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Sommario del 15/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI in volo alla volta di Washington, per il suo ottavo viaggio apostolico internazionale. Intervista con il cardinale di Chicago, Francis George
  • Una televisione pubblica russa trasmetterà, in occasione del compleanno del Papa, un documentario con un messaggio del Santo Padre ai cittadini russi
  • Nomina
  • I nonni, maestri di vita, una risorsa per le famiglie: lo scrivono nel messaggio finale i partecipanti alla plenaria della Famiglia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • L'Italia politica del dopo voto: commenti di padre Simone e Antonio Maria Baggio
  • I forti investimenti sulle energie rinnovabili tra le cause della crisi alimentare globale: l'opinione di Paolo Beccegato, di Caritas Italia
  • In libreria la biografia di Andrea Tornielli sul cardinale Saraiva Martins. Intervista con il porporato
  • Chiesa e Societā

  • Sono 24 i Paesi nel mondo che hanno dato corso nel 2007 ad esecuzioni capitali: lo rivela il Rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte
  • La Caritas australiana impegnata a combattere la crisi alimentare in Asia
  • In Somalia, carovita e siccità aggravano la crisi umanitaria
  • Il Calcio europeo contro la fame nel mondo: firmato un accordo fra la FAO e la Lega europea professionisti
  • Presentato oggi a Parigi il Rapporto dell’UNESCO su scienze e tecnologie a servizio dello sviluppo
  • La Cina supera gli Stati Uniti in testa ai Paesi inquinanti. Timori per l’aria malsana di Pechino in vista delle Olimpiadi: il CIO potrebbe cancellare alcune gare
  • Iraq: Pax Christi chiede verità e giustizia per la morte dell’arcivescovo di Mossul, Faraj Paulos Rahho
  • Prima tappa, ieri a Gerico, della Maratona-pellegrinaggio in Terra Santa, intitolata a Giovanni Paolo II
  • La drammatica situazione degli indigeni denunciata in un nuovo rapporto del Consiglio inidigenista missionario
  • Si è concluso a Caracas il Terzo Congresso Missionario nazionale con un appello a rafforzare lo spirito apostolico
  • Al centro dell'Assemblea plenaria dei vescovi cileni, la revisione degli Orientamenti pastorali per i prossimi cinque anni
  • Celebrata in tutta la comunità cattolica cinese la Giornata di preghiera per le Vocazioni
  • Ujjain, India centrale: attaccata da estremisti indù una scuola cattolica
  • Dal Laos, 12 ragazzi alla GMG di Sydney: un segno di vitalità delle piccole Chiese locali
  • Cooperazione sanitaria tra la Chiesa e il governo del Mali
  • Spagna: le richieste al nuovo governo Zapatero del Forum della Famiglia
  • Vasta campagna di promozione vocazionale in Gran Bretagna, rivolta ai giovani nelle scuole università e parrocchie
  • Convegno della CEI a Roma sul tema “Costruire bene per vivere meglio”, dedicato all’edilizia sacra
  • Slovenia: a Lubiana la seconda edizione della "Don Bosko Fest"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Scia di sangue in Iraq: oltre 50 morti in diversi attentati
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI in volo alla volta di Washington, per il suo ottavo viaggio apostolico internazionale. Intervista con il cardinale di Chicago, Francis George

    ◊   Benedetto XVI è in volo verso gli Stati Uniti per il suo ottavo viaggio apostolico internazionale, sul tema “Cristo la nostra speranza”. Il decollo dell’aereo papale, dall’aeroporto di Fiumicino, è avvenuto poco dopo le ore 12. Il Santo Padre è stato salutato dal premier italiano uscente, Romano Prodi. L’arrivo del Papa a Washington è previsto per le ore 16 del pomeriggio, quando a Roma saranno le 22. Non è prevista alcuna cerimonia ufficiale di benvenuto, rimandata a domani per permettere a Benedetto XVI di riposarsi dopo il viaggio. Ad attenderlo ci sarà comunque il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, e la moglie Laura. Ad accogliere il Papa, anche la presidenza della Conferenza episcopale statunitense, guidata dal cardinale Francis George e l’arcivescovo di Washington, Donald Wuerl. Il servizio di uno dei nostri inviati negli Stati Uniti, Pietro Cocco:


    Sono ormai giorni che le principali catene radiotelevisive dedicano spazi speciali alla visita del Papa negli Stati Uniti e all’ONU, così come articoli e dossier sono comparsi sulle principali testate giornalistiche. Come la rivista “Time” che gli ha dedicato l’articolo di copertina intitolato “Il Papa e l’America: un’affinità spirituale” o il “New York Times”, che ha messo in rete su internet un dossier di quaranta pagine, aggiornato quotidianamente anche con risposte alle domande dei lettori, tutto dedicato al viaggio e al Magistero del Papa. Un’attenzione evidenziata anche dalla decisione, fuori protocollo, presa dal presidente degli Stati Uniti, George Bush, di attendere insieme alla moglie l’arrivo del Papa all’aeroporto di Washington, pur essendo rimandato a domani - alla Casa Bianca - il benvenuto ufficiale a Benedetto XVI. Ma proprio tutta questa attenzione, tesa anche a mostrare la sintonia tra il Papa e gli Stati Uniti - "una nazione - come lui stesso ha detto - che apprezza il ruolo del credo religioso nel garantire un ordine democratico eticamente sano” - rivela un’ansia legata al momento storico che vive questo Paese.

     
    E’ sufficiente guardare i temi a cui si fa riferimento nelle analisi giornalistiche per capirlo: dalla guerra in Iraq, alla lotta al terrorismo, ai problemi etici della difesa della vita, alle cicatrici lasciate dalle dolorose vicende vissute dalla Chiesa americana in questi ultimi anni. Verrebbe da dire che sì, il Papa certamente ama l’America, ma l’America ha bisogno di essere amata, ed è forse qui la chiave con cui ascoltare in profondità nei prossimi giorni ciò che Benedetto XVI dirà. Il tema della visita, lo ricordiamo, sono tre semplici ma essenziali parole: “Cristo nostra speranza”. Speranza per gli uomini e le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale, che è possibile formare una famiglia di persone e di popoli che vivano in fraternità.

     
    Due le tappe del viaggio papale, Washington fino a venerdì 18 aprile, e poi New York, dove rivolgerà anche un attesissimo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma il viaggio è idealmente rivolto a tutta la nazione e la Chiesa statunitense. Le sue parole, in questi giorni, saranno rivolte soprattutto all’interno di questo grande Paese, che ha nel suo DNA il pluralismo culturale e la convivenza di popoli e razze di tutto il mondo, ma che ad esempio proprio sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione culturale fa oggi più fatica. Un aspetto che coinvolge anche in pieno la Chiesa americana, composta ormai per oltre metà dei suoi fedeli da persone di origine asiatica e ispanoamericana.

     
    Tra le preoccupazioni dei vescovi statunitensi, c’è l’individualismo sempre più esasperato, anche nei suoi aspetti economici, che si chiude alla solidarietà e alla responsabilità degli altri, proprio nel momento in cui il tema della povertà, della giustizia sociale e dell’assistenza sanitaria, tornano di attualità anche nella società americana.

     
    E l’invito alla preghiera, espresso dal Papa nel suo videomessaggio agli americani, e a fare spazio a Dio nella propria vita - perché "è Lui e la sua parola di vita che ci salva" - saranno due domande poste al centro della vita quotidiana, sociale e familiare, vissute invece sempre più all’insegna della frenesia del lavoro, di appuntamenti e impegni, che tolgono spazio all’ascolto e alla dimensione spirituale della vita. Le due grandi celebrazioni eucaristiche negli stadi di Washington e New York inviteranno a dare una risposta positiva. Così come gli altri tre principali appuntamenti della visita papale, con il mondo accademico, con i rappresentanti delle altre religioni e la comunità ebraica, e con i rappresentanti di una decina di confessioni cristiane, avranno sullo sfondo la questione della formazione delle coscienze e la costruzione di un dialogo che sia sempre più un’efficace forza di pace, di giustizia, di fraternità. (Dagli Stati Uniti, Pietro Cocco, Radio Vaticana)

    Tante dunque le aspettative per questo viaggio apostolico negli Stati Uniti. Sul grande interesse degli americani, e in particolare dei cattolici, vi offriamo la riflessione del cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago, intervistato da Philippa Hitchen del nostro programma inglese:
     
    R. – Well, there is great interest, because in the last week wherever I’ve gone ...
    Bè, c’è grande interesse: ovunque io sia andato, in mezzo alla gente, tutti hanno detto che avrebbero pregato per il Santo Padre nel corso della sua visita qui, da noi; pregheranno anche per me perché sanno che sarò con lui. L’attesa è sostenuta dai media che scrivono molto, e sono sicuro che daranno ampia copertura alla visita.

     
    D. – Sappiamo che Benedetto XVI è molto attento ai problemi e alle sfide che la Chiesa si trova ad affrontare in Europa. Quanto pensa che egli comprenda, o apprezzi, le idee e le preoccupazioni dei cattolici americani?
     
    R. – I think he appreciates it and understands it, he knows that the pattern of …
    Io credo che lui le apprezzi e le comprenda; egli sa che il modello di secolarizzazione, che pure è vero, qui, è molto diverso da quello europeo perché la storia è diversa. E lui è anche uno storico e quindi sicuramente comprende le differenze e apprezza il ruolo degli Stati Uniti nel mondo, in primo luogo in positivo – ha potuto sperimentarlo nella sua giovinezza, quando i soldati americani liberarono la sua famiglia dal regime nazista – e poi anche nell’aspetto negativo, con tutti gli errori che abbiamo fatto. Io credo che lui interpreterà tutto questo alla luce della fede apostolica, e ci aiuterà a farci considerare – lo spero, almeno! – in maniera più esauriente di quanto non avvenga ora.

     
    D. – Lei incontrerà il Papa con tutti i suoi fratelli nell’episcopato nel Santuario nazionale dell’Immacolata Concezione. Quali sono gli argomenti principali di cui spera di poter parlare con lui?

     
    R. – Well, first of all there’s his birthday and so we’ll congratulate him and ourselves …
    Prima di tutto, il 16 aprile è il suo compleanno: quindi faremo gli auguri a lui e li faremo anche a noi: ringrazieremo Iddio per la grazia di avercelo dato, perché il Papa è per noi ... Poi gli argomenti che egli affronterà saranno intanto la tradizione della fede apostolica, ovviamente, che rappresenta una sfida per ogni generazione in un mondo che cambia: come dire, nel miglior modo, alla gente chi è Gesù. Questo dovrà farlo nel contesto di una Chiesa profondamente ferita dal terribile crimine e dal peccato degli abusi sessuali perpetrati ai danni di minori da parte di alcuni sacerdoti e vescovi. Sicuramente parlerà anche di questo: immagino. Forse parlerà anche del clima generale della società nella quale noi andiamo a predicare il Vangelo: le minacce alla famiglia, il fallimento di tanti matrimoni, anche di matrimoni cattolici; la comprensione della sessualità umana: tutti questi argomenti sono correlati a quanto il Papa ha sempre detto. Ma ora lo dirà in una maniera che ci impegnerà in modo particolare, lo dirà in termini molto chiari. Egli ha questa capacità di parlare a chiunque e la sue prime due Encicliche l’hanno dimostrato, e questa caratteristica è stata accolta con una certa sorpresa, perché improvvisamente è apparso in primo piano il contesto del suo pensiero, piuttosto che le sue decisioni, come avveniva quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Penso quindi che egli cercherà di creare il contesto adatto nel quale egli ci aiuterà a considerare i nostri problemi, alcuni dei quali sono universali, altri invece peculiari di questo Paese. Alla luce della fede. Come di consueto, in occasione dei viaggi apostolici, Benedetto XVI ha inviato un telegramma a tutti i capi di Stato dei Paesi sorvolati. Al presidente italiano Giorgio Napolitano, il Papa assicura le sue preghiere per “il benessere spirituale civile e sociale del popolo italiano”. Dal canto suo, il presidente Napolitano si dice certo che il “messaggio di pace e di solidarietà fra i popoli” del Papa “verrà accolto con emozione e piena condivisione del suo alto e profondo valore”. Nel messaggio del Quirinale, il presidente della Repubblica definisce gli USA “un Paese che attribuisce un rilievo centrale ai nobili valori della democrazia e della libertà e che è chiamato a svolgere un ruolo di grande importanza nella vita internazionale”. Alla vigilia del suo 81.mo compleanno, Napolitano rivolge al Papa “i migliori auguri di benessere e serenità”. Il Pontefice assicura preghiere e auspica prosperità anche nei telegrammi indirizzati al presidente francese Nicolas Sarkozy, a quello irlandese signora Mary McAleese e all’omologo canadese, Michaëlle Jean.

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    Una televisione pubblica russa trasmetterà, in occasione del compleanno del Papa, un documentario con un messaggio del Santo Padre ai cittadini russi

    ◊   In occasione del compleanno del Papa, che ricorre domani, un canale pubblico russo trasmetterā per la prima volta un documentario su Benedetto XVI. Nel video, il Santo Padre rivolge un breve saluto al popolo russo auspicando che i vescovi cattolici e le loro comunitā su tutto il territorio della Russia “siano sempre colmi del fuoco della fede”. Il documentario, promosso e sovvenzionato dall'associazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre, sarā trasmesso da Vesti, un canale statale di notizie. Il filmato presenta momenti importanti della vita e dell'opera di Benedetto XVI, la cui biografia č ancora molto poco conosciuta tra i russi. Nel video interviene anche il fratello del Papa, monsignor Georg Ratzinger. L’introduzione - rende noto l’agenzia Zenit - č presentata dall’arciprete Igor Vyzhanov, segretario per le Relazioni intercristiane del dipartimento per i rapporti esteri del patriarcato di Mosca. Sia a Roma sia nella capitale russa c’č una chiara coscienza del fatto che “il documentario č un bel simbolo del processo di avvicinamento tra le due Chiese”, spiega l’esperto in Russia di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Peter Humeniuk, responsabile del progetto fin dall'inizio e uno dei suoi ideatori. Il filmato č stato prodotto in stretta collaborazione con il patriarcato di Mosca e soprattutto con l’arciprete Vsevolod Chaplin, vicepresidente del dipartimento per i rapporti esteri della Chiesa Russo-Ortodossa, che ha supervisionato il progetto, e il nunzio apostolico a Mosca, l'arcivescovo Antonio Mennini. La realizzazione č stata affidata alla produzione cristiana interconfessionale Blagovest Media di San Pietroburgo sotto la direzione di Nikolaj Goryachkin e in cooperazione con CRTN (Rete Cattolica di Radio e Televisione), con sede in Germania. “Nei miei viaggi in Russia – spiega infine Peter Humeniuk - ho notato in molte persone il desiderio di ricevere informazioni obiettive sul Papa e la Chiesa cattolica. Il documentario su Benedetto XVI servirā anche per soddisfare questa domanda”.

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    Nomina

    ◊   In Ecuador, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale del vicariato apostolico di Méndez, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Pietro Gabrielli, dei Salesiani di Don Bosco. Al suo posto, il Papa ha nominato padre Néstor Montesdeoca Becerra, dello stesso Istituto, direttore della Comunità Salesiana Don Bosco in Quito-La Tola. Il neo vicario apostolico, 51 anni, ha frequentato i corsi istituzionali di Filosofia presso l’Istituto Superiore Salesiano, conseguendovi la Licenza in Scienze dell’Educazione, con specializzazione in Psicopedagogia. Ha poi ottenuto la licenza in Teologia a Roma, alla Pontificia Università Salesiana, dove ha inoltre frequentato i corsi per il Dottorato in Scienze Teologiche e Sacra Scrittura. Attualmente, sta preparando la tesi dottorale. Ordinato sacerdote, ha ricoperto - tra gli altri - gli incarichi di docente, parroco, formatore e vicario del Post-noviziato salesiano, nonché di direttore della Comunità salesiana El Girón.

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    I nonni, maestri di vita, una risorsa per le famiglie: lo scrivono nel messaggio finale i partecipanti alla plenaria della Famiglia

    ◊   “I nonni sono una gioia e una ricchezza umana, sociale, culturale e religiosa della famiglia, della società e della Chiesa”. Comincia così il messaggio finale della 18.ma plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, svoltasi in Vaticano dal 3 al 5 aprile. “Sentiamo il bisogno - si legge nel testo - di riproporre con forza la vocazione e la missione che i nonni continuano ad avere nella nostra società post-moderna, la quale tende piuttosto ad isolarli che a considerarli protagonisti” nell’attuale e “composito” contesto sociofamiliare.

    Eppure, prosegue il messaggio, la testimonianza dei nonni, “la loro generosità, il loro servizio, la loro capacità di trasmettere valori, di insegnare a pregare, di collaborare alla formazione dei loro nipoti e di donarsi, sono un dono incalcolabile. Essi restano sempre maestri di vita, di dedizione”. La loro presenza nelle famiglie, dunque, non può essere “un peso, ma una risorsa” e, si legge ancora, un “costante punto di riferimento, soprattutto nei momenti di difficoltà della famiglia”. I partecipanti alla plenaria concludono il Messaggio ribadendo il “no” ad “ogni esclusione e ad ogni incomprensione nei loro riguardi” e riaffermando che i nonni sono una “fonte di speranza” e “un dono, che unisce passato e presente, proiettato sul futuro".

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’Osservatore Romano rivolge a Benedetto XVI, per il suo compleanno, gli auguri più affettuosi con l’antica espressione latina: ad multos annos, sancte pater. Come omaggio, in cultura, viene pubblicato uno stralcio di una delle meditazioni di Joseph Ratzinger contenute nel volume “Il sabato della storia”, scritto insieme al pittore americano William Congdon nel 1998. Dell’artista ricorre il decimo anniversaro della morte: la sua opera viene ricordata, in un articolo, da Michael John Zielinski, vice presidente della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa.

    Interviste di Nicola Gori all’arcivescovo di Washington sulla visita del Papa negli Stati Uniti, e al giornalista Massimo Franco sull’evoluzione dei rapporti fra Santa Sede e USA.

    Nell’informazione internazionale, un’analisi a firma di Steve Kibble della critica situazione nello Zimbabwe.

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    Oggi in Primo Piano



    L'Italia politica del dopo voto: commenti di padre Simone e Antonio Maria Baggio

    ◊   Cento seggi in più alla Camera, 38 in più al Senato. In questi numeri si riassume la netta vittoria del Popolo delle Libertà (PDL) di Silvio Berlusconi, che torna dunque al governo, sul Partito democratico (PD) di Walter Veltroni. A Berlusconi sono arrivate questa mattina le congratulazioni del capo dello Stato. Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio, si avranno anche i risultati delle amministrative. Buona l’affluenza alle urne: ha votato l’80,5% degli aventi diritto, il 3% in meno rispetto alle elezioni di due anni fa. Il punto nel servizio di Giampiero Guadagni:


    Quasi dieci punti di vantaggio sia alla Camera sia al Senato. E’ stata una vittoria anche al di là delle previsioni quella del Popolo della libertà, che riporta Berlusconi a Palazzo Chigi dopo soli due anni di opposizione. Un risultato ottenuto anche grazie al successo della Lega, che fa il pieno di voti al Nord. Sull’altro fronte, il Partito democratico di Veltroni non è riuscito a conquistare i voti dei moderati, ma solo quelli della Sinistra arcobaleno, che addirittura resta fuori dal parlamento. E questo è certamente uno degli esiti più clamorosi del voto politico. Così come restano fuori i Socialisti per la prima volta nella storia repubblicana.

     
    Le elezioni disegnano dunque un parlamento fortemente bipolare. Dominato da PDL e PD, e che vedrà per il resto solo la presenza nella maggioranza di Lega e Movimento per le autonomie. E nell’opposizione di Italia dei valori, apparentata col PD e che registra una forte crescita; e dell’UDC, che ha corso da sola dopo lo strappo con il centrodestra superando il 5% e conquistando al Senato tre seggi in Sicilia. Intanto, proprio in questi minuti inizia anche lo scrutinio per le amministrative: nove milioni di italiani hanno votato per eleggere otto consigli provinciali e oltre 400 sindaci. Particolare attenzione alla sfida di Roma tra Rutelli e Alemanno. Si è votato anche per rinnovare due regioni a statuto speciale: Friuli Venezia Giulia e Sicilia, dove il risultato è già noto con la netta affermazione di Raffaele Lombardo, del movimento per le autonomie, sostenuto da PDL e UDC.

     
    E adesso si comincia a guardare all’immediato futuro. Ieri sera Veltroni ha telefonato a Berlusconi per riconoscere la sconfitta e confermare la disponibilità al dialogo sulle riforme istituzionali. Il confronto è auspicato dallo stesso Berlusconi, deciso però ad attribuire al Pdl le presidenze di entrambi i rami del Parlamento. Il futuro premier conferma che il primo consiglio dei ministri sarà a Napoli, e che intende risolvere in poco tempo l’emergenza rifiuti. Tra i primi provvedimenti annunciati, l’abolizione dell’ICI e il bonus di mille euro per i nuovi nati. Tra le priorità, naturalmente, anche il federalismo fiscale, cavallo di battaglia della Lega.

    Il successo del Popolo della Libertà apre nuovi scenari nella storia della Repubblica italiana. Se non ci saranno sorprese dalle circoscrizioni estere, per la prima volta il parlamento rimarrà senza esponenti socialisti e comunisti, e senza la Destra né il partito liberale, tutti al di sotto degli sbarramenti percentuali fissati per la Camera e per il Senato. Restano solo 9 partiti: una semplificazione che segna una svolta storica e lascia fuori le ideologie, per far posto a risposte a problemi concreti? Al microfono di Gabriella Ceraso il parere di Antonio Maria Baggio, docente di etica politica all'Università Gregoriana:


    R. – Il salto c’è stato ed è importante, perchè i due partiti maggiori hanno il 70 per cento dei consensi e, quindi, da questo processo - iniziato dalla crisi dei grandi partiti di massa ideologici, dove esisteva già un bipolarismo interpretato dalla Democrazia cristiana e dal Partito comunista- si è creato un bipolarismo non più da post-guerra, dove il grande problema dei partiti di massa era portare la democrazia , ma si tratta di interpretare una democrazia matura. Il problema si pose già ai tempi di Moro, ma non ci fu la possibilità di andare avanti. Io direi che, come quadro d’insieme, l’Italia ha superato una frammentazione, nonostante una legge che non fosse fatta per aiutare questo salto. Le ideologie vanno superate nella direzione di un pensiero politico affidabile e solido, perchè non esiste solo la pratica. Su questo c’è molto da fare.

     
    D. - Soffermiamoci sul crollo della sinistra. I motivi: una campagna elettorale sbagliata del Partito democratico, che ha risucchiato i voti, o la sinistra non ha saputo rispondere alle esigenze del popolo e dunque, come dice Bertinotti, "ci vuole una nuova fase costituente"?

     
    R. - In un’analisi di ciò che la sinistra ha interpretato sotto il governo Prodi, noi vediamo due aspetti. Primo, un’azione continua che metteva in difficoltà il governo stesso, avvertita come un vero fastidio dalla maggior parte della popolazione, perchè gli argomenti che venivano presentati non era generalmente condivisi. L’altro aspetto, è che la sinistra si candida a rappresentare interessi di tipo minoritario. Adesso, sono interessi importanti, ma il modo in cui la sinistra interpreta questi interessi è reazionario. Bisognerebbe creare un diverso quadro di futuro e di sviluppo per difendere bene questi interessi.

     
    D. - Il ruolo del Centro a questo punto quale sarà? Avrà modo di far sentire la propria voce?

     
    R. - Ci sono due scelte: una è quella di rimanere nella propria autonomia, facendo pesare di volta in volta i propri numeri, che non sono grandissimi, ma possono in certe situazioni diventare importanti. Questo lascia la libertà al Centro però può anche fargli correre il rischio di un opportunismo, di un vendere la pelle giorno per giorno. Forse sarebbe preferibile una discussione con uno dei due schieramenti e pattuire un programma comune. Dare quindi un contributo stabile e solido che favorisca la sicurezza, piuttosto che inseguire la propria importanza di occasione in occasione.

     
    D. - Il successo della Lega. Appurato che non è stato un voto di protesta, può in certo qual modo far temere non solo per le idee di un federalismo che penalizzi il sud, ma anche per una sorta di intolleranza? Ci sono ragioni di temere che sarà questa la linea portante?

     
    R. - Gli aspetti di estremismo della Lega non dovrebbero essere perdonati, ma non rappresentano il comune sentire - io credo - di tutti gli elettori. La società del nord, che conosco bene, è una società ricca di valori e, quindi, accanto ad un sindaco che rende la vita difficile agli immigrati, ci sono poi mille associazioni che rendono possibile il loro inserimento. Credo che questi due aspetti debbano ora trovare un equilibrio ed io spero che anche la Lega impari a dialogare non con l’elemento più truculento, ma con quello più innovativo della società che l’ha votata.

     
    D. - C’è un’altra "linea dura", però, professor Baggio che è andata avanti: quella dell’Italia dei Valori (IDV). E’ una linea dura di necessità, di regole e di chiarezza: anche questa è stata premiata...

     
    R. - Sì, perchè senza entrare nel merito delle singole posizioni prese da Antonio Di Pietro, certamente intorno alla sua figura si è consolidata una idea di legalità e questo non solo in positivo, ma a volte anche in negativo.Ci sono anche qui dunque due volti. Il lavoro politico per sua natura dovrebbe riuscire a trasformare anche le espressioni più aggressive e più negative in qualcosa che compone un pogretto politico. A volte, però, i partiti sono essi stessi fattori di estremizzazione per attirare il consenso. Dovrebbe essere invece proprio questa l’occasione - dato che è chiaro chi governa e chi sta all’opposizione - per maturare da parte di ciascuno le cose migliori. Teniamo poi conto, in particolare, che il fatto che l’estrema sinistra non abbia una rappresentanza in parlamento pone dei problemi, perchè la parte di società che in essa si riconosce deve trovare espressione. E’ un bene che anche un certo giustizialismo trovi espressione in Di Pietro, ma anche una certa resistenza sociale radicale dovrebbe trovare la maniera di venire rappresentata ed anche indirizzata e corretta.

    E ora vi proponiamo una "lettura" di quanto emerso dalle urne ieri in Italia da parte di padre Michele Simone, vicedirettore della rivista dei Gesuiti "Civiltà cattolica" e notista politico. L'intervista è di Giada Aquilino:


    R. - Con il bisogno di governabilità che emergeva già da tempo nel Paese, il segnale che gli elettori hanno dato sembra molto chiaro in questo senso. Si voleva cambiare pagina rispetto al governo presieduto da Prodi, che era fermato dall’estrema sinistra.

     
    D. - Il PD di Veltroni, uscito sconfitto dalle urne, si propone come forza riformista. Che margini di spazio avrà?

     
    R. - Al parlamento sarà opposizione. La scelta di Veltroni è, però, una scelta che guarda al futuro ed è tra l’altro una scelta confermata dai risultati della sinistra radicale. Direi che l’esperimento, il partito riformista scelto da Veltroni, esce confermato dalle elezioni.

     
    D. - Due caratteri di questo voto sono stati l’affermazione della Lega e l’esclusione da Camera e Senato della Sinistra Arcobaleno. Cosa ha portato a tale risultato?

     
    R. - Quello della Lega è certamente il voto degli scontenti. Per quel che riguarda, invece, il risultato della sinistra radicale è certamente inaspettato non nella diminuzione, ma nella quantità di diminuzione dei consensi. Sorprende molto perchè, in genere, i partiti dell’estrema sinistra hanno un diretto collegamento con il proprio elettorato. E’ segno che i dirigenti di questi partiti avevano perso il contatto con la base.

     
    D. - Dal voto 2008 è uscita un’Italia bipartitica. Come si traduce questo dato in governabilità?

     
    R. - Con una maggioranza chiara ed un’opposizione chiara. Anzi come molti osservatori hanno già detto questo è proprio un cambio di prospettiva, perchè per la prima volta c’è un vero bipolarismo.

