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Sommario del 11/05/2008
Chiesa universale, frutto della Pentecoste: la riflessione del Papa e il suo forte appello per il Libano, alla Messa e al Regina Caeli
◊ Spirito Santo e armonia dei carismi, responsabilità della Chiesa universale di farsi strumento di pace, dono della Riconciliazione: al centro dell’Omelia del Papa alla S. Messa nella Basilica Vaticana nella Solennità di Pentecoste. Al Regina Caeli, in piazza San Pietro, l’appello del Papa per la preoccupante situazione in Libano. Servizio di Fausta Speranza:
“Solo lo Spirito Santo, che crea unità nell’amore e nella reciproca accettazione delle diversità, può liberare l’umanità dalla costante tentazione di una volontà di potenza terrena che vuole tutto dominare e uniformare”. Così il Papa ricorda che “a Pentecoste la Chiesa viene costituita non da una volontà umana, ma dalla forza dello Spirito di Dio”. Lo definisce un “vero e proprio Battesimo di fuoco della comunità” e ci parla della “nuova famiglia” che si crea quando i discepoli riuniti con “alcune donne” e Maria, Madre di Gesù, “furono tutti pieni di Spirito Santo” e “cominciarono a parlare in altre lingue”. Una famiglia – dice il Papa –“basata non più su vincoli di sangue ma sulla fede in Cristo”. Una Chiesa nascente che ha la preghiera come “attività principale” e che “riceve la sua unità dal Signore” e che “si lascia guidare dalla sua volontà”. Benedetto XVI si sofferma su un aspetto peculiare dello Spirito: “sull’intreccio tra molteplicità e unità, dell’armonia dei diversi carismi nella comunione del medesimo Spirito. E il Papa sottolinea che “la Chiesa che nasce a Pentecoste non è una Comunità particolare ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli”:
“Da essa nasceranno poi altre Comunità in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non è pertanto una federazione di Chiese, ma un’unica realtà: la priorità ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunità che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa.”
Il Papa ricorda il disegno provvidenziale che da Gerusalemme porta a Roma:
“Roma rappresenta il mondo intero ed incarna perciò l’idea lucana della cattolicità. Si è realizzata la Chiesa universale, la Chiesa cattolica, che è il proseguimento del popolo dell’elezione e ne fa propria la storia e la missione.”
E il Papa ricorda il valore della parola “Shalom” che Gesù pronuncia due volte all’apparizione ai discepoli dopo la Risurrezione: è molto di più di un saluto – spiega Benedetto XVI – “è il dono della pace promessa”. E’ un dono che si fa per la Chiesa responsabilità: “responsabilità di essere costituzionalmente segno e strumento della pace di Dio per tutti i popoli.
“Ho cercato di farmi tramite di questo messaggio recandomi recentemente alla sede dell’O.N.U. per rivolgere la mia parola ai rappresentanti dei popoli.”
Ma il Papa aggiunge che non è solo ai grandi eventi che si deve pensare ma all’ordinaria presenza e azione della Chiesa.
E il dono della pace e dello Spirito sono il cuore del Sacramento della riconciliazione, tanto importante – dice il Papa – ma “purtroppo non sufficientemente compreso”.
“La pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza della verità, senza scendere a compromessi con la mentalità del mondo, perché il mondo non può dare la pace di Cristo: ecco come la Chiesa può essere fermento di quella riconciliazione che viene da Dio. Può esserlo solo se resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Gesù. Proprio questo testimoniano i santi e le sante di ogni tempo!”
(canto)
Dopo la Messa nella basilica Vaticana, alle 12:00, come di consueto, il Papa è affacciato dalla sua finestra su Piazza San Pietro per la preghiera mariana. E dopo la recita del Regina Caeli, il pensiero del Papa va alla preoccupante situazione in Libano:
“Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove, allo stallo dell'iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si è allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l'irreparabile.Il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole compromesso sono l’unica via che può restituire al Libano le sue istituzioni e alla popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza nel domani. Che il Libano, per l’intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilità di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini. Le diverse comunità che lo compongono – come ricordava l’Esortazione post-sinodale Una nuova speranza per il Libano (cfr n. 1) – sono al tempo stesso “una ricchezza, un’originalità ed una difficoltà. Ma far vivere il Libano è un compito comune di tutti i suoi abitanti”. Con Maria, Vergine in preghiera a Pentecoste, chiediamo all’Onnipotente un’abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell’unità e della concordia, che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione.”
Inoltre, anche alla recita del Regina Caeli il Papa incentra la sua riflessione sulla Pentecoste, ricordando l’antica festa ebraica in cui si faceva memoria dell’Alleanza stretta da Dio col suo popolo al monte Sinai, diventata anche festa cristiana proprio per quanto avvenne in tale ricorrenza, 50 giorni dopo la Pasqua di Gesù. “Tutta la missione di Gesù era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli nel suo ‘lavacro’ di rigenerazione”, afferma aggiungendo:
“Allora lo Spirito di Dio è stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di purificare ogni cuore, di spegnere l’incendio del male e di accendere nel mondo il fuoco dell’amore divino.”
“La Pentecoste è perciò, in modo speciale, il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare dalle strade di Gerusalemme”: lo ribadisce il Papa spiegando che “in questo battesimo di Spirito Santo sono inseparabili la dimensione personale e quella comunitaria, l’io del discepolo e il noi della Chiesa”. Lo Spirito consacra la persona e la rende partecipe della missione di testimoniare il suo amore, attraverso i Sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo e la Confermazione.
“Nel mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù 2008, ho proposto ai giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l’importanza di questi Sacramenti. Oggi vorrei estendere l’invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale.”
Tra i saluti in varie lingue, si è rivolto così al gruppo di “Ragazzi per l’Unità” del Movimento dei Focolari, provenienti da molti Paesi dei cinque continenti:
“Cari ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo la vostra “corsa per l’unità.”
