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Sommario del 22/11/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai fedeli di Amalfi: sarà l'amore per gli ultimi il criterio del giudizio finale di Dio
  • Il cardinale Arinze presenta al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano nel 50.mo anniversario del suo sacerdozio
  • Nomine
  • La società non emargini le religioni, ma queste non siano intolleranti: così Benedetto XVI alla Settimana sociale francese
  • L'intervento del cardinale Rodé al Convegno per i cento anni della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
  • Lunedì a Nagasaki la beatificazione di 188 martiri giapponesi
  • Non perdere l’anima: editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La crisi economica travolge il settore automobilistico
  • La Chiesa chiede più attenzione per la crisi in Somalia
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Fondamentalisti indù in Orissa offrono un premio a chi uccide un cristiano
  • I vescovi congolesi invitano i laici ad essere testimoni di speranza in politica
  • Messaggio del cardinale Maradiaga per la Giornata Mondiale dell’Aids
  • L’arcidiocesi di Toledo rinnova la sua consacrazione al Sacro Cuore di Gesù
  • Nasce nelle Filippine una scuola islamica per educare al dialogo e alla fraternità
  • Domani in italia la Giornata per il sostentamento del clero
  • Convegno sull'attualità di Antonio Rosmini
  • Un laboratorio Cei sull’importanza dell’Eucarestia
  • Studenti e docenti insieme a Roma per aprire nuovi spazi di ricerca della verità
  • “San Paolo parla”: lunedì il secondo incontro a Roma sulla Lettera ai Corinzi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il governo tibetano in esilio approva la linea del dialogo con la Cina
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai fedeli di Amalfi: sarà l'amore per gli ultimi il criterio del giudizio finale di Dio

    ◊   La nostra salvezza personale e quella del mondo dipende dalla nostra libera decisione di accogliere la giustizia e l’amore di Dio: è quanto ha detto stamani Benedetto XVI incontrando nell’Aula Paolo VI in Vaticano oltre 3mila fedeli dell’arcidiocesi di Amalfi–Cava de’ Tirreni, guidati dall'arcivescovo Orazio Soricelli, giunti a Roma in pellegrinaggio con le reliquie del patrono Sant’Andrea, conservate sin dal secolo IV nella cripta della cattedrale cittadina. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il Papa esorta i fedeli di Amalfi a intensificare "la preghiera per l'unità tra tutti i cristiani", ricorrendo "all'intercessione di Sant'Andrea" e "a riscoprire sempre più l'importanza e l'urgenza di testimoniare il Vangelo in ogni ambito della società". Quindi, alla vigilia della festa di Cristo Re, invita a rivolgere lo sguardo verso Gesù, Signore dell’universo, nostra speranza, “Pastore buono, pronto a prendersi cura delle sue pecore disperse, a radunarle per farle pascolare e poi riposare al sicuro”:

     
    “Egli va in cerca con pazienza della pecora smarrita e cura quella malata (cfr Ez 34,11-12.15-17). Solo in Lui possiamo trovare quella pace che Egli ci ha acquistato a prezzo del suo sangue, prendendo su di sé i peccati del mondo e ottenendoci la riconciliazione”.

     
    Cristo è Pastore buono e misericordioso ma anche Giudice giusto che nel giudizio finale separerà i buoni dai malvagi. Ma “decisivo è il criterio del giudizio”:

     
    “Questo criterio è l’amore, la carità concreta nei confronti del prossimo, in particolare dei ‘piccoli’, delle persone in maggiore difficoltà: affamati, assetati, stranieri, nudi, malati, carcerati. Il re dichiara solennemente a tutti che ciò che hanno fatto, o non hanno fatto nei loro confronti, l’hanno fatto o non fatto a Lui stesso. Cioè Cristo si identifica con i suoi ‘fratelli più piccoli’, e il giudizio finale sarà il rendiconto di quanto è già avvenuto nella vita terrena”.

     
    Ed “è questo ciò che interessa a Dio. A Lui – ha detto il Papa - non importa la regalità storica, ma vuole regnare nei cuori delle persone, e da lì sul mondo: Egli è re dell’universo intero, ma il punto critico, la zona dove il suo regno è a rischio, è il nostro cuore, perché lì Dio si incontra con la nostra libertà”:

     
    “Noi, e solo noi, possiamo impedirgli di regnare su noi stessi, e quindi possiamo porre ostacolo alla sua regalità sul mondo: sulla famiglia, sulla società, sulla storia. Noi uomini e donne abbiamo la facoltà di scegliere con chi vogliamo allearci: se con Cristo e con i suoi angeli oppure con il diavolo e con i suoi adepti, per usare lo stesso linguaggio del Vangelo. Sta a noi decidere se praticare la giustizia o l’iniquità, se abbracciare l’amore e il perdono o la vendetta e l’odio omicida. Da questo dipende la nostra salvezza personale, ma anche la salvezza del mondo”.

     
    “Ecco perché Gesù – ha concluso il Papa - vuole associarci alla sua regalità; ecco perchè ci invita a collaborare all’avvento del suo Regno di amore, di giustizia e di pace”:

     
    “Sta a noi rispondergli, non con le parole, ma con i fatti: scegliendo la via dell’amore fattivo e generoso verso il prossimo, noi permettiamo a Lui di estendere la sua signoria nel tempo e nello spazio”.

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    Il cardinale Arinze presenta al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano nel 50.mo anniversario del suo sacerdozio

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il porporato ha presentato al Papa la terza edizione tipica del Messale Romano che contiene preghiere e indicazioni di carattere teologico, pastorale e spirituale per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche. Per il cardinale nigeriano quella odierna è una giornata speciale, perché oggi festeggia 50 anni di sacerdozio. Si tratta di un ricco cammino di fede e doni spirituali come spiega, al microfono di Amedeo Lomonaco, lo stesso cardinale Arinze:

    R. – Il Signore mi ha dato molte opportunità: come sacerdote in Nigeria, professore in seminario, come vescovo assistente per due anni e poi arcivescovo per 17 anni, prima di essere chiamato a Roma. Tutto questo lo vedo come servizio a Cristo, alla Chiesa, al popolo di Dio. Non lo vedo come una conquista, ma come un dono: è un regalo il fatto che Gesù associ un uomo al suo sacerdozio e gli dia l’opportunità di celebrare la Santa Messa, di assolvere i peccati, di essere guida spirituale di tante persone. E' un dono la possibilità di essere una persona che condivide la Parola di Dio con il popolo: per tutto questo sono riconoscente. Il Signore mi ha permesso di celebrare la Santa Eucaristia 20.152 volte. Mi metto in ginocchio e ringrazio Dio e la Provvidenza.

     
    D. – Come è nata, eminenza, la sua vocazione?

     
    R. – Solo Dio sa come la grazia di una sua vocazione nasca nell’anima umana e come l’individuo risponda. Ma nel nostro debole linguaggio umano, posso dire che quando ero alla scuola elementare, io vedevo i seminaristi e volevo essere come loro. Poi, in particolare, il nostro parroco, padre Tanzi: è lui che mi ha battezzato, con lui ho fatto la prima Confessione, la prima Comunione. Mi ha preparato alla cresima e io ero un suo chierichetto alla Messa, nel 1945. Allora desideravo essere come lui: così posso spiegarlo umanamente. Poi, la grazia di Dio fa il suo corso.

     
    D. – Il suo percorso di fede l’ha portata in giro per il mondo. Ci può dire, eminenza, quale significato ha per lei il ricordo dell’Africa?

     
    R. – Ricordo con grande senso di ringraziamento verso Dio per le opportunità che ho avuto. Ringrazio anche i miei genitori, i sacerdoti che hanno lavorato e hanno contribuito alla mia formazione negli anni di seminario… Il servizio mi ha portato in 67 Paesi di tutti i continenti, e devo dire che incontrare persone e luoghi e istituti è più prezioso che leggere libri. E’ sempre la stessa Chiesa, anche se le culture, le lingue sono diverse …

     
    D. – Anche perché, eminenza, il vero cuore della Chiesa, più che tra gli edifici, pulsa nel cuore di ogni uomo …

     
    R. – Sì, il vero centro della Chiesa è la Santissima Eucaristia. Lì è Gesù che ci attende, che si offre; e Lui ci associa nel suo sacrificio. E’ nel cuore umano che risponde la grazia di Dio. In Dio la nostra azione comincia, in lui continua e in lui arriva al compimento. Perciò, Dio resta sempre il centro. E' una grande gioia che il cinquantesimo del mio sacerdozio cade nella solennità di Cristo Re: per me è un segno molto eloquente!

     
    D. – A proposito di segni eloquenti, oggi ha incontrato il Santo Padre per la presentazione della terza edizione del Messale Romano…

     
    R. – A nome della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti abbiamo presentato il Messale al Papa. Si tratta dell’ultimo ritocco al Messale Romano in latino: non è una edizione tutta nuova. Ci sono piccoli ritocchi.

     
    D. – Eminenza, quali parole intende rivolgere agli ascoltatori?

     
    R. – Soltanto chiedere la preghiera di quelli che ci ascoltano e chiedere loro di condividere la mia gioia perché la gioia condivisa cresce… Dio vi benedica!

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato arcivescovo di Gagnoa (Costa d’Avorio) mons. Joseph Aké Yapo, finora vescovo di Yamoussoukro.

    Il Papa ha nominato vescovo di Denpasar (Indonesia) il rev. Silvester San, del clero di Ende, rettore del Seminario Maggiore di Ritapiret, Maumere. Il rev. Silvester San è nato il 14 agosto 1961 a Maupongo, arcidiocesi di Ende (Flores) da una famiglia cattolica di discendenza cinese. È entrato nel Seminario Minore di Mataloko e successivamente nel Seminario Maggiore "San Pietro" di Ritapiret per studi filosofici e teologici. È stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Ende il 29 giugno 1988. Dopo l’ordinazione, ha ricoperto i seguenti incarichi: 1988-1991: insegnante presso il Seminario Minore di Mataloko; 1991-1995: studi di laurea in Teologia Biblica presso l’Urbaniana a Roma, risiedendo presso il Pontificio Collegio San Pietro; 1995-2005: formatore presso il Seminario Maggiore di Ritapiret. Dal 2005 è rettore e professore del Seminario Maggiore di Ritapiret.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare di Santiago del Estero (Argentina) il rev. Ariel Edgardo Torrado Mosconi, parroco di San Isidro Labrador, assegnandogli la sede titolare di Vico di Pacato. Il rev. Ariel Edgardo Torrado Mosconi è nato il 18 gennaio 1961 nella località 25 de Mayo, provincia di Buenos Aires. Nel 1983, dopo aver frequentato il corso di ingegneria con specializzazione in Agronomia, è entrato nel Seminario di Buenos Aires. Ivi ha ottenuto il baccellierato in Teologia e, in seguito, ha conseguito la Licenza in Teologia morale. Ordinato presbitero il 17 novembre del 1990, è stato prima vicario parrocchiale e nel 1992 è divenuto "prefetto" e poi vice-rettore di fatto del Seminario di Buenos Aires, sino al 1999, quando è stato nominato parroco di San Bernardo. Dal 2005 è parroco di San Isidro Labrador, membro del Consiglio presbiterale e del Collegio dei consultori, segretario esecutivo della vicaria di educazione e della Commissione episcopale di Liturgia, e assessore dell’Istituto di Cultura dell’Università Cattolica Argentina.

    Il Santo Padre ha nominato revisore internazionale presso la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede il prof. dott. Thomas Han Hong-Soon.

    Il Papa ha nominato il cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del 1750° anniversario del martirio del vescovo San Fruttuoso e dei diaconi Sant’Augurio e Sant’Eulogio, conosciuti come i protomartiri di Tarragona (Spagna), che avranno luogo in detta città il 25 gennaio 2009.

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    La società non emargini le religioni, ma queste non siano intolleranti: così Benedetto XVI alla Settimana sociale francese

    ◊   Le religioni hanno “il dovere di proporre una visione della fede non in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto, ma di rispetto assoluto della verità, di incoraggiamento alla coesistenza e alla riconciliazione e di promozione dei diritti umani”: è quanto afferma Benedetto XVI in un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, alla Settimana sociale di Francia che si è aperta ieri a Lione. D’altra parte la Chiesa cattolica – continua il Papa - guarda al diritto alla libertà religiosa come “il primo di tutti i diritti dell’uomo, fondamento e garanzia di tutti gli altri”. Da Lione, l’inviato del Sir, Daniele Rocchi:

    La distinzione tra la sfera politica e quella religiosa, "non deve condurre a lasciare ai soli Stati, con le loro leggi e istituzioni, la responsabilità ultima di rispondere alle aspirazioni delle persone, delle comunità e dei popoli", ma solo "una visione della vita, saldamente ancorata alla dimensione religiosa, può permettere di arrivare" ad un ordine sociale, basato sulla "promozione della giustizia e della pace" e "rispettoso della dignità della persona". Con il saluto di Benedetto XVI, si è aperta ieri l’83.ma edizione delle Settimane sociali di Francia che a Lione vede riuniti, fino a domani, oltre quattro mila partecipanti per riflettere su “Religioni: minaccia o speranza per le nostre società?”. Un tema vasto e profondo, lo ha definito, ad inizio lavori, l’arcivescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, per il quale una cultura che punta a rimuovere l’esperienza della fede dalla vita pubblica non esprime una laicità moderna. Il bilancio della prima giornata dei lavori è venuta comunque dal presidente delle Settimane sociali di Francia, Jerome Vignon: “Oggi – ha detto – le religioni sono una speranza e non una minaccia. Possono essere una minaccia se venissero tentate dal potere ma almeno, per l’Europa, non è più così. Ciò che vive, nel Vecchio continente, è infatti la fecondità della Parola”. In questa prospettiva, ad avviso di Vignon, le Chiese avranno un ruolo fondamentale, se saranno un cammino verso Dio. La loro presenza dice che il credente non è qualcuno che decide di "possedere" la verità, ma qualcuno che è consapevole di "ricevere" la verità da Dio. “La Chiesa – ha poi aggiunto – deve essere fiera del dialogo interreligioso perché è un contributo essenziale sia per la pace, sia per la conoscenza e la stima tra le tre religioni monoteiste” che si rifanno ad Abramo. Alla Settimana sociale di Francia, che sta vivendo oggi la sua seconda giornata di lavori, partecipano anche i rappresentanti delle Chiese europee, molte dell’Est, come Russia, Polonia, Ucraina, Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca, insieme a Belgio, Italia, Portogallo ed Austria.

