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Sommario del 23/05/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Nell'Eucaristia la più grande rivoluzione della storia: tutti diventiamo uno in Cristo. Così il Papa al Corpus Domini
  • Benedetto XVI ai vescovi albanesi: intesa "cordiale e fraterna" per rafforzare la Chiesa e contribuire al rilancio sociale del Paese
  • Promuovere la verità nell'informazione rispettando la dignità della persona: l'invito del Papa agli operatori della comunicazione
  • Il Papa ricorda il cardinale Gantin: ha servito con amore e umiltà la Chiesa, lontano da umane ambizioni
  • Altre udienze e nomine
  • Il cardinale Bertone in Ucraina: domani presiederà il rito di beatificazione di suor Marta Wiecka
  • Mons. Tomasi: la crisi alimentare mondiale minaccia la pace
  • Comunicato della Sala Stampa vaticana sulle indagini relative al prof. Profiti, presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Myanmar: la Giunta apre a tutti gli aiuti internazionali
  • Raid israeliano a Gaza: uccisi 5 palestinesi. Razzi su Sderot
  • Concluso in Ungheria l'incontro dei vescovi europei di rito greco-cattolico
  • Chiesa e Società

  • Il cardinale Zen: Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina all'insegna di Maria
  • Le Chiese dell’Asia inviano aiuti alle popolazioni sconvolte dal terremoto in Cina
  • Prosegue la visita del cardinale Kasper in Russia
  • Giornalista ucciso in Congo: l’ONU critica processo e condanne a morte
  • Opera don Guanella: inaugurato in Ghana un ostello per ragazze disabili
  • Sydney 2008: tra i testimonial della GMG anche una bambina disabile di 9 anni
  • Ad una dottoressa irachena il “Premio donna cattolica” dell’anno
  • Nasce oggi UNASUR, nuovo organismo che riunisce 12 Paesi latinoamericani
  • Aumentano i poveri in Argentina
  • In Guatemala, un parco archeologico con 4 mila piramidi per rilanciare la cultura maya
  • Sulla crisi alimentare, sessione del Consiglio ONU per i diritti umani
  • Al via a Firenze la 5.a edizione di Terra Futura. Presente anche la Caritas italiana
  • Raccolti oltre 123 mila euro con il Campo Lavoro missionario della diocesi di Rimini
  • Il cardinale Tettamanzi incontra a Milano 10 mila animatori degli oratori estivi
  • Convegno dei Focolari per approfondire il dialogo fra psicologia e spiritualità di comunione
  • Lettera delle Chiese marchigiane sul prossimo Congresso eucaristico nazionale
  • Diocesi di Altamura: indetto il primo sinodo pastorale
  • Convegno a Firenze su La Pira, don Milani e padre Balducci
  • Domani la presentazione del portale della diocesi di Napoli, completamente rinnovato
  • Al Festival di Cannes, pellicole su Che Guevara e Giulio Andreotti
  • Cordoglio per la morte a Roma del giornalista e scrittore cattolico Paolo Giuntella
  • 24 Ore nel Mondo

  • L'arcivescovo di Johannesburg: la violenza xenofoba, nuovo apartheid
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nell'Eucaristia la più grande rivoluzione della storia: tutti diventiamo uno in Cristo. Così il Papa al Corpus Domini

    ◊   Nell’Eucaristia c'è "la forza della rivoluzione cristiana" che dona la vera libertà all'uomo contro le idolatrie di tutti i tempi: così il Papa ieri pomeriggio, durante la Messa per la Solennità del Corpus Domini. La celebrazione si è svolta sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, illuminata da un tiepido sole, dopo giorni di pioggia battente. Al termine del rito, Benedetto XVI ha guidato la processione verso Santa Maria Maggiore. Il servizio di Isabella Piro.
     
    (canto: Pane di vita nuova)

     
    Radunarsi intorno al Signore, camminare con Lui, adorarLo, ovvero la Santa Messa, la Processione, l’adorazione Eucaristica: sono questi i tre momenti del rito della Solennità del Corpus Domini, sottolineati da Benedetto XVI. Intorno all’Eucaristia, ha detto il Papa, si sperimenta “la rivoluzione più profonda della storia umana”: il radunarsi di persone diverse, accomunate dalla fede in Cristo:

     
    "L’Eucaristia non può mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinità o amicizia. L’Eucaristia è un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo. Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l’unico Pane che è Cristo. Siamo uniti al di là delle nostre differenze di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui".

     
    Di qui, il richiamo del Papa a vigilare perché “le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano in senso opposto” e poi l’invito a camminare con il Signore, che “ci libera dalle nostre paralisi, ci fa rialzare” e ci fa procedere nel modo giusto:

     
    "L’Eucaristia è il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione. In effetti, non basta andare avanti, bisogna vedere verso dove si va! Non basta il 'progresso', se non ci sono dei criteri di riferimento. Anzi, se si corre fuori strada, si rischia di finire in un precipizio, o comunque di allontanarsi più rapidamente dalla meta. Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli: si è fatto Lui stesso 'via' ed è venuto a camminare insieme con noi, perché la nostra libertà abbia anche il criterio per discernere la strada giusta e percorrerla".

     
    Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza dell’adorazione Eucaristica:

     
    "Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito".

     
    “Ci prostriamo davanti a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli la vita” ha continuato il Papa, che poi ha aggiunto:

     
    “Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma”.

     
    (canto: Pange, lingua)

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    Benedetto XVI ai vescovi albanesi: intesa "cordiale e fraterna" per rafforzare la Chiesa e contribuire al rilancio sociale del Paese

    ◊   I vescovi dell’Albania siano concordi sul piano spirituale e pastorale per contribuire alla ricostruzione della Chiesa e del tessuto sociale di un Paese sul quale ancora grava, a vari livelli, la pesante esperienza della dittatura comunista. E’ la consegna lasciata da Benedetto XVI ai presuli albanesi, impegnati da circa una settimana a Roma nella visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    I cattolici in Albania sono mezzo milione su 3 milioni e 200 mila residenti per oltre metà musulmani e che la Chiesa debba far fronte a “problemi” e “difficoltà” di vario tipo non è questione che sfugga al Papa. Per questo motivo, Benedetto XVI punta su una Chiesa concorde nello spirito e nelle intenzioni per far sì che il “Paese delle aquile” lasci definitivamente dietro le spalle un lungo passato di annichilimento sociale, oltre che ecclesiale. “A tutti è nota - ha affermato all’inizio il Pontefice - la triste eredità lasciata in Albania da un passato regime dittatoriale, che aveva proclamato l’ateismo quale ideologia di Stato”. Ed è anche evidente, ha osservato, che tale “impostazione antidemocratica dei rapporti fra i cittadini” vi abbia lasciato “un compito non facile già sul piano umano: quello di riscoprire una comune grammatica che possa nuovamente sostenere l’edificio sociale”. Ma voi, successori degli Apostoli, ha affermato:

     
    “Siete soprattutto chiamati ad essere testimoni di un’altra eredità, particolarmente benefica e costruttiva: quella del messaggio di salvezza portato da Cristo nel mondo. In tal senso, dopo la notte oscura della dittatura comunista, incapace di comprendere il popolo albanese nelle sue ataviche tradizioni, la Chiesa provvidenzialmente ha potuto rinascere, grazie anche alla forza apostolica del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che vi fece visita nel 1993, ricostituendo in modo stabile la Gerarchia cattolica, per il bene dei credenti e a vantaggio del Popolo albanese”.

     
    Dunque, ha ribadito Benedetto XVI, la Chiesa albanese del 21.mo secolo ha bisogno di una forte concordia al suo interno. A voi vescovi, ha chiarito il Papa, spetta “il compito di promuovere nei vostri atti e nelle vostre iniziative quell’unità che deve manifestare il mistero basilare e vivificante dell’unico Corpo di Cristo, in comunione col ministero del Successore di Pietro”. Ai problemi concreti, ha proseguito, si fa fronte in “modo efficace” proprio grazie al “comune sentire” e alla “condivisa corresponsabilità dei vescovi”:

     
    “L’intesa cordiale e fraterna fra Pastori non può che portare grandi benefici all’amato popolo albanese, sia sul piano sociale che su quello ecumenico e inter-religioso. Siate pertanto, venerati Confratelli, una cosa sola in Cristo nell’annunciare il Vangelo e nel celebrare i divini Misteri; manifestate la comunione con la Chiesa universale, nella più ampia e genuina fraternità episcopale”.

     
    Una Chiesa unita e incisiva sul piano pastorale, ha proseguito il Papa, lo sarà anche in quegli ambiti sociali - dalla scuola alla sanità - dove l’Albania ha necessità di progresso. E riflettendo sulla forte emigrazione che da tutto il Paese si dirige verso il resto d’Europa e del mondo, Benedetto XVI ha speso parole di gratitudine per ciò che i sacerdoti albanesi fanno per i loro connazionali fuoriusciti:

     
    “Conosco la difficoltà della mancanza di clero. So anche della generosità di non pochi vostri sacerdoti, che agiscono in situazioni precarie, impegnati a rendere il dovuto servizio ministeriale ai fedeli cattolici di origine albanese in terra straniera. Ciò fa onore a voi, cari Confratelli, che vi mostrate solleciti, secondo il cuore di Cristo, delle condizioni spirituali della vostra gente anche fuori dei confini della Patria. E questo fa onore anche ai sacerdoti che generosamente condividono le vostre ansie pastorali”.

     
    Il Papa ha terminato sollecitando i vescovi alla cura dei sacerdoti e delle vocazioni e felicitandosi per i recenti accordi stipulati con le autorità dell’Albania: “Confido - ha concluso - che tali provvedimenti possano giovare alla ricostruzione spirituale del Paese, dato il ruolo positivo che la Chiesa svolge nella società”.

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    Promuovere la verità nell'informazione rispettando la dignità della persona: l'invito del Papa agli operatori della comunicazione

    ◊   E' necessario "promuovere la verità nell'informazione" rispettando sempre "la dignità della persona": è quanto ha detto stamani il Papa ai partecipanti al Congresso internazionale delle Facoltà di Comunicazione nelle Università cattoliche, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e iniziato ieri a Roma presso la Pontificia Università Urbaniana. Il servizio di Fausta Speranza:

     Per una buona comunicazione, un metodo improntato ad “un certo scetticismo può essere utile, in particolare per questioni che attengono al pubblico interesse” - afferma il Papa - ma tutto ciò non deve diventare “cinismo relativistico”:

    “I encourage you, as educators, to nourish and reward that passion for truth ….”

     Così il Papa incoraggia insegnanti ed educatori a nutrire la passione per la verità che – dice - “è sempre forte nei giovani”. Va detto che il Pontefice alterna le lingue in cui si esprime avendo di fronte persone di diverse nazionalità e trattando di diverse forme di comunicazione.

      
    “II est important que cette formation ne soit jamais envisagée comme…”

     E di comunicazione il Papa in francese dice che non è solo “un semplice esercizio tecnico” e non risponde solo al “desiderio di dare informazioni”. Piuttosto, deve essere innanzitutto “un invito a promuovere la verità nell’informazione e a far riflettere i contemporanei sugli avvenimenti con l’obiettivo di essere educatori degli uomini di oggi e di edificare un mondo migliore”. E il Papa chiede anche di “promuovere giustizia e solidarietà e di rispettare in tutte le circostanze il valore e la dignità di ogni persona”, aggiungendo che ogni persona “ha diritto a non essere ferita in ciò che concerne la sua vita privata”. Il pensiero del Papa va dunque a quanti sono emarginati economicamente e socialmente e chiede per tutti l’accesso all’apprendimento, alla conoscenza e alla informazione. Con un auspicio:
     
    “La tendencia globalizante en el mundo de las comunicaciones…”

     La tendenza globalizzante nel mondo della comunicazione non indebolisca o faccia sparire i costumi culturali locali - dice il Papa - in particolare quelli che sono in grado di rafforzare i valori familiari e sociali, l’amore, la solidarietà e il rispetto della vita. C’è poi un apprezzamento per le comunità religiose che riescono, nonostante gli alti costi finanziari e le difficoltà di risorse umane, ad aprire Università cattoliche in Paesi in via di sviluppo. Ricordando che si vuole riflettere sulla questione dell’identità di un’università o di una scuola cattolica, il Papa sottolinea che “tale identità non è semplicemente una questione di numero di studenti cattolici; è soprattutto una questione di convinzione”:

    “Si tratta di credere veramente che solo nel mistero del Verbo fatto carne diventa chiaro il mistero dell’uomo.”

     “La conseguenza – aggiunge - è che l’identità cattolica sta in primo luogo nella decisione di affidare se stessi - intelletto e volontà, mente e cuore - a Dio.” “Le diverse forme di comunicazione - dialogo, preghiera, insegnamento, testimonianza, proclamazione - ed i loro diversi strumenti - stampa, elettronica, arti visive, musica, voce, gestualità e contatto - sono – afferma il Papa - tutte manifestazioni della fondamentale natura della persona umana”. La comunicazione – aggiunge - rivela la persona e permette agli esseri umani di maturare in conoscenza, saggezza e amore. Non è il prodotto del caso o delle nostre umane capacità ma è un dono di Dio che vuole che noi otteniamo l’unione con lui “non da soli, ma attraverso la nostra conoscenza, il nostro amore ed il nostro servizio a Lui e ai nostri fratelli e sorelle in un rapporto comunicativo e amorevole”.

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    Il Papa ricorda il cardinale Gantin: ha servito con amore e umiltà la Chiesa, lontano da umane ambizioni

    ◊   Stamani il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, ha presieduto nella Basilica Vaticana la Messa di suffragio per il cardinale beninese Bernardin Gantin, spentosi a Parigi il 13 maggio scorso all’età di 86 anni, e di cui ieri sono stati celebrati i funerali solenni in Benin. Al termine del rito Benedetto XVI ha pronunciato l’omelia. Ce ne parla Sergio Centofanti:


    Il Papa ricorda con commozione il cardinale Gantin: lo ricorda in una “prospettiva di fede e di speranza nella risurrezione” partendo dalla Lettura del Profeta Ezechiele e dalla sua apocalittica visione di una pianura piena di ossa inaridite. Al popolo esiliato e che ha ormai perso la fiducia, Dio promette una nuova e umanamente impossibile speranza: “Ecco io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe”:

     
    “Quando ci si sente stanchi, impotenti e sfiduciati dinanzi alla realtà incombente, quando si è tentati di cedere alla delusione e persino alla disperazione, quando l’uomo è ridotto ad un cumulo di ‘ossa inaridite’, è allora il momento della speranza ‘contro ogni speranza’ (cfr Rm 4,18). La verità che la Parola di Dio ricorda con potenza è che nulla e nessuno, nemmeno la morte, può resistere all’onnipotenza del suo amore fedele e misericordioso. Questa è la nostra fede, fondata sulla risurrezione di Cristo”.

     
    In questa luce il Papa fa memoria del cardinale Gantin, con cui ha condiviso tanti momenti a partire da quando 31 anni fa Paolo VI impose ad entrambi la berretta cardinalizia. Ricorda la sua amabilità, la sua disponibilità all’ascolto e al dialogo con tutti, permeato dall’amore di Cristo: “amore che lo spingeva a guardare sempre, come era solito ripetere, all’essenziale della vita che dura, senza perdersi nel contingente che invece passa rapidamente”. Amore che gli ha fatto vivere, con semplicità tutta africana, il suo ruolo in Curia “come un servizio scevro di umane ambizioni” pur essendo stato alla guida della Congregazione per i Vescovi, del Pontificio Consiglio Cor Unum, della Pontificia Commissione per l’America Latina e decano del Collegio cardinalizio:

     
    “E’ stato il primo ecclesiastico africano ad aver ricoperto ruoli di altissima responsabilità nella Curia Romana, e li ha svolti sempre con quel suo tipico stile umile e semplice, il cui segreto va ricercato probabilmente nelle sagge parole che la mamma gli volle ripetere quando divenne Cardinale, il 27 giugno del 1977: ‘Non dimenticarti mai del lontano e piccolo villaggio dal quale proveniamo’”.

     
    “Teneramente devoto” della Vergine Maria, Regina dell’Africa, il Papa ricorda che la morte del cardinale Gantin “è avvenuta in una significativa ricorrenza mariana, il 13 maggio, memoria di Nostra Signora di Fatima. Sia la Madonna – ha aggiunto – a introdurlo con gioia nella Casa del Signore”:

     
    “Nell’incontro con Cristo questo nostro Fratello implori per noi, e specialmente per l’amata sua Africa, il dono della pace”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre riceve questo pomeriggio il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Il Santo Padre ha creato la nuova provincia ecclesiastica di Kota Kinabalu (Malaysia), dividendola dalla provincia ecclesiastica di Kuching. La nuova provincia ecclesiastica comprenderà le diocesi suffraganee di Keningau e Sandakan. Il Papa ha nominato primo arcivescovo metropolita di Kota Kinabalu mons. John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, finora vescovo della medesima diocesi. La nuova provincia ecclesiastica di Kota Kinabalu, si trova nello Stato di Sabah, dove si nota la più rapida crescita numerica dei fedeli cattolici, pari a circa 310.000 unità su una popolazione di circa 3,5 milioni di abitanti (8,8%). Vi è anche un buon numero di cristiani appartenenti a varie denominazioni e proprio a causa di questa presenza, lo Stato viene comunemente chiamato "Christian Sabah". La divisione si configurerà come segue: a) L’arcidiocesi di Kuching, che abbraccia lo Stato di Sarawak, avrà Sibu e Miri come diocesi suffraganee. b) L’arcidiocesi di Kota Kinabalu, avrà Keningau e Sandakan come diocesi suffraganee.


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    Il cardinale Bertone in Ucraina: domani presiederà il rito di beatificazione di suor Marta Wiecka

    ◊   Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone inizia oggi una visita in Ucraina in occasione della beatificazione di suor Marta Maria Wiecka: si tratta di una religiosa vincenziana nata in terra polacca nel 1874 e morta a soli 30 anni dopo aver dedicato tutta la sua vita ai malati. Domani alle 11.00 il porporato presiederà il rito di beatificazione, in rappresentanza del Papa, nella Cattedrale di Leopoli. Domenica 25 maggio, si recherà a Kiev dove presiederà in mattinata la Messa e la processione del Corpus Domini. Nel pomeriggio incontrerà il metropolita ortodosso di Kyiv e di tutta l'Ucraina, Volodymyr, nell'antico e suggestivo monastero di Lavra, conosciuto come "monastero delle grotte", fondato nel 1051 dai monaci Antonio e Teodosio. Subito dopo incontrerà il presidente ucraino Viktor Yushchenko. Il 26 maggio, ultimo giorno del suo viaggio, il cardinale Bertone avrà un colloquio col premier ucraino, la signora Yulia V. Timoshenko.

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    Mons. Tomasi: la crisi alimentare mondiale minaccia la pace

    ◊   “Il diritto al cibo riguarda il futuro della famiglia umana e la pace della comunità globale”: è il punto saliente del discorso dell’arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU di Ginevra. Il presule è intervenuto ieri al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nel corso della Sessione speciale dedicata all'attuale crisi alimentare. Il servizio di Isabella Piro:


    Inquadrare la crisi alimentare mondiale nel contesto dei diritti umani: questo il primo passo che la comunità internazionale deve compiere, ha sottolineato mons. Tomasi. “Siamo di fronte a sfide travolgenti per nutrire adeguatamente la popolazione mondiale – ha detto - nel momento in cui l’aumento dei prezzi del cibo, in tutto il mondo, minaccia la stabilità di molti Paesi in via di sviluppo”. Per questo, ha ribadito il presule, è necessario “un’azione internazionale combinata”, che faccia attenzione “alle disfunzioni del sistema commerciale mondiale, dal momento che ogni anno 4 milioni di persone vanno ad ingrossare le fila degli 854 milioni di coloro che soffrono di fame cronica”. Una fame che, ha continuato mons. Tomasi, spesso produce carenze educative e sanitarie, conflitti, migrazioni incontrollate, degrado ambientale ed anche fenomeni terroristici. Ma alla base della crisi alimentare, ha aggiunto il presule, non c’è solo la mancanza di cibo, quanto piuttosto l’impossibilità “di accedere, sia fisicamente che finanziariamente, alle risorse agricole”.

     
    Certo, ha detto mons. Tomasi, il primo obiettivo per lo Sviluppo del Millennio è quello di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che vivono in estrema povertà, ma spesso “gli obiettivi dichiarati non sono accompagnati da politiche concrete”. Il risultato è che, a causa del rincaro dei prezzi del cibo, un miliardo di persone dei Paesi poveri è costretto a spendere ogni giorno il proprio reddito quotidiano di un dollaro per nutrirsi. Di qui, l’appello dell’osservatore permanente della Santa Sede a guardare al problema della malnutrizione non solo come “ad un’emergenza temporanea”, ma “nel contesto di una crescita economica giusta e sostenibile”, puntando quindi a misure riguardanti “non solo lo sviluppo agricolo e rurale, ma anche la salute, l’educazione, il ruolo delle leggi ed il rispetto dei diritti umani”.

     
    Poi, il richiamo ad “un rinnovato impegno” soprattutto in Africa; l’appello affinché “il dovere alla solidarietà verso i membri più vulnerabili della società sia riconosciuto” e l’esortazione a guardare la crisi alimentare “in una prospettiva etica”, così che “l’accaparramento e le speculazioni siano inaccettabili ed il diritto del singolo individuo alla proprietà, incluso quello delle donne, sia riconosciuto”. Mons. Tomasi ha poi suggerito l’organizzazione di cooperative per ovviare ai limiti delle piccole aziende agricole, danneggiate dalle imprese multinazionali: “Lo sfruttamento della terra per la produzione di cibo e di altre risorse – ha detto – deve essere bilanciato non dal mercato, ma da meccanismi che rispondano al bene comune”. Infine, il presule ha ribadito la necessità di “una nuova mentalità” che ponga “l’uomo al centro e non si focalizzi semplicemente sul profitto economico”: “Troppe persone muoiono ogni giorno di fame – ha concluso mons. Tomasi – mentre risorse immense vengono stanziate per le armi”. Una situazione insostenibile, poiché “il diritto al cibo riguarda il futuro della famiglia umana e la pace globale.

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    Comunicato della Sala Stampa vaticana sulle indagini relative al prof. Profiti, presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù

    ◊   “Manifestando la totale fiducia e collaborazione verso le autorità inquirenti italiane, la Proprietà dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù esprime piena solidarietà al proprio presidente in carica, professor Giuseppe Profiti, oggetto in queste ore di una indagine relativa al territorio ligure e ai suoi precedenti incarichi pubblici”. E’ quanto afferma oggi un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede.

    “Il professor Giuseppe Profiti, che ha assunto lo scorso gennaio la responsabilità di guidare il Bambino Gesù, punto di riferimento di livello internazionale sul fronte della ricerca e della cura in campo pediatrico – prosegue la nota - ha avuto modo di manifestare quotidianamente la propria dedizione e grande professionalità, raccogliendo sul campo il consenso anche da parte del personale, impegnato nello sforzo congiunto di offrire risposte di eccellenza alla domanda di salute da parte di piccoli pazienti provenienti dall'Italia e dall'estero che si rivolgono ogni giorno con fiducia all'ospedale pediatrico di proprietà della Santa Sede. Una solidarietà dei singoli e istituzionale – conclude il comunicato - che nei fatti si traduce nel proseguire in ospedale il lavoro quotidiano a favore di chi soffre, seguendo le indicazioni organizzative e metodologiche dettate dal presidente Profiti, nella speranza che l'azione della magistratura saprà in tempi brevi chiarire la posizione del professore e restituirlo così al proprio lavoro”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo del direttore della Caritas italiana, Vittorio Nozza, sul fenomeno migratorio e l'Europa.

    Programmi agricoli sostenibili per favorire lo sviluppo: nell'informazione internazionale, un intervento della Santa Sede al Consiglio economico e sociale dell'ONU.

    In cultura, gli interventi del cardinale Camillo Ruini e di Antonio Paolucci alla presentazione - a Caltanissetta - del volume "Il Duomo di Monreale", pubblicato in occasione del settantacinquesimo anno di attività della Tipografia Editrice Lussografica e dedicato alla memoria di monsignor Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale.

    Una lettura teologica della "Spe Salvi" di Jose Luis Plascencia Moncayo, dell'Università Pontificia Salesiana.

    L'umanesimo cristiano di un apologeta del nostro tempo: Pio Cerocchi ricorda Paolo Giuntella.

    L'uomo non è un dado: Giorgio Israel sulla pretesa di ridurre tutta la realtà a processi materiali.

    Marina Righetti illustra la mostra - da oggi al Vittoriano - sul tema "Abbazia di Fossanova. Ottocento anni tra storia e futuro".

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    Oggi in Primo Piano



    Myanmar: la Giunta apre a tutti gli aiuti internazionali

    ◊   Il capo della giunta militare del Myanmar ha dato ieri il suo assenso all'ingresso nel Paese di tutti i team di soccorritori per le popolazioni colpite dal ciclone Nargis, che ha provocato 134mila morti ed oltre 2 milioni e mezzo di senzatetto. Ad annunciarlo il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, dopo aver incontrato il generale Than Shwe, numero uno della giunta. Questa decisione può essere considerata una svolta nella gestione dei soccorsi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Gian Antioco Chiavari, cavaliere del Sovrano Ordine Militare di Malta:


    R. – Il generale Than Shwe aveva mantenuto finora isolato dal mondo esterno, e completamente, il Myanmar. La decisione, quindi, di acconsentire di far entrare tutti i soccorritori di qualsiasi Paese rappresenta una svolta molto, molto importante.

     
    D. – Il corpo di soccorso dell’Ordine di Malta lavora in Myanmar dal 2001. Qual è la situazione attualmente: avete notizie di questi ultimi giorni?

     
    R. – Finora abbiamo trattato i primi pazienti affetti dal colera, perchè purtroppo - e come immaginavamo - si è sviluppato: abbiamo tre cliniche mobili con 53 medici ed infermieri che riescono a coprire i luoghi più difficili da raggiungere. Fino ad ora siamo riusciti a soccorrere 50 mila persone. Teniamo conto che mezzo milione di persone sono state effettivamente raggiunte dai soccorsi, nonostante non ci fosse stata ancora questa autorizzazione ad entrare. ora dovrebbero cambiare molto le cose, anche se non bisogna dimenticare che sono due milioni e mezzo le persone colpite, di cui un milione e 400 mila quelle colpite molto pesantemente.

     
    D. – Quali sono le principali necessità della popolazione in questo momento? Di cosa hanno bisogno?

     
    R. – Dopo il soccorso medico, che è certamente il più urgente, in assoluto la cosa più importante è quella di rendere l’acqua potabile, perchè l’acqua che stanno bevendo ora, purtroppo, non lo è. Quindi fondamentali risultano essere i grandi serbatoi che stiamo costruendo, ed ora, con questa apertura, contiamo che sarà ancora più facile realizzarli anche da parte di altre organizzazioni. C’è anche da dire che piovendo molto spesso raccogliamo acqua ma abbiamo anche tante difficoltà perchè le strade con cui si raggiunge la zona del delta non sono ancora del tutto agibili. Inoltre, consideri che i bambini sotto i cinque anni sono mal nutriti per un terzo. Tuttavia, negli ultimi giorni moltissimi viveri hanno raggiunto i sopravvissuti ed ora stiamo facendo partire un aereo cargo – uno ne è già partito – con un kit per raggiungere 2.700 famiglie con vettovaglie, accessori igienici e soprattutto le pastiglie per purificare l’acqua. E’ molto importante sottolineare la straordinaria cooperazione e la collaborazione enorme che c’è tra le organizzazioni umanitarie. Le faccio un esempio: questo ultimo aereo è finanziato per noi dal ministero degli Esteri tedesco e sarà la Caritas ad aiutarci a distribuire in loco questi soccorsi.

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    Raid israeliano a Gaza: uccisi 5 palestinesi. Razzi su Sderot

    ◊   Nessun accenno ad uno stop nelle violenze che attraversano il Medio Oriente. Cinque palestinesi sono rimasti uccisi durante un'operazione dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo fonti dello Stato ebraico, le vittime erano militanti delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas. L’azione aerea è scattata in concomitanza con un’operazione di terra nei pressi del valico meridionale di Rafah, al confine con l'Egitto. Subito dopo i palestinesi hanno effettuato nuovi lanci di razzi sulla cittadina israeliana di Sderot. Proprio dal Cairo, intanto, sono arrivate notizie pessimistiche circa una tregua fra Hamas e Israele. La mediazione egiziana dei giorni scorsi non ha infatti portato ad alcun risultato, proprio quando le condizioni della popolazione civile di Gaza sono sempre più drammatiche per il taglio dei rifornimenti di carburante da parte di Israele, in rappresaglia ai continui lanci di razzi palestinesi sul territorio dello Stato ebraico. Sulla situazione nella Striscia, Giada Aquilino ha intervistato Luigi Geninazzi, inviato speciale del quotidiano Avvenire, appena rientrato da Gaza:


    R. – Purtroppo, ogni giorno è la stessa situazione. È sempre un po’ peggio. La gente spera in una tregua, ma sa che già troppe volte ci sono state delle mezze promesse. Poi, basta che uno dei militanti della Jihad spari un missile e Israele compia un raid, che la tregua finisce. Per il momento, non è neppure ancora iniziata.

     
    D. – In quali condizioni vive la popolazione civile?

     
    R. – Non si può parlare di crisi umanitaria, nel senso che Gaza non è il Darfur e la gente non muore di fame, perché di fatto l’Alto Commissariato per i profughi dell’ONU garantisce un minimo di alimentazione, di beni essenziali. Dobbiamo però ricordare che su un milione e mezzo – tanti sono gli abitanti di Gaza – un milione sopravvive grazie proprio agli aiuti dell’ONU, perché ogni attività produttiva è ferma ed è impedito ogni passaggio ai palestinesi, che vivono in una specie di prigione a cielo aperto. Nelle ultime settimane, poi, Israele ha tagliato anche le forniture di energia e ciò significa niente elettricità né benzina. La situazione è veramente grave negli ospedali, dove si va avanti con i generatori, e per la gente che addirittura usa l’olio da cucina al posto del gasolio per far funzionare le macchine, provocando un inquinamento terribile.

     
    D. – Il livello di scontro si è alzato all’interno delle fazioni palestinesi e tra gli estremisti e Israele...

     
    R. – Gaza è isolata dal mondo e lo è da quando un anno fa, a giugno 2007, Hamas ha preso il potere. E’ isolata anche dalla Cisgiordania, quindi dagli altri palestinesi. Non ci sono contatti con il resto del mondo. L’unica mediazione è quella egiziana e la gente soffre tale situazione. Allo stesso tempo è vittima – bisogna dire – di questo embargo durissimo di Israele, ma è anche complice, perché c’è chi sostiene psicologicamente l’attività dei molti gruppi estremisti che lanciano quasi ogni giorno razzi sulle vicine città israeliane. Per questo parlavo di un circolo vizioso, di una spirale da cui è difficile uscire. Bisognerebbe che qualcuno la smettesse, ma nessuna delle due parti è d’accordo su questo punto; chi soffre è la popolazione civile.

     
    D. – L’annuncio di negoziati tra Israele e Siria che ripercussioni può avere sul terreno?

     
    R. – C’è la sensazione di un doppio binario. Da un lato ci sono le belle parole sulla democrazia in Medio Oriente, le trattative con la Siria, la tregua con i palestinesi di Gaza, tramite la mediazione egiziana; dall’altro c’è la realtà di tutti i giorni, che è la miseria quotidiana, l’embargo per quelli che sono a Gaza, gli attentati terroristici, i raid aerei. In realtà, purtroppo, non cambia assolutamente nulla.

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    Concluso in Ungheria l'incontro dei vescovi europei di rito greco-cattolico

    ◊   Si è conclusa ieri a Mariapòcs, in Ungheria, una riunione di tre giorni dei vescovi europei di rito greco-cattolico, alla guida di diocesi in Bielorussia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia ed Ucraina. L’incontro è stato caratterizzato da tre celebrazioni solenni. Martedì presso il santuario mariano di Mariapòcs, è stata celebrata la liturgia in lingua ucraina con l’omelia del cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Kiev-Halic; mercoledì, nella chiesa di Nyìregyhàra, mons. Szilàrd Keresztes, vescovo emerito di Hajdùdorog, ha presieduto la Divina liturgia, con l’omelia del cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, primate d’Ungheria; mentre ieri pomeriggio, Divina liturgia nella cattedrale di Hajdùdorog, con omelia tenuta da mons. Virgil Bercea, vescovo greco-cattolico di Oradea Mare, in Romania. Marta Vertse, responsabile del Programma ungherese della nostra emittente, ha raggiunto telefonicamente a Mariapòcs il cardinale Péter Erdö, al quale ha chiesto quale è stata la tematica della riunione di quest’anno:


    R. – Si è parlato del Sacramento della riconciliazione, che costituisce un tema fondamentale del nostro lavoro pastorale qui in Europa. Bisogna ribadire però che questi incontri non costituiscono una forma istituzionale stabilita; si tratta piuttosto di colloqui fraterni, di amicizia, di comunione affettiva. Questa riunione dei vescovi orientali non fa parte, per il momento, di nessuna struttura continentale, però rappresenta veramente un affetto collegiale, una fraternità di questi vescovi, che sono molto spesso, soprattutto la generazione più anziana, testimoni di un’epoca dura e difficile, di persecuzioni che colpivano i cattolici in quella parte d’Europa, e specialmente i cattolici di rito orientale. La testimonianza dei martiri e dei confessori è tuttora una fonte di forza, e di energia spirituale per la Chiesa in questo nostro continente. Bisogna ribadire anche che questo incontro è stato anche un incontro solenne, perchè il vescovo Szilàrd Keresztes, ha rinunciato per motivi di età alla sua funzione, e la Santa Sede ha nominato già il successore. Quindi, la Messa è stata anche un ringraziamento per gli oltre due decenni di servizio di questo presule orientale, e anche una preghiera comune per i cattolici orientali e per l’unità dei cristiani in Europa.

     
    D. – Allora, i fedeli di rito greco-cattolico possono svolgere un ruolo di collegamento fra i due polmoni d’Europa?

     
    R. – Prima di tutto, tutte le Chiese cattoliche orientali sono cattoliche di pieno diritto, quindi la dignità dei diversi riti all’interno della Chiesa cattolica è uguale. Culturalmente parlando, è sicuro che i cattolici orientali costituiscono un ponte tra l’ortodossia e il mondo latino, ma non sono meno cattolici dei latini, quindi bisogna vedere che la nostra Chiesa cattolica è ricchissima di storia, di cultura, di spiritualità, di tradizione teologica e anche disciplinare. Quindi, queste Chiese contribuiscono anche alla migliore autoconoscenza di tutti i cattolici.

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    Chiesa e Società



    Il cardinale Zen: Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina all'insegna di Maria

    ◊   Il destino della Cina e della sua Chiesa è nelle mani della Madonna, “unica speranza per buttare giù i muri e toccare i cuori”. Così il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. La nostra – ha detto il cardinale – è “una rivoluzione spirituale” per il bene di tutti. E’ importante – aggiunge il porporato – che la leadership cinese capisca il nostro linguaggio: le nostre armi – osserva il vescovo di Hong Kong – sono “spirituali, piene di benevolenza e perdono”. Alla speranza in Maria e alla rivoluzione spirituale da condurre per il bene di tutti, il cardinale accosta anche concreti e incoraggianti segnali: in occasione del sisma che ha colpito la regione del Sichuan – sottolinea il porporato – la Cina “si è mostrata aperta, trasparente, aprendo a tutti le porte degli aiuti internazionali”. E in questo rinnovato clima di apertura si celebrerà domani la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Si pregherà anche per le vittime del sisma e per dimostrare l’unità dei cattolici cinesi con il Papa. L’iniziativa di dedicare alla preghiera per la Chiesa in Cina la giornata del 24 maggio, giorno in cui i fedeli cinesi festeggiano la memoria liturgica di Maria Aiuto dei cristiani, era stata auspicata dal Papa nella lettera ai cattolici cinesi, pubblicata nel giugno dello scorso anno. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Le Chiese dell’Asia inviano aiuti alle popolazioni sconvolte dal terremoto in Cina

    ◊   Le Chiese dell’Asia continuano ad inviare aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto in Cina. Fino ad ora, la diocesi cinese più generosa è quella di Guizhou. La diocesi, una delle più povere di tutta la Cina, si trova in una delle zone meno sviluppate del Paese. La zona – rende noto l’agenzia AsiaNews - è stata devastata dalle nevicate dello scorso inverno ed i suoi abitanti hanno perso case e posti di lavoro. Tuttavia, sono riusciti in brevissimo tempo a raccogliere circa 10 mila euro da donare ai terremotati. I volontari di Jinde Charities (ente caritativo cattolico cinese), soprattutto le religiose, continuano il loro lavoro di soccorso rendendo una testimonianza viva di fede. Mons. Li Lian Gui, Vescovo di Xian Xian e Vicepresidente di Jinde Charities - riferisce l'Agenzia Fides - da giorni si trova nelle zone terremotate insieme al signor Wolfgang Gerstner e alla signora Christina Grawe, della Caritas Tedesca. Hanno potuto coordinarsi con il Centro di Soccorso per far arrivare 4.050 tende, di cui i terremotati avevano urgente bisogno. La diocesi di Xing Tai ha potuto raccogliere oltre 40.000 euro oltre a celebrare la Messa in suffragio dele vittime e a pregare per i sopravvissuti. Le diocesi di Chong Qiong, Shang Hai, Tai Yuan, Ji Nan e Yan Zhou continuano a pregare per le vittime e per i soccorritori raccogliendo i fondi per i terremotati. In Asia la Chiesa coreana ha lanciato inoltre una raccolta fondi urgente per inviare nella regione del Sichuan. La Caritas coreana ha stanziato circa 27 mila euro da inviare come fondo d’emergenza e ha chiesto alle strutture Caritas di 15 diocesi, di raccogliere beni di prima necessità da inviare ai sopravvissuti. Nelle Filippine, poi, la Caritas di Manila ha raccolto circa 40 mila euro. L’arcivescovo della capitale, cardinale Gaudencio B. Rosales, ha anche chiesto a tutte le parrocchie di organizzare mercatini e raccolte fondi per il primo giugno. I proventi saranno inviati alle province più colpite dal sisma. In Cina, intanto, inizia a preoccupare la possibilità che si diffondano epidemie nelle migliaia di campi all’aperto che ospitano gli sfollati. Al momento, le squadre del ministero della Sanità stanno sterilizzando i campi che ospitano i rifugiati, ma la scarsità di acqua pulita rende difficile la copertura sanitaria. (A.L.)

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    Prosegue la visita del cardinale Kasper in Russia

    ◊   La volontà di “approfondire” la conoscenza dell’ortodossia” e la ripresa dei lavori della Commissione per il dialogo teologico, sono alcuni dei temi del viaggio del presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, cardinale Walter Kasper, nella Federazione Russa. Il cardinale ha già incontrato la comunità cattolica della capitale: ieri sera, accolto dall’arcivescovo dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi, il porporato ha partecipato alla Messa per il Corpus Domini nella cattedrale dell’Immacolata Concezione della capitale. all'omelia il porporato ha sottolineato che la divisione dei cristiani è “in contraddizione” con “la volontà di Cristo che, alla vigilia della sua morte, ha pregato affinché tutti siano una sola cosa”. L’Eucarestia – ha detto il cardinale – è “il sacramento dell'unità. Essa fa l'unità della Chiesa ed è segno dell'unità della Chiesa. Nella sua ultima enciclica, Papa Giovanni Paolo II ha ricordato questa antica tradizione dell'Oriente e dell'Occidente. Se si riflette su questa verità, ci si rende conto di quanto sia assurdo che i cristiani siano divisi nella celebrazione eucaristica e che non possano mangiare dello stesso pane e bere dello stesso calice”. “La divisione fra i cristiani e fra le Chiese – ha aggiunto il card. Kasper - è in contraddizione con il sacramento centrale e il mistero più alto della Chiesa”. Ricordando poi il testamento di Gesù, che “tutti siano una sola cosa”, il cardinale ha chiesto: “Abbiamo preso sul serio questo suo testamento? Forse non completamente. Pertanto c'è ragione di pregare ininterrottamente e, in ogni celebrazione eucaristica, preghiamo soprattutto per la pace e l'unità della Chiesa, ma non solo questo, dobbiamo essere attivi, fare del nostro meglio per preparare le vie per la ricomposizione dell'unità”. Ieri mattina - rende noto l’agenzia AsiaNews - il cardinale Kasper ha inaugurato inoltre una mostra di icone dipinte da una giovane iconografa, Irina Marcelo Curto. Sottolineando il suo desiderio di incontrare la cultura ortodossa, il cardinale Walter Kasper ha affermato che l’icona, patrimonio della Chiesa indivisa, assume crescente importanza anche in Occidente, grazie alla sua capacità di parlare al cuore dell’uomo e di farsi comprendere anche da molti che hanno apparentemente smarrito ogni legame con la Chiesa. Nel corso del viaggio in Russia, che si concluderà il prossimo 30 maggio, il presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani si recherà anche a Kazan, dove pregherà davanti all’icona della Vergine che Giovanni Paolo II aveva per anni tenuto nella propria cappella. (A.L.)

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    Giornalista ucciso in Congo: l’ONU critica processo e condanne a morte

    ◊   Dure critiche sono state espresse da alti esponenti dell’ONU in reazione per la condanna a morte di tre civili per l’omicidio del giornalista di Radio Okapi Serge Maheshe, ucciso a Bukavu il 13 giugno 2007, a conclusione di un processo in appello segnato secondo le Nazioni Unite da “gravi irregolarità”. “Condanno - ha detto Louise Arbour, Alto commissario ONU per i diritti umani - la pratica di giurisdizioni militari che continuano a perseguire e giudicare civili in violazione delle norme internazionali in materia e della Costituzione congolese”. Louise Arbour – riferisce l’agenzia Misna – ritiene anche “deplorevole l’evidente mancanza di volontà, da parte delle autorità giudiziarie militari, di stabilire la verità su questo omicidio”. A nome della Missione ONU nel Paese (Monuc) anche Alan Doss, rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU, ha espresso forti dubbi sull’esito del processo: “La Monuc – ha detto - constata che ci sono tuttora molte questioni in sospeso sull’assassinio di Maheshe e chiede alla giustizia congolese di fare luce su questo crimine”. Nell’agosto 2007 quattro civili furono già condannati in primo grado alla pena capitale da un tribunale militare di Bukavu, sulla base di confessioni dei presunti autori materiali che in seguito ritrattarono, accusando i magistrati di aver fatto pressione. Non è mai stata realizzata nessuna indagine indipendente. (A.L.)

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    Opera don Guanella: inaugurato in Ghana un ostello per ragazze disabili

    ◊   E’ stato inaugurato ieri ad Abor, in Ghana, l’ostello dell’Opera don Guanella per ragazze diversamente abili, una struttura in grado di accogliere stabilmente 30 giovani con handicap per amputazioni o malformazioni fisiche. Si tratta di ragazze già impegnate nello studio e nei corsi di formazione professionale promossi dall’Opera nel St. Theresa Centre. Alla cerimonia di inaugurazione – riferisce il Sir - erano presenti anche il vescovo di Keta Akatsi, mons. Anthony Kwami Adanuty, e il superiore della Provincia Sacro Cuore, don Remigio Oprandi. “L'idea - spiega padre Giancarlo Frigerio, direttore del centro - è nata per rispondere ad una esigenza di maggior attenzione educativa e professionale in una società in cui la donna, anche se fondamentale nell’ambito dell'economia familiare, viene considerata inferiore all’uomo”. “Alcune ragazze - prosegue padre Giancarlo - vivevano in piccoli tuguri senza luce ed acqua”; per questo il centro, già organizzato con laboratori e classi, è stato arricchito con un reparto di camere “per consentire loro di vivere in un ambiente sano, una delle prime forme di promozione della persona”. Il St. Theresa Centre, fondato nel 1989 da un sacerdote comboniano e diretto dal 1997 dai guanelliani, accoglie 120 studenti, tra i 15 e i 22 anni; 85 diversamente abili e 35 normodotati, giovani e ragazze povere della zona di Abor. (A.L.)

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    Sydney 2008: tra i testimonial della GMG anche una bambina disabile di 9 anni

    ◊   Si chiama Sophie Delezio, ha 9 anni, ed è stata scelta insieme con sportivi, artisti, cantanti e stilisti come ambasciatrice della prossima GMG che si terrà a Sydney dal 15 al 20 luglio prossimi. La storia di Sophie è purtroppo segnata da profondi e dolorosi drammi: nel 2003, all’età di quattro anni, ha perso le gambe, alcune dita e l’orecchio destro, riportando ustioni sull’85% del corpo. Nel 2006 è stata investita da una macchina mentre attraversava la strada con la sua sedia a rotelle. Sono seguiti mesi difficili con operazioni e cure mediche. La sua storia ha commosso tutto il Paese. Oggi la famiglia di Sophie è sicura che la guarigione della loro figlia sia dovuta alla fede e alla intercessione della beata Mary MacKillop. “E’ un piacere per noi – afferma il padre della bambina, che ha promosso una fondazione per la cura dei bambini ustionati – prendere parte alla GMG. E’ un modo per ringraziare Dio e la Chiesa”.”Nostra figlia – spiega il padre di Sophie - era nelle mani dei medici e noi non potevamo fare altro che pregare; sapevamo che c’erano milioni di persone in Australia che pregavano per Sophie e per altri bambini”. “La fede in Cristo e nella Chiesa – aggiunge - ci ha dato la forza per andare avanti e a Sophie la speranza nel futuro”. Tra gli altri ambasciatori della GMG – rende noto il Sir - ci sono il calciatore della nazionale australiana Mark Bresciano, la stilista Carla Zampatti e la cantante lirica Amelia Farrugia. (A.L.)

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    Ad una dottoressa irachena il “Premio donna cattolica” dell’anno

    ◊   Suha Rassam, medico iracheno, fondatrice della “charity” Icin, Iraqi Christians In Need (Cristiani iracheni che soffrono) e autrice del libro “Cristianesimo in Iraq”, è stata insignita del titolo di “Donna cattolica dell’anno”. Nativa di Mosul, nel nord dell’Iraq, Suha Rassam è diventata medico per poi assumere la docenza presso la facoltà di medicina dell’università di Baghdad. Nel 1990 si è trasferita a Londra dove ha lavorato in diversi ospedali fino a quando, nel 2005, è andata in pensione. Il riconoscimento “Donne cattoliche dell’anno” – ricorda il Sir - è stato istituito nel 1968 da una rete di organizzazioni cattoliche, tra cui l'Unione delle mamme cattoliche, la Lega delle donne cattoliche e l’Associazione nazionale delle famiglie cattoliche. “Il premio a Suha Rassam – si legge nella motivazione - vuole essere un riconoscimento a quelle donne che hanno dato un contributo eccezionale alla vita cattolica. Le vincitrici non riceveranno denaro ma solo ammirazione e sostegno da parte delle altre donne cattoliche”. La premiazione si svolgerà a Londra il prossimo 10 ottobre. (A.L.)

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    Nasce oggi UNASUR, nuovo organismo che riunisce 12 Paesi latinoamericani

    ◊   Verrà firmato oggi a Brasilia l’atto costitutivo dell’Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR), nuovo organismo istituzionale di concertazione e coordinamento regionale che riunirà 12 Paesi latinoamericani. Ideata al Vertice della Comunità sudamericana delle nazioni l’8 dicembre del 2004 a Cuzco, in Perù, l’UNASUR intende rafforzare l’integrazione sudamericana in campo sociale, economico, politico, energetico e culturale. Il nuovo organismo – riferisce la Misna - avrà una segreteria generale a Quito, in Ecuador, mentre è allo studio la possibilità di istituire un parlamento sudamericano con sede a Cochabamba, in Bolivia. Oltre alla firma dell’atto costitutivo, verrà esaminata oggi anche la proposta brasiliana per la creazione di un Consiglio sudamericano di Difesa, per coordinare i ministeri dei Paesi del blocco e definire politiche congiunte. Tra i nodi ancora da sciogliere, il principale riguarda la presidenza dell’UNASUR, proposta al presidente della Colombia Alvaro Uribe che l’ha però rifiutata “date le attuali difficoltà con i presidenti di Venezuela ed Ecuador”. Dell’UNASUR fanno parte Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela. (A.L.)

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    Aumentano i poveri in Argentina

    ◊   “La percezione in Argentina è che in questo momento la povertà stia aumentando”: è quanto sostiene il vescovo di San Isidro e presidente della Commissione per la pastorale sociale della Conferenza episcopale, mons. Alcides Jorge Pedro Casaretto, sottolineando che nelle mense della Caritas “arriva più gente rispetto al passato”. Secondo il presidente argentino, la signora Cristina Fernández kirchner, i poveri invece sono diluiti e l’occupazione continua a crescere. Il governo argentino – rende noto il quotidiano ‘Avvenire’ - fa riferimento agli ultimi dati dell’istituto nazionale di statistica. Ma secondo stime del rapporto dell’Osservatorio sociale dell’Università cattolica, i poveri sono aumentati dal 2006 al 2007 di almeno il 25%. Il problema principale per gli esperti resta l’inflazione. In Argentina sono inoltre migliaia le persone che usufruiscono di 4 mila mense e dei centri di assistenza della Caritas, dove lavorano più di 32 mila operatori volontari. (A.L.)

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    In Guatemala, un parco archeologico con 4 mila piramidi per rilanciare la cultura maya

    ◊   “Il lascito storico e misterioso del popolo Maya che riposa nel cuore della Mesoamerica potrà finalmente avere lo spazio che merita”: così la segreteria per le comunicazioni della presidenza del Guatemala ha presentato il progetto per la creazione di un ‘parco archeologico’ che unirà in un unico percorso culturale 4000 piramidi Maya nel dipartimento settentrionale di Petén, alla frontiera con Messico e Belize. Il parco – rende noto l’agenzia Misna - avrà un’estensione tra i 18.000 e i 22.000 chilometri quadrati. Verranno coinvolti cinque municipi del Petén che saranno incaricati anche di rafforzare le misure di protezione della biodiversità della regione, considerata il secondo ‘polmone verde’ dell’America Latina dopo l’Amazzonia brasiliana. In visita nel Petén, il presidente guatemalteco Alvaro Colom ha consegnato ufficialmente il progetto ai rappresentanti della ‘Mesa Interinstitucional’, organismo che si occupa della gestione delle riserve naturali del dipartimento. Grazie al parco, ha detto Colom, si prevede una crescita economica senza precedenti per la regione, tra le più povere del Paese e tra le più colpite dalla lunga guerra civile (1960-‘96). (A.L.)

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    Sulla crisi alimentare, sessione del Consiglio ONU per i diritti umani

    ◊   “Le cause e le attuali manifestazioni della crisi alimentare, tra cui i prezzi elevati e la carenza di cibo, mettono in pericolo il benessere e i diritti di innumerevoli persone”: lo ha detto ieri a Ginevra l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, durante una sessione speciale del Consiglio dei Diritti umani dedicata specificatamente alla crisi alimentare che da mesi sta causando crescenti preoccupazioni soprattutto nei Paesi del Sud del mondo. Secondo Louise Arbour, l’emergenza alimentare scaturisce dalla “perversa concordanza di una molteplicità di fattori”, tra cui distorsioni tra la domanda e l’offerta di cibo e pratiche commerciali ingiuste. Gli effetti centrali di questa crisi – ha spiegato l’Alto commissario per i diritti umani – comportano “una mancanza di accesso a un’alimentazione adeguata: questo accesso è tutelato dal diritto internazionale”. Louise Arbour ha prospettato inoltre la possibilità che a lungo termine si possa sviluppare un circolo vizioso di discriminazione e di fame: “L’emergenza attuale può anche rafforzare modelli di discriminazione e di esclusione che hanno impedito a lungo ai più vulnerabili di rivendicare il loro diritto di accesso al cibo”. La sessione speciale del Consiglio – rende noto l’agenzia Misna - era stata sollecitata esplicitamente dal relatore speciale dell’ONU sul diritto all’alimentazione Olivier de Schutter, che recentemente aveva chiesto la sospensione immediata degli investimenti e dei sussidi a favore della produzione di biocarburanti. (A.L.)

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    Al via a Firenze la 5.a edizione di Terra Futura. Presente anche la Caritas italiana

    ◊   Si apre oggi, a Firenze, la quinta edizione di Terra Futura, mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Caritas Italiana è uno dei partner dell’iniziativa, promossa e organizzata dalla fondazione culturale Responsabilità Etica onlus. Il tema portante di questa edizione, che si concluderà domenica prossima, è quello delle alleanze: “solo la collaborazione attiva delle varie componenti della società – si legge nel comunicato di Caritas italiana - può garantire un futuro equo e più sostenibile al nostro pianeta”. “In Italia e nel mondo – si sottolinea nel documento - governi, istituzioni locali, società civile e imprese sono chiamati a definire insieme politiche strategiche di breve e lungo termine per affrontare i problemi globali e raggiungere risultati significativi e duraturi”. Caritas italiana sarà presente a Terra Futura con uno stand e diverse iniziative sulla tutela dei diritti dei “dimenticati”, sulle alleanze per le future generazioni tramite il volontariato in Italia e all’estero, sul rispetto dell’ambiente e la sostenibilità. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.caritasitaliana.it (A.L.)

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    Raccolti oltre 123 mila euro con il Campo Lavoro missionario della diocesi di Rimini

    ◊   È stata “un’edizione da record”, quella targata 2008, per il Campo lavoro missionario, promosso lo scorso mese di aprile, dalla diocesi di Rimini. Lo rende noto con un comunicato ripreso dal Sir, l’organizzazione, che sottolinea come sia “il miglior risultato raggiunto nei 28 anni di vita” del Campo. Il bilancio del Campo, svoltosi a Rimini, Riccione, Bellaria, “fa registrare l’utile record di 123.620 euro: un dato che supera del 50% quello dello scorso anno e darà la possibilità di aumentare i contributi e di finanziare nuovi progetti umanitari di missionari che operano nel Terzo mondo”. Tra i progetti destinatari degli aiuti ci sono: la missione di padre Gianni Gattei in Papua Nuova Guinea per l’acquisto di serbatoi di raccolta dell’acqua piovana che serviranno 6 villaggi; la missione delle suore di Sant’Onofrio ad Apucarana in Brasile per la costruzione di una casa di accoglienza per ragazzine incinte; la missione di don Giovanni Vaccarini a Berat in Albania a sostegno della popolazione locale; l’Associazione Papa Giovanni XXIII per l’acquisto di un pulmino per la casa famiglia di João Pessoa in Brasile. Contributi sono previsti anche per altre missioni in India, Bangladesh e Brasile. Il Campo Lavoro è una grandissima esperienza che coinvolge tutta la diocesi di Rimini e non solo, il cui motto è “Cambiare noi per cambiare il mondo”! E’ un’iniziativa che si svolge solitamente nell’arco di 2 giorni da più di 25 anni. Ogni anno tutti i ricavi vengono destinati a missionari della diocesi riminese che operano in Paesi poveri. (A.L.)

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    Il cardinale Tettamanzi incontra a Milano 10 mila animatori degli oratori estivi

    ◊   Sono più di mille gli oratori della diocesi di Milano che da lunedì 9 giugno apriranno i cancelli per le attività estive, cui parteciperanno oltre 400.000 ragazzi. Ad animare le loro giornate, ci saranno 30.000 volontari, la maggior parte adolescenti. L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, incontrerà molti di loro questa sera in piazza Duomo a Milano per consegnargli un ideale “mandato” educativo. Prima dell’incontro – spiega il Sir - i giovani visiteranno gli stand allestiti in diversi punti del centro città, partecipando a laboratori di canto, ballo, gioco, artigianato. Per gli oratori estivi 2008, la diocesi ha scelto il titolo “Passinpiazza”: “È un invito – spiega don Massimiliano Sabbadini, direttore della Fondazione Oratori Milanesi – a non aver paura di abitare con coerenza i diversi ambiti della vita quotidiana, ma a farsi animatori di un messaggio che contribuisce a costruire la civiltà dell’amore”. (A.L.)

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    Convegno dei Focolari per approfondire il dialogo fra psicologia e spiritualità di comunione

    ◊   Può l’individuo di oggi realizzare se stesso senza l’altro, senza la comunità? La relazione di comunione può rappresentare per la psicologia contemporanea un “nuovo” paradigma relazionale? Attorno a queste domande ruota il convegno promosso da ‘Psicologia e Comunione’ del Movimento dei Focolari, che si concluderà domani a Castelgandolfo. L’incontro, incentrato sul tema “La realizzazione dell'individuo nella post-modernità. Il senso di sé e l'incontro con l'altro” è rivolto a psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e studiosi delle discipline psicologiche. Il convegno si pone come spazio di riflessione e di dialogo sulle prospettive che possono emergere in psicologia da questo nuovo paradigma. Il programma prevede quattro sessioni di lavoro: la questione dell'autorealizzazione nella psicologia contemporanea; il senso di sé e l'incontro con l'altro; l'individuo e la sua storia, le sue relazioni, il suo corpo e la comunità; realizzare se stessi nella post-modernità. In conclusione una tavola rotonda con prospettive interdisciplinari. ‘Psicologia e Comunione’ nasce come un percorso di riflessione e ricerca in seguito ai riconoscimenti conferiti a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari scomparsa recentemente, da varie Università nel mondo, a partire dalla metà degli anni '90. Da allora si è andata delineando con sempre maggior evidenza la portata che è contenuta nella spiritualità dell’unità. Per dettagli sul programma: www.psy-com.org (A.L.)

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    Lettera delle Chiese marchigiane sul prossimo Congresso eucaristico nazionale

    ◊   “La Conferenza Episcopale Italiana ha scelto Ancona come luogo delle celebrazioni del XXV Congresso Eucaristico Nazionale dal 4 al 11 settembre del 2011”. Inizia così la lettera che domenica prossima, 25 maggio, festa del Corpus Domini, verrà distribuita e letta in tutte le chiese delle Marche. “Come Chiesa di Cristo – si legge nel documento ripreso dal Sir - daremo voce alla domanda di salvezza presente negli uomini del nostro tempo e li inviteremo a porsi in ascolto di Lui, Parola di vita eterna”. “In questa domanda e in questa risposta – si sottolinea nella lettera - è racchiusa la professione di fede della Chiesa dinanzi alla rivelazione del dono per eccellenza che Gesù lascia ai suoi per sempre: il dono dell’Eucaristia!”. Nella missiva, di cui sono state stampate 400 mila copie, le chiese marchigiane definiscono l’importante appuntamento ecclesiale un’occasione per “manifestare pubblicamente questa adesione di fede al Suo Signore, per attingere dal Mistero Eucaristico nuova luce e nuova energia, per realizzare così con sapienza e amore la sua missione in mezzo agli uomini e alle donne del nostro tempo, in ascolto delle domande di bene, di giustizia e di pace che emergono nella società e nella cultura contemporanea”. (A.L.)

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    Diocesi di Altamura: indetto il primo sinodo pastorale

    ◊   “Rilanciare la missione, rinvigorire la gioia dell'annuncio, uscire dal chiuso delle nostre strutture per spingerci al largo di ogni angolo del territorio”. Sono questi i frutti che la diocesi di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti si attende dal Sinodo pastorale, indetto ieri sera dal vescovo Mario Paciello durante la celebrazione diocesana del Corpus Domini. Per questo “nuovo cammino della diocesi” – sottolinea il Sir- il Papa ha concesso l’indulgenza plenaria fino al 30 maggio. È il primo Sinodo che la Chiesa pugliese celebra dopo l’unificazione – avvenuta nel 1986 – della diocesi di Gravina e delle Prelature di Altamura e di Acquaviva delle Fonti. Il Sinodo, che ha come tema “Cristo via, verità e vita”, sarà suddiviso in tre tappe e si concluderà nel 2011 con la celebrazione del Congresso eucaristico diocesano. Si tratta, ha spiegato mons. Paciello, di un “grande evento di grazia” in cui “siamo invitati” a “scrollarci di dosso la stanchezza, la fede di facciata, il grigiore dell’esperienza cristiana e di impegnarci nella ricerca di nuove forme di annuncio, che siano all’altezza dei tempi e dei linguaggi attuali”. Il Sinodo, ha aggiunto, “è unità, è camminare insieme: questo è compito e impegno di tutti”. (A.L.)

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    Convegno a Firenze su La Pira, don Milani e padre Balducci

    ◊   La “multiforme presenza e azione dei cattolici nella storia dell’Italia repubblicana” è il punto di partenza del convegno intitolato “La Pira, don Milani, padre Balducci; il laboratorio Firenze, nelle scelte pubbliche dei cattolici dal fascismo a fine Novecento” che si svolge fino a domani nel capoluogo toscano. “La struttura del convegno-studio - sottolineano gli organizzatori, la Fondazione Magna Carta e il Circolo dei liberi - si presenta come un’occasione di riflessione lontana dalla polemica come dalla celebrazione politico-religiosa. Essa vuole coinvolgere più voci anche fortemente contrastanti e cerca di recuperare, per di più, accanto alla riflessione meditata, la vivacità del ricordo, anche critico, di quanti sono stati protagonisti di una multiforme stagione la cui importanza trascende l’ambito della storia della città e talora anche quello italiano”. (A.L.)

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    Domani la presentazione del portale della diocesi di Napoli, completamente rinnovato

    ◊   Una rete telematica per un dialogo in tempo reale tra le parrocchie, la gente, l’arcivescovo, i vescovi ausiliari, i vicari episcopali e gli Uffici di Curia. È la nuova versione del portale della diocesi di Napoli www.chiesadinapoli.it che sarà presentata domani nel salone delle Conferenze del Palazzo arcivescovile. Si tratta di uno strumento di comunicazione che ha l’obiettivo di mantenere permanentemente attivo un rapporto di apertura al territorio, voluto dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. Grazie alla completa informatizzazione degli uffici della curia, il portale permette il collegamento immediato di questi con le parrocchie e delle parrocchie stesse tra loro. Il portale inoltre comprende blog, podcast, video gallery, web tv e radio web, rubriche settoriali e un video- notiziario. L’iniziativa è stata realizzata d’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana. Quello realizzato dalla diocesi della città campana sarà un progetto-pilota che verrà consigliato e proposto ad altre diocesi italiane. Alla presentazione interverranno tra gli altri anche il cardinale Crescenzio Sepe e il direttore nazionale dell’Ufficio comunicazioni sociali, don Domenico Pompili. (A.L.)

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    Al Festival di Cannes, pellicole su Che Guevara e Giulio Andreotti

    ◊   La vita come spettacolo, nelle sue icone storiche e politiche, nei conflitti spirituali, nei tormenti della creazione artistica, domina la scena del Festival di Cannes, non solo nei suoi aspetti esteriori e di costume, così come si possono vedere nelle strade che circondano il palazzo del cinema, ma anche sullo schermo. A due giorni dalla cerimonia di premiazione alcuni film ne fanno l’oggetto della loro rappresentazione, lasciandoci perplessi e commossi. Se rientrano nel novero delle pellicole interessanti, ma troppo cerebrali sul piano della messa in scena, l’argentino 'La mujer sin cabeza' di Lucretia Martel, storia ossessiva di una donna che crede di aver inavvertitamente ucciso qualcuno, il francese 'La frontière de l’aube' di Philippe Garrel, eterna storia di un uomo alle prese con amori sbagliati e impulsi autodistruttivi e l’americano 'Synedoche, New York' di Charlie Kaufman, labirintica incursione nei meccanismi della rappresentazione teatrale, sicuramente faranno parlare di se 'Che' di Steven Soderbergh e 'Il divo' di Paolo Sorrentino. La pellicola del regista americano, affronta uno dei personaggi più 'mediatizzati' del XX secolo, Ernesto Che Guevara, leader della rivoluzione cubana. Se le quattro ore e mezza di durata cercano di entrare a fondo nella personalità e nelle azioni del protagonista con un’operazione di mimesi attoriale talvolta sorprendente, 'Che' si rivela troppo scopertamente didascalico per convincere un pubblico ormai smaliziato. Alla fine trionfa il “déjà vu” e l’impressione è quella di un monumento, della rappresentazione immobile e immutabile di un mito, priva di sfaccettature e di quell’azione rivoluzionaria, passionaria, ideologica e feroce che ci fu nella realtà. Lo stesso si può dire per l’operazione condotta da Paolo Sorrentino su uno dei personaggi che hanno dominato la scena politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. 'Il divo', che racconta a modo suo, la vita e l’opera di Giulio Andreotti, può anche piacere per l’originalità della messa in scena, ma ci sembra largamente deficitario nel delineare una personalità così complessa. La sorpresa di questi ultimi giorni viene tuttavia da 'Adoration' di Atom Egoyan. Il regista canadese compie un’ulteriore esplorazione nei territori del lutto, coniugando un atto così intimo e privato con una questione politica scottante, quella del rapporto fra ebrei e musulmani. Al centro del film un’insegnante di francese e uno studente molto dotato sul piano drammaturgico, la storia inventata di un padre terrorista e criminale e quella vera di un tragico incidente stradale, la rabbia che si trasforma in rispetto, il dolore della memoria che si scioglie nella commozione: se 'Adoration' non soddisfa gli amanti della radicalità a tutti costi, esso parla a tutti coloro che credono nel dialogo, nella comprensione, nell’amore dell’uomo per l’uomo. (Da Cannes, Luciano Barisone)

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    Cordoglio per la morte a Roma del giornalista e scrittore cattolico Paolo Giuntella

    ◊   Si è spento ieri a Roma dopo una lunga malattia, portata con grande dignità e coraggio, il giornalista e scrittore Paolo Giuntella, "quirinalista Rai del TG1 ed esponente di spicco del cattolicesimo italiano. Figlio dello storico dell'Illuminismo Vittorio Emanuela, ufficiale deportato nei lager tedeschi per il suo rifiuto di collaborare con i nazisti, Paolo ha respirato in casa e nell'associazionismo cattolico un amore per la libertà, i diritti umani e un'attenzione privilegiata verso i poveri. Impegnatosi fin da giovane nell'associazionismo cattolico e nello scautismo, nel 1966 fu tra gli "Angeli del Fango", i volontari, fra i quali molti scout, che scavarono senza sosta per soccorrere Firenze e i suoi cittadini colpiti in seguito all'alluvione. Nel 1979 fonda Rosa Bianca, un'associazione cattolica il cui nome s'ispira a quello dell'associazione di giovani cattolici e protestanti oppositori del nazismo. Laureatosi in Lettere moderne, ha collaborato con Il Popolo, il programma della Radio Vaticana "Orizzonti cristiani", Avvenire e diversi settimanali e mensili tra cui ha diretto "Appunti di cultura e politica". Già capo della terza pagina e dei supplementi culturali de Il Mattino, passato in Rai ha coordinato Tv7, per poi divenire caporedattore di Speciale Tg1, e in seguito corsivista televisivo e inviato speciale in Irlanda, Albania, nelle zone colpite dal terremoto in Umbria e Marche del 1997 e in Kosovo, dove è stato menzionato al merito dall'ambasciatore italiano per aver salvato la vita di un disabile rimasto in un'abitazione incendiata, che per motivi etnici non veniva soccorso dai vicini. Nonostante la grave malattia, Paolo Giuntella ha voluto lavorare fino all'ultimo, seguendo con rigore e professionalità le consultazioni al Quirinale per la formazione dell'ultimo governo Berlusconi. Aveva 61 anni e lascia la moglie Laura e tre figli. La notizia della sua prematura scomparsa, ha destato commozione e rimpianto nel mondo giornalistico, politico e delle associazioni. Il capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano, ha ricordato con dolore "il senso della missione che lo ha guidato in tutta la sua attività professionale" mentre l'Azione Cattolica, di cui ha fatto parte, gli ha dedicato una nota, "Ciao Paolo, all'amico di sempre". (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    L'arcivescovo di Johannesburg: la violenza xenofoba, nuovo apartheid

    ◊   Non si placa l’ondata di violenza xenofoba in Sudafrica costata la vita a più di 40 persone. Dopo Johannesburg e Durban, episodi gravi si sono verificati anche a Città del Capo dove numerose persone hanno attaccato case e saccheggiato negozi di immigrati, provenienti in particolare da Somalia e Zimbabwe. Il presidente Mbeki ha inviato nelle aree più "calde" circa 200 militari e sono oltre 500 gli arresti eseguiti nei giorni scorsi. Al microfono di Linda Bordoni, l’arcivescovo di Johannesburg, Buti Joseph Tlhagale, parla di “una nuova mentalità di apartheid” che sta uccidendo il Sudafrica:


    R. - 14 years, down the road, young people are also involved in this criminal...
    Ci sono anche ragazzi di 14 anni per le strade coinvolti in questi atti criminali che arrivano all’assassinio. E se è vero che sta iniziando a prendere piede una mentalità “etnica”, una mentalità del “ghetto”, è vero che la gente inizierà a fare discriminazioni in base alla lingua e al Paese d’origine. Il muro che abbiamo abbattuto quando la democrazia è entrata in Sudafrica sta per essere ricostruito e si sta creando un nuovo apartheid. Bisogna opporsi a questo, perché tanta gente è morta per fare del Sudafrica un solo Paese, unito pur con tante e diverse etnie. Dobbiamo bloccare l’introduzione di un nuovo sistema di apartheid.

    D. - Lei, come sudafricano, ha chiesto perdono…

     
    R. - I think probably Southafricans are becoming complacent…
    Penso che i sudafricani, probabilmente, stiano diventando compiacenti: compiacenti di fronte alla mancanza di rispetto per gli altri. Non si prende alcuna iniziativa per cercare di risolvere queste violenze. E’ un tempo molto triste quello che stiamo vivendo come cittadini di questo Paese, perché permettiamo che alcuni nostri connazionali compiano tali indegne violenze contro altre persone. E perciò, come Paese e come cittadini sudafricani ci vergogniamo di questi atti e alle persone che hanno subito violenza dobbiamo chiedere perdono.

    Terremoto in Cina
    Sempre più drammatico il bilancio del terremoto che, più di dieci giorni fa, ha colpito la Cina. Le autorità hanno aggiornato il numero delle vittime salito a quasi 56 mila morti e 25 mila dispersi. Completamente distrutti 5 milioni di edifici ed altrettante persone sono rimaste senza casa. Pechino ha chiesto tende per poter dar rifugio agli sfollati. Intanto, è in corso l’evacuazione dell’area di Tangjiashan, nella città di Beichuan, per il timore dello straripamento di un lago che si è formato a seguito del sisma.

    Cina-Taiwan-Russia
    In questo clima, c’è da segnalare la ripresa dei colloqui con Taiwan a partire da giugno. Sono dieci anni che Pechino e Taipei hanno raffreddato le loro relazioni diplomatiche. Intanto, nella capitale cinese è giunto oggi, per il suo primo viaggio all’estero, il presidente russo Medvedev che ha firmato un contratto del valore di oltre un miliardo di dollari per la costruzione di una centrale nucleare e per la fornitura a Pechino di uranio.

    Afghanistan
    E’ di 5 vittime, tra questi un bambino e 4 militari, il bilancio di un attacco suicida avvenuto a Khost, nell’est dell’Afghanistan, contro una pattuglia della polizia. Della sicurezza nel Paese asiatico si discuterà lunedì a Bruxelles, in occasione della riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea. In quella sede, sarà espressa la disponibilità ad aumentare la missione europea di polizia in Afghanistan che attualmente conta 200 poliziotti impegnati nella formazione di agenti locali.

    Gran Bretagna-politica
    Nuova sconfitta politica per il partito laburista in Gran Bretagna. Dopo aver perso le elezioni amministrative e il comune di Londra, alcune settimane fa, ieri altra battuta d’arresto nelle consultazioni suppletive che si sono tenute nella circoscrizione di Crewe and Nantwich, "feudo" laburista dal 1983. Il ricorso alle urne è stato necessario per sostituire una deputata defunta. Il candidato conservatore ha ottenuto 7 mila voti in più rispetto allo sfidante laburista. “Una vittoria che segna la fine del new Labour” così il leader dei Tories Cameron.

    Georgia-politica
    Sono definitivi i dati delle elezioni legislative in Georgia, svoltesi mercoledì. Secondo la Commissione elettorale, il Movimento nazionale unito, partito del presidente Saakashvili, ha ottenuto oltre il 59 per cento dei voti conquistando 115 dei 150 seggi disponibili. Più indietro l’opposizione che ha raggiunto il 24 per cento delle preferenze.

    Italia-rifiuti
    Per l’emergenza immondizia a Napoli, oggi nella città partenopea è giunto Guido Bertolaso, appena nominato dal governo Berlusconi sottosegretario con delega all'emergenza ai rifiuti. In programma, una serie di incontri con le autorità politiche per mettere a punto gli interventi per uscire dalla crisi. Previsto l’annuncio di nuove discariche. Intanto, Bertolaso ha chiarito che i militari non avranno regole d’ingaggio specifiche per la protezione dei siti di stoccaggio e l’ordine pubblico sarà garantito esclusivamente dalle Forze dell'ordine.

    Italia-centrali nucleari-tv
    Reazioni politiche di segno diverso per l’annuncio di ieri da parte del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, di costruire, entro la fine della legislatura, nuove centrali nucleari. Negativo il parere della sinistra e degli ambientalisti, positivo quello della maggioranza e degli industriali. A 21 anni dal referendum che bandì il nucleare, l’Italia fa dunque retromarcia. Intanto, è polemica tra gli schieramenti anche per una norma contenuta in un decreto che modificherebbe la normativa relativa alla concessione delle frequenze tv.

    Italia-anniversario Falcone
    L’impegno nella lotta alla mafia non può subire flessioni. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla sorella di Giovanni Falcone in occasione del sedicesimo anniversario della strage di Capaci. Un’azione criminosa nella quale, oltre al giudice impegnato in prima linea nello sconfiggere la criminalità organizzata, morirono sua moglie, Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta. Tante le iniziative in programma per oggi: tra queste, la “Nave della legalità” che è attraccata a Palermo. A bordo, oltre mille studenti italiani ma anche il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 144

     
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