Un cordiale saluto anche a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di San Martino Gusnago che hanno ricevuto la Cresima, al gruppo dell’Associazione Nazionale Emodializzati e agli alunni della Scuola “Maria Ausiliatrice” di Catania. A tutti auguro una buona domenica di Pentecoste. In polacco, un pensiero alla tradizionale processione e la Santa Messa in onore di Santo Stanislao, testimone di una fede salda e intrepida.
La Solennità di Pentecoste nelle parole del teologo mons. Bruno Forte
◊ Della Solennità di Pentecoste, celebrata oggi dalla Chiesa, ci parla, nell’intervista di Isabella Piro, mons. Bruno Forte, teologo e arcivescovo dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto:
R. – “Gesù apparve loro – dice il capitolo I degli Atti, versetto 3 – vivente”. Ma questa presenza “vivente” di Gesù è garantita in realtà dallo Spirito Santo. Il Signore lo ha promesso e, dunque, la domanda cui il dono dello Spirito risponde è chi renderà presente tra noi il Signore Gesù. La risposta è appunto: lo Spirito Santo. Come nella Trinità egli è il vincolo che unisce l’eterno amante, il Padre, e l’eterno amato, il Figlio. Così nella storia Egli è il vincolo che unisce la comunità dei discepoli, la Chiesa, al Signore Gesù vivente, e rende Gesù presente in mezzo a loro, nel loro cuore.
D. – La Chiesa è Santa “non per i suoi meriti, ma perché è animata dallo Spirito Santo”, ha detto il Papa a proposito della Pentecoste. Quale riflessione scaturisce da questa affermazione?
R. - C’è una duplice forma della santità nella Chiesa: la santità della Chiesa e la santità nella Chiesa. Una santità oggettiva è la santità della Chiesa, che è appunto quella garantita dallo Spirito Santo, quella per la quale la Chiesa, nonostante i limiti di chi ne fa parte, trasmette attraverso la Parola di Dio i sacramenti, la santità di Dio, il dono della sua vita. C’è poi quella che chiamiamo santità nella Chiesa, santità soggettiva di ciascuno, che è appunto la fruttificazione del dono dello Spirito, quando colto nella libertà si sviluppa nella vita dei credenti. La Pentecoste celebra in un certo senso i due aspetti. Da una parte, essa è la testimonianza della santità oggettiva della Chiesa, cioè del fatto che lo Spirito le è dato come garanzia della presenza del Cristo come sorgente e forza di questa presenza. Dall’altra, il fatto che nel cuore dei discepoli c’è un continuo lavorio dello Spirito che li attrae, li conduce al Cristo e che deve essere accolto unicamente nella libertà.
D. - La prima Pentecoste avvenne mentre la Madonna era presente in mezzo ai discepoli, nel Cenacolo di Gerusalemme, e pregava con loro. Il ruolo di Maria è dunque fondamentale…
R. – Maria è la creatura dello Spirito, la Vergine dell’ascolto che si è lasciata totalmente inondare dalla presenza dello Spirito, che vive nell’ombra dello Spirito. E’ la Madre del Verbo, la donna della Nuova Alleanza, Colei in cui la terra ed il cielo vengono ad incontrarsi nel suo Figlio Gesù.
D. – Nella quotidianità, il cuore dei fedeli come può rinnovarsi con l’aiuto dello Spirito Santo?
R. – La sensibilità a questo è andata crescendo negli ultimi decenni, anche con il Concilio Vaticano II. Il cosiddetto Rinnovamento nello Spirito è un segnale importante. La riscoperta dei carismi da parte del Vaticano II ci porta a far sperimentare sempre di più nella nostra vita noi stessi, gli altri e il dono dello Spirito. C’è, dunque, come un bisogno di uscire dalle secche di una certa rigidità di una vita spirituale, semplicemente osservante di norme o di regole, per aprirsi al soffio creativo dello Spirito, che è quello che suscita non soltanto in singole persone straordinarie, ma in ognuno di noi, i carismi secondo il dono di Dio. Vorrei riassumere questo impegno molto pratico, personalmente vivo, in tre ‘no’ e tre ‘sì’. Una Chiesa nel soffio della Pentecoste, una Chiesa del ‘no’ al disimpegno e del ‘sì’ alla corresponsabilità: nessuno deve stare alla finestra. Una Chiesa del ‘no’ alla divisione e del ‘sì’ al dialogo e alla comunione: nessuno può andarsene come un avventuriero per proprio conto. E, finalmente, una Chiesa nel soffio dello Spirito e una Chiesa del ‘no’ alla nostalgia del passato, del ‘sì’ alla perenne novità e riforma che lo Spirito suscita attraverso cammini di santità, di rinnovamento e di conversione.
D. – La Solennità di Pentecoste quest’anno cade a quasi un mese dal viaggio apostolico del Papa negli Stati Uniti e mentre già con la mente siamo alla GMG di Sydney, in Australia, che si terrà a luglio, e il cui motto è: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. Quale legame c’è tra questi due momenti del Pontificato di Benedetto XVI?
