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Sommario del 28/05/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Nell’indicare in Dio la vera sorgente della speranza e della pace, Gregorio Magno è una guida anche per il nostro tempo: così, Benedetto XVI all’udienza generale dedicata al grande Papa e dottore della Chiesa
  • Nomine
  • La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata pubblica un'Istruzione sul servizio dell’autorità e l’obbedienza
  • Dottorato honoris causa a padre Lombardi dal Regis College di Toronto, dove oggi si apre il Convegno dei Media cattolici di Stati Uniti e Canada
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Gli aiuti internazionali stentano a raggiungere gli alluvionati del Myanmar. Intervista col vescovo di Pathein
  • Cina e Taiwan rilanciano il dialogo
  • Amnesty International, nel suo Rapporto annuale sui diritti umani, pungola le grandi potenze
  • Chiesa e Società

  • Il prof. Franco Miano è il nuovo presidente dell’Azione Cattolica Italiana
  • Rapporto UNICEF sulle condizioni dei bambini in Africa
  • Sessantanni anni fa nascevano le operazioni di pace dell'ONU
  • Allarme della Croce Rossa per la situazione nelle zone di guerra
  • Continua a Dublino la Conferenza internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo
  • Aperta a Ginevra la 97.ma Conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro
  • Inaugurata "Afriradio" la nuova web radio dei Comboniani dedicata all'Africa
  • L'intervento di mons. Sgreccia ad un incontro a Bucarest sull'Humanae Vitae
  • In Australia la giornata di riconciliazione con gli aborigeni
  • Algeria: mons. Teissier chiede la liberazione dell'algerina convertita al cristianesimo
  • Perù: premiato il cardinale Maradiaga per l’intervento della Caritas nel terremoto del 2007
  • Colombia: il segretario dei vescovi invita le FARC a ripensare alla logica della violenza
  • Salvador: concluso il primo Congresso Missionario Nazionale
  • In Ecuador grande mobilitazione in difesa della vita e della famiglia
  • Papua Nuova Guinea: la consacrazione del nuovo Santuario di Maria Ausiliatrice a Port Moresby
  • Esortazione degli Ordinari di Terra Santa a preparare bene l'Anno Paolino
  • Il direttore di "Lourdes Magazine" spiega il senso del Giulibeo dei media a Lourdes
  • Il cardinale Vanhoye ricorderà il grande esegeta padre Xavier Léon-Dufour
  • Conferenza mondiale ad Atene delle associazioni teologiche
  • Concluso il convegno internazionale “Cromazio d’Aquileia e il suo tempo”
  • Ha compiuto 102 anni mons. Rosario Mennonna. E' il vescovo più anziano del mondo
  • Si è spento il missionario saveriano padre Domenico Milani “pioniere di mondialità e accoglienza”
  • Rapporto ISTAT: per le famiglie italiane è sempre più difficile arrivare a fine mese
  • 24 Ore nel Mondo

  • Cina: continua a crescere il bilancio delle vittime del sisma. Oltre 68 mila morti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nell’indicare in Dio la vera sorgente della speranza e della pace, Gregorio Magno è una guida anche per il nostro tempo: così, Benedetto XVI all’udienza generale dedicata al grande Papa e dottore della Chiesa

    ◊   “Un grande Papa e un grande Dottore della Chiesa”: Benedetto XVI ha introdotto così la figura di San Gregorio Magno, vescovo di Roma tra il 590 e il 604, a cui ha dedicato la catechesi dell’udienza generale. Alle migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha sottolineato l’attualità degli insegnamenti di San Gregorio, pastore coraggioso e saggio, vero pacificatore, attento ai bisogni dei fedeli. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    “Un uomo immerso in Dio” e proprio per questo sempre “vicino al prossimo, a tutti i bisogni della gente del suo tempo”. Benedetto XVI ha sintetizzato così la figura straordinaria del suo predecessore Gregorio Magno. Un uomo, ha ricordato a braccio il Papa, che parlava spesso del desiderio di Dio. Un desiderio di Dio che “era sempre vivo nel fondo della sua anima”. Quindi, ha messo l’accento sull’attualità dell’esempio di San Gregorio:

     
    “Lui realmente, in un tempo disastroso, anzi disperato, ha saputo creare pace e dare speranza. Questo uomo di Dio, quindi, ci mostra dove sono le vere sorgenti della pace, da dove viene la vera speranza e quindi è una guida anche per noi, nel nostro tempo di oggi”.

     
    Gregorio, ha ricordato il Papa, nacque a Roma, intorno al 540, da una ricca famiglia patrizia della gens Anicia, che si distingueva per “l’attaccamento alla fede e per i servizi resi alla Sede Apostolica”. Ad ispirargli alti sentimenti cristiani, furono proprio gli esempi dei genitori Giordiano e Silvia, ambedue venerati come Santi. Gregorio, ha rammentato, entrò presto nella carriera amministrativa fino a divenire prefetto della città di Roma. Si applicò dunque ad ogni genere di problemi amministrativi, “traendone lumi per i futuri compiti”. Di questa esperienza, ha costatato, gli rimase “un profondo senso dell’ordine e della disciplina”:

     
    “Divenuto Papa, suggerirà ai vescovi di prendere a modello nella gestione degli affari ecclesiastici la diligenza e il rispetto delle leggi proprie dei funzionari civili”.

     
    Questa vita, però, ha proseguito, non lo soddisfaceva. Presto, Gregorio decise di intraprendere la vita di monaco. Un periodo in cui “acquisirà una profonda conoscenza della Sacra Scrittura” e di cui gli resterà una perenne nostalgia. Un “tempo di felice raccoglimento in Dio, di dedizione alla preghiera, di serena immersione nello studio”. Anche il ritiro claustrale di Gregorio non dura a lungo, giacché Papa Pelagio lo nomina ambasciatore a Costantinopoli per favorire “il superamento degli ultimi strascichi della controversia monofisita e, soprattutto, per ottenere l’appoggio dell’imperatore nello sforzo di contenere la pressione longobarda”. Dopo alcuni anni viene però richiamato a Roma. Sono anni terribili per l’Urbe afflitta dalla carestia e infine anche dalla peste che fa numerose vittime, tra cui Papa Pelagio II. Il clero e il popolo fu unanime nello scegliere Gregorio come suo Successore. Egli cercò di resistere, “tentando anche la fuga, ma alla fine dovette cedere”. Era l’anno 590. Il nuovo Pontefice si mise subito con lena al lavoro:

     
    “Fin dall’inizio rivelò una visione singolarmente lucida della realtà con cui doveva misurarsi, una straordinaria capacità di lavoro nell’affrontare gli affari tanto ecclesiastici quanto civili, un costante equilibrio nelle decisioni coraggiose che l’ufficio gli imponeva”.

     
    Del suo governo, ha spiegato il Papa, resta un’ampia documentazione grazie al Registro delle sue Lettere, nelle quali “si riflette il quotidiano confronto con i complessi interrogativi che affluivano sul suo tavolo”. Il problema più pressante allora in Italia e Roma era la questione longobarda, a cui, ha detto, Gregorio dedica ogni energia possibile. Gregorio Magno, ha notato il Papa, fu “un vero pacificatore”:

     
    “A differenza dell’imperatore bizantino che partiva dal presupposto che i Longobardi fossero soltanto individui rozzi e predatori da sconfiggere o sterminare, egli vedeva questa gente con gli occhi del buon pastore preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza, stabilendo con essi rapporti di fraternità”.

     
    Papa Gregorio intraprese una serrata trattativa col re longobardo Agilulfo, che portò ad uno stabile armistizio. Un risultato positivo grazie anche ai contatti che Gregorio Magno intratteneva con la regina Teodolinda, bavarese e cattolica. Una vicenda, ha rilevato il Papa, che rappresenta un capitolo importante del ruolo delle donne nella storia della Chiesa. Accanto a quest’opera diplomatica volta alla pace e all’azione evangelizzatrice tra i Longobardi, ha detto ancora, Gregorio fu “attivo protagonista” di una “multiforme attività sociale”: soccorse chi era nel bisogno, aiutò i religiosi indigenti, pagò i riscatti di cittadini caduti prigionieri dei Longobardi:

     
    “Inoltre, svolse sia a Roma che in altri parti d’Italia un’attenta opera di riordino amministrativo, impartendo precise istruzioni affinché i beni della Chiesa, utili alla sua sussistenza e alla sua opera evangelizzatrice nel mondo, fossero gestiti con assoluta rettitudine e secondo le regole della giustizia e e della misericordia”.

     
    Questa intensa attività, ha aggiunto, Gregorio la svolse nonostante la malferma salute e spesso, a causa della flebile voce, le sue omelie venivano pronunciate da un diacono. Una vicenda, accompagnata da una simpatica considerazione:

     
    “Grazie a Dio oggi abbiamo a disposizione il microfono!”.

     
    Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un pensiero speciale alle Maestre Pie Filippini, presenti in Piazza, esortandole ad affrontare “l’emergenza educativa nella città di Roma, cuore della cristianità”. Quindi, in prossimità della fine del mese mariano di maggio, ha invocato Maria affinché ci aiuti a "percorrere con gioia e speranza il nostro quotidiano pellegrinaggio verso la Patria eterna”. A margine dell'udienza, il Papa ha ricevuto due omaggi da due porporati: il cardinale Angelo Comastri ha donato al Santo Padre una preziosa pubblicazione del Capitolo di San Pietro. Dal canto suo, il cardinale Crescenzio Sepe ha regalato al Papa il suo ultimo libro "Non rubate la speranza".

