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Sommario del 20/05/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • In udienza dal Papa, un gruppo di presuli albanesi in visita ad Limina. Intervista con mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë
  • Nomine
  • Possessi cardinalizi
  • Celebrata una Messa a S. Giovanni in Laterano, nel trigesimo della morte del cardinale Lopez Trujillo
  • Il cardinale Martino ai giovani industriali della Provincia di Lucca: c'è necessità di un ordine economico eticamente orientato, a servizio della persona umana
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Mons. Elio Sgreccia: la legge britannica che permette di creare embrioni ibridi uomo-animale è un orrore per la morale e rischia produrre mostruosità
  • La Conferenza di Dublino per la messa al bando delle "cluster bombs". Intervista con Giuseppe Schiavello
  • L'intervento umanitario negli scenari di conflitto o di povertà al centro di un convegno alla Cattolica di Milano, organizzato da "Medici senza frontiere"
  • L’Unione Europea celebra la Giornata del mare e richiama il valore vitale dell’acqua: la riflessione del prof. Santaniello
  • La riflessione del cardinale Poupard sul "maggio francese" di 40 anni fa e sull'eredità del Sessantotto
  • Alla Galleria Borghese una mostra dedicata a Correggio, “il pittore che dipingeva l’aria”
  • Chiesa e Società

  • Salito a 40 mila il bilancio provvisorio dei morti per il terremoto in Cina
  • La Chiesa cattolica in Cina in preghiera per le vittime del terremoto. L'aiuto delle suore nelle zone colpite dal sisma
  • Preoccupazione della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa per i raid contro i rom in Italia
  • La Chiesa irachena contraria alla condanna a morte di uno dei rapitori di mons. Rahho
  • In Uganda aumentano i morti a causa di siccità e carestia
  • Prosegue con successo la campagna dell’Unicef “Scuole per l’Africa”
  • India: la Chiesa chiede maggiore protezione dopo il recente attacco contro un convento
  • Vietnam: suore espropriate di un orfanatrofio per costruire un hotel
  • I vescovi del Perù disapprovano la legge sul divorzio rapido che "indebolisce la famiglia"
  • "Lo Stato non può imporre l'educazione": così i vescovi spagnoli di Castiglia e León
  • Famiglia Cristiana: la legge 194 sull’aborto è un mito da sgretolare
  • Il concetto buddista di compassione e quello cristiano di amore in un incontro promosso dai Focolari
  • Premio Santa Rita a tre donne, tra cui la mamma di una delle vittime della strage di Duisburg
  • Vita e famiglia: il premio San Benedetto a Gregory Katz
  • Proseguono le audizioni per il coro di "voci bianche" della Cappella Sistina
  • 24 Ore nel Mondo

  • Due i palestinesi uccisi nell’offensiva israeliana a Gaza che ha fatto seguito al lancio di razzi
  • Il Papa e la Santa Sede



    In udienza dal Papa, un gruppo di presuli albanesi in visita ad Limina. Intervista con mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë

    ◊   Prosegue in Vaticano la visita ad Limina dei vescovi albanesi. Stamani, un gruppo di presuli è stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI. Tra loro anche mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë che, intervistato da don Davide Gjugja - responsabile della nostra redazione albanese - si sofferma sulla situazione della Chiesa locale, rifiorita dopo gli anni della dittatura comunista:


    R. - Dopo tutto quello che ha vissuto la Chiesa in Albania - cioè la distruzione materiale e spirituale, durante il periodo ateo-comunista - possiamo dire che oggi abbiamo una viva comunità di credenti. Abbiamo una Chiesa che è in cammino e in crescita e questo è stato visibile soprattutto in questi ultimi 17 anni. E’ stato fatto tanto a livello spirituale, educativo, culturale, sociale...

     
    D. - Eccellenza, la Chiesa in Albania è stata aiutata dalla Santa Sede, dalla Chiesa italiana, dalla Chiesa tedesca, per riprendere il proprio cammino...

     
    R. - Sì, siamo veramente riconoscenti a tutti quelli che ci hanno aiutato e ci aiutano tuttora. Siamo riconoscenti per quello che vive oggi la Chiesa in Albania: non solo per l’opera spirituale, ma anche per quella sociale ed educativa, senza distinzioni di religione o di altro tipo, che svolgono i missionari presenti in Albania.

     
    D. - Quali sono le sfide più urgenti per la Chiesa albanese, secondo lei?

     
    R. - Stiamo attraversando un periodo di transizione verso una stabilizzazione della situazione del Paese e la Chiesa non è rimasta a guardare, ma ha fatto tanto. In primo piano, c’è la continua formazione spirituale, ma certamente non si può trascurare neppure la formazione intellettuale e sociale, per la quale la Chiesa cattolica in Albania si è impegnata e continuerà a farlo. La Chiesa sta dando un grande contributo per l’educazione e la guarigione delle ferite sociali: per esempio, la povertà, i giovani, l’immigrazione. Lo sviluppo ed il progresso morale della società sono alla base di un futuro migliore, più sicuro e più felice. La Chiesa in Albania è consapevole di questo e perciò lavora in questa direzione con tutte le sue forze.

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    Nomine

    ◊   In Giamaica, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Mandeville padre Neil Tiedeman, membro del Consiglio Provinciale dei Passionisti.Originario di Brooklyn, il neo presule ha 60 anni. E’ entrato nella Congregazione dei Passionisti nel 1970 ed è stato ordinato sacerdote nel 1975. In seguito, ha svolto numerosi incarichi pastorali negli Stati Uniti, in Honduras e in Giamaica. La diocesi di Mandeville è suffraganea dell'arcidiocesi di Kingston-in-Jamaica. Ha una superficie di 3.200 kmq, con 582 mila abitanti, dei quali 8.800 cattolici, suddivisi in 22 parrocchie, con 43 sacerdoti, 6 fratelli religiosi, 4 seminaristi e 28 religiose.

    In Francia, il Papa ha nominato coadiutore di Aix mons. Christophe Dufour, finora vescovo di Limoges. Il presule ha 60 anni ed ha frequentato il Seminario Universitario dell’“Institut Catholique de Lille”. Fra il 1971 e il '72, ha compiuto il servizio militare in Libano, in qualità di insegnante presso una scuola tenuta dai Fratelli Maristi. Rientrato in Patria, ha conseguito la Licenza in Teologia presso il Seminario Universitario dell’“Institut Catholique” di Parigi. Ordinato sacerdote nel 1975, è stato cappellano, responsabile e coordinatore delle cappellanie degli studenti delle scuole pubbliche a Lille e, nelle stesso tempo, vice-cappellano nazionale degli “Scouts de France”. Eletto Vescovo di Limoges nel 2000, ricopre in seno alla Conferenza episcopale francese, la carica di presidente della Commissione per la catechesi ad il Catecumenato e, a tale titolo, ha promosso l’iniziativa di “Ecclesia 2007”, tenutasi a Lourdes alla fine dell’ottobre scorso, che ha visto riunite tutte le diocesi francesi per riflettere e rilanciare l’impegno della catechesi.


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    Possessi cardinalizi

    ◊   Sabato prossimo alle 18, a Roma, nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Papale Basilica di San Pietro, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, prenderà possesso della nuova Diaconia di San Salvatore in Lauro. Il giorno dopo, domenica 25 maggio, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, sarà il cardinale James Francis Stafford, penitenziere maggiore, a prendere possesso, alle 12, del titolo di San Pietro in Montorio. Infine, venerdì 30 maggio, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, alle 19 il cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, prenderà possesso della Diaconia del Sacro Cuore di Cristo Re.

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    Celebrata una Messa a S. Giovanni in Laterano, nel trigesimo della morte del cardinale Lopez Trujillo

    ◊   Una Messa di suffragio a 30 giorni dalla scomparsa del cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, avvenuta lo scorso 19 aprile: a presiederla ieri, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, è stato il cardinale prefetto della Congregazione per i Vescovi, Giovanni Battista Re, attorniato da una trentina di concelebranti, fra i quali i cardinali Levada, Law, Castrillón Hoyos e Arinze, nonché numerosi arcivescovi e vescovi, molti dei quali latinoamericani.


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    Il cardinale Martino ai giovani industriali della Provincia di Lucca: c'è necessità di un ordine economico eticamente orientato, a servizio della persona umana

    ◊   Il modello dell’homo oeconomicus è in crisi di identità e in via di superamento: ciò significa che l’economia ricomincia a fare sostanzialmente i conti con l’etica. Lo ha affermato ieri il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il cardinale Renato Martino, parlando ad un convegno del Gruppo giovani Industriali della Provincia di Lucca sui temi riguardanti l’economia, l’impresa, l’etica e il terzo mondo. Il porporato ha rilevato come un fenomeno evidente il fatto che la ricchezza sia data oggi soprattutto dal capitale umano e sociale, giacché - come afferma la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II - “la principale risorsa è l’uomo”. A creare ricchezza infatti non sono tanto le risorse materiali quanto quelle immateriali, come l’intelligenza, la creatività, il lavoro disciplinato, la capacità di lavorare insieme con fiducia reciproca e disponibilità all’innovazione e al cambiamento.

    Nel suo discorso ai giovani industriali lucchesi, il cardinale Martino ha poi insistito sulla necessità di una regolazione del mercato. In primo luogo, perché ci sono esigenze umane importanti che sfuggono alla sua logica e beni che per loro natura non si possono e non si debbono vendere e comprare, primo fra tutti la persona umana. Inoltre, esistono bisogni umani che non hanno accesso al mercato, sempre tenendo presente che prima ancora della logica dello scambio esiste qualcosa che è dovuto all’uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità. Ma chi deve regolare il mercato? Secondo il presidente di Giustizia e Pace, anzitutto la trasparenza, la conoscenza, la fiducia, la concorrenza lecita, la democrazia economica. Ma il mercato deve essere regolato anche dall’etica degli imprenditori e degli operatori economici ed inoltre dalla cultura e dalla tradizione di un popolo, compresa la religione. I legami sociali di solidarietà, i modelli di comportamento ereditati dal passato, i vincoli morali e religiosi che orientano la coscienza personale e professionale sono di fondamentale importanza per dare un’anima al mercato.

    Il cardinale Martino ha anche posto in rilievo come un notevole fenomeno regolatore del mercato sia costituito oggi dall’economia non-profit e del Terzo Settore, che fa parte a pieno titolo del mercato, ma agisce con criteri non solo di efficienza, ma pure di solidarietà. La conclusione del porporato è stata che un ordine economico eticamente orientato a servizio della persona non è più evitabile. (A cura di Paolo Scappucci)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo di Enrico Gotti Tedeschi dal titolo “Alla famiglia un Nobel per l’economia”.

    Nell’informazione internazionale, Luca M. Possati sulla guerra del gas iraniano.

    In cultura, Luigi Mezzadri e Grazia Loparco sui settantacinque anni della Facoltà di storia ecclesiastica alla Pontificia Università Gregoriana.

    Silvia Guidi intervista Lucetta Scaraffia sulla rassegna, a Varallo, dedicata al tema “Imago veritatis, l’arte come via spirituale”.

    L’Italia del dopoguerra tra politica e religione: anticipazioni della relazione introduttiva di Francesco Malgeri al seminario “I Comitati Civici”, mercoledì e giovedì a Roma.

    Il vescovo Domenico Calcagno, segretario generale dell’Apsa, rivisita l’operosa prigionia di Pio VII a Savona (1809-1812).

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    Oggi in Primo Piano



    Mons. Elio Sgreccia: la legge britannica che permette di creare embrioni ibridi uomo-animale è un orrore per la morale e rischia produrre mostruosità

    ◊   Via libera del parlamento britannico alla creazione di embrioni ibridi umani-animali. “Un attacco mostruoso ai diritti umani, alla dignità delle persone e alla vita”: il commento del cardinale Keith O’Brien. In base alla nuova Legge sulla fertilità, sulla quale si aspetta in giornata il varo definitivo, gli scienziati potranno trasferire nuclei di cellule umane in ovociti animali da cui è stato rimosso il DNA, per poi arrivare a disporre di cellule staminale embrionali da utilizzare a fini di ricerca. Una notizia di certo sconvolgente per il futuro della specie umana, come sottolinea il vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nell’intervista di Roberta Gisotti:


    D. - Eccellenza, che cosa possiamo temere da questo ulteriore sconfinamento della scienza?

     
    R. - Anzitutto, dobbiamo registrare due gravità di tipo etico, che segnano uno dei più bassi livelli di eticità nel campo della bioetica. Prima di tutto, si unisce attraverso la clonazione il nucleo umano che feconda un ovulo animale. Questa unione è un fatto di fertilizzazione, è un tentativo di generazione fatta attraverso l’elemento maschile che è il nucleo e l’elemento femminile che è l’ovulo, uno dell’uomo e l’altro dell’animale. Ora, questo offende la dignità dell’Uomo, è un tentativo di procreazione interspecie, finora proibito in tutte le leggi sulla procreazione artificiale. L’unione uomo-animale, anche se non è sessuale, rappresenta uno degli orrori che sempre hanno destato il rifiuto della moralità.

     
    D. - Ma quali rischi si corrono? Sappiamo che la legge impone la distruzione degli embrioni entro 14 giorni...

     
    R. - Se lasciassero proseguire questo embrione, noi potremmo registrare delle mostruosità e delle malattie. Ogni volta che si è rotta la barriera uomo-animale, si sono viste conseguenze molto gravi anche involontariamente. Questi embrioni, poi, vengono soppressi, per fare le cellule staminali, quindi, siccome il patrimonio è al 99 per cento umano, nella falsa presupposizione che fino a 15 giorni questi embrioni non valgono niente, il che è un falso, dal punto di vista scientifico.

     
    D. - Se qualcuno decidesse, invece, di tenerli in vita?

     
    R. - Qualora si decidesse di tenerli in vita, potrebbero dar luogo a mostruosità oppure al dilagare di infezioni, perché il passaggio dal DNA umano al DNA animale può creare delle incognite. Poi, io vorrei dire che, dal punto di vista scientifico, il fatto che da queste cellule staminali venga fuori la medicina per curare le malattie come il Parkinson o l’Alzheimer è un’ipotesi che non ha ancora nessun fondamento, quando poi si sa che per altra via, con le cellule staminali somatiche adulte, ci sono migliori prove scientifiche a favore.

     
    D. - A questo proposito, eccellenza, sappiamo che la legge è stata caldeggiata dal premier britannico Gordon Brown che ha un figlio affetto da una grave malattia genetica...

     
    R. - Sì: anche il leader dell’opposizione, dei Conservatori, ha invocato il suo interesse personale in questo, quando invece ci sono ricerche più promettenti usando altre strade. Questo fatto che è diventato popolare è una menzogna mediatica, che viene sparsa in giro senza nessun supporto scientifico.

     
    D. - Dunque, cosa fare, eccellenza? Anche perché forse il dibattito rimane troppo nel chiuso dei parlamenti e della comunità scientifica...

     
    R. - Bisogna invocare una specie di conversione dei mass media che, più che obbedire agli ordini di scuderia o dei gruppi interessati, obbediscano alla verità perché non si creino le illusioni, per fini di compassione umana, su strade che non hanno portato ancora nessun risultato.

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    La Conferenza di Dublino per la messa al bando delle "cluster bombs". Intervista con Giuseppe Schiavello

    ◊   Domenica scorsa, in un appello pronunciato a Genova subito dopo l’Angelus, Benedetto XVI si era augurato che la Conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo, in corso a Dublino, raggiunga lo scopo di interdire quelli che aveva definito "micidiali ordigni". Il Papa ha accompagnato l’auspicio con una preghiera per le vittime delle cosiddette cluster bombs e per le loro famiglie. La Conferenza episcopale irlandese e l’associazione per gli aiuti al Terzo Mondo "Trocaire" hanno lanciato inoltre un appello perchè queste bombe vengano bandite dalla comunità internazionale. Ma cosa sono le "munizioni a grappolo" e perché la società civile è impegnata ad impedirne l’utilizzo? Fabio Colagrande ne ha parlato con Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le mine ONLUS.


    R. - Le munizioni "a grappolo" è un sistema di arma che prevede che all’interno di un contenitore ci siano una serie di piccoli ordigni. Questi ordigni possono essere sganciati sia da via aerea, e ogni contenitore ne porta da 250 a 300, sia con sistemi di artiglieria. Il problema principale è che queste armi rimangono inesplose sul terreno in un numero elevatissimo. Si tratta di "submunizioni" che colpiscono soprattutto civili, e dunque anche molte donne, bambini, anziani. Sono state utilizzate recentemente anche in Libano, in Iraq, in Afghanistan. Le case produttrici dichiaravano un tasso di fallimento fino al 5%, in realtà poi è stato dimostrato che ha toccato dei picchi del 45%, per esempio in Afghanistan. Questo crea dei grossi problemi, anche allo sviluppo di questi Paesi, perchè le bombe "a grappolo" impediscono l’accesso ai campi, alle risaie, ai pozzi, ai pascoli, creando veramente una situazione di grave emergenza.

     
    D. - Il Papa ha ricordato che inizia questa Conferenza diplomatica sulle munizioni a grappolo: qual è lo scopo?

     
    R. - Lo scopo di questo incontro è di arrivare ad un testo di trattato che metta al bando l’uso, la produzione, il commercio delle munizioni cluster, e impegni gli stati che sottoscriveranno questo Trattato all’aiuto, e quindi al sostegno, delle popolazioni che sono vittime di questi ordigni.

     
    D. - Schiavello, quante possibilità ci sono che si possa raggiungere il risultato che il Papa ha auspicato?

     
    R. - Molte, direi: noi siamo ottimisti. L’unica cosa è che bisognerà arrivare ad avere una bozza di Trattato molto forte. Ci sono dei Paesi che remano contro: sono i Paesi che normalmente producono e utilizzano questo tipo di armamento. Per noi, la società civile è impegnata in questa campagna e le parole del Santo Padre sono state veramente un grande aiuto, anche perchè ovviamente per noi rappresenta anche un sostegno morale a quest’impegno. Ha un significato anche enorme dal punto di vista della protezione della vita. Non è soltanto l’idea del disarmo in quanto tale: è della tutela della vita in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni.

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    L'intervento umanitario negli scenari di conflitto o di povertà al centro di un convegno alla Cattolica di Milano, organizzato da "Medici senza frontiere"

    ◊   Il mutato quadro geopolitico rende più difficile anche l’intervento umanitario. Dei principi e delle pratiche dell’azione umanitaria si è parlato ieri al convegno all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, organizzato da “Medici senza Frontiere” (MSF), Premio Nobel per la Pace nel 1999. Servizio di Fabio Brenna.

     
    Chi interviene in contesti di guerra o segnati da crisi internazionali ha bisogno poi di comunicare quanto vede; per Medici senza frontiere, oltre la cura delle ferite fisiche si tratta di denunciare ad esempio la violazione dei diritti umani, piuttosto che altre violenze sulla popolazione civile. Questa parte non secondaria, in taluni casi più urgente rispetto all’intervento umanitario, incontra però forti difficoltà in un Paese come l’Italia, dove l’informazione è piuttosto distratta riguardo alle notizie dall’estero e accende i fari dell’attenzione su alcune gravissime crisi umanitarie solo per periodi limitati di tempo, come ha sottolineato il docente della Cattolica, Aldo Grasso. L’argomento è stato poi ripreso nell’ambito di una tavola rotonda con operatori dei media internazionali. Per Barbara Galmuzzi, della sezione italiana di Medici Senza Frontiere, quello della comunicazione nelle crisi umanitarie è un ambito fondamentale:

    “La testimonianza può essere di diverso tipo. Può essere fatta in loco, ma può essere fatta anche attraverso i media, sui giornali, o in tribunali penali internazionali come è successo in passato, quando ci siamo trovati davanti a dei veri e propri genocidi. La denuncia di solito è legata al mancato accesso alla popolazione in pericolo, che poi è il reale beneficiario del nostro intervento”.

    "Medici senza frontiere" è attualmente presente in 60 Paesi del mondo con 400 progetti, il 60% in Africa. Non solo personale sanitario, però, per queste missioni, ma anche ingegneri, assistenti, amministratori per un più complesso intervento. Esperti di politica internazionale hanno poi evidenziato come ad esempio la “guerra al terrore” abbia fatto saltare i riferimenti e i ruoli politico-militari, complicando l’intervento delle organizzazioni non governative in situazioni di crisi. Le ONG devono così rimodulare il proprio intervento. Ancora Barbara Galmuzzi:

    “I progetti sono soprattutto legati all’emergenza, perchè nel 1971 'Medici senza frontiere' è nata per rispondere alle emergenze, sia quelle legate a catastrofi naturali che a guerre o a carestie. I progetti, quindi, sono diversificati: si va dall’emergenza pura - quindi negli Stati in cui c’è guerra - a progetti di nutrizione, di vaccinazione, di salute di base”. (Da Milano, per Radio Vaticana, Fabio Brenna)

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    L’Unione Europea celebra la Giornata del mare e richiama il valore vitale dell’acqua: la riflessione del prof. Santaniello

    ◊   Si celebra oggi la Giornata del mare stabilita dall’Unione Europea. Per l’occasione, a Strasburgo i presidenti della Commissione, Barroso, del Consiglio dei Ministri di turno, Janša, e del Parlamento, Pöttering, firmeranno una dichiarazione comune. La Giornata vuole evidenziare il ruolo cruciale dei mari nella vita quotidiana, non solo delle popolazioni costiere ma anche dell’insieme dei cittadini europei e la sua importanza vitale ai fini della crescita economica. Per una riflessione sul significato di questa ricorrenza, Federico Piana ha intervistato il prof. Roberto Santaniello, portavoce della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea:


    R. - Ci saranno una serie di iniziative che sono rivolte anche alle scuole. Iniziative che tendono a sottolineare il valore dell’acqua. Acqua intesa come bene pubblico essenziale e nell’ambito dell’acqua anche i mari, la ricchezza delle coste, pensiamo appunto ad un Paese così pieno e così ricco di coste come l’Italia. Da una parte, ci sono problemi, ma dall’altra l'acqua può essere considerato un fattore di forte attrazione non solamente turistica, non solamente ambientale, ma anche economica.

     
    D. - Professore, sulla politica dell’Unione Europea, bisogna arrivare ad una politica di integrazione dei vari settori marittimi…

     
    R. - Lei ha pronunciato la parola fondamentale: "politica integrata". La politica dei trasporti marittimi, come le altre politiche dei trasporti, devono tenere conto di diverse realtà. Significa - per esempio - che se si deve sviluppare un porto, se si deve pensare a come renderlo anche più sicuro, si deve pensare a tutte le conseguenze che esso può comportare nel campo degli aspetti sociali, nel campo ambientale e naturalmente nell’ottica delle grandi vie di scorrimento. Quindi, è necessaria un’attenzione particolare a tutto ciò che può aiutare la libera circolazione dei trasporti marittimi: ci sono stati grandi passi avanti in questi anni e, naturalmente, tutto ciò che ruota attorno a questa politica che ha conseguito importanti successi. La Giornata di oggi serve a sottolineare questi importanti progressi.

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    La riflessione del cardinale Poupard sul "maggio francese" di 40 anni fa e sull'eredità del Sessantotto

    ◊   Quaranta anni fa, nel maggio del 1968, la Francia veniva scossa da violenti moti studenteschi: la rivolta si inseriva nel generale clima di contestazione di quell'epoca, che avrebbe dato vita ai vari movimenti del Sessantotto. Anche la Chiesa ne restò coinvolta. Su quegli anni e sulla loro eredità, si sofferma il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, intervistato da Giovanni Peduto:


    R. - L’eredità, fondamentalmente, è la crisi di una cultura che ha messo in discussione, quasi rigettato i pilastri della nostra civiltà millenaria. L’aspetto più spettacolare è il rigetto dell’autorità, compreso nella Chiesa. Io penso che di tutte le componenti, quella che è stata più toccata è stata la Chiesa. Lei mi chiederà, quindi: come ha reagito la Chiesa? Ricordo benissimo come Paolo VI, quando è andato il 10 giugno 1969 a Ginevra, dove era stato invitato dall’Organizzazione internazionale del lavoro, non fece una diagnosi, non espresse una condanna ma lo analizzò come il sintomo di una insoddisfazione profonda, soprattutto dei giovani, nei riguardi della società. E disse dei giovani: “Molti svolgono lavori per loro senza significato; la loro ripetizione monotona procura loro profitto ma non basta per dare loro una ragione di vita, di soddisfare le loro legittime aspirazioni, e prendere il loro posto nella società”. E aggiungeva nel suo abituale modo interrogativo: “Chi non percepisce, nella società, la loro angoscia davanti alla tecnologia invadente, il loro rifiuto di una società che non riesce ad integrarli”? E diceva ancora: nell’attuale situazione del mondo, la loro protesta squilla come una tromba, segnale di sofferenza e invito alla giustizia. In seno alla crisi che scuote la civiltà moderna, l’attesa dei giovani è ansiosa e impaziente. Sappiamo - diceva ancora - aprire loro le vie dell’avvenire, proporre loro dei compiti e prepararli ad adempierli.

