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Sommario del 27/05/2008
Serve maggiore solidarietà per affrontare l’emergenza alimentare: così, mons. Renato Volante dopo le parole del Papa all’Angelus sulla fame nel mondo. La riflessione dell’economista Riccardo Moro
◊ La Santa Sede segue con particolare attenzione l’emergenza alimentare che da alcuni mesi sta coinvolgendo molti popoli dei Paesi in via di sviluppo. “Chi si nutre del Pane di Cristo - ha avvertito il Papa, domenica all’Angelus - non può restare indifferente dinanzi a chi, anche ai nostri giorni, è privo del pane quotidiano”. Su questa emergenza, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Renato Volante, osservatore permanente della Santa Sede presso la FAO:
R. - La preoccupazione della Santa Sede nei confronti della malnutrizione è sempre stata massima. La Santa Sede ha sempre cercato sia di mantenere viva nella comunità internazionale l’attenzione verso questo problema, molte volte drammatico, sia di aiutare con le sue organizzazioni di assistenza le popolazioni che vengono in un momento o nell’altro colpite dalla fame e dalla siccità.
D. - Mons. Volante, lei è intervenuto recentemente in Brasile ad una sessione della FAO per l’America Latina, mettendo l’accento su un binomio: produzioni di biocarburanti-diritto all’alimentazione. Ecco, può soffermarsi su questo punto?
R. - Indubbiamente, in questo momento, in diverse parti del mondo parte della produzione, soprattutto cerealicola, viene usata per la produzione di biocarburanti. Vi sono coloro i quali affermano che in questa maniera si sottrae il cibo a quanti ne hanno bisogno, perchè soffrono la fame, per destinarlo ad altri scopi. Altri, invece, affermano che quel cibo per la mancanza della possibilità di trasportarlo verso i Paesi che soffrono la fame andrebbe a marcire. Quindi, è meglio usarlo per produrre dei biocarburanti che salvaguardano l’integrità ecologica della terra e che poi, oltretutto, siccome la benzina di alcool è meno costosa, fanno diminuire i prezzi dei trasporti e perciò è meno costoso trasferire i surplus di alimenti che vi sono in alcune zone del mondo verso le zone dove c’è una mancanza di tali alimenti. Certamente, vi deve essere il consenso che non è eticamente giusto usare gli alimenti per scopi diversi da quello dell’alimentazione, fino a quando vi sono delle persone che hanno fame. L’alimentazione, il cibo, è un diritto naturale fondamentale, mentre le altre cose non lo sono.
D. - Cosa propone la Santa Sede per affrontare questa situazione?
R. - Tutti gli uomini e le donne della terra devono comprendere sempre meglio di essere membri della stessa grande famiglia, di essere creature di Dio con uguali diritti e doveri. Per questo, dobbiamo sentirci solidali con tutte le persone.
Per un’ulteriore analisi di questo fenomeno che coinvolge milioni di persone, Alessandro Gisotti ha intervistato l’economista Riccardo Moro, direttore della Fondazione “Giustizia e Solidarietà” della CEI:
R. - Credo che sia fondamentalmente un problema di distribuzione, di cattiva distribuzione del prodotto, sia tra Nord e Sud del mondo che a livello regionale e locale. Sicuramente, abbiamo un prodotto che non è aumentato, come è aumentata viceversa la domanda, in ragione soprattutto della crescita demografica. Non è aumentato per diverse ragioni: tra queste, la produzione di biocarburanti e la produzione di maggiori quantità di mangimi. Di fatto, abbiamo avuto un aumento di prodotto anche cerealicolo per il cibo, per il consumo alimentare umano, ma che non ha seguito la stessa dinamica dell’aumento della domanda. Essendo mal distribuito, crea una situazione di emergenza.
D. - Giovanni Paolo II notoriamente parlava di “globalizzazione della solidarietà”, Benedetto XVI ha più volte richiamato la necessità di un cambiamento di mentalità. Cosa si può fare di fronte a un fenomeno globale che forse esige delle risposte a livello globale?
R. - Un po’ sorridendo, si potrebbe dire che si può prendere la Populorum progressio - e così citiamo anche Palo VI - e usarla come agenda internazionale. Nella Populorum progressio, ci sono già le intuizioni, spesso sviluppate e dettagliate concretamente, su cui poi Giovanni Paolo II ha lanciato i suoi appelli e tutt’ora Benedetto XVI lancia dei richiami. Vale a dire: un investimento forte sulla governance mondiale, non lasciando fare al mercato ma usando il mercato perchè consenta una buona ed efficace distribuzione, rispettando un criterio fondamentale che è quello di garantire a tutti un’adeguata dignità della vita.
La prossima settimana, a Nairobi, il Congresso mondiale promosso dal dicastero vaticano per i migranti, dedicato al fenomeno degli immigrati e dei rifugiati africani
◊ “Per una migliore cura pastorale dei migranti e dei rifugiati in Africa all’alba del terzo millennio”. Saranno animati da questo tema i lavori del Congresso continentale africano che si terrà a Nairobi, in Kenya, dal 2 al 5 giugno prossimi, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, in collaborazione con la commissione per i migranti, i rifugiati e i marittimi della Conferenza episcopale del Kenya. “Il fenomeno della mobilità umana, volontaria o forzata - si legge in un comunicato del dicastero vaticano - ha sempre segnato la storia dell’umanità ma negli ultimi decenni ha assunto dimensioni quasi universali e significati sempre più complessi. Ogni continente, tutti i governi e le organizzazioni internazionali sono dunque chiamati a confrontarsi con esso e con i suoi nuovi aspetti”. Il Congresso di Nairobi, spiega la nota, “si offre come un laboratorio, al quale parteciperanno, in modo attivo e creativo, rappresentanti di oltre venti Paesi africani, tra vescovi e operatori pastorali. Sarà uno spazio di ascolto, di approfondimento e di dialogo per individuare nuove vie, pur in continuità con il passato, per l’attività pastorale specifica a favore di milioni di migranti e rifugiati in Africa”.
I lavori saranno introdotti dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, che pronuncerà pure una relazione illustrando l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, quale “migliore risposta pastorale anche per i migranti in Africa” agli inizi del Terzo Millennio. Il segretario del dicastero, l’arcivescovo Agostino Marchetto, si soffermerà soprattutto sui nuovi itinerari pastorali nell’ambito del servizio ai rifugiati, ai profughi e ai soggetti al traffico di esseri umani, mentre il sottosegretario mons. Novatus Rugambwa, metterà in luce le nuove schiavitù connesse alle migrazioni.
Tra gli altri relatori congressuali, figurano il dr. Johan Ketelers, segretario generale della Commissione cattolica internazionale per le migrazioni (ICMC), e il cardinale arcivescovo di Cape Coast, in Ghana, Peter Kodwo Turkson. Previste dal programma anche due tavole rotonde dedicate alle esperienze pastorali in favore di migranti, di rifugiati e profughi, dei soggetti vittime del traffico di esseri umani, con il coinvolgimento di vari operatori pastorali di diversi Paesi africani e con il coordinamento di Sua Beatitudine Mons. Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei Copti Cattolici, e di Mons. Robert C. Ndlovu, Arcivescovo di Harare, in Zimbabwe. I gruppi di studio, informa il copmunicato ufficiale, si riuniranno due volte e le loro riflessioni, insieme ai suggerimenti che emergeranno nel corso dei lavori e dei dibattiti, costituiranno le conclusioni e raccomandazioni del documento finale.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In difesa della dignità umana: in prima pagina, una riflessione di Laura Palazzani che critica Steven Pinker sui rapporti tra bioetica ed etica.
Le bombe a grappolo rendono amaro il sapore della pace: nell’informazione internazionale, l’intervento dell'arcivescovo Silvano M. Tomasi alla conferenza diplomatica di Dublino.
Un articolo di Gabriele Nicolò sulla crisi alimentare che minaccia l’Iran.
In cultura, Pietro Zander, responsabile dei lavori, illustra il restauro del Mausoleo dei Valeri nella necropoli vaticana.
Stas Gawronski recensisce “Il settimo velo” (in uscita in Italia) di Juan Manuel de Prada, romanzo ambientato nella Parigi occupata dai nazisti.
La compassione non ha la licenza di uccidere: Ferdinando Cancelli in merito al dibattito sull’eutanasia in Francia.
Librarsi nel vento in un batter d’occhio: Giulia Galeotti su “Lo scafandro e la farfalla”. I film difficilmente superano i libri, ma il cinema questa volta consente di calarci nell’accaduto e di mostrarci il mondo attraverso il solo occhio funzionante del protagonista.
Nell’intervista di Nicola Gori - nell’informazione religiosa - l’arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero, ripercorre i momenti salienti della visita di Benedetto XVI (il 17 e il 18 maggio) a Savona e a Genova.
Il cardinale Bagnasco, alla 58.ma Assemblea generale della CEI: contribuire al dibattito pubblico in nome del Vangelo non minaccia la laicità dello Stato
◊ Il viaggio del Papa negli Stati Uniti, l’annuncio di Cristo ai giovani, i temi dell’attualità italiana: sono gli argomenti affrontatati dal presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, che ieri in Vaticano ha pronunciato la prolusione all’apertura della 58.ma Assemblea generale della CEI. I particolari da Debora Donnini:
Parte dalle tappe del viaggio del Papa negli Stati Uniti, il cardinale Bagnasco. Ricordando che la libertà religiosa non è solo libertà di culto, ma possiede anche una dimensione pubblica. L'arcivescovo di Genova sottolinea, dunque, un concetto positivo di laicità:
“Esprimere liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi, accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza: ecco, ciò che non può mai essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato, né in America né in Europa. La Chiesa non vuole imporre a nessuno una morale religiosa, infatti essa enuncia da sempre, insieme a principi tipicamente religiosi, i valori fondamentali che definiscono la persona 'cuore della società'”.
In evidenza, anche l’importanza delle parole del Papa sugli abusi sessuali: “Quell’ 'Io mi vergogno' - ha ricordato il porporato - con cui si è caricato dell’umiliazione e del dolore della Chiesa tutta per lo scandalo causato dai sacerdoti accusati di pedofilia è stato come l’inizio della rinascita”. Il Papa, ha ricordato il porporato, ha messo in evidenza i rischi del secolarismo e del materialismo anche per i credenti: la dittatura del relativismo costituisce una minaccia alla libertà umana. Una relazione a tutto campo, quella del cardinale Bagnasco, che entra nel vivo dei problemi italiani. All’indomani del voto, ha affermato, “ci si attende un periodo di operosa stabilità al quale partecipino tutte le forze politiche, nei ruoli loro assegnati”. Il presidente delal CEI chiede risposte sagge e sollecite nell’affrontare il problema dei rifiuti in Campania, per la cui risoluzione - dice - all’intervento delle pubbliche autorità deve corrispondere la responsabile collaborazione delle popolazioni. Sottolineate anche le attese sul fronte del potere d’acquisto di stipendi e pensioni e per la famiglia. Il porporato apprezza l’iniziativa “Un fisco a misura di famiglia” che ha visto una larga mobilitazione. Sul fronte della bioetica, auspica invece cautela. Mentre in relazione all’intervento operato sulle linee-guida della Legge 40, quella sulla fecondazione assistita, afferma:
“Infrangendo un delicatissimo bilanciamento delle esigenze in campo, esso comporta oggettivamente il rischio di promuovere una mentalità eugenetica, inaccettabile ieri al pari di oggi”.
L’auspicio è dunque che non venga stravolto il punto di equilibrio raggiunto dal parlamento e confermato dal referendum. Rivolto un appello particolare agli imprenditori sulle "morti bianche" e riflettori puntati anche sull’immigrazione: “A chi vuole stabilirsi in Italia - spiega l'arcivescovo di Genova - si deve arrivare a proporre un patto di cittadinanza”, mettendo in chiaro diritti e doveri: l’identità italiana chiede rispetto e d’altra parte rimane aperta e capace di incontrare altre culture. "No" a ipotesi di enclave che diventerebbero presto dei ghetti non tollerabili. "Sì" a risposte calibrate ed efficaci all’esigenza incoercibile di sicurezza. Con uno sguardo rivolto al mondo, viene segnalata l’emergenza alimentare con 100 milioni di persone a rischio sopravvivenza soprattutto a causa del rialzo dei prezzi dovuto al caro petrolio. Una larga parte del discorso il presidente della CEI lo dedica ai giovani e parla della “grande anestesia degli spiriti”, in cui la cultura nichilista li fa piombare, con un vuoto desolante che passa anche per droga, alcool e stordimento. La risposta deve partire da Cristo, dall’annuncio del kerygma, dal suo fascino:
“Cristo allora diventa come il risveglio inaudito ad una vita diversa, radicalmente altra, ideale subito concreto e pertinente, principio riordinatore di un’esistenza via via capace di altri sapori e di altri riti”.
E a quel bisogno di sicurezza, che non è solo esterno ma anche interno, sui valori, il cardinale Bagnasco segnala il contributo offerto dalla comunità cristiana con sagrati delle chiese e oratori, spazi di socializzazione, luoghi di dialogo e amicizia.
Riscoprire la vita cristiana attraverso Maria: una testimonianza di don Luca Bernardo Giustarini, parroco del Santuario di Montenero in Toscana
◊ La Chiesa si appresta a concludere insieme con Benedetto XVI il mese mariano, sabato prossimo in Piazza San Pietro. In tutto il mondo, con i ritmi della liturgia universale ma anche seguendo le tradizioni locali, la venerazione verso la Madonna è stata al centro di celebrazioni e atti di devozione. Emanuela Campanile ne ha parlato con don Luca Bernardo Giustarini, parroco del Santuario toscano di Montenero, dedicato alla Madonna delle Grazie, le cui origini risalgono al 1300:
R. - Vogliamo che attraverso la liturgia, che certamente è una fonte grandissima di insegnamento per il nostro popolo, la gente si avvicini maggiormente a Gesù tramite Maria, e parallelamente vogliamo l’impegno quotidiano, costante, di tutta la comunità nell’assistenza proprio alla riconciliazione, e quindi la confessione fatta bene, con calma. E tanta gente - grazie a questo ministero così nascosto e silenzioso - ritorna a Dio.
D. - In questi tempi anche di forti dubbi e tentazioni, in un periodo storico che mette davvero alla prova la fede, che cosa cerca la gente ancora?
R. - Cerca prima di tutto proprio un cammino per riscoprire una fede, che ha ricevuto magari nella catechesi iniziale della comunione o della cresima e poi ha tralasciato. Quindi, c’è un ritorno a Dio. Di solito, questo ritorno a Dio - non sempre, ma in tanti casi - è in qualche maniera sollecitato da qualcosa accaduto in famiglia, qualcosa da chiedere a Maria, per cui la gente dice: “Io ti chiedo questo, ma mi impegno ad essere o almeno a ridiventare un buon cristiano”. Alle volte, questi fattori esterni che accadono nelle famiglie costituiscono l’input per tornare a Dio.
D. - L’impulso che voi avete ricevuto dal Santo Padre qual è?
R. - Certamente, l’impulso è stato grande prima con la Deus caritas est: una riflessione sia comunitaria, sia parrocchiale, per quanto riguarda questo elemento fondamentale, basilare, della vita cristiana, che è l’amore. Ma la seconda enciclica è proprio sulla speranza. Oggi, la gente ha sete di speranza, in un mondo che speranza non dà. Il Papa, dunque, con la seconda Enciclica, ha ancora maggiormente aiutato tutti, particolarmente noi monaci, a dare delle concretezze di speranza al nostro popolo.
Sfruttamento e povertà, piaghe per centinaia di migliaia di giovani italiani: il dato contenuto nel Rapporto di 73 organizzazioni, coordinato da "Save the Children"
◊ Un minore su quattro in Italia è a rischio povertà. E’ quanto emerge dal Rapporto su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, redatto dalle 73 organizzazioni del gruppo CRC coordinato da Save the Children e presentato ieri alla vigilia dell’anniversario della ratifica della Convenzione ONU da parte dell’Italia, avvenuta il 27 maggio 1991. Secondo il dossier, circa 900 mila giovani abbandonano prematuramente gli studi e permangono - anche se sommersi - fenomeni di sfruttamento e abuso, quali lavoro minorile, prostituzione e pedo-pornografia on line. Ma che cosa si intende nel rapporto quando si evidenzia che il 24% dei minori in Italia è a rischio povertà? Paolo Ondarza lo ha chiesto ad Arianna Salvini, coordinatrice del gruppo CRC:
R. - Si tratta chiaramente, quando facciamo riferimento alla povertà minorile, di un concetto multidimensionale, in cui va fatto riferimento non solo al fattore economico ma anche al benessere del minore nel suo complesso, che comprende quindi l’accesso a cure sanitarie, il sistema scolastico, le condizioni abitative, per esempio, nonché i legami affettivi.
