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Sommario del 22/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • La Chiesa entra nel quarto anno di pontificato di Benedetto XVI, Papa della speranza
  • Domani mattina in San Pietro i funerali del cardinale López Trujillo. Non ci sarà l'udienza generale
  • Il Papa negli USA, occasione per ridefinire l'identità dei cattolici americani: interviste con l'arcivescovo di Washington, il nunzio apostolico e un parroco della capitale
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Giornata mondiale della Terra. Mons. Crepaldi: il mondo è minacciato dall'egoismo
  • Terminato in Ungheria l'incontro CCEE-KEK, in vista della Conferenza europea cristiano-musulmana del prossimo ottobre. Intervista con il cardinale Péter Erdő
  • Burundi: cresce la preoccupazione per gli scontri tra esercito e guerriglia
  • Messa alla Chiesa del Gesù in occasione della presentazione della restaurata pala dell'altare raffigurante la missione di Sant'Ignazio
  • L'Istituto Regina Elena di Roma, da sempre impegnato nella lotta contro il cancro, ha celebrato i 75 anni dalla sua fondazione
  • Presentato a Roma il libro della prof.ssa Saulle "Relazioni internazionali e Diritti fondamentali"
  • Chiesa e Società

  • Sri Lanka: oggi i funerali del sacerdote ucciso domenica scorsa
  • Le sfide della Chiesa in Vietnam: intervista con il cardinale Pham Minh Man
  • Appello del vice-presidente del Parlamento europeo in favore dei profughi cristiani dell'Iraq
  • L'Europa rilancia il dialogo con l'Islam
  • L'emergenza povertà al centro del vertice dell'Africa Australe
  • Medici Senza Frontiere: è crisi sanitaria nel Sudan meridionale
  • Epidemia di febbre della Rift Valley in Madagascar
  • Improvvisa ripresa dei rapimenti in Uganda
  • Incontro internazionale a Londra per la costruzione di una diga idroelettrica sul fiume Congo
  • "OGM: minaccia o speranza?": dibattito etico-scientifico a San Marino sulle biotecnologie vegetali
  • Regno Unito: per mons. Hine il calo dei matrimoni è una sfida e un’opportunità
  • Cile: i vescovi condannano l'atto vandalico contro la statua della Madonna del Carmelo a Santiago
  • Pellegrinaggio militare internazionale e Università della pace insieme a Lourdes dal 22 al 25 maggio
  • Francia: centenario del Frat, il tradizionale pellegrinaggio dall'Ile de France a Lourdes
  • Convegno promosso dalla CEI a Napoli sulle responsabilità dei docenti universitari di fronte al cambiamento
  • Raccolta fondi dei giovani di Hong Kong per i coetanei del Terzo Mondo che sognano di andare alla GMG di Sydney
  • "Testamento di solidarietà": è la proposta dell’Associazione Amici dei Bambini per creare nuove 'case-famiglia'
  • Europa: Angela Merkel vince il Premio Carlo Magno 2008
  • Terra Santa: nuovo parco archeologico a Tiberiade
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovo record per il petrolio che supera i 118 dollari: l'OPEC disponibile ad aumentare la produzione
  • Il Papa e la Santa Sede



    La Chiesa entra nel quarto anno di pontificato di Benedetto XVI, Papa della speranza

    ◊   La Chiesa è entrata nel quarto anno di pontificato di Benedetto XVI: il Papa ha festeggiato questo evento a New York, il 19 aprile scorso, durante il viaggio negli Stati Uniti il cui motto “Cristo nostra speranza” riassume bene questi suoi primi tre anni di Ministero petrino. Il servizio di Sergio Centofanti:


    (Canto)
     
    “Show the world the reason for the hope that resonates within you”.
    “Mostrate al mondo la ragione della speranza che è in voi”: con queste parole, pronunciate a New York nell’incontro con i giovani e i seminaristi americani il 19 aprile scorso, terzo anniversario della sua elezione al Soglio pontificio, Benedetto XVI ha tracciato il senso della sua missione: quella di annunciare Cristo, Salvatore del mondo.

     
    (Canto)

     
    In questi tre anni di Pontificato Benedetto XVI ha incontrato oltre 10 milioni di persone, ha compiuto otto viaggi internazionali e otto visite pastorali in Italia, ha scritto due Encicliche per dire che l’Amore e la Speranza non sono qualcosa ma Qualcuno. Ha pubblicato il libro "Gesù di Nazaret" per mostrare che la fede non è un elenco di proibizioni ma un rapporto di amicizia col Dio fatto uomo che cambia la vita: in Lui ci è donata una speranza nuova, nonostante le tribolazioni del vivere, perché la meta è certa. Ma in cosa consiste questa speranza?

     
    “Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno la morte può incrinare, perché la vita di chi si affida a questo Padre si apre sulla prospettiva dell’eterna beatitudine”. (Angelus del 2 dicembre 2007)

     
    Benedetto XVI ha creato in due Concistori 38 nuovi cardinali in rappresentanza di tutti i continenti per manifestare l’attenzione della Chiesa per tutta l’umanità. Il Papa invoca pace e giustizia per il mondo. Scrive una Lettera ai cattolici cinesi. Pensa in particolare all’Africa e ad un’equa distribuzione delle ricchezze della Terra. Ma il mondo opulento deve cambiare stile di vita:

     
    “C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. ‘Questa grande speranza può essere solo Dio … non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano’ (Enc. Spe salvi n. 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto. Se c’è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell’ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo. La moderazione non è allora solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l’umanità”. (Omelia del 6 gennaio 2008)

     
    Benedetto XVI è un uomo semplice e mite: la sua parola è chiara e profonda. Ama il dialogo nella verità. Per due volte visita una Sinagoga, a Colonia e New York, entra nella celebre Moschea Blu di Istanbul. Invita i non credenti ad allargare gli orizzonti della ragione, a non limitarli in ciò che è verificabile nell’esperimento, per non rifiutare la Speranza, per non eliminare Dio:

     
    “L’essere umano può spegnere in se stesso la speranza eliminando Dio dalla propria vita. Come può avvenire questo? Come può succedere che la creatura "fatta per Dio", intimamente orientata a Lui, la più vicina all’Eterno, possa privarsi di questa ricchezza? Dio conosce il cuore dell’uomo. Sa che chi lo rifiuta non ha conosciuto il suo vero volto, e per questo non cessa di bussare alla nostra porta, come umile pellegrino in cerca di accoglienza. Ecco perché il Signore concede nuovo tempo all’umanità: affinché tutti possano arrivare a conoscerlo!” (Omelia del 1° dicembre 2007)

     (Canto)

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    Domani mattina in San Pietro i funerali del cardinale López Trujillo. Non ci sarà l'udienza generale

    ◊   Si svolgeranno domani mattina alle 11.00 nella Basilica Vaticana le esequie del cardinale colombiano Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, morto sabato scorso a Roma dopo una breve malattia all’età di 72 anni. La Santa Messa sarà celebrata dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Al termine del rito, la Liturgia esequiale sarà presieduta da Benedetto XVI che terrà l’omelia. La Radio Vaticana seguirà l’evento a partire dalle 10.50. Domani dunque non si svolgerà la consueta udienza generale del mercoledì.

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    Il Papa negli USA, occasione per ridefinire l'identità dei cattolici americani: interviste con l'arcivescovo di Washington, il nunzio apostolico e un parroco della capitale

    ◊   "Rendere una gioiosa testimonianza a Cristo nostra speranza". E' una delle frasi con le quali Benedetto XVI si è congedato domenica sera dagli Stati Uniti, al termine di un viaggio apostolico che ha lasciato un profondo segno nella coscienza della Chiesa del Paese. La sincerità e la chiarezza dei toni usati dal Pontefice per denunciarne i mali, ma soprattutto l'incessante invito a proseguire oltre, nel segno di un Vangelo riscoperto e riannunciato in tutti i settori della vita civile, hanno ridefinito con forza l'identità del cattolicesimo all'interno della cosmopolita società americana. Un soggiorno, quello del Papa, che ha suscitato entusiasmo e catturato progressivamente anche l'attenzione dei media più critici, come testimonia l'arcivescovo di Washington, mons. Donald Wuerl, intervistato da Tracey McLure, della redazione inglese della nostra emittente:


    R. - I think the media were surprised at the warmth of the reception of the Holy Father…
    Credo che i media siano rimasti sorpresi per il calore con cui è stato accolto il Santo Padre, per l’affetto spontaneo nei suoi riguardi, per la facilità con cui egli ha saputo creare un contatto con le folle venute ad incontrarlo. Il Santo Padre comunica il suo calore e la sua attenzione e la sua preoccupazione per noi in un modo unico, e questo è stato palese nel corso di tutta la sua visita.

     
    D. - Praticamente in ogni incontro pubblico, il Santo Padre ha menzionato la sofferenza della Chiesa statunitense causata dalla vicenda degli abusi sessuali, come anche la necessità di purificazione e guarigione. L’ha sorpresa il fatto che il Papa abbia posto tanta enfasi su questo problema, nei suoi discorsi?

     
    R. - I think that we all anticipated that the Holy Father would speak to this issue…
    Lo avevamo detto che il Santo Padre avrebbe parlato di questo, ed è stata una benedizione che l’abbia fatto. La sorpresa, forse, sta nel fatto che se ne sia parlato così spesso. Ma poi c’è da dire che il Santo Padre ne ha parlato prima ai media, poi ai vescovi e quindi ai fedeli tutti, poi ancora in un incontro con i sacerdoti. Penso che abbia voluto parlare con ciascuna categoria per dire sostanzialmente due cose: per dire che dobbiamo continuare a cercare le vittime e ad aiutarle a “guarire”, e che dobbiamo essere vigili affinché questo non possa mai più accadere.

     
    D. - Nel radiomessaggio preparato prima della visita pastorale, il Papa aveva detto che sarebbe andato negli Stati Uniti per confermare i fratelli e le sorelle di quel Paese nella fede. Poi, ha concluso questo viaggio dicendo: “Direi piuttosto che i cattolici americani stanno confermando me nella mia fede”. Cosa dice questo dell’impressione che il Santo Padre ha ricevuto da questo viaggio e dalla Chiesa statunitense?

     
    R. - I think that’s one of the really beautiful aspects of this whole experience...
    Credo che questo sia uno degli aspetti più belli di tutta l'esperienza della visita apostolica del Papa negli Stati Uniti. Noi avevamo detto che egli sarebbe venuto per confermarci nella fede e che sarebbe stato con noi anche per presentarci delle sfide: non si trattava infatti solo di “confermarci”, ma anche di metterci davanti alla sfida di vivere, di testimoniare la nostra fede. E questo lui l’ha fatto. E credo anche che gli abbia fatto piacere rendersi conto che la fede è così salda. Più volte, l'ho sentito constatare quanto salda fosse la fede che veniva testimoniata davanti a lui, durante la sua visita. Ecco, è stato un percorso a doppio senso: il Santo Padre è venuto a confermare noi e noi, davanti a lui, abbiamo confermato di essere una Chiesa forte, vibrante e fedele.

    Dall'arcivescovo di Washington a uno dei parroci della capitale americana, padre Lidio Tomasi, responsabile della parrocchia "Holy Rosary Church", una delle comunità ecclesiali di riferimento degli italiani a Washington. Il sacerdote racconta, al microfono di Fabio Colagrande, le impressioni suscitategli dalla visita di Benedetto XVI:


    R. - E’ stata un grande successo. E’ stata una iniezione di spiritualità. La Chiesa di Washington ne aveva veramente bisogno. Il Santo Padre è stato molto apprezzato proprio perchè ha dato questa apertura e questa speranza e ha fatto vedere quanto rilevante sia la fede cattolica anche nella vita pubblica americana. Il Papa ha anche lanciato delle sfide ai vescovi, ai pastori, ai parroci affinché accolgano i nuovi cattolici che arrivano in gran parte dall’America Latina e che hanno bisogno di essere accolti, rispettati e riconosciuti nella loro cultura, così che possano essere realmente integrati nella famiglia cristiana degli Stati Uniti.

     
    D. Padre Lidio, lei crede che questa visita abbia cambiato un po’ anche l’idea che la popolazione americana, e non solo i cattolici, aveva del Pontefice e della Chiesa?

     
    R. - Penso di sì, perchè è stato un evento straordinario e preparato molto bene. Sfortunatamente, però, devo aggiungere che la stampa laica ha un po' coperto unilateralmente l’evento, dando ampio risalto alla vicenda dei pedofili e tralasciando gli altri valori richiamati dal Papa durante il suo viaggio negli Stati Uniti.

     
    Così come mons. Wuerl, anche il nunzio apostolico negli Stati Uniti, l'arcivescovo Pietro Sambi, si sofferma a parlare della vivacità spirituale che anima la Chiesa americana e che gli scandali del passato avevano messo in ombra. Ascoltiamo il presule nell'intervista del nostro inviato negli Stati Uniti, Pietro Cocco:

     
    R. - Probabilmente la Chiesa cattolica americana non è sufficientemente conosciuta. La Chiesa americana è più viva di quanto si pensi. L’immagine che è passata nel mondo è quasi esclusivamente quella degli scandali sessuali. Cosa orribile, cosa da condannare, cosa da rimediare con la più grande energia. Ma c’è tanta attenzione ai poveri nella Chiesa americana, c’è tanta attenzione agli anziani, c’è tanta attenzione agli handicappati, c’è tanta attenzione all’annunzio del Vangelo. Questa è la forza della Chiesa degli Stati Uniti.

     
    D. – Per quanto riguarda proprio l’invito che il Papa ha rivolto alla Chiesa americana, ai giovani anche, che ha incontrato al seminario di St. Joseph, a portare avanti proprio questa tradizione così ricca dell’annuncio del Vangelo e della solidarietà, che riflessi può avere anche a livello politico questo invito e anche questo desiderio che ci sia una collaborazione nella costruzione di un futuro migliore?

     
    R. – Considero che la visita del Santo Padre negli Stati Uniti in questo momento sia provvidenziale. E’ come un’iniezione a tutta la Chiesa negli Stati Uniti: un’iniezione di identità, un’iniezione di coraggio e un’iniezione per costruire un avvenire più in conformità con il Vangelo. Il Papa si è trasformato di fronte alla presenza di questi seminaristi e di questi giovani. E’ stato molto bello che l’incontro con i giovani sia avvenuto nel seminario di New York. Le vocazioni sono in ripresa, non solo come numero, sono in ripresa come qualità. I cattolici negli Stati Uniti avevano perso un poco, se così si può dire, l’orgoglio di essere cattolici. Credo che con la visita del Santo Padre saranno di nuovo orgogliosi di essere cattolici. Spero e lavorerò perché questa visita del Santo Padre significhi un girare pagina e un cominciare una nuova pagina di una Chiesa fedele a Gesù Cristo e fedele alla sua missione di servizio al popolo americano tutto intero, specialmente a chi non ha voce e a chi è più abbandonato.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di San Roque de Presidencia Roque Sáenz Peña (Argentina), presentata da mons. José Lorenzo Sartori per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato vescovo di San Roque de Presidencia Roque Sáenz Peña il rev. Hugo Nicolás Barbaro, finora direttore spirituale Regionale della Prelatura dell’Opus Dei in Argentina. Il rev. Hugo Nicolás Barbaro è nato il 12 dicembre 1950 a Vicente López (Buenos Aires). Dopo aver ottenuto il Dottorato in Medicina presso l’Università di Buenos Aires (1974) e aver esercitato per due anni la professione, è entrato nel Seminario Internazionale della Prelatura a Roma, e ha conseguito la Laurea in Teologia morale (1980). E’ stato ordinato sacerdote il 15 agosto 1980 a Torreciudad, Spagna, incardinandosi nella Prelatura dell’Opus Dei. Ha collaborato poi con il Prelato a Roma ed è tornato in Argentina dove ha svolto diversi ministeri sacerdotali a Buenos Aires e Mendoza. Dal 1982 al 1989 è stato cappellano del Centro culturale Las Barracas, di San Isidro, e dal 1982 al 1989 è stato cappellano della Residenza Universitaria Carrizal (Mendoza). Dal 1990 al 1991 ha ricoperto l’ incarico di segretario della Delegazione della Prelatura in Bolivia, dove, dal 1991 al 1994, è stato vicario regionale. Dal 1994 ad oggi è stato direttore spirituale regionale dell’Opus Dei per l’Argentina ed ha fatto parte del Consiglio del vicario regionale.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, sulla copertura mediatica - senza precedenti negli Stati Uniti - del viaggio del Papa, un articolo di Robert Imbelli, del Boston College (Massachussets).

    Nell'informazione internazionale, in evidenza l'Iraq che - in occasione della Conferenza mondiale in Kuwait - ha chiesto ai Paesi confinanti di cancellare il proprio debito estero.

    La storia del termine "laico" nell'intervento di Enrico dal Covolo al ventottesimo seminario internazionale di studi storici "Da Roma alla terza Roma".

    Francesco Buranelli sul restauro della tomba di Sant'Ignazio nella chiesa romana del Gesù.

    Emanuele Castelli illustra un convegno - all'Institut des Sources Chretiennes - dedicato all'edizione dei testi antichi.

    Stas Gawronski recensisce "La città dei ragazzi" di Eraldo Affinati, che racconta storie di immigrazione e di tentativi d'integrazione.

    Nell'informazione religiosa, intervista di Mario Ponzi al direttore della Farmacia Vaticana, fratel Joseph Kattackal.

