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Sommario del 24/06/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • In udienza dal Papa i presuli dell’Honduras, in visita "ad Limina". Il cardinale Maradiaga: la dottrina sociale della Chiesa ispiri anche il mondo della politica
  • Il Papa nomina i cardinali Levada, Gracias e Scherer presidenti delegati al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio
  • Domenica, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Papa celebrerà la Messa nella Basilica Vaticana con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Riceveranno il Pallio 43 arcivescovi metropoliti
  • Nomine
  • Conclusa la visita del cardinale Tarcisio Bertone in Bielorussia
  • Accuse “infamanti” su mons. Marcinkus: così, una nota della Sala Stampa vaticana sulle notizie divulgate dai media sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Al via da oggi le sanzioni dell'UE all'Iran. Teheran definisce "illegittime" le misure
  • Al via a Dar-es-Salaam, in Tanzania, la settima assemblea della Federazione biblica cattolica. Ce ne parla il presidente, mons. Vincenzo Paglia
  • Verità e libertà protagoniste all'incontro del Centro "Oasis" ad Amman, in Giordania. La riflessione del cardinale Angelo Scola
  • Le Caritas diocesane d'Italia a convegno ad Assisi sul tema "Amiamoci coi fatti e nella verità". Intervista al presidente di Caritas Italia, mons. Giuseppe Merisi
  • A Milano, il cardinale Tettamanzi ricorda la figura di Papa Montini, nel 30.mo anniversario della morte. Presentato il libro "Paolo VI, il coraggio della modernità"
  • Chiesa e Società

  • Domani, il Papa benedice una statua di San Luigi Orione posta in una nicchia della Basilica Vaticana
  • A Londra cattolici e anglicani ricordano Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari
  • America Latina: ad un mese dall’inizio della missione continentale, il CELAM inizia a programmare i piani d’azione per il 2009
  • GMG 2008: le registrazioni toccano quota 200 mila e gli organizzatori prevedono 500 mila presenze alla Messa finale
  • Le agenzie ONU lanciano l’allarme: Darfur messo in ginocchio da insicurezza e crisi alimentare
  • Nicaragua: per la STASI, fu un errore la persecuzione sandinista contro la Chiesa
  • Sudan: la Chiesa vuole la riapertura di una scuola per la salute
  • Regno Unito: secco no dei vescovi alla distribuzione di schede anti-vita
  • Emergenza carestia in Etiopia: la Caritas internazionale invia 1 milione e 300 mila dollari
  • La Conferenza episcopale della Repubblica Centrafricana esprime soddisfazione per la pace tra governo e ribelli
  • A Palidoro, presso l’ospedale Bambino Gesù, la terza “Casa Ronald” in Italia
  • Dalla “Marcia per la vita” in Messico, un appello alla Corte di Giustizia contro l'aborto
  • Si è aperta a Trevi, in Umbria, la 58.ma Settimana nazionale di aggiornamento pastorale
  • E’ morto il doppiatore Claudio Capone, collaboratore della nostra emittente
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deplora la violenza in Zimbabwe, ma non chiede il rinvio del ballottaggio presidenziale
  • Il Papa e la Santa Sede



    In udienza dal Papa i presuli dell’Honduras, in visita "ad Limina". Il cardinale Maradiaga: la dottrina sociale della Chiesa ispiri anche il mondo della politica

    ◊   In udienza stamani dal Papa il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, con altri vescovi del Paese latinoamericano, da ieri e fino a sabato prossimo, in visita "ad Limina Apostolorum". Su questo Paese del Centroamerica, il servizio di Roberta Gisotti:

    Grande un terzo dell’Italia, l’Honduras sopravvive grazie agli aiuti internazionali e alle rimesse degli emigranti, nonostante nel 2005 i Paesi creditori abbiano cancellato il suo debito estero di oltre 4.200 milioni di dollari. I suoi abitanti sono 7 milioni, per metà urbanizzati, disoccupati al 50 per cento e al 20 per cento analfabeti, circa il 70 per cento sotto la soglia della povertà. Settore primario della sua economia resta l’agricoltura di piantagione dominata dalle multinazionali statunitensi, secondaria l’industria degli stessi prodotti agricoli. Già colonia spagnola, indipendente nel 1821 nell’ambito della Confederazione dell’America Centrale, Stato sovrano nel 1838, poi una storia politica nel secolo scorso segnata da continue ingerenze militari e lunghi periodi di dittatura. Quindi, dal 1982 il ritorno a governi civili, stretti alleati degli USA, ma tormentati da conflitti interni ed esterni nei Paesi confinanti di El Salvador e Nicaragua. Oggi permane alta la tensione tra governo e comunità indigene per lo sfruttamento commerciale dei loro territori.

     
    La Chiesa di questo Paese, dove i cattolici sono circa l’80 per cento, può contare su 12 vescovi sparsi in 8 diocesi. 25 anni fa la visita di Giovanni Paolo II, che di fronte alle diffuse ingiustizie sociali aveva riproposto con vigore gli insegnamenti sociali della Chiesa, che ancora attendono di trovare applicazione.

     
    Ma quali sono le attese oggi della Chiesa honduregna, alla luce di quanto emerso lo scorso anno, in maggio, nella Conferenza degli episcopati latinoamericani, inaugurata da Benedetto XVI nel Santuario Aparecida in Brasile? Alina Tufani del programma ispano-americano ha intervistato il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e presidente della Conferenza episcopale dell’Honduras:

    D. - Eminenza, sono molte le sfide della Chiesa in Honduras, quali le più urgenti?

     
    R. - Yo creo que el documento de Aparecida ...
    Il documento di Aparecida ci pone in una prospettiva positiva. E' rinato il senso dell'essere cristiano, il senso dell'amore per la parola di Dio e per il Vangelo. Sono questi tanti elementi positivi e segni di speranza. Non possiamo dimenticare, nel contempo, i problemi e le questioni più spinose. Tra queste l'aumento dei poveri, dovuto soprattutto all'incremento del prezzo del petrolio e dei generi di prima necessità. Neanche la cancellazione del debito estero ha creato i presupposti per un rilancio del Paese. Anche perché il denaro viene impiegato per l'acquisto di combustibile, indispensabile per la produzione energetica. A ciò si aggiungono anche le difficoltà delle famiglie che rimangono per noi la priorità.

     
    D. - L’Honduras è uno dei Paesi più poveri e vive una grave crisi socio-economica, aggravata dalla situazione mondiale. I governi democratici che si sono succeduti non sono riusciti a risolvere i problemi di povertà, esclusione e insicurezza…

     
    R. - Siempre desde la Conferencia de Aparecida ...
    Lo abbiamo sottolineato ad Aparecida: c’è bisogno di un sforzo di evangelizzazione affinché la Dottrina Sociale della Chiesa possa arrivare ovunque, anche nell’ambito politico-istituzionale. Quando si raggiungono posti di potere, sembra che ci si dimentichi del bene comune. Là dove c’è povertà, poi, c’è la tentazione al denaro facile e lì subentra il narcotraffico.

     
    D. - Ha parlato delle varie conseguenze della povertà, tra queste la proliferazione delle sette. Quali sono le cause di tale diffusione e quali gli eventuali rimedi?

     
    R. - Una de las causas es que debido ...
    Per quanto riguarda le sette, una delle cause della loro proliferazione sta nel fatto che in passato c’era una carenza di sacerdoti. Alcune comunità non potevano contare su presbiteri anche se nel nostro Paese è cresciuto il movimento di “delegati della parola di Dio”, laici e laiche preventivamente preparati che hanno fatto sì che la fede fosse preservata. Ne abbiamo 30 mila e arrivano ad operare fin nei comuni più piccoli. Qui le sette fanno molto rumore, godono di profitti, percepiscono denaro e, soprattutto, non hanno strutture da mantenere.

     
    D. - Come affronta la Chiesa il problema dell’emigrazione?

     
    R. - La solución no esta en lo que esta sucediendo ...
    La soluzione non sta certo nell’alzare muri, ma piuttosto nell’aiutare i Paesi poveri. Nessuno emigra per piacere, ma per necessità. Quando i giovani non trovano lavoro devono necessariamente cercare altrove, se non vogliono entrare nel circuito nella droga. Siamo convinti che la comunità internazionale debba riconoscere che lo sviluppo non può escludere nessuno e che debba prevalere la solidarietà e la giustizia. Senza solidarietà e giustizia sociale, infatti, è difficile che ci sia la pace.

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    Il Papa nomina i cardinali Levada, Gracias e Scherer presidenti delegati al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio

    ◊   Benedetto XVI ha nominato presidenti delegati per la dodicesima assemblea generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 5 al 26 ottobre prossimo, sul tema "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa" i cardinali William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile.

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    Domenica, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Papa celebrerà la Messa nella Basilica Vaticana con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Riceveranno il Pallio 43 arcivescovi metropoliti

    ◊   Domenica prossima, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Benedetto XVI celebrerà l’Eucaristia, alle ore 9.30, nella Basilica Vaticana, con la partecipazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Il Patriarca e il Papa, informa l’ufficio delle celebrazioni liturgiche, terranno l’omelia, reciteranno insieme la professione di fede e impartiranno la benedizione. Concelebreranno con il Santo Padre i 41 nuovi arcivescovi metropoliti, ai quali il Pontefice imporrà il sacro Pallio, preso dalla Confessione dell’Apostolo Pietro.

    Gli arcivescovi che riceveranno il Pallio sono il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi; mons Fouad Twal, patriarca  di Gerusalemme dei latini; mons. Michel Christian Cartatéguy, arcivescovo di Niamey (Niger); mons. Edwin Frederick O’Brien, arcivescovo di Baltimore (USA); mons. Francisco Pérez González, arcivescovo di Pamplona y Tudela (Spagna); mons. Lorenzo Voltolini Esti, arcivescovo di Portoviejo (Ecuador); mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca; mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk - Mohilev (Bielorussia); mons. Andrés Stanovnik, arcivescovo di Corrientes (Argentina); mons. Anthony Mancini, arcivescovo di Halifax (Canada); mons. Martin William Currie, arcivescovo di Saint John’s, Newfoundland (Canada); mons. Mauro Aparecido dos Santos, arcivescovo di Cascavel (Brasile); mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso – Boiano (Italia); mons. John Hung Shan-Chuan, arcivescovo di Taipei (Taiwan); mons. Matthew Man-Oso Ndagoso, arcivescovo di Kaduna (Nigeria); mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga (Repubblica federale di Germania); mons. Óscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio (Colombia); mons. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica democratica del Congo); mons. Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi); mons. Antonio José López Castello, arcivescovo di Barquisimeto (Venezuela); mons. Richard Anthony Burke, arcivescovo di Benin City (Nigeria); mons. Agustin Roberto Radrizzani, arcivescovo di Mercedes-Uján (Argentina); mons. José Francisco Sanches Alves, arcivescovo di Évora (Portogallo); mons. Ján Babjak, arcivescovo di Prešov dei cattolici di rito bizantino (Slovacchia); mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa (Italia); mons. Stanislav Zvolenský, arcivescovo di Bratislava (Slovacchia); mons. Robert Rivas, arcivescovo di Castries (Saint Lucia); mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento (Italia); mons. Louis Kébreau, arcivescovo di Cap Haïtien (Haïti); mons. Joseph Serge Miot, arcivescovo di Port au Prince (Haïti); mons. Laurent Ulrich, arcivescovo di Lille (Francia); mons. John Ribat, arcivescovo di Port Moresby (Papua New Guinea); mons. Thomas Kwaku Mensah, arcivescovo di Kumasi (Ghana); mons. Thomas John Rodi, arcivescovo di Mobile (Stati Uniti d’America); mons. Donald James Reece, arcivescovo di Kingston in Jamaica (Giamaica); mons. Sławoj Leszek Głodz, arcivescovo di Gdańsk (Polonia); mons. Peter J. Kairo, arcivescovo di Nyeri (Kenya); mons. John Clayton Nienstedt, arcivescovo di Saint Paul e Minneapolis (Stati Uniti d’America); mons. John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, arcivescovo di Kota Kinabalu (Malaysia); mons. Luís Gonzaga Silva Pepeu, arcivescovo di Vitória da Conquista (Brasile); mons. Marin Srakić, arcivescovo di Djakovo - Osijek (Croazia).

    Ai due presuli il Pallio verrà consegnato nelle loro sedi metropolitane: mons. William d’Souza, arcivescovo di Patna (India) e mons. Edward Tamba Charles, arcivescovo di Freetown e Bo (Sierra Leone).

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    Nomine

    ◊   In Francia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Pamiers, presentata da mons. Marcel Perrier, per sopraggiunti limiti d’età.

    In Argentina, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Cruz del Eje, presentata da mons. Ornar Félix Colomé, per sopraggiunti limiti d’età. Il Papa ha nominato a succedergli mons. Santiago Olivera, finora vicario generale della diocesi di Morón in Argentina.

    Sempre in Argentina, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santa Rosa, presentata da mons. Rinaldo Fidel Brédice, per sopraggiunti limiti d’età. Il Papa ha nominato a succedergli mons. Mario Aurelio Poli, finora vescovo titolare di Abidda ed ausiliare di Buenos Aires.

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    Conclusa la visita del cardinale Tarcisio Bertone in Bielorussia

    ◊   “Per essere liberi non basta abbattere i muri. Bisogna diventare liberi dentro e questo è possibile solo incontrando nella persona di Gesù la verità di Dio”. È questa, sottolinea l’Osservatore Romano, la consegna che il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha lasciato alla Chiesa bielorussa a conclusione dei cinque giorni di visita. L'incontro con la comunità cattolica di Minsk è stato l'ultimo atto del viaggio, iniziato mercoledì 18 giugno. Nella serata di sabato 21, il porporato ha benedetto la prima pietra della chiesa di San Giovanni Battista e ha poi incontrato i giovani nella parrocchia salesiana. La giornata di domenica 22, iniziata con la visita alla parrocchia dei Santi Simone ed Elena a cui ha fatto seguito la deposizione della corona di fiori in piazza della Vittoria, ha avuto il suo culmine nella Messa in cattedrale. In serata, dopo un nuovo incontro con i vescovi, il rientro in Vaticano.

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    Accuse “infamanti” su mons. Marcinkus: così, una nota della Sala Stampa vaticana sulle notizie divulgate dai media sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

    ◊   La Sala Stampa della Santa Sede interviene con una nota sulla “tragica vicenda della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi”, che, si rileva, “è tornata di attualità nel mondo della informazione italiana”. “Colpisce – si legge nel comunicato – il modo in cui ciò avviene, con l’amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio”. “Si ravviva così – prosegue la nota – il profondissimo dolore della famiglia Orlandi, senza dimostrare rispetto e umanità nei confronti di persone che già tanto hanno sofferto”. Ancora, si legge nel comunicato, “si divulgano accuse infamanti senza fondamento nei confronti di mons. Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi”. La Sala Stampa ribadisce che “non si vuole in alcun modo interferire con i compiti della magistratura nella sua doverosa verifica rigorosa di fatti e responsabilità. Ma allo stesso tempo - conclude - non si può non esprimere un vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che alle esigenze della serietà e dell’etica professionale”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nell’informazione internazionale, un articolo di Antonio Chilà sul travagliato ballottaggio presidenziale di venerdì in Zimbabwe.

    In rilievo il nucleare: le sanzioni dell’Unione Europea non fermano il programma di Teheran; bloccate le operazioni nelle filiali europee del più importante istituto di credito iraniano.

    In cultura, il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana fa il punto sul primo anno dei lavori di ristrutturazione.

    In anteprima, il testo del filmato “Piazza Duomo a Firenze” realizzato dal Centro Arte e Cultura di Santa Maria del Fiore (inaugurato oggi), luogo di accoglienza per le migliaia di persone che ogni giorno visitano la cattedrale e il battistero della città. Un articolo dell'ideatore del filmato, Timothy Verdon, canonico del duomo e storico dell’arte.

    Nell’informazione religiosa, un articolo sulla firma oggi - tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Ordine di Malta - di una convenzione per i servizi postali.


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    Oggi in Primo Piano



    Al via da oggi le sanzioni dell'UE all'Iran. Teheran definisce "illegittime" le misure

    ◊   Immediata e secca reazione del governo iraniano alle nuove sanzioni varate ieri dall'Unione Europea come risposta al persistente rifiuto di porre fine al suo controverso programma nucleare. Le misure sono state bollate come "illegittime" dal Ministero degli esteri di Teheran. Ma a questo punto, non si rischia una rottura definitiva dei rapporti diplomatici tra la Repubblica islamica e Bruxelles? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al giornalista iraniano Ahmad Rafat:

    R. - Una rottura non credo, perchè non conviene né a Bruxelles né a Teheran; un inasprimento delle sanzioni era atteso dopo che l’Iran aveva rifiutato l’ultimo pacchetto di proposte avanzate dal ”gruppo 5+1”, che Javier Solana aveva portato a Teheran; l’Iran, non aveva accettato la proposta di sospendere l’arricchimento dell’uranio. Era dunque prevedibile che, da parte europea, ci sarebbe stata una risposta, e la risposta è giunta puntuale.

     
    D. – Però bisogna dire che tra pochi giorni verrà presentato a Teheran un nuovo pacchetto di proposte, soprattutto incentivi alternativi all’arricchimento dell’uranio per la produzione dell’energia atomica. Che risposta ci dobbiamo aspettare, a quel punto, da parte delle autorità iraniane?

     
    R. – Credo che ci troveremo di fronte all’ennesimo no, perchè, come si sono affrettati a dichiarare vari responsabili del programma nucleare e della politica estera iraniana, la sospensione dell’arricchimento dell’uranio è una linea rossa che il governo iraniano non vuole superare. Pertanto, come hanno riferito pure nelle ultime 24 ore i portavoce del Ministero degli affari esteri, il Consiglio della Sicurezza nazionale iraniana, "si" al dialogo con l’Europa, ma solo se l’Europa rinuncia alla sospensione dell’arricchimento dell’uranio.

     
    R. – Secondo te c’è un reale pericolo che la questione nucleare iraniana possa, di fatto, destabilizzare ancora di più l’area mediorientale?

     
    R. – Questo rischio c’è. Secondo vari esponenti politici, soprattutto europei, che hanno avuto incontri con gli americani, dal presidente Berlusconi all’ex ministro degli Affari Esteri tedesco Joschka Fischer, tutti dicono che gli Stati Uniti sono molto determinati a chiudere il dossier nucleare iraniano entro la fine del mandato del presidente Bush e chiudere, a questo punto, fa pensare a quello che il presidente Bush a Roma ha definito “l’altra scelta, l’altra possibilità”, e cioè un’azione militare.

    D. – Di fatto, in questo momento, l’Iran continua sulla strada dell’isolamento internazionale; come si può risolvere questa questione?

     
    R. – Io credo che la soluzione possa venire solo dall’interno dell’Iran, a questo punto. Cioè, Ahmadinejad continuerà sulla sua strada, mentre gli iraniani hanno la possibilità di fare una scelta alternativa ad Ahmadinejad la prossima primavera quando ci saranno le elezioni presidenziali.

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    Al via a Dar-es-Salaam, in Tanzania, la settima assemblea della Federazione biblica cattolica. Ce ne parla il presidente, mons. Vincenzo Paglia

    ◊   “La Parola di Dio. Fonte di riconciliazione, giustizia e pace”: è il tema della settima assemblea plenaria della Federazione biblica cattolica, che si apre oggi a Dar-es-Salaam, in Tanzania, per chiudersi il prossimo 3 luglio. La Federazione, che oggi conta 327 membri di 129 Paesi, è stata istituita da Paolo VI, nel 1969, per rispondere al desiderio, emerso dal Concilio Vaticano II, che il più gran numero di persone avesse facile accesso alla Sacra Scrittura. Sui contenuti di questa assemblea in Tanzania, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, presidente della Federazione biblica cattolica:

    R. - Abbiamo scelto l’Africa perché abbiamo voluto mostrare a questo continente e alla sua Chiesa cattolica, che ha visto uno sviluppo del tutto straordinario, la nostra solidarietà, la nostra amicizia, visto che purtroppo l'Africa è spesso dimenticata dalla comunità internazionale. Questa assemblea ha un doppio significato: approfondire la tematica della Scrittura come fonte di riconciliazione di giustizia, di pace e offrire un contributo al Sinodo dell’anno prossimo, sinodo africano, che avrà come tema la Chiesa e il servizio alla riconciliazione e alla giustizia.

     
    D. - Dunque, ritrovare, scoprire, nella Parola di Dio una fonte di giustizia e pace per l’Africa...

     
    R. – Esattamente! Anche perché Papa Benedetto, dopo 11 anni dalla prima assemblea della Chiesa dell’Africa, ha voluto indirne una seconda, quella che si terrà appunto il prossimo anno. In questi 11 anni, non c’è dubbio che il continente africano abbia visto, assieme allo sviluppo straordinario della Chiesa cattolica, anche la crescita di numerosi problemi. Pensiamo alle guerre, ai conflitti etnici, ai drammi della fame della sete. Ecco perché il Papa ha sentito l’urgenza di convocare una nuova assemblea che ponesse la Chiesa in relazione alle nuove condizioni che sta vivendo il continente.

     
    D. - Come questa assemblea della Federazione biblica in Tanzania, in Africa, si inserisce nel contesto di avvicinamento al Sinodo in Vaticano sulla Parola?

     
    R. - L’assemblea è come segnata da questi due grandi eventi: il sinodo sulla Parola di Dio e il sinodo sulla riconciliazione e la giustizia e la pace per l’Africa. C’è come una sequenza logica. Siamo convinti che riscoprire da parte di tutte le Chiese e di tutti i cristiani la forza della Parola di Dio significhi ridare rigore a tutta la vita della Chiesa. Più si riscopre la Parola di Dio più le Chiese e i cristiani sono appunto sale e luce, fermento di un nuovo umanesimo e l’Africa ne ha bisogno. Un aspetto significativo che caratterizzerà questa nostra assemblea è la prospettiva ecumenica. Saranno presenti come osservatori a Dar-es-Salaam i più alti responsabili della United Bible Society, che sarebbe in un certo senso la controparte protestante della federazione biblica cattolica. E’ molto bello che insieme queste due istituzioni si impegnino per diffondere la Bibbia.

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    Verità e libertà protagoniste all'incontro del Centro "Oasis" ad Amman, in Giordania. La riflessione del cardinale Angelo Scola

    ◊   “E’ urgente creare uno spazio di dialogo aperto e franco anche per parlare di etica della libertà”: è quanto affermato da mons. Paul Hinder, vicario apostolico d’Arabia durante la riunione del Comitato scientifico del Centro internazionale di studi “Oasis” che si chiude oggi ad Amman, in Giordania. Un evento tutto dedicato alla libertà religiosa che ha registrato la partecipazione di numerosi esponenti di diversi Paesi e aree culturali del mondo. Alessandro Gisotti ha chiesto un primo bilancio dell'incontro al cardinale patriarca di Venezia, Angelo Scola, promotore del Centro studi “Oasis”, raggiunto telefonicamente in Giordania:

    R. – Abbiamo affrontato subito il tema scottante della libertà religiosa intesa in senso largo, come anche recentemente ha richiamato Benedetto XVI. Non come pura libertà di culto ma come una libertà di espressione della propria convinzione religiosa che arrivi fino alla libertà di conversione. Ci siamo concentrati su questi aspetti che costituiscono il caso serio del rapporto verità-libertà soprattutto nel dialogo con l’Islam.

     
    D. – Quali sono i punti di convergenza per un nuovo orizzonte di dialogo più vero, più concreto, come lei sottolineava all’inizio?

     
    R . – Il cammino su queste tematiche della libertà religiosa e della libertà di conversione è sicuramente molto lungo e molto accidentato in Oriente, nei Paesi a maggioranza musulmana, perché mancano spesso le condizioni oggettive di questa libertà di conversione, di questa libertà di espressione della propria identità religiosa. In Occidente, invece, siamo spesso troppo astratti nel concepire il problema. Uno dei dati più belli di questo comitato scientifico di "Oasis" è proprio il continuo intrecciarsi tra l’ascolto delle testimonianze delle nostre comunità cristiane in questi Paesi e il tentativo, che è ancora molto acerbo, di riflettere su queste testimonianze. Ciò aiuta soprattutto noi occidentali, europei e americani, a superare un certo rischio di intellettualismo che poi fa sentire le sue conseguenze, spesso superficiali, nel modo con cui normalmente anche tra cristiani, anche sulla nostra stampa occidentale, affrontiamo temi come il proselitismo o il diritto alla libertà di opinione, il diritto alla libertà di espressione. Ne deriva una concretezza nel vivere le nostre convinzioni che ha fatto risaltare, come tema fondamentale, quello della testimonianza cristiana intesa in un senso profondo, non solo come azione testimoniale ma anche come riflessione su questa azione.

     
    D. – Quali aspettative, quali frutti si possono avere da questo evento?

     
    R. – Le aspettative si intuiscono bene dalla messa a punto di sei strumenti con cui il centro "Oasis" opererà nel prossimo quinquennio. Sono anzitutto una cura del soggetto comunionale che fa "Oasis" e che comprende una presenza di circa 80 persone provenienti da più di venti Paesi, la rivista cartacea, il potenziamento della newsletter, l’utilizzo più articolate del sito web di "Oasis", l’elaborazione di ricerche, la pubblicazione di libri che siano esito di queste ricerche e la programmazione di eventi che si possano fare in diversi Paesi sotto il patrocinio di Oasis.

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    Le Caritas diocesane d'Italia a convegno ad Assisi sul tema "Amiamoci coi fatti e nella verità". Intervista al presidente di Caritas Italia, mons. Giuseppe Merisi

    ◊   “Mantenere limpida l’identità cristiana nelle opere di carità”: è l’esortazione rivolta ieri dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Amministrazione Patrimonio della Sede Apostolica, all’apertura del 32.mo convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso ad Assisi. L’evento - sul tema “Amiamoci coi fatti e nella verità” - si concluderà giovedì, e riunisce 700 direttori e operatori delle Caritas diocesane. Tra gli argomenti in primo piano c’è quello delle nuove povertà, come rileva - intervistato da Alessandro Guarasci - il presidente della Caritas italiana, mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi:

    R. - Accanto alle cosiddette antiche povertà, quelle tradizionali, legate alla sussistenza, alla mancanza di denaro, della casa, del lavoro, sono sorte nuove povertà legate al disagio sociale. Pensiamo al carcere, alle malattie psichiche, all’immigrazione, e anche povertà legate a questa carenza, a questa mancanza, questa povertà di futuro.

     
    D. – Bisogna fare rete su questi temi?

     
    R. – Esattamente. Bisogna fare rete sempre rispettando la diversa responsabilità. Però certo collegandosi, ascoltandosi, confrontandosi, sentendo le esperienze che ci sono sia negli ambiti ecclesiali che negli ambiti della società civile. Nell’ambito ecclesiale, se è possibile, offrendo, nel rispetto di ogni libertà, la possibilità che la Caritas ha di coordinare.

     
    D. – Le persone che vengono da voi chiedono solo un aiuto materiale o anche spirituale?

     
    R. – Accanto o dentro le difficoltà che riguardano la sussistenza, la casa, il lavoro, il disagio sociale, ci sono anche altri problemi: la carenza di prospettiva, la mancanza di speranza sul futuro. Possono aiutare la riflessione, l’impegno, l’ascolto, la disponibilità a sentirsi dentro situazioni difficili, ma fruendo della solidarietà e dell’attenzione, e anche la capacità di guardare in avanti, superando quella povertà di futuro che affligge le giovani generazioni ma non solo.

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    A Milano, il cardinale Tettamanzi ricorda la figura di Papa Montini, nel 30.mo anniversario della morte. Presentato il libro "Paolo VI, il coraggio della modernità"

    ◊   Nel 30.mo della morte, la diocesi milanese ha commemorato, ieri sera, la figura di Paolo VI, già arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963. L'evento è stato incentrato sulla presentazione del libro di Giselda Adornato "Paolo VI, il coraggio della modernità". Numerosi gli interventi che hanno ricordato con emozione e gratitudine la figura di Papa Montini. Tra questi, particolarmente significativo, quello del cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Il servizio di Fabio Brenna:

    Paolo VI fu un Papa caratterizzato da una straordinaria tensione missionaria e dal desiderio di trasmettere una fede vissuta come realtà contagiosa di gioia. Così, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha riassunto la figura di Giovanni Battista Montini suo predecessore sulla cattedra milanese. Il cardinale Tettamanzi lo ha ricordato alla presentazione della biografia curata da Gisella Adornato dal titolo “Paolo VI. Il coraggio della modernità” con prefazione dello stesso cardinale Tettamanzi. L’arcivescovo di Milano si è molto soffermato sullo slancio missionario di Paolo VI che seppe tradurre nel Concilio e nel post Concilio, dando il via ai viaggi apostolici per il mondo per promuovere la pace mondiale, la difesa della vita umana e la propensione al dialogo. Un aspetto quasi insospettabile quello della gioia, per Paolo VI, ma più volte rimarcato nell’intervento del cardinale Tettamanzi:

    “Per Paolo VI la gioia è qualcosa di contagioso, qualcosa che ha in sé un’energia di espansione. Per questo lui dice: La gioia diventa per il cristiano un impegno apostolico e missionario nei riguardi degli altri”.

    Una comunicazione della fede come gioia il tratto sottolineato anche dal vescovo ausiliare di Milano, il teologo mons. Franco Giulio Brambilla:

    “Per questo ha potuto apparire come un Papa amletico, problematico. Si è lasciato persino cucire addosso l’espressione "Paolo Mesto", perchè ha voluto assumere fino in fondo la vibrazione della coscienza moderna”.

    Una nuova chiave di lettura dunque questa della gioia per il Pontificato di Paolo VI. La conferma dalla biografa Giselda Adornato:

    “C’è un itinerario di gioia nel suo Pontificato, che si collega con questo che abbiamo definito il coraggio della modernità”.

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    Chiesa e Società



    Domani, il Papa benedice una statua di San Luigi Orione posta in una nicchia della Basilica Vaticana

    ◊   Domani, alle ore 10,15, in Vaticano, Benedetto XVI benedirà la statua di san Luigi Orione, posta in una nicchia esterna della Basilica Vaticana. La cerimonia è l'epilogo delle iniziative che i religiosi e le religiose della Piccola Opera della Divina Provvidenza hanno promosso a partire dalla canonizzazione del loro fondatore, avvenuta il 16 maggio 2004.  In quella occasione - spiega il direttore generale dell'Opera Don Orione, Don Flavio Peloso - Giovanni Paolo II definì san Luigi Orione un "uomo totalmente donato alla causa di Cristo e del suo Regno". Il cuore di questo stratega della carità, disse ancora il Papa, fu "senza confini perché dilatato dalla carità di Cristo. Quest'umile figlio di un selciatore proclama che solo la carità salverà il mondo e a tutti ripete che la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini"."Lo scultore scelto - aggiunge don Peloso - per realizzare l'opera è Alessandro Romano che, accettato l'importante incarico, ha sviluppato un primo modello in creta di circa un metro e trenta di altezza; è passato, poi, a un secondo alto quasi tre metri, per un più attento studio delle fattezze somatiche del viso di San Luigi Orione. Superata anche questa seconda fase, è giunto alla realizzazione definitiva. Don Orione, con un incedere appena accennato, porge con la mano destra il libro del Vangelo dove è impressa una frase riassuntiva della sua vita: "Solo la carità salverà il mondo". Al suo fianco, accompagna un bambino fuori dalle rovine, alludendo al soccorso reso ai terremotati e ai tanti fratelli bisognosi."La statua è in marmo di Carrara - conclude don Peloso - alta cinque metri e quaranta e pesa circa venticinque tonnellate. E' segno indelebile di affetto al Papa e alla Chiesa e richiamo a vivere la carità evangelizzatrice che rese Santo e universale Don Orione". (T.C.)

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    A Londra cattolici e anglicani ricordano Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari

    ◊   Il Primate anglicano Rowan Williams e l'arcivescovo di Westminster, Murphy O’Connor, hanno ricordato Chiara Lubich con una celebrazione congiunta sabato scorso nella cattedrale di Westminster a Londra. A rendere omaggio alla fondatrice del movimento dei Focolari, scomparas a Rocca di Papa nel marzo scorso, circa ottocento persone tra focolarini, anglicani, metodisti, membri dell’Esercito della salvezza e delle Chiese libere, sikh, indù e buddisti. Il porporato ha lodato l’azione dei focolarini inglesi, “esempio di amore e testimonianza simile a quello della loro fondatrice”; Williams ha sottolineato “l’unità di quella profonda pace che viene dall’amore e la carità di Dio che ci porta dove non ci sono più stranieri da temere, ma soltanto quelli che Dio chiama”. (R.B.)

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    America Latina: ad un mese dall’inizio della missione continentale, il CELAM inizia a programmare i piani d’azione per il 2009

    ◊   Sotto la guida del primo vicepresidente del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), mons. Baltasar Porras, arcivescovo di Mérida in Venezuela, che in questi giorni celebra i 25 anni di ordinazione episcopale, si è conclusa ieri, presso la sede del CELAM a Bogotá, la riunione che prepara l’incontro annuale di coordinamento dell’organismo ecclesiale fissato per il 22 – 24 luglio. Il rapporto introduttivo è stato illustrato dal segretario generale aggiunto padre Sidney Fones. La riunione di coordinamento, con la presenza di tutti i vescovi della regione che sono responsabili dei dipartimenti, sezioni e centri del CELAM, ogni anno, nel mese di luglio serve per fare il punto della programmazione e della pianificazione degli eventi prevista per l’anno successivo, in questo caso 2009, nella cornice del Piano pastorale globale (2007-2011) definito e approvato seguendo gli orientamenti fondamentali della Conferenza di Aparecida. Così, fra un mese, i rispettivi segretari esecutivi dei dipartimenti, insieme con i vescovi responsabili, dovranno illustrare i piani d’azione. Come è stato già anticipato gran parte delle azioni pastorali in programma riguarderanno la Missione continentale che inizierà ufficialmente nel prossimo mese d’agosto. Dall’altra parte è questa Missione, già avviata in diversi Paesi latinoamericani e caraibici, una delle priorità dell’evangelizzazione in tutta la regione. Perciò l’incontro della fine di luglio servirà anche per un ulteriore coordinamento tra i diversi episcopati. Il 31 maggio 2007, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, sottolineando l'impegno della Missione così chiuse i lavori della V Conferenza generale: "Partiamo da Aparecida come settantadue discepoli inviati da Gesù ad annunciare il Regno di Dio (cfr Lc 10, 9). Andiamo via con un documento, il Documento di Aparecida, e con molto di più: andiamo via con questa esperienza di comunione, con questa certezza della presenza di Cristo risorto che cammina accanto a noi, con la protezione e la vicinanza di Maria, e con un grande compito missionario: andare e annunciare il Vangelo a tutti i popoli, a tutti gli ambiti della società, a tutte le culture. Andiamo decisi a percorrere tutti i cammini dell'America Latina e dei Caraibi per portare ai nostri fratelli di oggi la Buona Novella che solo Gesù Cristo è la risposta agli aneliti del cuore umano e ai complessi problemi che la società vive, poiché Egli è la Via, la Verità e la Vita. Solo ponendo Dio al centro di tutto, l'America Latina e i Caraibi, potranno trovare soluzioni giuste ai problemi e procedere verso un futuro di speranza”. (L.B.)

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    GMG 2008: le registrazioni toccano quota 200 mila e gli organizzatori prevedono 500 mila presenze alla Messa finale

    ◊   Le registrazioni per la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Sydney hanno raggiunto quota 200 mila. A renderlo noto sono gli organizzatori che fanno un bilancio della situazione a tre settimane dall’evento: “Le nostre stime – spiega al SIR il direttore operativo della GMG 2008, Danny Casey - si sono sempre aggirate sui 125 mila pellegrini stranieri e 100 mila australiani. Gli stranieri si sono registrati con largo anticipo per essere ben preparati per il loro viaggio a Sydney. Pensavamo che gli australiani si registrassero tardi, invece assistiamo a una crescita costante. È fantastico vedere così tanti australiani entusiasti”. Dunque, secondo Casey, “la stima di circa 225 mila registrazioni dovrebbe essere raggiunta o superata. Con quasi 40 voli extra in arrivo all’aeroporto di Sydney”. “Non c’è dubbio che questa città sarà inondata da centinaia di migliaia di giovani gioiosi... e non dimentichiamo un importantissimo capo di Stato”, ha detto in conclusione il direttore operativo dell’evento. Alla Messa finale della GMG, si prevede l’arrivo di oltre 500.000 persone. Info: www.wyd2008.org.

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    Le agenzie ONU lanciano l’allarme: Darfur messo in ginocchio da insicurezza e crisi alimentare

    ◊   È sempre più pesante il bilancio della crisi umanitaria in Darfur. Le agenzie delle Nazioni Unite, citate dalla MISNA, riferiscono che altre 180.000 persone sono state costrette ad allontanarsi dalle proprie case nei primi cinque mesi del 2008, a causa del prolungarsi delle condizioni di insicurezza nella regione, aggiungendo che i continui attacchi ai convogli di aiuti alimentari nella regione hanno causato la diminuzione di oltre il 40% delle consegne nel mese di maggio e che oltre 2,7 milioni di persone, circa la metà della popolazione, saranno colpite dalla riduzione delle razioni alimentari almeno per i prossimi due mesi. La martoriata regione occidentale sudanese, teatro dal febbraio 2003 di un conflitto, si avvale in questo momento degli aiuti della più grande operazione umanitaria del mondo (1 miliardo e mezzo di dollari è stato stanziato oggi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per finanziare il prossimo anno della missione), che fornisce aiuto a oltre i 2/3 della popolazione. Tuttavia la convergenza di una serie di problemi, dall’aumento delle violenze al sovraffollamento dei campi profughi, a un cattivo raccolto che ha quasi triplicato il prezzo dei generi alimentari, minaccia di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita della popolazione. “Penso che questo è l'anno in cui vedremo una drastica riduzione degli indicatori (di salute): è il risultato di una tempesta perfetta" ha detto Mike McDonough, responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), spiegando che l'impatto di malattie come dissenteria e acute infezioni respiratorie sarà molto più grave durante la prossima stagione delle piogge se le persone saranno indebolite a causa della carenza di cibo. (M.G.)

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    Nicaragua: per la STASI, fu un errore la persecuzione sandinista contro la Chiesa

    ◊   Gli archivi della STASI, la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della ex Germania Est (DDR), hanno riconosciuto che la persecuzione della Chiesa in Nicaragua fu “un grande errore” del regime sandinista. Il quotidiano i Managua "La Prensa" ha chiesto ed ottenuto l’accesso agli archivi di Berlino e ha pubblicato nei giorni scorsi un ampio documentario sulla persecuzione messa in atto dal regime sandinista durante gli anni Ottanta ai danni della Chiesa, in virtù della “sistematica applicazione dei sistemi già sperimentati da Cuba e della presenza di decine di agenti infiltrati”. Il giornale riporta, nello specifico, l’esperienza di un rappresentante della STASI a Managua il quale ha confermato che: “Gli errori commessi hanno avuto gravi conseguenze. Il caso più noto è quello di don Bismarck Carballo, allora direttore di Radio Cattolica e uno dei principali oppositori del regime”. Era l’11 agosto del 1982 quando il sacerdote, parroco di San Miguel, fu invitato a pranzo da una delle fedeli della sua parrocchia. Al suo arrivo trovò un uomo che lo minacciò con le armi e lo costrinse a spogliarsi. Nello stesso momento fecero irruzione nella casa gli agenti della polizia sandinista che obbligarono don Carballo ad uscire in strada nudo dove, ad attenderlo, c’era un gruppo di sostenitori e di giornalisti filo-regime pronti a fotografarlo. Nel 2004 il leader dei sandinisti, Daniel Ortega, ha chiesto perdono a Carballo. L’accanimento nasceva dal fatto che gli allora governanti del Nicaragua erano convinti che la Chiesa venisse finanziata dalla CIA per osteggiare il regime. Secondo i documenti dell’ archivio della STASI, l’obiettivo era quello di colpire direttamente i leader della Conferenza episcopale e, in particolare, i più stretti collaboratori del cardinale Miguel Obando Bravo, al tempo arcivescovo di Managua. (D.D.)

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    Sudan: la Chiesa vuole la riapertura di una scuola per la salute

    ◊   La Chiesa cattolica del Sudan si sta adoperando affinché venga riaperto l’Istituto di formazione sanitaria situato a Wau, nel sud del Paese. Chiuso a causa delle guerra civile che infiamma il Sudan da più di 20 anni, il centro è stato per molto tempo un punto di riferimento per la preparazione di professionisti nel campo della medicina sia preventiva che curativa. Nei giorni scorsi, quindi, il il vescovo della diocesi di Wau e presidente della Conferenza episcopale del Sudan, mons. Rudolph Deng Majak, ed il vescovo ausiliare di Khartoum, mons. Daniel Marco Kur Adwok, si sono accordati con il ministro per gli Affari presidenziali del Sudan, Luka Biong Deng, per tracciare un programma di agevolazioni per l’istituto. I due presuli si sono recati anche in visita a Juba, per discutere con il Ministero regionale della Sanità la possibilità concreta di riaprire il centro sanitario, andando così incontro alle necessità della popolazione sudanese. Da considerare che circa 60 congregazioni religiose sono pronte a collaborare con l’istituto di Wau, non appena esso verrà rinnovato e tornerà operativo. (I.P.)

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    Regno Unito: secco no dei vescovi alla distribuzione di schede anti-vita

    ◊   I vescovi dell’Inghilterra e del Galles hanno recentemente espresso preoccupazione per la decisione del comune di Salford, vicino a Manchester, di distribuire schede che consentono a chi le porta di rifiutare le cure essenziali per la sopravvivenza. Il "Mental Capacity Act", la legge del 2005 che regola il problema delle cure a pazienti in fin di vita, permette ai cittadini britannici di esprimere la propria volontà circa le terapie da accettare o rifiutare in caso di incoscienza. Mentre la normativa considera cibo e acqua somministrati via flebo come cure mediche che possono essere sospese, per la Chiesa si tratta di cure di base. "Il modo in cui queste schede vengono pubblicizzate è fuorviante", ha dichiarato mons. Peter Smith, presidente del Dipartimento per la Responsabilità cristiana e la cittadinanza della Conferenza episcopale. "Esse tradiscono lo spirito della legge sulla capacità mentale che ha un approccio attento e equilibrato ai temi della vita". Il comune di Salford, in un comunicato, ha difeso l'iniziativa dichiarando che questa proteggerà chi è vulnerabile, ma il Movimento per la vita ritiene che, al contrario, le schede faciliteranno chi è a favore dell'eutanasia. (L.Z.)

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    Emergenza carestia in Etiopia: la Caritas internazionale invia 1 milione e 300 mila dollari

    ◊   La Caritas internazionale, che riunisce 162 organizzazioni cattoliche nazionali, ha raccolto 1 milione e 300 mila dollari per l’emergenza in Etiopia. Il denaro sarà destinato in particolare alla nutrizione di 22 mila bambini, di 4500 donne incinta e nuove mamme nelle zone di Adigrat, Awassa, Emdebir, Hararghe, Meki e Soddo Hossana. “Senza aiuti il numero di bambini a rischio aumenterà - lancia l’allarme Wolfgang Fritz, il responsabile della Caritas tedesca che collabora con quella locale e con il segretariato cattolico etiope – monitoriamo la situazione dei bambini sotto i dieci anni, con un occhio di riguardo a quelli sotto i cinque, ma anche le nuove mamme e quelle future”. Oltre ad aiuti in cibo, la Caritas porterà anche medicinali e rifornimenti d’acqua pulita in Etiopia, Paese in cui, tra il 1984 e il 1985, morirono circa un milione di persone in seguito a una carestia dovuta alla siccità. La Caritas lavora in Etiopia da 50 anni e si è sempre occupata di sviluppo sostenibile e del miglioramento della condizione di vita della popolazione. (R.B.)

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    La Conferenza episcopale della Repubblica Centrafricana esprime soddisfazione per la pace tra governo e ribelli

    ◊   Un “dialogo politico che rispetti le condizioni” e la ricerca di una soluzione con “spirito di tolleranza, di rispetto reciproco e di riconciliazione”: è questo l’augurio espresso dai vescovi nel corso della Conferenza episcopale della Repubblica Centrafricana, riportato dalla MISNA. I presuli hanno anche manifestato la loro soddisfazione per la firma dell’accordo di pace tra il governo e due formazioni ribelli del nord. Il dialogo tra l’opposizione, la società civile e il presidente François Bozizé, al potere dal 2003 grazie a un colpo di Stato, avrebbe dovuto iniziare già l’8 giugno, previa cessazione delle ostilità nella regione settentrionale. (R.B.)

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    A Palidoro, presso l’ospedale Bambino Gesù, la terza “Casa Ronald” in Italia

    ◊   Sarà inaugurata domani a Palidoro, presente il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, la terza “Casa Ronald” in Italia dopo quelle di San Giovanni Rotondo e Brescia. La struttura, dotata di 33 unità abitative familiari, sala da pranzo, sala relax tv, sala giochi e Internet e ampio giardino, darà la possibilità ai piccoli malati dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di continuare a vivere con mamma e papà e affrontare così in maniera più serena il percorso verso la guarigione. Il progetto, nato da un accordo tra la Fondazione per l’infanzia “Ronald Mc Donald” e il nosocomio che, oltre alla sede centrale di Roma, ne ha una distaccata proprio a Palidoro e un’altra a Santa Marinella, ha come slogan “una casa lontano da casa”. (R.B.)

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    Dalla “Marcia per la vita” in Messico, un appello alla Corte di Giustizia contro l'aborto

    ◊   Domenica scorsa un grande pellegrinaggio ha attraversato le strade di Città del Messico, raggiungendo la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, per sensibilizzare la Corte di Giustizia della nazione che studia in questi giorni gli elementi di incostituzionalità della legge che depenalizza l’aborto nel Distretto Federale fino alla 12.ma settimana di gestazione. L’iniziativa, che ha preso il nome di “Marcia per la vita”, è culminata alle ore 12.00 con una Messa celebrata nella Basilica dal cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico. Alla Marcia-pellegrinaggio hanno partecipato circa 3.000 persone appartenenti a 65 organizzazioni cattoliche, oltre a numerosi sacerdoti e religiosi. "Veniamo ai piedi di Nostra Signora di Guadalupe per ringraziare per il dono della vita e a riaffermare la verità della vita umana: la vita dell'embrione è umana dal primo momento del concepimento fino all'ultimo istante della sua esistenza naturale. Questa è la verità che dobbiamo proclamare e difendere, con la chiarezza della ragione, davanti alle alternative legali che una società pluralista mette sul tavolo del dibattito e nella coscienza delle persone", ha affermato il cardinale Rivera Carrera, nell'omelia della Messa ripresa dalla Fides. "Questa manifestazione - ha detto il porporato - non nasce dalla prepotenza o dell'affanno di imporre le proprie idee agli altri", ma nasce piuttosto "dalla certezza che la verità è la base della convivenza sociale". Il cardinale Rivera ha poi ricordato che "la vera laicità è quella che ascolta la ragione, non quella che si lascia portare dall'ingiustizia di un'imposizione di tipo politico". Il cristiano chiede soltanto "che la sua voce sia ascoltata senza il pregiudizio che la squalifica in anticipo", egli vuole essere ascoltato "con il rispetto che meritano le verità che nascono dalle sue convinzioni, vuole che sia rispettato il diritto a difendere i suoi punti di vista con razionalità, con tolleranza e con rispetto". Inoltre, il cardinale Rivera ha affermato che "la promozione del dono della vita non si riduce al doloroso dramma dell'aborto", perché esiste un altro flagello doloroso nella società messicana, che è la violenza organizzata, "che si accanisce sulle persone innocenti, sequestrate per colpa del disprezzo della vita umana e del diritto alla libertà che è propria di ogni essere umano". A conclusione della sua omelia, l'arcivescovo di Città del Messico ha lanciato un appello a tutti affinché "esercitino il loro diritto a mostrare, con motivazioni ed aspetti legali, che la vita umana deve essere difesa e custodita fin dal primo momento", e ha chiesto alla Vergine di Guadalupe di illuminare "quanti hanno nelle loro mani le decisioni sulla vita di altri messicani, affinché con giustizia e saggezza, prendano la decisione che germoglia dalla verità". (M.G.)

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    Si è aperta a Trevi, in Umbria, la 58.ma Settimana nazionale di aggiornamento pastorale

    ◊   Bibbia e vita della comunità cristiana. È il tema della 58.ma Settimana nazionale di aggiornamento pastorale, che si è aperta ieri pomeriggio a Trevi, in Umbria, per iniziativa del Centro di orientamento pastorale (COP). Oltre 150 i partecipanti, impegnati fino a giovedì prossimo a riflettere su come aiutare le comunità cristiane a elaborare esperienze e percorsi formativi sulle Scritture. “Le assonanze con il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi danno all’appuntamento del COP una particolare valenza”, ha detto nel saluto ai partecipanti l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana. “Tocca alla Chiesa – ha aggiunto – tener vivo il dialogo con il mondo e l’annunzio del Vangelo ad ogni creatura”. “Bisogna che il primato della Parola sia vissuto”, ha aggiunto mons. Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena, ricordando che quasi l’80% delle famiglie italiane possiede una Bibbia, ma sono appena il 30% i fedeli che la leggono. Il presule ha poi invitato ad accostare il testo sacro con “una sana ermeneutica”, “indispensabile per discernere il messaggio di Dio nel linguaggio dell’uomo”. Senza dimenticare la catechesi, la quale “se da una parte deve centrare bene l’oggetto della comunicazione, dall’altra deve intercettare in profondità i destinatari a cui è rivolto il messaggio”. Oggi i lavori proseguono con la presentazione di alcune esperienze di ascolto della Parola e, nel pomeriggio, con una sessione dedicata a “Bibbia e mass media”. (A cura di Francesco Rossi)

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    E’ morto il doppiatore Claudio Capone, collaboratore della nostra emittente

    ◊   Cordoglio della comunità della Radio Vaticana per la morte di Claudio Capone, tra i più importanti doppiatori italiani, e nostro stimato collaboratore. Capone, riferisce l’agenzia ANSA, è morto improvvisamente, ieri sera in Scozia, dove si trovava per lavoro. Capone, che ha prestato la sua voce a molti attori famosi ed è stata la voce narrante in numerosi documentari televisivi, aveva 55 anni.

