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Sommario del 02/10/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Assicurare la libertà religiosa a vantaggio dell’intera società: così il Papa ai vescovi dell’Asia centrale “piccolo gregge” che ha mantenuto salda la fede negli anni del regime sovietico
  • Il cardinale Sepe dona al Patriarca Alessio II una reliquia di San Gennaro e consegna una lettera del Papa: cattolici e ortodossi russi sempre più vicini
  • Altre udienze
  • Mons. Mamberti all'AIEA: gli Stati lavorino insieme per la sicurezza nucleare
  • Il cardinale Martino presenta in Guatemala il Compendio della dottrina sociale della Chiesa
  • Pubblicato il Documento finale del VI Congresso mondiale della pastorale per gli zingari
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Giornata della non violenza: ma in India continuano gli attacchi contri i cristiani
  • Sì del Senato USA al piano anticrisi di Bush
  • Il sacerdote portoghese Duarte da Cunha eletto nuovo segretario del CCEE
  • Ottant'anni fa nasceva l'Opus Dei
  • La Chiesa celebra la memoria degli Angeli Custodi: la riflessione del teologo Salvatore Vitiello
  • Chiesa e Società

  • Appello di Medici senza Frontiere a intensificare la lotta contro la malaria
  • Incontro Unione Europa-Africa su crisi finanziaria mondiale e migrazioni
  • La natura umana al centro di un convegno internazionale promosso dall’Università di Trieste
  • La Sicilia guarda allo sviluppo dell’Africa. Se ne discute in un forum a Taormina
  • L’Arabia Saudita propone un vertice mondiale per il dialogo tra le religioni
  • La marcia dei bambini in Sri Lanka dedicata alla convivenza pacifica
  • Il fenomeno delle bande giovanili in Messico e America Centrale. I vescovi lanciano l’allarme
  • In Colombia aumenta il numero degli sfollati per il conflitto interno
  • Filippine: il vescovo di Bayombong chiede maggiore sicurezza per i minatori
  • Nobel alternativo: premiati quanti offrono una risposta alle sfide di oggi
  • Hong Kong: celebrati i 50 anni dell’Associazione Cattolica dei Laici
  • A Montevideo il primo congresso nazionale delle Acli uruguayane
  • L’Azione Mondiale dei Parlamentari e dei Governanti per la Vita apre un sito web
  • Nasce il nuovo portale del PIME: “www.missione online.org”
  • A metà ottobre la presentazione del rapporto Caritas-Fondazione Zancan sulla povertà
  • San Francesco: domani il Veneto in pellegrinaggio ad Assisi
  • A Roma una serata per conoscere meglio san Francesco d'Assisi nella Basilica dell'Aracoeli
  • Presentata presso la nostra emittente la “Guida essenziale alla Sacra Bibbia” di mons. Principe
  • Domani l’apertura a Roma della mostra: “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”
  • L'anteprima di “Paulus”, evento editoriale di arte e cultura dedicato al pensiero di San Paolo
  • Attesa a Pompei per il tradizionale appuntamento con la Supplica alla Madonna del Rosario
  • In Italia si celebra oggi la Giornata dei nonni

  • 24 Ore nel Mondo

  • Dopo il sì del Senato USA, è via libera all'accordo con l'India sul nucleare
  • Il Papa e la Santa Sede



    Assicurare la libertà religiosa a vantaggio dell’intera società: così il Papa ai vescovi dell’Asia centrale “piccolo gregge” che ha mantenuto salda la fede negli anni del regime sovietico

    ◊   La Chiesa non impone, ma propone liberamente la fede cattolica e chiede che venga garantita la libertà religiosa: è quanto affermato, stamani, da Benedetto XVI nel discorso ai vescovi dell’Asia centrale, ricevuti al termine della visita ad Limina. Il Papa ha avuto parole di incoraggiamento per il “piccolo gregge” di questa regione asiatica, che ha testimoniato coraggiosamente la fede durante gli anni del regime sovietico. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dall’arcivescovo di Maria Santissima in Astana, Tomasz Peta, presidente della Conferenza episcopale dell’Asia centrale. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Difendere i diritti della persona e la libertà religiosa di fronte a fenomeni preoccupanti come il terrorismo e il diffondersi del fondamentalismo: è l’esortazione di Benedetto XVI, che, parlando ai vescovi dell’Asia Centrale, ha messo l’accento sulla necessità di interventi legislativi che contrastino tali flagelli:

     
    “Mai però la forza del diritto può trasformarsi essa stessa in iniquità; né può essere limitato il libero esercizio delle religioni, poiché professare la propria fede liberamente è uno dei diritti umani fondamentali e universalmente riconosciuti”.

     
    D’altro canto, ha ribadito che la Chiesa “non impone, ma propone liberamente la fede cattolica, ben sapendo che la conversione è il frutto misterioso dell’azione dello Spirito Santo”:

     
    “La fede è dono ed opera di Dio. Proprio per questo è proibita ogni forma di proselitismo che costringa o induca e attiri qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede (cfr Ad gentes, n. 13). Una persona può aprirsi alla fede dopo matura e responsabile riflessione, e deve poter realizzare liberamente questa intima ispirazione”.

     
    Ciò, ha spiegato, “va a vantaggio non solo dell’individuo, bensì dell’intera società, poiché la fedele osservanza dei precetti divini aiuta a costruire una convivenza più giusta e solidale”. Benedetto XVI ha avuto, quindi, parole di incoraggiamento per i presuli e per il “piccolo gregge” dell’Asia Centrale ed ha ricordato come i fedeli di questa regione abbiano superato gravi difficoltà nel recente passato:

     
    “Ringraziamo il Signore che, nonostante le dure pressioni esercitate durante gli anni del regime ateo e comunista, grazie all’abnegazione di zelanti sacerdoti, religiosi e laici, la fiamma della fede è rimasta accesa nel cuore dei credenti”.

     
    Le comunità, ha proseguito, “possono essere ridotte a un piccolo gregge”, ma non bisogna scoraggiarsi. Ed ha ricordato come le prime comunità cristiane, pur essendo piccole, non si chiudevano in se stesse, “ma sospinte dall’amore di Cristo, non esitavano a farsi carico delle difficoltà dei poveri, ad andare incontro ai malati, annunciando e testimoniando a tutti con gioia il Vangelo”:

     
    “Anche oggi, come allora, è lo Spirito Santo a condurre la Chiesa. Lasciatevi pertanto guidare da Lui e mantenete viva nel popolo cristiano la fiamma della fede; conservate e valorizzate le valide esperienze pastorali ed apostoliche del passato”.

     
    E, ancora, dal Papa è venuta l’esortazione a continuare ad educare tutti all’ascolto della Parola di Dio, a suscitare “specialmente nei giovani l’amore verso l’Eucaristia e la devozione mariana”, diffondendo nelle famiglie la pratica del Rosario. Benedetto XVI ha inoltre invitato i presuli a ricercare “nuove forme e metodi di apostolato” coinvolgendo sempre più sacerdoti, religiosi e laici.

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    Il cardinale Sepe dona al Patriarca Alessio II una reliquia di San Gennaro e consegna una lettera del Papa: cattolici e ortodossi russi sempre più vicini

    ◊   Il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha incontrato ieri nella capitale russa il Patriarca di Mosca Alessio II per consegnargli una reliquia di San Gennaro e le chiavi di una chiesa che l’arcidiocesi napoletana ha donato ai fedeli ortodossi che, nella città partenopea, non avevano un luogo dove celebrare. Il servizio di Sergio Centofanti:

    Il porporato, accompagnato dal vescovo di Terni Vincenzo Paglia, presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo, ha consegnato al Patriarca una lettera autografa del Papa, in cui Benedetto XVI esprime il suo “profondo affetto” per la Chiesa ortodossa russa. Nel messaggio il Pontefice si dice “particolarmente vicino” a tutti fratelli ortodossi per le sofferenze causate dal recente conflitto e afferma di pregare senza posa per la pace. “La fede nel nostro Signore Gesù Cristo – scrive ancora Benedetto XVI - è un legame che unisce i cuori in modo profondo e invita tutti noi a rafforzare il nostro impegno, a manifestare al mondo la testimonianza condivisa di vivere insieme in modo rispettoso e pacifico. I nostri tempi, segnati così spesso da conflitti e da dolori – prosegue il Papa nella sua Lettera ad Alessio II - rendono ancor più necessario affrettare il cammino verso la piena unità di tutti i discepoli di Cristo, in modo che il gioioso messaggio della salvezza sia diffuso a tutta l’umanità”. Benedetto XVI invoca infine sul Patriarca di Mosca “la protezione materna di Maria, Madre di Dio” perché possa essere preservato in piena salute e assistito nel suo ministero quotidiano. Ma sull’incontro avvenuto ieri a Mosca ascoltiamo le testimonianze del cardinale Crescenzio Sepe e di mons. Vincenzo Paglia. La parola all’arcivescovo di Napoli:
     
    R. – Ha superato anche le attese e questo non solo da un punto di vista formale - perché è un’udienza che è durata un’ora e un quarto - ma soprattutto per il clima così familiare. Si parlava e si discuteva in una maniera veramente di piena sincerità.

     
    D. – Lei ha detto che cattolici e ortodossi devono lavorare insieme con coraggio per dare un’anima all’Europa...

     
    R. – Questo è stato uno dei punti su cui ci si è soffermati: l’Europa non può prescindere dalle sue radici. Una cultura che non si riconosce in queste vere radici, perde la sua identità. E siccome su queste radici cristiane si fonda tutta una serie di valori che diventano la base per affrontare le sfide dei tanti materialismi e dei tanti relativismi, allora, mettere insieme le forze può certamente aiutare anche a dare una svolta alle varie questioni etiche, morali soprattutto e sociali dell’Europa.

     
    D. – Si può dire che Chiesa cattolica e ortodossa russa sono sempre più vicine?

     
    R. – Credo di sì, questo è stato sottolineato con commozione anche dal Patriarca. La sensazione è questa: che è stato fatto un passo notevolmente importante per creare un clima di avvicinamento e di mutuo rispetto, di fraternità ed amicizia.

     
    D. – Si avvicina anche un viaggio di Benedetto XVI a Mosca?

     
    R. – Questo lasciamolo alla Provvidenza: noi siamo degli operai che vogliono mettere una pietra per costruire un cammino. Quando, come e dove, lasciamolo alla Provvidenza.

     
    D. – Mons. Paglia, il significato ecumenico di questo incontro?

     
    R. – E’ il cammino di quell’ecumenismo che chiamerei dell’amore e della fraternità che è l’alveo sul quale tutto il resto può innestarsi. Debbo dire che, da questo punto di vista, il Patriarca con grande sapienza spirituale ha detto che questo incontro continua quel clima di novità che certamente avvicina in profondità le Chiese. È un ecumenismo che passa attraverso le Chiese, le comunità. Il cardinale non è andato a nome personale o di un ufficio. E’ andato a nome di una Chiesa di origine apostolica. E questo è stato sentito, tanto che al momento della consegna delle reliquie, il Patriarca ha venerato, come lui ha detto, un martire della Chiesa indivisa “che venerate voi a Napoli e che noi oggi con queste reliquie venereremo anche a Mosca”. E ha voluto che le reliquie restassero nella sua cappella residenziale. In questo senso, è un passo importante anche nel cammino dei rapporti tra la Chiesa di Roma e quella di Mosca.

     
    D. – Quali speranze per l’Europa da questo incontro, da questo avvicinamento progressivo tra Chiesa cattolica e ortodossa russa?

     
    R. – Io devo dire che sono testimone di numerosi incontri e se mi è permesso il paragone con la Roma antica, siamo un po’ su questa via consolare, dove continuiamo a mettere a punto quelle pietre miliari che rendono irreversibile il cammino e nello stesso tempo lo rendono più robustamente attento ai nuovi orizzonti, in questo caso europei. Sempre più vedo la consonanza tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa di fronte al comune impegno per solidificare un’Europa che sappia radicarsi profondamente per poter allargare i suoi rami su tutti gli aspetti nuovi che la vita contemporanea deve affrontare. Certe frontiere – pensiamo a quelle sociali ed etiche – queste sfide enormi possiamo affrontarle solo in una prospettiva di unità. E questa è una grande responsabilità. Vorrei dire insomma che l’ecumenismo non è più solo una questione che interessa le Chiese nei rapporti vicendevoli: l’ecumenismo è un’esigenza per la società contemporanea.

     
    D. – Quali potrebbero essere i prossimi passi?

     
    R. – I prossimi passi certamente devono essere sempre su questo stesso versante: l’incontro tra i pastori delle varie Chiese. Non bastano solo gli incontri tra esperti. L’ecumenismo è un avvicinamento delle Chiese. Questo, secondo me, è molto importante.

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    Altre udienze

    ◊   Il Papa ha ricevuto oggi in udienza anche il signor Naji Abi Assi, ambasciatore del Libano, in visita di congedo.

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    Mons. Mamberti all'AIEA: gli Stati lavorino insieme per la sicurezza nucleare

    ◊   L’uso pacifico dell’energia nucleare, necessita di un impegno comune allo scopo di proteggere e promuovere la vita umana: così l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento alla 52.ma Assemblea generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), in corso a Vienna fino a domani, cui partecipano 145 Stati membri. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    “Prendere più lucida consapevolezza della comune appartenenza all’unica famiglia umana” e “impegnarsi perché la convivenza sulla Terra rispecchi sempre più questa convinzione, da cui dipende l’instaurazione di una pace vera e duratura”. L’arcivescovo Dominique Mamberti ha rinnovato a tutti i delegati dei Paesi membri dell’AIEA l’invito rivolto da Benedetto XVI nel Messaggio della pace 2008, assicurando il sostegno della Santa Sede all’Agenzia, la cui storia di oltre 50 anni dimostra la pressante necessità – ha sottolineato il presule - di “lavorare insieme costruttivamente” per la sicurezza nucleare, per l’uso pacifico e sicuro della tecnologia atomica e per il disarmo nucleare.

     
    La Santa Sede – ha aggiunto mons. Mamberti – “supporta tutti gli sforzi per sviluppare sia l’efficacia che l’efficienza del sistema di garanzie dell’AIEA, così anche l’elaborazione e la realizzazione attraverso l’Agenzia di un effettivo regime di sicurezza mondiale”, basato su “convenzioni” in materia, “standard” di riferimento e “assistenza”. Per questo la Santa Sede – ha spiegato il presule – “desidera vedere tutti gli Stati essere compartecipi di questi strumenti”, volti alla sicurezza nucleare, per scongiurare la distrazione di materiali nucleari e attività atomiche non dichiarate. Strumenti che non solo contribuiranno a lottare contro il terrorismo nucleare, ma anche per la concreta realizzazione di una cultura di vita e pace, capace di promuovere in modo effettivo lo sviluppo integrale dei popoli”. Tutto ciò “è politicamente possibile”, ha affermato il presule, appellandosi agli Stati “di riprendere con più grande determinazione un progressivo e concordato smaltimento delle armi nucleari esistenti”. Un appello – ha detto – “a nome di tutti quelli interessati al futuro dell’umanità”.

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    Il cardinale Martino presenta in Guatemala il Compendio della dottrina sociale della Chiesa

    ◊   Sapere di più, non per potere di più, né per avere di più ma per essere di più e servire meglio: questo il dovere morale dello studio in una università, specialmente se cattolica, evidenziato dal presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino che, parlando ieri sera all’Università Cattolica Silva Henriquez di Santiago del Cile, ha auspicato un fecondo dialogo tra il sapere umanistico e scientifico elaborato negli atenei e la dottrina sociale della Chiesa, fortemente marcata dall’interdisciplinarietà. Enormi sono oggi – ha rilevato il porporato – le possibilità che la scienza e la tecnica pongono a disposizione dell’uomo, con rischiose ambivalenze sui temi cruciali della vita, della morte, della natura, della cultura. Così la questione sociale è diventata questione dell'uomo e le responsabilità della dottrina sociale cristiana sono aumentate, con l’esigenza sempre più impellente di un confronto con il sapere umano, al fine inderogabile di costruire insieme e senza alcuna barriera settoriale una società conforme alla dignità della persona umana. Al riguardo il cardinale Martino ha avanzato la proposta che la dottrina sociale della Chiesa abbia una chiara collocazione accademica, che la renda visibile come tale e che permetta ai docenti delle altre discipline di potersi dirigere, per il dialogo interdisciplinare, ad una cattedra di dottrina sociale. E’ importante per il presidente di Giustizia e Pace favorire questo processo, iniziarlo dove non esiste ancora e rafforzarlo dove già ha luogo. Se il Vangelo – ha ammonito il porporato – resta fuori dagli spazi dove si elabora la cultura e si progetta il futuro della comunità umana, l’uomo è in pericolo: scienza e tecnica possono aprire importanti prospettive per il bene e la salvezza dell’uomo, ma anche convertirsi in una terribile minaccia, nella distruzione dell’uomo e del mondo. Oggi il cardinale Martino lascia il Cile alla volta del Guatemala, dove nell’Auditorium del Collegio Salesiano Don Bosco della capitale a politici, imprenditori, esponenti del mondo culturale, scientifico e sindacale presenterà il Compendio della dottrina sociale della Chiesa. Sabato 4 ottobre il porporato rientrerà a Roma per partecipare ai lavori del Sinodo dei vescovi. (A cura di Paolo Scappucci)

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    Pubblicato il Documento finale del VI Congresso mondiale della pastorale per gli zingari

    ◊   “L’avvenire sono i giovani. Che siano Zingari o gağé, dobbiamo considerarli nella loro dignità e dare loro l’occasione di essere una risorsa per la Chiesa e la Società. I giovani zingari, pur in piena trasformazione, sono depositari di valori che dobbiamo scoprire per trarne arricchimento”: è quanto si legge nel Documento finale del VI Congresso mondiale della pastorale per gli zingari che si è svolto dall’1 al 4 settembre a Freising, in Germania. Promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Tedesca, il congresso ha radunato 150 delegati (arcivescovi, vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi/e, operatori pastorali laici e rappresentanti degli Zingari), provenienti da 26 Paesi europei, dall’America Latina e dall’Asia, che hanno approfondito il tema: “I giovani zingari nella Chiesa e nella società”. L’incontro ha voluto dare rilievo al ruolo che la giovane generazione zingara può svolgere nella promozione umana e cristiana del proprio popolo. “I giovani rappresentano ‘la speranza della Chiesa’ – scrive il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti – la speranza del mondo. Essi sono ‘profeti di speranza’ e ‘artigiani di rinnovamento’. Agire ‘per loro, ma soprattutto con loro’ significa, per la Chiesa, incoraggiarli a realizzare programmi-pilota, iniziative e progetti diretti a rafforzare la loro partecipazione all’evangelizzazione e alla promozione umana dei loro fratelli e sorelle”. Il documento sottolinea che “ancora oggi gli Zingari, tra cui i giovani, sono vittime di pregiudizi e stereotipi negativi; essi appartengono al gruppo sociale che ha minor numero di opportunità e deve affrontare problemi di discriminazione e disuguaglianza nel sistema educativo, lavorativo, dell’habitat e della salute. Secondo studi recenti, in Europa costituiscono il ‘gruppo meno desiderato come vicini’. Subiscono quindi una segregazione, in particolare territoriale. La discriminazione, la xenofobia e il razzismo sfociano a volte in atti di violenza che colpiscono, in particolare, i più deboli, i bambini, i giovani e le donne, e si ripercuotono sulle strutture sociali”. “E’ necessario che siano garantiti ai giovani sostegno, risorse e opportunità che permettano loro una vita indipendente ed autonoma e la possibilità di una piena partecipazione sociale e politica. La mancanza di accesso a servizi di base, come la protezione sociale, l’assistenza sanitaria, un ambiente di vita sano e sicuro, è un fattore che può privare i giovani della loro necessaria autonomia e, pertanto, anche di una responsabilità effettiva”. Il documento raccomanda inoltre di assicurare “l’educazione delle donne per quanto riguarda i diritti fondamentali, come pure il dialogo interculturale, l’inserimento dei giovani nella cittadinanza democratica, la coesione sociale e lo sviluppo delle politiche giovanili”; esorta la creazione “di centri, in particolare ecclesiali, che propongano possibilità di svago, studio e preparazione professionale”. “Un altro suggerimento riguarda la promozione di attività di scambio culturale tra i giovani zingari, affinché scoprano i valori del loro ambiente … Occorrerà, altresì, proporre attività di prevenzione (volontariato, associazioni, gruppi sportivi) per ‘strapparli’ all’inerzia, alla mancanza di interesse, alla droga, all’alcol, ecc. Molto importante è anche identificare e formare i responsabili (leader) nelle loro comunità. Sarà utile, infine, chiedere alle organizzazioni umanitarie e alla Caritas, di istituire, controllandoli in seguito, dei microcrediti per quelle famiglie e comunità che si mostrano maggiormente in grado di saperli utilizzare a favore della loro etnia”. Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ribadisce infine che “la Chiesa ha molto da dire ai giovani e questi, a loro volta, hanno molto da dire alla Chiesa. Questo dialogo reciproco, da condurre con grande cordialità, chiarezza e coraggio, favorirà l’incontro generazionale e gli scambi, e sarà fonte di ricchezza e giovinezza per la Chiesa e per la società civile”. (A cura di Tiziana Campisi)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Un incontro di valore particolarissimo: in prima pagina, intervista di Francesco M. Valiante all'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi, sulla visita di Benedetto XVI al presidente Giorgio Napolitano, sabato 4 al Quirinale.

    Nell'informazione internazionale, l'intervento dell'arcivescovo Silvano M. Tomasi all'incontro, a Ginevra, dell'Assemblea degli Stati membri dell'Organizzazione della Proprietà Intellettuale.

    In cultura, stralci dal volume "Sinfonia della Parola. Verso una teologia della Scrittura" di padre Frederic Manns - decano emerito dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme - presentato domani nella sede della Delegazione di Terra Santa.

    La sintesi della lectio magistralis che il cardinale Carlo Caffarra terrà domani - nella sede romana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - al congresso internazionale sul tema "Humanae vitae: attualità e profezia di un'enciclica".

    Adriano Pessina analizza il rapporto fra biopolitica e persona: una riflessione etica nell'epoca della globalizzazione.

    Un articolo di monsignor Inos Biffi sui "preamboli della fede": grazie alla divina ispirazione l'uomo non teme di confrontarsi con il soprannaturale, e può riconoscerne la storicità.