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    L'intervento del cardinale Rodé al Convegno per i cento anni della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata

    ◊   Continuare con l’intelligenza della fede il servizio in favore della vita consacrata. Con questa esortazione il cardinale Franc Rodé prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha aperto oggi a Roma il convegno per festeggiare i cento anni del dicastero. Un’occasione per la Congregazione che intende rivisitare la sua storia quale servizio teologico, giuridico e pastorale alla vita consacrata. Ma quali sono stati i frutti colti in questo centenario? Romilda Ferrauto, responsabile del programma francese, lo ha chiesto al cardinale Franc Rodé:

    R. – Difficile esprimere un’opinione sui frutti di questi cento anni. Io penso, comunque, che la presenza dei religiosi e delle religiose nella Chiesa sia stata di un’importanza essenziale, come infatti non cessano di dirlo tutti i Papi. E ancora oggi, dopo il Concilio Vaticano II e i decenni che sono stati di prova e di una certa crisi, questa presenza ha una grandissima importanza sia nel settore dell’insegnamento sia in quello della sanità, come aiuto – ad esempio – nei settori più poveri della società umana.

    D. – Quali i problemi che invece persistono e che vi ponete come un obiettivo per il futuro?

     
    R. – Io direi che soprattutto ci ritroviamo ancora con la problematica sorta dopo il Concilio Vaticano II, mi riferisco ad una certa interpretazione della vita religiosa che è stata prevalente in tante congregazioni religiose. Il Concilio Vaticano II ha chiamato ad un rinnovamento in profondità ma questo appello è stato compreso da tanti religiosi e religiose come una chiamata verso uno stile secolare o secolarizzato di vita. E’ così che certi elementi, estranei alla vita religiosa, sono penetrati nelle comunità, il che non è stato certamente positivo. Oggi stiamo cercando di passare ad un’epoca nuova nelle vere intenzione del Concilio che non ha parlato di “rottura” con il passato ma che invece voleva che la vita religiosa fosse fedele e che ci fosse una certa continuità nella vita consacrata.

     
    D. – Un concetto che Benedetto XVI ha ricordato nel discorso alla Curia Romana, il 22 dicembre 2005, quando parlava di due diverse interpretazioni che “si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro”…

    R. – Il Santo Padre parla di due letture diverse del Concilo Vaticano II: una in chiave di rottura e di discontinuità, che è stata – bisogna dire – abbastanza negativa e fatale a tante congregazioni religiose, e l’altra in chiave di continuità e di riforma nella fedeltà al grande passato della vita consacrata. Noi stiamo attuando la vita consacrata nella logica della riforma nella continuità, secondo il Concilio Vaticano II e le linee di orientamento che ci dà il Santo Padre, tornando così ai valori essenziali, ai valori tradizionali, fondamentali della vita consacrata quali la visibilità, la preghiera, la vita in comune, i consigli evangelici di povertà, obbedienza, castità … E penso che parlando e promuovendo questi valori essenziali della vita consacrata, siamo sulla buona strada anche per preparare un futuro migliore alla vita consacrata.

     
    D. – Eminenza, lei ha fatto allusione ai problemi principali – il calo delle vocazioni, la secolarizzazione. Però, questi ultimi anni sono stati anche segnati da nuovi carismi, dalla nascita di nuove sensibilità. C’è rischio di dispersione?

     
    R. – In questi anni si sono manifestati tanti carismi preziosi per la vita della Chiesa, per la vita consacrata in se stessa. C’è però una novità: questi carismi, che tradizionalmente si manifestavano in Europa, oggi si manifestano in Africa, in Asia e soprattutto in America Latina. Per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo nuove famiglie religiose che nascono fuori dall’Europa con carismi molto interessanti e con un enorme dinamismo apostolico, che entrano nella vita della Chiesa. Una grande novità, dunque, che si manifesta e che porta il centro di gravità verso altri continenti.

     
    D. – Dunque un panorama variegato con ombre e luci e con nuovi segni dei tempi?

     
    R. – Io penso che possiamo dire che le ombre appaiono già un poco come una cosa del passato e sempre più – almeno questa è la mia impressione – si vedono queste grandi luci che appaiono all’orizzonte della Chiesa. Sono già una realtà bella, una realtà molto promettente per il domani.

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    Lunedì a Nagasaki la beatificazione di 188 martiri giapponesi

    ◊   Sono 188 i martiri del Giappone che saranno beatificati lunedì a Nagasaki. Vissuti nel XVII secolo, oggi la Chiesa Giapponese li addita come modello per le famiglie cristiane e per quanti sono impegnati nella diffusione del messaggio evangelico. Ma chi sono questi testimoni della fede? E perché sono andati incontro al martirio? Tiziana Campisi lo ha chiesto al postulatore della causa di beatificazione, padre Fernando Rojo, religioso agostiniano:
     
    R. – Sono persone di età, di condizione ben diversa: alcuni benestanti, altri contadini; alcuni anziani altri bambini. Soltanto cinque sono religiosi - quattro gesuiti e uno agostiniano - il resto sono tutti laici. Non appartengono a nessun momento specifico, né luogo. C’è qualche cosa che li unisce, evidentemente: hanno sofferto il martìrio, tra il 1606 e il 1639. Il gruppo più numeroso si trova a Nagasaki, o nei dintorni di Nagasaki, dove i cattolici, già dal primo momento, sono stati sempre più numerosi.

     
    D. – Su quali aspetti possiamo fissare oggi la nostra attenzione, guardando a questi 188 martiri?

     
    R. – Dobbiamo renderci conto che questi avvenimenti, distanti da noi da secoli, avvengono in luoghi diversi per mentalità, per situazione storica, molto distanti da quelli nostri. Nel Giappone, in quel momento, era un’epoca che possiamo dire equivalente, o molto simile, a quella nostra feudale. Per il giapponese di allora contava molto la nazione, contava molto la famiglia. Il concetto di famiglia è necessario prenderlo in considerazione perché altrimenti non comprenderemmo questi nostri martiri che si sono formati come cristiani nell’ambito familiare per opera di laici, di amici e soprattutto dei genitori che, alle volte, nel caso dei bambini, li portavano al battesimo piccoli e piccoli arrivano anche al martirio.

     
    D. – A volte, la violenza che ha caratterizzato questi martìri, sgomenta…

     
    R. – Davvero la maniera in cui sono stati uccisi i martiri giapponesi ci potrebbe terrorizzare. Quello giapponese è un popolo che è forte nella vita e può essere anche forte nella morte, della vita che si offre o della vita che si toglie.

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    Non perdere l’anima: editoriale di padre Lombardi

    ◊   Il monachesimo indica al mondo ciò che è essenziale: “cercare Cristo e nulla anteporre al suo amore”. Il Papa lo ha ribadito giovedì scorso alla vigilia della Giornata dedicata alla vita claustrale. Benedetto XVI più volte nel suo pontificato ha invitato i fedeli a fare esperienza del silenzio per poter ascoltare la voce di Dio. Chi non prega – ha affermato – inaridisce l’anima. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore padre Federico Lombardi:

    C’è una dimensione interiore e spirituale della vita che va custodita e alimentata, se no si può isterilire, fino a inaridirsi e addirittura morire. La riflessione, la meditazione, la contemplazione, sono necessarie come il respiro. Spazi di silenzio – esteriore e soprattutto interiore - ne sono una premessa e una condizione indispensabile. Nel tempo del telefono cellulare e dell’internet è probabilmente più difficile di prima proteggere il silenzio e nutrire la dimensione interiore della vita. E’ difficile, anche se spesso ne sentiamo forte la nostalgia. Difficile, ma necessario. Infatti per i credenti in questa dimensione si sviluppa la preghiera, il dialogo con Dio, la vita nello spirito, che è più importante della stessa vita fisica. Gesù ci ha detto di non temere tanto chi può uccidere il corpo, quanto piuttosto chi può perdere la nostra anima.