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato vescovo di Guarabira (Brasile) il rev. Francisco de Assis Dantas de Lucena, del clero della diocesi di Caicó, finora parroco della Parrocchia São Francisco de Assis. Il rev. Francisco de Assis Dantas de Lucena è nato il 19 ottobre 1963, a Jardim do Seridó, diocesi di Caicó. E’ stato ordinato sacerdote il 21 luglio 1991 per la diocesi di Caicó.
     
    Sempre in Brasile, il Papa ha nominato vescovo di Vacaria padre Irineu Gassen, dell’Ordine dei Frati Minori, finora parroco della Parrocchia "São João Batista" nella diocesi di Caxias do Sul. Padre Irineu Gassen è nato il 24 novembre 1942 a Santa Cruz do Sul. E’ stato ordinato sacerdote il 27 luglio 1968.

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    La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata pubblica un'Istruzione sul servizio dell’autorità e l’obbedienza

    ◊   “Il servizio dell’autorità e l’obbedienza”: è il titolo di una Istruzione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica pubblicato oggi dal dicastero vaticano e presentato ad un’assemblea dei superiori e superiore generali presso il Salesianum di Roma. Ce ne parla Sergio Centofanti.


    Il documento, di una cinquantina di pagine, sottolinea che “la radice dell’obbedienza” si trova “in quella ricerca di Dio e della sua volontà che è propria del credente”. Per questo tutti sono chiamati a obbedire “l’autorità per prima”. “L’obbedienza cristiana e religiosa non si configura dunque prima di tutto o semplicemente come una esecuzione di leggi o disposizioni ecclesiastiche o religiose, ma come il momento di un percorso di ricerca di Dio, che passa attraverso l’ascolto della sua Parola, la presa di coscienza del suo disegno di amore, l’esperienza fondamentale di Cristo, l’obbediente, per amore, fino alla morte di croce”.

     
    “L’autorità nella vita religiosa” va compresa come servizio alla comunità “perché la volontà di Dio sia insieme cercata e realizzata”.

     
    Il testo affronta anche il delicato tema delle “obbedienze difficili”, quelle in cui “ciò che viene richiesto al religioso o alla religiosa risulta particolarmente gravoso da eseguire”, o quelle in cui – come diceva San Francesco d’Assisi - chi deve obbedire ritiene di vedere «cose migliori e più utili alla sua anima di quelle che gli ordina il superiore». In queste situazioni si rimanda “all’Obbediente per eccellenza, Cristo” che “imparò l’obbedienza dalle cose che patì”.

     
    Il documento accenna inoltre alla possibile “obiezione di coscienza” in chi deve obbedire, avvalendosi di “un testo ancora attuale” di Paolo VI. Il riferimento alla coscienza – viene precisato – “aiuta a concepire l’obbedienza non semplicemente come passiva e non responsabile esecuzione di ordini, ma come consapevole assunzione di impegni, da accogliere con la consapevolezza (‘coscienza’) che essi sono attuazioni concrete della volontà di Dio”.

     
    La funzione dell’autorità viene presentata mediante la categorie della “mediazione umana” della volontà di Dio. Il che non significa – si rileva – “che la volontà del superiore coincida perfettamente e automaticamente con la volontà di Dio: ne è uno strumento di conoscenza, caratterizzato, come ogni realtà umana, da limiti ed errori”. Ma si ricorda anche che «ogniqualvolta (il religioso/a) si trova di fronte ad un comando legittimamente dato, il Signore chiede di obbedire all’autorità che in quel momento lo rappresenta».

     
    L’Istruzione ricorda che anche l’autorità può farsi “difficile”, sperimentando “momenti di scoraggiamento e fatica, che possono portare ad atteggiamenti di rinuncia o di latitanza nell’esercitare una adeguata guida e animazione della comunità”. Invita quindi l’autorità “all’ascolto, a favorire il dialogo, la condivisione, la corresponsabilità, a creare comunione nonostante le diversità, a trattare le persone ad essa affidate con misericordia, a stimolare anche un‘obbedienza fraterna”.

     
    Un rilievo particolare infine è dato alla comunità religiosa, quale luogo in cui, “sotto la guida del superiore e della superiora, essa deve esercitare un ‘discernimento comunitario’ rispetto a decisioni da prendere”. E anche se all’autorità “spetta la decisione finale” tuttavia essa “non può ignorare che la comunità è il luogo privilegiato per riconoscere e accogliere la volontà di Dio”.

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    Dottorato honoris causa a padre Lombardi dal Regis College di Toronto, dove oggi si apre il Convegno dei Media cattolici di Stati Uniti e Canada

    ◊   Conferito ieri a padre Federico Lombardi il Dottorato Honoris Causa dal Regis College di Toronto, in Canada. Ieri la cerimonia di consegna, alla vigilia dell’apertura oggi del Convegno annuale dei Media cattolici statunitensi e canadesi. Servizio di Roberta Gisotti:


    “Predicatelo sui tetti!”, il tema del Convegno cui prendono parte 400 delegati tra giornalisti, operatori dei media, produttori di programmi radiotelevisivi cattolici, chiamati a dialogare su sfide e opportunità della comunicazione a servizio del Vangelo. Tra i relatori anche padre Federico Lombardi, insignito ieri di un prestigioso riconoscimento di Dottorato dal Regis College di Toronto retto della Compagnia di Gesù. Nel presentare le motivazioni p. Thomas Rosica, che ha conosciuto personalmente ed ha collaborato con padre Lombardi, ne ha posto in luce le doti di “umiltà, gioia, dignità e convinzione” mostrate nelle diverse funzioni di servizio ecclesiale, svolte in qualità di direttore della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede ed assistente generale del neo eletto preposito generale dei Gesuiti. Da parte sua padre Lombardi si è detto grandemente onorato, soffermandosi poi sul significato della sua missione di comunicatore sotto il pontificato di Giovanni Paolo II ed ora di Benedetto XVI, missione che ha riassunto nelle parole “comunicazione per l’unione, comunicazione per la comunione”, “in questo mondo marcato – ha sottolineato - da cosi tante divisioni e cosi bisognoso di riconciliazione”.

     
    La tre giorni del Convegno sui Media cattolici sarà aperta nel pomeriggio dall’intervento dell’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali. Tra gli interventi previsti in giornata quello di Margaret Somerville, docente di medicina e diritto all’Università McGill, sul tema “Il potere della lingua: parlare ad un’epoca secolarizzata”; domani quello di padre Lombardi intitolato “Quando il Papa parla al mondo: lavorare con i media moderni” e venerdì 30 quello del cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Québec, su “La nuova evangelizzazione e i mass media”.

     
    Nei laboratori del Convegno saranno poi approfonditi altri temi di attualità quali: l’evoluzione di una notizia, la presenza dei giovani talenti nel mondo dei media, una proposta di spiritualità per gli operatori del settore, cattolici e politica, Benedetto XVI e i media, la prossima generazione dei siti web.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In anteprima, allegata al giornale, l’Istruzione “Il servizio dell’autorità e l’obbedienza” pubblicato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, con un’intervista all’arcivescovo Gianfranco Agostino Gardin e servizi speciali.

    Diritti umani nel mondo: sessant’anni di promesse infrante, denuncia un dossier di Amnesty International.

    Quarto rapporto della Caritas italiana su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia” nell’anniversario della ratifica della Convenzione ONU da parte dell’Italia (27 maggio 1991).

    Il Comitato internazionale della Croce Rossa: colpite dai rincari alimentari le vittime dei conflitti.

    In cultura, Silvia Guida intervista l’arcivescovo Gianfranco Ravasi in occasione dell’apertura del Festival Biblico di Vicenza.

    Pezzi d’Italia fra le carte di De Sanctis: il pronipote mostra in anteprima al giornale i documenti che saranno esposti in una mostra storica a Palazzo Venezia.

    Una riflessione di Adriano Pessina sull’eugenetica e il pensiero liberale.

    Nell’informazione religiosa, Nicola Gori intervista il presidente della Conferenza episcopale del Myanmar.

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    Oggi in Primo Piano



    Gli aiuti internazionali stentano a raggiungere gli alluvionati del Myanmar. Intervista col vescovo di Pathein

    ◊   In Myanmar gli aiuti internazionali, nonostante il via libera della giunta militare, fanno ancora fatica a raggiungere la popolazione civile colpita all’inizio del mese dal devastante ciclone Nargis. Meno della metà degli oltre 2 milioni e mezzo di sfollati hanno ricevuto fino ad oggi i soccorsi. Alcune regioni, tra cui il Delta dell'Irrawaddy, la più devastata, sono ancora inaccessibili. Si calcola che il ciclone abbia fatto 130 mila vittime tra morti e dispersi. Sulla situazione umanitaria Irene Lagan ha intervistato il vescovo di Pathein, mons. John Hsane Hgyi, a Roma per la visita ad Limina della Conferenza episcopale del Myanmar:


    R. – Many international helps are already there …
    La comunità internazionale ha già inviato molti aiuti. Ma noi, come Chiesa, non siamo rimasti ad aspettare i soccorsi internazionali. Seminaristi, religiosi e catechisti hanno organizzato diversi gruppi che sono andati nelle zone colpite per salvare la gente e per portare loro aiuti e generi alimentari. Per quanto abbiamo potuto, abbiamo cercato di aiutare gli alluvionati con le nostre forze. Per esempio, nella mia diocesi – come anche in altre diocesi – non appena il ciclone è passato, abbiamo inviato delle barche con generi di prima necessità insieme a cellulari per poter stabilire una valida possibilità di comunicazione con gli sfollati. Abbiamo organizzato anche dei campi di fortuna dove assistiamo la gente e gli stessi aiuti li stiamo dando a coloro che sono rimasti nei villaggi.

     
    D. – Quali sono le maggiori necessità della gente, in questo momento?

     
    R. – For the emergency, for the time being, they need food, shelter, medicine and cloths. ..
    Gli aiuti d’emergenza, in questo momento, riguardano generi alimentari, tende, assistenza medica e vestiti. Poi, ci sarà bisogno di aiuto per la ricostruzione. Prima di venire a Roma ho detto al comitato che è già al lavoro nella mia diocesi, che è necessario procurare macchinari per l’agricoltura e le sementi per ricominciare le coltivazioni. La stagione delle piogge è finita e tra qualche mese non si potrà seminare più niente. Questo è il momento utile per seminare, e nel Paese non ci sono più sementi. Ecco perché ora hanno bisogno di sementi e macchinari per l’agricoltura. Stiamo cercando dunque di acquistarne per inviarli ai villaggi, nel maggior numero possibile.

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    Cina e Taiwan rilanciano il dialogo

    ◊   Per la prima volta dal 1949 i capi dei due partiti al potere in Cina e a Taiwan, il segretario del Partito comunista Hu Jintao ed il presidente del Kuomintang, Wu Poh-hsiung, si sono incontrati oggi a Pechino. La Cina e l'ex isola di Formosa si sono separate nel 1949 al termine della guerra civile tra comunisti e nazionalisti, nonostante Pechino abbia da sempre ritenuto Taiwan parte integrante del suo territorio. L’incontro giunge a due mesi dalla sconfitta dell’indipendentista Chen Shui Bian, che in 8 anni di governo aveva portato ai minimi storici le relazioni tra Pechino e Taipei. Come interpretare, dunque, l’incontro di oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fernando Mezzetti, esperto di politica cinese:


    R. – La prima cosa che mi viene in mente è quando nel 1972 Nixon fece lo storico viaggio in Cina ed ebbe un incontro con Mao. Per sgelare l’atmosfera, disse Nixon al “Timoniere”: “Chissà cosa pensa Chiang Kai-shek di questo nostro incontro?”. E Mao, sornione, rispose: “Guardi che ci sono molte più cose in comune tra noi e Chiang Kai-shek che tra voi e Chiang Kai-shek!”. Questo per dire che, la storia del Partito comunista cinese e del Partito nazionalista si è intrecciata spesso. Ci sono state lotte tra di loro e ci sono state anche momenti di collaborazione. In questo momento, la Cina tende la mano a questo Partito nazionalista che per lungo tempo è stato suo nemico, perché si calmino le aspirazioni indipendentiste di Taiwan.

     
    D. – Bisogna dire che, appena eletto, il neo-presidente di Taiwan ha immediatamente teso la mano a Pechino per riaprire il dialogo. Persistono però dei punti di non incontro tra le due parti. Quali sono, in particolare?

     
    R. – Il punto di non incontro è che Taiwan non accetta l’unificazione con la Cina continentale, ha offerto varie soluzioni, tra cui fondamentalmente rimane quella offerta a Hong Kong: un Paese, due sistemi. Di questa offerta, i nazionalisti di Taiwan non si fidano: né gli indipendentisti, né quelli del Partito nazionalista. Però, è ben vero che il neo-presidente ha subito teso la mano offrendo di incrementare scambi di visitatori, collegamenti aerei regolari e non dimentichiamo che Taiwan, in termini economici, ha già fortissimi legami con la Cina che si sono sviluppati pur nel quadro di tensione politica quando c’era il precedente presidente che puntava all’indipendentismo.

     
    D. – Ecco: infatti, alcuni osservatori internazionali sostengono che a spingere verso il dialogo Pechino e Taipei siano stati anche gli ottimi rapporti commerciali che intercorrono tra le due parti. Si tratta di un quadro realista o sono solo delle critiche?

     
    R. – No: certamente ci sono state pressioni economiche! Diciamo che il mondo economico di Taiwan ha investito nella Cina continentale circa 100 miliardi di dollari, che sono una cifra molto consistente, e l’economia di Taiwan si integra con quella della Cina e la Cina apre le braccia perché quelli di Taiwan portano tecnologia, industrie avanzate ... Quindi, i prodotti che dovrebbero essere di Taiwan vengono invece fatti nella Cina continentale e questi 100 miliardi di dollari pesano nel rapporti tra i due Paesi!

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    Amnesty International, nel suo Rapporto annuale sui diritti umani, pungola le grandi potenze

    ◊   61 sono i Paesi dove è ancora presente la tortura, 54 quelli dove si celebrano processi iniqui, in 77 non è consentita la libera espressione delle proprie idee. Nel 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Amnesty International, presentando il suo annuale rapporto, chiede ai governi delle grandi potenze di agire subito, perché la lotta per il rispetto dei diritti umani è ancora tutta da portare avanti. Servizio di Francesca Sabatinelli.


    A 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, i leader mondiali chiedano scusa per aver fallito e si impegnino in iniziative concrete per tutelarli e farli rispettare in ogni parte del mondo. Amnesty International punta l’indice sulle grandi potenze, questo primo decennio del XXI secolo purtroppo sta dimostrando ancora una volta l’impotenza e la riluttanza dei governi occidentali di fronte alle peggiori crisi dei diritti umani, come quelle in Darfur, Zimbabwe, Gaza, Iraq, Afghanistan e Myanmar. Oggi, ricorda Amnesty, il più violato è proprio l’articolo 1 della Dichiarazione: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. I diritti umani non sono una categoria astratta, spiega il presidente di Amnesty Italia Paolo Pobbiati, occorre esortare le maggiori potenze a dare l’esempio. Ascoltiamolo:

    “Chiamiamo in causa gli attori che hanno maggior peso. Gli Stati Uniti hanno delle responsabilità importanti perché sono quelli che hanno condotto la guerra al terrore. Nell’Unione Europea, che nelle sue dichiarazioni si definisce portabandiera dei principi dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, i suoi Stati però oggi, piano piano, stanno tornando indietro, stanno annacquando pesantemente i principi fondamentali, soprattutto in tema di discriminazione, di guerra al terrore, di diritti dei rifugiati e dei migranti”.

    Il 2008, spiega ancora Pobbiati, può segnare la svolta, per le nuove leadership al potere e per le potenze emergenti. Si presenta un’occasione senza precedenti di indicare una nuova direzione e rigettare le politiche che negli ultimi anni hanno reso il mondo un luogo sempre più pericoloso e diviso, un esempio che può partire dagli Stati Uniti:

    “Ci auguriamo che la prossima amministrazione faccia dei passi fondamentali: chiuda Guantanamo, per esempio, e gli altri luoghi segreti dove vengono detenute persone sospettate di terrorismo, e chiediamo che le persone che sono detenute in questi posti siano o rilasciate oppure portate davanti ad un tribunale federale. Chiediamo che la lotta contro il terrore venga ricondotta in termini di legalità e di giustizia. Per quanto riguarda la Russia e il nuovo presidente Medvedev, ci auguriamo abbia un approccio nei confronti dei diritti umani diverso da quello portato avanti sinora, anche a maggior ragione per l’importanza crescente di questo Paese. Poi, ci sono le Olimpiadi nel 2008, questo evento straordinario per la Cina, Paese che sta vivendo dei cambiamenti fondamentali, che ci auguriamo possano portare anche ad un miglioramento del curriculum della Cina, in termini di diritti umani”.

    Per quanto riguarda l’Italia, Amnesty esprime i suoi forti timori per il clima di razzismo e xenofobia, e per le leggi o proposte di legge contrarie agli standard internazionali sui diritti umani che potrebbero trasformarla in un Paese pericoloso. Accanto alle delusioni, Amnesty non manca però di segnalare anche i risultati raggiunti nel 2007, come l’approvazione da parte dell’Onu, dopo oltre venti anni di dibattito, della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni, ma soprattutto l’approvazione di una moratoria universale sulla pena di morte.

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    Chiesa e Società



    Il prof. Franco Miano è il nuovo presidente dell’Azione Cattolica Italiana

    ◊   È Franco Miano il nuovo presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana (AC): la nomina, da parte del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, è stata ufficializzata oggi. Già vicepresidente nazionale per il settore adulti nel triennio 2005/2008, sposato con due figli, ha 47 anni e abita a Pomigliano d'Arco, diocesi di Nola. Franco Miano è ordinario di Filosofia morale ed è stato chiamato nell’Università degli studi di Roma Torvergata ad insegnare Antropologia filosofica e, attualmente, Bioetica e Filosofia della religione. Nell’apprendere la notizia, mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’AC ha sottolineato che il prof. Miano “è un buon tessitore di comunicazioni e risolve i problemi attraverso un paziente contatto personale con tutti”. “Alla sua guida – ha aggiunto mons. Segalini - l’Azione Cattolica può continuare il suo cammino di rinnovamento nella concretezza e nel servizio appassionato alla Chiesa per il Regno di Dio”. Il presidente uscente Luigi Alici ha augurato infine al prof. Franco Miano di "vivere un tempo benedetto e stupendo di responsabilità e di servizio. Le sue doti esemplari di competenza scientifica, di sensibilità ecclesiale e di passione associativa – ha aggiunto - gli consentiranno, con il sostegno di tutta l’associazione, di tenere sempre le vele dell’Azione Cattolica al vento dello Spirito”. (A.L.)

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    Rapporto UNICEF sulle condizioni dei bambini in Africa

    ◊   Nel 2006, 5 milioni di bambini sono morti nel continente africano prima di raggiungere il quinto anno di vita, una media di quasi 14.000 al giorno. “Nelle comunità in cui vi sono sistemi sanitari integrati a livello locale, molte vite possono essere salvate”. E’ quanto ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF, Ann M. Veneman, nel presentare il primo rapporto su ‘La condizione dei bambini in Africa 2008’ durante la quarta ‘Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo africano’. Secondo il rapporto, i 5 Paesi africani che si estendono prevalentemente a nord del Sahara – Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia – hanno ridotto i rispettivi tassi di mortalità infantile di almeno il 45% tra il 1990 e il 2006, mettendosi sulla giusta rotta per conseguire l’Obiettivo di sviluppo del millennio relativo alla sopravvivenza infantile. In occasione del lancio del rapporto, l’UNICEF ha lanciato inoltre un appello per ingenti investimenti diretti a migliorare i sistemi sanitari dell’Africa sub-sahariana. ‘La condizione dei bambini in Africa 2008’ fornisce dati e analisi sulla situazione dei bambini africani, sottolinea i recenti successi e propone programmi e interventi concreti in grado di salvare la vita di molti bambini. Il rapporto ricorda, infine, la necessità di un’assistenza continuativa nel tempo e nello spazio: dalla gravidanza, al parto, al periodo neonatale e della prima infanzia fino all’infanzia e all’adolescenza, estendendo i servizi alla famiglia, alla comunità fino alle cliniche locali, gli ospedali di distretto ed oltre. Per maggiori informazioni, si può consultare il sito www.unicef.it (A.L.)

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    Sessantanni anni fa nascevano le operazioni di pace dell'ONU

    ◊   Oltre 110 mila peacekeeper delle Nazioni Unite provenienti da 119 Paesi sono oggi impegnati in 20 missioni per il mantenimento della pace nel mondo. L’ONU celebrerà domani l’evento a 60 anni di distanza dalla nascita delle operazioni di pace delle Nazioni Unite. Era infatti il 29 maggio 1948 quando il Consiglio di sicurezza istituì la prima operazione di pace, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Supervisione della Tregua, con sede in Palestina. Nel 2001 – ricorda poi il SIR – l’Assemblea generale ha proclamato il 29 maggio “Giornata mondiale delle forze di pace dell’ONU” per rendere omaggio agli uomini e alle donne che hanno prestato servizio nelle varie missioni. Con una cerimonia solenne si ricorderanno i 2400 peacekeeper, compresi i 90 del 2007, che negli ultimi 60 anni hanno perso la vita durante operazioni di pace. I paesi dell’Unione europea, il Giappone e gli Stati Uniti sono i maggiori finanziatori delle missioni, con più di 6 miliardi di dollari l’anno. (A.L.)

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    Allarme della Croce Rossa per la situazione nelle zone di guerra

    ◊   In Afghanistan, Iraq, Somalia e in altre aree segnate dal dramma della guerra, milioni di persone saranno duramente colpite dagli effetti della crisi alimentare legata al carovita: lo ha detto ieri a Ginevra il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Jakob Kellenberger, presentando il rapporto sulle attività dell’organizzazione nel 2007. “Il recente aumento dei prezzi degli alimenti e dei carburanti – ha spiegato - sta rendendo ancora più difficile la vita di gente già obbligata a lottare contro gli effetti della guerra o di violenze interne”. Nella lista dei Paesi più a rischio ci sono anche il Ciad, Haiti, la Colombia, lo Yemen, lo Sri Lanka, il Sudan e la Repubblica democratica del Congo. Nonostante la crisi, il Comitato internazionale della Croce Rossa ha rinnovato l’impegno a mantenere lo stesso livello di aiuti nei 52 Paesi in cui è fornisce assistenza alla popolazione civile. Sono anche stati annunciati – sottolinea l’agenzia Misna - nuovi programmi per la distribuzione di generi di prima necessità nelle comunità colpite da emergenze umanitarie, in particolare in Yemen e Somalia. Il rapporto diffuso ieri, ha affermato infine Kellenberger, “riporta l’attenzione sulle innumerevoli violazioni del diritto internazionale di cui siamo stati testimoni nel mondo lo scorso anno”. “Se il diritto fosse rispettato meno – ha concluso - numerosi sarebbero i civili uccisi o feriti, le donne e le ragazze violentate e le persone costrette a lasciare le proprie case”. (A.L.)

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    Continua a Dublino la Conferenza internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo

    ◊   Attivisti per i diritti umani e vittime delle bombe a grappolo hanno rinnovato la richiesta ai governi del mondo - e in particolare agli Stati Uniti - perché mettano al bando l’uso di questi ordigni. L’appello – riferisce l’agenzia Misna - giunge a quattro giorni dalla stesura definitiva, a Dublino, di un Trattato per la restrizione della produzione, vendita e utilizzo delle bombe a grappolo. Al documento stanno lavorando i rappresentanti di 110 Stati. Tra questi, non ci sono delegazioni di Paesi produttori e utilizzatori delle bombe a grappolo, come Stati Uniti, Cina, Israele, Russia, India e Pakistan. Il testo, tra le varie misure, prevede anche il riconoscimento di indennità alle vittime delle ‘cluster bombs’ e alle loro famiglie. Intanto, alla conferenza di Dublino si continuano a registrare forti resistenze. Particolarmente osteggiata è la proposta di divieto per gli Stati firmatari di partecipare ad operazioni militari congiunte con Paesi che usano le bombe a grappolo. “Comprendiamo – ha detto Stan Brabant, rappresentante di ‘Handicap International’ - che numerosi Paesi abbiano ricevuto richieste dal Dipartimento di Stato americano per non inserire questa proposta nel trattato finale”. “Preghiamo questi governi – ha concluso Stan Brabant – di resistere con forza ai tentativi di sabotare la strada per la messa al bando di questi micidiali ordigni”. (A.L.)

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    Aperta a Ginevra la 97.ma Conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

    ◊   Si è aperta questa mattina a Ginevra la 97.ma Conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’istituto specializzato delle Nazioni Unite con sede in Svizzera. Oltre 3mila rappresentanti di governi, sindacati e imprenditori da tutto il mondo discuteranno di riduzione della povertà, diritti del lavoro e lotta alla crisi alimentare. Lavoreranno a stretto contatto fino al prossimo 13 giugno i rappresentanti dei 181 Stati che aderiscono all’Organizzazione Internazionale del Lavoro, con lo scopo di promuovere condizioni di lavoro dignitose in tutto il mondo. Al centro delle preoccupazioni della Conferenza annuale dell’ILO, quest’anno si discuterà in particolare dell’emergenza alimentare e dello sviluppo del lavoro rurale. Sono, infatti, quasi 3miliardi e mezzo le persone che vivono in aree depresse del pianeta e dipendono direttamente dalla produzione agricola. L’urgenza prospettata dai vertici dell’Organizzazione internazionale è quella di proporre soluzioni per l’avvio di un circolo virtuoso che possa aumentare la produttività, in proporzione all’occupazione e all’aumento di redditi e sviluppo globale. La Commissione incaricata di vigilare sull’applicazione delle norme internazionali discuterà diversi casi di infrazione da parte degli Stati e, in particolare, una sessione speciale verrà dedicata alla questione del lavoro forzato in Myanmar; una sessione dell’Assemblea plenaria, invece, sarà dedicata alla difficile situazione dei lavoratori nei Territori arabi occupati. Infine il 6 giugno verrà presentato il rapporto globale sulla libertà sindacale nel mondo. Un argomento che coinvolge milioni di lavoratori e imprenditori cui ancora oggi vengono negati i loro diritti fondamentali. (S.L.)

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    Inaugurata "Afriradio" la nuova web radio dei Comboniani dedicata all'Africa

    ◊   Sovvertire gli stereotipi che vogliono il Continente africano sinonimo di fame, malattie, guerre e miseria, proponendo un'immagine che rifletta la poliedricità di un territorio vasto ed estremamente diverso. È questo l’intento alla base di “Afriradio”, nuova web-radio interamente dedicata all'Africa, lanciata nelle scorse settimane da “Nigrizia multimedia”, il gruppo editoriale del Missionari Comboniani. Gli utenti possono ascoltare la radio 24 ore su 24 in streaming, digitando www.afriradio.it, e intervenire direttamente in alcuni programmi grazie alla chat e all'invio di e-mail, mentre le radio hanno la possibilità di scegliere e acquistare i programmi di loro interesse. Informazione, ma anche musica e intrattenimento di qualità sono i punti forti del palinsesto che concentra al mattino la fascia informativa con un programma di approfondimento quotidiano al quale subentrano le news. Quello che viene proposto è un modo diverso di fare informazione su un Continente, l’Africa, di cui di fatto si sa poco. Quanti, ad esempio, sanno che la Tanzania ha messo al bando già da mesi i sacchetti di plastica? O che il Sudafrica è all'avanguardia nella produzione di energia da fonti alternative? Voce all'Africa, quindi, non solo con l'informazione, ma anche attraverso la partecipazione degli africani in Italia, coinvolti direttamente nel progetto. "’Afriradio’ - spiega padre Giuseppe Cavallini, Coordinatore del Centro Comboni Multimedia - si pone, senza presunzione alcuna, come fonte di informazione alternativa agli apparati mediatici che promuovono interessi economici e politici di parte e non si preoccupano di offrire all'opinione pubblica una informazione che sia anche formazione critica. ‘Nigrizia multimedia’, fedele alla tradizionale linea editoriale di Nigrizia, intende pertanto essere megafono di chi crede in una società in cui vengano promossi valori umani ed evangelici quali la solidarietà, l'accoglienza, il dialogo interculturale, l'incontro interetnico e il rispetto per le diverse tradizioni e fedi religiose". (L.Z.)

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    L'intervento di mons. Sgreccia ad un incontro a Bucarest sull'Humanae Vitae

    ◊   “Sembra che non solo la cultura corrente abbia voltato le spalle alla concezione che aveva ispirato il documento della Humanae Vitae”, ma “anche la scienza e la biotecnologia abbiano impostato la ricerca per una nuova costruzione della sessualità, della procreazione e della famiglia”. L’allarme è stato rilanciato ieri a Bucarest da mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, intervenendo al convegno promosso nella capitale romena dall’Istituto teologico romano-cattolico “Santa Teresa” sul tema: “Humanae vitae tra attualità e provocazione. Una risposta moderna ad un problema multisecolare”. “In questo ultimo decennio – ha detto mons. Sgreccia, ripreso dall'Agenzia Sir - le tecniche intercettive (ad esempio la pillola del giorno dopo) e della RU486, hanno coniugato l’aborto sotto l’immagine della contraccezione. Il tutto appare ora come un immane sforzo tecnologico, finanziario e politico per separare la dimensione unitiva dell’atto coniugale dalla dimensione procreativa: ‘l’unione sessuale sì, il figlio no’”. A questa situazione si è arrivati attraverso un lungo processo storico con una prima fase (anni ’60-’80) in cui con la contraccezione e l’aborto “si è inteso favorire la liberalizzazione del sesso, separandolo dalla procreazione”. Si è poi passati ad una seconda fase, quella della “procreazione artificiale”, “perseguendo il figlio, anche al di fuori dell’unione coniugale” ed aprendo a nuove prospettive: “la clonazione, le madri surrogate, la sperimentazione sugli embrioni, il prelievo delle cellule staminali embrionali fino alla gravidanza maschile”. “La conseguenza finale – ha concluso mons. Sgreccia - è che il figlio diventa un oggetto opzionale e l’amore un esercizio dei dinamismi biopsicologici, scissi dalla spiritualità e dalla responsabilità procreativa”. Secondo il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, per rendere “fecondo” ancora oggi il messaggio centrale contenuto nel documento conciliare “Humanae Vitae” occorre “ridare slancio evangelico ai credenti, spesso spaventati e afflitti dallo stato d’animo della sconfitta, e, come paralizzati dalle barriere della secolarizzazione”. Ma ciò sarà possibile solo promuovendo una “dialogo circolare tra fede e ragione e tra scienza e morale, dialogo in cui la ragione viene risanata e illuminata e non viene mai indebolita e spenta”. Al convegno sono intervenuti anche l'arcivescovo di Budapest, card. Péter Erdo e l’arcivescovo di Bucarest, mons. Ioan Robu. (R.P.)

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    In Australia la giornata di riconciliazione con gli aborigeni

    ◊   Con la celebrazione ieri del “Sorry day” (Giornata delle scuse), è iniziata in Australia una settimana di eventi culturali e di incontri in tutto il Paese per indicare la strada da seguire verso la riconciliazione tra australiani indigeni e bianchi. Sono in programma mostre d’arte, dimostrazioni della cultura aborigena, concerti e dibattiti. Quest’anno – sottolinea il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano – l’accento si sposta dalla richiesta di scuse a quella di risarcimento per le passate sofferenze inflitte alla popolazione aborigena. Recentemente, durante i lavori di apertura del nuovo parlamento, il premier laburista Kevin Rudd ha chiesto scusa “per le leggi e le politiche di successivi parlamenti e governi, che hanno inflitto profondo dolore, sofferenze e perdite” agli aborigeni. Molti leader aborigeni hanno rinnovato inoltre la richiesta di riparazioni, indennizzi e finanziamenti per servizi “culturalmente appropriati” e assistenza anche psicologica per le vittime. Fino agli anni ‘70 del ‘900, gli aborigeni non erano infatti considerati cittadini australiani a pieno titolo ed il loro status era disciplinato dalle norme sulla flora e sulla fauna. I primi coloni hanno dichiarato addirittura la terra australe “res nullius”e hanno promesso taglie a chi liberava i loro nuovi possedimenti dagli aborigeni, considerati e trattati alla stregua di animali nocivi. Ma l’episodio più grave della vicenda, quello per cui il governo australiano ha presentato le proprie scuse, è il caso della “generazione rubata”. Grave perché andò avanti per oltre 60 anni, da un secolo all'altro, dal 1890 fino al 1967. Fu arbitrariamente sottratto un numero imprecisato di bambini, sparpagliando intere comunità per tutto il Paese. I bambini venivano poi allevati in orfanotrofio o affidati a famiglie bianche. Ancora oggi molti australiani di origine mista ignorano il nome dei loro veri genitori e cercano fratelli e parenti per tutto il continente. Ma raramente li trovano perché non ci sono documenti. Secondo le comunità aborigene, il danno maggiore è stato fatto alla memoria collettiva, interrompendo per sempre la trasmissione delle tradizioni, dei ricordi, della cultura, del linguaggio, da una generazione a quella successiva. Attualmente, gli aborigeni in Australia rappresentano appena il 2% della popolazione, composta da oltre 21 milioni di persone. Sono il gruppo più svantaggiato della società, con un’aspettativa di vita di 17 anni più bassa rispetto al resto degli australiani. (A.L.)

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    Algeria: mons. Teissier chiede la liberazione dell'algerina convertita al cristianesimo

    ◊   Per Habiba Kouider, cittadina algerina convertitasi quattro anni fa al cristianesimo e accusata di aver “praticato un culto non musulmano senza autorizzazione”, il tribunale di Tiaret, nell’Algeria sudoccidentale, ha chiesto un approfondimento delle indagini nel processo. Trovata in possesso di Bibbie e Vangeli, la donna era stata arrestata nei primi di aprile e per lei, la settimana scorsa, il procuratore aveva chiesto tre anni di reclusione. “Mi auguro il rilascio di Habiba Kouider – ha detto al quotidiano El Khabar l’arcivescovo emerito di Algeri mons. Henri Teissier – tanto più che il giudice ha espresso sulla questione un giudizio differente da quello del procuratore”. La Lega algerina dei diritti dell’Uomo (LADDH) ha commentato positivamente la decisione del tribunale di Tiaret, ritenendo che la donna non abbia commesso nulla di vietato. “E’ un buon giudizio – ha dichiarato a Radio France Internationale il presidente della Lega Ghechir Boudjema – perché si è considerato che i poliziotti e la sezione della procura abbiano commesso un errore nel condurre Habiba Kouider davanti la giustizia”. Ghechir Boudjema ha aggiunto che nella legge algerina non vi è alcun testo che sanzioni una persona per possesso di un libro sacro, la Bibbia, il Corano o altra cosa. Intanto, ieri, sempre a Tiaret, si è aperto un altro processo contro sei protestanti algerini accusati di proselitismo e arrestati, all’uscita di una casa dove si erano riuniti per pregare, per aver praticato un culto in un luogo non autorizzato. Per loro sono stati chiesti 2 anni di carcere. Le autorità religiose algerine da alcuni mesi conducono una vigorosa campagna contro quella che definiscono una “campagna di evangelizzazione” da parte dei movimenti evangelici, escludendo da questa campagna la Chiesa cattolica. Mons. Teissier - scrive la France Presse - ha affermato che la Chiesa cattolica, le cui radici in Algeria risalgono ai primi cristiani, non è implicata in attività di evangelizzazione. Il ministro algerino degli Affari Religiosi Bouabdallah Gholamallah ha recentemente definito gli evangelisti dei “fuorilegge” ed ha affermato che il loro obiettivo sarebbe quello di costituire “una minoranza (cristiana) per favorire l’ingerenza straniera negli affari interni dell’Algeria”. Intanto in Cabilia alcune comunità evangeliche rivendicano la libertà di culto autorizzata dalla Costituzione, mentre ha già raggiunto 2.500 firme la petizione in favore della difesa delle libertà individuali e in particolare della libertà di culto, rilanciata dal quotidiano El Watan. (T.C.)

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    Perù: premiato il cardinale Maradiaga per l’intervento della Caritas nel terremoto del 2007

    ◊   Il cardinale Oscar Andrés Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa presidente della Caritas Internazionalis, riceverà dal governo peruviano un premio in segno di riconoscimento per l’impegno profuso in favore delle vittime del terremoto che nel 2007 in Perù ha provocato più di 1000 morti e oltre 100 mila senzatetto. Il cardinale ha dichiarato di essere onorato di ricevere il premio per conto della Caritas Internationalis. “Penso che quest’anno – ha detto il porporato in una intervista rilasciata alla nostra emittente - sia stato per la Caritas un anno bellissimo”. Si è trovata – ha aggiunto - di fronte a tante esperienze, ad una grande ricchezza nel vedere la carità del mondo, nel vedere come attraverso la solidarietà si può fare tanto bene”. “Ho partecipato ad alcune celebrazioni dell’anniversario, per esempio in Spagna per il 60.mo; la Caritas – ha spiegato il porporato - ha un forte sviluppo proprio nei Paesi che non sono a maggioranza cristiana”. Anche questo – ha concluso - è un segno di come l’amore possa aprire tante porte, nel mondo!”. (A.L.)

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    Colombia: il segretario dei vescovi invita le FARC a ripensare alla logica della violenza

    ◊   Un’occasione per riconsiderare le vie della pace: così il segretario generale della Conferenza Episcopale Colombiana (CEC), mons. Fabián Marulanda López, giudica la morte di Manuel Marulanda, soprannominato “Tirofijo”, leader e fondatore delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC). In particolare, il presule invita i guerriglieri a riflettere sul fatto che non si può ottenere il potere con l’uso della violenza e che il Paese cerca la pace. “Questa può essere un’opportunità – ha aggiunto mons. Marulanda López – perché le FARC si rendano conto delle difficoltà che hanno nel mantenere le loro posizioni e la loro idea di arrivare al governo attraverso l’uso delle armi”. Allo stesso tempo - riferisce l'Agenzia Aciprensa - il presule invita il governo ad essere prudente: “I successi – afferma – vanno maneggiati con maggior prudenza delle sconfitte, poiché chi rimane battuto o ferito può reagire in modo inaspettato”. “I comandanti della guerriglia – conclude il segretario generale della CEC – sono molto addolorati dalla morte di colui che è stato la loro icona, il loro idolo”. Manuel Marulanda Verez è morto due mesi fa, il 26 marzo, a causa di un infarto. Tuttavia, la notizia è stata resa nota solo domenica scorsa dal governo colombiano e confermata dalle FARC il giorno successivo. (I.P.)

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    Salvador: concluso il primo Congresso Missionario Nazionale

    ◊   “All’inizio del Congresso abbiamo affermato che questo avvenimento, tanto ricco nel suo contenuto, non poteva essere un punto di arrivo, bensì di partenza. Oggi rinnoviamo questa convinzione”. È quanto afferma Rocío Arujo, segretaria del Consiglio Nazionale per le Missioni (CONAMI) del Salvador, in un comunicato inviato all’Agenzia Fides a margine del Primo Congresso missionario salvadoregno. Il Congresso ha avuto luogo dal 16 al 18 maggio sul tema “Parrocchia Missionaria, oltre le frontiere”. “È necessario dunque - continua la segretaria - che scendiamo in strada ed andiamo nelle nostre Diocesi e Parrocchie a comunicare quello che abbiamo visto e udito”. Al Congresso – riferisce l’agenzia Fides - hanno partecipato in totale 1.750 persone, in rappresentanza delle otto diocesi del Paese. Per la segretaria del CONAMI, l’evento può essere definito “un’esperienza di comunione ecclesiale per la presenza dei rappresentanti di tutte le Diocesi, la presenza di numerosi operatori di pastorale e la comunione con i nostri Pastori”. Inoltre, hanno avuto “speciale importanza gli incontri nelle parrocchie e con le famiglie che hanno ospitato i congressisti”. Tra le conclusioni finali, sono state presentate le caratteristiche che deve riunire in se una parrocchia aperta alla missione, ossia essere una parrocchia evangelizzata ed evangelizzatrice, con l’impegno preferenziale per i poveri, attiva e protagonista della Missione, spinta dallo Spirito Santo, che vive i sacramenti con un’autentica testimonianza di fede; una parrocchia orante e contemplativa, organizzata e impegnata con le sfide della post-modernità. Rispetto agli operatori pastorali, necessari per la formazione dei cristiani e a sostegno delle parrocchie, si è affermato infine che i sacerdoti devono aprirsi ad un maggiore dialogo con i laici ed avere uno spirito di servizio. Devono essere sempre disposti alla missione, vicini alla gente, capaci di dare la vita per le loro pecore e disposti a lavorare in equipe. (A.L.)

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    In Ecuador grande mobilitazione in difesa della vita e della famiglia

    ◊   Il popolo dell’Ecuador si sta mobilitando in seguito al dibattito in atto nell’Assemblea Costituente su temi cruciali come la legalizzazione dell’aborto, il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e l’eliminazione del nome di Dio dalla nuova Costituzione. “Di fronte a questa situazione, la Chiesa non poteva tacere” afferma suor Immaculada Doncel, superiora delle Serve del Focolare della Madre presenti a Chone (Diocesi di Portoviejo), che si sono prontamente attivate rispondendo all’appello dei vescovi del Paese. Nella parrocchia di San Cayetano, dove sono presenti le religiose, è partita subito la raccolta di firme. I giovani sono andati a gruppi di due nelle università, negli ospedali, nei centri sanitari, nelle scuole, nei negozi, per informare le persone sul tema del dibattito e raccogliere le firme. Nell’Università – rende noto l’agenzia Fides - è stato organizzato un forum con sei relatori per parlare ed informare gli universitari sull’aborto dal punto di vista medico, psicologico, legale, sociologico, economico e morale. alle madre”. Un’altra idea che si sta elaborando è la “Fraternità bianca”, una iniziativa per promuovere anche tra i bambini lo spirito della difesa della vita; gli stessi bambini si impegnano tra le altre iniziative a pregare per questa intenzione. Grazie a questa mobilitazione – ha detto suor Immaculada Doncel - “molte persone sono state interpellate nella loro coscienza sul valore della persona umana, la grandezza della sua dignità dal momento del concepimento. È stato anche un motivo di particolare unione con tutti i fratelli cristiani cattolici”. (A.L.)

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    Papua Nuova Guinea: la consacrazione del nuovo Santuario di Maria Ausiliatrice a Port Moresby

    ◊   Il cardinale Thomas Stafford Williams, arcivescovo emerito di Wellington in Nuova Zelanda, sabato scorso nella festa della Beata Vergine Maria Ausiliatrice, ha presieduto la benedizione, la consacrazione e la dedicazione del Santuario di Maria Ausiliatrice di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea. Hanno concelebrato, insieme ad una trentina di sacerdoti, i vescovi di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone.  Presenti all’evento, tra gli altri, il primo ministro Michael Somare e il Governatore generale, Paulias Matane. All’inizio della celebrazione – riferisce l’Agenzia Anc - il salesiano don Valerio Barbero, curatore della costruzione, ha consegnato i progetti dell’opera al cardinale dicendo: “Questi sono i simboli dell’amore e della devozione della gente alla Madonna”. Il rito di consacrazione dell’altare ha visto la collocazione delle reliquie di Don Bosco e di Maria D. Mazzarello. Dopo la Comunione, l’arcivescovo di Port Moresby, mons John Ribat, ha ringraziato le autorità presenti e, in modo particolare il cardinale Williams per aver voluto accogliere l’invito a presiedere la celebrazione e, così, rafforzare il senso di unità della Chiesa in Oceania. Rivolgendosi a don Barbero e ai salesiani ha detto: “Il Santuario è un’opera utile nella diocesi e in tutto il paese, e siamo veramente riconoscenti”. Ha, inoltre, ringraziato i salesiani per il lavoro che svolgono nella formazione dei giovani affinché siano i cittadini del futuro. Il Governatore generale Matane,da parte sua, ha rilevato le benemerenze della Chiesa cattolica in Papua Nuova Guinea per le numerose opere che essa promuove e gestisce. (A.M.)

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    Esortazione degli Ordinari di Terra Santa a preparare bene l'Anno Paolino

    ◊   “Sottolineare l’apertura dell’Anno Paolino in comunione col Papa” è l’invito rivolto dagli Ordinari di Terra Santa a parroci e ad istituti religiosi della Terra Santa in vista della celebrazione inaugurale dell’anno dedicato all’Apostolo delle genti che si terrà a Roma, il 28 giugno, nella basilica di San Paolo fuori le mura, presieduta da Benedetto XVI. In questo stesso giorno, si legge in una nota degli Ordinari, “a livello diocesano ed eparchiale, saranno organizzate delle celebrazioni a Gerusalemme, in Galilea, in Giordania e a Paphos, Cipro”. La figura di San Paolo, che visse, studiò e “imparò ad amare la Parola di Dio in Terra Santa”, inoltre, “sarà il tema centrale dell’omelia del 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, anche se in quello stesso giorno, in diverse parrocchie, si celebra, quest’anno, la festa del Corpus Domini”. Gli ordinari cattolici, informa la nota ripresa dall'Agenzia Sir, “hanno chiesto a mons. Elias Chacour, arcivescovo greco melkita cattolico di Akka, di preparare, con l’aiuto della Commissione dei pellegrinaggi dipendente dall’Assemblea stessa, un piano dettagliato di attività paoline che abbracci tutto l’arco dell’anno. Il programma proposto sarà comunicato per tempo alle parrocchie ed istituzioni religiose presenti ed operanti nelle nostre diocesi”. (A.M.)

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    Il direttore di "Lourdes Magazine" spiega il senso del Giulibeo dei media a Lourdes

    ◊   “Non solo una riunione in più, ma un’esperienza nella comune fede, sotto lo sguardo della Vergine Immacolata” e un’occasione gettare ponti tra le religioni. Così François Vayne, direttore della rivista “Lourdes Magazine”, sintetizza il senso del Giubileo dei Media a Lourdes, il primo pellegrinaggio mondiale dei giornalisti nella cittadina francese. Il pellegrinaggio si svolge da domani al 31 maggio ed è organizzato dalla Federazione Francese della Stampa Cattolica, da Signis France e dalla Conferenza episcopale francese nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario delle Apparizioni mariane a Massabielle. “L’auspicio – ha detto Vayne, intervistato dall’agenzia ZENIT - è che l’evento sia un momento di fraternità, di preghiera e di interscambio. I giornalisti raramente hanno l’occasione di vivere per se stessi momenti spiritualmente forti. Questa volta, come per il Giubileo del 2000 a Roma, le persone impegnate professionalmente nei mezzi di comunicazione sono invitate a ricevere la grazia giubilare, umilmente, semplicemente, senza grandi discorsi o testi da pubblicare”. Tra i momenti forti del pellegrinaggio vi è una giornata di riflessione su Maria nel contesto del dialogo interreligioso, organizzata il 29 maggio in collaborazione con l’Istituto di scienza e teologia delle religioni (ISTR) di Tolosa. “In questi tempi in cui i media parlano molto di scontro di civiltà, è bene riscoprire fino a che punto la madre di Gesù può avvicinare i credenti delle diverse religioni, soprattutto i cristiani e i musulmani”, spiega Vayne. “Al di là di ogni tentazione relativistica, vogliamo fare l’esperienza della vicinanza spirituale, preoccuparci di gettare dei ponti, di sostituire la congiunzione ‘o’ con ‘e’”. Allo stesso spirito è improntata la seconda giornata di venerdì 30, in cui i partecipanti, oltre al pellegrinaggio giubilare, potranno compiere un “cammino della pace” insieme con il presidente della Conferenza mondiale delle religioni per la pace, Ghaleb Bencheikh, che terrà una conversazione sul tema “Essere uomini e donne di pace nei media”. A concludere, il 31 maggio, Festa della Visitazione, i giornalisti potranno partecipare alla liturgia dei Santuari insieme agli altri pellegrini. (L.Z.)

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    Il cardinale Vanhoye ricorderà il grande esegeta padre Xavier Léon-Dufour

    ◊   Sabato prossimo il cardinale Albert Vanhoye già rettore del Pontificio Istituto Biblico ricorderà padre Xavier Léon-Dufour, che dedicò la propria vita all'esegesi delle Scritture, e terrà una lezione su “ Esegesi e Fede”. La vita di padre Léon-Dufour si è snodata attraverso il Novecento: tra riflessioni, studi ed esegesi sulla Sacra Scrittura emerge sempre il suo l’amore per Dio. Nella lettera scritta ai genitori il giorno dopo la pronuncia dei suoi voti, nel 1931, il giovane gesuita chiaramente illustra il proprio progetto di vita: “Voglio vivere – scriveva - per la Sua gloria, non più per me”. Come esegeta e professore, ha riflettuto e indagato suscitando sempre grande interesse. Ne sono scaturiti ricchi dibattiti in cui l’uomo di studi, che non ha mai cessato di lasciarsi stimolare dal dubbio, appare in completa sintonia con l’uomo di fede. La sua vita è scandita da speranze riposte nel Signore e dallo studio delle Sacre Scritture: nel libro “Il pane della vita” spiega in che cosa consiste la presenza di Cristo nell’Eucaristia ripercorrendo le origini del cristianesimo. Nell’opera “Lettura dell’evangelo secondo Giovanni”, il teologo rivela la ricchezza nascosta sotto l’apparente semplicità del testo evangelico: la espone in un linguaggio che offre una prospettiva quasi familiare senza rinunciare al rigore scientifico e trasmettendo la sua esperienza di Dio. Su questo ricco patrimonio si soffermerà il cardinale Albert Vanhoye presso il Pontificio Istituto Biblico. (A.L.)

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    Conferenza mondiale ad Atene delle associazioni teologiche

    ◊   “L’educazione teologica: una valutazione complessiva” sarà il titolo della prossima Conferenza mondiale delle Associazioni delle istituzioni teologiche (WOCATI). L’evento, giunto al quarto appuntamento, è promosso dalla Diocesi di Neapolis e Stavroupolis e si terrà a Tessalonica, in Grecia, dal 30 maggio al 7 giugno. A partecipare, saranno i forum delle associazioni e delle organizzazioni teologiche, provenienti da tutto il mondo, che rifletteranno sulle priorità della cooperazione internazionale e sul dialogo per un’educazione teologica ecumenica. L’apertura dei lavori sarà segnata da una liturgia ortodossa, presieduta dal Metropolita di Neapolis e Stavroupolis, Barnabas; seguiranno poi diverse sessioni, riguardanti sia le sfide dell’educazione teologica di fronte alla globalizzazione, sia le problematiche del settore nei diversi Paesi, tra cui Indonesia, Asia, Cina, Brasile e Myanmar. Particolare attenzione sarà dedicata all’Africa, con una riflessione sulle sfide che spettano alle donne teologhe, ed anche all’Europa orientale e centrale, in vista di una cooperazione ecumenica. Da ricordare, infine, che la Conferenza festeggia anche il 20° anno di vita: il WOCATI fu, infatti, inaugurato a Yogyakarta, in Indonesia, nel giugno del 1989, in collaborazione con il programma teologico ecumenico del Consiglio ecumenico delle Chiese. (I.P.)

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    Concluso il convegno internazionale “Cromazio d’Aquileia e il suo tempo”

    ◊   Si è concluso il convegno “Cromazio di Aquileia e il suo tempo”, che per tre giorni ha riunito ad Aquileia diversi studiosi di antichità cristiane. “Siamo molto soddisfatti – ha spiegato mons. Duilio Corgnali, presidente del Comitato nazionale San Cromazio, organizzatore di tutti gli eventi in programma per l’anno cromaziano – perché finalmente, grazie a questo convegno, la figura di Cromazio è uscita dai circoli culturali privati per assumere una valenza internazionale”. “Questo – ha aggiunto - grazie agli studiosi intervenuti da ogni parte del mondo che hanno potuto affrontare le tematiche da diversi punti di vista; hanno anche consentito di mettere in moto un processo di riflessione che potrà essere proseguito nelle sedi universitarie internazionali”. “Oltre ad aver fatto il punto sullo stato attuale della ricerca – ha sottolineato Pier Franco Beatrice dell'Università di Padova, relatore e coordinatore del convegno – il congresso ha permesso di costituire un nuovo punto di partenza per ulteriori indagini che nasceranno dalle analisi proposte in questa sede”. Sulle novità emerse dallo studio su Cromazio e le sue opere, mons. Corgnali ha evidenziato inoltre come “il convegno abbia fatto intendere un Cromazio molto articolato nelle sue fonti, nei suoi rapporti e nelle dinamiche”. E’ stata messa in luce anche la complessità e l’originalità della Chiesa di Aquileia. “I diversi interventi che si sono susseguiti nei tre giorni di lavoro – ha concluso mons. Corgnali - hanno permesso di comprendere la grandezza della Chiesa di Aquileia, il suo passato e la specificità del suo percorso, offrendo indicazioni molto attuali sulla pastorale che anche oggi, in un mondo profondamente mutato, si deve attuare”. Sono infine numerose le iniziative ancora in programma per l’anno cromaziano. Tra queste, la mostra d’arte che verrà inaugurata a novembre e diversi incontri e pellegrinaggi sui luoghi cromaziani. (A.M.)

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    Ha compiuto 102 anni mons. Rosario Mennonna. E' il vescovo più anziano del mondo

    ◊   Ha compiuto ieri 102 anni ed è il vescovo più anziano del mondo. Si tratta di mons. Antonio Rosario Mennonna, vescovo emerito Muro Lucano. Nei prossimi giorni festeggerà anche l'80.mo anniversario di ordinazione sacerdotale. Ieri i familiari hanno celebrato il compleanno con il taglio di una torta. Mennonna è stato eletto vescovo nel 1955 da Papa Pio XII. Dalla diocesi di Muro Lucano, oggi accorpata a Potenza, e Marsico Nuovo, venne poi trasferito a Nardò (Lecce), dove fu vescovo per 21 anni. Mons. Mennonna ha partecipato anche al Concilio Vaticano II. Negli anni ha ottenuto riconoscimenti anche dai presidenti della Repubblica italiani: nel 1965 la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola; nel 1979 l’onorificenza di commendatore e nel 2006 quella di grande ufficiale. (A.L.)

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    Si è spento il missionario saveriano padre Domenico Milani “pioniere di mondialità e accoglienza”

    ◊   "Con padre Domenico scompare uno dei pionieri dell’apertura della scuola italiana alla conoscenza e all’accoglienza delle altre culture”: così il superiore generale dei missionari Saveriani, padre Rino Benzoni, commenta la scomparsa di padre Domenico Milani, stimato e noto missionario emiliano definito “pioniere dell’educazione alla mondialità in Italia”. Padre Milani è deceduto domenica sera all’ospedale Maggiore di Parma dove si trovava in seguito alla rottura del femore. Nato a Minozzo di Villa Minozzo (Reggio Emilia) nel 1922, padre Milani entrò nei saveriani nel 1942. Emessi i voti perpetui nel 1946 e ordinato sacerdote l’anno successivo, lavorò fino al 1960 nel settore stampe dell’Istituto come direttore del Centro educazione missionaria (CEM), oltre a dirigere alcune riviste della congregazione. Dal 1960 al 1986 – rende noto l’agenzia Misna - lavorò in Repubblica democratica del Congo come viceparroco e poi parroco a Kamituga. Fu anche direttore della scuola normale de Bukavu, “da lui portata – si legge in una nota dei saveriani - a Istituto Superiore Pedagogico (Isp) con un alto livello organizzativo e didattico”. Rientrato in Italia, dal 1990 al 1998 fu nuovamente direttore del CEM (ora denominato Centro educazione alla mondialità) e in questa veste fu promotore della nuova necessità non solo di conoscere le altre culture, ma anche di accoglierle e integrarle. Dal 1998, prestò la sua opera come direttore del Museo cinese ed etnografico di Parma dei missionari saveriani e, ultimamente, come collaboratore dello stesso museo. (A.L.)

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    Rapporto ISTAT: per le famiglie italiane è sempre più difficile arrivare a fine mese

    ◊   L’Italia, “pur essendo una delle economie più avanzate del mondo, è frenata nel suo sviluppo da vincoli strutturali che richiedono interventi di ampio respiro”. Lo ha detto il presidente dell’ISTAT Luigi Biggeri, durante il suo intervento alla presentazione del Rapporto annuale dell’Istituto. Nel Paese - ha aggiunto Biggeri -“si avverte un senso di incertezza, ma anche di movimento”. L’istantanea scattata dall’ISTAT presenta luci ed ombre. Dal labirinto di dati emerge in particolare che la crescita rallenta ancora ed è inferiore alla media degli altri Paesi dell’Unione Europea. Il livello di disuguaglianza nella distribuzione del reddito è leggermente superiore alla media europea. La provincia autonoma di Bolzano, con oltre 32 mila euro l’anno, è l’area con il reddito medio familiare più elevato. In fondo alla classifica si colloca invece la Sicilia con circa 21 mila euro. Mediamente, il 50% delle famiglie vive con meno di 1900 euro al mese. Una su tre non riesce a far fronte ad una spesa imprevista di 600 euro ed oltre la metà, nell’ultimo anno, non è riuscita a risparmiare. Otto persone su dieci vivono in case di proprietà, in usufrutto o in uso gratuito. Quelle in affitto sono il 18%. Prosegue poi il calo della disoccupazione iniziato nel 1999. I disoccupati sono poco più di un milione e mezzo ma aumentano e arrivano a toccare quota tre milioni coloro che, soprattutto nelle regioni meridionali, non cercano più lavoro perché scoraggiati. Per chi continua a cercare, conoscenti, amici e parenti sono i canali preferenziali. I flussi migratori hanno fatto registrare, inoltre, un incremento di oltre 450 mila persone: i cittadini stranieri residenti sono circa 3,5 milioni, il 5,8% del totale. Uno su quattro risiede in Lombardia ed uno su cinque è minorenne. Albanesi, marocchini e romeni sono presenti in modo significativo in tutte le regioni italiane. Da segnalare infine che i matrimoni con almeno uno sposo straniero sono il 14% del totale. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    24 Ore nel Mondo



    Cina: continua a crescere il bilancio delle vittime del sisma. Oltre 68 mila morti

    ◊   E’ stato aggiornato il bilancio del terremoto che lo scorso 12 maggio ha colpito la Cina. Le autorità riferiscono di oltre 68 mila vittime e più di 12 mila dispersi. Intanto, circa 120 mila persone sono state evacuate per il timore dello straripamento di un lago nel Sichuan, la regione più devastata dal sisma, dove solo ieri si sono registrate altre due forti scosse che hanno causato 63 feriti e il crollo di 420 mila edifici.

    Myanmar, Aung San Suu Kyi
    La comunità internazionale ha criticato la decisione della giunta militare birmana di prolungare di un anno gli arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione e già premio Nobel per la Pace. E' stata una decisione “deplorevole”: lo ha detto il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon. Il presidente americano Bush si è detto “turbato”. Perplessità sono state avanzate anche dal ministro degli Esteri britannico Miliband.

    Nepal, costituente
    Clima di grande tensione oggi in Nepal, nel giorno dello svolgimento della prima riunione dell’Assemblea Costituente, che dovrà disegnare il futuro istituzionale del Paese nel passaggio dalla monarchia alla nuova forma repubblicana. La convocazione è slittata subito di qualche ora per alcune difficoltà sorte tra i partiti. Ieri un attentato dinamitardo a Kathmandu aveva causato sei feriti. Ma quali difficoltà attendono il lavoro dell’Assemblea, formata da un variegato stuolo di partiti, in cui gli ex ribelli maoisti detengono la maggioranza? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Simona Lanzoni della Fondazione Pangea Onlus, organizzazione non governativa che porta avanti diversi progetti umanitari in Nepal:

    R. – Il problema è, da un lato, la differenza etnica all’interno del Nepal dato che ci sono 104 etnie diverse, ognuna con delle istanze altrettanto diverse. Dall’altro, si tratta della prima volta del partito maoista che ha la maggioranza all’interno dell’Assemblea Costituente e che si deve confrontare con un percorso democratico; fino ad oggi non è stato così perchè i maoisti erano il partito armato. Tuttora ci sono molti di loro che continuano ad essere armati nelle campagne e bisognerà capire come riuscire a gestire questa situazione e questo percorso assieme agli altri partiti.

     
    D. – Ci sono idee chiare su quale tipo di istituzioni creare?

    R. – Non c’è una vera e proprio idea chiara. In realtà, si pensa ad un processo di tipo federale. In Nepal ci sono circa 28 milioni di abitanti e si tratterà di creare una suddivisione in diversi distretti, piccoli Stati. Non bisogna dimenticare che continua ad esserci il sistema delle caste; è ancora in piedi quello feudale.

     
    D. – Intanto, l’attività umanitaria deve comunque andare avanti?

    R. – Assolutamente sì, l’attività umanitaria continua ed è fondamentale. Noi, per esempio, di Fondazione Pangea continuiamo a lavorare soprattutto nei distretti e nelle province perchè il Nepal è uno dei Paesi più poveri del mondo. Ha pochissime risorse. A parte il turismo, sono le risorse idriche la sua fortuna ma non possono essere nemmeno sfruttate, perchè negli anni ’50 è stato fatto un contratto, ad un prezzo bassissimo, con l’India. Si punta molto a livello economico sul turismo che però interessa solo alcune aree mentre il resto del Nepal non riesce ad avere una situazione economica sufficiente alla sopravvivenza.

    Pakistan, politica
    In un’esplosione avvenuta in una zona tribale del Pakistan sono rimasti uccisi otto presunti talebani. La deflagrazione, secondo alcune fonti, sarebbe stata accidentale. A livello politico, è stata siglata un’intesa tra i due maggiori partiti su un pacchetto di riforme tra cui il trasferimento di alcuni poteri dal presidente nelle mani del primo ministro.

    Terrorismo, Al Qaeda
    Stette misure di sicurezza dopo l’annuncio di un prossimo messaggio di Al Qaeda nel quale si minacciano attentati con armi nucleari in Occidente. L’FBI ha affermato di non avere informazioni riguardo al possesso da parte della rete di Bin Laden di armi di sterminio.

    Libano, politica
    Al via in Libano le consultazioni per designare il nuovo premier che avrà il compito di formare un governo di unità nazionale. Il neo presidente Suleiman, in mattinata, ha ricevuto il numero uno del parlamento Berri che ha già espresso riserve sulla designazione di Siniora, indicato dalla maggioranza parlamentare anti-siriana. La nascita dell’esecutivo è prevista dall’accordo siglato a Doha, il 21 maggio scorso, dai maggiori leader politici libanesi; l’intesa ha scongiurato il pericolo di una nuova guerra civile dopo mesi di paralisi istituzionale seguita alla fine del mandato dell’ex presidente Lahoud.

    Medio Oriente
    Si fa più complicata la vicenda giudiziaria del premier israeliano Olmert implicato in un’inchiesta per corruzione quando era sindaco di Gerusalemme. Ieri la testimonianza di un magnate americano che ha confessato di aver versato ad Olmert circa 150 mila dollari a partire dagli anni Novanta. I suoi legali parlano però solo di donazioni. Intanto il ministro della Difesa Barack ha invitato il premier a lasciare la guida del governo prospettando anche l’ipotesi di nuove elezioni. Fonti vicine allo stesso Olmert hanno invece confermato che il premier è deciso ad andare avanti. Sul terreno, sono due i miliziani palestinesi uccisi in un raid aereo israeliano nella zona di confine fra la Striscia di Gaza ed Israele, nelle vicinanze del valico di Sufa. Nell’azione sono rimaste ferite altre 5 persone.

    Iran, parlamento
    Con 232 voti il parlamento iraniano ha eletto il nuovo presidente dell’Assemblea. Si tratta di Ali Larijani, conservatore ed ex negoziatore capo per il nucleare. Nel suo discorso, ha minacciato di interrompere la cooperazione con l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che nei giorni scorsi,ha chiesto ulteriori spiegazioni riguardo al programma di arricchimento dell’uranio di Teheran.

    Iraq, cronaca
    L’esplosione di un ordigno a Diyala, nella parte centro-orientale dell’Iraq, ha causato la morte di due persone, padre e figlio. La deflagrazione, che ha provocato anche un ferito, è avvenuta al passaggio dell’auto. A livello politico, c’è da registrare uno stallo dopo che il blocco sunnita ha deciso di non entrare nel governo di coalizione sciita. Una scelta dovuta al disaccordo con il primo ministro Al Maliki riguardo all’assegnazione di un posto all’interno dell’esecutivo.

    Italia, Ponticelli
    Torna la tensione a Ponticelli, a Napoli. Un rogo è stato appiccato in uno dei campi Rom ormai vuoti dopo lo sgombero dei giorni scorsi. In fiamme le baracche abbandonate, dove i nomadi avevano lasciato vestiti ed effetti personali. Si tratta dell’ultimo episodio di violenza dopo la dura reazione della popolazione seguita al tentato rapimento di una bimba di pochi mesi da parte di una ragazzina Rom, poi arrestata.

    Italia, scontri università
    Processo per direttissima stamani a Roma per le 6 persone arrestate – due dei collettivi di sinistra e 4 di Forza Nuova- per gli scontri di ieri davanti all’Università “La Sapienza”. Per tutti l’accusa è di rissa aggravata. Nei disordini sono rimaste ferite 4 persone. L’episodio è legato alla revoca di un convegno sulle Foibe prima autorizzato dal rettore dell'ateneo e poi annullato. Davanti al tribunale c’è un ingente schieramento della polizia per la presenza di numerosi studenti di sinistra che attendono l’esito dell’udienza. Il sindaco di Roma Alemanno, condannando quanto accaduto, ha chiesto che i violenti vengano isolati.

    Indonesia, OPEC
    L’Indonesia ha deciso di lasciare l’OPEC, l’organizzazione che raccoglie i Paesi produttori di petrolio. A motivare la scelta è il calo della produzione di greggio che ne ha ridotto l’influenza all’interno del cartello. Una diminuzione dovuta a giacimenti vecchi e a carenze di investimenti. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 149

     
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