discriminazioni sul lavoro ai danni di cristiani, soprattutto nel sud e nel centro del Paese. Che cosa fare concretamente? Mons. Nitkiewicz invita a prevenire le violenze e poi invita a distinzioni importanti. In Medio Oriente, spiega, la libertà religiosa intesa come libertà di culto viene assicurata, a parte episodi in Arabia Saudita, ma – avverte – libertà religiosa significa qualcosa di più: diritti di famiglia, anche a livello burocratico e amministrativo, diritto di conversione al cristianesimo e molto altro. E’ questo il salto che bisogna fare. Anche aiuti della comunità internazionale, sottolinea mons. Nitkiewicz, arrivano esponenti islamici che escludono i cristiani dal beneficio dei fondi. Mons. Nitkiewicz poi ribadisce il principio di reciprocità nel rispetto della libertà religiosa. Dovrebbe essere riconosciuto da parte di tutto il mondo islamico quello che la Chiesa fa per il rispetto di ogni credente di qualunque fede. Il Parlamento europeo, dunque, quasi ad un anno dalla risoluzione contro le persecuzioni religiose nel mondo studia il modo di intervenire in Iraq a favore dei cristiani che vengono perseguitati con l’obiettivo che, in molti, casi riesce, di indurli ad abbandonare il Paese. Da parte sua il vice presidente del Parlamento europeo Mario Mauro ha sottolineato come il fondamentalismo religioso sia semplicemente una strumentalizzazione della religione a fini politici, per poi sottolineare che tutelare la libertà religiosa significa difendere la libertà di ogni persona. (A cura della nostra inviata Fausta Speranza)

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    Crisi finanziaria mondiale: la Comece invita ad attuare una "governance globale"

    ◊   “E’ ora di mettere in atto una "governance mondiale" per apportare più giustizia, trasparenza e responsabilità nei mercati finanziari mondiali”. E’ quanto chiedono i vescovi membri della Commissione “affari sociali” della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, al termine del loro incontro che si è svolto ieri ed oggi a Parigi sul tema: “Il futuro del Welfare e delle politiche sociali in Europa”. Nel corso dei lavori - riferisce l'agenzia Sir - è stata dibattuta anche la crisi dei mercati finanziari e le sue conseguenze per la politica sociale in Europa. A riguardo il presidente della Commissione, l’arcivescovo di Monaco, Reinhard Marx ha rilasciato una dichiarazione nella quale ribadisce l’urgenza di “mettere in atto una "governance globale" per portare più giustizia, trasparenza e responsabilità nei mercati finanziari mondiali, come da tempo la Chiesa propone”. E’, inoltre, importante che “i nostri governi e le istituzioni europee da adesso in poi comincino a preoccuparsi per la sorte di quei cittadini che - senza esserne responsabili – dovranno assumersi le conseguenze sociali della crisi finanziaria. È in questo preciso momento – conclude Marx - che il modello sociale europeo deve adoperarsi affinché la crisi finanziaria non si trasformi anche in crisi politica e sociale”. (R.P.)

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    Ban Ki-moon: l'ONU al fianco dei poveri in questa fase di crisi finanziaria

    ◊   Anche in questo delicato momento, segnato dalla crisi finanziaria che sta travolgendo i mercati finanziari globali, le persone più povere al mondo possono contare sul sostegno delle Nazioni Unite. E’ quanto ha assicurato il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, rispondendo a New York ai giornalisti durante una conferenza stampa. Il segretario generale ha anche espresso soddisfazione per la decisione presa da diversi Stati di donare 16 miliardi in favore dei Paesi poveri. Questo significa – ha spiegato Ban Ki-moon – che “nonostante le difficoltà, esiste ancora la possibilità di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015”. Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno anche annunciato di voler rinnovare i loro sforzi nel tentativo di compiere passi avanti nei negoziati del cosiddetto ‘ciclo di Doha’, attualmente bloccati, per la liberalizzazione del commercio. E’ stata sottolineata, in particolare, l’importanza di raggiungere un accordo per aiutare i Paesi poveri ad affrontare non solo la crisi finanziaria, ma anche gli effetti combinati dell’aumento dei prezzi alimentari, del carburante e dei cambiamenti climatici. (A.L.)

