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Sommario del 13/12/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI in visita all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede: la Chiesa coopera con lo Stato contribuendo al bene comune della società
  • Il cordoglio del Papa per la scomparsa del cardinale Dulles
  • Intervista con mons. Ladaria sull'Istruzione Dignitas personae
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • A Trento il primo Forum cattolico-ortodosso sulla famiglia
  • Modesti risultati alla Conferenza Onu sul clima di Poznan
  • Santa Lucia. Appello di Cbm: fare di più per illuminare la vita di chi è nel buio della cecità
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Preoccupazione della Chiesa del Vietnam per la disgregazione familiare
  • Convegno internazionale sui diritti delle donne all'Angelicum
  • Messico: corsi sulla dottrina sociale della Chiesa nella diocesi di Texcoco
  • Termoli: esposte nella Cattedrale le reliquie di San Timoteo
  • Il cardinale Sodano ricorda il missionario Guglielmo Massaja a 200 anni dalla nascita
  • Compie 90 anni mons. Giovanni Nervo fondatore della Caritas
  • Torna l’iniziativa “Angeli per un giorno”
  • In mostra da oggi a Firenze la “Madonna di Fiesole” di Brunelleschi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Afghanistan: kamikaze di 13 anni uccide soldati britannici
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI in visita all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede: la Chiesa coopera con lo Stato contribuendo al bene comune della società

    ◊   Per la quarta volta nella storia, da quando ne ospita la sede, un Papa si è recato in visita all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, situata nell’antico Palazzo Borromeo sulla via Flaminia a Roma. Benedetto XVI lo ha fatto questa mattina, rivolgendo due discorsi ufficiali - alle autorità diplomatiche e ai dipendenti - ribadendo l’importanza della collaborazione fra Stato e Chiesa, pur nella distinzione di ruoli e mansioni. Durante la visita, il Papa ha visitato la cappella del palazzo appena restaurata, ha benedetto una targa commemorativa dell’evento e ammirato un antico crocifisso del Buonarroti. La cronaca della visita nel servizio di Alessandro De Carolis:
     
    Nella sua distinzione dagli affari di uno Stato, la Chiesa ha il compito di richiamare la vita sociale e pubblica a quei principi morali che promuovono la dignità personale e il bene comune. Un concetto che la visita all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede ha permesso a Benedetto XVI di ribadire ancora una volta. Una visita dalla cronaca breve, ma nel solco di una lunga storia, e contornata da significati culturali e artistici, oltre che spirituali e diplomatici, come dimostra la presentazione al Pontefice di uno splendido Crocifisso ligneo del tardo Quattrocento, attribuito a Michelangelo e acquistato di recente dallo Stato italiano, che il Papa ha potuto ammirare per diversi minuti grazie alle spiegazioni dell’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, e del direttore dei Musei Vaticani, il prof. Antonio Paolucci.

     
    In passato, tre Papi avevano varcato - come Benedetto XVI ha fatto verso le 11 - la soglia di Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata dal 1929 ma presente sulla Via Flaminia da 450 anni. Pio XII lo aveva visitato nel 1951, Paolo VI nel ’64 e Giovanni Paolo II nell’86. Benedetto XVI lo ha rammentato all’inizio del suo discorso, ricordando anche i più recenti incontri ufficiali con le massime autorità italiane, tra i quali quello del 4 ottobre scorso al Quirinale. Tutti avvenimenti, ha sottolineato il Papa, che sono il segno del “fruttuoso rapporto” che esiste fra l’Italia e la Santa Sede:

     
    “Si tratta di un’intesa quanto mai importante e significativa nell’attuale situazione mondiale, nella quale il perdurare di conflitti e di tensioni tra popoli rende sempre più necessaria una collaborazione tra tutti coloro che condividono gli stessi ideali di giustizia, di solidarietà e di pace”.

     
    In questo scenario fatto di vincoli e ripetuti confronti, Benedetto XVI ha fatto cenno anche al prossimo febbraio, quando la Santa Sede e l’Italia saranno unite dalla commemorazione dell’80.mo dei Patti Lateranensi dal 25.mo della firma di modifica del Concordato. Un rapporto costante e antico, come hanno confermato a più riprese, a nome del governo italiano, sia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sia poco dopo il ministro degli Esteri, Franco Frattini:

     
    “Santità, la sua presenza, oggi, a Palazzo Borromeo, ci consente di cogliere, nell’ambito di questo armonioso rapporto che lega le due sponde del Tevere, un aspetto cruciale, per la vita della Chiesa, al quale l’Italia assicura il suo convinto contributo. Mi riferisco alla nostra profonda identità di vedute nella costante azione a tutela dei diritti dell’uomo. Deve essere la promozione di questi ultimi, un nuovo umanesimo fondato sui diritti della persona umana, a forgiare, oggi, l’identità europea e a porsi come la condizione per l’integrazione”.

     
    Tale collaborazione, ha osservato il Papa, fa emergere la “distinzione” e “l’autonomia” tra Stato e Chiesa, definite come un “grande progresso dell’umanità” e - per la stessa Chiesa - “una condizione fondamentale per la sua stessa libertà” e per “l’adempimento della sua universale missione di salvezza tra tutti i popoli”:

     
    “In pari tempo, però, la Chiesa sente come suo compito, seguendo i dettami della propria dottrina sociale (…) di risvegliare nella società le forze morali e spirituali, contribuendo ad aprire le volontà alle autentiche esigenze del bene. Perciò, richiamando il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche e soprattutto pubblica alcuni fondamentali principi etici, di fatto la Chiesa contribuisce a garantire e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società, ed in questo senso si realizza l’auspicata vera e propria cooperazione tra Stato e Chiesa”.

     
    (intermezzo musicale)

     
    Prima dei discorsi ufficiali, una breve esecuzione musicale di un quartetto d’archi è stata offerta a Benedetto XVI il quale, al suo arrivo all’ambasciata, aveva fatto la sua prima sosta nella restaurata cappella dedicata a San Carlo Borromeo il quale, giovanissimo cardinale e già segretario di Stato, fu omaggiato da suo zio, Papa Pio IV, del dono della residenza costruita sulla Via Flaminia. Proprio la figura del Santo, che legò indissolubilmente la sua opera pastorale all’arcidiocesi di Milano, è stata evocata da Benedetto XVI nella cappella del palazzo. Dalla sua biografia, ha affermato il Papa, “emerge con chiarezza lo zelo con cui espletò il suo ministero episcopale”. Dedizione capace anche di grande carità che gli valse, specie durante gli anni della peste che flagellò Milano, l’appellativo “Angelo degli appestati”:

     
    “La vicenda umana e spirituale di san Carlo Borromeo mostra come la grazia divina possa trasformare il cuore dell’uomo e renderlo capace di un amore per i fratelli spinto fino al sacrificio di sé”.

     
    Poco prima di mezzogiorno, Benedetto XVI si è congedato dall’Ambasciata con un augurio di sapore natalizio indirizzato al capo di Stato italiano, Giorgio Napolitano, e - ha soggiunto - “all’intero diletto popolo di questa amata Penisola”. Ma non solo:

     
    “Il mio augurio di pace abbraccia poi tutti i Paesi della terra, che siano o meno ufficialmente rappresentati presso la Santa Sede. E’ un augurio di luce e di autentico progresso umano, di prosperità e di concordia, realtà tutte alle quali possiamo aspirare con fiduciosa speranza, perché sono doni che Gesù ha recato nel mondo nascendo a Betlemme”.

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    Il cordoglio del Papa per la scomparsa del cardinale Dulles

    ◊   Si è spento ieri a New York il cardinale statunitense Avery Dulles: aveva compiuto 90 anni lo scorso agosto. Il Papa ha espresso il suo cordoglio in un telegramma all'arcivescovo di New York il cardinale Edward Egan. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il Papa ricorda "con immensa gratitudine" il cardinale Dulles "per la sua profonda conoscenza, il suo giudizio sereno e il suo amore infinito per Dio e la sua Chiesa". Benedetto XVI prega perché "la sua convincente testimonianza personale all'armonia tra fede e ragione possa continuare a portare frutto per la conversione delle menti e dei cuori e per il progresso del Vangelo". Figlio di John Foster Dulles, segretario di Stato americano sotto l’amministrazione Eisenhower, dal 1953 al 1961, e educato alla fede protestante, Avery Dulles diventa agnostico in età giovanile. La sua conversione al cattolicesimo avviene in modo graduale in particolare durante gli studi di arte, filosofia, teologia e letterature medievali presso l’Harward College. A 22 anni la decisione di entrare nella Chiesa cattolica. A 28 anni lascia la marina statunitense dove aveva raggiunto il grado di luogotenente ed entra nella Compagnia di Gesù, per essere ordinato sacerdote a 38 anni. Si laurea in teologia sacra a Roma, presso la Gregoriana. Diventa uno dei maggiori teologi americani, insegnando in numerose università e distinguendosi per il suo impegno ecumenico in dialogo soprattutto con i luterani. Pubblica oltre 20 libri. Nella sua opera più nota, intitolata “Modelli di Chiesa”, sostiene che la Chiesa è un mistero indefinibile in termini puramente concettuali: mistero che si può avvicinare mediante analogie. Nel difficile periodo post-conciliare cerca di mediare tra le diverse concezioni ecclesiologiche. Giovanni Paolo II lo crea cardinale nel 2001. Con la sua scomparsa il Collegio Cardinalizio è ora composto da 190 porporati di cui 116 elettori e 74 ultra-ottantenni.

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    Intervista con mons. Ladaria sull'Istruzione Dignitas personae

    ◊   Numerosi commenti e reazioni in tutto il mondo ha suscitato la nuova Istruzione “Dignitas personae” su alcune questioni di bioetica, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ieri, alla presentazione nella Sala Stampa vaticana, c’era anche mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario del dicastero. Roberto Piermarini gli ha chiesto quale sia lo scopo del documento:
     
    R. – L’Istruzione intende promuovere la formazione delle coscienze, offrendo due criteri fondamentali per il discernimento morale in merito agli interventi sull’embrione e alle varie forme di fecondazione artificiale: il primo criterio, il rispetto incondizionato dell’essere umano, fin dal suo concepimento, e il secondo criterio, il rispetto dell’originalità della trasmissione della vita umana tramite gli atti propri dei coniugi. Con tale intervento il magistero non interviene nell’ambito della scienza medica come tale, ma richiama gli interessati e la responsabilità etica e sociale dell’operato. Il documento intende incoraggiare una ricerca biomedica che sia veramente rispettosa della dignità di ogni essere umano, questo è molto importante, e auspica allo stesso tempo che siano molti i cristiani a dedicarsi al progresso della biomedicina e a testimoniare la propria fede in questo ambito di così grande importanza.

     
    D. – Qual è il valore dottrinale del documento?

     
    R. – Si tratta di una Istruzione di natura dottrinale, che è emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e che ha l’espressa approvazione del Santo Padre. Appartiene, dunque, a quei documenti della Congregazione che partecipano al Magistero ordinario del Successore di Pietro. E’, dunque, un documento del Magistero ordinario. Come tale deve essere accolto dai fedeli con “l’assenso religioso del loro spirito”. Questo è l’obbligo che ha il fedele: di accogliere questi documenti magisteriali.

     
    D. – Mons. Ladaria, qual è il “cuore” di questo documento?

    R. – L’Istruzione inizia con le parole programmatiche “dignitas personae”, la dignità della persona: questo, dunque, è il motto fondamentale. Questa dignità va riconosciuta ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale. Questo principio fondamentale esprime un grande sì alla vita umana, che deve essere posto al centro della riflessione etica sulla ricerca biomedica. Ribadendo tale principio, la Chiesa intende difendere i poveri del mondo, ai quali appartengono gli esseri umani non ancora nati. Così dice il testo: quello della Chiesa è sempre il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati, oppressi nei loro diritti umani. Il documento poi incoraggia la ricerca biomedica che rispetta la dignità di ogni uomo e al contempo esclude come eticamente illecite diverse tecnologie biomediche e sarà probabilmente accusato di contenere troppi divieti, ma di fronte a questa prevedibile accusa occorre tuttavia ribadire che la Chiesa sente di dover dare voce a coloro che non hanno voce e dice testualmente il documento: “L’adempimento di questo dovere implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati. Dietro ogni ‘no’ rifulge, nella fatica del discernimento tra bene e male un grande ‘sì’ al riconoscimento della dignità e del valore inalienabile di ogni singolo e irripetibile essere umano chiamato all’esistenza”. Questo, dunque, è un punto molto importante. Infine, richiamando una citazione che conclude il documento, “si spera che i fedeli e anche tutti gli uomini di buona volontà, i medici, i ricercatori aperti al confronto, desiderosi di raggiungere la verità sapranno comprendere e condividere i contenuti di questa istruzione, volti alla tutela della fragile condizione dell’essere umano nei suoi stadi iniziali di vita e alla promozione di una civiltà più umana”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   "Una visita simbolica ed esemplare": in prima pagina, un editoriale del direttore sulla visita di Benedetto XVI all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede.

    Il telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per la morte del cardinale Avery Dulles.

    Un asse asiatico contro la crisi: in rilievo, nell'informazione internazionale, il vertice, a Fukuoka, tra Giappone, Cina e Corea del Sud.

    Con lo sguardo oltre il fascismo: in cultura, l'intervento di Maria Bocci al convegno organizzato dall'Università Cattolica e dalla Fondazione Amintore Fanfani per i cento anni dalla nascita dello statista italiano. 

    Una pietra miliare nella difesa della vita: un articolo di Luca M. Possati sul convegno, a Roma, sui sessant'anni delle Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

    Prendersi cura di ognuno e non di una categoria: Giulia Galeotti sulle iniziative promosse per la Giornata mondiale della disabilità.

    Il saggio di Heinrich Pfeiffer nel dodicesimo volume "Il volto dei volti, Cristo", presentato oggi pomeriggio nella sede de "La Civiltà Cattolica".

    Un temperino in mano per pungersi prima di cedere alla commozione; sintesi e chiarezza nelle omelie del cardinale Giuseppe Siri: l'intervento di monsignor Guido Marini in occasione della presentazione del volume "Omelie per l'anno liturgico".

    La povertà maggiore è la mancanza di fede: nell'informazione religiosa, Gaetano Vallini intervista il fondatore della Caritas italiana, monsignor Giovanni Nervo, che compie novant'anni.

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    Oggi in Primo Piano



    A Trento il primo Forum cattolico-ortodosso sulla famiglia

    ◊   La famiglia e l’impegno comune di cattolici e ortodossi a difenderne il valore: è questo il cuore della riflessione al primo Forum cattolico-ortodosso promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), che si concluderà domani. Si svolge da giovedì nella città settentrionale italiana di Trento, ed è stato organizzato con il sostegno dell’arcidiocesi locale e del suo arcivescovo, Luigi Bressan. Il servizio di Fausta Speranza:

    Affrontare insieme temi pastorali di comune interesse: è questo l’obiettivo di un incontro che vorrebbe dar vita in Europa ad un Forum permanente cattolico-ortodosso. Il punto è che “i cambiamenti storici e culturali avvenuti in Europa negli ultimi decenni richiedono con urgenza la testimonianza comune e la collaborazione delle comunità cristiane per la difesa e la promozione dei valori cristiani nella società”. E’ quanto ribadisce il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del CCEE. Al microfono della collega ungherese Marta Vertse ha spiegato sfide e prospettive:

     
    “Con la crisi della famiglia, dobbiamo affrontare la sfida a livello sociale di mass-media e legislativo circa la definizione del concetto della famiglia, dobbiamo dare la nostra risposta cristiana. Ma è vero anche che il Patriarcato di Mosca, quest’anno, ha concentrato i suoi sforzi pastorali sulla questione della famiglia, dedicandole un anno. Direi anche che, data la grande unità in moltissimi punti della nostra fede, è possibile arrivare ad un largo consenso tra cattolici ed ortodossi su molte questioni della dottrina sociale della Chiesa ed anche della morale cristiana”.

     
    E su come vivere a livello dei fedeli l’impegno a collaborare in difesa della famiglia, il card. Erdo ha affermato:

     
    "Ci sono state già delle proposte: prima di tutto servono molto dei documenti comuni, dichiarazioni comuni che manifestino questo consenso sui valori. Dall’altra parte, ci sono già eventi incoraggianti in alcuni Paesi del continente per opere ecclesiastiche per la protezione della famiglia. Servono, poi, anche suggerimenti a livello sociali per soluzioni legislative favorevoli alla famiglia, o comunque soluzioni che possano contribuire al sostegno dell’istituzione famiglia perché la famiglia è un bene per l’umanità, come dice anche il sottotitolo del nostro convegno. E’ anche un dono di Dio: non è che noi possiamo definire liberamente, secondo i nostri desideri, il concetto di famiglia, ma dobbiamo scoprire la realtà della famiglia e, per volontà del Creatore, dobbiamo regolare la nostra vita secondo questo dono di Dio. Per quanto riguarda la ricerca delle possibilità di lavorare insieme, siamo proprio nel corso di un lavoro intenso. Spero che questo colloquio, questo Forum, abbia anche delle conseguenze".

     
    Ma quali sono le più urgenti sfide in tema di famiglia? Lo abbiamo chiesto al vescovo ortodosso russo, Ilarion Alfeev, rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le Istituzioni Europee:

     
    R. - I believe that the whole idea...
    Credo che l’idea della famiglia nell’insieme come istituzione umana sia messa in pericolo dall’ideologia secolarizzata, che mina la tradizionale visione della famiglia e del matrimonio. La visione che viene spesso trasmessa è quella della famiglia come un’unione coniugale tra uomo e donna, ma non oggi è l’unica alternativa: ci sono molte altre alternative e quello della crescita dei bambini non è necessariamente il risultato del matrimonio. Vediamo che questa opzione alternativa, questo stile di vita alternativo, si sta diffondendo e molto spesso a danno della nozione tradizionale della famiglia. Questa è una delle ragioni per cui la maggior parte dei Paesi europei sperimentano una grave crisi demografica.

     
    D. - Eccellenza, quali sono gli aspetti più importanti, per quanto riguarda la famiglia, su cui dibattere? Ritiene siano gli aspetti legislativi o quelli educativi?

     
    R. - I think both aspects are important…
    Penso siano importanti entrambi gli aspetti. Bisogna curare gli aspetti legislativi, perché la legislazione stabilisce degli standard e se una posizione viene accettata comunemente: per esempio, se la famiglia tradizionale - formata da un uomo, una donna e dei bambini - sia uguale ad una coppia omosessuale e questa coppia omosessuale riceva dallo Stato lo stesso tipo di sostegno concesso a una famiglia tradizionale, che io ritengo sia un errore. La disputa sull’aspetto educativo è pure molto importante, perché vediamo che visioni distorte sono molto spesso inculcate nelle menti della gente ad un’età precoce, dall’asilo. Noi dobbiamo prenderci cura dei nostri bambini, così che non vengano rovinati da queste ideologie.

     
    D. - Eccellenza, vogliamo ricordare Alessio II? Qual è il messaggio che lui lascia sulla famiglia?

     
    R. - Very often he spoke about...
    Ha parlato molto spesso della necessità di ristabilire una visione tradizionale della famiglia. La Russia, come molti Paesi occidentali, sta sperimentando una grave crisi demografica e noi crediamo che non solo i problemi economici, ma anche i problemi statali, siano alla base di questa crisi. E Sua Santità, Alessio II, che ci ha lasciato qualche giorno fa, ha ricordato molto spesso ai russi e alla società russa la necessità di riscoprire la famiglia come fondamento principale per la vita dell’uomo e della società.

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    Modesti risultati alla Conferenza Onu sul clima di Poznan

    ◊   A poche ore dal via libera dell’Ue al pacchetto clima, si è chiusa questa notte a Poznan, in Polonia, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici. I delegati di 190 Paesi hanno stabilito un calendario per arrivare, nel dicembre 2009 a Copenaghen, ad un accordo mondiale per frenare il riscaldamento globale. Creato inoltre un fondo - giudicato da più parti insufficiente - per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Impegni anche a favore del mantenimento delle foreste. Tuttavia, “sulla conferenza di Poznan non bisognava riporre troppe aspettative”, afferma Antonio Ballarin Denti, docente di Fisica dell’Ambiente all’Università Cattolica di Brescia. Al microfono di Paolo Ondarza, ne spiega il perché:

    R. - Da un lato, in Europa, era in corso un negoziato appena concluso sul pacchetto 20-20-20. In secondo luogo, negli Stati Uniti siamo in piena fase di transizione tra un’amministrazione uscente, quella di Bush, che era nettamente contraria ad una politica su cambiamenti climatici, ed una, quella di Obama, che sostanzialmente sposa invece le tesi che erano di Al Gore. Quindi, a mio giudizio non bisogna scandalizzarsi per il fatto che si siano conseguiti risultati modesti e ancora provvisori a Poznan. Certamente, l’appuntamento cruciale sarà il fra un anno a Copenaghen.

     
    D. - Ma il limite fissato al 2020 è secondo lei congruo alle capacità dei singoli Paesi di adeguarsi?

     
    R. - Un orizzonte temporale fissato al 2020 è troppo corto e bisognerebbe puntare degli obiettivi intorno al 2040-2050, il che significa dare possibilità concreta allo sviluppo di fonti energetiche realmente alternative alle attuali, anche a Paesi che stanno diventando i massimi emettitori di gas serra, che sono soprattutto la Cina, l’India e il Brasile.

     
    D. - Delusione sull’accordo di Poznan è stato espresso dai Paesi poveri, che hanno criticato la mancanza di generosità da parte dei Paesi donatori...

     
    R. - Io credo che abbiano ragione. Purtroppo, ancora una volta si è messo di mezzo un altro ostacolo del tutto imprevisto solo l’anno scorso: la grave crisi economica che sta attraversando il mondo intero. Sarebbe opportuno fare con coraggio investimenti in questa direzione.

     
    D. - Degna di nota è anche la presa di posizione contro la deforestazione...

     
    R. - Ritengo che gli sforzi per mantenere gli equilibri delle foreste siano assolutamente primari in questo momento per il mondo e siano perfettamente coerenti del resto con la lotta contro i fattori che producono i cambiamenti climatici.

     
    D. - La decisione presa a Bruxelles dall’Unione Europea, e quindi la riduzione del 20 per cento entro il 2020, può essere considerata una apripista per quanto riguarda le politiche?

     
    R. - L’Unione Europea non sarà nemmeno nel futuro l’insieme di Stati che può guidare l’economia mondiale. Però, l’Europa può e deve, coerentemente alla sua missione, continuare ad essere il motore di idee innovative, di politiche armonizzate in senso solidale con tutto il pianeta.

     
    D. - L’ambiente comunque sembra essere al centro degli intenti della comunità internazionale...

     
    R. - La parola ambiente si è fortunatamente evoluta negli ultimi anni. E bisogna sempre ricordare che con la parola “ambiente” parliamo anche dell’uomo: dell’uomo come persona e dell’uomo come aggregato sociale; dell’uomo come motore di sviluppo economico e di benessere, ma anche dell’uomo dotato di diritti.

     
    D. - Effettivamente, c’è chi critica la mancanza a volte di questa centralità dell’uomo all’interno delle politiche ambientali...

     
    R. - Questo è vero, e a volte la visione antropocentrica è stata invocata quasi per mettere in secondo piano i rapporti con la natura. Così come, d’altra parte, la visione egocentrica di molti ambientalisti rischiava di mettere l’uomo ad un livello - a mio giudizio - di scarsa dignità del suo primato rispetto ad altri animali. Noi dobbiamo coniugare questo - che è un primato essenzialmente morale dell’uomo - a quello che è una legge di equilibrio biologico in cui uomo, animali e piante sono coinvolti nello stesso sistema.

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    Santa Lucia. Appello di Cbm: fare di più per illuminare la vita di chi è nel buio della cecità

    ◊   L’odierna solennità di Santa Lucia, protettrice della vista, viene festeggiata con particolare intensità da Cbm, le Missioni Cristiane per i Ciechi nel mondo. Una ricorrenza che assume, quest’anno, un significato particolare: l’associazione ha, infatti, festeggiato nel 2008 il suo centenario di fondazione. Al microfono di Alessandro Gisotti, il prof. Mario Angi, presidente di Cbm Italia fa un bilancio delle attività della sua associazione:

    R. – Noi Cbm Italia quest’anno, abbiamo sviluppato oltre 100 progetti nei Paesi poveri del Sud del mondo con la prevalenza dell’interesse nella lotta alla cecità evitabile. La cecità evitabile vuol dire una cecità che, con un investimento in medici, ospedali e prevenzione, può essere curata e risolta. Questa cecità riguarda il 90 per cento delle forme di cecità esistenti perché, nei Paesi poveri, diventa cieco chi non può accedere ad un servizio medico, o ad un’operazione di cataratta, ovvero ad un’operazione di tracoma.

     
    D. – Uno dei momenti più significativi di questo centenario è stato il suo incontro con Benedetto XVI...

     
    R. – Nel corso dell’udienza generale dell’8 ottobre, c’è stato uno scambio di saluti ed un incoraggiamento da parte del Papa. E’ stato un incontro che ricorderò per tutta la vita perché ci siamo guardati ed io mi sono presentato, dicendo: “Santità, la ringrazio, io sono il presidente di Cbm Italia, poi ho aggiunto: "Christoffel-Blindenmission", perché sapevo che, essendo stato lui arcivescovo di Monaco, conosceva bene l’origine, la radice tedesca di questa nostra associazione. Il Papa mi ha stretto la mano con calore e mi ha detto: “Grazie, grazie, per quello che state facendo”. Un momento di grande emozione per me, di coronamento degli sforzi che stiamo facendo, anche nella comunione, con molti missionari e con la Chiesa Italiana.

     
    D. – Natale è vicino: c’è un appello che vuole fare ai nostri ascoltatori?

     
    R. – Di collegarsi al sito www.cbmitalia.org e scegliere un dono di solidarietà da mettere davanti al presepio, sotto l’albero e così si può finanziare un’operazione o un intervento per il tracoma, per la cataratta, in questi Paesi poveri.

     
    D. – Quindi si può illuminare la vita di chi è nel buio della cecità...

     
    R. – Secondo me bisogna prendersi, sulle proprie spalle, un po’ il carico dell’umanità. Noi ci occupiamo di tante cose per i nostri privati interessi, ma dobbiamo anche guardare al di fuori del nostro benessere e farci carico di problemi dell’umanità. Uno di questi problemi è la cecità e i problemi della vista e quindi chi ci aiuta sarà veramente benedetto perché riusciamo con un’azione internazionale coordinata dall'OMS ad incidere sulla salute delle popolazioni più povere.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa terza Domenica di Avvento la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui sacerdoti e levìti, giunti da Gerusalemme a Betania, al di là del Giordano, chiedono a Giovanni Battista chi sia: se il profeta o Elia o il Cristo. Il Battista risponde:

    «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore».

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:  
     
    (musica)

     
    I farisei, da Gerusalemme, inviano una delegazione di colleghi del padre di Giovanni fin oltre il Giordano, allo scopo di chiedere al Battista “chi sei”; essi volevano sapere, ma senza implicarsi di persona. Inusuale è la domanda sul “chi”, sull’identità, una domanda alla quale nessun uomo può rispondere da se stesso, e Giovanni per rispondere cita quel che un altro - Isaia - aveva detto parecchi secoli prima, su ispirazione dello Spirito del Signore a suo riguardo. Giovanni risponde alla domanda su di se citando quel che il Signore ha detto ad un altro: il Signore, solo il Signore sa "chi" è Giovanni, e solo dopo che il Signore lo ha attestato, ha reso testimonianza a lui, Giovanni impiegherà tutta la sua vita per un solo fine, rendere testimonianza al Signore. La sua è un’esistenza testimoniale, egli è mandato per la testimonianza, perché rendesse testimonianza. L’esistenza testimoniale è l’unica forma vera di esistenza. Il Signore ci ha chiamati, e con ciò ha detto "chi" siamo; poi ci ha inviati, e chi non si invia da se stesso, ma è inviato da Dio, non cerca le cose proprie, ma quelle di Dio. Un uomo che non rende testimonianza è un uomo che vive fuori della sua identità, in un allontanamento progressivo da essa.

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Preoccupazione della Chiesa del Vietnam per la disgregazione familiare

    ◊   “La società vietnamita sta vivendo un cambiamento generale vigoroso che porta risultati positivi ma anche negativi che riguardano i valori come la stabilità del matrimonio, della famiglia e il rispetto vicendevole tra i membri della stessa”. Lo si legge nella lettera pastorale inviata ai fedeli da mons. Pierre Nguyen Van Nhon, presidente della Conferenza episcopale vietnamita. La famiglia è il punto nevralgico cui la Chiesa cattolica guarda per affrontare i tanti casi di sofferenza che toccano giovani e bambini, siano essi abbandonati dai genitori, ridotti a oggetti, sfruttati o trascurati dalle famiglie. La situazione nel Paese asiatico – riporta Asianews – è difficile; il 54% della popolazione è composta da giovani e sono 22 milioni i bambini e almeno 7 mila vivono nelle strade della capitale Ho Chi Minh City e altri 22 mila sono dipendenti dalla droga. Numeri drammatici che si sommano alle 10 mila ragazze schiave del sesso e ai tanti piccoli venduti dalle loro famiglie per una cifra compresa tra i 600 e i 2mila dollari. Quelli che rimangono nelle loro case soffrono spesso per i divorzi e le separazioni, l’abbandono in cui sono lasciati a causa delle ristrettezze economiche che spingono i genitori a dedicarsi esclusivamente al lavoro trascurando i figli.(B.C.)

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    Convegno internazionale sui diritti delle donne all'Angelicum

    ◊   Per celebrare i 60 anni dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, elaborata dall’Onu nel 1948, presso la Pontificia università “Angelicum” di Roma si è svolto il convegno internazionale “Women and human rights” sui diritti delle donne, in tema di nuove sfide per i diritti umani. Premessa al dibattito, l’impossibilità di separare il concetto cristiano di persona dal rispetto sacrale della vita. Di particolare rilevanza sono stati gli interventi di Janne Matlary, ordinario di Scienze politiche all’università di Oslo e componente della Pontificia commissione Giustizia e Pace, e di Cherie Blair, moglie dell’ex premier britannico, ma soprattutto fondatrice delle Matrix Chambers di Londra, istituzione specializzata nella difesa legale dei diritti umani. La prima ha sottolineato come troppo spesso le democrazie occidentali abbiano sacrificato alcuni diritti inviolabili alle logiche politiche e ha evidenziato come siano proprio madri e figli a vivere sovente situazioni di abbandono ed emarginazione. La seconda, invece, ha posto l’accento sul tema dell’aborto, rimarcando come la cultura cristiana sia necessaria a rafforzare i principi alla base della dichiarazione del ’48 perché non fonda la dignità dell’uomo solo su un presupposto giuridico e filosofico, ma sul concetto della sua creazione a immagine e somiglianza di Dio. È seguita, poi, una tavola rotonda cui hanno partecipato le rappresentanti di alcune congregazioni di suore domenicane che operano in varie parti del mondo nel sociale e nella difesa dei diritti umani, costanti nell’impegno di rimuovere alla radice le cause dell’ingiustizia sociale: in America latina con il progetto colombiano “Compartir” per il sostegno economico e psicologico degli orfani e delle vedove della guerra civile e con le iniziative sull’istruzione in Bolivia; nell’America del nord con i progetti sull’integrazione degli emigranti e delle fasce più povere della popolazione; in Africa con la promozione della salute e della lotta all’Aids (soprattutto Nigeria, Tanzania e Benin); in Iraq con le iniziative connesse alla scolarizzazione sia dei cristiani che dei musulmani; in Vietnam a contatto con le donne vittime di violenza e commercio sessuale; nel Pacifico con il sostegno agli emigranti e all’integrazione degli aborigeni australiani. (R.B.)

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    Messico: corsi sulla dottrina sociale della Chiesa nella diocesi di Texcoco

    ◊   La diocesi di Texcoco ha avviato corsi sulla dottrina sociale della Chiesa rivolti a politici, dirigenti sociali e sindacali. Il primo incontro ha avuto luogo nella Mansión del Quijote e, come da obiettivo della Commissione diocesana di Pastorale sociale che ne è l’organo promotore, mirava a far sentire la voce della Chiesa sul tema della vocazione e dell’attività politica. Vi hanno partecipato circa 200 iscritti a tutti i partiti della regione, fra sindaci, assessori, segretari politici, accolti dal messaggio di benvenuto del vescovo di Texcoco, mons. Carlos Aguiar Retes, che nel suo discorso ha sottolineato l’importanza di vivere la vocazione politica personale nella luce della fede e di interpretarla come servizio alla comunità. La Chiesa ha il compito di far conoscere alla società il suo tesoro prezioso: la dottrina sociale che è l’applicazione degli insegnamenti di Gesù nel Vangelo che sono stati tradotti in valori concreti nella vita della comunità e che si riassumono in quattro principi fondamentali: la verità, la libertà, la giustizia e l’amore. In particolare la chiesa di Texcoco, nelle parole del suo vescovo, intende mantenersi aperta a tutti i partiti e le istanze sociali, per mettersi al servizio dell’intera comunità: l’incontro, infatti, è stato solo l’inizio di un processo che condurrà i partecipanti ad approfondire e interiorizzare la dottrina sociale della Chiesa, offrirà formazione, ma si pone anche l’obiettivo di individuare azioni concrete per stimolare la responsabilità nei vari strati della popolazione. Mons. Carlos Aguiar Retes ha poi così chiuso l’incontro: “Sono convinto che questa crisi che stiamo vivendo può fungere da ‘detonatore’ per diventare una società diversa… ma dipende da noi”. (R.B.)

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    Termoli: esposte nella Cattedrale le reliquie di San Timoteo

    ◊   Sono state esposte ieri nella Cattedrale di Termoli, per l’Anno Paolino, le reliquie di San Timoteo. Il corpo di San Timoteo è custodito nella cattedrale di Termoli dal 1200 circa, arrivando da Costantinopoli dove a sua volta era stato traslato nel IV secolo da Efeso, sulla costa dell’attuale Turchia. Proprio qui il Santo venne martirizzato nell’anno 97. Ultimamente le reliquie sono state di recente ricollocate nell’antica urna restaurata. In questa occasione il vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca ha annunciato una visita pastorale alla diocesi dal prossimo gennaio. “Vengo tra voi come fratello che ha ricevuto da Gesù, il Buon Pastore - ha affermato mons. De Luca nella sua “Lettera ai fedeli” - starò tra voi in dialogo, con i vostri parroci, i religiosi e le religiose, i laici e tutti quelli che vorranno per ascoltare e farmi ascoltare, per capire e comunicare quello che ho nell’anima, perché insieme possiamo sperimentare la luce e il calore della presenza del Signore che ci assiste nell’affrontare le sfide del presente e ci fa guardare pieni di speranza al futuro che viene”. (B.C.)

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    Il cardinale Sodano ricorda il missionario Guglielmo Massaja a 200 anni dalla nascita

    ◊   In occasione dei 200 anni dalla nascita di Guglielmo Massaja, missionario per oltre 35 anni nel vicariato apostolico dei Galla, in Etiopia, la Società geografica italiana ha organizzato il convegno “Guglielmo Massaja 1809-1909, all’Africa attraverso l’Africa”. Durante l'incontro, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio e segretario di Stato emerito, come riferisce l’Osservatore Romano, ha ricordato la figura affascinante e severa del missionario: da frate cappuccino divenne arcivescovo prima e cardinale poi, per volere di Papa Leone XIII che apprezzava particolarmente il suo approccio all’attività di evangelizzazione. “Abunas messias”, questo l’appellativo con cui era noto in Europa come in Africa, ebbe un’intensa vita missionaria, soprattutto nel periodo compreso tra il 1846, anno di fondazione del vicariato apostolico dei Galla di cui fu nominato primo vicario da Gregorio XVI, e il 1880, quando rinunciò definitivamente all’incarico. Grazie alle strategie che mise in atto nei rapporti con le varie presenze religiose nell’Africa orientale, soprattutto con musulmani e ortodossi, - rileva il porporato - rappresentò uno degli strumenti religiosi e diplomatici fondamentali dell’azione missionaria pontificia nel continente africano. Ma la sua figura fu importante anche per il mondo scientifico: ai suoi carteggi si attinse per la prima esplorazione geografica post-risorgimentale italiana. Si spense a San Giorgio al Cremano nel 1889 e 25 anni dopo fu intrapresa la causa della beatificazione, improvvisamente interrotta da Benedetto XV nel 1916. Fu riavviata solo in tempi recenti, nel 1993, per specifica determinazione espressa da Giovanni Paolo II presso il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. (R.B.)

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    Compie 90 anni mons. Giovanni Nervo fondatore della Caritas

    ◊   “Impossessarsi pienamente della Costituzione come cittadini e del Vangelo come cristiani, tenere duro, ma anche aprire gli occhi sui poveri”, magari scegliendo una “vacanza alternativa”, un mese in un villaggio africano per contribuire a combattere la povertà e garantire la pace: è questo il messaggio che mons. Giovanni Negro, che oggi compie 90 anni, vuole lanciare ai giovani attraverso un’intervista pubblicata sul quotidiano Avvenire. Quasi 40 anni fa questo sacerdote, nato e cresciuto nel “mondo dei poveri” riceveva da Papa Paolo VI e dalla Conferenza episcopale italiana il compito di organizzare la neonata Caritas italiana: “In realtà non abbiamo creato nulla – dice oggi – ma risposto alle sollecitazioni che il Signore ci mandava attraverso i fatti”. L’impulso più forte che diede vita all’organizzazione fu proprio, nel 1976, il terremoto in Friuli: “In estate erano arrivati diecimila volontari, ma poi sarebbero tornati a casa – ricorda mons. Nervo – Qui deve entrare la Chiesa, pensai”. A oggi, oltre ai volontari, circa centomila giovani hanno fatto il servizio civile presso la Caritas “trasmettendo fortemente il valore della non violenza e della pace””, ma in passato la Caritas ha dovuto affrontare anche qualche difficoltà. “All’inizio la Chiesa italiana aveva vissuto per 30 anni con gli aiuti dei cattolici americani – racconta mons. Nervo – ora bisognava passare dal ricevere al dare e non era facile”. Oggi, per i suoi 90 anni, il fondatore della Caritas, celebrerà una Messa in cui ringrazierà i suoi genitori di aver avuto il coraggio di metterlo al mondo nonostante le difficoltà: “Una vera lezione di vita”. (R.B.)

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    Torna l’iniziativa “Angeli per un giorno”

    ◊   Domani 14 dicembre torna l’iniziativa “Angeli per un giorno”, promossa dal movimento Regnum Christi insieme con la cappellania dell’Università europea di Roma. Secondo l’agenzia Sir, nella giornata saranno impegnati circa 220 giovani tra studenti universitari e delle scuole superiori, che regaleranno un sorriso a 150 bambini di sei case famiglia della provincia di Roma. Questo il programma della giornata: appuntamento al mattino presso il cinema Warner Village di Parco De’ Medici per la proiezione di un film e la merenda, poi il pranzo presso la sede dell’università e un pomeriggio di giochi che si concluderà con lo spettacolo teatrale della “Banda del sorriso”. Le giornate degli “Angeli per un giorno” sono iniziative che permettono ai bambini di vivere ore spensierate, trascorse giocando e praticando sport grazie all’impegno dei volontari, gli “angeli” che spesso non si limitano a “un giorno”, ma prolungano questa esperienza nella loro vita. (R.B.)

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    In mostra da oggi a Firenze la “Madonna di Fiesole” di Brunelleschi

    ◊   A partire da oggi fino al 28 febbraio 2009 sarà possibile ammirare, nelle sale del Museo dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, la “Madonna di Fiesole”. Si tratta di un’inedita terracotta policroma dipinta a freddo che è stata attribuita al Brunelleschi e che fino al suo ritrovamento era sconosciuta agli studiosi. La Vergine con in braccio il bambino - prototipo originale modellato in creta – venne scoperta dai restauratori dell'Opificio durante un sopralluogo nella sede vescovile di Fiesole. Alta 88,5 centimetri e larga 60, la Madonna dovrebbe risalire agli inizi del ‘400 e secondo quanto ricostruito dagli esperti, l’opera potrebbe avere le proprie origini in una “committenza” dell'epoca probabilmente ricca e di nobili origini. A confermarlo i materiali preziosi con i quali è stata realizzata.(B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Afghanistan: kamikaze di 13 anni uccide soldati britannici

    ◊   Ennesimo colpo per le truppe della coalizione internazionale in Afghanistan. Quattro soldati britannici sono rimasti uccisi ieri, nella provincia meridionale di Helmand, in due distinti attentati, uno dei quali portato a termine da un kamikaze di appena 13 anni. Grande sconcerto e una dura condanna per l’uso dei bambini da parte dei talebani sono stati espressi dal primo ministro britannico, Gordon Brown, giunto oggi in Afghanistan per una visita al proprio contingente militare. Con le vittime di ieri, sono 46 i militari britannici caduti in Afghanistan solo nel 2008, su un totale di 132 dall'inizio della guerra nel 2001.

    Pakistan
    Nuovo attacco contro un deposito della Nato alle porte di Peshawar, nel nordovest del Pakistan. L’azione porta ancora la firma dei miliziani integralisti provenienti dalle aree tribali della regione. Undici camion e tredici container destinati al contingente di stanza in Afghanistan sono andati distrutti. Solo nell’ultima settimana, sono stati quattro gli attacchi di questo tipo. Sempre nelle zone nord-occidentali al confine con l’Afghanistan, sono stati uccisi due afghani. Nei pressi dei loro corpi c’era una lettera di rivendicazione che li accusava di essere spie americane.

    Somalia-Pirati
    Si è concluso nel sangue il sequestro della nave cisterna greca nel Golfo di Aden. I pirati somali, che avevano bloccato il natante il 10 ottobre scorso, hanno rilasciato l’equipaggio ma tre dei marinai sono morti in circostanze sospette. Non è chiaro se sia stato pagato un riscatto. Per fronteggiare la piaga della pirateria somala, nei giorni scorsi, è entrata in azione nelle acque del Corno d’Africa la missione di pattugliamento militare dell’Unione Europea.

    Stati Uniti: piano salvataggio settore auto
    Dopo il no del Senato statunitense al prestito da 15 miliardi di dollari per le case automobilistiche in crisi, la Casa Bianca riapre la partita e contrattacca con i fondi del piano di salvataggio della Borsa di Wall Street da 700 miliardi di dollari. Bush, in pratica ha accolto la richiesta del suo successore, Obama, che in precedenza gli aveva chiesto di scongiurare la crisi. Il servizio di Elena Molinari:

    Barack Obama e George Bush sono d’accordo, il Senato che ha detto no al piano di aiuti per l’auto li ha delusi e ha messo a rischio la ripresa dell’economia Usa. Obama ha sollecitato la Casa Bianca a scongiurare i fallimenti nel settore dell’auto e Bush non si è fatto pregare: si è detto subito pronto a considerare fonti alternative per i miliardi di cui i colossi del motore hanno bisogno per sopravvivere. Se finora la Casa Bianca aveva respinto il ricorso ai 700 miliardi messi da parte per le banche e per Wall Street, per salvare General Motors e Crysler, ora Bush dunque è disposto ad attingere al pacchetto di aiuti approvati in autunno. E anche il dipartimento al Tesoro è pronto ad intervenire. In qualche modo, insomma, i 14 miliardi di dollari in prestiti promessi all’industria arriveranno. Non è detto che salvino Detroit dalla bancarotta, ma eviteranno un precipitoso collasso del settore che avrebbe un severo impatto sull’economia globale. I mercati hanno gradito: dopo un’apertura in rosso, infatti, Wall Street ha chiuso leggermente in positivo.
     
    Grecia
    Resta alta la tensione ad Atene ad una settimana dalla morte del giovane Alexis Grigoriopoulos. Nella notte, otto piccoli ordigni artigianali sono esplosioni in diversi punti della città, senza fare vittime. Nel mirino una sezione del partito di governo, Nuova Democrazia, e alcune banche. Al momento non si segnalano invece violenze di piazza e scontri tra la polizia e gruppi di giovani. In sette giorni di disordini le forze dell’ordine hanno fermato 176 persone di cui 100 immigrati stranieri. Secondo l’associazione dei commercianti i danni ad Atene sfiorano i 200 milioni di dollari.

    Georgia
    Nuove accuse di violazione degli accordi tra Georgia e Russia. Secondo Tbilisi, i soldati di Mosca che ieri avevano lasciato il villaggio di Perevi vi sono tornati, probabilmente dopo che i sudosseti avevano espresso il timore che la Georgia si preparasse ad attaccarlo. I militari russi hanno inoltre impedito a una missione di ambasciatori dell'Unione Europea di entrare nel villaggio. L'ambasciatore francese in Georgia, Eric Fournier, ha stigmatizzato l'incidente come “una violazione degli accordi di pace da parte russa”.

    Maltempo Italia
    Il maltempo sta concedendo oggi una tregua a Roma, ma la protezione civile continua a monitorare i livelli del Tevere che la notte scorsa hanno raggiunto circa 12,50 metri. Per un sensibile abbassamento delle acque bisognerà attendere almeno 24 ore. Proseguono intanto senza sosta le ricerche dell'irlandese di 27 anni caduto nel fiume alle tre del mattino dopo essersi arrampicato su un albero per fotografare la piena. Rimane critica la situazione per il resto dell’Italia con neve sull’arco alpino e pioggia al Sud, sul versante tirrenico. Allagamenti e frane si registrano ancora in Calabria, Campania, Lazio e Sicilia. Ma perché le abbondanti piogge di questi giorni hanno paralizzato intere città come Roma? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Luigi D’Angelo, dirigente del dipartimento della Protezione Civile Italiana:

    R. - Le piogge degli scorsi giorni sono state intense, quindi hanno portato sul bacino diversi millimetri di pioggia. Questo ha chiaramente determinato un innalzamento dei livelli idrici.

     
    D. – Il capo della Protezione Civile, Bertolaso, ha denunciato che la causa di questa emergenza è dovuta anche ad anni di abusi e scarsa manutenzione del territorio…

     
    R. – E’ importante che sia appunto garantita la manutenzione del sistema idraulico di scolo delle acque, per consentire che, anche l’acqua piovana riesca a defluire attraverso le fognature lungo i fiumi; molto spesso, invece, avviene il contrario, cioè che l’acqua dei fiumi risalga lungo le fognature o che le fognature non riescano, per una non adeguata manutenzione, a smaltire l’acqua che ricevono.

     
    D. – Ma i disagi di questi giorni non si fermano alla sola città di Roma. E’ in ginocchio l’intero Paese: come mai?

     
    R. – L’Italia è un territorio morfologicamente lungo e stretto, quindi ci sono dei fenomeni intensi di pioggia che molto spesso, anche su territori veramente localizzati, possono determinare delle criticità. Molto spesso le situazioni critiche sono determinate anche da quella che è l’urbanizzazione a volte selvaggia, che non consente di mantenere vivo naturalmente l'arrivo dei fiumi a valle.

     
    D. – La situazione resta di allerta? E se sì, fino a quando e quali consigli dare?

     
    R. – Noi rimaniamo comunque in uno stato di massima attenzione. Sicuramente, per la giornata di oggi, i nostri consigli, a chi avesse la necessità di mettersi in viaggio, sono di ascoltare quelle che sono le informazioni che derivano dagli organi di stampa. Evitare, quando si è in macchina, di percorrere sottopassi o zone depresse della città, proprio per quel motivo - che le dicevo prima - che è legato ad una possibile risalita dell’acqua proprio dai tombini.

     
    Lotta alla pedofilia
    Unione Europea e Stati Uniti si sono impegnati a rafforzare la loro cooperazione nella lotta alla pedopornografia, attraverso l’attivazione di sinergie tra piattaforme di sorveglianza europee e americane di siti internet illegali. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia francese, il cui Paese è presidente di turno dell’Ue, in una conferenza stampa al dipartimento della Giustizia Usa. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 348

     
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