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Sommario del 01/06/2008
All'Angelus, Benedetto XVI affida alla mediazione di Maria le vittime in Cina e in Myanmar. Il cuore di Gesù, afferma, è il centro della storia e dell'esistenza per ogni uomo
◊ Un nuovo appello per le catastrofi ambientali e umanitarie che da un mese hanno colpito la Cina e il Myanmar e una preghiera di affidamento alla Madonna per le miserie di ogni tipo che colpiscono il mondo. Il pensiero di Benedetto XVI all’Angelus domenicale, davanti a circa 40 mila fedeli, si è concluso stamattina con un nuovo atto di solidarietà verso le vittime del ciclone Nargis e del sisma cinese, al termine di una breve riflessione incentrata sul senso spirituale del Sacro Cuore di Gesù, definito “cuore del mondo”, che dilata i limiti della storia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Vorrei invocare la materna intercessione della Vergine ancora una volta per le popolazioni della Cina e del Myanmar colpite dalle calamità naturali, e per quanti attraversano le tante situazioni di dolore, di malattia e di miseria materiale e spirituale che segnano il cammino dell’umanità”.
Da giorni, il cuore del Papa è in pena per le notizie che arrivano dalla provincia cinese del Sichuan come dall’ex Birmania: notizie di una terra che non sembra volersi placare in Cina e restituisce, giorno per giorno, dimensioni sempre peggiori della devastazione causata dal terremoto, e notizie di una popolazione in grave difficoltà - nel Myanmar - che fatica a ricevere gli aiuti ammassati dal mondo ai suoi confini. Il cuore del Papa è in pena ma è anche un cuore che conosce la forza della consolazione che viene dalla fede, che viene da un cuore più grande e Sacro, quello di Cristo, celebrato nella solennità di venerdì scorso. Pensando a questa festa, terza in successione dal Tempo di Pasqua, dopo quella dedicata alla Santissima Trinità e al Corpus Domini, Benedetto XVI ha osservato:
"Questa successione fa pensare ad un movimento verso il centro: un movimento dello spirito che è Dio stesso a guidare. Dall’orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che noi possiamo contemplare e incontrare l’infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel Cuore umano di Gesù, il Nazareno (…) E questo centro della fede è anche la fonte della speranza nella quale siamo stati salvati, speranza che ho fatto oggetto della seconda Enciclica”.
“Ogni persona - ha proseguito il Papa - ha bisogno di un ‘centro’ della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell’avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità”. Ognuno di noi, ha soggiunto:
“Quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo. Invito pertanto ciascuno a rinnovare nel mese di giugno la propria devozione al Cuore di Cristo, valorizzando anche la tradizionale preghiera di offerta della giornata e tenendo presenti le intenzioni da me proposte a tutta la Chiesa”.
Al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha salutato in cinque lingue le decine di migliaia di persone radunate sotto la sua finestra in Piazza San Pietro, fra le quali un gruppo di ministranti provenienti da Ortisei e i membri e i collaboratori della Famiglia Mercedaria.
I giovani del Myanmar, tra l'emergenza del presente e i progetti per il futuro: la testimonianza del vescovo, Daw Tang
◊ La situazione del Myanmar era stata affrontata da Benedetto XVI anche due giorni fa, nell'udienza che ha concluso la visita ad Limina dei vescovi birmani. In quella occasione, il Papa aveva auspicato fra l'altro una pronta ed effettiva distribuzione degli aiuti alle popolazioni colpite dal ciclone Nargis, dopo il via libera della Giunta militare all’ingresso nel Paese dei soccorsi internazionali. Al termine dell'incontro con Benedetto XVI, Alberto Goroni ha raccolto la testimonianza di mons. Francis Daw Tang, vescovo della diocesi birmana di Myitkyina:
R. - My meeting with the Pope Benedict XVI...
L’incontro con Papa Benedetto XVI mi ha reso veramente molto felice: mi sono sentito davvero a casa. Il Santo Padre è pieno di amore per l’umanità e mi ha incoraggiato a continuare il lavoro nella mia diocesi, in comunione con la Chiesa universale.
D. - Qual è la situazione dei giovani in Myanmar?
R. - Our young people are active but because of so many limitations...
I nostri giovani sono attivi, ma a causa di tanti limiti, anche se sono laureati non hanno occasioni di lavoro e così perdono la speranza perché non sembra che ci possa essere un futuro nel loro Paese. E per questo, molti giovani lasciano il Myanmar. Noi dobbiamo davvero incoraggiare i nostri giovani ad amare la loro cultura per affrontare la vita quotidiana nella loro diocesi.
D. - I giovani del Myanmar parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney?
R. - We are preparing to send some of our young leaders from our diocese…
Ci stiamo preparando a mandare dei giovani delle nostre diocesi a Sydney e alcuni di loro sono pronti a partire, anche se attualmente stanno lottando per ottenere il visto. Però adesso, dopo il passaggio devastante del ciclone sono andati ad aiutare i tanti sfollati. Ora, si stanno allenando ad affrontare una realtà tragica come quella di un disastro naturale.
D. - Nella difficile situazione che vive il Myanmar, la piccola minoranza cristiana di questo Paese si affida a Maria…
R. - Mother Mary is Mother of everybody and se is the Queen of Peace ...
Maria è la Madre di tutti ed è la Regina della pace e tutti noi, tutte le nazioni, abbiamo bisogno di pace. Quindi, se davvero vogliamo avere la pace, dobbiamo invocarla: la nostra Madre è il nostro modello di preghiera e lei stessa continuamente intercede e prega per noi.
Il Magnificat di Maria è la più vera interpretazione della storia: così il Papa ieri sera, a conclusione del Mese mariano in Piazza San Pietro
◊ La grandezza semplice e sublime di Maria, il suo cuore limpido, la sua fede senza ombre e senza incrinature: sono le caratteristiche della Beata Vergine ricordate ieri sera dal Papa, durante la celebrazione per la conclusione del Mese mariano. Quest’anno, il rito si è svolto per la prima volta in Piazza San Pietro, affollata di fedeli che hanno recitato il Santo Rosario, mentre la statua della Madonna veniva portata in processione lungo il colonnato. Il servizio di Isabella Piro:
(canto: Mira il tuo popolo)
Le fiaccole dei fedeli sfiorate dal vento e la cupola di San Pietro, sullo sfondo, ad illuminare il cuore di tutti: è stato un Rosario suggestivo quello che ha concluso il mese mariano ieri sera, giorno in cui, ha ricordato il Papa, si celebrava la festa della Visitazione della Beata Vergine e la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Ricorrenze, ha sottolineato Benedetto XVI, che ci invitano a volgere con fiducia lo sguardo e le preghiere alla Madre di Dio:
"Il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore".
Poi, la riflessione del Papa si è spostata sul Vangelo di Luca, che racconta la visita di Maria all’anziana cugina Elisabetta, in avanzato stato di gravidanza. Un gesto che rivela “la grandezza semplice e sublime di Maria”, ha continuato Benedetto XVI, e che fa esclamare alla stessa Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo grembo”. Parole che potrebbero apparire sproporzionate, ha aggiunto il Papa, in un mondo in cui “contano altre persone e pesano altri poteri”, ma a al quale Maria risponde in modo sorprendente, con il Magnificat:
"Maria ancora una volta ci stupisce; il suo cuore è limpido, totalmente aperto alla luce di Dio; la sua anima è senza peccato, non appesantita dall’orgoglio e dall’egoismo. Le parole di Elisabetta accendono nel suo spirito un cantico di lode, che è un’autentica e profonda lettura 'teologica' della storia: una lettura che noi dobbiamo continuamente imparare da Colei la cui fede è senza ombre e senza incrinature. 'L’anima mia magnifica il Signore'. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libera dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia".
In questo modo, ha continuato Benedetto XVI, la Vergine “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia, andando oltre la superficie:
"Per questo è Beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli".
Di qui, l’invito finale del Papa ad imitare l’esempio di Maria e a tornare a casa “con il Magnificat nel cuore”:
"Portiamo in noi i medesimi sentimenti di lode e di ringraziamento di Maria verso il Signore, la sua fede e la sua speranza, il suo docile abbandono nelle mani della Provvidenza divina. Imitiamo il suo esempio di disponibilità e generosità nel servire i fratelli. Solo, infatti, accogliendo l’amore di Dio e facendo della nostra esistenza un servizio disinteressato e generoso al prossimo, potremo elevare con gioia un canto di lode al Signore".
(canto: Madre Santa)
A Napoli, la Beatificazione di Giuseppina Catanea. Intervista con il postulatore, padre Luigi Borriello
◊ La Chiesa di Napoli celebra oggi pomeriggio, alle 17.30, l'elevazione di una sua figlia agli onori degli altari. Nella cattedrale di Napoli, sarà proclamata Beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso - al secolo, Giuseppina Catanea - monaca dell’ordine delle Carmelitane Scalze, morta 60 anni fa nel capoluogo campano, dopo una vita di gravi sofferenze fisiche ma anche di grande carità verso i poveri. Padre Luigi Borriello, il postulatore della Causa di Beatificazione, traccia un profilo della religiosa nell'intervista di Giovanni Peduto:
R. - Giuseppina Catanea nacque a Napoli il 18 febbraio 1896 e in famiglia fu sempre chiamata Pinella. Dopo aver compiuto gli studi commerciali, il 10 marzo 1918 entrò nella Comunità carmelitana di Santa Maria ai Ponti Rossi, che era sorta per volontà della sorella Antonietta, divenuta suor Maria Teresa, con l’appoggio del padre Romualdo di Sant’Antonio, dei Carmelitani Scalzi. Piuttosto fragile e malaticcia, nel 1912 fu colpita da attacchi di angina, poi da turbercolosi alla spina dorsale con lesioni alle vertebre, paresi completa e da meningismo spinale. Il 26 giugno (data in cui si è stabilito di celebrare la memoria liturgica) del 1922 fu miracolosamente guarita dal contatto col braccio si San Francesco Saverio, che era stato portato a Napoli. Questo miracolo segnò l'inizio di un apostolato che la "monaca santa", come venne chiamata, portò avanti per tutta la vita, accogliendo al monastero ammalati e bisognosi di grazie, sia spirituali che materiali, cui dava il suo conforto e consiglio per trovare l'amore di Dio, spesso operando prodigi. La sua abnegazione continuò ininterrottamente, anche quando altre malattie la colpiranno inchiodandola alla sedia a rotelle e rendendola immagine di una crocifissa con Gesù, per la Chiesa ed i fratelli. Nel 1932, la Santa Sede riconobbe come monastero del Secondo Ordine dei Carmelitani Scalzi la Casa dei Ponti Rossi di Napoli e Giuseppina Catanea ricevette l’abito di Santa Teresa in forma ufficiale, con il nuovo nome di Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso e il 6 agosto dello stesso anno professò solennemente secondo la Regola che già seguiva dal 1918. Volle essere vittima per le sofferenze dell'umanità, secondo l'ideale carmelitano di Teresa d'Avila, ripiena di una sensibilità nuova donatale dallo Spirito Santo: concretamente il dono del discernimento, della scrutazione dei cuori, del consiglio. Nel 1932, la Santa Sede riconobbe come monastero del secondo Ordine dei Carmelitani Scalzi la Casa dei Ponti Rossi di Napoli e Giuseppina Catanea ricevette l'abito di Santa Teresa in forma ufficiale, con il nome di Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso e il 6 agosto dello stesso anno professava solennemente secondo la Regola del Carmelo, che già seguiva dal 1918. Dal 1934, il cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli, la nominò sottopriora, poi vicaria nel 1945 e il 29 settembre di quell'anno, nel primo Capitolo elettivo, venne eletta priora della Comunità, incarico che tenne fino alla morte. La sua esistenza, fu ripiena di carismi mistici straordinari, sopportò per lunghi anni dure prove e persecuzioni in spirito di abbandono alla volontà di Dio. Per ubbidienza e per consiglio del padre Romualdo, scrisse l’Autobiografia (1894-1932) e il Diario (1925-45), insieme con lettere ed esortazioni per le religiose. Dal 1943, cominciò a soffrire di labirintite auricolare, parestesie varie, dolorosa sclerosi a placche, perdita progressiva della vista e altri disturbi. Convinta che la sua fosse la "malattia della volontà di Dio", la riteneva per ciò "un dono magnifico" che la univa maggiormente a Gesù sulla croce: e sorridendo offriva il suo corpo, quale altare del suo sacrificio per le anime. Madre Maria Giuseppina morì il 14 marzo 1948 con il cuore rivolto a Dio ed alle anime. Il suo corpo, pur disfatto dalla malattia, si conservò incorrotto fino al 27 marzo, data della sepoltura, per dare possibilità di venerarlo alle folle che in continuazione venivano a dare l’ultimo saluto alla “monaca santa”. Nel dicembre 1948, cioè lo stesso anno della morte, il cardinale Ascalesi, assiduo frequentatore di suor Maria Giuseppina, diede avvio al Processo ordinario della Beatificazione. Il 3 gennaio 1987, si ebbe il Decreto sulle virtù. Dopo l'accertazione di un miracolo ottenuto per intercessione della venerabile a favore del piccolo Francesco Natale, il 17 dicembre 2007 Benedetto XVI ha emanato il Decreto di Beatificazione.
D. - Qual è stato il carisma di suor Giuseppina Catanea?
R. - Più che di carisma - perché essendo Carmelitana visse il carisma di Teresa d'Avila - si deve parlare del suo modo di interpretare l'ideale carmelitano-teresiano: dare la propria vita insieme con il Crocifisso per la Chiesa. E’ difficile da comprendere il senso di questa esistenza umile e nascosta - spesa nella sofferenza alla scuola del Crocifisso per amore - ma più facile, o quanto meno avvicinabile, risulta Madre Maria Giuseppina se la si guarda dal versante della fede. Solo in questa prospettiva si potrà comprendere che ciò che conta è l'amore assoluto e folle per il Dio di Gesù Cristo, che è donazione totale di sé, senza riserva alcuna, nelle mani di Dio e attraverso queste a tutta l'umanità. Il giorno della sua vestizione aveva detto: "Mi sono offerta a Gesù Crocifisso per essere crocifissa con Lui". Il Signore la prese in parola, rendendola partecipe del Suo patire, che lei cercò di vivere silenziosamente e gioiosamente, amalgamandosi al Cuore di Maria Vergine.
D. - Vuole raccontarci qualche episodio significativo della sua vita?
R. - Chi avvicinava suor Maria Giuseppina confidava: "Mi comprende a pieno, mi vuole bene". Un vecchietto, venditore di ceste di paglia, saliva spesso al monastero. Un giorno aveva con sé mercanzia non venduta. Giuseppina ne provò compassione: col consenso della Priora, comprò molta della merce e gli fece preparare un'abbondante colazione. L'uomo restò talmente soddisfatto da dire: "Se vi fa piacere vedermi, io verrò spesso”. E ogni volta che si recava dalla buona religiosa riceveva la medesima accoglienza. Un giorno arrivò una povera donna, colpita da lupus al volto, tutta in lacrime più per l'orrore che suscitava in sua figlia che per il dolore che la tormentava. Giuseppina l'abbracciò e la baciò, sussurrandole: "Questo è il bacio di sua figlia".
D. - Quale messaggio lascia al mondo d’oggi?
R. - Madre Giuseppina si è consegnata alla storia degli uomini come madre, amica e sorella, ripresentandoci il sempre nuovo discorso di Paolo sulla sapienza della croce (1Cor 1,22-25), in chiave personale, senza finzioni o cedimenti a compromessi. L'amore e l'identificazione al Cristo sofferente la rende solidale con la sofferenza di molti, soprattutto di Napoli, che in questo momento storico vive in una grande prostrazione morale, sociale, religiosa. La sua testimonianza è ancora oggi parola di speranza, proprio perché lei ha fatto suo il male del mondo. Amo vederla come una mamma, una sorella, un'amica che, pur restando nella clausura, si pone al fianco di chi soffre o vive un momento di grande disperazione.
La crisi alimentare mondiale discussa dalle ONG al Forum internazionale di Roma, in concomitanza con il vertice FAO
◊ Si è aperto questa mattina a Roma e durerà fino al 4 giugno il Forum internazionale sulla crisi alimentare, i cambiamenti climatici, i biocarburanti e la sovranità alimentare. Oltre 270 associazioni e organizzazioni internazionali non governative, in occasione del vertice della FAO sulla sicurezza alimentare, discutono le possibili soluzioni ai problemi che causano la penuria alimentare nel mondo. Ma come intervenire concretamente superando la fase dell’assistenza e dei finanziamenti d’emergenza? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano per la sovranità alimentare:
R. - Sicuramente, va riconosciuto che di fronte ad una crisi alimentare di questa portata è necessario anche mettere in campo soluzioni di tipo emergenziale. Però, è altrettanto importante - e questa sarà una richiesta fortissima che emergerà, ne sono certo, dal nostro Forum - considerare le cause strutturali. Anzitutto, perché queste cause potevano, se rimosse, prevenire anche una crisi di questo tipo e, secondo, perché bisogna convincersi una volta per tutte che questa crisi alimentare non deriva da una carenza, da una penuria di alimenti, ma deriva da politiche agricole e commerciali a livello internazionale che continuano a massimizzare il profitto e ad affamare le persone. Alcune multinazionali del cosiddetto "agrobusiness", hanno triplicato i loro profitti.
D. - Si sente tanto parlare di questi biocarburanti come una delle cause principali della crisi alimentare. Non è un po’ riduttivo, forse, limitarla a questo?
R. - E’ sicuramente una delle cause, non l’unica. Insieme, sicuramente, c’è l’aumento del prezzo del petrolio. Insieme, c’è un incremento della qualità della dieta a livello mondiale, soprattutto all’interno dei Paesi molto popolosi, come la Cina e l’India. E sicuramente, c’è anche un problema di concause naturali: esiste un problema di siccità - per esempio nei Paesi del Sud Sahara - che aggiunta a questa politica sconsiderata degli agrocarburanti - coltivati sui terreni più fertili dei Paesi del sud del mondo, sottraendo terre fertili alla produzione degli alimenti di base - fa pagare ai Paesi in via di sviluppo il prezzo di un bisogno che è essenzialmente un bisogno del nord. Sono i Paesi ricchi che hanno bisogno di energia e vanno ancora una volta a sfruttare, in questo caso, i terreni, i territori fertili dei Paesi in via di sviluppo.
Una missionaria saveriana in Congo a sostegno delle donne in maternità: la testimonianza di Silvana Luppi
◊ Mamme e bambini: sono loro il mondo di Silvana Luppi, missionaria saveriana, a lungo impegnata in Burundi ed ora, da quasi un anno, attiva a Mbobero, vicino a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo. In questo villaggio, racconta Silvana, la gente vive in grande povertà senza lamentarsi ma piuttosto gioendo di tutto e ringraziando il Signore per quel poco che ha. Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente la missionaria in Congo per raccogliere la sua testimonianza sul lavoro nel centro per la maternità di Mbobero:
(musica)
R. - Sono qui alla maternità di Mbobero, assistiamo le mamme che vengono a partorire, le seguiamo durante la consultazione prenatale, le consigliamo, le aiutiamo. Qui siamo in una situazione un po’ isolata. Il centro non è una vera struttura per la maternità, perchè non c’è un medico e non si può intervenire, però cerchiamo di seguirle prima, durante e dopo il parto. Questa è una zona molto povera, le persone non sono in grado di sostenersi, di curarsi e bisogna aiutarle.
D. - Questo centro a Mbobero dunque è un luogo, un segno tangibile di speranza…
R. - Sì, è un segno di speranza per loro. Vedo che mano a mano cominciano ad acquistare fiducia, vengono alla maternità incoraggiate perchè c’è una presenza diversa… ma non è che siamo noi è il Signore che opera attraverso di noi. Si vedono i segni della Provvidenza perchè tante volte in mezzo alle difficoltà non si sa come fare, ma il Signore è presente.
D. - Nonostante la grande povertà e la situazione di isolamento che ci raccontava, come vivono queste persone, anche con gioia?
R. - Sì, e questo fa sempre riflettere: non si sa come riescano a vivere, tante volte passano le giornate senza mangiare, fanno presente magari i loro bisogni ma senza lamentarsi troppo e riescono sempre a sorridere e a donare qualcosa di loro, del poco che hanno. Questo è positivo. Affrontano situazioni gravissime. Sono famiglie molto numerose, ci sono bambini che non hanno da mangiare e i genitori magari non sanno come fare ad arrivare a sera, però malgrado questo riescono ad affrontare le difficoltà in una maniera sorprendente. Noi ci scoraggiamo più facilmente. Loro ci danno il coraggio: si tocca proprio con mano che il Signore è presente, che opera. Ci affidiamo al Signore perchè è Lui il padrone della vita.
(musica)
Alla Basilica di S. Maria in Aracoeli, la mostra di icone bizantine "Il Volto dell'assoluto". Intervista con Iakobos Aghiografos
◊ “Il Volto dell’Assoluto” è il titolo dell’esposizione che presenta, nell’Oratorio della Basilica romana di S. Maria in Aracoeli, 90 icone bizantine dipinte a mano dai monaci del monte Athos in Grecia, per la prima volta in Italia. La mostra, inaugurata da un concerto di musica sacra, sarà aperta fino al 6 giugno. Ma qual è la finalità di questa esposizione? Virginia Volpe lo ha chiesto all’organizzatore dell’evento, Iakobos Aghiografos:
(musica)
R. - La finalità è quella di far conoscere anzitutto l’arte bizantina e la simbologia delle icone e poi rappresenta anche la ricostruzione di un piccolo lembo di terra dove sorge un piccolo monastero nel Santo Monte, abbandonato 25 anni fa. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi e lo facciamo tramite l’esposizione, e anche - se qualcuno fosse interessato - la vendita delle icone stesse e dei prodotti fatti dai monaci.
D. - Qual è la storia delle icone?
R. - L’icona, come oggetto artistico, viene fatta risalire da alcuni addirittura alle prime icone a "incausto" - tecnica di pittura con la cera fusa colorata, che risale ai tempi degli egizi. Con questa tecnica, si facevano i ritratti da mettere poi sulla mummia. Tra le icone invece dipinte, la tradizione vuole che il primo iconografo sia stato San Luca, il quale avendo conosciuto personalmente Panaghia, la Vergine Maria, ha ritenuto giusto farle un ritratto. Anche in molte chiese occidentali si trovano icone che tradizionalmente vengono attribuite a San Luca. Poi, se tutte fossero veramente di sua produzione, avrebbe avuto un gran da fare...
D. - Che cos’è la tecnica della tempera all’uovo?
R. - Le icone vengono tradizionalmente dipinte per la Chiesa ed essendo la Chiesa eterna, le icone devono avvicinarsi il più possibile a questo concetto di eternità. La tecnica della tempera all’uovo consiste nello sciogliere pigmenti colorati nel tuorlo, un fortissimo collante, che garantisce la resistenza di questi colori nei secoli. Si dice che cambino più i colori ad olio in 30 anni che i colori alla tempera all’uovo in 500. Noi siamo sicuri che con questa tecnica l’icona si mantinga inalterata per almeno mille anni. Non abbiamo molte icone superiori a mille anni, perché l’iconoclastia ha provveduto a eliminarle.
D. - Nei volantini e nel manifesto della mostra è rappresentata la riproduzione del crocifisso del Cimabue: perchè è significativa questa icona?
R. - Da questo crocifisso possiamo vedere che, in quell’epoca, l’arte sacra in Occidente e in Oriente era perfettamente la stessa, perché è un esempio di perfetto e altissimo livello di arte bizantina.
D. - Mi può parlare del concerto che avete organizzato per l’inaugurazione della mostra?
R. - C’è stato un concerto qui, all’Ara Coeli, e un altro in Via Giulia, inserito nei festeggiamenti dei 500 anni della via, nella Chiesa della Confraternita di Santa Maria dell’Orazione e della Morte. E’ stato un concerto proposto ed eseguito da eccellenti musicisti bulgari di Sofia, che hanno eseguito delle musiche composte da me, su ispirazione di diversi momenti della vita nel piccolo monastero del Metoki, durante la ricostruzione.
(musica)
Da domani, a Roma, un Congresso internazionale per discutere l'impegno delle Congregazioni religiose contro la tratta di esseri umani
◊ Strappare dalla strada centinaia di donne e aiutarle a reinserirsi nella società. È quanto fanno le numerose Congregazioni religiose femminili che in tutto il mondo combattono il fenomeno della tratta, sia soccorrendo le vittime nei Paesi in cui vengono schiavizzate, sia nelle loro nazioni di provenienza, promuovendo campagne di informazione e prevenzione. Di questo impegno si parlerà nel Congresso che da domani al 6 giugno riunisce a Roma i vertici dell'Unione internazionale delle superiore generali (UISG) e dell'Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM). La formazione delle religiose per la lotta al trafficking, informa l’agenzia Zenit, è, infatti, un progetto di collaborazione tra i due organismi che ha avuto inizio nel 2004, grazie al contributo dell’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Incontri, corsi di formazione e dibattiti si sono svolti in questi anni in Italia, in Europa, in Nord America e in Asia, di pari passo con i numerosi progetti di recupero e riabilitazione promossi sul campo dalle religiose. Il Congresso segna anche l'avvio di concrete iniziative di collaborazione con l'Unione superiori generali (USG), che riunisce i responsabili di più di 200 Congregazioni maschili presenti in tutto mondo. Obiettivo dei lavori: rinforzare le reti esistenti sia a carattere nazionale che regionale, creare le basi per una rete internazionale, identificare le risorse necessarie per dare continuità alla rete, elaborare una dichiarazione finale. Al Congresso partecipano 50 religiose provenienti da circa 20 Paesi. L'UISG raccoglie le Superiore generali di 1996 Congregazioni, delle quali 1100 di Diritto pontificio e il restante di Diritto diocesano, per un totale di circa 800 mila suore in tutto il mondo. (S.G.)
Ad Assisi, trenta ore di iniziative per celebrare in contemporanea la GMG di Sydney
◊ “Assisi, Australia”, è il titolo dell’incontro regionale organizzato dalla pastorale giovanile delle otto Diocesi dell'Umbria e dalle Famiglie francescane ad Assisi, in contemporanea con la veglia e la Messa dei giovani di tutto il mondo insieme con Benedetto XVI a Sydney, il 20 luglio. La città vivrà una GMG “virtuale-ma-non-troppo”: 30 ore non-stop di preghiera, riflessione, amicizia e festa per celebrare il grande raduno giovanile anche a distanza. La festa di Assisi inizierà il 19 luglio (ore 17) e terminerà prima di mezzogiorno del giorno seguente. “Nonostante il fuso orario - hanno spiegato i promotori al SIR - i giovani ad Assisi potranno ascoltare le parole del Papa, e con collegamento telefonico, le voci dei circa 100 coetanei umbri presenti a Sydney”. “Sarà un momento di comunione, capace di superare le distanze per vivere un medesimo spirito e uno stesso cammino” hanno poi precisato promotori. “Nel cammino triennale della pastorale giovanile italiana, Agorà dei giovani italiani, l'appuntamento di Sydney conclude un anno dedicato alla evangelizzazione nel contesto dei rapporti informali e quotidiani, ed apre un anno, l'ultimo, incentrato sulla missione attraverso gli strumenti della cultura e della comunicazione”. In questo senso, Francesco d’Assisi “stimola i giovani a percorrere ogni via per dire in modo nuovo ed efficace l'annuncio evangelico”. Per informazioni sull’evento di Assisi, si può consultare il sito www.chiesainumbria.it/gmg2008. (M.G.)
In vista della GMG di Sydney, un libro indaga le ragioni della fede nei giovani e nei Movimenti ecclesiali
◊ Quali sono le ragioni che spingono tanti ragazzi a impegnarsi nei movimenti ecclesiali? Questa la domanda che si pone Rita Dietrich nel libro, recentemente presentato a Roma, “Nel mondo che faremo. I giovani e la fede” (Editrice Città Nuova). In vista della GMG di Sydney, informa l’agenzia Zenit, l’autrice ha intervistato le nuove leve dell’Azione Cattolica, dei Salesiani, della Gioventù Ardente Mariana, dei Focolari, del Cammino Neocatecumentale, di Comunione e Liberazione, della Turris Eburnea, del Rinnovamento nello Spirito, del Sermig, della Caritas e della Comunità di Sant'Egidio. E ha spiegato nella prefazione: i ragazzi di oggi “vivono una Chiesa fondata su incontri, sullo scambio di idee ed ideali, su di una comune tensione verso un unico obiettivo: accostarsi a Dio”. I protagonisti di questo scambio secondo Dietrich non sono tanto diversi dai loro coetanei che vivono lontani dagli ambienti delle parrocchie e come ha sottolineato durante la presentazione don Nicolò Anselmi, responsabile della pastorale giovanile della CEI, solitamente entrano “nei movimenti perché c’è qualcuno che li invita a venire e vedere”. Esattamente come accade ai primi cristiani. Questi ragazzi, ha poi aggiunto il sacerdote, cercano e praticano “la misura alta della vita cristiana” e sovente esprimono “la richiesta di una vita comune, che si esprime in vacanze comunitarie e vita fraterna”. All’incontro hanno portato la loro testimonianza anche quattro giovani appartenenti all’Azione Cattolica, al Movimento Turris Eburnea, alla Comunità Sant’Egidio e al Gen dei Focolari. (S.G.)
Apre i battenti, in Zambia, Casa Shalom, centro polivalente per bambini disabili
◊ In Zambia, dopo un anno dall’apertura dei cantieri, è stata inaugurata Casa Shalom, un centro per bambini disabili realizzato a Lusaka dalla ONG italiana “L’Africa Chiama”. La struttura, costruita grazie alle donazioni di semplici cittadini, è composta da una sala polivalente per accoglienza, uffici e alloggi per i volontari. Il progetto Shalom prevede anche una comunity school per cento bambini di Kanyama, che garantirà oltre all’istruzione scolastica un supporto nutrizionale grazie all’attività di mensa, e un centro sociale con ambulatorio e complesso scolastico. Nei giorni scorsi - riferisce l’Osservatore Romano - nella chiesa di Sant’Angelo a Milano si è svolto un concerto di musica classica a favore del Progetto Shalom, che ha visto il patrocinio del comune della provincia del capoluogo e della regione Lombardia. In Zambia, la Chiesa cattolica è in prima linea nel sostegno alla popolazione locale ed è pienamente inserita nell’attività di controllo sociale. Lo stato del Paese viene infatti ogni anno fotografato da un dettagliato rapporto della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale dello Zambia. La nazione africana, che risulta una delle più povere del continente, lo scorso novembre è stata messa in ginocchio da una serie di alluvioni che hanno devastato diverse zone e spazzato vie le baraccopoli della capitale, causando gravi conseguenze alla popolazione. Le famiglie dovranno affrontare le spese per la ristrutturazione delle case e non potranno fare affidamento sul raccolto. A tutto ciò, si aggiunte il rischio di un'epidemia di colera che si aggiungerebbe al flagello del virus dell’HIV che provoca ogni anno migliaia di vittime. (M.G.)
Si celebra domani in Italia e in altri Paesi europei la Giornata nazionale dell'autismo
◊ Nel mondo sei bambini su mille, tra i 3 e i 5 anni, sono affetti da autismo, una malattia in gran parte ancora sconosciuta e, al pari delle altre patologie psichiche, aggravata da pregiudizi e indifferenza. Proprio con l’obiettivo di risvegliare l’attenzione dell’opinione pubblica su questa condizione, tanto dolorosa quanto ricca di potenzialità inesplorate, in diversi Paesi europei si celebra domani la Giornata nazionale dell’autismo. In Italia, l’evento è promosso dall’ANGSA (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e prevede, oltre a numerosi appuntamenti in tutto il Paese, la distribuzione nelle piazze del volumetto “Calimero e l’amico speciale”, una favola indirizzata agli insegnanti e agli alunni delle scuole primarie, che intende suggerire come rapportarsi ai bambini autistici. Bambini che, in molti casi, imparano presto a leggere e a scrivere, anche se dal momento che non parlano le loro capacità rimangono nascoste. A dimostrazione di ciò, si legge oggi su Avvenire, un gruppo di ricercatori di Padova ha raccolto nel libro “Il Delta dei significati” i testi scritti al computer da quaranta pazienti tra i 9 e i 29 anni, mettendo in luce come gli autistici siano persone in grado di esercitare la loro intelligenza al pari di chiunque altro. Da qualche decennio, infatti, la tecnica nota come Comunicazione facilitata (CF) - basata sull’uso del pc, diffusa in tutto il mondo, ma ancora vista con diffidenza da parte della comunità scientifica - consente alle persone affette da autismo di esprimere attraverso la scrittura ciò che non possono comunicare con la parola. Significativa la terzina di Dante citata all’inizio del volume dal curatore Lorenzo Bernardi: “O voi ch’avete gli intelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto il velame delli versi strani”. (S.G.)
Il dialogo tra teologia e filosofia riparte da Roma, in occasione VI Simposio europeo dei docenti universitari
◊ “Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia”. È il titolo del VI Simposio europeo dei docenti universitari, che si terrà dal 5 all'8 giugno a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense. Il convegno, che è riuscito nell'intento di coinvolgere per la prima volta tutti i professori cattolici delle Università pubbliche, prevede la partecipazione di 63 relatori e 400 partecipanti provenenti da 29 Paesi del Vecchio continente, che sabato 7 giugno verrano ricevuti in udienza dal Santo Padre. “Questo tema - ha spiegato a ZENIT il promotore dell’evento, mons. Lorenzo Leuzzi - accoglie l'invito di Benedetto XVI ad allargare gli orizzonti di razionalità e si inserisce nella prospettiva di un nuovo umanesimo che interpella la Chiesa nell'ambito dell'istruzione universitaria in Europa”. Mons. Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma e segretario della Commissione università del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), è convinto che di fronte alle questioni poste dalla contemporaneità occorra rilanciare la filosofia come ambito intermedio di riflessione e cooperazione, in special modo con la teologia, al fine di poter indicare nuovi percorsi di senso e formulare nuove sintesi aperte. Secondo mons. Leuzzi, lo stesso Benedetto XVI "insiste sulla necessità di un rilancio della teologia con il sostegno di una adeguata riflessione filosofica, al fine di gettare le basi di un nuovo rapporto tra fede e ragione”. Diverse anche le problematiche che hanno motivato la scelta di questa tematica e che riflettono una “crisi generalizzata della filosofia che traspare dal numero limitato dei docenti che la insegnano e dalle cifre legate agli iscritti, che nonostante alcuni piccoli segnali di ripresa, registrano da tempo un calo sostanziale”. “La filosofia - ha proseguito il responsabile della Pastorale universitaria - è completamente emarginata, non ha un ruolo trainante all'interno della comunità accademica. E la crisi è ancora più profonda e visibile nelle Università pontificie”. La causa di tutto ciò, ha osservato poi, si può rintracciare in “una crisi della teologia che ha tentato percorsi completamente autonomi perdendo il suo rapporto di evangelizzazione, divenendo puramente intellettualistica, trascurando il fondo della formazione della vita cristiana e rendendo quindi inutile la filosofia”. “Per questo - ha affermato monsignor Leuzzi - con il nostro Simposio vogliamo rilanciare un'attenzione verso i giovani invitandoli a iniziare il percorso di studi filosofici in chiave interdisciplinare”. Quello proposto, ha poi tenuto a precisare, “non è il tentativo di riesumare vecchi schemi dove la teologia interviene quando finisce la filosofia o viceversa, ma di rintracciare il loro punto di convergenza, per individuare le nuove vie di razionalità richieste dalla società contemporanea”. E la religione non può sottrarsi a questo confronto, perché, come illustrato da Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona, “deve contenere al suo interno una prospettiva razionale, per non correre il rischio di cadere nel mito e nell'emozione”. “Il lavoro del Papa sta nel cercare di dimostrare che la vita cristiana ha bisogno della filosofia, altrimenti diventa una pura elaborazione mentale, un gusto estetico", ha concluso mons. Leuzzi. Aggiungendo che riposizionare invece la teologia "come servizio di evangelizzazione", può costituire "il rilancio della filosofia come condizione indispensabile per sostenere la riflessione teologica”. (M.G.)
Rifletterà su fede e giustizia la Conferenza nazionale sull'immigrazione, in programma a fine luglio negli USA
◊ Globalizzazione e genocidi, tratta degli esseri umani e protezione dei rifugiati. Sono molteplici i temi che, dal 28 al 31 luglio prossimi, verranno affrontati nell’ambito della Conferenza nazionale sull’immigrazione 2008, organizzata a Washington, D.C., da "Migration and Refugee Services" della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti e dal Catholic Legal Immigration Network, Inc. (CLINIC). Titolo dell’incontro, informa l’agenzia Fides, sarà “Rinnovare la Fede, cercando la Giustizia”. Principale relatore della sessione inaugurale, il cardinale Mahony, arcivescovo di Los Angeles. Il porporato offrirà una valutazione sul ruolo della Chiesa e sull’importanza della sua presenza nel dibattito migratorio a livello nazionale. Nel corso della stessa sessione plenaria, il dottor Marcelo Suárez-Orozco, professore di “Globalizzazione ed Educazione” all’Università di New York, parlerà del fenomeno migratorio da una prospettiva globale, mentre la mattina seguente, alcuni esponenti del governo statunitense descriveranno gli sforzi attuali per adeguare il programma di ammissione dei rifugiati ai livelli precedenti al 2001, facendo menzione speciale delle recenti iniziative riservate agli iracheni e a persone di altre nazionalità. Edwidge Danticat, immigrata e scrittrice haitiana, condividerà la sua esperienza di emigrata negli Stati Uniti sin da piccola e racconterà la storia di suo zio, rimasto invischiato nel sistema statunitense di detenzione degli immigrati con dolorose conseguenze. Il rappresentante repubblicano del New Jersey, Chris Smith, riferirà invece le posizioni e gli obiettivi del Congresso sui temi dell’immigrazione, incluso il traffico illegale di persone, la protezione dei rifugiati e la riforma dell’immigrazione. E suggerirà alla comunità cattolica la strada più efficace per far sentire la propria voce al Congresso stesso, affinché elabori una legislazione positiva a tale riguardo. Immaculee Ilibagiza, infine, parlerà dall’esperienza dolorosa sofferta a causa del massacro avvenuto in Rwanda nel 1994 e dell’importanza della fede in questa terribile vicenda. (S.G.)
A Roma, in autunno, Congresso mondiale sulla donazione degli organi
◊ “Una forma straordinaria di solidarietà umana e di carità cristiana”. La definizione è di Josep Maria Simón Castellví, presidente della Federazione internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche, e si riferisce alla donazione degli organi, un atto d’amore che il prossimo autunno, dal 6 all’8 novembre, sarà al Centro di un congresso internazionale promosso a Roma dalla Pontificia Accademia per la Vita, dalla Federazione internazionale delle Associazioni mediche cattoliche e dal Centro nazionale italiano trapianti. Cosa dice il Magistero della Chiesa su questo tema? Qual è il ruolo dei mezzi di comunicazione nella questione? Come combattere il traffico di organi? I partecipanti all’incontro si porranno queste domande e, come ha spiegato Castellvì all’agenzia Zenit, porranno l’accento sul lato umano di questa pratica perché “favorire l'utilizzo dei nostri organi da parte di uomini e donne malate unisce in modo molto esplicito le persone”. “Ad ogni modo - ha poi aggiunto il medico spagnolo - è nostro dovere parlare anche degli abusi del mondo dei trapianti e del traffico di organi”, sottolineando la necessità “che le donazioni siano res extra comercium: come dicevano gli antichi romani, devono esserci ambiti estranei al commercio per la loro grande dignità”. (S.G.)
"Pregate senza stancarvi": vicino a Bergamo, un incontro dedicato ai separati cristiani
◊ È incentrato sul tema della preghiera il IX Meeting dei "Separati cristiani" che si è aperto ieri e si chiude oggi al Santuario di Caravaggio (Bergamo). Da Treviso a Caltanissetta, informa Avvenire, i partecipanti giungono da tutt’Italia. "Il tema della preghiera è stato scelto in quanto realtà costante che sostiene il credente in tutte le scelte quotidiane", spiega don Eros Monti, vicario episcopale per la vita sociale della diocesi di Milano, intervenuto ieri ai lavori. "Pregate sempre senza stancarvi" è il versetto di Luca intorno al quale è incentrata la meditazione. "Negli scambi fra i partecipanti - riferisce don Eros - è emersa la potenza trasformatrice della preghiera che dona la straordinaria forza del perdono. Anche quella nei confronti del coniuge da cui si è stati abbandonati". Per il sacerdote, questi momenti sono molto importanti perché "danno la possibilità a persone ferite profondamente di unire le proprie storie in un percorso comune e di vivere un momento di Chiesa". "Partecipare a questi incontri aiuta a riscoprire Cristo e ad avvicinare alla fede", sottolinea Ernesto Emanuele, presidente di “Famiglie Separate Cristiane”. "Chi vive la dolorosa e lacerante esperienza della disgregazione della propria famiglia - aggiunge - spesso incontra difficoltà di diverso genere quando decide di reinserirsi nella comunità cristiana". Nata nel 2000, l’associazione è composta da 40 gruppi, e accoglie sia chi ha compiuto la scelta di una nuova unione, sia chi è rimasto fedele al matrimonio. (S.G.)
Salonicco, 1943: la diplomazia e il coraggio del Consolato italiano salvarono 281 ebrei dalla Shoah
◊ “Madre di Israele” e “seconda Gerusalemme”. Così per secoli gli israeliti hanno definito la città greca di Salonicco, l’antica Tessalonica, centro cosmopolita e accogliente ed esempio di pacifica convivenza tra cristiani, musulmani ed ebrei, la cui prima presenza è testimoniata dall’apostolo Paolo. Le cose cambiarono drasticamente - si legge oggi sull’Osservatore Romano - durante la Seconda Guerra mondiale e dopo la campagna italiana in Grecia. Dei 55 mila ebrei che vivevano nella città prima del 1943, ne sopravvissero appena duemila, divenendo tutti gli altri vittime della Shoah. Tra i pochissimi che si salvarono, anche 281 persone di origine italiana, il cui destino è stato ricostruito nel volume “Ebrei di Salonicco - 1943. I documenti dell’umanità italiana”. Presentata recentemente a Venezia presso l’Ateneo Veneto e pubblicata fuori commercio dall’Ambasciata italiana ad Atene, l’opera fa luce su fatti ancora poco noti e narra lo straordinario coraggio di alcuni italiani in Grecia che si opposero alla deportazione dei propri connazionali. Gli autori, Alessandra Coppola, Iannis Chrisafis e Antonio Ferrari, attraverso la documentazione sepolta per decenni negli archivi di Roma, hanno dimostrato come il console italiano a Salonicco, Guelfo Zamboni, e il suo successore, Giuseppe Castruccio, cercarono con ogni mezzo di sottrarre almeno gli ebrei loro connazionali alla tragica sorte degli altri. Dai documenti raccolti - principalmente lettere e telex inviati a Roma - si rileva che l’azione del Consolato consistette principalmente nell’allargare il più possibile la categoria degli ebrei italiani, “sottoposti a tutte le discriminazioni delle nostre leggi razziali, ma non abbandonati all’odio e alle leggi di altri Paesi”. Una missione questa che valse a Zamboni il massimo riconoscimento israeliano di “giusto tra le nazioni” e che ancora oggi viene ricordata nelle manifestazioni organizzate in Grecia in onore dei martiri della Shoah. (S.G.)
La violenza irrompe nelle elezioni anticipate in Macedonia. Una vittima nei tafferugli nelle roccaforti albanesi
◊ Sangue in Macedonia, dove si vota per le elezioni legislative anticipate dopo il recente fallimento delle trattative per l'ingresso della Repubblica ex jugoslava nella NATO. Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in alcune sparatorie avvenute nei quartieri a maggioranza albanese della capitale Skopje. Il servizio di Benedetta Capelli:
La violenza che ha colpito oggi la Macedonia, gli scontri e i tafferugli che si sono verificati in occasione dell’importante appuntamento elettorale potrebbero pesare sulle aspirazioni di Skopje sia nell’ingresso tra i Paesi membri che nell’Alleanza Atlantica. Già il "no" ricevuto dalla NATO nel vertice di aprile a Bucarest aveva aperto la crisi politica con l’uscita dal governo del partito albanese DPA, facente parte della coalizione di centrodestra. Un gesto che ha spianato la strada alle elezioni anticipate in calendario per oggi. Sono chiamati alle urne quasi due milioni di elettori, che dovranno scegliere tra 1.540 candidati i 120 deputati del nuovo parlamento. Sul voto, vigilano 500 osservatori internazionali. A pesare però in queste ore è la violenza. Alcune sparatorie tra gruppi politici rivali della minoranza albanese si sono verificate in diversi villaggi nel nord della Macedonia, negli incidenti è rimasta coinvolta anche la polizia che ha trovato vicino Tetovo due depositi di armi e munizioni. A seguito di questi disordini, sono state sospese le operazioni di voto ad Aracinovo, Gurgurnica e anche Tetovo, roccaforte della minoranza albanese, che rappresenta il 25 per cento della popolazione. Un clima di tensione che già si era respirato durante la campagna elettorale: protagonisti i sostenitori dei due principali partiti albanesi, DPA e UPI, in lotta tra loro. Favorita nelle elezioni di oggi è la coalizione di centrodestra, saldamente in testa nei sondaggi rispetto a quella di centrosinistra, ma gli analisti ritengono che proprio le due formazioni albanesi saranno l’ago della bilancia e che per governare sarà necessario un esecutivo allargato.
Romania-voto
Giornata elettorale anche in Romania. Diciotto milioni di persone sono chiamate alle urne per le amministrative. Bisogna eleggere oltre 3 mila sindaci, 41 presidenti di Consigli provinciali e circa 41 mila consiglieri locali e provinciali. Per la carica di primo cittadino di Bucarest, ci sono 20 candidati in lizza ma sembra serrata la corsa tra il senatore, Sorin Oprescu, dimessosi dal Partito socialdemocratico per andare da solo, e il senatore Vasile Blaga, del Partito democratico liberale.
Cina-terremoto
Le autorità cinesi hanno nuovamente aggiornato il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Paese asiatico. I morti hanno superato quota 69 mila, i dispersi sono più di 18 mila. Quattordici le vittime dello schianto di un elicottero precipitato ieri durante le operazioni di soccorso, nella provincia del Sichuan. Il velivolo avrebbe incontrato un grosso banco di nebbia e forti correnti d’aria.
Birmania
Nuove accuse da parte del segretario alla Difesa americano, Robert Gates, nei confronti della Giunta militare birmana, accusata di “negligenza criminale”. Il capo del Pentagono ha affermato che, se il regime non favorirà la distribuzione degli aiuti internazionali a favore delle popolazioni colpite dal ciclone Nargis, vi saranno altre vittime. Gates ha anche reso noto che gli Stati Uniti si apprestano a richiamare quattro delle loro navi cariche di viveri, che stazionano al largo delle coste della ex Birmania, dal momento che la Giunta non ha consentito finora le operazioni di scarico. I militari hanno risposto che la popolazione era stata avvisata e che si sta procedendo alla ricostruzione.
USA-primarie Partito democratico
I delegati del Partito democratico di Florida e Michigan parteciperanno alla convention di agosto a Denver, nella quale verrà scelto il candidato alla Casa Bianca, ma potranno esprimere solo mezzo voto. E’ la soluzione di compresso raggiunta a Washington dai dirigenti del partito, riuniti per risolvere la questione dei delegati sorta subito dopo le primarie non autorizzate che si sono svolte lo scorso gennaio. Scontenta la Clinton, dominatrice della consultazioni in entrambi gli Stati, che vede comunque uno spostamento minimo a suo favore ma senz’altro non sufficiente per annullare il vantaggio di Obama. Intanto, già martedì prossimo il senatore dell’Illinois potrebbe festeggiare la certezza matematica della sua candidatura perché in calendario ci sono ancora tre consultazioni: Portorico, dove si vota oggi, e Montana e Sud Dakota, fra due giorni. Obama ha intanto annunciato di voler attendere i risultati a Saint Paul, in Minnesota, la città dove i repubblicani terranno, dal primo al quattro settembre prossimi, la loro convention, per designare ufficialmente la candidatura del senatore, John McCain.
Israele-Libano
Importante scambio ai confine del Libano tra Israele ed Hezbollah. Il movimento sciita libanese ha consegnato i resti di alcuni soldati uccisi durante la guerra del 2006, ma non è chiaro se si tratti delle salme dei due militari israeliani catturati da Hezbollah, circostanza questa che aveva causato il conflitto durato oltre un mese. Lo Stato ebraico da parte sua ha rilasciato il libanese Nissim Nasser, detenuto per sei anni con l’accusa di spionaggio a favore di Hezbollah. Lo scambio è stato mediato dalla Croce rossa internazionale.
Iraq-Australia
E’ iniziato in Iraq il ritiro di circa 500 soldati australiani dal sud del Paese del Golfo. Un ridispiegamento precedentemente annunciato dal premier, Kevin Rudd. Sul terreno, intanto, prosegue la violenza: due le vittime nell’attentato kamikaze avvenuto oggi a Baghdad, che ha provocato anche 5 feriti. La deflagrazione è avvenuta mentre era in pieno svolgimento la visita del ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner. A sud della capitale irachena, due soldati americani sono rimasti feriti dopo lo schianto del loro elicottero.
Iran-nucleare-politica
Secondo l’Iran, l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l'energia atomica, avrebbe subito pressioni da parte dei Paesi occidentali nella stesura del suo ultimo rapporto riguardante il nucleare iraniano. Teheran ha minacciato possibili restrizioni nella cooperazione con la stessa agenzia. Intanto, a livello politico è stato ufficialmente investito della carica di presidente del parlamento l’ex negoziatore sul programma nucleare iraniano, il conservatore Ali Larijani, eletto provvisoriamente lo scorso 28 maggio.
Italia-Napolitano-2 giugno
Preoccupazione per il diffondersi di fenomeni di intolleranza e di violenza di qualsiasi specie. E’ quanto ha espresso in un messaggio televisivo il capo dello Stato italiano, Giorgio Napolitano, in occasione della ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica. Napolitano ha chiesto ai cittadini e alle istituzioni di operare nell'interesse generale "per fermare ogni rischio di regressione civile", nel nome delle tradizioni storiche e umanistiche dell'Italia.
Italia-rifiuti
Ancora emergenza rifiuti in Campania. Si profila una giornata difficile a Chiaiano, dove nel pomeriggio è prevista un manifestazione contro la futura discarica. Al corteo parteciperanno anche i no-global. Ieri, anche ad Avellino si è protestato contro la discarica sull’altipiano del Formicolo. A livello politico intanto, il ministro degli Esteri, Frattini, è intervenuto sulle notizie di stampa riguardanti i dubbi della Commissione Europea sul decreto legge sui rifiuti. Il titolare della Farnesina ha precisato che l’esecutivo attende con fiducia le decisioni di Bruxelles, ma che l’azione dell’Italia seguirà le linee di intervento europee.
Spagna-ETA
Ha provocato due feriti lievi la bomba esplosa nei pressi di una società di costruzioni a Zarautz, nei Paesi Baschi. Poco prima, l’attentato era stato annunciato da una telefonata dall'organizzazione indipendentista basca dell'ETA.
Zimbabwe-politica
Tensione in Zimbabwe, in vista del ballottaggio presidenziale. Un capo dell’opposizione è stato arrestato oggi, nella sua casa di Harare. E’ accusato di “aver pubblicato delle menzogne e per oltraggio ai magistrati per un articolo scritto in aprile”. Lo ha rivelato il suo avvocato. Solo il mese scorso, l’editore di un settimanale era stato fermato per aver pubblicato un reportage nel quale si accusava il presidente Mugabe di rovinare l'economia dello Zimbabwe e le forze di sicurezza di far uso della violenza.
Colombia-maltempo
Forti piogge hanno colpito la Colombia. Sette persone hanno perso la vita mentre altre 13 sono disperse a causa di uno smottamento del terreno, a sud di Medellin, la zona più interessata alle precipitazioni.
Messico-tempesta tropicale
Si è formata rapidamente, sulla costa del Belize e del Messico, la tempesta tropicale Arthur, la prima della stagione atlantica, che muove verso lo Yucatan. Arthur, che si è formata un giorno prima dell'inizio formale della stagione degli uragani, è stata localizzata 75 chilometri a nord-nodovest di Belize City. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 153
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