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    Ingrid Betancourt sottolinea il valore della parola per risolvere i conflitti

    ◊   “Le parole hanno un grande impatto sulla vita reale”; dobbiamo credere nel valore della parola, nella sua capacità di convincere e di trasformare le persone”. Dopo oltre 6 anni di silenzio nella foresta colombiana, prigioniera delle cosiddette Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Ingrid Betancourt porta la sua “parole di pace” nell’emiciclo del Parlamento europeo, che lei stessa loda per “essere un esempio in tutto il mondo di democrazia e di dialogo”. Invitata dal presidente Hans-Gert Poettering per ricordare i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948), l’ex candidata alle presidenziali e oggi attivista dei diritti umani ha affermato che occorre prevenire i conflitti perseguendo la giustizia sociale: nelle società più ricche, “dobbiamo cominciare a riconoscere agli altri il diritto a desiderare ciò che noi desideriamo”. Ingrid Betancourt - riferisce il Sir - si è più volte interrotta in lacrime e ha chiesto la liberazione dei suoi compagni rimasti prigionieri. “I governi – ha aggiunto l’ex candidata alle presidenziali – devono negoziare con le forze terroristiche per salvare vite umane ma anche perché respingere il dialogo significa dar loro delle giustificazioni” ed isolare “estremisti e fanatici”. “Andrei – ha concluso Ingrid Betancourt – nello Zimbabwe, nel Darfur per abbracciare le madri e i bambini che soffrono, per abbracciare gli sfollati. Poi in Somalia, per portare parole di rispetto e in Congo, dove ci sono i bambini soldato”. (A.L.)

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    Al francese Jean-Marie Gustave Le Clézio, il Premio Nobel per la Letteratura 2008

    ◊   Dall’Accademia di Svezia l’annuncio stamane del Nobel per la letteratura: l’ambito riconoscimento è andato al francese Jean-Marie Gustave Le Clézio. 68 anni, nativo di Nizza, Jean-Marie Gustave Le Clezio, scrittore dall’età di 7 anni, con un repertorio di oltre 30 pubblicazioni - libri, fiabe, saggi e novelle - che hanno raccolto successo nel mondo. Un ''autore di nuove sperimentazioni, avventure poetiche ed estasi sensuali – recita la motivazione degli accademici svedesi, che definiscono Le Clezio “esploratore di un'umanità che va oltre e nel profondo della civilità dominante". Studia letteratura nella città natale, Le Clezio, che a soli 23 anni edita il suo primo romanzo “Il verbale” con cui vince il premio Renaudot. Dopo la laurea va ad insegnare negli Stati Uniti. Negli anni di esordio indaga sui temi del linguaggio e della scrittura, dell'alienazione e della follia; alla fine degli anni '70 muta stile e contenuti rivolgendosi ai temi dell'infanzia, del viaggio e dell’esilio; lui stesso gira un po' tutto il mondo. Nel 1980 vince la prima edizione del Premio Paul Morand, conferitogli dall'Accademia francese, per l’opera “Deserto”. Tra i suoi titoli più noti “Il continente invisibile”, “Stella errante”, “L'africano”, “Diego e Frida”. Ricordiamo che il Premio Nobel è corredato da 10 milioni di corone svedesi pari a circa un milione di euro. (Servizio di Roberta Gisotti)

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    Nell'Anno Paolino vertice ortodosso in Turchia

    ◊   I patriarchi ortodossi si riuniscono da domani ad Istanbul, ove ha sede il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, per celebrare i duemila anni della nascita di San Paolo. L’incontro vedrà riuniti dopo parecchi anni, i vertici dell’ortodossia, grazie alla annunciata presenza di Alessio II, patriarca di Mosca, che questa volta si unirà con i suoi confratelli, tra i quali quelli di Egitto (Teodoro d’Alessadria), Siria (Ignazio di Antiochia) e Israele (Teofilo di Gerusalemme), oltre che con il patriarca ecumenico Bartolomeo I. La riunione prevede due giorni di incontri e, domenica, una celebrazione comune. Proprio la celebrazione dell’Anno paolino ha visto anche una iniziativa del sindaco di Colonia, Fritz Schramm, che ha scritto una lettera al premier turco Recep Tayyip Erdogan, per ricordargli l’impegno preso a favore della costruzione di un centro cristiano a Tarso, città natale dell’apostolo. Il sindaco di Colonia ricorda in particolare ad Erdogan un impegno a dare “il suo sostegno personale” alla realizzazione del centro di pellegrinaggio dedicato all’apostolo nella sua città natale. Shramm - riferisce l'agenzia AsiaNews - afferma che l’impegno di Erdogan sarebbe “un chiaro segno a favore della tolleranza religiosa” e rammenta di essersi personalmente impegnato a favore della costruzione di una moschea a Colonia. “Mi farebbe piacere – scrive – se la Turchia desse un segno analogo”. Attualmente a Tarso, ufficialmente non ci sono né chiese né cristiani. Nel 1884 era stata aperta una chiesa, da parte del cappuccino italiano padre Giuseppe da Genova, ma, a cavallo tra le due guerre mondiali, è stata chiusa per mancanza di personale e di cristiani. Attualmente l’unica presenza cristiana dichiarata è quella di tre suore italiane, Figlie della Chiesa, che risiedono in un appartamentino preso in affitto. Per il culto dei pellegrini, le autorità locali danno la possibilità di celebrare in una chiesa-museo, da poco restaurata e aperta al pubblico. (R.P.)