R. – Io vedo tre scenari che collegano questi eventi nella forza dello Spirito. Nel viaggio in America, specialmente nel discorso del Papa all’ONU, si sente soffiare lo Spirito che chiama la comunità dei popoli, delle nazioni, dunque il villaggio globale, a prendere coscienza delle sue responsabilità e della necessità, dell’urgenza, che in ogni forma vengano rispettati i diritti delle persone, la dignità della persona umana, che si dica ‘no’ ad ogni forma di sopraffazione e di violenza, guerra compresa, per cercare vie di dialogo, di giustizia e di pace per tutti. Un secondo scenario è quello della Chiesa. Certamente, la Giornata mondiale di Sydney sarà una fotografia bella della comunione ecclesiale, con questa rappresentanza di popoli e nazioni, di culture di tutto il mondo, in un continente che per la prima volta si apre ad un evento così straordinario. Lì ci sarà, dunque, una Pentecoste visibile e certamente questo invita tutti a riscoprire il dono della comunione di cui lo Spirito è l’anima. Infine, ed è il terzo elemento, la Giornata mondiale fa confrontare tutti noi con la sfida dei giovani, con quelli che sono il futuro del mondo. Lo Spirito certamente opera in loro e per loro. In fondo, tutto il messaggio della Giornata mondiale di Sydney, centrato sulla figura dello Spirito Santo, è un invito ai giovani a lasciarsi condurre docilmente nello Spirito sulle vie di Dio perché ognuno scopra, possa discernere e realizzare la propria vocazione, cioè il meraviglioso disegno d’amore che Dio ha per ciascuno di questi ragazzi.
Libano: calma ricca di tensione a Beirut dopo lo schieramento dell'esercito nelle strade della capitale
◊ In un Libano sull’orlo della guerra civile, per il quale il Santo Padre ha lanciato un forte appello stamane, dopo quattro giorni di aspri combattimenti tra gli sciiti di Hezbollah e le fazioni sunnite filogovernative, che hanno provocato almeno 40 morti, l’esercito ha riportato la calma schierandosi tra le parti. A Beirut le strade pattugliate sono al momento deserte. Una calma apparente sembra essere tornata anche nella città di Tripoli, dopo gli scontri di questa mattina che hanno causato una vittima. Il momentaneo ritiro dei miliziani è frutto di un compromesso che consente a Hezbollah di mantenere la rete di telecomunicazioni privata, che il governo aveva provato a bandire, scatenando la dura reazione del movimento sciita. Su questa pericolosa frattura tra governo ed Hezbollah ascoltiamo, al microfono di Luca Collodi, padre Samir Khalil Samir, docente di Islamologia presso l’Università Saint Joseph di Beirut:
R. - Hezbollah dice: voi non potete toccare questo. In realtà, senza dirlo apertamente, si tratta di uno Stato dentro lo Stato. Il governo ha detto: si sta creando una nazione dentro la nazione, con un circuito privato, non controllabile. Che Hezbollah abbia potuto vincere militarmente sul terreno, prendere Beirut, prendere altre zone, vuol dire che erano preparati a questo, aspettavano solo l’occasione!
D. – Padre Samir: Israele da un lato, Siria e Iran dall’altro, si stanno limitando soltanto a guardare, secondo lei?
R. – A guardare, no: non solo. Qui, in Libano, si dice che dietro Hezbollah ci sia l’Iran. Questo, nessuno lo mette in questione. Fornisce soldi e armamenti. Anche la Siria sta dalla parte di Hezbollah perché Hezbollah va contro il governo libanese che ha buttato fuori la Siria. Dunque, la Siria sta con Hezbollah.
D. – Padre Samir, ci parli del ruolo della Chiesa:
R. – Chiediamoci che cosa possa fare la Chiesa. La prima considerazione è che questo confronto non è tra cristiani da una parte e musulmani dall’altra. E’ un conflitto ideologico, di interessi socio-economici, eccetera. La Chiesa, purtroppo, ha perso un’occasione in questi due anni perché i cristiani sono divisi. Questa è, secondo me, la cosa più grave: non siamo riusciti a trovare una strada ragionevole e giuridica. Ma la cosa più importante, secondo me, è che i cristiani non sono coinvolti militarmente e non sono per una soluzione di forza.
Essere gioiosi e autentici testimoni della fede: l’augurio del Papa ai 200 universitari che ieri sera a Roma hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione nella Veglia di Pentecoste
◊ Riscoprire la bellezza del Sacramento della Confermazione e trovare in esso il valore per una giusta crescita spirituale. E’ il messaggio che Benedetto XVI ha voluto inviare ai quasi 200 giovani universitari, che ieri sera presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma, durante la veglia di Pentecoste, hanno ricevuto la Cresima. Tema della Veglia, presieduta dal cardinal Vicario Camillo Ruini e organizzata dall’ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, è stato “Avrete Forza dallo Spirito Santo”. Il servizio di Marina Tomarro:
“Lo Spirito Santo è Dio Padre che si rivela attraverso Suo Figlio e che entra in noi e che ci eleva ad una dimensione non più umana ma divina. L’uomo attraverso i doni dello Spirito viene divinizzato e trova in esso la forza di testimoniare Cristo” Con queste parole il cardinale Camillo Ruini, durante la veglia di Pentecoste, ha invitato i quasi duecento universitari cresimandi ad essere missionari del Vangelo sempre e dovunque nel mondo. Padre Mauro Oliva, cappellano presso l’Università di Roma Tor Vergata e guida nel cammino della Confermazione di un gruppo di studenti presenti alla cerimonia:
“Per i ragazzi, diventare testimoni di Cristo diventerà sicuramente il privilegio più alto. Sapendo che Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre potranno portare con sé e donare agli altri dei valori che possono animare il senso e il significato della vita di altri giovani per sempre, per tutta la vita”.
E il cardinal Vicario ha spiegato ai ragazzi che lo Spirito Santo è soprattutto puro amore che ci rende capaci di amare con il cuore sincero, e di divenire portatori gioiosi di fiducia e salvezza che è insita in chiunque crede in Dio. Ma in che modo questi ragazzi cercheranno di essere testimoni dell’amore dello Spirito Santo? Ascoltiamo i commenti di alcuni cresimandi:
R. – Confrontandomi anche con i miei colleghi universitari, nel senso di portare la Parola del Signore anche tra chi in questi tempi è un po’ vacillante: in qualche modo rafforzarla, cercare di farmi portavoce in prima persona delle opere del Signore.
R. – Cercherò di essere testimone ogni giorno, in ogni cosa che faccio, dando un esempio a tutte le persone che mi stanno vicine e cercando sempre di svolgere ogni cosa che faccio con il buon senso, con valori buoni.
R. – Ricevo lo Spirito Santo in modo che Egli ci infonda fortezza: per noi che frequentiamo l’università è qualcosa di molto importante. Soprattutto per l’intelletto: è difficile affrontare gli studi: qui siamo tutti universitari, lo sappiamo. Per questo lo Spirito Santo ci è di grande aiuto. Soprattutto, ci donerà la forza di trasmettere questa coscienza cristiana, i valori cristiani anche ai nostri compagni e in generale, a tutta la nostra comunità all’università.
Run4 Unity, in corsa per l'unità: conclusa ieri a Roma la staffetta sportiva dei giovani del Movimento dei Focolari
◊ “L’unità non è un’utopia, per costruirla bisogna amare tutti”. Questo messaggio del 2000 di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ha chiuso ieri sera la manifestazione organizzata a Piazza Navona dai Ragazzi per l’Unità, i giovani del Movimento. Stamane al Regina Caeli il saluto del Papa ai partecipanti. Run4 Unity la seconda edizione della staffetta sportiva mondiale che i protagonisti, oltre 100 mila da 87 Paesi, hanno corso, a tutte le latitudini, passandosi il testimone nell’arco di 24 ore e le cui immagini sono giunte via satellite in diretta al pubblico romano. A seguirla per noi, Gabriella Ceraso:
(canti)
Si sono salutati lasciando i duemila ragazzi di Piazza Navona ad una coreografia di ricami di luce, simbolo di un amore che nasce dal Vangelo e che rischiara le notti personali e del mondo. Sono i Ragazzi per l’Unità che in una giornata di festa hanno fatto vedere come nel mondo vivono esempi d’amore scambievole. Ciò significa dialogo tra le religioni a Gerusalemme, risparmio per donare ai bisognosi in Pakistan, come racconta Ahron:
(parole in pakistani)
“Abbiamo fondato una banca, ci mettiamo i risparmi comuni e aiutiamo i ragazzi che non possono studiare o quelli che hanno i genitori malati. Abbiamo elaborato un manuale della pace diffuso tra duemila ragazzi di diverse religioni: amare per primi, amare il nemico. Questo diciamo alla gente”.
La staffetta sportiva, partita dalle Isole Fiji, è arrivata durante la notte a Vancouver, coprendo tutto il pianeta, di fuso in fuso, passando il testimone per dire che la cultura della comunione può veramente cambiare il mondo. I ragazzi hanno corso nei luoghi-simbolo di pace: Reykjiavik, San Francisco, Wellington ma anche nei punti caldi della terra, dove ci sono quartieri in lotta, zone di guerra: Libano, Ecuador, Kenya. Tamara viene dalla Giordania, ma incontra ogni giorno i profughi iracheni cui insegna le lingue:
“Nei nostri territori – Iraq, Libano, Terra Santa – ci sono tantissimi problemi e tante volte ci fanno, forse, disperare. Noi lavoriamo ma il male sta andando avanti ... Noi crediamo che se viviamo proprio il Vangelo ogni attimo, noi possiamo cambiare queste realtà!”.
Run4 Unity è anche l’expo del progetto “Coloriamo la città”: i ragazzi lo rilanciano dopo tre anni di lavori; significa rimboccarsi le maniche laddove si gioca la sfida della convivenza umana, portando amore nei luoghi di povertà, di solitudine e di sofferenza: a Malaga, un centro per handicappati; nelle carceri in Cameroun le visite; le merende ai bambini delle favelas brasiliane. E a Roma, l’appuntamento è con i pazienti del Policlinico Gemelli. Come racconta Tecla, 18 anni:
“Il rapporto che stabiliamo è un rapporto di amicizia e vediamo che magari un momento di dolore, anche la sofferenza fisica, si trasformano in un messaggio di amore e di gioia”.
Alla base di tutto, l’impegno preso e rinnovato, in serata, all’invito di Chiara Lubich apparsa in video: “Amate tutti!”.
Dopo 13 anni, incontra in Italia la sua benefattrice: la storia di padre Paul Gitonga, giovane sacerdote keniano
◊ Una storia di condivisione in cui l’amore ha davvero vinto le distanze: Paul Gitonga è un giovane sacerdote keniano di 30 anni. A Roma da alcuni mesi, tornerà presto in Africa per servire i fedeli e la Chiesa della Repubblica Democratica del Congo. Se oggi padre Paul è un testimone di speranza lo deve anche alla signora Crocina Giarocco, di Ventimiglia, che attraverso l’OPAM - l’Opera per la promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ha sostenuto le spese per i suoi studi in seminario. Intervistato da Alessandro Gisotti, padre Paul Gitonga racconta la sua straordinaria esperienza:
(musica)
R. - La mia vocazione è nata quando avevo 15 anni. Io facevo il chierichetto durante la Messa. Facevo sempre questo servizio che mi piaceva molto. Come ogni ragazzo avevo veramente tanti sogni per la mia vita e grazie ai miei genitori “ho conosciuto la fede”. Quando sono entrato in seminario, a quel tempo non potevamo pagare per frequentarlo. Mi ricordo che allora il rettore ci diceva che ricevevamo un aiuto da alcuni benefattori e pregavamo sempre per loro. Sapevo però che c’era un benefattore che pagava per me personalmente.