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    Oggi in Primo Piano



    Giornata mondiale della Terra. Mons. Crepaldi: il mondo è minacciato dall'egoismo

    ◊   Si celebra oggi la Giornata mondiale della Terra, giunta alla 38.ma edizione ed incentrata quest'anno sul tema “Proteggi i nostri bambini e il nostro futuro”. Quest’anno, sono oltre 12 mila gli organizzatori mobilitatisi per promuovere, in 174 Paesi, eventi e manifestazioni sui temi della tutela dell’ambiente. Tutte le iniziative ricordano che ogni persona può diventare protagonista assumendo un atteggiamento consapevole e riconoscendo l’importanza del proprio ruolo per la difesa del pianeta. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Era il 22 aprile 1970 quando, rispondendo ad un appello lanciato dal senatore statunitense Gaylord Nelson, oltre 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono partecipando ad una serie di manifestazioni in difesa dell’ambiente. Da allora, è diventato un evento internazionale per promuovere la sostenibilità delle politiche di sviluppo. I dati sulla salute della Terra sono allarmanti: nel 2007, sono state rilasciate nell’atmosfera 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. A preoccupare, sono anche lo scioglimento di grandi ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari, l’incremento delle precipitazioni nell’emisfero nord e l’aumento della siccità in diversi Paesi del sud del mondo. La coltivazione di biocombustibili, sempre più diffusa, toglie inoltre terra al grano e al riso compromettendo le risorse alimentari. Secondo l’ultimo rapporto della FAO, il 60 per cento dei servizi forniti all’uomo attraverso acqua, cibo e pesca sono degradati o utilizzati in modo insostenibile. La risposta a questo progressivo deterioramento passa anche attraverso un più consapevole e responsabile comportamento individuale. Utilizzando le parole del pioniere dell’ecologia moderna, Barry Commoner, la Giornata mondiale della Terra è un giorno in cui “l’uomo, in qualche modo, fa pace con il pianeta su cui vive”.

     
    Ma come abbinare comportamenti individuali responsabili ad una visione cristiana per salvaguardare l'ambiente? Risponde, al microfono di Amedeo Lomonaco, il segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il vescovo Giampaolo Crepaldi:


    R. - La partita, al giorno d’oggi, viene giocata proprio a questo livello di confronto tra prospettive etico-culturali molto diverse, che implicano anche successivamente scelte politiche, economiche. Implicano anche comportamenti individuali molto diversi. In una prospettiva cristiana, la terra va sempre considerata come una creatura di Dio. Quindi, deve essere coltivata ma anche custodita. Deve essere coltivata senza uno sfruttamento dissenato.

     
    D. - Allargando l’orizzonte ai macro-sistemi, come ricomporre - anche alla luce degli insegnamenti della Chiesa - le distanze tra Nord e Sud del pianeta, tra le esigenze industriali e gli equilibri della terra?

     
    R. - Se si vuole sapientemente cominciare ad uscire da questa impasse in cui ci si trova oggi, bisogna avviare delle politiche di cooperazione internazionale tra il Nord e il Sud. Mi sembra che il problema di fondo risieda nella poca fiducia nei riguardi di queste tematiche.

     
    D. - Negli ultimi anni, comunque, la consapevolezza di gravi pericoli per l’ambiente, ha alimentato una nuova coscienza ambientale sia nell’opinione pubblica sia nei governi. Questa convergenza, che spesso supera confini e divisioni politiche, può essere decisiva in futuro?

     
    R. - Io non so se sarà decisiva. Comunque, certamente questa coscienza è da registrare come un fatto positivo. Voglio qui fare un riferimento molto preciso agli insegnamenti di Benedetto XVI: basta prendere in mano il messaggio per la Giornata mondiale per la pace intitolato “La famiglia umana, comunità di pace”. Ad un certo punto, il Papa scrive: “La Terra va coltivata, da una parte, ma va anche custodita”.

     
    D. - E, seguendo queste indicazioni, quali nuove sfide si pongono per l’evangelizzazione e per la missione della Chiesa in un mondo minacciato dai cambiamenti climatici?

     
    R. - Il mondo è minacciato soprattutto dall’egoismo, da una certa "economia-canaglia". Direi ci debba essere un soprassalto a livello di responsabilità politica generale, della comunità internazionale ma anche dei singoli Stati. Ci deve essere anche una ripresa dei temi della solidarietà internazionale.

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    Terminato in Ungheria l'incontro CCEE-KEK, in vista della Conferenza europea cristiano-musulmana del prossimo ottobre. Intervista con il cardinale Péter Erdő

    ◊   Si è concluso ieri a Esztergom, in Ungheria, l’incontro del Comitato per le relazioni con i musulmani in europa (CRME), promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK). L’appuntamento rappresentava una sessione di preparativi in vista della grande conferenza cristiano-musulmana europea, in progreamma a Bruxelles dal 20 al 23 ottobre prossimi. Il comunicato finale dell’incontro in Ungheria annuncia la pubblicazione di due documenti per il 2009: uno dedicato ai fenomeni della violenza che coinvolge l’aspetto religioso e un altro sulla formazione del clero e degli operatori pastorali, anche in relazione alla presenza musulmana nel vecchio continente. Su quest’ultimo aspetto si sofferma l'arcivescovo di Esztergom-Budapest, il cardinale Péter Erdő, al microfono di Marta Vertse, incaricata del Programma ungherese della nostra emittente:


    R . - E’ chiara la necessità di preparare i sacerdoti alle situazioni pastorali che incontreranno nella loro vita e nella loro attività sacerdotale. E dato che in Europa la presenza musulmana è sempre più numerosa e forte, è necessario comprendere ed analizzare anche queste situazioni. Faccio, al riguardo, l’esempio dei matrimoni misti: questo è un argomento che si è trattato già diverse volte nella sezione per il sudest europeo nel Consiglio delle Conferenze episcopali di Europa. I matrimoni misti tra musulmani e cristiani o naturalmente anche tra cattolici ed ortodossi, rappresentano questioni che richiedono, da un lato, un attento approfondimento teologico e giuridico e, dall’altra, un dialogo con le altre comunità religiose per trovare insieme delle soluzioni concordate e pacifiche che possano soddisfare i criteri religiosi di tutte le comunità.

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    Burundi: cresce la preoccupazione per gli scontri tra esercito e guerriglia

    ◊   Dopo i conflitti etnici degli anni ’90, il Burundi torna al centro dell’attenzione delle cronache internazionali. Nei giorni scorsi, nella regione a nord della capitale Bujumbura, si sono registrati violenti scontri tra militari regolari e l’ultimo gruppo di ribelli ancora attivo nel Paese, che non aderisce al cessate il fuoco del 2003. I combattimenti, che hanno provocato alcune decine di vittime, hanno anche costretto alla fuga almeno un migliaio di civili. Sulla situazione, che si sta vivendo nel Paese africano dei Grandi Laghi, Giancarlo La Vella ha raccolto la testimonianza del padre comboniano, Elio Boscaini, per anni missionario in Burundi:


    R. – Ci sono l’esercito nazionale e le forze nazionali di liberazione. Queste, dopo l’attacco alla capitale nei giorni scorsi, sono ora presenti, soprattutto, in quella parte che è sempre stata una zona di opposizione al regime. Ma ciò che mi sorprende è la violenza di questi scontri, quando ormai anch’io ero tra quelli che pensavano che queste forze fossero state neutralizzate dagli accordi di pace e dal cessate il fuoco. Vuol dire che le cose non vanno così bene probabilmente nel Paese, come ci eravamo illusi. E' necessario che il regime ripensi al suo modo di rapportarsi alla popolazione. Credo che anche il Burundi sia colpito dai prezzi che salgono e dall’insofferenza della gente. La popolazione vede come non si trovino soluzioni ai problemi immediati.

     
    D. – La matrice di questi scontri, quindi non è soltanto politica...

     
    R. – Secondo me, non c’è soltanto la politica; c’è certamente un problema sociale, quindi un problema di popolazione che soffre; una popolazione, i cui desideri, aspirazioni non vengono soddisfatti. Un inizio di soluzione, però, si potrebbe pretendere, perché anche il Burundi soffre evidentemente di una situazione che mi pare essere piuttosto diffusa in Africa. Ci sono manifestazioni popolari in diversi Paesi dell’Africa, il che mostra il disagio sociale che sta vivendo il continente tutto intero e non solo il Burundi.

     
    D. – Che cosa può fare la comunità internazionale per il Burundi?

     
    R. – Penso che la comunità internazionale debba fare molto. Deve stimolare il governo ad accogliere le rivendicazioni di questo gruppo. E’ l’ultimo gruppo che non si è adeguato. Quindi, il dialogo non dovrebbe essere mai precluso, neanche di fronte a queste forze che, probabilmente, non rappresentano certamente l’avvenire del Burundi. Ma mostrano il disagio e quello che i burundesi stanno vivendo.