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    Congo: cristiani e musulmani uniti nella preghiera per la pace nel Nord Kivu

    ◊   Giornata di preghiera ieri in tutte le località del Nord-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. All’iniziativa – di cui riferisce la Misna - hanno partecipato uomini e donne, vecchi, bambini, musulmani e cristiani per chiedere la fine degli scontri armati e il ritorno della pace nell’est del Paese africano. La Giornata è stata promossa dalle autorità provinciali locali ed è stata osservata anche da scuole e uffici, che sono rimasti chiusi, mentre il trasporto pubblico è stato ridotto. Chiese, moschee e templi – riferisce la stampa locale – hanno celebrato funzioni per tutto il giorno chiedendo a Dio “di riconciliare i figli del Nord Kivu, per una pace durevole”. A Bnei e Goma si sono svolte delle marce pacifiche, in favore dell’unità del Paese e dei suoi abitanti. Intanto, sul fronte politico, il gruppo armato Yakutumba firmatario degli accordi di Goma, ha annunciato la sua sospensione dalla partecipazione del programma ‘Amani’ di smobilitazione e disarmo dei gruppi armati. La notizia alimenta i timori di una rottura del negoziato di pace, alla luce anche della ripresa degli scontri, dal 28 agosto scorso, tra esercito e miliziani del Cndp, guidati dall’ex-generale dissidente filo-rwandese Laurent Nkunda. (R.G.)

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    Filippine: il vescovo di Cotabato guiderà l'unità di crisi per le alluvioni a Mindanao

    ◊   Il presidente filippino Gloria Macapagal-Arroyo ha nominato l’arcivescovo di Cotabato, mons. Orlando Quevedo, responsabile della task force presidenziale che si occuperà dell’opera di ricostruzione e di sviluppo del bacino idrico del fiume Mindanao. Mons. Quevedo, segretario generale della Federazione dei vescovi dell’Asia, guiderà l’unità di crisi preposta a coordinare le azioni umanitarie nelle aree di North Cotabato, South Cotabato, Saranggani, Sultan Kudarat, Gen. Santos City e Maguindanao, colpite di recente dal passaggio di tifoni che hanno causato alluvioni e danni ingenti alle produzioni agricole. La Arroyo - scrive l'agenzia AsiaNews - ha inoltre predisposto lo stanziamento di 31 milioni di peso (poco più di 654mila dollari Usa) per drenare l’alveo del fiume Mindanao, ostruito dalla piogge delle scorse settimane; una decisione che intende stroncare le polemiche sulla presunta incapacità dell’unità di crisi governativa a risolvere il problema nella zona e nelle province circostanti. “In caso di rovesci di forte intensità – sottolinea mons. Quevedo – i fiumi non riescono a far defluire le acque a causa dei sedimenti. Le acque superano gli alvei e inondano i terreni circostanti”, causando gravi danni alle coltivazioni e mettendo a rischio la vita stessa delle persone. Sia a giugno che a settembre, due settimane di piogge ininterrotte “hanno allagato diverse zone della città”, ricorda l’arcivescovo di Cotabato. Egli si augura che “smetta presto di piovere” e che si possa così “procedere con il programma di ricostruzione” in un arco di tempo che sia “il più breve possibile”. (R.P.)

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    Dopo 106 anni la Colombia rinnova la Consacrazione al Cuore di Gesù pregando per la pace

    ◊   Nella cornice del mese di ottobre, dedicato al rosario, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo di Bogotà, ha invitato tutti i cattolici a rinnovare domenica prossima, 12 ottobre, la Consacrazione della Colombia al Sacro Cuore di Gesù e all’Immacolato Cuore di Maria. In un messaggio ripreso dall'agenzia Fides, il cardinale spiega che “in unione con il gruppo ‘Colombia nei Cuori di Gesù e Maria’, la Chiesa cattolica rinnoverà la Consacrazione della Colombia al Sacro Cuore di Gesù e all’Immacolato Cuore di Maria durante la Santa Messa che sarà celebrata alle ore 12 nella cattedrale primaziale della Colombia, in unione con tutte le parrocchie e le Istituzioni della Chiesa a livello nazionale”. Per questo invita i colombiani a partecipare a questo avvenimento e a pregare per la pace della Nazione. Invita altresì tutti i sacerdoti della diocesi ed in particolare i Gruppi di Preghiera ad organizzare momenti di preparazione, informando e riflettendo su questa celebrazione nel corso delle Sante Messe. A mezzogiorno di domenica, tutte le chiese del Paese si uniranno al rinnovamento della Consacrazione delle famiglie colombiane al Sacro Cuore di Gesù, a 106 anni dalla prima consacrazione, avvenuta nel 1902 ad opera dell’allora arcivescovo di Bogotà, mons. Bernardo Herrera Restrepo, come supplica per la fine della guerra che era esplosa nel Paese. Infatti era il 18 ottobre 1899 quando in Colombia esplose l’ultima guerra civile, conosciuta come la “Guerra dei Mille Giorni”, la quale durò tre anni e registrò conseguenze ed effetti devastanti. Dopo tre anni di guerra sanguinosa e distruttrice, la situazione del Paese andava aggravandosi giorno dopo giorno e minacciava di trasformarsi in una vera catastrofe nazionale. L’allora arcivescovo di Bogotà, con un’illuminazione speciale, vide che l’unica soluzione ad una situazione tanto disperata era di ricorrere al Sacro Cuore di Gesù. Suggerì al vicepresidente della Repubblica la Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, con il voto di costruire un tempio in suo onore. Il 22 giugno 1902 la Repubblica della Colombia venne consacrata al Sacro Cuore di Gesù e si posò la prima pietra del tempio oggi conosciuto come Voto Nazionale. A 5 mesi dalla Consacrazione, il 21 novembre 1902, venne firmato il trattato di Winsconsin, che mise fine alla guerra, avviando un periodo di pace e di concordia nazionale. (R.P.)

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    Argentina: la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale

    ◊   La Chiesa argentina domenica prossima celebrerà la Giornata Missionaria Mondiale. A tal proposito, durante il prossimo fine settimana, in tutte le parrocchie ed istituzioni cattoliche del Paese, è stata organizzata la Colletta mondiale delle missioni come espressione di fraternità e solidarietà universale e come attività centrale dell’ottobre missionario. “Durante l’ottobre missionario, la preghiera e la cooperazione materiale rispondono allo stato di necessità che tante persone e popolazioni della terra soffrono. I sacerdoti, i religiosi e i laici che sono al servizio dei più poveri in diverse parti del mondo hanno bisogno dei mezzi per far conoscere Gesù non soltanto con la parola, ma anche attraverso l’impegno concreto nella promozione umana che accompagna ogni missione” afferma suor Mariel Robledo, segretaria nazionale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede dell’Argentina, nella lettera di presentazione della Colletta, ripresa dall'agenzia Fides. Il tema della Giornata Missionaria Mondiale dell’Argentina di quest’anno è “Dare ci libera”, un tema che secondo padre Osvaldo Pablo Leone, direttore nazionale delle POM dell’Argentina, “ci convoca ed interpella contemporaneamente”. “È quasi una preghiera - afferma padre Leone nella presentazione della Giornata - che se ci fermiamo a riflettere, nasce nella contemplazione della realtà di tanti nostri fratelli che soffrono fame di amore, fame di pane, fame di giustizia, fame di Dio, fame di generosità”. Per cui è compito di tutti i battezzati “apprendere gli stessi sentimenti di Gesù, come ci ricorda il grande missionario Paolo”, per essere costruttori mediante i nostri gesti ed atteggiamenti concreti “di una società in cui la morte venga sconfitta: la morte delle ingiustizie che generano la fame e la solitudine e che creano una società di senza tetto, senza educazione, senza salute, afona, senza amore”. Inoltre, nel Paese si sta portando avanti una catena di Preghiera per le missioni: per tutto il mese il rosario missionario verrà pregato in modo continuato e in ogni diocesi è stato fissato un giorno del mese per pregare il rosario durante tutte le 24 ore. (R.P.)

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    A Taiwan la Giornata della gioventù in sintonia con la GMG di Sydney

    ◊   Si celebra da oggi al 12 ottobre la Giornata della gioventù di Taiwan, organizzata nell’arcidiocesi di Tai Pei, in sintonia con il tema della GMG di Sydney: “Avrete forza dallo Spirito santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. Denso il programma della Giornata, che prevede momenti di condivisione, di adorazione e di preghiera, e di attività evangelizzatrice, oltre che la Via Crucis drammatizzata e la Santa Messa per i giovani. “Vi porgo un sincero invito, insieme al Santo Padre, per iniziare un cammino della vita nello Spirito Santo partecipando alla nostra Giornata della gioventù”, questo l’invito – di cui riferisce l’agenzia Sir - rivolto ai giovani di Taiwan da mons. Thomas Chung, presidente del gruppo giovanile della Commissione per l’evangelizzazione della Conferenza episcopale regionale di Taiwan. Mons. Chung ha sollecitato i giovani cattolici ad un’opera concreta di evangelizzazione, “per superare le barriere della Chiesa, testimoniando il Signore davanti alla società”. (R.G.)

