Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 10/12/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all’udienza generale: Cristo è l’inizio di una storia nuova per l’uomo
  • Nomina
  • Commemorazione in Vaticano per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
  • La commozione ai funerali di Alessio II nella testimonianza di mons. Paglia. A gennaio l'elezione del nuovo Patriarca ortodosso russo
  • Il cardinale Tauran alla Messa per la festa della Vergine Lauretana, patrona degli aeronauti
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Nuovi disordini in Grecia, la riflessione dell'arcivescovo di Atene, Nikolaos Foskolos
  • Il Rapporto Fao sulla fame del mondo, che colpisce un miliardo di persone
  • Il Curato d'Ars, "esempio profondo di amicizia con Dio": padre Nault parla del 150.mo dalla morte di San Giovanni Maria Vianney
  • A Roma, il "Concerto di Natale per la cultura europea", promosso dalla Pastorale univeristaria del Vicariato di Roma
  • Chiesa e Società

  • India: cancellati eventi natalizi pubblici per motivi di sicurezza
  • India: catena umana dei cattolici di Mumbai per costruire armonia e unità
  • Nelle Filippine, marcia di preghiera di cristiani e musulmani per il rispetto dei diritti umani
  • Estremisti islamici bruciano una chiesa nelle Molucche
  • Mons. Sako: “Musulmani e cristiani insieme per il futuro del Paese”
  • Consegnato ad Oslo il Premio Nobel per la Pace a Martti Ahtisaari
  • A Strasburgo, la consegna del Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta”
  • Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati: si deve “investire sull’istruzione dei bambini rifugiati”
  • Allarme Oms: 17 milioni di morti per tumore nel 2030
  • Dichiarazione dei vescovi boliviani dopo le recenti critiche contro la Chiesa cattolica
  • In Messico i vescovi ribadiscono il loro “no” alla pena capitale
  • Maggiore impegno per la famiglia in Africa da Aiuto alla Chiesa che Soffre
  • Nel 2008, un milione e mezzo di pellegrini in Terra Santa
  • Molteplici gli interventi della Caritas in Sri Lanka, dopo il maremoto del 2004
  • In Cina celebrazioni per i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi di Shang Hai
  • Le comunità protestanti ai leader dell’Ue: chiediamo un’economia più attenta all’ambiente
  • Il cristiano incontri Cristo in ogni essere umano: così il presidente dei vescovi portoghesi, mons. Ortiga
  • Oggi le buone notizie sono un tesoro: così il cardinale Sean Brady, primate d'Irlanda
  • All’Angelicum, un convegno su diritti delle donne e culture cristiane
  • La Toscana ospiterà la Giornata Migrantes 2009
  • Sms al 48588: nuova iniziativa di beneficenza della diocesi di Napoli
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Pakistan arrestati due presunti responsabile degli attentati di Mumbay
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all’udienza generale: Cristo è l’inizio di una storia nuova per l’uomo

    ◊   Nessuno diventa cristiano da sé, ma solo nell’incontro con Gesù Cristo: è quanto sottolineato da Benedetto XVI all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI. Il Papa ha offerto ai fedeli una catechesi sull’insegnamento di San Paolo circa la novità portata da Gesù nella storia dell’uomo. Quindi, si è soffermato sul significato profondo del Battesimo e dell’Eucaristia e della Chiesa come Corpo mistico, tema centrale della dottrina paolina. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    L’abuso della libertà che va contro la verità e la volontà divina inquina le nostre realtà umane e in particolare le relazioni fondamentali: quella con Dio, quella tra l’uomo e la donna, quella tra l’uomo e la natura. Benedetto XVI ha iniziato la sua catechesi da questa costatazione ed ha subito sottolineato come tale “inquinamento” venga superato da Gesù Cristo. Con Lui, ci insegna San Paolo, la storia dell’uomo ha un nuovo inizio: “Con Lui che viene da Dio, comincia una nuova storia formata del suo 'sì' al Padre, formata non dalla superbia di una falsa emancipazione, ma dall’amore e dalla verità”.
     
    Ma come, si è chiesto il Pontefice, Gesù arriva nella mia vita, come la trasforma? La risposta fondamentale di San Paolo è attraverso lo Spirito Santo, che a Pentecoste ha creato la nuova umanità. Lo Spirito, che crea davvero una nuova unità, supera le divisioni servendosi di due elementi: l’annuncio della Parola e i Sacramenti, in particolare il Battesimo e l’Eucaristia. Il Pontefice ha così ribadito che la fede non è frutto del nostro pensiero, ma un dono di Dio:

     
    “La fede non viene dalla lettura ma dall’ascolto. Non è una cosa solo interiore ma una relazione, suppone un incontro, suppone l’esistenza dell’altro che annuncia e crea comunione”.
     
    Nessuno, è stata la riflessione di Benedetto XVI, può farsi cristiano da sé. Solo Cristo può costituire la Chiesa. E dalla Chiesa riceviamo la fede. Ha quindi rivolto il suo pensiero al Battesimo. Questo Sacramento, ha avvertito, è più di un lavaggio. E’ morte e Risurrezione. D’altro canto, ha proseguito il Papa, anche la materia fa parte del Sacramento. Il cristianesimo non è una cosa puramente spirituale giacché implica il corpo. E ancora, ha messo l’accento sulla radicale novità rappresentata dal cristianesimo:

     
    “Divenire cristiani è più che un’operazione cosmetica che aggiungerebbe qualche cosa di bello ad una esistenza già più o meno completa. E’ un nuovo inizio e rinascita, morte e risurrezione”.
     
    Il Pontefice ha quindi offerto la sua meditazione sull’Eucaristia in San Paolo. La promessa della Nuova Alleanza, ha detto, si realizza nel sacrificio d’amore di Gesù Cristo. Ma qual è dunque il significato profondo dell’Eucaristia?:
     
    “Celebrare l’Eucarestia significa che Cristo ci dà se stesso, il suo amore per conformarci a se stesso e per creare così il mondo nuovo”.
     
    Benedetto XVI si è quindi soffermato sulla dimensione della comunione nel Sacramento eucaristico. Cristo, ha affermato, si unisce con ognuno di noi ma anche con chi è prossimo a me e così ci unisce tutti a Lui. Ecco perché, ha spiegato, un’Eucaristia senza solidarietà con gli altri è un’Eucaristia abusata. Da questa considerazione, ha aggiunto il Santo Padre, possiamo cogliere il senso della dottrina paolina della Chiesa come Corpo:

     
    “La Chiesa non è solo una corporazione come lo Stato. E’ un corpo, non è organizzazione ma è un organismo”.

     
    Il Papa ha infine rivolto il suo pensiero al matrimonio che, ha detto, sarà autentico e ben vissuto, nella costante crescita umano-affettiva, se rimarrà sempre legato all’efficacia della Parola e al significato del Battesimo. Quanto alla “dimensione teologica” del matrimonio, in San Paolo - ha spiegato Benedetto XVI - c’è “una reciprocità che si configura in una dimensione verticale: la sottomissione vicendevole deve adottare il linguaggio dell’amore, che ha il suo modello nell’amore di Cristo verso la Chiesa”. Al momento dei saluti, parlando ai pellegrini di lingua italiana, il Papa ha affidato alla Beata Vergine di Loreto, della quale oggi si celebra la memoria, i giovani, i malati e gli sposi novelli.

    inizio pagina

    Nomina

    ◊   In Venezuela, Benedetto XVI ha nominato arcivescovo metropolita di Calabozo mons. Manuel Felipe Diáz Sánchez, finora vescovo di Carúpano. Il presule, 58 anni, ha studiato Filosofia e Teologia nel Seminario Maggiore “Santa Rosa de Lima” di Caracas. Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università Javeriana di Bogotá, in Colombia. Quindi, ha ottenuto la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ordinato sacerdote, ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di parroco, docente del Seminario “Divina Pastora” di Barquisimeto, sottosegretario della Conferenza episcopale venezuelana. E' stato nominato primo vescovo di Carúpano il 4 aprile 2000.

    inizio pagina

    Commemorazione in Vaticano per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

    ◊   Sessant’anni fa, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. E oggi pomeriggio, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, si svolgerà una solenne commemorazione dell’evento che inizierà con un momento di riflessione cui parteciperanno il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e Pace, e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavía. Seguirà l’assegnazione dei Premi in memoria del cardinale Van Thuan e un concerto, alla presenza del Papa, diretto dalla spagnola Inma Shara. Il servizio di Sergio Centofanti:

    Giovanni Paolo II ha definito la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”. Per Benedetto XVI è stata “un passo decisivo nel difficile e impegnativo cammino verso la pace e la concordia”. La Chiesa ha sempre ritenuto i diritti umani come l’espressione della trascendente dignità della persona, amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo. Tali diritti - ha affermato Benedetto XVI - sono fondati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e non sono affidati a semplici accordi o a mutevoli opinioni: diventerebbero diritti deboli o diritti selettivi, sottoposti all’arbitrio dei più forti. Devono invece valere per tutti e sempre. Ma per un bilancio dei 60 anni della Dichiarazione ascoltiamo il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre:

     
    R. - Il bilancio è fatto di luci e, ahimè, anche di ombre. Di luci, innanzitutto, perché certamente questi 60 anni hanno significato la crescita a livello planetario nella coscienza di tutti della esistenza dei diritti inviolabili, dei quali ogni uomo è portatore in ragione della sua dignità fondamentale, e della necessità che questi diritti siano tutelati, siano garantiti e non siano lesi. Secondo aspetto di un bilancio positivo è quello che nasce dal fatto che, certamente, la pratica dei diritti umani si è allargata a livello mondiale. Ma come dicevo, vi sono anche delle ombre, perché in 60 anni non dappertutto si è riusciti a far affermare in concreto, e non solo in teoria, il rispetto di questi diritti umani.

     
    D. - Oggi si assiste ad una evoluzione del concetto di diritti umani, una sorta di nuova ideologia dei diritti che vorrebbe reinterpretarli sulla base di scelte soggettive o interessi utilitaristici…

     
    R. - Questo è un altro pericolo che avanza all’orizzonte e che è soprattutto un pericolo che viene dalla cultura occidentale, una cultura individualistica estrema e relativistica: l’assurgere di ogni diritto al rango di diritti fondamentali o, addirittura, di ogni interesse, o addirittura ancora, di ogni desiderio. Ogni desiderio diventa un diritto fondamentale. Questo è un modo di svuotare la categoria dei diritti fondamentali, di indebolirli, perché evidentemente non tutte le posizioni giuridicamente rilevanti hanno però la stessa forza ed esigono lo stesso livello di tutela. E non tutti i desideri sono, per così dire, giuridicamente da tutelare, da riconoscere.

     
    D. - Per la Chiesa, il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, dal concepimento. Ma chi non ha voce sembra non poterlo reclamare, tanto che oggi c’è chi vuol fare dell’aborto un diritto…

     
    R. - Questo è davvero un aspetto singolare della nostra cultura che manifesta delle schizofrenie. Da un lato, ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti degli animali, dall’altro lato ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti delle generazioni a venire. E tuttavia non ci preoccupiamo dei diritti di chi è già stato concepito, non è ancora nato, ma è già in vita, è già un individuo, ha già una sua identità: ha necessità, proprio perché più debole fra tutti, di essere più difeso rispetto a tutti quanti gli altri.

     
    D. - La violazione del diritto alla libertà religiosa è in crescita oggi...

     
    R. - La libertà religiosa è un terreno estremamente delicato, perché la libertà religiosa è storicamente, ma direi anche logicamente, la madre di tutte le libertà, e quindi di tutti i diritti fondamentali di libertà.

     
    D. - La Chiesa, anche grazie ad una certa disinformazione, è stata accusata recentemente riguardo il no alla proposta francese sulla depenalizzazione dell’omosessualità: eppure, in pochissimi hanno saputo riferire che la Chiesa sostiene la depenalizzazione dell’omosessualità, ma è contraria solo a quegli articoli che aprono alle unioni gay e alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Un suo commento…

     
    R. - In questo caso, davvero, bisogna distinguere reato e peccato, profilo etico e profilo giuridico. E’ evidente, d’altra parte, la preoccupazione della Santa Sede che ci si possa servire del grimaldello dei diritti umani per una degenerazione ideologica degli ordinamenti giuridici degli Stati e della stessa democrazia.

    inizio pagina

    La commozione ai funerali di Alessio II nella testimonianza di mons. Paglia. A gennaio l'elezione del nuovo Patriarca ortodosso russo

    ◊   Il prossimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie sarà eletto nel corso di un Sinodo che si terrà il 28 e 29 gennaio prossimo: lo ha annunciato oggi il metropolita Kirill, reggente provvisorio della Chiesa ortodossa russa. Dopo i solenni funerali di ieri, continua oggi il commosso saluto di tantissimi fedeli alla tomba di Alessio II, sepolto nella Chiesa dell’Epifania della capitale russa. Ascoltiamo in proposito il vescovo di Terni e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, Vincenzo Paglia, che ha partecipato al rito funebre a Mosca, dove è stato raggiunto telefonicamente da Roberta Gisotti:

    R. - Io, proprio questa mattina, sono passato dalla Chiesa dell’Epifania dove ieri è stato sepolto Alessio II: c’era una fila incredibile, di almeno tre ore, per testimoniare una devozione, uno straordinario affetto a questo Patriarca, che di fatto ha portato la Chiesa, dopo la tragedia della persecuzione comunista, ad essere una Chiesa nuovamente viva che sa parlare al cuore della gente di tutte le condizioni. In questo senso, il giorno dopo conferma quello che è avvenuto ieri dalla mattina alle 8.00 fino alle 16.00: tanto è durata la celebrazione prima nella cattedrale di Cristo Salvatore e poi con la sepoltura nella Chiesa dell’Epifania, una delle pochissime chiese aperte a Mosca durante il regime comunista. Credo che il fatto che il Patriarca, nel testamento, abbia chiesto di essere sepolto lì voglia sottolineare questo suo legame con la sofferenza e il martirio della Chiesa ortodossa russa, che oggi risplende in questa città ma non solo.

     
    D. - Quindi, eccellenza, non cessano le espressioni di profonda devozione e fede in questo momento di lutto. Significativa è stata anche la presenza ai funerali di delegati di diverse confessioni religiose…

     
    R. - E’ stata, sì, una presenza abbastanza massiccia, per mostrare questa nuova visibilità della Chiesa ortodossa russa. Per me è stato particolarmente emozionante, visto che appena un mese fa ero stato qui in visita con il cardinale Sepe al cospetto di un Patriarca che parlava ormai apertamente del suo legame e del nuovo clima stabilito con la Chiesa cattolica con parole di grande deferenza e attenzione nei riguardi di Papa Benedetto. Credo che il Patriarca Alessio II abbia segnato senza dubbio una nuova tappa significativa, molto positiva, di dialogo con la Chiesa cattolica.

     
    D. - Ora, c’è molta attesa sulla scelta del successore del Patriarca, anche in vista del cammino ecumenico…

     
    R. - Sì, io credo, e mi auguro, che il cammino oramai aperto sia senza dubbio da continuare. Direi che è irreversibile. In questo senso, la testimonianza stessa di Kirill, del suo saluto e dell’attenzione alla delegazione vaticana mostra quanto si possa guardare con positiva attenzione al cammino che ci aspetta. Credo davvero che possiamo ringraziare Dio di un nuovo clima ristabilitosi e certamente pieno di speranza per il futuro delle Chiese. Proprio ieri, in fondo, si toccava anche con mano questa sensibilità nuova tra le Chiese e, in particolare, il bisogno che l’Europa ha di una testimonianza cristiana unita.

    inizio pagina

    Il cardinale Tauran alla Messa per la festa della Vergine Lauretana, patrona degli aeronauti

    ◊   Il Santuario mariano di Loreto è in festa da ieri pomeriggio per le tradizionali celebrazioni dedicate alle Vergine lauretana, patrona degli aeronauti. La Messa solenne di stamattina è stata presieduta dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, al suo fianco l’arcivescovo prelato di Loreto, Giovanni Tonucci. Ma già dal primo pomeriggio di ieri si sono vissuti momenti rituali e di preghiera, come il passaggio dei pellegrini nella Santa Casa, l’accensione del falò in Piazza della Madonna e infine, dalle 21, la veglia di preghiera con la concelebrazione eucaristica e la processione con la statua della Beata Vergine di Loreto. Alla liturgia eucaristica di oggi, erano presenti il capo della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso, il capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, e il comandante della Squadra aerea, il generale Carmine Pollice, in rappresentanza del capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare. Alla celebrazione è seguita la tradizionale benedizione degli aerei in volo: la Basilica è stata sorvolata da una formazione di quattro Aermacchi SF-260EA, appartenenti al 70.mo Stormo di Latina.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un'ampia sintesi della catechesi di Benedetto XVI all'udienza generale.

    In prima pagina, riguardo agli scontri a Hebron, un articolo di Luca M. Possati dal titolo "La seconda intifada ebraica".

    Ottantacinquemila "non musei" dove l'arte è ancora viva: in cultura, la relazione di Giorgio Feliciani al convegno internazionale, alla Lumsa, sul tema "Luoghi sacri e istituzioni religiose".

    L'inconfondibile tratto pastorale del cardinale Giuseppe Siri: Antonio Livi recensisce "Omelie per l'anno liturgico", un volume di inediti dell'antico arcivescovo di Genova, presentato domani a Roma.

    Stefano Maria Malaspina sul volume "Anselmo d'Aosta. Nel ricordo dei discepoli. Parabole, detti, miracoli", in occasione dell''illustrazione delle celebrazioni per il nono centenario della morte del santo.

    Bagliori preraffaelliti intorno alla casetta volante: un articolo di Antonio Paolucci sul libro "Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a Loreto", a cura di Giuseppe Santarelli e Mariano Apa; una mostra dedicata al tema sarà inaugurata il 12 dicembre presso il Museo Antico Tesoro del Palazzo Apostolico di Loreto.  

    Nell'informazione religiosa, un articolo di Brunero Gherardini sul ruolo svolto, durante il concilio Vaticano II, dall'allora arcivescovo, poi cardinale, Pietro Parente.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Nuovi disordini in Grecia, la riflessione dell'arcivescovo di Atene, Nikolaos Foskolos

    ◊   In Grecia nuova giornata di tensioni. Migliaia le persone mobilitate stamani ad Atene e nelle altre città del Paese ellenico per lo sciopero generale indetto dai sindacati. L’iniziativa avviene dopo la morte di Alexis, il 15.enne ucciso sabato scorso da un agente durante una manifestazione. Sono segnalati anche oggi nuovi disordini. La cronaca di Giancarlo La Vella:

    Una mobilitazione generale promossa inizialmente dai sindacati contro la politica economica del governo di Atene che - come il resto della comunità internazionale - cerca di fronteggiare la crisi attuale e che oggi assume altri significati alla luce dei tafferugli in corso. Un’emergenza nell’emergenza, oggi, nelle città elleniche, dove la protesta studentesca sta monopolizzando da quattro giorni la vita del Paese. Ieri, accanto al dolore nel corso dei funerali del giovane Alexis Grigoropoulos - ucciso da un poliziotto sabato scorso - è esplosa ancora la rabbia e la protesta dei giovani che non accenna a calare di intensità, neppure oggi ad Atene. Davanti al parlamento, circa 200 giovani hanno dato vita a nuove intemperanze di fronte alla polizia schierata in tenuta antisommossa, che ha sparato lacrimogeni per disperdere la folla. E scontri si sono registrati anche a Salonicco. Intanto, stamani è stata effettuata l’autopsia del giovane Alexis. Secondo fonti non ufficiali, il ragazzo sarebbe stato ucciso da un proiettile di rimbalzo sparato da un agente, ma il Ministero degli interni ha affermato che bisogna attendere le conclusioni ufficiali dell’esame. Per il presidente greco, Karolos Papoulias, la morte dello studente rappresenta una ferita profonda per la democrazia greca. E mentre il premier, Costas Karamanlis, ha lanciato un appello all’unità nazionale, l'opposizione socialista ha chiesto le dimissioni del primo ministro ed il ricorso ad elezioni anticipate.

    La Chiesa cattolica greca è intervenuta sulla crisi in atto nel Paese, esortando in un documento a uscire dal "cicolo cieco" puntando su una "rivoluzione pacifica di valori". In una nota diramata nella serata di ieri, i vescovi ellenici stigmatizzano in particolare l'allontanamento dei connazionali dai valori cristiani, in favore di "un materialismo sfrenato" visto come una delle cause di quanto sta accadendo in varie città greche. Al microfono di Luca Collodi, anche l’arcivescovo di Atene, Nikolaos Foskolos, si sofferma sulla difficile situaizone in cui versa il suo Paese:

     
    R. - Sono accadute cose che non avevamo visto ad Atene nemmeno durante la Seconda Guerra mondiale: più di 200 negozi sono stati bruciati, molte banche, un disastro in tutta la città.

     
    D. - Eccellenza, da dove nasce questa violenza? Potremmo definirla improvvisa o no?

     
    R. - Sembra sia stata una cosa premeditata. Certo, la morte del giovane ha provocato un odio molto più forte, specialmente tra i giovani. Ma tutto questo disordine non poteva cominciare così all’improvviso, perché c’è uno scontento molto grande nei confronti del governo attuale, dovuto anche alla crisi economica internazionale. Tutti quelli che hanno partecipato ai disordini sembra che abbiano trovato molte pietre, tanti pezzi di legno. Poi, al centro di Atene, abbattevano i marciapiedi, li trasformavano in piccole pietre da tirare contro i poliziotti.

     
    D. - Nel resto della Grecia?

     
    R. - Ci sono molte città dove sono avvenuti fatti simili. Quindi, era una cosa premeditata.

     
    D. - Dunque, si tratta di un disagio generale dei giovani greci. Da dove nasce? Da una mancanza di speranza o da problemi più concreti?

     
    R. - Certamente, c’è la mancanza di speranze perché la nostra gioventù non ha degli ideali. Ha avuto una formazione, durante gli ultimi decenni, che è molto materialista, manca l’esempio dei professori e dei docenti. Ci sono delle eccezioni, ma purtroppo la nuova generazione cresce in un clima senza ideali e senza speranza.

     
    D. - Qual è, eccellenza, una sua valutazione personale di quanto sta accadendo?

     
    R. - Temo che questo disordine sia l’inizio di una serie di disordini, perché la crisi economica porterà altri problemi qui in Grecia. E se il governo non prende delle misure che possano portare verso una soluzione, temo che avremo, anche nel futuro, dei fenomeni di questo tipo.

    inizio pagina

    Il Rapporto Fao sulla fame del mondo, che colpisce un miliardo di persone

    ◊   Sono quasi un miliardo le persone che soffrono la fame nel mondo. Solo l’Asia ne conta 583 milioni, mentre nell’Africa subsahariana una persona su tre è cronicamente affamata. È quanto è emerso dall’ultimo Rapporto della Fao, presentato ieri a Roma. Ai microfoni di Alessandra De Gaetano, l'opinione di Alberto Zezza, del Servizio sicurezza alimentare e analisi dei progetti agricoli della Fao:

    R. - Il Rapporto pubblicato dalla Fao fa notare come vi sia stato un incremento di ben 40 milioni di persone rispetto ai numeri riportati in precedenza. Questo aumento è dovuto alla crisi economica ma, prima ancora, alla crisi legata all’incremento dei prezzi delle derrate alimentari.

     
    D. - In che modo incide la crisi economica sul problema della fame nel mondo?

     
    R. - Da sottolineare come, nonostante i prezzi degli alimenti siano calati nella seconda parte del 2008, siano però ancora almeno del 20 per cento più alti di quanto non fossero nel 2006, prima cioè dell’inizio dell’incremento dei prezzi degli alimenti.

     
    D. - Quali sono i problemi legati alla produzione di generi alimentari nei Paesi in via di sviluppo?

     
    R. - Nei Paesi in via di sviluppo ci sono problemi strutturali nella produzione degli alimenti e nella crescita agricola. Ci sono problemi legati allo sviluppo dell’infrastrutture ed anche della produzione agricola. E’ sintomatico come, a fronte dell’aumento dei prezzi, la risposta della produzione agricola nei Paesi in via di sviluppo sia stata del tutto minima e l’aumento della produzione a livello globale, come risposta agli alti prezzi agricoli, si sia concentrato tutto nelle economie più sviluppate dove, appunto, gli investimenti in agricoltura e la produttività dell’agricoltura sono notevolmente più alti.

     
    D. - Quali strategie bisogna attuare a livello mondiale per rilanciare l’economia nel Sud del mondo?

     
    R. - Il problema del settore agricolo, in particolare, è un problema di strutture, di scarsità di risorse e di investimenti destinati all’agricoltura e allo sviluppo rurale. Quindi, la prima proposta della Fao è quella di aumentare per l'appunto gli investimenti in agricoltura e in sviluppo rurale. Ci sono però anche urgenze di breve periodo, soprattutto legate all’aumento dei prezzi ma anche alle cause strutturali dell’insicurezza alimentare. Per far fronte a questi, è necessario anche affiancare alle politiche di supporto all’agricoltura e di sviluppo economico in generale programmi di protezione sociale, diretti agli strati più poveri della popolazione: a quelli che sono più vulnerabili alle avversità economiche e anche ai conflitti o ai disastri naturali.

    inizio pagina

    Il Curato d'Ars, "esempio profondo di amicizia con Dio": padre Nault parla del 150.mo dalla morte di San Giovanni Maria Vianney

    ◊   La cittadina francese d’Ars è in festa per le celebrazioni giubilari del 150.mo anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, al secolo Giovanni Maria Vianney. Un evento ricordato anche da Benedetto XVI, all’Angelus di domenica scorsa. Nato nel 1786 e morto nel 1859, il Curato d’Ars è stato proclamato Patrono dei parroci da Pio XI. Il servizio di Isabella Piro:

    La sua profonda umiltà lo fece sentire sempre inadeguato a svolgere il ministero sacerdotale. Eppure, San Giovanni Maria Vianney riuscì a convertire moltissime persone solo con il suo esempio di vita. Non correva a fare proseliti, ma si inginocchiava davanti al tabernacolo e pregava. Anche se non aveva avuto modo di seguire regolarmente gli studi, il Curato d’Ars sapeva ascoltare e condividere le sofferenze e le miserie dell’umanità: arrivava a restare nel confessionale anche 14 ore al giorno. Quando morì, il 4 agosto del 1859, era consumato dalla fatica. Nel 1925, Pio XI lo elevò agli onori degli altari e quattro anni dopo lo proclamò Patrono dei parroci. Ma cosa rappresenta, per l’uomo di oggi, San Giovanni Maria Vianney? Ci risponde il Rettore del Santuario del Santo Curato d’Ars, padre Jean-Philippe Nault:

    “Per i sacerdoti è come un fratello, un fratello cui ispirarsi. Per tutti è lui che rappresenta la chiamata alla santità. La prima cosa che abbiamo avuto, quando il Santo Curato d’Ars è arrivato qui, sono le parole da lui dette ad un ragazzo: “Io ti mostrerò il cammino del cielo”. Penso, soprattutto durante questo Giubileo, che vi sia una chiamata tanto alla conversione quanto all’accoglienza della misericordia di Dio, e dunque una chiamata alla santità”.

    “Questo è il bel compito dell’uomo: pregare e amare”, diceva il Curato d’Ars, vedendo in questi due gesti “la felicità dell’uomo sulla terra”. Ma cosa resta di questo insegnamento? Ancora padre Nault:

    “Resta esattamente lo stesso di oggi: amare gli altri, adorare nel senso di riconoscere che senza Dio non possiamo fare niente, ma che con Lui tutto è possibile. Il Santo Curato d’Ars diceva: 'L’uomo è un povero che deve chiedere tutto a Dio e Dio dà tutto'. Essere santi, dunque, accogliere la santità che Dio ci dà”.

    Come ricorda spesso Benedetto XVI, il sacerdote appartiene alla schiera degli amici di Cristo. Un’amicizia che richiede ogni giorno un impegno per il quale San Giovanni Maria Vianney rappresenta una valido esempio:

    “Lui diceva che la preghiera è un’amicizia con Dio. Un’amicizia: dunque, qualcosa di molto intimo, pieno di amore. Penso che il Santo Curato d’Ars come patrono di tutti i parroci sia questo esempio di amicizia profonda, vera, con Dio, un’amicizia che si ingrandisce con la preghiera, con l’eucaristia e tutti i sacramenti, e specialmente con il sacramento della riconciliazione”.

    inizio pagina

    A Roma, il "Concerto di Natale per la cultura europea", promosso dalla Pastorale univeristaria del Vicariato di Roma

    ◊   “Concerto di natale per la cultura europea”. E’ il tema dell’ evento, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, che si è svolto ieri sera a Roma presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il concerto, in onore dell’Icona di Maria Sedes Sapientiae, Patrona degli universitari del mondo, precede il tradizionale incontro natalizio degli universitari con Benedetto XVI, che si svolgerà domani sera nella Basilica di S. Pietro in Vaticano. Il servizio di Marina Tomarro:
     
    "Accorrete fedeli, lieti e festosi venite a Betlemme, adoriamo il Signore". Si sono susseguite note canzoni natalizie come “Adeste fideles” e musiche più antiche e ricercate nell’ormai tradizionale appuntamento del concerto di Natale per la cultura universitaria europea. Don Massimo Palombella, direttore del coro interuniversitario di Roma e tra gli organizzatori dell’evento:

    “E’ una felice occasione per coinvolgere il meglio della cultura musicale italiana a livello di studio, quindi di università. Viene delegato dal Ministero dell’università un conservatorio che porti l’orchestra e noi mettiamo insieme i cori dell’Università del Lazio e tanti cori giovanili di parrocchie del Lazio, che vogliono unirsi a questo evento culturale. Allora diventa un’occasione, per fare il meglio della produzione italiana. La stessa formazione che canterà e suonerà qui al concerto giovedì 11 suonerà e canterà all’incontro con il Santo Padre, che avverrà nella Basilica di San Pietro”.

    Sicuramente, uno dei ruoli più importanti di questa serata è quello del Coro interuniversitario di Roma fondato nel 1995 e composto da studenti di tutte le università della capitale. Ascoltiamo ancora don Palombella:

    “Unisce tutte le università di Roma, statali, libere e pontificie, e in questo unirle cerca di assicurare quella unità che va al di là delle appartenenze geografiche, delle appartenenze culturali e della stessa fede. Nel coro, diverse volte mi è capitato di avere degli ebrei, dei musulmani, dei protestanti, ed è interessante che vengano a cantare perché trovano quella dimensione che appartiene alla Chiesa, cioè un serio studio della musica. E’ interessante che, alla fine, la Chiesa abbia nella sua storia la fonte del sapere musicale, che è il vero e primo ponte di dialogo con chiunque, al di là del codice della fede”.

    E tra i presenti al concerto c’era anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Ascoltiamo il suo commento:

    “I canti di questo concerto sono intrisi di memorie cristiane, soprattutto del grande mistero della Incarnazione. L’Europa è pervasa, è stata plasmata dalla cultura cristiana. Questa simbiosi, questa sinergia tra conservatori musicali e cori può realizzare grandi cose. Ciò dice che il mettersi insieme porta sempre frutti di unità, di solidarietà, e incide anche nella società: è una forma di traino della società verso una cooperazione, nella tutela, nella promozione dei diritti e soprattutto nella costruzione di una società nella giustizia e nella pace”.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    India: cancellati eventi natalizi pubblici per motivi di sicurezza

    ◊   Cancellata nella cattedrale di St. Joseph, a Lucknow, in India, la tradizionale rappresentazione dedicata al Natale che da alcuni anni richiama 50mila persone tra cui anche fedeli indù. Sospesi per quest’anno anche i tradizionali ricevimenti con le autorità dello Stato per lo scambio di auguri e gli incontri prenatalizi e di fine anno con i sacerdoti della diocesi. La decisione, presa da Mons. Gerald Mathias, vescovo della diocesi di Lucknow, capitale dell’Uttar Pradesh e riportata dall'agenzia Asianews, è legata al crescente clima di tensione in vista delle prossime elezioni generali. La data della tornata elettorale dovrebbe essere in aprile-maggio 2009. Il vicario generale della diocesi, padre Ignatius D’souza spiega che “ogni volta che si avvicinano le elezioni generali ci sono persone che vogliono infiammare il clima” e l’occasione delle festività può diventare un’occasione per attentati. Tutta la Chiesa indiana è invitata a celebrare il Natale con toni dimessi. È questo il messaggio lanciato dalla Conferenza episcopale. Il segretario generale della Cbci, l’arcivescovo Stanislaus Fernandes ha infatti invitato tutti i fedeli all’essenzialità dei festeggiamenti come segno di “solidarietà per i cristiani dell’Orissa e per il dolore che sta soffrendo il nostro Paese dopo gli attentati a Mumbai, in spirito di fratellanza con tutte le vittime”. (F.A.)

    inizio pagina

    India: catena umana dei cattolici di Mumbai per costruire armonia e unità

    ◊   “Stringiamo le mani per l’unità”: con questo slogan i cattolici di Mumbai si mobilitano per la pace, dopo i recenti attentati: l’associazione “Bombay Catholich Sabha”, che riunisce la maggior parte del laicato cattolico della città, dopo il silenzioso corteo per il ripudio del terrorismo tenuto di recente, ha organizzato una grande “Catena umana per la pace” che sarà costruita in città il 12 dicembre per simboleggiare il desiderio di unità e riconciliazione fra tutti i cittadini di Mumbai. Lanciata dalla Chiesa cattolica, l’idea di una catena umana che unirà, mano nella mano, migliaia di persone nel centro della città, - riferisce l'agenzia Fides - ha ben presto coinvolto i fedeli di altre confessioni cristiane, fedeli di altre religioni (indù, buddisti, musulmani, sikh) e altri cittadini che circonderanno con un vasto abbraccio i luoghi religiosi e politici, simboli principali della città, esprimendo il desiderio e la speranza di armonia fra tutta la popolazione. Alla manifestazione hanno aderito oltre 100 organizzazioni della società civile, movimenti studenteschi, sindacati, associazioni per i diritti umani, organizzazioni non governative e migliaia di semplici cittadini. “Noi, popolo di Mumbai, che abbiamo visto odio e sangue nella nostra città, promettiamo che non ci arrenderemo al terrore e a quanti predicano la guerra, la violenza, l’odio e l’intolleranza. Ci impegniamo a tenere Mumbai come città unita e pacifica e a costruire un mondo basato sui principi di tolleranza, pace, uguaglianza e giustizia”, afferma il manifesto diffuso dagli organizzatori. Il manifesto fa precise richieste al governo della città: prendere misure adeguate, nel breve e lungo periodo, per contrastare la violenza; garantire trasparenza e maggior coordinamento fra le forze di scurezza; mettere in atto iniziative per combattere l’estremismo religioso in India e Pakistan; punire i colpevoli di atti di terrorismo; continuare a proteggere i diritti individuali, senza compiere violazioni in nome delle misure antiterrorismo; approvare un Documento contro la Violenza intercomunitaria, che tocca spesso le minoranze religiose; adottare sempre una politica della moderazione che non demonizzi in toto alcuna comunità religiosa. (R.P.)

    inizio pagina

    Nelle Filippine, marcia di preghiera di cristiani e musulmani per il rispetto dei diritti umani

    ◊   In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, che si celebra oggi in tutto il mondo, ieri a Zamboanga City, nelle Filippine, si è tenuta una marcia di preghiera promossa da leader cristiani e musulmani. La manifestazione - riferisce l'agenzia Sir - ha preso il via dalla centrale piazza Pershing e ha registrato l’adesione di numerosi studenti e attivisti. Il percorso, durato due ore, si è concluso con una veglia di preghiera guidata dal pastore Vicente Climaco, della Trinity Episcopal Church. Durante la marcia gli organizzatori hanno esposto numerose fotografie di attivisti filippini, scomparsi o assassinati in modo brutale negli ultimi anni. Per ricordare il loro sacrificio alla causa della libertà e dei diritti umani nel Paese, i manifestanti hanno acceso delle candele e hanno pregato di fronte ai loro ritratti. (R.P.)

    inizio pagina

    Estremisti islamici bruciano una chiesa nelle Molucche

    ◊   Ancora scontri in Indonesia, nelle Molucche: ieri una folla inferocita ha assalito e incendiato una chiesa. Almeno 40 case sono state date alle fiamme. Al centro delle nuove violenze – sottolinea il quotidiano ‘Avvenire’ – è il villaggio di Letwaru, “nella regione di Maschi, Molucche centrali, area perlopiù musulmana in un arcipelago dove la presenza cristiana, un tempo maggioritaria, si è oggi notevolmente ridotta”. Le Molucche sono teatro da anni di gravi tensioni. C’è sempre il rischio elevato – ha detto il responsabile regionale dei servizi operativi della polizia – che possano scoppiare incidenti per ragioni etniche, religiose, razziali o sociali”. Nelle Molucche – ricorda infine il quotidiano della Cei – si registra complessivamente “un certo equilibrio tra componente musulmana e cristiana”; non così nel grande arcipelago indonesiano, dove accanto all’85% della popolazione musulmana convivono non sempre armoniosamente varie minoranze religiose”. (A.L.)

    inizio pagina

    Mons. Sako: “Musulmani e cristiani insieme per il futuro del Paese”

    ◊   In occasione della festa islamica di Al-Adha (o del sacrificio) l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha indirizzato una lettera ai musulmani della sua città per ribadire “l’urgenza del dialogo e assicurare un futuro all’Iraq”. Nel testo, pervenuto al Sir, mons. Sako scrive: “Cristiani, musulmani, arabi, turchi e turcomanni da secoli, insieme, condividono tempi buoni e cattivi, successi e sacrifici. In occasione della festa di Al-Adha e del Natale che come cristiani celebreremo tra due settimane, è urgente attivare il dialogo ed una reciproca conoscenza per risolvere i nostri problemi e assicurare un florido futuro alla nostra nazione ed il rispetto della dignità dei nostri cittadini e dei loro diritti. Solo così possiamo ristabilire tra noi la fiducia e la convivenza pacifica”. Il presule, da sempre impegnato nel dialogo interreligioso, invita anche i cristiani di Kirkuk ad unirsi in preghiera con la comunità musulmana “per chiedere a Dio Onnipotente di donare pace e stabilità”. “La festa di Al-Adha – conclude mons. Sako – è un tempo forte per incontrare Dio nella preghiera, nella conversione e per incontrare i nostri fratelli attraverso il perdono, la riconciliazione e la cooperazione”. (A.L.)

    inizio pagina

    Consegnato ad Oslo il Premio Nobel per la Pace a Martti Ahtisaari

    ◊   Il Premio Nobel per la Pace è stato consegnato oggi ad Oslo all'ex presidente finlandese Martti Ahtisaari, per le sue numerose negoziazioni di pace nel mondo. La sua opera di mediazione in Sudafrica, nel Medio Oriente, in Irlanda del Nord e nei Balcani compone il curriculum d’eccezione che gli è valso il prestigioso riconoscimento. Ahtisaari, 71 anni, è stato presidente della Finlandia del 1994 al 2000. In conferenza stampa ha raccontato, con una certa commozione, la parabola della sua esistenza che ha definito “da sogno”. Cresciuto in una famiglia di umili origini nella Karelia passata alla Russia dopo l’occupazione sovietica, Ahtisaari ieri si è detto favorevole all’aumento delle truppe della Nato in Afghanistan. Ha anche precisato che una soluzione di questo tipo deve essere però finalizzata a risolvere il conflitto nel Paese. (A.L.)

    inizio pagina

    A Strasburgo, la consegna del Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta”

    ◊   Il Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta” si assegnerà a Strasburgo il 17 dicembre. Il riconoscimento, una sorta di “Premio Nobel” per la vita, istituito dai Movimenti per la vita (Mpv) e la famiglia di tutta Europa, sarà consegnato alla memoria di Jérôme Lejeune, che scoprì la trisomia 21 e fu il primo presidente della Pontificia Accademia per la vita. L’iniziativa - come riporta l'agenzia Sir - si inserisce in un contesto di attività che i Mpv europei svolgeranno dal 15 al 17 dicembre. Il programma prevede una prima giornata a Dachau, dedicata alla meditazione sull’uguaglianza di ogni essere umano. Il 16 dicembre a Strasburgo si terrà un incontro dei rappresentanti del Mpv dell’Unione europea per la conclusione della Petizione europea “per la vita e la dignità dell’uomo”. La giornata conclusiva, come detto, sarà destinata all’assegnazione del premio alla memoria di Lejeune, con due sessioni di studio, cui interverranno, tra gli altri, Salvatore Mancuso, presidente del Comitato etico del Policlinico Gemelli di Roma, Giuseppe Noia, docente di Medicina prenatale dell’Università cattolica di Roma, Henri Bléhaut, direttore della ricerca Fondazione Jérôme Lejeune di Parigi, Monica Lopez Barahona, direttrice del Centro di studi biosanitari di Madrid, il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. La consegna avverrà, sempre a Strasburgo, nell’Emiciclo del Consiglio d’Europa. (F.A.)

    inizio pagina

    Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati: si deve “investire sull’istruzione dei bambini rifugiati”

    ◊   “Investire risorse per i bambini rifugiati in particolare modo per dare loro un’istruzione di qualità”: è l’appello alla comunità internazionale del Servizio dei gesuiti per i rifugiati (Jrs) in occasione dell’odierna Giornata dei Diritti Umani. “Quando i rifugiati hanno accesso all’istruzione, solitamente nei campi profughi, la qualità della didattica è spesso scadente, gli edifici scolastici inadeguati e i materiali didattici sono scarsi o mancano del tutto. Ancora più preoccupante è la rarità di insegnanti qualificati. E’ urgente investire in infrastrutture e in qualità dell’insegnamento” afferma Peter Balleis, direttore dell’ufficio internazionale Jrs. “In tutti i Paesi in via di sviluppo – prosegue - Jrs incontra genitori che vivono in povertà, costretti a scegliere tra pagare per l’istruzione dei figli e acquistare generi di prima necessità. Purtroppo, chi fa maggiormente le spese di questa situazione sono i più vulnerabili, tra cui i bambini disabili e le bambine. Il 98% dei bambini disabili nei Paesi in via di sviluppo non frequenta la scuola”. Stesso discorso vale anche per le “migliaia di bambini reclusi nei centri di detenzione nei Paesi industrializzati”. “Stiamo perdendo un’intera generazione”, conclude Balleis. “Se verrà loro data la possibilità di formarsi, potranno ricostruire le loro vite e le loro comunità e stabilizzare i loro Paesi per le generazioni future”. (A.L.)

    inizio pagina

    Allarme Oms: 17 milioni di morti per tumore nel 2030

    ◊   Nel futuro il cancro causerà più vittime della malaria, delle malattie cardiache e della tubercolosi. L’allarme, lanciato dall’Organizzazione mondiale della salute, parla di 17 milioni di morti all’anno, stima riferita al 2030. Oggi si contano 7 milioni di vittime l’anno e cresceranno, secondo l’Oms, dell’1% ogni anno , superando già nel 2010 il numero di vittime delle malattie del cuore. Alla base della crescita esponenziale è l’aumento dell’uso del tabacco nei paesi in via di sviluppo. India e Cina sono in cima alla lista: la loro popolazione rappresenta infatti il 40% dei fumatori presenti nel mondo. Quest’anno si prevede che il tumore colpirà 12 milioni di persone, con 7 milioni di morti. Nel 2030 , secondo gli esperti Oms, i casi di tumore potrebbero più che raddoppiare, arrivando a 27 milioni, con 17 milioni di morti. Investire di più per la vaccinazione contro il tumore al collo dell’utero e ratificare urgentemente un trattato per il controllo del tabacco sono state le richieste rivolte con forza ai governi (soprattutto degli Stati Uniti) da parte delle associazioni per la lotta al tumore che hanno partecipato ieri all’incontro con l’Oms. “Il tabacco è una delle più grandi e più taciute crisi sanitarie nei Paesi in via di sviluppo - ha denunciato, secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, Douglas Blayney, presidente eletto della Società americana di oncologia clinica – pochi sono a conoscenza del fatto che il cancro uccide più persone nei Paesi poveri, di Hiv, malaria e tubercolosi messe insieme. Se le attuali tendenze di crescita dei fumatori continueranno – ha concluso – il fenomeno sarà molto difficile da arginare”. (F.A.)

    inizio pagina

    Dichiarazione dei vescovi boliviani dopo le recenti critiche contro la Chiesa cattolica

    ◊   “La Chiesa non parla mai contro o a favore di un sistema politico. La Chiesa parla per dare orientamenti ai credenti a partire dal Vangelo, adempiendo così al compito affidato dal Signore: illuminare e guidare il Popolo di Dio”. E’ quanto si legge nel comunicato dell’episcopato boliviano, a firma del segretario generale, il vescovo de El Alto mons. Jesús Juárez Párraga, dopo numerose e ingiustificate critiche rivolte in questi giorni da alcune personalità di governo della Bolivia al Santo Padre, all’arcivescovo di Santa Cruz e presidente della Conferenza episcopale, cardinale Julio Terrazas, ed ad altri presuli del Paese. “I vescovi - prosegue il comunicato - rifiutano le affermazioni irriverenti contro il Santo Padre, poiché confinano con l’insulto e, soprattutto, ignorano l’accettazione e l’affetto dell’opinione pubblica mondiale” nei confronti del Pontefice “sia per la sua umanità sia per i suoi insegnamenti che fanno di lui una delle persone più illuminate del nostro secolo”. I vescovi boliviani ricordano e sottolineano la “paterna preoccupazione di Benedetto XVI” di fronte agli avvenimenti del Paese sudamericano, le sue parole di sostegno e incoraggiamento nella ricerca della pace, del dialogo e dell’unità, rinnovate recentemente con particolare sollecitudine durante la visita ad Limina dei presuli boliviani. “In spirito di comunione” i vescovi rinnovano ancora una volta la loro “solidarietà al cardinale Julio Terrazas”, persona amata e conosciuta nel Paese per i suoi tratti umani e pastorali “senza macchia, sempre al servizio del popolo di Dio, da molti anni, in particolare attenta ai più poveri e ai meno fortunati”. I suoi messaggi - si legge nel comunicato – “rappresentano tutti noi suoi confratelli nell’episcopato, tutti i pastori e tutte le componenti del Popolo di Dio”. “Quando un pastore parla sui temi riguardanti la realtà nazionale - hanno quindi osservato i presuli - certamente non lo fa con un scopo politico. Il ministero sacerdotale si fonda sulla missione liberatrice di Gesù, il Figlio di Dio, che manda i suoi profeti: “Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie … Alza la voce, non temere” (cf. Is 40, 9). Nel ribadire che la Chiesa non prende parte a favore e contro i governi i vescovi, citando la Costituzione conciliare “Gaudium et Spes” /76), scrivono: “Ma sempre e dovunque, e con vera libertà, è suo diritto predicare la fede e insegnare la dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la missione tra gli uomini e dare il giudizio morale, anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime. E farà questo utilizzando tutti e soli quei mezzi che sono conformi al Vangelo e in armonia col bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni”. Per i vescovi ci sono “problemi reali e urgenti” come la povertà, la crisi economica, la disoccupazione, le migrazioni, la giustizia, la sicurezza cittadina, la violenza, il narcotraffico, l’infanzia abbandonata …” che dovrebbero preoccupare tutti, in particolare coloro che hanno le più alte responsabilità pubbliche. Si tratta di sfide che meritano” uno sforzo congiunto da parte di tutte le forze vive della nostra società”. In questo tempo di grazia in cui l’Avvento “ci prepara al Natale, i presuli lanciano infine un appello sereno e fiducioso a tutti i cattolici per mantenere l’unità”. “Ci rivolgiamo – scrivono - al senso comune e alla capacità riflessiva dei cittadini per ribadire che i nostri problemi si possono risolvere con il dialogo, il rispetto reciproco e la riconciliazione”. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    In Messico i vescovi ribadiscono il loro “no” alla pena capitale

    ◊   “Non è possibile invocare la pace e al tempo stesso disprezzare la vita”. E’ quanto affermano i vescovi del Messico dopo il dibattito nazionale apertosi sull’introduzione della pena di morte come deterrente contro il dilagare della violenza. “La vita umana - scrivono i presuli - non può essere ritenuta un qualcosa della quale si può disporre arbitrariamente, poiché è la realtà più sacra e intangibile nel mondo”. “La pace – aggiungono - non è possibile quando viene a mancare la difesa di questo bene fondamentale”. Nel documento i presuli riconoscono poi che “il Messico vive momenti difficili”: sequestri, criminalità e violenza di ogni tipo che, come hanno affermato le autorità, hanno superato il limite”. Al tempo stesso l’episcopato, ricordando le misure prese da parte delle autorità pubbliche per far fronte al fenomeno, dichiarano di condividere “il dolore e le sofferenze delle vittime” e dei loro parenti; perciò capiscono e comprendono la richiesta “di una soluzione che risolva la questione, applicando la giusta punizione ai colpevoli, a volte coperti dall’impunità o dalla corruzione”. “Di fronte a questo scenario - prosegue la nota - in diversi settori della società si leva la voce, quasi come un clamore, secondo la quale la pena di morte è la soluzione che può risolvere alla radice questa grave situazione”. La pena capitale viene anche ritenuta “una legittima difesa sociale”. I vescovi messicani rilevano quindi con forza che “le società moderne sono in grado di reprimere il crimine neutralizzando coloro che si rendono colpevoli e ciò senza privarli della possibilità di redenzione”. Si ricorda al riguardo che “lo Stato ha la piena responsabilità per quanto riguarda l’applicazione delle punizioni con lo scopo di rimediare il disordine introdotto dalla violenza, dal delitto e dall’insicurezza”. Oltre a difendere l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, “lo Stato ha anche il dovere di contribuire alla correzione dei colpevoli”. L’episcopato messicano ricorda ancora una volta che la contrarietà della Chiesa alla pena capitale e la sua difesa intransigente della vita “trovano sostegno nella Sacre Scritture, in particolare nella Genesi che ci ammonisce sul fatto che nessuno può assumersi il diritto ad uccidere”. Dio stesso - osservano i vescovi - ha imposto a Caino dopo aver ucciso il suo fratello, “una punizione: l’esilio, ma al tempo stesso lo preservò da chiunque avesse voluto attentare contro la sua vita. La violenza ha un limite: Dio non la vuole!”. Da parte sua, lo scorso 8 dicembre, solennità dell’Immacolata nell’omelia l’arcivescovo di Città del Messico cardinale Norberto Rivera Cabrera riprendendo la nota ha sottolineato: “Vogliamo costruire una società basata sulla violenza, la vendetta e la morte, e in tal caso il nostro sarebbe un atteggiamento contrario al volere di Dio, oppure vogliamo scegliere la vita, il Dio della vita, venuto tra noi per portarci la pace, il perdono e l’amore”. (L.B.)

    inizio pagina

    Maggiore impegno per la famiglia in Africa da Aiuto alla Chiesa che Soffre

    ◊   Con il sostegno dell’Opera cattolica internazionale di carità “Aiuto alla Chiesa che Soffre” sarà presto prodotto in Africa un manuale dedicato al matrimonio cristiano che sarà utilizzato per la pastorale delle famiglie in numerosi Paesi africani. Christine du Coudray, esperta di Africa per “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, di recente rientrata da un viaggio nel Continente nero, ha dichiarato al Sir: “Credo che non ci sia niente di più importante che impegnarsi per la famiglia. E’ la base di ogni cosa: per una società stabile e sana, per le vocazioni sacerdotali e l’avvenire dell’umanità”. E ha affermato che “l’Africa può mostrare all’occidente che l’avvenire dell’umanità risiede nella famiglia. Dunque ha una ‘vocazione particolare’”. Di qui l’appello alle nazioni industrializzate “a impegnarsi di più per la famiglia e la protezione della vita in Africa”. Du Coudray ha lamentato come l’Acs sia quasi rimasta sola nel suo impegno per la cultura della vita in questo continente. Molte organizzazioni che lavorano in Africa, infatti, diffondono la visione occidentale della famiglia, che non si basa più su una comunità composta da un uomo, una donna e dei bambini, ma promuove invece la contraccezione artificiale, l’aborto e il preservativo come soluzione alla diffusione dell’Aids. “Gli africani – ha chiarito du Coudray - comprendono immediatamente che questa non è una cultura di vita ma di morte”. Non manca chi si impegna per una vera cultura della vita. Il congresso dell’“Africa Family Life Federation” (Aflf), che si è tenuto a Nairobi dal 16 al 22 novembre e al quale hanno partecipato Christine du Coudray e il segretario generale di Acs, Pierre-Marie Morel, ha mostrato chiaramente il livello degli esperti africani di differenti discipline che, conoscendo bene le loro materie, si impegnano per la formazione di famiglie sane. Tra gli oltre 100 partecipanti, provenienti da 17 Paesi africani, c’erano medici di diverse specializzazioni, teologi, sacerdoti, laici che lavorano nel servizio pastorale e religiosi. (R.P.)

    inizio pagina

    Nel 2008, un milione e mezzo di pellegrini in Terra Santa

    ◊   “Il 2008 ha conosciuto vari aspetti positivi: tra questi la diminuzione della violenza, anche se a Gaza la situazione resta grave e il ritorno dei pellegrini fino a cifre mai viste e con un trend in crescita nel 2009”. Con queste parole – riprese da un’intervista rilasciata all’agenzia Sir - padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha commentatO il boom di pellegrini, oltre 1,5 milioni, raggiunto nel 2008. Un risultato ottenuto, secondo il religioso, anche grazie ad una minore violenza sul territorio. Tra i motivi ha elencato anche una maggiore disponibilità israeliana nei visti di ingresso, (escludendo i Paesi arabi); il lavoro di promozione dei pellegrinaggi che da tempo fanno le varie Conferenze episcopali e gli appelli del Papa. Dal punto di vista politico, secondo il Custode di Terra Santa, “è stato un anno piuttosto fragile: non si sono registrati grossi passi avanti, la conferenza di Annapolis è fallita, assistiamo ora alla crisi israeliana”. Padre Pierbattista Pizzaballa ha poi aggiunto delle considerazioni sull’anno futuro, attendendosi un 2009 migliore anche alla luce dell'inizio del mandato di Barak Obama. Per Natale infine, il Custode ha confermato la presenza del presidente palestinese Abu Mazen alla Messa di mezzanotte a Betlemme. (F.A.)

    inizio pagina

    Molteplici gli interventi della Caritas in Sri Lanka, dopo il maremoto del 2004

    ◊   Oltre 9 mila abitazioni provvisorie, più di 8 mila nuove case, un ospedale, 31 scuole ricostruite per un totale di 1600 studenti beneficiari. Sono lalcuni dei dati relativi agli interventi della Caritas in Sri Lanka dopo lo tsumani che ha colpito il Paese nel 2004. Mons. Joseph Vianney Fernando, vescovo di Kandy e presidente della Conferenza episcopale srilankese, ha affermato che l’esperienza della Caritas evidenzia che “non è sufficiente rispondere ai sintomi della povertà; piuttosto, bisogna intervenire sulle cause”. “L’ispirazione ed il compito della Caritas sono articolati per aiutare la popolazione a diventare “protagonista del proprio futuro”. I campi di intervento sono molteplici: educazione, sostegno alle microimprenditorialità, aiuto alle vittime delle guerra e ai rifugiati. “Non siamo semplicemente un gruppo di persone che partecipa ad un’organizzazione con 40 anni di storia che ha visto anche situazioni di guerra. La Caritas - ha spiegato il presule le cui parole sono state riprese da Asianews - è chiamata a prestare servizio per le vittime della guerra ed i rifugiati a causa dei conflitti. E continuiamo ad aiutarli anche dopo le guerra”. “Abbiamo lavorato senza alcuna distinzione di casta e di credo”, ha sottolineato infine padre Damian Fernando, direttore dell’organizzazione caritativa della Chiesa cattolica locale. “In modo particolare - ha concluso - abbiamo costruito rapporti con la popolazione di altre fedi e promosso la dimensione interreligiosa”. (A.L.)

    inizio pagina

    In Cina celebrazioni per i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi di Shang Hai

    ◊   “La celebrazione si è conclusa, ma l’evangelizzazione continua e per sempre… con lo spirito di San Paolo. Preghiamo per l’evangelizzazione della nostra diocesi di Shang Hai, della Chiesa in Cina e della Chiesa universale…. Preghiamo anche per questi due nuovi sacerdoti che sono stati ordinati, perché possano avere la determinazione di San Paolo per portare avanti la missione dell’evangelizzazione”. Con queste parole mons. Xing Wen Zhi, ausiliare della diocesi di Shang Hai, ha concluso la solenne celebrazione per i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi. Durante la Santa Messa, celebrata sabato scorso in cattedrale, sono stati anche ordinati due nuovi sacerdoti diocesani. Oltre 3.000 fedeli hanno partecipato alla liturgia. I due nuovi sacerdoti erano particolarmente emozionati e, ringraziando tutti, hanno detto: “Ci sentiamo come nelle mani di Dio in questo momento, avvolti dalla grazia del Signore. La nostra vocazione è frutto dell’impegno di tutti. Grazie a voi possiamo promettere solennemente davanti al Signore che l’unica cosa che vogliamo fare è servire il Signore!” Mons. Xing - rende noto l'agenzia Fides - ha ripercorso poi l’itinerario di un anno di celebrazioni, sottolineando il ricco significato spirituale dell’anno 2008. La diocesi ha inaugurato le celebrazioni dei 400 anni di evangelizzazione il primo marzo sul tema “Ringraziamento, conversione, evangelizzazione”. (A.L.)

    inizio pagina

    Le comunità protestanti ai leader dell’Ue: chiediamo un’economia più attenta all’ambiente

    ◊   “Costruire un’economia più verde”: è la richiesta che le chiese protestanti hanno rivolto ai leader dell’Ue. Alla vigilia del vertice europeo che si terrà domani e dopodomani a Bruxelles, il capo della Comunione anglicana, l’arcivescovo della Chiesa di Svezia e il presidente della Chiesa evangelica in Germania hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Ue, Nicolas Sarkozy, chiedendogli di garantire che le considerazioni sul clima non vengano marginalizzate nella ricerca di soluzioni a breve e medio termine di fronte alle pressioni economiche. Un approccio più olistico alla crescita economica è quanto hanno chiesto i leader delle Chiese, preoccupati per il tentativo di alcuni governi di aumentare la quota di crediti per le emissioni di carbonio comprandoli dai Pvs anziché cercare di diminuire le proprie emissioni. “La scelta non è tra crescita economica e protezione ambientale – osservano -. Le nostre fortune economiche ambientali sono inestricabilmente legate”. Secondo quanto riportato dall'agenzia Sir, hanno anche richiamato il pacchetto di misure per un’economia più verde annunciato dal presidente degli Usa, Obama, sottolineando che “l’attuale crisi finanziaria e la recessione economica più che una minaccia costituiscono un’opportunità per creare oggi l’economia a basso utilizzo di carbone di domani”. (F.A.)

    inizio pagina

    Il cristiano incontri Cristo in ogni essere umano: così il presidente dei vescovi portoghesi, mons. Ortiga

    ◊   In questo periodo di preparazione al Natale, il presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), monsignor Jorge Ortiga, chiede un impegno effettivo a favore dei poveri. L'Arcivescovo di Braga ha diffuso un messaggio per il Natale in cui ricorda la chiamata dell'Apostolo Paolo a promuovere la solidarietà e la condivisione nelle comunità. “Viviamo in un periodo di insicurezza e instabilità – ha riconosciuto – e affrontare il presente, per molti, è preoccupante e il futuro terrorizza per quello che può implicare”. “In Cristo – ha affermato il presule - il Natale diventa la festa della fraternità e il cristiano deve incontrarLo in ogni essere umano, e non in modo sporadico, ma permanente”. Mons. Ortiga – rende noto l’agenzia Zenit - ha sottolineato infine che è “necessario scoprire le lacune, soprattutto nella povertà che suscita vergogna, e impegnarsi con la solidarietà in modo realistico e concreto, e forse anonimo”. Secondo l'arcivescovo, il Natale “è o deve essere una forza che mette in moto la generosità”, facendo sì che “gli uomini e le donne di buona volontà si lascino commuovere cercando di conoscere le situazioni che violano i diritti umani e credano nella gioia di donare”. “Per questo, come San Paolo mi sento di dire: 'Dio ama chi dona con gioia' e ci sarà sempre qualcosa da condividere”. (A.L.)

    inizio pagina

    Oggi le buone notizie sono un tesoro: così il cardinale Sean Brady, primate d'Irlanda

    ◊   “In un tempo di recessione economica, rovina e tristezza, le buone notizie sono un tesoro. E l’evangelizzazione, con le buone notizie che porta, è soprattutto questo”. Lo ha detto a Dublino il cardinale Sean Brady, arcivescovo di Armagh e primate di tutta l’Irlanda, presentando la pubblicazione della Legione di Maria “La nuova evangelizzazione, preti e laici, la grande sfida del nuovo millennio”. Rammentando la fondazione nel 1921 della Legione di Maria, che in pochi decenni si è diffusa nei cinque continenti, il cardinale Brady ne ha sottolineato “il grande contributo offerto al mondo”, soprattutto “nell’aiutare le persone a ritornare alla Chiesa”. “Come sapete – ha concluso – la Chiesa cattolica in Irlanda ha dichiarato il 2008 e metà del 2009 ‘Anno della vocazione’, un tema che si inserisce nella più ampia sfida di questo decennio che è ascoltare di nuovo la buona notizia”. (A.L.)

    inizio pagina

    All’Angelicum, un convegno su diritti delle donne e culture cristiane

    ◊   “Evidenziare il contributo specifico che la cultura cristiana può dare al miglioramento della condizione femminile”. Questo l’obiettivo principale del convegno internazionale “Women and Human Rights”, che analizza la condizione femminile a 60 dalla dichiarazione dei diritti umani. Protagoniste d’eccezione dell’iniziativa – in programma venerdì prossimo, all’Angelicum di Roma – saranno Cherie Blair, moglie dell’ex premier britannico e Janne Haaland Matlary, docente di scienze politiche all’Università di Oslo, già membro del governo norvegese e attuale membro del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. “A 60 anni dalla dichiarazione universale dei diritti umani – si legge in una nota ripresa dal Sir - le discriminazioni soprattutto nei confronti della donne sono ancora un tema di drammatica attualità. Il premio Nobel Amartya Sen parla di 100 milioni di donne solo in Africa e in India che hanno perso la vita. “I diritti umani delle donne: cambiano secondo le politiche dell’Occidente?” è il tema della relazione di Matlary, mentre “La religione come forza di protezione dei diritti delle donne” è il tema dell’intervento di Blair. (A.L.)

    inizio pagina

    La Toscana ospiterà la Giornata Migrantes 2009

    ◊   La Toscana ospiterà, il prossimo 18 gennaio, le celebrazioni nazionali della Giornata dei Migranti. “La Giornata - ha spiegato don Angelo Chiasserini, direttore regionale della Fondazione Migrantes della Toscana - viene celebrata ogni anno in tutte le parrocchie del mondo, come segno dell'attenzione della Chiesa al fenomeno delle migrazioni. Per l'Italia, la celebrazione principale sarà quella che si svolgerà a Firenze, e nella cui preparazione sono coinvolte tutte le diocesi toscane”. La manifestazione  inizierà con una Messa nella basilica di Santo Spirito, presieduta dall'Arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, con la partecipazione delle varie comunità straniere della Toscana. In vista della Giornata, la Fondazione Migrantes ha anche pubblicato un ‘Quaderno’ dedicato alla Toscana, con dati e commenti sull'immigrazione e con il racconto di alcune esperienze significative di associazioni, gruppi, parrocchie che lavorano con gli immigrati. Il Quaderno è diviso in cinque capitoli per gli altrettanti settori in cui opera la Migrantes: i toscani all'estero, la pastorale di giostrai e circensi, i nomadi, l'assistenza dei marittimi e dei portuali, e infine la presenza di stranieri sul territorio toscano. Tra le tante realtà, la Toscana spicca per le case di accoglienza per marittimi nei porti di Livorno e di Carrara, importante anche il centro per studenti stranieri 'Giorgio La Pira' di Firenze. A Prato, infine, dove la presenza straniera è particolarmente forte, il vescovo ha nominato un 'Vicario episcopale per l'immigrazione' che ha il compito preciso di curare i rapporti con le comunità straniere. (A.L.)

    inizio pagina

    Sms al 48588: nuova iniziativa di beneficenza della diocesi di Napoli

    ◊   La novità di quest´anno per contribuire con un´offerta al progetto ´In nome della Vita´ promosso dal cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, è un numero telefonico: 48588. Fino al 24 dicembre è attivo per donare un euro mandando un messaggio attraverso i gestori Tim, Vodafone e Wind e due euro dai telefoni da rete fissa Telecom. I fondi raccolti serviranno per attivare all´interno ´La culla della Vita´, un asilo multietnico per accogliere, assistere e nutrire bimbi, figli di napoletani o di immigrati, sui quali gravano quotidiane difficoltà economiche ed organizzative delle loro famiglie. A causa di queste difficoltà i piccoli – si legge sul sito della diocesi di Napoli - spesso vengono affidati a conoscenti o addirittura portati dalle mamme sul posto di lavoro, quando hanno la fortuna di lavorare. All´Auditorium della Rai di Napoli si terrà poi il prossimo 16 dicembre, alle ore 19, la tradizionale asta di Natale. Anche quest´anno doni, tra gli altri, di Benedetto XVI e del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il mercatino nel Museo diocesano Donnaregina resterà aperto, infine, fino al 31 gennaio e sono già attivi un conto corrente postale ed un conto corrente bancario i cui riferimenti possono essere consultati sui siti www.caritas.na.it; www.chiesadinapoli.it. (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    In Pakistan arrestati due presunti responsabile degli attentati di Mumbay

    ◊   Per la prima volta dagli attentati di Mumbay, in India, il governo pakistano ha annunciato l’arresto di due capi del gruppo Lashkar-e-Taiba, accusato della strage costata la vita a circa 170 persone. Intanto, le indagini vanno avanti e puntano a individuare gli altri componenti del commando omicida. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Nel giro di due giorni, il Pakistan sembra aver cambiato atteggiamento rispetto all’India. Stamani, è stato lo stesso premier pakistano Gilani a rendere noto l’arresto di due importanti capi di "Lashkar-e-Taeba", il gruppo considerato responsabile degli attentati di Mumbay, e poco dopo l’ambasciatore del Pakistan presso l’Onu ha fatto sapere che Islamabad è pronta a bandire l'organizzazione Jamaat-ud-Dawa, ritenuta una "costola" di Lashkar-e-Taiba, e inoltre non consentirà più alcuna presenza sul suo territorio di campi di addestramento. Due aperture importanti dopo che ieri il Pakistan aveva detto di non voler consegnare alcun sospetto all’India e che anzi era pronto al conflitto in caso di attacco. Gli arresti di esponenti del Movimento per la riunificazione del Kashmir - inserito dagli Stati Uniti sulla "lista nera" delle organizzazioni terroristiche internazionali - sono avvenuti domenica scorsa nel corso di un’operazione che ha portato al fermo di altri 13 integralisti alla periferia di Muzaffarabad. Intanto, stando a quanto riporta il New York Times, i dieci terroristi autori della strage di Mumbay facevano parte di una squadra suicida più ampia forse composta da una trentina di persone. Gli attentatori, che sarebbero pronti a farsi esplodere, sono ricercati in tutta l'India.

    India-incidente
    Drammatico incidente in India. Sessantatrè persone sono morte per l’incendio di un autobus nello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh. Il fatto è accaduto mentre il mezzo, che trasportava persone in sovrannumero, stava dirigendosi dalla città santa di Mathura a Sultanpur.

    Zimbabwe-colera
    Continua a crescere il numero delle vittime del colera in Zimbabwe. Secondo l’ultimo bilancio sono 774 i morti e per l'Organizzazione mondiale della Sanità i casi di contagio superano i 16 mila. A causa della fuga di massa degli sfollati, è possibile che l’epidemia si allarghi ad altri Paesi della regione dal Sudafrica al Mozambico e al Malawi. Intanto, il governo di Harare ha duramente accusato la comunità internazionale - che chiede le dimissioni del presidente Mugabe - di sfruttare la diffusione della malattia per organizzare un’invasione militare del Paese.

    USA-economia
    Negli Stati Uniti, è atteso per oggi il via libera al piano di salvataggio del settore dell'auto ormai sull’orlo della bancarotta. Si tratta di un pacchetto di aiuti pari a 15 miliardi di dollari sul quale la Casa Bianca e i leader democratici del Congresso hanno raggiunto la scorsa notte un accordo di principio. Verrà creata una figura super partes con il potere di dar vita ad una ristrutturazione delle compagnie automobilistiche o di bloccare gli aiuti.

    USA-politica
    Scandalo politico negli Stati Uniti. Il governatore democratico dell'Illinois, Blagojevich, è stato arrestato ieri con l’accusa di aver fatto di tutto per ottenere guadagni economici e favori dalla “vendita” del seggio di senatore lasciato libero dal presidente eletto Obama. Blagojevich è ora agli arresti domiciliari dopo aver pagato una cauzione.

    Italia-economia
    L’economia italiana è in recessione. Lo confermano i dati Istat, che registrano come nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo (pil) abbia subito una contrazione dello 0,5% - il peggior dato dal 1998 - rispetto al periodo precedente. Su base annuale, il pil mostra una flessione dello 0,9%. Crolla anche la produzione industriale, che in ottobre ha registrato un calo del 6,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

    Allarme diossina-Europa
    E’ ancora allarme diossina in Europa, dopo la scoperta di carne contaminata in Irlanda. In Italia, sono state sequestrate 200 tonnellate di carni suine provenienti da oltre Manica. Sono 35 i siti ispezionati dai carabinieri del Nas.

    Iraq-cronaca
    Secondo fonti di stampa inglesi, il governo britannico ha in programma il ritiro, entro giugno, di tutte le sue truppe in Iraq. Intanto, nel Paese del Golfo imperversa la violenza: sono stati uccisi ieri dieci membri di Al Qaeda, considerati responsabili di un attacco suicida che aveva provocato 19 vittime a Falluja.

    Afghanistan-cronaca
    Sei agenti sono morti in un raid aereo delle forze della coalizione internazionale nella provincia meridionale di Zabul, in Afghanistan. L’attacco ha provocando anche il ferimento di altri 11 militari.

    Medio Oriente
    Israele ha respinto le dichiarazioni del rappresentante Onu per i diritti umani nei Territori, Richard Falk, che ieri aveva puntato il dito contro la politica israeliana che starebbe compiendo “crimini contro l’umanità” nella Striscia di Gaza dove i palestinesi restano isolati.

    Romania-politica
    La Romania ha un nuovo primo ministro. Si tratta dell’economista liberale democratico, Theodor Stolojan, designato oggi dal presidente, Traian Basescu. Proprio il partito del capo dello Stato aveva perso le elezioni politiche del 30 novembre scorso, vinte dalla formazione di centrodestra, il partito democratico-liberale.
     
    Ucraina-politica
    Profonda crisi politica in Ucraina. Si è nuovamente formata una coalizione "arancione" filoccidentale, composta dal partito del presidente, Viktor Iushenko, dal blocco del premier Iulia Timoshenko con l'ingresso della formazione centrista di Vladimir Ltivin, eletto nuovo presidente della Rada, il parlamento di Kiev. Alcuni membri del suo partito hanno però intenzione di non sottoscrivere l’intesa e ciò rischia di far naufragare l’accordo.

    Svizzera-politica
    In Svizzera, è stato sancito oggi il ritorno al potere dell’ala intransigente della destra populista con l'elezione al Consiglio federale di Ueli Maurer, ex presidente dell'Unione democratica di centro, formazione apertamente antieuropea. Maurer sostituirà il consigliere federale dimissionario, Samuel Schmid, e dovrebbe assumere la carica di ministro della Difesa.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 345

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina