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Sommario del 05/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • L’uomo del nostro tempo non elimini Dio dal proprio orizzonte: l’esortazione del Papa alla Messa a San Paolo fuori le Mura per l’apertura del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. All’Angelus, in Piazza San Pietro, l’invito alle famiglie a leggere la Bibbia
  • Con Benedetto XVI come primo lettore, al via, stasera a Roma, la lettura integrale delle Sacre Scritture. La riflessione di mons. Gianfranco Ravasi
  • Oggi in Primo Piano

  • All'indomani dell'incontro al Quirinale tra il Papa e il presidente Napolitano, il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre su laicità e libertà religiosa
  • La piaga dei bambini soldato difficile da sanare nella regione congolese del Nord Kivu: ce ne parla Michele Luppi della rivista “Nigrizia”
  • Più maestri per sconfiggere l’analfabetismo: il richiamo dell’UNESCO nella Giornata mondiale degli insegnanti. La riflessione di mons. Aldo Martini, presidente dell’OPAM
  • Chiesa e Società

  • L’attualità e la profezia dell’"Humanae vitae" sottolineate dal cardinal Bertone nella Messa ai partecipanti al Congresso per il 40.mo dell’Enciclica
  • Chi spera può far crescere questa città: così, il cardinal Caffarra a chiusura delle celebrazioni per la festa di San Petronio, patrono di Bologna
  • Nuovi attacchi contro la comunità cristiana in Iraq
  • A novembre, in Burkina Faso, la Settimana Sociale dedicata alla lotta contro la corruzione e la povertà
  • Al via, domani a Bologna, un convegno sulla storia e la teologia del Rosario
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede consigli all’opinione pubblica per limitare l’abuso degli alcolici
  • Domani, a San Paolo, apre il congresso delle ACLI brasiliane
  • Da oggi a Roma, nella basilica di Sant’Agostino, le celebrazioni per ricordare la Madonna del parto
  • In Ciad, a rischio l’assistenza umanitaria a migliaia di persone a causa dei continui attacchi contro le ONG
  • La diocesi di Venezia celebra oggi “la Festa del Creato”
  • In Messico, si attendono da tutto il mondo le foto per formare il “Mosaico delle famiglie” da donare al Papa
  • 24 Ore nel Mondo

  • Georgia: rimosso il primo posto di blocco russo. Soddisfazione dell'Unione Europea
  • Il Papa e la Santa Sede



    L’uomo del nostro tempo non elimini Dio dal proprio orizzonte: l’esortazione del Papa alla Messa a San Paolo fuori le Mura per l’apertura del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. All’Angelus, in Piazza San Pietro, l’invito alle famiglie a leggere la Bibbia

    ◊   Nutrirsi della Parola di Dio, che cambia il cuore dell’uomo, è il primo compito della Chiesa: è quanto sottolineato da Benedetto XVI durante la Messa nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, con la quale stamani si è aperta la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, evento che si svolgerà in Vaticano fino al 26 ottobre. Hanno concelebrato la Messa di stamani i padri sinodali e i collaboratori: 52 cardinali, 14 membri delle Chiese Orientali, 45 arcivescovi, 130 vescovi e 85 presbiteri. Il Pontefice ha ribadito che l’annuncio del Vangelo è la ragion d’essere della Chiesa ed ha esortato le nazioni, un tempo ricche di fede, a non eliminare Dio dal proprio orizzonte. All’Angelus, in Piazza San Pietro, il Papa ha quindi invitato le famiglie a far sì che la Parola di Dio accompagni sempre la loro vita. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (Canti: Laudes Regiae)

     Solo la Parola di Dio può cambiare davvero il cuore dell’uomo: è il messaggio che Benedetto XVI consegna a tutti i fedeli nella Messa per l’apertura del Sinodo su “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. In una Basilica San Paolo fuori le Mura gremita, il Papa ha esortato i padri sinodali a lavorare per “rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo in questo nostro tempo”:
     
    “Avvertiamo tutti quanto sia necessario porre al centro della nostra vita la Parola di Dio, accogliere Cristo come unico nostro Redentore, come Regno di Dio in persona, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell’umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società e della nostra vita”.
     
    Partecipando alla Celebrazione eucaristica, ha proseguito il Papa, “avvertiamo sempre lo stretto legame che esiste tra l’annuncio della Parola di Dio e il Sacrificio eucaristico: è lo stesso Mistero che viene offerto alla nostra contemplazione”. Quando Dio parla, ha rilevato il Pontefice, “sollecita sempre una risposta; la sua azione di salvezza richiede l’umana cooperazione, il suo amore attende corrispondenza”:

     
    “Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità. L’Assemblea sinodale volgerà la sua attenzione a questa verità fondamentale per la vita e la missione della Chiesa. Nutrirsi della Parola di Dio è per essa il compito primo e fondamentale”.
     
    In effetti, ha proseguito il Papa, “se l’annuncio del Vangelo costituisce la sua ragione d’essere e la sua missione, è indispensabile che la Chiesa conosca e viva ciò che annuncia, perché la sua predicazione sia credibile, nonostante le debolezze e le povertà degli uomini che la compongono”. In questo Anno Paolino, il Papa non ha poi mancato di richiamare l’esempio di San Paolo, “intrepido testimone e araldo della Parola di Dio”, il suo grido: “Guai a me se non predicassi il Vangelo”. Tanti, ha costatato Papa Benedetto, non hanno ancora incontrato il Vangelo; altri, pur avendo ricevuto una formazione cristiana, “si sono affievoliti nell’entusiasmo e conservano con la Parola di Dio un contatto superficiale”, altri ancora si sono “allontanati dalla pratica della fede e necessitano di una nuova evangelizzazione”, né mancano persone di retto sentire che si pongono domande esistenziali a cui solo Cristo può rispondere. Di qui la vibrante esortazione del Papa:

     
    “Diviene allora indispensabile per i cristiani di ogni continente essere pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in loro (cfr 1 Pt 3,15), annunciando con gioia la Parola di Dio e vivendo senza compromessi il Vangelo”.
     