     
    D. – Cosa chiedono concretamente i ribelli?

     
    R. – Chiedono la loro presenza evidentemente al governo e un maggiore sforzo di democratizzazione.

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    Messa alla Chiesa del Gesù in occasione della presentazione della restaurata pala dell'altare raffigurante la missione di Sant'Ignazio

    ◊   La nascita canonica della Compagnia di Gesù, avvenuta il 22 aprile del 1541, viene celebrata quest’anno con la presentazione del restauro nella Chiesa del Gesù a Roma della pala dell’altare raffigurante la missione di Sant’Ignazio. Alle 18, in occasione della Festa di Maria Mater Societatis, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, concelebrerà una messa con il preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás. La nostra emittente seguirà l’avvenimento, a partire dalle ore 17.50 con commento in italiano, sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza su 105 MHz. Sul restauro ascoltiamo, al microfono di Antonella Palermo, padre Daniele Libanori, prefetto della chiesa del Gesù:


    R. - Il restauro, potremmo dire, è dovuto alla 35.ma Congregazione generale della Compagnia. Fu, infatti, in vista della sua inaugurazione che si pensò di restaurare la tela. Una tela che era difficile spostare e che era anche di difficile lettura, perchè fortemente ossidata, oscurata da precedenti restauri che l'avevano in buona misura deturpata e poi c'erano strappi. Era in condizioni piuttosto critiche. Il restauro le ha restituito la brillantezza dei colori e in quell’occasione si è anche potuto rimettere mano al meccanismo a bilanciere che la aziona. Ci siamo trovati ad un vero e proprio teatro barocco, laddove Andrea Pozzo narra la storia - quella spirituale - di Ignazio. Ci troviamo davanti veramente ad un unicum, credo almeno a Roma, e forse anche rispetto a un’area molto più grande.

     
    D. - Oggi, ricorre anche la festa di Maria Mater Societatis. Che significato ha questa data per la Compagnia di Gesù?

     
    R. - Questa è una festa molto cara per la Compagnia di Gesù, perché Sant’Ignazio aveva ottenuto l’approvazione da Paolo III il 27 di settembre del 1540, ma fu il 22 di aprile dell’anno seguente - e dunque il 1541 - che Sant’Ignazio e i primi compagni, andando nella Basilica di San Paolo fuori le mura e proprio davanti ad una immagine della Madonna, fecero la professione dei voti religiosi. Si potrebbe, quindi, dire che canonicamente a tutti gli effetti la Compagnia di Gesù si sia costituita proprio in questo giorno del 1541.

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    L'Istituto Regina Elena di Roma, da sempre impegnato nella lotta contro il cancro, ha celebrato i 75 anni dalla sua fondazione

    ◊   L'Istituto Regina Elena di Roma ha celebrato, ieri, i 75 anni dalla sua fondazione. Da sempre impegnata con successo nella lotta contro il cancro, questa struttura ha agito in prima linea, portando il proprio contributo alla ricerca scientifica con nuove acquisizioni chirurgiche e farmacologiche. Ma oggi come si può definire l'Istituto Regina Elena? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Giuseppe Petrella, presidente del Consiglio d’Indirizzo e verifica degli Istituti fisioterapici ospitalieri, ente che gestisce l’Istituto nazionale Regina Elena e l’Istituto dermatologico San Gallicano:


    R. – Quello che io rappresento in questo momento è un grande istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, in quanto ogni giorno, ieri come oggi - sono trascorsi ben 75 anni - persegue l’eccellenza; l’eccellenza nella ricerca, l’eccellenza nell’assistenza e nell’organizzazione. Tutto questo mettendo al centro della nostra attenzione la persona ammalata di cancro. Ogni giorno sono circa 1000 le persone occupate nella nostra istituzione tra medici, infermieri, tecnici, amministrativi e anche tanti e tanti volontari; e tutti siamo al servizio dei pazienti e dei loro familiari.

     
    D. – Per il futuro cosa vi attendete, cosa sperate per la vostra struttura?

     
    R. – Come per qualsiasi struttura che si interessi di cancro, nel futuro ci aspettiamo che non ci sia più il cancro e noi tutti quanti lavoreremo per raggiungere questo obiettivo. Nella fase attuale, molti sono i punti strategici da sviluppare: partirà tra poco la rete oncologica regionale, realizzata in collaborazione con la regione Lazio, con l’Agenzia di Sanità pubblica della Regione, con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministero della Salute. Un punto essenziale per realizzare un piano di sinergie che siano clinico-assistenziali, di formazione e di ricerca. E l’Istituto Regina Elena è il centro di riferimento di questa grande organizzazione che sarà la rete oncologica regionale.

     
    D. – Lei ha messo in primo piano il rispetto e la centralità del paziente. E’ difficile sviluppare questo concetto nel concreto?

     
    R. – Negli ultimi anni, purtroppo, c’era stata una frattura tra l’oncologo ed il paziente perché il paziente, alcune volte, proprio in un ambito di distorsione psicologica, veniva indicato con un numero; invece il paziente ha un nome, un cognome, tutta la sua storia alle spalle. Pensiamo che l’umanizzazione sia la cosa più importante tanto più per un paziente che è affetto da un male che oggi è curabilissimo. Ci tengo a sottolineare questo anche se il paziente ha un percorso difficile da affrontare: quello di conoscere la diagnosi, di decidere le terapie, la chirurgia, la radioterapie, la chemioterapia. E questa persona, questo essere umano, deve essere accompagnato, come dico io, per mano in questo percorso per farlo uscire dal tunnel, per rivedere il sole che sembra la cosa più bella.

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    Presentato a Roma il libro della prof.ssa Saulle "Relazioni internazionali e Diritti fondamentali"

    ◊   I diritti umani tra tutela e violazione, i grandi cambiamenti che hanno investito il mondo tra il 1981 e il 2005, il crollo del muro di Berlino, come la recente questione dell’indipendenza del Kosovo, raccontati nel libro “Relazioni internazionali e Diritti fondamentali” di Maria Rita Saulle, Giudice della Corte Costituzionale. Ma è giusto affermare che la promozione dei diritti umani si sia rivelata in questi anni la strategia migliore per eliminare disuguaglianze e aumentare la sicurezza delle popolazioni? Ascoltiamo l’autrice del libro al microfono di Cecilia Seppia:


    R. – La strategia dei diritti umani è fondamentale, perchè se è vero - come dice il Santo Padre – e come è stato anche dichiarato nella celebrazione della Dichiarazione dei diritti umani - se noi riconosciamo dignità e giustizia per tutti, se noi riconosciamo che la legalità deve ispirarsi all’etica - perchè la legalità da sola non basta - ritengo che sia allora molto importante questo messaggio che, in fondo, sposa quello del cattolicesimo con quello delle Nazioni Unite: la dignità e la giustizia per ogni essere umano, che rappresentano poi anche una premessa di pace mondiale.

     
    D. – Prof.ssa Saulle, lei analizza nel libro un periodo di tempo in cui si consolidano grandi cambiamenti sul piano politico internazionale, ma sul piano dei diritti umani ci sono degli ambiti in cui si evidenzia un maggiore progresso rispetto ad altri in cui, invece, c’è ancora da fare...

     
    R. – Noi disponiamo ormai in tutti i campi di Dichiarazioni molto importanti e, a volte, anche di Convenzioni internazionali, come quelle relative alle donne e ai bambini, ma anche ai disabili che io lanciai nell’87 e che è stata aperta alla firma soltanto l’anno scorso alle Nazioni Unite. Questi sono tutti atti internazionali estremamente rilevanti e, tra l’altro, obbligatori. Aprendo, però, i giornali e vedendo la cronaca sentiamo sempre più spesso che le donne sono violate sia nelle guerre, sia nelle società cosiddette civili; i bambini li vediamo sempre mendicare per strada. Le norme di Diritto internazionale indubbiamente rappresentano delle indicazioni di principio a cui gli Stati devono adeguarsi. E’ necessario che ciò avvenga.

     
    D. – Per raggiungere, però, quel bene comune che i diritti umani aiutano a concretizzare basta l’applicazione di norme internazionali e quindi di procedure corrette?

     
    R. – Io non confiderei esclusivamente nelle norme internazionali, perchè occorrono norme statali – e spesso ci sono – ma occorre anche una coscienza diffusa nelle persone, nei popoli affinché ci sia il rispetto dei diritti umani. Non a caso Eleanor Roosevelt, che fu la presidente della Commissione che ha elaborato la Dichiarazione universale, diceva che i diritti umani vanno rispettati certamente ai livelli più alti tra i popoli e le nazioni, ma vanno anche rispettati nella propria famiglia, nel proprio villaggio, ovunque.

