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Sommario del 22/06/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • La fiducia in Dio nelle parole del Papa all’Angelus, con un pensiero alla tragedia nelle Filippine, al nuovo beato libanese e all’Anno Paolino
  • Beatificato a Beirut il padre cappuccino libanese Abuna Yaaqub, testimone dell’amore cristiano nel mondo arabo
  • La Messa nella cattedrale di Minsk conclude la visita in Bielorussia del cardinale Bertone. In serata il rientro in Vaticano
  • Il Mistero dell’Eucaristia al centro del videomessaggio del Papa rivolto ai giovani riuniti a Québec per il Congresso eucaristico internazionale
  • Il “Grazie” del Papa nel 25.mo di ordinazione episcopale del Cardinale Ruini
  • Oggi in Primo Piano

  • Aperto in Turchia l’Anno Paolino: intervista con mons. Padovese
  • Radio cattoliche a confronto sulla loro identità e missione. La sfida più grande, dichiara il vescovo salvadoregno Rosa Chavez, è di essere prossimi alla gente
  • In Costa d’Avorio per combattere la nuova lebbra: l’impegno dei francescani delle Marche. Con noi, Giorgio Sartini
  • Nato in questi giorni a Roma il Forum delle donne somale
  • Il Centro Sportivo Italiano continuerà a testimoniare i valori migliori dello sport con un nuovo presidente
  • Chiesa e Società

  • Il nuovo patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal, ha fatto oggi il suo solenne ingresso alla Basilica del Santo Sepolcro
  • A partire da domani previste 8 mila persone al pellegrinaggio a Lourdes e ai Santuari Internazionali organizzato dall'UNITALSI
  • Al via martedì, a Roma, la prima serata del Festival Senza Frontiere
  • Spagna: numerose le iniziative per chi non potrà partecipare alla GMG di Sydney
  • La Chiesa indiana prepara un film sulla vita di San Tommaso apostolo
  • Argentina: partirà sabato la 12.ma Marcia dei bambini per il Papa
  • Ad Amman, in Giordania, da domani l'incontro del Centro Internazionale di Studi e Ricerche Oasis per parlare di libertà religiosa
  • Il 2 e 3 luglio, l’Ecuador celebra la prima Giornata Nazionale della Gioventù
  • La situazione religiosa in Europa al centro di un convegno del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si aprirà in settimana in Spagna
  • A Verona un corso sulle linee di pastorale migratoria promosso dalla Fondazione Migrantes
  • “Cultura della vita e aborto”: è il tema del corso dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum che si apre domani a Roma
  • “Un rinnovato interesse per la Chiesa”: questo il primo frutto della GMG per i giovani australiani
  • 24 Ore nel Mondo

  • Almeno 155 morti e oltre 700 dispersi nelle Filippine per il ciclone Fenghen e il naufragio di un traghetto
  • Il Papa e la Santa Sede



    La fiducia in Dio nelle parole del Papa all’Angelus, con un pensiero alla tragedia nelle Filippine, al nuovo beato libanese e all’Anno Paolino

    ◊   Il vuoto del diffuso nichilismo e l’amore di Dio che scaccia il timore: al centro delle parole del Papa all’Angelus. Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero alle vittime della tragedia del mare nelle Filippine e un pensiero al nuovo Beato del “martoriato” Libano. Ha annunciato, inoltre, la celebrazione, sabato prossimo, per l’apertura dell’Anno Paolino.
    Il servizio di Fausta Speranza:

     
    La Parola di Dio è chiara – dice il Papa – chi “teme” Dio “non ha paura”. Parla delle paure umane sottolineando la “forma più profonda, di tipo esistenziale, che sconfina a volte nell’angoscia. “Essa – dice – nasce da un senso di vuoto, legato a una certa cultura permeata da diffuso nichilismo teorico e pratico”. A questa e a tutte le paure si contrappone il “timore di Dio” che Benedetto XVI definisce con le parole delle Scritture: “principio della vera sapienza” e spiega che “coincide con la fede in Dio, con “il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo”.

     
    “Essere “senza timor di Dio” equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre”.

     
    Ricorda l’esortazione di Gesù a non avere paura:

     
    “Il credente dunque non si spaventa dinanzi a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e l’irrazionale non hanno l’ultima parola, ma unico Signore del mondo e della vita è Cristo, il Verbo di Dio incarnato, che ci ha amati sino a sacrificare se stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza.”

     
    Poi il Papa invita tutti a prepararsi all’Anno Paolino, annunciando che aprirà solennemente le celebrazioni sabato prossimo, alle ore 18, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, con la liturgia dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo.

     
    Dopo la preghiera mariana, il pensiero alle vittime del terribile naufragio del traghetto nell’arcipelago delle Filippine:

     
    “Con viva emozione ho appreso stamane del naufragio, nell’arcipelago delle Filippine, di un traghetto travolto dal tifone Fengshen, che ha imperversato in quella zone. Mentre assicuro la mia vicinanza spirituale alle popolazioni delle isole colpite dal tifone, elevo una speciale preghiera al Signore per le vittime di questa nuova tragedia del mare, in cui pare siano coinvolti anche numerosi bambini.”

     
    Poi il pensiero va al Libano, che il Papa definisce “amato e martoriato Paese”, e il Papa ricorda che da oggi ha un nuovo Beato, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Croce del Libano.

     
    “Auspico con tutto il cuore che l’intercessione del beato Abuna Yaaqub, unita a quella dei Santi libanesi, ottenga a quell’amato e martoriato Paese, che troppo ha sofferto, di progredire finalmente verso una stabile pace”.

     
    Tra i consueti saluti nelle varie lingue, un saluto ai bambini e ai giovani polacchi che iniziano le vacanze estive. “Il tempo di riposo – dice il Papa – sia per tutti occasione per stabilire rapporti di amicizia, per conoscere la bellezza della natura e lodare Dio per l’opera della creazione”. In italiano un pensiero particolare ai pellegrini venuti in bicicletta da Offanengo, diocesi di Crema. A tutti l’augurio di una buona domenica.

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    Beatificato a Beirut il padre cappuccino libanese Abuna Yaaqub, testimone dell’amore cristiano nel mondo arabo

    ◊   E’ stato proclamato Beato questa mattina a Beirut il padre cappuccino libanese Abuna Yaaqub Jacques Ghazir Haddad, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Croce del Libano, morto nel 1954 all’età di 79 anni. A nome del Papa, ha presieduto la celebrazione, nella Piazza dei Martiri della capitale libanese, il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, patriarca di Antiochia dei Maroniti, ha tenuto l’omelia. Giovedì scorso, incontrando l’assemblea della ROACO, Benedetto XVI ha ricordato la figura del nuovo Beato che “si è fatto prossimo ai malati e ai poveri” testimoniando la radicalità dell’amore evangelico nel mondo arabo. Ma in quale contesto è vissuto padre Abuna Yaaqub? Giovanni Peduto lo ha chiesto al postulatore della Causa di beatificazione, padre Florio Tessari:

    R. - Visse in un contesto sociale piuttosto povero e religiosamente complesso con la presenza di cattolici, drusi, musulmani. Egli si fece ben volere da tutti per il suo spirito di accoglienza verso i non cristiani. Praticò dunque un ecumenismo sul campo.

     
    D. - In che modo ha espletato la sua missione?

     
    R. - Innanzitutto con la predicazione: sermoni, conferenze, ritiri nel Libano, in Palestina, in Iran, in Siria. I suoi 24 volumi manoscritti di discorsi in arabo testimoniano l’impegno della sua vita nell’evangelizzazione. Poi la sua attività sociale. Fondò scuole, ospedali, orfanotrofi. É stato definito 'un altro san Vincenzo de’ Paoli', nonché 'il Don Bosco' e 'il San Giuseppe Cottolengo del Libano' per le sue opere di beneficenza che scaturivano dal suo cristocentrismo francescano. Per continuare la sua attività caritativa fondò la Congregazione delle Francescane della Croce del Libano. Fu particolarmente misericordioso verso i sacerdoti e i poveri, nei quali vedeva Cristo. La sua immensa carità, espressa in molteplici iniziative, nasceva dalla vitale incorporazione al Cristo sofferente in sé e nelle sue membra, la cui Croce tanto amata fu la teologia e la prassi della sua lunga vita sacerdotale. Egli scriveva: “Niente cielo senza croce. Chi vuole il cielo senza sofferenza, è come chi vuole comprare merci senza pagare”.

     
    D. - Quale messaggio lascia al mondo d’oggi?

     
    R. - Chi porta Cristo nel cuore non può chiudere gli occhi di fronte alla realtà che incontra. La fede cristiana non estranea l’uomo dal mondo ma ve lo immerge con una passione maggiore. Oggi si parla di volontariato, si sta scoprendo il valore della solidarietà. Tuttavia, mentre oggi tale solidarietà degenera spesso in filantropia, egli la legava indissolubilmente a Cristo, memore delle parole del Divino Maestro: “Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me”.

     
    D. – Un episodio particolare della sua vita?

     
    R. – Le voglio narrare la testimonianza di un nostro confratello, padre Natanaele, ormai morto da tempo. Egli personalmente ebbe a dirci: “Ero in una scuola di gesuiti in Libano per studiare e padre Giacomo veniva a confessarci ogni tanto. Un giorno mi si avvicinò nel cortile e, senza dir nulla, mi tracciò sulla fronte un largo segno di croce. Fu come una scossa, una calamita che mi attirò prepotentemente verso i figli di San Francesco”.

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    La Messa nella cattedrale di Minsk conclude la visita in Bielorussia del cardinale Bertone. In serata il rientro in Vaticano

    ◊   Terminerà oggi pomeriggio la visita del cardinale Tarcisio Bertone, in Bielorussia. Il segretario di Stato decollerà alla volta di Roma alle 18, ora locale, dopo cinque giorni di soggiorno nel Paese ex sovietico. Questa mattina, il porporato si è congedato dalla Chiesa bielorussa presiedendo la Messa nella cattedrale di Minsk. Nel pomeriggio di ieri, sempre a Minsk, il cardinale Bertone aveva incontrato i giovani bielorussi dopo aver benedetto la prima pietra della Chiesa di S. Giovanni Battista. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    “Andare ‘contro corrente’ rispetto alla mentalità del mondo e a una cultura contemporanea che è inconciliabile con lo spirito del Vangelo”. Contro corrente rispetto a un mondo “che cerca la gioia e la pace lontano e non di rado contro Dio”. Il cardinale Bertone ha lasciato questo pensiero alla Chiesa bielorussa, invitata a impegnare energie nell’annuncio del Vangelo nonostante quelle energie siano - tradotte in numeri - poche, come testimonia l’esiguità di clero e collaboratori pastorali. “Operate coinvolgendo l’intero popolo cristiano”, ha esortato il Segretario di Stato, che durante l’omelia nella cattedrale di Minsk ha chiesto che l’azione dei cattolici bielorussi denoti “coraggio” e rifletta la “speranza”. Conservate “sempre una solida fiducia nell’aiuto di Dio”, ha insistito il cardinale Bertone, ricordando che la radice della fede in Bielorussia è antica di secoli, come dimostrano il 500.mo dell’istituzione della prima parrocchia a Minsk e il 210.mo anno della creazione della diocesi. Tornando in Vaticano, ha detto il cardinale Bertone rivolto ai fedeli in cattedrale, sarò lieto di trasmettere al Papa “l’assicurazione della vostra preghiera, della vostra fedeltà” e del “vostro filiale affetto”.

     
    E “contro corrente” è stata la parola d’ordine che il Segretario di Stato ha lasciato in consegna anche ai giovani bielorussi, incontrati ieri sera. “Non accontentatevi mai di una fede fatta solo di parole, di una religione formalistica”, ha detto loro il porporato, che ha messo in contrapposizione la predicazione di Cristo - che ha a cuore la vita dell’uomo - rispetto alle affermazioni dei “falsi maestri”: quelli, ha spiegato il cardinale Bertone, “che per i loro interessi - economici o ideologici - non si curano se i giovani, muoiono, si perdono, o finiscono male”. Seguire Gesù, ha continuato il Segretario di Stato, vuol dire sperimentare la “verità” delle sue parole e la “vera libertà” che ne nasce. Dai giovani, il cardinale Bertone si è congedato indicando due modelli: San Giovanni Battista, “coraggioso precursore di Cristo” che pagò con la vita la “sua fedeltà alla Verità”, e San Luigi Gonzaga, “esempio di purezza d’animo” che si tradusse “in carità verso i fratelli ammalati di peste”. Dal cielo, ha concluso, “veglino su di voi e vi aiutino a non anteporre nulla all’amore fedele per Cristo”.

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    Il Mistero dell’Eucaristia al centro del videomessaggio del Papa rivolto ai giovani riuniti a Québec per il Congresso eucaristico internazionale

    ◊   L’Eucaristia è un incontro d’amore con il Signore che trasforma la nostra vita: è la profonda riflessione che Benedetto XVI ha offerto ai giovani, riuniti a Québec in Canada per il 49.mo Congresso eucaristico internazionale. In un videomessaggio trasmesso durante la Veglia di preghiera di ieri sera, il Papa ha ribadito la centralità del Mistero eucaristico nella vita di ogni cristiano ed ha esortato la gioventù cattolica a mostrare ai propri coetanei la bellezza del messaggio evangelico. Il Congresso si chiude oggi con la Santa Messa “Statio Orbis”. Benedetto XVI pronuncerà l’omelia in diretta via satellite dal Vaticano. Ma torniamo al videomessaggio del Papa con il servizio di Alessandro Gisotti:

    Nel Mistero dell’Eucaristia possiamo incontrare il Signore in un modo privilegiato, scoprire il suo amore infinito e ricevere la forza di cui abbiamo bisogno per costruire la nostra vita. Nel videomessaggio per il Congresso di Québec, Benedetto XVI sottolinea che l’Eucaristia, “dono per la vita del mondo”, è il gesto per eccellenza dell’amore di Dio per noi:

     
    “Jésus est le modèle du don total de soi…”
    “Gesù”, ricorda il Papa, “è il modello di dono totale di sé” e ci mostra la via “sulla quale noi dobbiamo camminare alla sua sequela”. Al tempo stesso, è la sua esortazione, l’Eucaristia “deve conformare tutta la nostra esistenza”. E’ Cristo, infatti, che ci convoca “per riunirci e costituire la Chiesa”. E rileva che “per accedere alle due tavole, della Parola e del Pane, dobbiamo innanzitutto accogliere il perdono di Dio” che “ripristina in noi l’immagine divina e che ci mostra a che punto siamo amati”. Nel Suo Figlio, afferma ancora il Papa, “Dio ci rivela il Volto del Padre, un volto d’amore e speranza e ci mostra il cammino del bene e della gioia”. Il Santo Padre rivolge parole di incoraggiamento ai giovani, che con entusiasmo hanno preso parte al Congresso in terra canadese:

     
    “N’ayez pas peur d’annoncer le Christ aux jeunes…”
    “Non abbiate paura di annunciare Cristo” ai vostri coetanei, è il suo incoraggiamento, ma “mostrate loro che Cristo non ostacola la vostra vita, né la vostra libertà, ma al contrario dona la vera vita e vi rende liberi per lottare contro il male e per fare della vostra vita qualcosa di bello”. Ed evidenzia che “una volta ricevuta la Parola di Dio ed essersi nutriti del Suo Corpo” la vita si “trasforma interiormente” e si riceve da Lui la propria missione. E’ il Signore, ribadisce il Papa, che “vi invia nel mondo, per essere portatori di pace e testimoni del suo messaggio d’amore”.

     
    “Do not forget that the Sunday Eucharistic…”
    Il Papa invita dunque i partecipanti al Congresso di Québec e tutti i fedeli a non dimenticare che l’Eucaristia domenicale “è un incontro d’amore con il Signore”. Quando, come i discepoli di Emmaus, lo riconosciamo nello spezzare del pane, “diventiamo suoi amici”. E così, conclude il Papa, “siamo aiutati a crescere e a dare il meglio di noi stessi”.

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    Il “Grazie” del Papa nel 25.mo di ordinazione episcopale del Cardinale Ruini

    ◊   “Esemplarmente fedele al suo motto": “la verità ci libererà”. Così il Papa nel nessaggio indirizzato al Cardinale Vicario Camillo Ruini, che ieri ha presieduto la Santa Messa, nella Basilica Lateranense nella ricorrenza del suo 25.mo di ordinazione episcopale. Vicario del Papa dal 1991 e Presidente della CEI fino allo scorso anno, Ruini nella sua Omelia ha espresso la “personale e totale gratitudine nei confronti del Successore di Pietro” esortando i Vescovi alla testimonianza viva della fede in Cristo. “Terminato il mio servizio – ha detto il Cardinale Vicario - confido di gustarlo e assaporarlo ancora meglio, ritornandovi negli anni che mi rimangono con la memoria e con la preghiera”. Massimiliano Menichetti:


    Migliaia di fedeli si sono stretti in preghiera con il Vicario di Roma ieri, assiepando la Basilica Lateranense. Grande la commozione e la gioia per questo importante traguardo raggiunto dal Cardinale Ruini. Ed è ripercorrendo le tappe di una vita, tutta orientata a Cristo, che Benedetto XVI nel messaggio, letto dall’Arcivescovo Vicegerente, Mons. Luigi Moretti, ha tracciato i venticinque anni spesi nel servizio alla Chiesa dal Cardinale Vicario. Da quando venne nominato Ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla, nel 1983, dal Vescovo diocesano mons. Baroni. Il Papa ha ripercorso le sfide affrontate dal porporato come quelle offerte dal Convegno nazionale della Chiesa italiana a Loreto; l’impegno profuso nella Conferenza Episcopale Italiana, che lo ha visto Segretario Generale prima e dal 1991 Presidente, ruolo ricoperto fino allo scorso anno insieme a quello di Vicario Generale per la Diocesi di Roma. Benedetto XVI ha sottolineato il “coraggio e la tenacia” che il cardinale ha avuto nel trasmettere “le indicazioni magisteriali e pastorali del Successore di Pietro”.

    Citando e unendosi a Giovanni Paolo II che definì Ruini un Vescovo “fedele e saggio” al quale affidare Roma, città ricca di “incomparabili tesori di spiritualità cristiana e di tradizione cattolica”, ha rimarcato:

    "Nella Chiesa di Roma tutti hanno potuto constatare la Sua grande capacità di lavoro, la Sua fede semplice e schietta, la Sua intelligente creatività pastorale, la Sua fedeltà all’identità viva dell’Istituzione attraverso l’unione con il Papa anche in mezzo alle difficoltà, il Suo fiducioso e sorridente ottimismo. Un fervido ringraziamento giunga dunque a Lei, venerato Fratello, per quanto ha operato fino ad oggi in questa amata Diocesi. Innanzitutto per aver portato a termine, nel 1993, il Sinodo diocesano".

    Quindi l’apprezzamento delle iniziative come la “Missione cittadina” in preparazione al Grande Giubileo del 2000; l’azione pastorale articolata nei molti ambiti della “famiglia, dei giovani, della responsabilità sociale, dell’economia, della politica, della cultura”. E l’impegno profuso per la XX Giornata Mondiale della Gioventù:

    "Ma una speciale parola di apprezzamento si deve al Suo ordinario ministero episcopale. Nel corso degli anni, Ella ha accompagnato all’Ordinazione 484 presbiteri diocesani e ha favorito con varie iniziative la realizzazione di ben 57 nuove chiese parrocchiali, di due luoghi sussidiari di culto e della chiesa del Collegio dei Santi Martiri Coreani. A Lei, Signor Cardinale, è dovuta pure la possibilità che numerose comunità cattoliche provenienti da altre nazioni del mondo hanno avuto di poter disporre in Roma di una chiesa per le loro celebrazioni e per mantenere vivi i rapporti con i connazionali e le terre di origine. Desidero ancora ringraziarLa per quanto ha fatto per i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, le aggregazioni laicali e tutto il popolo di Dio della Diocesi di Roma: in questi anni essa è cresciuta nella comunione e nella consapevolezza dell’urgenza della missione".

    Poi il “grazie” del Papa “per aver sostenuto l’invito ad un serio impegno per l’educazione” e aver “convocato più volte in Piazza San Pietro tanti fedeli per ascoltare, sostenere, e incoraggiare il ministero del Romano Pontefice:

    "In tutte queste circostanze, Ella è stata esemplarmente fedele al Suo motto episcopale: “Veritas liberabit nos”. In nome di questa Verità, che è Cristo stesso, Lei si è continuamente speso per il popolo di Dio che è in Roma. Anche per molti altri servizi resi alla Chiesa e alla società in questi venticinque anni di episcopato occorrerebbe ringraziarLa".

    A rispondere in un abbraccio fraterno in Cristo, l’Omelia del Cardinale Ruini che a sua volta, ha ringraziato per quanto ricevuto in questi anni da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, da tutti i suoi collaboratori, dalle tante persone che in tante forme e in diversa maniera lo hanno sostenuto. Quindi ha evidenziato:
     
    “Terminato il mio servizio di Cardinale Vicario confido di gustarlo e assaporarlo ancora meglio, ritornandovi negli anni che mi rimangono con la memoria e con la preghiera”.

    Poi parlando del coraggio del Vescovo, dell'amore e della “fortezza nell’annuncio e nella testimonianza pubblica della fede” ha proseguito:

    “Essere a fianco del Papa nell’annuncio e testimonianza della fede, specialmente quando questi sono scomodi e richiedono coraggio, è in realtà il compito di ogni Vescovo, un aspetto essenziale della collegialità episcopale”

    Quindi in quello che ha definito il “piccolo testamento alla Diocesi di Roma” ha esortato a camminare in Cristo, guardando con “gli occhi della fede alla sfida radicale posta oggi dal cristianesimo”, dunque ha concluso:

    "Nel mio piccolo, se il Signore lo permetterà, vorrei continuare a lavorare, in una forma diversa, perché i romani e gli italiani di oggi sappiano guardare al mondo e alla vita con l’occhio della fede, e così non si affliggano “come gli altri che non hanno speranza” (1 Tess 4,13). Ma, molto al di là di quello che ciascuno di noi può fare, è questa la preghiera che ora insieme rivolgiamo al Dio amico dell’uomo".

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    Oggi in Primo Piano



    Aperto in Turchia l’Anno Paolino: intervista con mons. Padovese

    ◊   La Chiesa cattolica in Turchia ha aperto questa mattina l’Anno Paolino con una celebrazione ecumenica presieduta dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Al rito, che si è svolto a Tarso, nella chiesa-museo dedicata a San Paolo, hanno partecipato i vescovi della Turchia e rappresentanti di altre confessioni cristiane. Sul significato ecumenico dell’Anno Paolino, Fabio Colagrande ha intervistato mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale della Turchia:


    R. – Il significato ecumenico è chiarissimo: Paolo è l’Apostolo di tutti i cristiani, quindi, è naturale che lo si celebri, anche se evidentemente l’iniziativa è partita dal Santo Padre, quindi all’interno della Chiesa cattolica. Per quanto riguarda poi il carattere interreligioso, occorre mettere bene in luce quei valori umanistici che sono presenti nell’insegnamento di Paolo e che sono aperti e validi per qualsiasi uomo di buona volontà.

     
    D. – Un’occasione anche per sottolineare la particolare situazione dei cattolici che vivono in Turchia. Mons. Padovese, sarà un anno in cui in molti verranno in pellegrinaggio in Turchia per ripercorrere gli itinerari percorsi da San Paolo. Cosa vuole dire a chi viene in queste terre?

     
    R. – Che ci venga come pellegrino e non come turista, cioè che ci venga con l’animo di chi vuole fare anche un’esperienza di fede a contatto con questa terra così ricca di memoria. Questo, secondo me, è un aspetto molto importante da rilevare. E, tra l’altro, dare anche questa testimonianza a chi viene in questo luogo, mostrando insomma che anche all’interno del mondo cristiano c’è chi ha fede, c’è chi sostiene valori religiosi, in questo anche contrastando l’opinione che talvolta esiste che cristianesimo e occidente siano la stessa cosa: un occidente corrotto e il cristianesimo una religione corrotta. Si deve mostrare che non è proprio così.

     
    D. – Un’occasione celebrativa particolare per la vostra comunità in Turchia questo Anno Paolino. Quali frutti si aspetta mons. Padovese?

     
    R. – I frutti che riguardino la nostra comunità cristiana di Turchia, una presa di coscienza della propria identità cristiana a contatto con tanti altri compagni di fede, che vengono qui con l’animo di chi vuole onorare San Paolo. Io credo che dai pellegrini possiamo, anzi dobbiamo, aspettarci anche questa testimonianza che ci dà un po’ di forza all’interno delle difficoltà che ancora stiamo sperimentando.

     
    D. – Un accenno a queste difficoltà vuole farlo?

     
    R. – E’ sempre il problema di fondo: il mancato riconoscimento della nostra realtà di Chiesa. In Turchia “non esiste” la Chiesa cattolica, “non esistono” le parrocchie, “non esiste” una Conferenza episcopale, con tutta una sorta di conseguenze che derivano da una mancanza di riconoscimento giuridico. Fondamentalmente il problema si lega proprio a questa situazione abnorme.

     
    D. – Mons. Padovese, la Chiesa di San Paolo a Tarso, dove si apre quest’Anno Paolino in Turchia, è attualmente, però, un museo statale, non è vero?

     
    R. – Insistiamo ripetutamente perché sia riconosciuto il diritto dei cristiani di avere un luogo di culto a Tarso per i molti pellegrini che verranno non soltanto per l’Anno Paolino ma anche in seguito. Quindi, è un’esigenza che è stata ripetutamente avanzata sia da parte della Conferenza episcopale turca, da parte della Santa Sede, da parte anche del governo tedesco e da parte della Conferenza episcopale tedesca, guidata in questo dal cardinale Meisner di Colonia.

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    Radio cattoliche a confronto sulla loro identità e missione. La sfida più grande, dichiara il vescovo salvadoregno Rosa Chavez, è di essere prossimi alla gente

    ◊   Tre giorni di confronto serrato in aula e di lavoro intenso nei gruppi di studio: si è concluso ieri all’Università Urbaniana il Congresso mondiale delle Radio cattoliche, chiamate dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali a ricercare orientamenti comuni sulla loro identità e missione nella società contemporanea. Delegati di oltre 50 Paesi dei cinque continenti hanno dibattuto su come meglio porsi a servizio della persona. Per tutti il richiamo dell’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha chiesto alla Radio cattoliche chiarezza e originalità di contenuti confessionali. Diversi i punti di vista emersi secondo i contesti religiosi, culturali, sociali e politici. Ascoltiamo la testimonianza del vescovo ausiliare di San Salvador Gregorio Rosa Chavez, intervistato da Roberta Gisotti.


    R. – Diciamo che nel nostro continente latino-americano domina un modello nuovo di Radio, piuttosto devozionale. Ecco, perché è tanto importante ‘ripensare’ a come dobbiamo fare la Radio cattolica: dobbiamo fare una Radio inculturata, dobbiamo riflettere sulla Chiesa che siamo e la Chiesa che dobbiamo essere, su un’utopia di Chiesa e una realtà di Chiesa. Accade nel mio Paese un fenomeno incredibile: lei ascolta la Radio cattolica, ma non sa se è cattolica o evangelica, perché ascolta canzoni religiose, ma non cosa pensa la Chiesa, cosa vuole la Chiesa, quali sono i piani pastorali, per esempio. Questa per me è una sfida importante. Dobbiamo aggiungere, però, che adesso abbiamo molte Radio che sono al contrario molto inculturate e vicine alle realtà di sofferenza, di speranza, di richiesta di risposte da parte del popolo.

     
    D. – E’ stato detto in questo Congresso che la Radio cattolica non deve seguire l’agenda delle altre Radio, ma deve avere una sua agenda. Secondo lei, nella realtà latino-americana è possibile questo?

     
    D. – Diciamo che questo non è un problema per noi, al contrario. Per esempio, in America centrale, quasi tutte le Radio cattoliche fanno una Radio - possiamo dire - ‘troppo cattolica’, confessionale. Ci sono Radio che non hanno dei programmi informativi. E questa per me è una realtà che va superata. Questa preoccupazione, dunque, non è applicabile da noi. L’identità è molto chiara e questa tentazione non esiste da noi.

     
    D. – Al contrario, quindi, si tratta di essere sui fatti del mondo alla luce del Vangelo...

     
    R. – Ecco, la formula esatta! Per esempio, il linguaggio, come dire le cose nel linguaggio proprio della Radio: è una sfida permanente. Poi, come tradurre le grandi verità per ascoltatori che sono distratti. Come riuscire a contattare le persone con le loro preoccupazioni, con le loro angosce e così via. Questa è una cosa molto importante da fare come comunicatori cattolici.

     
    D. – Lei ha detto che la Radio deve essere vicina ai bisogni della gente. In questo senso le Radio cattoliche possono giocare un ruolo importante nella diffusione della dottrina sociale della Chiesa e quindi nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali e quindi avere un ruolo anche sul piano politico e sociale di un Paese...

     
    R. – Io, adesso, sono al CELAM (Consiglio episcopale latinoamericano) e sono incaricato per la sezione delle Comunicazioni sociali. E’ molto importante la questione delle politiche della comunicazione. A volte la gente che lavora alla Radio non ha gli orientamenti per sapere come fare. Ma una cosa importante è che la Radio deve difendere la vita umana, deve mettere al centro della sua preoccupazione la persona umana. Questo porta subito alla questione della dottrina sociale. Ecco perché - come dicevo prima – è presente tra noi la tentazione della Radio devozionale. Dobbiamo superare questa realtà.

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    In Costa d’Avorio per combattere la nuova lebbra: l’impegno dei francescani delle Marche. Con noi, Giorgio Sartini

    ◊   In Italia, i mass media non hanno mai dedicato spazio alle ulcere di Buruli, eppure questa terribile patologia che corrode la pelle, colpisce nella sola Costa d’Avorio oltre 30 mila persone. Riconosciuta per la prima volta nel 1897 in una regione dell’Uganda, il Buruli, questa “nuova lebbra” è stata dichiarata emergenza sanitaria dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per far fronte a questa drammatica situazione, è nato - su ispirazione del cardinale ivoriano Bernard Agré - il “Progetto Sorella Costa”, che riunisce più soggetti tra cui le suore della Congregazione “Nostra Signora dell’Incarnazione”. Intervistato da Alessandro Gisotti, il ministro generale dell’Ordine Francescano Secolare dei Frati Minori delle Marche, Giorgio Sartini, si sofferma sulle condizioni di vita dei malati di ulcere di Buruli:


    (Musica)

     
    R. – Le ulcere di Buruli sono praticamente una variante della lebbra, causata da un agente che si chiama mycobacterium ulceran, che viene inoculato da una cimice carnivora. La cimice punge e inietta questo mycobacterium. La parte che viene a contatto con questa tossina comincia a necrotizzare. La cosa drammatica è che questo mycobacterium non è sensibile a nessun farmaco attualmente. I più colpiti sono i bambini. Bagnandosi e andando tra l’erba sulle rive dei laghi o dei fiumi vengono punti da queste cimici e di conseguenza vengono infettati. Allo stato attuale l’unica cura certa è la chirurgia e una terapia nuova, ideata dal dott. Antonio Garofalo - l’ozono terapia - che elimina il mycobacterium attraverso l’ozono.

     
    D. – I danni provocati da questa patologia sono terribili. Oltre alle cure mediche, come intervengono in particolare le religiose che voi sostenete in Costa d’Avorio? Questa è una vera e propria nuova lebbra, quindi c’è anche un problema d’isolamento, di emarginazione di coloro che sono colpiti...

     
    R. – La Costa d’Avorio è uscita da una guerra civile e allora le strutture sanitarie sono pressoché inesistenti o molto, molto fatiscenti. I ragazzi colpiti sono parzialmente o totalmente invalidi a deambulare. Hanno bisogno di terapie, quindi vanno riabilitati, attraverso dei trattamenti specifici. Bisogna inoltre aiutarli nella loro formazione, per non renderli persone invalide dal punto di vista fisico e lavorativo. Quindi, le suore in questo momento si stanno occupando di fare educazione scolastica. Danno loro una formazione, per poterli inserire nel mondo del lavoro. Questi ragazzi sono destinati ad essere mendicanti, qualora non ricevessero un’istruzione.

     
    D. – Il progetto “Sorella Costa” muove i suoi primi passi. Qual è la risposta dei giovani nelle Marche che sono venuti a conoscenza di questa drammatica emergenza umanitaria, ma anche delle possibilità di risoluzione...

     
    R. – Con chiunque parliamo, troviamo grande attenzione e disponibilità verso questo problema, per due motivi: primo, perchè i ragazzi non lo conoscevano; secondo, perché vedono la possibilità di dare un aiuto concreto, attraverso di noi. Questo si è manifestato proprio con i giovani. Molti mi hanno chiesto di poter partecipare, andando volontari in missione per portare aiuto concretamente a questi ragazzi. E questo è un buon segno. Mi dà speranza che il progetto possa andare avanti. Quando i giovani si mettono in movimento, hanno tanto da dare, hanno una ricchezza interiore da portare e da condividere. Ho una figlia dietista, che mi ha detto: “Andrò a preparare delle diete specifiche per farli riprendere il prima possibile”. Questa voglia di aiutare concretamente mi ha riempito veramente il cuore.

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    Nato in questi giorni a Roma il Forum delle donne somale

    ◊   “Quale futuro per le donne somale, dopo 18 anni di guerra civile”? Con l’obiettivo di riflettere in particolare sul domani della popolazione femminile africana, è nato in questi giorni a Roma il Forum delle donne somale, organizzato dall’Associazione AISCIA e da altre realtà sociali, in collaborazione con il CESV, il Centro servizi per il volontariato. L’obiettivo è quello di costruire percorsi e realizzare interventi in un Paese afflitto ancora in questi giorni da sanguinosi scontri tra militari etiopici - che sostengono il governo di transizione di Mogadiscio - e ribelli delle deposte Corti islamiche. Proprio degli effetti disastrosi del conflitto sulla popolazione civile ci parla Marian Mohamed Hassan, presidente dell’Associazione AISCIA, intervistata da Giada Aquilino:


    R. – La situazione è davvero grave, perché oltre ai disastri che comporta una guerra subiamo anche le conseguenze degli eventi climatici: sono due settimane che piove a Mogadiscio e la popolazione - già stremata dalla guerra – deve pure affrontare l’acqua che cade abbondantemente. Quindi c’è bisogno di cibo, di medicinali, addirittura di coperte perché sembra che ci sia un clima che non è più equatoriale, bensì freddo. E ci sono stati dei morti a causa di questi eventi climatici.

     
    D. – Che cosa serve oggi alla popolazione della Somalia?

     
    R. – Innanzitutto, servirebbe la pace, totale. All’orizzonte, purtroppo, non si vedono speranze di pacificazione. Servono poi aiuti concreti di materiali di prima necessità, come i farmaci, perché in Somalia oggi - dall’evento dello tsunami - siamo anche in balìa di malattie rare: la popolazione sta morendo, soprattutto i bambini e le donne.

     
    D. – Avete creato il “Forum delle donne somale”: quale futuro si prospetta per le donne somale?

     
    R. – Quello che si prospetta è di ricostruire tutto con le nostre mani. Noi, purtroppo, ci ritroviamo, come popolazione, abbandonati. Non abbiamo alcun appoggio, nemmeno dai nostri uomini, perché sono intenti a combattere, sono impegnati nella lotta per il potere e a cercare una loro posizione. Quindi, la prospettiva è quella di riunire tutte le nostre forze. Il Forum nasce proprio per questo.

     
    D.- Operate nei settori del lavoro, dell’istruzione, della sanità, della comunicazione, anche via internet. A cosa puntate?

     
    R. - AISCIA ha messo in opera un paio di progetti particolari. Per quanto riguarda la popolazione presente in Italia, lavora per riuscire ad aprire degli sportelli di formazione e informazione. Il secondo progetto, invece, è mirato direttamente alla Somalia; è rivolto soprattutto alle donne e ai bambini: con questa guerra sono venuti fuori tanti casi di AIDS. Già eravamo otto milioni prima della guerra, adesso non sappiamo più quanti siamo: andremo sempre più a ridurci, se questa malattia non viene fermata o almeno arginata. Puntiamo dunque a intervenire sull’informazione diretta alle donne, sulla prevenzione, creando centri dove le donne possano essere seguite.

     
    D. – Le notizie che arrivano nelle ultime ore sono quelle ancora di scontri tra truppe etiopi che appoggiano il governo di transizione somalo e i seguaci delle Corti islamiche. Perché, secondo lei, non arriva una pace definitiva, nonostante sia stato già siglato un cessate-il-fuoco?

     
    R. – In Somalia, ormai, regnano la confusione e il caos più totale. C’è uno scontro tra Corti islamiche, governo e truppe etiopi. E questo stato di cose è una preoccupazione per tutti i somali che vivono sia all’esterno che all’interno della Somalia.

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    Il Centro Sportivo Italiano continuerà a testimoniare i valori migliori dello sport con un nuovo presidente

    ◊   Cambio della guardia alla guida del Csi, il Centro Sportivo Italiano. Nella riunione che si conclude oggi a Chianciano Terme, l’Assemblea nazionale dell’organismo, che richiama il mondo agonistico ai valori migliori dello sport, ha eletto al posto del presidente uscente, Edio Costantini, il candidato unico, Massimo Achini, numero uno del Csi di Milano. Per un bilancio della sua presidenza, durata otto anni, Giancarlo La Vella ha intervistato Edio Costantini, cui è giunto il sentito ringraziamento del segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, per l’opera svolta:


    R. – Siamo riusciti davvero a risvegliare la capacità di impegnare il tempo, le risorse economiche, l’intelligenza, per rendere sempre più educativo lo sport. Il cammino è ancora molto lungo ma abbiamo tentato di riportare lo sport negli oratori, nelle parrocchie, e per questo abbiamo lavorato sulla formazione degli educatori sportivi, degli animatori, proprio perchè potessero pensare allo sport come un investimento educativo, pastorale, all’interno della propria comunità territoriale data la grande capacità attrattiva dello sport, che riesce ad aggregare un po’ tutti. Infine, abbiamo cercato di riportare lo sport all’interno della scuola. E’ un cammino che è stato lungo, faticoso, ma anche appassionante.

     
    D. – Tra i momenti salienti della sua presidenza, io ricordo il suo impegno e la sua emozione durante il grande Giubileo del 2000, l’incontro con Giovanni Paolo II…

     
    R. – Il Giubileo degli sportivi ha segnato l’inizio di un impegno nuovo soprattutto nell’ambito pastorale, nell’ambito parrocchiale. Giovanni Paolo II è stato uno dei Papi che davvero ha parlato di sport come strumento capace di aggregare, strumento di pace, come uno strumento educativo. Ci ha lasciato dei bellissimi messaggi e soprattutto degli indirizzi e degli stili di vita.

     
    D. - Tutto questo si lega in qualche modo o stride con un evento così importante come gli europei di calcio…

     
    R. – Gli europei di calcio sostanzialmente rispondono a una logica industriale legata al profitto. Io non sono contro il grande calcio, ma i suoi campioni diventano dei testimonial per i nostri ragazzi e questi grandi campioni devono avere uno stile di vita capace di trasmettere un modello positivo di vita ai ragazzi. Questo invece spesso non avviene e allora diventano dei cattivi maestri.

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    Chiesa e Società



    Il nuovo patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal, ha fatto oggi il suo solenne ingresso alla Basilica del Santo Sepolcro

    ◊   Sua Beatitudine Fouad Twal, nuovo patriarca latino di Gerusalemme, tra le ali di folla, accompagnato da prelati, chierici e frati, ha fatto oggi solenne ingresso alla basilica del Santo Sepolcro. Dove, secondo le regole dello status quo presso la Pietra dell'Unzione, era atteso dal Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa che così lo ha salutato: “Oggi è un giorno di festa per la Chiesa di Gerusalemme, oggi qui, le diamo il benvenuto nel cuore del cuore della Città, con l'affetto e la gioia dei figli che accolgono il Pastore, il Padre. Il mio benvenuto qui ha, oggi, questa coralità: l'espressione della gioia di essere Chiesa, popolo di Dio, comunità dei discepoli di Gesù, che guarda a lei come Guida; successore degli Apostoli che in questa nostra Terra sono stati scelti dal Signore Gesù per diventare capaci di annunciare il vangelo con semplicità e verità”. Ieri sera, nella basilica dell'agonia al Getsemani, durante una commossa e partecipata messa di ringraziamento e di congedo, c'è stato il simbolico gesto del passaggio di pastorale. Il nunzio e delegato apostolico mons. Antonio Franco, a nome del Santo Padre, ha espresso riconoscenza e gratitudine a mons. Michel Sabbah per il servizio pastorale svolto con generosità. Nella sua omelia il patriarca emerito ha espresso così il suo ringraziamento al Signore: "Per me questo luogo santo, il Giardino degli Ulivi del Getsemani, è il posto appropriato per dire grazie a Dio, per riporre dopo vent'anni la mia missione nelle sue mani; e per il mio successore, per prenderla nelle sue mani, presso questa roccia testimone della preghiera e dell'agonia di Gesù, prima che portasse a compimento, pure lui, la sua missione su questa terra”. “Qui ci ricordiamo - ha proseguito mons. Sabbah - che ogni missione che ci viene affidata è un'azione finalizzata a Lui e non un progetto umano, che proviene da uno qualsiasi di noi”. Ma è con il tradizionale pellegrinaggio alla basilica cuore della cristianità, luogo della Risurrezione, che si svolge oggi, che mons. Fouad Twal inaugura ufficialmente il suo nuovo incarico. Già ieri il nuovo patriarca latino di Gerusalemme, tra gli applausi, si era rivolto così all'assemblea di fedeli: “E' al Santo Sepolcro, presso la Tomba Vuota, che vi do l'appuntamento domani per ascoltare il grido di trionfo dei discepoli: il Signore è risorto! Alleluia! Ci precede e ci attende in Galilea!”. (Da Gerusalemme: Sara Fornari)

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    A partire da domani previste 8 mila persone al pellegrinaggio a Lourdes e ai Santuari Internazionali organizzato dall'UNITALSI

    ◊   Saranno circa 8 mila, tra cui 3 mila bambini, le persone che parteciperanno al pellegrinaggio organizzato dall’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e ai Santuari Internazionali (UNITALSI) da domani fino a venerdì. Come riferisce l'agenzia SIR, il pellegrinaggio si intitolerà “Bambini di Pace” ed avrà come tema spirituale “La nostra casa nel Cuore di Bernadetta”. Partenze previste con treni speciali dalle stazioni di Milano, Venezia, Roma, Perugia, San Benedetto, Napoli, Lecce e Palermo. La Presidenza UNITALSI ha previsto anche partenze da alcuni aeroporti italiani: Roma, Alghero, Reggio Calabria, Catania e Palermo. Il pellegrinaggio è patrocinato dal Comune di Roma. (B.B.)

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    Al via martedì, a Roma, la prima serata del Festival Senza Frontiere

    ◊   Espressione di giovani talenti, coinvolgimento di grandi personalità artistiche, sinergie e collaborazioni tra i diversi settori: sono alcuni degli ingredienti che hanno fatto del “Festival Senza Frontiere” un punto di riferimento tra le rassegne musicali italiane. Giunto alla sua quinta edizione, il Festival si aprirà martedì prossimo per concludersi il 18 luglio. Per la prima serata, appuntamento alle ore 21 presso la basilica di Santa Sabina a Roma. Il concerto, dal titolo “L’Anno dei Tre Pontefici (1978-2008): Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II”, sarà diretto dal maestro Marco Celli Stein. Il ricavato, offerto liberamente, sarà devoluto alla Fondazione Placido Pulitati: organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) che promuove, sostiene e svolge attività per la prevenzione, la cura, la riabilitazione ed il sostegno morale e materiale dei portatori di handicap visivo. Nel corso dello spettacolo sarà assegnato il premio “Non Abbiate Paura” in memoria di Annalena Tonelli, martire cristiana in Somalia. Inoltre sarà eseguita in prima mondiale “La Preghiera della Pace” di Karol Wojtyla, musicata per coro, archi e pianoforte dal maestro Stelvio Cipriani. (B.B.)

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    Spagna: numerose le iniziative per chi non potrà partecipare alla GMG di Sydney

    ◊   Sono quattro gli incontri organizzati dalla Conferenza episcopale spagnola per i giovani che rimangono a casa e non potranno partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) a Sydney, in programma dal 15 al 20 luglio. Come scrive l’agenzia Fides, verranno allestite delle postazioni per collegarsi via satellite con l’Australia da El Rocío (Huelva), da Santiago di Compostela, da Madrid e da Javier (Navarra). Dal 17 al 20 luglio, per esempio, la diocesi di Pamplona-Tudela ha organizzato 20 laboratori su temi di attualità, 6 esposizioni ed una veglia musicale nella notte. In programma anche una grande celebrazione chiamata: “Dalla notte camminiamo verso la luce”, da mezzanotte alle 7 del mattino del 19 luglio. Nel sud della Spagna, i vescovi dell’Andalusia hanno organizzato un incontro nel villaggio di El Rocío (Huelva) dal 16 al 20 luglio. La scelta non è casuale perché “il posto - come ha sottolineato mons. José Vilaplana, vescovo di Huelva - è molto legato alla Pentecoste e risultava molto utile come punto di incontro dell’Andalusia per raggiungere un obiettivo fondamentale come quello di avere un’esperienza con Cristo nell’immagine della Vergine del Rocío ed in comunione con il Papa”. Diverse le iniziative in programma come veglie di preghiera e celebrazioni eucaristiche. Madrid avrà un collegamento con Sydney la notte di sabato 19 e domenica 20 luglio. Momento clou sarà la festa dei giovani, in collegamento con gli altri punti della Spagna e con Sydney per la Santa Messa di domenica 20 luglio.(B.C.)

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    La Chiesa indiana prepara un film sulla vita di San Tommaso apostolo

    ◊   L’apostolo Tommaso, colui che per primo portò il seme del vangelo nel subcontinente indiano, sarà protagonista di un film promosso dalla Chiesa locale e prodotto grazie alla fiorente industria cinematografica del Paese. La presentazione del film coinciderà proprio con la festività di San Tommaso, il prossimo 3 luglio. Il budget previsto per la produzione si aggira sui 300 milioni di rupie che, come riferisce l’agenzia Fides, equivalgono a circa 10 milioni di dollari. Il film arriverà sugli schermi nel 2009 e sarà girato in lingua tamil, per poi essere doppiato in indi, inglese e francese. Negli anni 42-72 d.C. San Tommaso evangelizzò i popoli dell’oriente, tanto che i cristiani di quelle zone si definiscono ancora oggi “figli di san Tommaso”. Dopo aver portato l’annuncio cristiano alle popolazioni del Medio Oriente, San Tommaso si diresse in India: negli anni 53-60 d.C., predicò la fede di Cristo lungo le coste sud-occidentali dell'India. L’apostolo fu ucciso a colpi di lancia in Calamina (l'odierna Mylapore, nel sud dell’India), tra gli anni 68-72 d.C. Le popolazioni accolsero con entusiasmo e gioia il Vangelo: dalla predicazione dell'apostolo è nata, infatti, la Chiesa siro-malabarese. Oggi, nella convinzione che l’evangelizzazione nel terzo millennio passi anche attraverso l’uso dei mass media, l’arcidiocesi di Madras-Mylapore ha deciso di realizzare un film su San Tommaso. L’arcivescovo, mons. A. Malayappan Chinappa, ha presentato il progetto ai vescovi che hanno assicurato il loro sostegno all’impresa. “La pellicola – ha sottolineato l’arcivescovo Malayappan Chiappa – sarà un messaggio di pace e di armonia e farà riflettere sul tema dell’uguaglianza e della pari dignità degli uomini di fronte a Dio”. (B.B.)

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    Argentina: partirà sabato la 12.ma Marcia dei bambini per il Papa

    ◊   Si celebrerà sabato nella città di Rosario, in Argentina, la 12.ma Marcia dei bambini per il Papa. L'iniziativa si svolge ogni anno in un quartiere diverso della città e i partecipanti percorrono le vie cantando e pregando, in un'atmosfera festosa e densa di colori. L’idea di una Marcia dei bambini, in onore del Papa, venne all’Area Aspiranti dell’Azione Cattolica circa 12 anni fa. “Centinaia di bambini, giovani e adulti – ha riferito all’agenzia Zenit Cecilia Garófalo della Commissione diocesana dell'Area Aspiranti dell’AC – si riuniscono in prossimità della festa di San Pietro e San Paolo per pregare per le intenzioni del nostro amato Santo Padre”. Quest'anno i bambini saranno incoraggiati a farsi discepoli e missionari di Cristo, sulle linee pastorali prodotte in occasione della V Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi, svoltasi in Brasile nel maggio del 2007. (B.B.)

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    Ad Amman, in Giordania, da domani l'incontro del Centro Internazionale di Studi e Ricerche Oasis per parlare di libertà religiosa

    ◊   Cosa si intende per libertà religiosa? Che peso ha oggi questo valore in un mondo globalizzato? Come si coniuga tale libertà del singolo di una minoranza con la tradizione prevalente di un popolo? Queste domande, che emergono come brucianti nelle realtà più disparate del mondo di oggi, animeranno i lavori del prossimo Comitato scientifico del Centro Internazionale di Studi e Ricerche Oasis (CISRO) che si incontrerà domani e dopodomani ad Amman in Giordania. Radicata a Venezia ma presente in tutto il mondo, Oasis ama definirsi in prima battuta come una rete di rapporti che, attraverso l’elaborazione culturale intorno al tema del meticciato di civiltà e culture, promuove la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani. Per condurre questo lavoro di ricerca e approfondimento Oasis ha optato per uno stile preciso che trova il suo perno nella testimonianza e nel racconto reciproco tra cristiani dell’occidente, cristiani d’oriente che vivono in Paesi a maggioranza musulmana ed interlocutori “dell’islam di popolo”, espressione scelta da Oasis perché va oltre quella dell’islam definito moderato. I lavori guidati dal direttore del Centro, mons. Gabriel Richi Alberti, saranno aperti dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia e fondatore di Oasis, cui seguiranno gli interventi di Nikolaus Lobkowitz, filosofo, già rettore dell’Università Cattolica di Baviera e di due professori giordani, Khaled al-Jaber, musulmano, attualmente impegnato nella redazione di uno studio sulla comprensione contemporanea del Corano, e Hanna Michael Salameh Numan, cattolico, tra l’altro membro del centro Amman per la pace. Ci sarà poi nel corso della due giorni di lavoro, l’incontro con mons. Selim Sayed sulla vita della Chiesa latina in Giordania e con rappresentanti dell’Istituto Reale per gli Studi Interreligiosi di Amman. Ma la parte centrale sarà costituita dalla libera discussione tra i partecipanti che convengono da Europa, Asia, Africa e America per uno scambio di testimonianza autentica. (A cura di Maria Laura Conte)

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    Il 2 e 3 luglio, l’Ecuador celebra la prima Giornata Nazionale della Gioventù

    ◊   Si celebrerà il 2 e 3 luglio, la prima Giornata Nazionale della Gioventù dell’Ecuador. La città di Guayaquil, nell’ovest del Paese, sarà teatro dell’evento. Parteciperanno più di tremila giovani tra i 16 e i 29 anni, provenienti da tutte le province del Paese, che alloggeranno presso le abitazioni delle famiglie della città. Come riferisce l'agenzia Fides, il tema che accompagnerà i partecipanti in questi due giorni sarà “Giovani, con la forza dello Spirito Santo, sarete i miei testimoni”. Infatti, l’obiettivo della Giornata sarà celebrare la presenza viva dei giovani nel cammino della Chiesa pellegrina dell’Ecuador e riflettere sullo Spirito Santo che dà loro forza per vivere e testimoniare il Vangelo. La Giornata sarà caratterizzata dal pellegrinaggio, dalla preghiera e da una Celebrazione Eucaristica conclusiva. L’incontro nazionale si svolgerà nello spirito della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), che avrà luogo a Sydney dal 15 al 20 luglio. (B.B.)

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    La situazione religiosa in Europa al centro di un convegno del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si aprirà in settimana in Spagna

    ◊   “La situazione religiosa in Europa: tra secolarizzazione e domanda di senso e di spiritualità”: è il tema sul quale rifletteranno i segretari generali delle Conferenze episcopali d’Europa che si riuniranno a Covadonga, in Spagna, dal 26 al 30 giugno. L’incontro è promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e si svolge su invito della Conferenza episcopale spagnola e del suo segretario, mons. Juan Antonio Martínez Camino, vescovo ausiliare di Madrid. In una nota, riportata dall’agenzia Sir, si legge che nel corso dell’incontro si metteranno in risalto i nodi problematici della situazione religiosa in Europa ma anche del ruolo della Chiesa, l’evangelizzazione, la pastorale e l’attività delle Conferenze episcopali. Ad irrompere nella discussione anche l’attualità come la legalizzazione dell’eutanasia e la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Per quanto riguarda la presenza dell’Islam in Europa, sarà presentata la prossima Conferenza europea cristiano-musulmana che si terrà in Belgio ed è previsto, inoltre, uno “scambio di esperienze” sul diaconato permanente. All’ordine del giorno anche la prossima Giornata Mondiale dei Giovani (GMG) di Sydney, l’Anno Paolino 2008-2009; la XII Plenaria ordinaria del Sinodo dei vescovi. Parte dei lavori sarà dedicata allo scambio su questioni legate all’ecumenismo. In particolare, i partecipanti realizzeranno una valutazione del processo assembleare della terza Assemblea ecumenica europea, tenutosi nel settembre scorso a Sibiu in Romania. Nel corso dell’incontro verrà presentato il programma del primo Forum Cattolico-Ortodosso, che si svolgerà a Trento dall’11 al 14 dicembre, su "La famiglia come bene per l’umanità". (B.C.)

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    A Verona un corso sulle linee di pastorale migratoria promosso dalla Fondazione Migrantes

    ◊   Inizia domani a Verona il corso di formazione, della durata di cinque giorni, dal titolo: “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Un’iniziativa che, come riporta l’agenzia Sir, intende rispondere all’esigenza di comprendere in modo completo il fenomeno della mobilità umana. E’ questo, infatti, uno degli aspetti più rilevanti della società contemporanea e presenta dinamiche sempre più complesse dal punto di vista sociale, culturale, politico, religioso e pastorale. Si tratta di un corso-base per gli operatori della Fondazione, chiamati ad agire nel settore sempre più complesso delle migrazioni attraverso strumenti e chiavi di lettura che interessano la sociologia, la giurisprudenza, la teologia, l’ecclesiologia. Il corso vedrà gli interventi di esperti nelle diverse discipline, incontri con testimoni privilegiati, valorizzazione delle competenze dei partecipanti. Tra i relatori Paola Scevi, docente di Diritto delle Migrazioni dell’Università Cattolica, la biblista Cristina Simonelli, padre Graziano Tassello del Centro studi e ricerche per l’emigrazione di Basilea. (B.C.)

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    “Cultura della vita e aborto”: è il tema del corso dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum che si apre domani a Roma

    ◊   E’ diretto a medici, operatori sanitari, avvocati, filosofi, comunicatori sociali, sacerdoti, religiose e professionisti che operano nel campo formativo, in strutture ospedaliere, associazioni pro-vita, il corso che si apre domani a Roma. “Cultura della vita e aborto: dal confronto alla proposta” è il tema proposto dalla Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Come riporta l’agenzia Sir, l’iniziativa intende offrire le conoscenze medico-psicologiche, etico-filosofiche e giuridiche per comprendere le sfide etiche che le problematiche odierne dell'aborto pongono alle famiglie, ai medici e al legislatore. Fra i relatori, mons. Elio Sgreccia, mons. Bruno Stenco, padre Fernando Fabó, Maria Pia Baccari, Carlo Valerio Bellieni, Tonino Cantelmi, Carlo Casini, Maria Luisa Di Pietro. La Facoltà di Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum - la prima al mondo - è nata nel 2001 per rispondere all'invito fatto da Giovanni Paolo II nell'Evangelium Vitae a "mettere in pratica una grande strategia in favore della vita". Recentemente ha dato vita anche ad una nuova rivista internazionale: "Studia Bioethica", quadrimestrale, che è possibile leggere gratuitamente registrandosi sul sito Internet www.facoltadibioetica.org.(B.C.)

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    “Un rinnovato interesse per la Chiesa”: questo il primo frutto della GMG per i giovani australiani

    ◊   “Con la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) ormai dietro l'angolo, gli australiani stanno vivendo un rinnovato interesse per la Chiesa”: è quanto afferma l’arcivescovo di Perth, mons. Barry James Hickey, a meno di un mese dall’evento. “L’auspicio – prosegue l’arcivescovo, riportato dall’agenzia SIR – è che l’evento possa essere un momento di crescita per tutti. L'entusiasmo sta contagiando anche le persone che non vanno in chiesa, che non pensano alla religione, che non pregano”. La GMG si svolgerà dal 15 al 20 luglio a Sydney, la capitale australiana. (B.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Almeno 155 morti e oltre 700 dispersi nelle Filippine per il ciclone Fenghen e il naufragio di un traghetto

    ◊   E’ di 155 morti il bilancio provvisorio delle frane e delle inondazioni causate dal passaggio del tifone Fengshen nelle regioni centrali del Paese. Almeno quattro le vittime del naufragio del traghetto Princess of Stars, affondato nella notte al largo della città di San Fernando con a bordo 750 persone, a causa del maremoto provocato dal tifone. Mentre si cercano i dispersi un portavoce della Guardia Costiera informa che il bilancio del naufragio potrebbe essere elevato. “Il peggiore disastro mai avuto” secondo il governatore della provincia di Iloilo, fra le più colpite. Per il solo tifone, almeno 80 i morti da quando il tifone ha spazzato la zona venerdì scorso.

    Israele-Hamas
    E’ stato riaperto questa mattina, per la prima volta dopo un anno, il valico di Karni, principale via di transito commerciale lungo il confine fra Gaza e Israele. A quattro giorni dall’entrata in vigore della tregua fra Israele e Hamas, l’apertura del varco consentirà il passaggio dei soli prodotti alimentari. Lo riferisce un portavoce dell’esercito israeliano, mentre fonti locali precisano che circa 90 camion provenienti da Israele sono passati oggi dal valico di Sufa, portando generi di prima necessità per la popolazione palestinese, in quantità superiore a quella abituale.
     
    Afghanistan
    Tre civili sono rimasti uccisi e diverse persone ferite negli attacchi che nella notte hanno colpito l'Afghanistan orientale. Tra questi anche donne e bambini. Secondo fonti militari i razzi provenienti dal territorio pachistano avevano per obiettivo una base militare delle Forze internazionali di pace ISAF e l'aeroporto di Khost, città vicina al confine col Pakistan. Secondo fonti ufficiali alleate a Kabul, Militari della Nato in Afghanistan hanno risposto col fuoco agli attacchi. L'incidente rischia di sollevare nuove tensioni fra Washington e Islamabad.

    Iraq
    Ancora una giornata di violenze in Iraq. Almeno 13 morti e 30 feriti è il bilancio di un attentato suicida davanti ad un tribunale nella città di Baluba, a nord di Baghdad. Tra le vittime anche un bambino e due soldati. Mentre buone notizie arrivano dalla capitale del Paese, dove secondo Mowaffak al-Rubaie, consigliere per la sicurezza nazionale del governo iracheno, sarebbero ancora vivi i cinque ostaggi britannici rapiti a Baghdad oltre un anno fa. Di fronte a questo scenario di quotidiana violenza, oggi si può dire che l’Iraq è ben lontana dalla normalizzazione? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica Limes:
     
    R. – Il governo iracheno sta maturando comunque nelle proprie posizioni, anche indipendentemente dall’influenza che l’Iran può esercitare sulla componente sciita. In qualche modo, sta riassumendo una personalità nazionale. Quindi, un cambiamento c’è, ed è quello che potrebbe poi portare alla normalizzazione: il fatto che questo governo piano piano cominci ad avere, ad assumere nonostante tutto, un orgoglio nazionale, che gli permetterebbe anche probabilmente di riuscire a riprendere il controllo del Paese. Resta il fatto del Kurdistan, che proprio per essere un alleato particolarmente vicino agli interessi americani, continua a fare il battitore libero. Quella è l’unica seria incognita che il governo centrale non riesce a recuperare, in qualche modo.

     
    D. – Ed oggi come si può definire l’Iraq?

     
    R. – Io lo definirei un Paese in trasformazione, ma non necessariamente in peggio. Voglio dire che certamente gli attentati fanno molta impressione - specialmente se si pensava di avere superato questa tragedia - e che la strada è tuttora in salita. Ma a me sembra che tutto sommato ci sia un cambiamento in atto e che questo cambiamento in atto andrebbe aiutato, andrebbe favorito, non ostacolato facendo delle prove di forza come fa il governo americano, minacciando l’Iraq di bloccargli tutti gli asset, le riserve monetarie - oltre 50 milioni di dollari – oppure di rimettergli in pista tutto il debito se non obbedisce. Queste sono lezioni che mettono appunto il governo contro il Paese, contro l’opinione pubblica che è tutta abbastanza compatta da questo punto di vista, cioè di non essere sfruttati fino all’ultimo. Se si continua con questa politica, certamente si approfondirà il fossato fra questo governo, che è appunto un governo semialleato, e la popolazione.

    Libano
    Almeno due morti e 29 feriti nei violenti scontri avvenuti stamane a nord-est di Tripoli tra aderenti al partito al Mustaqbal, della maggioranza sunnita di governo, e militanti del movimento sciita di opposizione Hezbollah. La settimana scorsa un conflitto armato tra le parti provocava altri tre morti. Le tensioni in atto in diverse località del Paese accompagnano le trattative per la formazione di un governo di unità nazionale, della quale è incaricato il premier uscente Fuad Sinora.

    Siria
    Prende il via oggi la missione degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) in Siria. Gli esperti indagheranno sui programmi nucleari di Damasco e sull’esistenza di un progetto per costruire clandestinamente un reattore nucleare a Kibar, nel deserto siriano vicino al confine con l'Iraq, con l'aiuto della Corea del Nord. La missione, che dovrebbe protrarsi fino a mercoledì, segue la diffusione di documenti da parte degli Stati Uniti. Damasco smentisce tutte le ipotesi.

    Arabia Saudita
    L'Arabia Saudita propone la creazione di un fondo speciale di un miliardo di dollari a favore dei Paesi in via di Sviluppo per aiutarli a fronteggiare il caro petrolio. Ad annunciarlo, nel corso della cerimonia di apertura del vertice tra Paesi produttori e consumatori di petrolio, è il Re Abdallah. Il Re ha invitato la Banca Mondiale ad organizzare una conferenza internazionale per discutere della costituzione del Fondo, ed ha confermato che il suo Paese ha aumentato nei mesi scorsi la produzione di greggio da 9 a 9,7 milioni di barili al giorno.

    Zimbabwe
    Il leader del Movimento per il cambiamento democratico (MDC), all’opposizione in Zimbabwe, Morgan Tsvangirai, ha comunicato la decisione di ritirarsi dalla competizione per le elezioni presidenziali del prossimo venerdì 27 giugno, in ragione delle violenze e delle intimidazioni che accompagnano la campagna elettorale. In mattinata era emersa la notizia che membri del partito di governo Zanu-PF avevano aggredito alcuni partecipanti ad un raduno con il leader Tsvangirai.

    Somalia
    Il Responsabile dell'Alto commissariato ONU dei rifugiati (UNHCR) per la città di Mogadiscio, Hassan Mohamed Ali, è stato rapito ieri sera da uomini armati nella sua abitazione a 18 chilometri a sud della capitale. Lo riferiscono oggi fonti ufficiali. Nel Paese nordafricano sono diversi i dipendenti di organizzazioni umanitarie rapiti o uccisi negli ultimi mesi, mentre gli scontri fra esercito etiopico e i gruppi armati antigovernativi hanno causato la morte di 40 civili nell’ultima settimana.

    Nigeria
    Il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger ha rivendicato il sabotaggio, ieri, di uno dei principali oleodotti del Paese gestito dalla compagnia americana Chevron. La distruzione dell’impianto ha bloccato la produzione quotidiana di circa 120 mila barili di petrolio. Per la Nigeria si tratta del secondo attacco ad una piattaforma petrolifera in una settimana. In un comunicato il gruppo anticipa possibili altri attacchi e chiede che il governo liberi l’ingegnere navale nigeriano Henry Okah, per dar vita a un “vero processo di pace prima che le esportazioni petrolifere della Nigeria precipitino a zero”.

    Italia
    Sembrerebbe incostituzionale la norma che sospende i processi per reati commessi prima del 2002 e puniti con la reclusione fino a dieci anni, proposta nei giorni scorsi dal governo italiano. A sostenerlo è il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), nella bozza del suo parere sul decreto sicurezza. Il decreto legge del governo sarebbe incompatibile con alcuni articoli della Costituzione: in particolare con l’articolo 111, relativo alla ragionevole durata del processo, e con l’articolo 3, sul principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. La versione ufficiale del parere sarà presentata alla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli domani stesso.
     
    Spagna
    A larga maggioranza il leader della destra spagnola Mariano Rajoy è stato rieletto ieri alla guida del Partito popolare (PP). A sostegno della sua candidatura si espresso l'84,24% dei 2.596 delegati votanti, 409 dei quali hanno votato scheda bianca. La conferma della carica è avvenuta a Valencia nel corso del congresso del partito. (Panoramica internazionale a cura di Claudia Di Lorenzi)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 174

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