     
    D. - Per i cattolici, questo voto del 2008 cosa ha segnato?

     
    R. - I cattolici, come nello scorso parlamento, sono presenti trasversalmente in molti partiti. Si tratterà ora di valutare quanto l'impossibilità di scegliere i candidati all’interno di una lista - che ha penalizzato l’elettorato cattolico - inciderà sulla loro presenza effettiva all’interno del parlamento.

     
    D. - Dunque, la loro missione quale sarà?

     
    R. - Quella per cui su alcuni temi dovrà ricostruirsi una maggioranza trasversale.

     
    D. - Primo obiettivo?

     
    R. - Primo obiettivo la famiglia, sempre. La famiglia incide anche sul problema fiscale.

     
    D. - Guardando ai prossimi giorni, guardando all’Italia, quale sarà il primo compito del nuovo governo?

     
    R. - Certamente quello di affrontare la situazione economica, che a livello mondiale è difficile. Dato il grande debito che esiste, in Italia la questione è appesantita da questa ulteriore difficoltà. Questo sarà senz’altro il primo impegno del nuovo governo.

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    I forti investimenti sulle energie rinnovabili tra le cause della crisi alimentare globale: l'opinione di Paolo Beccegato, di Caritas Italia

    ◊   La crisi alimentare degli Stati più poveri si sta trasformando in una vera emergenza umanitaria globale. Milioni di persone - fa notare la Banca Mondiale - rischiano di morire di fame. In diversi Paesi, dove convivono povertà e aumento dei prezzi dei generi alimentari, continua a destare preoccupazione la pericolosa miscela di proteste e disperazione. Placare la fame delle popolazioni più povere, oltre a dover essere un impegno etico, è anche uno sforzo necessario per salvaguardare la stabilità del pianeta. E’ quanto sostiene, al microfono di Amedeo Lomonaco, il responsabile dell’area internazionale di Caritas italiana, Paolo Beccegato:


    R. - Il polso che cogliamo dalle Chiese locali, dalle Caritas del posto e dai missionari, è proprio quello di un fenomeno non passeggero, non limitato in alcune zone, ma purtroppo permanente da ormai parecchi mesi. E' un fenomeno che rischia di protrarsi nel tempo e su vasta scala. L’impressione è che sia legato a più cause ed una di queste è la scelta politica di investire molto sulle energie rinnovabili, sui cosiddetti biocombustibili. Tale scelta, nel breve periodo, comporta però una riduzione soprattutto delle scorte e, conseguentemente, un aumento dei prezzi. Questo, evidentemente, per le persone più povere costituisce un problema molto grande.

     
    D. - Alla luce di un simile scenario, quali sono le azioni da adottare subito per interrompere questa catena dei rincari?

     
    R. - L’indicazione è quella di lavorare sulla situazione contingente e quindi sull’emergenza, ma guardando anche alla prospettiva. Riguardo all’emergenza, i segnali che arrivano sono quelli delle persone che in questo momento dipendono dagli aiuti alimentari, penso ai profughi e alle persone più povere. E’ necessario, quindi, intervenire con urgenza in queste situazioni-limite. Nel medio e lungo periodo poi, è necessario invertire la rotta: anzitutto, aumentare la produzione, in modo tale che l’affievolirsi delle scorte non diventi un vero e proprio dramma. Ad oggi, la situazione è ancora sotto controllo, perchè le scorte sono state messe a disposizione. Ma il giorno in cui non ci saranno più, il problema diventerebbe evidentemente drammatico. Quindi, si deve aumentare la produzione soprattutto in quelle zone dove è stata eccessiva la destinazione a biocarburanti delle colture. In secondo luogo, è necessario l’aumento in quantità e qualità degli aiuti allo sviluppo. Si deve compensare questo trend, che di per sé - ripeto - non è negativo in termini di investimento sul futuro energetico ed anche ambientale. Ma non deve essere un investimento miope e quindi non si possono non considerare le conseguenze per i più poveri anche nel breve termine.

     
    D. - Anche perchè il rischio è quello di annullare i risultati finora conseguiti nella lotta contro la fame nel mondo?

     
    R. - Se questi fenomeni non saranno compensati da misure significative rischiano di non essere temporanei, di non essere passeggeri, ma di invertire purtroppo questo trend. Bisogna stare, quindi, molto attenti in questa fase: se il trend non è compensato, rischia di mettere completamente la parola "fine" ai successi che si stavano conseguendo.

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    In libreria la biografia di Andrea Tornielli sul cardinale Saraiva Martins. Intervista con il porporato

    ◊   E’ stato recentemente pubblicato dall’Editrice Rogate il volume “Quando la Chiesa sorride”, scritto dal vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli. Il libro ripercorre le tappe della vita del cardinale José Saraiva Martins, da dieci anni prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il libro sarà presentato oggi pomeriggio, alle 17, presso la Pontificia Università Urbaniana dal rettore, mons. Abrogio Spreafico, dal professore Andrea Riccardi e da mons. Guido Mazzotta. Padre Vito Magno ne ha parlato con lo stesso cardinale Saraiva Martins:


    R. - Mi ha fatto un certa impressione, e sono grato ad Andrea Tornielli che ha voluto scrivere la biografia di un sacerdote che non ha niente di speciale. Personalmente, ho seguito sempre il principio di lavorare per la Chiesa, senza nulla chiedere e senza nulla rifiutare.

     
    D. - E il sorriso di cui si parla nel titolo del libro?

     
    R. - Per natura, ho sempre affrontato la vita con ottimismo cristiano e questo perché credo fortemente nella gioia pasquale.

     
    D. - Quale è stato il giorno più lieto della sua vita?

     
    R. - Quello della mia ordinazione sacerdotale.

     
    D. - Quando ha invece sentito la vocazione?

     
    R. - Da bambino, nel seno della famiglia, una famiglia di contadini con una profonda fede cristiana. Devo dire che non è stato molto facile, perchè il mio papà non era molto d’accordo. Mia mamma lo ha convinto a lasciarmi andare in seminario.

     
    D. - Il suo sacerdozio è stato accompagnato poi da segni particolari. Che dire di quando scampò ad un incidente aereo?

     
    R. - Per me, è stato motivo di profonda riflessione. Quando ero rettore della Pontificia Università Urbaniana, ero andato in Giappone. Mi sono fermato ad Hong Kong dove ho visitato il seminario. Dopo la visita, sono andato a prendere l’aereo per rientrare a Roma: ma lì mi è venuta l’idea di non prendere quell’aereo, ma di prendere quello del giorno seguente e sono quindi tornato in seminario. Arrivato poi a casa a Roma, i miei colleghi mi hanno guardato come se fossi un fantasma, perchè l’aereo che avevo deciso di non prendere era caduto a Kuala Lumpur ed i passeggeri erano tutti morti.

     
    D. - Ed ora com’è la vita da cardinale?

     
    R. - E’ la vita di una persona impegnata ad un certo livello, perchè il Santo Padre ha voluto così. Essere prefetto di un dicastero comporta una grandissima attività, perchè abbiamo più di 2.200 cause che sono in attesa di essere esaminate. Io mi rendo pienamente conto come prefetto, insieme ai miei collaboratori, che il nostro compito è estremamente importante per la Chiesa, in quanto una canonizzazione coinvolge il magistero infallibile del Papa.

     
    D. - Eminenza, tanti Beati e Santi li ha personalmente conosciuti. Le riesce difficile entrare nel ruolo di prefetto davanti ad una persona che pochi anni prima era un amico?

     
    R. - No, non ho alcuna difficoltà. E questo perchè distinguo bene gli aspetti personali dagli aspetti ecclesiali. Alla Chiesa interessa soltanto la verità: interessa sapere se quella persona era veramente santa o meno.

     
    D. - Il suo ruolo è quello dell’arbitro, che fa molto bene anche a motivo della sua sportività, di cui si parla nel libro…

     
    R. - A me è sempre piaciuto molto lo sport e in particolare il calcio, fin da bambino, e non giocavo tanto male. Mi piaceva anche l’hockey sui pattini.

     
    D. - Nessuno meglio di lei può dire, seguendo il calcio ci si fa santi?

     
    R. - Tutti i mezzi sono buoni per raggiungere la santità e quindi anche nello sport e in qualsiasi altro campo dell’attività umana. E questo perchè i valori umani, se sono veramente valori, sono già autenticamente cristiani.

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    Chiesa e Societā



    Sono 24 i Paesi nel mondo che hanno dato corso nel 2007 ad esecuzioni capitali: lo rivela il Rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte

    ◊   Oltre 1.250 le pene di morte eseguite nel 2007, secondo il Rapporto annuale di Amnesty International sulle esecuzioni capitali nel mondo. Il primato spetta alla Cina con una media di 22 esecuzioni quotidiane per un totale di 470 persone che hanno perso la vita l’anno scorso. Ma secondo Amnesty, il numero si aggirerebbe intorno alle 8 mila unità, la maggior parte delle quali tenute nascoste dal regime di Pechino, come ha rivelato Kate Allen, direttrice dell’Organizzazione per i diritti umani in Gran Bretagna, che ha chiesto ai partecipanti ai prossimi Giochi olimpici di far pressione sul Paese affinché riduca il numero dei reati per cui è prevista tale pratica. Nell’anno della moratoria dell’ONU sulla pena di morte, Amnesty rivela che le condanne sono aumentate e che l’88% di esse avviene in Cina, in Arabia Saudita, in Iran, Pakistan e negli Stati Uniti. L’esecuzione capitale è stata praticata in 24 Paesi mentre in 51 Nazioni sono state emesse 3.347 sentenze e 27.500 sono le persone nel braccio della morte. Il Paese con più condanne pro-capite è l’Arabia Saudita dove è stato giustiziato anche un minorenne ed un uomo accusato di stregoneria, mentre in Corea del Nord un uomo ha perso la vita per aver favorito i propri familiari all’interno della propria azienda. Nonostante il quadro generale indichi un aumento delle pene capitali e soprattutto dei reati per i quali essa è prevista, Amnesty International sostiene che la Risoluzione approvata nel dicembre 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite sia un dato positivo e possa portare all’abolizione definitiva della pena di morte. (Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Syed)

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    La Caritas australiana impegnata a combattere la crisi alimentare in Asia

    ◊   Gli appelli delle istituzioni internazionali per contrastare la risi alimentari che ha colpito duramente molti paesi asiatici - con l’impennata dei prezzi di genere di sussistenza come riso e cerali, hanno trovato una pronta risposta nella Caritas Australia, che ha annunciato di impegnarsi soprattutto per i paesi dell’area del Sudest asiatico. Il responsabile della Caritas, Jack de Groot, ha sottolineato come la malnutrizione continui a colpire i Paesi in via di sviluppo e come le ultime tendenze dell’economia e dell’inflazione stiano aggravando la situazione. “Attualmente c’è un numero di persone malnutrite al mondo che è 40 volte la popolazione australiana. E se i governi, le istituzioni internazionali, le Ong, la società civile non faranno la loro parte, la situazione della sicurezza alimentare potrebbe ulteriormente peggiorare”. De Groot ha ricordato all'Agenzia Fides anche il fattore dei cambianti climatici e ha deplorato il fatto che la presente crisi alimentare sia in parte dovuta alla destinazione dei cereali alla creazione di bio-carburanti. “E’ immorale utilizzare i cereali per fare combustibili mentre la gente muore di fame”, ha detto, ricordando le cifre diffuse dalla Banca Mondiale, che ha parlato di 100 milioni di nuovi poveri potenziali. La Caritas Australia ha già impegnato risorse per aiutare la popolazione di Timor Est, delle Filippine ma anche di Haiti e Malawi, cercando di scongiurare rivolte e disordini della popolazione affamata. La sicurezza alimentare del pianeta dev’essere una priorità, sottolinea la Caritas, concordando con l’appello delle maggiori istituzioni internazionali e invitando il governo australiano a porla come punto fondamentale della propria agenda. (R.P.)

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    In Somalia, carovita e siccità aggravano la crisi umanitaria

    ◊   In Somalia il carovita e, in particolare, l’aumento dei prezzi dei beni alimentari di base stanno aggravando la crisi umanitaria ad un ritmo più veloce di quanto previsto: lo sostiene l’ufficio per il coordinamento degli Affari umanitari delle Nazioni Unite per la Somalia. Oltre a questi preoccupanti fattori, anche l’insicurezza e la siccità continuano a rendere drammatica la situazione nel Paese africano. In questo scenario si stima poi che, nelle ultime settimane, sia passato da 315 mila ad oltre 425 mila il numero di somali in “uno stato di emergenza umanitaria”. Secondo l’ONU – ricorda poi l’agenzia missionaria Misna - sono quasi 2 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza nel Paese. Tra le priorità indicate da esperti ed osservatori, c’è quella di arrestare l’aumento dei prezzi dei generi alimentari di base: il prezzo del mais è aumentato del 300% e quello del riso di oltre il 150%. (A.L.)

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    Il Calcio europeo contro la fame nel mondo: firmato un accordo fra la FAO e la Lega europea professionisti

    ◊   La FAO e l’Associazione delle leghe professionistiche di calcio europee (EPFL) hanno firmato ieri a Lisbona un accordo volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sicurezza alimentare e della lotta contro la fame nel mondo.  Il ‘potere’ del Calcio strumento chiave per raggiungere il primo obiettivo di sviluppo del Millennio: dimezzare il numero degli affamati nel mondo entro il 2015. In base all’intesa l’Associazione EPFL, che raccoglie 27 Leghe per un totale di oltre 900 Club calcistici, promuoverà insieme alla FAO una serie di iniziative nell’ambito della Giornata mondiale dell’alimentazione e della campagna TeleFood. Iniziative che avranno lo scopo di focalizzare l’attenzione del pubblico sul dramma degli oltre 850 milioni di persone che ancora oggi mancano del cibo necessario e di raccogliere fondi per sostenere i micro-progetti della FAO che mirano ad aiutare le famiglie e le comunità povere a produrre cibo per il proprio fabbisogno. Tra gli oltre 2.500 micro progetti realizzati sinora in più di 130 paesi, spiccano in particolare gli orti scolastici dove gli studenti imparano a coltivare e ad allevare il bestiame e grazie ai quali possono poi beneficiare di pasti scolastici preparati con il cibo che producono. (R.G.)

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    Presentato oggi a Parigi il Rapporto dell’UNESCO su scienze e tecnologie a servizio dello sviluppo

    ◊   Biocarbiuranti, OGM, cambiamenti climatici: l’agricoltura moderna non può restare ancorata alle tradizioni senza prendere in conto le sfide dell’attualità. Le regole vanno cambiate e subito, pena un aumento sconsiderato dei prezzi ed un intollerabile costo sociale e ambientale. Sono queste le considerazioni contenute nel Rapporto sulla valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo, reso pubblico oggi all’UNESCO. Frutto di tre anni di lavoro, il Rapporto è stato realizzato con il contributo di circa 400 esperti, di Governi di Paesi industrializzati e in via di sviluppo, di rappresentanti della società civile e del settore privato. Lo “status quo” non è un’opzione, è stato sottolineato chiaramente a Parigi nel corso della presentazione. Se le scienze agricole hanno consentito di migliorare in modo considerevole la produttività negli ultimi 50 anni, i benefici sono stati condivisi in modo estremamente disuguale. Gli autori del Rapporto insistono sulla necessità che le scienze agricole prendano in conto la protezione delle risorse naturali e delle cosiddette pratiche agro-ecologiche. Tra le misure auspicate, l’utilizzo di concimi naturali, l’intensificazione dei processi naturali ed una maggiore prossimità tra la produzione delle materie agricole ed i consumatori a cui sono destinate. (Da Parigi, per la Radio Vaticana: Francesca Pierantozzi)

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    La Cina supera gli Stati Uniti in testa ai Paesi inquinanti. Timori per l’aria malsana di Pechino in vista delle Olimpiadi: il CIO potrebbe cancellare alcune gare

    ◊   La Cina avrebbe già superato gli Stati Uniti in testa alla classifica dei Paesi inquinatori del Pianeta. Lo afferma uno studio americano che sarà pubblicato sul prossimo numero del “Journal of Environment Economics and Management”, anticipato dal sito internet della “BCC”. La ricerca, svolta dai ricercatori dell'Università della California, ha preso in esame ed elaborato i dati di 30 regioni cinesi. I numeri elaborati nell’indagine sono stati forniti dall'Agenzia per la protezione ambientale cinese e dallo studio emerge che probabilmente il sorpasso è già avvenuto nel 2006. Secondo i calcoli gli americani restano i principali singoli inquinatori, con un tasso di emissioni pro-capite che rimane fra cinque e sei volte quello dei cinesi, ma Pechino sconta l'impetuosa crescita economica, oltre alla maggiore popolazione. ''I nostri dati per le future emissioni sono 'scioccanti’ - ha spiegato Max Aufhammer, che ha condotto lo studio - ma non ha senso puntare il dito contro la Cina: il Paese sta cercando di tirare fuori la popolazione dalla povertà e va aiutato, ad esempio con un massiccio trasferimento di tecnologia 'verde'''. Da registrare che tutti i Paesi in via di sviluppo chiedono di essere esentati dai limiti di inquinamento chiesti alle Nazioni industrializzate e di essere aiutati ad utilizzare energie pulite. Intanto la capitale Pechino, sotto i riflettori internazionali per le Olimpiadi, riscontra livelli di inquinamento ancora troppo alti in vista dell’imminente avvio dei Giochi. Per questo ieri Du Shaozhong, vicedirettore dell’Ufficio municipale per la Protezione ambientale, ha annunciato la chiusura, dal 20 luglio al 20 settembre - 3 giorni dopo la fine delle Paralimpiadi, i Giochi per disabili - di una ventina di grandi impianti e cantieri nell’area cittadina, come pure di molti altri nelle circostanti province di Hebei, Shanxi, Shandong, Mongolia interna e nella città di Tianjin. Anche gli impianti alimentati a carbone dovranno “ridurre le emissioni di almeno il 30% ed uniformarsi ai livelli nazionali”, pena l’immediata chiusura. Sono previsti poi divieti - non ancora indicati nel dettaglio - per i 3 milioni di autoveicoli privati. Il responsabile ambientale di Pechino, Du, prevede infine che, “in caso di condizioni meteorologiche particolarmente negative” - caldo afoso e umidità - sarà ordinata la chiusura di molti altri impianti. Da parte sua il Comitato Olimpico Internazionale ripete che cancellerà alcune gare di resistenza se ad agosto la situazione sarà quella attuale. (R.G.)

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    Iraq: Pax Christi chiede verità e giustizia per la morte dell’arcivescovo di Mossul, Faraj Paulos Rahho

    ◊   Verità sulla morte di mons. Paulos Faraj Rahho. È quanto chiesto a gran voce da don Renato Sacco di Pax Christi Italia, che denuncia al SIR il silenzio sulle indagini relative all’assassinio dell’arcivescovo caldeo di Mossul. “Non ci sono notizie sui colpevoli - ha affermato - non si sa se hanno arrestato qualcuno”. Il corpo dell’arcivescovo di Mossul è stato ritrovato più di un mese fa, il 13 marzo scorso, dopo il sanguinoso sequestro del 29 febbraio, durante il quale avevano perso la vita due guardie di sicurezza e l’autista del presule. Don Renato Sacco, che recentemente si è recato in Iraq con una delegazione italo-francese di Pax Christi, ha denunciato anche il silenzio intorno alla situazione umanitaria: “Ci sono oltre 4 milioni e mezzo di profughi, un terzo della popolazione, rischia la vita per la mancanza di acqua, medicinali e cibo”. Anche il ministro dell’Interno tedesco Wolfgang Schaeuble è preoccupato per la sorte dei rifugiati iracheni ed ha annunciato che nel corso del prossimo Consiglio dei ministri dell’Unione Europea chiederà ai colleghi di offrire asilo ai profughi e in particolare ai cristiani. (V.V.)

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    Prima tappa, ieri a Gerico, della Maratona-pellegrinaggio in Terra Santa, intitolata a Giovanni Paolo II

    ◊   E' iniziata ieri, con la prima tappa a Gerico la Maratona-pellegrinaggio intitolata a Giovanni Paolo II, che - oltre alle numerose tappe nei luoghi santi di Galilea e Giudea - culminerà venerdì 18 nella maratona della pace Betlemme-Gerusalemme. La manifestazione sportiva, giunta quest'anno alla V edizione, consiste in una corsa non competitiva di 10 km a cui partecipano sportivi italiani, israeliani e palestinesi, che è promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi, insieme al Pontificio Consiglio per i Laici e al Centro Sportivo Italiano. Circa 170 i partecipanti alla Maratona-pellegrinaggio che oggi, dopo la sosta al fiume Giordano per il rinnovo delle promesse battesimali, sta proseguendo in Galilea con alcune tappe presso il lago di Tiberiade. Oltre alla maratona Betlemme-Gerusalemme di venerdì prossimo, questa edizione del pellegrinaggio è caratterizzata da due ulteriori eventi sportivi che si svolgeranno domani: la maratona Arad-Massada (corsa competitiva di 25 km nel deserto organizzata dal CSI Modena) e in serata il torneo triangolare di calcio a cinque “Calcio per la pace”, in cui si affronteranno una rappresentativa della “Clericus Cup”, una dell’“Agorà del Mediterraneo” (composta di ragazzi che hanno partecipato all’Agorà di Loreto con il Papa) e della “Peace Team” (squadra formata da calciatori israeliani e palestinesi). La maratona per la pace Betlemme-Gerusalemme vedrà quest’anno anche la partecipazione del cardinale Camillo Ruini, che si trova in Terra Santa con un pellegrinaggio diocesano di circa 350 persone, e che domani pomeriggio celebrerà la Messa nella basilica di Nazareth alla presenza dei 500 partecipanti ai due concomitanti pellegrinaggi. (Da Gerusalemme, per la Radio Vaticana, Sara Fornari)

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    La drammatica situazione degli indigeni denunciata in un nuovo rapporto del Consiglio inidigenista missionario

    ◊   Invasioni di terre, danni ambientali, omicidi mirati, minacce, atti di razzismo e violenze; ma anche suicidi, mortalità infantile, mancata assistenza sanitaria: è questo il contesto in cui vive, la maggior parte dei popoli nativi del Brasile, ridotti attualmente a 735.000 individui. Lo rileva un nuovo studio del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), l’organismo dei vescovi brasiliani impegnato nella difesa dei diritti degli indios nel Paese. Secondo la ricerca, presentata nei giorni scorsi all’Assemblea generale della Conferenza episcopale brasiliana a Itaici - di cui riferisce l’agenzia Misna - solo nel 2007 gli indigeni uccisi sono stati 92 (nel 2006 erano stati 57). A preoccupare è soprattutto la situazione nel Mato Grosso do Sul, dove gli omicidi lo scorso anno sono aumentati del 99%. Nella maggior parte dei casi si tratta di omicidi compiuti tra gli stessi indigeni in scontri e contenziosi tra famiglie che rivelano le crescenti tensioni tra le varie comunità, costrette a vivere in spazi troppo limitati per sopravvivere. Condizioni di lavoro degradanti e violenze si verificano anche nelle piantagioni di canna da zucchero, come dimostrano i circa 1200 indigeni, ‘riscattati’ solo nel 2007 dagli ispettori del Ministero del Lavoro da proprietà agricole in cui operavano “in condizioni di schiavitù”. Lo sfruttamento illegale delle risorse naturali è stato la principale causa dell’uccisione di dieci indigeni lo scorso anno anche nel Maranhao, “dove il popolo Guajajara continua a soffrire la presenza dell’azienda Vale, (già ‘Companhia vale do Rio Doce) nel suo territorio ancestrale”. La presenza di mercanti di legname (‘madeireiros’) e il disboscamento, minaccia anche la sopravvivenza di 60 persone del popolo Awá Guajá, indigeni che finora non hanno avuto contatto con i bianchi. Persistono inoltre “ritardi e omissioni” nella regolarizzazione di almeno una trentina di terre indigene sparse in diversi stati. (L.Z.)

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    Si è concluso a Caracas il Terzo Congresso Missionario nazionale con un appello a rafforzare lo spirito apostolico

    ◊   Si è concluso domenica a Caracas il Terzo Congresso Missionario Nazionale del Venezuela. L’iniziativa è stata introdotta da una marcia missionaria, aperta dall’immagine di Nostra Signora di Coromoto, Patrona del Venezuela, alla quale hanno preso parte più di 700 persone tra vescovi, sacerdoti, religiosi, seminaristi e laici. Al Congresso - riferisce l'Agenzia Fides - hanno partecipato più di seicento delegati di Diocesi, parrocchie, comunità di vita religiosa e del laicato del Paese, oltre ai rappresentanti dei Vicariati Apostolici di Machiques e Puerto Ayacucho. Il Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Venezuela ha affermato che “è arrivata l'ora per il Venezuela, di essere veramente una nazione discepola missionaria, prendendo sul serio la predicazione del Vangelo. Il Venezuela deve uscire fuori dalle sue frontiere e dare missionari al mondo, missionari "ad gentes", sacerdoti, religiosi e laici, tra cui famiglie che possano riprodurre l’immagine della Famiglia di Nazaret. Perché è attraverso la povertà che si arricchisce la nostra Chiesa e si fortifica la fede”. Il Cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas ha concluso l’evento con l’“invio missionario”, consegnando una croce ad ogni partecipante a simboleggiare l’impegno assunto. Il prossimo Congresso Missionario Nazionale avrà luogo a Valencia nell'anno 2012. Durante l’omelia nella Messa di chiusura, il porporato ha espresso il desiderio che questo Congresso “abbia come frutto un’intensificazione dell’ardore apostolico”. Ha quindi espresso il suo desiderio che “entusiasmati da questo Congresso, molti giovani venezuelani accolgano nei loro cuori il dono della vocazione ad essere sacerdoti o consacrati nella vita religiosa, annunciatori e testimoni di Gesù e del suo amore nel mondo”, perché “tutto il Venezuela, - ha concluso l'arcivescovo di Caracas - tutta la nostra Diocesi e Vicariati hanno bisogno di molti sacerdoti e consacrati”. (R.P.)

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    Al centro dell'Assemblea plenaria dei vescovi cileni, la revisione degli Orientamenti pastorali per i prossimi cinque anni

    ◊   I Vescovi del Cile, sono riuniti fino a venerdì prossimo per la loro 95.ma Assemblea Plenaria, a Punta de Tralca. La Santa Messa di apertura è stata presieduta dal nuovo Nunzio Apostolico in Cile, Mons. Giuseppe Pinto il quale all'omelia ha manifestato il suo desiderio di compiere la missione affidatagli e di essere “segno vivo di comunione tra il Santo Padre Benedetto XVI e gli impegni pastorali, rendendolo realmente presente quale centro di carità ed unità”. Il tema principale di questa Assemblea sarà la revisione finale e l’approvazione degli Orientamenti Pastorali della Chiesa del Cile per i prossimi cinque anni. Si stabiliranno anche i criteri per la realizzazione della Missione Continentale nel Paese, promossa dalla V Conferenza dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi. Inoltre, come è consuetudine, i Vescovi rifletteranno su diversi aspetti della realtà ecclesiale e nazionale ed esamineranno il percorso delle cinque aree nelle quali la Conferenza Episcopale organizza la sua azione pastorale: ecclesiale, evangelizzazione, educazione, realtà sociale e comunicazioni. In un incontro con la stampa, il Presidente della Conferenza Episcopale del Cile, Mons. Alejandro Goic, è intervenuto anche a proposito della cosiddetta “pillola del giorno dopo”, affermando che la vita umana è sacra in tutte le sue forme, e che finché la comunità scientifica non prenderà consapevolezza dei suoi reali effetti, si continuerà a difendere coloro che sono stati generati e che hanno diritto a nascere. Allo stesso tempo, per il Presidente della Conferenza Episcopale è preoccupante il fatto che la cittadinanza non rispetti i giudizi di un tribunale: “Rispetto alla pillola del giorno c’è una sentenza del Tribunale Costituzionale che ancora non conosciamo integralmente, ma ciò che risulta strano è che i parlamentari stiano suggerendo manifestazioni contro una decisione di un tribunale. Le risoluzioni dei tribunali vanno rispettate. Io credo che si stia ideologizzando questo tema. Il grande dibattito nella società cilena - ha detto Mons. Goic - è se vogliamo che la vita, dalle sue origini fino alla fine naturale, sia il centro del nostro sistema istituzionale”. (R.P.)


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    Celebrata in tutta la comunità cattolica cinese la Giornata di preghiera per le Vocazioni

    ◊   Oltre 50 sacerdoti hanno concelebrato domenica scorsa la solenne Eucaristia nel Seminario Nazionale Cinese a Pechino nella Giornata mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Alla Santa Messa presieduta da don Thomas Law Kwok Fai, direttore della Commissione della Liturgia della diocesi di Hong Kong, hanno partecipato 70 seminaristi e 10 religiose, che hanno pregato in particolare per le vocazioni della Chiesa in Cina e della Chiesa universale, facendo riferimento al Messaggio di Papa Benedetto XVI per questa Giornata, intitolato “Le vocazioni al servizio della Chiesa-missione”. Insieme a loro, riferisce l'Agenzia Fides, dallo Shan Xi, allo Shaan Xi, Shan Dong, Zhong Nan, a Shangai, a Si Chuan, Shen Yang, tutta la comunità cattolica cinese ha pregato per le vocazioni del mondo, con tante iniziative come ritiri spirituali, seminari, conferenze. Soprattutto i seminaristi dei 10 seminari maggiori in Cina hanno celebrato in questa Giornata la propria festa, con grande entusiasmo. Secondo il Rettore del Seminario maggiore della diocesi di Pechino, don Liu Zhen Tian, “a 16 seminaristi del primo e del secondo anno di teologia sono stati conferiti gli ordini minori del lettorato e dell’accolitato da Mons. Giuseppe Li Shan, Vescovo diocesano, nella Cattedrale durante la solenne Celebrazione Eucaristica”. Nel Seminario maggiore dell’He Bei i seminaristi hanno partecipato al concorso oratorio concentrandosi sui temi “amicizia fraterna sacerdotale”, “la vita di preghiera”, “la mia vocazione”, “il futuro del sacerdote”, sempre in riferimento al Messaggio del Papa. Durante il ritiro spirituale della diocesi di Han Dan, hanno riflettuto insieme sul tema “Eucaristia e Vocazione”, sottolineando che la scelta vocazionale è l’espressione della vita eucaristica. Infine segnaliamo che centinaia di fedeli della diocesi di Kai Feng hanno preso parte all’incontro di preghiera intitolato “Vieni, seguimi” dopo la solenne Eucaristia dedicata alla vocazioni celebrata nella Cattedrale. (R.P.)

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    Ujjain, India centrale: attaccata da estremisti indù una scuola cattolica

    ◊   “Nessun popolo civile può approvare un simile attacco. In questo Paese tutte le religioni sono uguali e si rispettano reciprocamente”. Sono queste le parole della guida religiosa indù della città di Ujjain, Nathji Maharaj, che ha condannato l’attacco ad una scuola cattolica da parte di alcuni membri del "Consiglio mondiale indù", gruppo estremista che vuole convertire l’intera Nazione. Il 5 aprile scorso - riferisce l'Agenzia Ucanews - gli attivisti indù sono entrati negli uffici della scuola Jai Amla Convent Co-ed High School ed hanno danneggiato mobili ed abbattuto una statua della Madonna. Secondo il direttore della scuola, Joseph Palapillil, i membri del Consiglio mondiale indù si sono poi trasferiti alla vicina chiesa di St. Anla, dove hanno rotto un’altra statua mariana, hanno strappato una Bibbia ed altri libri di preghiera. La scuola accoglie più di mille bambini, e solo 15 di loro sono cristiani, gli altri sono indù e musulmani; anche i membri del personale sono per la maggior parte indù. La diocesi di Ujjain, città dell’India centrale, gestisce oltre 50 scuole ed è considerata uno dei maggiori fornitori di educazione della zona. (V.V.)


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    Dal Laos, 12 ragazzi alla GMG di Sydney: un segno di vitalità delle piccole Chiese locali

    ◊   Anche dal Laos arriva una delegazione per la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney. Un gruppo di 12 ragazzi cattolici laotiani sarà, infatti, presente in Australia dal 15 al 20 luglio 2008. Un grande segno di speranza per la Chiesa universale e una dimostrazione di vitalità delle piccole chiese locali, secondo l’agenzia Fides, che ha riportato la notizia. I giovani provengono dai tre vicariati apostolici presenti nel Laos e saranno accompagnati da un vescovo, tre preti e tre suore. Il gruppo, che sta seguendo lezioni di inglese, corsi sull’Australia e sulla GMG, si esibirà in balli tradizionali e canzoni durante la permanenza a Sydney. La loro partecipazione è stata possibile grazie agli aiuti dell’opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che ha stanziato fondi anche a favore di 100 pellegrini provenienti da Sudan, Myanmar e da altri Paesi poveri. (V.V.)

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    Cooperazione sanitaria tra la Chiesa e il governo del Mali

    ◊   La Conferenza episcopale del Mali e il ministero della Sanità della repubblica africana hanno firmato una convenzione che pone gli istituti e i presidi sanitari cattolici sotto la tutela del governo, iscrivendoli nel quadro della politica nazionale in materia di salute. La Chiesa cattolica dispone nel Mali di 11 asili, 4 asili nido, 25 dispensari, una scuola di formazione a Ségou, 3 ospedali con reparti di maternità (a Mopti, a Koutiala e Kayes) ed un centro per la dialisi a Bamako. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Jean Baptiste Tiama ha affermato che missione primaria della Chiesa nel Mali è avere attenzione soprattutto all’uomo e alla donna e a tutto ciò che riguarda la dignità della persona umana. La Chiesa cattolica, dal 2003 al 2007, ha versato oltre 2 miliardi di franchi in contributi finanziari. Il ministro della sanità Oumar Ibrahima Touré ha ringraziato la Chiesa cattolica per gli immensi sforzi compiuti al fine di assicurare assistenza alle popolazioni del Mali ed ha promesso che lo Stato sosterrà l’operato della Chiesa attraverso sovvenzioni ordinarie e straordinarie. “Il personale di cui si avvarrà la Chiesa cattolica beneficerà dei servizi delle scuole di formazione secondo quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti in vigore” ha aggiunto il ministro della sanità. (T.C.)

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    Spagna: le richieste al nuovo governo Zapatero del Forum della Famiglia

    ◊   Richieste ai ministri che si occupano di famiglia, vita e educazione: le rivolge il Forum spagnolo della famiglia, dopo aver conosciuto la composizione del governo Zapatero. Al ministro dell’Educazione, Mercedes Cabrera, riferisce l'Agenzia Sir, il Forum chiede che rinunci allo scontro totale con le famiglie che fanno obiezione di coscienza alla nuova materia scolastica “Educazione alla cittadinanza”, che lede il diritto dei genitori a decidere sull’educazione dei figli. Di qui la richiesta di “avviare un processo di dialogo sincero” per una possibile soppressione della materia o “un cambiamento dei suoi obiettivi e contenuti per renderla rispettosa dei diritti costituzionali dei genitori e della libertà ideologica e religiosa, propria di un paese democratico”. Ai nuovi ministri della Sanità e della Giustizia, il Forum chiede che adottino “le norme e i provvedimenti necessari per porre fine alla scandalosa frode della legge esistente in Spagna per l’applicazione della legge sull’aborto e per garantire che ogni donna incinta in situazione di difficoltà riceva informazione e consulenza dettagliate su rischi e conseguenze dell’aborto e sulle alternative e gli aiuti esistenti per i loro problemi”. Al ministro del lavoro è chiesto di tener conto della famiglia “in tutte le politiche pubbliche”. Non mancano, ovviamente, richieste del Forum spagnolo della famiglia direttamente al presidente del Governo, Zapatero affinchè “ponga fine alla totale mancanza di dialogo e attenzione alle organizzazioni rappresentative della famiglia che ha caratterizzato il suo Governo nella passata legislatura”. (R.P.)

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    Vasta campagna di promozione vocazionale in Gran Bretagna, rivolta ai giovani nelle scuole università e parrocchie

    ◊   Anche quest’anno la Chiesa dell’Inghilterra e del Galles ha celebrato la Giornata mondiale delle Vocazioni con il lancio di una vasta campagna di promozione vocazionale. Migliaia di poster e opuscoli informativi sono stati distribuiti in queste settimane nelle scuole, università, parrocchie e cappellanie di tutto il Regno Unito per incoraggiare i giovani ad aprirsi alla scelta del sacerdozio o della vita consacrata. Il materiale informativo prende spunto da alcuni eventi salienti del 2008 diversamente correlati con il tema delle vocazioni: dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney il prossimo luglio, al 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes e anche le Olimpiadi di Pechino. Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, i giovani sono stati invitati ad andare oltre all’evento sportivo e a riflettere sulla condizione della libertà religiosa in Cina e in particolare dei sacerdoti della Chiesa “non ufficiale” cinese. La situazione delle vocazioni nel Regno Unito è stato uno dei punti all’esame dei vescovi alla loro Plenaria conclusasi nei giorni scorsi a Leeds. L’Assemblea ha esaminato, in particolare, le ultime statistiche elaborate dall’Ufficio nazionale per le Vocazioni. Il rapporto rivela che nell’anno in corso sono 160 gli uomini che si stanno preparando al sacerdozio nel Paese. Una cifra record che conferma una ripresa delle vocazioni dopo decenni di declino. Il direttore dell’Ufficio padre Paul Embery non nasconde tuttavia le persistenti difficoltà: “Molti nostri parroci sono stati ordinati negli anni Sessanta – ha spiegato - e i nuovi sacerdoti di oggi non sono sufficienti a sostituirli. Questo costringe molte diocesi a razionalizzare la loro distribuzione nelle parrocchie”. (L. Z.)

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    Convegno della CEI a Roma sul tema “Costruire bene per vivere meglio”, dedicato all’edilizia sacra

    ◊   Ogni anno in Italia si costruiscono 40 nuove chiese. Ma accanto alle preoccupazioni liturgiche, alla bellezza delle forme architettoniche e degli arredi, sta crescendo una nuova sensibilità: quella del rispetto per l’ambiente. Come si inseriscono questi nuovi edifici sacri nel contesto urbano e sociale? E sono un effettivo aiuto per la qualità della vita delle nostre città? Sono i temi al centro del convegno “Costruire bene per vivere meglio”, organizzato dalla CEI a Roma, che oggi vive la sua giornata centrale. Ieri, in apertura, è stato delineato quasi un decalogo per il settore. Il teologo moralista Karl Golser ha detto che le chiese vanno considerate come “anticamere del cielo nel cuore della città”. E dunque spazi dove le persone sentono il richiamo del silenzio e la forza del sacro. Per mons. Timothy Verdon di Firenze, in un tempo in cui c’è il rischio di tornare a Babele, le chiese devono ridare un ordine anche trascendente al vivere comune. Idea questa che ha sottolineato anche l’architetto statunitense Paolo Soleri. “L’architettura degli ultimi 50 anni ha costretto le persone a vivere come eremiti. Dobbiamo ricreare i collegamenti. Ordine e armonia - ha concluso mons. Gianfranco Ravasi - sono del resto inscritte nel ‘dna’ dell’universo. E la speranza cristiana è quella di un nuovo cielo e una nuova terra. Quelli che le chiese da 2000 anni ci fanno pregustare". (Da Roma, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo)

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    Slovenia: a Lubiana la seconda edizione della "Don Bosko Fest"

    ◊   Si è svolta nei giorni scorsi a Lubiana la seconda edizione del "Don Bosko Fest", iniziativa di formazione promossa dai salesiani della Slovenia per i responsabili degli animatori che nei diversi centri locali condurranno le prossime attività estive. Con questa iniziativa i salesiani, in collaborazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice e l`Ufficio interdiocesano per i giovani della Slovenia - scrive l'Agenzia Sir - hanno voluto promuovere la figura dell'animatore e offrire un primo contributo formativo in vista del coinvolgimento nel programma estivo "Oratorij", che ormai da 20 anni si svolge nel periodo estivo nella maggioranza delle parrocchie e dei centri giovanili della Slovenia e che complessivamente coinvolge circa 2.500 animatori e 15mila ragazzi. Due le finalità del "Don Bosko Fest": un'opportunità di conoscenza e di scambio di esperienze tra i partecipanti e una prima presentazione dei contenuti, delle metodologie e dei sussidi della proposta estiva "Oratorij". Alla festa hanno partecipato oltre 400 giovani animatori. Dopo l'animazione e la presentazione iniziale, i giovani hanno preparato e partecipato alla messa presieduta da don Tone Ciglar, docente di pedagogia e delegato ispettoriale per l'animazione missionaria. Ha fatto seguito la presentazione dei contenuti della proposta estiva 2008 che quest'anno è caratterizzata dal tema "Apri gli occhi!" ispirato alla figura di San Paolo, apostolo delle nazioni. Nel pomeriggio sono stati attivati circa una trentina di laboratori nei quali gli animatori hanno potuto sperimentare le dinamiche, le tecniche e i giochi che poi potranno utilizzare in estate con i ragazzi. Un momento di festa musicale, ludica e sportiva ha chiuso la giornata.(A.M.)


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    24 Ore nel Mondo



    Scia di sangue in Iraq: oltre 50 morti in diversi attentati

    ◊   Kamikaze in azione in Iraq. E’ drammatico il bilancio di diversi attentati avvenuti nel Paese con quasi cinquanta vittime. Teatro delle violenze Baquba, dove si è registrato il più grave agguato degli ultimi sei mesi. Il servizio di Benedetta Capelli:


    Un’esplosione violentissima ha scosso la città di Baquba a nordest di Baghdad. Un’autobomba è saltata in aria in mezzo alla folla davanti alla sede del locale Palazzo di Giustizia investendo uomini, donne e bambini. Le vittime sono circa 40, un’ottantina i feriti, un intero isolato è stato devastato dalla forza della deflagrazione. Si teme la mano di Al Qaeda perchè Baquba è una delle città più instabili e pericolose dell’Iraq con la popolazione fortemente divisa tra sunniti e sciiti. L’attentato di oggi è il più sanguinoso perpetrato in Iraq negli ultimi sei mesi. La violenza non conosce tregua nemmeno a Ramadi, circa 110 km a nord-ovest di Baghdad. Ancora un’autobomba è entrata in azione provocando la morte di oltre 10 civili. L’attentatore si è fatto esplodere vicino ad un ristorante solitamente frequentato da militari. La scia di sangue ha toccato anche la capitale irachena dove due persone hanno perso la vita ed altre due sono rimaste ferite nello scoppio di un ordigno collocato nei pressi di una caserma della polizia. Infine, in due attacchi a Mossul sono morti sei civili e tra questi 5 donne.

     
    Medio Oriente
    Incursione israeliana, stamani, nella Striscia di Gaza. Mezzi blindati protetti da elicotteri sono entrati nell’area dove sono in corso scontri tra miliziani palestinesi e l’esercito israeliano. Nella notte, inoltre, è stato ucciso il comandante del braccio armato del Fronte democratico per la liberazione della Palestina, Ibrahim Abu Alba.

    Iran
    Monito dell’Iran a Israele. Il vice comandante dell’esercito iraniano ha affermato che, in caso di attacco, Teheran risponderà con l’eliminazione dello Stato ebraico. Le dichiarazioni seguono quelle dell’ex premier israeliano, Benjamin Ben-Eliezer, che aveva parlato di “distruzione della nazione iraniana” davanti ad azioni ostili. Intanto, nella Repubblica Islamica c’è ancora incertezza sull’esplosione di sabato scorso nella moschea di Shiraz, che ha provocato 12 morti e quasi 200 feriti. Si indaga sulla possibilità di un attentato o di un semplice incidente.

    Afghanistan
    Sono due gli agenti uccisi nell’esplosione di un ordigno nel sud dell’Afghanistan. Le vittime sono state sorprese mentre viaggiavano a bordo di un veicolo della polizia nella provincia di Kandahar. Tre i feriti. Solo ieri, nella stessa provincia, 11 poliziotti afgani e due soldati britannici della NATO avevano perso la vita in circostanze analoghe.

    Russia
    Nuovo incarico per il presidente russo Putin, che il prossimo 7 maggio lascerà il Cremlino nelle mani di Medvedev. Putin ha accettato la carica di leader del partito "Russia Unita", proposta ieri nel corso del congresso della formazione politica. Già nelle scorse settimane, il capo del Cremlino aveva detto sì all’incarico di premier che lo stesso Medvedev gli aveva offerto.

    Cina-Tibet
    Nel corso della sua visita negli Stati Uniti, il Dalai Lama ha confermato i contatti diplomatici con la Cina per tentare una soluzione in Tibet. Un’apertura commentata positivamente dal Dipartimento di Stato americano. Confermato poi l’incontro in Michigan tra lo stesso Dalai Lama e l'inviato USA per il Tibet, Paula Dobriansky. Intanto il leader spirituale buddista ha affermato, in un’intervista alla radio pubblica americana, che nella regione himalayana è in corso “un genocidio culturale” resta da chiarire se da parte di Pechino sia intenzionale oppure no. A Kathamndu, la polizia nepalese ha arrestato decine di esuli tibetani che stavano protestando davanti all'ambasciata cinese. Prosegue poi il viaggio della fiaccola olimpica dopo la tappa in Oman, dove non ci sono stati incidenti, oggi l’arrivo in Asia. A Islamabad le autorità pachistane hanno annunciato una modifica del tragitto per motivi di sicurezza.

    Zimbabwe
    Tensione ad Harare per lo sciopero generale indetto dall’opposizione. Un’iniziativa nata per protestare contro la mancata pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 29 marzo scorso. Ieri, l’Alta Corte aveva bocciato la mozione del partito di Morgan Tsvangirai che aveva chiesto la diffusione immediata dei dati. Una decisione per la quale già è pronto il ricorso. La crisi politica in Zimbabwe arriverà domani all’ONU. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno, infatti, annunciato che porteranno il caso davanti al Consiglio di Sicurezza, durante una riunione in programma a New York.

    Uganda
    Tragedia in Uganda, dove almeno 19 bambine di età compresa tra i 9 e 12 anni hanno perso la vita nel rogo che ha distrutto il loro dormitorio annesso alla scuola elementare femminile di Budo, vicino Kampala. Ancora sconosciute le ragioni dell’incendio nel quale sono morti anche due adulti.

    Petrolio-record
    Torna a salire il prezzo del petrolio che ha toccato un nuovo record sulla scia della debolezza del dollaro americano. A New York il greggio ha raggiunto i 112,77 dollari al barile, dopo il primato di 112,49 registrato stamattina. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 106

     

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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