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Sommario del 02/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Dal Papa il presidente della Provincia autonoma serba del Kosovo
  • "La vita del sacerdote è l'avventura più necessaria per il mondo”: così Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore
  • Il Papa incontra i religiosi nella Giornata della vita consacrata: intervista con il cardinale Rodé
  • Altre udienze e nomine
  • Benedetto XVI accetta le dimissioni del Patriarca di Antiochia dei Siri Cattolici Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad
  • "La gioia dell’elemosina": la riflessione di padre Lombardi sul Messaggio del Papa per la Quaresima
  • Lettera del cardinale Bertone all'arcivescovo di Hanoi sulla questione della sede della delegazione apostolica confiscata dalle autorità vietnamite
  • Da oggi nuova veste grafica per "L'Osservatore Romano": intervista con il direttore Giovanni Maria Vian
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La Comunità di Sant’Egidio festeggia i suoi 40 anni con una Messa presieduta dal cardinale Bertone in San Giovanni in Laterano
  • Sugli schermi in Italia le paure dell'America con il film "Cloverfield"
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Continua la mediazione della Chiesa colombiana per la liberazione degli ostaggi delle FARC
  • Il Senato afgano ritira il sostegno alla condanna a morte del giornalista accusato di blasfemia
  • In Indonesia nasce un corso per favorire il dialogo fra cristiani e musulmani
  • Austria: il vescovo di Graz, Egon Kapellari, invita a parlare con l'Islam senza tabù
  • La diocesi di Livorno continua la sua missione nonostante le minacce dei giorni scorsi
  • Fervono i preparativi tra i giovani cattolici cinesi in partenza per la GMG
  • Cala il numero dei religiosi in Spagna ma resta forte la loro presenza nei territori di missione
  • Si conclude domani a Roma il 16esimo convegno nazionale dell’Apostolato biblico
  • A Roma una mostra racconta lo tsunami e la vita di strada attraverso gli occhi dei bambini
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Ciad i ribelli provenienti dal Sudan conquistano N'Djamena
  • Il Papa e la Santa Sede



    Dal Papa il presidente della Provincia autonoma serba del Kosovo

    ◊   Il Papa ha ricevuto in udienza privata questa mattina il sig. Fatmir Sejdiu, presidente dell’attuale Provincia autonoma serba del Kosovo. Ce ne parla Pietro Cocco.


    Benedetto XVI ha ricevuto oggi il sig. Fatmir Sejdiu, innanzitutto per esprimere la sua vicinanza all’intera popolazione del Kosovo, in cui il cristianesimo è presente sin dai primi secoli della nostra era. Attualmente la Chiesa cattolica svolge un apprezzato servizio, soprattutto nei campi assistenziale ed educativo, in favore di tutti i kosovari, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica e religiosa. L’incontro è anche servito per ricevere informazioni dirette sulla situazione attuale e sulle prospettive future. La Santa Sede infatti non tralascia alcuna opportunità per esortare tutti alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace. Già nel suo discorso al Corpo Diplomatico il 6 gennaio scorso, il Papa ha auspicato che si garantiscano sicurezza e rispetto dei diritti di quanti abitano in quella terra, perché si allontani definitivamente lo spettro del confronto violento e sia rafforzata la stabilità europea. L’udienza alla più alta autorità istituzionale dell’attuale Provincia autonoma della Serbia, amministrata dalll’ONU secondo la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza N.1244, non rappresenta alcun cambiamento nella posizione della Santa Sede circa lo lo status giuridico definitivo del Kosovo. Nel caso di un’eventuale dichiarazione di indipendenza del Kosovo, la Santa Sede seguirà con particolare attenzione gli sviluppi in loco e, nella sua valutazione, terrà conto dell’orientamento della Comunità internazionale.

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    "La vita del sacerdote è l'avventura più necessaria per il mondo”: così Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore

    ◊   “Il dono di essere figli adottivi di Dio ha illuminato la vostra vita”: così il Papa ieri sera, in visita al Pontificio Seminario Romano Maggiore, alla vigilia della Festa della Madonna della Fiducia, Patrona dell'Istituto. Celebrando i Primi Vespri, Benedetto XVI ha invitato i seminaristi a percorrere il proprio cammino “con l’animo aperto alla verità e alla trasparenza” per rispondere in modo umile alla chiamata del Signore, liberandosi “dal rischio di realizzare un progetto personale”. Al termine della celebrazione, il Santo Padre si è trattenuto a cena con la Comunità. Il servizio di Isabella Piro:


    (canto)

     
    E’ una missione esaltante quella a cui il Signore chiama i seminaristi: essere apostoli di Cristo, gli uomini di Dio che la gente attende. Questo il punto centrale dell’omelia del Papa, rivolta alla Comunità del Seminario Romano Maggiore, ai seminaristi ed alle loro famiglie. In voi, ha aggiunto, c’è “la gioia della vita con Dio Padre” e “l’urgenza di diventare messaggeri del Vangelo di Gesù”:

     
    "È lo Spirito Santo che vi rende attenti a questa realtà profonda e ve la fa amare. Tutto questo non può non suscitare una grande fiducia, perché il dono ricevuto è sorprendente, riempie di stupore e colma di intima gioia".

     
    Benedetto XVI si è poi rivolto ai genitori dei seminaristi, probabilmente “i più sorpresi – ha detto – di quanto è accaduto ai loro figli”. Invitandoli a guardare a Maria, che si pose tante domande sul suo Figlio Gesù, il Papa ha ricordato ai padri ed alle madri che quella dei loro figli è “un’avventura meravigliosa”:

     
    "Infatti, anche se può sembrare che la vita del sacerdote non attiri l’interesse della maggioranza della gente, in realtà si tratta dell’avventura più interessante e più necessaria per il mondo, l’avventura di mostrare e rendere presente la pienezza di vita a cui tutti aspirano. È un’avventura molto esigente; e non potrebbe essere diversamente, perché il sacerdote è chiamato ad imitare Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.

     
    Il Santo Padre ha poi sottolineato i due aspetti che caratterizzano la formazione al sacerdozio, ossia il silenzio e la comunione:

     
    "Anzitutto, gli anni del Seminario comportano un certo distacco dalla vita comune, un certo 'deserto', perché il Signore possa parlare al vostro cuore (cfr Os 2,16). La sua voce infatti non è rumorosa, ma sommessa, è voce del silenzio (cfr 1 Re 19,12). Per essere ascoltata richiede quindi un clima di silenzio".

     
    Quanto all’aspetto comunitario, il Papa ha ricordato che gli Apostoli si sono formati insieme, seguendo Gesù:

     
    "La vostra comunione non si limita al presente, ma riguarda anche il futuro: l’azione pastorale che vi attende dovrà vedervi agire uniti come in un corpo, in un ordo, quello dei presbiteri, che col Vescovo si prendono cura della comunità cristiana. Amate questa 'vita di famiglia', che per voi è anticipazione di quella 'fraternità sacramentale' (Presbyterorum Ordinis, 8) che deve caratterizzare ogni presbiterio diocesano".

     
    Sottolineando, infine, che “la santità è il segreto del vero successo del ministero sacerdotale”, Benedetto XVI ha invitato i seminaristi ad affidare questo desiderio e questo impegno quotidiano a Maria, Madre della Fiducia.

     
    Al Papa è andato, poi, il saluto del rettore del Seminario, mons. Giovanni Tani, che definendo la formazione dei seminaristi “un punto nevralgico della vita della Chiesa”, ha ringraziato il Santo Padre per la sua visita, un gesto – ha detto – che “aumenta in noi la fiducia”:

     
    “Fiducia è un altro modo per dire ‘speranza’; per lo meno, le due parole si richiamano fortemente. Per questo, leggendo la Sua Lettera Enciclica ‘Spe Salvi’, vi troviamo la possibilità di dare spessore teologico e culturale a questa parola ‘fiducia’ che ci è così familiare. (…) Essa esprime soprattutto un modo di vivere e di testimoniare la bellezza della vita con Dio”.

     
    (canto)

     
    Al termine dell’incontro conviviale il Papa ha rivolto ai seminaristi alcune parole a braccio sottolineando la necessità di comunicare agli altri il grande dono della fede: anche quanti non credono – ha detto – “cercano, anche loro vogliono vivere bene, anche loro hanno la sete di trovare la strada giusta e non la trovano”. Così “nella profondità del cuore” di ogni essere umano “c'è questa sete di Dio”. “Quindi – ha concluso - anche con tutte le contraddizioni, resistenze, opposizioni, la sete di Dio c'è e noi abbiamo la bella vocazione di aiutare, di dare la luce. Questa è la nostra avventura”.

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    Il Papa incontra i religiosi nella Giornata della vita consacrata: intervista con il cardinale Rodé

    ◊   La Chiesa celebra oggi, nella Festa della Presentazione del Signore, la Giornata della vita consacrata. Nel mondo sono oltre un milione i consacrati, di cui 800 mila sono donne. Questo pomeriggio nella Basilica Vaticana il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica presiederà una celebrazione eucaristica con i religiosi e le religiose. Al termine della liturgia, il Papa scenderà in Basilica per rivolgere la sua parola ai presenti. La Radio Vaticana seguirà in diretta l'evento a partire dalle 17.20. Ma cosa si aspetta oggi il mondo dalle persone di vita consacrata? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Rodé:


    R. – Si aspetta soprattutto la testimonianza personale di vivere i voti di castità, di povertà, di obbedienza, di un certo distacco dal mondo e di una scelta chiara e decisa della “sequela Christi”. La Costituzione del Vaticano II sulla Chiesa, la “Lumen Gentium”, parla di “intimius sequela Christi”, di una sequela di Cristo più da vicino. Ecco: essere più conformi a Gesù nel suo stile di vita di povero, di casto e di obbediente al Padre. E con questo, la vita consacrata è un richiamo ad uscire da questo mondo materialista, da questo mondo che si rinchiude negli orizzonti terreni per scoprire il vero destino dell’uomo, il destino eterno, il destino trascendente dell’uomo che è l’incontro con il Signore, nella gioia del Cielo.

     
    D. – Un fedele laico come può nel suo modo specifico consacrare la sua vita a Dio?

     
    R. – La consacrazione fondamentale di tutti i cristiani è il sacramento del battesimo. Dunque, a partire dal battesimo che fa di noi dei cristiani, noi possiamo – ciascuno nel suo stato di vita – seguire una vita di perfezione verso il Signore, di consacrazione al Signore con i due comandamenti dell’amore a Dio e dell’amore al prossimo.

     
    D. – C’è il rischio oggi di una certa secolarizzazione degli stessi consacrati?

     
    R. – Bé, il male del secolarismo si trova anche nelle comunità di consacrati, come dicevo durante l’assemblea dei superiori generali di due anni fa. La cultura secolarizzata, infatti, a volte è penetrata nella mente e nel cuore delle persone consacrate e di alcune comunità, confusa come un accesso alla modernità e come una modalità di approccio al mondo contemporaneo, con tutte le sue conseguenze. Gli indicatori di questa secolarizzazione possiamo riassumerli così: un certo rilassamento nella vita quotidiana, anche nel linguaggio che diventa più secolare che religioso, la diminuzione del tempo dedicato alla preghiera e agli atti comuni, la perdita della visibilità della consacrazione, l’abbandono dell’abito religioso; un orientamento sempre più spiccato verso attività sociali e umanitarie a scapito della evangelizzazione ...

     
    D. – Cosa dire delle vocazioni?

     
    R. – La situazione è molto diversificata. Se prendiamo l’Europa occidentale e l’America del Nord, possiamo dire che stiamo vivendo una vera crisi delle vocazioni religiose. Per contro, l’America Latina conosce una certa stabilità, tanto nelle congregazioni maschili come in quelle femminili; invece, in Africa ci sono molte vocazioni ma che hanno bisogno di una buona, buona formazione. Invece, quello che sorprende è l’Asia. Alcuni Paesi dell’Asia, come il Vietnam, l’Indonesia, la Corea, le Filippine, l’India e anche – se ne parla sempre più spesso – in Cina, anche se le notizie che arrivano da quel grande popolo sono poche, si registra una grande, grande fioritura di vocazioni religiose e, devo dire, per quanto le conosco, di gran buona qualità spirituale.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e Désiré Koumba, ambasciatore del Gabon, con la consorte, in visita di congedo.

    In Angola, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Uíje presentata da mons. José Francisco Moreira dos Santos, O.F.M. Cap., per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Emilio Sumbelelo, coadiutore della medesima diocesi.

    In Perù, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale del vicariato apostolico di Puerto Maldonado presentata da mons. Juan José Larrañeta Olleta, O.P., in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede mons. Francisco González Hernández, O.P., coadiutore del medesimo vicariato apostolico.

    In Italia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi metropolitana di Pisa presentata da mons. Alessandro Plotti, per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Pisa mons. Giovanni Paolo Benotto, finora vescovo di Tivoli. Mons. Giovanni Paolo Benotto è nato a S. Giuliano Terme, arcidiocesi di Pisa, il 23 settembre 1949. È stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1973, con incardinazione nell’arcidiocesi di Pisa. Eletto alla Chiesa di Tivoli il 5 luglio 2003, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 7 settembre del 2003.

    Il Santo Padre ha quindi nominato vescovo ordinario militare di El Salvador mons. Fabio Reynaldo Colindres Abarca, finora amministratore apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" del medesimo ordinariato militare. Mons. Fabio Reynaldo Colindres Abarca è nato nella città di Ilobasco, diocesi di San Vicente, El Salvador, il 20 giugno 1961. È stato ordinato sacerdote il 5 giugno 1986, nella città di Ilobasco con incardinazione nella diocesi di San Vicente. Oltre allo spagnolo, parla correntemente l’italiano e conosce l’inglese, il francese e il tedesco.

    Il Papa ha nominato consigliere della Pontificia Commissione per l’America Latina mons. Emilio Carlos Berlie Belaunzarán, arcivescovo di Yucatán (Messico).
     Il Santo Padre ha nominato consultori del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso don M. Santiago (India); don Franco Mulakkal (India); padre Heinz Wilhelm Steckling, O.M.I.; fra Pombo Kipoy (R.D. Congo); e suor Kateri Mitchel, S.S.A. (U.S.A.).

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    Benedetto XVI accetta le dimissioni del Patriarca di Antiochia dei Siri Cattolici Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad

    ◊   Il Santo Padre ha accettato le dimissioni dall’ufficio patriarcale presentategli da Sua Beatitudine Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad, Patriarca di Antiochia dei Siri Cattolici, ed ha nominato membri del Comitato che governerà il Patriarcato siro-cattolico fino all’elezione del nuovo Patriarca: mons. Théophile Georges Kassab, arcivescovo di Homs, Hama e Nabk dei Siri, che reggerà in pari tempo l’Eparchia patriarcale come amministratore apostolico "sede vacante"; mons. Gregorios Elias Tabé, arcivescovo di Damasco dei Siri; mons. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo di Baghdad dei Siri. In una lettera a Sua Beatitudine Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad, datata 25 gennaio 2008, il Papa esprime il suo apprezzamento per il senso di responsabilità del Patriarca che ha operato in vista di un ritorno alla piena unità nel Sinodo patriarcale. Benedetto XVI, che ha accettato le dimissioni come “gesto d’amore ecclesiale”, ha manifestato la sua gratitudine per tutto il bene che il Patriarca ha realizzato durante la sua vita al servizio della Chiesa.

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    "La gioia dell’elemosina": la riflessione di padre Lombardi sul Messaggio del Papa per la Quaresima

    ◊   Tra pochi giorni, il prossimo 6 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. Il Papa nel suo tradizionale Messaggio per questo tempo forte della Chiesa ha invitato i fedeli a scoprire Cristo nei poveri attraverso la pratica dell'elemosina. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi:


    Il Messaggio del Papa per la Quaresima quest’anno si sofferma sull’elemosina, il terzo fra i grandi impegni del periodo penitenziale: preghiera, digiuno e – appunto – elemosina. La penitenza cristiana non va vissuta chiudendosi in sé stessi; non le può mancare la dimensione sociale dell’apertura attiva verso gli altri, a cominciare da chi è nel bisogno, superando l’egoismo e l’attaccamento al possesso esclusivo dei propri beni. Del resto, si tratta di dimensioni così vere e profonde della realtà umana che è facile riconoscerle presenti anche nelle altre grandi esperienze religiose. Il Papa ricorda l’insegnamento perenne della Chiesa, secondo cui i beni della terra sono destinati a tutti, e noi ne siamo amministratori più che proprietari. Ricorda che la Chiesa non può crescere come comunità senza solidarietà fattiva al suo interno. Le collette che vengono realizzate in moltissime parti del mondo manifestano spesso una grande generosità, e testimoniano che il popolo cristiano è ben consapevole di questo suo dovere.

     
    Ma Benedetto XVI mette in luce anche un aspetto particolarmente profondo e significativo dell’elemosina: la gioia. Ricorda le parole della Scrittura: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”, ed evoca l’esperienza di gioia che si prova nel dono gratuito, fatto per amore, anche di piccole cose. Dio Padre ricompensa fedelmente la generosità verso chi è nel bisogno con una benedizione “di pace, di interiore soddisfazione e di gioia”. Questa è una delle prove concrete – vorremmo dire “sperimentali” – della presenza e dell’opera dello Spirito, che è data a tutti, facilmente e largamente, quando solo facciamo un passo per uscire dall’egoismo ed entrare nel mondo della gratuità e dell’amore. Speriamo di farlo spesso in questa Quaresima, perché anche il mondo attorno a noi si accorga che la via della pace e della gioia non è lontana ed impossibile, ma vicina e alla nostra portata. Ogni giorno.

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    Lettera del cardinale Bertone all'arcivescovo di Hanoi sulla questione della sede della delegazione apostolica confiscata dalle autorità vietnamite

    ◊   “Grande attenzione e sollecitudine”: è quanto ha espresso il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in relazione alle manifestazioni di migliaia di fedeli cattolici nei giorni scorsi nella capitale del Vietnam. Manifestazioni per la restituzione della sede della nunziatura apostolica confiscata nel 1959 dal governo. Il cardinale Bertone ha scritto una lettera all’arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngo Quang Kiet. Il servizio di Fausta Speranza.


    Scongiurare “il rischio reale” di una degenerazione in forme di violenza verbale e fisica. Innanzitutto c’è questa preoccupazione nelle parole del cardinal Bertone, che peraltro assicura che la “Santa Sede, come ha sempre fatto, non mancherà di farsi interprete” presso il governo vietnamita di quelle che definisce “le legittime aspirazioni dei cattolici vietnamiti”. La questione è la restituzione dell’antico edificio che, come ricorda lo stesso cardinal Bertone, ha ospitato “per numerosi anni” la delegazione apostolica ad Hanoi e la cui proprietà e usufrutto hanno creato tensioni da tempo. Il segretario di Stato parla di “delicato problema” ma non senza affermare che “in un clima più sereno sarà possibile riprendere il dialogo con le autorità in vista di trovare una soluzione appropriata”. Va detto che la lettera è datata 30 gennaio e, per ricostruire la vicenda, che le manifestazioni dei cattolici erano cominciate il 23 dicembre. Come spiega il cardinal Bertone, la preghiera di fronte all’edificio è “divenuta simbolica delle richieste alle autorità di prendere in considerazione le necessità della comunità cattolica”. Per giorni migliaia di persone, sacerdoti, suore hanno vegliato e pregato nel giardino della nunziatura e il cardinal Bertone si è detto “pieno di ammirazione per i sentimenti di fervente devozione e attaccamento profondo alla Chiesa e alla Santa Sede manifestati” da questi fedeli.

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    Da oggi nuova veste grafica per "L'Osservatore Romano": intervista con il direttore Giovanni Maria Vian

    ◊   L'Osservatore Romano si presenta oggi con una nuova veste grafica: così, a cento giorni dall'insediamento del nuovo direttore, il prof. Giovanni Maria Vian, il giornale del Papa continua a rinnovarsi. Ma di quali novità si tratta? Ci risponde lo stesso prof. Vian al microfono di Roberto Piermarini:


    R. – Soprattutto, direi, una maggiore leggibilità, perché usiamo caratteri diversi, leggermente più grandi, maggiori spazi ... quindi, sarà un giornale più arioso. E poi, introduciamo stabilmente il colore, in prima e in ultima pagina.

     
    D. – Cambierà anche il formato?

     
    R. – Il formato, no. Il formato resta quello tradizionale, tradizionale resta anche l’impostazione – per il momento – delle diverse edizioni periodiche.

     
    D. – Quali novità, per il futuro de “L’Osservatore Romano”?

     
    R. – Soprattutto, puntiamo su una maggiore diffusione e per questo stiamo pensando anche a forme che coinvolgano altre testate giornalistiche in Italia e ad altre forme di diffusione, soprattutto in rete.

     
    D. – A 100 giorni dalla ristrutturazione del giornale sotto la sua direzione, quali reazioni avete avuto?

     
    R. – Le reazioni in generale sono positive: abbiamo notato da molte parti interesse per il giornale del Papa. Del resto, il fatto che sia – appunto – il giornale del Vescovo di Roma che predica e parla a tutto il mondo, è un biglietto da visita che per noi è fondamentale, ovviamente.

     
    D. – Prof. Vian, piace anche al Papa questa nuova linea?

     
    R. – Spero di sì! Ogni volta che lo incontro, mi dice sempre: ‘Andiamo avanti, andiamo avanti!’.

     
    D. – Cosa vuole essere, oggi, “L’Osservatore Romano” nel quadro della stampa italiana e internazionale?

     
    R. – Vuole essere quello che è sempre stato: il giornale del Papa che documenta e informa sulla sua attività e su quella della Santa Sede, con un respiro internazionale, sempre più internazionale, privilegiando la sua caratteristica che è quella di giornale di idee.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   "Sempre più inumane le scelte del terrorismo": in prima pagina un commento di Gabriele Nicolò sulla strage di ieri a Baghdad, provocata da due donne disabili imbottite di esplosivo e poi fatte saltare in aria con un comando a distanza.

    Monica Mondo, in cultura, intervista Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, sulla Lettera di Benedetto XVI alla diocesi di Roma sull'emergenza educativa.

    Da Giustiniano all'Osservatore "unicuique suum": Sante Polica sulle origini e sul significato di uno dei motti del giornale del Papa.

    Il mistico gallo che piaceva a sant'Ambrogio: un saggio di mons. Inos Biffi sull'altissima poesia dell'"Aeterne rerum conditor".

    Un testo tratto dai "Discorsi di Sant'Ambrogio" del cardinale arcivescovo di Milano Giovanni Colombo: verità e bontà non hanno confini e mai acida fu la polemica contro il paganesimo.

    Libertà e rispetto: nell'informazione internazionale un articolo di Marta Lago sulla nota della Conferenza episcopale spagnola diffusa prima delle elezioni.

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    Oggi in Primo Piano



    La Comunità di Sant’Egidio festeggia i suoi 40 anni con una Messa presieduta dal cardinale Bertone in San Giovanni in Laterano

    ◊   Oltre 50 mila volontari in più di 70 Paesi: sono questi i numeri della Comunità di Sant’Egidio che ha iniziato le sue attività il 7 febbraio del 1968 e che ieri sera ha celebrato in una Messa 40 anni di attività nella Basilica papale di San Giovanni in Laterano. A presiedere la liturgia il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone che ha trasmesso il saluto, la benedizione e l’apprezzamento di Benedetto XVI per l’associazione nata nel cuore di Trastevere. La Comunità di Sant’Egidio, ha detto il porporato, attraverso il suo operato, ha saputo farsi “prossimo e buon samaritano di coloro che sperimentano situazioni di disagio e di emarginazione sociale, spendendosi al fianco di poveri, carcerati e malati". Il servizio di Tiziana Campisi:


    Nata “in un periodo storico turbinoso e complesso, in cui l’umanità … voleva costruire se stessa e il mondo senza Dio o peggio contro di Lui”, la Comunità di Sant’Egidio ha fatto della sua “passione per la comunicazione del Vangelo” una speranza per gli altri, “si è fatta amore per tutti, specie per i più poveri”. E’ quanto ha sottolineato il cardinale Tarcisio Bertone che ha ricordato l’impegno dell’associazione “per favorire l’unità e la pace, in un cammino di dialogo tra religioni e culture”. Un impegno sostenuto dalla preghiera, ha proseguito il porporato, personale e liturgica e che ogni sera riunisce per i Vespri, a Santa Maria in Trastevere, parte della Comunità e quanti cercano un momento di raccoglimento. Questa preghiera, ha detto il cardinale Bertone, ha fatto scaturire tante opere di carità:

    “Quando rimane unito a Cristo e si lascia infiammare dal suo amore, il cuore dell’uomo si dilata e abbraccia il mondo intero, specialmente i poveri. Ecco allora che i poveri sono divenuti vostri amici e familiari qui a Roma e nel mondo. Essi fanno parte della grande famiglia di Sant’Egidio, perchè non sono solo assistiti, ma vengono accolti in un circuito di amicizia e di fraternità”.

    Diverse le personalità civili e religiose e gli esponenti politici che hanno preso parte alla celebrazione. Al termine della Messa la Comunità di Sant’Egidio ha radunato amici e sostenitori in un ricevimento. Tra gli ospiti anche il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Ritrovarsi nella Comunità di Sant’Egidio, ha affermato il capo dello Stato, è come sentirsi in “un’oasi di raccoglimento e di rinnovato impegno attorno a valori alti che dovrebbero guidare chiunque voglia dedicarsi in Italia al bene comune”. Napolitano ha inoltre rivolto parole di riconoscimento per la “dedizione dimostrata alla causa della pace e dei diritti umani” dall’associazione che ha definito con queste parole:

    “Una comunità ecclesiale e sociale che si impegna religiosamente, culturalmente e civilmente. Vi ha mosso in questo impegno la vostra profonda, sincera, ispirazione cristiana e vi ha mosso anche una grande intelligenza delle cose del mondo, una capacità di guardare lontano, una capacità di portare il vostro messaggio, il vostro contributo anche in altri continenti e, in modo particolare, in Africa”.

    Dal cardinale Tarcisio Bertone, infine, un augurio ai membri della Comunità di Sant’Egidio per i 40 anni di attività insieme all’invito a coltivare la fede e a crescere nell’amore “come uomini e donne di speranza”.

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    Sugli schermi in Italia le paure dell'America con il film "Cloverfield"

    ◊   Negli Stati Uniti ha colto di sorpresa pubblico e critica: Cloverfield, prodotto da J.J. Abrams, non è soltanto un film di fantascienza e catastrofico, ma lo specchio delle paure sociali e politiche di un’America insicura. Il servizio di Luca Pellegrini.


    Strani riverberi di paura, angosce metropolitane, un nemico che affiora dall’ignoto, senza motivo semina morte. Vive ancora l’America il terrore dell’assedio, della distruzione, dell’attacco improvviso? Il cinema recentemente sta esorcizzando questi ricordi tragici e pone nuovamente New York, la città simbolo, al centro della devastazione: dopo alieni cattivi, glaciazioni improvvise, meteoriti e terremoti, la metropoli americana ospita l’ultimo uomo sulla terra alle prese con mutanti feroci in "Io sono leggenda" e crea un caso cinematografico interessante con il recente Cloverfield, nel quale un mostro dalle fattezze colossali affiora dall’Hudson in un contesto di assoluta normalità, abbattendo e sterminando tutto ciò che incontra. Sarebbe soltanto l’ennesimo film di fantascienza se questa paura profonda non fosse elaborata con una tecnica originale: la tragedia, la disfatta dell’uomo sono girate da un semplice ragazzo in fuga con la sua piccola telecamera. Prende di prima mano le scene del terrore e queste rimangono a testimonianza di una città che, al termine, è ormai completamente annientata, cancellata. Insomma, lo schermo proietta inquietudini non risolte, il nostro tempo è disseminato di buchi neri che sembrano ottenebrare gli spazi della speranza: nel cinema riversiamo i nostri dubbi, le nostre tensioni, le paure per un futuro avvertito come infido e, non ultimi, i nostri sensi di colpa per tutto ciò che non siamo, ad oggi, riusciti ad evitare. Antonella Catena, critico cinematografico che ha studiato le apocalissi metropolitane nel cinema, precisa la caratteristiche di Cloverfield e motiva il suo inaspettato successo americano:

     
    “E’ un film che fa paura, è un film in cui ti immedesimi, da cui esci con una strana sensazione, un brivido sulla pelle. E’ un film dove l’ironia non esiste, proprio non ne ha. Non esiste ironia, come non esiste spiegazione. Non sappiamo da dove questo mostro arrivi. Si ventila il fatto che forse è stato creato dall’uomo, è qualcosa che è scappato al nostro controllo. Da dove viene? Chissà, non si sa. Non ci viene chiesto e a questi ragazzi non viene neanche dato il tempo di pensare. Devono solo scappare e devono filmare la loro fuga, per quella che loro pensano essere un’ipotetica salvezza”.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quarta Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il Vangelo delle Beatitudini. Gesù, vedendo le folle, salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

    «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra».

    Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    Nella sua opera "Gesù di Nazaret", Papa Benedetto dedica un capitolo intero (il quarto) al Sermone della montagna e più di una metà di esso è una meditazione sulle Beatitudini. In essa il Papa ci offre una chiave interpretativa che chiede di orientare il nostro sguardo principalmente su Cristo. “Le Beatitudini – scrive Papa Benedetto – sono una velata biografia interiore di Cristo, come un ritratto della sua figura”. “Nelle Beatitudini – prosegue ancora – si palesa il mistero di Cristo stesso ed esse ci chiamano alla comunione con Lui” (p. 104 ed. ted.). E’ poi nel profilo di santità vissuta di San Francesco d’Assisi che il Papa mostra un esempio di sequela di Cristo riuscita, un esempio di sequela delle Beatitudini. Scrive Tommaso da Celano che “appena giunsero a Francesco le parole del Diletto [di Cristo], il suo animo venne meno” (dalla Vita seconda). L’aver trovato Cristo lo impoverì di tutto il resto, tanto era diventato ricco! Solo in questa via del Sermone della montagna – riprende il Papa – “c’è la ricchezza della vita, la grandezza della vocazione umana” (p. 130).

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    Chiesa e Società



    Continua la mediazione della Chiesa colombiana per la liberazione degli ostaggi delle FARC

    ◊   Prosegue l’impegno della Chiesa colombiana nella mediazione fra governo e ribelli delle FARC per creare una zona destinata ai negoziati in vista della liberazione di 43 ostaggi, da tempo in mano alla guerriglia. Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Bogotá, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, assieme ad altri vescovi del suo Paese, ha incontrato gli ambasciatori di Francia, Svizzera e Spagna per definire accordi umanitari. Le FARC, oltre alla liberazione di 500 ribelli che si trovano nelle carceri colombiane, chiedono che la ‘zona libera’ sia di almeno 800 chilometri quadrati nei pressi di Cali, la terza città del Paese. La questione è stata ovviamente al centro dell’incontro. Il vescovo emerito di Florencia, mons. Fabián Marulanda, segretario generale della conferenza episcopale, ha confermato che la Chiesa spera di incontrare presto i rappresentanti delle FARC per procedere al primo scambio di opinioni. Intanto, Yolanda Pulecio, madre di Ingrid Betancourt, - dopo aver incontrato ieri il presidente della conferenza episcopale colombiana, il vescovo di Tunja, mons. Luis Augusto Castro Quiroga - ha ringraziato la Chiesa per quanto “sta facendo per la libertà” della figlia, confermando al tempo stesso che mercoledì sarà a Roma con il desiderio di prendere parte all’Udienza generale del Papa. (L. B.)

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    Il Senato afgano ritira il sostegno alla condanna a morte del giornalista accusato di blasfemia

    ◊   Il Senato afghano avrebbe ritirato il sostegno alla condanna a morte di Sayed Pervez Kambaksh, giornalista 23enne, accusato di blasfemia per aver distribuito un articolo sui diritti delle donne. Lo riferisce il quotidiano britannico "The Independent" nella sua edizione online. In una nota, il Senato definisce "un errore tecnico" la decisione presa lo scorso mercoledì, facendo così sperare - scrive il quotidiano - che l’uomo possa essere rilasciato. “La posizione della Camera alta riguardo alla distribuzione di articoli dal contenuto antiislamico, attraverso un sito web iraniano - si legge nella nota letta dal segretario del Senato, Aminuddin Muzafari - è che la Camera alta approva che questi atti siano perseguiti dalla magistratura”. “La Camera alta - aggiunge Muzafari - rispetta i diritti dell'accusato, come il diritto ad avere un avvocato difensore, il diritto all'appello e altri diritti legali. Ma l'approvazione della sentenza di morte e' stato un errore tecnico". La dichiarazione a sostegno della condanna a morte di Kambaksh, comminata da una corte religiosa di Mazar-e-Sharif, era stata proposta da Sibghatullah Mojaddedi, alleato del presidente Hamid Karzai - ricorda infine "The Independent". Il giovane giornalista potrà ora rivolgersi alla Corte d'appello contro il suo arresto e la sentenza di morte, arrivando, se necessario, sino alla Corte suprema. In ultima istanza potrà chiedere la grazia al presidente Karzai. (CDL)

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    In Indonesia nasce un corso per favorire il dialogo fra cristiani e musulmani

    ◊   Conoscere l’Islam per favorire il dialogo interreligioso. Questo l’obiettivo del corso dedicato ai giovani cattolici di Jakarta, in Indonesia. Promosso dall’Istituto Wahid fondato dall’ex presidente musulmano Abdurrahman Wahid, sostenitore del pensiero islamico moderato, in collaborazione con il “centro di crisi della Chiesa cristiana dell’Indonesia” – si legge sull’Osservatore Romano - il corso intende formare studenti, intellettuali e attivisti sociali sulle basi dell’Islam e sulle sue teorie sul pluralismo religioso e culturale. “L’Islam ha una visione pluralista del mondo e l’essenza del pluralismo è la possibilità di seguire più religioni” sottolinea Wahid, fra i docenti del corso, nominato nel 1993 alla guida del World Council for Religion and Peace. “Uguaglianza, fratellanza e libertà, e aiuto reciproco, pace e tolleranza – ha quindi spiegato Maftuh Kholil, esponente della più vasta organizzazione islamica del Paese, la Nahdlattul Ulama, e convinto sostenitore del dialogo interreligioso - sono i sei principi sociali di base” del Corano. Il corso nasce nel Paese asiatico dove da decenni le Chiese cristiane sono oggetto di attacchi da parte dei fondamentalisti. “Dal 1996 ad oggi, in Indonesia - informa John Simon Timorason, coordinatore del Forum cristiano per la comunicazione – si sono verificati 335 attacchi ai luoghi di culto cristiani, di cui 70 nel 2006 e una quarantina nel 2007”. (CDL)

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    Austria: il vescovo di Graz, Egon Kapellari, invita a parlare con l'Islam senza tabù

    ◊   "Parlare con l'Islam dei problemi senza tabù": questo l'auspicio del vescovo di Graz, Egon Kapellari, in un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal settimanale austriaco "Die Furche". "Un dialogo fruttuoso sui problemi reali della convivenza viene impedito anziché favorito da divieti di parlare nel nome di una correttezza politica discutibile", ha affermato il vescovo, evidenziando come un simile atteggiamento promuova "solamente l'azione di certi politici demagogici", ostacolando "la convivenza di islamici integrati o intenzionati ad integrarsi con le persone di altre religioni o agnostiche nel Paese". Mons. Kapellari ha invitato a prendere sul serio "lo scetticismo, addirittura il timore" della popolazione "nei confronti di talune connotazioni dell'Islam nell'orizzonte globale". Allo stesso tempo ha stigmatizzato le recenti esternazioni sull'Islam espresse da Susanne Winter (membro del partito austriaco Fpö) come un "attacco generalizzato e poco qualificato nei confronti dell'Islam che ha suscitato giusta indignazione non solo da parte degli islamici, ma anche di responsabili politici e particolarmente nelle Chiese e in altre comunità religiose". Secondo il vescovo di Graz l'Islam rappresenta "una sfida epocale all'intera società europea": una sfida che da parte della Chiesa viene affrontata con "una grande disponibilità ad un dialogo sincero con l'Islam, basato sul rispetto reciproco” e su “una tolleranza non unilaterale". L'apertura da parte dei cristiani "significa tuttavia anche la sollecitazione a non nascondere la propria fede – sottolinea nell’articolo il presule - Per poter affrontare il dialogo occorre che il cristiano abbia un'identità forte, che implica in ultima analisi anche il rispetto da parte degli islamici". (L.B.)

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    La diocesi di Livorno continua la sua missione nonostante le minacce dei giorni scorsi

    ◊   “Un atto che potrebbe fortemente danneggiare le indagini delle forze dell’ordine”. La diocesi di Livorno ha commentato così la diffusione della notizia sulle minacce ricevute nei giorni scorsi dal Centro culturale diocesano di via delle Galere che ha trovato ampio risalto su un quotidiano locale. Le minacce, a firma di un gruppo definitosi ‘Brigata armata anticlericale’, erano accompagnate da alcuni bossoli di piccolo calibro. Il tutto – spiega una nota diffusa ieri dalla diocesi – è stato denunciato e consegnato alle autorità competenti. La riservatezza sull’episodio, indicata espressamente dagli organi inquirenti e mantenuta dalle uniche persone informate dei fatti e cioè il vescovo di Livorno, Simone Giusti, il vicario generale mons. Paolo Razzauti e il direttore della Scuola diocesana di teologia, don Antonio Marini - prosegue il comunicato – “avrebbe garantito maggiori possibilità di individuare velocemente gli autori del grave atto che ha subito la Chiesa livornese”. Aver reso nota la vicenda – commenta la Curia di Livorno – rischia di creare allarmismo in una città come Livorno, “che non ha mai vissuto situazioni simili di violenza e che per sua natura e tradizione è simbolo di accoglienza, solidarietà e rispetto di tutte le confessioni religiose”. In ogni modo – riporta ancora il comunicato della diocesi – la Chiesa continuerà la sua missione: nell’annuncio del Vangelo e nel servizio ai più poveri, senza paura di ulteriori minacce e ritorsioni, nella collaborazione effettiva con le istituzioni”. (E. B.)

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    Fervono i preparativi tra i giovani cattolici cinesi in partenza per la GMG

    ◊   Sono 250 i giovani cinesi che si preparano a partecipare alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Sydney per il luglio prossimo. L’impegno dei missionari e dei cattolici non cinesi – stando a quanto riferisce l’agenzia Fides – ha consentito di avviare numerose iniziative in preparazione dell’evento, dal continente ad Hong Kong, Taiwan e Macao, fino a coinvolgere le comunità cinesi sparse nel mondo. “Partecipa al grande banchetto della Chiesa universale insieme al Papa ed ai tuoi coetanei per sperimentare uno scambio naturale, culturale, artistico, religioso; per un incontro di preghiera; per adorare il Signore con il Papa” è l’invito rivolto ai giovani attraverso il sito della GMG di Taiwan. In preparazione del pellegrinaggio, dallo sorso dicembre e fino al giugno prossimo, i giovani in partenza partecipano ad un programma di formazione. Le diocesi locali hanno già stabilito contatti con missionari che in Australia possiedono case o missioni che potranno ospitare i giovani pellegrini. (CDL)

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    Cala il numero dei religiosi in Spagna ma resta forte la loro presenza nei territori di missione

    ◊   In Spagna in occasione dell’odierna Giornata per la vita consacrata e in vista del prossimo Sinodo sulla ‘Parola di Dio’, il presidente della Confederazione spagnola dei religiosi (CONFER), padre Alejandro Fernandez Barrajon, ha scritto: “in questi tempi difficili che ci tocca vivere, il tema del Sinodo diventa un vero appello affinché andiamo a calmare la nostra sete in quella che é la nostra vera fonte: la parola di Dio incarnata nella storia umana”. Anche se negli ultimi anni si é registrata una riduzione del numero dei religiosi, il presidente della CONFER ha dichiarato che “la vita consacrata ha una parola da dire”. Attualmente sono circa 65 mila i religiosi nel Paese: appartengono a 294 istituti femminili e 104 maschili distribuiti in più di 6 mila comunità. I religiosi sono 11.696 mentre le religiose raggiungono la cifra di 37.877. La loro presenza è molto consistente nei territori di missione. Su un totale di 17.260, sono 15.200 gli appartenenti agli istituti religiosi. In campo educativo é molto importante la Federazione Spagnola di religiosi insegnanti (FERE) che lo scorso mese di novembre ha celebrato il 50esimo anniversario della sua fondazione. Non é mancata qualche disparità di criteri tra alcuni vescovi e la FERE in materia educativa ed in particolare sulla disciplina “Educazione per la cittadinanza” approvata dal parlamento. In una intervista pubblicata proprio oggi, padre Barrajon ha risposto alle voci sulle tensioni attuali all’interno della Chiesa e ha dichiarato che, nonostante alcune difficoltà, la FERE non si trova in posizioni contrarie all’episcopato. Infine, in questa giornata della vita consacrata ha osservato che “il momento attuale si presenta pieno di speranza per la vita religiosa anche se non possiamo essere trionfalisti.” (A cura di Ignacio Arregui)

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    Si conclude domani a Roma il 16esimo convegno nazionale dell’Apostolato biblico

    ◊   Il 2008 sarà un anno particolarmente importante per i biblisti, visti i diversi appuntamenti in programma per i prossimi mesi. Si parte dall’inizio dell’“Anno paolino”, a giugno, passando per il Sinodo sulla Parola di Dio, ad ottobre, per poi arrivare al tanto atteso avvenimento della nuova edizione della Bibbia e del Lezionario da parte delle Conferenza episcopale italiana (CEI). A presentare questi avvenimenti – come riporta il quotidiano Avvenire – è stato don Cesare Bissoli, coordinatore nazionale dell’Apostolato biblico della CEI, aprendo ieri pomeriggio a Roma i lavori del 16esimo convegno nazionale. L’appuntamento, che si conclude domani, raccoglie quanti si interessano di animazione biblica e – ha precisato il coordinatore – si concentra su un tema di base: “‘la Bibbia nella missione della Chiesa’ e dunque si interessa esplicitamente del Libro Sacro nel servizio missionario della Chiesa verso ogni uomo a cui il tesoro della rivelazione è destinato”. In questo modo – ha aggiunto – “entriamo in piena sintonia con gli eventi biblici del 2008 e contribuiamo ad arricchire l’identità e il servizio dell’Apostolato biblico e anzitutto degli animatori di esso”. Il convegno è entrato nel vivo attraverso gli interventi di don Romano Penna, dell’Università Lateranense e di don Giovanni Giavini, membro del settore biblico nazionale, i quali hanno messo in rilievo che il centro della Bibbia è Cristo e che dunque legge bene il testo chi mette in rilievo il mistero di Gesù. (E. B.)

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    A Roma una mostra racconta lo tsunami e la vita di strada attraverso gli occhi dei bambini

    ◊   Foto, disegni e racconti testimoniano il dramma dei bambini vittime dello tsunami in Sri Lanka o della vita di strada in Colombia. Frammenti di vita, filtrati attraverso gli occhi dei bambini di Cartagena e di Hikkaduwa, che danno forma alla mostra “Dopo l’onda, oltre la strada”, promossa dall’ong Cisp-Sviluppo dei popoli nell’ambito della campagna nazionale per i diritti dei minori “Io ci sono. Diritto al futuro”. La mostra – riferisce il SIR - vuole raccontare i diritti negati, ma anche la voglia di riscatto di questi bambini e adolescenti. Per far questo – spiegano Giordana Francia e Marinella Fasanella, responsabili del progetto per il Cisp – “abbiamo scelto di riprodurre quanto avevano fotografato, scritto e disegnato loro stessi. Abbiamo fatto un tratto di strada con i loro occhi”. Al via il prossimo 6 febbraio a Roma, l’iniziativa coinvolgerà i ragazzi di alcuni istituti secondari superiori d’Italia. Dopo Roma l’esposizione farà tappa a Castelmaggiore (Bo), Senigallia, Napoli, Reggio Calabria, Milano, Ravenna e Matera. (CDL)

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    24 Ore nel Mondo



    In Ciad i ribelli provenienti dal Sudan conquistano N'Djamena

    ◊   Situazione preoccupante in Ciad dove almeno duemila ribelli provenienti dal Sudan sono riusciti a prendere il controllo di N’Djamena. Combattimenti sono avvenuti davanti al palazzo presidenziale. Secondo alcune fonti, gli insorti sono riusciti a rompere la recinzione dell’edificio all’interno del quale c’è il presidente Deby. Circa 150 soldati francesi sono giunti stamani nella capitale ciadiana per arginare le violenze. L’Unione Africana ha duramente condannato l’attacco, incaricando il leader libico Gheddafi e il presidente congolese, Denis Sassou-Nguesso, di guidare la mediazione per risolvere la crisi. Ieri gli operatori umanitari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e altre Ong hanno lasciato la parte orientale del Ciad. Sulla situazione nel Paese, Stefano Leszczyski ha intervistato Irene Panozzo, africanista di “Lettera 22”:


    R. – E’ da alcuni anni che gruppi ribelli ciadiani operano nell’est del Paese al confine con il Sudan e in particolare con la regione del Darfur, quindi una zona molto instabile. Nel corso di questi anni – dal 2003 in poi – si è registrato un forte afflusso di profughi in arrivo proprio dalla crisi del Darfur, persone che appartengono in molti casi alle stesse etnie perché l’etnie che vivono nella regione sudanese vivono anche nella parte orientale del Ciad.

     
    D. – C’è una forte presenza internazionale nel Paese, in particolare da parte della Francia...

     
    R. – Il Ciad è una ex colonia francese ed è forse il Paese che meno si è reso indipendente dall’ex madre patria, per cui a N'Djamena è sempre rimasta una presenza militare francese e la Francia ha sempre molto influito, dagli anni ’60 in poi, sulle vicende politiche del Paese. Adesso bisognerà capire che cosa ha intenzione di fare Parigi.

     
    D. – Da un punto di vista umanitario, cosa significa questo ulteriore aggravamento della crisi?

     
    R. – Probabilmente è presto per capire cosa succederà, quale sarà il destino sul piano umanitario e quale sarà il risultato degli scontri di queste ore a N'Djamena. Poi si potrà capire anche come evolverà la situazione nell’est del Paese che è sicuramente la zona più fragile, più instabile di tutto il Ciad.
     
    Kenya-violenze
    In Kenya non accenna a diminuire l’ondata di violenza seguita alle elezioni del 27 dicembre scorso. Sono almeno 44 i morti nelle ultime 24 ore dopo l’intesa per cessare immediatamente gli scontri, raggiunta ieri dai rappresentanti del presidente Kibaki e del leader dell’opposizione Odinga. Un accordo sottoscritto grazie alla mediazione dell’Unione Africana e dell’ex segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Il testo prevede “temi a breve e a lunga scadenza” con colloqui fissati per i prossimi 15 giorni.

    Iraq
    In Iraq si aggrava il bilancio dei due attentati kamikaze condotti ieri a Baghdad da altrettante donne con disabilità mentale. Fonti governative parlano di un centinaio di vittime e di almeno 208 feriti. Secondo le autorità locali, ad azionare l’esplosivo con un comando a distanza sarebbero stati uomini di Al Qaeda. Teatro degli attacchi, due mercati della capitale.