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    Australia: attraverso il web fioriscono la ricerca e il discernimento vocazionale

    ◊   Quando si dice che anche il web è “un campo di evangelizzazione” o “un nuovo areopago”, a volte si incontra scetticismo. Ma in Australia l’esperienza del sito Internet “Vocation Match” (“Trova la Vocazione”) sembra rendere concrete quelle espressioni, raggiungendo migliaia di persone in ricerca vocazionale, che attendono risposte, condividono riflessioni spirituali, si lasciano guidare in un cammino di discernimento che, come scintilla, ha la navigazione in Internet, per poi proseguire in altre strade di incontro, preghiera e riflessione personale. Il sito (http://www.vocation-network.org/match ) propone al navigatore una sorta di test che lo accompagna e lo indirizza in un percorso che vuole essere un inizio di discernimento. Si descrivono infatti i significati essenziali della vita e della vocazione sacerdotale, religiosa e laicale. Naturalmente - riferisce l'agenzia Fides - vi sono a disposizione sacerdoti, religiosi e laici per rispondere alle domande poste dagli utenti che, come informano i gestori del sito, hanno oltrepassato quota 7.000 in Australia. Essi vengono indirizzati a parrocchie, istituti religiosi, associazioni ecclesiali dove poter continuare la ricerca di informazioni e il proprio cammino spirituale personale. “Pregare è essenziale”, ammoniscono gli autori del sito, che forniscono una “Guida Vocazionale” e una lista di contatti e di comunità. “Questo tipo di proposta che parte dal web è divenuta in molti casi fondamentale”, racconta Patrice Tuohy, fra i promotori del sito. (R.P.)

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    Inghilterra: lettere pro-life ai parlamentari di Westminster

    ◊   L'arcivescovo di Cardiff, mons. Peter Smith, responsabile del dipartimento per la cittadinanza cristiana della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles ha scritto a tutti i parroci spiegando le questioni più importanti della legge sulla fertilizzazione umana e l'embriologia che verrà discussa dal parlamento alla fine del mese. In un'intervista al settimanale cattolico "The Universe" ripresa dall'agenzia Sir, mons. Smith ha spiegato che è importante che i cattolici continuino a scrivere ai parlamentari della circoscrizione nella quale vivono, per esprimere la loro opposizione all'aborto, alla sperimentazione sugli embrioni e al progetto di dare vita a embrioni metà umani e metà animali. Una campagna condotta dal movimento per la vita "Passion for life" ha portato due milioni di cartoline spedite ai parlamentari di Westminster. L'arcivescovo ha sottolineato l'importanza di azioni di questo tipo perché i parlamentari sono influenzati dal volume di posta che ricevono e ha spiegato che è importante scrivere lettere ragionevoli, non maleducate o dai toni esagerati. "Non possiamo dire in anticipo quale sarà il risultato del dibattito sulla nuova legge", ha detto, "possiamo dire che c'è stato un cambiamento significativo nell'opinione pubblica negli ultimi anni grazie alle immagini di bambini di dieci settimane nel grembo della madre che hanno scioccato molte persone e dimostrato che cosa fa l'aborto. Smith ha invitato i cattolici a sostenere le organizzazioni legate al Movimento per la vita. (R.P.)

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    Irlanda: piano della Chiesa contro la droga

    ◊   Si è tenuta al St. Patrick's college di Maynooth, nella contea irlandese di Kildare, la prima conferenza nazionale dell'"Irish Bishops' Drugs Initiative", il progetto che la Conferenza episcopale irlandese sta conducendo contro la droga. Si tratta di una iniziativa avviata nel 1997 dalla Chiesa irlandese - riferisce l'agenzia Sir - come risposta al problema dell'abuso di droga e alcol che ha prodotto una rete di contatti nazionali per sostenere alcolizzati e drogati e una lettera pastorale dei Vescovi dedicata al problema della dipendenza pubblicata per la Quaresima dello scorso anno. Il convegno ha avuto al centro il contributo che le parrocchie possono dare per prevenire abuso di droga e alcol e sono stati presentati i risultati di progetti pilota condotti in parrocchie in tutto il Paese. Il vescovo Eamonn Walsh, vice presidente dell' "Irish Bishops' Drugs Initiative", ha spiegato che vi sono modi diversi nei quali le parrocchie possono lavorare per prevenire problemi di droga e alcolismo, uno dei quali è il "Social Personal and Health Education Programme", progetto dedicato all'educazione e alla salute che già viene usato dalle scuole legate alle diverse parrocchie. "Se una parrocchia offre a un gruppo di self-help, auto aiuto, una stanza, sta già dando una risposta pastorale a coloro che hanno bisogno di aiuto e hanno diritto di riceverlo. Il nostro progetto combina aspetti spirituali con aspetti pratici così che le nostre risposte considerino la persona nel suo insieme, corpo, mente e spirito", ha concluso mons. Walsh. (R.P.)

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    Inaugurato il nuovo sito internet dell’annuario delle Nazioni Unite

    ◊   Il Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite (DPI) ha lanciato la prima versione online mai realizzata dell’Annuario delle Nazioni Unite, pubblicazione che rappresenta il fiore all’occhiello dell’Organizzazione. Il nuovo sito-www.unyearbook.un.org garantisce libero accesso ai 59 volumi della collezione dell’Annuario, illustrando le attività del sistema delle Nazioni Unite nel corso dei primi 60 anni della sua esistenza (1946-2005). Il lancio della versione web di questa importante risorsa di informazione è avvenuto in occasione dell’inaugurazione della prima edizione delle Giornate del Libro delle Nazioni Unite, che si tengono in questi giorni al Palazzo di Vetro, per pubblicizzare  prodotti e servizi di informazione del sistema ONU e delle organizzazioni intergovernative. “L’Annuario è una risorsa indispensabile per chiunque sia interessato all’ONU e alle sue attività”, ha dichiarato Kiyo Akasaka, vice segretario generale per la Comunicazione e la Pubblica Informazione, che ha presieduto l’evento. “L’edizione online fa nascere la consapevolezza della nostra storia e dei nostri successi presso molte persone in tutto il mondo, in un’epoca in cui la conoscenza e la comprensione delle tematiche di portata mondiale sono aspetti cruciali per il compimento della missione delle Nazioni Unite”. (A.L.)

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    Focsiv: "sui diritti umani ci uniamo all'esortazione di mons. Migliore"

    ◊   La Focsiv si unisce all’esortazione di mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, rivolta alla comunità internazionale “a una maggiore sensibilità e a più sforzi nella promozione della coesistenza pacifica e della sopravvivenza dell'intera famiglia umana”, sostenendo che “la migliore formula per il successo è la cooperazione e la partnership tra gli Stati, le Nazioni Unite, le organizzazioni internazionali e la società civile”. “Per raggiungere una pace giusta e duratura - riferisce l'agenzia Sir - bisogna promuovere il multilateralismo nelle organizzazioni internazionali – sottolinea Sergio Marelli, direttore generale di volontari nel mondo Focsiv - invertendo la tendenza alla sua erosione nei settori della regolamentazione delle armi, del disarmo e della non proliferazione, come ha ricordato l’arcivescovo Migliore ieri a New York nella dichiarazione sul ‘Disarmo generale e completo’ al primo Comitato della 63ma sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu”. “Disarmo, sviluppo e pace sono tre concetti l’uno complementare all’altro - aggiunge Marelli –, ecco perché ancora una volta rinnoviamo il nostro appello al Parlamento italiano affinché possa rivedere la decisione dei tagli previsti nella prossima finanziaria alla voce cooperazione internazionale”. (R.P.)

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    Tavola rotonda di MSF sule sfide degli operatori umanitari e dei giornalisti

    ◊   E’ ricca la storia della collaborazione tra giornalisti ed operatori umanitari: le ONG forniscono ai media informazioni vitali sul campo e i media, a loro volta, assicurano copertura mediatica alle organizzazioni. A questa fondamentale relazione, in cui ognuna delle due parti ha scoperto di avere bisogno dell’altra per accedere e poter diffondere l’informazione proveniente da aree di crisi, è dedicata la tavola rotonda “Le crisi umanitarie: le sfide degli operatori umanitari e dei giornalisti”. All’incontro, che si terrà lunedì prossimo a Milano in occasione del rapporto 2007/2008 dell'organizzazione umanitaria, parteciperà tra gli altri, il direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia, Kostas Moschochoritis. Durante il convegno verrà dato particolare risalto al ruolo dei mezzi di informazione che, denunciando problemi e richiedendo l’ intervento di operatori umanitari, attirano l’attenzione del pubblico e dei governi sulle crisi umanitarie. Per maggiori informazioni, si può consultare il sito www.medicisenzafrontiere.it (A.L.)

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    Olanda: Utrecht, chiude la scuola per diaconi

    ◊   L'arcivescovo di Utrecht, mons. Willem Jacobus Eijk, ha comunicato che la formazione per il diaconato nella diocesi terminerà dal 1 luglio 2009. La notizia, ripresa dall'agenzia Sir, è contenuta in una lettera che lo stesso presule ha indirizzato ai fedeli diocesani interessati a corsi di formazione per il diaconato creato 25 anni fa. Nel testo si osserva che il numero di vocazioni al diaconato permanente non retribuito continua a diminuire nel corso degli ultimi anni rispetto alle attese al punto che tra il 2007 e il 2008 non si sono avanzate richieste. Il numero totale di studenti in questo percorso di formazione è solo di sei. In un simile contesto e per motivi di riorganizzazione e di economia nella arcidiocesi di Utrecht, per non parlare della dedizione delle persone e delle risorse investite nella formazione per un troppo basso numero di studenti, il vescovo ha deciso che questo corso di formazione non è più giustificato. Mons. Eijck sottolinea, inoltre, che resta convinto del significato e dell'importanza del diaconato permanente retribuito e non retribuito. Per consentire, tuttavia, la formazione dei futuri studenti si sta studiando una collaborazione con la diocesi di Haarlem. (R.P.)