     
    Ciò che vale per la singola persona, vale per la comunità della Chiesa, vale per l’umanità. Se per ognuno di noi è fondamentale saper conservare il dialogo con Dio nella vita quotidiana, per la Chiesa è fondamentale avere in sé il segno e la realtà della vita dedita alla contemplazione e alla preghiera, e per l’umanità è fondamentale sapere che esistono i fari di riferimento dei saggi e dei maestri dello spirito. Se no, si perde l’anima. E questo è oggi un rischio assai grave, ed è la disgrazia più irreparabile. La giornata annuale dedicata a novembre alla vita claustrale ci invita a impegnarci tutti perché ciò non accada.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nell’informazione internazionale, un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo "Una scelta di continuità in politica estera": Hillary Clinton designata segretario di Stato da Barack Obama.

    Un articolo di Luca M. Possati sul "nuovo volto" della crisi finanziaria: l’emergenza nel settore automobilistico mondiale.

    In rilievo la situazione nella Repubblica Democratica del Congo: sempre più drammatiche le condizioni dei profughi nel Nord Kivu.

    In cultura, nota della Santa Sede su finanza e sviluppo alla vigilia della Conferenza di Doha (dal 29 novembre al 2 dicembre) e un articolo del cardinale Cormac Murphy O’Connor dal titolo "La crescita economica non è l’unico criterio di una società sana".

    Nell’informazione religiosa, un articolo sui cento anni di missione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

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    Oggi in Primo Piano



    La crisi economica travolge il settore automobilistico

    ◊   Secondo i media americani, la Casa Bianca critica il Congresso per il suo atteggiamento sul piano di salvataggio dell'industria automobilistica. Il Congresso ha deciso di aggiornarsi al prossimo 8 dicembre per decidere come procedere nei confronti di Gm, Ford e Chrysler che, entro il 2 dicembre prossimo, dovranno chiarire come i finanziamenti che riceverebbero dovrebbero cambiare l'industria automobilistica americana. Intanto, dall'altra parte del mondo Toyota, il più grande produttore giapponese e ormai mondiale grazie al declino di Gm, ha deciso di tagliare del 50%, entro la fine di marzo, i dipendenti con contratti a termine. Il servizio di Fausta Speranza.

    Negli Stati Uniti ogni giorno che passa rende più incerta la sopravvivenza dei giganti che hanno fatto la storia delle quattro ruote. E’ battaglia politica a Washington, ma eventuali ingenti aiuti di Stato oltre oceano penalizzerebbero il settore in Europa e qualcuno chiede a Bruxelles di fare lo stesso per le aziende Ue. Ma la responsabile dell'Antitrust Ue, l’olandese Neelie Kroes, fa sapere che si deve “evitare la trappola costosa di una corsa ai sussidi” perseguendo il vero obiettivo che non è solo quello di sopravvivere alla recessione, ma di uscirne con aziende più forti e più lavoro di prima. C’è da dire che dopo il summit del G20 di Washington, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha invitato i leader mondiali a continuare a ''discutere della crisi finanziaria mondiale'' a margine della conferenza di Doha che si aprirà il 28 novembre. Finora, l’Europa chiede regole migliori, trasparenza e controlli, mentre negli Stati Uniti prevale l’intenzione di evitare il protezionismo. Ma come guardare a questa crisi e a tutto un modello di società improntato al consumismo? Il presidente della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (Comece), mons. Adrianus Van Luyn, nei giorni scorsi ha sottolineato che “le cause più profonde della crisi finanziaria risiedono in un sistema di valori”. La riflessione sulla crisi in questa ottica del prof. Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’Università di Bologna e alla John Hopkins University:

     
    “Negli ultimi 20, 25 anni, l’economia a livello mondiale ha assunto una connotazione nuova, rispetto al passato, che si chiama 'finanziarizzazione', cioè a dire l’attività finanziaria è diventata l’attività economica prevalente. Questo non era mai stato nei secoli precedenti: questa è la grossa novità”.

     
    In ogni caso, i governi devono intervenire, come spiega ancora il prof. Zamagni:

     
    "I governi devono intervenire, ma come devono intervenire? Qui si apre il dibattito. In America si tende a favorire politiche di sostegno ad alcuni settori, tipo l’auto, ma non solo l’auto. In Europa, l’opinione è diversa. Direi che, in questo caso, l’Europa ha più saggezza dell’America, perchè gli interventi di sostegno ad alcuni settori industriali sono pericolosi. Primo, perché – come si dice – viziano il mercato, cioè danno dei messaggi che non sono destinati a durare nel tempo. In secondo luogo, perché possono aggravare la situazione in altra maniera. E’ ovvio, ad esempio, che in questa fase di crisi non c’è bisogno di far aumentare il consumo di automobili alla gente perché gli incentivi, gli aiuti, vogliono dire questo ed è esattamente il contrario quello che si deve fare. Piuttosto bisogna rivedere i modelli di consumo, perché la crisi è figlia anche di un neoconsumismo contro il quale sono intervenuti il Pontefice precedente e quello attuale, continuamente. Quindi, se noi andiamo a sostenere il settore dell’auto, è come dire alla gente: 'Consumate più auto'. La stessa cosa in America è successa per la crisi del 'subprime': si diceva che tutti devono comprarsi una casa, anche quelli che non hanno effettuato i risparmi, e abbiamo visto quello che ha determinato. Allora, dobbiamo assicurare sostegni alla domanda effettiva delle famiglie per consentire loro di acquistare quei beni e servizi che si ritiene siano davvero importanti. Bisogna pensare che se i governi danno i soldi per l’automobile è perché li portano via dalla scuola, dall’educazione oppure dalla sanità. L’Unione Europea, giustamente, in questo momento insiste non sui sostegni per comprare più auto ma, ed esempio, per investire di più nell’educazione dei figli. Purtroppo, il modello sociale e civile americano tende troppo ad enfatizzare il lato dei consumi, ma la crisi americana è figlia proprio di un eccesso di consumismo nelle varie direzioni.

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    La Chiesa chiede più attenzione per la crisi in Somalia

    ◊   Sempre più critica la situazione in Somalia. I pirati che infestano il Golfo di Aden hanno liberato una nave cisterna greca ma non cedono sull’imbarcazione saudita Sirius Star, per la quale hanno chiesto un riscatto di 25 milioni di dollari. Nel Paese africano, intanto, proseguono le violenze: ieri a Mogadiscio si sono registrate altre 20 vittime in scontri tra ribelli islamisti e governo di transizione, appoggiato dai militari etiopi. L’emergenza umanitaria dunque si aggrava, come testimonia mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, intervistato da Giada Aquilino:

    R. – La popolazione civile vive in pessime condizioni. Ha vissuto una situazione drammatica soprattutto in questi ultimi due anni. In seguito all’intervento etiopico ed alla ribellione di una parte della popolazione, le conseguenze sono state che ci sono almeno un milione di sfollati, di profughi interni. C’è stato anche un periodo di forte siccità al quale si sono aggiunte, in alcune zone, anche delle inondazioni. Forse quello che ha reso la situazione ancora più drammatica, sono i vari combattimenti ed il blocco degli aiuti. E' estremamente difficile far arrivare gli aiuti umanitari via terra e via mare.

     
    D. – Proseguono anche gli atti di pirateria. Quest’altra emergenza, secondo lei, è favorita proprio dalla confusione politica in atto?

     
    R. – Tutto quello che succede sul mare è un po’ il riflesso di quanto avviene sulla terra. Questa forza di contenimento sul mare e queste navi militari non sono la soluzione del problema. Possono contenere per un po’ però, finché non si risolve il problema sulla terra, sarà quasi impossibile di risolverlo sul mare.

     
    D. – Quindi, da una parte i pirati, dall’altra i ribelli islamici e poi ancora il governo di transizione appoggiato dai militari etiopi che, proprio in queste ore, dovrebbero iniziare il loro ritiro dal Paese. Come si può uscire da questa situazione di stallo?

     
    R. – Si può uscire se c’è uno sforzo rinnovato, da parte della comunità internazionale, con l'appoggio dell’Onu. Il ruolo della Chiesa è quello di tenere desta l'attenzione per la Somalia, di non abbandonarla nonostante le grandi difficoltà. A questo proposito devo ricordare che, quando a gennaio incontrai Benedetto XVI, durante la visita ad Limina, portai con me una lettera di esponenti somali. Ringraziavano il Papa perché avevano notato che, tra novembre e metà gennaio, aveva accennato alla Somalia in quattro momenti diversi. Fecero sapere che apprezzavano questo intervento perché significava tenere desta l'attenzione. Si deve continuare con la nostra preghiera e con un po’ di aiuti umanitari che passano attraverso diversi canali che in questo momento non posso precisare per motivi di sicurezza.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 34.ma e ultima Domenica del Tempo Ordinario la Chiesa celebra Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. La Liturgia ci propone il Vangelo del giudizio finale in cui il Figlio dell’uomo separerà i giusti dai malvagi sulla base dell’amore per gli affamati, gli assetati, gli stranieri, i nudi, i malati, i carcerati. Gesù dice:

    “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:

    Il Figlio dell’uomo, che è principio di unità di tutto il genere umano, ha il potere, alla sua seconda venuta, di radunare tutte le genti e, una volta radunate, di separare. La separazione avverrà in forza della verità dell’unità di tutti e di ciascuno “in Lui”.

     
    La scena del giudizio è chiara: noi tutti saremo riuniti insieme perché tutti gli uomini formano una sola famiglia e, in secondo luogo, saremo personalmente e comunitariamente “davanti a Lui”. Allora si svelerà la verità del nostro essere costituiti come famiglia di uomini “davanti a Lui” e come singole persone “davanti a Lui”.

     
    La chiave è Gesù che la fornisce: “ogni volta che avete fatto/ogni volta che non avete fatto”. Essendo Lui stesso il termine dell’azione rivolta anche “al più piccolo”, acquista grande preziosità “ogni volta che avete fatto”, ma anche una tremenda gravità “ogni volta che non l'avete fatto”.

     
    L’invito è esplicito: impariamo a coniugare ordinariamente questi verbi: sfamare, dissetare, alloggiare, vestire, visitare. Il verbo dice un'azione e compiendo queste azioni qui menzionate ci avvieremo alla gioia di sentirci dire: “Venite, benedetti del Padre mio!”.

     
    E’ richiesto, inoltre, un certo “non sapere”. I giusti “non sanno” che avendo servito i più piccoli hanno servito il Signore. L’altro non può essere il mezzo strumentale della nostra felicità eterna. Il più piccolo va guardato e amato in se stesso e per se stesso. Noi, sappiamo, ma l’amore vero copre anche questo sapere. Amiamo dunque fino a non sapere.

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    Chiesa e Società



    Fondamentalisti indù in Orissa offrono un premio a chi uccide un cristiano

    ◊   In Orissa i fondamentalisti indù hanno reso noto di offrire premi in denaro, vestiti, liquori ed altri beni per chi uccide un cristiano, ne distrugge le proprietà o ne incendia le chiese. E’ quanto riporta l’agenzia AsiaNews, aggiungendo che questa mattina il ministro degli Interni indiano, Shivraj Patil, ha chiesto la creazione di un reparto speciale della polizia per proteggere le vittime delle violenze in Orissa, nel Karnataka e nel Kerala, aggiungendo che solo un reparto di sicurezza speciale può garantire un’adeguata protezione alle vittime e agli sfollati. Per portare a termine il progetto di estirpare la presenza cristiana in Orissa, i fondamentalisti assoldano anche le donne, le quali ricevono un addestramento specifico all’uso di spade e bastoni nei centri avviati dal Bajrang Dal, l’ala giovanile del partito nazionalista indù Vishwa Hindu Parishad. L’Ong britannica Release International parla poi delle taglie che vengono poste sui cristiani condannati a morte. “Obiettivi diversi hanno taglie differenti - riferisce l’Ong britannica riportando le parole del portavoce dell’All India Christian Council (Aicc) – e possono variare dall’omicidio, alla distruzione di chiese o proprietà dei cristiani”. “La morte di un pastore o un prete – conferma Faiz Rahman, presidente di Good News India – vale 250 dollari americani”. Rahman racconta di aver aiutato 25 preti a lasciare i campi profughi, ma vi sono ancora circa 250 leader religiosi ospitati nei centri predisposti dal governo. Egli sostiene che “rappresentano obiettivi di primo piano per i fondamentalisti indù, e per questo bisogna aiutarli a lasciare i campi profughi verso mete più sicure”. Il capo di Release International, Andy Dipper, ha infine lanciato un appello alla comunità internazionale di aiuto urgente per i profughi cristiani ad affrontare il rigoroso inverno in India e ha invitato il governo indiano ad intraprendere iniziative serie per contenere le violenze e le minacce dei fondamentalisti indù. (C.C.)

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    I vescovi congolesi invitano i laici ad essere testimoni di speranza in politica

    ◊   “Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà quotidiane, dite “no” alle ingiustizie, a tutto ciò che attenta alla vita e alla dignità umana” e “che minaccia il matrimonio basato sull’unione indissolubile dell’uomo e della donna”: è l’esortazione che la Conferenza episcopale del Congo rivolge in un messaggio ai laici cattolici nell’anno che ha voluto dedicare al beato Isidore Bakanja, nel centenario della morte. “Il coraggio della fede con la quale affrontò … i supplizi … deve essere una chiamata sempre attuale per noi cristiani cattolici della Repubblica Democratica del Congo - scrivono i vescovi – ma occorre vivere il ‘martirio’ nella consistenza della vita quotidiana, donando la propria vita per il Cristo a servizio dei propri fratelli”. Sarà un anno che proporrà una tematica differente per ogni mese quello che la Conferenza episcopale congolese ha indetto per ricordare il giovane martire nato intorno al 1885 a Bokendela. Battezzato il 6 maggio del 1906, coltivò una speciale devozione per la Vergine Maria. Si guadagnava da vivere in una piantagione di Ikili, ma gli venne proibito di cristianizzare i suoi compagni di lavoro e il 22 aprile 1909 il suo sovrintendente, dopo avergli strappato lo Scapolare del Carmine, che portava come espressione della propria fede cristiana, lo fece fustigare duramente. A causa delle ferite riportate morì il 15 agosto dello stesso anno, dopo aver perdonato il suo aggressore. E’ stato proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 1994. I vescovi del Congo, nel ricordarlo, esortano i cristiani a rispondere più intensamente alla loro vocazione alla santità e alla missione della testimonianza, per fedeltà agli impegni che scaturiscono dal battesimo. I presuli invitano inoltre ad una partecipazione regolare ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia per poter essere testimoni coraggiosi di Cristo in tutte le circostanze, poiché “la grande sfida è … essere uomini e donne santi”, “di un’umanità vera e con una vita cristiana piena”. Nel loro messaggio i vescovi lanciano poi un appello ad aver cura dei più poveri e dei bambini, perché non finiscano in strada e venga assicurata loro l’istruzione, “una società … più solidale … - affermano - suppone una politica con una giustizia giusta, che garantisca i diritti di tutti e di ciascuno”. “Per servire e contribuire alla costruzione di una società” libera e fraterna, i presuli raccomandano ai fedeli laici di impegnarsi nella politica per essere presenza di speranza, per fare apostolato, ricordando che “la Chiesa non cerca di sostituirsi allo Stato o ai governi” ma che essa auspica che ciascuno valuti le proprie responsabilità mettendo al centro delle scelte politiche l’uomo. Infine i vescovi esortano ad una “vita semplice e sobria, tanto nell’avere che nell’essere”, poiché una “corsa sfrenata verso l’arricchimento personale conduce spesso verso stili di vita esibizionistici che rendono ciechi” di fronte agli indigenti. (A cura di Tiziana Campisi)

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    Messaggio del cardinale Maradiaga per la Giornata Mondiale dell’Aids

    ◊   In occasione del 20.mo anniversario della Giornata Mondiale dell’Aids 2008 il prossimo primo dicembre, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, ha inviato un messaggio alla comunità internazionale: “Con l’Aids serve una maggiore leadership perché, nonostante siano stati compiuti alcuni progressi, l’Hiv continua ad essere il maggiore ostacolo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”. Il cardinale ha invitato a fare di più di fronte ad una tale pandemia. “Nel 2009 - si legge nella nota – i bambini saranno un elemento chiave per la Caritas. Attualmente solo il 15% dei bambini con l’Hiv ottiene le medicine necessarie per curarsi e molti muoiono prima del loro secondo compleanno. Di fronte a questa tragica realtà, le imprese farmaceutiche e i governi devono dimostrare una leadership forte sviluppando formule pediatriche per l’Hiv e migliorando i test”. Quanto all’azione della Caritas, il cardinale ricorda l’impegno “per evitare che si perdano altre vite di bambini vulnerabili”. Nel 20.mo anniversario della Giornata Mondiale dell’Aids, il porporato si è detto “immensamente orgoglioso della leadership di Caritas Internationalis, dei suoi 162 membri e delle altre organizazzioni cattoliche nella risposta alla pandemia dell’Hiv”. “Insieme combatteremo l’Hiv nei Paesi in via di sviluppo - ha aggiunto - ed incideremo a tutti i livelli per porre fine alla discriminazione e perché si elaborino politiche che tengano conto delle necessità dei più deboli”. “Uno degli elementi fondamentali delle persone povere è quello di essere in salute - ha concluso il cardinale – pertanto continueremo ad impegnarci in questa direzione”. (C.C.)

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    L’arcidiocesi di Toledo rinnova la sua consacrazione al Sacro Cuore di Gesù

    ◊   Domani l’arcidiocesi di Toledo rinnoverà la sua consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, durante una Santa Messa nella Cattedrale, presieduta dall’arcivescovo di Toledo, il cardinale Antonio Cañizares Llovera. Lo riferisce l'agenzia Fides. In Cattedrale verrà esposta l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, precedentemente portata in processione dalla chiesa dei Padri Gesuiti. “Si tratta di un atto molto più che devozionale” afferma il cardinale nel Messaggio indirizzato a tutti i fedeli per incoraggiarli a partecipare in maniera attiva alla celebrazione. “È un aprirsi e un darsi alla carità di Dio, alla sua infinita misericordia. In essa e con essa esprimiamo la nostra adesione e comunione piena con Gesù Cristo, nel quale si trovano i tesori inesauribili della bontà di Dio e della sua saggezza, e ci viene consegnato il Vangelo vivo della misericordia, della quale abbiamo tanto bisogno, l’unica che salva il mondo e gli conferisce tutta la speranza, la grande speranza”. L’arcivescovo ricorda inoltre che “solo da questa fonte inesauribile di amore che è il Cuore di Gesù, potremo trarre l’energia necessaria per amare, per vivere e dare compimento alla nostra vocazione all’amore e per portare avanti la nostra missione”. Per questo esorta tutti a contemplare il Cuore Sacratissimo di Gesù Cristo “per imparare cosa è l'amore e cosa significa amare; per aprirci senza ostacoli al mistero di Dio e del suo amore; per lasciarci trasformare da Lui; per rendere possibile il sorgere di una nuova civiltà dall’amore; per rispondere e servire con amore le grandi povertà ed indigenze del tempo in cui viviamo, non soltanto economiche, ma anche e soprattutto umane, sociali, morali, spirituali e religiose”. Il cardinale Cañizares aggiunge inoltre nel suo Messaggio che “il Cuore di Gesù ci apre alla missione. Ci fa essere missionari, tutti e là dove ci troviamo”, perché “per l’evangelizzazione di oggi è necessario che il Cuore di Cristo sia riconosciuto come il cuore della Chiesa: egli è Colui che chiama alla conversione e alla riconciliazione. Egli è Colui che attrae i cuori, Colui che realizza la comunione ardente dei membri dell’unico Corpo. Egli è Colui che permette di aderire alla buona notizia ed accogliere le promesse della vita eterna. Egli è Colui che invia in missione”. L’arcivescovo di Toledo conclude il suo Messaggio con un appello a tutti i fedeli a partecipare a questo atto, rinnovando la consacrazione delle famiglie, della Diocesi e di tutta la Spagna, “nei momenti così cruciali che stiamo vivendo”.(C.C.)

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    Nasce nelle Filippine una scuola islamica per educare al dialogo e alla fraternità

    ◊   “E’ un sogno che diventa realtà”. Così membri del movimento “Silsilah”, che nella mistica sufi significa “catena”, hanno commentato la nascita di una scuola coranica, nei pressi di Zamboanga, nelle Filippine, dove accanto agli insegnamenti del Corano si predicherà il dialogo e la fraternità con tutti gli uomini e con i credenti di tutte le religioni. Un’iniziativa senza precedenti nel segno del rispetto che è uno dei valori del “Silsilah”, movimento fondato dal missionario del Pime, padre Sebastiano D’Ambra, e che si avvale di numerosi membri e collaboratori musulmani. La scuola coranica si farà promotrice di un’impostazione moderata dell’Islam, che ripudia odio, violenza, guerra, morte, educando i ragazzi al rispetto della vita. (B.C.)

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    Domani in italia la Giornata per il sostentamento del clero

    ◊   Domani sarà la domenica dei ventiseimila campanili, giornata nazionale di sensibilizzazione delle offerte per il sostentamento dei preti diocesani; un’occasione per informare i fedeli su come sia possibile sostenere i sacerdoti diocesani con le apposite offerte e su come funzioni il sistema nazionale di sostegno economico dei sacerdoti. I campanili di cartone verranno posti all’ingresso delle chiese, con i bollettini postali per donare l’offerta. Iniziativa, questa, che si inserisce nel quadro di un progetto annuale di sostentamento ai preti diocesani per accompagnarli nel ministero e nell’annuncio della Parola e in tutte le attività delle comunità parrocchiali per giovani e adulti: dai progetti di pastorale giovanile negli oratori, alle iniziative di carità come mense per i poveri o centri ascolto, ai corsi per l’evangelizzazione degli adulti. Tutte iniziative realizzate dalle singole comunità parrocchiali, contribuendo così anche ad una maggiore partecipazione nel territorio. Nelle settimane fra novembre e dicembre saranno allestiti campanili con i bollettini anche in 15mila uffici postali e sarà trasmesso uno spot tv di 10 secondi sulle reti nazionali. Un calendario 2009 sarà inviato a tutti gli offerenti. (C.C.)

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    Convegno sull'attualità di Antonio Rosmini

    ◊   Ad un anno dalla sua beatificazione, un convegno rilegge l’attualità del grande teologo e filosofo Antonio Rosmini, alla luce del Concilio Vaticano II. L’incontro, promosso dal Servizio nazionale per il Progetto culturale in collaborazione con la Comunità di San Leolino, vivace centro di spiritualità e cultura nella diocesi di Fiesole, affronta il tema “Una profezia per la Chiesa: Antonio Rosmini verso il Concilio Vaticano II”. Antonio Rosmini, riconosciuto ormai da tutti come uno dei più grandi pensatori europei, è una figura cruciale del rapporto tra spiritualità e sapere. “Testimone della virtù della carità in tutte le sue dimensioni – cita l’Avvenire le parole di Benedetto XVI – ciò che lo ha reso più noto è stato il suo impegno per quella che egli definiva ‘carità intellettuale’, ossia la riconciliazione fra fede e ragione”. All’interno del dibattito, don Alessandro Andreini della Comunità di San Leolino, ha invitato i teologi e filosofi presenti, a rileggere il pensiero teologico di Rosmini alla luce del Concilio e di quella carità e umanità che sono stati i pilastri fondamentali del percorso del teologo, fondatore dell’Istituto della Carità. Apertosi ieri a Firenze nel Cenacolo di Santa Croce con il saluto dell’arcivescovo Giuseppe Betori alla presenza del vescovo di Fiesole Luciano Giovanetti, il convegno prosegue oggi nella Pieve di San Leolino, a Panzano in Chianti. (C.C.)

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    Un laboratorio Cei sull’importanza dell’Eucarestia

    ◊   Si concluderà domani con la partecipazione all’Angelus il laboratorio promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei sul rapporto tra giovani e Vangelo. Sono quattro gli ambiti su cui si è deciso di orientare la riflessione: l’Eucaristia domenicale, la vita interiore, il lavoro e l’immigrazione. Ieri ad aprire la prima tappa del percorso, riferisce Avvenire, è stato don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, che ha richiamato l’attenzione sul fatto che “non esiste vita cristiana senza l’Eucarestia domenicale, luogo per eccellenza in cui si può fare esperienza del Risorto”. Don Anselmi non ha nascosto le difficoltà che incontrano i giovani nel partecipare all’Eucaristia ma, allo stesso tempo, ha invitato i ragazzi ad arricchire il loro cammino con questa esperienza. Un nuovo invito a soffermarsi su esempi concreti sia dal punto di vista problematico sia per quanto riguarda le soluzioni è giunto da padre Eugenio Costa dell’Ufficio liturgico nazionale. (B.C.)

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    Studenti e docenti insieme a Roma per aprire nuovi spazi di ricerca della verità

    ◊   Si conclude domani al Salesianum, a Roma, il convegno “Università: laboratorio culturale. Studenti e docenti insieme: aprire nuovi spazi di ricerca della verità”, che vede riuniti gli universitari per il loro quarto Convegno nazionale e i Cappellani e Responsabili diocesani e regionali di pastorale universitaria per il loro sesto convegno nazionale. Rimettere al centro il rapporto tra studenti e docenti è l’auspicio – si legge su Avvenire – di mons. Francesco Moraglia, vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, mentre il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, in una lettera sottolinea l’idea dei “laboratori culturali” intesi sempre più come luoghi di scambio e crescita comune tra docenti e alunni. Al Sir, mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, la scuola e l’università, ha affermato che “per potere essere un vero e proprio laboratorio culturale, l’università deve mantenere il suo riferimento umanistico, affrontando questioni come il problema del lavoro, delle professioni, delle esigenze del mercato, senza mai perdere di vita l’impegno a servizio della persona e del cittadino”. All’attenzione dei partecipanti anche i temi della riforma universitaria in un momento “di grande mobilitazione” in cui serve – per il direttore dell’Ufficio Cei – “una riflessione orientata a dare un contributo alla soluzione dei problemi”. (B.C.)

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    “San Paolo parla”: lunedì il secondo incontro a Roma sulla Lettera ai Corinzi

    ◊   E’ dedicato alla Lettera ai Corinzi il secondo dei cinque incontri sull’attualità delle Lettere paoline in programma nella Basilica di San Paolo fuori le Mura lunedì 24 novembre alle 20,30. Incentrato sul tema dei carismi – “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito ” (12, 4) – l'incontro sarà introdotto dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica, avrà come esegeta un illustre studioso, mons. Rinaldo Fabris, presidente dell’Associazione Biblica Italiana, e come “testimoni” Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale e il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Passi della Lettera saranno letti da Edoardo Siravo, affermato attore teatrale e televisivo. Sarà ancora il giornalista vaticanista Pietro Schiavazzi a condurre l’incontro, le cui intenzioni e finalità sono riassunte dallo slogan “San Paolo parla”. Patrocinatori dell’iniziativa sono la rivista “Paulus”, l’organizzazione Elea, la Conferenza episcopale italiana attraverso il “Progetto Culturale”, il vicariato di Roma con il suo Ufficio della Pastorale Universitaria, e la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Il ciclo degli incontri sulle Lettere di San Paolo, una delle principali manifestazioni dell’Anno Paolino, è stato inaugurato lo scorso 27 ottobre dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo che ha introdotto l’esegesi della Lettera ai Romani svolta da mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Della sua attualità hanno dato testimonianza il cardinale Agostino Vallini, vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma, e il sindaco della città Gianni Alemanno. Gli altri appuntamenti con “San Paolo parla” sono in programma, sempre nella Basilica Ostiense, il 23 febbraio, 23 marzo e il 27 aprile 2009. (A cura di Graziano Motta)

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    24 Ore nel Mondo



    Il governo tibetano in esilio approva la linea del dialogo con la Cina

    ◊   Il parlamento del governo tibetano in esilio, riunito da una settimana a Dhramshala, in India, ha deciso di proseguire la politica del negoziato con Pechino. Lo ha reso noto oggi il presidente dell’assemblea al termine dei lavori. Vengono così rispettati gli auspici del Dalai Lama, nonostante negli ultimi tempi erano state avanzate non poche critiche alla sua linea del dialogo. Alla riunione di Dhramshala, considerata una delle più importanti degli ultimi 60 anni, hanno preso parte 600 delegati provenienti da tutto il mondo.

    Thailandia
    Ancora un attentato nei confronti dell’opposizione thailandese che da circa tre mesi manifesta contro il governo a Bangkok. Otto attivisti sono rimasti feriti, uno in modo grave, per l'esplosione di una bomba nei pressi di un blocco istaurato dai sostenitori del partito d'opposizione Alleanza del popolo per la democrazia (Pad) davanti alla sede del governo. Giovedì scorso un'altra esplosione aveva causato un morto e 29 feriti tra gli oppositori antigovernativi.

    Afghanistan
    Un militare francese è stato ucciso e un altro gravemente ferito per l’esplosione di una mina al passaggio della loro pattuglia, a circa 12 chilometri a sud di Kabul. Proseguono, intanto, le operazioni contro la guerriglia talebana. Nelle ultime 48 ore, 22 persone, fra cui 14 insorti, sono state uccise in due diverse offensive condotte, nel sud e nell’ovest del Afghanistan, dalle forze di sicurezza afghane e della coalizione internazionale.

    Pakistan
    È di almeno cinque morti il bilancio dell’ennesimo raid missilistico statunitense nelle zone tribali del Pakistan occidentale, considerate roccaforti dei talebani. Secondo i media locali, fra le vittime ci sono due importanti esponenti di al Qaeda, Rashid Rauf e Abu Al-Asr Al Misri. Di nazionalità britannica, Rauf è considerato la mente dei falliti attentati ai voli transatlantici nel 2006 ed era latitante dopo una fuga da una prigione pakistana. L'attacco arriva a due giorni dalla forte protesta di Islamabad, che ha convocato l'ambasciatore americano per chiedere l’interruzione delle incursioni.

    Repubblica democratica del Congo
    Sempre grave la situazione nella Repubblica Democratica del Congo. Stamattina un giornalista locale di Radio Okapi, patrocinata dalle Nazioni Unite, è stato ucciso durante scontri tra ribelli tutsi ed esercito nella turbolenta regione del Nord Kivu. Intanto il presidente Kabila ha avviato una serie di contatti diplomatici con i Paesi confinanti per cercare una soluzione alla crisi. Un portavoce del capo dello Stato ha inoltre annunciato che la prossima settimana si terrà un vertice straordinario dei dirigenti della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale proprio sulla crisi congolese.

    Burundi
    Il Burundi ha abolito la pena di morte. La misura è contenuta nel nuovo codice di procedura penale adottato oggi dal parlamento del Paese africano. Il testo, che contiene 620 articoli, trasforma la pena capitale in carcere a vita, proibisce la tortura e definisce anche il reato di violenza sessuale, che non era chiaramente specificato nel vecchio codice.
     
    Stati Uniti
    E’ ormai definita la squadra di governo del presidente eletto statunitense Barack Obama. Ieri la conferma, ancora non ufficializzata, che la senatrice Hillary Clinton diventerà segretario di Stato, guidando quindi la diplomazia Usa dopo Condoleezza Rice. Il servizio di Elena Molinari:

    “E’ pronta ed ha accettato”, hanno detto due fonti vicine all’ex first lady. Hillary - ha scritto il New York Times – si sarebbe risolta ad accettare dopo aver parlato ancora una volta con Obama sul ruolo che avrebbe avuto ai vertici della politica estera Usa e dei suoi piani in merito. L’indiscrezione è diventata una certezza, in attesa dell’annuncio ufficiale che arriverà probabilmente dopo la festa del Ringraziamento, giovedì prossimo. Già lunedì, invece, il presidente eletto annuncerà i componenti della sua squadra economica, nel tentativo di calmare i nervosismi dei mercati. Il capo della Federal Reserve di New York, Timothy Geithner, diventerebbe il nuovo ministro del Tesoro, dove ha lavorato come vice dal ’98 al 2001, sotto la presidenza Clinton. E un altro clintoniano andrà al Dipartimento al Commercio: si tratta del governatore del New Mexico, Bill Richardson, un ispanico che si era candidato alla Casa Bianca. Wall Street ha applaudito alle scelte facendo rimbalzare in avanti l’indice Down Jones del 4% a un’ora dalla chiusura.

     
    Venezuela
    Diciassette milioni di venezuelani sono chiamati domani alle urne per scegliere 22 governatori, 328 sindaci e 233 legislatori regionali. Il voto si annuncia come un test politico per il presidente Hugo Chavez che, secondo gli analisti, qualora uscisse premiato dalla prova elettorale, potrebbe tornare a proporre la riforma che gli consentirebbe una nuova ricandidatura a fine mandato. Per il punto della situazione ascoltiamo il servizio di Maurizio Salvi:

    Il voto di domani è considerato da partiti ed analisti, come un importante test di grande valore politico. Poco meno di un anno fa, infatti, il presidente Ugo Chavez riceveva un inatteso stop alle sue ambizioni di riforma, con la sconfitta nel referendum costituzionale, con cui si proponeva sostanzialmente di rifondare il Paese. Ed anche per questo da mesi ormai Chavez percorre in lungo e in largo il Paese, per convincere l’elettorato a votare per i candidati del Partito Socialista Unito del Venezuela. Nessuno dubita comunque della sua vittoria, ma lunedì, lo spoglio dei voti, potrebbe riservare delle sorprese, dovute al fatto che alcuni governatori e sindaci, eletti con il sostegno di Chavez, sono diventati dissidenti e sono in corsa contro candidati del governo. (Dall’America Latina, Maurizio Salvi, Ansa, per la Radio Vaticana).

     
    Russia - Ucraina
    Il colosso parastatale russo Gazprom minaccia di tagliare le forniture di gas all'Ucraina dal primo gennaio 2009 se non sarà siglato un contratto entro la fine dell'anno. Recentemente Gazprom e Kiev hanno negoziato, per le forniture di gas, un contratto a lungo termine che prevede prezzi di mercato a partire dal 2011, ma l'accordo non è ancora stato perfezionato e non è ancora stato risolto il problema di un debito pregresso di 2,4 miliardi di dollari che il presidente russo, Dimitri Medvedev, ha ordinato di riscuotere al più presto.

    Francia
    Continua il duello per la conquista della segreteria del Partito socialista francese. Martine Aubry ha conquistato la leadership con soli 42 voti di scarto rispetto a Segolene Royal, che tuttavia non ha accettato la sconfitta, chiedendo un nuovo scrutinio a causa di presunte irregolarità. Martedì il consiglio nazionale del partito si pronuncerà sull’esito delle elezioni per la segreteria.

    Italia
    Il controsoffitto di un'aula del liceo scientifico "Darwin"a Rivoli, alle porte di Torino, è crollato causando la morte di uno studente di 18 anni e il ferimento di almeno altri 20 ragazzi, di cui 4 versano in gravi condizioni. Il cedimento della struttura potrebbe essere avvenuto a seguito del forte vento che da ieri tira sul torinese. Il maltempo, che imperversa su tutta l’Italia, avrebbe causato anche due morti sulle strade, rispettivamente in Sardegna e nel bergamasco. (Panoramica internazionale cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 327

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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