     
    D. - Eminenza, vuole tratteggiarci con poche pennellate gli aspetti negativi e quelli positivi di quegli avvenimenti?

     
    R. - Io direi che è stato come un ascesso che è scoppiato in un organismo pieno di infezione. L’evento più spettacolare è stata la rivoluzione sessuale, iniziata a Nanterre, all’Università, con la rivendicazione dei ragazzi di andare nel reparto delle ragazze e così via. Insomma, godersi la vita con tutti i piaceri senza nessun ostacolo, e la contestazione di tutte le autorità. Forse per la Chiesa è stato l’effetto più tragico, perché nel solo 1968 ci sono stati 1.500 sacerdoti che hanno lasciato il sacerdozio e di 40 seminaristi di una città, pronti a ricevere l’ordinazione, solamente sei si sono presentati... In una diocesi della Vandea, era appena terminata la costruzione di un nuovo seminario, per il grande flusso delle vocazioni, e di colpo il seminario si è svuotato ad iniziare dal Rettore, che si è sposato, come tanti. E' stata - come si potrebbe dire - "una valanga", la rottura di una diga. Il generale de Gaulle disse al cardinale Marty, ricevendolo in occasione della rottura della diga a Fréjus: “Eminenza, anche voi avete la vostra rottura della diga di Fréjus”.

     
    D. - Un momento tragico, quindi, per la Chiesa...

     
    R. - Un momento tragico che ha avuto conseguenze che rimangono tuttora... Nella mia diocesi eravamo più o meno 30 ordinati, ogni anno, e in quell’anno non c’è stato nemmeno un ingresso in seminario. Una decina di Congregazioni religiose e i rispettivi noviziati sono stati trasformati in case di ritiro. Per gli aspetti positivi, direi che il '68 è stato come una grande depressione che poi genera una reazione, se così si può dire, una ripresa. Un quadro millenario si era dissolto e uno nuovo stava emergendo segnato, soprattutto, dall’emergere di questi nuovi Movimenti nella Chiesa: Dopo questo grande caos socio-politico-culturale, si è ritrovato l’essenziale e si è ritornati alla vita spirituale. E così, abbiamo visto nascere tutte queste nuove comunità: ne elenco alcune che sono ben conosciute, come l’Emmanuelle, la Comunità San Giovanni, che è anche qui a Roma a San Nicola, la Fraternità monastica di Gerusalemme, che è anche qui a Roma a Trinità dei Monti, poi Comunione e Liberazione, i Focolari, Rinnovamento nello Spirito, le Chémin Neuf, les Béatitudes, le Pas de Vie, le Verbe de Vie... tutto un nuovo movimento che naturalmente non è spettacolare, all’inizio, ma è il segno dello Spirito Santo all’opera nella Chiesa.

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    Alla Galleria Borghese una mostra dedicata a Correggio, “il pittore che dipingeva l’aria”

    ◊   Per la prima volta a Roma, una mostra monografica dedicata ad Antonio Allegri detto il "Correggio". Nel suggestivo contesto della Galleria Borghese, i visitatori potranno ammirare - dal 22 maggio fino al prossimo 14 settembre - 60 opere del pittore emiliano, protagonista dell’arte nella prima metà del ‘500. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (Musica)

    Riconosciuto dai suoi contemporanei come sommo artista, al pari di Michelangelo e Raffaello, Correggio non lasciò alcuna opera a Roma, grande palcoscenico artistico dell’epoca. Per questo, la sua fama non divenne mai universale come quella degli altri due protagonisti del Cinquecento. Un’assenza di tracce forse dovuta al carattere riservato del pittore, come spiega la direttrice della Galleria Borghese, Anna Coliva:

     
    R. - Era un uomo schivo, dedito con gioia al suo mestiere che non ricercò mai gli onori, che non ricercò mai committenze principesche. Preferiva gli Ordini monastici. Quindi, una c’è in lui una specie di ritrosia che ci appare come venata da una straordinaria saggezza. Questo luogo metaforico che Roma rappresenta per gli artisti dell’epoca era a lui ben presente. Correggio non volle lasciare opere a Roma, forse non riuscì o non volle ottenere grandi committenze. E questo proprio per il suo carattere schivo e il suo desiderio di rimanere comunque nell’ombra a fare il suo lavoro ad un livello sommo e sublime.
     
    D. - E tanto fu sublime la sua arte, che Correggio viene definito il “pittore che dipingeva l’aria”. “Nessuno meglio di lui toccò colori”, scrisse Giorgio Vasari, “né con maggior vaghezza o con più rilievo alcun artefice dipinse meglio di lui”:

     
    R. - Il virtuosismo della tecnica pittorica di Correggio era leggendaria. Dipingere l’aria vuol dire dipingere l’inesistente, quindi l’inesprimibile e, ancor di più, l’indipingibile. L’aria è un vapore, è un’atmosfera. Lui realmente dipinge l’aria. Quando dipinge “Io avvolta nella nuvola”, dipinge l’aria, perché la nuvola è un vapore acqueo che si condensa. Era il più grande maestro virtuoso nel dipingere i capelli, nel dipingere le ombre, i notturni. Nei suoi dipinti, le acque che si muovono, si colgono le trasparenze dell’acqua e dei veli.
     
    Correggio viene anche indicato come il “pittore degli affetti”, della grazia e del colore, della luce e della tenerezza. Una dimensione, quest’ultima, che emerge in tutta la sua bellezza nei dipinti che hanno per protagonisti i bambini:
     
    R. - Questi bambini sono concentrati sul gioco che stanno facendo. Giocano con le armature di San Giorgio, oppure giocano con le frecce di amore nella Danae. Loro sono assorti in quel gioco e tutto ciò che succede alle loro spalle è come se non li riguardasse. E la stessa caratteristica è ripresa per esempio nella rappresentazione del Gesù Bambino. Sono veramente le figure più tenere rappresentate nella storia dell’arte. In Correggio, per esempio, vediamo Gesù Bambino, che è intento a mettere l’anello nel dito di Santa Caterina nelle famose iconografie, ripetute da tutti gli artisti nel matrimonio mistico di Santa Caterina. E c’è una tale concentrazione sull’atto che Lui sta facendo, come fanno veramente i bambini, che pensano a quello che devono fare, a quel gesto e solo a quello. Tutta l’opera di Correggio emana una tenerezza struggente.

     (Musica)

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    Chiesa e Società



    Salito a 40 mila il bilancio provvisorio dei morti per il terremoto in Cina

    ◊   E’ di oltre 40 mila morti il bilancio, ancora provvisorio, del terremoto che ha sconvolto il sudovest della Cina. Lo ha annunciato il Centro nazionale di controllo e di prevenzione dei disastri aggiungendo che i feriti sono più di 247 mila. Nel Paese, intanto, l’Unicef sta per completare le operazioni di imballaggio per l’invio di beni di primo soccorso per assistere i bambini colpiti dal sisma. Il governo cinese ha ribadito, poi, che al momento non è previsto l’accesso di squadre di soccorso straniere nell’area. La comunità internazionale potrà comunque avere un ruolo nella fase di ricostruzione. Si stima che, complessivamente, i danni ammontino a circa 700 milioni di euro. Alcune banche della Cina e di Hong Kong hanno già promesso prestiti a condizioni particolarmente vantaggiose. Il terremoto ha colpito il Paese asiatico in un momento difficile per le banche cinesi. Per frenare l’inflazione, il governo centrale ha imposto, infatti, una politica monetaria molto rigida. Diversi analisti ritengono che Pechino dovrà rivedere la propria politica macroeconomica per rispondere all’emergenza causata dal terremoto. In Cina, infine, ha avuto ampia eco la notizia del salvataggio di un uomo di 31 anni, estratto dalle macerie dopo quasi 9 giorni. Al momento del terremoto, si trovava nella sala riunioni di una centrale idroelettrica. (A.L.)

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    La Chiesa cattolica in Cina in preghiera per le vittime del terremoto. L'aiuto delle suore nelle zone colpite dal sisma

    ◊   La Chiesa cattolica cinese che è già in prima linea fin dal primo momento della tragedia del terremoto, celebra Messe, rosari, preghiere, novene, in suffragio delle vittime del terremoto di Wen Chuan del 12 maggio, in comunione con tutto il paese che osserva tre giorni di lutto per la tragedia. Secondo fonti dell’Agenzia Fides, tutte le comunità cattoliche locali stanno osservando i tre giorni di lutto nazionale, dalle ore 14,28 di ieri, ora della tragedia di una settimana fa. Mentre suonano le campane delle chiese in segno di lutto, si recita la preghiera del Papa a Nostra Signora di She Shan. Secondo le religiose di diverse congregazioni diocesane cinesi che stanno lavorando nei luoghi dell’epicentro del sisma, Wen Chuan e dintorni, coordinate da Jinde Charities (ente cattolico caritativo cinese), la situazione è durissima. “Siamo divise in 6 gruppi. Portiamo uno spruzzatore di 20 chili circa per 6 ore di seguito, per disinfettare la zona. Indossiamo sempre l’abito religioso con la croce sul petto, che ci dà forza e coraggio. Alcuni ci chiedono chi siamo, ci chiedono anche la croce e la Bibbia, vogliono conoscere la fede” racconta suor Zhai Jing Ai, della Congregazione di San Giuseppe dell’He Bei. “Nonostante il lavoro pesantissimo, troviamo sempre il tempo per pregare e condividere la nostra esperienza”. E la gente ha imparato a chiamarle “Xiu Nv” (suore) con disinvoltura ed affetto, e spesso si rivolgono a loro con gratitudine. L’appello del Papa lanciato mercoledì scorso all’udienza generale ha dato forza e coraggio alle religiose, e loro trasmettono questa forza alla gente che soffre: “preghiamo e meditiamo su queste parole affettuose” e “in ogni circostanza cerchiamo di essere ‘fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini’ come ci ha insegnato il Papa”. Tutte le comunità cattoliche cinesi continuano nella preghiera e anche nell’aiuto concreto alle vittime del terremoto. Durante le Messe di domenica scorsa, solennità della Santissima Trinità, la parrocchia di Pu Xin dell’He Bei ha raccolto 3.600 euro, la parrocchia di Shan Tou della diocesi di Shan Tou, 10 mila euro. Nella zona colpita dalla neve e dal gelo nel gennaio scorso, la diocesi di Gui Zhou ha raccolto ben 10mila euro, nonostante le gravi difficoltà che stanno affrontando ancora oggi, con tutto il raccolto dell’anno perduto in questa zona già così povera. Il cuore dei cattolici cinesi si è riscaldato in questa tragedia immane sentendo l’appoggio della Chiesa universale e soprattutto del Papa. Come confermano le suore in prima linea: “siamo forti perché sappiamo che il Papa e la Chiesa intera sono con noi”. (R.P.)

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    Preoccupazione della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa per i raid contro i rom in Italia

    ◊   La Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (CCME) ha espresso, in una lettera indirizzata al ministro italiano degli Interni, Roberto Maroni, la propria preoccupazione per l’incremento dell’intolleranza e i recenti raid compiuti in Italia contro la popolazione rom. Non intendiamo dibattere sui problemi legati all’integrazione dei migranti e dei gruppi etnici – scrive Doris Peschke, segretario generale della CCME – ma ribadiamo che “ogni persona ha uguale dignità e diritti davanti alla legge”. Non si può tollerare – si legge ancora nella lettera – che un gruppo di persone si sostituisca alla legge. Il riferimento è al raid, avvenuto nei giorni scorsi a Napoli, dopo il presunto tentativo di rapimento di una bambina da parte di una ragazza nomade. “Noi speriamo – conclude Doris Peschke – che i responsabili delle violenze contro i rom della scorsa settimana, siano assicurati alla giustizia e che il governo italiano risponda con il vigore necessario”. (A.L.)

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    La Chiesa irachena contraria alla condanna a morte di uno dei rapitori di mons. Rahho

    ◊   La condanna a morte di Ahmed Ali Ahmed, coinvolto nel rapimento e nell’uccisione dell'arcivescovo di Mosul Paulos Faraj Rahho, ci lascia molto perplessi”: lo ha dichiarato all’agenzia Misna il visitatore apostolico per i fedeli Caldei in Europa, mons. Philippe Najim. I valori della nostra fede – ha aggiunto il visitatore apostolico - sono contrari alla pena di morte e il fatto che le indagini sull’omicidio siano state fatte tenendo all’oscuro l’opinione pubblica, non lascia ben sperare per il futuro democratico dell’Iraq”. Parole condivise da mons. Baptiste Georges Casmoussa, arcivescovo siriaco di Mosul, città in cui l’arcivescovo Rahho fu rapito il 29 febbraio. Il suo corpo fu poi trovato senza vita il 13 marzo. “Qui l’insicurezza – ha detto mons. Baptiste Georges Casmoussa - è un problema all’ordine del giorno”. Intanto, da Baghdad, mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare della capitale, ha ricordato in un’intervista al Sir, che i cristiani “perseguono la pace, la sicurezza e la riconciliazione dell’Iraq”. “I principi cristiani – ha aggiunto - affermano che non è consentito condannare a morte nessuno e ci invitano al perdono, alla riconciliazione e alla giustizia”. (A.L.)

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    In Uganda aumentano i morti a causa di siccità e carestia

    ◊   In Uganda siccità e carestia continuano a mietere vittime soprattutto tra membri della tribù nomade dei Karimojong, nel nord est del Paese. Si teme che, complessivamente, le vittime siano più di 200. Il governo ha già inviato aiuti di emergenza e stanziato oltre un milione di euro per affrontare la crisi. Anche il Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell’ONU ha distribuito aiuti ma la situazione continua ad essere drammatica. Le cause sono molteplici: la siccità ha compromesso i raccolti e provocato la morte di molti capi di bestiame. L’aumento dei prezzi dei generi di base ha provocato, poi, ulteriori e terribili sofferenze per la popolazione locale. Diverse persone – rende noto l’agenzia missionaria Misna – hanno riferito ai soccorritori “di aver tentato di nutrirsi con le foglie degli alberi”. (A.L.)

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    Prosegue con successo la campagna dell’Unicef “Scuole per l’Africa”

    ◊   Aiutare le comunità locali a riparare le vecchie scuole e a ricostruirne di nuove. Sono gli obiettivi della campagna “Scuole per l’Africa” promossa dall’Unicef. L’iniziativa ha già fatto registrare importanti successi: finora, sono stati raccolti oltre 20 milioni di euro e, grazie a questi fondi, sono migliorate le condizioni di vita di oltre 800 mila studenti africani di Paesi sub sahariani. Sono anche state costruite 600 nuove scuole e più di mille istituti – riferisce l’agenzia Misna - hanno ricevuto attrezzature e materiale didattico. Ma la sfida resta ardua: nei Paesi africani a sud del Sahara, circa 45 milioni di bambini non vanno a scuola, ovvero quasi uno su due. Soprattutto nelle aree rurali, le scuole sono inoltre poco numerose e scarsamente equipaggiate, spesso sovraffollate o troppo lontane. La campagna “Scuole per l’Africa” è nata per dare eco alle parole del premio Nobel per la pace, Nelson Mandela, che ha sempre auspicato un migliore accesso all’istruzione di base dei bambini africani. “La mia più grande ambizione – ha detto il primo presidente del Sudafrica dopo l’apartheid - è che ogni bambino in Africa vada a scuola perché l’istruzione è la porta d’ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo”. (A.L.)

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    India: la Chiesa chiede maggiore protezione dopo il recente attacco contro un convento

    ◊   “Il governo del Madhya Pradesh continua a non garantire la sicurezza della comunità cristiana”. E’ quanto ha dichiarato il portavoce della Conferenza episcopale dello Stato indiano dopo l’attacco compiuto, lo scorso 15 maggio, da un gruppo di integralisti indù contro un convento delle suore della Presentazione. In base alle prime ricostruzioni, circa 30 fondamentalisti hanno devastato il convento e minacciato le suore: due di loro – riferisce l’agenzia AsiaNews - sono anche state picchiate, fortunatamente in maniera non grave. Sono invece rilevanti i danni al convento e sembra improbabile che il governo risarcisca le suore. Per quanto riguarda le indagini, la polizia ha arrestato nove sospetti. Il vice presidente della Commissione nazionale per le minoranze, Michael Pinto, ha auspicato inoltre un rapido miglioramento della situazione nel Madhya Pradesh: “dobbiamo far capire a tutti – ha affermato – che la religione non è politica, e che la violenza non è mai giustificata”. (A.L.)

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    Vietnam: suore espropriate di un orfanatrofio per costruire un hotel

    ◊   Un lussuoso hotel al posto di un orfanotrofio. È quanto ha deciso il governo locale di Vinh Long, nel sud del Vietnam, assegnando un terreno di proprietà delle suore di St Paul de Chartres all’azienda turistica Saigon Tourist Company. I lavori sono iniziati oggi ma cresce sempre più l’indignazione dei fedeli e del vescovo della diocesi, che ha diffuso una lettera di critica alle ingiustizie del governo. “Il potere provinciale – scrive in proposito il vescovo Thomas Nguyên Van Tân – ha deciso di avviare i lavori sugli oltre 10 mila metri quadrati del terreno” delle suore. “Noi – aggiunge – non possiamo accettare la soluzione imposta da coloro che hanno il potere nelle mani”. Le suore della congregazione francese - riferisce l'Agenzia AsiaNews - sono a Vinh Long dal 1871 e fino al 1975 hanno mantenuto nella via To Thi Huynh della città, un grande complesso usato come convento e come orfanotrofio. Nell’aprile del ’77, per “trasformare la società verso il socialismo”, le autorità hanno varato una politica di requisizione di terre ed edifici. Il 6 settembre 1977 essi hanno requisito il convento e l’orfanotrofio delle suore, mandando via i giovani ospiti e perfino i bambini handicappati. Negli stessi giorni sono stati requisiti diversi edifici della diocesi, imprigionando molti sacerdoti e rimandando a casa decine di persone consacrate. Secondo la risoluzione 1958 del Comitato del popolo di Cuu Long, la provincia in cui si trova Vinh Long, il convento e l’orfanotrofio veniva espropriato per essere usato come “ospedale pediatrico e ospedale per la provincia”. Ciò che non è mai avvenuto. Da almeno 6 anni le suore chiedono indietro il terreno e l’edificio per farlo tornare all’uso originario, cioè per accogliere bambini abbandonati e portatori di handicap. Ma esse non hanno mai ricevuto risposta. (R.P.)

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    I vescovi del Perù disapprovano la legge sul divorzio rapido che "indebolisce la famiglia"

    ◊   La conferenza episcopale peruviana comunica la sua disapprovazione, attraverso un comunicato, riguardo alla decisione del governo peruviano di approvare politiche che facilitano ed aiutano la disintegrazione delle famiglie, con la promulgazione di una legge che regola il procedimento della separazione convenzionale e del divorzio. Davanti a questa deplorevole decisione, i vescovi - riferisce l'Agenzia Fides - manifestano la speranza che anche il Governo del Perù “si preoccupi di concepire ed approvare leggi in favore della famiglia, che la proteggano e l'orientino verso strade di integrazione, di educazione e di successo nell'amore mutuo, in modo tale che possano garantire la costituzione di focolari, vere cellule di vita della società peruviana" e chiedono alle autorità di non perdere di vista "il benessere e lo sviluppo di tutti i membri della famiglia” e di garantire la sua stabilità. Non è la prima volta che i vescovi si esprimono contro questo progetto. Già agli inizi dell’aprile scorso hanno emesso un comunicato nel quale notano che questa legge approvata giovedì scorso, "non consolida o fortifica la famiglia, bensì al contrario la debilita e propizia la sua rottura o separazione". La legge che accelera il processo del divorzio per mutuo accordo nelle municipalità e notariati, ha ricevuto critiche da parte della Scuola dei Notai e Giudici di famiglia, la quale ha affermato che se non si realizzeranno delle correzioni, i risultati della legge potrebbero essere dannosi. Questa legge permette ai peruviani di divorziare in tre mesi nei municipi o notariati e di non dovere aspettare più di due anni perché venga approvata la separazione legale. (R.P.)

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    "Lo Stato non può imporre l'educazione": così i vescovi spagnoli di Castiglia e León

    ◊   “Lo Stato non può imporre legittimamente una formazione della coscienza degli alunni al margine della libera scelta dei genitori”; non si può pretendere di formare, con lezioni obbligatorie, “la coscienza morale e civica degli alunni”. E’ quanto scrivono, in una nota, i vescovi delle diocesi spagnole di Castiglia e León dopo recenti disposizioni relative alla controversa materia “Educazione alla cittadinanza”. Il consigliere della presidenza e portavoce della giunta di Castiglia- León ha dichiarato infatti che in questa area non saranno accolte le obiezioni di coscienza alla materia. Finora, in questa area, le obiezioni sono state 1.744. Ma secondo i presuli, è “primordiale, insostituibile, inalienabile” e sancito dalla Costituzione, il “diritto dei genitori a scegliere il tipo di formazione morale e religiosa da seguire per i propri figli”. Di conseguenza – si sottolinea nella nota ripresa dal quotidiano della CEI, ‘Avvenire’ – “i genitori hanno diritto di fare obiezione di coscienza all’insegnamento della materia”. (A.L.)

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    Famiglia Cristiana: la legge 194 sull’aborto è un mito da sgretolare

    ◊   La legge 194, nonostante sia divenuta quasi intoccabile, più della Costituzione, va considerata “un mito da sgretolare”. E’ quanto scrive “Famiglia Cristiana”, nel numero che sarà in edicola a partire da giovedì. Nell’editoriale sulla 194, si chiede di “rompere il tabù” e affrontare una possibile revisione legislativa del provvedimento che “intendeva far emergere l’aborto”, ma che in pratica “l’ha legalizzato”.“Cinque milioni di aborti - ricorda il Forum delle Associazioni familiari - non possono non far riflettere sulla legge”. Alla vigilia del 30.mo anniversario dell’approvazione della 194, il settimanale sottolinea poi che “oggi non è più sufficiente proporre una migliore applicazione senza toccare nulla dal punto di vista legislativo”. Oggi in Parlamento – si sottolinea ancora nell’editoriale – “ci sono i numeri per sgretolare il mito della 194”. E’ tempo – fa notare infine il settimanale – che la politica si misuri con l’unico principio finora affermato dalla Corte costituzionale: la tutela del concepito. (A.L.)

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    Il concetto buddista di compassione e quello cristiano di amore in un incontro promosso dai Focolari

    ◊   Il concetto buddista di “compassione” e quello cristiano di “amore” rappresentano un elemento di unione e intesa: e’ quanto hanno sottolineato alcuni esperti di dialogo interreligioso riuniti a Roma dal Movimento dei Focolari. “L’apertura sincera e radicale all’esperienza religiosa dell'altro – ha detto all’agenzia Zenit Cinto Busquet, sacerdote focolarino con più di 17 anni di esperienza in Giappone - ci ha permesso di poter fare insieme un'esperienza condivisa di Dio”. Da parte sua, il monaco buddista thailandese Phramaha Boonchuay Doojai, vicerettore dell’Università Buddista Mahachulalongkorn a Chiang Mai (Thailandia), ha rivelato che “nel cristianesimo il punto forte è l’amore; nel buddismo abbiamo la bontà e la compassione, attraverso le quali miglioriamo la società per il beneficio degli altri”. Prima di lasciare Roma, la delegazione buddista ha sostato per un momento di preghiera davanti alla tomba di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento di Focolari, che si è sempre impegnata per promuovere il dialogo tra persone di religioni diverse. (A.L.)

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    Premio Santa Rita a tre donne, tra cui la mamma di una delle vittime della strage di Duisburg

    ◊   “Devota di Santa Rita, ha avuto la forza di perdonare pubblicamente gli assassini di suo figlio e di suo fratello, nel pacifico tentativo cristiano di distruggere la forza dell’odio e della violenza con le armi evangeliche del perdono e della pace”. E’ la motivazione del Premio Santa Rita, assegnato per il 2008 a tre donne, tra cui Teresa Strangio, mamma di Francesco Giorgi e sorella di Sebastiano Strangio; Francesco aveva 17 anni ed è stata la vittima più giovane della strage di Duisburg, il 15 agosto del 2007 in Germania, insieme con lo zio 39enne. Il riconoscimento internazionale - rende noto il Sir - verrà assegnato giovedì prossimo prossimo, festa di Santa Rita, a Cascia, nel corso delle celebrazioni in onore della “Santa degli impossibili”. Le altre due donne premiate sono Marcella Demofonti, collaboratrice del Monastero di Santa Rita e Carla Faconti, fondatrice dell’opera caritativa “Centro d’Amore di Gesù” a Palermo, che “ha saputo comunicare tra i quartieri poveri del capoluogo siciliano, l’ardore della sua carità cristiana”. (A.L.)

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    Vita e famiglia: il premio San Benedetto a Gregory Katz

    ◊   “Per la sua testimonianza a favore della dignità degli esseri umani e della sacralità della vita, per le sue ricerche avanzate nel campo delle biotecnologie rispettose dello statuto degli embrioni umani, per il coraggio con cui affronta le nuove frontiere della scienza con lo sguardo rivolto ad un Divino Linguaggio che supera e precede le conoscenze umane”. Con queste motivazioni la Fondazione sublacense Vita e Famiglia, con l’Abbazia territoriale di Subiaco, ha deciso di assegnare l’VIII edizione del premio San Benedetto, per la promozione della vita e della famiglia in Europa, a Gregory Katz studioso in campo filosofico e farmacologico, docente di bioetica e innovazione terapeutica all’Essec business school di Parigi. Katz, che ha all’attivo numerose pubblicazioni, è anche vicepresidente di Eurocord, una piattaforma europea di ricerca sulle cellule staminali derivate dal sangue del cordone ombelicale. La cerimonia di consegna del premio avrà luogo sabato pomeriggio presso l’abbazia di Santa Scolastica, a Subiaco (Roma). Tra i vincitori delle precedenti edizioni, il card. Josef Ratzinger (2005), Tadeusz Mazowiecki, già primo Ministro della Polonia (2003) e nel 2007, l'ex viceministro degli Esteri norvegese, Janne Haaland Matlary. La Fondazione Sublacense Vita e Famiglia attiva dal 2001, si richiama ai valori umanistici che il monachesimo benedettino ha impresso nella coscienza dei popoli europei. (A.L.)

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    Proseguono le audizioni per il coro di "voci bianche" della Cappella Sistina

    ◊   Sono in corso le audizioni per i “Pueri Cantores”, che costituiscono la sezione di voci bianche maschili della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, il coro delle celebrazioni del Papa. I ragazzi che vengono scelti per far parte della Cappella Musicale Pontificia sono ammessi a frequentare la “Schola Puerorum” della Cappella stessa, una scuola cattolica legalmente riconosciuta dallo Stato italiano in cui all'istruzione scolastica si affiancano lezioni di teoria musicale e solfeggio, tecnica vocale e pianoforte, il tutto completamente gratuito. La selezione avviene per i bambini di sesso maschile che frequentano attualmente la terza elementare, anche se non hanno una formazione musicale precedente. I ragazzi selezionati - ricorda un comunicato pubblicato dall'Agenzia Zenit - sono ammessi a frequentare la quarta elementare nella “Schola Puerorum”, dove proseguono gli studi fino alla terza media inferiore, godendo di una borsa di studio che comprende le rate scolastiche, i libri e la tessera per i mezzi pubblici. Dopo un primo anno preparatorio (corrispondente alla quarta elementare), i ragazzi iniziano la loro attività all'interno del Coro. La Schola Cantorum Romana, creata principalmente per le celebrazioni dei Papi, venne riordinata da San Gregorio Magno, divenuto Papa nel 590 d.C., per poi subire importanti modifiche con Bonifacio VIII. Decaduta rapidamente durante il papato avignonese, risorse con Gregorio XI, che riportò a Roma la sede pontificia. Nel 1471 salì al soglio pontificio Sisto IV, che riorganizzò il Collegio dei Cantori Papali: la Cappella Musicale Pontificia divenne Coro personale del Papa e da allora venne chiamata Cappella “Sistina”, sia in omaggio al Pontefice, sia perché cantava nella Cappella omonima. Oltre al suo impegno principale nell'ambito della liturgia papale, il Coro – composto da 20 cantori adulti e da circa 35 ragazzi cantori, i “Pueri Cantores” appunto – svolge attività concertistica in Italia e all'estero per far conoscere il patrimonio culturale e spirituale della Chiesa anche in ambienti non strettamente connessi a quello ecclesiastico. L'origine dei “Pueri Cantores” può essere fatta risalire al VI secolo, quando Papa Gregorio Magno costituì una scuola di fanciulli cantori che affiancavano i cantori adulti nelle cerimonie papali. Chi fosse interessato alle audizioni può rivolgersi ai seguenti recapiti: Schola puerorum della Cappella Sistina, via Monte della Farina 64, 00185 Roma, tel. 06-6868553, e-mail: cmp.sistina@org.va. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Due i palestinesi uccisi nell’offensiva israeliana a Gaza che ha fatto seguito al lancio di razzi

    ◊   Sono due i palestinesi uccisi in un attacco israeliano sulla parte settentrionale della Striscia di Gaza, da dove questa mattina erano stati lanciati tre razzi contro la città israeliana di Sderot. Lo hanno riferito fonti mediche locali. La prima vittima di cui si è avuta notizia è un bambino di 13 anni, Majd Khalil Abou Okal. In seguito è stata comunicata la morte di un uomo, ma le fonti non hanno precisato l'identità, limitandosi a dire che si trattava di un contadino. Questi incidenti sono avvenuti mentre al Cairo una delegazione di Hamas si accinge ad incontrare il generale Omar Suleiman, responsabile dei servizi segreti egiziani, che ieri ha discusso in dettaglio un progetto di tregua per Gaza con il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak.

    Iraq
    Una bimba irachena è stata uccisa e nove altri civili sono stati feriti da un attentatore suicida che si è fatto esplodere in una località nella provincia di Diyala. Secondo fonti di polizia, il kamikaze ha innescato la sua cintura esplosiva al passaggio del convoglio del capo della tribù al Nida, nella cittadina di Mandili, a nord est di Baghdad. Un morto anche in una delle due esplosioni di stamani a Baghdad: 4 i civili rimasti feriti. E sempre nella capitale, l’esercito iracheno ha lanciato un’altra vasta operazione nel sobborgo sciita Sadr City. Durante l’azione militare, denominata “al Salam”, pace, sono stati compiuti arresti di ricercati e perquisizioni a tappeto. Da oltre un mese Sadr City è teatro di scontri quotidiani tra forze USA e miliziani sciiti, che hanno causato la morte di centinaia di persone. Giorni fa le autorità hanno raggiunto un accordo con i miliziani di Sadr per mettere fine ai combattimenti. Intanto, il primo ministro iracheno Nuri al Maliki ha ricevuto le scuse ufficiali del presidente americano George W. Bush per il comportamento di un soldato americano che ha sparato contro una copia del Corano. Resta da dire che a Baghdad l’ex vice primo ministro iracheno Tareq Aziz è tornato oggi in tribunale per la seconda udienza del processo in cui è imputato insieme a sette altri ex gerarchi con l’accusa di aver favorito l'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari nel 1992. Il procedimento è iniziato il 29 aprile scorso.

    Libano
    Il primo ministro del Qatar, Hamad bi Jassem al Thani, terrà oggi una conferenza stampa per fare il punto sui negoziati che da cinque giorni vedono impegnati a Doha i leader politici libanesi rivali. Oggi viene considerata come una giornata "critica", anche se ufficialmente non ci sono stati fino ad ora progressi significativi nella ricerca di un accordo che possa traghettare il Libano fuori dallo stallo costituzionale in cui si trova da oltre 18 mesi e che all'inzio di maggio ha vissuto i peggiori scontri tra gruppi rivali sin dalla fine della guerra civile (1975-1990). Il premier al Thani, il cui Paese svolge il ruolo di mediatore sotto gli auspici della Lega Araba, parlerà alla stampa alle 14 ore locali (le 13 in Italia), prima di partire per l'Arabia Saudita dove parteciperà ad una riunione del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG). Anche il segretario generale della Lega Araba lascerà Doha in giornata, ma ha affermato di sperare che si possa raggiungere prima un intesa. Intanto, la stampa di Beirut riassume nei titoli la situazione. “Accordo o fallimento, tutto si gioca oggi a Doha”, ha scritto l'Orient le Jour, mentre il Daily Star nota che fino ad ora “non c'è stata svolta, ma neanche rottura”.

    Sudafrica
    Quasi 300 persone sono state arrestate a Johannesburg, in Sudafrica, dopo le violenze causate dall’odio razziale scoppiate nei giorni scorsi, che hanno causato almeno 24 morti. Lo ha reso noto la polizia citando scontri avvenuti la scorsa notte nell’East Rand, periferia orientale. Il presidente Thabo Mbeki ha definito l’ondata di violenza xenofoba “attacchi vergognosi e criminali”. Numerosi sudafricani in precarie condizioni economiche accusano gli immigrati - provenienti in gran parte da Zimbabwe e Mozambico - di togliere loro il lavoro e di incrementare il tasso di criminalità in Sudafrica. Il ministro del Turismo sudafricano ha lanciato un appello per la fine delle violenze, mettendo in luce i rischi per il turismo.

    Birmania
    La Birmania ha iniziato oggi a osservare tre giorni di lutto nazionale per le vittime del ciclone "Nargis" che ha devastato parte del Paese all'inizio di maggio e che ha fatto oltre 133 mila vittime fra morti e dispersi. Il periodo di lutto è stato decretato ieri dalla giunta militare al potere, sempre più sotto accusa per la gestione del dopo ciclone e per gli ostacoli che frappone all'arrivo degli aiuti dall'estero. I militari birmani non hanno voluto nessun particolare omaggio o cerimonia pubblica per le vittime del ciclone. Nella ex capitale Rangoon molte persone stamattina sembravano ignorare che siano stati decisi i tre giorni di lutto nazionale, oppure non sapevano come poter manifestare pubblicamente il loro cordoglio. Secondo l’ultima stima delle Nazioni Unite, un milione e quattrocentomila persone sono bisognose di “aiuti urgenti”. Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha annunciato per giovedì prossimo una visita nelle aree devastate. Intanto, l’UNICEF ha affermato che su 2 milioni e mezzo di persone coinvolte dal disastro ambientale sarebbe a rischio almeno un milione di bambini. Sul lavoro umanitario in corso, Fabio Colagrande ha sentito Paolo Beccegato, responsabile dell'Area Internazionale di "Caritas Italia":

    R. – Le Caritas del posto sono lì e penso, quindi, alle quattro diocesi, che sono in qualche modo colpite loro stesse, ma hanno però delle comunità e delle parrocchie che si attivano, accogliendo profughi e distribuendo aiuti. A Yangoon, nella capitale, la situazione è notevolmente migliorata; quello che resta invece il problema più grave è quello della zona più a sud: ci sono ancora delle strade bloccate e il problema non è soltanto quello relativo ai visti che si possono dare agli stranieri, ma anche quello per chi è sul posto di avere una logistica che permetta quantomeno di raggiungere tutte le zone colpite.

     
    D. – Voi partecipate attivamente anche al processo di aiuti e di ricostruzione?

     
    R. – Sì, c’è una stima di un bisogno per questa primissima fase di due milioni e mezzo di euro. Ci sarà poi lo sforzo di ricostruire case e strutture, ma anche il tessuto sociale, economico, produttivo. Pensiamo, quindi, al microcredito, a piccole cooperative per i pescatori e per gli agricoltori che sono stati fra i più colpiti.
     
    Timor est
    A Timor est si celebra il sesto anniversario dell'indipendenza, conquistata dopo 25 anni di occupazione indonesiana, ma l'orgoglio nazionale e i sogni del futuro si accompagnano alle dure realtà di povertà, violenza e instabilità. I leader del piccolo Paese si sono riuniti sotto strette misure di sicurezza nella capitale Dili, davanti al palazzo del governo sul lungomare, per celebrare la ricorrenza e ricordare la lunga e sanguinosa lotta per la liberazione. Il presidente Jose Ramos-Horta, che ha passato in rassegna una guardia d'onore dal retro di una jeep, ha ripetuto i suoi appelli alla pace e all'unità. “In questo giorno dell'indipendenza dobbiamo impegnarci a mantenere la pace nella nostra nazione, a combattere la povertà e proteggere l'unità nazionale. Questo è un dovere per tutti i cittadini”, ha dichiarato. Le celebrazioni seguono di appena tre mesi il duplice attentato dell'11 febbraio in cui Ramos-Horta è stato ferito gravemente in un attacco di ribelli che aveva preso di mira anche il premier Xanana Gusmao, rimasto illeso. Il capo dei ribelli Alfredo Reinado rimase ucciso dalle guardie durante l'attacco a Ramos-Horta, e i suoi seguaci si sono arresi il mese scorso, ma i timori di un ritorno all'instabilità getta un'ombra sui festeggiamenti di oggi. La sicurezza resta stretta attorno ai leader del Paese, e la cerimonia è stata sorvegliata attentamente dalle truppe internazionali della forza di stabilizzazione, che opera nel Paese in seguito ai disordini politici e le violenze che avevano causato decine di morti e lasciato senza tetto oltre 100 mila persone. “Ciò che è avvenuto l'11 febbraio ha mostrato che le istituzioni della nostra nazione sono ancora fragili. Ma questa cerimonia dimostra anche che negli ultimi sei anni abbiamo conseguito molto”, ha detto Ramos-Horta. Timor est, ex colonia portoghese, ha raggiunto l'indipendenza dall'Indonesia nel 2002. Ma la nazione è ripiombata nell'instabilità nel 2006 dopo la diserzione di massa di 600 soldati dell'etnia occidentale del Paese, che lamentavano discriminazioni. Negli scontri che sono seguiti sono rimaste uccise almeno 37 persone.

    Cina-Taiwan
    Si è insediato à alla presidenza di Taiwan Ma Ying-jeou. Il nuovo capo dello Stato, 57 anni, filocinese, leader del Partito nazionalista e già sindaco di Taipei, ha giurato proprio mentre la procura della capitale ha annunciato di aver avviato un'inchiesta per corruzione contro il suo predecessore, Chen Shui-bian, strenuo oppositore di Pechino. Con l’ascesa di Ma Ying-jeou, che rimarrà in carica per quattro anni, è possibile, dunque, un allentamento delle tensioni tra Taiwan e Cina popolare, che ha sempre considerato l’isola una sua provincia ribelle? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Guido Samarani, docente di Storia della Cina all’Università Cà Foscari di Venezia.

    R. – Credo che questa novità dei rapporti di forza politico-elettorale a Taiwan sia un segnale molto interessante. Sono più prudente e scettico sul fatto che questo possa avere delle conseguenze politico-strategiche nei rapporti tra Pechino e Taipei, in quanto la premessa fondamentale della politica della Cina popolare è sempre stata quella di considerare Taiwan una questione sostanzialmente interna. Credo che invece avrà dei riflessi molto positivi sul piano delle relazioni economico-commerciali. La mia impressione è che uno dei motivi della sconfitta del partito di governo sia dovuto proprio ad una eccessiva rigidità, che ha penalizzato in parte non indifferente l’economia taiwanese, che vive parecchio dei rapporti con la Cina continentale.

     
    D. – Molti osservatori criticano il fatto che sarebbe un miglioramento dei rapporti non basato su principi come l’unità dello Stato, ma appunto su motivi puramente economico-commerciali…

     
    R. – Credo che questa sarà probabilmente l’evoluzione di questa situazione a Taipei post-elettorale. Credo, comunque, che sia un miglioramento dei rapporti bilaterali. Quando migliorano i rapporti bilaterali, anche se solo economici, credo che le prospettive siano sicuramente più positive anche per il futuro.

     
    D. – Si avvicina l’apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008. Gli occhi saranno puntati proprio sulla squadra di Taiwan per vedere sotto quale bandiera sfilerà…

     
    R. – Non lo so, perchè mi pare che qualche soluzione l’avevano trovata in altre manifestazioni sportive. Mi auguro che si trovi una soluzione che vada bene per i Giochi e che vada bene anche per Taipei e per i taiwanesi. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 141

     
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