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    Caritas Italiana: comunità ecclesiale e società civile insieme nella lotta contro la povertà

    ◊   “Costruire un percorso condiviso con misure organiche di lotta alla povertà” che “continua a colpire soprattutto le famiglie monoreddito e tutte le fasce più deboli”, ulteriormente aggravata dagli “sconvolgimenti finanziari internazionali di questi giorni”. E’ l’impegno - di cui riferisce l’agenzia Sir - rilanciato ieri a Roma da mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente di Caritas Italiana, a conclusione del Consiglio nazionale dell’organismo, che ha visto riuniti i 16 delegati regionali, insieme ai rappresentanti delle aggregazioni laicali e degli istituti religiosi. In tale prospettiva si inseriscono i due sussidi di prossima pubblicazione: “Ripartire dai poveri-Rapporto 2008 su povertà ed esclusione sociale in Italia”, realizzato da Caritas e Fondazione Zancan ed il “Dossier” sulle migrazioni, elaborato da Caritas e Fondazione Migrantes, che saranno presenti alla stampa rispettivamente il 15 ottobre e il 30 ottobre, a Roma. Il Consiglio nazionale della Caritas Italiana ha inoltre sottolineato alcuni temi forti: la preoccupazione per nuove forme di razzismo, l’emergenza educativa e la necessità della testimonianza anche pubblica della fede “che non va sentita come minaccia dalla società civile ma come contributo nell’ottica del bene comune”. Dai partecipanti anche la proposta di avviare, nell’ambito della Consulta nazionale ecclesiale degli organismi socio-assistenziali, il 4° Censimento delle opere socio-assistenziali collegate alla Chiesa cattolica in Italia. (R.G.)

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    Da San Marino nuovo appello per la difesa di un’ecologia umana

    ◊   Nel corso di un convegno sul tema "Cambiamenti climatici e sviluppo" che si è svolto domenica scorsa nella Repubblica di San Marino, alti prelati e scienziati hanno criticato la cultura nichilista e speculativa. Hanno anche indicato nella scienza e nell’ecologia umana il modello per curare l’umanità e difendere il creato. Il convegno, organizzato dalle Giunte di Castello sotto l'alto patrocinio della Reggenza di San Marino, ha visto la partecipazione tra gli altri del vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri e Antonino Zichichi, professore emerito di fisica superiore all’Università degli Studi di Bologna. Quest’ultimo ha subito chiarito che l’effetto serra e la produzione di anidride carbonica sono due delle ragioni che permettono la vita sulla terra. L’effetto serra garantisce una temperatura media di +15 gradi centigradi invece dei  - 18. L’anidride carbonica insieme alla luce del sole e all’acqua – ha poi fatto notare il professore le cui parole sono state riprese dall’agenzia Zenit - alimenta lo sviluppo e la crescita della flora sul pianeta. Mons. Luigi Negri ha spiegato che la scienza, in tutte le articolazioni del suo “prodigioso e quasi sconcertante sviluppo” degli ultimi decenni, rappresenta una “grande opportunità” se “non diventa una ideologia che si sovrappone e modifica la realtà”. E’ grave – ha detto il presule - se la scienza serve solo se stessa, e non risponde alle necessità degli uomini di vivere meglio”. “Per questo – ha concluso – la scienza deve avere come orizzonte il bene dell’uomo. Solo se l’approfondita conoscenza della realtà è in funzione del miglioramento delle condizioni dell’uomo, la scienza è in funzione del bene comune”. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Iraq: 6 cristiani uccisi dagli integralisti musulmani. Appello di mons. Sako

    ◊   Ennesima giornata di violenze in Iraq. Un poliziotto e un civile sono stati uccisi e altre tre persone sono state ferite stamani nell'esplosione di un ordigno nella città di Tellafer. A Baghdad, un parlamentare del blocco sciita è rimasto gravemente ferito in un attentato che ha ucciso le sue due guardie del corpo. Intanto, a Mosul, nel nord del Paese, continua il martirio della comunità cristiana. Solo nell’ultima settimana sono 6 i fedeli barbaramente uccisi dagli integralisiti islamici. Padre Amer Youkhanna, sacerdote del clero di Mosul, denuncia: “A Mosul è in atto uno sterminio”. Sulla situazione, Lidya O’Kane ha raccolto la testimonianza dell’arcivesco di Kirkuk, mons. Louis Sako:

    La situazione è veramente critica nella città di Mosul. Qui i cristiani hanno paura e lasciano la città. I bambini non possono andare a scuola e gli uomini al lavoro. Ieri, una macchina circolava nel quartiere Zukar chiedendo ai cristiani di lasciare la città il più presto possibile. I cristiani si sentono isolati. Dove andare? E’ una crisi che non vede soluzione. La protezione dei cittadini dipende dal governo iracheno e anche dagli americani. E’ loro responsabilità. Che cosa fanno? Perché lasciano questi criminali assassinare o minacciare degli innocenti? I cristiani non vogliono altro che vivere in pace. Non sono loro, poi, la causa di qualsiasi problema nella città e nel Paese. Io chiedo a tutti i nostri fratelli e sorelle in Occidente di pregare per loro e di mostrare anche la loro solidarietà.

