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Sommario del 31/01/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Non è vero progresso se la scienza non rispetta la dignità di ogni uomo: così, Benedetto XVI nell’udienza alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa si sofferma anche su ecumenismo e evangelizzazione
  • Altre udienze e nomine
  • Dal 2 al 6 aprile, a Roma, il primo Congresso apostolico mondiale della Misericordia
  • Mons. Marchetto: il mondo della pesca è in crisi: a rischio un miliardo di persone
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Migliaia di persone ai funerali dell'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Christodoulos
  • Parrocchie e movimenti ecclesiali uniti nella missione evangelizzatrice della Chiesa: convegno a Roma
  • Dialogo tra fede e laicità: la riflessione del cardinale Poupard
  • Chiesa e Società

  • Vietnam: veglia dei cattolici per riavere la vecchia nunziatura espropriata dallo Stato
  • Visita in Kenya di una delegazione del Consiglio Mondiale delle Chiese
  • Il governo australiano si scusa con gli aborigeni
  • Rapporto dell'ONU sui bambini soldato: sono 12 i Paesi ancora colpiti da questo flagello
  • Presentato a Kinshasa il film sulle attività dell'Opera don Guanella in favore dei ragazzi di strada
  • In Kosovo, l'amministratore apostolico auspica soluzioni per il bene della gente
  • L'arcivescovo di Santa Cruz: fuori luogo le feste per il carnevale in Bolivia, dopo le inondazioni che hanno colpito il Paese
  • Il cardinale Bertone inaugurerà il 23 febbraio a Cuba un monumento dedicato a Giovanni Paolo II
  • A poco meno di tre anni dalla morte, il cardinale Angelo Sodano ricorda la figura di Giovanni Paolo II
  • In occasione dell’Anno Paolino, il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori visita la Fraternità di Istanbul
  • Gli intellettuali cattolici partecipano in India a un dibattito sull'Islam
  • Appello di organizzazioni umanitarie per tre detenuti ad Hong Kong: preoccupanti le loro condizioni di salute
  • Far conoscere e applicare le direttive: è l’obiettivo della Commissione di esperti istituita dai vescovi svizzeri per i casi di abusi sessuali
  • Inizierà il 3 marzo prossimo il 26.mo Capitolo generale dei Salesiani
  • La Comunità di Sant’Egidio si prepara a celebrare il 40.mo anniversario della sua fondazione
  • Il dialogo con il mondo giovanile al centro del convegno dell'Agesci conclusosi ieri ad Assisi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ancora violenze in Kenya: ucciso un altro deputato dell'opposizione
  • Il Papa e la Santa Sede



    Non è vero progresso se la scienza non rispetta la dignità di ogni uomo: così, Benedetto XVI nell’udienza alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa si sofferma anche su ecumenismo e evangelizzazione

    ◊   Un discorso appassionato sulla dottrina della Chiesa e l’ecumenismo, sui principi dell’evangelizzazione, ma anche sulle sfide poste ai cristiani dai progressi delle tecnologie biomediche. E’ quello rivolto stamani da Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un intervento a tutto campo, quello del Papa, che ha ribadito come il ministero del Successore di Pietro sia primariamente in funzione dell’unità di fede. A rivolgere l’indirizzo d’omaggio al Papa è stato il cardinale prefetto William Levada. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    “Nella formazione della loro coscienza”, i cristiani “devono considerare diligentemente la dottrina sacra e certa della Chiesa”, che è “maestra di verità” per volontà di Cristo: Benedetto XVI cita il documento conciliare "Dignitatis Humanae" per ribadire quali siano gli orientamenti che i fedeli devono seguire anche di fronte ai problemi difficili e complessi posti oggi dalla bioetica. Il Magistero della Chiesa, rassicura il Papa, “non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre” a tutti gli uomini di buona volontà dei principi etico-morali:

     
    “I due criteri fondamentali per il discernimento morale in questo campo sono a) il rispetto incondizionato dell’essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte naturale, b) il rispetto dell’originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri dei coniugi”.
     
    Il Papa ha così ricordato che dopo la pubblicazione nel 1987 dell’Istruzione Donum Vitae, che aveva enunciato tali criteri, molti hanno criticato il Magistero della Chiesa, “denunciandolo come se fosse un ostacolo alla scienza e al vero progresso dell’umanità”. Tuttavia, è stata la sua riflessione, “i nuovi problemi connessi, ad esempio, con il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la diagnosi pre-impiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e con i tentativi di clonazione umana, mostrano chiaramente come, con la fecondazione artificiale extra-corporea, sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana”:
     
    “Quando esseri umani, nello stato più debole e più indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro 'materiale biologico', come negare che essi siano trattati non più come un 'qualcuno', ma come un 'qualcosa', mettendo così in questione il concetto stesso di dignità dell’uomo?”.
     
    Certamente, ha proseguito, “la Chiesa apprezza e incoraggia il progresso delle scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute, mediante, ad esempio, l’uso delle cellule staminali somatiche oppure mediante le terapie volte alla restituzione della fertilità o alla cura delle malattie genetiche”. Apprezzamento accompagnato da una chiarificazione sul ruolo della Chiesa:
     
    “Essa sente il dovere di illuminare le coscienze di tutti, affinché il progresso scientifico sia veramente rispettoso di ogni essere umano, a cui va riconosciuta la dignità di persona, essendo creato ad immagine di Dio, altrimenti non è un vero progresso”.
     
    Una parte importante del suo discorso, il Papa l’ha dedicata alla dottrina della Chiesa e all’evangelizzazione. Benedetto XVI ha preso spunto da due documenti pubblicati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2007, contenenti, ha detto, “precisazioni necessarie per lo svolgimento corretto del dialogo ecumenico e del dialogo con le religioni e le culture del mondo”. Il primo documento su alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa, ha affermato, ripropone “l’insegnamento del Concilio Vaticano II” e conferma che “l’una e unica Chiesa di Cristo ha la sua sussistenza, permanenza e stabilità nella Chiesa cattolica”. Il Documento, ha aggiunto, richiama inoltre l’attenzione “sulla differenza che ancora permane tra le diverse confessioni cristiane nei riguardi della comprensione dell’essere Chiesa in senso propriamente teologico”:

     
    “Ciò, lungi dall’impedire l’impegno ecumenico autentico, sarà di stimolo perché il confronto sulle questioni dottrinali avvenga sempre con realismo e piena consapevolezza degli aspetti che ancora separano le Confessioni cristiane, oltre che nel riconoscimento gioioso delle verità di fede comunemente professate e della necessità di pregare incessantemente per un cammino più solerte verso una maggiore e alla fine piena unità dei cristiani”.
     
    Ed ha aggiunto che “coltivare una visione teologica” secondo cui “la Chiesa esisterebbe di fatto in molteplici configurazioni ecclesiali, riconciliabili soltanto in prospettiva escatologica, non potrebbe che generare un rallentamento e ultimamente la paralisi dell’ecumenismo stesso”. Il Pontefice ha così rivolto il pensiero alla “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”, pubblicata nel dicembre scorso. A fronte del “rischio di un persistente relativismo del dialogo tra le religioni e le culture”, ha avvertito, “la Chiesa, nel tempo del dialogo tra le religioni e le culture, non si dispensa dalla necessità dell’evangelizzazione e dell’attività missionaria verso i popoli”. Allo stesso tempo, ha ribadito, non “cessa di chiedere agli uomini di accogliere la salvezza offerta a tutte le genti”:

     
    “Il riconoscimento di elementi di verità e bontà nelle religioni del mondo e della serietà dei loro sforzi religiosi, lo stesso colloquio e spirito di collaborazione con esse per la difesa e la promozione della dignità della persona e dei valori morali universali, non possono essere intesi come una limitazione del compito missionario della Chiesa, che la impegna ad annunciare incessantemente Cristo come la via, la verità e la vita”.

     
    Dal canto suo, il cardinale Levada ha affermato che nella Plenaria, in vista di un eventuale Documento, sono state esaminate le questioni della bioetica “per trovare una conveniente soluzione morale, alla luce dei principi generali dell’antropologia cristiana”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina alcuni presuli della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina, in visita "ad Limina".

    In Messico, il Papa ha nominato vescovo di Aguascalientes mons. José María De la Torre Martín, finora vescovo titolare di Panatoria ed ausiliare dell’arcidiocesi di Guadalajara. Mons. José María De la Torre Martín è nato a Pegueros, Municipio di Tepatitlán, Jalisco, diocesi di San Juan de Los Lagos, il 9 settembre 1952. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 1° giugno 1980 ed è stato consacrato vescovo il 16 luglio 2002.

    In India, il Papa ha nominato vescovo di Cuddapah il rev. Prasad Gallela, del clero di Kurnool, direttore spirituale e professore di Filosofia presso il St. John’s Regional Seminary a Kondadaba. Il rev. Prasad Gallela è nato il 7 aprile 1962, nel villaggio di Adoni nella Diocesi di Kurnool. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 1° marzo 1989 ed è stato incardinato nella Diocesi di Kurnool.

    In Portogallo, il Santo Padre ha nominato ausiliare del Patriarcato di Lisbona il rev. Joaquim Augusto da Silva Mendes, direttore della Scuola Salesiana di Manique a Lisboa, assegnandogli la sede titolare vescovile di Caliabria. Il rev.do Joaquim Augusto da Silva Mendes è nato a Castelões de Cepeda (Peredes), diocesi di Porto, il 14 marzo 1948. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 24 luglio 1983.

    Il Papa ha nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. Takashi Gojobori, vice-direttore del National Institute of Genetics di Mishima e professore di Genetica nel Center for Information Biology and DNA Data Bank of Japan (DDBJ) del National Institute of Genetics di Mishima (Giappone). Il prof. Takashi Gojobori, nato a Fukuoka (Giappone) nel 1951, ha lavorato in modo approfondito sui tassi di sostituzione sinonimi e non-sinonimi delle sequenze geniche, sulla selezione positiva, sul trasferimento orizzontale di geni, sull'evoluzione dei virus, sull'evoluzione genomica e sull'espressione comparata dei geni. Negli ultimi anni, i suoi studi si sono focalizzati sugli aspetti evolutivi del cervello e del sistema nervoso centrale. Oltre ad aver ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali, nel 2006 è stato eletto Foreign Honorary Member dell'American Academy of Arts and Sciences, e, sempre nello stesso anno, Fellow dell'American Association for the Advancement of Science.

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    Dal 2 al 6 aprile, a Roma, il primo Congresso apostolico mondiale della Misericordia

    ◊   Un grande evento a segnare la vita della Chiesa: Roma ospiterà dal 2 al 6 aprile prossimo il primo Congresso apostolico mondiale della Misericordia. Stamane in Sala Stampa vaticana ne hanno parlato con i giornalisti il presidente ed il coordinatore generale del Congresso, il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, e padre Patrice Chocholski, oltre a mons. Mauro Parmeggiani, segretario generale del Vicariato di Roma. Il servizio di Roberta Gisotti:


    Un tema vitale per la Chiesa e la società, a dispetto del poco rilievo mediatico che si potrebbe ipotizzare, ha detto padre Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa, rivolto agli operatori dei media, sollecitati a raccogliere la sfida. Sì, perché la Divina Misericordia può cambiare il mondo, per accendere “la scintilla di una nuova civiltà dell’Amore”, come titola il primo Congresso apostolico mondiale, che si aprirà a Roma il 2 aprile, nel terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, “il grande indimenticato Papa” “affascinato fin dalla gioventù dal segreto della Divina Misericordia, ha sottolineato il cardinale Christoph Schönborn.

     
    "Tranne la misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani", aveva osservato Papa Wojtyla, inaugurando nel 2002 il nuovo Santuario della Divina Misericordia a Lagiewniki, in Polonia, dove aveva vissuto Faustyna Kowalska, la suora e mistica, nelle cui visioni la misericordia di Dio ha avuto un ruolo centrale, santificata durante l’Anno Santo del 2000. Da allora ogni domenica dopo la Pasqua – aveva stabilito Giovanni Paolo II – si festeggia la Divina Misericordia. Tutto ciò ha ricordato l’arcivescovo di Vienna per sottolineare la continuità del messaggio tramandatoci dall’‘apostola della misericordia’ vissuta tra le due guerre e morta a 33 anni nel 1938, “quando il mondo era inondato di odio”, ha osservato il porporato, indicando che “anche il congresso di Roma dovrà chiaramente dimostrare che la misericordia è il nucleo centrale del messaggio cristiano”. Messaggio di pace tra i popoli e le religioni:

    "L'idea di un Congresso mondiale su questa tematica è un po' troppo generosa o un po' troppo ambiziosa; ma l'universalità di questo messaggio, sul quale Giovanni Paolo II ha tanto insistito e Papa Benedetto XVI l'ha ripreso tante volte, già, in questi due anni, vuol dire che qui veramente c'è una parola per il nostro tempo, per il mondo intero".
     
    “Il messaggio di Giovanni Paolo II e Faustyna Kowalska non è un principio astratto, ma ha un nome ed un volto: Gesù”, ha proseguito il cardinale Schönborn:

    "Il progetto di questo Congresso è proprio quello di riflettere insieme, di scambiare le esperienze e di ascoltare ciò che il Signore ci dice attraverso questo messaggio e le esperienze che si fanno".
     
    La diocesi del Papa si prepara dunque con fervore a vivere cinque giorni di preghiere, studio, dibattito e testimonianze anche di personalità non cattoliche, oltre ad esperienze di missione ad gentes. Roma sarà punto di partenza per i Congressi della Misericordia che si terranno prima a livello continentale nel 2009, e poi a livello nazionale nel 2010 e diocesano nel 2011.

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    Mons. Marchetto: il mondo della pesca è in crisi: a rischio un miliardo di persone

    ◊   Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha aperto oggi la riunione annuale dei Coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare, che rappresentano le diverse regioni del mondo marittimo. L'incontro, che si concluderà il 2 febbraio, è presieduto dal cardinale Renato Raffaele Martino e dall’arcivescovo Agostino Marchetto, rispettivamente presidente e segretario del dicastero. Subito dopo, avrà luogo la riunione del Comitato internazionale della Pesca dell’Apostolato del Mare. Giovanni Peduto ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto le motivazioni di quest’incontro:


    R. - L’Apostolato del Mare è una «Opera» cattolica, così come la definì la Costituzione Apostolica Pastor Bonus (1988), presente in quasi tutti i paesi marittimi. Con i suoi 8 Coordinatori regionali (America del Nord e Latina, Europa, Oceano Indiano, Africa Atlantica, Asia del Sud Est e del Sud), l’A.M. è impegnato nella pastorale dei pescatori, dei marittimi, degli equipaggi e dei passeggeri a bordo delle navi da crociera e degli yachts (piccolo cabotaggio). Perciò, è importante riunirsi almeno una volta l’anno per fare il punto sulla situazione pastorale, ascoltare, condividere e stabilire, infine, il programma delle attività pastorali. In questa prospettiva, è chiaro che ogni continente, ogni oceano ha la propria specificità che noi dobbiamo riconoscere e rispettare ma conservando un senso di unità nell’insieme.

     
    D. - Qual è l’importanza di questa riunione?

     
    R. - Quest’anno la riunione è di particolare importanza poiché si terrà 6 mesi dopo il XXII Congresso Mondiale che si è svolto a Gdynia in Polonia, nel mese di giugno 2007, il cui tema è stato: In Solidarietà con la gente di Mare, testimoni di speranza attraverso la Parola di Dio, la Liturgia e la Diaconia. Questo Congresso ha ottenuto un vivo successo, nell’opinione generale, ed ha formulato conclusioni e raccomandazioni che bisogna adesso mettere in pratica, riguardo al futuro sviluppo dell’apostolato, in un mondo marittimo la cui economia rimane fragile. Abbiamo infatti notato già da qualche tempo che il trasporto marittimo, trainato dalla straordinaria crescita economica in Asia, gode di prezzi molto favorevoli e di una prosperità certa, ma nel contempo constatiamo delle nubi all’orizzonte a causa del prezzo del petrolio che non cessa di aumentare e dei segni di recessione economica nel mondo occidentale. Anche in questo tempo di prosperità, il mestiere marittimo rimane, purtroppo, un mestiere molto duro, e quotidianamente siamo testimoni di tragedie sia in terra ferma che in mare. Quasi ogni giorno sentiamo parlare di naufragi, scomparsi in mare, di nuovi «boat people», questi emigranti che non esitano ad affrontare gli oceani per fuggire dalla fame e dalla disoccupazione, nella speranza di trovare una vita migliore nei paesi sviluppati. È proprio in questo contesto che i cappellani e numerosi laici impegnati sono chiamati a promuovere la solidarietà e la dignità umana con la gente di mare, a predicare e testimoniare il Vangelo, attenti altresì alla promozione umana.

     
    D. - Sabato 2 febbraio si riunirà anche il Comitato Internazionale dell’Apostolato del Mare per la Pesca. Cosa può dirci a tale proposito?

     
    R. - Il mondo della pesca è in crisi. Lo stock mondiale di pesci è al suo più basso livello. Per la prima volta nella storia si teme la scomparsa dei pesci nei mari. In effetti, il 75% delle risorse marine conosciute è sovrasfruttato, nonostante il grido d’allarme ed il sistema delle quote imposto soprattutto nei paesi sviluppati. Dato che più di un miliardo di persone dipendono dalla pesca per i loro bisogni alimentari e che si stima a 41 milioni il numero di persone che lavorano direttamente in questa attività, l’esaurimento delle risorse ittiche rappresenta un gravissimo pericolo per tutta questa popolazione. Intere comunità di pescatori rischiano di scomparire, ed è dunque un intero modo di vivere che sta per inabissarsi. Un esperto della FAO ed un altro dell’ILO saranno con noi per aiutarci ad approfondire la nostra riflessione ed a stabilire delle priorità nella nostra azione pastorale che tengano conto di questa realtà in evoluzione.

     
    D. - Quale sarà in questo contesto, allora, il contributo della Chiesa?

    R. - I lavoratori del mare tendono a lavorare e ad agire individualmente. È per questo motivo che la loro voce è raramente ascoltata a livello nazionale o internazionale. È dovere dell’Apostolato del Mare di essere portavoce di chi voce non ha, aiutandoli a prendere coscienza della situazione che vivono e degli obblighi che dovranno fronteggiare. È dovere altresì di essere sempre vicini e solidali con tutti coloro che lavorano in questo settore per il bene e la dignità del marinaio e del pescatore. Naturalmente, ci sono anche segni di speranza. Infatti, sia a livello di trasporto marittimo che della pesca, esistono Convenzioni importanti adottate dall’ILO nel 2006 e 2007, che rappresentano una grande opportunità per il mondo marittimo. Adesso bisognerà che l’A.M. compia nel mondo opera di ‘advocacy’ per far sì che tali Convenzioni siano ratificate ed abbiano forza di legge al più presto.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Anglicani, confronto interno e dialogo ecumenico: nell’informazione religiosa un articolo di Donald Bolen, del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

    Incontro, in cultura, con lo studioso di letteratura rabbinica antica Jacob Neusner: articolo di Andrea Monda.

    Francesco Licinio Galati recensisce l'opera di Neusner “Un rabbino parla con Gesù” (riproposto ora dalle edizioni San Paolo).

    Antonio Paolucci sul pittore Guido Cagnacci, cui Forlì dedica una mostra (per la prima volta vengono riunite le opere dell’artista).

    Una cronaca di Roberto Sgaramella sul dibattito - ieri all’Università Cattolica del Sacro Cuore - in merito al discorso del Papa alla Sapienza.

    Bambini soldato ancora arruolati in tredici Paesi: nell’informazione internazionale rilievo a tale questione, che Ban Ki-moon chiede rientri tra le competenze della Corte penale internazionale.


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    Oggi in Primo Piano



    Migliaia di persone ai funerali dell'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Christodoulos

    ◊   Migliaia di persone hanno partecipato oggi ai funerali dell'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Christodoulos, morto lunedì scorso all'età di 69 anni. Nel Paese è stato proclamato il lutto nazionale per quattro giorni. Le esequie sono state presiedute nella cattedrale della capitale greca dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I: presente anche una delegazione della Santa Sede guidata dal cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, accompagnato da mons. Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il Papa in un messaggio di cordoglio ricorda l’impegno ecumenico dell’arcivescovo Christodoulos che aveva incontrato in Vaticano nel dicembre del 2006: una visita storica che aveva rilanciato l’amicizia tra cattolici e ortodossi di Grecia. Ma sulla figura di Christodoulos ascoltiamo mons. Dimitrios Salachas, consultore presso il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e la Congregazione per le Chiese Orientali, intervistato da Fabio Colagrande:
     

     
    R. – Si è adoperato per restituire voce alla Chiesa, per i problemi del Paese, difendendo strenuamente i valori morali, l’eredità cristiana ortodossa della Grecia messi in discussione proprio dalla laicità, dalla secolarizzazione, dalla globalizzazione che segnano anche il nostro Paese. I suoi rapporti con la politica, lo Stato, i governanti spesso tesi, miravano proprio a riportare nella pastorale della Chiesa di Grecia l’attenzione per la soluzione dei problemi reali, culturali, economici dei poveri. E’ stato vicino specialmente alla gioventù, ha portato i giovani alle chiese: “Venite come siete, non vi preoccupate: la Chiesa vi ama!”. Lui ha percorso praticamente tutta la Grecia, incontrando nelle scuole, ovunque, i giovani. Era molto attento a questa gioventù che si allontanava dalla religiosità.

     
    D. – Mons. Salachas, come erano i rapporti di Christodulos con la Chiesa cattolica in Grecia?

     
    R. – C’è da notare che in tutti questi sette mesi di malattia dell’arcivescovo, i fedeli cattolici hanno pregato per lui. La Chiesa cattolica di Grecia partecipa nella preghiera al lutto della Chiesa ortodossa. Egli ha inaugurato degli ottimi rapporti e l’ha fatto coraggiosamente, malgrado le reazioni di una buona parte della sua gerarchia e del mondo dei monaci, specialmente. Ha ricevuto diverse volte la Conferenza episcopale cattolica; non dimentichiamo che Christodulos aveva compiuto i suoi studi in una scuola cattolica e così ha aperto a buoni rapporti in diverse parti, in diverse isole dove i cattolici sono presenti in buon numero. I rapporti sono ottimi, con i nostri fratelli e con la gerarchia locale: ricordiamo l’accoglienza – sia pure con tante difficoltà – del compianto Pontefice Giovanni Paolo II ad Atene, sull’areopago, e la dichiarazione di comune impegno per i valori cristiani dell’Europa; lo ha ripetuto – Christodulos – anche durante l’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI ... Tutti questi sono eventi che hanno accresciuto l’apertura della Grecia verso il mondo cristiano europeo ...

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    Parrocchie e movimenti ecclesiali uniti nella missione evangelizzatrice della Chiesa: convegno a Roma

    ◊   Seconda e ultima giornata oggi, presso il Centro Congressi Villa Aurelia, in Roma, del convegno “Parrocchie e nuova evangelizzazione. L’apporto di Movimenti Ecclesiali e Nuove Comunità”. Nella mattina l’intervento del cardinale vicario Camillo Ruini, mentre è atteso nel pomeriggio il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:


    Rinnovare lo slancio missionario aprendo alla collaborazione con i movimenti ecclesiali. Questo l’invito rivolto alle parrocchie italiane e d’Europa dai partecipanti al convegno promosso a Roma dal Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis in collaborazione con la Comunità dell’Emmanuel. Un’esortazione a guardare alla Chiesa quale unità pluriforme, dove – citando il pensiero dell’apostolo Paolo – i carismi nella loro varietà, i diversi ministeri e le molteplici e differenti attività sono riconducibili ad un solo Spirito e un solo Dio. Realtà variegate e pur tutte impegnate a corrispondere al mandato di Cristo “Andate ed evangelizzate”, che affida alla Chiesa universale la missione apostolica. Il significato di questo compito nelle parole di mons. Malcom Ranjith, segretario per la Congregazione del Culto Divino, intervenuto all’incontro:

     
    "Per natura la Chiesa è missionaria, perciò anche la parrocchia è missionaria. La missione è affidata da Cristo alla Chiesa universale e la Chiesa locale e la parrocchia diventano parte di questa missione. Essere missionaria significa cercare di avere un approccio, annunciando e testimoniando la salvezza in Gesù a tutti, non solo a quelli che sono cattolici o che sono andati via dalla Chiesa per varie ragioni, ma anche a tutti gli altri".

     
    Nell’adempiere a questo mandato, ciascuna parrocchia trova sostegno nella collaborazione dei movimenti ecclesiali. Ancora mons. Ranjith:

     
    "Ogni parrocchia dovrebbe utilizzare al massimo questi movimenti e i movimenti stessi devono pensare che loro non sono al di fuori della parrocchia, ma che devono stare all’interno di essa, al servizio della parrocchia e della missione".

     
    Un’azione congiunta che riconosce nei carismi apostolici un “dono provvidenziale dello Spirito Santo”. Ascoltiamo Jean-Luc Moens, responsabile della Comunità dell’Emmanuel a Roma:

     
    "Mi sembra importante che le parrocchie si aprano alle nuove realtà della Chiesa, che il Papa Giovanni Paolo II aveva chiamato 'le sorprese dello spirito'. Queste sorprese sono missionarie, sono un segno dello Spirito, perché lo Spirito è lo Spirito della missione. Dobbiamo, dunque, lavorare insieme per evangelizzare, perché è il compito che il Signore ci dà".

     
    Un’evangelizzazione nuova dunque che segna un’evoluzione rispetto al passato. Lo spiega don Pigi Perini, della parrocchia di Sant’Eustorgio a Milano:

     
    "Il Papa è stato esplicito: nuova nell’entusiasmo, nuova nei metodi, e perciò bisogna avere il coraggio di intraprendere, di incamminarsi sulle vie della novità, nella sua espressione. Anche il linguaggio deve essere attuale".

     
    Nuovi compiti attendono dunque la Chiesa da poco affacciata nel Terzo millennio. Sfide che la vedranno forte dell’unità di tutti i membri.

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    Dialogo tra fede e laicità: la riflessione del cardinale Poupard

    ◊   Il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, ha presentato in questi giorni, a Roma, il suo libro “Le religioni nel mondo”. Si tratta di una riedizione artistica a tiratura limitata, curata da mons. Pasquale Iacobone. Alla presentazione è intervenuto anche l’attuale presidente del dicastero, mons. Gianfranco Ravasi. Durante l’incontro si è parlato del ruolo della religione nella società e del dialogo, a volte difficile, tra fede e laicità. Ascoltiamo in proposito lo stesso cardinale Poupard, al microfono di Stefano Cavallo:


    R. – Stiamo attenti a non sposare in modo cieco gli stereotipi... Ricordo il sociologo americano di Chicago, Peter Berger, uno dei più grandi sociologi della religione, conosciuto a Tokyo, in un colloquio molto interessante. Lui, parlando della tesi secondo la quale la modernità è sinonimo di secolarizzazione, dice un fatto quasi unico per uno studioso di fama internazionale: “La tesi è molto semplice – dice – ed io sono stato uno che l’ha propagata, ma questa tesi è falsa”. Allora partendo da qui fa tutto uno studio, che vale anche oggi se si è attenti all’attualità quotidiana, dicendo che non si può capire il nostro tempo se non si fa entrare il fattore religioso. Contrariamente alle tesi del positivismo, non è vero che ci sarebbero tre momenti nella storia dell’umanità: l’età delle favole, quella della metafisica e della religione e quella retta dalla ragione, dalla filosofia e dalla tecnica. L’uomo è religioso anche quando nega la religione, perchè lo fa in modo religioso e tocca l’assoluto.

     
    D. – Come fare per parlare della spiritualità e della religiosità in modo obiettivo ed aperto?

     
    R. – Ogni uomo, ogni donna, come diceva il mio amico e compianto filosofo protestante francese, Paul Ricard, cerca di dare un senso alla sua azione quotidiana, ma alla fine c’è la ricerca del senso dei sensi. E’ per questo che la religione ci aiuta a rispondere ai famosi tre quesiti che il pittore Gauguin aveva messo sul suo famoso quadro: “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove stiamo andando?”. Ricordo il Principe di Asburgo che diceva: “Come possiamo sapere dove andiamo, se non sappiamo da dove veniamo?”. Come dice il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella sua Costituzione “Nostra Aetate”, ogni uomo si interroga su cosa sia la vita, che cosa sia la sofferenza, che cosa sia l’amore, che cosa sia la morte. Ed ogni religione tenta di dare una risposta a questi quesiti. E per noi cristiani è una risposta che viene dal cielo. Comunque è importante poter dialogare e questo è il senso del dialogo interreligioso.

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    Chiesa e Società



    Vietnam: veglia dei cattolici per riavere la vecchia nunziatura espropriata dallo Stato

    ◊   Continua la preghiera dei cattolici di Hanoi, nella Toa-Kham-Su, la vecchia delegazione apostolica, malgrado sia scaduto l’ultimatum delle autorità di polizia di abbandonare il complesso. Dal 23 dicembre l'edificio è punto di raccolta di migliaia di cattolici che domandano di riavere indietro lo stabile sequestrato dallo Stato nel ’59 e che ora sta per essere venduto per fare ristoranti e night club. Nel giardino, sacerdoti, suore e laici hanno formato un cerchio intorno alla statua della Vergine ivi esistente ed al grande crocefisso che vi hanno portato. Dopo i tafferugli dei giorni scorsi, riferisce l'Agenzia AsiaNews, la polizia non ha preso iniziative, limitandosi a mandare qualche pattuglia a controllare cosa sta succedendo. Tra i presenti, un gruppo di giovani ha elaborato ed illustrato una serie di proposte per i fedeli cattolici. Una sorta di decalogo, del quale riferisce Vietcatholic News, che va dall’“essere presenti a Toa-Kham-Su” al “dare sostegno materiale e spirituale ai fedeli impegnati nella veglia”, dal “dare notizie ai website su cosa sta accadendo” al “discutere con gli altri delle false informazioni diffamatorie fabbricate da televisioni, radio e giornali nazionali”. In proposito, se i media vietnamiti attaccano la “pretesa” della Chiesa di ottenere la restituzione dell’edificio, "Nham Dam", organo ufficiale del Partito comunista, riferisce di una visita - lunedì scorso - dell’arcivescovo Ngo Quang Kiet al presidente del Fronte patriottico, Huynh Dam. L’incontro sarebbe stato motivato dagli auguri per il nuovo anno lunare (il Tet) che comincia il 7 febbraio. Il giornale riferisce poi genericamente di impegni dei cattolici per attività umanitarie e per lo sviluppo pacifico della capitale e di “apprezzamento” del Fronte per le loro attività. Da parte sua la VNA, l'agenzia ufficiale vietnamita, dà notizia di un’altra visita compiuta ieri all’arcivescovo da parte del vicepresidente e segretario generale del Fronte, Vu Trong Kim. Ufficialmente motivata anch’essa dagli auguri per il Tet, nel resoconto dell’agenzia il colloquio ha dato occasione al dirigente comunista di dire che “il Fronte apre sempre le sue porte a tutti i cattolici che vogliono esporre i loro problemi” e di “esprimere l’impegno che l’organizzazione vuole lavorare con le competenti autorità per affrontare tali problemi”. (A cura di Roberto Piermarini)

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    Visita in Kenya di una delegazione del Consiglio Mondiale delle Chiese

    ◊   E' iniziata ieri e durerà fino al 3 febbraio la visita pastorale in Kenya di una delegazione del World Council of Churches (WCC/COE), il Consiglio ecumenico delle Chiese. Attualmente, le varie denominazioni del Paese africano stanno cercando di favorire la pace e la riconciliazione, dopo l’ondata di violenza degli ultimi giorni in cui i morti sono stati almeno 700 e circa 250 mila gli sfollati. Due gli obiettivi della visita del Consiglio Ecumenico delle Chiese: portare alla Chiesa keniota la solidarietà delle denominazioni cristiane di tutto il mondo e cercare di capire come la cooperazione internazionale possa supportare nel modo migliore gli sforzi della Chiesa del Kenya verso la pace e la riconciliazione. Le scene di violenza degli ultimi giorni, ha detto Samuel Kobia, segretario generale del WCC/COE, “ritraggono una Nazione che a fatica si riconosce come Kenya”. Esprimendo la speranza che il Paese “riesca a superare la situazione attuale e che le Chiese giochino un ruolo importante nell’accelerare questa fase”, Kobia definisce la visita della delegazione “un modo per dire che ci sentiamo parte della stessa famiglia: nel momento in cui una parte di essa viene ferita, noi tutti veniamo feriti con lei”. Tra i membri della delegazione, anche il reverendo Clifton Kirkpatrick, presidente dell’Alleanza mondiale delle Chiese riformate, e il reverendo Thomas Olmorijoi Laiser, vescovo della Chiesa evangelica luterana di Arusha, in Tanzania. La visita fa parte del “Decennio per superare la violenza”, sancito dal WCC: l’iniziativa, avviata nel 2001, vuole promuovere la pace e culminerà nel maggio 2011. (I.P.)

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    Il governo australiano si scusa con gli aborigeni

    ◊   Il governo australiano ha annunciato che presenterà le scuse formali agli aborigeni australiani per la questione della cosiddetta “generazione rubata”, come ha sottolineato il neoministro per gli Affari indigeni, Jenny Macklin, del governo del nuovo premier Kevin Rudd. Si spera che tale passo, atteso e discusso da molti anni, scrive l'Agenzia Fides, possa aiutare il processo di riconciliazione nazionale di integrazione delle minoranze aborigene nella società australiana. Il fenomeno della "stolen generation" (generazione rubata) si riferisce alla pratica, in voga nel secolo scorso, per cui circa 100mila figli di coppie miste furono allontanati dalle loro famiglie, sulla base di politiche governative che ritenevano gli aborigeni in via di estinzione. Secondo un’inchiesta avviata nel 1997 e il rapporto “Bringing them home”, i bambini, strappati alle loro famiglie di origine e messi in orfanotrofi, subirono profonde sofferenze psicologiche, perdendo la loro identità e la loro cultura. La Chiesa cattolica ha accolto con soddisfazione l’annuncio del governo, che si incammina in un sentiero di riconciliazione e di pace, da sempre una priorità per la comunità cattolica. I Vescovi in passato hanno invitato a promuovere iniziative che stabilissero ponti fra la cultura dominante e quella delle minoranze indigene, avviando progetti per lo sviluppo economico e sociale di quelle popolazioni, spesso abbandonate in situazione di povertà e analfabetismo. La comunità cattolica ha sempre lavorato per l’armonia e la pace sociale, con progetti di sviluppo sociale, economico e culturale, gestiti da numerose comunità e congregazioni religiose. Nella “Giornata per la Giustizia Sociale 2006”, la Chiesa ha portato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema: “Il cuore del nostro paese: dignità e giustizia per i nostri fratelli e sorelle indigeni”, affermando che “quella degli aborigeni resta ancora una delle questioni più pressanti di giustizia nel nostro paese, ed è una sfida importante per la Chiesa”. Fra i grandi esempi di apostolato sociale vi è Suor Mary MacKillop, prima australiana beatificata, che visse in Australia nel XIX secolo e fondò le suore di San Giuseppe, ancora oggi molto impegnate per difendere i diritti delle comunità indigene e per promuovere il loro benessere e la loro integrazione nella nazione australiana. Le suore di San Giuseppe vivono oggi in mezzo alle comunità aborigene a Kimberly, Coober Pedy, Nuovo Galles del Sud e nei rioni periferici, ai margini delle principali città australiane. (R.P.)

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    Rapporto dell'ONU sui bambini soldato: sono 12 i Paesi ancora colpiti da questo flagello

    ◊   Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha annunciato un severo giro di vite per incrementare tutte le misure “necessarie” a fermare “il flagello” dei bambini soldato. Nella nuova relazione su infanzia e conflitti armati, il segretario generale dell’ONU sottolinea che è seriamente intenzionato a portare i responsabili di questo turpe reclutamento davanti ai giudici della Corte Penale Internazionale. L’impiego dei bambini nei conflitti armati – ricorda il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, ‘Avvenire’ – è ancora una pratica corrente in più di 12 Paesi. Le situazioni più allarmanti si registrano in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Filippine, Somalia e Uganda. Anche nell’ultima relazione dell’ONU, che si riferiva al periodo da ottobre 2006 ad agosto 2007, si denunciava una sistematica violazione dei diritti umani in questi Stati. Ora Ban Ki-moon chiede maggiori sforzi alla comunità internazionale e lo fa con le testimonianze di chi ha assistito a crimini perpetrati contro i bambini. Nella maggior parte dei casi, vengono rapiti nei campi profughi e poi restano vittime di violenze e stupri, durante i conflitti armati. Drammi molto frequenti anche in Sri Lanka, nel campi del nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, e in aree di guerra, come Iraq e Afghanistan. Nel rapporto dell’ONU, si denuncia infine che aumentano gli attacchi contro scuole e insegnanti. “Questi crimini – avverte il segretario generale delle Nazioni Unite – non si possono più tollerare”. (A.L.)

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    Presentato a Kinshasa il film sulle attività dell'Opera don Guanella in favore dei ragazzi di strada

    ◊   Nella Repubblica Democratica del Congo è stato presentato nei giorni scorsi presso il Grand Hotel di Kinshasa “Promouvoir la vie”, un film sulle iniziative ed attività promosse dall'Opera don Guanella a favore dei ragazzi di strada. Presenti autorità politiche, amministrative, religiose, del mondo imprenditoriale e degli organismi internazionali. “All'incontro - spiega in una nota inviata all’Agenzia Fides dall’Opera don Guanella, Padre Guido Matarrese, direttore delle attività - seguiranno altre manifestazioni, che vedranno il sostegno anche di radio e Tv, reso possibile dalla sponsorizzazione del film ad opera della ditta Bracongo”. P. Matarrese ha confermato inoltre di essere stato interpellato dall'Ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa per partecipare ad una Conferenza Internazionale in Oriente, nel mese di giugno, organizzata dall'UNESCO, sul problema della gioventù in situazioni difficili. L'Opera don Guanella è presente a Kinshasa con tre Case di accoglienza per circa 180 tra ragazzi e ragazze; un Centro diurno che accoglie 110 giovani di strada; un centro notturno per 40 ragazzi; una comunità agricola per l'educazione professionale dei giovani ed una vicina scuola rurale per 200 ragazzi; un ambulatorio per le emergenze e l'assistenza dei ragazzi e degli operatori, dotato anche di una ambulanza per le emergenze notturne, frequenti a causa di scontri e risse. (R.P.)

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    In Kosovo, l'amministratore apostolico auspica soluzioni per il bene della gente

    ◊   “Non spetta alla Chiesa appoggiare una soluzione politica piuttosto che un’altra. Quello che ci sta a cuore è il bene del popolo; preghiamo perché ogni decisione sia assunta nel bene della gente e ci auguriamo che serbi e kosovari possano vivere insieme”. E’ quanto ha dichiarato mons. Dode Gjergji, amministratore apostolico del Kosovo, pochi giorni prima della tornata elettorale in Serbia di domenica prossima: i serbi dovranno scegliere al ballottaggio il nuovo presidente della Repubblica. E’ un voto atteso anche perché, secondo alcuni analisti, dovrebbe anticipare di poco il riconoscimento da parte dell’Unione Europea dell’indipendenza del Kosovo che Belgrado continua a considerare una propria provincia. “Preghiamo – dichiara mons. Dode Gjergji all’agenzia Sir - affinché il popolo serbo possa trovare la speranza in un futuro anche senza Kosovo. Perché se non potremo vivere insieme potremo almeno avere rapporti di buon vicinato”. Sulla possibile indipendenza del Kosovo, riconosciuta dall’Unione Europea, mons. Gjergji afferma poi di “non voler entrare nel merito. La Chiesa – conclude - chiede solo la pace per questa terra”. (A.M.)

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    L'arcivescovo di Santa Cruz: fuori luogo le feste per il carnevale in Bolivia, dopo le inondazioni che hanno colpito il Paese

    ◊   L'arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas Sandoval, ribadisce la solidarietà della Chiesa alle migliaia di vittime delle inondazioni che hanno colpito, in questi giorni la Bolivia: l’ultimo bilancio, ancora provvisorio, è di almeno 39 morti tra cui un volontario italiano della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il porporato ha anche sottolineato che in questo momento di dolore le iniziative per il carnevale sono fuori luogo. “Queste ricorrenze – ha detto – ci distraggono portandoci nel regno delle cose infantili, delle cose del passato”. Secondo l’arcivescovo, dietro la festa del carnevale “ci sono motivi commerciali”. “Il regno di Dio – ha continuato – non è un momento di distrazione, di evasione”. Il cardinale ha poi affermato che in Bolivia è necessario promuovere giustizia, pace e unità. "Qui da noi - ha precisato – il regno di Dio non è un piccolo momento di svago”: “Dio entra nel cuore di ognuno per cambiarlo”. Intanto, secondo il programma alimentare mondiale dell’ONU (PAM), “servono aiuti alimentari per circa 26 mila famiglie per un periodo di tre mesi”. Lo scorso 22 gennaio il presidente Evo Morales ha dichiarato lo stato di emergenza. Un settore molto colpito, infine, è quello agricolo: sono a rischio 11 mila ettari di coltivazioni. (A.L.)

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    Il cardinale Bertone inaugurerà il 23 febbraio a Cuba un monumento dedicato a Giovanni Paolo II

    ◊   Una torre, una campana e una croce e, di fronte, la statua di Giovanni Paolo II e alcuni pannelli con le sue parole: “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”. A fianco, le bandiere di Cuba e della Santa Sede. Sarà il primo monumento a Giovanni Paolo II collocato in un luogo pubblico, ossia in un terreno non di proprietà della Chiesa, e sarà inaugurato il 23 febbraio prossimo a Santa Clara dal cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, che sarà a Cuba dal 20 al 26 febbraio per ricordare i dieci anni della visita di Giovanni Paolo II (21-25 gennaio 1998). Mons. José Félix Pérez, segretario esecutivo della Conferenza episcopale cubana, ha confermato all’agenzia Sir che “sarà celebrata una messa la sera di giovedì 21 nella cattedrale dell’Avana”; la sera del 23 febbraio ci sarà poi la recita del rosario al santuario della Vergine del Cobre, a Santiago de Cuba. Il 24 il cardinale Bertone celebrerà inoltre la Santa Messa nella diocesi di Guantánamo. Quindi tornerà all’Avana per incontrare le autorità cubane”. “Sarà un momento di molta allegria per ricordare la visita di Giovanni Paolo II", continua mons. Pérez. "Vogliamo rendere attuale il suo messaggio, ricordarlo come messaggero di verità e speranza". Secondo mons. Pérez, in questi dieci anni "alcune cose sono cambiate per i cattolici: è cambiato in positivo il dinamismo pastorale della Chiesa, lo spirito missionario, manca però un accesso maggiore ai mezzi di comunicazione ed una più ampia azione sociale della Chiesa". In un articolo sulla rivista diocesana “Palabra nueva” il cardinale Jaime Ortega Alamino, arcivescovo dell’Avana, sottolinea “come la visita di Giovanni Paolo II a Cuba si sia impressa nella memoria del popolo cubano, dei popoli latinoamericani, dell’Europa, dell’America del Nord e del mondo intero”. (A.L.)

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    A poco meno di tre anni dalla morte, il cardinale Angelo Sodano ricorda la figura di Giovanni Paolo II

    ◊   “Il 2 aprile del 2005 l’angelo del Signore entrava nel palazzo apostolico per condurre l’anima del Santo Padre al cospetto del Signore. Ritengo che quella morte sia stata l’enciclica più bella che egli abbia mai lasciato alla Chiesa”. Con queste parole, il cardinale Angelo Sodano ha ricordato la figura di Giovanni Paolo II durante una conferenza tenutasi presso l’Università europea di Roma. Il porporato, già segretario di Stato dal 1991 al 2006, ha rievocato i tratti umani più significativi di Papa Wojtyla. Secondo il cardinale, Giovanni Paolo II ha lasciato 4 grandi messaggi: di santità, di verità, di solidarietà e di pace. “Il messaggio di santità – ha spiegato – lo ha espresso con la sua stessa vita: la grande serenità che esprimeva era frutto della certezza interiore della presenza di Cristo e del fuoco interiore del suo amore”. “Il messaggio di verità – ha proseguito – è espresso in particolare nelle encicliche Fides et Ratio e Veritas Splendor: negare la verità è come negare la luce del sole in una splendida giornata d’estate”. Nella Centesimus Annus – ha poi detto il porporato – ha ribadito la visione cristiana del lavoro, nel nuovo contesto internazionale di globalizzazione: “suo scopo era dare orientamento al libero mercato nell’ambito di un solido contesto etico e religioso”. Sul messaggio di pace lasciato in eredità da Papa Wojtyla - riferisce l'agenzia Zenit - il cardinale Sodano ha individuato, infine, “una “prosecuzione dell’azione pacificatrice di tutti i successori di Pietro: contribuì a scalfire la Cortina di Ferro e a far crollare il muro di Berlino”. “Degli ultimi istanti di vita di Giovanni Paolo II – ha concluso il cardinale Angelo Sodano – ricordo di quando gli chiesi la benedizione: il Santo Padre era ormai impossibilitato a parlare ma mi rivolse uno sguardo e un sorriso che valeva più di mille parole. Fu un commiato che non potrò mai dimenticare”. (A.L.)

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    In occasione dell’Anno Paolino, il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori visita la Fraternità di Istanbul

    ◊   Il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori (OFM), Fr. José Rodríguez Carballo, si è recato in visita alla comunità del suo Ordine a Instanbul. Fr. José Rodríguez Carballo ha incoraggiato i suoi compagni a continuare, specialmente nell’imminente Anno Paolino, il progetto di animazione sul dialogo ecumenico ed interreligioso, voluto dall’Ordine. Padre Carballo, il primo giorno, ha partecipato ad una preghiera ecumenica per l’unità dei cristiani, presieduta dall’arcivescovo armeno cattolico di Istanbul. Il giorno seguente, dopo aver ringraziato per la testimonianza e il lavoro dei membri della fraternità francescana, ha illustrato il cammino dell’Ordine e il progetto per la celebrazione dell’ottavo centenario della fondazione del carisma francescano. Fra Rubén Tierrablanca (OFM), Superiore della comunità francescana di Istanbul, ha raccontato all’Agenzia Fides della visita di Fr. Carballo e ha ricordato, a conclusione della Settimana per l’unità dei cristiani, la grande opportunità di dialogo, studi, relazioni, amicizia, offerta dalla celebrazione dell’Anno Paolino. Il francescano ha sottolineato con ottimismo: “Gli influssi positivi dell’Anno di San Paolo ci saranno in primo luogo per noi che formiamo la piccola minoranza cristiana nella Chiesa pellegrina in Turchia”. A conclusione del suo discorso, ha fatto da ultimo un accenno alla dichiarazione dei vescovi della Turchia: “Nella lettera dei vescovi della Conferenza episcopale di Turchia in occasione dell’Anno di San Paolo, i nostri pastori ci incoraggiano ad annunciare ed incarnare il Vangelo sull’esempio di Paolo, testimone dell’identità cristiana”. (C.C.)

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    Gli intellettuali cattolici partecipano in India a un dibattito sull'Islam

    ◊   “Cercare ciò che ci accomuna nella nostra fede in un Dio unico”. E’ questo il senso del messaggio redatto da circa 80 intellettuali cattolici indiani riunitisi nei giorni scorsi a New Delhi, su invito dell’Associazione di Studi Islamici, un gruppo istituito dalla Commissione episcopale indiana per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso. Il documento prodotto vuole essere un contributo al dibattito scaturito dalla lettera intitolata “Una parola comune tra voi e noi” che, nello scorso ottobre, 138 teologi e religiosi musulmani indirizzarono a Papa Benedetto XVI. Alla lettera si è aggiunto ora il messaggio dei ricercatori cattolici indiani, esperti del cristianesimo e dell’Islam. Il documento, redatto in inglese, sarà tradotto in urdu, la lingua più diffusa tra i musulmani indiani. Nel testo si legge: “Le differenze tra musulmani e cristiani, anche nelle pratiche religiose, non si possono nascondere, ma sono percepite “come sfide, piuttosto che come ostacoli” nella ricerca di un incontro sul terreno della vita concreta. In India i fedeli cristiani e musulmani costituiscono poco meno del 15 per cento su una popolazione di più di un miliardo di persone a maggioranza indù. E’ importante quindi invitare al dialogo e alla collaborazione, anche in occasione delle più importanti ricorrenze liturgiche di ambedue le religioni, “allo scopo di costruire una società indiana veramente aperta a tutti”. (C.C.)

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    Appello di organizzazioni umanitarie per tre detenuti ad Hong Kong: preoccupanti le loro condizioni di salute

    ◊   Destano particolare preoccupazione le condizioni di salute di tre detenuti, esponenti di organizzazioni umanitarie, in carcere ad Hong Kong. Per questo, alcune organizzazioni locali hanno lanciato un appello chiedendo al governo di liberarli. Si spera che il rilascio possa avvenire prima o in occasione del capodanno cinese, che nel 2008 si festeggerà il prossimo 7 febbraio. Intanto, la loro situazione sanitaria, già critica, continua a peggiorare. Hu Jia, ex direttore di un istituto per l’educazione sanitaria, è stato arrestato perché accusato di aver incitato “alla sovversione del potere statale”. E’ affetto da una grave patologia epatica ed ha urgente bisogno di adeguate cure mediche. Guo Feixiong è in carcere perché autore di un libro ritenuto diffamatorio sulla conduzione amministrativa di una città della provincia di Liaoning. Lo scorso mese di dicembre ha iniziato lo sciopero della fame e il suo quadro clinico non è confortante. Il terzo detenuto è Chen Guangcheng, condannato a quattro anni e tre mesi per “aver organizzato una mobilitazione per disturbare il traffico”. In realtà, secondo il suo avvocato e i responsabili del Centro asiatico per il progresso dei popoli, Chen avrebbe solo segnalato abusi compiuti da parte di alcuni funzionari locali impegnati nel controllo della vigente normativa sulla pianificazione familiare. Anche le sue condizioni di salute sono ritenute preoccupanti. Le organizzazioni pacifiste di Hong Kong invitano, quindi, ad inoltrare richieste di clemenza al governo di Pechino. La mobilitazione – sottolinea infine il quotidiano della Santa Sede, ‘L’Osservatore Romano’ – intende anche “porre l’accento sulla necessità di garantire l’integrità fisica e psichica dei tre detenuti e il rispetto dei diritti umani”. (A.L.)

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    Far conoscere e applicare le direttive: è l’obiettivo della Commissione di esperti istituita dai vescovi svizzeri per i casi di abusi sessuali

    ◊   Per i casi di abusi sessuali commessi nell’ambito della pastorale, la Commissione di esperti istituita nel 2002 si impegna seriamente a far conoscere sempre meglio e ad applicare le direttive promulgate dalla Conferenza dei vescovi svizzeri. Dove necessario, le direttive sono precisate e divulgate in vista di difendere meglio i diritti delle vittime e al fine di evitare nuovi casi. I membri della Commissione sono stati scelti sulla base della loro competenza professionale, provengono dalle diverse aree linguistiche della Svizzera e agiscono autonomamente. In base all’opinione data da autorevoli specialisti, “spetta in ultima analisi alla vittima o ad un suo rappresentante – si legge nel comunicato - denunciare il fatto. Solo quando la vittima o il suo rappresentante rinunciasse alla denuncia di quanto successo per motivi personali e allo scopo di evitare un successivo trauma, la Chiesa dovrà decidere se fare altrettanto”. Attualmente, la Commissione è composta da tre terapisti, due avvocati, due medici, un’insegnante, un giurista, un esperto di comunicazione, un rappresentante della Conferenza episcopale svizzera. (A.L.)

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    Inizierà il 3 marzo prossimo il 26.mo Capitolo generale dei Salesiani

    ◊   Avrà inizio il 3 marzo, presso il Salesianum di Roma, il 26.mo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana. Sono 233 i Salesiani, provenienti da ogni parte del mondo, che si riuniranno attorno al Rettor Maggiore Don Pascual Chávez, per riflettere insieme su come rispondere ai bisogni dei giovani di oggi, mantenendo la fedeltà e la vivacità del carisma di Don Bosco espresse nel motto “Da mihi animas cetera tolle”. L’apertura del Capitolo, riferisce l'Agenzia Fides, sarà preceduta da una serie di appuntamenti che vedranno i capitolari in pellegrinaggio ai luoghi salesiani a Torino e dintorni (23-25 febbraio), esaminare la situazione della Congregazione (26-27 febbraio) e partecipare agli Esercizi Spirituali (27 febbraio-2 marzo). Domenica 24 febbraio, il Rettor Maggiore presiederà l’Eucaristia nella Basilica di Maria Ausiliatrice, chiesa costruita dallo stesso Don Bosco. Il tema del Capitolo generale - “Da mihi animas” - è stato suddiviso, per una maggiore praticità e opportunità di approfondimento, in quattro aree tematiche: L’evangelizzazione: principalmente assunta nel campo dell’educazione; La proposta alla vita consacrata salesiana; La povertà evangelica, cifra di una donazione totale; Nuove frontiere per la missione salesiana lì dove si trovano i giovani di oggi. Nel corso del capitolo si procederà al rinnovo del Consiglio Generale eleggendo o confermando il Rettor Maggiore e i Consiglieri. La conclusione del Capitolo è prevista per il 12 aprile. I Salesiani nel mondo sono 15.750 (10.720 sacerdoti, 2.092 coadiutori, 2.805 seminaristi, 17 diaconi permanenti, 116 Vescovi, 484 novizi). Sono presenti in 129 nazioni di tutti i continenti con 1.847 case. (R.P.)

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    La Comunità di Sant’Egidio si prepara a celebrare il 40.mo anniversario della sua fondazione

    ◊   La Comunità di Sant’Egidio si sta preparando a celebrare il 40.mo anniversario della sua fondazione avvenuta il 7 febbraio del 1968. Domani pomeriggio per questo si terrà una celebrazione eucaristica a S. Giovanni in Laterano presieduta dal card. Tarcisio Bertone. Con l’occasione la Comunità ha tracciato un bilancio del 2007, un anno difficile che si è concluso positivamente con l’approvazione da parte dell’ONU della moratoria universale sulla pena di morte. Tratti salienti della vita della Comunità durante il 2007 sono stati l’impegno pubblico a favore delle persone più deboli, anziani e disabili; della famiglia; e il dialogo tra persone di cultura e religione diversa, nucleo centrale del percorso della Comunità durante l’anno appena trascorso. Filo conduttore lo sforzo di condividere con i poveri l’amore di Gesù, come il programma “Dream” dedicato ai poveri dell’Africa spesso dimenticati. Per Sant’Egidio, infine, il 2007 è stato anche un anno “vissuto per strada, nelle grandi periferie latinoamericane e asiatiche e nel centro delle grandi città europee”. (C.C.)

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    Il dialogo con il mondo giovanile al centro del convegno dell'Agesci conclusosi ieri ad Assisi

    ◊   Si sono conclusi ieri i lavori del convegno nazionale che ha riunito ad Assisi gli assistenti ecclesiastici dell’Agesci. L’obiettivo è stato quello di proseguire la riflessione associativa sulle tematiche relative all’educazione alla fede e alla proposta di catechesi in un contesto di nuova evangelizzazione, offrendo un’ulteriore occasione di formazione ai preti che sono vicini allo scoutismo. Si è approfondito, in particolare, il dialogo con i giovani sottolineando che questo costituisce uno strumento importante per affrontare i problemi che caratterizzano l’universo giovanile. Il bilancio dell’incontro – ha detto don Francesco Marconato, assistente ecclesiastico generale scout – "è molto positivo, al di là delle aspettative". Durante il convegno, è stata affrontata anche la questione legata ad una più efficace caratterizzazione della figura e del ruolo dell’assistente ecclesiastico. Il ruolo dell’assistente non è quello di colui che si propone come esclusivo responsabile del cammino di fede delle unità, ma diventa invece particolarmente significativo quando offre il proprio servizio ai capi, che sono chiamati per primi a proporre ai ragazzi un itinerario di educazione alla fede il più possibile vicino alle loro necessità. L’Agesci è nata nel 1974 dalla fusione delle Associazioni scout cattoliche Asci (maschile) e Agi (femminile). L’Associazione conta oggi circa 177.000 aderenti, di cui circa 30.000 educatori. L'Agesci è organizzata in circa 2000 gruppi locali e divisi in unità in relazione all'età. Nel 1907 l’inglese Lord Baden-Powell ideò e dette organizzazione al metodo educativo scout. Per aver maggiori informazioni, si può consultare il sito www.agesci.it (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ancora violenze in Kenya: ucciso un altro deputato dell'opposizione

    ◊   David Kimutai Too, deputato dell'opposizione, è stato ucciso stamane ad Eldoret, nella Rift Valley, centro ovest del Kenya. È il secondo deputato dell'opposizione ad essere ucciso in pochi giorni. Poco chiare, per ora, le circostanze dell'omicidio. Nella notte tra il 28 ed il 29 era stato ucciso da due sicari il deputato Mugabe Were, 39 anni, mentre rientrava a casa, poco dopo la mezzanotte, a Nairobi. Oggi un secondo parlamentare dell'Orange Democratic Mouvement (ODM, quello di Raila Odinga, che si ritiene il vincitore defraudato nelle recenti presidenziali) è stato ucciso, ed il portavoce del partito, Tony Gachoka, parla di una situazione che si deteriora giorno dopo giorno.

    Il dramma del Kenya al centro dell’apertura del vertice dell’UA
    E il Kenya è al centro del decimo vertice dell'Unione Africana (UA) che si è aperto stamane ad Addis Abeba. Al di là del titolo dedicato a “Lo sviluppo industriale in Africa”, a dominare i lavori saranno la tragedia keniana, quella del Darfur, e quella - in parte dimenticata, in parte rimossa - della guerra civile che ormai ha annichilito la Somalia, dal '91. All'ordine del giorno anche l'elezione del nuovo presidente della Commissione (gli organismi dell'UA, creata nel 2002, sono ricalcati su quelli dell'UE) che prenderà il posto di Konarè, già presidente del Mali. Comunque, l'argomento di maggior rilievo sarà il Kenya, nel tentativo di bloccare la deriva del Paese, ormai sul baratro di un disastro senza ritorno. Presente al summit il presidente del Paese, Mwai Kibaki, la cui contestata elezione ha sprofondato il Kenya nel baratro della violenza: in un mese ci sono stati un migliaio di morti, 260.000 sfollati, case distrutte, economia in ginocchio, violenze senza fine. La sua presenza, peraltro, ha irritato l'opposizione che non lo riconosce, ed avrebbe ritenuto più opportuno e corretto che non fosse lui a guidare la delegazione keniana, mantenendo così un basso profilo. Ad Addis Abeba presente anche il viceministro degli Esteri USA, con delega per l'Africa, Jendayi Frazer, che ha parlato di “pulizia etnica” in corso in Kenya, ed ipotizzato che se non tornerà la calma potrebbero essere decise non meglio specificate azioni internazionali.

    Medio Oriente
    All'indomani della pubblicazione del severo rapporto della Commissione Winograd sulla guerra in Libano (2006) la sensazione nel partito "Kadima" del premier Olmert è che la crisi sia stata superata. Stamane, Olmert ha convocato i dirigenti di partito e nessuno sembra parlare di crisi di governo. Sul contenuto del rapporto, il servizio di Graziano Motta.


    Il rapporto è severo con i vertici militari e politici: la guerra, scatenata in seguito al rapimento di due soldati israeliani da parte dei fondamentalisti hezbollah, non è stata vinta perché non sono state date risposte adeguate alle loro sfide che pure erano note. I loro lanci di missili hanno causato perdite in vite umane e gravi danni. Vi sono state lacune nella difesa civile e poi l’offensiva terrestre, intrapresa dopo le operazioni aeree che avevano devastato infrastrutture civili libanesi, ha evidenziato disorganizzazioni in preparazione e ritardi. Tuttavia quest’ultima decisione governativa viene definita legittima dal rapporto che non demolisce il primo ministro Olmert ma neanche lo assolve. Per questo egli non si dimette, pur dinanzi le richieste sia di buona parte dell’opinione pubblica, in particolare di militari riservisti e di madri di soldati caduti, sia dei partiti nazionalisti e confessionali che sono all’opposizione. Con essi concordano parecchi esponenti della maggioranza. Su una possibile crisi di governo, incombono le decisioni, ovvero le minacciate dimissioni del leader laburista, il ministro della Difesa Barak, mentre i nemici hezbollah esultano: il rapporto, secondo loro, ha accertato il fallimento degli obiettivi militari e strategici di Israele. (Per Radio Vaticana, Graziano Motta)

    Afghanistan
    Il vicegovernatore della provincia afgana di Helmand e altre cinque persone sono state uccise oggi in un attentato suicida in una moschea, di fronte ai principali uffici governativi a Lashkar Gah, il capoluogo della provincia meridionale di Helmand.

    Iraq
    Le truppe britanniche trincerate nell'aeroporto di Bassora (550 km a sud di Baghdad) hanno risposto a tiri di razzi katyusha, che avevano provocato in nottata il ferimento di tre soldati, con un raid aereo contro un quartiere da cui era partito l'attacco e che ha causato l'uccisione di un civile iracheno e il ferimento di altri cinque. Lo ha riferito oggi l'agenzia irachena Nina, precisando che - dopo il lancio dei razzi katyusha contro la base dell'aeroporto di Bassora in cui 5.250 soldati sono trincerati dal dicembre scorso - aerei britannici hanno bombardato il quartiere di Mohammad al-Qassim, nella zona ovest della seconda città dell'Iraq. Un portavoce militare britannico ha confermato che tre soldati sono rimasti feriti nell'esplosione dei razzi katyusha, ma ha smentito che un elicottero sia stato distrutto nell'attacco, attribuito a miliziani del movimento del leader sciita radicale Moqtada al-Sadr.

    Consultazioni in Italia per il governo funzionale alle riforma della legge elettorale
    Cominceranno nel pomeriggio le consultazioni del presidente del Senato, Franco Marini, che ha ricevuto ieri dal Capo dello Stato l’incarico esplorativo per formare un nuovo governo funzionale alla riforma della legge elettorale. Marini può contare sul sostegno del centrosinistra, ma il centrodestra chiude al confronto e chiede elezioni immediate. Il servizio di Giampiero Guadagni:


    Il primo a sapere che la sua missione è quasi impossibile è proprio il diretto interessato. Marini promette determinazione e tempi rapidi ma affronta il tentativo di formare un nuovo governo conoscendo bene le iniziali posizioni in campo. Intanto, quella del centrodestra, che si è ricompattato dopo le polemiche interne degli ultimi mesi, e chiede di andare subito alle urne. La Lega minaccia addirittura di lasciare le Camere se Marini riuscirà ad ottenere i voti necessari. Ieri, Berlusconi e Casini hanno concordato anche sulla necessità che la prossima sia una legislatura costituente, perché le riforme istituzionali non siano realizzate da una sola parte politica. La linea adottata da Casini ha provocato però una scissione all’interno dell’UDC, con l’abbandono di Baccini e Tabacci, che intendono costruire un’alternativa di centro ai due schieramenti e annunciano sostegno a Marini. Il cui tentativo è appoggiato anche dal centrosinistra, pur tra distinguo e qualche eccezione, come quella dei Comunisti italiani che dicono un chiaro no a cambi di maggioranza. Ma il leader del Partito Democratico Veltroni ribadisce la necessità di una riforma elettorale condivisa. Il punto di partenza per Marini dovrebbe essere la bozza Bianco, sulla quale nelle settimane scorse si era registrata una faticosa convergenza. Il testo in sostanza propone un sistema proporzionale, con soglie di sbarramento e l’obbligo per i partiti di indicare prima del voto alleanze e candidato premier. Ma nelle ultime ore si registra anche l’ipotesi suggerita dal ministro degli Esteri D’Alema: indire cioè il referendum elettorale in aprile. Dopodiché andare alle elezioni, in giugno o poco oltre. Una proposta che potrebbe mischiare le carte, in entrambi gli schieramenti. Che in maniera trasversale hanno sostenuto oppure osteggiato i quesiti recentemente dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    La Corte europea - Italia - assegnazione frequenze radio e Tv
    Il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva “è contrario al diritto comunitario”. Lo affermano i giudici della Corte di giustizia UE del Lussemburgo, confermando le conclusioni dell'avvocato generale. “Tale regime - sostiene la Corte - non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”. La sentenza fa riferimento ad una causa intentata da "Centro Europa 7", società attiva nel settore delle trasmissioni radiotelevisive, che nel 1999 aveva ottenuto dalle competenti autorità italiane un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere, in mancanza di assegnazione di radiofrequenze. Nella sentenza pronunciata oggi, la Corte rileva che l'applicazione in successione dei regimi transitori strutturati dalla normativa nazionale a favore delle reti esistenti “ha avuto l'effetto di impedire l'accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze”. Questo effetto restrittivo è stato consolidato “dall'autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti, ad operare sul mercato dei servizi radiotrasmessi”. Per i giudici della Corte, “tali regimi hanno avuto l'effetto di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su detto mercato”.

    Vertice Spagna-Germania
    Vertice oggi a Palma di Maiorca, nelle isole Baleari, fra il primo ministro spagnolo José Luis Zapatero e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, con al centro, dei colloqui, secondo la stampa spagnola, l'ambiente e l'energia ma anche l'immigrazione e altre tematiche europee. Nel vertice, il 21.mo nella storia tra i due paesi, Merkel dovrebbe inoltre informare il capo del governo di Madrid sulle discussioni del mini-vertice di Londra, due giorni fa, fra i quattro Paesi UE membri del G8 sulla crisi finanziaria internazionale, in presenza anche del presidente della Commissione europea Manuel Barroso. L'assenza di Zapatero dalla riunione ha provocato in Spagna una certa polemica e le forti critiche del leader dell'opposizione di centro destra Mariano Rajoy. I due leader dovrebbero parlare del piano della Commissione UE per combattere i cambiamenti climatici, dei problemi dell'energia, della questione del Kosovo, dell'avvicinamento della Turchia all'Unione europea, del progetto di Unione mediterranea del presidente francese Nicolas Sarkozy.

    Turchia
    È salito a 17 morti e 40 feriti il bilancio dell'esplosione accidentale avvenuta in una fabbrica di Istanbul. Tre dei feriti sono in gravi condizioni. Il governatore Guler, che si è recato sul luogo del disastro insieme al capo della polizia metropolitana, ha escluso l'ipotesi di un attentato ma ha detto di ignorare per ora le cause dell'esplosione.
     
    Serbia
    Per la chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica prossima, il presidente e candidato filo europeo Boris Tadic si recherà oggi a Cernica, la più piccola enclave serba nel Kosovo. Lo ha reso noto l’agenzia serba Tanjug citando fonti dal gabinetto del presidente uscente. A Cernica, vicino a Gnjilane, Tadic incontrerà una ragazza, Slobodanka Tasic, autrice della lettera che il presidente aveva letto nella seduta del 17 gennaio del Consiglio di sicurezza dell'ONU dedicata al Kosovo, nella quale descrive le difficili condizioni di vita dei serbi rimasti nella provincia a maggioranza albanese, che si prepara a proclamare l'indipendenza. Da Cernica, ha detto la Tanjug, Tadic vuole mandare il messaggio, non solo ai suoi elettori, che “lavorerà con tutte le sue forze per preservare l'integrità territoriale e la sovranità della Serbia”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 31

     
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