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    24 Ore nel Mondo



    Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deplora la violenza in Zimbabwe, ma non chiede il rinvio del ballottaggio presidenziale

    ◊   Preoccupazione da parte della comunità internazionale per la situazione in Zimbabwe dopo la rinuncia al ballottaggio del leader dell’opposizione Tsvangirai. Una scelta dovuta alle intimidazioni subite. Per molti lo scrutino di venerdì deve essere spostato fino a che non cambierà il clima nel Paese. Intanto ieri è giunta la condanna delle violenze da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il servizio di Benedetta Capelli:

     
    Prima la rinuncia alla corsa alla presidenza dello Zimbabwe poi il rifugio nell’ambasciata olandese di Harare ma senza chiedere asilo politico. Sono i passi compiuti negli ultimi giorni da Morgan Tsvangirai, leader dell’opposizione, scappato dalle minacce dei suoi avversari politici. Una fuga che, ha riferito il presidente del Senegal Wade, si è resa necessaria dopo che alcuni militari fedeli al presidente Mugabe erano andati a prelevarlo nella sua casa. Intanto oggi Tsvangirai ha fatto sapere di volere rimanere nella sede diplomatica dei Paesi Bassi solo per altre 48 ore, ha poi definito “importante” la condanna della violenza, giunta ieri sera, in Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L’organo delle Nazioni Unite, nel documento non vincolante, ha definito “illegittime” le elezioni dello scorso marzo ma non ha chiesto il rinvio del ballottaggio, in calendario venerdì, come auspicato da Ban Ki-moon. Intanto il governo Mugabe ha risposto al Palazzo di Vetro sostenendo che le consultazioni si terranno come previsto ma sono in molti già a dubitare della regolarità, per Tsvangirai si tratta di uno scrutinio “impossibile” nelle condizioni attuali. E intanto, secondo alcuni analisti, lo Zimbabwe ha perso la sua grande occasione dopo il primo turno delle elezioni, quando Mugabe appariva fuori gioco. Ora, dicono gli esperti, è tornato nel pieno controllo della situazione, anche perché mai realmente isolato a livello regionale.

     
    Filippine-ciclone
    Continua a salire il bilancio del tifone Fengshen, che sabato scorso ha flagellato le Filippine. Sono almeno 598 le persone che hanno perso la vita o che risultano ancora disperse. Questo numero non comprende le vittime del traghetto naufragato nella parte centrale del Paese, a causa delle forti mareggiate. Ieri sommozzatori della Marina hanno ispezionato lo scafo della nave, annunciando che non c’è più alcun segno di vita.

    Myanmar-Cina
    In Myanmar, a distanza di un mese dal passaggio del ciclone Nargis, le autorità hanno diffuso le stime ufficiali della catastrofe. Sono almeno 138 mila le vittime tra morti e dispersi, quasi 10 mila in più rispetto all'ultimo bilancio. Anche la Cina ha aggiornato la stima del terremoto che ha colpito il 12 maggio scorso la regione del Sichuan. Pechino sostiene che è destinato a superare gli 80 mila morti.

    Medio Oriente- Sarkozy
    Si complica la situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione di due miliziani palestinesi nel corso di un’incursione israeliana, avvenuta all’alba, a Nablus in Cisgiordania. Inoltre dalla Striscia di Gaza sono stati sparati, questa notte, colpi di mortaio. Gli episodi mettono fortemente a rischio la tregua, siglata giovedì scorso, tra lo Stato ebraico e Hamas. Intanto prosegue nell’area la visita del presidente francese Sarkozy, dopo i colloqui con il suo omologo Peres e il premier Olmert, oggi l’incontro con il presidente palestinese Abu Mazen. “La creazione di uno Stato indipendente”, ha detto il capo dell’Eliseo, è una priorità per la Francia come la fine della costruzione delle colonie israeliane.

    Palestina- Conferenza Berlino
    Di Palestina si discute oggi a Berlino dove è in programma la “Conferenza a sostegno della sicurezza civile palestinese e dello Stato di diritto”. La riunione, alla quale partecipano 23 ministri degli Esteri e il segretario di Stato americano Condolezza Rice, è stata aperta dal cancelliere tedesco Angela Merkel che ha richiamato alla creazione di un sistema giudiziario forte sulla base di uno “Stato funzionante e stabile”. Dopo la sessione è previsto in serata un incontro del Quartetto di mediatori per il Medio Oriente. Sul fronte Libano, dopo il dispiegamento dell’esercito è tornata la calma nella città di Tripoli, teatro due giorni fa, di scontri tra sostenitori della maggioranza parlamentare anti-siriana e attivisti di Hezbollah. Combattimenti nei quali 9 persone hanno perso la vita.

    Iraq-violenza
    Escalation di violenza in Iraq. L’esplosione di una bomba a Sadr city, quartiere sciita di Baghdad, ha provocato la morte di due funzionari del governo americano. Sempre oggi nella capitale, due persone sono rimaste uccise e altre dieci ferite per una deflagrazione. Infine è salito a due soldati morti il bilancio di una sparatoria, avvenuta ieri, a Madian.

    Afghanistan-cronaca
    In Afghanistan, un raid aereo delle forze NATO ha provocato la morte di 15 miliziani islamici. L’azione è avvenuta nel distretto di Sayed Karam. Intanto la Germania ha deciso di aumentare il suo impegno nel Paese asiatico: a supporto dei 3.500 soldati presenti ne invierà altri mille in autunno.

    Petrolio-OPEC
    A Bruxelles è in corso l’incontro tra i rappresentanti dell'Unione Europea e i vertici dell’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio. Una convocazione dovuta all’aumento del prezzo del greggio che, secondo l’OPEC, non scenderà in breve tempo. Non c’è alcuna intenzione però da parte dell’organizzazione di aumentare la produzione come richiesto dall’UE. Intanto la Francia ha lanciato la proposta di un “patto energetico mondiale” tra i Paesi produttori di petrolio e quelli che lo importano. Su questo sfondo, il greggio continua a correre sui mercati valutari. A causa dei timori di un attacco agli impianti nucleari iraniani, poi smentito, a Londra il petrolio è salito sopra i 138 dollari al barile.

    UE-Cuba
    Dopo l’accordo raggiunto una settimana fa, l’Unione Europea ha revocato ieri ufficialmente le sanzioni contro Cuba. I 27 hanno superato alcune difficoltà riguardanti le condizioni poste alla decisione, come la prosecuzione del dialogo con l'opposizione e una maggiore attenzione al rispetto dei diritti umani sull'isola caraibica.

    Serbia-politica
    La Serbia più vicina all’Europa dopo l’accordo per la formazione di un governo di coalizione tra il Partito socialista serbo, composto dagli eredi di Milosevic, e il Partito democratico del presidente Tadic. Divenuto ago della bilancia dopo le elezioni dello scorso 11 maggio, il Partito socialista aveva rotto le trattative, sabato scorso, con il blocco nazionalista per divergenze di vedute sull’adesione della Serbia all’Unione Europea.

    Italia-politica
    Via libera del Senato al decreto sicurezza con 166 voti a favore, 123 contrari e un astenuto. Due i punti della norma contestati dall’opposizione: primo punto, la sospensione dei processi per i reati commessi fino al 30 giugno 2002 nel caso in cui si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado e che prevedano una pena inferiore a dieci anni; secondo punto, l’impiego dell’esercito nelle città. Intanto per discutere sul primo punto oggi si riunisce il Consiglio Superiore della Magistratura.

    Somalia-sequestro
    Ennesimo rapimento nelle acque della Somalia. Quattro stranieri, tra questi una donna e un bambino, che viaggiavano a bordo di un veliero sono stati sequestrati da alcuni pirati nella regione di Puntland. Sconosciuta la nazionalità dei quattro. Il tratto di mare davanti al Corno d'Africa è uno dei più pericolosi per i frequenti assalti da parte di banda specializzate. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 176

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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