    Nell'informazione religiosa, un articolo di Marco Bellizi sulla questione morale nella crisi finanziaria statunitense: i vescovi chiedono di considerare l'impatto delle scelte economiche sulle persone attraverso una rinnovata visione del mercato.

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    Oggi in Primo Piano



    Giornata della non violenza: ma in India continuano gli attacchi contri i cristiani

    ◊   Non cessano gli attacchi contro i cristiani in India nemmeno in occasione della Giornata internazionale della non violenza, indetta per oggi dall’ONU, in ricordo della nascita di Gandhi, teorico e stratega della non violenza, ucciso da un fanatico indù il 30 gennaio 1948. A distanza di 60 anni, il Paese indiano continua ad essere attraversato dalle tensioni che, negli ultimi mesi, hanno colpito le minoranze cristiane, ma non hanno risparmiato in passato altre minoranze religiose come quella musulmana. Sulla cronaca di oggi il servizio di Benedetta Capelli:

    L’India stretta nella morsa della violenza anticristiana. Ancora una volta è lo Stato di Orissa il teatro degli attacchi: almeno 50 mila le persone rimaste senza tetto e molti sono nascosti nelle foreste esposti al rischio di fame e malattie. Non basta il coprifuoco imposto dalla polizia: ieri tre villaggi sono stati colpiti, decine le case bruciate nel distretto di Kandhamal, la zona dove il 24 agosto scorso è iniziata l’ondata di violenze contro i cristiani dopo la morte di un leader indù. Per la prima volta da oltre un mese la polizia ha arrestato alcuni membri responsabili delle distruzioni, componenti di alcune organizzazioni nazionaliste indù. Subito si è scatenata la reazione con numerosi manifestanti che si sono radunati attorno ai distretti di polizia. Per fronteggiare la situazione il governo ha deciso l’invio di dieci nuove brigate di paramilitari, un dispiegamento che però non spegne le polemiche. I cristiani hanno più volte accusato le forze dell’ordine di rimanere inattive di fronte alle violenze o di intervenire in ritardo. AsiaNews racconta della fuga degli aggressori dai villaggi mentre la polizia è presente e della morte di una suora, lo scorso 28 settembre, che aveva contratto la malaria mentre era nascosta nella foresta per sfuggire alle violenze. Oltre all’Orissa anche nel Tamil Nadu si registrano attacchi: una chiesa protestante a Coimbatore – la sesta - è stata saccheggiata da gruppi di militanti. A New Delhi è stata ricordata la nascita di Gandhi con una marcia che ha chiuso il sit in di 7 giorni organizzato dai cristiani contro le violenze. Un’iniziativa nella quale si è chiesto il rispetto delle minoranze religiose - un appello in tal senso è stato lanciato anche da Amnesty International - e la messa al bando del Bajrang Dal, la più violenta tra le organizzazioni dei fondamentalisti indù.

     
    L’India dunque nel turbine di violenze che stanno mettendo in difficoltà il governo centrale, richiamato dall’Europa a garantire i diritti umani di tutti i cittadini. Davvero la situazione è sfuggita di mano? Roberta Gisotti ne ha parlato con il prof. Michelgugliemo Torri, docente di Storia moderna e contemporanea dell’Asia all’Università di Torino, autore di “Storia dell’India” per l’editore Laterza:

    R. – In India è in corso una crisi del laicismo che non è un fenomeno recente, è un fenomeno in corso dalla fine degli anni ’80. C’è stato l’emergere e il diffondersi dell’idea che i veri indiani sono solo gli indù e quindi, essenzialmente musulmani e cristiani ma anche gli atei non siano a tutti gli effetti degli indiani. Ora ci sono diverse organizzazioni politiche - in particolare il partito del BJP (Bharatiya Janata Party - ), che è stato al potere nel periodo tra il '98 e il 2004 - che sposano questo tipo di ideologia. Ora, negli ultimi tempi, le organizzazioni extra-parlamentari che si legano a questa ideologia, hanno lanciato una campagna di persecuzioni, di attacchi violenti che hanno portato a decine di morti, contro i membri della comunità cristiana, in particolare in due Stati dell’Unione Indiana, l’Orissa e il Karnataka. E c’è stata una sostanziale complicità da parte dei governi di questi due stati e da parte delle forze di sicurezza, per cui, mentre non si è fatto nulla – o quasi nulla – nei confronti degli autori degli attacchi, si è intervenuto contro quelle organizzazioni di base che protestavano contro tali attacchi. Ecco, nonostante il fatto che i due principali leader del governo centrale e del partito al potere non siano essi stessi indù, bisogna dire che la reazione da parte del governo centrale è stata, fino a questo momento, estremamente debole.

     
    D. – Il laicismo in declino e il fondamentalismo in ascesa. Quale antidoto può mettere a riparo l’India da svolte autoritarie o anarchiche?

     
    R. – In India ci sono, come dire, degli anticorpi al lavoro, nel senso che ci sono tutta una serie di comunità di base che si battono per la tutela dei valori democratici, per la tutela delle minoranze e a favore del laicismo. In India c’è anche una stampa, in particolare quella di lingua inglese, capace di impegnarsi dal punto di vista politico. In effetti, gran parte, se non tutte le notizie che noi abbiamo sulle violenze anticristiane e le violenze antimusulmane, precedentemente, sono notizie che sono state date dalla libera stampa indiana e che sono state documentate attraverso una serie di rapporti preparati da gruppi di pace. C’è da dire, purtroppo, che i due maggiori partiti indiani, che sono il Congresso e il BJP, sono uno, il BJP, un esponente dei principi dell’induismo politico, e l’altro, il Congresso, un partito che dagli anni ’80 in avanti, è stato profondamente infiltrato da una sorta di versione “soft” dell’induismo politico.

     
    D. – Quindi uno scenario politico che desta preoccupazione?

     
    R. – Da questo punto di vista, gli osservatori internazionali, l’opinione pubblica internazionale, farebbero bene a non adagiarsi su certe immagini che tendono a presentare l’India come un Paese caratterizzato da democrazia e progresso. La realtà dell’India è molto più complessa: l’India è sì una democrazia ma è anche è un Paese caratterizzato da uno sviluppo economico dove gran parte dei guadagni dello sviluppo economico finisce nelle mani di un esiguo strato della popolazione che, secondo alcuni, coincide con il 10 per cento della popolazione urbana e con il 5 per cento della popolazione rurale. Proprio questo tipo di sviluppo distorto, produce delle tensioni molto violente all’interno della società indiana. Il rilanciare idee come quelle dell’induismo politico, l’individuare un nemico interno, un capro espiatorio individuato nelle minoranze, può essere un’utile modalità per distrarre la stessa opinione pubblica indiana da quelli che sono i problemi reali. I problemi reali, rimangono essenzialmente quelli di una sviluppo che sta arricchendo una minoranza della popolazione e sta lasciando, nella povertà, la grande maggioranza di questa stessa popolazione.

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    Sì del Senato USA al piano anticrisi di Bush

    ◊   Il presidente americano George W. Bush ha detto che, dopo il voto positivo del Senato ieri, anche la Camera deve dare luce verde al piano di salvataggio di Wall Street. ''Ne ha bisogno l'economia, il piano è essenziale alla sicurezza dei mercati'', ha detto Bush, secondo il quale, con gli emendamenti al piano approvati, repubblicani e democratici non dovrebbero più avere riserve a votare per il sì. Alla Camera, dove si rivota venerdì, avevano bocciato il piano 228 deputati contro 205 favorevoli. Ma come valutare a questo punto la crisi economica partita dagli Stati Uniti? Nell’intervista di Fausta Speranza, l’economista Mario Deaglio, docente all’Università di Torino, la paragona ad una sorta di virus:

    R. – Se noi paragoniamo questa infezione ad una infezione causata da un virus, possiamo dire che finora abbiamo dato degli antibiotici: abbiamo, cioè, iniettato dei soldi quando mancavano. Ma come succede, gli antibiotici circoscrivono, limitano i danni, ma non curano la malattia principale. Quello che il governo americano sembra voler fare è, invece, di incidere sulla sfiducia, eliminare quindi la sfiducia, perché i “titoli spazzatura” verrebbero comprati – loro dicono per un periodo temporaneo – da un ente nuovo governativo e quindi la spazzatura viene messa in frigorifero e poi quando sarà il momento, passata l’emergenza, viene gradualmente venduta e sperando di non rimetterci troppo. La cifra è grande in sé, è enorme, ma rappresenta probabilmente non più del 20 per cento dei “titoli spazzatura” che ci sono in giro. L’operazione si gioca, quindi, sulla fiducia che una mossa del genere potrebbe ingenerare nei mercati.

     
    D. – Prof. Deaglio, nella storia delle politiche economiche degli USA questa mossa come verrà registrata?

     
    R. – Da una parte, ha una certa ampiezza di visione, proprio perché per la prima volta invece di correre dietro alle singole situazioni di emergenza si affronta il problema nel suo complesso. Dall’altra parte, il modo in cui è stata presentata, il modo in cui si pensa di andare avanti sa un poco di improvvisazione e di una certa goffaggine.

     
    D. – In ogni caso è davvero la morte del liberismo?

     
    R. – Il liberismo così come era inteso in America sicuramente sì. Un pensiero economico americano, dal 1980 in poi, ha gradualmente teorizzato che i mercati devono essere lasciati soli: quindi si autocorreggono, si danno le proprie regole e i vizi privati diventano pubbliche virtù. Questa – se posso condensare in poche parole – è sostanzialmente l’essenza della filosofia che sta dietro a tutta la creazione di questo impero di carta, di questi titoli che si reggono l’uno sull’altro e che hanno, peraltro, consentito – per esempio – lo sviluppo di Internet e tante altre cose importanti. Quando il castello di carta, però, viene giù…viene giù. Non si può fare diversamente. A questo punto deve, quindi, intervenire un ombrello pubblico. Questa è sicuramente la sconfitta del mercato inteso come supremo ordinatore della vita di una società.

     
    D. – Dopo il via libera in Senato al piano di salvataggio statunitense – ricordiamo, comunque, che ci sarà il passaggio alla Camera venerdì: la reazione da parte delle Borse asiatiche è stata di scetticismo, mentre l’Europa ha dato segnali di maggiore positività. Perché?

     
    R. – Anzitutto questo piano sembra essere stato cambiato dalla sua versione originaria. Vedremo ora, quando emergerà dal Congresso nel suo complesso, quali cambiamenti siano stati inseriti. L’attuazione del piano è ancora lontana e meno incisiva di quello che si pensava all’inizio. Ecco il motivo per cui nel resto del mondo non è che ci sia un grandissimo entusiasmo e non si considera che questo sia il toccasana. Ma rimane pur sempre una medicina interessante. L’Europa è un pochino più ottimista dell’Asia, ma queste sfumature in un momento in cui si sa ancora molto poco sono del tutto normali.