     
    Pakistan
    Almeno sette persone sono rimaste ferite nell’esplosione che questa mattina a devastato una sede della polizia antiterrorismo di Islamabad. La forte deflagrazione, che ha scosso tutto il centro della capitale pakistana, è stata provocata da un’auto bomba guidata da un attentatore suicida. Nella regione del Upper Dir, nel nord-ovest del Paese, un ordigno piazzato lungo la strada ha ucciso dieci persone, fra cui tre bambini a bordo di uno scuola bus. Non si ferma quindi l’esclation di attacchi degli integralisti vicini ad al Qaida, che nel Paese ha provocato la morte di circa 1.300 persone in poco più di un anno.

    Libano
    È giallo sulla sorte di due giornalisti statunitensi che da nove giorni hanno fatto perdere le loro tracce in Libano. Secondo le forze di sicurezza locali Holli Chmela e Taylor Luck avevano in programma un incontro in Giordania. Ieri, l’ambasciata americana di Beirut ha diffuso un comunicato che invita a fornire informazioni sui due cittadini scomparsi. Secondo alcune indiscrezioni, apparse sulla stampa libanese questa mattina, i due si troverebbero ancora nel Paese dei cedri.

    Georgia
    La Russia ha completato il ritiro delle sue truppe dalle zone cuscinetto intorno a Ossezia del Sud e Abkhazia, come previsto dall'accordo raggiunto lo scorso settembre grazie alla mediazione di Nicolas Sarkozy. La Georgia però esorta Mosca a richiamare i militari alla situazione precedente all’inizio delle ostilità. Oggi è stata intanto confermata la conferenza internazionale sulla crisi del Caucaso, che si terrà il 15 ottobre a Ginevra.

    Ucraina
    Mentre si trovava in Italia per incontri col capo dello Stato Napolitano e il premier Berlusconi, il presidente ucraino Yushenko - in un messaggio diffuso dalle tv del suo Paese - ha annunciato lo scioglimento del Parlamento di Kiev e ha indetto elezioni anticipate per il 7 dicembre. Il governo era di fatto caduto a settembre, con lo sfaldamento della "coalizione arancione": il partito “Nostra Ucraina” dello stesso Yushenko era allora uscito dall’esecutivo, dopo che i deputati del blocco Tymoshenko si erano associati ai filorussi del Partito delle regioni.

    Serbia
    L’ONU accoglie la richiesta della Serbia di trasferire alla Corte Internazionale di Giustizia il caso del Kosovo, autoproclamatosi indipendente lo scorso febbraio. Ora toccherà ai giudici della Corte dell’Aja esprimersi sullo status dell’ex provincia serba.

    Cina – Scandalo latte
    Almeno 10.700 bambini e neonati sono ancora in ospedale, di cui otto in gravi condizioni. E purtroppo si registrano nuovi casi di ricoveri. Complessivamente sono stati oltre 36mila i piccoli che hanno lasciato le case di cura dopo essere stati sottoposti a controlli sanitari. Il governo però si rifiuta di dare il numero totale dei bambini ammalati, che dovrebbe aggirarsi sui 94 mila. Molte famiglie hanno denunciato le ditte produttrici di latte, ma prima che si proceda nei loro confronti si registrano diverse resistenze dei giudici.

    Corea del Nord
    La Corea del Nord ha impedito agli ispettori delle Nazioni Unite l'accesso alle strutture del complesso nucleare di Yongbyon. Lo hanno reso noto fonti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), secondo cui "agli ispettori è stato detto che per oggi è per loro vietato l'accesso a Yongbyon, ma sono ancora sul posto, nella zona riservata agli ospiti''.

    Maldive
    Le Maldive dovranno aspettare il secondo turno per stabilire il vincitore nelle prime elezioni multipartitiche dell'arcipelago asiatico. I risultati ufficiali basati sullo scrutinio di due terzi dei seggi mostrano l'anziano presidente Maumoon Abdul Gayoom in vantaggio rispetto ai suoi avversari, ma non abbastanza da evitare il ballottaggio. Gayoom, che governa l'arcipeglago da 30 anni, ha ottenuto il 40% contro il 26% del suo più agguerrito rivale, l'ex prigioniero politico Mohamed ''Anni'' Nasheed.

    Sri Lanka
    Sri Lanka di nuovo sotto attacco. almeno una persona è morta e altre 3 sono rimaste ferite a Colombo dove una donna kamikaze si è fatta esplodere. L'attentato, attribuito ai separatisti delle Tigri Tamil, è avvenuto in prossimità di un tempio buddista e aveva come obiettivo il ministro dell'Agricoltura, Maithripala Sirisena, che è rimasto illeso. Il viceministro, Siripala Gamlath, è invece fra i tre feriti. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 283

     
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