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Sommario del 03/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa sull'Humanae Vitae: solo gli occhi del cuore comprendono le esigenze di un grande amore che sa donare senza riserve
  • Siate lievito del Vangelo nel mondo: così il Papa ai Cavalieri di Colombo
  • Altre udienze
  • Vigilia della visita di Benedetto XVI al Quirinale. Domattina il Papa sarà accolto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
  • Presentato in Sala Stampa vaticana il sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio che il Papa inaugurerà domenica
  • Ieri in Vaticano il colloquio tra il cardinale Bertone e il ministro degli Esteri italiano Frattini
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Appello dei vescovi europei contro le violenze anticristiane in India
  • Domani la beatificazione di don Francesco Pianzola, apostolo delle mondine, e don Francesco Bonifacio, ucciso dai miliziani di Tito perché sacerdote
  • Al vaglio della Camera il piano Bush per salvare l’economia americana
  • Un sms al 48583 per donare un euro al progetto "Una famiglia, una casa"
  • Chiesa e Società

  • Altri cristiani vittime delle violenze in India
  • La costernazione dei vescovi colombiani per il brutale assassinio di un bambino di undici mesi
  • Somalia: aumentano gli sfollati in fuga dalle violenze
  • Il cardinale Ouellet denuncia l'imposizione dell’etica di Stato nel Québec
  • Iraq: l’ONU chiede più tutela per le minoranze
  • Lectio magistralis del cardinale Caffarra sull’Enciclica Humanae Vitae
  • Termina oggi a Taormina il Forum internazionale sull’Africa
  • Il 5 ottobre è la Giornata mondiale degli insegnanti: per l’Unesco ne servirebbero 18 milioni in più
  • Aiuti a orfani e anziani in Uganda nei progetti di Filo diretto Onlus e Cesvi
  • Turchia: provvisoria riapertura della grotta di San Pietro ad Antiochia
  • Un mosaico raffigurante Giovanni Paolo II inaugurato a Cracovia nella parrocchia di Niepolomice
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il governo italiano approva il disegno di legge sul federalismo fiscale
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa sull'Humanae Vitae: solo gli occhi del cuore comprendono le esigenze di un grande amore che sa donare senza riserve

    ◊   Nel generare dei figli, l’amore coniugale “non solo assomiglia, ma partecipa all’amore di Dio”: è quanto sottolinea Benedetto XVI in un messaggio al Convegno, apertosi oggi, in occasione del 40.mo della Humanae Vitae, promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel documento inviato al preside dell’Istituto, mons. Livio Melina, il Papa sottolinea che l’Enciclica di Paolo VI ci aiuta a comprendere “il grande che implica l’amore coniugale”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Ogni forma d’amore tende a diffondere la pienezza di cui vive, l’amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare figli”. E’ quanto scrive Benedetto XVI, che aggiunge: “Escludere questa dimensione comunicativa mediante un’azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità intima dell’amore sponsale con cui si comunica il dono divino”. A distanza di 40 anni dalla pubblicazione dell’Humanae Vitae, sottolinea il Papa nel Messaggio all’Istituto Giovanni Paolo II, possiamo capire dunque che “i figli non sono più l’obiettivo di un progetto umano, ma sono riconosciuti come un autentico dono, da accogliere con atteggiamento di responsabile generosità verso Dio, sorgente prima della vita umana”. Questo “grande sì alla bellezza dell’amore – si legge nel messaggio – comporta certamente la gratitudine, sia dei genitori nel ricevere il dono di un figlio sia del figlio stesso nel sapere che la sua vita ha origine da un amore così grande e accogliente”.

     
    Il Papa costata che oggi anche molti fedeli trovano difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa che “difende la bellezza dell’amore coniugale nella sua manifestazione naturale”. La soluzione tecnica, prosegue, “appare spesso la più facile, ma essa in realtà nasconde la questione di fondo, che riguarda il senso della sessualità umana e la necessità di una padronanza responsabile, perché il suo esercizio possa diventare espressione di amore personale”. La tecnica, è il richiamo del Santo Padre, “non può sostituire la maturazione della libertà, quando è in gioco l’amore”, “neppure la ragione basta: bisogna che sia il cuore a vedere”. Il Papa ribadisce che “solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell’essere umano”.

     
    D’altronde, il Papa riconosce che nel cammino della coppia possono verificarsi circostanze gravi che rendono “prudente” distanziare le nascite dei figli o addirittura sospenderle. E’ qui, spiega il Papa, che “la conoscenza dei ritmi naturali di fertilità della donna diventa importante per la vita dei coniugi”. Questi metodi consentono alla coppia di “amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana senza turbare l’integro significato della donazione sessuale”. Ovviamente, afferma il Pontefice, questi metodi che “rispettano la piena verità” dell’amore dei coniugi richiedono “una maturità nell’amore che non è immediata, ma comporta un dialogo e un ascolto reciproco e un singolare dominio dell’impulso sessuale in un cammino di crescita nella virtù”.

     
    Il Papa esprime apprezzamento per quei centri come l’Istituto internazionale Paolo VI voluto da Giovanni Paolo II che fanno “progredire la conoscenza delle metodiche sia per la regolazione naturale della fertilità umana che per il superamento naturale dell’eventuale infertilità”. E riecheggiando la Donum Vitae di Papa Wojtyla evidenzia che molti ricercatori, “salvaguardando pienamente la dignità della procreazione umana” sono arrivati a “risultati che in precedenza sembravano irraggiungibili”. Il Papa auspica che, nella sua pastorale matrimoniale e familiare, la Chiesa sappia orientare le coppie “a capire con il cuore il meraviglioso disegno che Dio ha iscritto nel corpo umano”. Infine l’esortazione ai coniugi cattolici ad essere “testimoni credibili della bellezza dell’amore”.

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    Siate lievito del Vangelo nel mondo: così il Papa ai Cavalieri di Colombo

    ◊   La missione dei fedeli e l’invito alla solidarietà sono state le principali direttrici del discorso rivolto stamani da Benedetto XVI ai membri del Consiglio di amministrazione dei Cavalieri di Colombo, Associazione cattolica statunitense di mutuo soccorso costituita per prestare assistenza finanziaria a coloro che sono malati, disabili e bisognosi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

     
    Rievocando la sua recente visita pastorale negli Stati Uniti e l’incontro con i responsabili dei Cavalieri di Colombo nella nunziatura di Washington, il Santo Padre ha ricordato il messaggio del suo viaggio apostolico dal 15 al 21 aprile scorsi: l’incoraggiamento, rivolto soprattutto ai fedeli, a crescere “nella testimonianza e nell’attiva partecipazione alla missione della Chiesa”:

    “This was the vision that inspired the foundation…
    Questa – ha detto il Papa - era la visione che ha ispirato la nascita dei Cavalieri di Colombo come fraterna Associazione di cristiani laici e continua a trovare un'espressione privilegiata nel lavoro caritatevole del vostro Ordine e nella vostra concreta solidarietà con il successore di Pietro nel suo ministero per la Chiesa universale”.

    Questa solidarietà - ha aggiunto il Papa – si manifesta, in particolare, attraverso il Fondo “Vicarius Christi, che i Cavalieri di Colombo hanno messo a disposizione della Santa Sede per le necessità del popolo di Dio e del mondo intero:

    “And it is also shown…
    E si manifesta anche attraverso le preghiere e l’impegno quotidiano di tanti Cavalieri nelle parrocchie e nelle comunità”.

    Il Papa ha poi espresso la propria gratitudine e auspicato che, seguendo lo spirito del loro fondatore, padre Michael McGivney, i Cavalieri di Colombo possano riscoprire strade sempre nuove per essere a servizio come “lievito del Vangelo nel mondo” e come “forza per il rinnovamento della Chiesa" nella testimonianza e nello zelo apostolico.

