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Sommario del 17/12/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'udienza generale: il Natale non è commercio di doni, ma dono di Dio all'uomo. Il Papa prega per l'infanzia povera e invita a fare il presepe
  • L'incoraggiamento del Papa ai partecipanti al colloquio cattolico-islamico sulla responsabilità dei leader religiosi in tempi di crisi
  • Altre udienze
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Crisi economica: la Fed azzera i tassi, l'Opec riduce la produzione di petrolio
  • Il 31 dicembre Marcia della Pace a Palermo
  • I disturbi dell'autismo al centro di un congresso internazionale a Roma
  • Tempo di Avvento tra i detenuti: la testimonianza del cappellano di Regina Coeli
  • Pubblicati dalla Lev due libri dei cardinali Sodano e Arinze
  • Presentato a Roma il film "Il colore dell'Amore" sull'arte di padre Rupnik e dell'Atelier del Centro Aletti
  • Chiesa e Società

  • India: preghiera per le vittime del terrorismo a Natale
  • Campagna cattolica a sostegno dei più poveri nella lotta ai cambiamenti climatici
  • Messaggio natalizio di padre Pizzaballa: “A Betlemme c’è speranza per tutti”
  • Messaggio di Natale del Consiglio ecumenico delle Chiese
  • Germania: campagna dei bambini “Cantori della Stella” per promuovere la pace
  • Messaggio dei vescovi della Colombia per il Natale
  • Brasile: minacce di morte contro un vescovo, missionari e contadini
  • Nuova aggressione anticristiana in Egitto
  • Il perdono vinca la violenza: così l’Avsi dopo l’uccisione di un operatore in Congo
  • Aiuti da Paesi dell’Africa australe contro l’epidemia di colera in Zimbabwe
  • Negli Stati Uniti la Chiesa promuove la “Settimana nazionale dell’immigrazione”
  • A Strasburgo il primo premio per la vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta
  • Filippine: con la “Messa del gallo” si aprono le celebrazioni del Natale
  • Concerto natalizio per aiutare 300 ragazzi di Haiti
  • E’ giunta in Australia l’icona di Maria "Sedes Sapientiae"
  • Primi due volumi della nuova collana "Itineraria" edita dalla Pontificia Accademia Teologica
  • Inaugurata dall'arciprete della Basilica Ostiense la mostra Paolina di Alessandro Romano
  • Presentati i diari di Giovanni XXIII dal 1895 al 1963
  • Festival internazionale degli Itinerari dello Spirito
  • Thailandia: corsi di formazione per nuovi missionari da inviare in Mongolia e Kazakhistan
  • Successo del Festival del cinema organizzato dal centro gesuita di Calcutta
  • Parigi: la tradizionale "Luce di Betlemme" diffusa in cinquanta quartieri
  • Rapporto sulla salute materno-infantile in Europa
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il parlamento europeo ha dato il via libera al pacchetto-clima
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'udienza generale: il Natale non è commercio di doni, ma dono di Dio all'uomo. Il Papa prega per l'infanzia povera e invita a fare il presepe

    ◊   Il Natale è la festa universale della gioia: l’attuale crisi economica può aiutare a spogliarlo dalle “incrostazioni consumistiche e materialistiche”, che spesso lo travisano, e a riscoprirlo nella sua autenticità: un dono di speranza di Dio al mondo. E’ l’assunto centrale della catechesi di Benedetto XVI all’udienza generale di oggi, l’ultima del 2008, tenuta davanti a circa cinquemila persone. Il Papa ha avuto un pensiero per l’infanzia povera e in difficoltà in tutto il mondo e ha concluso invitando ogni famiglia a coltivare la tradizione del presepe. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Il Natale parla al cuore. Anche al cuore di chi non crede ma non può non percepire in questo periodo “qualcosa di straordinario e trascendente”, perché l’arrivo, “l’abbraccio”, di un bambino è “un evento che reca gioia”. Le parole iniziali di Benedetto XVI sono state un inno alla tenerezza che il Cristo nella Grotta di Betlemme suscita nei sentimenti di ciascuno e, in quanto festa di un Bambino che nasce, diviene “festa che canta il dono della vita”. Ma la visione che Gesù offre di sé nella miseria della mangiatoia ha indotto il Papa ad altre considerazioni, più stringenti e attuali:

     
    “Contemplandolo nel presepe come non pensare ai tanti bambini che ancora oggi vengono alla luce in una grande povertà, in molte regioni del mondo? Come non pensare ai neonati non accolti e rifiutati, a quelli che non riescono a sopravvivere per carenza di cure e di attenzioni? Come non pensare anche alle famiglie che vorrebbero la gioia di un figlio e non vedono colmata questa loro attesa?”.

     
    “Sotto la spinta del consumismo edonista, purtroppo - ha osservato Benedetto XVI - il Natale rischia di perdere il suo significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni”. Tuttavia, ha proseguito:

     
    “Le difficoltà, le incertezze e la stessa crisi economica che in questi mesi stanno vivendo tantissime famiglie, e che tocca l’intera umanità, possono essere uno stimolo a riscoprire il calore della semplicità, dell’amicizia e della solidarietà, valori tipici del Natale. Spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche, il Natale può diventare così un’occasione per accogliere, come regalo personale, il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo”.

     
    Una nascita, ha affermato il Pontefice, che non è quella di “un grande personaggio”. A Natale, ha insistito, non si commemora in astratto il mistero della nascita dell’uomo, tanto meno si festeggia “l’inizio della nuova stagione”. Al contrario, è la ricchezza biblica della liturgia della Novena di Natale, iniziata ieri, a indicare il senso dell’Incarnazione di Gesù. Il Papa ha citato passi di San Leone Magno, di San Paolo, e il Prologo del Vangelo di Giovanni che del Natale - ha detto - spiega l’essenza:

     
    “A Natale ricordiamo qualcosa di assai concreto ed importante per gli uomini, qualcosa di essenziale per la fede cristiana, una verità che san Giovanni riassume in queste poche parole: ‘il Verbo si è fatto carne’”.

     
    Gesù Bambino diventa storia, come dimostra San Luca, e rende tangibile il divino nelle carni di un neonato. E’ una “Persona”, ha messo in luce Benedetto XVI, “che si interessa di ogni singola persona”:

     
    “Un Dio buono, che non va confuso con un qualche essere eccelso e lontano, a cui non ci è dato di arrivare mai, ma un Dio che si è fatto nostro prossimo e ci è molto vicino, che ha tempo per ciascuno di noi e che è venuto per rimanere con noi”.

     
    Davanti a tutto questo - che a qualcuno, e in fondo a tutti, potrebbe sembrare “troppo bello per essere vero”, al punto da chiedersi se sia degno per Dio “farsi bambino” - il Papa ha invitato a “piegare” la limitatezza dell’intelligenza umana davanti alla grandezza del mistero. Nella Grotta di Betlemme, ha spiegato:

     
    “Dio si mostra a noi umile ‘infante’ per vincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza; ma Lui non vuole la nostra resa; fa piuttosto appello al nostro cuore e alla nostra libera decisione di accettare il suo amore. Si è fatto piccolo per liberarci da quell’umana pretesa di grandezza che scaturisce dalla superbia; si è liberamente incarnato per rendere noi veramente liberi, liberi di amarlo”.

     
    (musica zampogne)

     
    Al momento dei saluti finali, uno di sapore particolarmente natalizio Benedetto XVI lo ha rivolto al gruppo “Zampognari del Matese”, provenienti dalla città molisana di Boiano, che si sono esibiti in Aula Paolo VI con alcune delle tradizionali melodie della loro arte. Un accompagnamento sonoro che ha fatto da sfondo all’ultima raccomandazione del Pontefice, quella riguardante l’allestimento del presepe nelle famiglie:

     
    “Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra fede, ma anche della cultura e dell’arte cristiana, continui a far parte di questa grande Solennità: in fondo è un semplice ed eloquente modo per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto ‘ad abitare in mezzo a noi’. Buon Natale a tutti!" (applausi)

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    L'incoraggiamento del Papa ai partecipanti al colloquio cattolico-islamico sulla responsabilità dei leader religiosi in tempi di crisi

    ◊   Al termine dell’udienza generale il Papa ha avuto un breve incontro, nella sala dell’Aula Paolo VI, con i partecipanti al colloquio cattolico-islamico che si è svolto a Roma sul tema: "Responsabilità dei Leaders religiosi specialmente in tempi di crisi". Al colloquio hanno partecipato 12 esponenti cattolici, guidati dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e 12 esponenti musulmani diretti dal dr. Mohamed Ahmed Sherif, segretario generale della “World Islamic Call Society”. Benedetto XVI ha espresso la sua soddisfazione per l'incontro offrendo il suo "forte incoraggiamento". I partecipanti al colloquio hanno diffuso un comunicato finale in quattro punti in cui si riafferma che "la prima e più importante responsabilità dei leaders religiosi è di natura religiosa". Si sottolinea inoltre che "i leaders religiosi hanno anche un un ruolo sociale e culturale da giocare nel promuovere i valori etici fondamentali come la giustizia, la solidarietà, la pace, l'armonia sociale e il bene comune della società nella sua totalità, ma con speciale riguardo verso i bisognosi, i deboli, i migranti e gli oppressi". Il comunicato indica poi la "speciale responsabilità" dei leaders religiosi "verso i giovani, che richiedono particolare attenzione perché non cadano vittima del fanatismo e del radicalismo religioso, ma ricevano piuttosto una solida istruzione che li aiuti a diventare costruttori di ponti e operatori di pace". Nel quarto e ultimo punto si afferma che "i leaders religiosi devono imparare a prevenire, affrontare e porre rimedio" alle "crisi di varia natura, incluse quelle nei rapporti interreligiosi" esistenti a livello nazionale e internazionale, "evitando la loro degenerazione in violenza confessionale". Si invita quindi a costuire rapporti basati sulla "fiducia reciproca, per essere in grado di affrontare le crisi quando si verificano". L'iniziativa del colloquio segue altri meeting iniziati nel 1976 e poi proseguiti dal 1989 in modo regolare. E'stato deciso di tenere il prossimo incontro a Tripoli, in Libia, entro due anni.

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza mons. Wilhelm Schraml, vescovo di Passau (Germania).

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Dalla crisi economica una spinta a riscoprire semplicità e solidarietà: in prima pagina, l’invito del Papa, all'Angelus, a liberare il Natale dalle incrostazioni consumistiche e materialistiche.

    Nell’informazione internazionale, le leggi razziali del 1938 in Italia: a proposito delle dichiarazioni di Fini.

    L’intervento della Santa Sede, a Ginevra, per la commemorazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

    “Compagni d’armi” contro il totalitarismo: in cultura, la prefazione di Philippe Chenaux al libro di Florian Michel “Jacques Maritain, Yves Simon. Correspondance. Les années francaises (1927-1940)”, presentato, al Centre culturel Saint-Louis de France, insieme all’opera di Piero Viotto “Grandi amicizie, i Maritain e i loro contemporanei”.  

    Il coraggio di reinventare la bellezza: Antonio Paolucci sulla mostra - ai Musei San Domenico di Forlì - dedicata all’ideale classico di Canova.

    Quel leone è proprio uscito dall’Arca di Noè: il primo capitolo del volume, in questi giorni in libreria, “Storia della Baviera” di Henric L. Wuermeling.

    Marilena Amerise recensice il libro di Rocco D’Ambrosio “Il Potere e chi lo detiene”, presentato oggi alla Pontificia Università Gregoriana.

    Gli umili hobbit che salvarono la Terra di mezzo: Paolo Pegoraro sul volume “L’anello e la croce. Significato teologico de Il signore degli anelli”.

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    Oggi in Primo Piano



    Crisi economica: la Fed azzera i tassi, l'Opec riduce la produzione di petrolio

    ◊   Le Borse europee sono partite stamani tutte in ribasso. Terminato, dunque, l’effetto dell’azzeramento dei tassi da parte della Fed, mentre l’Opec ha confermato la riduzione della produzione del petrolio. Sugli scopi della manovra attuata dalla Fed, Stefano Leszczynski ha intervistato Gianfranco Viesti, economista dell’università di Bari:

    R. – Lo scopo della manovra è di stimolare i comportamenti di spesa, sia di investimento che di consumo, perché abbassare il costo del denaro significa proporne l’utilizzazione. Ma naturalmente, non è una chiave magica. Non è soltanto il costo del denaro che fa sì che le imprese investano, ma sono anche le prospettive di mercato. Quindi, abbassando il costo del denaro, si tende a compensare prospettive di mercato che le imprese vedono piuttosto nere al momento.

     
    D. – Fino a poco tempo fa, ci avevano abituati all’allarme inflazione; adesso si parla invece di possibile deflazione: ma un azzeramento del costo del denaro può servire a contrastare la deflazione?

     
    R. – In teoria sì perché la deflazione nasce dal fatto che la domanda è troppo bassa rispetto a quanto viene offerto; dunque, si cerca di stimolare la domanda di investimento delle imprese e la domanda di consumo delle famiglie. Quello che colpisce davvero è la rapidità di questi cambiamenti, che sono un fatto del tutto nuovo; ancora pochi mesi fa commentavamo il boom del prezzo del petrolio e l’allarme inflazione sui consumi. Adesso siamo andati in uno scenario del tutto opposto. Questo è sorprendente e anche, da un certo punto di vista, preoccupante: l’economia internazionale si muove con una velocità davvero sconosciuta fino ad oggi.

     
    D. – Il Giappone aveva già tentato la strada del denaro a costo zero: non sembra aver dato però risultati importanti …

     
    R. – Questa è la trappola della liquidità. E' una situazione apparentemente paradossale, nella quale il denaro non costa niente ma nessuno lo chiede. Perché chiedere il denaro, appunto, serve per fare qualcosa, per comprare un macchinario, per comprare una casa. Le prospettive sono tali che le imprese o le famiglie sono caute su questi acquisti, anche se il denaro – per così dire – 'te lo tirano dietro', nessuno lo vuole. Spero che non si cada in questa situazione, perché quella è una situazione nella quale la politica monetaria non ha più niente da fare. E’ arrivata al massimo: il denaro non costa niente, nonostante questo non si va avanti. Vediamo quello che succede. Soprattutto l’effetto del nuovo presidente americano e della grande poltiica di spesa sugli investimenti pubblici che ha annunciato, potrebbe aiutare da questo punto di vista.

     
    D. – Per quanto riguarda l’Europa, da cosa è determinata questa prudenza?

     
    R. – Anche la politica monetaria della Banca Centrale europea da questo punto di vista è espansiva, nel senso che tende ad espandere l’economia riducendo i tassi d’interesse e quindi il costo del denaro. Il nostro livello è un pochettino più alto rispetto a quello degli Stati Uniti; ci illudiamo anche perché la crisi, da noi, è al momento intensa ma meno forte che negli Stati Uniti, dove è esplosa.

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    Il 31 dicembre Marcia della Pace a Palermo

    ◊   “Combattere la povertà, costruire la pace”. Questo il tema della 41° edizione della marcia per la pace 2008 che quest’anno si svolgerà a Palermo il 31 di questo mese con partenza alle 19.30. L’evento promosso dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dall'arcidiocesi di Palermo, dalla Caritas italiana e da Pax Christi è stato presentato in mattinata presso la nostra emittente. C’era per noi Gabriella Ceraso.

    Palermo sede della Marcia: questa è la principale novità dell’edizione 2008 di un evento dalla tradizione ormai consolidata, che vuole anche quest’anno, dicono gli organizzatori, tradurre in azione concreta alcuni punti del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace di cui eredita il tema: lotta alla povertà come via per arrivare alla Pace. Dunque - spiega mons. Arrigo Miglio presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace - l’intento è fare propri gli appelli di Benedetto XVI ad una solidarietà globale, all’attenzione ai poveri di cui si parla meno e al valore dell’educare alla pace. La Marcia vuol essere tutto questo e Palermo con la sua Chiesa attiva e con la sua rappresentatività del sud Italia ha un ruolo chiave …

     
    “All’interno del nostro Paese, il sud e la Sicilia, e una città come Palermo in particolare, si interpellano. Ci sono situazioni di povertà proprio nel senso in cui ne parla il messaggio: non solo povertà economica, ma povertà di vario tipo, culturali, relazionali, di ambienti e di persone che restano marginali. Quest’anno si è parlato molto di Napoli. Vorremmo allargare lo sguardo a tutti i punti critici del sud. Palermo vuol dire anche questo”.

     
    Mons. Vittorio Nozza direttore della Caritas nel suo intervento ha voluto sottolineare quanto la Chiesa fa per i poveri, oltre 7 milioni e più di 5 quelli a rischio. Proprio a Palermo sarà data voce a tanti impegnati nel mondo per la lotta alla povertà, in una tavola rotonda nella Chiesa di San Domenico in contemporanea alla Marcia, voci dall’Est e dall’Africa. Invece prima dell’avvio dei partecipanti alle 18 ci sarà un momento di preghiera ecumenica presieduto da mons. Miglio che così lo motiva:

    “Proprio in tema di lotta alla povertà, l’ecumenismo trova uno dei suoi terreni più fecondi, non soltanto perchè ci troviamo tutti d’accordo nell’attenzione ai più poveri - è il Vangelo che ce lo suggerisce – ma perchè nella lotta alla povertà le diverse confessioni cristiane evitano il pericolo di guardarsi addosso e guardano fuori insieme”.

    Chiuderà la Marcia nella cattedrale di Palermo una solenne Celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Paolo Romeo. Ma qual è l’augurio per questo evento 2008? Sentiamo ancora mons. Arrigo Miglio:

     
    “Bisogna condividere e dunque bisogna anche ritrovare un’essenzialità nella vita. Il progresso tecnologico, lo ricorda anche il Santo Padre nel messaggio, non può crescere indefinitivamente e sempre e solo a vantaggio di alcuni popoli. Questo vuol dire che dobbiamo ridimensionare il nostro stile di vita, non per non consumare, ma per consumare in modo intelligente, in modo che ci sia davvero una crescita comune”.

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    I disturbi dell'autismo al centro di un congresso internazionale a Roma

    ◊   L’autismo è ormai uno dei principali disturbi dello sviluppo, una malattia sociale in vertiginoso aumento. A lanciare l’allarme è l’Arpa, Associazione italiana per la ricerca sulla psicosi e l’autismo, in occasione del suo IV congresso internazionale, tenutosi a Roma. Tra i principali punti sul tavolo, oltre alle cure mediche, c’è il tema dell’assistenza alle famiglie, sempre più sole. Il servizio di Linda Giannattasio.

    Su 10 mila bambini nati in Italia, tra i 6 e i 10 mila sono autistici. Un fenomeno in preoccupante aumento negli ultimi anni sul quale il congresso dell’Arpa cerca di puntare i riflettori. Tra i temi del convegno, quindi, l’ampio panorama che ruota attorno a questo disturbo, a partire dallo stato delle cure mediche e della diagnostica. Emanuela Rallini, psicoterapeuta:

     
    “Abbiamo messo a punto a livello internazionale – anche l’Italia ha partecipato – un protocollo diagnostico che attualmente è sempre più efficace. Ciò permette di intervenire sempre più precocemente rispetto all’autismo. Questo comporta una maggiore possibilità anche di cura, perché naturalmente se il disturbo viene diagnosticato ad un bambino di 18 mesi e si può dare subito una risposta, abbiamo una possibilità maggiore che possa mettere in atto una serie di strategie che gli permettano comunque di vivere nella società”.

    Tema fondamentale legato a questa forma di disabilità è quello dell’assistenza. Ancora Rallini:
     
    “L’assistenza è il punto più debole di tutti perchè mancano i centri diurni per i ragazzi: ci sono lunghissime liste di attesa. Quindi, questo è un grosso problema, perché un ragazzo non può stare a casa. Le famiglie sono molto sole. Spesso, anche le risorse economiche, ad un certo punto, finiscono perchè coloro che li seguono sono spesso dei privati”.

    Un problema al quale cerca di porre rimedio il centro polifunzionale per le persone autistiche di Roma presentato durante il convegno. Si tratta di una struttura dotata di 10 miniappartamenti per i ragazzi e le loro famiglie, che offrirà anche servizi medici e supporto psicologico. Anna Maria Onelli, dirigente scolastico e collaboratrice dell’Arpa:

    “Il presidente, Sabrina Savagnone, genitore di una ragazza autistica, è riuscita finalmente ad avere un edificio a tre piani dove poter ricavare anche delle stanze soggiorno. In questo luogo sono stati creati degli ambienti dove i ragazzi possono rimanere temporaneamente o per più tempo, anche con un accompagnatore. Quindi, ci si fa carico delle problematiche dei bambini a partire dalla scuola materna fino a quando sono adulti, perché questo è il problema che incombe proprio su queste famiglie sole: “Cosa succederà dopo che io non ci sarò più?”

    Il centro, pubblico, sarà il primo in Italia ad offrire servizi di questo tipo ed aprirà già dal 2009.

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    Tempo di Avvento tra i detenuti: la testimonianza del cappellano di Regina Coeli

    ◊   L'Avvento prepara alla nascità di Gesù e, spiritualmente, alla rinascita di ogni uomo. Un significato che assume una valenza particolare per chi, come il detenuto in un carcere, è chiamato a una "rinascita" anche in senso sociale. Padre Vittorio Trani, francescano, cappellano del carcere romano di Regina Coeli, ha riflettuto sul punto al microfono di Fabio Colagrande:

    R. - La proposta cristiana di un incontro con chi sbaglia, con chi nella società commette un reato, è una delle proposte più forti che si possano fare. Noi siamo dinanzi al Cristo questi ascoltatori che accolgono questo messaggio che deve cambiare il cuore di tutti, il cuore di chi commette l’errore, perché non torni a commetterlo, e anche il cuore di chi sta intorno che deve avere una ricchezza in fatto di misericordia, di comprensione, di vicinanza, perché uno che si ravvede possa trovare lo spazio per camminare. E’ veramente un momento bello quello dell’Avvento, in cui questo discorso si fa concreto anche da parte della liturgia.

     
    D. – Proprio l’invito del profeta Isaia, che abbiamo sentito nella terza Domenica di Avvento, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, al di là del significato letterale, che significato assume nella realtà pastorale all’interno delle carceri?

     
    R. – Assume un significato grandissimo. Intanto, di sensibilizzare la comunità cristiana per prima a guardare questo angolo di emarginazione con uno sguardo diverso. Non dimentichiamo, e nessuno deve dimenticarlo, che lì Cristo si fa incontrare, e la comunità cristiana deve domandarsi come può dare un’attuazione concreta a “ero in carcere e tu ti sei occupato di me”. E’ veramente un momento di grande, grande riflessione per tutta la comunità cristiana.

     
    D. – Dal punto di vista pratico, logistico, in queste giornate di avvicinamento al Natale, com’è la vita a Regina Coeli? Lei cerca ovviamente di seguire dal punto di vista pastorale questo cammino...

     
    R. – Da un punto di vista pratico è una comunità come in tutti i contesti cristiani, che si sta muovendo con il presepe: ne stiamo facendo di grandi nei luoghi più comuni e in alcune sezioni di ambiente più ristretto. E poi via via tutta una serie di iniziative, compreso anche da parte nostra un concerto di musica sacra con cui il 22 inaugureremo il presepe grande, che abbiamo fatto nella Rotonda. Sarà un momento di riflessione sia sulla storia del presepe che sul grande messaggio che Dio ci rivolge attraverso l’incarnazione del Cristo. Poi ci sono altre iniziative: i sacerdoti volontari che lavorano nel settore consegneranno ad ogni stanza, dove si trovano i detenuti, un presepe che possa richiamare là dove essi vivono il grande mistero della salvezza e dell’amore.

     
    D. – Un augurio che arriva da lei come cappellano di Regina Coeli, e un invito alla riflessione, a dare un significato a questo tempo di preparazione al Natale...

     
    R. – Alla comunità civile di essere attenta a questa realtà che ha nel suo interno e che deve trovare tante risposte, perché la società deve trovare risposte per le famiglie dei detenuti che sono in difficoltà. Io direi che l’augurio che si può fare a tutti è di avere una grande sensibilità su questi problemi.

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    Pubblicati dalla Lev due libri dei cardinali Sodano e Arinze

    ◊   Episcopato e sacerdozio: due diverse dimensioni di uno stesso ministero, quello del servizio a Cristo e alla Chiesa. E’ ciò che è emerso dalla presentazione, ieri, presso la Sala Marconi della nostra emittente, dei volumi “Verso le origini. Una genealogia episcopale” del cardinale Angelo Sodano, pubblicato in occasione dei 30 anni della sua ordinazione all’episcopato, e “Riflessioni sul sacerdozio. Lettera a un giovane sacerdote” del cardinale Francis Arinze, nel 50.mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Editi dalla Libreria Editrice Vaticana, i volumi individuano un percorso ideale che dalle origini della Chiesa e del Collegio Apostolico giunge fino ad oggi per precisare il ruolo e la missione di vescovi e sacerdoti e indicare al mondo ecclesiastico il modo migliore per vivere la fedeltà a Cristo. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:

     
    “Ogni vescovo esprime (…) i tratti più caratteristici della vita della Chiesa, che è diffusione perenne della buona dottrina evangelica, cooperazione efficace ai grandi problemi della convivenza umana di ordine individuale, domestico e sociale, e nello stesso tempo incoraggiamento a nulla temere dei contrasti (…) apprestati sul suo cammino”. Così il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, tratteggia citando Papa Giovanni XXIII la figura del vescovo: un ruolo che – esprime chiaramente nell’ultimo volume dedicato ai 62 presuli da lui ordinati nei 30 anni del suo Episcopato - resta immutato fin dagli albori della Chiesa, quando Cristo inviò nel mondo i 12 apostoli a diffondere la buona novella. Nell’opera l’autore ricostruisce la propria genealogia episcopale, ricordando i presuli attraverso i quali è stato tramandato fino a lui il ministero dell’Episcopato, e ben chiarisce il significato della successione apostolica. Ascoltiamo il cardinale Angelo Sodano:

     
    “La continuazione ininterrotta degli anelli che ci legano al collegio apostolico - per Pietro è più facile perché abbiamo documenti per il collegio apostolico - non è così facile perché nel corso della storia sono aumentati i vescovi: all’inizio erano 12, oggi i vescovi sono circa 4900”.

     
    Una continuità quella fra i 12 e i vescovi di oggi che non si esaurisce in un riduttivo passaggio di consegne. Ancora il cardinale Sodano:

     
    “Non è solo la stessa dottrina degli apostoli, ma anche è la persona stessa del successore degli apostoli che ha un vincolo: un apostolo ha ordinato un altro, l’altro ha ordinato a sua volta un altro, così uno riceve la grazia dell’episcopato da altri. Quindi, di anello in anello, si cerca di ricostruire fin dove è possibile, questa catena che ci lega ai 12”.

    Maestro di Verità, Ministro di Grazia e Guida del popolo di Dio: questi - spiega il decano del collegio cardinalizio – gli uffici di ogni successore degli Apostoli. Ma ogni vescovo è stato e continua ad essere anche un sacerdote, ed in quanto tale deve fondare la propria vita su quattro pilastri: Gesù, la Sacra Scrittura, la Chiesa e la Madonna. A sottolinearlo è il cardinale Franciz Arinze, che nel suo volume dedicato in particolare ai giovani sacerdoti ribadisce l’importanza di conformare il proprio stile di vita a quello di Cristo, nel segno dell’obbedienza, la povertà e la castità:

     
    “Si intende per obbedienza l'unità nella Chiesa che inizia con Cristo. C’è unità tra i vescovi e il sacerdote, tra il sacerdote ed il popolo, tra tutti noi e il Santo Padre. E’ in quel senso di fede che si capisce perché il sacerdote deve obbedire ed avere anche buon senso, non come un militare ma come uno che ha fede ed ha amore per Cristo e per la Chiesa. La povertà è anche seguire Cristo: lui era povero, lui non era nell’aristocrazia. La castità: Cristo ha vissuto così, sua madre, Giovanni, Paolo… E lui propone, non impone. L'evangelizzazione si divide in tre elementi: benedire, predicare e raccogliere il popolo di Dio. Il sacerdote compie questa missione sotto la direzione del vescovo, ma fondamentalmente il sacerdozio è unico, il sacerdozio è di Cristo”.

     
    Un impegno al quale il cardinale Arinze esorta i sacerdoti ricordando la grazia divina che sempre accompagna il ministero sacerdotale:

     
    “Direi ad un giovane sacerdote di percorrere una strada di sacrificio e di gioia: chi non vuol fare sacrifici non avrà la vera gioia. Il dono che hai ricevuto viene da Cristo e non è qualcosa che abbiamo inventato noi, dura da 2000 anni ed ha radici nel Vecchio Testamento ed è molto prezioso”.

    Un compito – conclude il porporato - nel quale ogni sacerdote trova sostegno nella preghiera e nella fraterna condivisione con gli altri ministri di Dio.

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    Presentato a Roma il film "Il colore dell'Amore" sull'arte di padre Rupnik e dell'Atelier del Centro Aletti

    ◊   E’ stato presentato ieri a Roma il film “Il colore dell’amore”, una pellicola di alto valore spirituale, disponibile in DVD, sull’arte di padre Marko Ivan Rupnik e dell’Atelier del Centro Aletti, con la regia di Maria Amata Calò e i testi di Aurelio Molè. Padre Rupnik, gesuita sloveno, direttore del Centro Aletti che promuove l’incontro tra la spiritualità cristiana orientale ed occidentale, è noto in tutto il mondo per i suoi mosaici: ricordiamo in particolare quelli nei Santuari di Lourdes e Fatima e la Cappella Redemptoris Mater in Vaticano, mentre è in corso d’opera quello di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Ci parla del film lo stesso padre Rupnik, intervistato da Sergio Centofanti:

    R. – Penso che la regista, Maria Amata Calò, sia veramente riuscita a fare un’opera cinematografica di un linguaggio simbolico per eccellenza, simbolo inteso in senso teologico, cioè come un’unità di due mondi: quello visibile e palpabile e quello invisibile ed eterno. E’ una catena di simboli che veramente fa vedere l’amore realizzato.

     
    D. – Ci sono come degli spiragli su un abisso, un abisso che lascia intravedere qualcosa o Qualcuno che attrae...

     
    R. – Sì, proprio così, come succede nel simbolo. Il simbolo ti attira e se tu ti lasci attirare, ti dischiude sempre più la “presenza”, cioè il mistero come reale presenza, dove tu puoi incontrarti con il Signore. Io penso che la forza di questo film stia proprio nel far desiderare di ritrovare un rapporto con Dio, di farti bramare di uscire da un mondo solo pensato, solo psichico, e di incontrare un Altro, realmente incontrarlo e non solo pensarlo.

     
    D. – L’arte dell’Atelier del Centro Aletti è un’esplosione di luce...

     
    R. – Beh, sarebbe bello se fosse così. Noi ci sforziamo di renderla tale, perché crediamo che questo rapporto tra la luce e la materia sia una questione di vita. La materia dopo il peccato vorrebbe, desidera, geme di giungere alla luce, di essere penetrata dalla luce, perché solo se è penetrata dalla luce, affiora il colore, affiora la vita: come l’uomo quando sente il dolore, la malattia, il male che lo aggredisce, sotto diversi aspetti, sia morali che fisici, percepisce questo momento tragico e drammatico, se la luce se ne va. Perciò penso sia importante far vedere, testimoniare che in Cristo questa nostra umanità è stata penetrata dalla luce per sempre. Questa luce non tramonta più.

     
    D. – Il mondo di oggi è pervaso da tanta volgarità e banalità. Voi artisti del Centro Aletti volete comunicare la bellezza e fate desiderare di vivere la bellezza della fede...

     
    R. – In questo momento storico mi sembra estremamente importante far vedere il fascino, la bellezza, non cosmetica, perché la bellezza è veramente la carne della verità e del bene: cioè, il vero, senza che si riveli come amore, può diventare un’ideologia pesante che prima o poi viene rigettata. Perciò penso sia importante far veder quanto bello sia vivere con il Signore nel suo corpo, come fratelli e sorelle. La comunione attira e affascina.

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    Chiesa e Società



    India: preghiera per le vittime del terrorismo a Natale

    ◊   Un solenne incontro di preghiera sarà celebrato il giorno di Natale a Mumbai per commemorare le vittime del terrorismo e ribadire l’impegno della cittadinanza per la pace e la convivenza civile. Ad organizzare l’incontro è la “Bombay Catholic Sabha”, organizzazione che riunisce il laicato cattolico della città. Dalla comunità cattolica nasce dunque l’impulso alla società civile indiana per esprimere, nel silenzio, nella preghiera, nella testimonianza di concordia e unità, il desiderio di pace e di riconciliazione che pervade tutta l’India. “Ad un mese dall’esplosione di violenza – spiegano i promotori - la commemorazione del 25 dicembre renderà onore alle vittime degli attacchi terroristici del 26 novembre. L’incontro intende ricordare tutti i cittadini che hanno perso la vita, quelli che sono stati vittime di aggressioni, che hanno visto le case distrutte non solo a Mumbai, ma in tutte le aree della nazione dove si è registrata violenza negli ultimi mesi”. “Chiediamo alla cittadinanza di partecipare e di esprimere la propria solidarietà, anche con gesti concreti di donazioni in favore di quanti non hanno casa o hanno perso proprietà e mezzi di sostentamento”. La manifestazione sarà quindi anche un’occasione per promuovere gesti di aiuto e solidarietà verso le vittime delle violenze perpetrate da estremisti indù contro i cristiani in Orissa, Karnataka, Tamil Nadu e in altri Stati indiani. All’indomani degli attentati di Mumbai, il movimento “Bombay Catholic Sabha”, patrocinato dal cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Mumbai, è stato protagonista della mobilitazione popolare contro il terrorismo, per ribadire il ripudio di ogni violenza. Espressione del laicato cattolico dell’arcidiocesi, il movimento – ricorda l’agenzia Fides - ha messo in moto una rete di associazioni e organizzazioni, con le quali ha promosso cortei e manifestazioni per ricostruire un tessuto di convivenza interreligiosa nella società. (A.L.)

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    Campagna cattolica a sostegno dei più poveri nella lotta ai cambiamenti climatici

    ◊   Più di 80 vescovi e rappresentanti di oltre 170 gruppi cattolici chiedono che la Convenzione dell'Onu sui Cambiamenti Climatici raccolga le necessità dei poveri nei Paesi in via di sviluppo. Da qui il lancio di una campagna mondiale – di riferisce l’agenzia Zenit - guidata dalla Caritas Internationalis (www.caritas.org) e dal Cidse, alleanza cattolica di organizzazioni per lo sviluppo (www.cisde.org). “Le comunità dei Paesi in via di sviluppo sono state le più duramente colpite dai cambiamenti climatici, nonostante siano quelle che hanno contribuito di meno a provocarli”, ha commentato René Grotenhuis, presidente del Cidse. Quindi, ha aggiunto “abbiamo il dovere morale di assicurare che i Paesi ricevano l'assistenza finanziaria e tecnica di cui hanno bisogno per adattarsi ai cambiamenti climatici e per generare migliori condizioni di vita per la loro gente”. Del resto, ha osservato ancora il responsabile del Cidse, “si stanno destinando migliaia di milioni di dollari ad alleviare la pressione dei mercati finanziari. Questo è importante, ma non dobbiamo dimenticare che se non ci occupiamo ora dei cambiamenti climatici il prezzo che dovremo pagare negli anni a venire sarà di un livello umano e finanziario che ancora non possiamo comprendere”. Per lanciare la campagna, gli oltre 80 presuli del Nord che dal Sud del mondo hanno indirizzato una lettera ai Governi coinvolti nel negoziato, sollecitando solidarietà con i poveri del mondo e un’azione rapida dei Paesi industrializzati per contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici nell’intero Pianeta. “Le persone in Paesi come il Bangladesh dipendono completamente dal clima”, ha spiegato mons. Theotonius Gomes C.S.C, presidente di Caritas Banglades. “La nostra agricoltura e quindi tutta la nostra cultura – ha aggiunto - è basata sull'acqua delle piogge e dei fiumi. I cambiamenti degli standard delle precipitazioni, le tormente più dure e le lunghe siccità stanno costando vite umane e alterando le forme di sussistenza”. “Negli ultimi anni – ha ammonito il presule - abbiamo visto un rapido incremento della necessità di aiuto e della fornitura di cibo d'emergenza. Si stima che nei prossimi 10 anni ci saranno 200 milioni di rifugiati a causa delle questioni climatiche, il 25% dei quali, cioè 50 milioni, saranno del Bangladesh”. (R.G.)

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    Messaggio natalizio di padre Pizzaballa: “A Betlemme c’è speranza per tutti”

    ◊   “A Natale proprio da questa Terra Santa, sofferente e lacerata, risuona il messaggio che può rinnovare il mondo” tanto più ora che la società “è angustiata da tormenti di ordine economico. Dobbiamo andare fino a Betlemme per trovare risposta ai problemi che ci stracciano l’anima”. E’ quanto scrive nel suo messaggio natalizio, ripreso dal Sir, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa. “Tutti all’improvviso siamo minacciati da un vento d’insicurezza che scuote ogni illusione di autosufficienza. La società materialista scopre con sgomento le sue fragilità. Essere poveri, o poterlo diventare, diventa per tutti una possibilità reale. Ma questo è solo il segno esteriore di una povertà più profonda che affligge l’anima”. “La durezza della storia che viviamo – afferma padre Pizzaballa - cerca di inchiodarci una corazza di ferro sul cuore per soffocare la vita. Ma come resistere alla provocazione di credere che davvero Dio sia entrato nel mondo? Anche a noi è stato annunciato l’evento che cambia la storia”. Per questo, sostiene padre Pizzaballa, “siamo certi di non essere soli a cercare il Bambino” in questo Natale. “Ci saranno con noi tanti pellegrini che con i cristiani di Betlemme e di Terra Santa, si uniranno alle nostre liturgie. Sono sicuro che una folla infinita di pellegrini invisibili si metterà in cammino con noi per cercare la gioia. Venite a Betlemme, c’è ancora speranza per tutti”. (A.L.)

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    Messaggio di Natale del Consiglio ecumenico delle Chiese

    ◊   “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria”: è il Vangelo di Giovanni ad ispirare il Messaggio di Natale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). “La gloria è una parola, un grido, un canto usato per esprimere la meraviglia dell’essere umano di fronte alla maestà di Dio – si legge nel testo, a firma del rev. Samuel Kobia, Segretario generale del CEC – Quando Gesù è nato, gli angelo cantavano ‘Gloria a Dio nell’alto dei Cieli’ e nella testimonianza della vita di Cristo sulla terra noi abbiamo visto la sua gloria, piena di grazia e di verità”. “Celebrando il Natale – continua il messaggio – noi riconosciamo la venuta di Gesù come punto di incontro tra Cielo e Terra, il mezzo per ricostruire i nostri rapporti interrotti con Dio, di vincere la nostra ostilità verso gli altri e di rinnovare la nostra determinazione a raggiungere la pace nel mondo”. Quindi, il rev. Kobia sottolinea che “la riconciliazione è un messaggio magnifico. Questo messaggio offre la promessa che i torti del passato saranno riparati, che la verità sarà raggiunta in tutti i casi, che il perdono sarà chiesto e che anche i vecchi nemici potranno vivere insieme nel rispetto reciproco”. “Si tratta – si legge ancora nel testo – di un messaggio di misericordia e di speranza che riflette il grande dono dell’amore di Dio in Gesù Cristo”. Poi, il segretario generale del CEC ricorda che il 2009 è stato proclamato dall’ONU “Anno internazionale della riconciliazione” e che, per questo, le Nazioni Unite si appellano a tutte le società in conflitto perché “mettano in atto processi di riconciliazione per stabilire una pace solida e duratura”. E sulla stessa linea si pone il CEC che, conclude il rev. Kobia, ha avviato il progetto decennale “Vincere la violenza: le Chiese in cerca della riconciliazione e della pace”, che si concluderà nel 2010. (I.P.)

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    Germania: campagna dei bambini “Cantori della Stella” per promuovere la pace

    ◊   Per la 51.ma volta i “Cantori della Stella” dell’Infanzia Missionaria tedesca saranno per le strade della Germania nel tempo natalizio e nei primi giorni dell’anno nuovo per raccogliere fondi in favore di loro coetanei bisognosi. “I bambini cercano la pace” è il motto della campagna, che nelle 27 diocesi tedesche vedrà nuovamente circa mezzo milione di ragazze e ragazzi tedeschi andare di porta in porta indossando i vestiti dei Re Magi. La Colombia – riferisce l’agenzia Fides - è stata scelta come Paese simbolo per la raccolta fondi di quest’anno. L’invito è quello di cercare la pace: in quasi 40 Stati del mondo sono infatti soprattutto bambini e ragazzi a soffrire le conseguenze di guerre e conflitti armati. Anche nel Paese simbolo della Campagna 2009, la Colombia, i bambini sperimentano il dramma della violenza. “Molti bambini in Colombia crescono in un clima di violenza”, ha spiegato il presidente dell’Infanzia Missionaria tedesca, mons. Winfried Pilz, durante la presentazione della Campagna. “Molti – ha aggiunto - hanno visto rapire, uccidere o minacciare i loro parenti e vivono come rifugiati, con poche speranze per il futuro. Non hanno fatto l’esperienza di crescere nella pace”. Dopo oltre 40 anni di guerra civile, nel Paese non c’è quasi nessuno che non abbia conosciuto il lutto nelle propria famiglia ma cresce sempre di più la volontà di spezzare questa spirale. “Nonostante tutto – ha detto mons. Winfried Pilz - non perdono la speranza”. Don Andreas Mauritz, presidente dell’Associazione della Gioventù Cattolica Tedesca ha poi sottolineato che “i progetti per la pace sostenuti in Colombia sono molto importanti”. “Bambini che imparano il significato della pace – ha osservato - saranno capaci da adulti di risolvere i conflitti in maniera pacifica”. “I bambini traumatizzati dall’esperienza della violenza e della fuga - ha aggiunto - hanno bisogno di vivere momenti nei quali cantando, ballando e giocando possano allontanarsi da questa realtà”. Indossando i vestiti dei Re Magi, portando la loro stella cometa ed intonando canti natalizi, i “Cantori della Stella” bussano alle porte delle case tedesche. Circa mezzo milione di bambini nelle 12.500 parrocchie cattoliche della Germania porteranno alle famiglie la benedizione “Cristo benedica questa casa”. La raccolta dei “Cantori della Stella” è la più grande iniziativa di solidarietà in tutto il mondo che vede dei bambini impegnarsi per i loro coetanei bisognosi. (A.L.)

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    Messaggio dei vescovi della Colombia per il Natale

    ◊   Ricordando che il Natale “è la festa della Luce”, la Conferenza episcopale della Colombia nel suo messaggio natalizio 2008, rileva che l’ambiente di festa e speranza che si vive nel Paese deve essere un “segno esteriore che ci invita a lasciarci illuminare, nella mente, nel cuore e nel comportamento, dalla Luce ineffabile che Gesù Cristo”. “Gesù ha assunto la nostra condizione umana”, si legge nel documento a firma di mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla e presidente dell’episcopato affinché “ognuno di noi, consapevole delle tenebre e delle ombre della morte, attraverso la fede si possa avvicinare per ricevere la sua luce, quella che ci mostra il cammino della pace”. Chiedendosi quale sia la luce che ci può condurre alla desiderata pace, i presuli colombiani poi aggiungono: “È la luce dell’amore che ci conduce sulle orme di Gesù, donandoci in modo totale agli altri e costruendo rapporti umani solidi e solidali nella propria famiglia, nelle nostre comunità e nel Paese. Sottolineando che “l’amore aiuta a superare tutte le difficoltà” consentendo di “restare uniti per imparare insieme il significato della solidarietà e della comunione”, i vescovi della Colombia chiedono che questa “luce” illumini coloro che “governano la nazione”, in particolare “nella ricerca del bene comune al di sopra di qualsiasi interesse personale o di gruppo”. Così si può edificare uno Stato “le cui istituzioni siano capaci di lavorare in armonia”. Per i presuli tale armonia è indispensabile per “per garantire pace e sviluppo” ed “esercizio dei doveri e dei diritti” a tutti i cittadini. Questa stessa “luce” per i costruttori della società è quella necessaria e urgente “solidarietà che incoraggia a mettere i propri talenti e capacità al servizio del Paese” per realizzare “uno sviluppo equo, sostenibile, veramente umano che permetta a tutte le persone di soddisfare i loro bisogni fondamentali”. Per coloro che “in mezzo a duri conflitti” che lacerano il Paese rivendicano i propri diritti, questa “luce”, secondo i vescovi, non è altro che “la giustizia nel cuore”. Una giustizia che aiuta a non perdere mai di vista il bene comune “così come il bisogno di distribuire con equità beni e servizi”. Per coloro che invece si affidano all’uso delle armi per rinnovare le strutture sociali, questa “luce” è quella del vero “profondo cambiamento che conduce all’abbandono delle strade sbagliate della violenza”. I presuli invitano dunque ad “entrare nel dialogo, nella lotta per i propri ideali dentro la concertazione, la negoziazione, con giustizia e pace, con spirito riparatore per quanto riguarda i danni causati alle persone e alla patria”. Per coloro che hanno la responsabilità di guidare il gregge del Signore, questa “luce” infine è quella “dell’amore del Buon pastore” disposto “a donare la propria vita, senza risparmiarsi in nulla, per liberare tutti dal peccato e dalla morte attraverso un’evangelizzazione” che prepari all’ascolto della Parola e dei Sacramenti come “autentici discepoli e missionari di Gesù Cristo”. (A cura di Luis Badilla)

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    Brasile: minacce di morte contro un vescovo, missionari e contadini

    ◊   In Brasile la Commissione pastorale per la terra e numerosi altri organismi ecclesiali e associazioni territoriali, hanno espresso nei giorni scorsi preoccupazione per il fatto che almeno 260 persone, fra cui molti missionari e dirigenti contadini, continuano a ricevere intimidazioni e minacce di morte da parte di gruppi non meglio identificati. Gruppi che appaiono legati ad alcuni latifondisti e trafficanti di legname dell'Amazzonia, in particolare dello Stato di Parà. Tra queste persone minacciate la stampa locale parla di mons. Erwin Kautler, vescovo di Xingù, che in passato ha condannato duramente il comportamento di un sindaco e di alcuni suoi assessori nel caso dell'assassinio della religiosa statunitense Dorothy Stang. Suor Dorothy, uccisa nel 2005, era molto amata dai contadini con cui lavorava dal 1966. Era conosciuta da tutti come Irmã Dorote. Apparteneva alla Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur. Cominciò il suo ministero pastorale nello Stato del Maranhão. Poi si è impegnata intensamente nei movimenti sociali anche nello Stato del Parà, accompagnando le lotte dei lavoratori della Transamazzonica e dei contadini contro il disboscamento dell'Amazzonia. Fino al giorno del suo assassinio, con sei colpi di pistola sparati mentre si trovava nella città di Anapu, Suor Dorothy partecipò attivamente ai lavori della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani e, soprattutto, alla Commissione pastorale per la terra. Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, lo stato del Parà è la regione dove si registra la maggiore quantità di minacce di morte e dove, inoltre, le minacce purtroppo hanno un seguito nei fatti. Nel febbraio scorso per esempio fu ucciso il contadino Francisco da Silva, presidente dell'Associazione di produttori rurali del fiume "Amazonas". Francisco da Silva da tempo appariva nella lista delle persone minacciate così come è accaduto con suor Dorothy Stang. L'Amazzonia e i suoi popoli da anni affrontano numerosi pericoli. Tra questi il più insidioso è la deforestazione, con un traffico di legname spesso poco legale e per nulla regolamentato. I contadini subiscono inoltre diverse vessazioni per via di veri e propri imbrogli legati alle leggi che dovrebbero regolare il diritto di proprietà. Si calcola che solo il 10% delle terre amazzoniche è stata legalizzata. Si tratta di una situazione che ostacola soprattutto l'azione del governo che intanto continua a ricercare, così come le associazioni territoriali e di base, le vie più efficaci per mettere fine a questa realtà. Realtà che, nel frattempo, ha permesso che il “più grande polmone del pianeta” abbia già perso il 20% della sua massa forestale. Il governo centrale brasiliano, secondo quanto scrive "O Estado de São Paulo", sarebbe arrivato, proprio in questi giorni, ad importanti conclusioni che potrebbero comportare la radicale modifica di nove leggi e tre decreti. (L.B.)

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    Nuova aggressione anticristiana in Egitto

    ◊   In Egitto nuovo episodio di intolleranza religiosa, di cui riferisce oggi l’ “Avvenire”. Un gruppo di cittadini musulmani ha assaltato il 10 dicembre scorso un edificio della diocesi di Zagazig, nel villaggio di Kafr Farag Ghirgis, dove vive una comunità di circa 1300 cristiani. Questi non disponendo di un luogo di culto adeguato avevano deciso di celebrare la Messa in nuovo edificio diocesano, abbandonando il vecchio spazio dove per 12 anni si erano invece raccolti con grave disagio. Tale decisione ha però irritato alcuni ‘estremisti’ della comunità mulsulmana, dal momento che il nuovo edificio era stato destinato a progetti di accoglienza e servizi sociali per l’intera comunità. L’episodio riaccende il dibattito sull’attesa legge che dovrebbe regolare la costruzione dei luoghi di culto in Egitto, in sospeso da oltre 15 anni, invocata finora senza esito dalla minoranza coopta. Un vuoto legislativo che ha favorito nelle ultime settimane – sostiene l’Avvenire – una serie di attacchi ad edifici di culto e scontri con feriti in molte zone in cui sono presenti cittadini coopti. (R.G.)

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    Il perdono vinca la violenza: così l’Avsi dopo l’uccisione di un operatore in Congo

    ◊   Nonostante il dolore, la rabbia e la disperazione per questo brutale assassinio, “chiediamo giustizia e non violenza”: è quanto afferma l'AVSI, l’Associazione volontari per il servizio internazionale, dopo l’uccisione lunedì scorso, di uno dei suoi operatori, Boduin Ntamenya, 52 anni, originario di Goma. “Boduin – spiega l’Avsi, Ong italiana di ispirazione cattolica attiva nella Repubblica democratica del Congo dal 2002 - è stato ucciso mentre cercava di migliorare le condizioni scolastiche di migliaia di bambini che vivono in guerra”. Per sconfiggere la violenza – sottolinea l’Ong – “abbiamo una sola arma efficace a nostra disposizione: il perdono. Un’arma difficile da maneggiare. Un’arma che pare aumentare l’ira e lo sconforto invece di placarli. Ma l’alternativa è la vendetta, che brucia ogni speranza di pace”. Anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati condanna “l’assassinio a sangue freddo” dell’operatore Avsi, esprimendo inoltre preoccupazione per gli oltre 10.000 sfollati che stanno cercando rifugio nella missione dell’Onu a Rutshuru. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, i ribelli di Laurent Nkunda stanno cercando di impedire alle persone di andare nei campi, perfino con detenzioni arbitrarie. Secondo le stime più recenti, sono circa 142.000 gli sfollati accolti nei 6 campi allestiti dall’organismo delle Nazioni Unite nelle vicinanze di Goma. Il conflitto nel Nord Kivu - ricorda il Sir - si è intensificato alle fine del 2006. Da gennaio 2008, sono in totale più di 846.000 gli sfollati nella regione. (A.L.)

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    Aiuti da Paesi dell’Africa australe contro l’epidemia di colera in Zimbabwe

    ◊   Una campagna internazionale di aiuti allo Zimbabwe è stata annunciata oggi dalla Comunità di sviluppo dei paesi dell’Africa australe (Sadc), per sostenere le autorità di Harare nella gestione della crisi sanitaria legata all’epidemia di colera in corso da alcuni mesi. L’annuncio della campagna, che sarà coordinata da una ‘troika’ di paesi della regione australe africana, è stato fatto oggi dal presidente sudafricano Kgalema Motlanthe al termine dell’incontro tra i ministri della Sanità e della Gestione idrica dei tre Paesi chiamati a guidare l’iniziativa: Sudafrica, Zambia e Repubblica democratica del Congo. Motlanthe – riferisce la Misna - ha precisato che la campagna dovrà mobilitare le risorse materiali e finanziarie necessarie per aiutare lo Zimbabwe a contenere la crisi sanitaria e umanitaria. Il capo di Stato africano ha anche detto che non deve però essere “politicizzata” la questione umanitaria. Motlanthe ha anche espresso soddisfazione per le modifiche apportate alla Costituzione in Zimbabwe. Modifiche ha infine auspicato che entro la fine della settimana le parti annuncino la formazione di un nuovo governo. (A.L.)

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    Negli Stati Uniti la Chiesa promuove la “Settimana nazionale dell’immigrazione”

    ◊   Avrà l’obiettivo di promuovere una riforma del sistema migratorio la “Settimana nazionale dell’immigrazione” che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) ha in programma dal 4 al 10 gennaio prossimo. L’iniziativa punta ad ottenere una revisione completa della legge sull’immigrazione ed un trattamento più umano per gli immigrati irregolari che negli USA sfiorano i 12 milioni. Dal suo canto, la Conferenza cattolica del Minnesota (Mcc) ha lanciato, per il prossimo 6 gennaio, solennità dell’Epifania, la “Domenica dell’immigrazione”, che verrà celebrata in tutte le parrocchie dello Stato. La festività agirà da campagna di sensibilizzazione, educazione civica e riflessione sugli insegnamenti contenuti nella Bibbia in materia di immigrazione e sulle privazioni che l’attuale sistema migratorio impone agli stranieri clandestini. “Non vediamo alcun conflitto di interessi nel nostro attivismo sociale – ha detto Alexandra Fitzsimmons, portavoce della Mcc – Anzi, la nostra fede ci obbliga ad impegnarci nelle questioni sociali. La Chiesa riconosce che tutti i Paesi sovrani hanno il diritto di proteggere le proprie frontiere e che la gente deve osservare le leggi, però è necessario anche il riconoscimento del fatto che gli immigrati meritano un trattamento dignitoso”. La portavoce della Mcc ha sottolineato, poi, come “la Bibbia ci esorti a dare il benvenuto allo straniero, a curarlo, a proteggerlo e a trattarlo con tutta la dignità che merita”. Durante l’iniziativa lanciata dalla Mcc, i vescovi del Minnesota inviteranno tutti i parroci a collegare le proprie omelie agli insegnamenti biblici sull’immigrazione, e ad organizzare iniziative multiculturali ed attività per bambini ed adulti sullo stesso tema. Già nel 2002, lo ricordiamo, la Usccb, insieme ai vescovi cattolici del Messico, aveva lanciato una campagna di sostegno alla riforma migratoria, chiedendo un modo per legalizzare gli immigrati irregolari. Nel gennaio 2003, entrambe le Conferenze episcopali avevano pubblicato una Lettera pastorale in cui chiedevano ai presidenti degli Stati Uniti e del Messico di unire gli sforzi per raggiungere una riforma del sistema migratorio basata sui ricongiungimenti familiari. I vescovi di entrambi i Paesi avevano poi richiesto al Congresso una legislazione giusta che affrontasse “le cause del fenomeno migratorio, in modo tale che le persone possano restare là dove hanno costruito un nucleo familiare, così da mantenere i propri cari con dignità”. Da sottolineare, infine, che negli ultimi tre anni la riforma della legge sull’immigrazione è stata discussa dal Congresso in tre occasioni – dicembre 2005, a maggio 2006 e a maggio 2007 - senza risultati favorevoli. (I.P.)

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    A Strasburgo il primo premio per la vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta

    ◊   Sarà il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, a consegnare oggi pomeriggio, a Strasburgo, il primo premio per la vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta, assegnato al professor Jérôme Léjeune. In mattinata, si è svolta la cerimonia del Premio Sakharov, il riconoscimento del Parlamento europeo per chi si distingue nella difesa dei diritti umani e che nel 2008 festeggia vent’anni. In questo anniversario è stato assegnato all’attivista per i diritti umani cinese, Hu Jiya. Ma gli anniversari non finiscono qui: siamo a 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e in tutto questo contesto, il Movimento per la vita italiano ha organizzato la cerimonia con cui alle 16.30 verrà assegnato il primo premio per la vita intitolato a Madre Teresa di Calcutta. Il presidente del Movimento per la vita italiano, l’europarlamentare Carlo Casini, ha sottolineato nell’incontro ieri con i rappresentanti degli analoghi movimenti in diversi Paesi d’Europa, che il diritto alla vita rappresenta il primo e basilare diritto di ogni persona umana. Questa prima edizione premia lo scienziato Jérôme Léjeune, strenuo difensore della vita, che poco prima di morire Giovanni Paolo II aveva voluto alla presidenza della Pontificia Accademia per la vita. Per approfondire la sua figura e l’insegnamento che lascia, è stato organizzato – sempre qui, al Parlamento europeo – un convegno scientifico internazionale poco prima della cerimonia del conferimento del premio. Premio che sarà consegnato alla vedova dello scienziato dal presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, scienziato che ha legato il suo nome anche alla scoperta della trisomia 21. (Da Strasburgo, Fausta Speranza)

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    Filippine: con la “Messa del gallo” si aprono le celebrazioni del Natale

    ◊   Con la “messa del gallo” – Simbang Gabi – sono iniziate le celebrazioni per la novena di Natale nelle Filippine. I fedeli pregano per le loro famiglie, la pace nel Paese e nel mondo intero. La messa prima del sorgere del sole è una consuetudine radicata nel Paese, grazie alla quale i fedeli si preparano a festeggiare la nascita di Cristo. Il rintocco delle campane, la luce delle lanterne a illuminare il cammino, i canti natalizi sono tutti elementi che caratterizzano il Simbang Gabi. Una tradizione – ricorda l’Agenzia AsiaNews - nata in onore della Vergine Maria, durante la quale i filippini pregano per le loro famiglie, per la pace nel Paese e in tutto il mondo. Le messe prima dell’alba sono iniziate ieri e culmineranno nel rito di mezzanotte del 24 dicembre, quando si celebra il Natale. La tradizione affonda le radici nella storia delle Filippine: essa è stata importata dai colonizzatori spagnoli, le cui prime testimonianze risalgono al XVII secolo. Per i fedeli che partecipano alla “messa del gallo” permangono alcuni rischi legati alla sicurezza: vi è infatti il pericolo di attacchi o violenze da bande di strada o singoli malviventi che approfittano dell’oscurità per compiere rapine o sequestri. Per questo la polizia ha aumentato i controlli nelle principali vie di accesso ai luoghi di culto e invita i cittadini a spostarsi in comitive o gruppi, scegliendo strade ben illuminate. (A.L.)

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    Concerto natalizio per aiutare 300 ragazzi di Haiti

    ◊   La manifestazione promossa dalla fondazione Don Bosco nel Mondo vuole strappare dalla strada e inserire in un percorso scolastico di tre anni i ragazzi di Port-au-Prince. E’ questo lo scopo del concerto di Natale in onda il 24 dicembre su Raidue alle 21. Il progetto “Foyer-lakay” - come riporta il Sir - intende raccogliere fondi per sostenere la casa di accoglienza gestita dal padre salesiano Attilio Stra. Salvare i ragazzi dalla strada, assicurandogli l’istruzione, è il primo passo verso il reinserimento sociale che li porterà ad essere onesti cittadini. Per le donazioni basterà chiamare da telefono fisso o inviare un sms, del valore di 2 euro, al 48544. (F.C.)

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    E’ giunta in Australia l’icona di Maria "Sedes Sapientiae"

    ◊   L'icona di Maria che Giovanni Paolo II ha regalato ai giovani, nota come “Sedes Sapientiae” – riferisce l’agenzia Zenit - è arrivata questo fine settimana in Australia, dove rimarrà per un anno, al fine di raccogliere i frutti della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney. L'immagine della Vergine con il bambino Gesù, firmata dall'artista e sacerdote gesuita Ivan Rupnik, vuole essere l'espressione della vicinanza di Maria agli universitari, percorrendo - secondo la volontà del Papa atenei e centri educativi. Ogni anno l’icona mariana viene consegnata a Roma ad una delegazione di giovani, durante la Messa e l'incontro con il Santo Padre, che si celebra nella Basilica di San Pietro. Quest’anno l'Eucaristia è stata presieduta giovedì scorso dal cardinale Agostino Vallini, vicario della diocesi di Roma, e si è conclusa con il discorso di Benedetto XVI. “Nella vostra vita di studio e di ricerca volgete costantemente lo sguardo a lei, Sede della Sapienza, che continua a comunicare alla Chiesa e all'umanità gli avvenimenti e le parole di salvezza serbate nel suo cuore”, ha detto il cardinale Vallini agli studenti al momento della consegna dell'icona. Nel 2008, la Sedes Sapientiae è stata accolta dagli studenti rumeni, che l'hanno consegnata ad una delegazione di giovani australiani. (R.G.)

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    Primi due volumi della nuova collana "Itineraria" edita dalla Pontificia Accademia Teologica

    ◊   "Il metodo teologico, tradizione, innovazione comunione in Cristo”; “Gesù, identità del cristianesimo. Conoscenza ed esperienza”. Sono i titoli dei primi due volumi della nuova collana teologica Itineraria, edita dalla Pontificia Accademia Teologica, scritti il primo dal teologo della Pontificia Università Salesiana, Manlio Sodi e il secondo dall’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, già primo prelato segretario della Pontificia Accademia Teologica. Le due opere sono state presentate ieri sera nell’Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense. All’incontro – di cui riferisce l’Avvenire - hanno partecipato autorità, membri ed amici della Pontificia Accademia Teologica, riuniti dal presidente Marcello Sbordoni, che ha colto questa occasione anche per festeggiare i 70 anni di “don Angelo Amato” e “ricordare il suo avvicinamento continuo a Cristo e agli uomini del nostro tempo”. “Quando si pensa a don Angelo – ha aggiunto don Pasqual Chavez Villanueva, rettore maggiore dei Salesiani - non si può non pensare alla disciplina cristologica e al numero impressionante di scritti che l’arcivescovo ha generato. Un lavoro che dimostra quanto sia centrale per lui la sequela Christi, la sua ricerca e la riflessione teologica”. La serata è stata poi arricchita dalla Lectio magistralis dello stesso prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che si è soffermato in particolare sulla grazia della fede. “Gesù – ha sottolineato mons. Amato – in modo misterioso ma reale, sostiene i suoi fedeli e converte i cuori di pietra in cuori di carne. San Paolo di Tarso, ma anche venendo all’oggi con figure più recenti come quella di Magdi Allam, sono l’esempio di questa conversione che nasce dal dialogo e soprattutto – ha concluso il presule – dalla lettura del Vangelo che ancora oggi ha un valore fondativo per l’umanità”. (R.G.)

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    Inaugurata dall'arciprete della Basilica Ostiense la mostra Paolina di Alessandro Romano

    ◊   Lo scultore Alessandro Romano ha dato oggi una vibrante testimonianza della “folgorazione” operata da San Paolo nella sua vita spirituale e artistica in occasione della presentazione delle sue ultime opere a lui dedicate ed esposte in anteprima nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. Una mostra di 25 disegni, alcuni in bianco e nero, tutti gli altri a colori, che costituiscono il corredo iconografico di un libro d’arte “Paulus” presentato oggi per la prima volta dalla casa editrice Vydia e che rappresentano uno dei maggiori eventi culturali delle celebrazioni per il bimillenario della nascita dell’Apostolo. L’arciprete della Basilica, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo che le ha promosse, ne ha ricordato le finalità impresse da Papa Benedetto XVI e da lui esplicitate – da “dottore della Chiesa” ha detto, attraverso le catechesi e i discorsi innumerevoli su San Paolo – in un indirizzo di benvenuto ai realizzatori e collaboratori dell’ opera. Fra i quali il biblista mons. Fortunato Frezza, coestensore della nuova traduzione italiana della Bibbia, ed autore dei commenti tematici delle Lettere paoline pubblicate nel libro ( nel suo intervento si è soffermato su “San Paolo mistico”) ed il prof. Vincenzo Cappelletti, storico e filosofo delle idee, che nella introduzione del libro ha tracciato un profilo teoretico del pensiero di San Paolo, seguendo il percorso della sua vita. Quello illustrato appunto da Alessandro Romano uno degli artisti più significativi e rappresentativi della nostra epoca, che con il ciclo paolino arricchisce un percorso segnato già dall’incontro con Sant’Agostino, con i quattro santi le cui statue sono state poste nel porticato della Basilica di San Pietro, con Omero e la mitologia ( il suo “scudo di Achille” è stato acquisito per il Palazzo del Quirinale dalla Galleria Nazionale d’arte moderna), e con protagonisti della vita civile (suo il monumento a Caltanissetta dei giudici Falcone e Borsellino). La mostra su “Paulus” sarà ora proposta in altre città italiane, a cominciare da Macerata. (A cura di Graziano Motta)

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    Presentati i diari di Giovanni XXIII dal 1895 al 1963

    ◊   La vita e il pensiero di Angelo Roncalli in dieci volumi. E’ completa la pubblicazione dei Diari di Giovanni XXIII dal 1895 al 1963, presentati ieri a Roma su iniziativa della Fondazione per le Scienze Religiose “Giovanni XXIII”. Al lavoro, iniziato dal prof. Giuseppe Alberigo, scomparso di recente, e proseguito da Alberto Melloni, hanno contribuito decine di studiosi. Documenti privati sono ora a disposizione di storici e fedeli. Testi, sistemati per la causa di beatificazione e canonizzazione, divengono così una raccolta per il pubblico. Si tratta secondo Romano Prodi, presidente del Comitato d’onore dell’Edizione nazionale, di uno strumento di riflessione e di lavoro “di enorme valore”. La pubblicazione dei Diari avviene a 50 anni dall’elezione, un avvenimento – sottolinea Prodi – che aprì “una stagione di grandissimo interesse”. Il primo volume raccoglie i racconti del giovane Angelo nel 1895, a soli 14 anni di età. L’ultimo si conclude con appunti del 1963, anno della morte. All’iniziativa – riferisce Avvenire - plaude anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha inviato un messaggio ai curatori in occasione della presentazione dei 10 tomi. “L’intenso pontificato di Giovanni XXIII – scrive il capo di Stato italiano – si lega indissolubilmente alla stagione del dialogo, ricca di fermenti e aspettative”. Le parole che papa Roncalli ha lasciato si mescolano poi con i ricordi di chi lo ha conosciuto. Il cardinale Francesco Marchiano, presidente emerito del pontificio Consiglio per i beni Culturali della Chiesa e della Fabbrica di San Pietro, ha affermato di aver avuto più volte la fortuna di incontrare Giovanni XXIII, che ha dato sempre prova della sua “incredibile umanità”. Il cardinale Roberto Tucci, già direttore della Radio Vaticana, ha dichiarato infine che “in questi volumi c’è tutta la devozione tradizionale di Papa Roncalli e la sua grande attenzione alla Parola di Dio”. (A.L.)

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    Festival internazionale degli Itinerari dello Spirito

    ◊   Roma sarà la sede del primo Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito. L'incontro, che si terrà nella Nuova Fiera di Roma dal 15 al 18 gennaio prossimi, riunirà circa 40.000 persone e 140 espositori di quattro continenti. Il Festival, organizzato dall'Opera Romana Pellegrinaggi, esporrà gli itinerari storici del pellegrinaggio: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme. Saranno rappresentate anche le mete di pellegrinaggio che ricevono più ospiti: Guadalupe (10 milioni), Lourdes (9 milioni), San Pietro in Vaticano (7 milioni), Santiago de Compostela (6 milioni) e Gerusalemme (3 milioni). Con il motto “Canta e cammina”, ispirato a Sant'Agostino, gli organizzatori - che contano sul sostegno del Comune e della Provincia di Roma e su quello della Regione Lazio - cercano con questa iniziativa di cambiare il concetto di “turismo religioso”. Nel corso della conferenza stampa di presentazione del Festival, avvenuta ieri, il vicepresidente dell'Opera Romana Pellegrinaggi, mons. Libero Andreatta, ha chiesto di sostituire questa definizione con “itinerario dello spirito”. Quando si viaggia in luoghi sacri - ha osservato mons. Andreatta le cui parole sono state riprese dall’agenzia Zenit - l'atteggiamento del pellegrino deve essere “la riflessione spirituale e il confronto con lo spirito. Diventa una grande avventura, proposta ad ampio respiro”. Il centro del Festival – ha concluso - “non sono prodotti che si vendono, sono esperienze che si offrono. E la possibilità di recuperare i valori della socialità”. (A.L.)

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    Thailandia: corsi di formazione per nuovi missionari da inviare in Mongolia e Kazakhistan

    ◊   In Thailandia, dove sono oltre 400 mila i fedeli cattolici, la Chiesa prepara nuovi missionari. Lo scopo è di evangelizzare altri Paesi dell’Asia. Per diffondere il Vangelo nel Continente la Conferenza episcopale thailandese ha incaricato alcuni missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere di organizzare corsi di formazione e di animazione missionaria. Si tratta, soprattutto, di religiosi attualmente operanti in Cambogia e in Thailandia. Nella zona settentrionale di quest’ultimo Paese, in particolare, diversi missionari lavorano tra le tribù di montagna. Il loro principale impegno - rende noto l’agenzia Fides - è la formazione di giovani e leader cattolici per favorirne il pieno inserimento nel tessuto sociale. La missione si spingerà anche in altri Stati dell’Asia Centrale, tra cui Mongolia e Kazakhistan. Si tratta di vasti territori, con esigue comunità cattoliche, che hanno bisogno di nuovi missionari. Accogliendo l’appello lanciato da queste piccole comunità, la Chiesa thailandese intende partecipare, in comunione con la Chiesa universale, alla missione evangelizzatrice in Asia. (A.L.)

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    Successo del Festival del cinema organizzato dal centro gesuita di Calcutta

    ◊   Un’opportunità unica di crescita: è questo l’obiettivo primario che il Centro gesuita di Calcutta, in India, vuole offrire ai registi in erba attraverso un Festival cinematografico annuale. Il Centro, chiamato “Chitrabani”, ovvero “Immagini e suoni”, ha lanciato l’iniziativa cinque anni fa, riscuotendo un notevole successo. “Il Festival – ha detto il padre gesuita Joseph Pymbellykunnel, direttore del Centro – attrae le persone indipendentemente dalla religione, dal linguaggio e dalla cultura”. Quest’anno la rassegna si è svolta dal 7 al 13 dicembre e “i registi - ha aggiunto il religioso - erano tutti fra i 25 e i 32 anni, mentre 25 dei film selezionati erano stati realizzati da donne”. Padre Pymbellykunnel ha poi sottolineato come le pellicole del 2008 fossero meno violente rispetto a quelle del passato: “Abbiamo avuto più film contenenti messaggi di pace e armonia – ha detto il direttore del Centro ripreso dall'agenzia Ucanews – Questo dimostra un cambiamento nelle tendenze dei giovani registi”. Da ricordare, infine, che oltre ad essere una “vetrina” per i film, il Centro Chitrabani aiuta a registi a sviluppare dall’inizio i loro progetti e a creare una rete di contatti. (I.P.)

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    Parigi: la tradizionale "Luce di Betlemme" diffusa in cinquanta quartieri

    ◊   La tradizionale “Luce di Betlemme” arrivata a Parigi domenica scorsa nella Chiesa di Santa Margherita, è stata diffusa fra le delegazioni Scout di circa cinquanta quartieri della città. Le delegazioni degli Scout e delle Guide di Francia si sono poi messe in cammino per trasmettere questa luce simbolica in tutto il Paese e, fino a Natale, visiteranno quindi ospedali, case di riposo e parrocchie. L’evento che coinvolge Scouts sia cattolici che laici - riferisce l'agenzia Apic - ha per tema “La Pace sia con voi” e viene portato avanti sin dal 1985. In quell’anno, un giovane scout si recò presso la Grotta della Natività, a Betlemme, per accendere una candela e portarla alla Cattedrale di Vienna, in Austria. In seguito, l’iniziativa si è diffusa fra gli Scouts di tutta Europa, che sono divenuti “portatori di luce”, come ha indicato la Conferenza episcopale francese. (I.P.)

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    Rapporto sulla salute materno-infantile in Europa

    ◊   E’ stato presentato nei giorni scorsi presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù il rapporto sulla salute materno-infantile  (dalla gravidanza al primo anno di vita) in Europa. Lo studio riporta i risultati di quattro importanti progetti finanziati dalla Commissione Europea: Euro-Peristat, che ha sviluppato gli indicatori per il monitoraggio e ha coordinato l’analisi dei dati; Euroneostat, che riguarda i nati pretermine ricoverati in terapia intensiva neonatale; Eurocat e SCPE, che monitorizzano rispettivamente le malformazioni congenite e le paralisi cerebrali. Per la prima volta è disponibile un quadro completo e dettagliato che integra risultati provenienti da fonti diverse: dati correnti, sia di tipo anagrafico che sanitario e gestionale, e risultati di progetti specifici. Il rapporto è il frutto della collaborazione di un ampio gruppo internazionale di epidemiologi, biostatistici e  clinici, coordinato dall’Institut national de la santé et de la recherche médicale di Parigi (Francia). In Italia, Euro-Peristat è stato coordinato dall’Ospedale Pediatrico  Bambino Gesù in collaborazione con l’ISTAT. Sono stati analizzati in maniera comparativa in 26 Paesi europei, una trentina di indicatori chiave riferiti all’anno 2004 e raggruppati in 4 aree principali: salute feto-neonatale e infantile; Salute materna; Caratteristiche delle popolazioni e distribuzione dei fattori di rischio. Il quadro offerto dal rapporto di Euro-Peristat è composito. Non esiste alcun Paese che occupi sempre la migliore posizione per tutti gli indicatori. Tutti hanno punti di forza e punti su cui vi è necessità di miglioramento. Cercare di comprendere le ragioni di questa variabilità rappresenta il primo passo per formulare interventi efficaci di prevenzione. E’ però vero che per molti indicatori di esito perinatale i Paesi scandinavi mostrano i risultati più brillanti, mentre quelli dell’Europa orientale si trovano spesso all’altro estremo. L’Italia occupa una posizione nel complesso buona, in linea con quelle degli altri Paesi occidentali, per la maggior parte degli indicatori di salute analizzati. Il rapporto Europeo è integralmente disponibile all’indirizzo www.europeristat.com (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Il parlamento europeo ha dato il via libera al pacchetto-clima

    ◊   Con 610 sì, 60 no e 29 astenuti, il parlamento europeo ha approvato il pacchetto-clima composto da sei risoluzioni già approvate venerdì scorso dal Consiglio europeo. Le misure vincolano gli Stati membri a ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990. Prevede anche di portare al 20% il ricorso alle energie rinnovabili nei consumi dell'Ue e di aumentare del 20% l'efficienza energetica. Inoltre, l’Assemblea ha respinto la proposta - avanzata dalla Gran Bretagna e approvata dai ministri dei 27 Paesi europei - di allungare oltre le 48 ore, a determinate condizioni, la settimana lavorativa a meno che lo voglia lo stesso lavoratore. In quel caso potrà raggiungere le 60-65 ore. Ora si aprirà un negoziato tra parlamento e governi dei 27 paesi Ue per definire la questione.

    Iraq
    Visita a sorpresa in Iraq per il premier britannico, Gordon Brown, che ha annunciato, in accordo con le autorità di Baghdad, il ritiro delle truppe di Londra dal Paese del Golfo entro la prima metà del 2009. La trasferta di Brown è stata funestata da un duplice attentato che, nella capitale, ha provocato 18 vittime, tra cui poliziotti e civili, e 53 feriti. Violenza anche a Mossul, dove una persona è morta per l’esplosione di un’autobomba.

    Medio Oriente
    All’indomani dell’approvazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che invita israeliani e palestinesi a rispettare l'impegno di Annapolis per una pace nell’area, non si placano i lanci di razzi sul Neghev. Almeno otto razzi sono stati sparati da miliziani palestinesi in prossimità della scadenza della tregua di sei mesi siglata tra Hamas e Israele.

    Usa-Obama
    Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barak Obama, ha scelto come ministro dell’Agricoltura l'ex governatore dell’Iowa, Tom Vilsack, mentre il senatore Ken Salazar sarà destinato a ricoprire il ruolo di ministro dell’Interno. Le cariche saranno annunciate oggi.

    Italia-arresti appalti
    Bufera sulla giunta di Napoli. E' in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell'indagine sulla delibera "Global service", approvata dal Comune per l’affidamento di una serie di lavori pubblici mai partiti per mancanza di copertura finanziaria. Altre 12 persone sono invece agli arresti domiciliari: tra loro, due assessori del Partito democratico, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche, attualmente al Ministero delle infrastrutture. Indagati anche gli onorevoli Renzo Lusetti del Partito democratico e Italo Bocchino del Popolo della libertà. Le accuse sono turbativa d'asta, corruzione e abuso d'ufficio. Nell'inchiesta era coinvolto anche l'ex assessore Nugnes, morto suicida alcune settimane fa.

    Italia-Eluana Englaro
    Nessuna struttura pubblica o privata legata al Servizio sanitario nazionale è autorizzata ad interrompere i trattamenti basilari come l'idratazione e l'alimentazione dei pazienti che si trovano in stato vegetativo persistente. E’ quanto prevede l’indirizzo alle Regioni diffuso ieri dal ministro della Salute, Maurizio Sacconi, che ricorda il parere del Comitato nazionale per la bioetica, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e l’articolo 32 della Costituzione Italiana. Per il legale della famiglia di Eluana Englaro, la donna da 17 anni in stato vegetativo, si tratta di un atto che non ha alcun valore legale ed ha ribadito il pronunciamento della Cassazione che autorizzava l’interruzione della somministrazione di alimentazione e idratazione. Proprio ieri, la giovane doveva essere trasferita all'istituto “Città di Udine” per mettere in pratica la sentenza.

    Somalia-pirati
    La pirateria è ormai uno dei problemi che in Somalia si aggiunge a quello, altrettanto grave, del caos politico che, a causa della guerra civile, da anni regna nel Paese del Corno d’Africa. Ogni giorno natanti di varia nazionalità - 4 imbarcazioni nelle ultime 24 ore - vengono sequestrati e depredati da bande di pirati. Per arginare il fenomeno, ieri il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che per la prima volta autorizza i Paesi che combattono i pirati a compiere operazioni militari anche sul territorio somalo e nel suo spazio aereo. Sull’efficacia di questa decisione, Giancarlo La Vella ha intervistato Matteo Fagotto, esperto di Africa:

    R. - Sicuramente, se si vuole controllare il fenomeno della pirateria, bisogna controllare le coste della Somalia. Il problema è riuscire a farlo anche con l’autorizzazione dell’ONU. Rimango scettico sulla possibilità di controllare l’intera costa somala e soprattutto di mandare un contingente militare nell'area, anche se sarebbe l’unico modo per tenere sorvegliata la zona.

     
    D. - Perché il fenomeno della pirateria si è concentrato in particolar modo, di fronte alle coste somale?

    R. - Prima di tutto per l’assenza dello Stato, che si è liquefatto durante la guerra civile che dura dal 1991. Inizialmente, i pirati controllavano le risorse ittiche che venivano depredate da mercanti di provenienza da tutto il mondo. Poi si sono evoluti diventando una vera e propria organizzazione criminale e, in questo momento, grazie all’appoggio dall’entroterra - quindi dai miliziani che operano nel Paese - la pirateria è diventata molto potente. E' impossibile quindi sconfiggerla solo via mare: bisognerebbe anche controllare i porti somali e tagliare soprattutto quei collegamenti tra i pirati e l’entroterra.

     
    D. - E' un fenomeno, secondo te, che rischia di mettere ancor più in ginocchio alcuni Paesi poveri africani, dal momento che le le navi attaccate contengono spesso beni di prima necessità, destinati proprio a questi Paesi?

     
    R. - In effetti, i pirati somali non fanno molta distinzione: attaccano di tutto ed è capitato anche che a farne le spese siano state le navi del Programma alimentare mondiale, che inviavano aiuti per milioni di profughi, vittime della guerra civile. Bisogna anche dire, però, che questi attacchi pirata potrebbero mettere in ginocchio soprattutto le forniture di petrolio che vanno dal Medio Oriente all’Europa e che passano, molte volte via nave, attraverso il Golfo di Aden.

    Vertice Mercosur
    Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha inaugurato ieri il 36.mo Vertice dei capi di Stato del Mercosur, il Mercato comune in costruzione in America meridionale, che per la prima volta si è riunito in Brasile senza la partecipazione degli USA. Ce ne parla Maurizio Salvi:

    Al di là delle dichiarazioni di circostanza, è un fatto che l’appuntamento brasiliano rappresenti un importante passo per la regione poiché, per la prima volta, si è tenuto uno strategico summit di capi di Stato e di governo, latinoamericani, senza la presenza degli Stati Uniti. A riguardo, il presidente brasiliano, Luis Ignacio Lula da Silva, ha assicurato: “Non vogliamo essere spettatori, ma protagonisti degli scenari in cui si decide il benessere dei nostri popoli” e ha aggiunto che “i risultati ottenuti negli ultimi anni, sono ora minacciati da avventurieri che hanno spinto l’economia mondiale verso un precipizio”. Il mutamento di clima è stato segnato anche dalla presenza del presidente cubano, Raul Castro, dalla decisione di considerare Cuba membro a pieno titolo degli organismi del continente e dall’appello firmato dai presidenti, affinché Washington ponga fine all’embargo che da mezzo secolo blocca economicamente l’isola centroamericana. Sotto l’attenta regia del Brasile, infine, i principali leader presenti hanno anche dato vita ad un consiglio di difesa nazionale sud americano.

     
    Thailandia-politica
    Il re thailandese, Bhumibol, ha firmato un decreto per la nomina del nuovo primo ministro, Abhisit Vejjajiva, a due giorni dall’approvazione del parlamento. Il neo-premier sta già lavorando alla sua squadra di governo ed ha ribadito la priorità delle questioni economiche, annunciando per gennaio un programma di incentivi.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 352

     
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