Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 10/06/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Nomina
  • Educhiamoci alla speranza “nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”, l'esortazione di Benedetto XVI al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma
  • I presuli del Bangladesh in visita "ad Limina". Attese e speranze della Chiesa cattolica, esigua minoranza in un Paese tra i più poveri al mondo
  • Tessitore di dialogo e di relazioni tra i popoli, servitore della Chiesa e della causa della pace: il cardinale Bertone ricorda la figura del cardinale Casaroli nel decennale della morte
  • Presentato in Sala Stampa Vaticana il musical "Maria di Nazareth... una storia che continua". Anteprima mondiale il 17 giugno in Aula Paolo VI
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Pubblicato il Rapporto di "Save the children": allarmante il dato sull'istruzione di base, negata a oltre 70 milioni di bambini
  • L'uso indiscriminato della "pillola del giorno dopo" tra giovani e giovanissimi: l'opinione di Carlo Casini
  • Si aprono oggi a Montefalco le celebrazioni per il VII centenario della morte di Santa Chiara della Croce
  • Chiesa e Società

  • La Federazione delle Conferenze episcopali in Asia denuncia le difficoltà per le scuole cattoliche nel continente
  • Nubifragi in Sri Lanka, continuano gli aiuti della Chiesa
  • Con una lettera al governo, i vescovi argentini esortano a rafforzare la pace sociale e la democrazia
  • In Brasile, celebrati i cento anni dell’arcidiocesi di São Paulo
  • Myanmar: gli orfani del ciclone Nargis rischiano di diventare vittime del lavoro minorile
  • Denuncia dei vescovi del Messico sulla crisi alimentare: il problema è legato alla scarsa equità nella distribuzione dei beni
  • La legge di riforma del servizio di "intelligence" nazionale, intacca il segreto della confessione: lo denunciano i vescovi venezuelani
  • Centinaia di persone in Bangladesh chiedono giustizia per l’assassinio di una ragazza cristiana
  • Il giornale ufficiale della Giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008 sarà “The Catholic weekly”
  • “Giovani e Vangelo” è il tema principale della 58.ma Assemblea generale della CEI, che si è chiusa da pochi giorni
  • Partono i “Cantieri della solidarietà” della Caritas diocesana di Amalfi–Cava de’ Tirreni
  • 24 Ore nel Mondo

  • Con il vertice USA-Unione Europea di a Lubiana, si apre l’ultimo tour europeo del presidente Bush
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nomina

    ◊   Nelle Filippine, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Ilagan padre Joseph Amangi Nacua, dei Francescani Minori Cappuccini, finora parroco della St. Isidro Labrador parish, Titay, Zamboanga Sibugay, nella prelatura di Ipil. Il neo presule ha 63 anni. Dopo le scuole secondarie, ha svolto gli studi filosofici presso la Capuchin House of Studies a Kerala, in India, e quelli teologici presso la Capuchin Theology House a Pamplona, Navarra, in Spagna. Ha successivamente conseguito il Master of Arts presso l'Asian Social Institute di Manila, la Licenza in Spiritualità presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, e il Dottorato in Spiritualità presso la Bonaventura University di New York. Ordinato sacerdote, è stato guardiano e rettore dell'Our Lady of Lourdes Seminary a Lipa. Successivamente, è diventato membro del Consiglio provinciale, maestro dei novizi, direttore degli studi e vicario provinciale. Dal 1994 al 2000, per due mandati, è stato ministro provinciale nelle Filippine. Dal 2000 al 2006, è stato definitore generale per l'Asia presso la Curia Generalizia dei Cappuccini a Roma.


    inizio pagina

    Educhiamoci alla speranza “nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”, l'esortazione di Benedetto XVI al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma

    ◊   Educhiamoci ogni giorno alla speranza che matura nella sofferenza: è stato questo il grande richiamo che Benedetto XVI ha rivolto ieri pomeriggio alla diocesi di Roma, nel presiedere l'apertura del convegno ecclesiale sul tema: “Gesù è Risorto. Educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”. Il Papa ha parlato nella Basilica di San Giovanni in Laterano ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici delle associazioni e dei Movimenti della Chiesa capitolina, impegnati nei tre giorni del Convegno finalizzato ad elaborare un programma pastorale per il prossimo anno. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
     
    Educhiamoci ogni giorno alla speranza che matura nella sofferenza, è il grande richiamo di Benedetto XVI alla diocesi di Roma. L’educazione nell’ottica della speranza teologale, che si nutre della fede e della fiducia in Dio, che in Gesù si è rivelato come il vero amico dell’uomo. E’ l’obiettivo della diocesi di Roma per il prossimo anno pastorale. La speranza di chi crede in Dio non solo si protende verso la vita eterna, spiega il Papa, ma investe, anima e trasforma la quotidiana esistenza terrena, dà un significato alle piccole speranze, in una società e in una cultura, come anche quella della città di Roma, dove non è facile vivere nel segno della speranza cristiana. La sensazione diffusa, continua il Papa, è che per le nuove generazioni si profili un destino di incertezza e di precarietà. Sfiducia, delusione e rassegnazione, contraddicono la grande speranza della fede, ma anche le piccole speranze della vita quotidiana che poggiano sul vuoto quando mettono tra parentesi Dio, quando arrivano perfino a negare la sua esistenza. Quando Dio è lasciato da parte nessuna delle cose che veramente ci premono può trovare una stabile collocazione:

    “Per educare alla speranza, come ci proponiamo in questo Convegno nel prossimo anno pastorale è, dunque, anzitutto necessario aprire a Dio il nostro cuore, la nostra intelligenza e tutta la nostra vita per essere così, in mezzo ai nostri fratelli suoi credibili testimoni”.
     
    Bisogna quindi educare alla speranza, attraverso anche l’educazione alla preghiera, che non fa mai essere totalmente soli. Pregare purifica, libera dalle menzogne segrete, apre a Dio e al prossimo. Il Papa richiama quindi ad uno sforzo comune per affrontare i mali e i problemi di Roma: occorrono - dice- educazione e formazione della persona ma anche spirito costruttivo per affrontare problemi concreti di chi ci vive:

    “Cercheremo in particolare di promuovere una cultura e un’organizzazione sociale più favorevoli alla famiglia e all’accoglienza della vita, oltre che alla valorizzazione delle persone anziane, tanto numerose tra la popolazione di Roma. Lavoreremo per dare risposta a quei bisogni primari che sono il lavoro e la casa, soprattutto per i giovani. Condivideremo l’impegno per rendere la nostra città più sicura e vivibile, ma opereremo perché essa lo sia per tutti, in particolare per i più poveri e perché non sia escluso l’immigrato che viene tra noi con l’intenzione di trovare uno spazio di vita nel rispetto delle nostre leggi”.

    Umiltà, grande fiducia, tenacia e coraggio sono gli elementi che caratterizzano colui che pone la sua speranza anzitutto in Dio, continua il Papa. Il credente sa che la sua vita, il suo operare non sono mai senza frutto e privi di senso perché custoditi nel potere indistruttibile dell’amore di Dio. Si può così capire come la speranza cristiana viva anche nella sofferenza, e ne venga a sua volta educata e fortificata. Non potendo eliminare la sofferenza dal mondo, spiega il Papa, la grande verità cristiana ci spiega come a guarire l’uomo non sia la fuga, ma accettare il dolore e maturare in esso, trovandovi un senso mediante l’unione a Cristo. Il grado di umanità si misura dalla capacità di rapportarsi all’altrui dolore e il merito della fede cristiana è proprio quello di aver suscitato nell’uomo la capacità di condividere anche interiormente la sofferenza dell’altro. Crescere nella speranza avviene anche attraverso l’aiuto concreto e la vicinanza alla sofferenza del prossimo, e anche offrendo a Dio le piccole fatiche dell’esistenza quotidiana. La speranza dei credenti non può fermarsi a mondo terreno, ma deve orientarsi verso la comunione piena ed eterna con il Signore.

    inizio pagina

    I presuli del Bangladesh in visita "ad Limina". Attese e speranze della Chiesa cattolica, esigua minoranza in un Paese tra i più poveri al mondo

    ◊   In visita ad Limina Apostolorum, i vescovi del Bangladesh sono arrivati ieri in Vaticano, con il loro carico di attese e speranze per la Chiesa del loro Paese, tra i più poveri al mondo, come si evidenzia in questa scheda di Roberta Gisotti:


    Tra i 49 Stati meno sviluppati del pianeta, il Bangladesh, tra i più densamente popolati al mondo, quasi 140 milioni gli abitanti in un Paese, grande la metà dell’Italia, dove si muore mediamente a 62 anni, avendo a disposizione meno di un medico e di un posto letto in ospedale ogni 3 mila persone, e un telefono ogni 130 cittadini, per oltre metà analfabeti.

     
    Un quadro sconfortante aggravato da un clima avverso con alte temperature e marcati sbalzi tra stagioni secche ed umide, che ha originato alluvioni disastrose: drammaticamente memorabile quella di 10 anni fa, che lasciò 30 milioni di bengalesi senza tetto ed ancora quella del 2004.

     
    A ciò si aggiunga uno scenario politico di cronica instabilità: Repubblica indipendente dal 1971, dopo un insurrezione, già annessa al Pakistan dopo la fine, nel ’47, del dominio coloniale britannico. Sotto governo militare fino al 1990, le elezioni del ’91 vinte dal moderato partito Nazionale ne sanciscono il ritorno alla legalità costituzionale, ma i contrasti aspri tra il centro destra guidato dal Partito BNP - vittorioso al voto del 2001 e vicino ai fondamentalisti islamici - e le opposizioni di ispirazione socialista e filoindiana portano in più occasioni il Paese sull’orlo della guerra civile. Nel gennaio scorso, il governo di transizione di fronte a violente dimostrazioni di piazza dichiara - alla vigilia delle elezioni generali, rimandate a dicembre - lo stato di emergenza, che tutt’ora persiste, costellato da ripetute proteste e scontri tra manifestanti e Polizia, e da arresti di politici accusati di corruzione.

     
    Sul piano religioso il Bangladesh, è un Paese a maggioranza musulmana, gli islamici sono quasi il 90%, gli induisti circa il 10%, esigua minoranza sono i cristiani circa l’1 per cento, di cui i cattolici solo lo 0,2, la cui visibilità è garantita attraverso numerose opere educative, sanitarie e caritative. Religione di Stato dal 1988 è l’Islam, sebbene sulla carta resti garantita la libertà religiosa.

     
    Tra le sfide pastorali per la Chiesa cattolica oggi, è certamente l’inculturazione della fede, ed il dialogo ecumenico e interreligioso di fronte all’emergere del radicalismo musulmano e all’incremento delle sette pseudo-cristiane. Altri temi prioritari sono la formazione dei laici, la promozione delle famiglia, una maggiore attenzione ai media e ai rapporti con la società civile. Da ricordare infine il viaggio di Giovanni Paolo II, avvenuto nel lontano 1986.

    inizio pagina

    Tessitore di dialogo e di relazioni tra i popoli, servitore della Chiesa e della causa della pace: il cardinale Bertone ricorda la figura del cardinale Casaroli nel decennale della morte

    ◊   Un diplomatico eccezionale, impegnato nel costruire la pace e nell’assicurare alla Chiesa le condizioni per svolgere la propria azione in libertà: il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha ricordato stamani con emozione e ammirazione il cardinale Agostino Casaroli, principale artefice dell’ostpolitik, ovvero l’azione di dialogo della Santa Sede con i regimi comunisti negli anni precedenti la caduta del Muro di Berlino. Occasione per l’intervento del cardinale Bertone è stata l’apertura di un convegno, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, per ricordare l’eminente figura ecclesiale, segretario di Stato dal 1979 al 1990, nel decennale della morte. Al convegno, sono intervenuti anche il cardinale, Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, e gli ex ministri degli Esteri di Francia, il prof. Jean-Bernard Raimond, e di Polonia, il prof. Wladislaw Bartoszewski. Sul discorso del cardinale Bertone, il servizio di Alessandro Gisotti:


    Un servitore della Chiesa e della causa della pace, impegnato con pazienza e coraggio a favore della cooperazione tra le nazioni: il cardinale Tarcisio Bertone ha tratteggiato così la figura del suo predecessore nell’ufficio di segretario di Stato. Il porporato ha ricordato che l’ostpolitik di Agostino Casaroli si è sviluppata per oltre 25 anni, dal 1963 al 1989, al servizio di ben cinque Pontefici. Il cardinale Bertone ha innanzitutto messo l’accento sulle caratteristiche dell’azione di Casaroli:

     
    “L’azione pastorale e diplomatica del cardinale Casaroli, che coincide in gran parte con la cosiddetta ostpolitik della Chiesa, si muove in effetti fra questi due poli: il bene della Chiesa, 'essere ambasciatore di Cristo', e la ricerca del dialogo possibile, 'per tutto riconciliare'”.
     
    Casaroli, ha proseguito, ebbe “come bussola” per il suo agire “un profondo amore alla causa della pace”, convinto che la ricerca della concordia tra le nazioni fosse un imperativo morale e, al tempo stesso, una necessità “per la stessa sopravvivenza dell’umanità”:

     
    “Ricercare, costruire la pace e assicurare alla Chiesa le condizioni per svolgere la propria azione nella libertà e nella pace: fu questa la sua azione paziente e faticosa; per questo si spese con piena fiducia, sapendo che la pace anzitutto e soprattutto è dono di Dio, da implorare con fede ed orante perseveranza”.
     
    Il cardinale Bertone ha quindi ripercorso l’attività diplomatica del cardinale Casaroli. Nella prima fase dell’ostpolitik vaticana, ha ricordato, nei Paesi comunisti la situazione era desolante a causa degli arresti di vescovi e sacerdoti, la chiusura dei seminari, la confisca dei beni religiosi e, ancora, la capillare propaganda ateista e la discriminazione dei cattolici in ogni ambito della società. Inoltre, ha aggiunto, “la drastica rottura delle relazioni fra quei governi e la Santa Sede rese difficili le relazioni ecclesiali” fra il Papa e le comunità locali. Con Giovanni XXIII, vengono intrapresi i primi tentativi di dialogo a cui segue la fase difficile e faticosa sotto il Pontificato di Paolo VI. In questi anni, al Papa viene impedito un pellegrinaggio in Polonia, e Casaroli è impegnato in estenuanti trattative con i governi jugoslavo e cecoslovacco. Negoziati in cui si rivelano preziose le sue qualità:
     
    “Agostino Casaroli fu negoziatore vaticano dotato di indubbie capacità di mediazione; uomo di dialogo, abile tessitore di contatti, paziente ascoltatore e infaticabile ricercatore di accordi possibili”.
     
    L’ostpolitik di Casaroli, ha sottolineato il cardinale Bertone, raggiunge un grande risultato con l’esperienza della Santa Sede alla Conferenza di Helsinki, tra il 1973 e il 1975, dove ottenne l’esplicito riconoscimento della libertà religiosa. Un principio sancito nell’Atto finale, che formalmente legittima la Chiesa a condurre negoziati bilaterali con i governi. Con il Pontificato di Karol Wojtyla, Casaroli diviene segretario di Stato e scrive assieme a lui una nuova pagina di storia ecclesiastica. E’ a fianco di Giovanni Paolo II in storici incontri come quello con Gorbaciov e assiste alla caduta del Muro di Berlino. Ma, non manca di ricordare il cardinale Bertone, tra i risultati raggiunti grazie all’azione di Casaroli va annoverata anche la firma dell’accordo di revisione del Concordato con l’Italia nel 1984. Agostino Casaroli, però, non fu solo uno straordinario diplomatico. Il cardinale Bertone ha infatti rammentato il suo impegno per i giovani detenuti del carcere minorile romano:

     
    “Merita di essere sottolineato questo lato umano della sua personalità: egli non fu solo un eccellente diplomatico, un ecclesiastico giunto al vertice della Chiesa, uno ottimo tessitore di dialogo e di relazioni, bensì pure un amico dei poveri e di giovani in difficoltà".
     
    Casaroli, ha concluso il segretario di Stato vaticano, fu “capace di unire all’attenzione per le grandi questioni ecclesiastiche e politiche l’ascolto e l’aiuto per chi soffre ed è emarginato”.
     
    E in occasione del decennale della morte del cardinale Casaroli, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio al cardinale Achille Silvestrini, presidente del Comitato per le celebrazioni del decennale della morte del porporato. Napolitano definisce il cardinale Casaroli “un insigne ecclesiastico e fine uomo di Stato”. E aggiunge: “Fu un lungimirante protagonista di quella stagione di dialogo che contribuì in maniera determinante a porre le basi per la pacifica riunificazione di un Europa allora divisa, segnando anche significativi progressi nell'ambito della tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Il presidente Napolitano ricorda, inoltre, che da segretario di Stato, il cardinale Casaroli svolse “un ruolo di primissimo piano nei rapporti fra la Santa Sede e lo Stato italiano, la cui rinnovata vitalità culminò nell'accordo di revisione del Concordato, firmato a Roma il 18 febbraio del 1984”.

    inizio pagina

    Presentato in Sala Stampa Vaticana il musical "Maria di Nazareth... una storia che continua". Anteprima mondiale il 17 giugno in Aula Paolo VI

    ◊   “Maria di Nazareth … una storia che continua”: è il titolo del Musical presentato stamane in Sala Stampa della Santa Sede, alla presenza dell'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. L’anteprima mondiale del musical si terrà il 17 giugno nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Il servizio di Fausta Speranza:


    La vita di Maria, umile donna ebrea, con le emozioni e le esperienze di tutte le donne e poi la straordinarietà del suo essere tramite di Dio con il figlio Gesù, e tramite di Gesù con la sua Chiesa. E’ quanto emerge dal musical, ideato e realizzato da Maria Pia Liotta, che pur concedendosi qualche licenza poetica non snatura le Scritture, come ha assicurato la supervisione di padre Stefano De Fiores, teologo di mariologia. La leggiadria della forma artistica scelta - il musical - aiuta a passare dalla dimensione terrena di Maria alla sua missione altissima, con leggerezza. Parla della storia di Maria come di una storia che continua - come recita il titolo - perché Maria è madre di tutti i tempi. Come ha ricordato mons. Claudio Maria Celli:

    “Maria è nota per il suo ruolo nella vita di Cristo Signore e nella vita della Chiesa. Ma a me piace anche sottolineare come sia Lei che ha presentato, comunicato il Verbo di Dio fatto carne agli uomini. Ecco perchè mi è piaciuto di quest'opera il titolo: una storia che continua. E' Maria che ancora una volta gioca questo suo ruolo nel mondo e nella Chiesa di comunicare suo Figlio agli uomini”.

    C’è stata poi la riflessione di padre Stefano De Fiores:

    “Perché Maria rappresenta, come diceva Giovanni Paolo II, non solamente un punto della storia spirituale di Israele, ma della storia spirituale del mondo. Se noi ci chiediamo come rispondere ad un Dio che si rivela, non possiamo che ricorrere a Maria, che è esempio dell'Islam come esempio dei poveri del Signore, esempio di questo dono totale a Dio che si rivela. Si risponde attraverso la fede e Maria è bene, perchè ha creduto”.

    A proposito dell’oggi, padre De Fiores ha sottolineato come i mass media, che per un certo periodo hanno guardato a Maria forse come a una figura troppo ascetica e silente, di recente abbiano riscoperto la sua dimensione umana e spirituale.

     
    Padre De Fiores, dopo aver ricordato la profonda devozione di Giovanni Paolo II a Maria ha sottolineato quanto siano improntanti le parole che Benedetto XVI ha dedicato a Maria nella sua Enciclica Spe Salvi.

     
    Alla conferenza stampa, moderata dal direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, hanno parlato anche vari protagonisti artistici, tra cui l’interprete di Maria, la Soprano Alma Manera. Autore delle musiche è il maestro Stelvio Cipriani, assente perché impegnato nelle prove. La forza del cast sono 40 attori e 12 danzatori che si esibiscono sulle coreografie di Salvator Spagnolo.

     
    L’ideatrice del musical, Maria Pia Liotta, senza nascondere una forte commozione, ha spiegato come il contributo di tanti che hanno partecipato con sensibilità artistica ma anche umana e spirituale abbia portato alla realizzazione del musical, frutto di un sogno.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un articolo del vice direttore: di fronte al nodo dell'immigrazione - che scuote le società del benessere - il Papa rilancia il primato dell'amore.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il vertice di Lubiana: in agenda la sicurezza alimentare e la lotta alle malattie in Africa.

    In Vaticano il convegno sul cardinale Agostino Casaroli a dieci anni dalla morte. In cultura, il profilo del diplomatico nelle parole del cardinale Tarcisio Bertone. L'omelia del cardinale Angelo Sodano alla messa di suffragio. Gli interventi dei cardinali Achille Silvestrini e Jean-Louis Tauran.

    Michele Piccirillo illustra i contenuti del suo libro "La Nuova Gerusalemme. Artigianato palestinese al servizio dei Luoghi Santi", che sarà presentato domani a Torino.

    Benedetto XVI ha ridato coraggio alla Chiesa cattolica statunitense: nell'informazione religiosa, Gianluca Biccini intervista l'arcivescovo Pietro Sambi, nunzio apostolico a Washington.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Pubblicato il Rapporto di "Save the children": allarmante il dato sull'istruzione di base, negata a oltre 70 milioni di bambini

    ◊   “Le nazioni ricche stanno tradendo gli impegni assunti negli ultimi anni”. Lo denuncia il rapporto “Scuola, ultima della lista”, diffuso oggi da “Save the Children” sugli stanziamenti dei governi per l’istruzione dei bambini in difficoltà. Secondo il documento, nel mondo sono 72 milioni i minori che non hanno accesso all’istruzione di base: di questi, 37 milioni vivono in Paesi in conflitto o reduci da guerre. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Fosca Nomis, responsabile Advocacy e campagne di “Save the Children” Italia:


    R. - Il rapporto di Save the Children mette in evidenza il fatto che nonostante i numeri siano impressionanti - perché che 72 milioni di bambini che non vadano a scuola, e di questi 37 milioni vivano in Paesi in conflitto, sono dati allarmanti - tuttavia non c’è un impegno adeguato da parte della comunità internazionale a dare una risposta che consenta effettivamente l’accesso all’istruzione per tutti i bambini e le bambine che abitano in Paesi come il Burundi, il Ciad, l’Uganda, il Nepal, l’Eritrea, l’Afghanistan, la Colombia...

     
    D. - Lo ribadite anche nel Rapporto, eppure la comunità internazionale si è assunta negli ultimi anni l’impegno a sostenere questi bambini in difficoltà...

     
    R. - Gli impegni che sono stati presi a livello internazionale sono stati in parte traditi. Sarebbe necessario uno stanziamento di 9 miliardi di dollari l’anno, per garantire l’istruzione primaria. Purtroppo, di quella cifra sono stati promessi nel 2006 solo 5 miliardi di dollari e ne sono stati effettivamente erogati circa la metà.

     
    D. - Quanto costa l’istruzione per un bambino di questi Paesi, in riferimento anche all’istruzione di un bambino in una nazione ricca?

     
    R. - Faccio alcuni esempi: in Lussemburgo, la spesa media per l’educazione primaria per un bambino, per un anno, è di circa 12 mila euro. L’Italia, che si colloca al 10.mo posto, spende circa 6800 euro. Invece, in Paesi come il Burundi, che abbiamo citato come uno dei Paesi con caratteristiche di un Paese fragile, uscito recentemente da un conflitto, vengono spesi 17 dollari, mentre in Ciad, ne vengono spesi 18 e in Uganda 19. Il divario è veramente impressionante.

     
    D. - Quali sono i Paesi che hanno rispettato gli impegni assunti?

     
    R. - L’Olanda e la Norvegia ad esempio hanno destinato più fondi per l’educazione nei Paesi in conflitto, l’Italia si colloca invece al terzultimo posto, prima di Austria e Grecia.

     
    D. - Qual è il messaggio forte di questo rapporto?

     
    R. - Chiedere ai governi che rispettino gli impegni presi, che destinino una quota: quella che noi abbiamo definito una "quota equa", dunque una quota sufficiente di fondi per l’educazione anche nei Paesi in conflitto e post-conflitto. E chiediamo un messaggio forte anche all’Italia, in considerazione del fatto che l’anno prossimo avrà la presidenza del G8 e la presidenza di un iniziativa dell’UNESCO e della Banca Mondiale: ovvero un ruolo di primo piano rispetto a queste tematiche.

    inizio pagina

    L'uso indiscriminato della "pillola del giorno dopo" tra giovani e giovanissimi: l'opinione di Carlo Casini

    ◊   Sono allarmanti i dati riguardanti il consumo della “pillola del giorno dopo” in Italia, diffusi nel corso del recente convegno di ginecologi tenutosi a Roma. Principali fruitori del farmaco sono le giovanissime al di sotto dei 20 anni, che nel 55% dei casi vi ricorrono come prevenzione della gravidanza. In crescita anche la percentuale di donne tra i 20 e i 45 anni, che la utilizzano soprattutto come un contraccettivo. Ed è del 59%, inoltre, l’incremento dell'uso registrato dall’immissione in commercio della “pillola del giorno dopo” in commercio. Al microfono di Benedetta Capelli, il parere di Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita:


    R. - Sono dati che mi preoccupano molto e questo due ragioni. La prima è la questione dell’aborto, perchè non bisogna dimenticare che si tratta di una pillola che può essere abortiva, a seconda del momento in cui è assunta: 270 mila confezioni vendute in un anno - quindi soprattutto tra le minorenni - mi fanno immaginare che ci siano dietro diverse decine di migliaia di aborti sconosciuti, occulti, clandestini. La seconda ragione è che l’uso di questa pillola, è chiaro, rappresenta il sintomo di una sessualità banale, il cui senso è esclusivamente il piacere, l’evasione, la compagnia. Io credo che questo generi - a sua volta - sofferenza, disagio, perchè la sessualità è una dimensione legata all’amore, legata alla famiglia, e fa intuire il senso della propria vita, che è l’amore.

     
    D. - C'è, tra l’altro, un dato interessante: il 45% delle confezioni vendute è assunto da donne tra i 20 e i 50 anni. Si tratta anche di un fenomeno che si allarga?

     
    R. L’uso della "pillola del giorno dopo", cioè l’uso di una pillola che si prende soltanto dopo un rapporto sessuale che si è svolto irresponsabilmente, dimostra ancora una volta la cattiva informazione relativa a questa pillola. E questo perchè purtroppo i mezzi di informazione fanno credere che questa pillola sia un contraccettivo. Ma non è un contraccettivo: si tratta di un abortivo, o perlomeno è eventualmente un abortivo nel senso che se per caso il concepimento è avvenuto, impedisce che l’embrione già formato si impianti in utero e lo fa morire per mancanza di accoglienza nel corpo della mamma. Questa è una cosa certa. Il Comitato internazionale di bioetica lo ha stabilito, anche se si continua a ripetere il contrario, facendola apparire come contraccettivo. E’ possibile, quindi, che anche un coppia non dissennata, ci ricorra pensando di usare solo un contraccettivo e non sa invece che in un certo numero di casi può produrre anche l’aborto.

     
    D. - In questo boom della "pillola del giorno dopo", emerge anche una figura di genitori probabilmente abbastanza assenti dal punto di vista dell’educazione ed anche della morale…

     
    R. - Credo sia proprio così. Credo, però che anche i genitori siano vittima del clima culturale dominante, di questa cultura della scissione che separa la sessualità dall’amore e dalla famiglia. E' difficile quindi che possano essere capaci di educare, se non si autoeducano essi stessi.

    inizio pagina

    Si aprono oggi a Montefalco le celebrazioni per il VII centenario della morte di Santa Chiara della Croce

    ◊   Una donna che godette di scienza infusa e difese vivamente la fede: questo è stata Santa Chiara di Montefalco, monaca agostiniana, della quale quest’anno si ricorda il VII centenario della morte, avvenuta il 17 agosto del 1308. Oggi, nella cittadina umbra si aprono le celebrazioni legate alla ricorrenza. Diverse le iniziative che fanno memoria della religiosa, entrata in monastero da bambina e poi una badessa capace di far vivere alla sua comunità l’ideale evangelico. Il servizio di Tiziana Campisi:


    Non è comune la figura di questa donna così innamorata di Cristo, che diceva di avere impressa nel suo cuore la Croce di Gesù. Lo si scoprì dopo il suo trapasso: il crocifisso, il flagello, la corona di spine - i simboli della Passione - le si erano davvero impressi nel muscolo cardiaco. Estasi e doni soprannaturali hanno segnato la vita di questa religiosa agostiniana, capace di grandi sacrifici e la cui fama di santità crebbe presto. Ma quale la personalità di questa monaca che insegna ad aprirsi al colloquio con Dio? Ce lo spiega madre Maria Rosa Guerrini, badessa del monastero agostiniano di Montefalco:

     
    R. - Chiara era una donna innamorata del suo Signore e gli ha dato tutto il cuore e tutta l’anima. Ma questo non per astrarsi dalla società, dal tempo del Medioevo, dalla storia che lei viveva, ma per essere più vicina e più attenta ai bisogni più profondi dell’uomo, perché era talmente “immedesimata” con il Signore che la sapienza del cuore era una sapienza a cui tutti ricorrevano trovando pace e consolazione dell’anima. Quelli che non potevano raggiungerla attraverso il parlatorio, Santa Chiara della Croce li avvicinava e li raggiungeva con la preghiera.

     
    D. - Il misticismo di Chiara da Montefalco è molto profondo. Oggi, forse, siamo un po’ lontani da questo tipo di contatto con Dio...

     
    R. - Quando si pensa ai mistici, ai loro doni straordinari, si pensa sempre a persone lontane da noi o a persone che stanno sul "piedistallo". Invece, è proprio la loro umanità, la loro capacità di amare, e insegnano anche a noi ad amare il Signore fino ad immedesimarsi, fino a lui, come fanno tutte le persone innamorate, che si sacrificano, che cercano di far contento sempre più l’amato o l’amata. E i santi mistici, come Santa Chiara, con la loro vita ci hanno mostrato che è possibile essere uniti al Signore: erano persone come tutti noi, che hanno attraversato il mare della vita, affrontando problemi, sofferenze e dolori, però con forza, con fiducia, con una grande speranza.

     
    D. - Oggi, in particolare, si ricorda la data in cui il monastero di Chiara ebbe la Regola di Sant’Agostino...

     
    R. - Caratteristica della spiritualità agostiniana è l'essere un cuore solo e un’anima sola in cammino verso Dio, che era la regola anche dei primi cristiani. Agostino l’ha fatta sua e Chiara con le sue sorelle l'ha abbracciata e seguita, facendosi preghiera. Ed è questa la peculiarità della nostra vita - essendo monache di vita contemplativa: farsi preghiera ma per intercedere per la storia del nostro tempo, come Chiesa ha sempre fatto in tutte le epoche, condividendo le gioie e le fatiche di tutti.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    La Federazione delle Conferenze episcopali in Asia denuncia le difficoltà per le scuole cattoliche nel continente

    ◊   Difficoltà per le scuole cattoliche in alcuni Paesi asiatici. È quanto affermato da vari partecipanti all’incontro promosso in Thailandia dall’Ufficio per l’educazione e la formazione religiose della Federazione delle Conferenze episcopali in Asia, sul tema “Eucarestia ed Educazione”. Il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale della Malaysia, Steven Selvaraju, ha dichiarato all’agenzia UcaNews: “Le scuole cattoliche hanno ottenuto il rispetto della gente e hanno aiutato a formare molti malesi, tra cui i principali leader. Tuttavia, dagli Anni '70 la situazione è cambiata a causa della costante islamizzazione del Paese”, nelle cui scuole cattoliche - ha aggiunto - è "ormai quasi impossibile" che venga fornita una "qualche forma di educazione religiosa o perfino che si celebri la liturgia eucaristica”. Due studenti del Myanmar hanno aggiunto che, fatta eccezione per alcune scuole materne gestite da Congregazioni religiose, il governo ha vietato alla Chiesa cattolica di aprire nuove scuole nel Paese. Cenni di apprezzamento sono stati espressi, invece, dal vescovo di My Tho mons. Paul Bùi Van Doc, che ha affermato di essere felice per il fatto che il governo in Vietnam consenta alla Chiesa di aprire asili. (V.V.)


    inizio pagina

    Nubifragi in Sri Lanka, continuano gli aiuti della Chiesa

    ◊   Aiuti alle parrocchie dello Sri Lanka colpite da violente piogge monsoniche. La Chiesa locale in collaborazione con il governo si sta adoperando per soccorrere la popolazione messa duramente alla prova dai nubifragi degli ultimi tempi. Le piogge, durate tutto il mese di maggio e gli inizi di giugno, hanno causato finora la morte di venti persone, la distruzione di 400 abitazioni e quattromila sfollati. A Galle, a 120 km dalla capitale Colombo, una delle zone più colpite, la comunità cristiana si è attivata per dare assistenza a 400 famiglie. Nei villaggi la Caritas coopera con le amministrazioni pubbliche per fornire razioni di acqua, latte in polvere, cibo e vestiti. Nel piccolo centro di Ratnapura, è stato messo a disposizione anche un apparecchio per il pompaggio dell’acqua al fine di ripulire le abitazioni. Particolarmente delicata è anche la situazione sanitaria a causa della febbre virale trasmessa dalle zanzare, la cosiddetta chikungunya. L’assitenza sul posto è basilare perché gli abitanti del villaggio non hanno il denaro necessario per andare a curarsi negli ospedali delle città. La Caritas ha perciò allestito dieci camper-infermerie. (V.V.)

    inizio pagina

    Con una lettera al governo, i vescovi argentini esortano a rafforzare la pace sociale e la democrazia

    ◊   “La nazione richiede gesti di grandezza”: è il titolo del documento elaborato dalla Commissione permanente della Conferenza episcopale argentina, riunita d’urgenza per risolvere il conflitto fra il settore agricolo e il governo. La crisi è scoppiata a metà marzo, a causa dell’aumento delle tasse di esportazione sui prodotti agricoli. Ad oggi, numerose sono state le proteste e le manifestazioni dei lavoratori del settore. “Il persistere del conflitto e l’apparente impossibilità di risolverlo - si legge nel documento - costituiscono un segno di debolezza istituzionale”. I presuli argentini ritengono che la soluzione si possa avviare solo attraverso gesti di grandezza e dando alle istituzioni della Repubblica pieno vigore. “Chiediamo al governo - asseriscono i presuli - di instaurare con urgenza un dialogo costruttivo e ai settori agricoli di rivedere le loro richieste. Perché ne la moderazione nelle richieste, ne la magnanimità dell’esercizio del potere sono segni di debolezza”. (B.B.)

    inizio pagina

    In Brasile, celebrati i cento anni dell’arcidiocesi di São Paulo

    ◊   L’arcidiocesi della capitale brasiliana di San Paolo ha commemorato, domenica scorsa nello stadio di Pacaembu, i cento anni della sua fondazione. Presenti oltre 40 mila fedeli e circa 500 sacerdoti, tra i quali il nunzio apostolico in Brasile, l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri, e l’arcivescovo di São Paulo, il cardinale Odilo Pedro Scherer. L’evento ha avuto come tema “Dio abita in questa città” ed è culminato con una celebrazione eucaristica. “Dobbiamo tutti essere grati - ha detto cardinale Odilo Scherer, durante l’omelia - per la fede e le testimonianze di vita cristiana che ci hanno trasmesso coloro che ci hanno preceduti. Ora, questa eredità si trova nelle nostre mani e dipende da noi condividerla con le generazioni future”. Le offerte raccolte durante la Messa sono state destinate agli abitanti delle favelas, in particolare quella di Heliòpolis dove sarà costruito un nuovo santuario dedicato alla Madre Paulina. “Rinnovare l’impegno di solidarietà con coloro che soffrono e sono esclusi dal bene comune” è questo il messaggio lanciato dal cardinale Odilo Scherer, durante la cerimonia. Al termine della celebrazione, una grande statua dell’apostolo Paolo - patrono della capitale brasiliana - è stata presentata ai fedeli e portata in processione fino alla cattedrale della città. (B.B.)

    inizio pagina

    Myanmar: gli orfani del ciclone Nargis rischiano di diventare vittime del lavoro minorile

    ◊   I bambini sopravvissuti al ciclone Nargis, che lo scorso mese ha sconvolto il Myanmar, ora devono affrontare una duplice sfida: ricongiungersi al nucleo familiare e sfuggire ad aguzzini e sfruttatori. L’allarme è lanciato dall’agenzia Asianews. Nel Paese asiatico - scrive l’agenzia - i bambini sono utilizzati per estrarre gas, aggiustare generatori di energia, vendere frutta, servire the. Inoltre, sono sfruttati per il contrabbando di armi ed arruolati come soldati nelle guerre fra le diverse etnie. L’unico modo per salvarli e proteggerli, è quello di affidarli ai villaggi d’origine. Ma in Myanmar non si utilizzano i cognomi per delineare la discendenza: i genitori identificano i figli solo attraverso soprannomi. Inoltre, il ciclone ha sconvolto anche la tipografia del Paese: i bambini spesso non ricordano il nome del villaggio di appartenenza e non sono in grado di localizzarlo sulla mappa. Il ciclone, che ha sconvolto il Paese all’inizio del mese di maggio, ha causato oltre 134 mila morti e circa 2,4 milioni di sfollati. Interi villaggi sono stati distrutti e numerose scuole e case sono state spazzate via. Al momento non è ancora definito il numero dei bambini rimasti senza genitori, le fonti sono discordi. I dati UNICEF affermano siano almeno 2 mila i bambini rimasti orfani. Ma fonti interne sostengono, invece, che nella sola città di Labutta nel sud ovest del Paese, sarebbero oltre 5 mila. (B.B.)

    inizio pagina

    Denuncia dei vescovi del Messico sulla crisi alimentare: il problema è legato alla scarsa equità nella distribuzione dei beni

    ◊   La crisi alimentare che colpisce il mondo si è ripercossa duramente sul Messico che, nonostante sia un Paese agricolo, negli ultimi anni ha aumentato la sua dipendenza dal mercato estero lasciando nella povertà ampie fette della popolazione. Di fronte alla minaccia di questa crisi, molti vescovi messicani hanno denunciato la necessità di eliminare la corruzione affinché gli alimenti vengano distribuiti in modo più equo. “Quello che causa vero dolore - afferma mons. Lázaro Pérez Jiménez, vescovo di Celaya, in una nota diffusa dall’agenzia Fides - è sapere che il problema non è legato alla incapacità di produrre gli alimenti sufficienti, ma alla mancanza di equità nella loro distribuzione ed al vorace atteggiamento di quanti approfittano della situazione per rincarare il prezzo degli alimenti”. Il vescovo considera un vero scandalo che “si continui ad investire denaro per la produzione di armi che servono per ammazzare, mentre allo stesso tempo una terza parte del pianeta non ha i mezzi indispensabili per condurre una vita degna”. Per mons. Josè Luis Chávez Botello, arcivescovo di Antequera-Oaxaca, bisogna invece focalizzare l’attenzione sul passato per capire gli errori commessi ed evitare di ripeterli: dalla politicizzazione all’irresponsabilità sociale, dalla corruzione all’ambizione di molte persone. (B.B.)

    inizio pagina

    La legge di riforma del servizio di "intelligence" nazionale, intacca il segreto della confessione: lo denunciano i vescovi venezuelani

    ◊   Secondo la legge di riforma del servizio dell’intelligence nazionale, promulgata lo scorso 28 maggio, chi si rifiuta di collaborare potrà essere processato dalla Procura. Per l’arcivescovo di Caracas-Santiago de Venezuela, il cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, questa legge mette a repentaglio il segreto della confessione, perché costringe tutti i cittadini ad agire come spie. “Quanto viene comunicato al confessore nel sacro atto della Confessione - spiega il cardinale, riportato dall’agenzia Fides - non può essere leso da nessuna legge”. “Non possiamo transigere sul diritto all’intimità dei fedeli - ha aggiunto - e sul segreto di ciò che rivelano al confessore. Non possiamo trasformare il confessore in delatore”. Il cardinale Urosa Savino è convinto che la nuova legge sia stata redatta in maniera molto generica e che questo abbia causato preoccupazione, oltre che negli ambienti ecclesiali, anche tra la popolazione venezuelana. (B.B.)

    inizio pagina

    Centinaia di persone in Bangladesh chiedono giustizia per l’assassinio di una ragazza cristiana

    ◊   Oltre 300 persone, cristiani e musulmani, hanno chiesto giustizia per l’omicidio di una ragazza cristiana violentata e uccisa nelle scorse settimane nel Bangladesh. I sospetti si concentrano su gruppi di estremisti islamici che - denunciano alcuni attivisti per i diritti umani - utilizzano l’arma dello stupro come “strumento di pulizia contro le minoranze”. Bituny Asru D’Silva è stata violentata insieme alla madre e poi avvelenata mentre si trovava ricoverata in ospedale a seguito della vicenda. Ancora oggi, la famiglia della vittima riceve minacce e ha dovuto nascondersi. Il gruppo Bangladesh Christian Association ha promosso sabato scorso un incontro nella parrocchia del villaggio di Toomilia, a nordest della capitale Dacca, per chiedere protezione nei confronti dei familiari della vittima e l’arresto dei colpevoli. (V.V.)


    inizio pagina

    Il giornale ufficiale della Giornata mondiale della gioventù di Sydney 2008 sarà “The Catholic weekly”

    ◊   “The Catholic weekly”, il settimanale cattolico dell’arcidiocesi di Sydney sarà il giornale ufficiale della Giornata mondiale della gioventù (GMG), che si svolgerà nella città australiana dal 15 al 20 luglio. A renderlo noto è il Comitato della GMG, per bocca del vescovo coordinatore, mons. Anthony Fisher: “Il settimanale, sin dal giorno dell’annuncio di Sydney come città ospitante la GMG del 2008 - ha detto il presule al SIR - ha dato ampia copertura di questo evento che rappresenta un momento storico e significativo per tutta la Chiesa australiana". Il periodico cattolico pubblica ogni mese un inserto di 16 pagine nel quale si possono trovare tutte le ultime notizie relative alla GMG. Nel prossimo mese di luglio la testata, che ha una tiratura di 60 mila copie, ha previsto tre uscite settimanali in aggiunta alla solita edizione. The Catholic weekly va ad aggiungersi agli altri media ufficiali della GMG: SBS, Sky News, The Daily telegraph e The Sunday telegraph. (V.V.)


    inizio pagina

    “Giovani e Vangelo” è il tema principale della 58.ma Assemblea generale della CEI, che si è chiusa da pochi giorni

    ◊   Si è chiusa la 58.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. La riunione, che si è svolta in Vaticano nell’Aula del Sinodo, negli ultimi giorni di maggio, ha visto la partecipazione di 239 membri, 18 vescovi emeriti, 24 rappresentanti di Conferenze episcopali europee, nonché del nunzio apostolico in Italia. Tra gli invitati, anche alcuni esponenti del mondo giovanile, chiamati a prendere parte ai lavori ispirati a un tema loro vicino: “Giovani e Vangelo: percorsi di evangelizzazione ed educazione”. Anche il Santo Padre, nel suo intervento, ha posto l’attenzione “sul come favorire l’incontro dei giovani con il Vangelo e quindi, in concreto, sulle fondamentali questioni dell’evangelizzazione e dell’educazione delle nuove generazioni”. Nel corso dell’Assemblea, sono state affrontate altre questioni di particolare attualità: si è riflettuto sul sostegno economico alla Chiesa in Italia, ricorrendo quest’anno il ventesimo del documento “Sovvenire alle necessità della Chiesa”. Si é dato conto delle attività della Fondazione “Giustizia e Solidarietà”, che ha portato a conclusione la campagna giubilare per la riduzione del debito dei Paesi poveri. Si è fatto il punto sull’insegnamento della religione cattolica, alla luce dei dati sul numero degli studenti che se ne avvalgono e dello stato giuridico dei docenti, contestualizzando l’analisi nel più ampio panorama europeo. Sono stati infine presentati gli atti della 45.ma Settimana sociale dei cattolici italiani, tracciando anche alcune linee per il futuro. (A.M.)

    inizio pagina

    Partono i “Cantieri della solidarietà” della Caritas diocesana di Amalfi–Cava de’ Tirreni

    ◊   Dare un momento di gioia, socializzazione e serenità agli anziani e ai giovani nel periodo estivo. È questo lo scopo del progetto “Cantieri della solidarietà”, promosso dalla Caritas diocesana di Amalfi–Cava de’ Tirreni, che inizierà lunedì prossimo e terminerà il 6 settembre. L’iniziativa rivolge prevalentemente la sua attenzione, spiega la Caritas al SIR: “Ai minori, soprattutto quelli a rischio. Attraverso una proposta ludico-ricreativa, mira a offrire un’educazione rispettosa di sé e degli altri per evitare nella successiva fase adolescenziale fenomeni preoccupanti come la dispersione scolastica, il bullismo, le varie forme di dipendenze”. I Cantieri, però, vogliono anche sollecitare gli abitanti della diocesi a un maggior impegno nel volontariato: “C’è - spiegano i promotori dell’iniziativa - anche una finalità educativa capace di alimentare nella società percorsi di cittadinanza attiva in cui il senso di appartenenza ad una comunità politica passa non solamente attraverso la titolarità dei propri diritti, ma anche attraverso una sorta di dovere civico che è l’attivo interessamento ai bisogni e alle problematiche altrui”. Tra le attività promosse nell’ambito del progetto, animazioni di strada, una colonia estiva di una settimana per i minori di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e attività varie per gli anziani. (V.V.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Con il vertice USA-Unione Europea di a Lubiana, si apre l’ultimo tour europeo del presidente Bush

    ◊   Il presidente americano, George W. Bush, ha iniziato ieri in Slovenia il lungo tour europeo, che lo porterà anche a Berlino, Roma, Parigi, Londra e Belfast. Intanto, a Lubiana, si è aperto stamani il confronto del capo della Casa Bianca con i leader dell’Unione Europea per il vertice annuale USA-UE. L'Iran sarà al primo posto dell’agenda dell’incontro, insieme all'Afghanistan e al mutamento del clima. Sui significati di questo viaggio in Europa di Bush, Giancarlo La Vella ha sentito Alessio Vinci, corrispondente dall’Italia per la CNN:


    R. - E’ l’ultimo viaggio che Bush farà in Europa, prima della fine della sua presidenza a gennaio dell’anno prossimo. Il Vecchio Continente fu tanto criticato dal suo ex ministro della Difesa, Rumsfeld. Questa volta, però, Bush incontrerà molti leader che lo sostengono.

     
    D. – Già si parla dei temi di confronto con le controparti europee. Quale sarà quello di maggiore evidenza?

     
    R. – Credo che il costo del petrolio e il dollaro debole saranno in primo piano. Bush incontrerà tutti i leader europei in Slovenia e, ufficialmente, il viaggio ha come obiettivo il desiderio di rafforzare la partnership atlantica fra America ed Europa, in nome di quei valori democratici, che sono alla base di questa relazione. Sarà, però, soprattutto un viaggio pieno di significato simbolico. A Berlino, per esempio, celebrerà il 60.mo anniversario del Piano Marshall e il ponte aereo che collegò Berlino Ovest al resto della Germania, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quindi, quasi a voler sottolineare il fatto che Europa e Stati Uniti sono storicamente uniti, nonostante ci possano essere anche delle divisioni su alcuni aspetti della politica estera americana.

     
    D. – Quale eredità lascia Bush a quello che sarà il suo successore, per quanto riguarda la politica estera americana, che deve necessariamente guardare alle tante crisi che ci sono nel mondo?

     
    R. – Dipende da chi vincerà le elezioni. Per McCain sarà più difficile "riparare" l’immagine americana all’estero lasciata dall’amministrazione Bush. Obama ci metterebbe solo poche settimane. Se mantiene la promessa soprattutto del ritiro delle truppe in Iraq, impresa ardua e non di facile esecuzione. C'è anche la possibilità dell'incontro con i nemici storici americani, quali il leader siriano e iraniano. Non è detto che alla fine lo possa fare, però se ci riesce in Medio Oriente la percezione dell'America potrebbe cambiare molto rapidamente. Se questo cambiamento sarà in meglio, solo la storia potrà giudicarlo.

     
    Slovenia
    È ripresa nella giornata di ieri, con due giorni di anticipo rispetto alle previsioni dei tecnici, l’attività nella centrale nucleare di Krsko, a 130 km da Trieste, ferma dal 4 giugno scorso a causa di un guasto che ha creato allarme in tutta Europa sulla possibilità di una fuga radioattiva. La direzione dell'impianto ha fatto sapere che le riparazioni hanno riguardato una valvola del sistema centrale di raffreddamento che aveva provocato la fuoriuscita dell’acqua che serve per raffreddare il reattore.

    Somalia
    Uno spiraglio di pace per la Somalia. Dopo mesi di trattative, infatti, il governo e le principali formazioni islamiste hanno sottoscritto ieri a Gibuti un'intesa che prevede un cessate il fuoco della durata di tre mesi, di volta in volta rinnovabile. L’accordo è frutto della mediazione di ONU, Lega Araba, Unione Africana, Unione Europea, Stati Uniti. L’impegno della comunità internazionale sarà ora fondamentale per il ripristino della pace sul terreno, come sottolineato dal vescovo di Gibuti, mons. Giorgio Bertin. Il servizio di Giulio Albanese:


    Sebbene un po' tutti temano i possibili colpi di coda dell’ala integralista islamica, forte sul territorio, e che di negoziato non ha mai voluto sentir parlare, in fondo l’accordo siglato a Gibuti, almeno sulla carta, rappresenta un risultato politico da non sottovalutare. Il primo è il cessate il fuoco entro 30 giorni e rinnovabili per 90 giorni. Il secondo, quello che in realtà alla fine ha consentito la conclusione della trattativa, prevede il ritiro delle truppe etiopiche presenti in Somalia dalla fine del 2006. Poiché è difficile che l’ONU possa varare operativamente un contingente di Caschi Blu in tempi brevi. E' previsto che comunque diano mandato al più presto possibile alla creazione di una forza di interposizione temporanea in Somalia, che permetta lo sganciamento delle truppe etiopiche. Sarà poi varato, inoltre, un gruppo di monitoraggio della sicurezza di cui faranno parte governo e opposizione e le stesse Nazioni Unite. Per quanto riguarda poi la divisione del potere è stato concordato che a fine luglio riprenderanno i colloqui tra le parti, per cercare una sintesi il più condivisa possibile, anche se alcuni gruppi estremisti – è bene precisarlo – sono al momento fuori dal negoziato.

     
    Medio Oriente
    Nuovo raid dell’aviazione israeliana oggi sulla Striscia di Gaza. Nell’operazione sono morti tre miliziani palestinesi di Hamas. In mattinata anche i palestinesi avevano fatto sentire la voce delle proprie armi con alcuni colpi di mortaio in direzione del kibbutz di Nahal Oz, che non hanno provocato alcuna vittima. Oggi in Israele ha poi avuto luogo un incontro, aggiornato a domani, tra i vertici militari e il governo, alla presenza del premier, Ehud Olmert, del ministro della Difesa di quello degli Esteri per decidere se accettare o meno la tregua con Hamas. Sul fronte palestinese, invece, il presidente dell’ANP, Abu Mazen, ha espresso cauto ottimismo sull’esito dei colloqui avvenuti in Senegal tra Hamas e al Fatah. Gli incontri avevano l’obiettivo di porre fine alle divisioni interne fra palestinesi seguite al colpo di mano di Hamas a Gaza nel 2007. Secondo il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese è necessario calmare le polemiche, ma per ora non intende incontrare i vertici di Hamas.

    Libano
    Tensione nelle notte nel più grande campo di profughi palestinesi del Libano, alla periferia di Sidone. Jalal Hasanin, leader di uno dei gruppi presenti nel complesso, quello di Usbat al Ansar, è stato ucciso in circostanze ancora da chiarire. La struttura in questione ospita tra 70 e 80.000 persone e vi sono rappresentanti di tutte le fazioni palestinesi.

    Turchia – Bombardamenti Kurdistan
    Secondo giorno di bombardamenti turchi nei territori al confine tra Turchia e Iraq a caccia delle basi della resistenza curda. Ne dà notizia l'agenzia curda PNA (Pyamner News Agency), senza precisare se gli attacchi abbiano provocato vittime. La stessa agenzia ha raccolto la testimonianza di una guardia di frontiera irachena, coperta dall'anonimato, secondo cui gli aerei di Ankara hanno bombardato alcuni villaggi della zona di Nirorikan, nella regione di Amadiya, provocando panico e preoccupazioni tra gli abitanti. Bombardamenti vengono compiuti con una certa regolarità dall’aviazione turca sulle zone di confine irachene del Kurdistan, per distruggere basi del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), che i turchi accusano di terrorismo.

    Iran –Israele
    Se Israele lancerà un attacco all'Iran a causa del suo programma nucleare, riceverà una "risposta molto dolorosa". Il monito arriva dal ministro della Difesa di Teheran, Mostafa Mohamad Najjar, dalle pagine del quotidiano ufficiale iraniano. Venerdì scorso il vicepremier israeliano, Shaul Mofaz, aveva detto di ritenere inevitabile un attacco all'Iran per bloccare il suo programma nucleare, sospettato di aver fini militari, a causa dell'inefficacia delle sanzioni dell'ONU contro Teheran.

    Zimbabwe
    L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno chiesto ieri al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, di inviare osservatori del Palazzo di Vetro in Zimbabwe. L’obiettivo è monitorare il secondo turno delle elezioni presidenziali in programma per il 27 giugno ed impedire violazioni dei diritti umani. L’ultimo documento dell’Organizzazione per il rispetto dei diritti umani, “Human Rights Watch”, ha intanto confermato i timori della comunità internazionale, denunciando le violenze perpetrate dal governo ai danni dei sostenitori del partito di opposizione "Movimento per il Cambiamento Democratico". Sul terreno resta alta, infatti, la tensione e si registra l’assalto alla casa di un senatore dell’opposizione.

    Nigeria
    Nove membri della Marina nigeriana sono rimasti uccisi e quattro civili sono stati feriti nel corso di un nuovo attacco a una nave rifornimento. L’attacco è avvenuto nel sud del Paese. Già un’altra nave di scorta a una petroliera, nella giornata di ieri, era stata attaccata. Un morto e quattro feriti il bilancio delle vittime. Nelle ultime settimane il MEND ha moltiplicato le azioni volte a sabotare le esportazioni di petrolio dalla Nigeria.
     
    Stati Uniti – Economia
    I rischi di un “sostanziale rallentamento” dell’economia americana sono diminuiti nell’ultimo mese, il peggio della crisi è passato, ma persistono i problemi legati all’inflazione. Così, il presidente della Banca centrale statunitense, Ben Bernanke, lasciando spazio alla possibilità di un eventuale aumento dei tassi di interesse entro l’anno. "Gli ultimi aumenti dei prezzi del petrolio hanno spinto al rialzo i rischi inflazionistici, così come le aspettative di inflazione", ha spiegato Bernanke. Il Federal Open Market Committee (FOMC) resisterà all'erosione delle aspettative di inflazione nel lungo termine, perchè se tali aspettative non saranno saldamente ancorate potrebbero destabilizzare la crescita".

    Petrolio
    “Il prezzo del greggio salirà a 250 dollari al barile”, lo ha dichiarato oggi l'amministratore delegato del gigante del gas russo Gazprom, Alexei Miller, in visita in Francia. Poche ore prima il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale aveva parlato di un possibile aumento fino a 200 dollari entro fine anno. Intanto, le quotazioni del greggio sono però scese a 133,60 dollari al barile, cedendo quasi due dollari, dopo che l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) ha tagliato, per la quinta volta nel 2008, le sue stime sulla domanda globale di petrolio. Nel suo rapporto mensile pubblicato oggi a Parigi, l'agenzia che cura gli interessi energetici dei paesi industrializzati che fanno parte dell'OCSE punta su una domanda di 86,8 milioni di barili al giorno.

    Corea del Sud
    Il primo ministro sudecoreano, Han Seung-Soo, ha presentato in mattinata le dimissioni del proprio governo, in carica da appena tre mesi, al presidente Lee Myung-bak. All’origine della crisi dell’esecutivo, della quale il premier si è assunto la completa responsabilità, la decisione, presa nell’aprile scorso, di riprendere le importazioni di carne bovina dagli USA, sulla quale era stato posto l’embargo nel 2003 a causa del rischio di diffusione della BSE, comunemente noto come virus della “mucca pazza”. Secondo l’ipotesi più probabile, la crisi si risolverà con il rimpasto di alcuni ministri.

    Pakistan
    Un segnale in favore della pace: è questo l’obiettivo della decisione annunciata oggi dal primo ministro pakistano, Yousaf Raza Gilani, di ridurre il budget destinato alla Difesa. Il premier si augura che la risoluzione di tagliare queste spese sia presto imitata da Paesi “vicini di casa” come l’India. Yousaf Raza Gilani ha spiegato che la difesa in Pakistan si basa sulla “strategia del minimo essenziale”. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza della posizione del Paese per la geo-politica della regione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Roberta Barbi)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 162

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina