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Sommario del 17/05/2008
Il Papa: sia l'amore a spingere tutti i cristiani ad annunciare con franchezza e coraggio la verità che salva. Gli uomini attendono Cristo
◊ “Resta ancora urgente e necessaria la missione di evangelizzare l'umanità”: è quanto ha detto oggi Benedetto XVI ricevendo i partecipanti all’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie, in corso a Roma. Il Papa ha ribadito che la missione è un dovere e un diritto della Chiesa e di ogni singolo cristiano, espressione della libertà religiosa. Il servizio di Sergio Centofanti:
“Tutta la Chiesa per sua natura è missionaria” e la “missione riguarda tutti i cristiani”: Benedetto XVI lo ribadisce con forza partendo dalle parole di Gesù:
“Le parole di Gesù, ‘Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nei nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato’ (Mt 28,19-20), costituiscono ancora un mandato obbligatorio per tutta la Chiesa e per ogni singolo fedele di Cristo. Questo impegno apostolico è un dovere ed anche un diritto irrinunciabile, espressione propria della libertà religiosa, che ha le sue corrispondenti dimensioni etico-sociali ed etico-politiche”.
Il Papa invita ogni Chiesa locale a collaborare con le altre Chiese sul fronte della missione:
“La sua è missione di comunione. Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l’esperienza quotidiana mostra tanto radicati nell’umanità a causa del peccato, la Chiesa locale contrappone la forza generatrice di unità del Corpo di Cristo”.
A 2000 anni dalla nascita di Cristo ancora gran parte dell’umanità attende l’annuncio del Vangelo:
“Resta ancora urgente e necessaria la missione di evangelizzare l'umanità. La missione è un dovere, cui bisogna rispondere: ‘Guai a me se non evangelizzo’ (1 Cor 9, 16). L’apostolo Paolo, a cui la Chiesa dedica uno speciale anno nel ricordo dei duemila anni dalla nascita, ha compreso sulla via di Damasco e poi sperimentato nel corso del successivo ministero che la redenzione e la missione sono atti d’amore”.
Perché “chi annuncia il Vangelo partecipa alla carità di Cristo”:
“E’ l’amore che ci deve spingere ad annunciare con franchezza e coraggio a tutti gli uomini la verità che salva. Un amore che si deve irradiare dovunque e raggiungere il cuore di ogni uomo. Gli uomini infatti attendono Cristo”.
Benedetto XVI ai vescovi: i Movimenti e le nuove comunità sono un grande dono per la Chiesa. La novità dei loro carismi sia accolta con molto amore e senza pregiudizi
◊ I vescovi di tutti il mondo hanno il dovere di accogliere “con molto amore” e senza “giudizi superficiali e riduttivi” la multiforme vitalità dei Movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. I quali - da parte loro - devono sottoporsi di buon grado al discernimento dell’autorità ecclesiastica, perché sia verificata “l’autenticità” dei loro carismi e la saldezza della loro comunione con la Chiesa. E’ il concetto di sintesi che Benedetto XVI ha espresso questa mattina parlando al gruppo di vescovi di tutti i continenti, che in questi giorni hanno partecipato a un Seminario di studio promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Strade di formazione cristiana “efficaci”, testimonianza di fedeltà e obbedienza alla Chiesa, risveglio di un “vigoroso” slancio missionario e “sensibilità” ai bisogni dei poveri, ricchezza di vocazioni. Sono numerosi i doni con i quali i Movimenti ecclesiali e le nuove comunità hanno arricchito la Chiesa, in particolare dal Concilio Vaticano II in poi. Benedetto XVI lo ha messo in grande risalto, riandando con il cuore e il pensiero a quel “siate scuole di comunione”, siate “compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verità e nell’amore a Cristo” con i quali benedisse la folla strabocchevole di Piazza San Pietro il 3 giugno 2006, popolata dagli appartenenti ad oltre 100 aggregazioni laicali. Ribadita anche oggi a più riprese l’importanza del loro ruolo, il Pontefice è tornato a parlare del come i vescovi, e i sacerdoti con loro, debbano rapportarsi con queste realtà ormai diffuse a tutte le latitudini della Chiesa. La parola d’ordine - che nei giorni scorsi ha guidato la riflessione al Seminario organizzato dal dicastero vaticano dei Laici - sta proprio in una frase di Benedetto XVI, del novembre 2006: “Vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore”:
“Andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunità ci spinge a conoscere adeguatamente la loro realtà, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi. Ci aiuta anche a comprendere che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità non sono un problema o un rischio in più, che si assomma alle nostre già gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunità cristiana. Perciò non deve mancare una fiduciosa accoglienza che dia loro spazi e valorizzi i loro contributi nella vita delle Chiese locali”.
Dunque, ha subito rimarcato Benedetto XVI, “difficoltà e incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura”. Gli ultimi decenni, ha riconosciuto, hanno già contribuito a far superare “non pochi pregiudizi, resistenze, tensioni”. Ciò che resta da assolvere, ha affermato, è “l’importante compito di promuovere una più matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perché tutti i carismi, nel rispetto della loro specificità, possano pienamente e liberamente contribuire all’edificazione dell’unico Corpo di Cristo”. E in che modo far questo? Il Papa è stato chiaro:con il tocco della “prudenza” e della “pazienza”, intervenendo con “molto amore” laddove si debba procedere a una “correzione”. In una parola, seguendo lo stile del “dialogo” e della “collaborazione” avviati in passato con queste nuove realtà ecclesiali da Paolo VI e più ancora da Giovanni Paolo II:
“Già numerosi movimenti ecclesiali e nuove comunità sono stati riconosciuti dalla Santa Sede, e pertanto vanno senza dubbio considerati un dono di Dio per tutta la Chiesa. Altri, ancora in fase nascente, richiedono l’esercizio di un accompagnamento ancor più delicato e vigilante da parte dei Pastori delle Chiese particolari. Chi è chiamato a un servizio di discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli, resistendo alla tentazione di uniformare ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità”.
Nomine
◊ Il Santo Padre ha nominato vescovo di Bandung (Indonesia) il rev. Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, vicario generale dell’arcidiocesi di Semarang. Il rev. Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta è nato il 27 dicembre 1949 a Solo/Surakarta, nell’arcidiocesi di Semarang. E’ stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1977 ed incardinato nell’arcidiocesi di Semarang.
Al via nel pomeriggio la visita pastorale del Papa a Savona e Genova
◊ Benedetto XVI inizia questo pomeriggio la sua visita pastorale a Savona e Genova. Si tratta del suo nono viaggio apostolico in Italia. L’aereo papale partirà alle 15.30 dall’aeroporto romano di Ciampino per atterrare a Genova-Sestri alle 16.20. Prima tappa del viaggio sarà il Santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, dove il Pontefice si fermerà in preghiera. Alle 17,45 presiederà la Messa in Piazza del Popolo, evento che la nostra emittente seguirà in diretta. In serata l'arrivo a Genova dove domani pomeriggio concluderà la sua visita. Ma diamo la linea alla nostra inviata Debora Donnini:
Si respira un’aria di grande attesa a Savona dove il Papa arriverà alle 16.45. Numerosi i manifesti di accoglienza:”Savona saluta il Santo Padre”, la scritta che vi campeggia. Erano quasi 200 anni che un Pontefice non faceva visita a questa città ligure. L’ultimo era stato Pio VII che vi trascorse quasi 3 anni di prigionia per volere di Napoleone. Negli appartamenti dove venne tenuto si vedono ancora le grate da cui le guardie lo spiavano per impedirgli di avere contatti con il mondo esterno, specialmente con i vescovi, ma il Pontefice riuscì comunque a far pervenire messaggi, nascosti anche nei cestini della verdura e grazie all’aiuto di molta gente. In questo modo riuscì a evitare che Napoleone si facesse autorizzare a nominare lui stesso i vescovi.
Pio VII ritornò a Savona nel 1815 per incoronare la statua della Madonna della Misericordia e ringraziarla, così, della sua liberazione. Proprio il santuario di Nostra Signora della Misericordia sarà la prima tappa della visita di Benedetto XVI che regalerà alla Vergine una rosa d’oro. Grandi i preparativi, fra cui splendide composizioni floreali, a Savona, la terra che diede i natali a due Papi, Sisto IV e Giulio II, dove si attendono circa 50mila fedeli. Si teme però per il maltempo così come a Genova dove oggi piove. Ma Benedetto XVI troverà una città illuminata: il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco chiede ai fedeli e ai parroci di accendere le luci della case e delle chiese per dare il benvenuto al Papa che in serata arriverà al Santuario della Madonna della Guardia e il giorno dopo avrà diversi incontri in città. E a ricordo della visita papale, il porporato invita a sostenere il “Centro di aiuto alla vita” per le donne che si trovano in difficoltà per una gravidanza e “L’abbraccio di don Orione”, una casa di accoglienza per neonati abbandonati o posti sotto a tutela del tribunale dei minori in attesa di adozione: un’opera che, promossa dalle suore di don Orione, sarà inaugurata in giugno.
Uno degli incontri toccanti a Genova, domenica, sarà sicuramente quello di Benedetto XVI con i bambini, i genitori e il personale dell’ ospedale pediatrico Gaslini, di fama internazionale per la cura delle malattie più rare e non solo. Si lavora intensamente per mettere a punto gli ultimi dettagli ed è grande l’attesa, specialmente fra i bambini che regaleranno a Benedetto XVI poesie, disegni, un bouquet di fiori e un quadro raffigurante il Pontefice stesso. Il presidente della Fondazione è il cardinale, Angelo Bagnasco, arcivescovo della città. Un ospedale d’avanguardia, il Gaslini, e di straordinaria accoglienza per i bambini con i diversi padiglioni indicati dalle immagini di differenti animali, con i suoi splendidi viali, con la possibilità per i genitori di stare costantemente accanto ai loro figli. Un ospedale, dunque, che testimonia con evidenza ancora oggi come il cristianesimo abbia portato questa amorevole attenzione all’uomo, specialmente se sofferente. L’importanza della fede per i malati è stata sottolineata ai nostri microfoni dal direttore del reparto di nefrologia del Gaslini, Gian Marco Ghiggeri. Ma sentiamo la testimonianza di alcuni bambini. Cominciamo da Francesca, 11 anni.
D. – Sei emozionata, sei contenta per il fatto che viene il Papa?
R. – Sì, anche perché non l’ho mai visto e guarda caso è lui che viene da me e non sono io che vado da lui. E’ una cosa un po’ emozionante, un po’ tanto...
D. – Cosa pensi che il Papa ti dirà?
R. – Io penso che guarderà tutti i bambini e li guarderà dolcemente. Insomma, è il Papa!
D. – Pensi che vi darà anche una parola di conforto, di incoraggiamento per la malattia?
R. – Sì, sì a tutti.
D. – Tu senti che Gesù Cristo ti è vicino, anche in questa sofferenza?
R. – Sì.
D. – Hai preparato qualcosa di particolare per la visita del Papa?
R. – Non ho avuto tempo.
D. – Ciao, come ti chiami?
R. – Besian.
D. – Sei contento della visita del Papa?
R. – Sì.
D. – L’hai mai visto?
R. – No.
D. – E che cosa ti aspetti che ti dica?
R. – Una sua benedizione e gli auguri per la malattia e per il resto.
D. – C’è qualcosa che vuoi dire al Papa?
R. – Grazie di tutto, perché non l’avevo mai visto.
D. – E tu Francesca, c’è qualcosa che vuoi dire al Papa?
R. – Spero che il Papa possa andare in tutto il mondo a dare coraggio a tutti i bambini che stanno male.
Ma quali inziative stanno preparando i bambini per questa visita del Papa? Debora Donnini lo ha chiesto a Vincenzo Lorenzelli, commissario straordinario dell’Istituto:
R. – Stanno preparando un regalo per il Papa, certo in collaborazione con noi e sotto il nostro controllo, ma saranno loro alla fine della cerimonia ad offrirgli questo dono in ricordo della sua visita.
D. – Cosa aiuta coloro che operano in contatto con la sofferenza dei bambini che è quella che più colpisce, proprio perchè è la sofferenza dei più piccoli…
R. – Forse questo è il significato molto particolare e molto bello della visita del Sommo Pontefice all’Istituto Gaslini. Effettivamente il Santo Padre ha scelto a Genova di entrare in contatto diretto non solo con i piccoli, ma con i più deboli dei piccoli che sono proprio i bambini malati.
D. – C’è anche l’attesa di ricevere un messaggio, una parola di conforto per quanti lavorano qui ed anche per i bambini ricoverati?
R. – Certo una parola di conforto, ma anche di stimolo, perché dedicarsi alla medicina pediatrica è una cosa molto particolare ed occorre una vocazione da medici, ma ancor di più occorre una vocazione particolare perchè curare i bambini e vedere la malattia del bambino è particolarmente delicato, anche dal punto di vista della psicologia degli operatori. Un incoraggiamento, quindi, che arriva dal Santo Padre è senz’altro estremamente prezioso per tutti noi e aspettiamo veramente con ansia la sua visita.
D. – L’ospedale Gaslini è anche in primo piano per la ricerca. Di cosa vi occupate soprattutto?
R. – Ci occupiamo a largo spettro soprattutto delle malattie più rare. L’Ospedale Gaslini non è soltanto un ospedale e un istituto di ricovero e cura, ma ha carattere scientifico e quindi la ricerca rappresenta uno dei nostri punti di forza da sempre. Tutta la ricerca in tutte le malattie rare e le più delicate ci vede oggi all’avanguardia e questo sicuramente in Italia, ma anche nei primissimi livelli del mondo internazionale. Siamo sul fronte da tutti i punti di vista: da quello oncologico a quello delle malattie renali. Potrei citarne tanti.
Tra i vari appuntamenti previsti dal programma della visita del Papa a Genova, c’è anche l’incontro domani con i vescovi e i seminaristi della Liguria, presso il Seminario Maggiore Interdiocesano, intitolato a “Benedetto XV”. Quale clima si respira nel Seminario? Isabella Piro lo ha chiesto al Rettore, mons. Michele Cavallero:
R. – Si respira un clima pieno di gratitudine, perché per noi è proprio un dono poter ricevere questa visita, un dono speciale, che non è dato a tutti! Cerchiamo di accogliere il Papa per quel dono che Egli rappresenta per la Chiesa e per noi è davvero una grazia, una grazia particolare.
D. - La Diocesi di Genova ha deciso di legare la visita del Papa alla nascita di due iniziative: un centro per la vita e una casa di accoglienza per i neonati. Da cosa nasce questa scelta?
R. - Nasce dalla consapevolezza che la Chiesa, testimone dell’amore di Cristo, è chiamata ad essere vicina alle situazioni di maggiore necessità, di maggiore difficoltà, in cui la vita dell’uomo è più provata. Questo è il desiderio: dare un segno che l’annuncio evangelico è l’annuncio che porta dei frutti di carità, che porta dei segni di speranza per il nostro mondo.
D. – Il vostro Seminario è intitolato a Benedetto XV che è stato, almeno finora, l’ultimo Papa genovese. Un Pontefice molto caro all’attuale Successore di Pietro, tanto che ne ha ripreso il nome. Quale insegnamento resta del suo Pontificato?
R. – Benedetto XV è vissuto durante il primo conflitto mondiale, durante il quale ha tenuto una posizione di stretta equidistanza tra i contendenti, invitando tutti, ripetutamente, alla pace e definendo quella guerra “un’inutile strage”, quindi denunciandone tutta la gravità, spingendo per una soluzione diplomatica di quel conflitto e poi dedicandosi, con grande carità, a tutti gli esiti nefasti di quella guerra. Fu anche il Papa che diede alla Chiesa il primo Codice di Diritto Canonico, dopo il 1500; diede impulso alle missioni, valorizzando molto l’inculturazione del Vangelo nelle terre di missione, con uno sguardo, direi, molto moderno. Fu una figura di grande servizio e di grande speranza per la Chiesa, una persona che ci ha insegnato, contemporaneamente, l’importanza del servizio alla Chiesa e della pastoralità nella Chiesa. Resta quindi, per noi, una figura luminosa, un bello stimolo per i seminaristi.
Il 23 maggio Messa di suffragio in San Pietro per il cardinale Gantin
◊ Venerdì 23 maggio, alle ore 11, all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, sarà celebrata la Santa Messa di suffragio per il cardinale beninese Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio Cardinalizio, scomparso martedì scorso all’età di 86 anni. La Santa Messa sarà celebrata dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio. Al termine della celebrazione il Santo Padre rivolgerà la sua parola ai presenti.
Precisazione del cardinale Bertone sul divieto di ordinazione sacerdotale delle persone con tendenze omosessuali
◊ “La Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. Questa norma, contenuta nell’Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica del 4 novembre 2005 (Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri), vale “per tutte le Case di formazione al sacerdozio, comprese quelle che dipendono dai Dicasteri per le Chiese Orientali, per l’Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica”. E’ quanto si precisa in un “Rescriptum ex audientia” a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e approvato dal Papa, pubblicato in seguito a numerose richieste di chiarimento rivolte alla Santa Sede a questo proposito.
L’Istruzione del 2005 – ricordiamo – affermava che a causa della sua configurazione a Cristo “tutta la vita del ministro sacro deve essere animata dal dono di tutta la sua persona alla Chiesa e da un'autentica carità pastorale”: per questo motivo “il candidato al ministero ordinato … deve raggiungere la maturità affettiva. Tale maturità lo renderà capace di porsi in una corretta relazione con uomini e donne, sviluppando in lui un vero senso della paternità spirituale nei confronti della comunità ecclesiale che gli sarà affidata”.
Per quanto riguarda coloro che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate, l’Istruzione, pur affermando la necessità di evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione”, rileva che tali persone si trovano “in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne” per cui “non sono affatto da trascurare le conseguenze negative” che possono derivare dalla loro Ordinazione. “Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di un problema transitorio – aggiunge l’Istruzione - come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell'Ordinazione diaconale”. (A cura di Sergio Centofanti)
Profezia dell’Humanae vitae: l'editoriale di padre Lombardi
◊ Sono passati 40 anni dalla pubblicazione dell’enciclica più discussa dei nostri tempi: l’Humanae vitae. Benedetto XVI le ha dedicato recentemente una profonda e intensa riflessione in occasione di un convegno dell’Università del Laterano. La definisce frutto di “una decisione sofferta”, “gesto di coraggio nel ribadire la continuità della dottrina e della tradizione della Chiesa”. Si tratta di un insegnamento “non facile” ma “di immutata verità”, di cui a distanza di tempo appare “la lungimiranza con la quale il problema venne affrontato”.
Senza lasciarsi dominare dal fascino della tecnica, la Chiesa continua a guardare all’amore coniugale fra l’uomo e la donna come partecipazione all’azione creativa di Dio stesso. Uno sguardo pieno di rispetto, attento a quel qualcosa di misterioso e di sorprendente che avviene nella trasmissione della vita. Certo, la logica di reciprocità di accoglienza, di dominio di sé, di rispetto del coniuge, di spiritualità e di responsabilità, che caratterizza questa visione può sembrare lontana anni luce da quella ostentata separazione della sessualità dalla responsabilità, da quella “trasformazione della sessualità in droga”, che oggi grida verso di noi da ogni angolo delle nostre strade e delle nostre città, da ogni monitor delle nostre TV e dei nostri computer.
Ma proprio per questo l’Humanae vitae è lungimirante. Con il coraggio di parole difficili ci ricorda una verità e una dignità della persona, della vita e dell’amore, che troppo spesso viene dimenticata. E la conseguenza non è una maggiore felicità, ma quel “cerchio di egoismo asfissiante che – come dice il Papa – rimane sempre in agguato”. Invece “l’amore e la ragione insieme – dice ancora Papa Benedetto – possono fare qualcosa di grande”. Sì: salvare l’amore, per oggi e per domani. Per tutti.
Mons. Migliore all’ONU: un mercato più equo per combattere la crisi alimentare
◊ Andare incontro ai bisogni reali delle persone ed evitare un dialogo limitato a logiche ambientali e economiche guidate da egoismi e ideologie. E’ l’obiettivo indicato dall’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, nel suo intervento ieri al Consiglio Economico Sociale delle Nazioni Unite. Il servizio di Fausta Speranza.
Guardare non solo a chi consuma nel mondo ma a chi e a dove si produce cibo. È la raccomandazione di mons. Migliore che chiama a riflettere sui meccanismi che ostacolano un reale sviluppo sostenibile. Il 70% dei poveri del mondo – ricorda mons. Migliore – vivono in zone rurali dove la malnutrizione persiste. “Maggiori investimenti ai piccoli coltivatori di tali aree rurali - raccomanda dunque l’osservatore permanente della Santa Sede all’ONU – potrebbero aiutarli a migliorare la produzione in modo sostenibile, con la conseguenza positiva di far fronte alla fame cronica e alla malnutrizione in certe regioni.” “Le politiche agricole – afferma mons. Migliore – hanno bisogno di riscoprire il cammino della ragione e della realtà per trovare un equilibrio tra la necessità di produrre cibo e la necessità di essere buoni custodi della terra.”
Resta fondamentale investire in un programma a medio e a lungo termine in programmi agricoli con logiche di sviluppo sostenibile a livello locale e internazionale. “Questi investimenti – afferma con estrema chiarezza mons. Migliore – devono essere fatti in modo da agire sui prezzi delle risorse alimentari così come anche sui meccanismi di distribuzione e di produzione del cibo nel mondo, in particolare in Africa. Bisogna continuare a sostenere i programmi che permettono ai coltivatori di produrre a livello locale facendo anche sforzi più grandi per limitare gli aspetti negativi dei cambiamenti ambientali e delle realtà finanziarie. In definitiva, l’obiettivo è di andare incontro ai bisogni fondamentali delle persone e di evitare di ridurre il dialogo a termini economici o ambientali estremi, guidati da egoismi e ideologie. Mons. Migliore parla di “precisa responsabilità” dell’ONU e dei suoi organismi, sottolineando che si tratta di una questione di “credibilità” e invitando a fornire risposte adeguate alle crisi.
Resta da dire che mons. Migliore, dopo aver parlato della attuale crisi di cibo, ricorda anche altre persistenti sfide, quali i cambiamenti climatici, i sussidi all’agricoltura, un mercato equo, il degrado ambientale, augurando un “domani più giusto e sicuro”. Infine, parole di condoglianze e di solidarietà per tutte le persone colpite dalla tragedia per il ciclone in Myanmar e il terremoto in Cina.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Intervista di Nicola Gori al cardinale Angelo Bagnasco in occasione della visita pastorale del Papa a Savona e a Genova.
In cultura, Luigi Crippa, abate del monastero benedettino di Santa Maria del Monte di Cesena, sulla devozione a Maria di Pio VII, cui Benedetto XVI renderà omaggio oggi a Savona.
Julia Zunckel sulla storia del sistema politico genovese.
Fabrizio Bisconti illustra la prima testimonianza archeologica dell'evangelizzazione in Liguria, conservata in un'iscrizione funeraria del IV secolo.
II rettore della Iglesia Nacional Espanola de Santiago y Montserrat a Roma, Jose Luis Gonzalez Novalin, spiega le caratteristiche dell'antica liturgia mozarabica - elaborata nei secoli VI e VII - in cui si fondono elementi orientali e occidentali, usi e costumi del Nord dell'Africa e della Chiesa ambrosiana.
Nell'informazione internazionale, intervista di Pierluigi Natalia a Marguerite Barankitse, premio Nansen dell’Unhcr e fondatrice della Maison Shalom che, finora, ha ospitato diecimila bambini sottratti al conflitto civile in Burundi.
Un articolo di Gabriele Nicolò sulla crisi politica in Pakistan.
Premio UNICEF per l'Angelo del Burundi: ha cresciuto diecimila orfani
◊ L’Angelo del Burundi e l’ultima allieva di Maria Montessori. A queste due donne, Marguerite Barankitse e Grazia Honegger Fresco, è stato conferito ieri il “Premio UNICEF dalla parte dei bambini”, edizione 2008. Durante la cerimonia, svoltasi a Roma nella sede della Rai, è stato assegnato anche un riconoscimento speciale al Centro Esagramma di Milano, impegnato nella riabilitazione dei bambini disabili attraverso la musica. Il servizio di Silvia Gusmano:
“Madre di diecimila bambini”, donna colpita dalla guerra nei suoi affetti più cari, testimone straordinaria di una salvezza possibile, nonostante tutto. Marguerite Barankitse porterà la “rosa nel deserto” ricevuta ieri dall’UNICEF, nel cuore del Burundi, in quel centro di accoglienza, Casa Shalom, dove ha offerto riparo e una nuova vita a migliaia di orfani. Orfani del conflitto etnico, dell’AIDS, della povertà. Questa la sua testimonianza:
"Le Burundi, c’est le pays qui a le plus…
Il Burundi è il Paese con il numero più alto di orfani nel mondo: sono 800 mila, circa il 10 per cento della popolazione. Ci sono poi moltissimi bambini soldato, anche se noi cerchiamo di sottrarli alle milizie irregolari. Il problema è che questi bambini non hanno un futuro. Per non parlare poi dell’elevato numero di minori che si trovano nelle prigioni: la legge in Burundi non protegge affatto l’infanzia. Ma come si può rimanere indifferenti di fronte a questo orrore?"
La stessa domanda si è posta Grazia Honegger Fresco, erede di Maria Montessori e per oltre cinquant’anni instancabile difensore dei diritti dell’infanzia sul fronte dell’educazione. “Cittadini dimenticati” definiva i bambini la pedagogista morta nel 1952 e la situazione non è oggi molto diversa, ha detto ieri la sua allieva, esprimendo questo auspicio:
"Che cambi l’istituzione educativa che non aiuta i bambini a crescere, a tirar fuori quello che hanno dentro, perchè è un sistema che non si pone in ascolto dei bambini".
In ascolto dei più piccoli, da quasi dieci anni, sono invece i musicisti del Centro Esagramma che, dopo aver suonato nei teatri di tutta Europa e all’Agorà di Loreto nel settembre 2007, hanno ricevuto ieri una Segnalazione Speciale da Rai e UNICEF Italia. Questo, ha spiegato Pinuccia Gelosa, una delle responsabili, il potere delle note:
"Anche una mente con difficoltà, con un ritardo cognitivo, con la musica riesce ad esprimersi, riesce a tirare fuori emozioni, sentimenti ed affetti molto importanti. Nessuno darebbe un violino ad un ragazzo che ha problemi a comunicare o che fugge dalla realtà. Eppure, un violino può aiutarlo a entrare in relazione con noi ed anzi gli consente di imparare modi nuovi di dire tante cose".
È il miracolo di tutti i pentagrammi con un rigo in più.
Domani a Roma la Festa dei Popoli sul tema "Siamo tutti migranti"
◊ Si celebra domani a Roma la Festa dei Popoli sul tema “Siamo tutti migranti”. La manifestazione, giunta quest’anno alla 17.ma edizione, è occasione di accoglienza dei nuovi arrivati e di sensibilizzazione sulle responsabilità nei confronti dell’immigrazione da parte della comunità cristiana e di tutte le altre realtà sociali. All’evento, organizzato dai Missionari Scalabriniani in Piazza San Giovanni in Laterano, interverranno rappresentanti di diverse comunità etniche e religiose provenienti da tutti i continenti. Tra i momenti salienti della giornata, il dibattito organizzato dai laici scalabriniani, con interlocutori del mondo politico e culturale, e la Santa Messa nella Basilica Lateranense. Ma quale significato ha quest’anno la Festa dei Popoli? Fabio Colagrande lo ha chiesto al padre scalabriniano, Gaetano Saracino:
R. – La Festa dei Popoli da 17 anni vuole offrire quei criteri idonei, quelle scelte condivise perché la convivenza fra gli uomini di provenienze diverse possa essere possibile. Noi lo sperimentiamo: questo vogliamo dire e dare alla città di Roma, dove la Festa dei Popoli si propone nel cuore della Chiesa ma anche della città: Piazza San Giovanni e la Basilica di San Giovanni in Laterano, che per la fede ha un suo significato innegabile.
D. – Padre Gaetano, una festa che vuole dare visibilità alla grande parte positiva della integrazione tra immigrati e non, ma una festa che vuole anche dare visibilità ad un ruolo particolare che la Chiesa ha ...
R. – Tutto ciò che è cristiano è profondamente umano, e noi ci accorgemmo negli anni Novanta, in quella sensibilità che appunto c’era già nella città di Roma, che c’era bisogno di accoglienza. La Chiesa si organizza con delle “cappellanie”, si organizza con dei luoghi di culto per queste persone che provenivano da nazioni lontane dalla nostra. In queste cappellanie si è andato formando uno spirito di appartenenza a qualcosa o a qualcuno e tutti insieme, con le proprie caratteristiche e particolarità, tutti parte di un’unica famiglia umana: quella dei Figli di Dio. La Festa dei Popoli, in tutti questi 17 anni, ha potuto anche segnare un percorso: se negli anni Novanta si parlava di “accoglienza”, attorno al 2000 si è parlato di “integrazione”, oggi si parla di “appartenenza”. Quindi, dell’immigrazione se ne vede anche la parte valoriale, quella che proprio può condividere con noi che li abbiamo accanto, questi nostri amici provenienti da tante altre parti del mondo, quelle che sono le loro vere esigenze, ma anche le loro vere ed autentiche espressioni. Allora, tutto quanto questo lo vogliamo dire con una festa: perché lo si può fare con un incontro, lo si può fare con pubblicazioni, però una festa, forse, è anche il messaggio più immediato che sa anche colpire coloro che vi partecipano e sa anche far ravvedere alcuni giudizi che a volte sono troppo semplici o troppo condizionati – ahimé! – anche da episodi di cronaca che ci sono, che fanno sì che si veda più un albero che cade che non una foresta che cresce.
Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
◊ Domani, Solennità della Santissima Trinità, la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, rivolgendosi a Nicodèmo, afferma che “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Quindi aggiunge:
“Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
“Tutte le cose parlano della generazione del Figlio” afferma San Bonaventura (Coll. in Ex., XI, 21). Nell’atto eterno di generazione del Figlio Unigenito infatti il Padre comunica divinamente, senza riserva alcuna, senza trattenere nulla per sé, tutto se stesso.
Per questo, generando il Figlio, il Padre, come ci richiama san Giovanni della Croce, esprime e dona tutto: “Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo - scrive il dottore mistico - che è la Sua unica e definitiva Parola, ci ha dato tutto in una sola volta in questa sola Parola” (Salita al monte Carmelo, II, 22).
Il Mistero è grande, ma in che cosa consiste la festa?
Ce lo dice San Leone Magno: “Noi siamo resi partecipi della generazione di Cristo”, della Sua eterna generazione (Sermones, PL 54,193). Proprio così.
E Isacco della Stella spiega: “Divenuto perciò Figlio dell’uomo, ha fatto diventare figli di Dio molti ... ed essi, pur essendo molti per generazione carnale, sono con Lui uno solo per generazione divina” (Sermones, 51).
Appello della Chiesa contro la povertà in America Latina
◊ “La situazione generale in cui vivono i popoli della regione è segnata fortemente dalla povertà, dall’esclusione e dal divario crescente fra ricchi e poveri”. Così i vescovi dell’America Latina e dei Caraibi nella lettera consegnata ieri ai governanti riuniti a Lima per il V Vertice tra i 27 Paesi dell’Unione Europea e 33 nazioni latinoamericane. Tale situazione, inoltre, aggiungono i presuli, blocca “la piccola produzione agricola, crea disoccupazione e precarietà, non permette sistemi educativi e di sanità pubblica adeguati, aggiunge violenza e insicurezza alimentare, provoca migrazioni e aumenta il deterioramento dell’equilibrio ecologico”. Il documento che firmano le autorità del Celam e della Chiesa in Perú, Paese ospite dell’incontro che chiude oggi con la pubblicazione della “Dichiarazione di Lima” su povertà e sviluppo sostenibile, è stato consegnato al Cancelliere della Germania Angela Merkel e al Presidente del Parlamento Europeo, Hans-Gert Poettering. I vescovi ribadiscono, con riferimento agli insegnamenti della Conferenza di Aparecida, che in questa realtà “è in pericolo non solo la coesione sociale, ma la stessa stabilità politica del sistema democratico in diverse nazioni del continente”. “Consapevoli del fatto che condividiamo gli stessi valori e principi etici, proponiamo un’agenda di lavoro corresponsabile per cercare un modello di sviluppo alternativo che sia integrale e solidale”, spiegano i vescovi, che elencano poi alcune “condizioni” essenziali. “Occorre subordinare il mercato ad un nucleo di riferimento etico-culturale, come la dignità del lavoro, i diritti dei migranti e dei rifugiati e le politiche sociali. Servono politiche di cooperazione internazionale capaci di ridurre le disuguaglianze e di garantire, al tempo stesso, la pace sociale, nella prospettiva dell’urgente sradicamento delle cause delle povertà”. Nell’ambito dello sviluppo sostenibile i presuli latinoamericani auspicano e chiedono ai governanti “un’economia ecologica le cui priorità siano la difesa degli ecosistemi” e, dunque, maggiore consapevolezza del bisogno di “modifiche sostanziali negli schemi di produzione, investimento, commercio e consumo”. Infine, i vescovi riflettono sulla necessità di una “maggiore partecipazione della società civile nei processi democratici per facilitare un accompagnamento critico e costruttivo della politica”. Concludendo, i cinque vescovi firmatari, tra cui il Presidente del Celam mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e il Direttore di “Misereor” mons. Mons. Josef Sayer, chiedono la correzione di alcune gravi asimmetrie nelle relazioni commerciali bilaterali tra l’Unione Europea e l’America Latina, sottolineando la centralità della persona umana anche nelle dinamiche di scambio di merci, beni e servizi. (A cura di Luis Balilla)
Le iniziative per la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina
◊ Nell’ambito della giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, indetta da Benedetto XVI il 24 maggio, la basilica papale di Santa Maria Maggiore ospiterà sabato prossimo alle 11.30, una celebrazione Eucaristica in lingua cinese e italiana, cui sono particolarmente invitati i cattolici cinesi residenti in Italia; la celebrazione sarà presieduta dal card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Sempre in occasione della “Giornata”, l’Ufficio Migrantes della CEI ha voluto riunire a Roma per la prima volta: sacerdoti, religiosi studenti e quanti collaborano per la cura pastorale dei cattolici cinesi in Italia; dopo la Santa Messa nella Basilica Liberiana i presenti si trasferiranno all’Urbaniana, dove daranno vita ad un incontro di conoscenza reciproca e di approfondimento su aspetti legati alla pastorale per le comunità cattoliche cinesi sparse in Italia. A fine mattinata di domenica 25 maggio, i fedeli cinesi si ritroveranno in piazza San Pietro per unirsi al Santo Padre nella preghiera mariana dell’Angelus. (M.V.)
Rapporto ONU sulla situazione economica mondiale: rallenta la crescita e corre l’inflazione
◊ L’economia mondiale, nel 2008, crescerà solo dell’1,8% a fronte di una prevista inflazione del 3,7%. L’inflazione sarà, dunque, più che doppia della crescita economica. E’ quanto emerge dal tradizionale Rapporto di metà anno delle Nazioni Unite, sulla situazione e le prospettive economiche del mondo. Secondo quanto riferisce l’agenzia AsiaNews, per i Paesi in via di sviluppo è prevista una timida crescita. Il declino, infatti, colpirà soprattutto i Paesi sviluppati: Stati Uniti, Europa occidentale e Giappone. Molteplici, le cause della recessione. In primo luogo, la crisi dei mutui sub-prime e il crollo dei prezzi immobiliari. Poi, il continuo deprezzamento del dollaro, l’aumento dei prezzi di petrolio e delle materie prime. Se gli Stati Uniti non riusciranno a superare la crisi – si legge nel Rapporto – toccherà alle economie emergenti, prima fra tutti l’Asia orientale, a trainare l’economia mondiale. (B.B.)
Denuncia di Medici Senza Frontiere sul dramma umanitario in un campo profughi del Kenya
◊ Sgombero forzato degli sfollati che vivono nel campo di Endebess nel Kenya occidentale. È quanto denunciano gli operatori di Medici Senza Frontiere. “Siamo consapevoli dell'importanza del ritorno di coloro che sono fuggiti durante le violenze successive alle ultime elezioni - dichiara Rémi Vettore, capo missione di MSF in Kenya -, ma siamo altresì convinti che questo passaggio debba avvenire senza costrizioni e debba essere pianificato. Non è certamente questo il caso di Endebess". Nell'ultima settimana, si legge nel comunicato stampa diffuso da MSF, circa l'80 per cento della popolazione del campo, che contava novemila persone, ha lasciato questo luogo. Alcuni sfollati hanno lasciato il campo dopo le promesse del governo di ottenere protezione, rifugio, cibo e denaro. Altri sono invece andati via sotto la minaccia della violenza. Nel campo restano ancora 1200 persone. In molti hanno dichiarato di essere stati intimiditi al fine di lasciare il campo e che ora sono in attesa di ricevere assistenza da parte del governo. (V.V.)
La Caritas italiana affronta il tema della sicurezza con il ministro degli Interni Maroni
◊ "Risolvere questioni, non inasprirle", sempre nel rispetto dei diritti fondamentali della persona. E’ quanto una delegazione di Caritas Italiana, guidata dal direttore, mons. Vittorio Nozza, ha chiesto ieri pomeriggio al ministro italiano degli Interni Roberto Maroni, durante un colloquio sollecitato dal Viminale, sul tema della sicurezza. Questione centrale, l'ipotesi di introdurre in Italia il reato di clandestinità a cui la Caritas si è detta fortemente contraria e che nel corso di una successiva riunione a Palazzo Chigi il governo ha cancellato dal cosiddetto "pacchetto sicurezza", anche perchè in contrasto con la normativa europea. La Caritas, riferisce l’agenzia Sir, ha contestato inoltre la previsione di allungare il periodo di trattenimento nei "Centri di permanenza temporanea" fino a 18 mesi e ha espresso preoccupazione per l'eventuale revisione, in senso restrittivo, dell’istituto del ricongiungimento familiare, che oltre a essere "illegittimo" perché in contrasto con le direttive europee, crea "ostacoli al corretto inserimento degli immigrati, che fa perno proprio sulla famiglia". Avvertita come urgente invece l’esigenza di non inasprire ulteriormente il clima intorno al problema sicurezza, "altrimenti il rischio è quello di una deriva incontrollata, soprattutto verso alcune nazionalità. A questo proposito l’immagine restituita dai media circa la realtà dei romeni e dei rom in Italia è pesantemente fuorviante". La Caritas ha chiesto al ministro che, dal canto suo, ha ribadito l’intenzione di conciliare accoglienza e sicurezza, lo sviluppo di forme di concertazione tra istituzioni, servizi, soggetti sociali e reti territoriali, perché "pensare di affidare al solo intervento repressivo la lotta ai fenomeni di degrado è una semplificazione assolutamente irrealistica". Infine la richiesta di investire nell’educazione e nella promozione della "responsabilità diffusa" attraverso la scuola, l’associazionismo, le comunità cristiane, le famiglie, le realtà culturali, le istituzioni pubbliche. (S.G.)
