Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 09/05/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • "Lo Spirito può aprire porte che sono chiuse": così il Papa nell’incontro in Vaticano con Karekin II. Importanti progressi nel dialogo tra cattolici e armeni apostolici
  • Altre udienze
  • Un anno fa la visita di Benedetto XVI in Brasile. Mons. Damasceno Assis: "ha prodotto grandi frutti"
  • Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace organizza un seminario internazionale su politica, democrazia e valori indisponibili nell'attuale pluralismo culturale
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • L'ONU accusa il regime del Myanmar e sospende l'invio di aiuti
  • Libano a rischio guerra civile
  • Convegno a Milano per i 40 anni di "Avvenire". Il cardinale Bagnasco: i media cattolici siano capaci di far vedere il bene che esiste senza nascondere il male della storia
  • Presentata all'Europarlamento la ricerca sulla famiglia: in 30 anni, crollo di nascite e matrimoni. Il commento di mons. Nicolli
  • A 30 anni dalla morte di Aldo Moro, la giornalista Annachiara Valle ricostruisce in un libro la vicenda ponendo attenzione al ruolo svolto dalla Chiesa
  • Fiera del Libro di Torino: presentato un volume di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG
  • Chiesa e Società

  • Aumentano le vittime di disastri naturali e cicloni. Dalla Fiera del Libro di Torino il VIS lancia l’allarme
  • Africa: istruzione a rischio per il carovita
  • Dialogo interculturale e solidarietà al centro delle iniziative per la Festa d’Europa
  • Dossier della Chiesa del Brasile sulle minacce di morte contro i vescovi
  • Uruguay: domenica i vescovi presentano gli Orientamenti pastorali 2008-2013
  • India: nello Stato di Orissa tornano le suore di Madre Teresa
  • Australia: reso noto il programma della GMG di Sydney 2008
  • Il Parlamento europeo boccia un emendamento che equipara le Chiese alle lobby
  • Ad Amalfi cerimonia per l’VIII centenario della traslazione delle reliquie di Sant’Andrea da Costantinopoli
  • Domani la staffetta planetaria “Run4Unity 2008” organizzata dai ragazzi del Movimento dei Focolari
  • Da Roma una mobilitazione europea del Movimento per la Vita
  • Slovenia: al via la Giornata pastorale nazionale dedicata alla famiglia
  • Francia: domenica di Pentecoste parte la campagna dei Vincenziani contro la solitudine
  • In Terra Santa una nuova radio cattolica raggiungerà tutta la Palestina
  • Oltre 180 universitari riceveranno la Cresima domani sera a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano
  • A Lucca la prima diocesi ortodossa romena d’Italia
  • Alla Lateranense convegno sull’Humanae Vitae, a 40 anni dalla promulgazione dell’Enciclica di Paolo VI
  • A Milano ‘Tuttaunaltracosa’, fiera organizzata dal Centro missionario del PIME
  • Convegno a Greccio sullo storico incontro tra Papa Innocenzo III e San Francesco
  • 24 Ore nel Mondo

  • Russia: parata a Mosca per il giorno della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale
  • Il Papa e la Santa Sede



    "Lo Spirito può aprire porte che sono chiuse": così il Papa nell’incontro in Vaticano con Karekin II. Importanti progressi nel dialogo tra cattolici e armeni apostolici

    ◊   Aprire i cuori allo Spirito di comunione per rinsaldare i vincoli di unità tra i cristiani: è l’esortazione di Benedetto XVI levata stamani in occasione dell’udienza al Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II. Il Papa ha presieduto, in Sala Clementina, la celebrazione ecumenica dell’ora media con la partecipazione di Karekin II assieme ad una delegazione di vescovi e fedeli armeni. Alla celebrazione, caratterizzata dall’alternanza delle preghiere in latino e in armeno, ha preso parte anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    (canti)

     
    Lo Spirito Santo “può aprire delle porte che sono chiuse, ispirare parole che sono state dimenticate, saldare relazioni che erano state spezzate”. Prendendo spunto dall’imminente solennità della Pentecoste, Benedetto XVI ha rammentato che lo Spirito Santo ha riunito in una singola voce, per professare la fede, le tante lingue della gente riunita in Gerusalemme. “Il cammino verso la restaurazione di una piena e visibile comunione tra tutti i cristiani può sembrare lunga e ardua”, ha rilevato. “Molto – ha aggiunto – resta da fare per sanare le profonde e dolorose divisioni che sfigurano il Corpo di Cristo”. Tuttavia, è stata la sua riflessione, lo Spirito Santo “continua a guidare la Chiesa in modi sorprendenti e spesso inaspettati”. Se i nostri cuori e le nostre menti, ha esortato, “sono aperti allo Spirito di comunione, Dio può fare nuovamente miracoli nella Chiesa, rinsaldando i legami dell’unità”.

     
    “In our ecumenical dialogue…”
    “Nel nostro cammino ecumenico – ha proseguito – sono stati compiuti importanti progressi nel chiarire le controversie dottrinali che ci hanno diviso, soprattutto sulle questioni di Cristologia”. Di qui, l’auspicio che la Commissione congiunta per il dialogo teologico con le Chiese ortodosse, di cui è membro anche quella Apostolica armena, possa portare ad una “piena e visibile comunione” e possa arrivare il giorno in cui “la nostra unità nella fede renderà possibile una comune celebrazione dell’Eucaristia”. Impegnarsi per l’unità cristiana, ha aggiunto, “è un atto di fiducia obbediente nell’opera dello Spirito Santo che conduce la Chiesa alla piena realizzazione del programma di Dio, in conformità con la volontà di Cristo”.

     
    “The recent history of the Armenian Apostolic Church…”
    Benedetto XVI si è poi soffermato sulla storia recente della Chiesa apostolica armena, che, ha costatato, “è stata scritta nei colori contrastanti della persecuzione e del martirio, dell’oscurità e della speranza, dell’umiliazione e della rinascita spirituale”. Per questo, ha proseguito, la ritrovata libertà della Chiesa in Armenia è stata una “fonte di gioia per tutti noi”. Il Papa ha elogiato “gli straordinari risultati pastorali conseguiti in così breve tempo, in Armenia come all’estero”, soprattutto considerando la vastità dell’impegno di “ricostruzione della Chiesa” portato avanti da Karekin II. Il Pontefice ha elencato alcune delle sfide affrontate in questi anni dalla Chiesa apostolica armena: l’educazione delle nuove generazioni, la formazione del clero, la costruzione di chiese e centri comunitari, l’assistenza caritatevole a quanti sono nel bisogno, la promozione dei valori cristiani.

     
    “Thanks to your pastoral leadership…”
    “Grazie alla sua guida pastorale – è stato l’elogio del Papa a Karekin II – la gloriosa luce di Cristo splende di nuovo sull’Armenia e possono nuovamente udirsi le parole salvifiche del Vangelo”. Benedetto XVI ha ricordato le cordiali relazioni dei Catholicos Vasken I e Karekin I con Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il loro impegno per l’unità cristiana, ha evidenziato il Papa, ha aperto una nuova era di rapporti tra la Chiesa apostolica armena e quella cattolica. Il Papa ha menzionato le “recenti difficoltà sofferte dal popolo armeno” ed ha concluso il suo discorso rinnovando il sostegno della Chiesa cattolica “nella ricerca della pace, della giustizia e del bene comune”.

    (canti)

     Dal canto suo, Karekin II ha invitato Benedetto XVI, anche a nome del presidente della Repubblica, a visitare l’Armenia, come già fece Giovanni Paolo II nel 2001. Ha poi ribadito l’importanza dell’unità dei cristiani specie in un mondo globalizzato nel quale va diminuendo il rispetto della vita e dell’uomo come anche l’amore per il Signore. Il Catholicos di tutti gli armeni ha ricordato l’esortazione di Benedetto XVI, nel suo recente viaggio negli Stati Uniti, ad intraprendere la strada del dialogo e della pace piuttosto che quella del confronto e della violenza. Ed ha sottolineato che per meglio difendere i diritti dell’uomo e promuovere la pace vanno consolidati i legami tra le Chiese cristiane.

     
    (parole in armeno)

     
    In tale contesto, Karekin II ha incoraggiato il dialogo in corso tra la Chiesa Cattolica e la famiglia delle Chiese ortodosse orientali. Ed ha ringraziato il Papa per la sua cura nel rafforzare la conoscenza e la comprensione dei fondamenti del Cristianesimo in modo che le future generazioni siano testimoni di Cristo con uno spirito rinnovato. Nel suo discorso, il Patriarca di tutti gli Armeni ha inoltre auspicato che venga riconosciuta internazionalmente l’autodeterminazione della Repubblica del Nagorno Karabakh.

    inizio pagina

    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina mons. Mihály Mayer, vescovo di Pécs e mons. Gyula Márfi, arcivescovo di Veszprém (Ungheria), in visita "ad Limina". Il Papa riceverà questo pomeriggio mons. Angelo Amato, arcivescovo tit. di Sila, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    inizio pagina

    Un anno fa la visita di Benedetto XVI in Brasile. Mons. Damasceno Assis: "ha prodotto grandi frutti"

    ◊   Ricorre oggi il primo anniversario del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Brasile che si è svolto in occasione della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi ad Aparecida. Proprio ieri sono stati ricevuti dal Papa i responsabili del Consiglio episcopale Latinoamericano: mons. Raymundo Damasceno Assis e mons. Víctor Sánchez, rispettivamente presidente e segretario generale del CELAM. Ma ad un anno di distanza quali frutti ha prodotto la visita pastorale del Papa in terra brasiliana? Ci risponde mons. Damasceno Assis al microfono di Silvonei Protz:


    R. – La sua visita ha realmente prodotto grandi frutti per tutta la Chiesa in Brasile, e il viaggio rimarrà per sempre nel cuore e nella memoria dei brasiliani, e soprattutto resterà l’insegnamento che egli ha trasmesso durante il suo viaggio, attraverso i suoi discorsi.