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    Il sacerdote portoghese Duarte da Cunha eletto nuovo segretario del CCEE

    ◊   Il sacerdote portoghese Duarte da Cunha è il nuovo segretario generale del CCEE, il Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa. Succede a mons. Aldo Giordano nominato dal Papa inviato speciale, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa. L’elezione è avvenuta ieri sera all’unanimità durante i lavori dell’Assemblea plenaria in corso in Ungheria. Il servizio di Mimmo Muolo:

     
    Da Cunha, 40 anni, sacerdote dal 1993, resterà in carica per un quinquennio. Nel 1998 ha conseguito il dottorato in teologia con una tesi su San Tommaso d’Aquino ed è stato segretario generale del Patriarcato di Lisbona, oltre che assistente dell’ufficio per la famiglia. Ha al suo attivo anche diverse pubblicazioni e parla oltre al portoghese, l’italiano, il francese, lo spagnolo e l’inglese. Ieri i lavori sono stati incentrati sul rapporto Chiesa-mass media, con l’intervento del presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco e la presentazione di una ricerca sulla situazione continentale, dalla quale risulta ad esempio che 6 Conferenze episcopali hanno una tv di proprietà, 11 una radio, 7 un quotidiano nazionale, 12 un programma religioso in una televisione pubblica. Ciò che ancora manca è la diffusione di una mentalità nuova nell’approccio ai media, che “vanno compresi come una cultura e non solo come mezzi”, ha ricordato il cardinale Bagnasco. In sostanza “non è esagerato affermare che siamo di fronte all’ennesima rivoluzione culturale”, ha detto il porporato, i cui tratti salienti “non vanno subiti, ma vagliati e debitamente orientati”. Ecco dunque la necessità della formazione e di una “presenza discreta e autorevole”. “Non è più possibile – ha rimarcato il cardinale – che i comunicatori cristiani studino e approfondiscano per anni i contenuti della fede e poi ignorino le regole elementari della comunicazione”. Questa mattina, invece, si è parlato del rapporto con gli altri episcopati continentali. “Non lasciateci soli nel difficile compito dell’evangelizzazione”, è stato l’appello dei rappresentanti africani e latinoamericani presenti all’Assemblea. “La collaborazione della Chiesa europea è più che mai necessaria”. Ribadito, infine, il no dei vescovi all’eutanasia.

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    Ottant'anni fa nasceva l'Opus Dei

    ◊   Cercare Dio nelle attività quotidiane come lavoro, studio, famiglia, giungendo ad essere dei contemplativi in mezzo al mondo e offrendo a Dio un lavoro possibilmente fatto bene e con cuore. Con questa finalità ottant’anni fa nasceva l’Opus Dei. Il 2 ottobre 1928 il fondatore, San Josemaria Escrivà de Balaguer, durante un corso di esercizi spirituali a Madrid capì cosa il Signore gli stava chiedendo: “vide” l’“Opera di Dio”. Nel 1982 l’Opus Dei fu eretto da Giovanni Paolo II in prelatura personale e oggi conta 85mila membri effettivi; il 98% di questi è costituito da laici, uomini e donne in prevalenza sposati. Il restante 2% consta di sacerdoti. La prelatura è presente nei cinque continenti con l’obbiettivo di umanizzare le zone ricche del pianeta e di professionalizzare quelle povere. Ma quale il carisma dell’Opus Dei? Paolo Ondarza lo ha chiesto al portavoce Pippo Corigliano:

    R. – Fa scoprire ad ogni cristiano che l’appuntamento con Dio è proprio nei doveri di ogni giorno. Ad uno studente Escrivà diceva: “Il tuo appuntamento con Dio più importante è nello studio”. E ad un marito diceva: “Sai come si chiama la strada per raggiungere il Paradiso? Si chiama Anna, come tua moglie”.

     
    D. – Talvolta, il lavoro viene vissuto come antagonista rispetto a quelli che sono gli impegni familiari, si riesce poco a conciliare: o si lavora tanto o si sta in famiglia...

     
    R. – Questo è vero, ed è una battaglia difficile anche per un cuore cattolico. Quindi, l’opera è tutta una pedagogia. Insegnare ai mariti, quando stanno tornando a casa, a tenere fuori dalla porta le preoccupazioni. Quindi, è una tensione propria del mondo moderno, ma è anche questa un appuntamento con Dio. E’ uno di quegli impegni che ci uniscono a Cristo.

     
    D. – L’Opus Dei fu eretto da Giovanni Paolo II in prelatura personale. Che cosa vuol dire?

     
    R. – In termini giuridici è una figura pensata dal Concilio Vaticano II come sussidio al lavoro pastorale delle diocesi. Quindi, una specie di diocesi senza territorio, cui si può aderire personalmente e il cui fine è proprio corroborare la fede dei fedeli, restando questi fedeli della propria diocesi territoriale.

     
    D. – In 80 anni di attività, qual è stato l’influsso dell’Opus Dei nella società contemporanea?

     
    R. – Naturalmente, il primo influsso è stato quello di aumentare la fede. L’influsso dell’Opera è stato quello di umanizzare l’Occidente sviluppato, che ha un po’ perso il suo cuore e allora insegnare di nuovo il senso dell’amicizia, la fedeltà all’amore coniugale, la lealtà nei rapporti professionali, la correttezza e, nello stesso tempo, poi, aiutare le popolazioni del sud del mondo a professionalizzarsi di più. Per esempio, un contadino guatemalteco diceva: “Prima di conoscere l’Opus Dei i soldi non mi bastavano, adesso invece ho nove figli e i soldi mi bastano e mi avanzano, perchè con la virtù dell’ordine ho imparato ad organizzarmi”. Fra l’altro, a livello collettivo, si sono organizzate tante scuole professionali, sia nel sud del mondo che nel sud delle nostre città.

     
    D. – Recentemente l’Opus Dei è stato al centro di polemiche suscitate dalla grande macchina commerciale del Codice da Vinci, prima il libro, poi il film. Ma le conseguenze della campagna denigratoria non sono state poi così catastrofiche, anzi...

     
    R. – Anzi, da un certo punto di vista, scherzando, si può dire che sia stata una mano santa, perchè i mezzi di comunicazione laici hanno sempre dimostrato un’insensibilità verso i veri fini dell’Opera, inventandosi molte volte altri fini che non le sono per niente propri: cose che riguardano l’economia o il potere. Invece, il Codice da Vinci, con le sue cose abnormi ha aumentato l’interesse dei media su cosa siamo veramente. Quindi, da questo punto di vista siamo stati contenti.

     
    D. – Ma perché e come rispondere a questi pregiudizi?

     
    R. – Guardi, una volta Giovanni Paolo II disse a Madre Teresa: “Tutti parlano bene di Madre Teresa e parlano male del Papa e dell’Opus Dei. Come mai?” E allora Madre Teresa rispose: “Perché il demonio sa bene dove colpire”, nel senso che la nostra civiltà attuale mentre accetta che i cattolici si adoperino per i malati, giustamente, e facciano opere di carità di questo tipo, tollera invece a malapena che ci siano dei cattolici nella società civile. Secoli di laicismo hanno lasciato questo pregiudizio.

     
    D. – Il fatto di essere presente nella società civile, nelle attività quotidiane da 80 anni, rende l’Opus Dei sempre giovane. Oggi che cosa dice all’uomo e alla donna?

     
    R. – Apre il cuore alla speranza, non soltanto all’amore di Dio che è la cosa fondamentale della vita, ma anche alle realtà umane più normali che non sono mai completamente profane, perché sono sempre create da Dio: e quindi ci dice che anche lì si può trovare Dio, sono tutti regali di Dio, occasioni di ringraziamento.

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    La Chiesa celebra la memoria degli Angeli Custodi: la riflessione del teologo Salvatore Vitiello

    ◊   La Chiesa celebra oggi la festa dei Santi Angeli Custodi. “L’invisibile presenza di questi Spiriti beati – ha detto il Papa, lunedì scorso - ci è di grande aiuto e conforto: essi camminano al nostro fianco e ci proteggono in ogni circostanza, ci difendono dai pericoli e ad essi possiamo ricorrere in ogni momento”. Per una riflessione sul ruolo degli Angeli Custodi nella vita di un cristiano, Alessandro Gisotti ha intervistato don Salvatore Vitiello, docente di Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma:

    R. – Ogni domenica, quando come cristiani noi recitiamo il “Credo”, diciamo: “Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore delle cose visibili ed invisibili”. Fa parte del patrimonio della fede cattolica, credere che Dio abbia creato tutto ciò che è visibile ma fa parte anche di questo deposito, credere che Dio abbia creato cose invisibili, cioè delle creature che non sono visibili ma che sono creature, esattamente come siamo noi. Queste creatura hanno però un ruolo diverso nel piano della Salvezza. Gli angeli sono da interpretare come vere e proprie creature volute da Dio con una funzione diversa da quella dell’uomo, che assistono l’uomo nel suo percorso verso la Salvezza.

     
    D. – Si è portati a pensare che gli Angeli Custodi appartengano all’infanzia, alla dolcezza dei bambini. In realtà gli angeli ci accompagnano in tutta la vita terrena…

     
    R. – Questo legame con l’infanzia è determinato dalla pagina del Vangelo in cui Gesù, rispondendo alla domanda degli apostoli: “Chi è primo nel Regno dei Cieli?”, pone un bambino davanti a sé e dice “Se non tornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Poi aggiunge: “I loro Angeli vedono il Padre mio costantemente”. Quindi il legame con l’infanzia ha una radice evangelica, proprio perché richiama questo senso di purezza e di trasparenza rispetto al modo, a volte un po’ distorto, che gli Apostoli stessi hanno di interpretare il primato, chi è primo nel Regno dei Cieli.

     
    D. – “Molti Santi - ha detto il Papa - intrattenevano con gli angeli un rapporto di vera amicizia”. Oggi, sembra che la società quasi rifiuti la ricerca di questa amicizia, di queste presenze invisibili, oppure, ancor peggio, le banalizza…

     
    R. – Ci sono diversi fenomeni da questo punto di vista. C’è la totale dimenticanza di queste creature spirituali che Dio ha voluto nella società, talvolta perfino nella catechesi o nella predicazione. Questo è un grave errore, bisogna ricordare che esistono. D’altro canto, c’è, mi pare di vedere nel “New Age”, una grande scoperta di queste figure perché sono figure totalmente spiritualizzabili che quindi permettono di saltare, dal punto di vista teologico, la domanda sulla vera identità di Dio e l’Incarnazione del Verbo che è il punto centrale della fede cattolica. Tutto questo proliferare di calendari, di immagini con angeli, ecc., dietro ha questa fuga nello spiritualistico che non è sicuramente legato o riconducibile al mondo cattolico. Noi dobbiamo dire che certamente quella degli Angeli Custodi non è una verità centrale della fede cattolica, ma è una verità di fede. Dunque va accolta con semplicità ponendosi il problema pastoralmente, come parlarne senza banalizzarlo e senza ridurre l’atto di fede, nell’esistenza degli angeli, ad una mera teoria.

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    Chiesa e Società



    Appello di Medici senza Frontiere a intensificare la lotta contro la malaria

    ◊   Nell’ultimo rapporto di Medici senza Frontiere, l’organizzazione ha illustrato il lavoro svolto in Sierra Leone, Ciad e Mali, dimostrando come migliaia di persone potrebbero essere salvate dalla malaria attraverso cure semplici. Il direttore di MSF Italia Kostas Moschochoritis ha affermato che sono disponibili più fondi per combattere la malattia, “i nuovi e più efficaci farmaci cominciano ad arrivare sugli scaffali dei centri sanitari dei Paesi in via di sviluppo, e che esistono test diagnostici rapidi che possono confermare la diagnosi in quindici minuti”. Allo stesso tempo però lancia l’allarme per la mancanza di trattamenti adeguati soprattutto nei riguardi dei bambini. Come scrive il Sir, in gran parte dell'Africa sub-sahariana, la gente non si reca nelle strutture sanitarie perché troppo costose o troppo lontane. In Sierra Leone, ad esempio, solo il 12% dei bambini, sospettati di aver contratto la malaria, riceve un trattamento efficace dai servizi sanitari. Una seconda barriera, sottolinea MSF, è così rappresentata dal carattere geografico della zona; alcune comunità rurali infatti sono molto lontane dalle strutture sanitarie e rimangono isolate durante la stagione delle piogge. In Mali, unendo l’accesso gratuito alle cure a livello centrale al servizio offerto nelle comunità geograficamente isolate, il progetto di MSF è riuscito a triplicare il numero dei casi di malaria trattati nel corso di un anno. (B.C.)

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    Incontro Unione Europa-Africa su crisi finanziaria mondiale e migrazioni

    ◊   Migrazioni, crisi finanziaria e situazione sudanese: questi gli argomenti in agenda per il 4° incontro tra rappresentanti delle Commissioni di Unione Europea (Ue) e Unione Africa (UA) riunitosi questa mattina a Bruxelles. Durante l’incontro – a cui partecipa anche il segretario generale della Commissione UA Jean Ping – i rappresentanti delle due organizzazioni discuteranno delle misure da prendere per arginare la crisi finanziaria mondiale e gli effetti che essa rischia di avere sui mercati emergenti. “Anche se l’attenzione dei media è focalizzata sull’allarme per salvare il sistema finanziario – ha detto il presidente della Commissione Ue Manuel Barroso – non bisogna dimenticare che la cosa più importante è salvare gli esseri umani”. Con la crisi economica in atto nel mondo – ha aggiunto Barroso – “gli aiuti ai paesi in via di sviluppo non possono assolutamente venire a mancare”. Sul tavolo dei rappresentanti, anche il nuovo Patto europeo sulle migrazioni, che l’Unione Europea discuterà il prossimo 15 ottobre e relativo alla legislazione in materia di migranti. Infine, fonti diplomatiche riprese dall'agenzia Misna, riferiscono che la delegazione africana rinnoverà la richiesta di sospendere le procedure penali profilate dalla Corte penale internazionale (Cpi) contro il presidente sudanese Omar Hassan al Beshir per presunti “crimini di guerra e genocidio” commessi in Darfur. Proprio oggi, una commissione di giudici dell’Aja si è riunita a porte chiuse per decidere riguardo la richiesta formulata dal procuratore Luis moreno Ocampo di spiccare un mandato di cattura contro il presidente sudanese. (R.P.)

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    La natura umana al centro di un convegno internazionale promosso dall’Università di Trieste

    ◊   Si sono aperti questa mattina, presso l’aula magna del Gorizia Campus, sede distaccata dell’Università di Trieste, i lavori del Convegno internazionale “Human Beings: Philosophical, Theological and Scientific Perspectives”, promosso da Sophia Europa e dal Xavier Tilliette International Institute (un progetto finanziato dalla John Templeton Foundation). In che cosa consiste la natura umana? Che cosa ci distingue dagli altri esseri viventi, rendendoci creature uniche? Sono queste le domande alle quali rispondono gli intellettuali e gli esperti dei diversi campi del sapere, con un unico obiettivo: quello di realizzare una proficua interazione tra discipline filosofiche, scientifiche e tecnologiche. E’ ancora possibile parlare di natura umana e della sua specificità? “Nonostante gli sviluppi tecnologici (in particolare le biotecnologie) e le somiglianze tra animali ed esseri umani dal punto di vista della genetica e della biologia cellulare, la specificità dell’uomo si fa manifesta nel suo linguaggio, nella sua inclinazione alla totalità dell’essere e nella sua ricerca di riconoscimento presso gli altri” ha detto Angelo Campodonico dell’Università di Genova. Ciò che è peculiare alla nostra specie, per Anthony Kenny filosofo di Oxford, “è la capacità di pensare e di comportarsi secondo complicate e simboliche tipologie che costituiscono le attività linguistiche, sociali, morali, economiche, scientifiche e culturali. La mente, secondo Kelly “è una capacità, non un’attività: è la capacità di acquisire funzioni intellettuali delle quali la più importante è la padronanza del linguaggio”. “La volontà” continua il pensatore di Oxford “in contrasto con il desiderio animale, è la capacità di perseguire fini che soltanto coloro che usano il linguaggio possono formulare”. Secondo Miklos Vetö dell’Accademia ungherese delle scienze, “l’uomo è un essere unico. Io devo rispondere ‘eccomi’ ”. “L’eccomi” secondo Vetö “è pronunciato a partire dal momento in cui mi trovo nella mia storia, viene enunciato in virtù della libertà che io sono, secondo il modo in cui vivo e capisco di accogliere il bene e rifiutare il male”. Il confronto andrà avanti fino a domenica prossima, giorno in cui verranno presentati gli atti conclusivi. (A cura di Davide Dionisi)

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    La Sicilia guarda allo sviluppo dell’Africa. Se ne discute in un forum a Taormina

    ◊   “Lo sviluppo dell'Africa: un’opportunità per l'Europa, l'Italia e la Sicilia”. E’ questo il tema del forum che si apre oggi a Taormina con l’obiettivo di esplorare nuove possibili relazioni strategiche ed economiche tra Africa ed Europa e favorire l'avvio di concrete iniziative di business in grado di coinvolgere player di entrambi i Continenti. Il forum, promosso dalla Fondazione Banco di Sicilia e realizzato da The European House-Ambrosetti, mira a diventare un appuntamento annuale fisso per la Sicilia. Per lungo tempo l'Africa è stata dimenticata dalla business community internazionale. Oggi, ne sono convinti gli organizzatori del Forum di Taormina, sarebbe un errore non cogliere i suoi evidenti segnali di ripresa e le opportunità economiche che si manifestano non solo nei Paesi del Maghreb o in Sudafrica ma anche, ad esempio, nell'area sub-sahariana. Cina, Stati Uniti, India e Giappone lo stanno già facendo. L'Italia e l'Europa devono tenere il passo. In quest’ottica, oggi e domani, saranno illustrate tre iniziative imprenditoriali nei settori del turismo culturale, della formazione e della telemedicina volte a favorire l'Africa, l'Italia e l'Europa, con un ruolo strategico per la Sicilia. Il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi, nel suo intervento stamattina ha denunciato “il traffico di armi che avvolge e stravolge ogni politica sostenibile nel continente africano, legato a interessi, spesso distorti e poco trasparenti, di gruppi industriali, anche italiani”. Questi gruppi, ha spiegato Puglisi, finiscono “con l'intrecciare e l’intercettare rotte di altri traffici sicuramente illeciti, come quello della droga, gestiti dalla criminalità organizzata mafiosa e affine, che, dall'Africa all'Afghanistan, dall'America all'Europa dell'Est, affliggono uomini di buona volontà e travolgono politiche sane e civiltà secolari”. “La Cina - ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello intervenendo al Forum - ha adottato una strategia importante in Africa con interventi sul sistema dell'agricoltura, delle infrastrutture, della formazione e della Sanità. Il rischio è che il continente africano nei prossimi anni diventi il terreno di confronto di due potenze, la Cina e gli Usa e l'Europa abbia un ruolo marginale”. (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    L’Arabia Saudita propone un vertice mondiale per il dialogo tra le religioni

    ◊   Nel suo discorso durante la 63ma sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, a New York, il principe Saud Al-Faysal, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, ha rivolto un appello a nome del sovrano re Abdullah per la convocazione di un incontro mondiale che favorisca il dialogo tra i popoli e le religioni. L’iniziativa si è sviluppata sulla scia della prima visita storica in Vaticano di un sovrano saudita il 6 ottobre 2007. All’incontro tra Benedetto XVI e re Abdallah, è seguito dal 4 al 6 giungo scorsi un summit islamico mondiale alla Mecca, una specie di concilio in cui musulmani sunniti e sciiti concordavano sulla necessità di avviare un dialogo interreligioso con cristiani ed ebrei. Infine, dal 16 al 18 luglio, si è tenuta la Conferenza interreligiosa di Madrid cui hanno partecipato rappresentanti cristiani, tra cui il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, cardinal Jean-Louis Tauran, musulmani, ebrei, buddisti. Infine, va ricordato che il segretario generale dell’ONU, Ban Ki Moon, si era recato in visita a Riyad all’inizio del 2008 su invito di re Abdallah, presumibilmente per informarlo dell’intenzione di coinvolgere le Nazioni Unite nell’iniziativa di una conferenza mondiale per il dialogo tra i popoli e le fedi. (S.G)

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    La marcia dei bambini in Sri Lanka dedicata alla convivenza pacifica

    ◊   Sono state numerose le iniziative che si sono svolte ieri in Sri Lanka per la Giornata internazionale per i bambini dedicata "all’armonia” e “alla convivenza pacifica” fra le diverse etnie presenti nel Paese. Per l’occasione, come riporta Asianews, la Chiesa cattolica cingalese ha organizzato una speciale “Marcia della pace”, alla quale si è unita una delegazione internazionale comprendente cento ragazzi buddisti thailandesi facenti parte di una banda musicale. Il gruppo, insignito di varie onorificenze e atteso da diversi concerti nel Paese, è stato invitato da padre Anthony Humer Pinto dell’ordine dei salesiani di Don Bosco che hanno anche organizzato incontri vocazionali e animazioni missionarie. A favorire l’iniziativa anche il Dipartimento governativo che si occupa della tutela dei minori. (B.C.)

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    Il fenomeno delle bande giovanili in Messico e America Centrale. I vescovi lanciano l’allarme

    ◊   In Honduras, dal 22 al 26 settembre, rappresentanti delle Commissioni episcopali per la pastorale sociale e delle Caritas nazionali di tutti i Paesi dell’America Centrale e del Messico si sono riuniti per riflettere, con l’aiuto di diversi esperti, sul grave fenomeno delle bande giovanili, cosiddette “pandillas” o “maras” che usano sistematicamente la violenza per imporre il loro controllo sul territorio e nella gestione delle attività illecite. All’incontro erano presenti rappresentanti del Guatemala, Honduras, Nicaragua, El Salvador, Costa Rica, Panama e Messico. “La realtà di queste bande, grandi e piccole”, che coinvolgono migliaia di giovani e adolescenti sia maschi che femmine “fa parte – si legge nella dichiarazione conclusiva della riunione - del contesto sociale che i vescovi latinoamericani e caraibici ad Aparecida hanno definito come opaca e complessa”, espressione anche della crisi della famiglia. Infatti, alle bande giovanili spesso si avvicinano giovani e giovanissimi “poiché in questi gruppi trovano ciò che non offre loro la propria famiglia, né la scuola e neanche la pastorale giovanile. Buona parte di questi si sentono esclusi socialmente”. L’analisi dei fattori sociali, politici, economici e culturali che condizionano la loro vita sembrerebbe confermare quest’emarginazione. “Va però tenuto conto, aggiunge il documento di Honduras, che ci sono anche le storie personali, non meno importanti; storie che rivelano fattori individuali di grande fragilità psicologica in cui l’equazione del singolo è determinante”. Molti giovani - pur vivendo realtà quasi identiche a quelli che credono di “risolvere il problema della propria vita entrando a far parte di questi gruppi violenti” - non entrano nelle bande e riescono a superare con successo numerose difficoltà. I partecipanti all’incontro denunciano anche con forza che le politiche repressive contro il “pandillerismo” (le scorreria metropolitane di queste bande), tradottesi nel linguaggio politico in “tolleranza zero”, “mano di ferro”, “leggi anti-maras”, si sono dimostrate inefficaci e inutili; anzi hanno aggiunto al dolore di un figlio smarrito la tragedia di vedere la sua vita spezzata perché vittima del “grilletto facile” o perché spinto a fuggire nell’illegalità assoluta. “Oggi, sottolinea la dichiarazione, le bande si sono irrobustite e i suoi appartenenti sono sempre un numero crescente , nel frattempo, si sono create rotture nella necessaria politica di avvicinamento a queste persone” al punto tale che “la società e i governi sembrano molto lontani” dal problema. “Scommettere sulla repressione, conclude il documento, e non sulle politiche che garantiscono i diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza come l’educazione, l’alloggio decente, le opportunità per uno sviluppo integrale, non fa altro che aggravare il problema. Il fenomeno delle bande giovanile ha le sue radici ultime nelle strutture ingiuste delle nostre società che attaccano per primo i più deboli: bambini e bambine, adolescenti e giovani”.(L.B.)

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    In Colombia aumenta il numero degli sfollati per il conflitto interno

    ◊   Nei primi sei mesi dell’anno, il numero degli sfollati per il conflitto interno in Colombia, i cosiddetti “desplazados”, ha superato la cifra di 270 mila, il 41% in più rispetto allo scorso anno. Si tratta del numero più alto, si legge sull’agenzia Misna, dal 1985. “E’ chiaro – ha sottolineato Jorge Rojas, direttore di una Ong che lavora per i diritti umani - che l’esodo continuo resta un’espressione grave, critica, sostenuta e prolungata di una crisi umanitaria che il Paese non riesce ancora a superare”. Le cause vanno ricercate nel riarmo degli squadroni paramilitari di estrema destra, la contro-offensiva tentata dalla guerriglia di fronte all’avanzare delle forze governative e il timore dei civili di essere reclutati a forza dai gruppi armati. La geografia dello spostamento forzato si estende a quasi tutto il territorio nazionale ma è particolarmente grave la situazione nei dipartimenti di Antioquia, nel nord della Colombia, e a Bogotá. (B.C.)

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    Filippine: il vescovo di Bayombong chiede maggiore sicurezza per i minatori

    ◊   Maggiore sicurezza per i minatori e più attenzione all’ambiente: è quanto chiede il vescovo filippino di Bayombong, mons. Ramon Villena. L’appello del presule arriva a poco più di una settimana dall’incidente avvenuto in un giacimento minerario dell’Isola di Luzon, dove il 22 settembre quattordici minatori sono rimasti intrappolati in una galleria sotterranea. La struttura, infatti, ha ceduto a causa delle piogge incessanti provocate dal tifone Haguipit. In particolare, il presule si è rivolto sia alle compagnie minerarie che al governo, chiedendo ad entrambi di porre lo sviluppo dell’ambiente e della popolazione tra le loro priorità. “Per le compagnie di estrazione – ha ribadito mons. Villana – conta uno sviluppo centrato sull’ambiente e sulle persone. Quando esso, invece, guarda al lato economico, allora diventa causa di distruzione”. Quindi, il presule ha invitato le istituzioni pubbliche e le aziende private “ad essere molto severe e, se possibile, a non distrarsi mai su queste questioni, evitando di lasciarsi corrompere nel rilasciare i permessi di estrazione”. (I.P.)

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    Nobel alternativo: premiati quanti offrono una risposta alle sfide di oggi

    ◊   Il premio Right Livelihood (guadagnarsi da vivere nel modo giusto) conosciuto come “Nobel alternativo” è nato nel 1980 grazie al filantropo Jakob von Uexkull con lo scopo di “onorare e sostenere quelli che in modo pratico offrono risposte esemplari alle più urgenti sfide di oggi”. Per quest’anno, come riporta l’agenzia Misna, sono stati messi a disposizione 210 mila euro per ogni vincitore che saranno consegnati durante la cerimonia di premiazione, l'8 dicembre a Stoccolma. Cinque gli ambiti nei quali i vincitori si sono distinti: il diritto alla terra, la pace e la partecipazione politica, la lotta alle violenze contro le donne e l’impegno per un’informazione libera e democratica. Tra i premiati, scelti tra 91 candidati segnalati provenienti da 44 nazioni, c’è una coppia indiana che da anni lavora per il diritto alla terra dei dalit, "i fuori casta", e dei poveri, contro gli abusi dei latifondisti e delle compagnie multinazionali. Un riconoscimento è andato ad una donna somala che ha sostenuto “a rischio della vita la partecipazione femminile nella pace e la riconciliazione” del Paese africano, fondando un’associazione per mobilizzare le donne a promuovere il dialogo tra i clan tradizionali. Premiata anche la ginecologa tedesca Monika Hauser, fondatrice di Medica Mondiale, organizzazione medico-sociale dedicata all’aiuto di donne e ragazze vittime della violenza sessuale nelle zone di guerra di tutto il mondo, con attività anche in Afghanistan e nella Repubblica Democratica del Congo. Infine il lavoro della giornalista americana Ami Goodman, conduttrice del programma radiofonico e televisivo ‘Democracy Now’, è stato ugualmente riconosciuto per “aver sviluppato un modello di giornalismo politico indipendente che porta a milioni di persone voci alternative spesso escluse dai grandi media”.(B.C.)

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    Hong Kong: celebrati i 50 anni dell’Associazione Cattolica dei Laici

    ◊   “Il mondo di oggi ha bisogno con urgenza dell’evangelizzazione. I cattolici laici devono assumere la responsabilità evangelizzatrice. Quindi, quando arriva la chiamata, rispondi e parti per la missione!”. Mons. John Tong, coadiutore della diocesi di Hong Kong, ha così incoraggiato l’Associazione cattolica dei Laici durante la solenne celebrazione per il 50° anniversario di fondazione. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), mons. John Tong è partito dalla Christifideles Laici, l’Esortazione Apostolica di Papa Giovanni Paolo II, per sottolineare la missione dei laici: evangelizzazione, collaborazione alla parrocchia, ai sacerdoti, solidarietà, azione caritativa, catechismo e servizi vari. Anche il direttore spirituale dell’Associazione, don Liu De Guang, ha detto che: “dopo 50 anni di servizio, dobbiamo promuovere ulteriormente la collaborazione tra i cattolici e le parrocchie. I laici devono essere molto attivi nella vita della Chiesa. Dobbiamo far sapere ai laici che l’Associazione appartiene a tutti i cattolici laici”. Nell’ambito dei festeggiamenti per il 50°, anche alcuni laici hanno condiviso la propria esperienza: “abbiamo svolto il ruolo di coordinamento. Tante volte le parrocchie non sono in grado di gestire il grande impegno dell’evangelizzazione. Allora tocca a noi. Possiamo coordinare tutte le parrocchie e fare qualcosa insieme, come stiamo facendo adesso”. Infatti nei giorni precedenti hanno già organizzato un incontro con la Legio Mariae e con le rispettive parrocchie per rilanciare l’Evangelizzazione alla luce della Christifideles Laici. (R.P.)

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    A Montevideo il primo congresso nazionale delle Acli uruguayane

    ◊   Domani si apre la stagione congressuale delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) in America Latina. A Montevideo, presso l'Istituto Italiano di Cultura, si svolgerà il primo congresso nazionale delle Acli uruguayane, presenti nel Paese da quasi 30 anni. L'appuntamento, che porterà all'elezione del presidente e dei nuovi organi dirigenti, sarà accompagnato da una serie di incontri e iniziative che avranno a tema sviluppo locale e sviluppo associativo. Due aspetti che le Acli Uruguayane ritengono indissolubilmente legati. Oggi, a Montevideo, presso la Facoltà di scienze sociali dell'Università della Repubblica, si terrà il seminario "Le Acli in Uruguay promotrici di sviluppo locale. La progettazione dello sviluppo e della coesione sociale", dedicato al confronto e alla collaborazione tra il mondo accademico uruguayano, quello italiano, il mondo della formazione e dell'associazionismo. Verrà presentato per l'occasione il progetto ALFES (Alta formazione per lo sviluppo dell'economia sociale), che ha consentito a 10 giovani italiani residenti in Uruguay, di frequentare in Italia un master in "Costruzione e gestione dei progetti nel sociale" (Social project manager). Grazie al partenariato composto da Enaip (l'Ente nazionale delle Acli per l'istruzione professionale), Lumsa (la Libera Università Maria Santissima Assunta), Acli uruguayane, con il supporto esterno dell'Università Statale della Repubblica di Montevideo. Venerdì, invece, il via all'assemblea congressuale delle Acli uruguayane presso l'Istituto Italiano di Cultura.  A seguire, nel pomeriggio, la tavola rotonda "Reti sociali e sviluppo associativo delle Acli in Uruguay", con il console generale d'Italia in Uruguay Gaia Lucilla Danese. (A.M.)

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    L’Azione Mondiale dei Parlamentari e dei Governanti per la Vita apre un sito web

    ◊   L’Azione Mondiale dei Parlamentari e dei Governanti per la Vita ha aperto un sito web che vuole essere un punto di incontro, di comunicazione e di informazione. Il nuovo sito: parlamentariosygobernantesporlavida.org, riconosce che “Internet è un mezzo poderoso di comunicazione globale, ed essendo la difesa della vita - dal momento del concepimento e fino al suo termine naturale - ugualmente un obiettivo universale, abbiamo occupato uno spazio nella rete per diffondere e condividere le distinte attività portate avanti da Parlamentari e Governanti di tutto il mondo, di differenti credi e partiti politici, che porteranno aria nuova alla cittadinanza mondiale, uniti dietro a questo scopo che trascende qualunque differenza umana, la difesa della vita”. L’Azione dei Parlamentari e dei Governanti per la Vita - riferisce l'agenzia Fides - è stata fondata il 10 novembre 2007 con i “Verbali di Santiago”, un documento che raccoglie i loro principi in difesa della vita umana. È presieduta dalla senatrice argentina Liliana Negre, con le vicepresidenze di Fabiola Morali (congressista del Perù), Nelly Jerez (deputata del Honduras), Angelo Pintado (deputato per Huesca in Spagna), Carlos Abascal (ex Ministro dell’Interno del Messico), Carlos Olivares (deputato del Cile) e José Ribeiro e Castro (eurodeputato portoghese). Questa associazione è responsabile del Libro della Vita che è stato già firmato in diversi Parlamenti del continente americano. Nel giugno scorso, i Parlamentari per la Vita hanno avuto un grande incontro per costituire la loro sezione messicana nel Paese centroamericano.Tra la classe politica latino-americana si sta diffondendo la coscienza della difesa della vita dei bambini e delle madri in opposizione alla “cultura della morte” provocata dall’aborto. (R.P.)

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    Nasce il nuovo portale del PIME: “www.missione online.org”

    ◊   L’obiettivo è di promuovere l’informazione e la cultura missionaria. Così è nato il nuovo sito internet: www.missione online.org, curato dalla redazione di Mondo e Missione, il mensile del PIME, Pontificio Istituto Missioni Estere. Nell’intento dei realizzatori, come riporta Avvenire, c’è la voglia di creare uno strumento in grado di fondere lo spirito della missione e internet. Non è dunque una semplice riproposizione della rivista sul web ma vuole anche richiamare materiali di altre testate, indirizzi web e realtà ecclesiali a vantaggio dell’efficacia del messaggio. Il sito ha a disposizione anche uno spazio blog: già attivi quelli di padre Franco Cagnasso, missionario in Bangladesh, e padre Piero Gheddo, missionario che ha viaggiato in tutto il mondo, scrittore e giornalista. Presente all’interno del sito anche una sezione chiamata: “Pronti per l’uso” pensata per offrire materiale a insegnanti e operatori pastorali. Una nuova proposta che tende a raccontare pure l’attualità a partire da testimonianze e storie come nel caso di suor Eugenia Bonetti, da anni in soccorso delle vittime della tratta, che bene si inserisce nel dibattito italiano sulla prostituzione. Oppure sulle violenze contro i cristiani in India c’è una sezione appositamente dedicata al tema.(B.C.)

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    A metà ottobre la presentazione del rapporto Caritas-Fondazione Zancan sulla povertà

    ◊   Attesa per la pubblicazione dell’ottavo rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia curato da Caritas italiana e Fondazione Zancan, che sarà presentato il 15 ottobre a Roma. “Ripartire dai poveri” è il titolo della pubblicazione che esce a ridosso della Giornata mondiale di lotta alla povertà fissata per il 17 ottobre. Secondo quanto riporta il Sir, al centro c'è la strategia messa in campo dopo l’ultimo rapporto che aveva per titolo: “Rassegnarsi alla povertà?”; un’analisi, dunque, del sistema italiano di welfare e l’individuazione di alcuni strumenti per costruire un nuovo e concreto approccio al problema della povertà. “I nodi da sciogliere sono molti – anticipano i curatori - in un sistema che continua a privilegiare i trasferimenti monetari rispetto all’offerta di servizi” e che presenta anche “un uso inefficiente delle risorse con disuguaglianze sempre crescenti”. Necessario quindi mettere al centro degli interventi il sostegno alle persone fragili. “Offrire risposte adeguate senza aumentare la spesa complessiva per la protezione sociale – ribadiscono - è una sfida possibile, se i centri di responsabilità istituzionali e sociali sapranno collaborare”. (B.C.)

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    San Francesco: domani il Veneto in pellegrinaggio ad Assisi

    ◊   Inizia domani il pellegrinaggio del Veneto ad Assisi per offrire, a nome dell’intera nazione, l’olio per la “lampada votiva dei Comuni d’Italia” che arde tutto l’anno sulla tomba di S. Francesco, patrono del nostro Paese. “Un evento - spiega una nota del Patriarcato di Venezia ripresa dall'agenzia Sir - che coinvolge in modo ufficiale, ogni anno, le comunità civili ed ecclesiali di una regione del nostro Paese e che quest’anno riguarda il Veneto”. Autorità civili di Regione, Province e Comuni, vescovi e numerosi gruppi di fedeli si ritroveranno nella cittadina umbra. Domani sera nella basilica S. Maria degli Angeli si terrà la solenne commemorazione del Transito di San Francesco. Sabato, alle 9 – con diretta televisiva su Rai Uno -, nella basilica superiore di San Francesco si svolgerà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal patriarca di Venezia card. Angelo Scola. Prima del “Gloria” il sindaco di Venezia Massimo Cacciari riaccenderà la Lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dal Veneto. I vescovi del Veneto, “Il pellegrinaggio delle genti venete ad Assisi, diventa un’occasione favorevole per riscoprire i valori alti del vivere insieme, illuminati dalla luce del Vangelo che San Francesco ha abbracciato come unica regola di vita”, hanno scritto i vescovi della regione nel messaggio redatto per l’evento. (R.P.)

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    A Roma una serata per conoscere meglio san Francesco d'Assisi nella Basilica dell'Aracoeli

    ◊   L’inizio dell'VIII centenario della fondazione dei Frati Minori vedrà domani un momento significativo a Roma, presso la Basilica di S. Maria in Aracoeli. Alle ore 18,00, infatti, monsignor Giuseppe Betori, ex segretario della Conferenza episcopale italiana e attuale arcivescovo di Firenze, commenterà alcuni scritti del santo. Al termine verrà celebrato il Transito di Francesco d'Assisi, ossia la memoria della sua morte; in tale occasione il sindaco di Roma, l’on. Gianni Alemanno, a nome del Comune di Roma, offrirà il calice votivo al Patrono d’Italia. Inoltre verrà presentato il volume dal titolo “Francesco a Roma dal signor Papa” che raccoglie gli Atti del VI Convegno storico, tenutosi a Greccio dal 9 al 10 maggio scorso, a cura di Alvaro Cacciotti e Maria Melli. Il volume prende in esame uno dei passaggi capitali della storia dell’Ordine dei Frati minori, ovvero il viaggio di Francesco e dei suoi primi compagni a Roma e l’incontro con Papa Innocenzo III che confermò la “forma di vita” e le intenzioni evangeliche dei penitenti di Assisi. Questo evento, ricordato dallo stesso Francesco, dà inizio a quella che da sempre le famiglie francescane considerano la nascita dell’Ordine dei Frati minori. La serata organizzata alla basilica di Santa Maria in Aracoeli - riferisce l'agenzia Zenit - offrirà l'opportunità di approfondire la figura di san Francesco che lungo il corso dei secoli ha subito diverse letture, a volte persino contrapposte. Uno dei temi più dibattuti negli ultimi decenni è stato, per esempio, il rapporto tra san Francesco e la Chiesa, in modo particolare il papato. (R.P.)

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    Presentata presso la nostra emittente la “Guida essenziale alla Sacra Bibbia” di mons. Principe

    ◊   L’intenzione della Sacra Scrittura è quella di insegnarci non “come va il Cielo”, ma “come si va in Cielo”: parafrasando Galileo Galilei, citato alla fine del volume, si potrebbe dire che è questo lo scopo primario del libro “Guida essenziale alla Sacra Bibbia”, scritto da mons. Pietro Principe e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. A presentare il testo, ieri pomeriggio presso la nostra emittente, sono stati, tra gli altri, mons. Nicola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi, e don Mario Cimosa, biblista dell’Università Pontificia Salesiana. In sole 64 pagine, il volume offre un “codice” di lettura per accostarsi al “Libro dei Libri”, attraverso parole-chiave, schemi sintetici e riquadri di approfondimento su alcuni temi scelti, come la Lectio Divina o i siti Internet dedicati allo stesso argomento. In ogni pagina, inoltre, campeggia una riproduzione celebre di episodi biblici, come “L’ultima cena” di Leonardo o “Il Giudizio Universale” di Michelangelo, raffigurato in quarta di copertina. “Questo libro è pensato per le madri di famiglia e i ragazzi di strada – ha detto mons. Principe – ossia per tutti coloro che hanno bisogno di un orientamento per accostarsi alla Bibbia. Spero, così, che il popolo di Dio possa imparare a gustare questo tesoro”. “Nelle Sacre Scritture – ha sottolineato don Cimosa – Dio continua a parlare all’uomo ancora oggi. La Bibbia è una sorta di “biblioteca” che ormai sta raggiungendo traduzioni in 3mila lingue”. La pubblicazione del volume di mons. Principe arriva, tra l’altro, a ridosso dell’apertura della XII Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, su: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. “Il Sinodo – ha ricordato mons. Eterovic - è rivolto alla diffusione della Bibbia e al rinnovamento della Chiesa che ascolta la Parola e cerca di metterla in pratica. Tale rinnovamento non potrà non avere importanti influssi anche a livello sociale". (I.P.)

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    Domani l’apertura a Roma della mostra: “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”

    ◊   “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova” è il titolo della mostra che si apre domani mattina presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma. L’allestimento è promosso dal servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per il progetto culturale e da Itaca, società editrice e di promozione culturale, in occasione dell’Anno Paolino. Due le sezioni della mostra: “I luoghi della vita e della predicazione di san Paolo” e “Dall’incontro con Cristo nasce l’uomo nuovo”. La prima, a carattere archeologico, intende mostrare i luoghi della vita di san Paolo, da Gerusalemme a Roma, contestualizzando attraverso tempi e luoghi il suo insegnamento e il suo apostolato. La seconda sottolinea “la vocazione come sorgente di un uomo nuovo e di una vita nuova”. I testi sono arricchiti da una documentazione fotografica sui luoghi dell’apostolo e sulla raffigurazione di Paolo nella tradizione artistica e sul suo legame con Pietro. Come riporta il Sir, all’inaugurazione interverranno il cardinal Andrea Lanza Cordero di Montezemolo, arciprete della basilica di San Paolo fuori le Mura, Eugenio Dal Pane, ideatore e coordinatore editoriale della mostra e don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale CEI per le comunicazioni sociali.(B.C.)

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    L'anteprima di “Paulus”, evento editoriale di arte e cultura dedicato al pensiero di San Paolo

    ◊   La celebrazione dell’Anno Paolino, tra il giugno 2008 e 2009, a duemila anni dalla nascita di San Paolo, esorta la riscoperta del pensiero dell’Apostolo delle Genti pronunciato nelle sue Lettere rivolte alle prime comunità cristiane. E alle epistole paoline e agli Atti degli Apostoli è dedicato “Paulus”, il volume che, ai testi della nuova traduzione ancora inedita della CEI, associa i contributi originali dello storico delle idee Vincenzo Cappelletti che, nella introduzione, traccia un profilo teoretico del pensiero paolino, e del biblista mons. Fortunato Frezza, autore di commenti tematici ai singoli testi espressi sotto la forma di una “confessione” autobiografica dell’apostolo stesso. L’opera, pubblicata da Vydia Edizioni d’Arte, è arricchita dalla prefazione è del cardinal Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura e primo promotore dell’anno giubilare. In apertura del volume: le Omelie del Santo Padre pronunciate per l’indizione dell’Anno Paolino. Si tratta dunque di un vero è proprio evento editoriale che è stato presentato in anteprima oggi a Roma nello studio di Alessandro Romano, scultore che ha curato lo straordinario piano iconografico dell’opera. Romano ha sempre dedicato parte della sua opera all’arte sacra: tra gli ultimi lavori, quattro statue di santi poste nel porticato della Basilica di San Pietro in Vaticano. Per questo lavoro l’artista si è ispirato alle “suggestioni ricevute dalla lettura delle Epistole Paoline”, realizzando 25 tavole originali in bianco e nero e a colori che corredano il testo del volume. Le tavole evocano la vicenda intensa e drammatica dell’Apostolo delle Genti, a partire dalla condizione di zelota pre-convertito, passando per la folgorazione sulla via di Damasco (alla quale lo scultore dedica il bassorilievo di copertina), fino al martirio. Alla ricchezza dei contenuti e delle immagini bisogna aggiungere una veste editoriale che colloca la pubblicazione nel solco della più alta tradizione della stampa. Realizzato dalle Arti Grafiche Marchesi, il volume è stampato su carta di puro cotone strappata e rilegata a mano secondo le antiche tecniche artigianali dei mastri cartai. Insomma, un’opera unica che sarà diffusa in sole 500 copie in lingua italiana e in un’edizione ancora più limitata in lingua inglese. (A cura di Marco Guerra)