La riflessione dei gesuiti spagnoli sul fenomeno delle migrazioni
◊ I gesuiti di Spagna hanno approvato un piano generale di studio e lavoro sociale sul fenomeno delle migrazioni. Sono circa 4,4 milioni gli immigrati che oggi vivono in Spagna. La maggior parte loro, circa il 75%, provengono da Paesi a sud della Spagna. La stragrande maggioranza vengono in cerca di lavoro e costituiscono una mano d’opera ritenuta ancora necessaria per lo sviluppo socio-economico spagnolo. Secondo alcune previsioni, anche se si verificasse una situazione di crisi economica, sarebbero necessari da qui all’anno 2020, altri 157 mila lavoratori immigrati. E’ importante, inoltre, il contributo di questi lavoratori al sistema della previdenza sociale nazionale. Per fare fronte ad una questione cosí ampia e complessa, i gesuiti spagnoli hanno deciso organizzarsi e coordinarsi creando una rete tra i diversi centri di attivitá sociale distribuiti nel Paese. Il programma è stato presentato recentemente a Madrid e sono previsti altri appuntamenti regionali con i mezzi di comunicazione sociale. Partecipano a questa rete non solo i gesuiti e i movimenti laicali a loro connessi, ma anche altri istituti e associazioni. Il fenomeno delle migrazioni è affrontato non solo con attività a carattere pastorale ma anche con studi e ricerche di tipo teorico-dottrinale a livello universitario. In occasione della conferenza stampa di presentazione è stato distribuido un libretto a carattere pratico e di divulgazione nel quale vengono affrontate quattordici questioni-obiezioni scelte tra gli interrogativi più frequenti riguardo al fenomeno delle migrazioni. (Dalla Spagna: Ignacio Arregui)
In Irlanda il cardinale Brady ribadisce il no alle unioni civili di omosessuali e conviventi
◊ Il cardinale Primate d'IrlandaSean Brady ha avvertito che qualsiasi piano per concedere a omosessuali e a coppie che coabitano gli stessi vantaggi di chi si sposa, rappresenta un attacco all'istituzione del matrimonio. Nella Repubblica irlandese coppie omosessuali o che coabitano non hanno diritti, ma il governo ha promesso di introdurre una legislazione che riconosca loro alcuni diritti entro quest'anno. Secondo il cardinale - riferisce l'Agenzia Sir - lo Stato dovrebbe legiferare a favore del matrimonio. "Concedere gli stessi diritti o diritti molto simili ad altri tipi di rapporti, vuol dire indebolire questo blocco di costruzione essenziale della nostra società, erodere ulteriormente i valori che tengono la società insieme e contraddire in modo diretto la volontà rivelata di Dio", ha scritto il cardinale Brady in quello che viene ritenuto il messaggio più accorato a sostegno della famiglia rilasciato fino ad oggi dalla gerarchia irlandese. "La famiglia - continua il cardinale - ha diritti naturali e inviolabili. I governi hanno il dovere di legiferare a favore di famiglie forti costruite su un matrimonio tra un uomo e una donna. Niente può sostituire il matrimonio e la famiglia come unità fondamentale della società". La nuova legge sulle unioni civili, il cosiddetto "Domestic Partnerships Bill" garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali in caso di morte di uno dei due partner e ha generato divisioni e dibattiti nel parlamento irlandese. La legge viene contrastata da alcuni membri del partito Fianna Fail, il partito di maggioranza, al governo in questo momento nel Paese. In Irlanda, secondo un censimento del 2006, l'11,6% di tutte le famiglie coabitano anziché essere sposate. (A.M.)
Messico: in occasione della "Giornata dell'insegnante" i vescovi riflettono sul sistema educativo del Paese
◊ Perché si attui una vera riforma educativa, occorre concedere incentivi agli insegnanti migliori e non seguire criteri politici e partitici di corto respiro. Questo in sintesi il messaggio dell’episcopato messicano in occasione della Giornata dell’insegnante. In un comunicato firmato dal segretario generale, mons. José Leopoldo González, i vescovi sottolineano l’insostituibile contributo degli insegnanti “alla formazione delle future generazioni e, quindi, al progresso del nostro Paese”. Nelle scuole, si legge ancora, i bambini e i giovani “imparano a socializzare e a sviluppare le proprie capacità”, anche se i vescovi non mancano di segnalare le insufficienze del sistema educativo messicano come la scarsità dei fondi, l’abbandono scolastico e la mancanza di qualità. “La qualità dell’educazione – affermano – è forse il problema più serio che ci troviamo ad affrontare. Così come ‘andare a scuola’ non significa ‘apprendere’, ‘avere un titolo’ non garantisce competenza professionale”. Per questo, di fronte alla proposta di riforma dell’istruzione, attualmente in discussione nel Paese, “la Chiesa auspica fortemente che tutte le voci siano ascoltate, a cominciare da quella degli insegnanti che è la più importante”. L’episcopato rileva poi “a partire dalla nostra esperienza nella pastorale educativa e dall’analisi dalla nostra realtà”, che è necessario incentivare la crescita professionale e morale del corpo docente “per superare i problemi dell’istruzione in Messico”. Ed è necessaria anche una costante valutazione del lavoro degli insegnanti. Infine la Conferenza Episcopale Messicana esorta a garantire la presenza dei docenti migliori nei posti chiave della scuola e invita tutta la società messicana, gli insegnanti, le famiglie e i mezzi di comunicazione a “partecipare attivamente al conseguimento degli obiettivi comuni” in favore dell’educazione dei messicani. (S.G.)
I vescovi coreani celebrano la terza settimana per l’educazione cattolica
◊ L’educazione cattolica al centro dei lavori della Conferenza Episcopale coreana. Mons. Matthias Ri Iong-hoon, vescovo ausiliare di Suwon e direttore della Commissione per l’educazione della Conferenza Episcopale, ha inviato un messaggio intitolato “Gesù Cristo, educatore di tutta la persona”. La lettera è stata scritta in occasione della terza settimana per l’educazione cattolica, che si celebra a partire da lunedì prossimo. Nel messaggio, riportato dall’agenzia Fides, il vescovo spiega che “seguendo Gesù Cristo educatore di tutto l’uomo, la Chiesa vuole aiutare gli adolescenti a crescere integralmente”. Mons. Ri Iong-hoon ha, inoltre, raccomandato quattro misure particolari: innanzitutto gli adolescenti debbono dedicarsi con impegno allo studio per migliorare la propria personalità. Poi, spetta ai genitori favorire la crescita dei figli attraverso un dialogo proficuo con loro. In terzo luogo devono trattare gli adolescenti come persone indipendenti e responsabili. Infine un compito per la Chiesa: collaborare in conformità allo spirito della Carta dell’Educazione Cattolica Coreana approvata nell’autunno del 2006. La Conferenza episcopale coreana ha anche organizzato nella cattedrale di Seul un seminario dal titolo “Realtà e moralità nella società coreana con gli occhi della pace”. I lavori hanno preso spunto dal messaggio inviato dal Pontefice in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 2008: “La famiglia umana comunità di pace”. Mons. Boniface Choi Ki-san, vescovo di Incheon, presidente della Commissione, ha detto che “per il Santo Padre l’umanità può vivere in pace solo se tutti i suoi membri abbandonano ogni individualismo e si sottomettono a un sentire comune”. (V.V.)
L’arcivescovo di Algeri invita musulmani e cristiani al dialogo
◊ “Colui che vuol fare l’opera di Dio deve servire la pace. Non vi è presenza di Dio laddove si suscita divisione e odio”: sono le parole pronunciate durante l’omelia nella domenica di Pentecoste, dall’arcivescovo di Algeri Henri Teissier. Un’omelia all’insegna della pace e della fraternità, che ha potuto essere ascoltata in tutto il Paese sulle frequenze della radio pubblica francofona. “Troppo spesso – ha detto mons. Teissier – crediamo che la fede e la fedeltà alla fede dipendano dalle nostre forze, dal vigore delle nostre convinzioni o dalla coerenza dei nostri ragionamenti. È una concezione errata della religione”. “La religione certamente ci porta a Dio – ha aggiunto – ma è la religione stessa che proviene da Dio. Essa è in noi, un dono di Dio. È ciò che chiamiamo grazia”. In queste parole, è chiaro il riferimento agli ultimi avvenimenti che hanno visto contrapporsi responsabili musulmani e cristiani. L’ultimo episodio, che ha toccato da vicino al comunità cattolica, risale allo scorso febbraio: padre Pierre Wallez fu condannato ad un anno di prigione, perché avrebbe pregato con un gruppo di cristiani del Camerun in un luogo non autorizzato dal governo. Con questa sentenza, padre Pierre Wallez è divenuta la prima vittima della legge, approvata nel marzo 2006, sull’esercizio delle pratiche di culto non musulmano nel Paese nordafricano. (B.B.)
Francia: eletta la prima donna a capo dell’Amitié judéo-chrétienne
◊ Una donna protestante alla guida dell’Amitié judéo-chrétienne de France (AJCF). Si tratta di Florence Taubmann, di cinquantuno anni, pastore della Chiesa riformata di Francia (ERF), che è stata eletta presidente alcuni giorni fa, succedendo a Paul Thibaud. È la prima volta che l’AJCF, organismo fondato nel 1948 da Jules Isaac ed Edmond Fleg per promuovere la conoscenza, la comprensione, il rispetto e l’amicizia tra ebrei e cristiani, ha a capo sia una donna sia un protestante. Cresciuta in una famiglia cattolica, Florence Taubmann ha dichiarato di aver abbracciato il protestantesimo “per un’evoluzione spirituale personale coincidente con la vocazione al ministero pastorale”. Ha compiuto numerose esperienze di dialogo interreligioso soprattutto a Versailles dove è stata coordinatrice di un apprezzato spazio di incontro e riflessione, il “Centre 8”. L’Amitié judéo-chrétienne de France, è stata creata dallo storico Jules Isaac, insieme all’amico poeta Edmondo Fleg, subito dopo la scoperta della morte della moglie e della figlia ad Auschwitz. (V.V.)
I vescovi europei chiedono di ridurre le aliquote Iva per le famiglie e per il patrimonio culturale
◊ Aliquote Iva ridotte per le famiglie e per i beni del patrimonio culturale. E’ quanto ha chiesto la Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, in una recente consultazione della Commissione europea in vista delle revisione della legge sulla riduzione dei tassi Iva. “Di fronte ai cambiamenti demografici che l'Europa deve affrontare – afferma la Comece in una nota ripresa dall'Agenzia Sir – è importante promuovere misure fiscali che facilitino la vita delle famiglie, specialmente quelle che desiderano più figli”. Da questo punto di vista, il riesame da parte della Commissione europea delle riduzioni delle aliquote Iva, “potrebbe essere uno strumento per migliorare le condizioni delle famiglie”. La Comece suggerisce, inoltre, di includere nelle aliquote Iva ridotte: “beni di consumo come pannolini per bambini (e non solo per neonati), prodotti per la cura dei bambini, seggiolini per auto, servizi legati alla costruzione di infrastrutture per la protezione dei più piccoli e di alloggi sociali”. Dalla Comece è giunto anche un sì alla proposta della Commissione europea di dare agli Stati membri la possibilità di ridurre l'aliquota Iva per la ristrutturazione delle chiese ed altri luoghi di culto, ritenendoli patrimonio culturale. A riguardo la Comece ha suggerito di estendere tale riduzione anche al restauro, alla conservazione degli oggetti di culto. (A.M.)
A dieci anni dal Sinodo dei vescovi, la Chiesa dell’Oceania prosegue il suo cammino di evangelizzazione
◊ Ricorre quest'anno il decimo anniversario della prima Assemblea Speciale per l’Oceania del Sinodo dei vescovi, celebrata dal 22 novembre al 12 dicembre 1998. A febbraio il Consiglio speciale per l'Oceania si è nuovamente riunito e, tra le altre materie, ha discusso della Giornata Mondiale delle Gioventù di Sydney. L’Assemblea Sinodale svoltasi nel 1998, in preparazione al Grande Giubileo del 2000, è stata un momento di confronto e di unità per la Chiesa in Oceania. Gli 80 Vescovi del continente riuniti a Roma hanno testimoniato le difficoltà e le speranze delle popolazioni disseminate sul pianeta. Il problema dell'inculturazione del Vangelo rimane ancora oggi la sfida principale in un contesto di emarginazione ed ignoranza, terreno ideale per la proliferazione delle sètte. Nei paesi più sviluppati, cresciuti sul modello occidentale, come l'Australia e la Nuova Zelanda, il problema è invece la secolarizzazione e la difficoltà per i cattolici di entrare nel dibattito pubblico. Nella riunione, lo scorso febbraio, del Consiglio speciale per l'Oceania della Segreteria generale del Sinodo, è stato rilevato l'impegno su alcune priorità come i diritti umani, la bioetica, la famiglia, l’ecologia, il relativismo, il dialogo ecumenico ed interreligioso. Inoltre sta suscitando grande aspettativa, riferisce l’agenzia Fides, la GMG di Sydney, che a luglio vedrà la partecipazione di oltre 200 mila giovani da tutto il mondo. (V.V.)
“Se mi sbaglio mi corrigerete”: la famosa frase di Giovanni Paolo II diventa il titolo di un libro
◊ “Se mi sbaglio mi corrigerete”: la famosa frase che Giovanni Paolo II pronunciò appena eletto, rivolgendosi ai fedeli raccolti in piazza San Pietro il 16 ottobre 1978, è ora il titolo di un libro. Scritto da Elisabetta Lo Iacono ed edito da OCD, il volume ripercorre i 26 anni di pontificato di Papa Wojtyla analizzandone in particolare l’aspetto comunicativo. Il ruolo che Giovanni Paolo II individuava nei media si evince anche dai numerosi incontri organizzati con i giornalisti: appena pochi giorni dopo l’elezione al soglio pontificio, ne incontrò circa 700. Segno, questo, anche di una volontà di confrontarsi apertamente con l’opinione pubblica. Come riferisce l’agenzia Fides, nella prefazione l’autrice definisce il Papa un “fenomeno mediatico, perennemente oggetto di attenzione, capace di attrarre gli occhi del mondo”. Papa Wojtyla, infatti, è entrato nel mondo moderno ed ha testimoniato il suo messaggio, attraverso l’utilizzo dei mass media. L’ultimo segnale di questa testimonianza è la folla - circa quattro milioni - che ha reso l’ultimo saluto alla sua salma. (B.B.)
Presentata la nuova edizione del libro di mons. Luigi Giussani “Si può vivere così?"
◊ “Si può vivere così? Uno strano approccio all’esistenza cristiana” è il titolo della nuova edizione del libro di mons. Luigi Giussani, fondatore del movimento Comunione e Liberazione (CL). Già editato nel 1994, viene oggi pubblicata la seconda edizione. Il volume si compone dei dialoghi svoltisi durante gli incontri tra mons. Giussani ed i membri dell’associazione ecclesiale Memore Domini: un gruppo di circa 100 giovani, decisi ad impegnare la propria vita in una dedizione totale a Dio, che vivono la vocazione nell’ambiente in cui si trovano. Obbedienza, speranza, povertà, letizia, fiducia e carità sono i sentimenti che hanno mosso questi giovani verso la scelta radicale. “Per questo percorso di pienezza è ragionevole dare tutta la vita a Dio, – afferma l’agenzia Fides, riportando le parole di don Giussani alla fine del libro – è ragionevole il sacrificio della scelta fatta: la vita dell’io consiste nell’affermare un Altro”. Il libro è stato tradotto in sette lingue e sono oltre 150 le presentazioni che si stanno svolgendo in Italia e nel mondo. Quest’anno il libro è divenuto il testo di riferimento della catechesi del Movimento. (B.B)
Terremoto in Cina. Si continua a scavare tra le macerie: oltre 30 persone salvate nelle ultime ore
◊ Cresce ancora il bilancio del terremoto che ha colpito la Cina lunedì scorso. Sono quasi 29 mila le vittime nella sola provincia del Sichuan, la più devastata dal sisma, dove si sono verificate altre scosse di assestamento. Intanto, duemila persone hanno lasciato la zona di Beichuan, nella parte sud-occidentale del Paese, per il timore dello straripamento di un lago che potrebbe travolgere ogni cosa. E’ lotta contro il tempo nella ricerca dei sopravvissuti: stamani, i soccorritori hanno salvato un turista tedesco, nella contea di Wenchuan, che era rimasto sotto le macerie per 114 ore. Ieri, altre 33 persone erano state estratte vive nel distretto di Beichuan.
Myanmar-ciclone-politica
Devastazione anche in Myanmar dove il ciclone Nargis ha provocato oltre 77 mila vittime e circa 56 mila dispersi. Sono molte le difficoltà poste dalla Giunta militare nella distribuzione degli aiuti, un atteggiamento definito dal premier britannico Brown “inumano”. Intanto, il regime ha autorizzato oggi, per la prima volta, la visita di diplomatici di stanza a Rangoon verso le zone del delta dell’Irrawaddy. A livello politico, l’opposizione ha respinto il risultato del referendum costituzionale del 10 maggio scorso nel quale, secondo i militari, più del 92 per cento della popolazione avrebbe approvato la nuova costituzione.
Medio Oriente-Bush
Prosegue il viaggio in Medio Oriente del presidente americano, George W. Bush. Oggi è atteso in Egitto dopo la tappa in Arabia Saudita, nella quale sono stati siglati importanti accordi economici. A Sharm el-Sheikh, parteciperà al World Economic Forum e incontrerà il presidente palestinese, Abu Mazen. Mentre, in Egitto, si terrà lunedì prossimo un incontro tra le autorità del Cairo e una delegazione di Hamas per discutere di un periodo di tregua a Gaza.
Libano
Si tenta di uscire dalla crisi politica in Libano. I dirigenti della maggioranza e dell'opposizione hanno iniziato oggi a Doha, capitale del Qatar, una riunione a porte chiuse, destinata a segnare una ripresa del dialogo per far uscire il Paese dall’empasse che ha paralizzato il governo per 18 mesi e lasciato il Libano senza presidente da novembre 2007. La situazione è degenerata la scorsa settimana in un’ondata di violenza nella quale sono morte 65 persone e altre 200 sono rimaste ferite.
Pakistan-Afghanistan
E’ sano e salvo l’ambasciatore pakistano in Afghanistan, rapito lo scorso 11 febbraio nelle zone tribali del nord-ovest del Paese mentre si stava recando a Kabul. Il diplomatico era stato mostrato anche dalla rete televisiva al Arabiya in un video, nel quale diceva di essere stato sequestrato dai talebani e chiedeva ad Islamabad di evadere le richieste dei rapitori senza specificare quali fossero.
Iraq
Tappa in Iraq per la presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, arrivata a Baghdad per colloqui con il primo ministro Al Maliki e altri esponenti politici.
India-attentati
Le autorità indiane hanno arrestato un uomo sospettato di coinvolgimento negli attentati di Jaipur, costati la vita a 63 persone. Il fermato fa parte di un movimento terrorista islamico sul quale gli inquirenti avevano puntato il dito subito dopo le sanguinose azioni.
Kuwait-elezioni
Urne aperte in Kuwait per le elezioni politiche anticipate, convocate dopo lo scioglimento del parlamento in marzo. Si tratta della seconda volta in meno di due anni. Una decisione scattata per i contrasti che opponevano l'emiro, lo sceicco Sabah akl-Amad al-Sabah, ai deputati. Si potrà votare fino alle 20, le 18 in Italia. In totale, sono 274 candidati, tra i quali 27 donne, in lista per 50 seggi in Parlamento.
Repubblica Dominicana-elezioni
Il presidente uscente della Repubblica Dominicana, Leonel Fernandez, è in testa nello spoglio delle elezioni presidenziali, svoltesi ieri. A conteggio quasi ultimato, il capo di Stato uscente, ha ottenuto oltre il 53 per cento delle preferenze e verrebbe così eletto al primo turno. Tra i problemi che Fernandez dovrà affrontare, c'è quello degli haitiani che si recano in Repubblica Dominicana per cercare di migliorare la propria situazione, ma che invece si ritrovano a vivere in condizioni praticamente di schiavitù. Helene Destombes, della nostra redazione francese, ne ha parlato con padre Pierre Louis Ruquoy, della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, che segue da vicino il dramma degli haitiani:
R. - Moi j’ai qualifié la situation des haïtiens et des dominicains d’origine haïtiennes…
Ho definito la situazione degli haitiani che vivono nella Repubblica dominicana come “l’apartheid dei Caraibi”. Le grandi imprese dello zucchero fanno un grande traffico di queste persone. Le ingannano dicendo loro che andranno a vivere in un paradiso, che potranno migliorare le loro condizioni di vita. Per ottenere questo, si paga una certa somma in denaro ai trafficanti, per arrivare poi in baracche che ricordano fortemente le condizioni di vita degli schiavi.
D. - Si può parlare di una vera schiavitù moderna?
R. - On peut parler d’esclavage moderne parce que il y a des chaînes invisibles…
Si può parlare di una forma di schiavitù moderna, perché le catene sono in realtà invisibili: per venire nella Repubblica dominicana hanno dovuto pagare molto denaro, mentre non riusciranno mai a pagare il viaggio di ritorno e meno ancora il debito che hanno contratto. Per questo, sono poi costretti a rimanere nelle baracche. A questo punto, si pone anche il problema dei discendenti di questi haitiani: i figli non hanno diritto alla cittadinanza dominicana. Abbiamo allora una massa di persone apolidi che non hanno alcun diritto.
D. - Per quale ragione il governo della Repubblica Dominicana rifiuta di riconoscere la cittadinanza ai bambini nati nella Repubblica dominicana stessa?
R. - Soi-disant parce que leurs parents ou leur grands-parents ou leurs arrière grands-parents…
Apparentemente, perché i loro genitori o i loro nonni o i loro bisnonni sono arrivati nella Repubblica Dominicana da clandestini. Io sostengo invece che non sono mai arrivati in maniera illegale e che comunque e sempre c’è stata la complicità di poteri forti nel traffico di esseri umani. Ho scoperto dei “supermercati” di schiavi nelle montagne: c’erano agenti di immigrazione per ricevere queste persone e ridistribuirle nelle diverse piantagioni di canna da zucchero del Paese.
Zimbabwe-politica
Nessun rientro in Zimbabwe per il leader dell’opposizione, Tsvangirai. Fonti vicine al numero uno del Movimento per il cambiamento democratico hanno riferito che è stato sventato un piano per assassinarlo. C’è attesa per il ballottaggio presidenziale, fissato per il 27 giugno. Una data criticata da Tsvangirai che, nel primo turno svoltosi il 29 marzo, ha ottenuto il 47 per cento dei consensi. Ieri, il presidente Mugabe, per la prima volta dal voto, ha riconosciuto la sconfitta definendo l’esito delle urne “disastroso”. Sempre il 27 giugno, si terranno anche le elezioni suppletive nelle tre circoscrizioni dove non si è votato a causa della morte di alcuni dei candidati.
Italia-rifiuti
Nottata di disordini a Napoli dove oltre cento cumuli di immondizia sono stati dati alle fiamme. Sono cinquemila le tonnellate di rifiuti in città. A Castellammare di Stabia, i roghi hanno danneggiato l’illuminazione pubblica. Non sono mancati episodi di violenza nei confronti dei Vigili del fuoco, presi di mira da lanci di pietre. Intanto, sono stati rimossi i blocchi stradali improvvisati ieri, mentre il sindaco di Casoria ha minacciato di chiudere le scuole.
Italia-immigrati
Maxi-sbarco di clandestini a Lampedusa. Sono oltre 370, fra i quali 26 donne e 4 bambini, gli immigrati giunti nella notte sull’isola a bordo di un barcone partito dalla Libia. Ci sono stati momenti di paura quando l’imbarcazione, durante una manovra di attracco, ha rischiato di colpire la scogliera e urtato una motovedetta della Guardia di Finanza. Molti passeggeri si sono gettati in acqua per raggiungere la banchina. Ieri, sull’isola erano arrivate altre 70 persone. Il Centro di accoglienza di Lampedusa è al collasso: per fine maggio, è attesa la visita del ministro dell’Interno Maroni.
Corea del Nord-aiuti alimentari USA
La Corea del Nord ha salutato oggi la ripresa degli aiuti alimentari, 500 mila tonnellate l'anno, da parte degli Stati Uniti ritenendo che questa decisione promuova "la comprensione e la fiducia tra i popoli''. La distribuzione era stata sospesa nel gennaio 2006: solo ieri è stato annunciato l’accordo per riprenderla. Il mese scorso, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) aveva ventilato, in mancanza di aiuti dall'estero, la possibilità di una tragedia umanitaria.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Virginia Volpe)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 138
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