     
    D. – E’ passato più di un anno dal V Incontro di Aparecida, che ha abbracciato tutto il continente. Che cosa è successo in questo anno?

     
    R. – Le Conferenze episcopali hanno pianificato le loro azioni pastorali ed evangelizzatrici alla luce delle conclusioni del Documento di Aparecida. E adesso, nel mese di agosto, avremo l’inaugurazione a Quito, in Ecuador, della Missione continentale. E noi speriamo che con questa missione tutta la Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi si ponga in uno stato di missione. Non si tratta di una missione sporadica, temporanea, ma è una chiamata alla Chiesa di essere missionaria, sempre e ovunque nel continente. E quando dico “la Chiesa” dico che ogni cristiano, ogni battezzato è chiamato ad essere discepolo e missionario di Cristo.

     
    D. – Metà dei cattolici nel mondo vivono in America Latina...

     
    R. – Sì, senza dubbio e questa è una responsabilità per l’America Latina e per i Caraibi. Dobbiamo preservare la fede di questa gente. Dobbiamo formare di più i nostri cattolici, i nostri battezzati, affinché ognuno di loro possa diventare ancor più discepolo di Cristo e ancor più missionario di Cristo nel nostro continente.

    inizio pagina

    Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace organizza un seminario internazionale su politica, democrazia e valori indisponibili nell'attuale pluralismo culturale

    ◊   "Dalle ideologie forti alla politica debole, l’esperienza dei cattolici che intendono testimoniare e attuare nella prassi i valori indisponibili della dignità della persona e dei diritti umani, della famiglia, della libertà religiosa e dell’economia a servizio del bene comune e della pace ha fatto un cammino non privo di difficoltà ma ricco anche di nuove opportunità. Con la partecipazione di esperti, studiosi, personalità impegnate nella politica e nel sociale, se ne discuterà in un Seminario internazionale che sta organizzando il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per il 20 e 21 giugno prossimo sul tema: La politica, forma esigente di carità”. Lo rende noto un comunicato del dicastero. "Politica e diritti-doveri dell’uomo, con riferimento alla difesa della vita e alla promozione della famiglia; politica e bene comune, in relazione tra l’altro al fisco e alla cooperazione internazionale; politica ed ecologia umana e naturale, non senza riguardo alle biotecnologie; il tutto nel quadro della dottrina sociale cristiana e nell’intreccio tra sfera religiosa, sfera politica e principio della laicità, saranno i temi di maggior rilievo del Seminario, introdotto e concluso dal presidente del Dicastero, cardinale Renato Raffaele Martino".

    Tra le personalità di spicco che hanno assicurato la partecipazione e il contributo figurano lo storico italiano Andrea Riccardi, il sociologo cileno Piero Morandé, il presidente della Fondazione francese “Liberté politique”, Thierry Boutet, il parlamentare statunitense Christopher Smith, l’economista italiano Luigi Bruni, il segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, arcivescovo Jean-Louis Bruguès.

    Ispirazione - prosegue la nota - verrà al Seminario anche dal pensiero di Benedetto XVI, che ha tratteggiato efficacemente la crisi politica in uno dei suoi libri più recenti. Il Papa riconosce nella crisi della ragione politica – generata dall’incapacità dell’uomo di oggi di riconoscere come evidente il diritto naturale – una crisi della politica come tale: “sembra – scrive Benedetto XVI – che esista solo la ragione partitica, non più la ragione comune a tutti gli uomini almeno nei grandi ordinamenti fondamentali dei valori. Lavorare al superamento di questa situazione è un compito urgente di tutti coloro che hanno nel mondo responsabilità per la pace e la giustizia” (Europa, Cinisello B., San Paolo, 2004, p. 58).

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La Somalia sull'orlo di una catastrofe umanitaria: nell'informazione internazionale, un articolo di Davide Bernocchi, direttore della Caritas del Paese.

    In cultura, un articolo di Lucetta Scaraffia sul pamphlet "Eugenetica e altri malanni. Ragionamenti contro l'organizzazione scientifica della società" di Gilbert K. Chesterton scritto nel 1922 e ora tradotto in italiano.

    La speranza mette ordine nel cuore dell'uomo: Paolo Carlotti sulla "Spe salvi" e il carattere morale della fede cristiana.

    Andrea Simoncini illustra i contenuti del seminario "Dai Trattati di Roma alla stagione post-Costituzionale", promosso nel sessantesimo della firma degli accordi che hanno dato vita al primo nucleo dell'Unione Europea.

    La relazione di Werner Maleczek al convegno "Francesco a Roma dal signor Papa" (oggi e domani a Greccio), organizzato nell'ottavo centenario dell'approvazione della Regola.

    Un articolo di Miloslav Hirsch, direttore dell'Istituto culturale ceco, a conclusione della mostra, a Roma, sul tema "La Repubblica ceca nel corso dei secoli".

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    L'ONU accusa il regime del Myanmar e sospende l'invio di aiuti

    ◊   Con il passare dei giorni, diventa sempre più drammatica la situazione in Myanmar dove le vittime del ciclone Nargis sarebbero oltre 100 mila. L'ONU ha deciso di sospendere l'invio di altri aiuti denunciando che i soccorsi finora arrivati sono stati "confiscati" dal regime: la giunta infatti accetta gli aiuti materiali ma non permette l'ingresso nel Paese ai soccorritori internazionali. Da parte sua la Conferenza episcopale italiana per l'emergenza Myanmar ha stanziato due milioni di euro, dai fondi derivanti dall'otto per mille. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:


    Le Nazioni Unite hanno duramente criticato la decisione della giunta birmana di rifiutare l’ingresso agli operatori umanitari stranieri, limitandosi ad accettare l’aiuto alimentare offerto dalla comunità internazionale. “E’ una decisione senza precedenti nella storia”, ha detto il portavoce del PAM, il Programma alimentare mondiale. Il portavoce ha precisato che l’agenzia ha fatto richiesta di dieci visti, ma di avere poche possibilità di ottenerli. Nel comunicato, diffuso stamani, il governo birmano ha precisato che a distribuire gli aiuti stranieri ai superstiti del ciclone Nargis sarà esclusivamente il personale birmano. Finora, sono arrivati a Yangon 12 aerei charter carichi di viveri e altro materiale. Secondo gli esperti, il regime militare non sarebbe però in grado di far fronte alla gravissima emergenza che ha colpito un milione e mezzo di persone, la maggior parte nelle aree del delta meridionale dell’Irrawaddy. Secondo alcune testimonianze, la situazione sarebbe disastrosa. Mancano soprattutto gli elicotteri in grado di raggiungere quello che rimane dei villaggi che sono ancora in parte sommersi. Un contadino nella zona di Labutta, epicentro del disastro, ha riferito di avere visto decine di cadaveri affiorare dal fango e detriti. E’ paradossale che nonostante la catastrofe, la giunta militare abbia fatto appello ai propri cittadini di recarsi alle urne per il referendum costituzionale che si terrà come previsto domani nelle zone non interessate dal ciclone. Mentre nel sud devastato, e in parte a Yangon, è stato rinviato di qualche settimana.

    La capitale Yangon non è stata gravemente danneggiata dal ciclone come altre aree del Paese, anche grazie alla migliore solidità delle costruzioni. E’ quanto conferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il missionario del PIME, padre Raffaele Manenti, arrivato nella città birmana il giorno dopo l’arrivo del ciclone e raggiunto telefonicamente a Bangkok:

    R. - Sono riuscito a partire lunedì mattina: dall’alto, in aereo, si vedevano le campagne allagate con case semisommerse alla periferia nordest di Rangoon. E’ stata la prima impressione: sembrava un grande bosco caduto.

     
    D. - Cosa le hanno detto i suoi confratelli?

     
    R. - Quando li ho incontrati, i miei confratelli erano piuttosto spaventati perché la notte era stata segnata dal passaggio del ciclone: mancava l’energia elettrica che era stata interrotta dappertutto, come pure le comunicazioni. E l’acqua non arrivava…

     
    D. - In città che situazione ha trovato?

     
    R. - Andando in giro si vedeva già molta gente: erano in molti ad impegnarsi a Yangon. C’erano tanti militari in giro che avevano mezzi ancora rudimentali, di base. Ma era una distruzione più delle cose. In città sembra che siano morte forse una cinquantina di persone. Se si calcola che in città vivono oltre 6 milioni di persone, il dramma nella capitale è stato contenuto. Questo perchè gli edifici della città sono costruiti in maniera tale da non soccombere neanche a ciclone come Nargis.

     
    D. - Avevate notizie sulle drammatiche conseguenze del passaggio del ciclone anche al di fuori di Rangoon?

     
    R. - Fuori dalla città, nell’immediata perifera, arrivavano già tragiche notizie: le case erano state tutte scoperchiate, alcune distrutte. In alcune zone c’era ancora acqua alta, c’era gente che non poteva accedere a scorte di cibo e quindi già incominciava ad avere problemi di fame.
      

    inizio pagina

    Libano a rischio guerra civile

    ◊   In Libano, la situazione resta sempre grave. Il bilancio, ancora provvisorio degli scontri di ieri tra le milizie sciite di Hezbollah e i filogovernativi antisiriani è salito ad almeno 11 morti e venti feriti. Questa mattina, uomini armati del movimento sciita filoiraniano hanno imposto l'oscuramento dell'emittente televisiva libanese “Future News”, di proprietà del leader della maggioranza di governo antisiriana, Saad Hariri. Già erano stati ridotti al silenzio tv e radio vicine all’esecutivo. Il servizio è di Benedetta Capelli:


    E’ una città in guerra, Beirut, dove porto ed aeroporto continuano ad essere bloccati. La parte ovest è ormai completamente nelle mani di Hezbollah, mentre i miliziani del partito del leader della maggioranza parlamentare antisiriana hanno deposto le armi nell'ultimo distretto della capitale libanese che ancora controllavano, e al loro posto si è schierato l’esercito. E’ un’atmosfera da guerra civile che purtroppo Beirut conosce bene. Stamani, un razzo ha colpito il muro di cinta della residenza del leader della maggioranza antisiriana, Saad Hariri, senza provocare vittime. Tutto è iniziato a causa di alcune decisioni assunte dal governo di Beirut: decisioni equiparate dai vertici di Hezbollah ad "una vera e propria dichiarazione di guerra". Parole di fuoco che hanno infiammato la città, con un effetto domino che ha coinvolto ben sei quartieri. Testimoni sul posto parlano di una notte trascorsa tra combattimenti strada per strada, esplosioni, colpi d’arma da fuoco ma anche lancio di granate. Intanto, la popolazione civile, colta dal panico, ha preso d’assalto i negozi alimentari per fare scorta di generi di prima necessità, mentre la diplomazia internazionale esprime tutta la sua preoccupazione. L'Unione Europea, deplorando le violenze ha chiesto alle "opposte fazioni di porre fine" agli scontri. L'Arabia Saudita, invece, stretto alleato del governo libanese, ha formalmente richiesto la convocazione di un vertice straordinario dei ministri degli Esteri arabi per esaminare la crisi. La Siria, sostenitrice dell’opposizione libanese, ha detto di considerare quanto sta accadendo “una vicenda interna” mentre Israele vede l’Iran soffiare sul fuoco degli scontri.