    Il Papa si è inoltre soffermato sulla pagina del Vangelo domenicale, la parabola di Gesù sui vignaioli che uccidono il figlio del proprietario della vigna convinti così di potersene impossessare. E’ un passo, ha avvertito, che “interpella il nostro modo di pensare e di agire”, in modo speciale i popoli che hanno ricevuto l’annuncio del Vangelo. Guardando la storia, ha riconosciuto il Pontefice, “siamo costretti a registrare non di rado la freddezza e la ribellione di cristiani incoerenti”. In conseguenza di ciò, “pur non venendo mai meno alla sua promessa di salvezza”, Dio “ha dovuto spesso ricorrere al castigo”. Il pensiero va alle comunità cristiane inizialmente fiorenti, ma poi scomparse e ricordate oggi solo nei libri di storia. Riflessione sul passato a cui il Papa fa seguire un interrogativo per il presente:
     
    “Non potrebbe avvenire la stessa cosa in questa nostra epoca? Nazioni un tempo ricche di fede e di vocazioni ora vanno smarrendo la propria identità, sotto l’influenza deleteria e distruttiva di una certa cultura moderna. Vi è chi, avendo deciso che “Dio è morto”, dichiara “dio” se stesso, ritenendosi l’unico artefice del proprio destino, il proprietario assoluto del mondo”.

     
    “Sbarazzandosi di Dio e non attendendo da Lui la salvezza”, ha proseguito, “l’uomo crede di poter fare ciò che gli piace e di potersi porre come sola misura di se stesso e del proprio agire”:
     
    “Ma quando l’uomo elimina Dio dal proprio orizzonte, dichiara Dio morto è veramente più felice? Diventa veramente più libero? Quando gli uomini si proclamano proprietari assoluti di se stessi e unici padroni del creato, possono veramente costruire una società dove regnino la libertà, la giustizia e la pace?”

     
    In realtà, è l’amara costatazione del Papa, così facendo si estendono “l’arbitrio del potere, gli interessi egoistici, l’ingiustizia e lo sfruttamento, la violenza in ogni sua espressione”. Il punto d’arrivo, alla fine, “è che l’uomo si ritrova più solo e la società più divisa e confusa”. Nelle parole di Gesù, però, c’è una promessa: “La vigna non sarà distrutta”. Se in alcune regioni la fede arriva ad estinguersi, in altre, ha rassicurato il Papa, vi saranno sempre popoli pronti ad accoglierla. “Il male e la morte – ha ribadito – non hanno l’ultima parola, ma a vincere alla fine è Cristo”:

     
    “La Chiesa non si stanca di proclamare questa Buona Novella, come avviene anche quest’oggi, in questa Basilica dedicata all’Apostolo delle Genti, che per primo diffuse il Vangelo in vaste regioni dell’Asia minore e dell’Europa”.
     
    E’ questo annuncio, ha detto, che “rinnoveremo in modo significativo durante il Sinodo dei Vescovi. Passaggio che il Santo Padre ha corredato con un saluto particolare ai padri sinodali, ai delegati fraterni delle Chiese e comunità ecclesiali, a quanti in vario modo hanno collaborato alla preparazione di questo grande evento ecclesiale. Benedetto XVI ha concluso la sua appassionata omelia con l’affidamento alla Vergine affinché ci insegni ad ascoltare le Scritture e a meditarle in un “processo interiore di maturazione che mai separi l’intelligenza dal cuore”. Nelle preghiere, recitate in più lingue a sottolineare l’universalità della Chiesa, è stato rivolto un pensiero speciale al tema del Sinodo. Si è pregato affinché, dalla frequentazione quotidiana con la Parola di Dio, i fedeli possano trarre la luce necessaria per discernere la volontà del Signore.

     
    (Canti: Ave Regina Caelorum)
     
    Del Sinodo sulla Parola di Dio il Papa ha parlato anche all’Angelus in Piazza San Pietro, spiegando ai pellegrini l’importanza della “dimensione sinodale” che, ha detto, è “costitutiva della Chiesa”:

     
    “Essa consiste nel convenire ad ogni popolo e cultura per diventare uno in Cristo e camminare insieme dietro a Lui, che ha detto: “Io sono la via, la verità, la vita”.

     
    Il Sinodo dei Vescovi istituto da Paolo VI, ha ricordato, permette “una stretta unione e collaborazione tra il Papa e i vescovi di tutto il mondo”, favorendo “l’accordo sulla dottrina e sull’azione pastorale”. Questa assemblea, ha detto ancora, apporta al Successore di Pietro “un aiuto più efficace, manifestando e consolidando al tempo stesso la comunione ecclesiale”. Il Papa ha così sottolineato l’ampia partecipazione alla fase preparatoria del Sinodo sulla Parola di Dio da parte delle Chiese particolari di tutto il mondo. Dopo l’Angelus, Benedetto XVI si è soffermato sull’iniziativa promossa dalla RAI, “La Bibbia giorno e notte”, lettura integrale delle Sacre Scritture da parte di 1200 persone di 50 Paesi diversi. Un’iniziativa, ha detto, che “ben si affianca al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio” e che il Papa stesso avvierà stasera con la lettura del primo capitolo della Genesi, trasmessa alle ore 19 su RAI Uno:

     
    “La Parola di Dio potrà così entrare nelle case per accompagnarsi alla vita delle famiglie e delle singole persone: un seme che, se bene accolto, non mancherà di portare frutti abbondanti”.

     
    Il Papa ha quindi salutato i giovani che partecipano al “Meeting Vincenziano”, organizzato dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli della Provincia Romana, invitandoli ad imparare dai Santi "ad amare la Chiesa e i poveri". Parole d'incoraggiamento anche agli animatori della missione "Gesù al Centro", rivolta ai giovani romani. Infine, ha espresso il proprio apprezzamento ai promotori dell’odierna Giornata per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

     
    Con la grande Messa di stamani, si è dunque aperto il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, i cui lavori inizieranno domani mattina in Vaticano. Tra i partecipanti all’assise sinodale c’è anche don Giorgio Zevini, decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana di Roma, che, al microfono di Fabio Colagrande, si sofferma sulle principali finalità del Sinodo:

    R. – Penso che lo scopo primario proprio di questo Sinodo sia dedicarsi al tema della Parola, con la quale Dio, grande e misericordioso, vuole venire in dialogo con tutta l’umanità, considerarci amici. Questa comunione da vivere con Lui naturalmente comporta da parte nostra, da parte di tutta la Chiesa, questo ascolto, questo amore alla Parola di Dio. Quindi, la Parola di Dio determina una chiamata, crea una comunione, manda in missione perché sia dono per gli altri ciò che si è ricevuto per sé. Direi, dunque, che lo scopo eminentemente prioritario di questo Sinodo sia uno scopo pastorale e, nello stesso tempo, missionario, perchè la Chiesa intende approfondire le ragioni dottrinali e lasciarsi illuminare da esse, in modo tale da rafforzare la pratica dell’incontro con la Parola di Dio come fonte di vita. Quindi, ascoltare Dio, parlare con Lui, per poter comunicare questo messaggio di Dio, questa "grande lettera di amore" che Dio ha rivolto all’umanità, comunicarla a tutti gli uomini.

     
    D. – Collegando idealmente questo Sinodo sulla Parola a quello del 2005, dedicato all’Eucaristia, quale importanza ha nella riscoperta della Parola il ruolo della liturgia, dell’Eucaristia...

     
    R. – Certamente, la liturgia è il luogo privilegiato della Parola di Dio, l’ambiente dove la Chiesa si edifica. C’è un testo che a me è molto caro, della "Dei Verbum", dove appunto si dice che la Chiesa ha sempre venerato le Divine Scritture come il Corpo stesso di Cristo. Un fortissimo legame, dunque, tra la Parola di Dio e l’Eucaristia: come è presente, è vivo e reale il Signore nella Parola, così è presente, vivo e reale il Signore nell’Eucaristia. Il Concilio ci parla, dunque, dell’unica grande Mensa da cui si deve alimentare la Chiesa. Certamente la Bibbia è il libro di un popolo, è il libro per il popolo. Quindi, è importante questa reciproca appartenenza tra popolo e libro. La Scrittura, noi lo sappiamo, è celebrata nell’azione liturgica e quindi è qui che i pastori attendono anche un grande rinnovamento.

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    Con Benedetto XVI come primo lettore, al via, stasera a Roma, la lettura integrale delle Sacre Scritture. La riflessione di mons. Gianfranco Ravasi

    ◊   Come ricordato dal Papa all'Angelus, prende il via stasera l’iniziativa “La Bibbia Giorno e notte”, lettura integrale e continuata dei 73 Libri della Bibbia. Dopo il Santo Padre, che leggerà il primo capitolo della Genesi, si alterneranno nella lettura delle Sacre Scritture quasi 1200 persone. L’evento, che avrà per cornice la Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, durerà 139 ore sino alle ore 13,25 di sabato 11 ottobre. L’iniziativa, ideata dal responsabile di RAI Vaticano Giuseppe De Carli, potrà essere seguita in diversi modi, attraverso radio, tv e Internet. Sull’importanza della lettura della Bibbia, Amedeo Lomonaco ha intervistato mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:

    R. – La Bibbia stessa si presenta come Parola e la Parola è di sua natura proclamata, detta. Ecco allora l’importanza del ritornare ancora alla Parola e in questo caso far risuonare proprio questa Parola, scansione per scansione, passo per passo, affidata alla voce, direi al ventaglio di tutte le voci possibili, che sono le voci dell’umanità. Questa Parola che risuona e che rompe il silenzio del nulla e si apre all’essere e all’esistere. Noi sappiamo che una parola, una volta detta non è morta: è proprio allora che comincia a vivere! E’ per questo che idealmente si vorrebbe che questa lettura sia come un punto di partenza, perché questa Parola abbia da attraversare il cielo distratto o inquinato delle nostre città, abbia da attraversare – idealmente – le nostre strade, entrare nelle nostre case e ritornare ad essere ancora come la Bibbia stessa dice di se stessa: una Parola che è “offensiva”, che inquieta, che sommuove anche la superficialità, la banalità. Geremia dice: “La mia parola è come un martello che spacca la roccia”, la roccia delle incrostazioni, delle banalità diremmo noi oggi. Eccoci a ritrovare che questa Parola che facciamo risuonare per una volta nella sua integralità sotto le volte di questa Basilica romana, sia una Parola che ritorni ancora ad essere lampada per i passi nel cammino della vita.

     
    D. – Per l’uomo che non si è ancora accostato alla Bibbia, l’esortazione è quella di ripercorrere l’esperienza di Sant’Agostino, la cui conversione è racchiusa in quel “Tolle lege”- prendi e leggi…

     
    R. – Sì, è vero. Potremmo assumerlo come motto. Ma naturalmente “prendi e leggi” vuol dire anche riprendere ancora da capo la necessità di un itinerario da compiere. Il prendere e aprire a caso la Bibbia, prendendone una pagina e assumendola non è del tutto corretto come norma, anche se qualche volta può essere una sorta di stimolo. Bisogna proprio che questo “prendi e leggi” avvenga con una certa continuità, con una certa serietà e con una certa fedeltà. E’ però indiscutibile: l’appello che noi lanciamo è solo quello di cercare il più possibile di raggiungere la Parola con la propria continua e costante conoscenza e con la propria continua e costante esperienza di vita.

     
    D. – In questa esplorazione leggere, scrutare la Bibbia e mettersi davanti a Dio con un atteggiamento di apertura, senza giudicare la Parola che è ispirata da Dio, ma lasciandosi guidare dalla Parola….

     
    R. – Lasciamoci guidare dalla Parola, ma questa Parola deve essere accolta, compresa, deve essere penetrata con le capacità umane, con la propria libertà. C’è una frase bellissima nell’Apocalisse che potrebbe riassumere questo discorso: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno mi apre io entrerò, cenerò con lui e lui cenerà con me”. Cristo passa per le strade del mondo, la sua Parola passa e se non dovesse passare noi resteremmo soli nel nostro mondo, nel nostro piccolo orizzonte finito. E’ indispensabile, però, “se uno mi apre la porta”: ecco il gioco della libertà, che accoglie la Parola. Se si vuole c’è la grazia - come dice Paolo – che si accende nel cielo della nostra vita ed è il primato assoluto di Dio, ma c’è anche la fede – come dice Paolo – che è la risposta dell’uomo. In questo incrocio, questo intreccio c’è tutto il mistero della Bibbia e della Rivelazione.

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    Oggi in Primo Piano



    All'indomani dell'incontro al Quirinale tra il Papa e il presidente Napolitano, il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre su laicità e libertà religiosa

    ◊   “I due colli del Quirinale e del Vaticano non soltanto si guardano con amicizia ma esprimono, nei simboli e nei fatti, una collaborazione crescente, a favore del bene di tutti e della dignità di ogni persona umana”. E' quanto si legge nell'edizione odierna de "L’Osservatore Romano" a proposito dell’incontro di ieri mattina al Quirinale tra Benedetto XVI e il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. Molti i temi al centro del colloquio, in particolare la questione della libertà religiosa e il riconoscimento della dimensione pubblica del fatto religioso. Ecco in proposito il commento del prof. Giuseppe Dalla Torre, giurista e rettore della LUMSA, al microfono di Luca Collodi:

    R. – E’ importante il richiamo alla libertà religiosa, non solo perché fuori d’Italia - lo stiamo vedendo anche oggi - spesso viene violata e pertanto anche il nostro Paese ha il compito di far rispettare i diritti umani a livello mondiale; ma anche perché spesso si insinuano nella cultura corrente delle concezioni o delle visioni "strane" della libertà religiosa. Si pensa, per esempio, alla religione come ad un fatto meramente privato e personale, mentre la libertà religiosa, in quanto diritto collettivo e anche come diritto istituzionale, ha inevitabilmente una dimensione pubblica.

     
    D. – Tra l’altro, il Papa ha detto che non si può limitare la piena garanzia della libertà religiosa al libero esercizio del culto. Questo è quello che avviene in molti Paesi del mondo…

     
    R. – Libertà religiosa significa immunità da coercizioni esterne in materia religiosa e quindi la libertà di poter vivere secondo la propria dimensione di fede. Faccio riferimento per esempio al fatto che nel cristianesimo il precetto della carità è un precetto che appare fondamentale. Se si riservasse ai cristiani la mera libertà di culto, impedendo loro di poter animare la società cristianamente attraverso opere sociali, attività di assistenza, istruzione, cultura e quant’altro, evidentemente questo potrebbe essere una lesione anche grave del diritto di libertà religiosa.

     
    D. – E' emerso in maniera abbastanza chiara dal discorso del Papa e del presidente della Repubblica che Stato e Chiesa sono pronti a cooperare insieme per promuovere e servire il bene integrale della persona umana. C’è un’alleanza per il bene comune…

     
    R. – Si supera una vecchia concezione dei rapporti tra Stato e Chiesa di tipo istituzionale o di vertice nell’interesse dello Stato e nel pur legittimo interesse della Chiesa. Si pone così al centro dell’attenzione l’uomo, la persona. Lo Stato e la Chiesa sono tutti e due, seppur a titolo diverso – dice il Vaticano II nella “Gaudium et Spes” – a servizio della persona. E quindi è evidente che questo servizio sarà da ciascuno reso nell’ambito della propria competenza, quanto più vi sarà tra di loro una collaborazione, non un contrasto o anche una semplice ignoranza reciproca.

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    La piaga dei bambini soldato difficile da sanare nella regione congolese del Nord Kivu: ce ne parla Michele Luppi della rivista “Nigrizia”

    ◊   Il fenomeno dei bambini soldato, più volte denunciato dalle organizzazioni umanitarie, continua ad essere particolarmente grave nella regione del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Lo evidenzia un rapporto di “Amnesty International”, secondo il quale ogni due minori liberati dalla guerra, almeno altri cinque vengono rapiti e arruolati. Spesso si tratta degli stessi bambini riusciti a fuggire dai conflitti, che in quella zona continuano ad imperversare tra ribelli, soldati governativi e di altri Paesi della zona dei Grandi Laghi. Sui motivi di questa piaga, Giancarlo La Vella ha raccolto la riflessione di Michele Luppi, editorialista della rivista dei comboniani “Nigrizia”, appena rientrato dal regione del Kivu:

    R. - Oggi c’è un problema più generale dell’infanzia nel Kivu con un’istruzione che fatica a partire, con scuole che sono chiuse o non ci sono. Quindi è un problema di questi bambini che sono lasciati a vivere per strada, costretti a cercare comunque di guadagnarsi da vivere, di guadagnare da vivere per le proprie famiglie. Ovviamente, questo li rende prede facili - soprattutto nelle zone collinari del Nord Kivu - di quelli che sono i vari gruppi ribelli. Quindi, questo insieme di gruppi ribelli utilizza proprio i bambini, i ragazzi di 13-14 anni, come soldati.

     
    D. – Il riarruolamento è la conseguenza inevitabile di una disastrosa situazione economica?

     
    R. – Diciamo che è la conseguenza di una guerra che sembra non finire. Con la conferenza di Goma, del gennaio scorso, sembrava essersi avviato un cammino che potesse portare i gruppi ribelli al disarmo e al reintegro nell’esercito. Da gennaio in poi, comunque, scaramucce e scontri si sono avuti sempre ma a partire dall’agosto, noi dobbiamo parlare oggi di guerra. Non possiamo più parlare di piccoli scontri, perché quella in corso nel Kivu è una guerra a tutti gli effetti che purtroppo va al di là del Kivu. E’ una guerra in cui sono coinvolti i Paesi della regione e questo significa che se si vuole arrivare alla pace nel Nord Kivu, devono essere il governo di Kinshasa, ma anche il governo di Kigali a lavorare insieme per la pace.

     
    D. – Come mai non sono mai andati in porto i programmi internazionali e locali per il recupero dell’infanzia che è stata sfruttata nelle guerre?

     
    R. – Il problema di fondo è, secondo me, che bisogna dare un’alternativa a tutta l’infanzia del Kivu. Non basta riuscire a recuperare un bambino togliendolo dai propri aguzzini, togliendolo da chi gli dà le armi. Bisogna anche dare a questi bambini l’opportunità di studiare, l’opportunità di guardare al proprio futuro. Oggi, purtroppo, è difficile, per un bambino di quella parte del Congo, poter guardare al futuro con serenità. Ci sono difficoltà nell’istruzione, nell’avere un lavoro. Le difficoltà economiche che ancora il Paese ha, rappresentano un freno e “spingono” questi bambini nelle braccia di chi li arma.

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    Più maestri per sconfiggere l’analfabetismo: il richiamo dell’UNESCO nella Giornata mondiale degli insegnanti. La riflessione di mons. Aldo Martini, presidente dell’OPAM

    ◊   Per sconfiggere la piaga dell’analfabetismo, bisogna investire sulla formazione dei maestri: è quanto chiede l’UNESCO nell’odierna Giornata mondiale degli insegnanti. L’organizzazione dell’ONU sottolinea che mancano almeno 18 milioni di maestri per raggiungere gli obiettivi sull’istruzione fissati per il 2015. La situazione è particolarmente grave in Africa dove gli insegnanti hanno classi anche di 60 alunni. Il problema, tuttavia, non è solo di quantità. A sottolinearlo è mons. Aldo Martini, presidente dell’OPAM, Opera di Promozione per l'Alfabetizzazione nel Mondo, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – Non basta fare le scuole, una volta che le scuole sono costruite, i problemi sono due: chi le può frequentare e chi va ad insegnare in queste scuole. Ora, chi le può frequentare è il problema numero uno perché il primo ostacolo è la povertà che sta aumentando in tutto il mondo e colpisce in forma macroscopica i Paesi più poveri: con mezzo euro al giorno per famiglia, chi può permettersi di mandare i figli a scuola, pagare i libri, ecc.? Ma il secondo ostacolo, non è meno grave: chi è preparato ad insegnare? La prima emergenza per noi è la formazione degli insegnanti: mancano scuole di formazione che li preparino, mancano i formatori, a volte gli insegnanti sono ragazzi che hanno terminato le scuole medie e vengono “arruolati” come insegnanti. Soprattutto mancano stimoli che indirizzino i giovani ad intraprendere questa carriera che è una missione. Quindi abbiamo il problema degli insegnanti non pagati, degli insegnanti sotto pagati... Alla fine si scoraggiano e allora o emigrano verso altre professioni o emigrano materialmente verso le città ad ingrossare la massa dei disperati, o peggio si adeguano a vivere di espedienti.

