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Sommario del 23/06/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Udienze
  • "L'Eucaristia è il sacramento dell'unità della Chiesa". Così il Papa ieri ai partecipanti del 49.mo Congresso eucaristico internazionale in Quebec. Nel 2012 l'appuntamento è a Dublino
  • Il 28 giugno, Benedetto XVI apre l’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con la partecipazione del Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I
  • Ratificato l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica delle Filippine sui Beni culturali della Chiesa cattolica
  • La salvezza del pianeta passa attraverso i comportamenti dei turisti: Messaggio del Pontificio Consiglio per i migranti in vista della Giornata mondiale del Turismo 2008
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Messa pontificale a Gerusalemme per il nuovo Patriarca Latino, mons. Fouad Twal, che ieri ha inaugurato il suo nuovo incarico
  • Al via, ad Amman, la quinta edizione del Comitato scientifico del Centro ricerche "Oasis". Intervista con mons. Richi Alberti
  • Chiuso a Pistoia il quinto Forum dell'Informazione cattolica per la salvaguardia del Creato, promosso da Green Accord
  • La figura di San Paolo riletta nel mondo di oggi: la propone il mensile “Paulus” in uscita per l’Anno paolino. Intervista con don Ampelio Crema
  • Chiesa e Società

  • Apertura dell’Anno Paolino a Tarso
  • Sydney: presentate le iniziative che valorizzeranno l’aspetto ecumenico e interreligioso della GMG
  • Australia: benedetta a Daly River una nuova cappella dedicata ai primi missionari Gesuiti del continente
  • Cina: celebrata la Giornata nazionale della gioventù
  • Rapporto ONU: in Asia la corruzione è il male peggiore
  • Morti per fame nel campo per sfollati di Sarman, in Somalia
  • Coro di appelli per la liberazione degli operatori umanitari rapiti in Somalia
  • Pakistan: sequestro-lampo per 16 cristiani ad opera delle milizie talebane
  • L’iniziativa della Chiesa del Kerala, in India, contro denatalità e aborto
  • Un’occasione di lavoro, confronto e preghiera il corso ad Hanoi, in Vietnam, per 123 sacerdoti
  • Giappone: nel rapporto annuale della polizia il dato di suicidi relativo al 2007. Oltre 30 mila casi
  • In Cile, la Chiesa ed il governo firmano un documento congiunto sull’impegno nella lotta alla tossicodipendenza
  • Al via il 30 giugno, la 23.ma Assemblea del clero diocesano boliviano, centrata sul tema dell’evangelizzazione
  • Spagna: messaggio per la Giornata di responsabilità nel traffico stradale
  • “Medici con l’Africa CUAMM”: mons. Mazzucato lascia la guida della ONG padovana dopo oltre 50 anni
  • Pubblicato un volume per scoprire i Padri della Chiesa tratteggiati nelle catechesi di Benedetto XVI
  • 24 Ore nel Mondo

  • Filippine: si rischia la catastrofe dopo il passaggio del ciclone nel Paese. Moltissimi i morti e i dispersi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Udienze

    ◊   Mattina ricca di udienze significative per Benedetto XVI. Il Papa ha ricevuto in Vaticano Fra’ Matthew Festing, principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta con il seguito. Quindi, ha incontrato il cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio consiglio per i Laici e successivamente l’arcivescovo Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i Vescovi. In tarda mattinata, infine, il Pontefice ha avuto un colloquio con l’arcivescovo Anselmo Guido Pecorari, nunzio apostolico in Uruguay.

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    "L'Eucaristia è il sacramento dell'unità della Chiesa". Così il Papa ieri ai partecipanti del 49.mo Congresso eucaristico internazionale in Quebec. Nel 2012 l'appuntamento è a Dublino

    ◊   “L’Eucaristia è il sacramento dell’unità della Chiesa perché noi formiamo un unico corpo con il Signore”. E’ la riflessione del Papa durante l’omelia, trasmessa via satellite dal Vaticano, della Santa Messa Statio Orbis che ieri ha concluso il 49.mo Congresso eucaristico internazionale in Québec, sul tema “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo”. Al centro delle parole di Benedetto XVI, la responsabilità delle società ricche nei confronti dei poveri e “l’efficacia salvatrice” della Comunione anche per chi non può accostarsi al Sacramento. Nel corso della celebrazione, il Santo Padre ha rinviato i presenti al prossimo Convegno eucaristico internazionale che si terrà a Dublino nel 2012. Il servizio di Benedetta Capelli:


    “Il nostro più bel tesoro”, “il Sacramento per eccellenza che ci introduce nella vita eterna e contiene tutto il mistero della nostra salvezza”. E’ l’Eucaristia - dice il Papa citando il Concilio Vaticano II - la sorgente e l’apice dell’azione e della vita della Chiesa. Pertanto, rivolgendosi ai pastori e ai fedeli, invita ad approfondire questo grande Sacramento per consolidare la propria fede, “specialmente rivisitando ed esplorando, individualmente o in gruppo, la Sacrosanctum Concilium”. L’Eucaristia “è l’espressione per eccellenza dell’amore di Dio - aggiunge il Santo Padre - ci chiama con tutti i nostri fratelli ad impegnarci per far fronte alle sfide presenti e per rendere la Terra un luogo dove vivere meglio:

    “Pour cela, il nous faut sans cesse lutter pour que toute personne soit respectée depuis sa conception jusqu’à sa mort naturelle“…

    “Per questo è necessario lottare senza stancarsi perché ciascuno sia rispettato dal suo concepimento alla sua morte naturale, perché - afferma il Papa - le società ricche accolgano i più poveri e ridonino tutta la loro dignità, che la pace e la giustizia si diffondano in tutti i continenti”. Sfide che vanno affrontate e di fronte alle quali i cristiani possono trarre forza dal mistero eucaristico:

    “The Eucharist is the sacrament of the Church’s unity, because we all form one single body of which the Lord is the head”…

    “L’Eucaristia è il sacramento dell’unità della Chiesa, perchè noi formiamo un corpo unico con il Signore”. Citando l’Ultima Cena, il Papa parla di quel momento come del “luogo della Chiesa nascente”, il “segno del Mistero della nostra redenzione sulla Croce”. Nell’Eucaristia, “il sacrificio di Cristo è costantemente rinnovato”.

    “Malgrado la nostra debolezza e il nostro peccato, Cristo - continua Benedetto XVI - vuole costruire in noi la sua dimora, per questo dobbiamo impegnarci per riceverlo in un cuore puro ritrovando, attraverso i Sacramenti, il perdono. Il peccato, soprattutto grave, si oppone all’azione della grazia eucaristica in noi”:
     
    “D’autre part, ceux qui ne peuvent pas communier en raison de leur situation trouveront cependant dans une communion de désir et dans la participation à l’Eucharistie une force et une efficacité salvatrice“…

    “D’altra parte coloro che non possono accostarsi alla comunione in ragione della loro situazione - continua il Papa - troveranno tuttavia una forza e un’efficacia salvatrice nella comunione di desiderio e nella partecipazione all’Eucaristica”. Eucaristia come “mistero d’alleanza”, sottolinea il Santo Padre: in una certa maniera, “una liturgia celeste anticipo del banchetto nel regno eterno”. Parlando dei nuovi sacerdoti, Benedetto XVI ha invitato i giovani a accettare con gioia e senza paura la chiamata di Cristo. “Che la famiglia sia la culla delle vocazioni” auspica il Papa. Infine, l’annuncio atteso del prossimo congresso eucaristico internazionale:
     
    “Il se tiendra à Dublin en Irlande, en 2012”.

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    Il 28 giugno, Benedetto XVI apre l’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con la partecipazione del Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I

    ◊   Sabato prossimo, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Benedetto XVI presiederà alle ore 18, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino. Alla celebrazione - rende noto l’ufficio delle celebrazioni liturgiche - parteciperanno anche il Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I, e i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Un “grande evento spirituale e pastorale”, capace di suscitare nei fedeli “una rinnovata fiducia in Gesù Cristo che ci chiama ad annunciare e testimoniare il suo Vangelo, senza nulla temere”: così, ieri, all’Angelus, Benedetto XVI ha sintetizzato il valore dell’Anno Paolino. Un Anno giubilare che il Papa aveva annunciato lo scorso 28 giugno nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura. “L’Apostolo delle genti, particolarmente impegnato a portare la Buona Novella a tutti i popoli - affermò in quell’occasione - si è totalmente prodigato per l’unità e la concordia di tutti i cristiani”. San Paolo, è l’auspicio del Pontefice, voglia dunque “guidarci e proteggerci in questa celebrazione bimillenaria, aiutandoci a progredire nella ricerca umile e sincera della piena unità di tutte le membra del Corpo mistico di Cristo”.

     
    Per conoscere nel dettaglio il programma degli eventi dell’Anno dedicato a San Paolo, si può consultare il sito Internet , realizzato in quattro lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo. In occasione di questo Anno giubilare, inoltre, la Libreria Editrice Vaticana (LEV) ha preparato una serie di volumi utili agli operatori pastorali ed anche ai singoli fedeli per la loro meditazione personale e per le celebrazioni. Tra questi, il volume “Pensieri su Paolo” di Benedetto XVI: piccole meditazioni tratte da omelie, messaggi e discorsi del Pontefice sulla linea dei collaudati “Pensieri spirituali” e “Pensieri mariani”.

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    Ratificato l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica delle Filippine sui Beni culturali della Chiesa cattolica

    ◊   La Sala stampa della Santa Sede informa che il 29 maggio scorso, nella sede del Ministero degli Affari esteri a Manila, il nunzio apostolico nelle Filippine, mons. Edward J. Adams, e il ministro degli Affari Esteri della Repubblica delle Filippine, l’on. Alberto G. Romulo, hanno proceduto allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo fra la Santa Sede e la Repubblica delle Filippine circa i Beni Culturali della Chiesa cattolica, che era stato firmato il 17 aprile 2007.

    Alla cerimonia erano presenti per parte ecclesiastica, il cardinale Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila; mons. Julito B. Cortez, vescovo Ausiliare di Cebu e presidente della Commissione per i Beni Culturali della Chiesa della Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine (CBCP); i mons. Juanito S. Figura, segretario generale della CBCP, e Giorgio Chezza, primo segretario della Nunziatura apostolica; e altri ecclesiastici, responsabili di chiese storiche e di musei, biblioteche e archivi di enti religiosi.

    Per parte statale erano presenti la signora Carmen Padilla, responsabile della Commissione nazionale per l’UNESCO; la signora Emelita V. Almosara, consigliere dell’Istituto storico nazionale; il sig. Angel Bautista, primo curatore della Divisione per la Proprietà culturale del Museo nazionale, e altri funzionari del Ministero degli Affari esteri. L’Accordo è entrato in vigore il giorno dello scambio degli Strumenti di ratifica, a norma dell’Articolo VI dell’Accordo medesimo.

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    La salvezza del pianeta passa attraverso i comportamenti dei turisti: Messaggio del Pontificio Consiglio per i migranti in vista della Giornata mondiale del Turismo 2008

    ◊   “Coltivare l’etica della responsabilità”: è l’appello lanciato dal cardinale Renato Raffaele Martino - presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti - nel Messaggio reso noto oggi per la Giornata Mondiale del Turismo 2008, che verrà celebrata il 27 settembre, dedicata al tema “Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico”. Il servizio di Roberta Gisotti:


    I turisti chiamati alla responsabilità riguardo al gravissimo problema dei cambiamenti climatici che investono l’intero pianeta. Siamo di fronte “ad un bivio” - osserva il cardinale Martino - “davanti a noi stanno le proverbiali strade del bene e del male, come ci insegna la Bibbia”, ma pure riscontriamo - aggiunge il presidente del dicastero vaticano - “decisioni tardive perfino dei popoli più avanzati in campo di ecologia gloabale, così come la ritrosia di quanti esitano a ratificare protocolli internazionali, mirati alla conservazione dell’ambiente e alla riduzuione delle emissioni di anidride carbonica”. Da qui il richiamo del porporato al “contributo di tutti, perciò anche dei turisti, nel ciclo della terra in cui viviamo, affinchè si presti attenzione ai comportamenti e alle azioni concertate, che portino meno ingiuria possibile al pianeta”. Oggi sono oltre 900 milioni le persone che si recano in viaggio turistico all’estero - e si prevede che nel 2020 saranno 1 milardo e mezzo - senza contare le centinaia di milioni che si spostano all’interno del proprio Paese. Per i loro spostamenti in aereo, per mare e via terra, si utilizzano carburanti inquinanti, mentre gli hotel e le case che li accolgono, con impianti di aria condizionata, immettono nell’atmosfera dosi massicce di gas nocivi.

     
    Possiamo allora decidere - scrive il cardinale Martino - “di essere un turista contro la terra o a suo favore, magari andando a piedi, preferendo alberghi e luoghi di accoglienza più a contatto con la natura, portando meno bagaglio, affinché i mezzi di trasporto emettano minori quantità di anidride carbonica, smaltendo in modo adeguato i rifiuti, consumando pasti più ‘ecologici’, piantando alberi per neutralizzare gli effetti inquinanti dei nostri viaggi, preferendo prodotti dell’artigianato locale ad altri dispendiosi e velenosi, servendosi di materiali riciclabili o biodegradabili, rispettando la legislazione locale e valorizzando la cultura del luogo che stiamo visitando”. “Proposte ideali, e forse non da tutti condivisibili”, chiosa il cardinale Martino: l’importante è che si ritorni “al senso del limite contro il progresso folle e ad ogni costo, fuggendo l’ossessione di possedere e di consumare”. “In questo modo - conclude il messaggio - si svilupperà una cultura del turismo responsabile anche nei confronti dei cambiamenti climatici”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In rilievo, nell'informazione internazionale, le Filippine, flagellate dal tifone Fengshen, e il Libano, segnato da nuovi scontri fra sostenitori della maggioranza parlamentare e rappresentanti dell'opposizione.

    In cultura, la presentazione del cardinale Dionigi Tettamanzi al volume di Gisella Adornato "Paolo VI. Il coraggio della modernità", in occasione del trentesimo delle morte del Pontefice.

    Elisabetta Galeffi illustra l'attività del Centro francescano di studi orientali cristiani al Cairo.

    Senza guide e maestri il potere finisce in mano ai pifferai: Paolo Fornari sulla moda delle "consulenze filosofiche".

    Se cerchi la verità l'antropologia ti può aiutare: Marcelo Sanchez Sorondo sullo statuto dell'essere umano nell'epoca della scienza.

    Nell'informazione religiosa, la conclusione della visita del cardinale Tarcisio Bertone in Bielorussia.

    Il messaggio letto dal cardinale Jose Saraiva Martins al termine della concelebrazione eucaristica, a Beirut, per la beatificazione di Giacomo da Ghazir, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

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    Oggi in Primo Piano



    Messa pontificale a Gerusalemme per il nuovo Patriarca Latino, mons. Fouad Twal, che ieri ha inaugurato il suo nuovo incarico

    ◊   A Gerusalemme, la comunità cattolica è in festa per la nomina del nuovo Patriarca, mons. Fouad Twal, che stamani ha celebrato la sua prima Messa Pontificale nella Basilica del Santo Sepolcro. Nella stessa Basilica, cuore della cristianità, si era svolto ieri pomeriggio il suo ingresso solenne, seguito dall’accoglienza del Custode di Terra Santa. Da Gerusalemme, il servizio di Sara Fornari:


    Accompagnato dai Frati francescani, dal clero del Patriarcato e religiosi, tra le ali di folla, il nuovo Patriarca Latino di Gerusalemme ha fatto il suo ingresso solenne nella Basilica del S. Sepolcro. Secondo la tradizione fissata nello "status quo", ad attendere Sua Beatitudine presso la Pietra dell'Unzione, c'erano il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, che lo ha accolto con un caloroso benvenuto. "Eredito insieme sfide da raccogliere e numerosi problemi accumulatisi, interni o esterni. Sono pieno di fiducia perché so di non essere solo, mi appoggio sulla grazia di Dio che in me non è stata vana e sulla potenza del Salvatore che si manifesta nella mia debolezza", ha detto mons. Fouad Twal nel discorso pronunciato presso la tomba vuota, rivolgendosi ai rappresentanti delle comunità cattoliche, ortodosse e protestanti di Gerusalemme e della Terra Santa, e ai numerosi fedeli, presenti alla cerimonia. "Il nostro popolo di Terra Santa - ha proseguito il Patriarca - come tutti i popoli del Medio Oriente, non cessa di gemere e di soffrire attendendo l'ora della sua liberazione, l'ora della sua resurrezione, perché la sua 'via crucis' continua ancora, e ancora. Tuttavia, come è corta la distanza che separa il Golgota dal Sepolcro vuoto, così noi sappiamo che è corta la distanza dalla morte alla Resurrezione. Per questo non c'è motivo alcuno di aver paura. La mia fiducia si nutre ugualmente di tutte le ricchezze spirituali, umane ed ecclesiali di questa diocesi."

     
    Moltissimi i religiosi e fedeli di Gerusalemme, ma anche della Galilea e della Giordania, che anche al termine della cerimonia hanno salutato mons. Twal con i tradizionali canti con i quali le donne - secondo il costume arabo - elogiano i festeggiati e gli sposi. Un inno di lode e ringraziamento al Signore si è innalzato stamattina a Gerusalemme, dalla Basilica del S. Sepolcro, nella prima Messa Pontificale presieduta dal nuovo Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, che si è svolta sull'altare posto all'edicola della Resurrezione. Un centinaio i concelebranti, Francescani, sacerdoti e rappresentanti delle diverse Congregazioni presenti in Terra Santa, ma anche membri delle comunità ortodosse e protestanti.

     
    Incentrata sul mistero pasquale, l'omelia di Mons. Fouad Twal, e sul “sepolcro vuoto, vuoto del Corpo di Cristo risuscitato che ha trionfato sulla morte, sull'ingiustizia e sul male”. Sua Beatitudine si è rivolto così ai moltissimi fedeli presenti: "Cari fratelli, noi rischiamo di essere crocifissi con e per Cristo; ma con Lui e in Lui siamo l'immagine radiosa della Chiesa di domani. Cristo è il capo della nostra diocesi di Gerusalemme - ha proseguito mons. Fouad Twal - Noi siamo figli di questa terra, siamo i figli della Via Crucis e del Golgota, ma nello stesso tempo siamo i figli della luce, della gioia e della Resurrezione. Saremo la voce che annuncia la felicità e la pace che verranno, la voce che denuncia e combatte l'ingiustizia, l'odio e l'intrigo; e la voce che sospinge  il grido di liberazione, facendo eco a quello degli Apostoli la mattina di Pasqua: 'Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone'" L'omelia si è conclusa quindi con un'invocazione al Signore, per l'intercessione della Vergine Patrona della Palestina. Prossimo appuntamento sarà mercoledì, con l'ingresso solenne nella Basilica della Natività di Betlemme.

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    Al via, ad Amman, la quinta edizione del Comitato scientifico del Centro ricerche "Oasis". Intervista con mons. Richi Alberti

    ◊   Si sono aperti oggi ad Amman i lavori della quinta edizione annuale del Comitato scientifico del centro internazionale di studi e ricerche Oasis. Oltre 80 tra vescovi, professori, giornalisti da oltre 20 paesi d’Europa Asia Africa e America dialogano sulla libertà religiosa e il caso serio della libertà di conversione. Il servizio da Amman di Maria Laura Conte:


    Da Amman, Oasis rilancia: la libertà religiosa è un bene per ogni società. E’ in estrema sintesi quanto emerso dalla prima parte dei lavori della rete internazionale del Centro Oasis, 80 persone di oltre 20 Paesi di tutti i continenti, convenute ad Amman per l’annuale Comitato scientifico. I dialoghi della mattinata sono stati aperti dall’intervento del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, che ha sviluppato il tema “Il ‘caso serio’ della libertà religiosa. La libertà di conversione”. “Nella nostra società globalizzata - ha rilevato il patriarca e fondatore di Oasis - la tensione tra libertà religiosa e identità tradizionale di un popolo sta diventando scottante". In particolare, ha proseguito, "il punto critico è: che cosa succede ad una identità di popolo se un numero consistente di persone inizia a metterla in discussione? In alcuni Paesi a maggioranza musulmana l’identità di popolo risulterebbe minacciata se si concedesse la possibilità di convertirsi a chi è già musulmano”. “Il passo che ora dobbiamo compiere in Occidente ed in Oriente - ha quindi osservato il patriarca di Venezia - sta nel mettere meglio a fuoco come il rapporto tra libertà religiosa e identità di popolo incida sulla vita sociale". I cristiani, ha osservato il cardinale Scola, "non intendono mettere a rischio le basi della convivenza sociale dei paesi a maggioranza musulmana ma chiedono lo stesso rispetto per la propria tradizione a chi arriva qui da noi. Ma il rispetto verso l’identità comunitaria non può spingere nessuno, nemmeno i musulmani, a violare la libertà umana del singolo, compresa la libertà di conversione”.

     
    Dopo il porporato, è intervenuto Nikolaus Lobkowicz, direttore dell’Istituto per gli studi sull’Europa Orientale di Eichstätt di Baviera che, ripercorrendo la storia di come nella vita della Chiesa si è intesa la libertà religiosa, ha segnalato il passo importante determinato dalla Dignitatis Humanae, in quanto ha trasferito il tema della libertà religiosa dalla nozione di verità a quella dei diritti della persona umana. “Chiaramente - ha rilevato il prof. Lobkowicz - non si tratta di un diritto al cospetto di Dio, ma rispetto alla comunità e allo Stato”. Ha portato il suo contributo al comitato anche Khaled Al-Jaber, professore alla University of Petra, che ha sviluppato il tema del rapporto tra libertà e verità nell’orizzonte del dialogo tra cristiani e musulmani.

    L'apertura dei lavori è stata appannaggio del direttore del centro Oasis mons. Gabriel Richi Alberti. A lui, Giancarlo La Vella ha chiesto in che termini si possa parlare oggi nel mondo di libertà religiosa:

    R. - Noi ci siamo posti questa domanda per il nostro Comitato scientifico che si terrà ad Amman e abbiamo deciso di passare per l’esperienza concreta delle comunità cristiane. Abbiamo preferito non fare un discorso teorico, di principio, ma passare per la testimonianza dei cristiani che vivono in Paesi a maggioranza musulmana, anche per imparare da loro il rapporto con le comunità musulmane, che adesso si presenta molto attuale in Occidente.

     
    D. - Le emergenze più particolari in che modo si manifestano?

     
    R. - I nostri amici delle comunità cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana parlano sempre della necessità di rafforzare il concetto di cittadinanza e cioè che tutti i credenti, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano vivere condividendo tutti gli usi propri della cittadinanza. In questi Paesi ciò appare come un’urgenza sempre più concreta. Poi mi sembra che si possa dire che sia la via della testimonianza reciproca che apre spazi concreti nel quotidiano. Sono tantissime le opere di carità, le opere di assistenza, le opere educative che le comunità cristiane portano avanti dando così luogo a spazi reali di convivenza.

     
    D. - Esiste un problema di libertà religiosa anche in Occidente, che in genere consideriamo democratico e progredito?

     
    R. - Esiste un problema non nel senso che ci sia una persecuzione legale o giuridica ma nel senso culturale della riduzione dell’esperienza religiosa al puro privato, al puro individuale. Se noi, sotto il concetto di libertà religiosa, vogliamo intendere la possibilità degli uomini di vivere la loro fede, è necessario dire anche che in Occidente culturalmente tante volte ci troviamo di fronte ad incomprensioni quando vogliamo vivere pubblicamente la nostra esperienza religiosa, non solo considerata appunto come libertà di culto o come manifestazione di pratiche religiose, ma come visione buona della vita.

     
    D. - La tutela di un diritto come quello della libertà religiosa può migliorare promuovendo il dialogo interreligioso?

     
    R. - Penso di sì, soprattutto se questo dialogo interreligioso è fatto di incontro e reciproca testimonianza. Noi, attraverso l’esperienza di Oasis, abbiamo voluto che si potessero incontrare uomini cristiani e provenienti dall’Islam, che vivono in prima persona la loro appartenenza religiosa sapendo che essa può essere un contributo per la vita pubblica.

     
    D. - Come si svolgeranno i lavori ad Amman?

     
    R. - Le giornate ad Amman sono organizzate in questo modo. Ci sono momenti dedicati al racconto reciproco, ovviamente con una particolare attenzione alle comunità cristiane in Giordania, che dipendono dal Patriarcato latino di Gerusalemme, e vogliamo farci raccontare da loro come vivono. Poi, ci saranno dei momenti dedicati alla riflessione e al dialogo tra di noi anche sui contenuti teorici. Quindi, un doppio binario di riflessione comune e di racconto reciproco.

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    Chiuso a Pistoia il quinto Forum dell'Informazione cattolica per la salvaguardia del Creato, promosso da Green Accord

    ◊   “Promuovere una maggiore attenzione verso i problemi ambientali affinchè ci sia un rinnovato impegno e una profonda solidarietà verso i poveri della terra.” E’ l’augurio che Benedetto XVI ha fatto giungere, tramite un telegramma, ai partecipanti del V Forum dell'Informazione cattolica per la salvaguardia del Creato, promosso dall’Associazione Green Accord. L’ incontro, che quest’anno ha avuto come tema "Il grido dei poveri e la salvaguardia del Creato”, si è concluso ieri a Pistoia. Il servizio di Marina Tomarro:


    Per combattere la povertà bisogna adottare uno stile di vita sobrio che rispetti l’ ambiente e garantisca a tutti l’ accesso ai beni primari. Con questa riflessione si è concluso ieri il il V forum dell’ informazione cattolica per la Salvaguardia del creato. Ascoltiamo Andrea Masullo presidente scientifico di Green Accord:

    “Noi siamo la prima causa dei cambiamenti climatici come mondo ricco che consuma e produce le emissioni che stanno alterando il clima, e i Paesi poveri sono quelli che ne subiscono le conseguenze e non hanno gli strumenti. Noi possiamo fare in modo di aiutarli ad adattarsi a quei cambiamenti che sono inevitabili, come proteggere il territorio dall’avanzata del deserto, come produrre per l’alimentazione di base. Invece, stiamo facendo tutt’altro: costringiamo molti Paesi a produrre per l’esportazione per ripagare il debito, con colture intensive che, anziché ostacolare l’avanzata del deserto, a volte facilitano l’erosione e quindi il fenomeno. E un’altra cosa che potremmo fare è impegnarci seriamente sulla riduzione di queste emissioni, perchè le previsioni drammatiche non si avverino, o almeno si avverino nelle forme più lievi”.

    E tra i molti temi trattati durante il Convegno, una particolare attenzione ha avuto il nuovo fenomeno dei rifugiati ambientali costretti a lasciare i loro Paesi, a causa dei cambiamenti climatici. Ascoltiamo ancora Andrea Masullo:

    “Le Nazioni Unite stanno valutando in che modo considerare questa nuova figura del rifugiato ambientale. Si prevede che a causa dell’avanzare del deserto, nei prossimi decenni il un flusso di immigrazione dall’Africa verso l’Europa sarà molto, molto maggiore di quello attuale. E se notiamo che, attualmente, le reazioni sono così poco attente nella normativa, ci rendiamo conto di quanto ancora la politica sia lontana dall’affrontare e riconoscere seriamente il problema in tutta la sua drammaticità umana. Dramma che va considerato appieno per poter risolvere alla fonte queste situazioni difficili, che costringono tante persone in difficoltà a dover lasciare la loro terra e venire da noi”.

    Quindi, il grido di aiuto dei poveri è una richiesta che non possiamo ignorare, ma bisogna agire presto, prima che sia troppo tardi.

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    La figura di San Paolo riletta nel mondo di oggi: la propone il mensile “Paulus” in uscita per l’Anno paolino. Intervista con don Ampelio Crema

    ◊   A pochi giorni dall’apertura dell’Anno paolino arrivano in 400 librerie 45 mila copie di “Paulus”, un nuovo mensile che vuole far conoscere l’Apostolo delle genti attraverso servizi, interviste, dossier. La rivista - presentata stamani a Roma e che nelle sue pagine offrirà anche rilettura della figura di San Paolo nel mondo di oggi - sarà affiancata dal sito www.paulusweb.net. Il servizio di Tiziana Campisi:


    Far conoscere meglio San Paolo e inserirlo in un progetto ecumenico di crescita e dialogo: sono questi gli scopi che l’Anno paolino si propone. Indicati da Benedetto XVI, ora troveranno spazio anche nelle pagine di “Paulus”, la rivista della Società di San Paolo che affiancherà - come ha detto l’arciprete della Basilica romana dedicata all’Apostolo delle genti, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo - diverse iniziative. A Roma, accompagnerà i pellegrini che sceglieranno gli itinerari dell’Opera Romana Pellegrinaggi organizzati in collaborazione con il Comune. Visitando i luoghi di San Paolo, con bus e mezzi con audioguide in 8 lingue, se ne conserverà ricordo nella “Paolina”, la carta che indicherà le soste a chiese e siti archeologici. E per chi vuole varcare i confini italiani, ci sono i viaggi verso Turchia, Siria, Gerusalemme, Grecia, Malta e Cipro. Sfogliare “Paulus” per gli studenti universitari sarà invece un modo per arricchire un percorso sul tema “Vangelo e cultura per un nuovo umanesimo”, che avrà sullo sfondo la lettera di Paolo ai Romani. “Paolo creerebbe un portale ecclesiale più comprensivo di Google o di Wikipedia - scrive nell’editoriale don Angelo Colacrai, direttore della Società di San Paolo - parlerebbe a tutte le assemblee nazionali. Non sarebbe solo pastore di pecore e agnelli già recintati e protetti, ma prenderebbe il largo come un pescatore di uomini e donne di ogni specie”. Ma cosa propone ai lettori la rivista “Paulus”? Don Ampelio Crema superiore provinciale della Società di San Paolo:

     
    R. - Vuole accompagnare l’Anno Paolino cercando di dare sia degli stimoli sia a livello biblico, quindi la conoscenza propria delle lettere di Paolo, sia a livello di attualità: far conoscere il Paolo oggi nelle sue città, nei suoi itinerari, e soprattutto vedere come oggi ancora Paolo incida nella storia dell’umanità.

     
    D. - Cosa si troverà nelle pagine di Paulus?

     
    R. - Si troverà all’interno un dossier estraibile, che può essere raccolto e dà l’opportunità, concluso l’Anno Paolino, di avere una raccolta di approfondimenti delle lettere di Paolo, del suo pensiero, dei contenuti delle sue lettere. Poi, c’è tutta una parte di attualità, di interviste, con un’attenzione da una parte a chi si ispira a Paolo, ai mondi di Paolo, alle città di Paolo, e dall'altra questo sguardo ecumenico molto ampio per poter mostrare come Paolo ci indichi delle piste per crescere a livello ecclesiale.

     
    D. - Come scegliere gli ambiti dell’attualità in cui far riemergere Paolo e il suo pensiero?

     
    R. - Ogni numero ha un tema di riferimento: il primo numero riguarda Paolo e Roma, e quindi l’attenzione è tutta un po’ a ciò che gira attorno a Roma; il prossimo numero sarò Paolo e l’Europa, quindi da Malta a tutti i progetti eventualmente della Spagna. Quindi, si è cercato di essere attenti a tutti quelli che sono gli ambienti di vita di oggi, individuando dei testimoni che ci diano degli input per crescere nella nostra riflessione.

     
    D. - Un Paolo, dunque, del XXI secolo?

     
    R. - Sì, anche perchè legato alla rivista c’è anche un progetto di sito internet - paoloweb.net - che partirà nei prossimi giorni e che cercherà poi di far nascere dei forum, dei blog, dei dibattiti proprio sul mondo di Paolo e sui temi che Paolo porta alla nostra riflessione.

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    Chiesa e Società



    Apertura dell’Anno Paolino a Tarso

    ◊   Per una serie di motivi, tra cui lo svolgimento del Simposio che da 19 anni l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontifica Università Antonianum di Roma organizza in Turchia sull’attività e sugli scritti dell’Apostolo, l’Anno Paolino è stato aperto a Tarso con una settimana di anticipo rispetto alla data ufficiale stabilita da Papa Benedetto XVI il 28 giugno prossimo. L’apertura è infatti avvenuta sabato 21 giugno con una solenne liturgia ecumenica guidata dal cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, alla quale ha partecipato la Conferenza episcopale turca al completo, insieme ai maggiori rappresentanti delle confessioni cristiane e delle fedi praticate in Turchia. “Tarso ha preparato Paolo all’apostolato tra i popoli del suo tempo”, ha detto il cardinale, e Tarso, pur non conoscendo molto il suo più illustre concittadino, si è unita ai riti cristiani con un concerto e una sorprendente promessa. Se il concerto ha strappato applausi per il coro composto da cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei e aloiti, la promessa ha sorpreso l’intera comunità cattolica del Vicariato Apostolico. Il Comune di Tarso infatti, si è impegnato pubblicamente e ufficialmente a preparare una sala da affidare ai pellegrini cristiani che visiteranno la città per le loro liturgie. Non è quanto sta chiedendo da anni mons. Luigi Padovese, Vicario Apostolico dell’Anatolia, e cioè la restituzione della chiesa che la città ha dedicato a Paolo, ma nell’attesa della sala promessa, si felicita con le autorità per aver concesso al Vicariato l’uso gratuito della chiesa-museo per tutto l’anno paolino. Ieri mattina è stato poi aperto il XII Simposio che ha per tema: Paolo di Tarso, Storia, Archeologia, Ricezione. Vi partecipano studiosi provenienti dall’Italia, dalla Turchia, dalla Germania, dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Grecia e dal Brasile; un piccolo mosaico di nazioni, in sintonia con l’appellativo che da secoli è legato al nome di Paolo, Apostolo delle Genti. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    Sydney: presentate le iniziative che valorizzeranno l’aspetto ecumenico e interreligioso della GMG

    ◊   La Giornata Mondiale della Gioventù 2008 come occasione per promuovere il dialogo con altre denominazioni cristiane e altre fedi. È uno degli obiettivi degli organizzatori della GMG di Sydney perseguito attraverso una serie di iniziative presentate in una recente conferenza stampa dal cardinale George Pell. Per l’occasione si è reso noto che i team degli organizzatori progettano di gettare ponti tra questi gruppi durante il Festival della Gioventù della GMG attraverso atti di solidarietà, esibizioni artistiche e presentazioni teologiche e musicali. La conferenza stampa ha inoltre apparentemente placato i media secolari australiani, che avevano parlato di “minaccia di tentata conversione” e di potenziali “eventi antisemiti” come la Via Crucis. Il cardinale George Pell e la sua squadra non sono infatti intimoriti da queste insinuazioni, e si stanno attenendo alla linea per cui l'evento è cattolico ma inclusivo. Come ha sottolineato il porporato ai partecipanti alla conferenza stampa, i cattolici rappresentano la più alta percentuale di fedeli nella Nazione che ospita la GMG, seguiti da anglicani, protestanti, ebrei e musulmani. Il cardinale ha quindi passato il testimone ai rappresentanti di ciascuno di questi gruppi che, a turno, hanno espresso con vigore il proprio sostegno all'evento. Il rabbino capo della Grande Sinagoga di Sydney, Jeremy Lawrence, ha detto a Zenit che la comunità ebraica apprezza il calore e il rispetto dimostrati dagli organizzatori cattolici della GMG. Il rabbino ha aggiunto che “la visita di Benedetto XVI, che ha stretto forti legami con il rabbino capo di Roma e ha contribuito in modo sostanzioso e diretto ad affrontare questioni di dottrina e liturgia con esperti nel rabbinato, dà preminenza e sottolinea la fede, che è importante per la società australiana”. Il reverendo Tara Curlewis, presidente del Consiglio Ecumenico del Nuovo Galles del Sud e ministro della Uniting Church, ha concordato sostenendo che “indipendentemente da come adoriamo Dio, la GMG è un'opportunità per accendere la fiamma di Dio in tutti noi”. Il Vescovo ausiliare Anthony Fisher di Sydney, coordinatore della Giornata Mondiale della Gioventù, ha sottolineato come queste parole vengano tradotte in pratica visto che “i membri di altre chiese, comunità ecclesiali e tradizioni religiose cristiane aprono la propria casa per il programma HomeStay o si uniscono al nostro gruppo di volontari; perfino la scuola islamica di Greenacre, Malek Fahed, ha offerto alloggio a più di 300 pellegrini”. Ikebal Patel, presidente della Federazione Australiana dei Consigli Islamici, ha sostenuto l'idea, affermando: “Come musulmani in Australia vogliamo dimostrare in modo positivo che siamo parte della comunità”. Il Vescovo Fisher ha annunciato che alcuni dei centri di preghiera avranno una dimensione ecumenica, soprattutto quelli guidati dalla Comunità di Taizé. C'è poi il forum dal titolo “Australians All: Face to Face and Faith to Faith”, che coinvolgerà leader cattolici ma anche leader e comunità ebraici, islamici, buddisti e induisti. “Senza menzionare tutti i 300 eventi previsti – ha aggiunto il vescovo Fisher –, posso ricordare i laboratori di danza delle donne ebree, l'evento 'Music Talks Peace' nella sinagoga, in cui artisti musulmani, ebrei e cristiani si esibiranno insieme, e ovviamente la nostra altamente rispettosa ed ecumenica Via Crucis... ecumenica nel senso che è una versione interamente neotestamentaria-scritturale di raccontare l'ultimo giorno di Cristo”. “La GMG dimostrerà che tutta la vera fede è gemellata con speranza e amore, e così la vera religione deve essere fonte di pace”, ha concluso il cardinale Pell. (M.G.)

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    Australia: benedetta a Daly River una nuova cappella dedicata ai primi missionari Gesuiti del continente

    ◊   Sabato scorso, a un mese dall’apertura della GMG di Sydney, il vescovo ausiliare di Adelaide, mons. Greg O’Kelly, accompagnato dal vescovo di Darwin, mons. Eugene Hurley, ha benedetto un altare nelle vicinanze di Daly River, nel Northern Territory d’Australia, su cui ha poi celebrato un’eucarestia. La nuova cappella è stata voluta e costruita da un gruppo di giovani del Cammino neocatecumenale d’Australia, figli delle famiglie in missione inviate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per dar forza allo slancio missionario per la Nuova Evangelizzazione di questo immenso continente. Questi giovani lo scorso hanno, durante un pellegrinaggio in autobus da Adelaide fino a Alice Springs e Uluru, hanno visitato la missione di Santa Teresa dove sono rimasti profondamente colpiti dall’opera della Chiesa Cattolica a favore della popolazione aborigena e dalle sue difficoltà. In questa esperienza di preparazione alla missione della Giornata Mondiale della Gioventù 2008 estesa a tutta l’Australia, nacque anche l’idea di fare qualcosa di pratico durante l’estate. Così venne presa la decisione di costruire una piccola cappella sulle rovine di un’antica missione pioneristica. Un luogo dall’alto valore storico per la Chiesa australiana, da dove ripartì nel 1886, dopo un fallimentare tentativo in Darwin, l’opera di evangelizzazione degli indigeni australiani sostenuta da Papa Leone XIII. In quegli anni, nell’area del fiume Daly, sorsero tre diverse missioni. Ultimo di questi tentativi, la missione di S. Joseph, ebbe luogo in New Uniya. Il padre Donald McKillop SJ, fratello della Beata Mary McKillop, era all’epoca superiore di una comunità di undici religiosi. Essi lavorarono in condizioni estreme, combattendo contro terribili malattie, inondazioni e penuria di alimenti, stabilendo famiglie aborigene in piccole fattorie, introducendo piantagioni di granaglie e ortaggi, e creando un ambiente tanto bello quanto fragile. Nel 1899 il loro superiore li richiamava in South Australia decretando la fine di quest’avventura. Oggi nulla rimane di quell’antica missione: né le case, né la chiesa; né la scuola, né il piccolo laboratorio tipografico; né i granai, né la pompa a vapore; né le baracche, né il pozzo, né la fucina. Nulla nemmeno delle quindici fattorie di un ettaro ciascuna abitate e condotte da famiglie cristiane. Tuttavia, a distanza di più di un secolo, Nauiyu (Daly River) è oggi una parrocchia tornata attiva da anni grazie alla presenza del Cammino Neocatecumenale. Insieme al parroco, don Tom English, due famiglie missionarie australiane e due missionarie laiche spagnole, continuano a costruire sulle fondamenta poste dai Gesuiti, dai Missionari del Sacro Cuore e da molti altri, che hanno speso interamente la vita per annunciare il Vangelo. Una comunità che in questi giorni si prepara ad accogliere gruppi di pellegrini provenienti da Italia, Canada e altre nazioni e diretti a Sydney dove prenderanno parte alla grande festa della GMG. (M.G.)

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    Cina: celebrata la Giornata nazionale della gioventù

    ◊   Un mese prima della Giornata mondiale della gioventù, in programma a Sydney dal 15 al 20 luglio, la diocesi cinese di Shangai ha celebrato l’evento a livello locale, per andare incontro alle esigenze di tanti giovani che non potranno recarsi in Australia il mese prossimo. La Giornata nazionale si è svolta il 14 giugno scorso nel distretto di Pudong, all’interno della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. I giovani presenti erano circa 300, sia locali che stranieri, compresi alcuni non cattolici. L’evento ha adottato, come motto, lo stesso della GMG di Sydney, ovvero: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (Atti 1,8). “È stato un pellegrinaggio dell’anima – ha detto il giovane Riccardo Gong all'agenzia UcaNews – Molti ragazzi hanno ampliato i propri orizzonti, incontrando altri parrocchiani e condividendone le esperienze”. La Giornata di Shangai è iniziata con una catechesi sul tema della GMG, tenuta dal sacerdote Warren Kinne, docente presso la Fudan University di Shangai. Poi i partecipanti, suddivisi in cinesi ed inglesi, hanno ascoltato la riflessione di diversi sacerdoti approfondendo alcuni temi, come “Le sfide di Gesù nelle relazioni umane di oggi”; “La lettura della Bibbia” e “I valori del matrimonio cattolico”. Nel pomeriggio, il coro dei cattolici filippini della Chiesa di San Pietro ha eseguito alcuni inni sacri in lingua inglese. Il momento successivo è stato invece dedicato all’adorazione del Santissimo Sacramento: i giovani hanno pregato e meditato alla luce delle candele e molti di loro hanno scritto le loro speranze di vita su un foglio, bruciandolo poi sulla fiamma delle candele, davanti all’altare, per simboleggiare così il loro affidarsi totalmente a Dio. Infine, la Giornata si è chiusa con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da mons. Giuseppe Xing Wenzhi, vescovo ausiliare di Shangai. (I.P.)

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    Rapporto ONU: in Asia la corruzione è il male peggiore

    ◊   La corruzione, a tutti i livelli della società, è un male largamente diffuso nel continente asiatico e costituisce la radice e la causa prima della povertà di milioni di persone. Combatterla efficacemente è la strada maestra per lo sviluppo. E’ quanto afferma un Rapporto delle Nazioni Unite presentato nella capitale indonesiana Giakarta e ripreso dall'agenzia Fides, che mette il dito nella piaga che affligge numerosi stati asiatici e che rappresenta uno dei peggiori mali delle società contemporanee. Il Rapporto, intitolato “Combattere la corruzione, trasformare la vita”, è stato curato dal Programma di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite ed esamina le diverse modalità in cui corruzione, abuso d’ufficio, peculato nelle pubbliche amministrazioni dei paesi dell’Asia orientale e del Pacifico impediscono a masse di poveri e indigenti di ricevere i servizi essenziali per la loro vita e il loro sviluppo economico e sociale. “Sradicando la corruzione, non solo si migliora la governance e l’efficienza economica, ma contemporaneamente si riduce la povertà e si promuove lo sviluppo umano”, afferma il Rapporto. “In quest’ottica - prosegue il testo - le misure anti-corruzione non servono solo alla prevenzione o come punizione. Servono anche a costruire società più trasparenti, prospere e sviluppate”. Secondo un’inchiesta contenuta nel Rapporto, la peggiore reputazione, per quanto riguarda la corruzione, l’hanno politici, poliziotti, giudici, ufficiali del fisco. Oltre il 20% dei cittadini intervistati, provenienti da diversi paesi asiatici, hanno ammesso di essere stati vittime di fenomeni di corruzione. Secondo una stima elaborata dal Rapporto, le tangenti ricevute da pubblici ufficiali nei paesi meno sviluppati dell’Asia ammontano a una cifra che oscilla fra i 20 e i 40 miliardi di dollari all’anno. Il Rapporto propone un piano di azione che i governi dovrebbero adottare per contrastare e prevenire il fenomeno definito “corruzione pervasiva”, suggerendo di: perseguire in via giudiziaria i colpevoli e non lasciare i reati impuniti; istituire un servizio di burocrazia basata su criteri meritocratici; alzare i salari dei funzionari pubblici; aumentare le misure per la libertà di stampa (che spesso denuncia i casi di corruzione), e gli accordi di cooperazione internazionale. La corruzione è da sempre indicata dalle Chiese asiatiche come una “piaga”. Esistono diversi studi, approfondimenti e messaggi in tal senso della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche e delle singole Chiese nazionali. Una delle più attive nel denunciare con costanza i mali della corruzione è la Chiesa delle Filippine. (R.P.)

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    Morti per fame nel campo per sfollati di Sarman, in Somalia

    ◊   Cinque persone sarebbero morte nel weekend all’interno del campo di Sarman, a Hawa Abdi, vicino Afgoye, una trentina di km dalla capitale Mogadiscio, in Somalia: a riportare la notizia sono state alcune radio locali, riprese dall’agenzia Misna. Nel campo si trovano sfollati fuggiti dalla città in seguito alle recenti violenze, alcuni dei quali denunciano di non ricevere cibo da circa tre mesi e lanciano l’allarme sull’elevato rischio di mortalità se non verranno presto distribuiti altri aiuti. I morti dei giorni scorsi, però, non sono stati causati solo dagli stenti, ma anche dalla diffusione di infezioni respiratorie e febbri, aggravata dal persistere di forti piogge. (R.B.)

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    Coro di appelli per la liberazione degli operatori umanitari rapiti in Somalia

    ◊   La società civile somala si mobilita contro la piaga dei sequestri degli operatori umanitari. Una manifestazione spontanea si è tenuta ieri sulla principale strada meridionale di Mogadiscio, quella che collega la capitale con la località di Afgoye (dove ha trovato rifugio gran parte delle centinaia di migliaia di persone fuggite dalle violenze dei mesi scorsi), per chiedere la liberazione incondizionata di Hassan ‘keynan’ Mohamed Ali, il capo dell’ufficio locale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr) rapito nel fine settimana. Lo riferiscono i media somali, ripresi dalla MISNA, precisando che i manifestanti hanno fatto sapere che si riuniranno ogni giorno finché il funzionario non verrà rilasciato, definendo “inimmaginabile” il rapimento di un uomo il cui lavoro era aiutare gli altri. Da Nairobi, anche il capo dell’opposizione politica somala, Sheikh Sharif Sheikh Ahmad, intervenendo a una tavola rotonda sulla Somalia, ha fortemente condannato i recenti sequestri di operatori umanitari (tra cui quattro stranieri: due italiani, un inglese e un keniano), evidenziando che queste azioni danneggiano solo il popolo somalo. Intanto sul terreno non si fermano le violenze: è di ieri la notizia dell’uccisione di un esponente di punta del Centro per la ricerca e il dialogo (CRD), associazione pacifista somala tra le più attive nel Paese. L’associazione di cui Kulmiye faceva parte aveva partecipato ai colloqui di Gibuti tra governo e opposizione. Fonti giornalistiche locali fanno poi sapere che, per la seconda volta in 24 ore, ignoti hanno lanciato attacchi contro un cinema. Dopo l’episodio avvenuto sabato notte nel cinema ‘Africa’ di Mogadiscio che ha provocato la morte di una persona, ieri ignoti hanno lanciato una granata contro una sala di proiezione nella città meridionale di Baidoa, mentre era in corso la proiezione dei quarti di finale del campionato europeo di calcio. Il bilancio dell’attacco è di 10 persone ferite. (M.G.)

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    Pakistan: sequestro-lampo per 16 cristiani ad opera delle milizie talebane

    ◊   Un gruppo di 16 cristiani è stato rapito, e poco dopo rilasciato, mentre stava pregando nella giornata di ieri in una casa nell’area di Banarasabad, provincia della frontiera nord-occidentale del Pakistan. Sarebbe ancora nelle mani delle milizie talebane, invece, secondo quanto riportato da AsiaNews, Haji Siraj, il musulmano che aveva affittato loro la casa. Questa la dinamica dei fatti, come riferita dal deputato cattolico Shahbaz Bhatti che è anche il presidente della “All Pakistan Minorities alliance”: i cristiani radunati in preghiera erano circa 50, ma fortunatamente, all’irruzione dei talibani, la maggior parte è riuscita a scappare. Ai sequestrati tornati in libertà, grazie anche alla tempestiva azione del premier, non è stato fatto nulla di male. (R.B.)

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    L’iniziativa della Chiesa del Kerala, in India, contro denatalità e aborto

    ◊   Un’azione concreta per combattere la denatalità e la conseguente diminuzione del numero di cristiani nel Paese: è l’iniziativa intrapresa dalla Chiesa nello Stato indiano del Kerala e riportata dall’Osservatore Romano. Attualmente il numero di cristiani nella zona, come riferito dal portavoce del Consiglio dei vescovi locale, padre Stephen Alanthara, è pari al 19%, in costante calo, su una popolazione di circa 29 milioni di abitanti. L’impegno, che comprenderà anche una campagna antiaborto, durerà un anno e si concretizzerà in manifesti affissi per strada, proiezione di filmati e documentari e soprattutto attraverso l’apostolato nelle famiglie. (R.B.)

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    Un’occasione di lavoro, confronto e preghiera il corso ad Hanoi, in Vietnam, per 123 sacerdoti

    ◊   "Costruire per una vita giusta": è stato questo il tema del corso di formazione interdiocesano cui hanno partecipato 123 sacerdoti provenienti da sei diocesi nel nord del Vietnam. Il corso si è svolto a Hanoi per cinque giorni, durante i quali i partecipanti hanno avuto la possibilità di pregare insieme, confrontarsi e approfondire la fratellanza sacerdotale e il senso di appartenenza alla missione della Chiesa, in coerenza con quanto pubblicato da Giovanni Paolo II nel 1992 nella “Pastores dabo vobis”. All’agenzia AsiaNews padre Nguyen Ngoc Thanh ha raccontato come il corso sia stato importante per affinare le capacità di lavorare con la gente, i giovani e i bambini delle comunità parrocchiali, per stare in mezzo ai poveri e ai migranti. I sacerdoti, divisi in cinque sottogruppi, hanno dato tutti un giudizio positivo all’esperienza, nonostante le differenze d’età. Il vescovo di Hai Phong, Joseph Vu Van Thiên, ha lodato le iniziative di questo tipo, ricordando che ai sacerdoti “danno l’opportunità di vivere insieme come fratelli”. (R.B.)

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    Giappone: nel rapporto annuale della polizia il dato di suicidi relativo al 2007. Oltre 30 mila casi

    ◊   Il rapporto annuale della polizia giapponese rivela un dato allarmante: nel 2007 i suicidi nel Paese sono stati 33.093, numero che si avvicina paurosamente a quello dell’anno record, il 2003, quando furono addirittura 34.427, come riportato dall’agenzia AsiaNews. Per il decimo anno consecutivo in Giappone, cultura che non incoraggia il suicidio ma non ne fa neppure un tabù, il dato annuale ha superato i trentamila casi, numero che viene considerato degno di nota dalle autorità, preoccupate in particolare delle nuove modalità utilizzate per togliersi la vita diffusasi negli ultimi tre anni anche grazie a internet. Accanto all’impiccagione e al tradizionale trapasso con la spada, infatti, si moltiplicano i casi di avvelenamento tramite gas e pesticidi, criticati perché “non consentono di mantenere il corpo in una posizione dignitosa al momento del ritrovamento”, come si legge su alcuni forum di studenti di legge. Tra le maggiori cause che spingono le persone al suicidio, secondo le stime della polizia: debiti, problemi familiari o di salute, depressione. (R.B.)

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    In Cile, la Chiesa ed il governo firmano un documento congiunto sull’impegno nella lotta alla tossicodipendenza

    ◊   In occasione della Giornata mondiale contro la droga, in programma il 26 giugno, la Chiesa cattolica del Cile ribadisce il proprio impegno nella lotta alla tossicodipendenza. Numerose le iniziative previste sia per il 26 giugno che per i giorni successivi: “Nelle Chiese principali delle arcidiocesi di La Serena e Santiago – informa la Conferenza episcopale cilena – delle diocesi di Iquique, Copiapó, Valparaíso, Talca, Linares e Los Ángeles, della Prelatura di Calama e del Vicariato apostolico di Aysén, si celebreranno Messe con questa speciale intenzione”. Il 28 giugno, inoltre, si darà il via all’attuazione pratica del documento congiunto firmato dall’organo ecclesiastico della Pastorale nazionale per l’alcolismo e la tossicodipendenza (PANAD), insieme all’organo governativo del Consiglio nazionale per il controllo degli stupefacenti (CONACE). Il testo, siglato lo scorso 21 aprile, è intitolato “Impegno del mondo cristiano nella prevenzione alla droga” e contiene la promessa, delle istituzioni laiche ed ecclesiastiche, di lavorare fianco a fianco nella lotta alla tossicodipendenza, rilanciando anche la promozione della famiglia come agente protettore dagli stupefacenti. “Riconosciamo – si legge nel documento – che il consumo problematico della droga e l’abuso di alcool sono temi trasversali nella nostra società. Si tratta però di temi ancora più dolorosi e di difficile soluzione quando sono associati alla povertà, all’esclusione sociale, alla discriminazione e all’individualismo, situazioni che richiedono una risposta partecipativa di tutta la società”. Ma il testo sottolinea anche che “questa drammatica realtà ha una dimensione spirituale, che ci spinge a chiamare in causa il sentimento della vita. Ed è qui che il mondo cristiano può dare un enorme e valido contributo”. Di qui, l’impegno dei firmatari del documento ad accogliere le persone affette da tossicodipendenza ed alcolismo “nelle chiese, nelle comunità, nelle organizzazioni” ed a contribuire nel “migliorare le loro condizioni di vita, specialmente quelle dei bambini e dei giovani”. Per questo, la PANAD ed il CONACE propongono il rafforzamento dell’istituzione familiare “attraverso la creazione di spazi di scambio tra le generazioni in cui padri, madri e figli possano vivere esperienze di relazione significative” e invitando a valorizzare i giovani come “costruttori del presente e del futuro, coninvolgendoli in maniera attiva in programmi e attività che diano un contributo al bene del Paese”. Inoltre, i presuli, insieme al governo, suggeriscono di “recuperare creativamente gli spazi pubblici, per creare più possibilità di incontro e di vita comunitaria tra le persone, favorendo lo sviluppo di attività cui tutti possono partecipare e rinforzando l’organizzazione e la partecipazione sociale”. Infine, il documento fa appello a tutte le persone impegnate nella prevenzione della tossicodipendenza e dell’alcolismo, affinché diano testimonianza del loro lavoro nelle singole comunità. “Si tratta di un accordo straordinario per il nostro Paese – ha detto l’arcivescovo di Santiago, cardinale Francisco Javier Errázuriz - che va a beneficio delle famiglie, dei giovani, degli adulti e dei bambini”. “Inoltre – ha concluso il porporato – esso mostra la valorizzazione, da parte del governo, delle opere realizzate dal mondo cristiano grazie alla fede, alle convinzioni religiose e all’apprezzamento della persona umana. Tutti principi che ci spingono a lottare con maggior forza contro la droga”. (I.P.)

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    Al via il 30 giugno, la 23.ma Assemblea del clero diocesano boliviano, centrata sul tema dell’evangelizzazione

    ◊   Sarà la realtà boliviana in tutti i suoi aspetti, con particolare attenzione ai temi dell’evangelizzazione e delle vocazioni, a fare da filo conduttore alla 23.ma Assemblea del clero diocesano della Bolivia. L’evento, che si svolgerà dal 30 giugno al 3 luglio, avrà luogo nella città di Cochabamba, presso il Seminario Maggiore ‘San Josè’. “L’obiettivo generale – scrive la Conferenza Boliviana del Clero Diocesano (CBCD) nella lettera di convocazione dell’incontro – è far sì che il presbitero diocesano possa avere un punto di vista chiaro sulla realtà boliviana che incontra durante la sua attività ecclesiale e pastorale”. Nello specifico, la CBCD desidera “rafforzarsi, grazie all’operato e alla presenza delle Chiese locali su tutto il territorio nazionale”, con l’auspicio di “incentivare l’unità e la pace del popolo boliviano, attraverso la luce di Cristo”. “Vogliamo che sia un incontro di fraternità – continua la lettera – dal quale desideriamo trarre molto profitto, sapendo che l’evento sarà incentrato sulla comunione sacerdotale. Al contempo, invitiamo le singole giurisdizioni ad organizzarsi per estrapolare temi specifici regionali da condividere con i presenti” all’Assemblea. Durante i lavori, infine, si procederà all’elezione dei nuovi organi direttivi per i prossimi anni. Secondo gli ultimi dati dell’Annuario statistico della Chiesa Cattolica, aggiornati al 31 dicembre 2005, in Bolivia i cattolici sono attualmente 7.852.000, pari all’83,3% della popolazione totale. Le circoscrizioni ecclesiastiche sono pari a 18, mentre i sacerdoti sono 1.192, suddivisi in 526 diocesani e 666 religiosi. (I.P.)

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    Spagna: messaggio per la Giornata di responsabilità nel traffico stradale

    ◊   In Spagna, la prima domenica di luglio si celebra la “Giornata di responsabilità nel traffico stradale” e, in vista di questo appuntamento, la Commissione episcopale delle migrazioni ha pubblicato un messaggio, intitolato “La vita, il miglior ‘punto’ della patente”. “Vogliamo lanciare un appello – scrivono i presuli – alle comunità cristiane e alla società in generale perché prendano coscienza dell’importanza del traffico per gli automobilisti ed i pedoni”. Il messaggio si richiama quindi agli “Orientamenti per la Pastorale della strada”, pubblicato il 19 giugno 2007 dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli itineranti. In primo luogo, i vescovi spagnoli sottolineano che, pur creando numerosi e gravi problemi, come l’inquinamento atmosferico e lo sfruttamento di materie prime, i veicoli stradali apportano “vantaggi innegabili sia per la vita sociale che per lo sviluppo economico”. Di qui, la necessità che gli automobilisti assumano comportamenti responsabili. Ed a questo proposito, i presuli chiamano in causa la psicologia del guidatore, che spesso si mette al volante con l’obiettivo di “evadere dalla vita quotidiana” e tende ad ostentare prepotentemente le proprie capacità alla guida o le potenzialità del veicolo. Il che comporta, continuano i vescovi spagnoli, “mancanza di cortesia, gesti offensivi, imprecazioni, bestemmie e violazioni deliberate del Codice della strada”. Per evitare simili atteggiamenti, ribadisce la Commissione episcopale delle migrazioni, “è sempre più necessaria un’educazione a favore della cultura della vita, in difesa del comandamento ‘Non uccidere’, come anche il rispetto delle norme penali stabilite dalle autorità pubbliche per salvaguardare il diritto ed evitare i danni causati dagli incidenti”. Dopo aver definito “impressionanti” gli ultimi dati sulle vittime della strada - ovvero 35 milioni di morti in tutto il mondo nell’arco del XX sec., di cui 1 milione e 200mila solo nel 2001 – i presuli elencano le qualità cristiane del buon guidatore, ossia la carità, la prudenza, la giustizia e la speranza. Queste quattro virtù, si legge nel messaggio, permettono all’automobilista di salvaguardare sia la propria vita che quella degli altri e di prestare particolare attenzione agli anziani, ai bambini ed ai disabili, così come ai ciclisti ed ai pedoni. Una maggiore comprensione meritano, inoltre, i principianti alla guida, mentre il senso di giustizia è importante perché “obbliga i guidatori a riparare i danni causati ad altri e fa sì che le vittime, o le loro famiglie, abbiano un giusto indennizzo”. Alla giustizia, però, continuano i vescovi, va sempre accompagnato il sentimento del perdono, caratteristico della vita cristiana. Quanto alla speranza, i presuli invitano i viaggiatori cristiani ad affidare la propria vita nelle mani di Dio, poiché “la roccia della speranza cristiana è sempre Dio Padre”. Infine, il messaggio della Commissione episcopale delle migrazioni ribadisce l’impegno della Chiesa sia nella denuncia dei pericoli che derivano dalla strada, sia nella collaborazione con le istituzioni pubbliche, per creare “una coscienza collettiva in relazione alla sicurezza stradale e promuovere un’adeguata educazione dei guidatori e dei pedoni”. (I.P.)

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    “Medici con l’Africa CUAMM”: mons. Mazzucato lascia la guida della ONG padovana dopo oltre 50 anni

    ◊   Dopo 53 anni alla guida di Medici con l’Africa CUAMM, l'81.enne mons. Luigi Mazzucato, lascia la conduzione dell’ONG padovana. Durante la Festa dei volontari in Italia e in Africa di Medici con l’Africa CUAMM, svoltasi ieri a Padova, al termine della manifestazione “Padova con l’Africa. Animale sarai tu”, mons. Mazzucato ha annunciato che a partire dal prossimo 1° luglio, a prendere le redini della prima ONG sanitaria italiana, sarà Dante Carraro, sacerdote e medico, da molti anni suo stretto collaboratore. “Questa della direzione di Medici con l’Africa CUAMM è una lunga vicenda che, a ripensarci, sembra impossibile sia capitata proprio a me – ha affermato mons. Mazzucato, al termine della Celebrazione eucaristica che ha riunito oltre 400 volontari e amici -. A volte mi chiedo se “i conti torneranno in positivo” e mi prende una certa paura, ma cerco di appellarmi all’infinita misericordia del Signore e alla bontà degli uomini. Grazie a tutti quelli che mi hanno affiancato. Mi pento per quanto di bene avrei potuto fare, ma non sono riuscito”. Mons. Mazzucato ha poi lasciato due doni a don Dante Carraro una stola rossa, regalatagli da uno dei primi studenti del collegio e una bicicletta. “Il rosso rappresenta il colore della sofferenza di tante popolazioni di tutto il mondo, ma anche il colore della Pentecoste, dei doni dello Spirito Santo”, ha spiegato mons. Mazzucato, mentre in merito alla bicicletta ha evidenziato che “è un mezzo che non condiziona, che permette di andare in mezzo alla gente, di fermarsi a salutare. Con essa, si può correre lungo strade strette, quelle strade strette dell’Africa che Medici con l’Africa CUAMM, tante volte in questi anni, ha dovuto percorrere, quelle stesse strade di cui parla il Vangelo”. “La bicicletta è infine un segno di libertà, quella libertà che ha caratterizzato sempre le scelte di Medici con l’Africa Cuamm – ha poi aggiunto mons. Mazzucato -, la libertà che Gesù ci ha insegnato, la libertà della solidarietà vera e della salute come diritto”. “E come mi è stato chiesto, non mi metterò del tutto da parte, ma continuerò a correre, ancora assieme, per il CUAMM”, ha concluso il presule, che ha guidato la ONG padovana dal 1955, in diversi ambiti e realtà, attraverso anni in cui il mondo della cooperazione nazionale e internazionale è profondamente mutato. Dal canto suo il nuovo direttore, don Dante Carraio, ha espresso tutta la sua grande emozione nel raccogliere l’eredita lasciatagli da mons. Mazzucato. (M.G.)

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    Pubblicato un volume per scoprire i Padri della Chiesa tratteggiati nelle catechesi di Benedetto XVI

    ◊   “I Padri della Chiesa. Da Clemente Romano a Sant’Agostino”, è titolo dell’ultimo volume della collana che raccoglie le catechesi del mercoledì di Benedetto XVI. Nel testo, uscito in questi giorni, il Santo Padre offre un’affascinante galleria di ventisei affreschi, ciascuno dedicato ad un autore delle origini cristiane. Secondo una nota della Libreria Editrice Vaticana, l’opera ha già riscosso notevole interesse nel mondo editoriale: ventidue editori di undici Paesi hanno già chiesto la traduzione e la pubblicazione di questo volume “in cui i Padri consegnano a noi, cristiani del terzo millennio, il vangelo della salvezza, che ha plasmato il loro cuore e la loro vita, perché la fede, la speranza e l’amore possano vincere le resistenze del mondo". (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Filippine: si rischia la catastrofe dopo il passaggio del ciclone nel Paese. Moltissimi i morti e i dispersi

    ◊   Si fa sempre più drammatica la situazione nelle Filippine, duramente colpite dal passaggio del tifone Fengshen. Circa 600 le persone che hanno perso la vita o risultano disperse, secondo il nuovo bilancio della Croce Rossa e della Protezione Civile. Oltre 60 mila gli sfollati. Numeri destinati a salire, perché mancano all’appello numerosi passeggeri di un traghetto affondato proprio a causa del tifone. I soccorritori hanno tratto in salvo 38 persone. Su quanto sta accadendo in queste ore nella zona, la nostra collega della redazione inglese, Kelsey Brennan-Wessels, ha intervistato mons. Pedro Quitorio, direttore dell’Ufficio delle comunicazioni della Conferenza episcopale filippina:

    R. - In several dioceses...
    In diverse diocesi molte persone sono rimaste senza casa, e quindi fino ad oggi si trovano, vivono, in zone di evacuazione. La Chiesa ed il governo cercano di portare sollievo in termini di cibo e vestiario a queste persone. Molte piantagioni di riso sono state distrutte a causa delle alluvioni, purtroppo molto estese. Tutto ciò che era stato piantato è stato trascinato via. Dunque, abbiamo bisogno di sementi, di tornare a coltivare, perché tutto dovunque è fango adesso, i campi di riso sono tutti una marea di fango e ci sarà molto lavoro da fare per ricominciare. Prima del tifone non c’era molto cibo, perché il riso qui è diventato molto costoso e scarso: adesso dobbiamo moltiplicare questo disagio a causa del tifone.

    Medio Oriente
    Prosegue la visita in Israele del presidente francese, Sarkozy, che ha avuto ieri colloqui con il suo omologo Peres e con il premier Olmert. Quest’ultimo, accogliendo oggi alla Knesset il capo dell’Eliseo, ha espresso la sua riconoscenza per la linea intrapresa dalla Francia sulla minaccia nucleare iraniana. Dal canto suo, Sarkozy ha ribadito che un Iran dotato di armi atomiche “sarebbe inaccettabile”. Poi, ha sottolineato che non “è possibile la pace” senza l’arresto immediato della colonizzazione dei Territori palestinesi. “La sicurezza di Israele - ha proseguito il presidente francese - sarà garantita solo quando al suo fianco vedremo uno Stato palestinese indipendente e capace di sussistenza”. Intanto, nell’area resta alta la tensione: in Libano, è salito il bilancio degli scontri di ieri a Tripoli tra gruppi di aderenti alla maggioranza antisiriana e all’opposizione. Sono sei le vittime e oltre 30 i feriti.

     Iraq-violenza
    Non si ferma la violenza in Iraq. Dieci persone hanno perso la vita, nella notte, in seguito ad un attacco di mortaio, probabilmente sferrato da militanti di Al Qaeda, a nord-est di Baghdad. Stamani, l’esplosione di un ordigno a Diyala e un agguato a Mossul hanno provocato la morte di tre soldati e due poliziotti iracheni.

    Iran-Siria-nucleare
    L’Unione Europea si è detta pronta a nuove sanzioni contro l’Iran, a causa del proprio programma nucleare, sulla scia di quelle già stabilite in sede ONU. Intanto, i media siriani tacciono riguardo alla prima missione degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. La delegazione è arrivata ieri a Damasco e ha il compito di fare luce su una presunta installazione nucleare siriana bombardata dall'aviazione israeliana lo scorso settembre.

    Zimbabwe-politica
    La comunità internazionale sta mostrando preoccupazione per la situazione in Zimbabwe dopo il ritiro dal ballottaggio presidenziale del leader dell’opposizione, Tsvangirai. Una decisione scattata in seguito alle intimidazioni ricevute. Timori sono stati espressi dall’Unione Africana e dal segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, che ha parlato di “cattivo presagio per il futuro” dello Zimbabwe. Il governo di Harare ha chiesto a Tsvangirai di fare un passo indietro. Il leader dell’opposizione si è detto disponibile a collaborare con Mugabe ma solo dopo la fine delle violenze. Intanto, la polizia ha compiuto un raid nella sede del Movimento per il cambiamento democratico. Sull’immediato futuro della crisi Giancarlo La Vella ha intervistato Massimo Alberizzi, africanista de il Corriere della Sera:
     
    R.- In questo momento, Mugabe è tra due fuochi: c’è una pressione esterna fortissima da parte dei presidenti dei Paesi dell’Africa australe che gli chiedono di realizzare almeno un governo di coalizione. E poi c’è la pressione interna dei suoi generali che vogliono che Tsvangirai e il suo partito, il Movimento per il cambiamento democratico, sia messo a tacere. A questo punto, la chiave di volta potrebbe essere in mano al presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, che potrebbe veramente esercitare fortissime pressioni sullo Zimbabwe. Il Paese, infatti, dipende in tutto e per tutto dal Sudafrica, ad esempio per l’elettricità. Inoltre, la situazione economica è gravissima, l’inflazione è a livelli elevatissimi. Ma non è solamente una crisi nazionale, è una crisi regionale. La gente fugge dallo Zimbabwe perchè non ci sono più posti di lavoro e raggiunge altri Paesi limitrofi. A questo punto, ovviamente, anche questi ultimi implodono, perchè il loro tasso di disoccupazione si sta alzando moltissimo.

     
    D. - Un eventuale intervento a vari livelli delle Nazioni Unite che cosa potrebbe provocare?

     
    R. - L’ONU non può fare molto in questa situazione, può esercitare pressioni, ma esse devono essere molto nette soprattutto nei confronti dell’entourage di Mugabe. In questo momento, la popolazione soffre, ma purtroppo questo è un prezzo che bisogna pagare anche perché andrebbe a soffrire di più se non ci fosse alcun cambiamento.

    Nigeria-MEND
    Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (MEND), il maggiore gruppo ribelle della regione petrolifera nigeriana, ha annunciato un cessate-il-fuoco unilaterale a partire dalla mezzanotte di domani. Il MEND si è reso responsabile in passato di numerosi attacchi contro le piattaforme petrolifere presenti nella regione e del rapimento di diversi stranieri.

    Somalia-terrorismo
    Un invito ai miliziani islamici di tutto il Corno D'Africa a continuare a combattere. E’ il contenuto di un video di Al Qaeda, apparso su internet, nel quale si parla soprattutto di Somalia. Gli insorti chiedono che venga respinto l’accordo di pace firmato lo scorso 10 giugno tra il governo ad interim della Somalia e alcuni gruppi d’opposizione.

    Petrolio-Arabia Saudita
    Non si arresta la corsa del petrolio. A New Yok, il greggio ha sfiorato i 137 dollari al barile. Un’impennata dovuta agli attacchi ad alcuni impianti in Nigeria e che non si è fermata nemmeno dopo l’impegno dell’Arabia Saudita ad aumentare la produzione.

    Bosnia-crimini di guerra
    E’ attesa per oggi l’udienza all’Aja davanti al Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia dell’ex poliziotto serbo-bosniaco Zupljanin, 57 anni, accusato di crimini di guerra contro musulmani e croati in Bosnia. Crimini commessi durante la guerra del 1992-1995. L’uomo è stato catturato lo scorso 11 giugno nelle vicinanze di Belgrado, era il quarto nella lista dei ricercati dalla giustizia internazionale.

    Turchia-incidente
    Grave incidente in Turchia. Sono undici le vittime della collisione fra un treno e un pulmino che aveva tentato di attraversare i binari, nonostante le sbarre del passaggio a livello fossero abbassate. L’incidente è avvenuto nella provincia di Gaziantep. L'autista del pulmino è sopravvissuto. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)



    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 175

     
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