D. - Il rapporto è redatto da 73 organizzazioni che fanno parte del gruppo CRC da lei coordinato. Cosa chiedete?
R. - Quella che viene richiesta è una maggiore attenzione ai diritti dell’infanzia da parte del nuovo governo e quindi, con l’avvio della nuova legislatura, delle politiche sociali mirate per i minori. Concretamente, le due azioni che pensiamo possano essere adottate in tempi brevi sono quelle di una legge istitutiva del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, che manca ancora in Italia, nonché l’adozione del nuovo piano nazionale “Infanzia”.
D. - Particolarmente impressionante è il discorso della pedopornografia online di cui il rapporto si occupa...
R. - La pedopornografia è un fenomeno del quale, dobbiamo riconoscerlo, c’è stata molta attenzione anche da parte delle istituzioni, delle forze di polizia, negli ultimi anni. Quello che lamentiamo ancora è una poca considerazione rispetto a quella che è l’identificazione delle vittime. E’ molto difficile andare a scoprire chi sono i minori - vittime delle immagini di abuso che girano ormai in Internet - per affrontare poi dei percorsi adeguati per il loro recupero, il loro sostegno, anche alle loro famiglie.
D. - Il Rapporto viene presentato in coincidenza con l’anniversario della ratifica italiana della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che avvenne il 27 maggio 1991...
R. - Tra le altre cose, il 2008 è un anno particolarmente importante, perché ad ottobre il governo italiano è tenuto a presentare il nuovo rapporto al Comitato ONU, proprio sull’attuazione della convenzione ONU. Sicuramente, sono state adottate numerose leggi in Italia nell’ultimo decennio, volte a tutelare maggiormente i minori, nonché la legge 451 del ’97, che ha istituito la Commissione parlamentare Infanzia e l’Osservatorio Infanzia. Sono stati fatti numerosi passi in avanti. Purtroppo, ci sono ancora tante cose da fare e le raccomandazioni del Comitato ONU sono numerose in diversi settori. Quindi, l’auspicio è che si possa lavorare ancora per migliorare la situazione.
Presentato il Rapporto sugli aiuti allo sviluppo nell'Unione Europea. L'opinione di Sergio Marelli
◊ Per le ONG italiane, all’interno del Ministero degli esteri serve una figura che si occupi di cooperazione. A ribadirlo è Sergio Marelli, presidente dell’Associazione che riunisce questi organismi, nel presentare ieri a Roma il rapporto sugli aiuti allo sviluppo nell’Unione Europea. Il Vecchio continente destina in media lo 0,35% del prodotto interno lordo (PIL) alla cooperazione internazionale, ma ci sono Paesi come l’Italia che versano ancora troppo poco e che nel 2007 hanno visto calare la loro quota di aiuto allo sviluppo. Ma è possibile pensare a un incremento dei fondi per questa voce, nonostante i deficit di bilancio di molti Stati, in primo luogo l’Italia? Alessandro Guarasci lo ha chiesto allo stesso Sergio Marelli:
R. - Io ci credo, perchè sarebbe come chiedere se sia realistico con questi limiti di budget in Italia e negli altri Paesi affrontare il problema della sicurezza. Sono assolutamente convinto che garantire la sicurezza - che oltre che un diritto è una della questioni più sensibili sollevata dai cittadini italiani - significhi fondamentalmente garantire i diritti in tutto il mondo. La disperazione genera violenza, genera migrazione disperata, dà possibilità alla criminalità organizzata di organizzare queste migrazioni e quindi ne va della sicurezza del nostro Paese. Oppure, potrei rispondere in un altro modo: con la ristrettezza di risorse, è ancora possibile spendere 1000 miliardi di dollari all’anno per gli armamenti. Sono delle risposte a una domanda che deve essere assolutamente superata con una risposta positiva: sì è possibile. Ci vuole una volontà politica per farlo.
D. - Una volontà politica però anche a livello europeo, perchè vediamo che a livello europeo i passi sono diversi sotto questo profilo…
R. - Ci sono dei Paesi Stati membri dell’Unione Europea che hanno già raggiunto e superato l’obiettivo dello 0,7 per cento del PIL fissato dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni finanziarie internazionali. L’Unione Europea nel suo insieme continua a sollecitare con una serie di raccomandazioni gli Stati membri ad adeguarsi a questo obiettivo e l’Europa resta il più grande donatore, a livello internazionale, di aiuti per la lotta contro la povertà e per la cooperazione allo sviluppo.
D. - Sempre troppo poco…
R. - Sempre troppo poco. La media dell’Unione Europea è dello 0,35 per cento: siamo a metà strada. Entro il 2015, per raggiungere gli Obiettivi del millennio bisogna garantire lo 0,7 per cento: occorre da subito invertire la rotta e aumentare le risorse.
Il mirabile restauro del Mausoleo “dei Valeri” nella Necropoli Vaticana: stamane la presentazione alla stampa
◊ Riportato alla sua bellezza originaria il Mausoleo “dei Valeri” nella Necropoli Vaticana. Stamani, nella Sala della Biblioteca della Fabbrica di San Pietro, la presentazione alla stampa del restauro. Servizio di Roberta Gisotti:
Dieci mesi di lavoro con bisturi, microtrapani e apparecchiature laser. Il risultato è davvero magnifico. Oggi, il Mausoleo che prende il nome dalla famiglia dei Valeri, il più grande e lussuoso sepolcro di tutta la Necropoli Vaticana, torna al suo antico splendore, costruito poco dopo la metà del II secolo, all’epoca dell’imperatore Marco Aurelio. A presentare l’opera di restauro, il cardinale Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro, insieme a chi ha promosso, coordinato ed eseguito i lavori sotto la direzione dei due restauratori, Franco Adamo ed Adele Cecchini. Al progetto conservativo hanno concorso finanziariamente la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, la Mercedes Benz-Italia ed altri sponsor. Scoperta solo nel 1943, e sottoposta a parziali interventi tra il ’57 ed il ’58, la Tomba - detta anche "del sapiente" per i tanti elementi e riferimenti sapienziali che troviamo nella camera funeraria - si trova al centro del percorso che conduce alla venerata sepoltura dell’Apostolo Pietro, sotto l’altare maggiore della Basilica. Una moderna teca di cristallo permette oggi di osservare dall’esterno - senza alterare il delicato equilibrio microclimatico - la ricchezza cromatica dell’antico sepolcro, arricchito da nicchie, pilastrini, antropomorfi, bassorilievi, statue. Dalle iscrizioni presenti nel Mausoleo si deduce che Caius Valerius Herma, rimasto vedovo, vi seppellì i figlioletti di 4 e 12 anni, forse vittime della terribile peste che colpì Roma nel 166 d.C.
Stasera e domani, su Raiuno, la serie televisiva dedicata a don Zeno Saltini, il fondatore di "Nomadelfia". Interviste con Giulio Scarpati e il regista, Gian Luigi Calderone
◊ Oggi e domani, in prima serata, va in onda su Raiuno la fiction sulla storia di don Zeno Saltini, fondatore della Comunità di Nomadelfia, una realtà di ispirazione cristiana che raccoglie i ragazzi dalla strada e li forma nella crescita come persone libere e oneste. Emerge dalla produzione, il carisma di don Zeno e la sua grande forza interiore che lo hanno assistito e condotto nel suo lungo percorso di vita, durante il quale ha dovuto confrontarsi con due guerre, il fascismo, il nazismo, la democrazia, il discernimento ecclesiale. Figura materna per questi “figli”, sottratti alla miseria e accolti a Nomadelfia, è “Mamma Irene”, una ragazza appena diciottenne che si offre volontaria. Mamma Irene sarà la prima di una lunga serie di ragazze che si prenderanno cura dei bambini di Don Zeno e, come tale, sarà sempre ricordata come la "Mamma di Nomadelfia". Don Zeno è interpretato da Giulio Scarpati per la regia di Gianluigi Calderone. Il servizio di Chiara Calace:
“Ma quanto sarà grande?
Sono 1200 ettari.
1200 ettari!
Sì!
Ma è enorme! Potremo ospitare migliaia di persone! Un borgo di case lì, un altro là e un altro là ancora. Serviranno macchine agricole. Molte.
Don Zeno, è sicuro di non fare il passo più lungo della gamba? Per realizzare il suo sogno serviranno molti soldi”.
La vita avventurosa di Don Zeno Saltini, il sacerdote fondatore della Comunità di Nomadelfia, sarà rievocata su Raiuno con la straordinaria interpretazione di Giulio Scarpati, nei panni del protagonista. Don Vito Magno lo ha intervistato:
"Questo suo progetto che sembrava un’utopia, è riuscito invece a trasformarlo in realtà, anche nelle difficoltà. L’idea è quella di creare una comunità in cui ci sia un principio solidale profondo, nella quale tutti si aiutino. Nel Dopoguerra, poi, questo suo progetto è diventato una città, Nomadelfia, quella attuale, che sta a Grosseto".
Don Zeno Saltini, nato nel 1900 in un paese agricolo dell’Emilia, da famiglia cattolica, a 18 anni prende i voti e si dedica alla fondazione di una piccola comunità cristiana. Pronto a battersi per le sue idee, deve scontrarsi prima con i latifondisti e poi con il fascismo, ma la sua tenacia vincerà su tutto. Giulio Scarpati lo ha interpretato così:
"Una persona di una forza, di una grande capacità di coinvolgimento... un trascinatore, veramente coinvolgente, sanguigno, come gli emiliani, ma molto concreto. Pensiamo a queste sue idee, quando riunì i primi bambini negli Anni Trenta, che morivano di fame, e coinvolse i capi famiglia di San Giacomo Roncole".
La fiction di Don Zeno, per la regia di Gian Luigi Calderone, ha avuto la collaborazione della gente di Nomadelfia perchè, afferma il regista, “hanno tutti capito quanto sia importante che Don Zeno e il suo messaggio giungano a quante più persone possibili”. Vito Magno lo ha chiesto al regista stesso:
R. - Don Zeno aveva intuito fin dall’inizio, fin dagli anni ’30, la marcia in più che gli audiovisivi avrebbero avuto nella stessa predicazione del Vangelo. Ha registrato tutto, ogni momento, e loro continuano a registrare ogni momento della loro vita.
D. - Calderone, fra i tanti personaggi che poteva affrontare come regista ha scelto proprio Don Zeno, perché?
R. - Per il fascino dell’utopia. Proprio nel momento in cui sembra che di utopie non sia più possibile articolarne nessuna, il ritornare a pensare all’utopia dell’amore è fondamentale, perchè dà una luce, dà un punto di riferimento per un percorso, e noi in questo momento ne abbiamo bisogno.
(musica)
In Cina il vescovo di Xianxian sottolinea l’importanza della religione per dare sostegno morale ai terremotati
◊ A quasi due settimane dal terremoto che in Cina ha provocato finora oltre 67 mila morti, l’Ufficio di coordinamento cattolico dei soccorsi continua a fornire aiuti e assistenza. Dalla zona colpita dal sisma è appena rientrato, intanto, il vescovo della diocesi di Síenhsíen (Xianxian), mons. Joseph Li Lian Gui, che ha effettuato un sopralluogo e verificato i danni. Il vescovo – rende noto l’agenzia Fides - ha anche incontrato sacerdoti e volontari di Jinde Charities, ente caritativo cattolico cinese. In una intervista rilasciata al bollettino cattolico dell’He Bei, il presule si è soffermato poi sul lavoro della Chiesa per soccorrere i terremotati grazie anche alla collaborazione della comunità cattolica internazionale. Il presule ha sottolineato, in particolare, l’importanza della religione in questo momento, soprattutto per dare sostegno morale e psicologico. Le nostre suore – ha concluso – “sono molto apprezzate per il loro aiuto che stanno dando ai terremotati”. (A.L.)
Le minoranze religiose in Pakistan potranno avere una rappresentanza in parlamento
◊ “Una speranza di cambiamento”. E’ il commento, riportato dall’agenzia Asianews, del presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Lawrence John Saldanha, dopo il via libera all’ingresso delle minoranze religiose nella Camera alta del Parlamento. Si tratta di una vera e propria svolta per il Paese asiatico, contenuta nel pacchetto di riforme costituzionali decise dal Partito popolare pakistano. Provvedimenti che prevedono anche l’aumento dei seggi riservati alle minoranze anche nelle assemblee provinciali. “Questa riforma ci dà la possibilità di far sentire la nostra voce in tutte le fasi decisionali del governo – ha aggiunto mons. Saldanha - l’opposizione sarà dura, ma sono ottimista”. Per il deputato cattolico e presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance, Shahbaz Bhatti, la decisione rappresenta una scelta storica che “accoglie - afferma il politico - una domanda presentata decenni fa”. (B.C.)
Congresso a Nairobi sulla cura pastorale di migranti e rifugiati in Africa
◊ Per meglio esaminare il fenomeno della mobilità umana, volontaria o forzata, si apre lunedì prossimo a Nairobi in Kenya, un congresso continentale sul tema: "Per una migliore cura pastorale dei Migranti e dei Rifugiati in Africa all'alba del terzo millennio". Nel contesto del continente africano, questo congresso - precisa l'Agenzia Fides - si offre come un laboratorio, al quale parteciperanno, in modo attivo e creativo, rappresentanti di oltre venti Paesi africani, tra Vescovi e Operatori pastorali. Il programma prevede i saluti inaugurali del nunzio apostolico in Kenya, dell’arcivescovo di Nairobi e del presidente della Conferenza episcopale keniota. I lavori del congresso saranno introdotti dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Interverranno, inoltre, l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Dicastero, il quale rivolgerà l’attenzione soprattutto ai nuovi itinerari pastorali nell’ambito del servizio ai rifugiati, ai profughi e ai soggetti al traffico di esseri umani, e Mons. Novatus Rugambwa, Sotto-segretario, che metterà in luce più specificamente le nuove schiavitù connesse alle migrazioni, temi tutti di scottante attualità pure nel continente africano, come testimoniano le violenze di questi giorni in Sud Africa contro immigrati di Paesi limitrofi. (R.P.)
Alla conferenza di Dublino, forti resistenze per la messa al bando delle bombe a grappolo
◊ Sono ancora forti le resistenze ad una settimana dall’inizio della Conferenza, a Dublino, per la messa al bando delle bombe a grappolo. “Sembra che le pressioni provenienti dagli Stati che non partecipano alla Conferenza e che vorrebbero alleggerire il divieto delle bombe a grappolo - fa notare l’agenzia Misna - siano più efficaci delle richieste di una loro interdizione”. Da segnalare, inoltre, che il termine per la distruzione delle scorte di ordigni potrebbe essere di otto anni, anziché di sei come previsto inizialmente. Non è stato poi posto alcun limite alla possibilità di proroghe consentite “in circostanze straordinarie”. La fase preliminare per la stesura del trattato internazionale per l’interdizione delle bombe a grappolo si concluderà venerdì prossimo. Il testo finale dovrà poi essere firmato in Norvegia a dicembre. Le bombe a grappolo prima di raggiungere il terreno diffondono centinaia di munizioni inesplose. Uno studio delle Nazioni Unite ha dimostrato come parecchie di queste armi esplodano in mano ai civili anche anni dopo la fine di un conflitto. La riunione di Dublino fa parte di una iniziativa norvegese, denominata ‘Processo di Oslo’, che mira a raggiungere un assenso internazionale sulla messa al bando di questi ordigni. (A.L.)
Continuare in Gran Bretagna il dibattito sull’embriologia. Lo chiede il cardinale Murphy-O'Connor
◊ A distanza di una settimana dalla decisione del Parlamento inglese di votare a favore degli ibridi umano-animali, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, arcivescovo di Westminster, è intervenuto sull’argomento. In una rubrica sul “Daily Telegraph”, il porporato ha auspicato che il dibattito non si fermi soprattutto perché è necessario valutare se “la coscienza della nazione sia a posto con se stessa” nonostante i politici abbiano già espresso la loro opinione. Il cardinale Murphy-O'Connor, come riporta l’agenzia Zenit, ha sottolineato inoltre il disagio e la perplessità di molte persone di fronte al fatto che “i padri non sono un prerequisito necessario nella fertilizzazione in vitro e che il limite superiore nella legge relativa all'aborto dovrebbe restare a 24 settimane di gestazione”. Sono due i suggerimenti dati dall’arcivescovo: la creazione di una commissione nazionale di bioetica e un intenso lavoro per diminuire il numero degli aborti in Gran Bretagna. La commissione, secondo il porporato, potrebbe dare un grande contributo al bene comune “semplicemente portando avanti il dialogo continuo e gli studi” perché “l’etica deve stare al passo con la scienza e il pubblico non deve essere lasciato fuori”. Sull’aborto, il cardinale Murphy-O'Connor ha invocato un dialogo aperto perché nel Regno Unito vengono ogni anno eseguite 200mila interruzioni di gravidanza e tutti concordano sul fatto che sono “decisamente troppe”. Pertanto sarebbe necessario lavorare per promuovere una nuova comprensione e un nuovo approccio. Il porporato, nella sua riflessione, ricorda ancora che l’aborto in Gran Bretagna è legale fino alla 24ª settimana di gestazione, un limite sul quale il Parlamento è chiamato ad esprimersi. Sarebbe ipotizzabile un abbassamento anche solo di due settimane visto che esistono diversi casi che mostrano come i bambini possono già vivere fuori dall'utero materno. “La vita nel grembo materno – scrive l’arcivescovo di Westminster - ha bisogno di tutte le risorse e di tutta la protezione fin dal momento del concepimento”. Infine il cardinal Murphy-O'Connor ha spiegato che il dibattito delle ultime settimane non vuole mettere la scienza contro la religione. “La verità è che la 'scienza' non è mai in sé da una parte o dall’altra” ha precisato. “Ovviamente - aggiunge - dobbiamo tutti comprendere ciò che i progressi scientifici ci dicono sui mondi fisici e biologici, sulla materia della quale è fatta la vita umana e sulla bellezza dello sviluppo umano partendo dall'embrione, la scienza però resta un'attività umana”. Non esiste poi alcun conflitto tra la fede e la ragione che “vanno insieme” ma è necessario un dibattito ragionato per testare le posizioni di credenti e non credenti. Infine l’auspicio del porporato di una conversazione caratterizzata da una nuova apertura e dal rispetto reciproco “perché è una ricerca comune sulla verità ultima di chi siamo e di ciò che siamo chiamati a diventare”. (B.C.)
La verità condivisa alla luce del documento di Aparecida. Ne discute, da domani, la stampa cattolica riunita in Colombia
◊ Sarà mons. Héctor Gutiérrez Pabón, vescovo della diocesi di Negativa, in Colombia, e Presidente della Commissione per le comunicazioni del CELAM, ad aprire domani nella sede della Conferenza episcopale colombiana il primo Incontro continentale della stampa cattolica. I partecipanti, oltre cento, rifletteranno sino al 30 maggio sulla "verità condivisa" alla luce delle sfide che il documento di Aparecida pone ai comunicatori sociali nell'ambito dell'evangelizzazione e, in particolare, della Missione continentale. Con il contributo di esperti, giornalisti ma anche teologi e moralisti, i partecipanti tracceranno anzitutto una mappa della situazione attuale dei mass-media in particolare sul rapporto con l’informazione religiosa. Inoltre si tenterà di circoscrivere i problemi principali di questo legame, soprattutto guardando alle insufficienze possibili dell’evangelizzazione nell’ambito dei mezzi di comunicazione sociale. Per gli organizzatori appare importante la cornice che al riguardo offre il documento della V Conferenza generale degli episcopati latinoamericani e caraibici (13 – 31 maggio 2007, Aparecida, Brasile) che su questa materia può fornire molti elementi di slancio e riflessione. Un momento importante dell’evento riguarda la dimensione pratica, cioè, con l’aiuto degli esperti far vedere ai partecipanti più giovani e con meno esperienza, come si può fare in concreto un giornale, come si può preparare un articolo interessante, come coltivare il rapporto umano e professionale con i comunicatori, come avvicinare i contenuti della Missione continentale all’informazione quotidiana. Infine, i partecipanti, nelle diverse tavole rotonde potranno illustrare la realtà della comunicazione nelle singole nazioni latinoamericane e caraibiche con una speciale sottolineatura alla questione della libertà di stampa, ai pericoli e rischi che negli ultimi tempi sono molto cresciuti in diversi Paesi della regione. (L.B.)
L'arcidiocesi argentina di Resistencia chiede verità e giustizia per il bene sociale
◊ La Commissione Giustizia e pace dell’arcidiocesi di Resistencia, in Argentina, chiede ai rappresentati del governo di “cercare la verità e la giustizia guardando alla società” per realizzare “la pace, cui tutti anelano”. Da più di due mesi, infatti, l’Argentina è turbata dalle proteste di coltivatori e allevatori, scesi in piazza contro l’inasprimento delle tasse sulle esportazioni, stabilito dal presidente Cristina Kirchner. Per questo, in una nota, l’organo episcopale esorta i governanti a cercare la verità e la giustizia, intese come “il principio basilare del diritto naturale”. Nel testo, si ricorda che la società spera che i propri dirigenti eseguano il compito per il quale sono stati eletti, in accordo con la Costituzione e le leggi. “Ciò dovrebbe essere – si legge ancora nella nota – il normale svolgimento della vita sociale in Argentina, indipendentemente dai governi e dai problemi che ci affliggono in questo momento storico”. Di qui, la Commissione Giustizia e pace punta il dito contro gli esponenti politici, corporativi e sociali che, “a contatto con il potere, se ne impadroniscono, decidendo ciò che è giusto”, e dimenticando di metterlo in pratica come “rappresentanti della volontà del popolo”. Infine, la nota invita tutti gli argentini a riflettere su cosa il Paese vuole per le nuove generazioni: “Come dice la Preghiera per la Patria, vogliamo essere una nazione la cui identità sia la passione per la verità e l’impegno per il bene comune”. (I.P.)
In Perù, la Conferenza episcopale lancia la Campagna di solidarietà 2008
◊ “Per una vita libera dalla droga”: questo il titolo della campagna di solidarietà ‘Condividere’ 2008, organizzata dalla Conferenza episcopale peruviana, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della tossicodipendenza che affligge, in particolare, i giovani e le loro famiglie. Il lancio dell’iniziativa è previsto per venerdì 30 maggio, presso l’auditorium della parrocchia del Cristo Re, a Santa Beatrice. L’incontro sarà presieduto da mons. Lino Panizza Richero, vescovo di Carabayllo e segretario generale della Conferenza episcopale peruviana. La campagna di solidarietà ‘Condividere’ è un’iniziativa solidale della Chiesa cattolica, che dal 1990 si sofferma ogni anno su un tema diverso, proposto dall’Assemblea annuale dell’episcopato peruviano. L’intento è quello di educare le persone al dovere solidale, fraterno e comunitario, di ‘condividere’ i beni con coloro che soffrono. Tra i suoi obiettivi, c’è la realizzazione di una convocazione, a livello nazionale, per promuovere la conoscenza sulla problematica in esame. Allo stesso tempo, la campagna cerca di appoggiare il finanziamento di progetti concreti, attraverso una raccolta di fondi derivanti dalle collette pubbliche e parrocchiali e dall’aiuto di imprese e istituzioni. (I.P.)
Per i vescovi andalusi, prioritaria la formazione nelle parrocchie e la GMG
◊ Formazione, giovani e Caritas: sono solo alcuni degli argomenti affrontati la settimana scorsa dai vescovi delle diocesi dell’Andalusia, in Spagna, durante la 111.ma Assemblea ordinaria. Nel corso della due giorni, che si è svolta il 20 e 21 maggio nella Casa di Spiritualità di Sant’Antonio, è stato presentato il corso estivo per il clero, previsto dal 21 al 31 luglio a Cádiz sul tema: “La parrocchia: iniziazione cristiana degli adulti” che proporrà, nella prima settimana, riflessioni sul primo annuncio, la conversione e i contenuti fondamentali della fede, mentre la seconda settimana si concentrerà sulle coordinate fondamentali della formazione catecumenale: iniziazione alla preghiera e alla celebrazione, formazione morale, comunione e impegno cristiano. All’ordine del giorno anche il programma del VII incontro dei vescovi e dei superiori maggiori, previsto il 21 ottobre a Cordova; lo studio della nuova legge sul patrimonio storico dell’Andalusia approvata nel novembre dello scorso anno, e in particolare di quegli articoli che riguardano la gestione del patrimonio culturale della Chiesa; l’analisi della legge sulla Protezione dei dati relativamente a quanto concerne la missione pastorale della Chiesa, alla luce del principio della libertà religiosa e degli accordi dello Stato spagnolo e della Santa Sede. I vescovi hanno previsto inoltre la pubblicazione di una “Carta ai giovani” per invitare tutti coloro che non potranno recarsi a Sydney, in Australia per la Giornata mondiale della Gioventù, a partecipare, dal 16 al 20 luglio, ad un incontro sullo stesso tema: “Riceverete forza dallo Spirito Santo che discenderà sopra di voi e sarete suoi testimoni". L’incontro, che sarà organizzato ad El Rocío, prevede collegamenti in diretta con le celebrazioni che si svolgeranno in Australia, e vuole essere un modo per far sperimentare ai giovani il significato della comunione e della universalità con il Papa e tutti i giovani del mondo che si riuniranno a Sydney. Per l’occasione i presuli dell’Andalusia hanno chiesto ai monasteri di vita contemplativa del sud della Spagna di pregare per sostenere l’iniziativa e perché i giovani partecipanti crescano nella conoscenza di Gesù Cristo. Infine i vescovi hanno discusso delle attività della Caritas regionale e della imminente firma della convenzione con il Consiglio sull’Uguaglianza e il Benessere Sociale. (T.C.)
Il premio "Defensor fidei" assegnato all'arcivescovo iracheno, mons. Louis Sako
◊ Il 31 maggio in occasione della terza edizione de “Il Giorno del Timone” che si terrà a Oreno di Vimercate (Milano), mons. Louis Sako, 59 anni, arcivescovo caldeo di Kirkuk, riceverà il premio “Defensor Fidei”. Il premio, istituito nel 2006 dalla Fondazione “Fides et Ratio” viene assegnato a personalità internazionali che si sono particolarmente distinte nella difesa e promozione del patrimonio di fede della Chiesa e dei cattolici. Con l’attribuzione quest’anno a mons. Sako, il premio – che consiste in un assegno da 10mila euro e una pregevole scultura – vuole accendere i riflettori sulla situazione dell’Iraq e in particolare della comunità cristiana esposta a vessazioni di ogni genere. Nelle precedenti edizioni – ricorda l’Agenzia Zenit – il Premio era stato assegnato al cardinale Joseph Zen Ze-kiun, arcivescovo di Hong Kong (2006) e a Lech Walesa (2007), ex presidente della Polonia e premio Nobel per la Pace nel 1983. Arcivescovo di Kirkuk dal novembre 2003, il presule, una figura di spicco della Chiesa caldea, è originario di Mosul, l’antica Ninive, dove è stato parroco fino alla nomina episcopale. Mons. Sako conosce dodici lingue, ha ottenuto due dottorati a Roma e Parigi, acquisendo una profonda esperienza nella letteratura cristiana antica e in storia islamica. Grande sostenitore fin dall’inizio del processo di democratizzazione in Iraq, negli ultimi anni si è fatto interprete delle difficoltà dei cristiani iracheni, sia di coloro che decidono di lasciare il Paese, sia di coloro che vogliono restare in Iraq. La rivista “Il Timone”, diretta da Gianpaolo Barra, è un mensile di informazione e formazione apologetica, che tratta tematiche che vanno dall’attualità alla cultura, dai rapporti scienza-fede alla morale, dalla storia alla filosofia, dall’arte alla letteratura, dai libri al cinema. (R.P.)
In vista della GMG, torneo di calcio e linea di abbigliamento esclusiva
◊ Si moltiplicano le iniziative di diocesi e parrocchie in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Sydney dal 15 al 20 luglio prossimi. La pastorale giovanile delle parrocchia di Ponticelli, nella diocesi di Ascoli Piceno, ha deciso di finanziare il viaggio dei suoi giovani che parteciperanno alla GMG con un torneo di calcio, in programma il 2 giugno. In campo scenderanno la Seleçao internazionale sacerdoti calcio, la squadra delle vecchie glorie dell’Ascoli calcio, la rappresentativa giornalisti ascolani ed una formazione di giovani di Ponticelli. Il torneo si aprirà con la benedizione del vescovo di Ascoli, mons. Silvano Montevecchi. Tra le iniziative per finanziare la GMG – rende poi noto il SIR - c’è anche un’esclusiva linea di abbigliamento. Si tratta principalmente di felpe, cappelli, maglie, sciarpe e giacche a vento, tutti di vario colore griffati con il simbolo della GMG. Per vedere e acquistare anche on line prodotti di questa gamma di abbigliamento il Comitato organizzatore ha messo on line il sito www.shop.wyd2008.org. (A.L.)
Le Chiese di Austria e Svizzera mobilitate per gli Europei di calcio
◊ Le Chiese cristiane austriache e svizzere si stanno preparando ai prossimi Europei di Calcio, ospitati dal 7 giugno nei due Paesi transalpini, con una serie di iniziative per fare di questo evento sportivo anche un’occasione di evangelizzazione e di incontro tra i popoli europei. In Austria, almeno 300 giovani missionari saranno dispiegati per distribuire volantini e incontrare i tifosi delle varie nazionalità. “On the Ball for 2008 years” (“Sulla palla da 2008 anni”) è lo slogan scelto per la campagna. “Lo sport è un’occasione importante per avvicinare persone di diversi orizzonti”, ha spiegato all’agenzia ecumenica ENI Erich Leitenberger, portavoce dell’arcidiocesi di Vienna. In programma vi sono anche celebrazioni ecumeniche nelle varie chiese delle città ospitanti, la distribuzione di sciarpe bianche e rosse (i colori dell’Austria e della Svizzera) con il logo “Chiese 2008”, la proiezione di messaggi luminosi sugli stadi di Vienna, Salisburgo, Klagenfurt e Innsbruck. A concludere un grande “Festival della fede” per la finale che si terrà il 29 giugno nello stadio Ernst-Happel di Vienna. In Svizzera, intanto la partecipazione delle Chiese cristiane all’evento, è stata inaugurata due giorni fa con una celebrazione ecumenica presieduta dal pastore Christoph Sigrist per la Federazione delle Chiese Protestanti svizzere (FEPS) e da padre Stefan Roth per la Conferenza episcopale svizzera (CES). Alla cerimonia, trasmessa in tv è intervenuto il Ministro svizzero dello Sport. Oggi lo stadio Hessgut/Liebefeld a Köniz, vicino a Berna ospiterà una partita che vedrà in campo la Nazionale dei leader religiosi contro la Nazionale dei parlamentari. (L.Z.)
“Radio Maria” nel mondo. Nel perugino, un convegno per fare il punto sull’emittente cattolica
◊ Approfondire l’identità cattolica di “Radio Maria” per riuscire a rafforzare e diffondere la fede cristiana. E’ l’intento dell’incontro che si è aperto ieri a Collevalenza, in provincia di Perugia, tra i direttori dell’emittente – tutti sacerdoti appartenenti a 15 differenti Ordini religiosi- e i presidenti delle associazioni che ne diffondono le trasmissioni in ben 56 Paesi del mondo. Ad aprire i lavori padre Livio Fanzaga, direttore di “Radio Maria”, nata nel gennaio 1987. Nel suo intervento per ricordare l’importanza della Parola, padre Livio ha indicato nel “relativismo che vuole creare una società senza Dio” il male che “erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo”. Come riporta l’agenzia Zenit, il presule ha ribadito come il ruolo della Vergine Maria sia decisivo per le sorti del confronto tra bene e male. Tra i relatori anche Emanuele Ferrario, presidente di World Family, la ONG che ha aiutato a far nascere le “Radio Maria” nel mondo, un’esigenza sentita da molti Paesi in Africa e America. “La scommessa – ha detto Ferrario - era quella di creare un'istituzione flessibile che aiutasse queste ‘chiamate' a nascere e crescere nello spirito che si era creato anni prima in Italia”. Non un network, però, ma una “struttura che somigliasse ad una famiglia internazionale”. Fondamentale in questo compito è il ruolo dei presidenti delle associazioni che hanno dato vita a “Radio Maria”, definiti da Ferrario come i primi volontari a cui tutti guardano. “Identificare i valori e gli ideali che ci uniscono - ha proseguito il presidente di Worl Family - e cercare di applicarli alla propria vita è il primo passo per creare uno spirito unitario con tutti i nostri associati membri delle 'Radio Maria'”. Un’unità che si sposa con la forte chiamata alla missionarietà e che “fa diventare creativi”, aiutando a rendere concreto il motto dell’emittente: “Dove vi è un uomo, lì deve esserci 'Radio Maria'”. Nel successo della stazione radiofonica ci sono due elementi importanti: i sacerdoti che, secondo Ferrario, conferiscono “il profumo spirituale alla missionarietà dell’associazione”, essendo garanti dell’ecclesialità dell'iniziativa; gli ascoltatori “primi partecipi e sostenitori del progetto”. In conclusione, il presidente di World Family ha auspicato che la Madonna “ci utilizzi come poveri strumenti per diffondere il suo messaggio”. (B.C.)
In Italia la prostituzione è in aumento. Un giro d’affari di oltre un miliardo di euro all’anno
◊ E’ drammatico il quadro sulla prostituzione in Italia. Secondo i dati forniti ieri dal gruppo Abele di Don Luigi Ciotti, presentati in un convegno organizzato a Milano dalla Camera del Lavoro a distanza di 50 anni dalla legge Merlin, è un fenomeno che non conosce tregua. Sono 9 milioni i clienti che ogni mese cercano una prostituta sia sulle strade, nei locali o nelle case illegali di appuntamenti. La scelta ricade su circa 70mila donne - 50% straniere, 20% minorenni - provenienti da almeno 60 Paesi del mondo, un mercato che frutta 90 milioni al mese, oltre un miliardo di euro all’anno. A controllare il giro d’affari non è più un singolo sfruttatore ma le mafie internazionali in particolare i trafficanti di origine est-europea, balcanica e nigeriana. “Sono cambiati l'epoca e il contesto, ma le storie si ripetono - ha detto Don Ciotti - oggi il negozio si e' trasformato in mercato e la proprietà dei corpi in mano a cartelli criminali, le mafie internazionali, alle quali hanno lasciato spazio le nostre mafie dopo aver scoperto il più redditizio commercio di droga”. Una vera e propria tratta di esseri umani perché le ragazze prostitute sono prima di tutto schiave. A guardare i dati, quelli che si macchiano delle crudeltà maggiori sono i nigeriani che ricorrono a ricatti e ritorsioni verso i familiari. In diminuzioni i crimini tra gli albanesi. Le cinesi, ultime arrivate insieme alle donne del Marocco, vengono fatte prostituire solo nelle case private e diventano quindi vittime invisibili. L’invito di Don Ciotti è di offrire alle ragazze altre vie di fuga e “dare loro un'opportunità di dignità e di lavoro”. (B.C.)
Lutto nel mondo del cinema, si è spento a 73 anni Sydney Pollack
◊ Un male incurabile ha stroncato la vita di Sydney Pollack, 73 anni, popolare regista, attore e produttore cinematografico statunitense. Era nato a Lafayette il primo luglio del 1934, sposato, aveva tre figli. La sua carriera iniziò in televisione con diverse serie prima di lanciarsi nel mondo del cinema nel 1965 con La vita corre sul filo insieme a Sydney Poitier. A lui si devono pellicole molto popolari come Tootsie interpretato da Dustin Hoffman e La mia Africa con Meryl Streep con il quale vinse sette premi Oscar tra cui miglior film e miglior regia. Nella sua lunga carriera si è confrontato con numerosi generi cinematografici: dal western con Corvo Rosso non avrai il mio scalpo del 1972, alla commedia romantica l’anno successivo in Come eravamo, oppure nel genere più politicamente impegnato ne I tre giorni del condor del 1975. Pellicole che gli valsero anche la nomea di “regista del tramonto” perché narratore di storie destinate a chiudersi per sempre in un crepuscolo spettacolare. Scopritore e valorizzatore di talenti, molto gli deve Robert Redford, protagonista di suoi sette film, ma anche Tom Cruise, Barbra Streisand e Paul Newman. (B.C.)
Prorogati gli arresti domiciliari per la leader dell’opposizione birmana San Suu Kyi e arrestati 20 oppositori
◊ L'ordine di arresti domiciliari per la leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi è stato rinnovato. Oggi, giorno in cui scadevano i termini del provvedimento, sono stati arrestati almeno 20 oppositori alla giunta, che si erano recati alla residenza della leader e premio Nobel per la pace. La giunta militare al potere esamina ogni anno, intorno alla data del 27 maggio, l'ordine di arresti domiciliari che finora è stato rinnovato di 12 mesi in 12 mesi. Non si sa,al momento, per quale periodo di tempo questa volta esso sia stato prorogato. La signora San Suu Kyi, 62 anni, è agli arresti domiciliari dal 2003. In totale, ha trascorso agli arresti 12 degli ultimi 18 anni. Sarebbe stata particolarmente scomoda per il regime la liberazione della San Suu Kyi, in un momento in cui è stata approvata con un referendum molto contestato una nuova costituzione. Ascoltiamo Francesca Marino direttore dell’agenzia "Stringer Asia", intervistata da Stefano Leszczynski.
R. – La nuova costituzione approvata con un referendum discutibile vieta espressamente alla signora Suu Kyi - non fa il suo nome - e a tutti coloro che sono sposati con cittadini stranieri – ed è il caso della Suu Kyi, che è vedova di un cittadino inglese – di ricoprire cariche nello Stato. L’opposizione ha contestato il referendum, ha contestato questa nuova costituzione e certamente la presenza della Suu Kyi per le strade potrebbe servire da detonatore.
D. – Adesso, però, ci sono in ballo i soldi stanziati per gli aiuti alla Birmania, dopo l’uragano. Potrebbe venire richiesta una maggiore democrazia perché effettivamente questi finanziamenti possano essere concessi?
R. – Il referendum sulla costituzione nelle intenzioni e nella mente della giunta è il primo passo verso una "road map" di democrazia. Sembra sia stato accettato in questo senso, anche se si sa benissimo che è stato un referendum discutibile.
Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto in Cina: oltre 67.000
Il bilancio del terremoto del Sichuan oggi ha toccato le 67.183 vittime, secondo le cifre diffuse dal governo cinese. I dispersi sono 20.970. Il numero dei morti, secondo quanto affermato nei giorni scorsi dal premier Wen Jiabao, salirà probabilmente tra 80 mila e 90 mila. Le autorità hanno deciso di intensificare l'evacuazione dalle zone vicine a un grande lago formato dalle frane nei pressi dell'epicentro del terremoto a meno di quattro chilometri da Beichuan, uno dei centri rasi al suolo dal sisma. Nelle prossime ore saranno evacuate 50 mila persone, oltre alle 30 mila che già avevano abbandonato la zona. Oggi si è registrata una nuova scossa di assestamento nella regione dello Shaanxi, al confine con il Sichuan. In tutta l'area terremotata i senzatetto sono più di cinque milioni. Nelle zone più duramente colpite, come la stessa Beichuan, Yingxiu, Jiangyou e Pengzhou, i rifornimenti di acqua ed elettricità continuano ad essere precari.
Contatti tra Abu Mazen e Hamas
Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha ricevuto ieri nel suo ufficio un dirigente di Hamas in Cisgiordania, lo sceicco Hamid al-Bitawi, latore di un documento redatto da palestinesi detenuti in Israele. È quanto riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, concretizzando le ipotesi di una trattativa in atto. Il servizio di Fausta Speranza:
Il rappresentante di Hamas a colloquio con Abu Mazen è un predicatore della Moschea al-Aqsa eletto nel 2006 al Consiglio legislativo palestinese, rilasciato da una prigione israeliana. Secondo fonti palestinesi, all'incontro hanno assistito due altri esponenti islamici legati a Hamas. Il presidente dell'ANP ha troncato le relazioni con Hamas nel giugno 2007, quando l’organizzazione ha compiuto un colpo di mano armato a Gaza. Secondo Abu Mazen, il dialogo fra al-Fatah e Hamas potrà riprendere solo dopo che a Gaza sia stata ripristinata la situazione in vigore prima del 'putsch'. Intanto, la radio militare ha annunciato che sarà liberato domenica dal carcere israeliano dove ha scontato sei anni di reclusione Nissim Nasser, un libanese figlio di madre ebrea immigrato in Israele e poi condannato per spionaggio a favore degli Hezbollah. Nasser è originario dello stesso villaggio di Nasrallah, il leader degli Hezbollah. Secondo l'avvocato di Nasser, Smadar Ben Natan, è probabile che la sua liberazione (ed espulsione verso il Libano) rientri in intese maturate fra Israele e Hezbollah, con la mediazione della Germania, per uno scambio di prigionieri. La stampa israeliana odierna scrive di scambi tra soldati israeliani rapiti e prigionieri delle carceri israeliane.
Israele - indagini Olmert
Nel tribunale distrettuale di Gerusalemme è iniziata stamani la deposizione di Morris Talansky (75), il finanziere statunitense che sostiene di aver versato ingenti somme di denaro, anche in contanti, ad Ehud Olmert negli anni 1999-2005, quando era sindaco di Gerusalemme e poi da ministro dell'Industria e Commercio. La deposizione, a porte aperte, durerà l'intera giornata. A Talansky è stato concesso di esprimersi in inglese. Nel mondo politico israeliano si è diffusa la sensazione che la vicenda, se corroborata da prove concrete, possa obbligare Olmert ad autosospendersi. Ma la polizia - che ha interrogato due volte il primo ministro - avverte che si tratta di una inchiesta molto intricata, che potrebbe richiedere anche mesi di indagini, anche all'estero.
Libano
Il vessillo nazionale è tornato ieri a sventolare dopo sei mesi sul palazzo presidenziale libanese, con l'insediamento del nuovo capo dello Stato, Michel Suleiman, la cui elezione “rinnova la speranza tra i libanesi di un nuovo inizio”, secondo quanto ha detto il leader del movimento sciita Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah. Nel palazzo, sulle colline di Badba che sovrastano Beirut, mercoledì, Suleiman avvierà le consultazioni per formare il governo di “unità nazionale” previsto dall'accordo siglato a Doha il 21 maggio dai maggiori leader politici del Paese. Un accordo che ha scongiurato il pericolo di una nuova guerra civile e ha avviato il Paese fuori dalla crisi politica che da 18 mesi ne bloccava la vita istituzionale. I candidati più quotati per la guida del nuovo esecutivo sono l'attuale premier Fuad Siniora, il cui gabinetto è ormai formalmente dimissionario dopo l'elezione presidenziale di ieri, e Saad Hariri, capo della maggioranza parlamentare, figlio ed erede politico dell'ex primo ministro Rafik Hariri, ucciso a Beirut nel 2005. In base all'accordo di Doha, 16 ministri saranno esponenti della maggioranza antisiriana, 11 saranno dell'opposizione guidata da Hezbollah - che così avrà il potere di veto che richiedeva da un anno e mezzo - e tre saranno nominati dal neopresidente. L'accordo di Doha sancisce anche che “è vietato l'uso delle armi per fini politici”, e Nasrallah oggi ha espresso il suo “sostegno” a quella clausola. Il suo discorso, pronunciato in occasione dell'ottavo anniversario del ritiro israeliano dal Sud del Libano, è stato peraltro accolto e salutato nelle strade di Beirut dal consueto "concerto" di raffiche di armi automatiche sparate verso il cielo dai suoi sostenitori.
Afghanistan
Otto civili afghani sono stati uccisi dall'esplosione di una bomba al passaggio del minibus su cui viaggiavano nell'ovest dell'Afghanistan. Lo ha detto il vicegovernatore della provincia di Farah, Mohammad Yunus Rasuli, mentre a sud della capitale Kabul sono morti 4 poliziotti nella deflagrazione di un’altra bomba.
Iran
Tre ufficiali dei Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione, sono rimasti uccisi in scontri con “banditi e anti-rivoluzionari” in un'area del nord-ovest dell’Iran dove è attivo un gruppo indipendentista armato curdo. Lo scrive oggi l'agenzia ISNA. Nel sud-est del Paese, invece, nove uomini hanno perso la vita in uno scontro con le forze armate, rende noto l’agenzia FARS. Intanato, nelle carceri iraniane sono cento i minorenni o coloro che lo erano all'epoca dei delitti commessi, che attendono di essere impiccati. Lo ha reso noto l'avvocato di 20 di loro, che ha inviato una lettera al capo dell'apparato giudiziario chiedendo la cancellazione delle esecuzioni. E oggi un’altra condanna a morte è stata confermata: si tratta di un insegnante curdo impegnato nella difesa dei diritti umani, riconosciuto colpevole di “appartenenza ad un gruppo terroristico e possesso di esplosivi”.
Turchia
La grave crisi politica in atto in Turchia, innescata dall'avvio di una procedura per la possibile chiusura del partito al governo AKP accusato di “attività antilaiche”, ha danneggiato la fiducia degli investitori stranieri ed è già costata al Paese miliardi di dollari in investimenti perduti. A lanciare il grido di allarme è stato il premier turco Tayyip Erdogan il quale, parlando con i giornalisti, ha affermato che “avremmo potuto attirare 25 miliardi di dollari se non ci fossero state queste vicende”. Le vicende cui Erdogan faceva riferimento sono quelle relative all'apertura di un'inchiesta del procuratore generale della Corte di Cassazione, Abdurrahman Yalcinkaya, avviata lo scorso 14 marzo nei confronti del partito di Erdogan, il filo-islamico AKP al governo dal 2002, accusandolo di attività anti-laiche e quindi anticostituzionali. Reato che, se venisse riconosciuto, comporterebbe la chiusura del partito e la messa al bando di 71 dirigenti del partito compresi lo stesso Erdogan ed il presidente della Repubblica Abdullah Gul.
NATO
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha esortato a una maggiore cooperazione tra la NATO e la Russia, invitando le parti a un “dialogo regolare” per evitare possibili futuri “pregiudizi”. Intervenendo all'Assemblea parlamentare della NATO, che si tiene in questi giorni a Berlino, la Merkel ha detto che “c'è un interesse elementare a intensificare la cooperazione tra la NATO e la Russia”, sottolineando che vertici come quello di inizio aprile a Bucarest dovrebbero essere tenuti più spesso. "Per la prima volta da anni, abbiamo avuto un summit NATO-Russia - ha detto la Merkel riferendosi al Consiglio NATO-Russia di Bucarest - Se non si parla gli uni con gli altri, non bisogna meravigliarsi che nascano pregiudizi”. Per questo, secondo la Merkel, i vertici NATO-Russia dovrebbero essere tenuti a “intervalli molto più ravvicinati”, senza tuttavia promuovere "un'associazione indiretta della Russia alle decisioni" della NATO. In questo quadro, la Merkel ha sottolineato che è "fondamentale" tenere un "dialogo regolare" con la Russia, soprattutto alla luce della discussione sul sistema di difesa missilistico americano in Europa. La cancelliera ha quindi ribadito che la NATO è uno “strumento indispensabile della cooperazione transatlantica”.
Ucraina
L'Ucraina ha in progetto di bloccare le trasmissioni via cavo delle televisioni russe nel Paese, nel tentativo di "ucrainizzare" totalmente le emittenti. Lo riferiscono le agenzie Interfax e Itar-Tass, riportando una dichiarazione di protesta in merito del Ministero degli esteri russo, secondo il quale la mossa è antidemocratica e lede gli interessi della popolazione russofona, in maggioranza nell'est del Paese. “Si tratta di una violazione degli accordi bilaterali nel campo dei mass media - afferma il ministero - e non risponde a un carattere di buon vicinato”. Mosca chiede il rispetto delle norme internazionali nel campo del bilinguismo e del diritto costituzionale dei cittadini nella scelta delle fonti di informazione. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 148
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