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    Chiesa e Società



    Sri Lanka: oggi i funerali del sacerdote ucciso domenica scorsa

    ◊   I terranno oggi nella chiesa di Vannivi'laangku'lam, di cui era parroco, i funerali del sacerdote cattolico M.X. Karunaratnam, attivista per i diritti umani, fautore del dialogo e della riconciliazione. ucciso domenica scorsa a Ambalkulam, nella diocesi di Jaffna, nel mezzo di scontri a fuoco fra le parti in conflitto. Dopo le esequie, riferisce l'Agenzia Fides, una Messa da Requiem si terrà successivamente nella Cattedrale di Santa Maria a Jaffna, con la partecipazione di numerosi Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. Tutta la Chiesa dello Sri Lanka ha espresso il suo dolore per la morte di un sacerdote che ha dedicato tutta la vita alla costruzione della pace per il suo popolo. I fedeli della sua parrocchia lo ricordano come Pastore che si preoccupava della vita del suo gregge in ogni circostanza, venendo incontro ai bisogni spirituali e materiali delle persone, specialmente degli sfollati che hanno perso casa e mezzi di sostentamento a causa del conflitto. Il sacerdote è rimasto colpito mentre era nella sua autovettura, in un territorio oggetto di scontri fra l’esercito e i ribelli tamil. L’area di Jaffna, diocesi a cui apparteneva, nel Nord del paese, è una roccaforte delle Tigri Tamil. Secondo le informazioni diffuse dalla guerriglia, sarebbe stato colpito da una raffica di mitra di soldati dell’esercito regolare. Altre ricostruzioni parlano dell’esplosione di una mina che avrebbe distrutto l’automobile. Il sacerdote era presidente dell’organizzazione “North East Secretariat on Human Rights”, che aveva denunciato le violazioni e gli abusi della guerra e fornito assistenza psicologica alle popolazioni rimaste vittima del conflitto. Il “National Peace Council of Sri Lanka”, composto da cattolici e membri di altre religioni, impegnati insieme per la pace, ha espresso profonda costernazione, ricordando la dedizione del sacerdote per le vittime della guerra. “P. Karunaratnam - si ricorda - ha operato instancabilmente per la pace e la protezione dei diritti umani nel Nordest dello Sri Lanka, denunciando il reclutamento dei bambini-soldato da parte della guerriglia tamil, operando in ogni modo per il loro rilascio”, ma segnalando anche le violazioni dei diritti umani commesse dall’esercito nei confronti della minoranza tamil. La guerra civile ha registrato oltre tremila morti dall’inizio del 2008, mentre il conflitto, iniziato nel 1983, ha fatto nel complesso 70mila vittime. (R.P.)

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    Le sfide della Chiesa in Vietnam: intervista con il cardinale Pham Minh Man

    ◊   L’evoluzione dei rapporti della Chiesa con il governo vietnamita, le nuove sfide pastorali, i rapporti non sempre facili tra i fedeli e il clero diocesano: di questo e altro ha parlato il cardinale Jean Baptiste Pham Minh Man, in una lunga intervista all’agenzia UcaNews in cui traccia un bilancio dei suoi dieci anni alla guida dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh Ville. Un bilancio - ha detto - nell’insieme positivo, anche se alcuni nodi sono ancora aperti e resta molto da fare. A cominciare dalle relazioni con il governo di Hanoi. Se da un lato si notano diversi segnali di apertura del regime, restano le restrizioni e i controlli che limitano lo sviluppo delle attività della Chiesa in Vietnam. È il caso dell’educazione, della sanità e di altri servizi sociali che lo Stato da solo non è in grado di fornire in misura adeguata, ma che è ancora restio ad affidare alla Chiesa. Un altro nodo poi è quello della restituzione delle proprietà ecclesiastiche confiscate, oggetto di contenziosi ancora aperti. Per creare un clima di maggiore fiducia verso la Chiesa, il cardinale Man ritiene fondamentale il dialogo: “Ho cercato di migliorare il mio rapporto di collaborazione con incontri e lavorando a stretto contatto con il governo”. Un approccio che qualche frutto lo ha dato: “Adesso le autorità governative mi chiedono solo di tenerle informate sui miei impegni, non dobbiamo più chiedere autorizzazioni preventive per ordinare sacerdoti, trasferire il personale ecclesiastico e le iscrizioni ai seminari”. Questo anche grazie al mutato atteggiamento di alcuni alti funzionari governativi che “ora considerano i cattolici come una forza spirituale utile al Paese” e non più come “una forza nemica che potrebbe insidiare la loro influenza sul popolo”. Quanto alla situazione pastorale della sua arcidiocesi, segnata in passato anche da incomprensioni tra fedeli e clero, il cardinale Man rileva come ci siano stati progressi in questi dieci anni: “Con le mie iniziative pastorali ho cercato di costruire una Chiesa di comunione, portando un clima di unità tra i fedeli. Fino adesso ho raggiunto il 50% dei miei obiettivi e la vita dell’arcidiocesi si sta stabilizzando”. (A cura di Lisa Zengarini e Silvia Gusmano)

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    Appello del vice-presidente del Parlamento europeo in favore dei profughi cristiani dell'Iraq

    ◊   "La situazione dei profughi in Iraq è in continuo peggioramento, ogni giorno che passa aumentano le violenze e le vittime, che sono soprattutto di religione cristiana". È l'ennesima denuncia del vicepresidente del Parlamento europeo, Mario Mauro, che si unisce così all'appello per l'accoglienza dei profughi lanciato dal ministro Federale dell'Interno tedesco, Wolfgang Schaeuble. "Le istituzioni internazionali, insieme con gli stati membri dell'Unione europea - esorta Mauro - diano finalmente un seguito concreto alla Risoluzione sulla persecuzione delle comunità cristiane e di altre comunità religiose in tutto il mondo, approvata il 12 novembre scorso. E prendano atto che la situazione della comunità cristiana in Iraq sia particolarmente a rischio". Con queste dichiarazioni, rese note dal Sir, l'eurodeputato replica anche alle affermazioni del ministro sloveno Dragutin Mate, secondo il quale non bisognerebbe creare un corridoio preferenziale per i cristiani. "I numeri - conclude Mauro - parlano chiaro, essi costituiscono un bersaglio privilegiato e sono sicuramente più vulnerabili rispetto a tutte le altre minoranze in Medio Oriente". Nei giorni scorsi circa 4 mila persone erano scese in piazza a Bruxelles per protestare contro l'aumento delle violenze nei confronti dei cristiani in Iraq. (S.G.)

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    L'Europa rilancia il dialogo con l'Islam

    ◊   “L’Unione Europea deve essere più che un semplice spazio economico. Il suo progetto deve essere fatto da e per i suoi popoli, sulla base di valori comuni. E’ per questo che l’Anno europeo per il dialogo interculturale è importante”. E’ quanto ha affermato il reverendo Rudiger Noll, direttore della commissione “Chiesa e società” della Conferenza delle Chiese europee (Cec), che il 17 aprile ha preso parte al primo di una serie di quattro incontri consacrati all’Islam e promossi congiuntamente dalla Cec, dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), dalla Fondazione Adenauer (Kas) e dalla Commissione europea. Tra i relatori - riferisce il Sir - anche l’imam Tarq Oubrou che ha richiamato l’importanza di “trovare dei modi per evitare che il dialogo interreligioso sostituisca quello intra-religioso, a cui spetta affrontare i problemi specifici di ogni religione”. Per porre rimedio al problema dell’integrazione degli immigrati islamici, padre Ignace Berten ha suggerito “l’istruzione, l’assistenza sociale e la reciproca conoscenza”, mentre l’europarlamentare Ramona Nicole Manescu ha concluso l’incontro ricordando che “le discriminazioni verso i musulmani possono provocare del risentimento anti-occidentale e benché la carta dei diritti fondamentali garantisca la libertà di religione, ciò non è sufficiente”. “Serve – ha aggiunto – che i cittadini riscoprano il contributo dell’Islam alla cultura e alla civiltà europea”. (S.G.)

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    L'emergenza povertà al centro del vertice dell'Africa Australe

    ◊   La povertà è un problema di massima urgenza. Questo il punto cruciale della dichiarazione di Mauritius, firmata dai 14 Paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Africa Australe (Sadc). “Alti livelli di indigenza sono inaccettabili per i Paesi della nostra regione, che ha abbondanti risorse” ha dichiarato all’agenzia Misna Levy Mwanawasa, presidente dello Zambia e presidente di turno della Sadc, ricordando che circa il 40% della popolazione vive con meno di un euro al giorno. Nonostante le cause varino da un paese all’altro, Mwanawasa ha evidenziato alcuni fattori comuni, come la lenta crescita economica, le poche opportunità lavorative, i servizi sociali decadenti e le malattie, in particolare l’Aids. I capi di Stato e di Governo africani, riuniti nella capitale dell’isola di Mauritius, Port Luis, oltre a dichiarare guerra alla povertà, si sono anche impegnati a combattere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, aumentare le capacità di produzione energetica con un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili, a migliorare l’accesso all’educazione, all’alimentazione e ai servizi sanitari. (V.V.)

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    Medici Senza Frontiere: è crisi sanitaria nel Sudan meridionale

    ◊   Crisi sanitaria in Sud Sudan: a lanciare l’allarme è Medici Senza Frontiere. A tre anni dalla firma dell’accordo di pace nel Paese africano le persone continuano a morire per malattie curabili a causa della scarsità di strutture sanitarie, personale medico e farmaci. Gli indici di mortalità materna sono tra i peggiori al mondo. In alcune parti della regione il numero di morti è di quattro volte superiore a quello in Nord Sudan e il doppio di quello che si registra in Darfur. In molte delle zone dove MSF lavora, le equipe continuano a osservare livelli di malnutrizione superiori alla soglia di emergenza definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (15% di bambini colpiti da malnutrizione acuta). Quando livelli simili furono identificati in Darfur, le Nazioni Unite avevano lanciato diversi allarmi. Sfortunatamente - continua il comunicato di MSF - la situazione nel Sud Sudan ha suscitato poca attenzione. Anche le condizioni di sicurezza sono precarie e le tensioni continuano nonostante gli accordi di pace. I combattimenti tra i diversi gruppi etnici, gli scontri tra i clan, le tensioni politiche e sociali, rese ancora più gravi dal ritorno di milioni di ex rifugiati sudanesi, non fanno altro che aumentare la drammaticità della situazione. (V.V.)

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    Epidemia di febbre della Rift Valley in Madagascar

    ◊   Almeno 17 persone sono morte per un'epidemia di febbre della Rift Valley in Madagascar e più di 400 sono i casi di infezione, secondo i dati diffusi dal ministero della salute. "Il focolaio – riferisce l’Agenzia Misna - è stato confermato in cinque regioni del paese; sarà una grande sfida contenerlo" ha detto Nestor Ndayimirije, epidemiologo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Le autorità malgasce hanno istituto un comitato interministeriale per coordinare le attività sanitarie e hanno richiesto assistenza all'OMS, all'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) e all'Organizzazione per la Salute Animale (OIE). Una missione congiunta di rappresentanti delle tre organizzazioni internazionali è attesa domani in Madagascar per sostenere gli sforzi nel contenimento del focolaio, nel frattempo il governo ha predisposto alcune misure di controllo, tra cui la fornitura di medicinali e una campagna di informazione alla popolazione. La febbre della Rift Valley è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, che colpisce sia gli animali – soprattutto ovini, bovini, caprini e cammelli – sia l'uomo. Non esiste una cura specifica, ma solo una terapia sintomatica e di supporto, basata sulla vaccinazione degli animali, su adeguate misure di protezione per evitare il contatto con materiale infetto e sul controllo della diffusione delle zanzare. (R.P.)

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    Improvvisa ripresa dei rapimenti in Uganda

    ◊   Almeno 350 persone, tra cui numerose donne e bambini, sono state rapite nelle ultime settimane dall'Esercito di resistenza del signore (LRA), il sanguinoso gruppo di ribelli che per oltre 20 anni ha insanguinato il Nord dell'Uganda. Lo rende noto un comunicato di Amnesty International diffuso dall’ANSA. L’improvvisa ripresa dei sequestri è avvenuta mentre l'LRA stava concludendo un lungo negoziato di pace col governo ugandese, negoziato saltato lo scorso 10 aprile, al momento della firma, a causa della defezione del capo dei ribelli, Joseph Kony. E, stando agli analisti, punta a fare pressioni su Kampala al fine di arrivare a maggiori concessioni per Kony che ha già ottenuto di essere processato da un tribunale dell’Uganda anziché da quello internazionale dell’Aia. Godrà quindi, in pratica, dell'impunità. Il gruppo ribelle ha insanguinato il Nord dell'Uganda con una spietata guerra civile durata almeno 21 anni. Circa 100 mila i morti, 20 mila i minori rapiti e ridotti in schiavitù, crudeltà senza fine, e quasi un milione di persone, in pratica tutti gli abitanti della regione, costretti a vivere per lustri in disperati campi profughi dove mancava l’indispensabile per sopravvivere. Anche se da oltre un anno la ribellione è di fatto terminata, è evidentemente ancora in grado di assestare pesanti colpi di coda. (S.G.)

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    Incontro internazionale a Londra per la costruzione di una diga idroelettrica sul fiume Congo

    ◊   Una diga sul fiume Congo. Per discutere di questo ambizioso progetto si è tenuto ieri a Londra un incontro tra i rappresentanti di sette governi africani, delle più importanti banche d’affari e delle principali aziende di costruzioni del mondo. Si tratterebbe, rende noto l’agenzia MISNA, della diga idroelettrica di Inga, la più grande del pianeta, e sorgerebbe nell’Ovest della Repubblica Democratica del Congo, poco prima della foce del fiume nell’Oceano Atlantico. I progetti sul tavolo intendono unificare i bacini esistenti Inga 1 e Inga 2, costruiti negli Anni ’70, in un unico grande deposito d’acqua. A sentire gruppi ambientalisti e della società civile l’esportazione di energia idroelettrica rischia però di essere la principale minaccia all’uso africano di Inga. Governi e banche d’affari, infatti, sembrano essere interessate soprattutto ai mercati internazionali. Il Sudafrica, tra i principali sponsor dell’intero progetto insieme a alcuni paesi europei, spera di poter saziare i bisogni della sua crescente industria proprio grazie al nuovo bacino idroelettrico. “Al momento, il progetto non raggiungerà neanche una frazione dei 500 milioni di abitanti del continente che non hanno accesso alla corrente elettrica” ha detto Terri Hathaway, attivista della sezione africana dell’associazione ‘International Rivers’parlando al quotidiano inglese "The Guardian". A conferma di questo timore i dati relativi all’attività di Inga 1 e Inga 2 negli anni passati. Nonostante l’esportazione e la creazione di una linea che ha portato la corrente alle miniere della provincia del Katanga (a duemila chilometri di distanza) solo il 6 per cento della popolazione congolese ha avuto finora accesso all’energia elettrica. “Il mio villaggio dista solo 3 chilometri dalla centrale di Inga, ma non abbiamo mai avuto la luce” ha detto allo stesso quotidiano Simon Malanda, rappresentante di una delle comunità di zona. (V.V.)

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    "OGM: minaccia o speranza?": dibattito etico-scientifico a San Marino sulle biotecnologie vegetali

    ◊   La ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione delle biotecnologie vegetali sono la soluzione e non il problema dell’approvvigionamento alimentare. Così si è concluso il convegno organizzato dalle Giunte di Castello di San Marino sul tema “OGM: minaccia o speranza?”. All’apertura dei lavori, riferisce Zenit, il vescovo di San Marino-Montefeltro mons. Negri ha invitato ad “allargare gli spazi della ragione” e ha sottolineato “la necessità di mettere la cultura a servizio del bene comune”. Padre Gonzalo Miranda, docente di Bioetica all’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”, ha spiegato come la dottrina sociale della Chiesa, già nella Gaudium et Spes, indichi nella promozione e utilizzo della scienza il compito dell’umanità per l'edificazione del regno di Dio sulla terra. Luigi Rossi, Direttore del Dipartimento Biotecnologie dell’ENEA, ha sottolineato come l’incremento della produttività favorisce l’ambiente perché permette di utilizzare gli spazi agricoli per altri usi. Il professor Giorgio Cantelli Forti, Presidente del Polo scientifico-didattico di Rimini, ha spiegato come attraverso la selezione genetica sia possibile produrre elementi più salubri e ha denunciato l’inquinamento informativo sugli OGM. Antonio Gaspari, Presidente dei Cristiani per l’Ambiente, ha rilevato l’enorme potenziale degli OGM per lo sviluppo dei Paesi poveri, in particolare dell’Africa. Nel corso del convegno è stato ricordato che nel pianeta sono 12 milioni i contadini che utilizzano già sementi OGM. Di questi 11 milioni vivono in Paesi poveri. In merito agli OGM la Santa Sede ha prodotto due studi dettagliati della Pontificia Accademia per la Vita e della Pontificia Accademia delle Scienze, che spiegano i limiti e i vantaggi delle biotecnologie. (S.G.)

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    Regno Unito: per mons. Hine il calo dei matrimoni è una sfida e un’opportunità

    ◊   I cattolici dovrebbero considerare il tasso di matrimoni in drammatico calo come un’opportunità anziché una minaccia": così il vescovo responsabile per la famiglia della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, mons. John Hine, ha commentato gli ultimi dati ufficiali dell’Ufficio nazionale di statistica sui matrimoni nel Regno Unito. Il loro numero – informa Sir Europa – nel 2007 è calato del 4% rispetto all'anno precedente raggiungendo la cifra di 236.980, il livello più basso mai registrato da quando si fanno questi rilevamenti. Inoltre più dei tre quarti delle coppie cattoliche convive prima del matrimonio e i matrimoni celebrati in chiesa sono diminuiti della metà dal 1991. "Molti dicono che il matrimonio è oggi in crisi, ma se questa crisi esiste davvero forse dovremmo considerarla un’opportunità che ci dà Dio di riscoprire l'importanza universale dell'impegno lungo una vita", ha dichiarato mons. Hine. (L.Z.)

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    Cile: i vescovi condannano l'atto vandalico contro la statua della Madonna del Carmelo a Santiago

    ◊   “Un atto deplorevole”: così il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Alejandro Goic Karmelic, ha definito l’atto vandalico, messo in atto nei giorni scorsi, contro la statua della Vergine del Carmelo venerata nella Cattedrale di Santiago. “Si tratta di un gesto – ha dichiarato mons. Goic all’agenzia Aciprensa – che ferisce la fede, l’amore e la devozione che il popolo del Cile ha tradizionalmente verso la Madre di Dio, attraverso un’immagine storica e venerata in tutto il Paese”. Di qui, l’invito del presule a “riflettere su tutti i settori del tessuto sociale per capire come sanare i problemi della società cilena”. La statua della Madonna, scolpita nel 1833, è posizionata accanto all’altare della cappella del Santissimo Sacramento, situata in una navata laterale della Cattedrale. A causa dell’atto vandalico, il manto, i paramenti e le decorazioni posti su di essa sono stati bruciati. In riparazione dell’accaduto, l’arcivescovo di Santiago, cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, ha celebrato una Santa Messa nella Cattedrale, insieme a tutti i vescovi del Paese, riuniti in occasione della 95.ma Assemblea Plenaria. Nella sua omelia, il porporato ha espresso profondo dolore per quanto successo, poiché “l’immagine della Vergine è tanto amata sia da noi che dal nostro popolo che risulta incomprensibile e estremamente doloroso ciò che è accaduto”. Infine, il cardinale Errázuriz ha messo in guardia dalla distruzione della famiglia che comporta una “mancanza di rispetto verso i valori della Patria e di speranza verso il futuro”. (I.P.)

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    Pellegrinaggio militare internazionale e Università della pace insieme a Lourdes dal 22 al 25 maggio

    ◊   Il pellegrinaggio militare internazionale compie 50 anni. La manifestazione, che riunisce a Lourdes militari da tutto il mondo, è nata dopo la II Guerra Mondiale grazie all’amicizia tra un cappellano francese e uno tedesco. Il periodo prescelto quest’anno per il viaggio nella cittadina francese è quello compreso tra il 22 il 25 maggio 2008; saranno presenti 22 mila soldati provenienti da 40 Paesi. Gli italiani saranno 6 mila. Negli stessi giorni, per la prima volta in concomitanza con il pellegrinaggio militare, si terranno anche le "Università della Pace" Lourdes, evento internazionale nato nel 2000, che ogni anno vede confluire nella località di culto mariano accademici e personalità del mondo politico, economico e diplomatico per affrontare il tema del dialogo tra i popoli. Gli eventi sono stati presentati oggi nella sede della nostra emittente alla presenza del vice sindaco di Lourdes Michel Azot, padre Jean Louis Théron, direttore del pellegrinaggio e il generale Domenico Rossi, comandante della Regione Militare Centrale. “Si tratta di un incontro – ha spiegato padre Théron – tra militari di diverse nazioni e ricercatori universitari per cercare insieme la strada della pace nel mondo”. (A cura di Virginia Volpe)

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    Francia: centenario del Frat, il tradizionale pellegrinaggio dall'Ile de France a Lourdes

    ◊   Diecimila giovani francesi partiranno oggi per Lourdes nel centenario del Frat - il tradizionale pellegrinaggio che dal 1908 coinvolge adolescenti di diverse parrocchie della regione dell’Île de France - che quest’anno si svolgerà fino al 27 aprile. “La santità, via di felicità”: questo il tema scelto per il centesimo anniversario dell’iniziativa voluta dalla “Colonia Fraterna”, associazione nata per permettere ai giovani operai parigini di recarsi a Lourdes nell’anno in cui si celebravano i 50 anni delle apparizioni della Vergine. Da allora il pellegrinaggio nella città dei Pirenei è diventato per centinaia di adolescenti un appuntamento che si è rinnovato di anno in anno con il motto di tre parole: “Pregare, Incontrarsi, Cantare”. Pilastri del Frat, considerato anzitutto un tempo di festa, sono liturgie e veglie, testimonianze, incontri e vita di gruppo. Il raduno, che è anche un tempo dedicato alla preghiera, quest’anno si inscrive nel quadro del giubileo delle apparizioni di Lourdes, con uno sguardo particolare a Maria e a Bernadette. Sulla figura di quest’ultima, vengono soprattutto invitati a soffermarsi i giovani partecipanti al Frat, sulla sua santità accessibile a tutti. “Volete farmi il piacere di venire?”: la stessa domanda posta da Maria a Bernadette sarà rivolta ai giovani che durante il pellegrinaggio rifletteranno sulla dignità umana, sulla comunione nella carità con i malati e sulla testimonianza della Parola. “Bernadette e Maria ci aspettano più che mai a Lourdes – afferma padre Thierry Faure, responsabile del Frat 2008 – e vogliono permettere a tutta la folla di pellegrini un vero e bell’incontro con Gesù”. (T.C.)

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    Convegno promosso dalla CEI a Napoli sulle responsabilità dei docenti universitari di fronte al cambiamento

    ◊   “Costruire tutti insieme un’università degna della sua tradizione e della sua alta funzione”. E’ la proposta che i docenti cattolici rivolgono a tutti i loro colleghi, al termine del VII incontro nazionale promosso dall’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università, e svoltosi a Napoli nei giorni scorsi sul tema: “Le nuove responsabilità dei docenti universitari di fronte al cambiamento”. “In spirito di autentico servizio ed amicizia - si legge nel messaggio del gruppo di coordinamento diffuso oggi dal Sir - desideriamo contribuire nell’università a mantenere desta la sensibilità per la verità”, come ha esortato a fare il Papa nell’allocuzione per l’incontro con “La Sapienza” di Roma, il 17 gennaio scorso. Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “solo il dialogo può confermare l’università come luogo di formazione armonica della persona, del cittadino e del professionista”, e può affrontare la “sfida” posta dall’attuale “cambiamento culturale e sociale del Paese”, che chiede di “proporre nuove soluzioni all’altezza dei tempi che viviamo”. In Europa, osservano i professori, “la società ha urgente bisogno del servizio alla sapienza che l’università può fornire soprattutto mediante la formazione, in un contesto comunitario, della persona responsabile del bene comune”. E concludono: “Noi crediamo che la cultura universitaria, nel momento in cui persegue un nuovo umanesimo fondato sulla dignità della persona, possa essere pienamente al servizio della pace e del progresso sociale della comunità dei popoli”. (S.G.)

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    Raccolta fondi dei giovani di Hong Kong per i coetanei del Terzo Mondo che sognano di andare alla GMG di Sydney

    ◊   Oltre 320 giovani di Hong Kong hanno partecipato alla Marcia per aiutare i loro coetanei del Terzo Mondo a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, raccogliendo 25.000 euro. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'Agenzia Fides), il Presidente della Commissione per la Pastorale Giovanile diocesana, il capo della delegazione di Hong Kong alla GMG e i direttori spirituali che accompagneranno i giovani a Sydney, hanno marciato insieme ai ragazzi. Arrivati alla Cattedrale, al termine del loro percorso, sono stati accolti dal Vescovo diocesano. Secondo alcuni ragazzi “la partecipazione alla GMG è un percorso e un pellegrinaggio della vita, ci permette di riaccendere la fiamma della fede e dell’evangelizzazione”. “Possiamo condividere la nostra esperienza con gli altri coetanei - prosegue una ragazza -. Abbiamo preparato anche dei regali tipici cinesi per i coetanei che parteciperanno”. Attualmente la delegazione di Hong Kong alla GMG sta ultimando i preparativi spirituali attraverso ritiri spirituali ed incontri di preghiera. (R.P.)

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    "Testamento di solidarietà": è la proposta dell’Associazione Amici dei Bambini per creare nuove 'case-famiglia'

    ◊   Nel mondo, i bambini fuori dalla famiglia, secondo i dati Unicef, sono circa 145 milioni. Per fronteggiare questa emergenza l’AIBI (Associazione Amici dei Bambini) propone lo strumento dei lasciti, in modo da “aprire nuove 'case-famiglia in grado di accogliere minori allontanati dai genitori”. “Fare testamento a favore di AIBI – spiega l’associazione in un comunicato reso noto dal Sir – significa dare ai bambini in difficoltà la speranza di una vita nuova”. Lasciare in eredità una casa, ad esempio, secondo l’AIBI “può essere un modo davvero speciale di offrire un luogo sicuro ai bambini soli”; se poi l’abitazione non fosse adatta a diventare una 'casa- famiglia', l’associazione si impegnerebbe, comunque, a utilizzare il ricavato della sua vendita per la realizzazione di nuove strutture. Nell’ambito della campagna, patrocinata dal Consiglio nazionale del Notariato, l’AIBI ha realizzato una Guida ai lasciti: una sorta di “vademecum” per tutti coloro che fossero interessati a conoscere le modalità per fare un testamento a favore dell’associazione. (V.V.)

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    Europa: Angela Merkel vince il Premio Carlo Magno 2008

    ◊   È la cancelliera tedesca Angela Merkel la vincitrice del premio Carlo Magno 2008. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno a personalità che hanno contribuito in modo significativo alla causa dell’unificazione continentale. Dedicato al fondatore del Sacro Romano Impero, vissuto e sepolto ad Aquisgrana, il premio è stato assegnato in passato a numerosi “europeisti” fra cui papa Giovanni Paolo II, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Jacques Delors, Simon Veil, Francois Mitterrand, Helmut Kohl. La cerimonia, che si svolgerà il primo maggio nel municipio della città tedesca, sarà preceduta il 29 aprile dall’assegnazione del premio “Carlo Magno per i giovani”. Alla sua prima edizione, il riconoscimento “finanzia progetti che promuovono una visione condivisa dell’identità e dell’integrazione europea”. Secondo una nota del Parlamento Ue, diffusa dal Sir, “i tre progetti vincitori dovranno anche rappresentare un esempio della convivenza degli europei in una sola comunità”. A consegnare i premi ai migliori progetti, scelti tra i numerosi partecipanti dai 27 Stati Ue, saranno Hans-Gert Poettering, presidente dell’Assemblea Ue e André Leysen, presidente della Fondazione internazionale Premio Carlo Magno. (S.G.)

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    Terra Santa: nuovo parco archeologico a Tiberiade

    ◊   Sarà completato entro l’estate il nuovo parco archeologico di Tiberiade che permetterà ai visitatori di scoprire la storia della città fondata nel I secolo da Erode Antipa. Il sito comprenderà un bagno pubblico romano, spesso menzionato nella letteratura rabbinica, e il muro di cinta della città bizantina. Al parco si accederà attraverso una porta d’epoca romana munita di torri, rimasta intatta nonostante i suoi duemila anni e venuta alla luce solo 20 anni fa in seguito ad una frana. La porta, sul versante meridionale del parco, condurrà al cardo romano, una delle principali strade pavimentate con colonne, capitelli e impianti per la trasformazione dei prodotti agricoli che sono venuti alla luce negli anni passati. Il bagno romano, invece, scavato a metà degli anni Cinquanta, è stato in funzione per circa 700 anni fino al periodo fatimita (X-XI sec.). Le mura della città sono riconducibili ai secoli VI e VII. Nel perimetro del sito è compresa inoltre una basilica civica bizantina di circa 1400 metri quadrati, che comprende anche resti di edifici del periodo romano probabilmente appartenenti al palazzo di Erode Antipa. Gli archeologi prevedono di estendere la superficie del parco per includere diversi luoghi storici vicini, come l’edificio di un’antica scuola attribuita a Rabbi Yochanan e un teatro romano, che potrebbe essere adatto per l’allestimento di spettacoli. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Nuovo record per il petrolio che supera i 118 dollari: l'OPEC disponibile ad aumentare la produzione

    ◊   Il petrolio continua a bruciare i suoi record. Il prezzo del greggio a New York ha superato quota 118 dollari arrivando al nuovo primato di 118,05 dollari al barile. A pesare sulle contrattazioni sono le tensioni geopolitiche in Nigeria e la debolezza della divisa statunitense. Intanto l'OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, ha annunciato la disponibilità ad aumentare la produzione di cinque milioni di barili al giorno entro il 2012.

    Primarie-Stati Uniti
    Sfida cruciale oggi in Pennsylvania dove già si vota per le primarie democratiche. In palio ci sono 158 delegati per la convention di fine agosto a Denver che designerà il candidato alla presidenza degli Stati Uniti. In testa al momento nella conta dei delegati c’è Barack Obama che viene però dato per sconfitto in questa tornata. Per Hillary Clinton si tratta di un appuntamento fondamentale se intende sperare ancora nella nomination democratica. Nello Stato americano si tengono anche le primarie repubblicane ma ormai la designazione di John McCain è sicura.
     
    Medio Oriente
    Secondo messaggio negli ultimi quattro giorni del numero due di Al Qaeda Al-Zawahiri. In un audio ha invitato alla mobilitazione in Iraq poi ha criticato Hamas per la disponibilità a trattare con Israele anche se solo dopo un referendum popolare tra i palestinesi su un eventuale accordo di pace. Sono accese le critiche del segretario di Stato americano Rice all’ex presidente Carter reduce da una missione in Medio Oriente. Il capo della diplomazia americana non ha gradito l’incontro a Damasco tra Carter e la leadership di Hamas, un colloquio sconsigliato dagli Stati Uniti che ritengono il presidente palestinese Abu Mazen l’unico interlocutore nei negoziati con Israele. Intanto sul terreno prosegue la violenza: tre palestinesi sono stati uccisi la scorsa notte in scontri con le forze armate israeliane nel nord della striscia di Gaza.

    Kuwat-Iraq
    In Kuwait ha preso il via la terza conferenza internazionale dei Paesi vicini dell’Iraq, a cui partecipa nche il segretario di Stato USA, Condoleezza Rice. I lavori sono seguiti da 23 Paesi tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del G8. Il governo di Baghdad ha chiesto ai Paesi del Golfo di annullare gli indennizzi per l’invasione del Kuwait del 1990 che ammontano a diversi milioni di dollari.

    Afghanistan
    Fiammata di violenza in Afghanistan. Due scuole miste sono state date alle fiamme da estremisti islamici nei pressi di Kabul. Inoltre i talebani hanno rivendicato il rapimento di un direttore scolastico e di due insegnanti. Nel Paese asiatico si contano altri sequestri: sono scomparsi due stranieri, forse due indiani, dipendenti di una compagnia privata americana che fornisce servizi di sicurezza. Nell’azione, è stato rapito anche l’autista del mezzo sul quale viaggiavano. I tre sono stati bloccati nella provincia occidentale di Herat, a ridosso del confine con l’Iran.

    Libano-presidenziali
    Sono state rinviate ancora le elezioni presidenziali in Libano. Per la 18esima volta in sei mesi, il Parlamento ha deciso di spostare la data che verrà definita nei prossimi tre giorni. Il presidente dell'Assemblea Nabih Berri ha infatti constatato l’assenza del quorum necessario per aprire la seduta.

    Indonesia-fiaccola olimpica-Tibet
    Prosegue il viaggio della fiaccola olimpica che oggi è a Giakarta, in Indonesia. Strette le misure di sicurezza: almeno duemila agenti vigilano all’interno dello stadio nazionale Bung Karno dove solo 5 mila persone possono assistere alla staffetta. Intanto, prima della partenza, la polizia ha disperso alcuni manifestanti che protestavano a favore del Tibet. Intanto, tra Cina e Francia è sempre più clima di tensione. In poche ore si è passati dall’apprezzamento alla protesta. Prima infatti era stata accolta con favore la lettera del presidente Sarkozy indirizzata ad un’atleta disabile cinese alla quale un attivista tibetano aveva cercato di strappare la fiaccola olimpica a Parigi; poi la stessa Cina ha definito “grossolana interferenza” nei suoi affari interni il conferimento della cittadinanza onoraria di Parigi al Dalai Lama, il leader tibetano considerato un secessionista dal governo di Pechino.

    ONU-Kosovo
    Il Kosovo è al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ieri in una sessione a porte chiuse, il presidente serbo Tadic ha rilanciato l’ipotesi di nuovi colloqui con Pristina nonostante la proclamazione unilaterale dell’indipendenza. Il numero uno di Belgrado ha auspicato “una soluzione stabile in grado di sanare la bruttissima situazione creata dalla decisione unilaterale” kosovara. Un passo che potrebbe aprire, ha detto Tadic, un pericoloso vaso di Pandora in altre parti del mondo.

    Italia-Alitalia
    Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi dedicato alla delicata vicenda di Alitalia, ulteriormente complicatasi ieri sera dopo l’annuncio di Air France-KLM di ritirare la propria offerta. Intanto il titolo della compagnia di bandiera ha avuto una mattinata nervosa in Borsa, prima un calo dell’11,29 per cento e poi la sospensione delle quotazioni. Aeroflot ha fatto sapere di attendere da Roma "proposte ufficiali", mentre anche Lufthansa al momento resta alla finestra.
     
    Bulgaria
    Rimpasto di governo in Bulgaria dopo lo scandalo che ha travolto alcuni esponenti dell’esecutivo. Sostituito il ministro dell’interno che, il 13 aprile scorso, aveva annunciato le sue dimissioni per il suo coinvolgimento in un’inchiesta per corruzione. Cambio anche al vertice della Difesa, Agricoltura e Sanità; è stato inoltre nominato un nuovo ministro senza portafoglio responsabile dei Fondi europei.

    Zimbabwe
    A margine dei lavori dell’UNCTAD, Conferenza dell’ONU sul commercio e lo sviluppo tenutasi a Accra, in Ghana, il segretario generale delle Nazioni Unite ha incontrato Morgan Tsvangirai, leader dell’opposizione dello Zimbabwe. Quest’ultimo ha chiesto un intervento del Palazzo di Vetro per porre fine alla crisi politica seguita al voto del 29 marzo scorso. Ban Ki-moon ha parlato di “una situazione umanitaria molto grave” e si è detto preoccupato. Nel Paese ancora non si conoscono i risultati delle elezioni presidenziali.
     
    Somalia
    Illesi i 12 membri della nave degli Emirati Arabi Uniti - sequestrata ieri da un gruppo di pirati al largo delle coste della Somalia- dopo la sparatoria condotta dalle truppe dell’esercito del Puntland, regione semiautonoma nel nord est del Paese africano. L'equipaggio è stato liberato: nell’attacco tre pirati sono rimasti feriti.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 112

     
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