    Medio Oriente
    Si sono conclusi al Cairo i colloqui tra Hamas e le autorità egiziane sul valico di Rafah. Il governo egiziano – che sta ricostruendo il muro di confine con Gaza abbattuto nei giorni scorsi - ha fatto sapere che non permetterà altri sconfinamenti. Dal canto suo il movimento integralista ha ribadito la cooperazione con l’Egitto e si è detto favorevole a collaborare con le milizie del presidente palestinese Abu Mazen per il controllo della frontiera, purché si elimini l’influenza di Israele. Hamas ha poi affermato che non si opporrà alla presenza di osservatori internazionali nell’area.
     
    Sri Lanka
    Attentato anche in Sri Lanka alla vigilia della festa per i 60 anni dall’indipendenza. Un'esplosione è avvenuta a bordo di un autobus carico di pellegrini buddhisti a Dambulla,150 chilometri a nord della capitale Colombo. Almeno 20 le vittime e oltre 60 i feriti. Secondo le autorità la responsabilità dell’attacco è da attribuirsi alle Tigri Tamil.
     
    Italia-governo
    Ancora una giornata di consultazioni per il presidente incaricato Franco Marini. Oggi gli incontri con le associazioni degli imprenditori, con i sindacati e con il Comitato per i referendum. Pessimista il presidente di Confindustria Montezemolo, che attacca la classe politica. Ma l’attenzione è concentrata sui faccia a faccia decisivi che Marini avrà lunedì con Veltroni e Berlusconi. Intanto la seconda carica dello Stato ribadisce che uno spiraglio di trattativa c’è e che tutti vogliono la riforma elettorale. Servizio di Giampiero Guadagni:
     
    Sentiero stretto, strettissimo. Marini lo percorre però deciso nella speranza di trovare alla fine un ampio consenso politico sulla riforma elettorale. “E’ questo, precisa, il confine del mio mandato”. No dunque alla carta di riserva prospettata da D’Alema e fatta propria da tutto il partito democratico: cioè votare in aprile per il referendum e poi convocare le elezioni politiche. Proposta comunque bocciata da tutto il centrodestra e anche dalla sinistra. Che vedono ormai inevitabile il voto. Casini e Fini parlano già di campagna elettorale iniziata, il presidente della Camera Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, invita la sinistra ad arrivare unita all’appuntamento. Marini non si arrende ancora. Mantiene in queste ore contatti fittissimi con Gianni Letta, il consigliere più ascoltato di Berlusconi. E all’ex premier, che incontrerà lunedì, manda a dire che Forza Italia non può trascurare gli sforzi che si stanno facendo e le richieste di accordo che arrivano dalle parti sociali. Parti sociali che il presidente incaricato, un passato da segretario generale della Cisl,  ha incontrato questa mattina. Imprenditori e sindacati hanno più o meno detto la stessa cosa: e cioè prima di tornare al voto serve una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Ma soprattutto serve coesione per affrontare le emergenze del Paese. A partire dai salari. Per il presidente di Confindustria Montezemolo  non ci sono comunque le condizioni per un’intesa e allora meglio non perdere tempo e andare subito alle urne. Montezemolo attacca la classe politica per aver dato al Paese un pessimo esempio. E chiede a chi vincerà le elezioni di  avviare una legislatura costituente perché le riforme siano realmente condivise. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    Italia-rifiuti
    In Italia resta ancora alta la tensione per l’emergenza rifiuti in Campania. Nella notte i vigili del fuoco hanno effettuato circa 40 interventi per spegnere i roghi dei cumuli di immondizia. Blocchi stradali sono segnalati nel casertano a Ferrandelle, sito indicato dal supercommissario De Gennaro per lo smaltimento dei rifiuti. Uno dei pochi rimasti nel piano dell’ex capo della polizia, non apriranno infatti cinque delle sei discariche previste.

    Serbia-ballottaggio
    La Serbia si prepara al ballottaggio di domani per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. 7 milioni gli elettori chiamati alle urne. A contendersi la carica di capo dello Stato sono Boris Tadic, considerato il simbolo della Serbia liberale, e Tomislav Nikolic, esponente dell’ala più nazionalista e al momento in vantaggio di circa 5 punti percentuali. Tra le discriminanti di queste consultazioni, soprattutto la questione del Kosovo pronto a dichiarare la sua indipendenza.

    Russia-elezioni
    La Russia si prepara al voto per le presidenziali del 2 marzo nelle quali si sceglierà il successore del presidente Putin. Favorito in tutti i sondaggi il delfino del capo del Cremlino, Dimitri Medvedev. Il servizio di Giuseppe D’Amato:


    In Russia è iniziata ufficialmente la campagna elettorale. Quattro i candidati a contendersi l’eredità di Vladimir Putin. Il suo delfino, Dimitri Medvedev, è il favorito. I sondaggi lo danno vincente al primo turno, il 2 marzo prossimo, con circa il 70 per cento delle preferenze. Il comunista Ziuganov è l’avversario più accreditato. L’ultra nazionalista Zhirinovski e lo sconosciuto Bagdanov paiono tagliati fuori. L’ex premier, Kasianov, uno dei leader dell’opposizione non è stato registrato dalla Commissione elettorale. Tante le polemiche. Nuove incomprensioni sono sorte anche fra Mosca e l’OSCE, come nell’autunno scorso per le legislative. I canali televisivi federali e la macchina statale sono schierati con il 42enne vice premier Medvedev, già capo della Gasprom. Il suo stile in apparenza liberale dovrebbe portare qualcosa di nuovo al Cremlino. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

    Polonia-USA
    Accordo fatto tra la Polonia e gli Stati Uniti per collocare in territorio polacco il sistema di difesa antimissile costituito da dieci missili intercettori. Varsavia otterrà in cambio il rafforzamento delle proprie difese aree da parte di Washington che ora sta negoziando con la Repubblica Ceca per l’installazione di una base radar.

    USA-sondaggi
    Barak Obama ha ridotto lo scarto dalla rivale Hillary Clinton nella corsa all’investitura democratica per le presidenziali americane. Secondo gli ultimi sondaggi il senatore dell’Illinois si è attestato al 41 per cento delle preferenze, a soli 3 punti dall’ex first lady. Sul fronte repubblicano John McCain consolida il vantaggio su Mitt Romney, dato 15 punti indietro. Intanto la macchina elettorale si è trasferita nello Stato del Maine, dove domani si concluderà il voto che riguarda solo i repubblicani.
     
    Colombia-FARC
    Alta la tensione in Colombia dove otto persone, di nazionalità peruviana, sono state rapite dai ribelli delle FARC, forze armate rivoluzionarie, mentre un altro è morto. La notizia è stata diffusa dall’ambasciatore colombiano a Lima che però non ha chiarito le circostanze del sequestro, né l’identità degli ostaggi. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 33

     
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