    L’esplosione di violenza di queste ore in Libano rappresenta il punto di tensione più alto di una crisi politico-istituzionale che dura nel Paese da molto tempo. Stefano Leszczynski ha sentito Antonio Ferrari, esperto delle vicende libanesi ed inviato speciale del Corriere della Sera:


    R. - Credo che questa crisi dimostri come Hezbollah non sia una forza prevalentemente libanese, composta da una parte estremista del movimento sciita, ma che stia agendo anche per conto terzi. Sappiamo che il movimento Hezbollah è sostenuto dall’Iran e io credo che ci siano forti interessi nel creare una situazione di forte instabilità in Libano. A mio parere, il dato politico più importante che emerge da questa situazione di estrema tensione è che le due parti in conflitto non riescono a trovare una strada di dialogo e quando due schieramenti in un Paese così delicato e fragile non riescono a trovare la strada del dialogo purtroppo l’unico sbocco è quello dello scontro.

     
    D. - Un indice della gravità della situazione libanese può essere la dura presa di posizione della comunità internazionale. Le Nazioni Unite hanno addirittura minacciato di rivedere le regole di ingaggio per il proprio contingente...

    R. - Hezbollah ha forzato da tempo il gioco politico, è la sua strategia. Già si era manifestata la volontà di alcuni Paesi di rivedere le regole di ingaggio del contingente UNIFIL, trasformando dunque quella che è una missione di sorveglianza della frontiera tra Libano e Israele, secondo il mandato del 2006, in una missione che possa intervenire e disarmare i contendenti. Questo è accaduto più di una volta per quanto riguarda Hezbollah e questo credo che ad un certo punto possa essere un passaggio veramente delicato e pericoloso. C’è da chiedersi se Hezbollah non attenda altro che questo per lanciare un’offensiva. Certo, quello che è accaduto a Beirut e nel Libano fa pensare che ci sono le condizioni per un’eventuale nuova guerra civile, che non sarà magari come quella degli anni ’80, ma che potrebbe essere devastante. Questo è un momento di una delicatezza estrema ed è bene che qualcuno si muova.

    inizio pagina

    Convegno a Milano per i 40 anni di "Avvenire". Il cardinale Bagnasco: i media cattolici siano capaci di far vedere il bene che esiste senza nascondere il male della storia

    ◊   Mezzi di comunicazione capaci di far vedere il “bene che esiste”, senza nascondere una realtà anche dolorosa, ma senza compiacenze per il male. E’ impegnativo il ruolo e il compito che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha assegnato ai media nel corso del convegno milanese “Lo sguardo quotidiano, i cattolici, l’informazione, la realtà” che ha visto riuniti gli operatori delle comunicazioni sociali di ambito cattolico, in occasione del 40.mo anniversario di fondazione del quotidiano “Avvenire” e delle sue derivazioni: l’emittente televisiva satellitare “Sat 2000” e il circuito di 200 radio “Inblu” che compiono 10 anni di vita; oltre al ventesimo anno di attività dell’agenzia SIR. Il servizio di Fabio Brenna:

     
    Ai mezzi di informazione cattolici il cardinale Bagnasco chiede di sviluppare una vera e propria contro-informazione, visto che la Chiesa non può tacere di fronte a veri e propri stravolgimenti della realtà e alla diffusione di una mentalità secolarista. Un modo per rispondere ad un pregiudizio anticattolico? Risponde così il cardinale Angelo Bagnasco:

    “E’ sempre possibile distorcere le cose, i fatti della Chiesa, gli interventi magisteriali, è sempre possibile! Bisogna andare alle fonti, alle fonti autorevoli dei discorsi del Papa o dei vescovi che siano, proprio per non creare o non comunicare soltanto delle impressioni o delle frasi o delle parole fuori dal contesto, perché sappiamo che fuori dal contesto si possono creare dei messaggi veramente parziali se non addirittura distorti".

    E’ un compito impegnativo quello che il cardinale Bagnasco chiede ai media cattolici:

    “E’ possibile e doveroso: è doveroso nel senso che è un dovere verso la cittadinanza, verso non soltanto il mondo dei cattolici, la comunità cristiana, ma verso l’intero Paese, verso la gente che ha il diritto di poter conoscere la cronaca, i fatti, gli avvenimenti senza filtri pregiudiziali che distorcono e che creano degli stati d’animo, dei sentimenti che non sono mai veramente costruttivi”.

    Ai media cattolici il cardinale Bagnasco ha chiesto di dare un contributo rinnovato al progetto culturale della Chiesa Cattolica:

    “L’attesa è che ci sia sempre più e sempre meglio uno sforzo generoso ed efficace di questo servizio, perché è un servizio – evidentemente – quello dei mezzi della comunicazione che sono della comunità cristiana; i mezzi della comunicazione della Chiesa sono un servizio alla Chiesa, di informazione, di formazione della comunità cristiana, ma sono un servizio – anche – della Chiesa all’intero Paese, a tutta la società, ecco, proprio in ordine di un rispetto, di un’attenzione amorosa, positiva, sostanzialmente positiva verso l’umanità, verso il bene che esiste e che troppo spesso resta veramente nascosto. Invece deve emergere molto di più. Sappiamo benissimo che i mali, i problemi esistono: chi è che lo può negare? Ma questo non può esaurire, non esaurisce la realtà delle cose. La realtà dell’uomo e del suo cuore è tantissima gente che con dignità e a volte con eroismo, veramente, porta avanti la propria vita in mezzo alle difficoltà della vita di tutti i giorni”.

    Al convegno milanese è stata presentata una mostra che in 22 pannelli racconta gli ultimi 40 anni di vita italiana, attraverso le prime pagine del quotidiano “Avvenire”.

    inizio pagina

    Presentata all'Europarlamento la ricerca sulla famiglia: in 30 anni, crollo di nascite e matrimoni. Il commento di mons. Nicolli

    ◊   L’Europa vive da tempo un inverno demografico - con un milione di nascite in meno rispetto al 1980 e un milione di aborti in più - nel quale l’unica “primavera” è data dai figli degli immigrati. E sempre nell’ultimo trentennio, è aumentata la disgregazione delle famiglie, che registrano nel continente un milione di divorzi l’anno. I dati sono quelli contenuti nella Ricerca promossa dalla Rete europea dell’Istituto di politica familiare (IPF), presentati nei giorni scorsi all’Europarlamento di Bruxelles. Come ragisce la Chiesa di fronte a questo scenario che induce al pessimismo? Alessandro De Carolis lo ha chiesto a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio della Pastorale familiare della Conferenza episcopale italiana (CEI):
     

     
    R. – La prima reazione senz’altro è di forte preoccupazione perché tutto questo è segno di una cultura individualistica, di una cultura che rifiuta le fatiche e i sacrifici che i figli domandano nelle famiglie. Però, non possiamo limitarci a piangere sulla situazione. Ma la Chiesa reagisce a questa situazione proponendo un modello culturale di famiglia che è fondata sul patto sociale, quindi sul matrimonio, sul sacramento per chi crede, ma un modello di famiglia nella quale i figli non sono visti o come un pericolo rispetto al benessere della coppia, o come un ingrediente necessario alla felicità della coppia, come purtroppo succede oggi, ma propone i figli come delle persone che la famiglia deve accogliere, di cui deve mettersi al servizio ma soprattutto come un bene non privato ma un bene comune. E quindi aiuta a credere che, generando la vita e educando alla vita, la famiglia dà un contributo importante, essenziale anche allo sviluppo della società come alla crescita della Chiesa.

     
    D. – Facciamo allora un passo indietro, perché un altro ambito della pastorale si confronta con la difficoltà delle giovani coppie di vedersi – per l’appunto – tali, cioè coppie e quindi in un futuro anche famiglie per il resto della loro vita. Come si parla ai giovani del progetto di una vita insieme e di una famiglia?

     
    R. – Su questo credo che ci sia bisogno di una proposta più coraggiosa da parte della Chiesa, perché è fuori dubbio che la crescita del numero di coppie che convivono senza escludere il matrimonio ma protraendolo in un futuro non ben definito è segno di una grande paura rispetto alla definitività della promessa matrimoniale e rispetto al futuro della coppia. Però, mi fa pensare la tradizione degli innamorati romani che a Ponte Milvio appendono il lucchetto e buttano via la chiave: anche oggi i giovani, quando si innamorano, pensano ad un amore eterno! Ora, bisogna ripartire anche da questo dato che è culturale: credo che la Chiesa, su questo, possa fare molto. Certo, l’intervento della Chiesa non può limitarsi al momento in cui i giovani domandano il matrimonio: bisogna intervenire molto prima, nella fase dell’adolescenza, per indicare un modello di amore che anche oggi sicuramente è affascinante per i giovani.