D. – Poi, però, c’è stato un incontro importante in Italia proprio con il benefattore, anzi con la benefattrice...
R. – Dopo essere stato ordinato, sono stato mandato in Congo per lavorare. In quel periodo, il rettore mi ha fatto sapere chi mi aveva sostenuto, dicendomi che c’era una benefattrice che mi aveva aiutato quando ero in seminario. Dopo tre anni mi hanno mandato qui in Italia per fare un corso di preparazione affinché potessi rientrare in Congo, a Kinshasa, come formatore. Quando sono arrivato qui in Italia, dopo due mesi, ho imparato un po’ d’italiano, ho deciso di scrivere alla mia benefattrice, affinché potessi mettermi in contatto con lei ed anche incontrarla, così mi ha invitato ad andare da lei a Ventimiglia.
D. – Dunque una speranza che è stata donata… adesso viene ridonata, andando appunto a Kinshasa...
R. – Esattamente. Io vorrei sottolineare che la mia esperienza con “madre” Crocina attraverso l’OPAM, è un’esperienza che noi possiamo considerare una condivisione della fede, una condivisione dell’amore di Dio. La comunità cristiana d’Italia ha ricevuto questa fede, quest’amore ed ha detto: “Noi non possiamo rimanere come prima, noi dobbiamo anche condividere quest’amore, questa fede con gli altri”. Ed io posso dire che sono testimone di questa condivisione, di questa esperienza della generosità che voi avete dato all’Africa.
(musica)
Appello della Caritas italiana per le vittime del ciclone Nargis nel Myanmar. La Chiesa locale costituisce un comitato per gestire l’emergenza
◊ La Caritas italiana rinnova l’appello per gli aiuti alla popolazione colpita dal ciclone Nargis nelle regioni meridionali del Myanmar. L’alluvione ha messo in ginocchio l’intera area con una violenza “senza precedenti” – fanno sapere dall’organizzazione umanitaria – e si conta che il bilancio delle vittime, al momento di circa 100 mila morti, possa salire di ora in ora. “Le difficoltà sono enormi – raccontano - e dal punto di vista logistico sono saltate quasi tutte le linee di comunicazione, anche le strade nella zona colpita sono non percorribili e la maggior parte dell’area nel delta dell’Irrawaddy è raggiungibile solo con gli elicotteri”. Un quadro drammatico – riferisce il SIR - acuito dalla difficoltà di reperire generi di prima necessità e carburanti e dal conseguente incremento dei prezzi. “Il bisogno principale – spiegano ancora dall’organizzazione - è senza dubbio quello alimentare essendo andate distrutte gran parte delle scorte sia di cibo che di acqua potabile, il che rende, di conseguenza, anche la situazione igienico sanitaria sempre più drammatica”. Grazie al sostegno della Caritas la Chiesa locale ha costituito un comitato per far fronte all’emergenza, composto da rappresentanti delle popolazioni colpite, parrocchie, referenti locali e donatori. Nelle diocesi attraversate dal ciclone, dove gli alberi abbattuti e non ancora rimossi ostacolano i soccorsi, sarebbero circa 600 mila le famiglie colpite e circa 350 mila euro – fanno sapere dall’organizzazione – garantirebbero a queste persone la distribuzione di cibo e acqua per una settimana; aiuto per la pulizia di 150 pozzi e per la purificazione delle acque; campi sanitari e la distribuzione di candele e di materiale da cucina e per rifugi temporanei. Per sostenere le vittime del ciclone la CEI ha donato due milioni di euro. (C.D.L.)
A Rocca di Papa, vicino Roma, otre 100 vescovi partecipano dal 15 al 17 maggio al seminario di studio sui movimenti ecclesiali. In chiusura l’incontro con il Santo Padre
◊ Una “riflessione sui movimenti ecclesiali e le nuove comunità come dono dello Spirito Santo per la Chiesa del nostro tempo”. Questo vuole essere il seminario di studio sui movimenti ecclesiali che a Rocca di Papa, a sud di Roma, dal 15 al 17 maggio, vedrà riuniti oltre 100 vescovi da 53 Paesi diversi. Lo riferisce una nota del Pontificio Consiglio per i Laici, promotore dell’iniziativa. Un evento che incontra l’invito rivolto nel 2006 dal Santo Padre Benedetto XVI ai vescovi tedeschi in visita ad Limina, ai quali – riferisce il SIR - il Pontefice chiese “di andare incontro ai movimenti con molto amore”. Esortazione che è stata scelta quale titolo del seminario, il cui scopo – si legge ancora nella nota - è quello di “approfondire il significato teologico-ecclesiale e pastorale del fenomeno dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità e delineare i compiti dei Pastori nei loro confronti”. La riflessione si svilupperà mediante relazioni, gruppi di lavoro, dibattiti in plenaria e momenti di scambio tra i Pastori e i responsabili dei movimenti. A conclusione dell’incontro, i partecipanti al Seminario saranno ricevuti dal Santo Padre. (C.D.L.)
Riscuotono grande interesse i video del vescovo di Como pubblicati su internet e incentrati sul tema dell’educazione
◊ La diffusione del Vangelo su internet fa registrare nuovi importanti dati: due video del vescovo di Como, mons. Diego Coletti, sul tema “Educare: come è perché” hanno ricevuto in questi giorni oltre 2600 click. I filmati sono stati pubblicati attraverso il noto servizio di condivisione video, “YouTube”. “E’ il segno – ha detto don Aurelio Pagani, dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali –che anche con i nuovi strumenti della comunicazione si può diffondere il messaggio della Chiesa”. “Adesso – ha aggiunto – continueremo su questa strada, anche il vescovo è soddisfatto”. Sul portale sarà inserito prossimamente un nuovo video nel quale mons. Coletti risponderà alle e-mail giunte in questi giorni. "Il numero di contatti – ha sottolineato il vescovo di Como – dimostra che c’è una domanda forte sulla questione educativa e anche grazie a YouTube siamo riusciti a intercettarla”. “E’ molto utile – ha concluso - aver collocato nella rete, accessibile a tutti, una parola che parla alla coscienza cristiana ed è risonanza del Vangelo”. (A.L.)
In Calabria un corso promosso dalla CEI prepara i responsabili degli uffici di arte sacra
◊ E’ dedicato ai responsabili diocesani degli uffici di arte sacra e beni ecclesiastici il corso di formazione promosso congiuntamente dall’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali della CEI e dall’Ufficio Nazionale della Conferenza episcopale calabra, il 13 e 14 maggio a Lamezia Terme (CZ). La CEI – dice al SIR il direttore dell’Ufficio regionale per i beni ecclestiastici della Calabria, Paolo Martino – “sta facendo uno sforzo ciclopico per favorire la tutela di tutti i beni culturali ecclesiastici, finanziando i restauri degli edifici, i musei, le biblioteche, gli archivi storici, gli organi a canne e particolarmente, facendo partire la più imponente campagna di inventariazione di beni artistici, architettonici e documentali mai fatta in Italia”. Tutto questo impegno – aggiunge Martino spiegando le ragioni che sostengono l’istituzione del corso - a livello locale, “si trasferisce negli uffici delle singole diocesi con una sequela di problemi complessi, sia a livello organizzativo che di competenze. Ciò impone la scelta di collaboratori fortemente motivati e adeguatamente preparati”. Il corso sarà presieduto da mons. Luigi Renzo, vescovo delegato per i beni ecclesiastici, e vedrà tra gli altri l’intervento del direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per i beni ecclesiastici, don Stefano Russo. (C.D.L.)
Si terrà questa estate a Fiuggi il primo festival cinematografico dedicato all’intrattenimento familiare
◊ Il primo festival cinematografico dedicato all’intrattenimento familiare. Ad ospitare l’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Forum delle Associazioni Familiari, sarà la cittadina di Fiuggi, non lontana da Roma, dal 28 luglio al 3 agosto. Alla conferenza stampa di presentazione – riporta l’agenzia Fides - il presidente del festival, nonché rappresentante del direttivo del Forum delle Associazioni Familiari, Gianni Astrei, ha spiegato che l’idea è nata dal desiderio di un recupero sociale della famiglia, che sia non solo spettatrice, ma soprattutto protagonista del prodotto culturale. Si tratta di una sfida interessante sia perché non esiste un festival del genere sia perché in Italia ci sono 23 milioni di famiglie grandi consumatrici e fruitrici di prodotti del tempo libero, dal cinema ai videogiochi. “Un festival non glamour, ma partecipativo”, ha affermato Fabio Fabbi, direttore generale del festival. Un evento inserito in un circuito virtuoso di turismo culturale, che agisca come una piattaforma in cui produttori cinematografici e spettatori possano incontrarsi e dialogare. “La novità del Festival - ha affermato Andrea Piersanti, direttore artistico del Fiuggi family festival, e già presidente dell’Istituto Luce e dell’Ente dello Spettacolo, “è che ci rivolgiamo alla nuove famiglie italiane”, che sono formate da generazioni di giovani intorno ai trent’anni, “che hanno la capacità di fare un uso consapevole di tutti i media”. Dunque si tratta di un evento per le major cinematografiche e per le famiglie. Fiuggi – spiega ancora il direttore artistico - diventerà un luogo di incontro non solo per le anteprime cinematografiche, ma anche per il contatto diretto, il dialogo, lo scambio di idee, tra consumatori e produttori. In particolare durante le giornate del festival ci saranno cinque anteprime di grandi opere internazionali. La kermesse si aprirà con il film della Disney, ‘Il principe Caspian’. Previsto inoltre un concorso di produzioni indipendenti di tutto il mondo, nella speranza di incentivare la crescita del cinema, soprattutto nostrano, e cinque conferenze con esperti di pedagogia e sociologia. Il festival conta già su numerose partecipazioni: il patrocinio del segretariato sociale Rai, le adesioni di Rai Cinema, Universal, Medusa Film, Disney e Lux Vide, il coordinamento scientifico del prof. Armando Fumagalli e la copertura stampa del mensile di cinema ‘Best movie’ e del settimanale ‘Famiglia Cristiana’. Il noto regista Pupi Avati sarà infine presidente della giuria del concorso. (E. B.)
“Comunicazione, Intercultura, Missione” è il titolo del convegno che si terrà il 15 maggio presso la Pontificia Università Urbaniana
◊ Comunicare negli ambienti caratterizzati dalla multiculturalità, dall’impegno missionario e dal dialogo interreligioso. E’ il tema del Convegno Internazionale “Comunicazione, Intercultura, missione” che si terrà il prossimo 15 maggio presso la Pontificia Università Urbaniana, in Roma. A tracciare le coordinate del fenomeno interverranno esperti del mondo della comunicazione nel contesto sociale e specialisti provenienti da Paesi europei, africani, asiatici e latinoamericani. Introdotto da mons. Ambrogio Spreafico, rettore dell’ateneo pontificio, il convegno vedrà in apertura il saluto del presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, mons. Claudio Maria Celli, e gli interventi tra gli altri del prof. Luca Pandolfi, antropologo e direttore del centro di Comunicazioni Sociali dell’Università Urbaniana, del direttore dell’agenzia giornalistica MISNA, Mariano Benni, del giornalista Bruno Vespa. L’incontro sarà l’occasione per la presentazione del “Master in Comunicazione Sociale nel Contesto Interculturale e Missionario”, in programma per l’anno accademico 2008/09, dedicato a religiosi e laici che operano nel mondo della comunicazione sociale. (C.D.L.)
Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti si riunisce dal 13 al 15 maggio per l’XVIII Sessione Plenaria sul tema delle famiglie migranti. A conclusione dell’incontro l’udienza con il Santo Padre Benedetto XVI
◊ Sul tema “La famiglia migrante e itinerante” si aprirà il prossimo 13 maggio la XVIII Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. I 26 membri del Consiglio, tra cardinali, arcivescovi e vescovi, provenienti da tutta Europa, si confronteranno con altri 14 Consultori sul tema della mobilità umana nelle sue molteplici dimensioni: dalla questione dei migranti economici al dramma dei profughi e dei rifugiati, dalla condizione dei popoli nomadi a quella di coloro che si spostano per ragioni di studio, lavoro o per svago. Tema quanto mai attuale, la migrazione dei popoli vede oggi in difficoltà numerose famiglie migranti. Sull’argomento interverranno il cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio, e padre Hans Voecking, Segretario della Commissione per le Migrazioni del Consiglio delle Conferenze episcopali europee. In programma tra gli altri anche gli interventi dell’arcivescovo mons. Agostino Marchetto, che presenterà “Il pensiero, l’opera e i cambiamenti nel Pontificio Consiglio dall’ultima Sessione Plenaria” di due anni fa, e del Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Kaszak Grzegorz. Punto culminante, a conclusione della Plenaria, sarà l’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI, che riceverà i partecipanti in Udienza particolare giovedì 15 maggio. (C.D.L.)
Hanno inizio oggi in Lussemburgo le celebrazioni per l'anniversario della nascita di San Willibrordo
◊ Cominciano oggi in Lussemburgo, alla presenza di vescovi e sacerdoti di diversi Paesi europei, le celebrazioni per il 1.350mo anniversario della nascita di San Willibrordo, una delle grandi figure del monachesimo occidentale. A presiedere le cerimonie, nella basilica di Echternach, città di confine con la vicina Germania, è il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, Inviato Speciale del Santo Padre. Nato nel 658 nel nord dell’Inghilterra, Willibrordo fu iniziato sin da bambino ad una rigida vita monastica; trasferitosi in Irlanda fu ordinato sacerdote dando inizio ad una lunga peregrinatio missionaria. Nel 695 Papa Sergio I lo consacrò arcivescovo di Utrecht. La missione di Willibrordo fu condotta in modo metodico e ben strutturato, anche per la concomitante fondazione di monasteri e con l’appoggio costante dell’autorità papale e del potere civile; le sue fondazioni divennero centri culturali di rilievo. Per ricordare la sua figura ogni anno nei giorni che precedono e seguono la Pentecoste, numerosi fedeli provenienti da diversi Paesi d’Europa si recano in pellegrinaggio alla sua tomba. Il 14 e 15 maggio una tavola rotonda sul tema “San Willibrordo, un santo per il nostro tempo, un santo per l’Europa” tratteggerà la figura del santo attraverso i contributi di rappresentanti delle diverse confessioni cristiane. (C.D.L.)
La città di Numana, nelle Marche, ha conferito la cittadinanza onoraria al cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo
◊ Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo ha ricevuto ieri la cittadinanza onoraria della città di Numana, nelle Marche. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito al porporato per gli alti meriti acquisiti nei 42 anni svolti nel servizio diplomatico della Santa Sede, per essere stato il principale artefice dei negoziati che hanno portato alla normalizzazione dei rapporti tra Santa Sede e Israele e per l’amicizia risalente agli anni giovanili con la città marchigiana della valle del Conero. Nel festeggiare l’evento, questa mattina il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica Papale di S. Paolo fuori le Mura, ha presieduto la celebrazione della Liturgia di Pentecoste per i fedeli di Numana presso il Santuario dedicato al Santissimo Crocifisso, simbolo della città. (C.D.L.)
La giunta militare del Myanmar giudica un successo il referendum sulla Costituzione mentre con difficoltà proseguono i soccorsi umanitari alla popolazione colpita dal ciclone Nargis
◊ In un Myanmar devastato dal ciclone Nargis, i riflettori del regime militare sono tutti puntati al referendum costituzionale, descritto come un successo per la massiccia partecipazione al voto, anche se i dati ufficiali saranno noti solo dopo il 24 maggio. Intanto prosegue la difficile spola dei soccorsi internazionali. Oggi è giunto a Rangoon un aereo noleggiato dalla Croce Rossa con un ospedale da campo. Sale infine l’allarme per il rischio di epidemie causato dalla carenza di acqua pulita. Il punto della situazione nel servizio di Maria Grazia Coggiola:
Secondo l’organizzazione non governativa britannica Oxfam, la vita di almeno un milione e mezzo di persone colpite dal ciclone Nargis del 3 maggio sarebbe in pericolo, se non arrivano urgentemente i soccorsi. Il rischio è lo scoppiare di epidemie a causa della mancanza di acqua pulita. Secondo la responsabile regionale di Oxfam, Sara Ireland, ci sono tutti gli elementi per una catastrofe sanitaria di vastissime dimensioni, che moltiplicherebbe di diverse volte il bilancio stimato di 100 mila vittime. Sono già emersi casi di dissenteria, colera e malaria tra i superstiti che hanno abbandonato le aree semisommerse del delta dell’Irawaddi. Intanto, oggi è partito dalla base di pronto intervento di Brindisi un nuovo volo umanitario dell’ONU, oltre ad un altro della cooperazione irlandese, entrambi diretti a Rangoon. A bordo ci sono 30 tonnellate di aiuti, tra cui sistemi per la purificazione dell’acqua. Altri tre aerei sono già atterrati nell’ex capitale birmana. Sembra che la giunta militare, dopo le continue pressioni della comunità internazionale, abbia allentato le restrizioni che avevano causato molti ritardi nei giorni scorsi. Non ci sono però possibilità, almeno per ora, che il governo permetta l’ingresso di operatori umanitari stranieri. Per quanto riguarda il referendum costituzionale, che si è tenuto ieri in parte del Paese, ci sarebbe stata una larghissima partecipazione, secondo i giornali di Stato. Alcuni seggi elettorali temporanei sono stati montati vicino alle tendopoli degli sfollati per permettere le operazioni di voto che, secondo molti, sarebbero solo un’operazione di immagine per la giunta birmana al potere da 46 anni.
Urne aperte in Serbia per le elezioni legislative e amministrative anticipate, dopo la crisi di governo causata dall’indipendenza del Kosovo. La partita elettorale di oggi, che chiama al voto quasi sette milioni di cittadini serbi, si sta giocando sulla scelta tra l'Europa e l'isolamento, dopo l'accordo di associazione e stabilizzazione con Bruxelles, ma anche sulla politica relativa al Kosovo indipendente. Ce ne parla Paolo Quercia, analista geopolitico del Centro militare di studi strategici, intervistato da Giada Aquilino:
D. – Sicuramente, è corretto dividere lo schieramento politico serbo nella parte più filo-europea ed occidentale, rappresentata da Tadic e in una parte, invece, isolazionista, nazionalista e financo filo-russa, panslavista che è rappresentata dai radicali e dai socialisti. Poi, forse, dovremmo dire che la vera partita non è l’Europa, ma queste elezioni si giocano sul Kosovo: se aderire all’Europa vuol dire rinunciare o meno alla sovranità sul Kosovo. La questione è controversa perché l’Europa, in quanto tale, non ha riconosciuto il Kosovo, ma una gran parte dei Paesi dell’Unione Europea lo ha fatto.
D. – Quali potranno essere i rapporti tra Belgrado e Pristina?
R. – Sicuramente, resteranno tesi e sicuramente una vittoria dei radicali complicherà parecchio i rapporti con Pristina.
D. – Quale sarà il primo impegno del nuovo governo?
R. – Intanto dovrà decidere se ratificare o meno l’accordo che è stato firmato con Bruxelles. E’ chiaro che, a seconda di chi vince, questo accordo verrà ratificato o annullato. Poi, questo governo sarà testato soprattutto sulle tipologie di ritorsioni che deciderà di applicare per i Paesi della regione che hanno riconosciuto o sono in procinto di riconoscere il Kosovo indipendente.
D. – Oggi la Serbia che Paese è?
R. – E’ un Paese sostanzialmente europeo che, in buona parte, soprattutto nelle sue aree metropolitane, vive degli stessi valori dell’Europa, anche liberal-democratici ed occidentali. E’ un Paese che continua ad avere una parte molto arretrata della cultura politica della popolazione, soprattutto legata alle aree più rurali o ai lasciti del socialismo e del nazionalismo del periodo di Milosevic; e soprattutto è un Paese per il quale rimane difficile perdere o rinunciare definitivamente a una parte importante del proprio territorio.
Sudan
Torna alta la tensione in Sudan, dopo che ieri i ribelli del JEM (Justice and Equality Movement) che combattono in Darfur, la martoriata provincia occidentale del Paese, hanno attaccato a sorpresa la periferia della capitale Khartoum per conquistare l’intera città. Fonti vicine a ribelli hanno annunciato di essere riusciti ad entrare nella capitale, ma secondo un funzionario del governo l'attacco dei ribelli è stato respinto. Ad ogni modo le milizie dei ribelli, composte da due colonne distinte provenienti dal Darfur, sono arrivate in prossimità della città cogliendo le forze governative di sorpresa. Al momento il governatore ha esteso il coprifuoco in città a tempo indeterminato, per agevolare la “caccia” dei molti insorti ancora presenti nei sobborghi. È infine arrivata la dura condanna dei violenti scontri espressa da ONU e Stati Uniti.
Zimbabwe
Resta alta la tensione nello Zimbabwe che si prepara al ballottaggio tra il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai e il presidente uscente Robert Mugabe. Cinquantasei sostenitori del partito di opposizione, il Movimento per il cambiamento democratico, sono stati arrestati giovedì scorso dalla polizia a Shamva, a nordest di Harare, con l'accusa di violenze contro sostenitori del partito del presidente Robert Mugabe, lo Zanu-FP. Lo ha reso noto oggi un avvocato, secondo il quale sono tutti detenuti nel posto di polizia di Bindura. La polizia non ha commentato la notizia.
Stati Uniti –Tornado
È di almeno 18 morti il bilancio, ancora provvisorio, del passaggio di una serie di tornado sugli Stati americani del Missouri e dell'Oklahoma. Dodici persone sono morte nel sud-ovest del Missouri. Altre 6 le vittime nel piccolo centro di Picher, nord-est dell'Oklahoma, dove squadre di soccorso sono al lavoro in cerca di sopravvissuti. Il portavoce per la Gestione delle emergenze nel Missouri ha spiegato che al momento ci sono problemi nelle comunicazioni con le aree devastate e molte interruzioni dell’elettricità.
Turchia, raid su basi PKK
Proseguono i raid dell’aviazione turca contro postazioni di ribelli curdi nell'Iraq settentrionale. I bombardamenti, effettuati anche la scorsa notte, sono iniziati dopo l'attacco compiuto due giorni fa da un gruppo di miliziani del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) in territorio turco contro postazioni dell’esercito di Ankara. Negli scontri erano morti 19 uomini del PKK e due soldati turchi.
Iran
Un portavoce del ministro degli Esteri iraniano ha annunciato la ripresa dei colloqui sul suo programma nucleare con l'AIEA per la prossima settimana, quando un gruppo di inviati dell'Agenzia di Vienna e' attesa a Teheran. Durante il consueto incontro settimanale con la stampa, l’esponente dell’esecutivo ha poi dichiarato che l'Iran sarebbe disposto a tornare a sedersi a un tavolo per discutere con gli Stati Uniti sulla sicurezza in Iraq. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 132
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