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    Attesa a Pompei per il tradizionale appuntamento con la Supplica alla Madonna del Rosario

    ◊   Domenica prossima, 5 ottobre 2008, torna l’appuntamento con la Supplica, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo che racchiude in sé tutti i dolori e le speranze dell’umanità. In preparazione al grande evento, che quest’anno coincide con la Festa del Beato, sabato 4 ottobre, alle ore 18.00, inizierà la Solenne Veglia di Preghiera con la celebrazione dell’ultimo dei Venti Sabati del Santo Rosario. Alle ore 20.00, subito dopo la Santa Messa, si svolgerà, in Piazza Bartolo Longo, la solenne processione con le Reliquie del Beato. Alle 23.00, si reciterà il Santo Rosario per le Vocazioni e infine, alle 24.00, mons. Carlo Liberati, arcivescovo-prelato e delegato pontificio di Pompei, presiederà la Celebrazione eucaristica. Per tutta la notte, poi, una veglia di preghiera accompagnerà i fedeli fino alle prime ore del mattino. Domenica 5, a presiedere l’intensa preghiera e la Celebrazione eucaristica che la precede, sarà mons. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. Come ogni anno, il sacro rito sarà trasmesso in diretta, a partire dalle 10.45, dall’emittente Napoli Canale 21 (con replica, la domenica stessa, alle ore 19.00). Al loro arrivo nella città mariana, i fedeli troveranno, in diversi punti della città, i cartelloni con il messaggio di benvenuto che mons. Carlo Liberati ha rivolto al Santo Padre, Benedetto XVI, pellegrino a Pompei il prossimo 19 ottobre. A distanza di 125 anni, da quando cioè nel 1883 scaturì dal cuore e dalla penna di Bartolo Longo, la Supplica è ancora attuale come formula di preghiera. In essa infatti ci sono dei riferimenti all’Europa, che certamente nel 1883 era un’idea ancora lontana. Bartolo Longo invitava a pregare per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Un altro elemento di grande attualità è la pace universale: la Supplica è infatti la preghiera speciale per la pace tra tutti i popoli, contiene quindi temi attualissimi oltre all’unità europea e alla pace universale, in essa c'è la preghiera per la Chiesa, non solo per il Papa, ma anche per i vescovi, per i sacerdoti, e per tutti i fedeli laici. (A cura di Giovanni Peduto)

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    In Italia si celebra oggi la Giornata dei nonni
     

    ◊   “La società ha un enorme debito di riconoscenza nei confronti delle persone più anziane, che deve saper onorare con la capacità di trasmettere la memoria storica perché la comunità sappia mantenere vive le proprie radici culturali e morali”. Sono le parole del presidente della Repubblica Napolitano in occasione della Giornata dedicata alle nonne e ai nonni d'Italia. Il capo dello Stato sottolinea ancora come “i nonni sono oggi chiamati ancora più che in passato a contribuire alla crescita dei più giovani nei primi passi dell'apprendimento e della formazione, mantenendo vivo e fecondo il dialogo fra le generazioni ed aiutando le famiglie a fronteggiare le tante difficoltà e i molteplici impegni che gravano su di esse”. Napolitano ha anche ricordato la storia di Antonio Viganò, il nonno milanese che ha eroicamente salvato dalle fiamme due bambini egiziani, al quale ha consegnato la medaglia d'oro al merito civile. (B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Dopo il sì del Senato USA, è via libera all'accordo con l'India sul nucleare

    ◊   Con l'approvazione del Senato americano, arrivata stanotte, Stati Uniti e India possono dare il via all'attuazione dell'accordo di cooperazione quarantennale che prevede forniture nucleari americane in cambio di ispezioni internazionali ai reattori civili indiani. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    L'accordo, firmato nel luglio 2005, segna una svolta in 30 anni di politica USA in materia, mettendo fine al divieto di collaborazione nucleare con l'India - Paese che ha l'arma atomica e che non ha firmato il Trattato di non proliferazione - e consentendo così l'avvio di una nuova relazione strategica tra i due Paesi. Manca ora solo la firma scontata del presidente George W. Bush, che si è molto speso per arrivare a questo risultato per la definitiva entrata in vigore. La partnership era una priorità per il capo del governo indiano: “Il presidente Bush ha giocato un ruolo storico nell'avvicinare le nostre due democrazie”, aveva detto il primo ministro Manmohan Singh nel corso della sua visita a Washington giovedì scorso, aggiungendo che sarebbe rimasto “molto deluso” se l'accordo non fosse stato firmato. Il via libera definitivo all'accordo è arrivato alla vigilia del viaggio in India, previsto per il fine settimana, del segretario di Stato americano Condoleezza Rice. Per quanto riguarda la reazione del Pakistan, c’è da dire che il primo ministro pachistano Gilani ha detto di non essere preoccupato per l'accordo sul nucleare civile tra India e Stati Uniti, ma ha ribadito il diritto del suo Paese a sottoscrivere accordi simili con altri Paesi.

    Nord Corea
    Il negoziatore americano sulla questione del nucleare nordcoreano Christopher Hill prolungherà la sua permanenza in Corea del Nord per cercare di salvare il processo negoziale. Hill, giunto ieri in Corea del Nord su invito della autorità comuniste, sarebbe dovuto arrivare oggi a Seul per poi proseguire per Pechino domani. Il portavoce dell'ambasciata ha aggiunto di non poter dire quando il vice segretario di Stato arriverà nella capitale della Corea del Sud. Hill sta cercando di salvare l'accordo sulla denuclearizzazione di Pyongyang, firmato lo scorso anno ma che ha subito una battuta di arresto questa estate. Invocando la mancata cancellazione della Corea del Nord dalla lista americana dei Paesi che sostengono il terrorismo, le autorità di Pyongyang hanno riaperto il reattore nucleare di Yongbyon che avevano cominciato a smantellare. Un giornale sudcoreano il Dong-a Ilbo scrive oggi che la Corea del Nord si starebbe anche preparando al lancio di un nuovo missile a lungo raggio. Attività sono state infatti rilevate in una base di lancio nel nordest del Paese.

    In Iraq attentati a due moschee sciite
    Attentati kamikaze hanno colpito questa mattina due moschee sciite a Baghdad dove alcuni fedeli si trovavano per la fine del mese di digiuno del Ramadan. Secondo la polizia sono state uccise 12 persone, mentre altre 31 sono rimaste ferite. Secondo una fonte dei servizi di sicurezza iracheni, citata dall'AFP, i morti nei due attentati sono invece almeno otto. La polizia ha precisato che uno dei due attacchi è stato compiuto con un'autobomba, l'altro da un kamikaze recatosi a piedi sul luogo. Gli attentati sono stati compiuti, rispettivamente, nelle moschee sciite del quartiere al-Jadida (zona sud-est di Baghdad), e del quartiere di Zafaraniyah (zona sud). Ieri sera quattro persone erano morte e altre 15 erano rimaste ferite in un attentato con un'autobomba compiuto contro un'altra moschea sciita, situata 80 km a nord di Baghdad. Una raffica di attentati, dunque, ha caratterizzato quelle che per la gran parte della comunità sciita erano le prime ore dell'Eid al Fitr, ovvero la fine del Ramadan, il mese sacro di digiuno e purificazione. Ieri, il grande ayatollah Ali Sistani, massima autorità religiosa sciita in Iraq, ha stabilito che l'Eid al Fitr, che dura tre giorni, sarebbe iniziato oggi per la comunità sciita, anche se altri esponenti religiosi sciiti avevano iniziato i festeggiamenti già da ieri, mentre i sunniti festeggiano già da due giorni.

    Afghanistan
    Truppe della NATO francesi di stanza in Afghanistan, temendo un attentato, avrebbero aperto il fuoco contro un minibus ferendo quattro civili. Lo riferisce la televisione pachistana. Capito l'errore, hanno trasportato i quattro feriti nella loro base militare per le cure mediche. La NATO, interpellata dalla televisione pachistana, ha riferito di un incidente ma non ha fornito dettagli.

    Georgia
    Il parlamento georgiano si appresta a prorogare di dieci giorni lo stato di emergenza nelle cosiddette fasce di interposizione a ridosso dei confini di Abkhazia e Ossezia del sud, dove sono ancora presenti le forze russe. Alla scadenza dei dieci giorni, lo stato di emergenza dovrebbe venire sostituito da una legge sui "territori occupati" per fissare le regole di comportamento nelle zone di conflitto, che, in base agli accordi firmati da Russia e UE, devono esser lasciati entro il 10 ottobre dai soldati russi, sostituiti dalla missione europea.

    Ucraina
    Il presidente ucraino Viktor Iushenko si è trovato coinvolto in un atterraggio di emergenza mentre stava andando a Leopoli, nell'ovest del paese. Lo riferiscono le agenzie russe. Secondo i primi accertamenti, l'aereo presidenziale, un Tupolev 134 di fabbricazione russa, si è alzato in volo, ma dopo 20 minuti è tornato indietro a causa di un guasto. È giallo sulla provenienza di quell'aereo, che sarebbe il velivolo col quale la premier Iulia Timoshenko si preparava ad andare oggi a Mosca: secondo l'agenzia Itar-tass, Timoshenko lo avrebbe offerto a Iushenko, secondo Interfax invece, il protocollo governativo avrebbe sottratto il velivolo alla premier per impedirle di andare a Mosca, dove è attesa per discutere dell'importante nodo dei prezzi del metano russo. Iulia Timoshenko ha avallato quest'ultima interpretazione dicendosi sorpresa dell'accaduto, e affermando di non essere riuscita a parlare col presidente per chiarire la vicenda. Anche la premier era in aeroporto per prepararsi alla partenza per Mosca.

    Sale a 224 vittime il bilancio della tragedia al tempio in India di due giorni fa
    Si aggrava il bilancio delle vittime della calca scatenatasi due giorni fa in un tempio indù a Jodhpur, in India, causata dalla paura di un attentato. I morti sono almeno 224, secondo un nuovo bilancio diffuso oggi dalla polizia (in precedenza si parlava di circa 190 vittime). Teatro della tragedia il tempio del Chamunda Devi, riaperto ieri a soli 200 pellegrini: erano oltre 25.000 le persone accalcate martedì nel luogo di culto al momento del crollo di un muro che ha scatenato il panico tra la folla. Questo di Jodhpur è uno degli incidenti del genere più grave in India negli ultimi anni. Nel gennaio 2005, furono 257 le persone che persero la vita in circostanze identiche durante un pellegrinaggio indù a sud di Mumbai (ex Bombay).

    Scandalo latte non solo in Cina
    Le autorità della Corea del Sud hanno trovato tracce di melamina in alcuni derivati del latte importati dalla Nuova Zelanda ed usati in prodotti nutrizionali per bambini. Le importazioni sono state immediatamente bloccate. Lo riferisce l'agenzia sudcoreana per la Sicurezza alimentare. Sotto accusa la lattoferrina (una proteina del latte) commercializzata dalla Tatua Cooperative Diary Company. La Corea del Sud ha vietato l'import anche di tutti gli altri prodotti della casa neozelandese fino a nuovi test. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 276

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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