    Il Santo Padre ha espresso infine apprezzamento per l'impegno profuso dall'Ordine per una solida formazione dei giovani nella fede e per la difesa delle verità morali. Sin dalla fondazione e ancor più oggi, in un Paese - gli Stati Uniti - fortemente colpito dalla crisi finanziaria, l’Associazione dei Cavalieri di Colombo sostiene molte famiglie ad ottenere sicurezza e stabilità economica con vitalizi e assicurazioni sanitarie a lungo termine. L’Ordine è stato costituito il 29 marzo del 1882 da uomini uniti dall’ideale di Cristoforo Colombo, che consentì l'evangelizzazione del Nuovo Mondo. Attualmente, sono quasi un milione e 700 mila gli aderenti alla Fondazione e contribuiscono, ogni anno, alla realizzazione di opere di carità.

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto oggi anche alcuni presuli della Conferenza Episcopale dell'Ecuador, in visita "ad Limina".

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    Vigilia della visita di Benedetto XVI al Quirinale. Domattina il Papa sarà accolto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

    ◊   Poco dopo le 11 di domattina, per la settima volta dal 1939 ad oggi un presidente della Repubblica italiana riceverà al Quirinale un Pontefice. Benedetto XVI sarà accolto nel palazzo presidenziale - antica residenza dei Papi - da Giorgio Napolitano, che era stato in udienza in Vaticano il 20 novembre 2006, cinque mesi dopo essere stato eletto alla massima carica dello Stato. Per Benedetto XVI, quella di domani è la seconda volta al Quirinale, dopo l’incontro con Carlo Azeglio Ciampi del 24 giugno 2005. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Il ritorno di un Papa nel palazzo che fu dei Papi è sempre un avvenimento che richiama la storia nella cronaca. Da quando Pio IX lo lasciò nel 1870, e fino a quando Pio XII non vi ritornò per primo in veste di “ospite” nel 1939 - nella prima visita di Stato all’allora re Vittorio Emanuele III - il Quirinale rimase per 59 anni il simbolo del graduale assestamento dei rapporti tra Italia e Santa Sede: rapporti che trovarono forma e suggello con i Patti Lateranensi del 1929. Sul senso e gli equilibri di quelle relazioni - poi ulteriormente rimodellate con il Concordato del 1984 - molti Pontefici e molti presidenti della Repubblica italiana ebbero modo di conversare e confrontarsi dal 1946 in avanti. Ma se Pio XII aveva ricevuto lui in Vaticano i primi capi di Stato italiani dalla nascita della Repubblica - De Nicola nel 1946, Einaudi nel ’48 e Gronchi nel ’59 - fu Giovanni XXIII il primo Papa a uscire dal Vaticano per recarsi in visita al Quirinale. Accadde il 3 luglio 1962, all’epoca il presidente era Antonio Segni. Paolo VI vi si recò due volte, tre Giovanni Paolo II.

     
    Benedetto XVI è alla vigilia della sua seconda uscita in direzione del Quirinale. La prima si svolse un paio di mesi dopo la sua elezione, il 24 giugno 2005, quando fu ricevuto dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. In quell’occasione - come pure nelle due udienze che lo stesso Benedetto XVI concesse in Vaticano a Ciampi e in quella concessa all’attuale presidente Napolitano il 20 novembre 2006 - l’attuale Pontefice non ha mai mancato di tornare sui temi che constituiscono la “nervatura” dei rapporti fra Stato e Santa Sede. Ossia, il diritto della Chiesa ad agire sul piano pastorale ed educativo all’interno della società italiana, “senza mire di potere e senza chiedere posizioni di vantaggio sociale ed economico”, come affermò Benedetto XVI tre anni fa, ma schierata in ogni caso in difesa della vita, della famiglia, del diritto ad un’istruzione aperta agli insegnamenti del Vangelo. Una posizione che il Papa collocò all’interno del concetto di laicità dello Stato:

     
    “Legittima è dunque una sana laicità dello Stato in virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie, senza tuttavia escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione. L’autonomia della sfera temporale non esclude un’intima armonia con le esigenze superiori e complesse derivanti da una visione integrale dell’uomo e del suo eterno destino”.

     
    Un’affermazione di princìpi che Benedetto XVI riprese in termini concreti l’anno successivo, nella visita in Vaticano del presidente Napolitano:

     
    “La libertà, che la Chiesa e i cristiani rivendicano, non pregiudica gli interessi dello Stato o di altri gruppi sociali e non mira ad una supremazia autoritaria su di essi, ma è piuttosto la condizione affinché ... si possa espletare quel prezioso servizio che la Chiesa offre all’Italia e ad ogni Paese in cui essa è presente”.
     
    Collaborazione, rispetto, libertà religiosa garantita, ma non solo. Benedetto XVI ha sempre sottolineato l’importanza delle radici cristiane che in Italia, più di ogni altro Paese al mondo, rivestono significati che hanno permeato in modo trasversale e indelebile la storia della Penisola. Le parole di ammirazione che il Papa indirizzò nel 2006 all’Italia attraverso il suo massimo rappresentante istituzionale suonano allora come viatico per l’imminente ritorno al Quirinale:

     
    “La Nazione italiana sappia avanzare sulla via dell'autentico progresso e possa offrire alla Comunità internazionale il suo prezioso contributo, promuovendo sempre quei valori umani e cristiani che sostanziano la sua storia, la sua cultura, il suo patrimonio ideale, giuridico e artistico, e che sono tuttora alla base dell’esistenza e dell’impegno dei suoi cittadini”.

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    Presentato in Sala Stampa vaticana il sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio che il Papa inaugurerà domenica

    ◊   “Per diventare membri della famiglia di Gesù Cristo, della sua Chiesa, occorre ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica”: così mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha presentato stamani il senso e lo svolgimento della XII Assemblea generale ordinaria dell’assise sinodale, in programma in Vaticano dal 5 al 26 ottobre, sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. A seguire la presentazione di mons. Eterović, nella Sala Stampa della Santa Sede, c’era per noi Isabella Piro:

    È il Sinodo delle novità quello che si apre tra due giorni in Vaticano: molti, infatti, saranno gli avvenimenti che si verificheranno per la prima volta. A partire dalla celebrazione eucaristica di apertura dell’assise sinodale, che avrà luogo nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, invece che a San Pietro. Un atto dovuto alla concomitanza del Sinodo con l’Anno Paolino. Ma novità sono anche gli interventi di rappresentanti di altre religioni, come il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, che il 18 ottobre, alle 17.00, presiederà, nell’Aula del Sinodo, i primi Vespri insieme a Benedetto XVI e si rivolgerà per la prima volta ai Padri Sinodali. Altro intervento mai verificatosi prima sarà quello di lunedì 6 ottobre, alle 18.00, quando il Rabbino capo di Haifa, Cohen, parlerà su come il popolo ebraico legge e interpreta la Sacra Scrittura. Ulteriori novità sono rappresentate dall’applicazione, per la prima volta, dell’Ordo Synodi Episcoporum, aggiornato al 2006, e dai rappresentanti delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, per la prima volta divisi in tre categorie: d’ufficio, designati ed eletti. Infine, da segnalare le cinque relazioni, una per Continente, che verranno pronunciate il 6 ottobre a partire dalle 16.30: “una novità metodologica – ha detto mons. Eterović – che permetterà di avere informazioni più precise sulla realtà delle Chiese particolari nei singoli continenti. In programma poi, ogni sera, dalle 18 alle 19, un’ora di discussione libera, che mons. Eterović ha spiegato così:

    “Serve per rendere più partecipativa l’assemblea sinodale e anche per favorire lo scopo principale del Sinodo di creare il consenso sui temi di maggiore interesse. Il Sinodo non si pone il problema di essere deliberativo o consultivo, così come nella Chiesa la realtà importante è la verità e il consenso che si crea nella discussione”.

    In totale, sono 253 i Padri Sinodali presenti: i più numerosi (90) provengono dall’Europa, mentre sono 9 quelli che arrivano dall’Oceania. 41, poi, gli esperti e 37 gli uditori, tra cui diverse donne. Oltre al Rabbino Cohen, saranno presenti altri due invitati speciali: il rev.do Miller Milloy, segretario generale dell’United Bible Societes, e Frère Alois, priore della Comunità di Taizé. Presenti, poi, i delegati fraterni di 10 Chiese e comunità ecclesiali, tra cui i rappresentanti dei Patriarcati di Mosca, Serbia e Romania.

    Quanto ai vescovi cinesi, saranno presenti quelli di Hong Kong e Macao, assenti quelli della Cina continentale, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:

     
    “Non è stato raggiunto un accordo con le autorità cinesi per la partecipazione di altri vescovi”.

    Infine, saranno 4 le celebrazioni eucaristiche presiedute dal Papa: oltre a quella del 5 ottobre, il 9 Benedetto XVI celebrerà una Messa in occasione del 50° anniversario della morte di Pio XII, il 12 canonizzerà quattro Beati che si sono distinti nell’ascoltare la Parola di Dio, mentre il 19 sarà nel Santuario di Pompei per affidare alla Beata Vergine le conclusioni del Sinodo.

     
    La presenza del Santo Padre è inoltre prevista per il 16 ottobre quando, in occasione del 30° anniversario dell’elezione al Soglio pontificio di Giovanni Paolo II, verrà proiettato un film in ricordo di Papa Wojtyla. Da segnalare, infine, che alcuni Padri sinodali, tra cui lo stesso mons. Eterović, leggeranno passi della Bibbia all’interno dell’iniziativa Rai “La Bibbia giorno e notte”, in corso dal 5 all’11 ottobre.

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    Ieri in Vaticano il colloquio tra il cardinale Bertone e il ministro degli Esteri italiano Frattini

    ◊   ''Una valutazione delle principali questioni dello scenario internazionale, mettendo in evidenza elementi di forte convergenza tra Italia e Santa Sede, con particolare riferimento alle aree di crisi e a quelle in ritardo di sviluppo''. Tale è stato, secondo una nota della Farnesina, l'oggetto al centro del colloquio, ieri in Vaticano, tra il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e il ministro degli Esteri Franco Frattini. Durante l’incontro, riferisce la nota, il porporato e il capo della diplomazia italiana si sono soffermati ''sulla situazione nel Caucaso, anche alla luce della missione degli osservatori UE in Georgia, e sullo stato dei negoziati israelo-palestinesi nel più ampio contesto regionale''. Inoltre, una particolare attenzione è stata dedicata ''alle principali questioni irrisolte nel continente africano (le ripercussioni della crisi alimentare globale e le situazioni di conflitto) anche nella prospettiva degli appuntamenti e degli impegni connessi alla Presidenza italiana del G8 a partire dal gennaio 2009''.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, il messaggio del Papa al congresso internazionale per il quarantesimo anniversario della "Humanae vitae" di Paolo VI.

    La Parola di Dio sorgente del rinnovamento della Chiesa: un articolo dell'arcivescovo Nikola Eterovic sulla dodicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si apre domenica.

    Nell'informazione internazionale, l'intervento dell'arcivescovo Dominique Mamberti, a Vienna, in occasione della 52 Conferenza generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.

    In rilievo le relazioni  fra Germania e Russia: dopo le tensioni per la guerra nel Caucaso, Berlino auspica nuovi rapporti con Mosca.

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    Oggi in Primo Piano



    Appello dei vescovi europei contro le violenze anticristiane in India

    ◊   I vescovi europei riuniti ad Ezstergom, in Ungheria, hanno lanciato un accorato appello per la fine delle persecuzioni cristiane in India e Iraq. Oggi, a conclusione dell’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa che si è svolta sul tema "La Chiesa e i media", il cardinale presidente Peter Erdö ha tracciato un bilancio dell'evento. Il servizio di Mimmo Muolo da Ezstergom:

    In un incontro con i giornalisti, il primate di Ungheria e presidente dell’organismo continentale, ha ribadito l’unità di intenti con cui sono state affrontate questioni importanti come il no all’eutanasia e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, l’importanza della famiglia e dell’insegnamento della religione cattolica. “Per promuovere gli stessi valori si danno però strade diverse, perché non in tutti gli Stati la Chiesa cattolica ha lo stesso peso”. Non è mancato poi in questa plenaria uno sguardo al resto del mondo. Innanzitutto la preoccupazione per le persecuzioni ai cristiani e la solidarietà con quanti soffrono, espressa in una dichiarazione che i singoli presidenti delle Conferenze episcopali presenteranno ai loro governi. “Esprimiamo la nostra solidarietà ai cristiani dell’India e ai loro Pastori, e chiediamo ai Governi e alle Istituzioni d’Europa di intervenire in ogni modo per far cessare queste violenze che, secondo le nostre informazioni, hanno causato, dal 23 agosto ad oggi, 60 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di persone in fuga”. Analoga preoccupazione è stata poi espressa a proposito delle persecuzioni in Iraq e in altri continenti. Dunque i vescovi europei chiedono di “fare tutto il possibile perché non sia più minacciata la dignità umana, la libertà di espressione e di religione”. Tra gli incontri più significativi di questi giorni anche quello con il presidente ungherese Làszlò Sòlyom, che si è detto favorevole alla collaborazione tra Stato e Chiesa, pur nella reciproca indipendenza.

     
    Ma veniamo al tema dell'incontro "La Chiesa e i media": ascoltiamo il cardinale Peter Erdö, al microfono di Marta Vertse:

    R. – Noi dobbiamo cercare vie sempre nuove per l’evangelizzazione. E’ sicuro che i nuovi mezzi hanno nuove regole di comunicazione per la loro stessa natura e noi, naturalmente, non possiamo trasmettere tutta la ricchezza del contenuto della nostra fede mediante tutti i mezzi di comunicazione, perchè ogni genere, ogni tecnica ha le sue leggi. Ma usando tutti questi mezzi e non dimenticando la stampa, la cultura della parola, allora possiamo promuovere la nuova evangelizzazione in Europa.

     
    D. – Eminenza, i presuli europei hanno fatto anche una dichiarazione molto importante a proposito degli attacchi contro i cristiani...

     
    R. – A proposito degli attacchi contro i cristiani in India, abbiamo voluto dire una parola pubblica per incoraggiare tutti coloro che sono in grado di influenzare gli avvenimenti in quel Paese, perchè dobbiamo difendere la libertà religiosa e i diritti umani fondamentali dalle aggressioni, dalle violenze, contro un gruppo di persone a causa della loro religione. Sono casi che non sono degni del mondo di oggi e che violano la dignità dell’uomo. Questo diritto di libertà deve essere riconosciuto a tutti i gruppi religiosi, compresi i cristiani e i cattolici.

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    Domani la beatificazione di don Francesco Pianzola, apostolo delle mondine, e don Francesco Bonifacio, ucciso dai miliziani di Tito perché sacerdote

    ◊   Domani la Chiesa proclamerà due nuovi Beati: il sacerdote lombardo don Francesco Pianzola, conosciuto come “il prete santo delle mondine”, e il sacerdote istriano don Francesco Bonifacio, uomo della riconciliazione in tempi di odi interetnici, ucciso dai miliziani di Tito nel 1946. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Due sacerdoti che in modi diversi hanno speso la vita per la gente umile per amore di Cristo. Don Pianzola, che sarà beatificato domani pomeriggio nella Cattedrale di Vigevano, ha portato il Vangelo nella Lomellina della prima metà del ‘900, tra le mondine, le operaie del riso, nelle fabbriche, tra i lavoratori sfruttati e senza diritti, condividendo con loro povertà e fatica. Si faceva chiamare “don Niente”. Fondò le Suore missionarie dell’Immacolata Regina della Pace e gli Oblati diocesani dell’Immacolata. Per rispondere a quale esigenza? Ascoltiamo al microfono di Adriana Masotti, suor Tiziana Conterbia, postulatrice della Causa di beatificazione di don Pianzola:

     
    "La risposta all'esigenza di essere sempre più presente in mezzo al disagio, al disagio vissuto dal popolo, lasciato a se stesso, abbandonato anche dalla stessa Chiesa che a quell'epoca se ne disinteressava, attuando in ritardo la 'Rerum Novarum'. Questa situazione ha colpito don Francesco fin da seminarista e lui l’ha proposta al suo vescovo. Ha associato quindi a sé altri fratelli, i Padri oblati, perché uscissero dalle chiese per andare a celebrare, a catechizzare, a dare aiuto e solidarietà, lì dove lavorava e viveva la loro gente. Per le Suore missionarie era la stessa cosa: l'idea di inviare delle donne tra le donne delle cascine per dare loro dignità e dire tutta la potenzialità che il mondo femminile aveva in sé e non riusciva ad attuare".

     
    E sarà beatificato domani pomeriggio, nella cattedrale di San Giusto a Trieste, anche don Francesco Giovanni Bonifacio, sempre vicino ai poveri e ai malati, uomo di pace in un’epoca di rancori profondi, nell’Istria liberata dai nazifascisti. Pur minacciato proseguì con coraggio ad annunciare il Vangelo. Assalito dai miliziani di Tito fu torturato, ucciso e probabilmente gettato in una foiba. Aveva appena compiuto 34 anni. Don Bonifacio è morto perdonando i suoi assassini. Ma perché fu ucciso? Ci risponde il vescovo di Trieste Eugenio Ravignani:

     
    "Soprattutto per il suo essere sacerdote. Quello che in una persecuzione sostenuta da una ideologia atea voleva imporre era la scristianizzazione della nostra gente. Si voleva imporre l’ateismo, si proibiva di entrare nelle chiese, si proibivano i matrimoni religiosi, chi era in qualche modo legato ad una certa struttura non poteva evidentemente nemmeno battezzare i figli. Quest’uomo invece continuava in una piccola realtà fatta di casolari dispersi a riunire la sua gente, con un’educazione fortemente legata al Vangelo, un’educazione alla Messa domenicale e all’Eucaristia, e poi soprattutto riuniva i giovani in un’esperienza cristiana, coinvolgendoli in particolare nell’Azione Cattolica. Quindi, è diventato un prete evidentemente scomodo, che veniva a contrastare un disegno che, in quel momento, si stava realizzando purtroppo".

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    Al vaglio della Camera il piano Bush per salvare l’economia americana

    ◊   Dopo il sì del Senato, il piano Bush da 850 miliardi di dollari per salvare l’economia americana passa oggi al vaglio del voto della Camera. Intanto, l’intero panorama economico mondiale è preoccupato. La Banca Centrale Europea potrebbe procedere all’adozione di misure per evitare un coinvolgimento degli istituti di credito del Vecchio Continente nella crisi. C’è effettivamente il rischio che il crack americano si allarghi al resto del mondo? Giancarlo La Vella lo ha chiesto all’economista, Riccardo Moro:

    R. – Non vi è dubbio che questa crisi non può essere confinata solo al continente americano. Il sistema finanziario mondiale è ormai talmente globale, che, in questi giorni, abbiamo perfino temuto fosse, se non mortale, quanto meno molto, molto soffocante. Mi pare che la situazione del comparto europeo sia un po’ più tranquilla: in Europa c’è un sistema di regole più rigoroso. In Italia, ad esempio, siamo sicuramente molto più tranquilli. Ieri accusavamo le nostre banche di non essersi internazionalizzate abbastanza; forse questo eccesso di prudenza diventa oggi prezioso, proprio perché i nostri istituti sono molto meno esposti, rispetto a quelli americani, ad operazioni troppo disinvolte.

     
    D. – Sembra però imminente da parte della Banca Centrale Europea l’adozione di misure…

     
    R. - Sì, sembra che la Banca Centrale Europea voglia abbassare i tassi di sconto per dare un’iniezione di fiducia al mercato. Io non sono così allarmato: se gli Stati Uniti intervengono con pesantezza e se continua ad esserci un monitoraggio forte da parte delle istituzioni internazionali, credo che la crisi possa essere ben gestita. E’ necessario, però, avviare una riflessione rigorosa su una nuova stagione nella gestione del mercato finanziario, che non può essere lasciato a se stesso. Un’ultima considerazione riguarda poi la Cina: non bisogna sottovalutare attori come quello cinesi, che sono i veri detentori dei titoli pubblici americani e che sono quelli che hanno consentito anche in questi giorni una continua e rinnovata iniezione di liquidità nel sistema. Quindi, bisogna mettersi intorno ad un tavolo tutti insieme e per definire regole rigorose di comportamento e strumenti di controllo altrettanto rigorosi. Solo allora il futuro non vedrà più crisi così violente, altrimenti, dopo aver risolto questa, domani potremmo trovarci di fronte ad un’altra situazione analoga.

     
    D. – C’è il rischio che a questa crisi facciano da cuscinetto i Paesi più deboli economicamente e che quindi essa si riversi sulla Nazioni in via di sviluppo?

     
    R. – Direi fino ad un certo punto. I Paesi più poveri sono più vulnerabili per il delirio dei prezzi alimentari o per l’altalena dei prezzi del petrolio. Questo certamente sì. Le vicende finanziarie possono avere un peso relativamente meno importante, per la semplice ragione che le Borse di questi Paesi non sono così sviluppate e non sono così internazionalizzate; sono ancora Borse, in qualche modo, tradizionali: in cui, cioè, le imprese locali offrono prestiti obbligazionari al pubblico dei compratori locali. Maggiori difficoltà vedo, invece per i cosiddetti Paesi emergenti: è sicuro che questi sono del tutto coinvolti nel mercato finanziario mondiale, con dimensioni ed una vulnerabilità anche di un certo rilievo.

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    Un sms al 48583 per donare un euro al progetto "Una famiglia, una casa"

    ◊   Basta poco per permettere una vita più umana: è l’esperienza maturata dal movimento “Famiglie nuove”, sorto nell’ambito dei Focolari e oggi attivo attraverso 98 progetti di solidarietà in 52 Paesi del mondo. Basta un sms, del valore di un euro, ad esempio, per contribuire a finanziare il progetto: “Una famiglia, una casa”. 48583 il numero da comporre da cellulare o da telefono fisso al costo, in questo caso, di due euro. Finalizzato alla costruzione di una casa per famiglie costrette a vivere in tuguri malsani, in totale promiscuità, l’intervento è già in fase avanzata in 4 città delle Filippine dove finora sono stati realizzati 80 alloggi. Ma è solo un punto di partenza perché attorno ad essi crescono persone e comunità trasformate dall’amore ricevuto e pronte ad innescare un nuova catena di solidarietà. E’ ciò che ci racconta, al microfono di Carla Cotignoli, Costanza Tan, responsabile del progetto: “Una famiglia, una casa” nella città di Cebù.

    R. – Qui a Cebù siamo riusciti a costruire ventidue casette per ventidue famiglie povere, e a Davao, più nel sud delle Filippine, undici casette. Vi lascio immaginare la gioia di queste famiglie.

     
    D. – Filippine: grave è la situazione, soprattutto riguardo la cintura delle grandi città, dove la miseria tocca dei limiti veramente subumani. Quale richiamo è stato, per voi, il grido di queste popolazioni?

     
    R. – Noi pensiamo che non si può annunciare l’amore di Dio se non si dà da mangiare ai poveri; questo ci ha spinto a dare vita al nostro centro sociale, che si chiama “Bukas Palad”. Abbiamo cominciato in un quartiere povero della città, e in questo momento serviamo 1.200 famiglie, che sarebbero, più o meno, 10.000 persone. Però, quello che è molto bello, è che certamente noi diamo dei servizi per aiutare i poveri, ma forse, la cosa più efficace che noi stiamo facendo è dare la dignità a queste persone: dignità come persone e come figli di Dio, e trovando questa dignità, escono da se stessi, si scoprono capaci di darsi agli altri, capaci anche di produrre per lo sviluppo della propria famiglia, si scoprono fratelli con i vicini di casa. In questo modo si formano delle comunità.

     
    D. – Voi, parlate di “Vangelo vissuto”; è possibile comunicare questa radice della vostra vita a queste persone?

     
    R. – Nella nostra esperienza vediamo che le persone più sensibili alla vita evangelica sono proprio i poveri, perché non hanno niente; per questo sono sensibili a rendersi conto dell’amore di Dio, che gli arriva anche attraverso un chilo di riso. Infatti, in quest’area dove noi lavoriamo, ci sono gruppi - uomini e donne, e anche bambini – che ogni mese si incontrano per leggere una frase del Vangelo, e si raccontano le esperienze, come cercano di vivere questa Parola ogni mese. E loro scoprono che, vivendo il Vangelo, davvero si trasformano; non so, anche nello spendere i soldi - i pochi soldi che hanno; poi non bevono più, non giocano più d’azzardo, non litigano, che era una cosa normalissima: e tutto questo è frutto della scoperta che nell’altro c’è Gesù, ma anche in se stessi c’è Gesù, che ha il diritto di splendere e di vivere.

     
    D. – Ci puoi fare qualche esempio concreto?

     
    R. – Vi racconto una fortissima esperienza, di una coppia, Edgar e Sara, con i loro nuovi. La loro casa era una catapecchia, senz’acqua corrente, servizi igienici ed energia elettrica; ogni sera i topi giravano nella casa, cercando avanzi da mangiare. Spesso, mentre dormivano, i topi gli camminavano addosso; poi, quando pioveva, la loro casa si allagava. I bambini si ammalavano spesso, ed erano entrati nel programma di nutrizione di “Bukas Palad”; dopo Sara ha cominciato ad andare al centro sociale, per dare un contributo ai vari programmi del centro sociale, perché ha capito che non bisogna solo ricevere. Quando gli abbiamo annunciato che sarebbero stati tra i beneficiari di una delle casette che stavamo costruendo, vi lascio immaginare la loro gioia. Ora i bambini non si ammalano più, e non era più necessario continuare ad essere nel programma di nutrizione. Siccome le casette sono a 40 minuti di autobus dal centro della città dove Edgar lavora, per risparmiare andava a lavoro con la bicicletta; un giorno ha avuto un incidente, non avrebbe voluto andare dal medico perché non avevano soldi. Quando le altre famiglie l’hanno saputo, hanno messo in comune quanto avevano, per portarlo dal medico. Ora Sara ha trovato un lavoretto presso altre famiglie, nei dintorni, per cui Edgar ora può andare a lavoro con i mezzi pubblici. In questa “house”, dove ci sono 12 famiglie, ci sono due ragazzi, che sono già all’università, e ogni sera aiutano i bambini delle altre casette, danno lezioni di sostegno e doposcuola. C’era una famiglia nella quale il marito aveva perso il lavoro, e per cui per alcuni giorni non avevano niente da mangiare; allora le altre famiglie avevano dato quello che potevano dare. E questo è un miracolo del Vangelo.

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    Chiesa e Società



    Altri cristiani vittime delle violenze in India

    ◊   Situazione ancora critica per i cristiani nello stato indiano dell’Orissa. Amnesty International ha sollecitato il governo indiano a ''far seguire alle parole fatti concreti'' e ''garantire che le minoranze cristiane dello Stato di Orissa siano protette da ulteriori atti di violenza''. ''Nonostante il primo ministro indiano Manmohan Singh abbia dichiarato, lunedì scorso a Parigi, che la violenza è una “vergogna nazionale” e che il suo governo ha preso una “posizione ferma” per porvi fine, le minoranze cristiane - denuncia Amnesty in un comunicato - continuano a essere esposte alla violenza''. Negli ultimi due giorni, infatti - sottolinea Amnesty - sono ripresi gli attacchi da parte delle organizzazioni nazionaliste indù, come Vishwa Hindu Parishad e Bajrang Dal, nel distretto di Kandhamal. Il bilancio è di tre morti, oltre 15 feriti (tra cui alcuni poliziotti) e centinaia di sfollati. Per la prima volta ieri la polizia ha arrestato alcuni leader indù. Gli arresti hanno tuttavia hanno inasprito ulteriormente le proteste e in nove aree del distretto di Kandhamal è stato reimposto il coprifuoco. Gli assalti continuano anche nel sud: nello Stato del Tamil Nadu gli induisti hanno danneggiato una chiesa a colpi di spranghe e pietre a Kuppanur, nella zona di Coimbatore. E Lalji Nayak, un indiano torturato per costringerlo ad abbandonare la sua fede cristiana, è morto 2 giorni fa a causa delle ferite riportate. Il villaggio di Lalji Nayak, a Rudangia, è stato attaccato dai fondamentalisti indù il 30 settembre scorso, alle 4 di mattina. Rudangia è all’interno del distretto di Kandhamal, l’epicentro da cui è iniziato il pogrom contro i cristiani da oltre un mese. Gli assalitori hanno sorpreso le famiglie cristiane nel sonno e hanno colpito le persone con asce, bastoni, lance e coltelli. Nell’assalto, una donna cristiana, Ramani Nayak, una madre di famiglia, è stata uccisa. Almeno 6 persone sono state ferite e ricoverate all’ospedale di Behampur. Fra esse un bambino di 8 anni con sua madre e lo stesso Lalji Nayak. (A cura di Virginia Volpe)

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    La costernazione dei vescovi colombiani per il brutale assassinio di un bambino di undici mesi

    ◊   In una breve ma ferma dichiarazione la Conferenza episcopale della Colombia ha condannato, con dolore e preoccupazione l’orrendo delitto del sequestro e assassinio di un bambino di undici mesi, Luis Santiago, che si verificato alcuni giorni fa nel municipio di Chía, nella diocesi di Zipaquira. Secondo gli investigatori colombiani, Orlando Pelayo, padre del piccolo ucciso, in conflitto con la sua ex moglie, quattro mesi fa ha cominciato ad organizzare la morte del figlioletto e alla fine, tra adolescenti tossicodipendenti ha trovato una donna, Martha Grazón, che ha accettato di sequestrare, torturare e uccidere il neonato in cambio di 138 dollari. “È difficile comprendere e accettare che un bambino possa essere oggetto di un’azione così orrenda e atroce da parte del proprio padre”, scrivono i vescovi e aggiungono: “Perciò condividiamo i sentimenti d’indignazione e di dolore dell’intero popolo colombiano che non solo ha espresso pubblicamente il suo rifiuto di simili fatti, ma ha anche chiesto che sia applicata severamente la giustizia”. “Rattrista immensamente pensare che un crimine come questo - proseguono i presuli - non sia un fatto isolato. L’assassinio, i maltrattamenti, gli abusi contro i minorenni e gli abbandoni dei nascituri, sono tutti reati che si registrano sempre con maggiore frequenza. Osserviamo con preoccupazione l’aumento della criminalità in generale, degli omicidi e delle scomparse forzate, delle morti violente, dei sequestri e di molteplici manifestazioni di irresponsabilità da parte dei genitori. L’immoralità ambientale e il deterioramento delle norme morali spiegano molti dei delitti che abbiamo denunciato”, sottolinea il documento dell’episcopato colombiano che inoltre ricorda che “come credenti non si può essere semplici spettatori”. “Quando si perde il timore di Dio si aprono le porte al regno del peccato e della morte” e perciò, rilevano con un accorato appello i vescovi, occorre essere sempre “testimoni di fede e di speranza”. La Chiesa ha il dovere di seguire con attenzione particolare “l’evolversi dei segni dei tempi e dunque operare un discernimento che serve ad illuminare la coscienza dei fedeli”. Infine, i vescovi colombiani nella dichiarazione che firmano mons. Rubén Salazar Gomez, arcivescovo di Barranquilla, e mons. Fabián Marulanda Lopez, rispettivamente presidente e segretario dell’episcopato, ricordano che la Costituzione considera la vita un diritto fondamentale e inviolabile e dunque chiedono ai parlamentari non solo di proteggere efficacemente la vita ma di astenersi anche da “incentivare leggi permissive nei confronti della cultura della morte”. Per gli stessi motivi, concludono i presuli, “esigiamo da parte della giustizia un’azione tempestiva e decisa affinché siano applicate le pene massime a coloro che si rendano colpevoli di delitti atroci contro la vita, dono di Dio affidato agli uomini”. (A cura di Luis Badilla)

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    Somalia: aumentano gli sfollati in fuga dalle violenze

    ◊   La recente escalation dei combattimenti nell’area di Mogadiscio ha causato un aumento massiccio di feriti e ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Negli ultimi giorni, l’organizzazione Medici Senza Frontiere ha curato oltre 100 feriti nell’ospedale di Dayniile alla periferia della capitale della Somalia. I malati, molti dei quali donne e bambini al di sotto dei 16 anni, presentano per lo più ferite da arma da fuoco. Sulla strada che collega Mogadiscio a Afgooye, dove da mesi più di 250mila sfollati vivono in condizioni spaventose, gli operatori di MSF hanno assistito all’arrivo di altri 9mila profughi nella sola giornata di mercoledì scorso. Le equipe di MSF stanno fornendo beni di prima necessità a queste persone tra cui sapone, teli di plastica e coperte, tuttavia questi pochi aiuti soddisfano a malapena le esigenze di base. La popolazione dipende completamente dagli aiuti alimentari per sopravvivere, ma questi sono distribuiti in maniera casuale e insufficiente. Coloro che sono appena fuggiti dalle violenze di Mogadiscio si trovano senza ripari, cibo e assistenza sanitaria. Kenneth Lavelle, responsabile delle attività di MSF in Somalia dichiara: "La situazione è terribile. A causa del costante flusso di persone che fuggono da Mogadiscio, i campi stanno diventando sempre più affollati e le già difficili condizioni di vita stanno rapidamente peggiorando". "Nonostante la situazione resti estremamente precaria , MSF continua a rispondere all’emergenza grazie al personale somalo che sta prendendo enormi rischi per continuare a fornire assistenza", conclude Lavelle. (V.V.)

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    Il cardinale Ouellet denuncia l'imposizione dell’etica di Stato nel Québec

    ◊   In Québec, un tempo roccaforte cattolica in Nord America, è stato inserito nei programmi scolastici l’insegnamento di una nuova materia: etica e cultura delle religioni. Una sorta di etica di Stato impartita obbligatoriamente dall’asilo alle superiori. Nel silenzio dell’opinione pubblica il cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Québec e primate del Canada, ha reagito pubblicamente dichiarando che la Chiesa cattolica in Québec è in crisi profonda. “La pratica religiosa col tempo è venuta a mancare di profondità – ha spiegato il porporato in un’intervista su Avvenire – riducendosi a una forma osservata da tutti, a un’abitudine che andava dimenticando la sua ragione fondante”. “ Tra gli intellettuali e nei media – ha continuato- è cresciuto, a partire dagli anni Sessanta, un fronte laicista fortemente anticattolico, in un mix di pensiero debole, relativismo e semplice avversione alla Chiesa, in un divorzio tra cultura francofona e cristianesimo”. Il nuovo corso è incentrato sulle religioni più diffuse e su un dibattito su temi etici come l’aborto. I docenti devono essere rigorosamente neutrali. “È la dittatura del relativismo applicata a partire dalla scuola materna – ha dichiarato il cardinale – religioni ed etica devono essere oggetto di un continuo dibattito, insomma nulla è vero, tutto è relativo. Assistiamo all’entrata in scena di un etica di Stato obbligatoria, anche nelle scuola confessionali, ma lo Stato deve occuparsi di convivenza civile, di tolleranza, non può imporre una sua etica, sostituendosi all’apporto che viene dalle confessioni religiose”. Una scuola cattolica di Montreal ha già avanzato ricorso per incostituzionalità alla Corte superiore del Québec. “Sono visibili gli effetti del vuoto spirituale che si è creato – ha concluso – i giovani non si sposano, le coppie conviventi hanno superato quelle sposate, si vive alla giornata, il tasso di natalità è bassissimo, quello degli aborti molto alto, e quello dei suicidi giovanili fra i più elevati del Nord America”. (V.V.)

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    Iraq: l’ONU chiede più tutela per le minoranze

    ◊   Nazioni Unite preoccupate per la cancellazione, in Iraq, dell’articolo 50 sui diritti di rappresentanza delle minoranze dalla legge elettorale provinciale votata il 24 settembre 2008. È quanto ha dichiarato, rende noto il Sir, il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per l'Iraq (Srsg) Staffan de Mistura. “Mi ha sorpreso e deluso – ha affermato de Mistura - che l’articolo 50 non sia stato incluso nella legge sulle elezioni provinciali. Esso ha il sostegno dei gruppi minoritari, di gruppi politici e dovrebbe essere reintegrato nella legislazione al più presto possibile in modo che le minoranze possano partecipare alle prossime elezioni che si terranno in data ancora da stabilire entro il 31 gennaio 2009”. “La tutela dei diritti umani delle minoranze in Iraq – ha ribadito il rappresentante dell’ONU - è fondamentale per un Iraq democratico. L’articolo 50 è una forte indicazione del fatto che Iraq è una nazione pronta a tutelare i diritti politici delle minoranze come previsti nella Costituzione. Continueremo a lavorare per garantire il suo reintegro al più presto possibile”. (V.V.)

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    Lectio magistralis del cardinale Caffarra sull’Enciclica Humanae Vitae

    ◊   “Il messaggio della Humanae Vitae: aspetti teologico-dottrinali”. E’ questo l’argomento affrontato stamani a Roma, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica, nella lectio magistralis del cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra durante il congresso internazionale sul tema “Humanae Vitae, attualità e profezia di un’Enciclica”. Il congresso si tiene nel 40.mo anniversario dell’Enciclica. La sessualità – ha detto l’arcivescovo - è un linguaggio della persona fondato sulla “grammatica del dono di sé”: il rispetto di questa grammatica – ha spiegato il porporato – esige “una profonda, intima integrazione tra èros e agàpe, tra pathos, èros e lógos”. Questa grammatica, come si legge nell’Humanae Vitae, deve essere orientata verso i significati unitivo e procreativo: “l’atto coniugale – scrive Paolo VI nell’Enciclica del 1968 – unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite”; rispettare le leggi del processo generativo - aggiunge - significa “riconoscersi non arbitri delle sorgenti della vita umana, ma ministri del disegno stabilito dal Creatore”. Ma questi ed altri “presupposti veritativi di carattere antropologico” – ha osservato il cardinale Caffarra – sono stati progressivamente “erosi” dalla postmodernità occidentale: “l’aver sradicato l’esercizio della libertà dalla verità sull’uomo” e l’affermazione di un’etica utilitaristica mettono a rischio l’humanum di ogni persona. Di fronte a questa progressiva erosione, bisogna quindi aggiungere al rispetto delle leggi del processo generativo una reale propensione verso il bene comune: “”I governanti – si legge nell’Enciclica Humanae Vitae – non lascino che si degradi la moralità dei loro popoli, non accettino che si introducano in modo legale in quella cellula fondamentale dello Stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina”. Questa esortazione è minata oggi da un sempre più marcato indebolimento del riconoscimento della verità sull’uomo: c'è l'idea diffusa che “il cristianesimo, allo stesso modo di ogni altra proposta religiosa – ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna - fa parte ad uguale diritto del ‘supermarket delle religioni’; ciascuno prende il prodotto secondo le sue preferenze, senza possibilità, di una ragionevole argomentazione capace di giustificare la scelta in modo condivisibile”. La sfida più urgente – ha concluso il cardinale – è quella educativa: “aiutare le giovani generazioni a trascendere se stessi verso la verità. Cioè, ad essere veramente liberi e liberamente veri”. (A.L.)

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    Termina oggi a Taormina il Forum internazionale sull’Africa

    ◊   “Nell’economia mondiale l’Africa è una grandissima sorgente, anche i cinesi hanno riconosciuto che l'Africa è una sorgente di risorse complementari per l’Europa”. Lo ha detto stamani il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, a Taormina per partecipare al Forum internazionale sull'Africa che si conclude oggi. Il nucleare e il solare, secondo Rubbia, “saranno i due nuovi attori del futuro” energetico mondiale. Il premio Nobel ha però spiegato che “non saranno il nucleare e il solare di oggi, perché occorrono innovazioni”. Per il matematico ed esperto di computer nigeriano Philip Emeagwali, “La sfida dell'Africa per il XXI secolo sarà l'utilizzo ad ampio raggio di internet che, attraverso il cyberspazio, distruggerà le barriere geografiche. Attraverso Internet - ha detto nel suo intervento - potrebbero arrivare in Africa molti lavori in outsourcing dal mondo occidentale”. L'Italia deve guardare all'Africa come a un continente che offre grandi opportunità e favorire una politica di investimenti prima che sia troppo tardi. Che l'Italia e l'Europa siano in ritardo e rischino di essere schiacciate dall'interventismo di Stati Uniti e Cina è una tesi condivisa da quasi tutti i relatori intervenuti ieri al Forum, ma le critiche più dure sono state espresse da Josè Maria Aznar. L'Europa, ha osservato l'ex premier spagnolo, è “ancorata al passato nei suoi rapporti economici e politici con l'Africa”, legata alle “misure paternalistiche” della cooperazione allo sviluppo e non vede che l'unico futuro per questo antico continente dipende dall'apertura al “libero mercato” e dal superamento dei “protezionismi”. Aznar ha affermato di non vedere “cambiamenti tra il processo di Barcellona e il vertice di Parigi” che ha lanciato l'Unione per il Mediterraneo di Nicolas Sarkozy e che l'Africa non si trasformerà mai in un partner economico dell'Europa “se l'Unione Europea non cambierà le politiche attuali”. Secondo Aznar, l'Africa non ha seguito l'esempio dei Paesi emergenti in Asia, perché vittima dell'instabilità politica e del protezionismo economico. Per il fondatore della comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, di aiuti all'Africa “bisogna discutere con realismo, senza retorica. “L'Unione per il Mediterraneo - ha osservato - è una bella idea che noi vogliamo vedere realizzata, ma che ora vediamo solo lanciata con grande efficacia”. (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    Il 5 ottobre è la Giornata mondiale degli insegnanti: per l’Unesco ne servirebbero 18 milioni in più

    ◊   “Stipendi bassi, classi sovraffollate, contratti precari, formazione talvolta approssimativa”: la Giornata mondiale degli insegnanti, che si celebra ogni anno il 5 ottobre, “è l’occasione per rendere omaggio ad una professione che svolge un ruolo essenziale nell’educazione dei giovani e degli adulti” si legge in una nota dell’Unesco, che per l’occasione ha promosso a Parigi, insieme all’Ilo, all’Unicef e all’Unpd una tavola rotonda. Al centro dell’incontro, la scarsità di insegnanti nel mondo: per l’Unesco ne occorrerebbero 18 milioni in più “per garantire l’insegnamento primario universale entro il 2015”. In Africa in particolare, secondo l’agenzia ONU per l’educazione e la cultura, riportata dal Sir, ci vorrebbero almeno 3,8 milioni di docenti e le classi non dovrebbero superare il numero di 40 alunni contro i 60 di Ruanda e Mozambico. Su questo tema insiste anche il messaggio congiunto dei direttori generali di Unesco, Unicef, Ilo e Unpd per la Giornata. (V.V.)

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    Aiuti a orfani e anziani in Uganda nei progetti di Filo diretto Onlus e Cesvi

    ◊   Far rinascere la speranza all’interno di una realtà in cui le fasce deboli della popolazione sono sempre più vulnerabili. Con questo obiettivo prende il via il progetto “Sostegno agli orfani e agli anziani in condizioni svantaggiose nel distretto di Kayunga (Uganda)”, un’iniziativa che si propone di offrire un aiuto concreto ai nuclei familiari colpiti dall’epidemia di HIV/Aids nell’Uganda centrale, a circa 70 km dalla capitale Kampala. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Filo diretto Onlus, società senza fini di lucro del Gruppo Filo diretto che promuove, finanzia e segue la realizzazione di progetti e iniziative non profit per l’infanzia in difficoltà, e l’ong Cesvi, organizzazione umanitaria italiana presente in tutto il mondo per promuovere progetti di sviluppo e intervenire nelle emergenze umanitarie. Il sostegno ai nuclei familiari vulnerabili passerà attraverso il miglioramento delle condizioni abitative ed igienico-sanitarie, con particolare attenzione al problema della mancanza di latrine e a quello relativo alla solidità del tetto delle abitazioni, e l’introduzione di fonti di sussistenza attraverso attività generatrici di reddito. L’acquisto di materiale produttivo per tali attività, che saranno accessibili ad anziani e orfani, sarà a cura delle due organizzazioni. Per incentivare l’istruzione scolastica i bambini appartenenti a questi nuclei svantaggiati, sarà garantito a tutti gli orfani l’accesso alla scuola dell’obbligo e incentivato il loro inserimento professionale. 840 bambini potranno frequentare le scuole primarie, 280 ragazzi saranno invece introdotti alle scuole professionali per imparare un mestiere. Saranno inoltre organizzati seminari informativi e trasmessi programmi radiofonici per sensibilizzare la comunità sui problemi della terza età. (V.V.)

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    Turchia: provvisoria riapertura della grotta di San Pietro ad Antiochia

    ◊   Antiochia ha vissuto nel mese di settembre due avvenimenti particolari: la riapertura provvisoria della “Grotta di San Pietro”, e la visita di una giovane suora turca, all’indomani della sua professione solenne nella Congregazione del Verbo Incarnato di Fiesole. La riapertura della Grotta, che si trova sulle pendici del Monte Silpio, in Turchia, chiusa nella primavera scorsa per caduta di massi, non è definitiva. Resta in vigore la possibilità di celebrarvi l’Eucaristia, previa notifica del giorno e dell’ora. Il secondo avvenimento è stata la visita di suor Diba, una giovane originaria di Iskenderun, accompagnata dalla madre generale dell’Istituto e da alcune novizie. Il parroco della piccola comunità cattolica di Antiochia, il padre cappuccino Domenico Bertogli, ha approfittato dell’occasione per chiedere alla superiora di aprire una casa in Antiochia per collaborare nella pastorale e nelle attività socio-assistenziali promosse dalla parrocchia per i poveri della zona, compresi, ovviamente, i musulmani. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    Un mosaico raffigurante Giovanni Paolo II inaugurato a Cracovia nella parrocchia di Niepolomice

    ◊   Si è tenuta ieri la cerimonia di benedizione e collocazione presso la parrocchia di Niepolomice, a Cracovia, di un mosaico con l’effigie di Giovanni Paolo II; la composizione musiva, formata da 25mila tessere, rappresenta il Papa in preghiera ed è stata realizzata dalla Fabbrica di San Pietro, con un paziente lavoro durato circa un anno. È stata benedetta dal Santo Padre il 27 agosto scorso, nel corso dell’udienza generale del mercoledì. Durante la cerimonia, presieduta dal cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, il dott. Paolo Di Buono, responsabile dello “Studio del Mosaico” presso la Fabbrica, ha illustrato i vari aspetti della realizzazione del ritratto papale. L’opera è stata collocata sulla parete esterna della cappella di San Carlo Borromeo nella Chiesa parrocchiale di Niepolomice che ha sempre avuto un legame speciale con Giovanni Paolo II, in quanto durante tutto il suo ministero episcopale il vescovo e cardinale Wojtyla vi si è spesso recato per pregare il suo Santo patrono. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Il governo italiano approva il disegno di legge sul federalismo fiscale

    ◊   Il governo italiano dà il via libera al disegno di legge (DDL) delega sul federalismo fiscale. Dopo l’approvazione di Palazzo Ghigi, il cammino della riforma prosegue in sede parlamentare. Il lavoro inizierà al Senato. Ieri, il DDL aveva ricevuto il via libera dalla Conferenza unificata Stato-Regioni. La cronaca e i punti salienti del provvedimento nel servizio di Marco Guerra:

    L’approvazione dal Consiglio dei ministri è arrivata questa mattina, dopo l’accordo giunto in nottata con la Conferenza delle Regioni e l'Associazione dei comuni italiani (ANCI). Era stato il ministro Raffaele Fitto a convocare ieri sera la Conferenza unificata Stato-Regioni, dopo divergenze su alcuni punti. Poi, un colloquio tra il premier Silvio Berlusconi e Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'ANCI, era riuscito a dirimere le incomprensioni e ad avvicinare le posizioni. L'accordo prevede complessivamente risorse per i Comuni per circa 1,5 miliardi di euro. Il documento stabilisce inoltre che l'integrazione della quota di competenza dell'ICI sulla prima casa per il 2008 sia quantificata in 260 milioni di euro e finanziata attraverso la riduzione di altre spese. Il testo, che si sofferma anche sull'integrazione dell'ICI rurale 2007 e sulla rideterminazione di quella 2008, stabilisce infine che andranno esaminati i risultati dei lavori del tavolo istituito presso la conferenza Stato-città per la verifica dei risultati dei bilanci comunali. “Sarà una riforma storica, contenuta in un disegno di legge ordinario e non costituzionale”, ha spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Mentre il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha sottolineato lo straordinario consenso raccolto ieri in conferenza unificata. Tuttavia, pur ritenendo la riforma necessaria, per i sindaci restano diversi problemi sul tappeto, in particolare l’insufficienza dei fondi predisposti a compensare il mancato gettito dell’ICI. A dirlo è il primo cittadino di Firenze Domenici, secondo il quale “il tavolo negoziale resta aperto”.

     
    Colloqui Russia-Germania-Ucraina
    La difficile situazione caucasica, gli accordi commerciali sulle forniture di gas e la crisi finanziaria mondiale: questi i temi che hanno dominato i colloqui a Mosca tra il presidente russo, Medvedev, e il cancelliere tedesco, Merkel, da un lato, e tra il primo ministro Putin e la premier ucraina Timoshenko, dall’altro. Su diverse questioni, fra le quali sulla necessità di un nuovo sistema di sicurezza globale, si è registrata la completa sintonia tra Berlino e Mosca. Riparte dunque il lavoro delle diplomazie dopo le tensioni causate dalla crisi georgiana.

    USA: duello tra candidati alla vicepresidenza
    La crisi finanziaria tiene banco anche nel dibattito politico statunitense. Di emergenza mutui si è infatti parlato nel primo confronto tra i candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti, la repubblicana Sarah Palin ed il democratico Joe Biden, conclusosi - secondo i primi commenti - con una sostanziale parità. Da New York, Elena Molinari:

    Un dibattito civile, dove non sono mancati i punti in comune, quello avuto nella notte tra i due candidati alla vice presidenza USA, Sarah Palin e Joe Biden. Entrambi hanno detto “no” ai matrimoni omosessuali e “sì” ai limiti all’emissione di gas inquinanti nell’atmosfera, oltre che alla necessità di mandare più truppe e destinare maggiori investimenti per la società civile in Afghanistan. Hanno anche evidenziato le differenze delle politiche fiscali dei due partiti: sgravi per la middle class per Barack Obama, sconti fiscali per le piccole e medie imprese per John McCain. Le prime domande del dibattito sono state dedicate però alla crisi finanziaria che sta attraversando l’America, e qui Palin ha sorpreso proponendo - a nome del candidato repubblicano - maggiori regole e controlli per Wall Street. Una promessa che però Biden ha mostrato di non credere fino in fondo. Ma mentre i due rivali discutevano, passava all’esame della Camera il pacchetto “Salva finanza”, già approvato dal Senato americano. La misura, nel frattempo, è lievitata fino ad 850 miliardi di dollari, di cui 150 destinati a sgravi, incentivi, per tentare di aiutare anche la classe media americana. Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.
     
    Somalia
    Un portavoce dei pirati somali che dallo scorso 25 settembre trattengono un cargo ucraino con un carico di armi ha dichiarato ieri che la richiesta di riscatto resta ferma a 20 milioni di dollari. I pirati hanno inoltre incassato la solidarietà dei miliziani islamici somali, che hanno esortato a bruciare la nave se non otterranno il denaro richiesto. Intanto, l’organizzazione “Medici senza frontiere” rende noto che la recente escalation di combattimenti nell’area di Mogadiscio ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case. Allarme lanciato anche dall’ONU, che parla di 80 civili uccisi nei combattimenti dell’ultima settimana. Le Nazioni Unite lanciano poi un appello alla comunità internazionale, chiedendo 646 milioni di dollari in aiuti per la popolazione.

    Algeria
    Si aggrava il bilancio del maltempo che mercoledì si è abbattuto sull’Algeria. Violente inondazioni hanno colpito la regione di Ghardaia causando, secondo le ultime stime ufficiali, 31 morti. I feriti sono 50 e ameno un migliaio i senza tetto. Secondo la radio nazionale algerina, decine di case sono crollate e in alcune strade dei cinque villaggi che formano la valle dello M'zab l'acqua ha raggiunto gli 8 metri d'altezza.

    Iraq
    Nuovo bombardamento dell'aviazione turca sul nord dell’Iraq contro le postazioni del PKK, il Partito dei lavoratori curdi. Secondo fonti curde non ci sarebbero state vittime.

    Cina - censura
    La morsa del controllo della censura cinese incombe anche sulle chiamate online fatte con il software Skype. La denuncia arriva da un gruppo di attivisti canadesi, che per un difetto di programmazione sono riusciti a penetrare nei computer della polizia cinese, scoprendo che gli utenti del popolare strumento di comunicazione vengono regolarmente spiati. All'interno dei computer, hanno trovato 166 mila messaggi censurati a 44 mila utenti di Skype. Tra le parole vietate Tibet, democrazia e latte.

    Corea del Nord
    Si è conclusa oggi la missione in Corea del Nord del vicesegretario di Stato americano, Christopher Hill, dedicata alla ripresa del dialogo con le autorità di Pyongyang sul loro programma nucleare. Hill è rientrato a Seul, dove riferirà ai colleghi sudcoreano Kim Sook e giapponese Akitaka Saiki. La Corea del Nord, dopo lunghi negoziati, aveva firmato un accordo che prevedeva la fine del suo programma nucleare, ma a luglio c'è stata una ripresa della tensione e nelle ultime settimane è stato riaperto il reattore nucleare di Yongbyon del quale era iniziata la smantellazione. Gli Stati Uniti hanno chiesto una serie di ulteriori controlli.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 277

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