     
    D. – Proprio per venire incontro alle necessità degli insegnanti nei Paesi in via di sviluppo, l’OPAM, da tempo, ha lanciato un’iniziativa, se vogliamo originale, cioè l’adozione dei maestri?

     
    R. – Effettivamente è così. Un pensiero che è nato proprio dall’esperienza, dal vedere come se è facile trovare un finanziamento per erigere una scuola, è molto più difficile far capire che questi insegnanti non sono, come da noi, pagati dallo Stato. In gran parte dei Paesi dell’Africa subsahariana in particolare, ma anche dell’America Latina, anche di tante zone dell’India, l’insegnamento teoricamente è gratuito ma in pratica l’insegnamento ricade sui genitori che devono non soltanto mantenere le scuole, ma soprattutto pagare gli insegnanti. Allora la nostra campagna consiste nel garantire uno stipendio minimo – minimo vuol dire 15, 20 euro al mese – attraverso i quali questi insegnanti possono rimanere sul posto. Le diocesi fanno da parte loro quello che possono. Questo è l’unico modo per salvare la scuola e per dare anche a questa scuola una qualità, giacché gli insegnanti, se aiutati, sono responsabilizzati e sottoposti ad un giudizio della comunità.

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    Chiesa e Società



    L’attualità e la profezia dell’"Humanae vitae" sottolineate dal cardinal Bertone nella Messa ai partecipanti al Congresso per il 40.mo dell’Enciclica

    ◊   Una “coincidenza significativa” tra la festa di San Francesco, celebrata ieri, e il quarantesimo anniversario dell’Enciclica di Paolo VI Humanae vitae è stata evidenziata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, nel corso della Messa di ieri mattina nella Basilica di San Pietro. Alla celebrazione hanno preso parte i partecipanti del congresso internazionale sul documento di Papa Montini, organizzato a Roma dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, in collaborazione con l’Università cattolica del Sacro Cuore. Come riporta l’Osservatore Romano, il porporato ha ricordato “la radicalità della scelta evangelica” del Santo di Assisi che più di ogni altro ha “dato alla vita umana un valore profondo, considerando la propria vita come dono divino e a Dio offrendola totalmente sì da diventare conforme nei segni della Passione a Gesù Cristo”. Il cardinal Bertone ha poi aggiunto che il rapportarsi di San Francesco con il mistero della vita aiuta a comprendere meglio “il profetico magistero del grande Pontefice Paolo VI”. In proposito il segretario di Stato vaticano ha ricordato le “critiche aprioristiche” all’Enciclica che hanno messo in secondo piano “l’alto insegnamento sul senso e valore dell’inviolabilità della vita dell’uomo, oggi quanto mai manipolata e calpestata”. Sottolineando il contesto socio-culturale nella quale l’Humanae vitae venne scritta, il cardinal Bertone ha evidenziato il dovere, sentito da Paolo VI, di “difendere la nobiltà dell’amore coniugale”; un dovere che anche oggi è avvertito perché nel mondo si assiste al “triste rifiuto di Dio”, al suo “progetto circa la vita con i doveri che comporta”, “un peso da cui liberarsi” per affermare la piena libertà dell’uomo. Per comprendere l’Enciclica, aggiunge il porporato, “la parola chiave è amore” come già aveva indicato Benedetto XVI parlando dell’atto coniugale inteso “all’interno di un processo globale” che si fa carico dell’unità della persona. Infine, il porporato ha riconosciuto le difficoltà ad accettare l’insegnamento dell’Humanae vitae perché “occorre una sinergia di azioni concomitanti al servizio della vita umana” e “una ricerca sulla procreazione veramente responsabile che tenga conto di ogni aspetto sia antropologico, etico e scientifico”. (B.C.)

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    Chi spera può far crescere questa città: così, il cardinal Caffarra a chiusura delle celebrazioni per la festa di San Petronio, patrono di Bologna

    ◊   "Grande è la sfida che ci attende tutti, uomini e donne di buona volontà: far crescere questa città è solo l’uomo capace di sperare". Lo ha detto ieri il cardinale Carlo Caffarra al termine dell’omelia pronunciata in occasione della festa di San Petronio, patrono di Bologna. “Ciascuno di noi - ha affermato rivolgendosi ai fedeli e alle autorità presenti - deve sempre più prendere coscienza che esiste un bene comune, superiore ai beni privati”. “Sappiamo tutti che la vita associata, soprattutto nella sua espressione politica - ha continuato il porporato - è fatta anche di contrasti e di conflitti anche forti, che le deliberazioni pubbliche sono frutto di scontri e di compromessi fra parti opposte”. “Tuttavia – ha proseguito il cardinal Caffarra - la conflittualità civile e politica ha ben diversa natura a seconda che la si viva come controversia fra rivali, che non hanno nulla in comune poiché hanno solo interessi da difendere, oppure come incontro tra soggetti, che condividono la ricerca del bene comune, il quale supera e unisce tutti”. Per il porporato, il bene comune unisce fra loro le singole persone. “La libertà – ha detto - solo per sé sarebbe orribile”. In questa prospettiva, ha aggiunto il cardinale, “la più sicura difesa del bene comune è una coscienza rettamente illuminata circa la verità sull’uomo. Questa è anche l’unica arma, non raramente, di cui sono in possesso i poveri”. Nella parte conclusiva dell’omelia l’arcivescovo si è soffermato sui rapporti tra la città e la Chiesa. “La Chiesa” ha detto “fa crescere la città perché dice la verità circa l’uomo. Non una verità astratta, ma che parla dell’uomo considerato nei fondamentali ambiti del suo vivere quotidiano: il matrimonio e la famiglia, il lavoro, la cittadinanza, l’infermità e la morte. E – ha concluso il cardinal Caffarra - assicura all’uomo il diritto di sperare perché lo libera da quell’auto-degradazione che lo insidia, specialmente oggi”. (A cura di Stefano Andrini)

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    Nuovi attacchi contro la comunità cristiana in Iraq

    ◊   Dopo le violenze anticristiane in India, non si fermano purtroppo nemmeno gli attacchi in Iraq. L'agenzia "Asianews" riferisce della morte di due persone di fede cristiana, tra cui un ragazzo di 15 anni, avvenuti ieri a Mosul. Nel primo agguato ha perso la vita un negoziante ucciso davanti alla sua bottega. Si sospetta che i responsabili siano fondamentalisti islamici. L’altro attacco è avvenuto davanti alla casa della stessa vittima: Ivan Nuwya nel quartiere di Tahrir, di fronte alla locale moschea di Alzhara. Si tratta solo degli ultimi episodi di una lunga serie segnata da momenti drammatici come il rapimento e l’assassinio di mons. Rahho, arcivescovo caldeo di Mosul, avvenuto nel marzo scorso. Una fonte di "Asianews" ha parlato di “clima di panico” nel quale vive la comunità cristiana. Le stragi continuano “nell’indifferenza” dei media che "non riportano nemmeno i crimini che vengono commessi". Nel 2007 i morti registrati nella comunità cristiana irachena sono stati 47, di cui almeno 13 solo a Mosul. Non sono mancati nemmeno gli attacchi contro beni e proprietà dei cristiani: particolarmente gravi gli attentati contro la chiesa caldea della Vergine Immacolata e quella caldea di San Paolo sempre a Mosul. (B.C.)

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    A novembre, in Burkina Faso, la Settimana Sociale dedicata alla lotta contro la corruzione e la povertà

    ◊   Sarà dedicata alla lotta alla corruzione ed alla povertà la Settimana sociale della Chiesa cattolica del Burkina Faso. I lavori, giunti alla terza edizione, si svolgeranno dal 17 al 21 novembre e sono stati organizzati dalla Commissione episcopale Giustizia e Pace (CJP-BF) del Paese africano. Il tema specifico dell’evento sarà “Corruzione e lotta alla povertà: quale il contributo della Chiesa cattolica?”. Circa 300 i partecipanti attesi all’incontro, cui sarà presente anche Michel Camdessus, già direttore generale del Fondo monetario internazionale e membro del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. “La Chiesa cattolica – afferma mons. Thomas Kaboré, presidente della CJP-BF – vuole far prendere coscienza del fatto che la corruzione è una grave ingiustizia commessa contro i poveri”. “Questo fenomeno – continua il presule – desta preoccupazione nella Chiesa cattolica, poiché da una parte è contrario alla Dottrina sociale; dall’altra, è un ostacolo allo sviluppo”. “In più – conclude mons. Kaboré – la corruzione contribuisce all’impoverimento della popolazione, soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo”. (I.P)

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    Al via, domani a Bologna, un convegno sulla storia e la teologia del Rosario

    ◊   “Il Rosario: teologia, storia spiritualità. Dalla Madonna del Rosario verso il mistero pasquale secondo le Scritture”: questo il tema del convegno che si svolgerà a Bologna a partire da domani fino a mercoledì 8 ottobre. Organizzato dalla provincia domenicana San Domenico in Italia e dal dipartimento di Teologia Sistematica della facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna (FTER), con la collaborazione del centro San Domenico di Bologna, il convegno verrà aperto da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, con una relazione su “Motivazione, contesto, spunti innovativi della Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II”. Secondo gli organizzatori – riporta l’agenzia Zenit – l’obiettivo è quello “di dare un taglio storico-teologico alla trattazione di un tema solitamente visto in modo pastorale-devozionale” nella convinzione che “l’argomentazione rigorosamente scientifica, nulla toglie alla profondità spirituale della preghiera del Rosario ma, anzi, la sostiene e la motiva sul piano culturale”. Tra i relatori figurano Vincenzo Battaglia e Stefano Cecchin, della Pontificia Accademia Mariana, Mario Rosa della Scuola Normale Superiore di Pisa e Alberto Ambrosio studioso dell'Islam che vive nel convento domenicano di Istanbul. Significativa anche la presenza femminile con Erminia Ardissimo dell'Università di Torino, Angelita Roncelli del monastero di Bergamo e Maria Benedetta Artioli del monastero di Bonifati, in provincia di Cosenza. (E. B.)

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    L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede consigli all’opinione pubblica per limitare l’abuso degli alcolici

    ◊   Elaborare una strategia globale per combattere l’abuso di sostanze alcoliche. È quanto si propone di fare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con un forum online in cui invita l’opinione pubblica a esprimere suggerimenti per limitare l’uso smodato di alcool che, ogni anno, provoca oltre due milioni di decessi. Il forum su Internet rimarrà aperto fino al  31 ottobre 2008. Ala Alwan, assistente del direttore generale del programma sulle malattie non trasmissibili e della salute mentale dell’OMS, ha dichiarato che “questo tipo di consultazione pubblica fornisce l’opportunità a chiunque di esprimere il proprio parere in merito a possibili ed efficaci strategie per ridurre i costi derivanti dall’uso dannoso di sostanze alcoliche”.  Sarà possibile lasciare i propri commenti direttamente sul sito web dell’OMS in ognuna delle sei lingue ufficiali dell’ONU. Il materiale raccolto verrà presentato e discusso durante gli incontri futuri con i rappresentanti dell’industria dell’alcool, delle organizzazioni non governative, di professionisti e degli Stati membri. Benedetto Saraceno, direttore dell’agenzia del dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze, ha sollecitato la massima partecipazione al forum, sottolineando che “siamo particolarmente interessati ad acquisire il maggior numero di informazioni utili per elaborare un approccio integrato che aiuti la popolazione a rischio, i giovani e coloro che sono danneggiati dall’alcolismo altrui.” (V.V.)

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    Domani, a San Paolo, apre il congresso delle ACLI brasiliane

    ◊   Attesa per l’elezione del presidente e dei nuovi dirigenti delle ACLI brasiliane. Domani, riporta il SIR, prenderà il via a San Paolo il congresso nazionale che sarà aperto dall’attuale presidente Giacomo Guarnera mentre a presiedere l’assemblea sarà Michele Consiglio, responsabile della rete mondiale aclista e vicepresidente delle ACLI italiane. A conclusione, è previsto l’intervento del presidente delle ACLI italiane e internazionali (FAI), Andrea Olivero. Nel pomeriggio è in programma una tavola rotonda su “Le ACLI in Brasile promotrici di sviluppo locale”; martedì la delegazione italiana avrà poi un incontro con il vescovo ausiliare di San Paolo, mons.Tarcisio Scaramussa e con il console generale d'Italia, Marco Marsilli. Sono in calendario anche colloqui con i rappresentanti dell’università locale per un progetto di ricerca sull’immigrazione italiana nel Paese.(B.C.)

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    Da oggi a Roma, nella basilica di Sant’Agostino, le celebrazioni per ricordare la Madonna del parto

    ◊   La comunità dei frati agostiniani della basilica romana di Sant’Agostino in Campo Marzio festeggia la Madonna del parto con una serie di eventi. La festa liturgica sarà celebrata il 12 ottobre ma già oggi è in programma, alle 19.30, un concerto d’organo. La festa della Madonna del Parto ricorre la seconda domenica di ottobre, giorno in cui si ricorda la “Maternità di Maria”. Nella chiesa di Sant’Agostino, la Vergine con il titolo del Parto è venerata dal XIX secolo; a raffigurarla è una scultura cinquecentesca di Jacopo Tatti Sansovino dinanzi alla quale sostano in preghiera mamme, gestanti e donne che desiderano il dono della maternità. Il titolo deriva dall’iscrizione posta sopra la scultura: “Virgo tua gloria partus”, “Vergine, la tua gloria è il parto”. Sul tema della vita i religiosi agostiniani propongono il 9 ottobre, alle 21, l’incontro “Amare la vita, proteggere la vita”. Il 10 ottobre, dalle 8 alle 22, è prevista l’Adorazione Eucaristica che si concluderà con una meditazione di don Giovanni D’Ercole su l’Eucaristia e Maria con inizio alle ore 21. L’11 ottobre la giornata comincerà con la celebrazione della Messa alle 8, alle 11.30 la recita del Rosario e la liturgia eucaristica, alle 18 il Vespro e alle 18.30 ancora una Messa per le gestanti e le mamme presieduta da mons. Giovanni Marra. Alle 21, infine, ancora la recita del Rosario con la testimonianza di una coppia di genitori. Il 12 ottobre, giorno della festa liturgica della Madonna del parto, alle 12 sarà celebrata l’Eucaristia per i giovani e le famiglie, alle 17 è prevista la benedizione e la consacrazione dei bambini alla Vergine, alle 17.30 il Rosario e la recita del Vespro; alle 18.30 la conclusione della giornata con la celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Ernesto Mandara, vescovo ausiliare del Settore Centro della diocesi di Roma, l’accoglienza del nuovo parroco della basilica di Sant’Agostino, padre Amedeo Eramo, e il saluto al parroco uscente padre Bernardino Pinciaroli. (T.C.)

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    In Ciad, a rischio l’assistenza umanitaria a migliaia di persone a causa dei continui attacchi contro le ONG

    ◊   I diversi attacchi contro le organizzazioni umanitarie in Ciad negli ultimi sei mesi hanno provocato l’evacuazione del personale e la sospensione a tempo indeterminato delle attività di molte strutture. Nei giorni scorsi – riporta l’agenzia SIR - un’auto delle Nazioni Unite è stata sequestrata. Nel mirino di uomini armati anche due centri di Medici Senza Frontiere (MSF). “Con preoccupazione e rammarico - afferma Karline Kleijer, capo missione di MSF in Ciad - siamo stati costretti ad abbandonare due località, lasciando 70 mila persone senza un'adeguata assistenza medica. Come sempre – continua - sono i malati e i più vulnerabili a soffrire maggiormente”. Ovviamente questi episodi minacciano la capacità delle ONG di assistere la popolazione. Nella parte orientale del Paese, gli operatori di MSF assistono più di 250 mila persone - sfollati interni, rifugiati del Darfur e popolazione locale -, e forniscono assistenza sanitaria, acqua potabile, cibo e beni di prima necessità. MSF lavora in Ciad dal 1981 per dare risposta alla violenza, all’insufficienza di assistenza sanitaria e ai costanti focolai di epidemie. Attualmente nel Paese lo staff è composto da 85 operatori stranieri e 1200 locali. (E. B.)

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    La diocesi di Venezia celebra oggi “la Festa del Creato”

    ◊   Hanno preso il via stamani ad Altino, nel veneziano, le celebrazioni per la “Festa del Creato”. Il tema scelto è “Una nuova sobrietà per abitare la terra”, che richiama quello proposto dalla CEI per l’annuale Giornata dedicata alla Salvaguardia del Creato. Organizzata dal centro diocesano per gli Stili di Vita diretto da don Gianni Fazzini, la festa - come sottolineano gli organizzatori al SIR - intende ribadire “l’urgenza di una nuova sobrietà tutta da scoprire, che risponda al desiderio di ricostruire un’autentica qualità della vita”. Nella giornata, scandita da momenti di preghiera e animazione, saranno presentate le attività pastorali dell’anno 2008-2009. E’ previsto anche uno spazio per le testimonianze delle carmelitane scalze di Sant’Alvise, di alcuni medici e volontari impegnati in diverse parti del mondo.(B.C.)

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    In Messico, si attendono da tutto il mondo le foto per formare il “Mosaico delle famiglie” da donare al Papa

    ◊   Settemila fotografie per formare l’immagine di Benedetto XVI. E’ la singolare iniziativa, che ha per tema “Il Papa vuole conoscere la tua famiglia”, ideata dagli organizzatori del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma dal 13 al 18 gennaio 2009 a Città del Messico. Le pose, riferisce l'agenzia Zenit, realizzeranno il “Mosaico delle famiglie” che sarà poi donato al Santo Padre come dimostrazione della sua presenza all’interno di tutte le famiglie. C’è tempo fino al 12 dicembre per poter inviare una fotografia per famiglia in formato "jpg" o "gif" all'indirizzo di posta elettronica fotoemf2009@gmail.com o all'indirizzo photowmf2009@gmail.com (B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Georgia: rimosso il primo posto di blocco russo. Soddisfazione dell'Unione Europea

    ◊   Gli osservatori dell'Unione Europea e della Georgia hanno constatato oggi lo smantellamento di un primo posto di blocco russo nella zona cuscinetto della Georgia al confine con il territorio separatista dell'Ossezia del sud. Lo ha annunciato un portavoce della missione europea. ''Noi osservatori siamo andati al chek-point di Ali, a nordovest di Gori - ha detto -, è stato smantellato''. L'accordo fa Mosca e l'UE prevede che i russi si debbano ritirare dalle zone della Georgia adiacenti all'Ossezia del sud e all'Abkhazia da qui al 10 ottobre, fino ai confini precedenti allo scoppio della guerra con Tbilisi, il 7 agosto scorso.

    G4 - impegno per le banche
    Sono 19 i punti della dichiarazione finale della riunione del G4, che riunisce Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, alla quale hanno preso parte anche i presidenti della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso, dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, e della BCE Jean-Claude Trichet. Primo degli obiettivi è l’impegno ad assicurare la solidità e la stabilità del sistema bancario e finanziario. Il G4 auspica, inoltre, un vertice internazionale il prima possibile per una riforma reale e completa del sistema finanziario internazionale.

    Bosnia - amministrative
    Seggi aperti in Bosnia per le elezioni amministrative. La campagna elettorale si è svolta all’insegna di una logica di scontro fra le principali componenti del Paese. I cittadini possono scegliere tra 79 partiti politici, 236 candidati indipendenti e 34 candidati delle minoranze. Tra i temi, oltre alle questioni locali, quello delle istituzioni sancite dagli accordi di Dayton del 1995, che divisero lo Stato in due entità, quella serba e quella croato-musulmana.

    Incidenti stradali in Egitto e Turchia
    Le strade egiziane sono state teatro di una nuova strage. Un pullman della linea che collega Giza alla città di Beni Suef si è schiantato contro un camion lungo una strada a scorrimento veloce a sud della capitale: 13 persone sono morte e altre 21 ferite. Il mezzo era pieno di egiziani di ritorno dalle celebrazioni per la festa di Eid al-Fitr che chiude il mese di Ramadan. Anche in Turchia un grave incidente stradale ha causato 18 morti e 23 feriti. A Malkara, immigrati irregolari, provenienti dal Myanmar e dall'Afghanistan, stavano tentando di raggiungere la Grecia. Erano nascosti nel retro del camion che ha perso il controllo e si è rovesciato mentre viaggiava a poca distanza da Istanbul.

    Sri Lanka
    Violenti combattimenti nelle ultime ore nel nord dello Sri Lanka. Almeno 24 ribelli Tamil e cinque soldati sono rimasti uccisi. Lo ha fatto sapere un portavoce dell'esercito. La battaglia più grave si è verificata vicino alla capitale amministrativa dei ribelli, Kilinochchi, dove hanno perso la vita 20 guerriglieri e 4 soldati governativi. Quattro altri ribelli e un soldato sono morti in scontri nelle regioni di Vavuniya e Welioya. Il governo ha reso noto che le sue milizie sono molto vicine alla presa della città di Kilinochchi.

    Iraq
    Due elicotteri statunitensi sono precipitati ieri sera a Baghdad, nel quartiere sunnita di Adamiya, nel nord della capitale, mentre erano in fase di atterraggio. Un militare iracheno è rimasto ucciso. Due soldati statunitensi e due iracheni, inoltre, sono rimasti feriti. Fonti americane hanno riferito che non si ritiene che l'incidente dei due Blackhawk UH-60 possa essere imputato a fuoco ostile, affermando inoltre che ''la situazione è sotto controllo''. Il bilancio delle vittime potrebbe, però non essere definitivo. Un portavoce ha infatti dichiarato di non sapere quante persone si trovassero a bordo dei due velivoli. E nella capitale irachena si è recato oggi per una visita non annunciata il ministro egiziano degli Esteri, Ahmed Abul Gheit. Lo ha riferito la televisione di Stato "Iraqiya television", secondo la quale nella capitale irachena è arrivato anche il ministro egiziano dell'Energia. La visita è l'ultimo segnale in ordine di tempo del fatto che gli Stati arabi stanno riallacciando i rapporti con l'Iraq dopo cinque anni di guerra. Negli ultimi mesi, funzionari da altri Paesi arabi hanno fatto visite a lungo attese dall'Iraq a guida sciita, che spera che una significativa riduzione della violenza incoraggi il ripristino di relazioni diplomatiche.

    Brasile
    Al via le elezioni amministrative in 5.564 comuni brasilani. Secondo alcuni osservatori, la destra è destinata a perdere più della metà dei suoi sindaci, specie nella regione povera del nord-est del Brasile, dove il presidente operaio Luiz Inacio Lula da Silva raggiunge il 93 per cento dei consensi. Almeno 13 delle 27 capitali degli Stati brasiliani probabilmente decideranno al primo turno i loro sindaci. Al secondo turno del 26 ottobre andranno probabilmente i popolosi comuni di San Paolo e di Rio de Janeiro. In 400 città del Brasile, per lo più dell'Amazzonia e del nord-est, sono state inviate truppe per assicurare la tranquillità nelle operazioni di voto. A Rio sono di stanza 4.800 militari suddivisi nelle 21 favelas della città.

    Corea del Nord
    Il leader nordcoreano Kim Jong-il, sulle cui condizioni di salute si sono rincorse molte voci nelle ultime settimane, ha assistito a un incontro di calcio. Lo hanno annunciato fonti di stampa governative. Per Kim si tratta della prima apparizione pubblica da circa 50 giorni. La KCNA (Korean Central News Agency) ha precisato che ha assistito a un incontro disputato da studenti in occasione del 62.mo anniversario dell’Università intitolata al padre, Kim Il-sung. La riapparizione del leader coreano coincide con il tentativo di queste ore dell’inviato USA, Christopher Hill, di salvare il negoziato a sei sulla denuclearizzazione.

    Nigeria
    Il principale gruppo di ribelli nigeriani nell’area petrolifera del delta del Niger ha dichiarato di aver rilasciato 19 operai locali rapiti più di due settimane fa, ma di tenere ancora prigionieri due inglesi e un ucraino. “Gli ostaggi nigeriani liberati dai membri del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (MEND) – è scritto in un comunicato dell'organizzazione - sono stati liberati''. ''A causa della località dove gli stranieri sono tenuti per la loro incolumità - prosegue la nota - essi non possono essere rilasciati questa volta per questioni di sicurezza''.

    Afghanistan
    I militari dell’ISAF hanno catturato nel Sud dell’Afghanistan un comandante talebano che aveva ordinato diversi attacchi suicidi nella regione. Lo annuncia in un comunicato la Forza multinazionale di pace a guida NATO. Il capo talebano Mullah Sakhi Dad, che è stato arrestato nell’Uruzgan, era in stretto contatto con la leadership degli studenti coranici.

    Thailandia
    La polizia tailandese ha arrestato oggi uno dei leader delle proteste antigovernative in corso da un mese a Bangkok. Chamlong Srimuang, questo il nome dell’uomo, è un asceta buddista e un ex generale che è stato la forza motrice dietro la PAD, Alleanza del popolo per la democrazia (People's Alliance for Democracy). Chamlong è stato fermato quando ha lasciato il quartier generale del primo ministro, dove sono barricati - dalla fine di agosto - migliaia di dimostranti, per andare a votare alle elezioni per il sindaco. Il 27 agosto una corte aveva emesso ordini di arresto per Chamlong e altri otto esponenti del PAD per aver incitato i manifestanti a rovesciare il governo, un'accusa paragonabile al tradimento e che potrebbe comportare la pena di morte. (Panoramica internazionale a cura di Virginia Volpe)

     
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 279

     
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