     
    D. – La Chiesa parla, insiste sulla cultura della famiglia. Gli Stati spesso propongono – o cercano di farlo – misure per la famiglia. Come dire: è il solito dilemma tra assistenza e formazione?

     
    R. – Sì, c’è una visione radicalmente diversa. La proposta sia culturale che educativa della Chiesa è una proposta che crede nella famiglia, è convinta che la famiglia porti in se stessa una grande ricchezza e quindi è convinta che la famiglia non vada semplicemente assistita, ma va data alla famiglia una fiducia, un credito sapendo che se la famiglia è messa nelle condizioni di liberare questa ricchezza che si porta dentro, la famiglia è il punto di partenza sia per rinnovare la società, sia anche per venire incontro alla missione della Chiesa oggi.

     
    D. – Le statistiche – e non è una novità – presentano purtroppo degli scenari foschi sulla base dei dati negativi raccolti. Io chiedo a lei: come vede il presente e il futuro della vita e della famiglia nel nostro continente?

     
    R. – Bè, guardando anche a come i mass media oggi evidenziano certi fatti piuttosto che altri, ho l’impressione che ci sia quasi una congiura che tende a delegittimare la famiglia, che tende a far vedere la famiglia come una istituzione socialmente superata, come il luogo delle tragedie ... Io per quello che posso vedere nei contatti frequenti che ho, ho l’impressione che stia venendo avanti un numero molto elevato di famiglie che sono consapevoli di avere una responsabilità per la missione della Chiesa e nei confronti dello sviluppo della società. Queste famiglie credo che siano in grado oggi di costituire quella novità, rispetto alla quale il futuro io lo prevedo diverso.

    inizio pagina

    A 30 anni dalla morte di Aldo Moro, la giornalista Annachiara Valle ricostruisce in un libro la vicenda ponendo attenzione al ruolo svolto dalla Chiesa

    ◊   Trent’anni fa, era il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia nelle mani delle Brigate Rosse, veniva ritrovato nel cofano di una Renault 4 in via Caetani a Roma il corpo di Aldo Moro. Stamani il presidente della Repubblica Napolitano ha deposto una corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dello statista. Proprio oggi al Quirinale, per la prima volta, si celebra il “Giorno della Memoria” che ricorda tutte le vittime del terrorismo e delle stragi. Nei giorni scorsi è stato presentato un libro della giornalista Annachiara Valle intitolato “Parole, opere, omissioni”, pubblicato da Rizzoli, in cui viene ripercorsa la vicenda Moro ponendo particolare attenzione al ruolo svolto in quel periodo dalla Chiesa. Una vicenda – afferma l’autrice – in cui restano ancora molti punti oscuri. Ascoltiamo Annachiara Valle al microfono di Fausta Speranza:
     
    R. – Ci sono tanti buchi neri. Alcuni buchi neri sono proprio sul perché non sia stato possibile fare nessun tentativo per salvare Moro. Il rammarico è quello di non essere riusciti neanche a fare un tentativo.

     
    D. – Spostiamoci sulla sfera personale, per quanto possibile, di Papa Paolo VI, un Papa che ha vissuto molto da vicino, con una grande intensità, tutto ciò che è accaduto ad Aldo Moro. In questo libro c’è traccia di questo rapporto?

     
    R. – Sì, c’è traccia perché Paolo VI era sicuramente un grande amico di Moro e, quindi, anche nel ricostruire tutta la sua macerazione interiore nello scrivere quella famosa lettera si ritrova l’amicizia che il Papa aveva per Moro. Forse è stato anche questo a frenarlo. Era così amico di Moro che aveva timore di fare qualcosa che potesse danneggiarlo.

     
    D. – Sicuramente c’è un aspetto nel lavoro fatto per la stesura di questo libro che l’ha appassionata di più, è così?

     
    R. – L’aspetto è quello di ritrovare una Chiesa che lavora nel territorio, che è attenta alle aspirazioni dei giovani, ma non solo, una Chiesa che esce dal Concilio. Quindi, sono tutti fermenti di quegli anni. E’ una Chiesa attenta alle persone, che non solo cerca di convogliare le energie dei giovani, ma entra anche nelle carceri, si offre per la riconciliazione e per cercare percorsi di recupero delle persone.

     
    D. – Sul caso Aldo Moro sono stati scritti tanti libri in questi anni. Perché questo libro? Come è venuta l’idea di questo libro?

     
    R. – Il libro abbraccia il periodo che va da prima di Aldo Moro, quindi dalla fondazione delle Brigate Rosse, fino agli anni della riconciliazione e poi della legge sulla dissociazione. Il primo capitolo è in particolare su Aldo Moro. L’idea nasce dal voler capire da parte cattolica, da parte della Chiesa, che cosa sia successo. Quindi, 55 giorni vengono vissuti proprio da quest’ottica particolare, dai tentativi che uomini come Dossetti e padre Turoldo fecero o volevano fare per la liberazione di Aldo Moro. Quindi, l’ottica non è quella di leggere 55 giorni in modo complessivo, ma dall’ottica della Chiesa.

     
    D. – Si parla di parrocchie in cui sarebbe nata l’esperienza di alcuni dei brigatisti. E’ così?

     
    R. – Alcuni del nucleo storico partono proprio dalle parrocchie nascono in ambienti cattolici, dagli oratori, e poi abbracciano la lotta armata cercando una giustizia possibile che, secondo loro, non era possibile cercare con azioni non armate. Partono da questa esperienza, animati proprio dall’amore per il terzomondismo. La Chiesa si accorge che ci sono queste energie che stanno prendendo delle strade sbagliate e corre ai ripari. Quindi, anche la nascita della Caritas e tante altre azioni che parroci di buon senso, vescovi illuminati hanno messo in atto, hanno convogliato le energie di questi giovani in azioni concrete per il rafforzamento della democrazia.

    inizio pagina

    Fiera del Libro di Torino: presentato un volume di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG

    ◊   Quasi due italiani su tre non leggono libri: è quanto rivela una ricerca presentata oggi alla Fiera del Libro di Torino, inaugurata ieri dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano con un appello al dialogo delle culture. All’appuntamento è intervenuto anche il segretario generale della CEI mons. Giuseppe Betori che ha affermato come la nuova traduzione della Bibbia a cura della Conferenza episcopale italiana faccia parte proprio dell’impegno al dialogo della Chiesa con la cultura contemporanea. E di dialogo col mondo, a partire dalla fede, parla il nuovo libro di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG, servizio missionario giovani: il volume, dal titolo “Sogno che fra cent’anni. (Per chi crede, per chi non crede, per chi crede di credere, per chi crede di non credere)” racconta la storia del SERMIG, come ci spiega, intervistato da Virginia Volpe, l’autore Ernesto Olivero:


    R. – La nostra storia spirituale, i nodi che si sono sciolti nella nostra vita e l’aiuto che abbiamo avuto dalla Parola di Dio. Una delle pagine di questo libro è “Il Vangelo, la nostra regola”. E questo perchè io penso che i cristiani non debbano inventarsi nulla di nuovo, ma debbano tuffarsi e vivere nel Vangelo: troveranno poi le parole che il Signore ha sottolineato per loro.

     
    D. – Il titolo del suo libro è “Sogno che fra cent’anni”: lei come lo vede il SERMIG fra cent’anni?

     
    R. – Io vorrei che fra cent’anni il SERMIG fosse sempre di Dio, fosse sempre nella Chiesa, fosse aperto 24 ore su 24 e che tutti gli amici che vi lavorano possano continuare a lavorarci con gratuità e facendosi adottare dalla gente, che fosse veramente un punto di riferimento per chi vuol cambiare la vita, per tutti quegli uomini e quelle donne che devono scappare dai loro Paesi per motivi religiosi, filosofici, politici, e per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che si trovano in giri immondi e che vogliono cambiare la propria vita, lo possono fare bussando alla porta di uno degli arsenali, sapendo di poter trovare immediatamente qualcuno che li guarda e gli dica: “Pronti, se vuoi cambiare vita, questa è casa tua”.

     
    D. – Mi ha parlato anche dell’ “Arsenale della pace”. Cosa vuol dire pace oggi?

     
    R. – E’ disarmarsi. Se lei entra nell’Arsenale, c’è un monumento dove c’è scritto: “La bontà è disarmante”. Bisogna disarmarsi e desiderare che la profezia di Isaia venga attuata per non costruire le armi e a trasformare le armi in strumenti di lavoro sacrosanto. Questo, però, avviene soltanto se ogni uomo ed ogni donna sceglie la bontà come suo modo di vivere. Bisogna disarmarci noi e pensare che l’altro non sia un nemico, pensare che l’altro non sia una persona da abbattere, pensare che l’altro non sia una persona da costringere a pensare come pensiamo noi.

     
    D. – Quali sono i nostri progetti futuri?

     
    R. – Noi abbiamo mille progetti e mille sogni. Questo è certo. Il più grande è però quello dei giovani. Lei pensi quanti giovani pensano di poter vivere soltanto facendo i bulli, facendo i prepotenti, picchiando e moltissimi di loro sono già nel giro della droga. Noi sogniamo un grande incontro, perchè credo – sempre nella Parola di Dio – che ci sia una parola speciale per questo nostro sogno e Malachia dice: “Se i padri non si riconciliano con i figli è la fine del mondo. E’ la fine di tutto”. Ma anche i figli si devono riconciliare con i padri. Noi abbiamo, quindi, un grande sogno, quello cioè di organizzare in una città italiana o dove magari il Signore ci indicherà un grande incontro, un raduno enorme di giovani e dove invitare anche Benedetto XVI ed altre persone molto importanti che ascoltino i giovani. Io credo che la chiave per il futuro sia avere il coraggio di ascoltare i giovani, e non i giovani di plastica, i giovani che fanno finta di fare i giovani in difficoltà, i giovani attori, ma giovani veri che tirino fuori le loro tragedie. Io credo che specialmente nella Chiesa ci sia un’attesa, perchè i giovani possano ritrovare il senso della loro vita. E’ da mesi che noi preghiamo affinché questo avvenga, se è volontà del Signore. Questo è certamente il più grande sogno che abbiamo nel cuore.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Aumentano le vittime di disastri naturali e cicloni. Dalla Fiera del Libro di Torino il VIS lancia l’allarme

    ◊   344 milioni di persone sono a rischio di cicloni tropicali e altri 521 milioni sono a rischio di inondazioni. L’allarme viene lanciato nell'ultimo Rapporto sullo sviluppo umano 2007-2008 dell’UNDP (il fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo), citato oggi durante il seminario organizzato dal VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) alla Fiera internazionale del Libro di Torino sui “rischi dei cambiamenti climatici in un mondo disuguale”. Secondo i dati riportati nel documento dell’agenzia dell’ONU e citati dal SIR, nell’ultimo anno si è registrato un aumento delle alluvioni rispetto alla media degli ultimi sette anni, mentre, per il decennio 1997–2007, emerge una crescita dei disastri naturali pari al 60%, aumentati da 4.241 a 6.806, con il raddoppio delle vittime da 600 mila ad 1,2 milioni, con una media della persone colpite del 17%. “Se i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per l’intera umanità – ricorda il VIS - sono i poveri e le nazioni in via di sviluppo a dover per primi affrontare i costi umani più gravi e immediati, senza aver alcuna responsabilità nell'accumulo del debito ecologico planetario. Le vulnerabilità maggiori non sono infatti concentrate a Manhattan o nella City di Londra, ma nelle zone a rischio d'inondazione in Bangladesh e nelle zone soggette a siccità nell’Africa subsahariana”. “La forza e la frequenza di Nargis e Sidr, gli ultimi cicloni che si sono abbattuti in Myamar e Bangladesh, sono i fenomeni più evidenti dei cambiamenti climatici a cui il Pianeta è sottoposto”, afferma poi l’ONG dei salesiani. Questi eventi, inoltre, “spazzano in pochi secondi non solo migliaia di vite umane, ma anche decenni di lavoro delle ONG impegnate in questi paesi nella realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo, costringendole a riconvertire le loro attività in interventi di emergenza e di assistenza”. Per questi motivi le ONG si trovano davanti alla necessità di “applicare strategie d'intervento che da un lato limitino gli effetti immediati sulle popolazioni del sud del mondo e dall'altro diano loro il ruolo di promotori di nuovi stili di vita e di consumo che portino a pratiche efficaci di sostenibilità per tutti”. (M.G.)

    inizio pagina

    Africa: istruzione a rischio per il carovita

    ◊   Il caro vita e la crisi alimentare mondiale potrebbero determinare ripercussioni molto negative anche nel settore dell’istruzione in Africa. L’allarme è stato Koichiro Matsuura, direttore generale dell’Organizzazione dell’ONU per l’educazione la scienza e la cultura (UNESCO), durante la biennale dell’Associazione per lo sviluppo dell’educazione in Africa tenuta a Maputo (Mozambico). Secondo Matsuura, la penuria di prodotti alimentari potrebbe portare a una diminuzione del numero di alunni che vanno a scuola, privandoli del fondamentale diritto all’istruzione. La scorsa settimana era stata una portavoce del Fondo ONU per l’Infanzia (UNICEF) a formulare un’identica preoccupazione, sottolineando che la riduzione del budget familiare costringerà alcuni genitori a ritirare i figli dalla scuola. Timori che trovano una conferma dalla notizie che giungono dall’Uganda, dove gli istituti secondari aumenteranno le loro tariffe a partire dal mese prossimo. “Come ovunque nel paese, il costo dell’elettricità, dell’acqua, del carburante e del cibo è cresciuto in maniera anomala. Diventa difficile affrontare le spese di gestione” indica una circolare data alle alunne della scuola femminile di Nabisunsa. Molte scuole private, scrive oggi la stampa locale, alzeranno le tasse di circa 18.000 shilling, ovvero sette euro, e gli istituti che ancora non hanno adottato tale provvedimento hanno scritto al ministero dell’Educazione per poter ottenere l’autorizzazione a farlo. (M.G.)

    inizio pagina

    Dialogo interculturale e solidarietà al centro delle iniziative per la Festa d’Europa

    ◊   In occasione dell’odierna Festa dell’Unione Europea sono previste oltre 500 manifestazioni in tutti gli Stati membri, sul tema del confronto tra le culture, tradizioni e specificità del continente, in omaggio al 2008 Anno del dialogo interculturale. Tutte le sedi della Commissione presenti nelle capitali e nelle principali città dell’UE, oltre ai centri di informazione Europe Direct, ospiteranno dunque eventi, convegni, concerti, visite di scolaresche. “La Giornata dell’Europa è per le istituzioni europee un’occasione per mostrare il loro volto umano e per i cittadini di vedere l’Europa come qualcosa che li riguarda da vicino”, ha spiegato al Sir Margot Wallstrom, vicepresidente della Commissione, che ha poi citato diversi appuntamenti fra cui il concerto all’aperto ad Atene, in piazza della Costituzione, “sui temi del cambiamento climatico e dell’ambiente, con la partecipazione di cantanti e musicisti internazionali e greci”. Per la Festa d’Europa nella capitale spagnola verrà proposto “Madrid in Dance”; a Varsavia la tradizionale sfilata per le vie della capitale polacca con le bandiere blu dell'Unione Europea; in Germania si svolgerà un convegno internazionale sulla musica ebraica “come fattore d’integrazione in Europa”. A Malta, invece, sono in agenda corsi di cucina di diversi paesi europei ed extraeuropei per gli studenti delle scuole secondarie. Numerosi, infine, gli istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa “Giornata dell’Europa nelle scuole”, dove gli allievi fra i 13 e 18 anni parleranno del ruolo dell’Unione nel mondo con gli “ambasciatori” inviati dalla Commissione europea. L’obiettivo dell’iniziativa, spiega il commissario Louis Michel, “è far conoscere ai giovani le azioni svolte dai 27 per combattere la povertà nel mondo”. Così gli “ambasciatori” affronteranno il tema della solidarietà a livello internazionale, spiegando anche gli impegni dell’UE sul piano degli aiuti umanitari e della cooperazione allo sviluppo. Lo stesso Michel, responsabile UE del settore, parteciperà alla giornata rendendo visita agli studenti in Belgio. (M.G.)

    inizio pagina

    Dossier della Chiesa del Brasile sulle minacce di morte contro i vescovi

    ◊   In seguito ai diversi episodi di minaccia di morte subiti da alcuni vescovi dello stato brasiliano del Pará, la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) ha fatto pervenire alla Commissione per l’Amazzonia della Camera dei Deputati un dossier di circa 80 pagine nel quale si evidenzia la grave situazione e si chiede l’intervento delle autorità. La CNBB già tempo fa aveva denunciato la delicata situazione in cui vivono mons. José Luiz Azcona, vescovo della Prelatura di Marajó, mons. Edwin Kräutler, vescovo della Prelatura di Xingu e mons. Flavio Giovenale, salesiano, vescovo di Abaetetuba. Lo stesso documento è stato inviato anche ai diversi organismi internazionali impegnati nella difesa dei diritti umani, come per esempio Amnesty Internacional. Il dossier, da quanto riporta il sito di informazione UOL.com.br, comprende 16 pagine di rassegna stampa dei vari mezzi di comunicazione che hanno seguito gli episodi di minacce, 16 lettere indirizzate agli organismi di difesa dei diritti umani e alla governatrice del Pará, Ana Júlia Carepa, 20 pagine di presentazione delle 14 diocesi presenti nello stato e, infine, le lettere di solidarietà giunte ai vescovi minacciati. Le minacce di morte ricevute dai tre presuli hanno fatto seguito alle denunce da loro presentate sulla violazione dei diritti umani perpetuati nelle rispettive diocesi come lo sfruttamento sessuale dei ragazzi e degli adolescenti e il traffico delle donne, nel quale sembrano essere coinvolti anche politici e autorità. La CNBB si auspica che le autorità competenti diano un seguito alla presentazione del dossier attuando scelte a favore delle vittime di questa situazione. La deputata Janete Capiberibe, che ha presieduto l’incontro durante il quale è stato presentato il dossier, ha annunciato da parte sua di voler creare una commissione per combattere la violazione dei diritti umani in Amazzonia. La presentazione del dossier alla Commissione per l’Amazzonia della Camera dei Deputati è avvenuta nello stesso giorno in cui un tribunale brasiliano ha assolto, dichiarando la legittima difesa, un proprietario di terre accusato di essere stato il mandante nel 2005, dell'uccisione di una religiosa che operava nello stato del Pará. Facendo riferimento al verdetto, mons. Giovenale ha espresso la sua critica poiché la sentenza “era prevedibile” a motivo della pressione creatasi attorno al caso. Anche il presidente Luiz Ignácio Lula da Silva si è detto “indignato” per la sentenza: “Come brasiliano, come cittadino comune, ovviamente sono indignato con l’esito del processo, anche se come presidente della Repubblica non posso giudicare una decisione del potere giudiziario. Sicuramente ci sarà un ricorso e vedremo cosa accadrà” ha detto Lula ai giornalisti. “È un fatto – ha aggiunto il presidente – che depone a sfavore dell’immagine del Brasile all’estero e che fa sì che una parte di società cominci ad avere dubbi su questo processo”. (A.M.)

    inizio pagina

    Uruguay: domenica i vescovi presentano gli Orientamenti pastorali 2008-2013

    ◊   “In un Uruguay minacciato dalla crescente frammentazione, dalla perdita del valore della vita e dal cedimento della solidarietà, vogliamo essere una Chiesa “scuola per costruire comunione”. Perciò, in sintonia con tutta la Chiesa in America Latina e i Caraibi ci dichiariamo in missione permanente”. Così i vescovi uruguayani nel documento, approvato nell’Assemblea plenaria che si è chiusa lo scorso 9 aprile, che presenta gli “Orientamenti pastorali per il quinquennio 2008 – 2013” e che domenica di Pentecoste sarà illustrato nelle dieci diocesi del Paese. I presuli consegnando ai fedeli il testo che s’intitola “Ricominciare da Emmaus” desiderano spiegare - ha detto mons. Francisco Barbosa, Coordinatore nazionale della pastorale - non solo il senso del loro impegno ecclesiale ma anche le priorità riassunte in tre sfide: la conversione pastorale, l’appello alla comunione e quello alla missione. Mons. Barbosa, vescovo di Minas, ha aggiunto: “Abbiamo scelto l’importante festa della Pentecoste poiché vogliamo sottolineare che ciascuna delle nostre comunità deve sentire la responsabilità del mandato evangelizzatore e quindi, animate dal fuoco dello Spirito Santo, aprirsi a questo slancio divino per promuovere la coscienza e l’azione missionarie”. In questo contesto i vescovi dell’Uruguay sottolineano la rilevanza di tre eventi: il lancio della Missione continentale il prossimo 17 agosto, la festa della Patrona del Paese la Madonna dei “Trenta y Tres” e la celebrazione dell’Anno paolino. Inoltre, i presuli ricordano anche il prossimo Sinodo dei vescovi che rifletterà sulla Parola di Dio “vera fonte del rinnovamento della Chiesa”; assemblea alla quale l’episcopato dell’Uruguay ha già fatto pervenire un proprio contributo. Nell’anticipazione dei temi principali degli Orientamenti pastorali il comunicato dell’episcopato sottolinea la grande questione della famiglia, che “nel mese di settembre vogliamo collocare al centro della visita ad Limina”; la difesa della vita, con particolare riferimento all’educazione dei giovani all’amore e alla sessualità; la promozione umana e sociale rivolta in particolare ai settori più bisognosi e, infine, le molteplici sfide della comunità nazionale chiamata a “misurarsi con risposte tempestive e adeguate per bloccare la frammentazione e la perdita del senso della solidarietà”. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    India: nello Stato di Orissa tornano le suore di Madre Teresa

    ◊   "La pace inizia con il sorriso e la nostra popolazione lo ha perso. Ora, la vera missione è insegnare di nuovo a sorridere a queste persone, stravolte dalla violenza insensata nata da false interpretazioni della religione". Lo dice ad AsiaNews suor M. Suma, superiora regionale delle Missionarie della Carità, che ha visitato lo scorso aprile il distretto di Khandamal, nello Stato di Orissa, teatro delle violenze anti-cristiane del Natale scorso. La pace di Cristo, dice la religiosa, “è il vero balsamo curativo, per ogni ferita. Noi abbiamo viaggiato portando questa pace con noi e le preghiere di Madre Teresa nel nostro cuore. La situazione di quella zona sembra essere tornata normale, ma è nato un sentimento di sfiducia nei confronti degli indù locali. Ora si deve insegnare la riconciliazione”. In molti dei villaggi colpiti, riprende madre Suma, “vi sono casi di tubercolosi, asma e malnutrizione. Quando siamo andate porta a porta per vedere cosa potevamo fare, abbiamo ricevuto dai cristiani locali la richiesta di non entrare nelle case indù. Noi chiaramente non abbiamo fatto come ci è stato chiesto, ma ci siamo rese conto che i cristiani dell’Orissa hanno perso la speranza”. Noi, conclude la suora, “vogliamo ricordare a tutti quello che per me è il più grande lascito della nostra fondatrice: Dio ama il mondo, e tramite tutti noi dimostra questo amore. Questo concetto è alla base della nostra missione, ed è quello che cerchiamo di trasmettere al mondo intero. Ora si deve perdonare, e ricominciare a vivere”. (R.P.)

    inizio pagina

    Australia: reso noto il programma della GMG di Sydney 2008

    ◊   E’ stato reso noto oggi, dal Comitato organizzatore, il programma dettagliato della prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney che si terrà dal 15 al 20 luglio prossimi. E’ stato anche rivelato il nome usato per identificare l’area dell’ippodromo di Randwick, dove avranno luogo la veglia e la messa finale con Benedetto XVI: Southern Cross, la croce del Sud, in omaggio a Maria, “Nostra Signora della Croce del Sud, aiuto dei cristiani” protettrice dell'Australia. Secondo il programma ripreso dall'Agenzia Sir, la GMG si aprirà ufficialmente nel pomeriggio del 15 luglio con la messa presieduta dal card. George Pell, nell’area di Barangaroo, nello stesso giorno apriranno i battenti gli spettacoli dello Youth festival. Le mattine dei giorni 16, 17 e 18 saranno impegnate per le catechesi che si svolgeranno in 250 luoghi di Sydney, nel pomeriggio e sera ancora Youth festival che sospenderà il programma in concomitanza con la presenza del Papa. Benedetto XVI arriverà giovedì 17 luglio in battello nella baia di Sydney e presiederà la Veglia del sabato 19 e la messa di domenica 20. Altro evento importante della GMG è la Via Crucis che si terrà nei luoghi significativi della città e il pellegrinaggio a piedi fino all’ippodromo di Randwick passando per l’Harbour Bridge (sabato 19 mattina). (R.P.)

    inizio pagina

    Il Parlamento europeo boccia un emendamento che equipara le Chiese alle lobby

    ◊   Con 316 voti contro, 177 a favore e 122 astensioni il Parlamento europeo ha respinto l’emendamento presentato dal gruppo dell’ALDE (Liberal-democratici) secondo cui “dovrebbero essere considerati lobbisti e trattati allo stesso modo” i rappresentanti delle chiese alla pari con quelli di aziende o non meglio precisate “organizzazioni filosofiche e non confessionali”. Contro L’emendamento si sono espressi compatti i parlamentari del Partito Popolare Europeo, richiamandosi non solo alla diversità di natura e ruolo delle Chiese rispetto agli interessi di aziende o associazioni professionali, ma anche al contrasto tra emendamento e il trattato dell’UE che riconosce esplicitamente l’identità e la specificità delle Chiese. Al “no” del PPE si è aggiunto anche quello di molti europarlamentari liberali dell’ALDE che hanno condannato l’iniziativa presentata a nome di tutto il gruppo da parte dell’olandese Sophia in’t Velt. Il capo fila del PD nell’ALDE, Gianluca Susta, ha infatti precisato ad Avvenire che si è trattato di una “mera iniziativa personale di alcuni, senza impegnare in alcun modo il gruppo nel suo complesso”. Di “estremisti laicisti” sconfitti parla invece il vicepresidente dell’Europarlamento Mario Mauro del PPE. Nella stessa seduta l’aula di Bruxelles ha comunque approvato a larga maggioranza la risoluzione presentata da Ingo Friedrich (PPE) che chiede un sistema che imponga maggiore trasparenza ad oltre 15.000 lobbisti, con la registrazione obbligatoria dei gruppi di interesse e un codice di condotta che dia garanzie di correttezza. La risoluzione prevede che vengano registrati i lobbisti di professione e aziendali, le ONG, i centri di studi, le associazioni di categoria, i sindacati e le organizzazioni con scopo di lucro. Chi, insomma, svolge “attività per influenzare l’elaborazione delle politiche e il processo decisionale”. In quest’ottica, tra i gruppi d’interesse riconosciuti dall’Europarlamento figura anche la Commissione degli episcopati dell’UE. (M.G.)

    inizio pagina

    Ad Amalfi cerimonia per l’VIII centenario della traslazione delle reliquie di Sant’Andrea da Costantinopoli

    ◊   Solenni celebrazioni ieri ad Amalfi, per l’VIII centenario della traslazione delle reliquie dell’Apostolo Sant’Andrea, alla presenza dell’Inviato Speciale del Santo Padre, il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, della conferenza episcopale campana quasi al completo e del delegato del patriarca di Costantinopoli, l’archimandrita Georgios Antonopoulos. Per la gente di Amalfi è stata una festa accogliere nuovamente la reliquia della testa di Sant’ Andrea - dopo la sua esposizione nella chiesa del Collegio Russo a Roma - che custodiscono da ottocento anni, da quando cioè, nel 1208, il corpo del fratello di San Pietro fu traslato da Costantinopoli ad Amalfi. Ed hanno suonato le sirene delle navi, sono esplosi i fuochi d’artificio dalle imbarcazioni e dal molo, appena la reliquia è stata sbarcata dalla nave della Marina militare “Palinuro” che l’ha riportata nella cittadina costiera campana. Gli amalfitani da sempre si affidano a Sant’ Andrea, loro patrono, così sono scesi in tanti ad accoglierlo. C’era una rappresentanza in costume di quest’antica, fiera repubblica marinara. C’erano la autorità civili e militari - a cominciare dai sindaci dei tredici Comuni dell’arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni - e c’era naturalmente il padrone di casa, l’arcivescovo Orazio Soricelli, che aveva sul volto l’emozione per “un momento storico – come l’ha definito - bellissimo, che spero ci dia una nuova fioritura di vocazioni” e “faccia compiere passi significativi al cammino dell’unità della Chiesa”. La festa degli amalfitani è sta per il loro santo e col loro santo, ma il primo invitato è il mare, sul quale Andrea è arrivato, che qui è la storia stessa delle donne e degli uomini. “Apostolo Andrea, pescatore di anime, aiutaci a strambare sempre con forza il bene dal male», così lo supplicano le marinerie del mondo. E durante la Messa solenne in cattedrale, presieduta dal cardinale Walter Kasper - inviato speciale di Papa Benedetto XVI - proprio il cardinale presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani ha ricordato che, “come Andrea, anche noi siamo invitati a venire nella casa di Gesù, a vivere con lui, a scoprirlo e ascoltarlo, ad imparare ad amarlo”. Perciò “dobbiamo imparare ad ascoltare ciò che è essenziale, che va al profondo, che ha stabilità e valore anche per il domani”. (Da Amalfi, Pino Ciociola)

    inizio pagina

    Domani la staffetta planetaria “Run4Unity 2008” organizzata dai ragazzi del Movimento dei Focolari

    ◊   Saranno i ragazzi delle Isole Fiji nel Pacifico a dare il via, domani, alla staffetta planetaria “Run4unity”. Nell’arco di 24 ore la manifestazione, animata dai ragazzi del Movimento dei focolari, raggiungerà località di ogni latitudine. I partecipanti saranno oltre 100 mila in tutto il mondo e più di 2 mila a Roma, dove sono previsti collegamenti in diretta via internet da diversi Paesi. I ragazzi correranno in grandi capitali, in luoghi simbolo di pace, passeranno vicino a confini di Stati in guerra, scenderanno nei quartieri dove si vivono forti tensioni. Ovunque, l’obiettivo è quello di testimoniare l’impegno per costruire l’unità e la pace. La staffetta - riferisce il Sir - si concluderà con una coreografia che avrà come simbolo la luce, “espressione dell’amore che rischiara le piccole e grandi notti delle persone e del mondo”. Run4unity 2008 sarà anche un’occasione per dare visibilità al progetto “ColoriAmo la città” promosso, a livello locale e mondiale, dai Ragazzi per l’Unità del Movimento dei focolari. Questa iniziativa, lanciata nel 2005, “mira a colorare con l’amore” gli angoli grigi delle città: ospizi, orfanotrofi, quartieri emarginati, parchi pubblici da ripulire. Per maggiori informazioni sulla staffetta planetaria “Run4unity” si può consultare il sito internet http://www.run4unity.net (A.L.)

    inizio pagina

    Da Roma una mobilitazione europea del Movimento per la Vita

    ◊   “Con il diritto di abortire il Consiglio d’Europa rinnega se stesso”, così Carlo Casini, Presidente del Movimento italiano per la Vita commenta la risoluzione 1607 in cui l’assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa invita i 47 Stati membri a orientare, laddove necessario, la propria legislazione in maniera da garantire effettivamente alle donne “il diritto all'aborto”. Casini ha ricordato che “per ben quattro volte, dal 1982 al 1989, il Consiglio ha ribadito nelle sue raccomandazioni il diritto alla vita del concepito fin dalla fecondazione, ora invece preferisce parlare di “diritto di abortire". “E' triste, anche se privo di alcun effetto sulle legislazioni nazionali - afferma - che il Consiglio d’Europa, cedendo alla pressione delle lobby abortiste internazionali, abbia rinnegato se stesso” ed ha aggiunto che in questo atto “è leggibile l’ombra del materialismo pratico, parente stretto di quel materialismo teorico che aveva lacerato l’Europa prima della caduta del Muro di Berlino”. Per il Presidente del Movimento per la Vita, in questo modo “si consuma peraltro quella ‘sconfitta dell’Europa’ di cui ha tanto parlato Giovanni Paolo II”. Casini ha ribadito inoltre la necessità di “proclamare il diritto alla vita di ogni essere umano come aspetto insostituibile della dignità umana” ed ha anticipato l'intenzione di avviare “presto insieme alle altre organizzazioni pro life dell’Europa, iniziative perché venga applicata anche nelle Carte europee la cosiddetta ‘Moratoria sull’aborto’ chiedendo tenacemente che il diritto alla vita sia riconosciuto formalmente fin dal concepimento”. A questo proposito Carlo Casini ha annunciato all'Agenzia Zenit una serie di iniziative a carattere europeo che si svolgeranno domenica prossima, tra cui: una riunione dei delegati dei Movimenti per la Vita europei a Roma per discutere, organizzare e avviare da subito una grande petizione europea “per la vita e la dignità dell’uomo” ed una veglia di preghiera nella chiesa romana di san Marco, per invocare lo Spirito Santo nella difesa della vita e della famiglia. (R.P.)

    inizio pagina

    Slovenia: al via la Giornata pastorale nazionale dedicata alla famiglia

    ◊   Per la vita, per la famiglia" è questo il titolo della Giornata pastorale nazionale della Chiesa cattolica slovena che si svolgerà domani 10 maggio, nell’Arena petrol di Celje. L’evento si tiene nell’ambito programma pastorale dell’anno 2007-2008 interamente dedicato alla famiglia e, come ha spiegato al Sir mons. Andrej Saje, segretario generale dei vescovi sloveni, “rappresenta la conclusione della prima fase degli orientamenti del primo concilio plenario della chiesa slovena che si è svolto nel 1997-2000. Scopo della Giornata, dunque, è comprendere gli ulteriori sviluppi del cammino che la Chiesa in Slovenia sta tracciando nella realtà nazionale e del contributo che questa può dare alla crescita della società”. A Celje sono attesi i rappresentanti delle diocesi ed esponenti della vita politica, culturale, sociale e ecumenica del Paese. A presiedere la concelebrazione sarà il presidente dei vescovi sloveni, mons. Alojz Uran, arcivescovo di Ljubljana. Al termine il Nunzio apostolico della Repubblica di Slovenia, mons. Santos Abril y Castello, leggerà il messaggio di Benedetto XVI rivolto alla Chiesa del Paese slavo e benedirà le immagini della Sacra Famiglia, che riceveranno le famiglie rappresentanti di tutte le parrocchie della Slovenia. (M.G.)

    inizio pagina

    Francia: domenica di Pentecoste parte la campagna dei Vincenziani contro la solitudine

    ◊   Comincerà nel week-end di Pentecoste in Francia la campagna di sensibilizzazione della Società di San Vincenzo de' Paoli contro la solitudine. Diverse le iniziative per far conoscere la realtà di anziani, senza tetto, giovani e madri sole che necessitano di aiuti. I volontari avvieranno attività di volantinaggio e conferenze per pubblicizzare i progetti di sostegno a favore delle persone che vivono nella solitudine: visite a domicilio, sostegno scolastico, accompagnamento delle famiglie, accoglienza e ascolto. La Società San Vincenzo de' Paoli intende, con questa campagna, reclutare almeno 500 nuovi volontari che possano sostenere l’operato dei 12 mila che già si prodigano per donare un sorriso alle persone sole. La campagna di quest’anno intende sensibilizzare il grande pubblico alle conseguenze della solitudine delle persone più fragili e deboli, individuare i periodi dell’anno in cui la mortalità delle persone sole è più elevata per offrire maggiori aiuti, reclutare nuovi volontari. (T.C.)

    inizio pagina

    In Terra Santa una nuova radio cattolica raggiungerà tutta la Palestina

    ◊   La parrocchia latina della città di Taybeh, in Terra Santa, darà vita ad una radio cattolica che possa raggiungere tutta la Palestina, ed oltre. Gli impianti verranno preparati in un ampio spazio di proprietà della locale comunità cristiana. E’ già iniziata la preparazione di una quindicina di giovani giornalisti e tecnici che avranno il compito di animare l’emittente. La radio si rivolgerà, in particolare, ai cristiani di Terra Santa, ma anche a tutti coloro – palestinesi, israeliani e giordani – che vorranno sintonizzarsi sui suoi programmi. L’obiettivo é quello di contribuire alla formazione della Chiesa locale, di diffondere i valori evangelici, e di dare spazio alla vita della comunità palestinese, con tutti i suoi valori ed eventi positivi. La formazione del personale della radio – che dovrebbe iniziare le sue trasmissioni prima del prossimo Natale – è stata inaugurata con un corso di teoria giornalistica e proseguirà con approfondimenti tecnici, storici, ecumenici e giornalistici. Taybeh è adagiata sulle colline poco a nord di Gerusalemme e nel suo territorio sono presenti la parrocchia cattolica latina, quella cattolica melkita e quella greco ortodossa. La parrocchia latina é il centro di molte iniziative, note anche oltre i confini della Terra Santa. (T.C.)

    inizio pagina

    Oltre 180 universitari riceveranno la Cresima domani sera a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano

    ◊   Saranno oltre 180 gli studenti universitari che domani sera a Roma, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, riceveranno il sacramento della Confermazione, durante la Veglia di Pentecoste, presieduta dal Cardinal Vicario Camillo Ruini. Tema della Cerimonia: “Avrete forza dallo Spirito Santo”. “Chi è battezzato, ma non ha ancora ricevuto il sacramento della Confermazione, si prepari a riceverlo, sapendo che così diventerà un cristiano “compiuto”, poiché la Confermazione, perfeziona la grazia battesimale” E’ stato questo invito, rivolto ai giovani da papa Benedetto XVI, in occasione del messaggio per la prossima Giornata della Gioventù a Sydney, a far scaturire negli oltre 180 universitari, il desiderio di ricevere la Cresima . E i ragazzi, hanno percorso durante quest’ anno pastorale, un cammino di formazione spirituale, iniziato il 13 dicembre, con l’ incontro con il Santo Padre, proseguito successivamente con la consegna della Sacra Scrittura , e che si concluderà domani sera con l’amministrazione da parte del Cardinal Ruini, del dono dello Spirito Santo. E al termine della cerimonia, l’ assemblea saluterà la delegazione degli universitari, che si recheranno a luglio in Australia, lanciando così, un ponte ideale verso la prossima GMG, illuminato e percorso dal fuoco sacro della Pentecoste. (A cura di Marina Tomarro)

    inizio pagina

    A Lucca la prima diocesi ortodossa romena d’Italia

    ◊   Almeno cinquecento ortodossi romeni, provenienti da tutta Italia e dall’Europa hanno partecipato ieri a Lucca nella chiesa di Sant’Anastasio al rito di intronizzazione del primo vescovo della diocesi Ortodossa romena d’Italia, mons. Siluan Span. Al rito presieduto dall’arcivescovo metropolita Josif, erano presenti anche l’arcivescovo di Lucca, mons. Benvenuto Italo Castellani e il vescovo di Pinerolo, mons. Piergiorgio Debernardi, in rappresentanza della Commissione episcopale della CEI per l’ecumenismo e il dialogo. “La nostra gente – ha detto mons. Siluan Span – si trova in una situazione di sradicamento spirituale e fisico: la priorità è la cura della loro persona umana che ha bisogno del cibo spirituale, del cibo del cuore, ma anche di quello naturale”. Mons. Siluan Span – rende noto il Sir - risiederà nei pressi di Roma da dove coordinerà le 75 parrocchie ortodosse presenti in Italia. Lucca, che accoglie una comunità ortodossa di oltre 600 persone – è stata scelta per l’ottima relazione esistente tra i cristiani delle diverse tradizioni. “Nel dialogo fecondo che da anni si è instaurato a Lucca tra cattolici ed ortodossi – ha detto infatti l’arcivescovo Castellani – non può che riempirci di gioia la nascita di una diocesi ortodossa romena d’Italia”. “Questo avvenimento – ha aggiunto il presule - si inserisce nel solco di quell’ecumenismo che deve portare tutti all’accoglienza reciproca, nel nome della fratellanza in Cristo e nella ricerca della pace”. Sono certo – ha affermato infine l’arcivescovo di Lucca - che questo ulteriore segno di fraternità potrà rientrare anche nella collaborazione per lo sviluppo sociale dei numerosissimi fratelli e sorelle romeni che operano sul nostro territorio e in tutta Italia”. (A.L.)

    inizio pagina

    Alla Lateranense convegno sull’Humanae Vitae, a 40 anni dalla promulgazione dell’Enciclica di Paolo VI

    ◊   “Nessuno può venir meno ai principi fondamentali iscritti nella natura, che non è una invenzione cattolica ma una realtà che ci precede, ci accompagna e ci seguirà nonostante i tentativi di umiliarla, ferirla e distruggerla”. Lo ha detto il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, aprendo ieri il convegno organizzato dall’ateneo sull’enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, pubblicata 40 anni fa. Partendo dal tema “Custodi e interpreti della vita”, si sono prese in esame le norme della legge naturale. Sono stati anche sottolineati i dettami insopprimibili della coscienza sul rispetto della vita: “Non ci sarà un futuro autentico per le nuove generazioni – ha detto mons. Rino Fisichella – se non saremo capaci di consegnare loro una ricchezza di cultura che pone la natura come un patrimonio comune”. Il direttore de “L'Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, ha poi sottolineato che l’enciclica Humanae Vitae è diventata oggi di nuova e “più urgente attualità per le ferite inferte da pubbliche legislazioni alla santità indissolubile del vincolo matrimoniale e alla intangibilità della vita umana fin dal seno materno”. Nella sessione pomeridiana, la professoressa norvegese Janne Haaland Matlary ha poi messo in luce le contraddizioni e l’irrazionalità di quella che ha definito “dittatura del relativismo”. Lo psichiatra Claudio Risè ha quindi evidenziato come si sia smarrito il senso del rapporto tra uomo e donna. Oltre all’attualità, è stata anche sottolineata la “profonda lungimiranza” dell’enciclica Humanae Vitae. Sono trascorsi quasi 40 anni dalla sua pubblicazione, il 25 luglio del 1968, ma quel documento – scrive il quotidiano della CEI, ‘Avvenire’ – offre ancora “lo spunto per rileggere i principi della morale cristiana in tema di sessualità coniugale e di regolazione delle nascite, con la promozione dei ‘metodi naturali’; tali metodi sono, secondo l’enciclica, la prova di amore vero e integralmente onesto”. (A.L.)

    inizio pagina

    A Milano ‘Tuttaunaltracosa’, fiera organizzata dal Centro missionario del PIME

    ◊   Si apre oggi a Milano ‘Tuttaunaltracosa’, tradizionale fiera organizzata dal Centro missionario del Pime e dall’Associazione Botteghe del Mondo che espone diversi progetti e prodotti equo solidali. E’ un incontro – sottolinea l’agenzia missionaria Misna – all’insegna della multiculturalità che prevede anche laboratori creativi per i bambini. La fiera, in corso fino a domenica, include anche l’esibizione di gruppi aztechi, congolesi e boliviani e la mostra “I popoli dell’arcobaleno”. Questo spazio espositivo permetterà di ammirare da vicino i coloratissimi piumaggi degli indios dell’Amazzonia. La fiera è quindi un’ulteriore opportunità per conoscere meglio la scena internazionale, per riflettere sui processi della globalizzazione, sull’educazione alla mondialità e sull’integrazione culturale. (A.L.)

    inizio pagina

    Convegno a Greccio sullo storico incontro tra Papa Innocenzo III e San Francesco

    ◊   Si apre oggi a Greccio, in provincia di Rieti, il convegno sul tema “Francesco a Roma dal signor Papa”. Il tema, che verrà sviluppato fino a domani da studiosi ed esperto, è l'incontro tra Papa Innocenzo III e San Francesco di cui nel 2009 ricorrerà l’ottavo centenario. Quell’incontro – scrivono gli studiosi in un comunicato ripreso dall’agenzia Zenit – è stato “uno dei momenti fondamentali della storia della Chiesa, ricco di conseguenze, tanto da far affermare a qualcuno che gli sarebbe piaciuto essere stato spettatore di quell'avvenimento”. L’obiettivo del convegno è di cogliere “il significativo insieme degli eventi che tanto influiranno sulla vita futura del movimento francescano”. Su quell’incontro con Papa Innocenzo III, Francesco d'Assisi, nel 1226, scrisse nel suo testamento: “E dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io con poche parole e semplicemente la feci scrivere, e il signor Papa me la confermò”. Per ulteriori informazioni, si può consultare il sito www.fratilazio.it (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Russia: parata a Mosca per il giorno della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale

    ◊   Parata militare in grande stile sulla Piazza Rossa di Mosca per ricordare il 63.mo anniversario della vittoria russa nella Seconda Guerra Mondiale. “I conflitti armati sono il risultato di ambizioni irresponsabili poste al di sopra degli interessi dei Paesi e di milioni di persone”: così, il neo-presidente Medvedev che era accanto al nuovo premier Putin. La cerimonia cade in un momento particolare per Mosca, segnato dalla forte tensione con la Georgia per la regione separatista filorussa dell'Abkhazia e all’indomani dell’adesione alle sanzioni ONU nei confronti dell’Iran, a causa del programma nucleare della Repubblica Islamica.

    Nucleare-Corea Nord
    Soddisfazione è stata espressa oggi a Seul dopo l'incontro a Pyongyang tra la delegazione di Stati Uniti e Corea del Nord. Quest’ultima ha consegnato agli emissari di Washington la documentazione sui suoi programmi di armamento nucleare.

    Petrolio-record
    Ennesimo record per il petrolio quotato a New York a 125,12 dollari al barile. Per il presidente dell’OPEC, l’organizzazione dei Paesi produttori di greggio, il rialzo è da imputare a fattori geopolitici. Non ha escluso però che il prezzo del petrolio possa raggiungere i 200 dollari.

    Iraq
    E’ stata smentita dal comando americano la cattura di Al Masri, leader di Al Qaeda in Iraq e successore di Al Zawahiri. L’esercito USA ha chiarito che l’uomo, fermato nei giorni scorsi a Mossul in un’operazione congiunta con le forze irachene, ha lo stesso nome ma non è lui.

    Medio Oriente
    Sono entrate nel vivo le celebrazioni per i 60 anni della fondazione di Israele. A livello politico il partito laburista ha deciso che la formazione resterà nella coalizione di governo fino a quando la giustizia si sarà pronunciata sul caso Olmert. Da ieri, il premier israeliano è ufficialmente indagato per corruzione riguardo ad una vicenda risalente al periodo nel quale era sindaco di Gerusalemme. Ieri Olmert, in un discorso alla nazione, ha respinto le accuse e si è detto pronto alle dimissioni in caso di incriminazione.

    Zimbabwe
    Clima teso in Zimbabwe dove c’è attesa per il prossimo ballottaggio tra il presidente Mugabe e il leader dell’opposizione Tsvangirai. In questo scenario è iniziata oggi la missione ad Harare del capo di Stato sudafricano, Mbeki, mediatore regionale per lo Zimbabwe. Una visita contestata dall’opposizione per il forte legame tra i due presidenti. Intanto si susseguono le notizie di violenze in particolare nei confronti di chi vive nelle zone rurali. Almeno 40 mila persone avrebbero deciso di fuggire.

    Kenya
    Assassinato in Kenya il responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari per il Sud Sudan del Programma Alimentare Mondiale, PAM. L’omicidio è avvenuto mercoledì sera nelle vicinanze del principale campo dell’ONU di Lokichoggio, nel nord ovest del Paese africano.

    Bolivia-Referendum
    In un messaggio alla Bolivia, il presidente Evo Morales ha annunciato l’intenzione di convocare immediatamente i referendum che potranno revocare il suo mandato e quello di nove prefetti del Paese. Il via libera giunge dopo il sì all’autonomia per il dipartimento di Santa Cruz. “E' bene – ha dichiarato Morales - che sia il popolo a decidere il futuro del Paese. Alla violenza è preferibile il ricorso alle urne”.

    Italia-politica
    Al lavoro i 21 ministri del quarto governo Berlusconi che ieri hanno giurato al Quirinale. La settimana prossima è previsto il voto di fiducia sia alla Camera che al Senato. Intanto nel pomeriggio il Partito Democratico presenterà la lista dei ministri del cosiddetto “governo ombra”. Inoltre c’è un nuovo risvolto nella polemica tra l’Italia e la Libia. Berlusconi si è detto disponibile ad un chiarimento con le autorità di Tripoli dopo che ieri avevano espresso la volontà di non collaborare più con Roma nel contrasto all'immigrazione. Una presa di posizione seguita alla scelta, molto criticata dalla Libia, di Calderoli come ministro per la semplificazione legislativa. L’esponente leghista, due anni fa, aveva indossato una maglietta con la caricatura di Maometto.

    Turchia
    In Turchia è di tre morti e cinque feriti il bilancio dell’esplosione di due mine nella regione sud-orientale del Paese. La prima deflagrazione è avvenuta nella provincia sud-orientale di Barman quando un minibus è saltato in aria, la seconda a Siirt nel Sud-Est del Paese. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)



    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 130

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina